08-11-2012 LA SCELTA E LA RIPRODUZIONE DEL COLORE IN
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08-11-2012 LA SCELTA E LA RIPRODUZIONE DEL COLORE IN
La scelta e la riproduzione del colore in odontoiatria e odontotecnica: procedure e criteri di scelta reperiti nella letteratura scientifica (di Caterina Dagostino) HI-LUX LABORATORIO ODONTOTECNICO di Martello Francesco Via Modena, 191/A – 44122 Ferrara – Italy – Tel 0532771296 – Cell 3483919876 www.hiluxsoluzionidentali.it - [email protected] CCIAA 36269 – REA 131569 – R.I. FE53469 – INPS 18888681YK – INAIL 1879690/40 P.IVA 01101830386 – C.F. MRTFNC64T15E974I – REG.MIN.SALUTE ITCA01026556 HI-LUX Pagina 1 08/11/2012 Il processo di creazione di un restauro in odontoiatria che imiti il più possibile la natura necessita di un accurato trasferimento di informazioni relative al colore ed alla orma dei denti, di fondamentale importanza per il raggiungimento di questo ambizioso obiettivo che soddisfi le nostre aspettative, quelle dell’odontoiatra e del paziente (Fig.1). Fig.1 Riproduzione in ceramica su ossido di zirconio Fig.2 Scala colori standard divisa in classi di riferimento Diversi Autori hanno trascorso molto tempo a studiare e descrivere il colore ed i modelli di traslucenza dei denti naturali, abbinando la loro osservazione alle tecniche di fabbricazione e cercando di eludere tutte quelle che sono le influenze esterne in fase di rilevamento e che potrebbero alterare il risultato finale. Abitualmente, la scelta del colore viene effettuata visivamente e con l’aiuto delle scale colori, rendendo questo processo altamente soggettivo (Fig.2). Secondo alcuni Autori, il processo di selezione del colore dei denti è caratterizzato da una stretta alchimia tra scienza ed arte; altri hanno convenuto che tale scelta si basa su solidi principi scientifici, che sono in gioco ogni volta, mentre altri ancora lo descrivono come un processo rappresentato dalle capacità artistiche del clinico e dell’odontotecnico attraverso fattori sia fisiologici che psicologici. Di certo un’approfondita conoscenza dei principi applicati al colore e dei vari fattori che ne influenzano la realizzazione può agevolare gli operatori ne conseguire risultati di successo, aiutando a migliorare le specifiche capacità nella pratica odontoiatrica. Materiali e metodi Abbiamo effettuato una ricerca elettronica della banche dati on-line relativa alle pubblicazioni odontoiatriche, utilizzando diverse parole chiave e limitandola a quelle in lingua inglese, filtrandole per ottenere un dettaglio elaborato dei risultati, per articoli tecnici e di revisione. Successivamente, abbiamo cercato di raccogliere il maggior numero di articoli full-text disponibili tra i records ottenuti, scaricandoli dai siti web con accesso disponibile alle riviste. Un’ultima fase ha riguardato una ricerca manuale contenuta in libri specialistici e standard che trattassero temi quali l’estetica ed il colore, con particolare attenzione ai principi coinvolti nel processo di scelta di quest’ultimo. Discussione ed approfondimenti Il termine “matching shade” è stato citato ed utilizzato regolarmente nella letteratura, anche se è poco e non menzionato nello standard accettato a livello internazionale dalla terminologia protesica, ovvero, il glossario dei termini per protesi dentarie (GPT). Il GPT definisce questo processo sotto “scelta del colore” o “selezione del colore dei denti”, come la determinazione del colore e l’aspetto di uno o di un insieme di denti artificiali per un dato individuo. Pertanto, la terminologia corretta dovrebbe essere adottata in conformità con gli standard internazionali. Fin dall’inizio del processo di ricerca è stato evidenziato un corposo lavoro sulle modalità di determinazione cromatica del dente, mentre solo pochi ricercatori hanno esaminato i principi coinvolti nel processo di scelta del colore stesso. La risultante complessiva ha generato differenti variabili che sulla base della ricerca, degli aspetti scientifici ed artistici del processo di selezione del colore sono stati messi in quattro categorie principali che interessano il dente campione durante le fasi di rilevazione: • proprietà fisiche ed ottiche; • natura e variabili della luce; • valutazione soggettiva dell’osservatore sul colore; • relazione tra il dente ed influenza sul colore delle strutture circostanti. HI-LUX Pagina 2 08/11/2012 Proprietà fisiche ed ottiche Una delle principali proprietà fisiche relative al colore di un dente è il suo contenuto di umidità. La disidratazione della struttura dentale tende a farli apparire chiari e meno saturati. Quest’asciugatura può avvenire in più modi, come ad esempio sotto l’isolamento con diga di gomma, o getto d’aria diretto per eliminare acqua e saliva oppure durante le fasi di rilevazione di un’impronta con silicone o polietere. È necessario un tempo di circa 20-30 minuti, per consentire ai denti la loro reidratazione ed il conseguente ripristino del valore e dei fattori cromatici. Quindi sarebbe raccomandabile eseguire la rilevazione del colore all’inizio di una seduta odontoiatrica piuttosto che alla fine, in modo da non inserire alcune di queste influenti variabili. Le proprietà ottiche originano da un’interazione tra la struttura interna (polpa, dentina, tubuli e cristalli di idrossiapatite) e le caratteristiche esterne (dimensioni, forma e tessitura superficiale). Alcune ricerche hanno dimostrato che è la dentina la maggiore responsabile nell’impartire il colore di base, che può essere ulteriormente modificato dalle zone più esterne al dente come la quantità, la distribuzione e la struttura dello smalto. A questo risultato fanno riferimento alcune pubblicazioni, affermando che è l’effetto combinato di tutte le strutture interne che causano riflessioni ed assorbimenti dando origine ai fattori di colore e trasparenza dentale (Fig.3). Altri Autori aggiungono ai precedenti elementi i fenomeni ottici riguardanti il comportamento della luce sulla superficie di un dente prima che essa stessa si rifletta negli occhi dell’osservatore, quali la trasmissione speculare della luce attraverso la riflessione dente, la riflessione della luce diffusa in superficie e l’assorbimento e la dispersine all’interno dei tessuti dentali. Sulla base di questi aspetti fisiologici alcuni Autori hanno suggerito che il processo di scelta del colore è direttamente correlato a tre fattori essenziali: il dente che si sta guardando, la sorgente luminosa utilizzata e gli occhi dell’osservatore. Fig.3 Strutture interne e tessitura superficiale di elementi naturali Fig.4 Assorbimento e rifrazione dei colori in relazione allo spettro elettromagnetico Natura e variabili della luce La sorgente luminosa utilizzata è uno degli aspetti più importanti, e spesso più trascurati, durante la selezione. Senza luce, il colore non esiste. La luce è una radiazione elettromagnetica visibile all’occhio umano, con una lunghezza d’onda compresa tra 380 e 750 nm, che si trova tra la lunghezza d’onda più corta della luce ultravioletta e la maggiore dei raggi (Fig.4). Diversi parametri della luce sono in stretta relazione con la scelta del colore, il suo indice di resa cromatica (CRI), la temperatura colore e la sua natura. Di gran lunga, il parametro più importante per giudicare una luce è la sua CRI, ovvero la misura della capacità di una sorgente luminosa di riprodurre i colori di vari oggetti illuminati. La CRI presenta valori nominali da 0 a 100, denunciando quanto l natura e la qualità della luce dipendono strettamente dalla sorgente luminosa utilizzata, sia essa solare che artificiale. La luce del sole costituisce la principale fonte di energia sulla terra; tuttavia, la sua distribuzione e l’intensità dipendono da diversi fattori come il tempo della giornata, l’umidità relativa, l’inquinamento ambientale, le condizioni meteorologiche e le stagioni. Per esempio, la luce durante le ore della mattina o della sera è ricca di colore giallo e arancione, ma privo di blu e verde, con u cambiamento della distribuzione correlata alla copertura del cielo. Una ricerca ha dimostrato che se la luce dalla sua sorgente cambia (ad esempio, la luce del sole sotto una coperta di nuvole), si modifica anche la luce riflessa dall’oggetto; in questo caso, il colore reale percepito dall’occhio risulta differente. A tal proposito, la luce del sole è stata standardizzata ai fini della rilevazione del colore con la definizione di “luce del nord”, cioè la luce del sole di mezzogiorno in una giornata luminosa, con cielo privo di nuvole. Ha una CRI di circa 100 ed è anche usata come normale standard di riferimento per la luce di altre sorgenti. A dispetto di questa HI-LUX Pagina 3 08/11/2012 standardizzazione resta il atto che la luce solare è disponibile solo durante il giorno e, pertanto, è inaffidabile per scopi dentali dove è richiesta una fonte di luce stabile e costante. La luce artificiale è quasi universalmente utilizzata negli studi dentistici e laboratori. Può essere ad incandescenza (che emette una maggiore concentrazione di luce gialla) o fluorescente (che emette più alta concentrazione di onde di luce blu). L’unica luce artificiale adatta per riprodurre la standardizzata “luce del nord” è quella di una sorgente definita con la sigla D65, molto costosa e prevalentemente utilizzata come supporto alle riprese video, in particolare per gli spot pubblicitari. Questo aspetto ha favorito la diffusione massiva di illuminazioni fluorescenti negli studi dentistici e laboratori odontotecnici. Le più comunemente usate sono le luci bianche di tubi fluorescenti che hanno un CRI tra 50 e 80 e non sono raccomandate per la rilevazione, che necessita di un’illuminazione fluorescente con un CRI di 90 o superiore, il linea anche con le raccomandazioni dell’ADA. Fortunatamente oggi è semplice ottenere questo standard, grazie alla presenza sul mercato di sorgenti a luce fredda, a basso consumo energetico ed a costi contenuti, favorendo la sostituzione di fonti meno performanti e migliorando la capacità di rilevazione. Valutazione soggettiva dell’osservatore sul colore L’esame soggettivo del dente implica, come obiettivo clinico e di laboratorio, la determinazione la visione del colore del dente, entrambe basate sul processo della fisiologia umana e dei suoi fattori correlati. Il colore può essere determinato sia visivamente, con l’aiuto di apposite scale colori (Fig.5), sia strumentalmente con l’ausilio di dispositivi elettronici (colorimetri e spettrofotometri), associati a tecniche computerizzate di editing per l’analisi delle immagini rilevate (Fig.6). Fig.5 Campione standard di Riferimento a confronto con Con un provino ceramico Cotto Fig.6 Spettrofotometro per la Rilevazione del colore Entrambi i metodi vantano meriti e demeriti: quello strumentale fornisce una selezione obiettiva di qualità, rapida, riproducibile e poco influenzabile, anche se la sua trasformazione in parametri operativi non è così standard e semplice da interpretare per la creazione ottimale di un dispositivo protesico; d’altra parte, il metodo visivo è estremamente soggettivo e le molteplici imprecisioni generano costantemente incomprensioni ed errori di interpretazione. Tuttavia, rimane ancora il metodo più comunemente usato nella clinica in quanto veloce ed economico, ma legato ad una formazione di analisi adeguata per conseguire la maggiore precisione possibile nell’acquisizione delle informazioni da trasmettere al laboratorio. La valutazione del colore si basa sulla fisiologia della visione umana, in cui la luce riflessa da un dente entra nella retina attivando i coni, da dove gli impulsi elettrici vengono trasmessi al centro ottico nel cervello dando luogo all’interpretazione del colore. Questo processo è soggettivo, perché individui differenti possono avere interpretazioni non convergenti ed in tempi diversi per lo stesso stimolo. Inoltre, la capacità di percepire un colore e distinguerlo da altri (discriminazione dei colori) varia notevolmente da una persona all’altra, all’interno della stessa persona e da pazienti ad odontoiatra. Una parte della letteratura riporta una stretta relazione della percezione del colore con la visione binoculare umana, mentre per un’altra è più collegabile al funzionamento dei coni della retina in quanto diversi tipi di coni si possono attivare in differenti combinazione. Oltre a questi, altri fattori sono stati suggeriti quali fenomeni aggiunti d’influenza nella rilevazione, quali l’età, il sesso, l’esperienza, l’affaticamento degli occhi ed i difetti di visione del colore dell’osservatore, oltre alla fonte di luce utilizzata, alla posizione del paziente, all’ora del giorno, ai colori di sfondo e all’affaticamento dell’operatore. Alcuni Autori hanno riscontrato che la visione diretta del colore si modifica se viene effettuata per più di 10 secondi. Dopo questo tempo, il colore diventa sempre meno saturo e contemporaneamente aumenta il croma dei colori complementari. Per migliorare HI-LUX Pagina 4 08/11/2012 l’accuratezza della scelta del colore suggeriscono di dipingere le pareti operatorie di azzurro pallido, per contrastare il colore giallo dei denti e per “neutralizzare” gli occhi concentrandoli su un colore grigio-blu molto tenue immediatamente prima della rilevazione. Gli occhi umani possono essere molto discriminanti, con il risultato che occhi e cervello possono essere ingannati nel modo in cui percepiscono il colore. Il disco bianco e nero di Benham (Fig.7) sembra molto colorato quando è illuminato e ruotato ad una velocità adeguata. Fig.7 Disco di Benham, fenomeno non del tutto compreso ma in stretta relazione con la percezione del colore Questo fenomeno è definito da alcuni come una visione di colore ingannevole e da altri come illusioni ottiche ed effetti di contrasto legati al metamerismo ed al daltonismo. Clinicamente significativo è il fenomeno del metamerismo, che coinvolge due oggetti aventi differenti spettri di riflessione ma che sembrano corrispondere sotto una data fonte luminosa: un oggetto giallo può sia riflettere la luce gialla o una combinazione di luce arancione e verde, che viene comunque percepita dagli occhi come gialla. Se però varia l’illuminazione, i metameri non corrispondono più e per ottenere un riscontro definitivo si dovrebbe verificarlo, esponendo l’oggetto a differenti condizioni di illuminazione. Il daltonismo, che è l’incapacità di percepire differenze tra alcuni o tutti i colori, è presente fino all’8% nei maschi e meno dell’1% nelle donne. Tuttavia, quasi tutte le persone soffione, anche se in forma molto lieve, di confusione nella visione dei colori o di daltonismo e questa condizione può rappresentare un grave handicap nell’attività odontoiatrica ed odontotecnica. Per avere una conoscenza oggettiva della propria capacità di visione dei colori potrebbe essere necessario sottoporsi a dei controlli specifici e, in caso di carenza di visione, l’interessato dovrebbe avvalersi di assistenza al momento della selezione o passare al metodo strumentale per una migliore predicibilità. Relazione tra il dente e influenza sul colore delle strutture circostanti Il colore percepito da un osservatore può essere influenzato da altre strutture anch’esse colorate che circondano il dente, come denti adiacenti, gengive, labbra, pelle del viso, i vestiti del paziente e le pareti della zona operatoria. I denti anteriori di solito hanno una colorazione diversa in base alla loro posizione nei mascellari. Gli incisivi centrali sono chiari, mentre i canini sono relativamente più rosso-gialli e più saturi di colore. Allo stesso modo, i denti anteriori del mascellare superiore sono leggermente più gialli rispetto ai denti anteriori mandibolari. Queste sottili differenze di colore dei denti adiacenti possono fare la differenza durante la procedura di messa a punto colore, anche per i professionisti più esperti. I denti sono anche noti per possedere una gradazione di colore dalla zona cervicale alla zona incisale. Il colore cervicale viene modificato dalla luce diffusa dalla gengiva, mentre il colore incisale è più spesso traslucente e influenzato dallo sfondo. Pertanto è stato evidenziato da diversi ricercatori che solo il terzo medio di un dente rappresenta al meglio il suo colore di riferimento (Fig.8). Fig.8 Campione standard Fabbricando un restauro anteriore si può verificare una mancanza di privato della parte cervicale, corrispondenza, in quanto il colore tende a passare dalla zona cervicale per evitare fenomeni di verso il margine incisale. Si è proposto come metodo pratico di rilevazio- assorbimento indesiderati ne una mappatura dividendo la corona in due, tre o quattro porzioni simili per poi procedere ad una mappatura separata per ogni settore, associando questa distribuzione del colore alle caratteristiche di superficie per la procedura di fabbricazione. Tuttavia la mappatura omogenea di porzioni così piccole non è semplice ed è peraltro difficoltosa anche per professionisti esperti. Gengive e labbra, che formano i tessuti molli immediatamente adiacenti ai denti, possono influenzare il colore apparente attraverso il fenomeno del contrasto. Come è stato riferito, la percezione dei soggetti del bianco dei denti è fortemente influenzato dal colore delle labbra che può essere ulteriormente modificato attraverso l’uso del rossetto. HI-LUX Pagina 5 08/11/2012 La presenza di un rossetto di colore scuro crea l’illusione di denti più bianchi ed è quindi sempre consigliabile chiedere ai pazienti di rimuoverlo prima della rilevazione. Classicamente, si ritiene che gli individui con il colore della pelle più scura abbiano tonalità dei denti più chiare, ma ciò si spiega con l’illusione di un maggiore contrasto tra il colore della pelle e dei denti. Il colore della pelle può servire come guida utile per la selezione del colore del dente in protesi rimovibile e nella parte gengivale delle riabilitazioni complete, in modo da ottenere un aspetto naturale e gradevole soprattutto negli anziani (Fig.9). Fig.9 Campioni cotti di masse ceramiche per la costruzione della flangia gengivale Anche l’abbigliamento indossato dal paziente ed il colore delle pareti operatorie sono in grado di creare effetti di contrasto durante il processo di scelta del colore. Pertanto, è raccomandabile coprire tutti gli indumenti dalle tinte brillanti prima della scelta del colore, mentre le pareti operatorie dovrebbero essere dipinte in un neutro grigio chiaro. Conclusioni Dalla discussione risulta chiaro che la selezione del colore in odontoiatria è un processo molto complesso per il raggiungimento di un risultato ottimale, che coinvolge aspetti scientifici, fisiologici, fattori psicologici ed artistici. I principi scientifici legati alla luce ed ai colori giocano un ruolo chiave nel determinare il colore del dente percepito. Come sempre, la percezione del colore dipende dalla capacità della nostra visione, che può alterare la tonalità catturata dai nostri occhi o la sua immagine nella nostra mente. Qualsiasi carenza di visione può compromettere seriamente l’affidabilità del risultato e le qualità artistiche di un individuo possono influenzare il modo in cui si osserva un colore. Una formazione adeguata e la configurazione di un mirato metodo di rilevazione non sono sufficienti se non vengono presi in considerazione anche gli aspetti che possono influenzarne l’acquisizione. Solo in questo modo si può affrontare questo processo non come un mero lavoro di congettura, ma come un processo scientificamente e tecnicamente selezionato, in grado di garantire giorno per giorno affidabilità e qualità nelle ricostruzioni dove il requisito estetico è di primaria importanza. 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