• Leggi il passo seguente. I giorni delle scarpe Quando torno a casa
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• Leggi il passo seguente. I giorni delle scarpe Quando torno a casa
• Leggi il passo seguente. I giorni delle scarpe Quando torno a casa, siccome è il mio primo giorno di liceo, me le trovo tutt’e due in piedi lì impalate, mia madre e mia zia. Vogliono sapere com’è andata. Una a fianco all’altra, che sembrano in fila per due come alle elementari. Fanno anche impressione perché sono sorelle, ma più diverse di così si muore. Zia Elsa è un parallelepipedo di lardo tutto nero e immobile, l’altra, che poi sarebbe mia madre, è lunga e sottile e guizza sempre di qua e di là come un’anguilla. […] Io le capisco, è normale che se ne stiano tutt’e due qui davanti a pendere dalle mie labbra, visto che abbiamo fatto questo migliaio di chilometri per farmi fare il liceo. Solo che a me mi si chiude lo stomaco e anche la bocca. Anche perché come glielo dici tu a tua madre e tua zia che tu il primo giorno di liceo l’hai passato a guardar scarpe? Non mi viene nessuna parola e guardo gli spaghetti che zia Elsa ha preparato. Mi dispiace proprio tanto per quegli spaghetti. Cioè voglio dire per zia Elsa, che se ne sta in piedi davanti alla tavola, e gli spaghetti li ha scolati e anche già conditi con il sugo rosso che mi piace, cioè quello con la cipolla dentro. “Va be’ mangiamo” dice mia madre. Allora mi butto sugli spaghetti e basta. Andiamo avanti così per una settimana, che io guardo le scarpe degli altri. Diciamo che sono i giorni delle scarpe. E questa volevo proprio raccontarla a madame Pilou, così ieri sera le ho scritto una bella lettera perché lei è stata la mia insegnante di francese delle medie e, adesso che mi risponde, magari mi sa dare due o tre consigli di come fare qui, che è tutto nuovo. A parte guardarci le scarpe, questa settimana la passiamo a fare i test d’ingresso e poi qualche volta ci portano in giro per i corridoi, sempre a conoscere la scuola. Che è bello perché diventi amico di certi gradini, cioè un gradino un po’ sporco o sbrecciato tu adesso lo riconosci e ogni mattina lo saluti, gli dici ciao, come va? Io però mi sto annoiando a morte di guardare scarpe. Anzi sono proprio stufo di questa storia delle scarpe. Anche perché va bene il primo giorno, uno non si conosce e quindi ci si scruta un po’, d’accordo. Però adesso basta. Tutti che continuano a guardarmi queste benedette scarpe, io non so più dove mettere i piedi perché anche se li allungo sotto la sedia davanti, non è che non me li vedano più, me li vedono eccome. Allora oggi, non lo so, forse ero più stufo marcio del solito, entro in casa, mi slaccio le scarpe e le sbatto sul tavolo. “Tieni” dico a mia madre. “Nessuno ha delle scarpe così”. […] Mia madre me le aveva prese al mercato prima di partire, per farmi fare bella figura per andare a scuola, e a me andavano benissimo quelle scarpe, ma anche quelle vecchie che avevo prima, cioè, non so: io non me ne sono mai accorto di quali scarpe avevo nei piedi, ma forse questo perché su un’isola te ne importa meno delle scarpe, credo. [da Una barca nel bosco di Paola Mastrocola, Bompiani, Bergamo 2005] 1. Riassumi il testo in un massimo di 80 parole cercando di rielaborarlo in maniera personale ed autonoma. 2. In una pagina di diario racconta la tua esperienza personale dei primi giorni di scuola superiore mettendo in evidenza sentimenti ed emozioni (120-150 parole). 3. Scegli una delle seguenti tracce. a) Spesso la costruzione della nostra identità avviene attraverso gli sguardi degli altri che ci definiscono e, a volte, ci fanno sentire diversi. Sei d’accordo con quest’affermazione? In un testo di circa 200 parole, basandoti su letture svolte ed esperienze personali, esprimi il tuo punto di vista sulla tematica in oggetto: diversità, discriminazione, pregiudizio … b) Viviamo in una società dei consumi, in cui l’”apparire” è spesso considerato più importante dell’”essere”. Esprimi, argomentando, la tua opinione a proposito. (massimo 200 parole). c) A giudizio di molti ‘esperti’ la scuola presenta gravi carenze e molti aspetti antiquati. In base alla tua personale esperienza, quali sono quelli per i quali è più urgente trovare un rimedio? (massimo 200 parole)