08-11-2012 LA SCELTA E LA RIPRODUZIONE DEL COLORE IN

Transcript

08-11-2012 LA SCELTA E LA RIPRODUZIONE DEL COLORE IN
La scelta e la
riproduzione del
colore in odontoiatria
e odontotecnica:
procedure e criteri di
scelta reperiti nella
letteratura scientifica
(di Caterina Dagostino)
HI-LUX LABORATORIO ODONTOTECNICO di Martello Francesco
Via Modena, 191/A – 44122 Ferrara – Italy – Tel 0532771296 – Cell 3483919876
www.hiluxsoluzionidentali.it - [email protected]
CCIAA 36269 – REA 131569 – R.I. FE53469 – INPS 18888681YK – INAIL 1879690/40
P.IVA 01101830386 – C.F. MRTFNC64T15E974I – REG.MIN.SALUTE ITCA01026556
HI-LUX
Pagina 1
08/11/2012
Il processo di creazione di un restauro in odontoiatria che imiti il più possibile la natura necessita di
un accurato trasferimento di informazioni relative al colore ed alla orma dei denti, di fondamentale
importanza per il raggiungimento di questo ambizioso obiettivo che soddisfi le nostre aspettative,
quelle dell’odontoiatra e del paziente (Fig.1).
Fig.1 Riproduzione in
ceramica su ossido di
zirconio
Fig.2 Scala colori standard divisa in classi di
riferimento
Diversi Autori hanno trascorso molto tempo a studiare e descrivere il colore ed i modelli di
traslucenza dei denti naturali, abbinando la loro osservazione alle tecniche di fabbricazione e
cercando di eludere tutte quelle che sono le influenze esterne in fase di rilevamento e che
potrebbero alterare il risultato finale. Abitualmente, la scelta del colore viene effettuata visivamente
e con l’aiuto delle scale colori, rendendo questo processo altamente soggettivo (Fig.2).
Secondo alcuni Autori, il processo di selezione del colore dei denti è caratterizzato da una stretta
alchimia tra scienza ed arte; altri hanno convenuto che tale scelta si basa su solidi principi
scientifici, che sono in gioco ogni volta, mentre altri ancora lo descrivono come un processo
rappresentato dalle capacità artistiche del clinico e dell’odontotecnico attraverso fattori sia
fisiologici che psicologici.
Di certo un’approfondita conoscenza dei principi applicati al colore e dei vari fattori che ne
influenzano la realizzazione può agevolare gli operatori ne conseguire risultati di successo,
aiutando a migliorare le specifiche capacità nella pratica odontoiatrica.
Materiali e metodi
Abbiamo effettuato una ricerca elettronica della banche dati on-line relativa alle pubblicazioni
odontoiatriche, utilizzando diverse parole chiave e limitandola a quelle in lingua inglese, filtrandole
per ottenere un dettaglio elaborato dei risultati, per articoli tecnici e di revisione. Successivamente,
abbiamo cercato di raccogliere il maggior numero di articoli full-text disponibili tra i records ottenuti,
scaricandoli dai siti web con accesso disponibile alle riviste. Un’ultima fase ha riguardato una
ricerca manuale contenuta in libri specialistici e standard che trattassero temi quali l’estetica ed il
colore, con particolare attenzione ai principi coinvolti nel processo di scelta di quest’ultimo.
Discussione ed approfondimenti
Il termine “matching shade” è stato citato ed utilizzato regolarmente nella letteratura, anche se è
poco e non menzionato nello standard accettato a livello internazionale dalla terminologia
protesica, ovvero, il glossario dei termini per protesi dentarie (GPT). Il GPT definisce questo
processo sotto “scelta del colore” o “selezione del colore dei denti”, come la determinazione del
colore e l’aspetto di uno o di un insieme di denti artificiali per un dato individuo. Pertanto, la
terminologia corretta dovrebbe essere adottata in conformità con gli standard internazionali. Fin
dall’inizio del processo di ricerca è stato evidenziato un corposo lavoro sulle modalità di
determinazione cromatica del dente, mentre solo pochi ricercatori hanno esaminato i principi
coinvolti nel processo di scelta del colore stesso. La risultante complessiva ha generato differenti
variabili che sulla base della ricerca, degli aspetti scientifici ed artistici del processo di selezione
del colore sono stati messi in quattro categorie principali che interessano il dente campione
durante le fasi di rilevazione:
• proprietà fisiche ed ottiche;
• natura e variabili della luce;
• valutazione soggettiva dell’osservatore sul colore;
• relazione tra il dente ed influenza sul colore delle strutture circostanti.
HI-LUX
Pagina 2
08/11/2012
Proprietà fisiche ed ottiche
Una delle principali proprietà fisiche relative al colore di un dente è il suo contenuto di umidità. La
disidratazione della struttura dentale tende a farli apparire chiari e meno saturati.
Quest’asciugatura può avvenire in più modi, come ad esempio sotto l’isolamento con diga di
gomma, o getto d’aria diretto per eliminare acqua e saliva oppure durante le fasi di rilevazione di
un’impronta con silicone o polietere. È necessario un tempo di circa 20-30 minuti, per consentire ai
denti la loro reidratazione ed il conseguente ripristino del valore e dei fattori cromatici. Quindi
sarebbe raccomandabile eseguire la rilevazione del colore all’inizio di una seduta odontoiatrica
piuttosto che alla fine, in modo da non inserire alcune di queste influenti variabili.
Le proprietà ottiche originano da un’interazione tra la struttura interna (polpa, dentina, tubuli e
cristalli di idrossiapatite) e le caratteristiche esterne (dimensioni, forma e tessitura superficiale).
Alcune ricerche hanno dimostrato che è la dentina la maggiore responsabile nell’impartire il colore
di base, che può essere ulteriormente modificato dalle zone più esterne al dente come la quantità,
la distribuzione e la struttura dello smalto. A questo risultato fanno riferimento alcune pubblicazioni,
affermando che è l’effetto combinato di tutte le strutture interne che causano riflessioni ed
assorbimenti dando origine ai fattori di colore e trasparenza dentale (Fig.3).
Altri Autori aggiungono ai precedenti elementi i fenomeni ottici riguardanti il comportamento della
luce sulla superficie di un dente prima che essa stessa si rifletta negli occhi dell’osservatore, quali
la trasmissione speculare della luce attraverso la riflessione dente, la riflessione della luce diffusa
in superficie e l’assorbimento e la dispersine all’interno dei tessuti dentali.
Sulla base di questi aspetti fisiologici alcuni Autori hanno suggerito che il processo di scelta del
colore è direttamente correlato a tre fattori essenziali: il dente che si sta guardando, la sorgente
luminosa utilizzata e gli occhi dell’osservatore.
Fig.3 Strutture interne e
tessitura superficiale di
elementi naturali
Fig.4 Assorbimento e rifrazione
dei colori in relazione allo spettro
elettromagnetico
Natura e variabili della luce
La sorgente luminosa utilizzata è uno degli aspetti più importanti, e spesso più trascurati, durante
la selezione. Senza luce, il colore non esiste. La luce è una radiazione elettromagnetica visibile
all’occhio umano, con una lunghezza d’onda compresa tra 380 e 750 nm, che si trova tra la
lunghezza d’onda più corta della luce ultravioletta e la maggiore dei raggi (Fig.4).
Diversi parametri della luce sono in stretta relazione con la scelta del colore, il suo indice di resa
cromatica (CRI), la temperatura colore e la sua natura. Di gran lunga, il parametro più importante
per giudicare una luce è la sua CRI, ovvero la misura della capacità di una sorgente luminosa di
riprodurre i colori di vari oggetti illuminati. La CRI presenta valori nominali da 0 a 100, denunciando
quanto l natura e la qualità della luce dipendono strettamente dalla sorgente luminosa utilizzata,
sia essa solare che artificiale. La luce del sole costituisce la principale fonte di energia sulla terra;
tuttavia, la sua distribuzione e l’intensità dipendono da diversi fattori come il tempo della giornata,
l’umidità relativa, l’inquinamento ambientale, le condizioni meteorologiche e le stagioni.
Per esempio, la luce durante le ore della mattina o della sera è ricca di colore giallo e arancione,
ma privo di blu e verde, con u cambiamento della distribuzione correlata alla copertura del cielo.
Una ricerca ha dimostrato che se la luce dalla sua sorgente cambia (ad esempio, la luce del sole
sotto una coperta di nuvole), si modifica anche la luce riflessa dall’oggetto; in questo caso, il colore
reale percepito dall’occhio risulta differente. A tal proposito, la luce del sole è stata standardizzata
ai fini della rilevazione del colore con la definizione di “luce del nord”, cioè la luce del sole di
mezzogiorno in una giornata luminosa, con cielo privo di nuvole. Ha una CRI di circa 100 ed è
anche usata come normale standard di riferimento per la luce di altre sorgenti. A dispetto di questa
HI-LUX
Pagina 3
08/11/2012
standardizzazione resta il atto che la luce solare è disponibile solo durante il giorno e, pertanto, è
inaffidabile per scopi dentali dove è richiesta una fonte di luce stabile e costante. La luce artificiale
è quasi universalmente utilizzata negli studi dentistici e laboratori. Può essere ad incandescenza
(che emette una maggiore concentrazione di luce gialla) o fluorescente (che emette più alta
concentrazione di onde di luce blu). L’unica luce artificiale adatta per riprodurre la standardizzata
“luce del nord” è quella di una sorgente definita con la sigla D65, molto costosa e prevalentemente
utilizzata come supporto alle riprese video, in particolare per gli spot pubblicitari. Questo aspetto
ha favorito la diffusione massiva di illuminazioni fluorescenti negli studi dentistici e laboratori
odontotecnici. Le più comunemente usate sono le luci bianche di tubi fluorescenti che hanno un
CRI tra 50 e 80 e non sono raccomandate per la rilevazione, che necessita di un’illuminazione
fluorescente con un CRI di 90 o superiore, il linea anche con le raccomandazioni dell’ADA.
Fortunatamente oggi è semplice ottenere questo standard, grazie alla presenza sul mercato di
sorgenti a luce fredda, a basso consumo energetico ed a costi contenuti, favorendo la sostituzione
di fonti meno performanti e migliorando la capacità di rilevazione.
Valutazione soggettiva dell’osservatore sul colore
L’esame soggettivo del dente implica, come obiettivo clinico e di laboratorio, la determinazione la
visione del colore del dente, entrambe basate sul processo della fisiologia umana e dei suoi fattori
correlati. Il colore può essere determinato sia visivamente, con l’aiuto di apposite scale colori
(Fig.5), sia strumentalmente con l’ausilio di dispositivi elettronici (colorimetri e spettrofotometri),
associati a tecniche computerizzate di editing per l’analisi delle immagini rilevate (Fig.6).
Fig.5 Campione standard di
Riferimento a confronto con
Con un provino ceramico
Cotto
Fig.6 Spettrofotometro per la
Rilevazione del colore
Entrambi i metodi vantano meriti e demeriti: quello strumentale fornisce una selezione obiettiva di
qualità, rapida, riproducibile e poco influenzabile, anche se la sua trasformazione in parametri
operativi non è così standard e semplice da interpretare per la creazione ottimale di un dispositivo
protesico; d’altra parte, il metodo visivo è estremamente soggettivo e le molteplici imprecisioni
generano costantemente incomprensioni ed errori di interpretazione.
Tuttavia, rimane ancora il metodo più comunemente usato nella clinica in quanto veloce ed
economico, ma legato ad una formazione di analisi adeguata per conseguire la maggiore
precisione possibile nell’acquisizione delle informazioni da trasmettere al laboratorio. La
valutazione del colore si basa sulla fisiologia della visione umana, in cui la luce riflessa da un dente
entra nella retina attivando i coni, da dove gli impulsi elettrici vengono trasmessi al centro ottico nel
cervello dando luogo all’interpretazione del colore.
Questo processo è soggettivo, perché individui differenti possono avere interpretazioni non
convergenti ed in tempi diversi per lo stesso stimolo. Inoltre, la capacità di percepire un colore e
distinguerlo da altri (discriminazione dei colori) varia notevolmente da una persona all’altra,
all’interno della stessa persona e da pazienti ad odontoiatra.
Una parte della letteratura riporta una stretta relazione della percezione del colore con la visione
binoculare umana, mentre per un’altra è più collegabile al funzionamento dei coni della retina in
quanto diversi tipi di coni si possono attivare in differenti combinazione. Oltre a questi, altri fattori
sono stati suggeriti quali fenomeni aggiunti d’influenza nella rilevazione, quali l’età, il sesso,
l’esperienza, l’affaticamento degli occhi ed i difetti di visione del colore dell’osservatore, oltre alla
fonte di luce utilizzata, alla posizione del paziente, all’ora del giorno, ai colori di sfondo e
all’affaticamento dell’operatore. Alcuni Autori hanno riscontrato che la visione diretta del colore si
modifica se viene effettuata per più di 10 secondi. Dopo questo tempo, il colore diventa sempre
meno saturo e contemporaneamente aumenta il croma dei colori complementari. Per migliorare
HI-LUX
Pagina 4
08/11/2012
l’accuratezza della scelta del colore suggeriscono di dipingere le pareti operatorie di azzurro
pallido, per contrastare il colore giallo dei denti e per “neutralizzare” gli occhi concentrandoli su un
colore grigio-blu molto tenue immediatamente prima della rilevazione.
Gli occhi umani possono essere molto discriminanti, con il risultato che
occhi e cervello possono essere ingannati nel modo in cui percepiscono
il colore.
Il disco bianco e nero di Benham (Fig.7) sembra molto colorato quando è
illuminato e ruotato ad una velocità adeguata.
Fig.7 Disco di Benham, fenomeno non del tutto compreso ma in stretta
relazione con la percezione del colore
Questo fenomeno è definito da alcuni come una visione di colore ingannevole e da altri come
illusioni ottiche ed effetti di contrasto legati al metamerismo ed al daltonismo.
Clinicamente significativo è il fenomeno del metamerismo, che coinvolge due oggetti aventi
differenti spettri di riflessione ma che sembrano corrispondere sotto una data fonte luminosa: un
oggetto giallo può sia riflettere la luce gialla o una combinazione di luce arancione e verde, che
viene comunque percepita dagli occhi come gialla.
Se però varia l’illuminazione, i metameri non corrispondono più e per ottenere un riscontro
definitivo si dovrebbe verificarlo, esponendo l’oggetto a differenti condizioni di illuminazione. Il
daltonismo, che è l’incapacità di percepire differenze tra alcuni o tutti i colori, è presente fino all’8%
nei maschi e meno dell’1% nelle donne. Tuttavia, quasi tutte le persone soffione, anche se in
forma molto lieve, di confusione nella visione dei colori o di daltonismo e questa condizione può
rappresentare un grave handicap nell’attività odontoiatrica ed odontotecnica.
Per avere una conoscenza oggettiva della propria capacità di visione dei colori potrebbe essere
necessario sottoporsi a dei controlli specifici e, in caso di carenza di visione, l’interessato dovrebbe
avvalersi di assistenza al momento della selezione o passare al metodo strumentale per una
migliore predicibilità.
Relazione tra il dente e influenza sul colore delle strutture circostanti
Il colore percepito da un osservatore può essere influenzato da altre strutture anch’esse colorate
che circondano il dente, come denti adiacenti, gengive, labbra, pelle del viso, i vestiti del paziente
e le pareti della zona operatoria.
I denti anteriori di solito hanno una colorazione diversa in base alla loro posizione nei mascellari.
Gli incisivi centrali sono chiari, mentre i canini sono relativamente più rosso-gialli e più saturi di
colore.
Allo stesso modo, i denti anteriori del mascellare superiore sono
leggermente più gialli rispetto ai denti anteriori mandibolari. Queste
sottili differenze di colore dei denti adiacenti possono fare la differenza
durante la procedura di messa a punto colore, anche per i professionisti
più esperti. I denti sono anche noti per possedere una gradazione di
colore dalla zona cervicale alla zona incisale. Il colore cervicale viene
modificato dalla luce diffusa dalla gengiva, mentre il colore incisale è più
spesso traslucente e influenzato dallo sfondo. Pertanto è stato
evidenziato da diversi ricercatori che solo il terzo medio di un dente
rappresenta al meglio il suo colore di riferimento (Fig.8).
Fig.8 Campione standard
Fabbricando un restauro anteriore si può verificare una mancanza di privato della parte cervicale,
corrispondenza, in quanto il colore tende a passare dalla zona cervicale per evitare fenomeni di
verso il margine incisale. Si è proposto come metodo pratico di rilevazio- assorbimento indesiderati
ne una mappatura dividendo la corona in due, tre o quattro porzioni simili
per poi procedere ad una mappatura separata per ogni settore, associando questa distribuzione
del colore alle caratteristiche di superficie per la procedura di fabbricazione. Tuttavia la mappatura
omogenea di porzioni così piccole non è semplice ed è peraltro difficoltosa anche per professionisti
esperti. Gengive e labbra, che formano i tessuti molli immediatamente adiacenti ai denti, possono
influenzare il colore apparente attraverso il fenomeno del contrasto.
Come è stato riferito, la percezione dei soggetti del bianco dei denti è fortemente influenzato dal
colore delle labbra che può essere ulteriormente modificato attraverso l’uso del rossetto.
HI-LUX
Pagina 5
08/11/2012
La presenza di un rossetto di colore scuro crea l’illusione di denti più bianchi ed è quindi sempre
consigliabile chiedere ai pazienti di rimuoverlo prima della rilevazione.
Classicamente, si ritiene che gli individui con il colore della pelle più scura abbiano tonalità dei
denti più chiare, ma ciò si spiega con l’illusione di un maggiore contrasto tra il colore della pelle e
dei denti. Il colore della pelle può servire come guida utile per la selezione del colore del dente in
protesi rimovibile e nella parte gengivale delle riabilitazioni complete, in modo da ottenere un
aspetto naturale e gradevole soprattutto negli anziani (Fig.9).
Fig.9 Campioni cotti di masse
ceramiche per la costruzione
della flangia gengivale
Anche l’abbigliamento indossato dal paziente ed il colore delle pareti operatorie sono in grado di
creare effetti di contrasto durante il processo di scelta del colore.
Pertanto, è raccomandabile coprire tutti gli indumenti dalle tinte brillanti prima della scelta del
colore, mentre le pareti operatorie dovrebbero essere dipinte in un neutro grigio chiaro.
Conclusioni
Dalla discussione risulta chiaro che la selezione del colore in odontoiatria è un processo molto
complesso per il raggiungimento di un risultato ottimale, che coinvolge aspetti scientifici, fisiologici,
fattori psicologici ed artistici. I principi scientifici legati alla luce ed ai colori giocano un ruolo chiave
nel determinare il colore del dente percepito. Come sempre, la percezione del colore dipende dalla
capacità della nostra visione, che può alterare la tonalità catturata dai nostri occhi o la sua
immagine nella nostra mente.
Qualsiasi carenza di visione può compromettere seriamente l’affidabilità del risultato e le qualità
artistiche di un individuo possono influenzare il modo in cui si osserva un colore.
Una formazione adeguata e la configurazione di un mirato metodo di rilevazione non sono
sufficienti se non vengono presi in considerazione anche gli aspetti che possono influenzarne
l’acquisizione.
Solo in questo modo si può affrontare questo processo non come un mero lavoro di congettura,
ma come un processo scientificamente e tecnicamente selezionato, in grado di garantire giorno
per giorno affidabilità e qualità nelle ricostruzioni dove il requisito estetico è di primaria importanza.
Bibliografia
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Mayekar SM. Shads of a color: illusion or reality? Dent Clin North Am 2011;45:155-72
Russel MD, Gulfraz M, Moss BW. In vivo measurement of colour changes in natural teeth. J
Oral Rehabil 2000,27:786-92
Passon C, Lambert R. Tooth-shade after rubber-dam isolation. Gen Dent 1994;42:148-54
Azad AA, Ahmad S, Zia M, Sharif M. Relationship of age, gender and skin tone to shades of
permanent maxillary central incisors. Pak Oral Dent J 2007;27:119-25
Bosch JJ, Coops JC. Tooth color and reflectance as related to light scattering and enamel
hardness. J Dent Res 1995;74(1):374-80
Dozic A, Kleverlaana CJ, Aartmanb IHA, Feilzer AJ. Relation in color among maxillary incisor
and canines. Dent Mater 2005;21:187-91
Jahangiri L, Reinhardt SB, Mehra RV, Matheson PB. Relationship between tooth shade value
and skin color: an observational study. J Prosthet Dent 2002;87:149-52
Wagenaar R, Smt R. Shade taking: factoring out human error. Dental Laboratory 2004;29:2629
Burkinshaw SM. Colour in relation to dentistry: fundamentals of colour science. Br Dent J
2004;196:33-41
HI-LUX
Pagina 6
08/11/2012
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Barna GJ, Taylor JW, King GE, Pelleu GB Jr. The influence of selected light intensities on color
perception within the color range of natural teeth. J Prosthet Dent 1981;46:450-53
American Dental Association. Dental shade guides. J Am Dent Assoc 2002;133:366-67
Dagg H, O’Connell B, Claffey N, Byrne D, Gorman C. The influence of some different factors
on the accuracy of shade selection. J Oral Rehabil 2004;22:900-04
Corcodel N, Rammelsberg P, Moldovan O, Dreyaupt J, Hassel AJ. Effect of external light
conditions during matching of tooth color: an intraindividual comparison. Int J Prosthodont
2009;22(1):75-77
Brewer JD, Wee A, Seghi R. Advances in color matching. Dent Clin North Am 2004;48:341-58
Okubo SR, Danawati A, Richards MW, Chldress S. Evaluation of visual and instrument shade
marching. J Prosthet Dent 1998;80:642-48
Clarity Dental Corporation. ClearMatch (online) 2002 (cited 2007 March 24); available from
http://www.clearmatch.com
Fondriest J. Shade matching in restorative dentistry: the science strategies. Int J Periodontics
Restorative Dent 2003;23:467-79
Hall NR. Tooth colour selection: the application of colour science to dental colour matching.
Aust Prosthodont J 1991;5:41-46
Joiner A. Tooth colour : a review of the literature. J Dent 2004;32:3-12
Klemetti E, Matela A-M, Haag P, Kononem M. Shade selection performed by novice dental
professionals and colorimeter. J Oral Rehabil 2006;33:31-35
Lath DL, Wildgoose DG, Guan H, Lilley TH, Smith RN, Brook AH. Visual whiteness ranking of a
Vitapan 3D Master shade guide by untrainess assessors. J Clin Dent 2006;17:10-13
Derbabian K, Marzola R, Donovan TE, Arcidiacono A. The science of communicating the art of
esthetic dentistry. Part III: precise shade communication. J Esthet Restor Dent 2001;13:154-62
Hammad IA. Intrarater repeatability of shade selections with two shade guides. J Prosthet Dent
2003;89:50-53
Miller L. Shade selection. J Esthet Dent 1994;6:47-60
Jasinevicius TR, Curd FM, Schilling L, Sadan A. Shade matching abilities of dental laboratory
technicians using a commercial light source. J Prosthodont 2009;18:60-63
Shapiro JR, Resk RE. Color management. Curr Opin Cosmet Dent 1994:139-45
Seghi RR, Hewlett ER, Kim J. Visual and instrumental colorimetric assessments of small color
differences on translucent dental porcelain. J Dent Res 1989;68(12):1760-4
Ahmad I. three-dimensional shade nalysis : perspectives of color – Part I. Pract Periodontics
Aesthet Dent 1999;11(7):78996
Carsten DL. Successful shade matching: what does it take? Compend Contin Educ Dent
2003;24:175-78
Li Q, Yu H, Wang YN. In vivo spectroradiometric evaluation of colour matching errors among
five shade guides. J Oral Rehabil 2009;36:65-70
Paravina R, Stankovi D, Aleksov L, Mladnovi D, Risti K. Problems in standard shade matching
and reproduction procedure in dentistry: a review of the state of th art. Cited 2006 September
30; Available form: http://facta.junis.nu.sc.yu/facta/mab/mab97/mab97-03.pdf
The glossary of Prosthodontic terms. J Prosthet Dent 2005;94:10-92
Alvin G. Description of color, color-replication process, and esthetics. In: Rosenstiel SF, Land
MF, Fujimoto J, eds. Contemporary fixed Prosthodontics. 4th ed. New Dehli: Elsevier,
2007:709-39
Gehke P, Riekeberg U, Fackler O, Dhom G. Comparison of in vivo visual, spectrophotometric
and colorimetric shade determination of teeth and implant-supported crows. Int J Comput Dent
2009;12(3):247-63
Ishikawa-Nagai S, Ishibashi K, Tsuruta O, Weber H-P. Reproducibility of tooth color gradation
using a computer color-matching technique applied to ceramic restorations. J Prosthet Dent
2005;93:129-37
Wee AG, Monoghan P, Johnston WM. Variation in color between intended matched shade and
fabricated shade of dental porcelain. J Prosthet Dent 2002;87:657-66
Anoloui M, Papkosta E, Cochran M, Matis B. Designing visually optimal shade guides. J
Prosthet Dent 2004;92:371-76
HI-LUX
Pagina 7
08/11/2012
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Barrett AA, Grimaudo NJ, Anusavice KJ, Yang MCK. Influence of tab and disk design on shade
marching of dental porcelain. J Prosthet Dent 2002;88:591-97
Vident Inc. Vita System. 3D-Master: the tooth shade system that makes shade matching
simple. California: Vident Inc, 2005
Culpepper WD. A comparative study of shade matching procedures. J Prosthet Dent
1970;24:166-73
Douglas RD. Precision of in vivo colorimetric assessments of teeth . J Prosthet Dent
1997;77:464-70
Hassel AJ, Cevirgen E, Balke Z, Rammelsberg P. Intraexaminer reliability of measurement of
tooth color by spectrophotometry. Quintessence Int, 2009;40(5):421-26
Kim-Pusateri S, Brewer JD, Davis EL, Wee AG. Reliability and accuracy of four dental shadematching devices. J Prosthet Dent 2009;101:193-99
Soresen JA, Tomes TJ. Improved color matching of metal-ceramic restorations. Part I: a
systematic method for shade determination. J Prosthet Dent 1987;58:133-39
Chu SJ. Precision shade technology: contemporary strategies in shade selection. Proct Proced
Aesthet Dent 2002;14:79-83
Gordon N. Colour blindness. Public Health 1998;112:81-84
Chadwick RG. Factors influencing dental students to attend for eye examination. J Oral
Rehabil 1999;26:72-74
Davison SP, Myslinski NR. Shade selection by color vision defective dental personnel. J
Prosthet Dent 1990;63:97-101
Goodkind RJ, Schwabacher WB. Use of fiber-optic calorimeter for vivo color measurements of
2830 anterior teeth. J Prosthet Dent 1987;58:535-42
Zhao Y, Zhu J. In vivo color measurement of 410 maxillary anterior teeth. Chin J Dent Res
1998;1:49-51
Schwabacher WB, Goodkind RJ, Lua MJR. Interdependence of the hue, value, and chroma in
the middle site of anterior human teeth. J Prosthod 1994;3:188-92
O’Brien WJ, Hemmendinger H, Boenke KM, Liner JB, Groh CL. Color distribution of three
regions of extracted human teeth. Dent Mater 1997;13:179-85
HI-LUX
Pagina 8
08/11/2012