La Storia di Antonio Amendola: FIAT 128 con 2 MOTORI

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La Storia di Antonio Amendola: FIAT 128 con 2 MOTORI
La Storia di Antonio Amendola: FIAT 128 con 2 MOTORI
Martedì 29 Marzo 2011 17:55
Esistono auto legate visceralmente ad alcune gare. Questo è il caso di un’auto alquanto
speciale, una Fiat 128, che nel 1982 sbalordì i presenti alla “Coppa della Primavera”, la
famigerata cronoscalata che si disputava sino al 1990 attraverso i circa 9 km che collegano il
comune di Conca dei Marini ad Agerola, passando
per Furore.
La "Coppa Primavera" che, dal 2010 é tornata in vita come Rievocazione Storica
in modalità Regolarità Club, può vantare il primato nazionale -forse internazionale- di aver avuto
ai nastri di partenza, tra i tanti bolidi che vi hanno preso parte, un’auto equipaggiata con 2
motori. Non è uno scherzo! Infatti il prototipo di Fiat 128 partecipò alla "Coppa Primavera" del
lontano 1982, facendo sia le consuete verifiche tecniche -avendo il lasciapassare dalla CSAI- sia le prove del sabato, ma una volta giunta alla partenza della domenica, le venne impedito per
chissà quale motivo di partire.
Questo bolide avveniristico era stato concepito, dato alla luce e pilotato da Antonio Amendola,
figlio di una terra florida in ambito automobilistico, Agerola, sede appunto dell’arrivo della
cronoscalata. Amendola è sempre stato un grande amante delle auto, infatti all'età di soli 14
anni elaborò il primo motore. Ma due sentimenti hanno contrassegnato la sua vita: la passione
e la curiosità per le innovazioni in ambito motoristico. Infatti, una volta avviata l'attività di
meccanico da giovanissimo, ha immediatamente iniziato ad elaborare auto da corsa.
Parallelamente all'attività, si è anche cimentato nella guida di auto da competizione, ma la
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passione vera di Amendola è sempre stata l'elaborazione, soprattutto se legata al termine
innovazione. È sarà proprio un colpo di genio tra il 1981 - 1982 a far si che Amendola si possa
considerare un vero pioniere in ambito motoristico. Una sfida lanciatagli da un suo amico
possessore di un Porsche 911, invogliò Amendola a realizzare il suo futuristico progetto:
un’auto spinta da due motori.
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Una vera e propria rivoluzione motoristica per gli inizi anni ’80, quando nessuna casa
costruttrice si era spinta nel mondo delle corse con un prototipo bimotore. Auto equipaggiate
con 2 motori, ad esempio la Citroen 2cv Sahara del 1956, erano state costruite in precedenza,
ma solo per l’impiego in ambienti desertici. Dopo aver accettato il guanto di sfida, Amendola
realizzò il sogno di dare alla luce il suo progetto e di partecipare con la sua creatura alla gara
più sentita per lui, la “Coppa Primavera”. Equipaggiò,quindi, una Fiat 128 con 2 motori 1300cc
trasversali da 4 carburatori l’uno, gestiti con un solo acceleratore, una sola leva del cambio, con
frizione anteriore meccanica e posteriore idraulica.
Nel Maggio del 1982 Amendola decise di prendere parte alla Coppa della Primavera, quindi la
neonata 2 motori, allestita seguendo il regolamento CSAI, fu presentata ai commissari e
verificata come prototipo Gruppo 6, quindi “biposto sport”.
Una piccola nota di colore: l’auto non era stata equipaggiata di due sedili, e Amendola per
ovviare al problema e poter essere verificato, bullonò al lato passeggero un sediolino in plastica
“Chicco”®. Riuscì in tal modo a superare le verifiche tecniche.
Alle prove del sabato, suscitò la curiosità degli addetti ai lavori e dei piloti, tanto che ancor’oggi
nell’ambiente in molti ricordano questo futuristico prototipo. Addirittura lo starter di gara rimase
sbalordito dall’auto, esclamando poco prima di dare il via ad Amendola: “Non ho mai dato il via
ad un’ auto con 2 motori prima d’ora!”. Amendola, nonostante non avesse mai provato l’auto
nelle settimane precedenti, stabilì un tempo rispettabilissimo, giungendo al traguardo in 6’.18’’.
Grazie anche al cronometro favorevole, la curiosità aumentò, tant’è che anche il vincitore di
quell’edizione, Uccio Magliona, scambiò varie impressioni con lo stesso Amendola subito dopo
le prove.
Il fine settimana si stava rivelando fantastico per Amendola, ma la cattiva sorte lo stava per
colpire. Domenica 2 Maggio, era incolonnato in attesa di prendere il via, ma giunto al suo turno,
il direttore di gara gli negò il via senza dare alcuna spiegazione. Amendola si adirò non poco,
ma il direttore gli concesse di partire solo a fine gara. Arrivato all’arrivo, non fu semplice tenere
a bada un frustrato Amendola, che solo grazie all’intervento di un caro amico compianto,
Pasquale Gentile, riuscì a calmarsi. La delusione fu però enorme tanto che, unita ad alcuni
problemi familiari, spinse Amendola ad “uccidere” la sua creatura, vendendo i due motori e
dando via anche la carrozzeria.
Rimarrà però indelebile nella storia della “Coppa Primavera” e nel panorama automobilistico
nazionale, la Fiat 128 n° 353 di Antonio Amendola che a distanza di 30 anni ha ammesso il
desiderio di riportare in vita la sua creatura.
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