felice l'uomo meglio tardi

Transcript

felice l'uomo meglio tardi
CONVIVIALI CONVIVENZE…CONVENIENTI.
Atto unico di Alessandro Iori.
Scena: Ambiente con un tavolo e 4 sedie, un comodino.
Personaggi:
Maestro
Felice
Gaia
Stella
Linda
Immacolata
Una grande casa in cui coabitano (per amore o per forza?) sei improponibili
personaggi, ciascuno con la sua storia, le sue passioni, il suo mondo, è il luogo in cui si
snoda una situation comedy esilarante, in cui tutto è possibile, fino all’immancabile
colpo di scena finale.
1
Entra in scena Felice che spinge la carrozzella con il Maestro, lo sistema con cura e
meticolosità, gesto di insofferenza del
M. Va bene così!
F. Ma non è proprio preciso…comunque!! Visto che le ho fatto tutto, adesso parliamo
di donne?
M. Sì, ma prima un buon caffè! Sempre che sia l’ora
I. (Da fuori) E’sempre l’ora di un buon caffè (Felice si avvia).
M. A proposito, sai l’ora per caso?
F. Sì, sì, ho l’orologio qui al polso!
M. E magari è pure preciso!
F. Precisissimo,grazie
S. (Entrando di corsa) Oddio, ho dimenticato il cellulare e non so dov’è!!!
M. Felice è in cucina
F. (Da fuori scena). Il cellulare è nel secondo cassetto a destra nel mobile a sinistra in
camera da letto
S. Grazie Felice, sei un tesoro(esce di corsa)
F. Ritorna con il caffè, lo sistema, lo dà al maestro
F. Allora parliamo di donne?
M. Caro Felice, per poter parlare di donne, prima, bisogna parlare di uomini. Devi
sapere che gli uomini sono come un televisore in bianco e nero, vedono la vita così, o
bianca o nera! Alcuni, i più evoluti, posseggono anche le scale dei grigi, ma siamo in
pochi. Le donne, invece, sono come un televisore a colori, la vita per loro è come un
grande arcobaleno in cui le tonalità sono infinite, per loro tutto è possibile, ogni
combinazione, ogni variante, un vero caleidoscopio di colori…
Contemporaneamente entra, visibilmente depressa e di malumore,
G. Anche oggi piove, ho un dolore alla spalla….
M. Non tutte naturalmente, non tutte!
Entra Linda cantando e volteggiando lanciando sguardi significativi a Felice che si fa
piccolo piccolo
L. E’ pronta la colazione?
F. Non sono in grado di rispondere a alla tua domanda, questo è solo il caffè, la
colazione la sta preparando Immacolata
L. Qualsiasi donna nel momento giusto, al posto giusto, nelle circostanze giuste
farebbe qualsiasi cosa( da Toro scatenato)
M. Felice, scusa, un goccio d’acqua!
F. Subito maestro, liscia o gassata?
M. Ma no,il MIO goccio d’acqua!
F. Ah, l’accompagno subito Escono.
Entra Immacolata, abbastanza seccata, mette il vassoio sul tavolo
I. Chi fa da sé fa per tre!
Gaia e Linda cominciano a servirsi, entra trafelata Stella
S. Avete visto le mie chiavi? Non riesco a trovarle.
2
G. I. L. (in coro) Felice è di là
F. (da fuori scena) Le chiavi sono nel primo ripiano della libreria a destra…
Gaia si serve di un cappuccino, lasciando esterrefatte le altre e si avvia da Felice
I. Chi non ha testa abbia gambe!
S. Ah, io poi vi devo parlare
G. Sempre che se ne ricordi…
I. L’apparenza inganna…
G. Scusatemi ma devo proprio parlare
I. Meglio tardi che mai
G. E’ molto tempo che volevo dirlo, ma..insomma, io quella là proprio non la sopporto,
non ce la faccio,sempre agitata,sempre di corsa…
I. Presto e bene non marciano insieme
G. E poi con tutti quei cappelli…
I. L’abito non fa il monaco
G. Dimentica sempre tutto,se non ci fosse Felice a ritrovarle le cose
I. Eh, gli amici, però, si riconoscono dal bisogno
G. Solo per rispetto del maestro non la tratto male come vorrei
I. Rispetta il cane per il padrone
G. E poi mi mette l’ansia e, credetemi, mi basta la mia…
I. Nero con nero non tinge
L. Ma che stai a dì, ma che ne sai tu de Stella, sta cosa già te l’ ho detta, quante vorte
t’aa devo da ripete?
I. Repetita iuvant anche se non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire
L. E tu continui a parla’ male de lei
I. Ne uccide più la lingua che la spada
L. So già du vorte che je spari addosso
I. Non c’è due senza tre
L. Tanto alla fine je la farai a capì
I. Tutti i nodi vengono al pettine
G. Ma stai un po’ zitta, io quella la strozzerei, già mi prudono le mani… e
poi mi frega sempre il cappuccino!
I. Zotici e villani discutono con le mani. Adesso poi BASTA. Il gioco è bello quando
dura poco. I fatti della pentola li sa il coperchio, il torto non sta mai da una parte
sola e, anche se in amore come in guerra tutto è lecito, è in bocca chiusa che non
entrano le mosche! E poi sai che ti dico: i pifferi di montagna andarono per suonare e
furono suonati mentre la pazienza se a piedi partirà in carrozza tornerà, ed a pensar
male c’è sempre tempo. Quindi adesso dico una cosa a tutte e due: la fretta è cattiva
consigliera, infatti la gatta presciolosa fece i gattini cecati, la farina del diavolo va
tutta in crusca, la parola è d’argento e il silenzio è d’oro….e poi…non è bello ciò che è
bello ma è bello ciò che piace!
Se ne va indignata aggiungendo: E ho detto tutto
L. I nostri corpi sono prigioni per le nostre anime. Il sangue e la pelle non
3
sono che le sbarre del nostro confino, ma non dovete temere: la carne è destinata a
decomporsi, la morte trasforma tutto in cenere e così facendo libera l’anima dal suo
carceriere.( da The Fountain)
G. E’ per questo che voglio suicidarmi
Escono mentre rientrano Felice e il Maestro (che si prepara la pipa)
F. Allora maestro riprendiamo il discorso?
M. Quale discorso?
F. Quello sulle donne!
M. Sì, per caso hai da accendere?
F. Sì, ho comprato un accendino nuovo ieri mattina.
M. E funziona?
F. Certo!!!
M. (evidentemente seccato) Bene. Mi fai accendere?
F. Certo, basta chiedere, ma con precisione! e lo fa accendere. Poi: Allora?
M. Allora cosa?
F. Le donne!
M. Ah già,le donne! Parlavamo della relazione tra uomini e donne. Allora, devi sapere
Felice, che in amore gli uomini partono razionali e le donne emotive; quando però gli
uomini diventano emotivi, cioè si innamorano, per fortuna molto raramente, le donne
diventano razionali e gli uomini restano fregati. Ma ricordati, le donne ci lasciano
sempre per lo stesso motivo per cui si sono innamorate di noi!
F. Ma non è possibile!
M. Ah no? Beh, facciamo un esempio banale: una donna si innamora di te, andate in un
locale e tutte le tue amiche ti sono intorno, lei tutta fiera dirà: certo che te la
comandi eh? Sono così fiera di essere la tua donna, sei un tale uomo di successo! Tre
mesi dopo, stessa situazione, lei ti guarderà in cagnesco e ti dirà: La smetti di fare il
cretino? In altre parole, si era innamorata di te perché eri pieno di donne, si stuferà
di te perché sei pieno di donne. Tutto qui. Non ti sei accorto che le donne sognano un
avventuriero e sposano un impiegato? Questa è la loro bellezza, il loro mistero, la loro
magia, il loro fascino…
F. Ma non è possibile, nessun dato potrebbe confermare questo discorso.
Per esempio: se A è la donna e B è l’uomo, dando ad entrambi valore 2 ed alla
situazione un più, il risultato sarà 4, e resterà 4 ogni volta che la situazione, data
come più, si ripete tra A e B che non possono cambiare i loro valori. Se anche
invertissimo i valori di A e B in una identica situazione, quindi pari a più, il tutto
sarebbe uguale, infatti, invertendo l’ordine degli addendi il risultato non cambia.
M. Sì, invece, perché essendo donna uno degli addendi, modifica i suoi valori a
piacimento!
F. Ma ciò sovverte tutte le leggi, un addendo in grado di modificare i suoi valori! Mi
sta bene che due pere più due mele non diano 4, perché i valori non sono omogenei, ma
si è mai sentito di una pera che diventa mela o viceversa?
4
M. Non certo nel mondo degli uomini, ma la capacità di trasformismo è tipica del
mondo femminile! Ah, se così non fosse, non potrebbero stupirci come solo loro sanno
fare.
F. Mi sta bene essere stupiti, Maestro, ma la precisione?
Entra Linda
L. E’ pe’ questo che me piaci tanto, Felice, perché sei così preciso! Se ami una persona
lasciala libera, se poi torna da te, è tua per sempre (da Proposta indecente)
Entra Gaia con un vestito scuro lungo ed accollato, mette una musica e Linda se ne va
disgustata
F. Maestro ,maestro,sente?
M. Felice, alza la radio!
Felice va all’apparecchio e lo solleva
M. Il volume!!
Felice si sposta e solleva un libro
M. Il volume della radio!!
F. Ah, basta chiedere. Ma con precisione. Maestro sente questa musica?
M. Certo. Tango!
G. Maestro conosce il tango?
M. ah, l’Argentina! Il tango è figlio autentico e legittimo della città di Buenos Aires.
Anche se non lo sappiamo o crediamo che non sia importante. Perché, come non
possiamo separare gli accordi country dal lento procedere del cowboy in sella al suo
cavallo verso il tramonto, così non si possono separare gli accordi del bandoneòn dalla
luce morente del lampione sulla riva del Riachuelo, con sullo sfondo del cielo lo
scheletro in ferro del puente Avellaneda e le carcasse arrugginite delle navi, enormi
cetacei in disfacimento nell’acqua fetida della Vuelta de Rocha, come nei quadri di
Quinquela Martin…
G. Maestro…
M. Il tango ci racconta di donne, e di uomini che le hanno amate, illuse, sfruttate o
che sono stati da loro amati o ingannati, a seconda di come il gioco della vita ha deciso
di muovere le sue pedine…
G. (sospira)
M. Felice, fatti iniziare al tango!
F. Chi…io?
M. Vedi qualcun altro?
FELICE si guarda intorno: Esatto! si avvicina a Gaia che gli dà delle istruzioni ma
Felice è molto imbranato, mentre Gaia continua a guardare il maestro con aria
perduta.
I due continuano per un pò con il Maestro che osserva inorridito Felice, ma ammicca a
Gaia. Arriva Linda, prende Felice per un braccio
L. Felice viè a ballà co me.
M. Ma no, è l’uomo che deve invitare la donna a ballare
G. Appunto!
5
L. La mia filosofia è: prima sparare, poi chiedere! (da Il quinto elemento)
Irrompe Stella
TUTTI Che cosa ti sei dimenticata?
S. Niente, volevo solo cambiarmi il cappello!
Esce e rientra con un cappello diverso
F. Ah, non si è dimenticata niente! Ma perché non fa che cambiare sempre cappello?
Entra I. con il dito puntato: Non sempre ciò che ti aspetti accade! La realtà è sempre
mutevole! Ed esce.
G. Mah! E’ fissata con i colori. Dice che cambia cappello in base allo stato d’animo che
vuole ottenere. Fa tutto uno strano ragionamento per cui, se indossa il cappello si
sente in un modo, se se lo toglie, esattamente all’opposto. Contenta lei!
M. Ma certo! La teoria d’Ishtar, la Dea Madre che ispirò la danza di Salomè!
Il rosso rappresenta Marte: pianeta delle passioni e dell’aggressività; togliendo il
cappello emerge l’amore e la fiducia;
L’arancione-Giove: pianeta della tendenza a dominare e comandare; liberandosene
affiorano l’altruismo e la protezione;
Il giallo-Sole: pianeta dell’orgoglio e della vanità; eliminandolo si manifesta la fiducia e
l’allegria;
Il verde-Mercurio: pianeta dell’indecisione e della divisione; lasciando questo velo
riemerge l’equilibrio tra gli estremi opposti;
Ilceleste-Venere: pianeta della difficoltà di esprimersi; dominandolo si acquista la
capacità di relazionarsi con gli altri;
Il lilla-Saturno: pianeta dell’eccesso di rigore e serietà; liberandosene aumenta la
consapevolezza del Sé e la sensibilità;
Il bianco/argento-Luna: pianeta dell’immaginazione in eccesso; eliminandolo emerge la
creatività e la purezza. Ma come ho fatto a non capirlo!!!
Linda trascina via Felice. Gaia fa moine al maestro.
M. (le sussurra) Ma tu sei schiava o padrona?
G. tira fuori un paio di manette con aria allusiva: Maestro balliamo un tango?
Il Maestro la guarda basito indicando la sedia a rotelle.
Rientra I. Attenzione! Paglia vicino a fiamma brucia!
Gaia se ne va e I. Se chi non ha testa abbia gambe, chi non ha gambe abbia testa!.
M. (incaz..to): Immacolata, adesso esageri!
I. No Maestro, è che non sopporto che la carne si butti mentre i cani debbono
arrangiarsi, anche se capisco che, in tempo di tempesta, ogni buco è porto!!
M. (ancora più inc…to): IMMACOLATA!!
I. Insomma, Maestro mi fa sentire come il diavolo nell’acquasantiera! E se ne va
stizzita.
Entra Stella disperata e trova il Maestro, piangendo si toglie il soprabito(sotto
indossa una maglietta con la stampa del wombat)
M. Felice!!!
Arrivano Felice e Linda discinti, e il M.: girami.
6
F. Verso dove?
M. Verso Stella! No?
F. Basta chiedere. Ma con precisione. E lo gira.
S. Ho fatto di tutto per salvarlo, l’ho tenuto al caldo, l’ho coperto di terra, l’ho tenuto
al mio petto, ah, se avessi avuto latte glielo avrei dato, attaccandolo al mio seno, ma
non ne ho!!!
F. A me non sembra… ( guarda ammiccando il maestro)
M. Felice!
Il maestro la guarda basito, quando entra I. Dove c’è la sofferenza, a chiamarti è la
coscienza.
S. Ah sei qui, se sapessi che dolore!
I. Nel momento del dolore si rivela il vero amore!
Entra Gaia con aria disgustata.
F. Hai perso qualcosa?
S. Sì! E’ morto!
G. Beato lui!
M. GAIA!
Gaia si blocca e sembra paralizzata completamente.
M. Ma si può sapere che cosa è successo?
L. Je annato a puttane tutto er lavoro, eh come ‘a capisco!
S. Sì, Linda lo sa. Io mi occupo del piano di sopravvivenza per la salvezza del wombato
dal naso peloso meridionale e dedico a questo progetto tutto il mio tempo. E’ una
specie estremamente vulnerabile, si sta estinguendo, capite? Pensate che a diventare
adulto un individuo impiega ben tre stagioni consecutive e se non piove è la fine. Le
stagioni secche lo stanno estinguendo, perché si riproducono solo quando piove, e così
si è deciso di importarne alcuni esemplari per farli crescere e riprodurre da noi, per
poi restituirle agli habitat originari. Solo che per digerire il pasto impiegano 14 giorni
e così non mi sono preoccupata più di tanto se non mangiava, anche se me ne dovevo
accorgere perché non faceva più la sua cacchina a cubetti. Ma poi, invece, è morto, ed
io non mi do pace…il mio wombatino…Tonino…figlio di Renato e Donata.
F. E chi erano?
S. Il wombato e la wombata, no?
Nel frattempo Felice batte sulle spalle del Maestro che si sgrulla, finché
M. Insomma, si può sapere che vuoi?
F. (indicando Gaia) Maestro,l’ha forse chiamata per nome?
M. Sì,perché?
F. Ci penso io.
F. (si avvicina a Gaia) Sei morta?
G. (sbloccandosi) No…purtroppo…ma ho fatto un sogno!
I. A pagare e a morire c’è sempre tempo
L. Quella dice sempre che vo’ mori’ e intanto nun s’ammazza mai
I. Chi ha tempo non aspetti tempo.
7
G. un po’ stordita, se ne va dicendo : ho fatto un sogno…
S. Ma tanto non mi potete capire!
M. Ma come no! Felice girami.
F. Da che parte?
M. Verso l’infinito! Poi lo guarda e dice: Di là! Chiama tutti a raccolta e Ah l’Australia,
i suoi deserti dove i camion portano griglie di ferro davanti per non restare in panne
quando il canguro attraversa loro la strada, la sua barriera corallina, il mondo dei
marsupiali e dei dingos, delle pecore e dei conigli ed ovviamente dei wombati!!
S. Maestro, quindi sa di cosa parlo!!!
M. Ma certo Stellina!!!
S. Io adesso devo andare dai miei bambini, non posso far aspettare i wombatini
I. Stella, ricordati che ogni fatto negativo porta in sé un seme positivo!
Immacolata abbraccia affettuosamente Stella e se ne vanno insieme.
Il Maestro blocca Felice che se ne sta andando via con Linda zitto zitto
M. Ehi, Felice…
F. Che c’è?
M. Non mi dovresti raccontare qualcosa?
F. E’ molto tempo che non leggo libri
M. Ma quando sei entrato eri tutto in disordine…
F. Eh,sì…è che non ho avuto tempo di sistemare il pullover
M. Che è successo di là con Linda?
F. Quasi niente, ma è stato bellissimo!
M. Come quasi niente?
F. Quasi niente
M. Felice! Parlami di quel quasi niente
F. Posso parlare solo del quasi
M. Insomma parlami del quasi
F. Va bene basta chiedere, ma con precisione
M. Allora?
F. Siamo andati nella mia stanza impiegandoci circa 25 secondi, per 3 minuti lei mi ha
parlato,ma io ero emozionato e non ho capito, poi mi si è avvicinata: fino a 30 cm.di
distanza ho avuto il controllo di me, oltre i 30 cm. non ho capito più niente…
M. E allora?
F. E allora niente
M. Come niente
F. Se non capisco più niente non ricordo più niente
M. Aspetta, aspetta:lei si è avvicinata fino a 30 cm.
F. Di questo sono sicuro
M. Tu sei entrato con il pullover messo a metà, quindi oltre quei 30 cm. qualcosa deve
essere avvenuto
F. Sì, ma io non me lo ricordo…Idea! Linda!
M. Ma no. Che fai!
8
Entra Linda
L. Ecchime teso’, che m’hai chiamato?
F. Sei qui. Maestro, la interroghi
M. Ma no, non è il caso
L. Felice, si è che er maestro proprio me deve da interoga’ tocca che lo giri da ‘a parte
mia. M’ha da guardà ‘n faccia…Quello che la gente ama più dell’eroe è vederlo cadere
(da Spyderman). E se devo andare dove piove merda, devo sapere da che parte gira il
vento (Da Spygame))
Accavalla due volte le gambe alla Sharon Stone
M. Assolta!
L. La paura è la via per il lato oscuro( da Guerre stellari, episodio 1 la minaccia
fantasma si alza e si avvicina a Felice
L. Ti senti mai solo? Solo quando sono in mezzo alla gente( da La sottile linea rossa)
Linda e Felice stanno per andarsene insieme
M. Felice, tu resta
M. Ma ti rendi conto in che situazione mi metti? Queste sono confidenze tra uomini
F. Ma lei c’era, io non mi ricordo, lei poteva rispondere
M. Ma io lo volevo sapere da te
F. Un gentiluomo muore ma non parla!
M. Ma che fai il verso ad Immacolata?
I. (da fuori) Impara l’arte e mettila da parte
M. Felice, ascoltami attentamente: non so che cosa sia successo di là, ma Linda, che
dice di lavorare nel cinema, in realtà vende pop corn e Coca Cola in una multisala, e, a
forza di vedere film, si è messa in mente di voler fare l’attrice
F. Beh, sempre nel cinema lavora…
M. Sto cercando di farti capire che non è la donna adatta a te, tu avresti bisogno…
I. Moglie e buoi dei paesi tuoi!
M. Immacolata! Sono di Roma tutti e due!
Entra Gaia depressa e si butta su una sedia
G. Non si può andare avanti così
F. Che ci fai tu qui? Non dovevi andare a ballare il tango?
G. Ti sembra l’ora di parlarne?
Felice guarda l’orologio
I. Felice! Con lei non ne cavi un ragno dal buco
F. Ah sì? E schizza via
L. Entra e si guarda intorno Che sta a succede’? Se vuoi il massimo devi essere pronta
a pagare il massimo( da Point Break)
G. Ho già detto a Felice che adesso non ne voglio parlare
L. Ma chi sta a parla’ co te! Maestro, che me stava a di’ ?
M. Niente,niente
L. Allora vado da Feeeliceee!
9
Gaia si sposta piano verso il maestro gli gira intorno con aria seduttiva, lo stuzzica con
la sua cravatta etc. etc. viene interrotta sul più bello dal ritorno di
L. Dov’è Felice? (si accorge di Gaia) Ma che stai a fà, a Gaia!
Gaia si blocca,ha lasciato la cravatta stretta intorno al collo del maestro che tossisce,
il maestro quasi cianotico chiama Felice con voce strozzata, entra Felice vede Gaia
bloccata
F. Che c’è, io ho da fare di là. Chi ha detto Gaia?
M. Lei (indica Linda)
F. Ci penso io a sbloccarla (a Gaia) Sei morta?
G. No purtroppo…ho fatto un sogno e porta via il maestro
L. ( tra sé e sé) Qui siamo a New York, se ce la fai qui ce la puoi fare ovunque ( da
Qualcosa è cambiato) si gira verso di lui: In città la legge sei tu…qui sono io (da
Rambo) mette una musica ed inizia uno spogliarello, Felice la guarda basito
L. Te piace eh? Hai una pistola in tasca o è solo che sei contento di vedermi?( da
Prendi i soldi e scappa)
S. Entrando esultante ed urlante E’ incinta, è incinta!
L. ( si interrompe) … E che palle!!! Devo continuare a respirare perché domani il sole
sorgerà e chissà la marea cosa potrà portarmi ( Da Cast- haway)
Arriva Immacolata che incrocia Linda che se ne sta andando molto seccata
I. La gatta chiagne e fotte
F. (da fuori scena) Io devo andare
Restano in scena Immacolata e Stella che le prende le mani
S. Immacolata, sono così felice! Sì la wombata è incinta! Non vedo l’ora che nasca così
la povera wombata Renata non avrà più la sindrome del nido vuoto quando vedrà il suo
mostriciattolo!
I. Ogni scarrafone è bello a mamma sua
S. E adesso speriamo che piova!
I. Col maltempo non si vedono stelle ma veder l’amato felice il riso porta e allegria non
v’è se riso non è condiviso.
S. Sono impaziente di vedere il piccolo wombatino, di toccarlo, coccolarlo, accudirlo…
col suo nasino pelosino…
I. C’è un tempo per ogni cosa
S. Infatti, pensa sarà svezzato solo tra quindici mesi e per tutto questo tempo starà
nel marsupio della mamma… tutto solo….
I. Una noce da sola nel sacco non suona.
S. Ed io sono così preoccupata per questa attesa
I. Vedi Stella , vive bene chi prende il mondo come viene
S. Pensa, lo posso vedere ma non lo posso toccare!
I. Vedere e non toccare è roba da crepare!
S. Che cosa intendi dire? Immacolata, mi sembri un po’ su di giri
I. A goccia a goccia si fa il mare, a goccia a goccia si incava la pietra…
S. Cioè? Non capisco, ci conosciamo da tanto tempo
10
I. Amor nuovo va e viene, amor vecchio si mantiene..
S. Viviamo nella stessa casa.. e non ti ho mai visto così eccitata
I. Appunto, amare la vicina è un gran vantaggio: si vede spesso e non si fa viaggio e poi
al cuor non si comanda
S. Ti rendi conto di quello che mi stai lasciando intendere?
I. Ognuno è fabbro della sua fortuna, comunque ogni lasciata è persa
A questo punto Immacolata sempre più vicina a Stella l’abbraccia
S. Ma sei impazzita?
I. Stella non stuzzicare il cane che dorme e poi tu non puoi vedere il bosco se sei tra
gli alberi.
S. Ma che dici?
I. So di amarti per tante ragioni, perché nacque per nulla chi vive sol per sé
S. Sei fuori di testa…
I. La speranza è l’ultima a morire e poi amore e tosse non si possono nascondere. Non
voglio una risposta adesso, rifletti: la notte porta consiglio!
Stella resta esterrefatta
I. Il mio è solo un amore platonico E se ne va. Entra Gaia
S. Ma l’hai sentita? Immacolata mi ha fatto capire di essere innamorata di me…in
maniera platonica! Roba da suicidio
G. Alla fine arrivate tutti alla mia conclusione!
Da fuori scena Felice urla: Immacolata come vedi l’ho trovato il ragno.
I. Una rondine non fa primavera!
Entra Linda, vede Gaia
L. Quello che voi chiamate inferno lei lo chiama casa!( Rambo 2 La vendetta) Chi sei
tu? Il tuo incubo peggiore( da Rambo 3)
G. Lo vedi? Tu approfitti della mia depressione, non hai nessuna pietà
L. Sei come lo smog, puzzi, inquini, sporchi ma poi uno si abitua e l’aria pulita gli dà
ansia( Da Ravanello pallido)
G. E’ per questo che vorrei attaccarmi al tubo del gas
L. Davero? Io guido, tu seguimi!( da Il regno del fuoco)
Entra Immacolata disperata, Linda abbandona Gaia, che resta impietrita, e segue
Immacolata andandosi a sedere
I. Raglio di asino non sale al cielo!
L. Ma che t’è successo?
I. Eh se potessi esprimerti i miei sentimenti! Ma un sacco vuoto non sta in piedi
L. Ma che vor di’?
I. Che il mio amore non è contraccambiato. Del resto se ai sessanta sei vicino, lascia le
donne e scegli il vino! Io amo Stella ma lei non mi ama… eppure volevo solo un amore
platonico. Ho provato a dirglielo, ma…
L. Nun c’è trippa pe’ gatti?
I. Esatto… son sempre gli stracci ad andar per aria
11
L. Si sapessi quanti bocconi amari devo da ingoja’ per diventa’ ‘n’attrice! E lassa sta
che vendo pop corn e Coca cola in una multisale… mica so bruscolini… so pisellini poco
dorci… fidete, ‘n se po’ ave’ tutto ne ‘a vita. Comunque ‘n ce pensa’ hai da seguì
l’istinto… e d’un tratto capii che il pensare è per gli stupidi mentre i cervelluti si
affidano all’ispirazione! (da Arancia
meccanica) de’ resto, più cervellata de te: sei ‘na professoressa!
Gaia nel frattempo si è seduta pensierosa e afflitta sulla III sedia
I. Ma quale professoressa! Non è tutt’oro quel che riluce… Maestra…delle elementari,
soprannominata “grillo parlante”, radiata per volontà dei suoi alunni! Contro la forza la
ragion non vale.
G. Ma… un bel suicidio collettivo?
L. Ma ammazzete da sola! E facce capì perché, che si er motivo è giusto te damo puro
‘na mano! E girandosi verso Immacolata Anvedi questa!
G. Magari ci fanno sante…
I. Gaia scherza coi fanti ma lascia stare i santi
L. Senti Ga, ‘na vorta pe’ tutte: ma perché cazzo t’hai da suicida’? Se po’sape’?
G. Avevo un pappagallo…
L. E ‘mbhe?
G. Mi chiamava sempre per nome… poi un giorno è fuggito… ma ogni sera tornava,e
dall’albero davanti casa mi dava la buona notte sempre chiamandomi per nome…
L. Giusto perché era ‘n pappagallo tornava e te cercava pure… si era ‘n omo…
I. Linda, taci, chi presto parla poco sa, chi semina vento raccoglie tempesta, mentre
chi parla poco dice tanto! Gaia prosegui
G. Ma finalmente, dopo mesi d’attesa, un giorno, forse perché sentiva forte la mia
mancanza, si è deciso a rientrare a casa… ma era tutto sporco!
I. Chi va al mulino s’infarina!
L. E allora?
G. Gli ho fatto il bagnetto!
L. Er bagno ar pappagallo? E magari pure cor bagnoschiuma profumato no?
G. Proprio così… si agitava nell’acqua tutto contento e faceva le bolle… una fatica per
tenerlo fermo!… poi di colpo un gorgoglio… e più nulla. Era affogato! Stavo già
piangendo avanti al suo corpicino inerte sul fondo della vasca, quando mi sembrò di
sentire un bisbiglio: mi chinai ed udii un flebile “…cci tua” poi con un improvviso colpo
d’ali saltò fuori e cadendo a terra gridò per l’ultima volta “GAIA”!
E Gaia si blocca
L. Ma che davero l’ha affogato? (guardando Immacolata)
I. Chi troppo la tira la spezza
L. E’ proprio vero… Stavo pensando che di tutte le piste di questa vita la più
importante è quella che conduce all’essere umano (da Balla coi Lupi)
I. Oh da cosa nasce cosa!
L. e I. (accorgendosi che Gaia è bloccata): FELICE!!
Felice entra, si avvicina a Gaia, sbuffa e guarda male Linda
12
L. Nun me guardà, che sta vorta se l’è cantata e se l’è sonata
F. (rivolgendosi ad Immacolata) E’ andata precisamente così?
I. Chi tace acconsente!
F. Sei morta? (avvicinandosi a Gaia)
G. No…. purtroppo… ho fatto un sogno!
Felice esce di nuovo
L. ‘Nartro! Ma che so’ sti sogni?
G. Incubi!
L. Allora so’ sogni brutti!
G. Ogni volta sogno di suicidarmi, ma purtroppo non ci riesco mai!
L. Come sarebbe a di’’!
G. Adesso, per esempio, sognavo di essermi sdraiata sui binari in attesa che il treno mi
portasse finalmente la pace. Nel momento in cui ho visto i suoi fari, come sempre sono
stata assalita da mille pensieri e sono fuggita
I. Chi al caso si affida prende un cieco per guida
L. E falla finì de parlà!
I. Asino vecchio non prende lezioni, aria d’importanza diploma l’ignoranza e cattivo
bastone non fa buon cane!
L. Com’è che te chiamavano a te? E girandosi verso Gaia: va avanti va…
I. Vecchiaia con pazienza prolunga l’esistenza
G. E insomma ho cominciato a pensare a tutta quella gente sul treno…chi sarebbe
arrivato in ritardo al lavoro o ad un appuntamento romantico, chi si sarebbe ferito per
la frenata improvvisa ecc. E, poi, quel povero macchinista, quanti guai avrebbe passato
per colpa mia! Insomma, non ce l’ho fatta!
L. A prossima vorta pensa a noi… vedrai che je la fai!
I. Voce di popolo voce di Dio!
L. Del resto solo nei sogni gli uomini sono davvero liberi. E’ stato sempre così e così
sarà per sempre (da L’attimo fuggente) Io, per esempio, a costo de venne noccioline
pe tutta la vita, un giorno sarò ‘na grande attrice perché Nessuno può mettere baby in
un angolo (da Dirty Dancing) poi prendendo Gaia per le spalle Se qualcuno ti dice che
morire è la cosa peggiore che mi sia mai capitata (da Big fish) tu rispondi Sappi che
sono già morto una volta, è molto liberatorio, c’è da pensarci come una terapia (da
Batman)
Linda esce, e, prendendo Gaia per le spalle
I. Ricordati: quando si chiude una porta si apre un portone
G. Magari!
Esce Immacolata mentre rientrano il Maestro e Felice
M. Vedi caro Felice al sapere c’è sempre un limite, ma all’ignoranza no. Una nazione
senza educazione non è degna di chiamarsi tale. Se tu avessi avuto l’opportunità di
conoscere non solo il galateo ma ogni forma di educazione non avresti bisogno di
rivolgerti a me chiedendomi continuamente come comportarti. Un rutto da noi vietato
in Giappone è d’obbligo alla fine del pasto per significarne il gradimento. In Tailandia,
13
e non solo, vige il matriarcato, una donna, più uomini ha avuto… più vale. Ma la Birmania
non è la Tailandia come l’Iran non è l’Iraq. Non si può parlare dell’Africa come se si
parlasse di una nazione… E’ un continente.
I. ( da fuori) Insomma, paese che vai usanza che trovi!
M. (evidentemente seccato) Quante cose avrei da mostrarti se solo queste gambe mi
premettessero di viaggiare con te.
G. Maestro… rinuncerei al suicidio per diventare un paio di gambe…
F. Per essere precisi, Gaia, perché non cominci con lo spingere la carrozzina ogni
tanto?
I. (da fuori) Giusto! Un po’ per uno non fa male a nessuno e poi una ciliegia tira l’altra.
F. Maestro continui a raccontare…
I. (da fuori) Al vecchio non manca mai di raccontare!
S. (Rientra isterica) Non è possibile! Io non ce la faccio più! Mi sembra di essere
circondata da una banda di inetti! Licenzio tutti! Sissignore li termino questi imbecilli!
M. Che succede Stellina?
G. Io tolgo il disturbo…
S. Non ti muovere GAIA (Gaia si blocca)
F. (subito a Gaia) sei morta?
G. No purtroppo, ma ho fatto un altro sogno!
L. (da fuori) Ancora!? Chi ha affogato sto giro?
F. Me lo racconti di là (Gaia e Felice escono)
S. Certo che non le si può dire nulla! Comunque… Le sembra giusto che in azienda
debba pensare io a tutto? Ma cosa crede la gente che io paghi per ottenere un
servizio che non ho? Io pago la gente anche per pensare, non solo per fare. Se delego
esigo che ciascuno si assuma la sue responsabilità e non che alla fine tutto ricada sulle
mie spalle. Non ho mica solo l’azienda a cui pensare e non vivo certo solo per lavorare!
M. Vedi Stella, questo è come in politica, siamo pieni di manager, cioè di executive, e ci
mancano i governanti. Non ne faccio una questione di posizione o di partito, ma di
principio. Una nazione vive di “Governance”, non solo di azioni più o meno efficaci.
Purtroppo però siamo in mano a gente che fa niente o poco, spesso in maniera
efficiente (far bene le cose) ma non efficace (far bene le cose che servono) e
comunque non governa la nazione. Il paese necessita di programmi a breve, medio e
lungo periodo, possibilmente illuminati da una chiara visione politica e non certo di
palliativi spesso assolutamente inutili. Anche tu dovresti imparare a concentrarti sul
governo della tua azienda lasciando ai tuoi manager la parte esecutiva, licenziandoli e
sostituendoli laddove non siano in grado di interpretare il ruolo comprendendone la
funzione ed eseguendone correttamente il compito. Ma per questo c’è il mansionario.
S. Come sempre ha centrato il punto, infatti è per questo che sono fuori di me, perché
gli imbecilli non sono neanche in grado di eseguire pedissequamente il compito, ma
fanno solo una marea di errori.
L. (da fuori) Solo chiacchiere e distintivo (da Gli intoccabili)
I. (Rientrando) Stellina calmati, disgrazia e osteria fanno la stessa via
14
S. Ma insomma proprio non vuoi capire! Immacolata… scusa ma ho altro per la testa in
questo momento, quindi chiudiamola qui. Quando avrò un attimo vedremo di trovare un
accordo, tanto il tuo amore è platonico, no?
I. Dove ci son donne innamorate è inutile tener porte serrate…ma è meglio un magro
accordo di una grassa sentenza
S. Ma errare è umano, perseverare diabolico…
I. (Uscendo tutta intristita) Fai del bene e scordati, fai del male e pensaci
L. (da fuori ad Immacolata) Ma che te frega! Lassa perde… come dici te, morto ‘n papa
se ne fa ‘nartro, no?
I. Grazie Linda, a buon consiglio non si trova prezzo, e a buon intenditor poche parole.
F. (entrando come una tigre furiosa) Chi mi ha spostato il topolino portafortuna che
avevo sul secondo scaffale a destra della mia libreria? Era smosso di ben 25
centimetri, vi rendete conto? Sapete che sopporto tutto di tutti, ma la mia roba non si
tocca, non si sposta, non si muove, CHIARO? Allora chi è stato? E’ meglio che parli
perché sono stufo di sopportare. Tu Stella, ti dimentichi tutto ed io ti ricordo dove
sono le cose, quanto a lei, Maestro, non faccio che accudirla in cambio di poche
informazioni che le estirpo a fatica ogni giorno. Tu, poi, Gaia!!! Vivo sbloccandoti.
Quanto a Immacolata, non ne parliamo, sempre a sparare proverbi come verità
assolute. L’unica che sento che mi vuol bene è Linda, anche se non posso sapere cosa
succede tra me e lei, perché ogni volta che mi si avvicina oltre i 20 centimetri, perdo
conoscenza, quindi non so cosa mi faccia. Ma, almeno, non mi dispiace.
Rientrano tutti.
S. (urlando ancora di più) Sono stata io, l’ho spostato io il topolino, allora? E che sarà
mai!!! Sei un fanatico pignolo, insopportabile e rompipalle con le tue manie, se proprio
te la devo dire tutta. Sì, è vero, mi ricordi le cose, ma, a parte questo, cosa credi di
fare per me? Eh? Credi sia piacevole sentire quante volte scocci il Maestro con le tue
domande idiote? Eppure, qui, tutti ti sopportiamo, nonostante tutto.
L. A Stella, vedi da datte na carmata, che Felice c’ha raggione. Te sta sempre a
ricordà a robba che te scordi, perché ‘n se sa n’do c’ hai la capoccia! Mo te dico na
cosa, bella, si me tocchi Felice te sbudello co le mani nude e ch’ee budella tue me ce
faccio ‘na sciarpa pe l’inverno!!!
S. Tu non t’immischiare!
L. Ahò, ma gnente gnente ce l’hai cò mme? Ormai l’hai superati i vent’anni, è ora che tu
sappia de chi sei figlia! (da Un americano a Roma).
F. Ehi, stavolta sono io che sono incazzato!!!
I. (accostandosi a Stella) Attenta Stellina, perché al villano se gli dai un dito, si
prende una mano!
S. Tu, poi, lasciami perdere, sennò comincio a litigare pure con te!
I. Amor senza baruffa fa la muffa.
Gaia intanto sta facendo le fusa al Maestro che vorrebbe intromettersi nella
discussione.
15
G. Maestro lasci che litighino tra loro, sono esseri impossibili, parliamo di noi e del
nostro futuro, piuttosto.
M. SILENZIO!!! Ma può essere che nessuno di voi abbia quel briciolo di pazienza che
serve a sopportare l’altro? Essa è la prima porta da aprire percorrendo la via della
saggezza, sinonimo di grande forza interiore, personalità, carisma, stile. Il paziente sa
tollerare l’altro con calma e tranquillità, sa ascoltarlo in silenzio, ne sa percepire le più
profonde motivazioni dell’animo, è in grado di comprenderne la visione, anche se non
necessariamente di condividerla. E’ ora che tutti ne impariate il valore, CAZZO!
G. MAESTRO!
M. Beh, quando ci vuole, ci vuole!
I. Ben detto, Maestro! Anno nuovo, vita nuova!
F. Ma mica è Capodanno!
L. Vabbè, e ‘n modo de dì, lassa perde, nun fa er pignolo!!!
F. Ora ti ci metti anche tu, ma vi rendete conto? Sono considerato l’ultima ruota del
carro, in questa casa!
G. (accostandosi a Felice) No, quella sono io! Prego.
F. GAIA! (E gaia si blocca)
F. Oh, mio Dio…Gaia sei morta?
G. No…purtroppo…e non ho avuto neanche il tempo di sognare, stavolta!
L. Mejo così!
G. Che vuoi dire?
L. Gnente, gnente…solo che sono così cattiva che a volte mi faccio paura da sola (da
Altrimenti ci arrabbiamo)
G. Ah! Stavo per prendermela anche io!
L. E allora, sai che me frega! Ho seguito un corso di sopravvivenza in Siberia! (da 007,
la spia che mi amava).
S. Comunque, concordo con il Maestro, dovremmo essere tutti più pazienti l’uno verso
l’altro, dato che siamo costretti a convivere.
F. Sii precisa Stella! “Siete” non “siamo”. Io posso andarmene anche domani, se mi va!
E con tutta la mia attrezzatura. Poi, voglio proprio vedere come farete a vivere senza
di me! Chi ve li procurerà i soldi, eh’? Ah, Ah!!
I. Attento Felice, al povero mancano tante cose, all’avaro tutte!!!
S. Oh, finalmente un proverbio azzeccato! Brava Immacolata! Dovremmo festeggiare
l’evento!
I. Beh, a ogni Santo la sua festa!
L. (che, intanto, si era avvicinata a Felice per calmarlo) Ti masturbi? Io preferisco
fare sesso! (da Anything Else)
F. Ma, Linda, ti sembra il momento? E poi non so se sarei in grado…ora!
I. (che aveva sentito, in quanto poco distante) Felice, a buon cavalier non manca
lancia!
F. Ora ti ci metti pure tu? Non capisci quanto soffro?
I. Agli amanti e ai cacciatori per un piacer mille dolori!
16
G. (tra sé e sé) Io questa la ammazzo! Poi, finalmente, mi suicido serena! (Poi, rivolta
ad Immacolata) Ma proprio non cambi mai tu!
I. Che vuoi farci, Gaia, ogni botte dà il vino che ha!
L. Sì, ma nella botte piccola c’è er vino bbono!
I. Ma poco! Linda, se proprio devi citare un proverbio, fallo per intero, ci tengo.
L. Anvedi, Immacolata se sta a fa precisa come Felice! ‘N ce se crede! E’ proprio vero
che a convivenza ce fa assomijà a tutti!
I. Certo, non tutti i mali vengono per nuocere!
M. Appunto! Quindi…TORNIAMO ALLA CALMA, per favore!
I. Giusto! Nel pollaio non v’è pace se la gallina canta e il gallo tace!
Tutti in coro ad Immacolata: Immacolata!
I. Quando sei martello batti, quando sei incudine, statti
Tutti in coro ad Immacolata E BASTA!!!
F. Insomma, quello che vorrei far capire a tutti è che io sono buono e caro, ma ci tengo
alla precisione, per cui gradirei che le mie cose non vengano spostate. Non può essere
che ogni volta che entro in camera mia debba scoprire che qualcuno, a mia insaputa,
l’abbia trasformata in un inferno.
L. E c’ha raggione ‘nfatti mica quarcuno ha detto: al mio segnale, scatenate l’inferno
(da Il gladiatore), però Feli, pure tu, e ‘nnamo! Il rischio è accettabile (sempre da Il
Gladiatore).
Tutti in coro: E BASTA PURE TU!
M. Comunque, Felice, se hai qualcosa di cui lamentarti, la prossima volta, magari fallo
direttamente a quattr’occhi con l’interessato, ma senza coinvolgerci tutti. Vedi Felice,
in fondo a nessuno piace essere ripreso davanti agli altri. Il tutto fa parte di
quell’educazione di cui parlavo prima.
G. Il Maestro ha ragione. Tutti sbagliamo, qualche volta, ma essere ripresi
pubblicamente è molto seccante, prima ci mortifica e ci fa sentire in colpa,
demoralizzandoci, mettendoci ansia, abbattendoci fisicamente e mentalmente, poi ci
deprime, creandoci stati di panico…fino a spingerci inesorabilmente al suicidio.
Tutti in coro: E LA MADONNA!
L. Sai che te dico? C’hai sfiniti! Ma quanno t’ammazzi na bona vorta e ce lasci que la
pace che t’auguramo tutti ‘n coro? Però, aho, si devi da morì, vedi da fallo da n’antra
parte, pe cortesia!
Tutti in coro: ESAGERATA!
S. In ogni caso io non sono disposta ad essere trattata così da nessuno! Sono
un’imprenditrice di spicco, mi occupo di un progetto umanitario importante, da me
dipendono oltre 300 lavoratori e 30 wombati, sono costretta a ritmi frenetici, piena
d’impegni, di problemi, di responsabilità. Ecco perché a volte dimentico qualcosa.
Tutti in coro: A VOLTE?
F. Allora non mi sono spiegato bene. Io ho deciso d’andarmene da questa casa, tutto
qui.
M. Andartene? E dove?
17
F. non importa, dovunque, ma lontano da qui e, soprattutto, da voi. Pensavo alle
Cayman.
M. Ah, le Isole Cayman, Grand Cayman, Little Cayman e Cayman Brac. Scoperte da
Colombo nel 1503, e covo di pirati fino al 1670, paradiso naturale inimitabile. Ancora
ho negli occhi il riverbero della sabbia bianca e finissima della Seven Mile Beach, una
spiaggia lunga 7 miglia, nei pressi di George Town sull'isola di Grand Cayman…
Tutti in coro: MAESTRO!
M. Scusate…i ricordi!
F. Sì lì, perché lì sono i soldi.
Tutti in coro: QUALI SOLDI?
F. I miei.
M. Ma ne hai tanti anche qui, di soldi!
F. Sì, ma lì di più.
Tutti in coro: E QUANTI?
F. Per essere presisi, duemilionitrecentoventicinquemilaottocento euro e 13 centesimi.
Un capitale immenso, messo da parte in anni di duro lavoro.
Tutti in coro: E NON CI HAI DETTO NIENTE?
F. No.
Tutti in coro: E PERCHE’.
F. Perché, per essere precisi, già mi costate tra i quattromilacinquecentoventicinque
ed i settemilatrecentoventidue euro al mese, senza contare i centesimi. Ah, se volete
vi dico anche quelli.
Tutti in coro: LASCIA PERDERE.
G. Ma se tu te ne vai, noi come faremo a sopravvivere?
L. Scusa, ma a te che te frega? ‘N te dovevi suicidà?
G. Giusto.
L. Daje Felì, nun fà così, ce lo sai che qua te volemo tutti ‘n bene dell’anima! Comunque,
si proprio ce devi da annà a ste Cayman, beh…me ce porti puro ammè?
Tutti in coro: BASTARDA!
F. Per essere preciso…no!
L. ‘o vedi, nun me ami, nun te ne frega gnente de me, m’hai illusa pure tu! Ma allora
perché me l’hai fatta crede, si nun te fregava gnente?
F. Io non ti ho illusa, a meno di 30 centimetri non rispondevo più di me! Tu, piuttosto,
cosa mi facevi?
M. Lascia perdere Felice, cambiamo discorso, che è meglio. Piuttosto, ti sembra
normale che per un oggetto spostato di poco, tu debba scatenare tutto questo casino?
F. Non di poco, di 20 centimetri!
M. Va bene, come vuoi tu, di 20 centimetri. Ma foss’anche di un metro, cosa cambia!
Non si può abbandonare un gruppo per il piccolo spostamento di un oggetto, dai?
F. Per gli uomini e le donne normali, no, ma per me sì. Per me è una questione di
principio e di rispetto. Io non sposterei mai nemmeno di un millimetro la roba degli
altri. Io sono preciso.
18
Tutti in coro: Lo sappiamo Felice, lo sappiamo:
F. Ma ve ne dimenticate sempre.
S. Dai Felice, sono pronta a chiederti scusa ed a prometterti di non farlo mai più, se è
questo che vuoi, ma non abbandonare la casa.
L. Nun abbandonà la casa? Aho, e mica stamo ar grande fratello!
I. Lasciate perdere! A lavar la testa all’asino ci rimetti il ranno e il sapone!
L. (ad Immacolata) Sì ma mò che famo?
I. A mali estremi, estremi rimedi.
L. Cioè, che voi dì? Spieghete!
I. A far la barba si sta bene un giorno, a prender moglie si sta bene un mese, ad
ammazzare il maiale si sta bene un anno!
L. Cioè, je voi fa la pelle?
I. Esatto! A chi vuol riposare, conviene travagliare!
L. E tu ammazzà ‘n cristiano, o chiami travajà? Ma chi sei aho?
I. Chi vuole un lavoro fatto bene deve farlo da sé! Fidati di me.
L. Cioè, saresti tu quella che je fa la pelle?
I. Sì. Eh, eh, Felice non mi conosce ancora! A casa dei suonatori non andar per
serenate e a bocce ferme si saprà chi ha vinto!
L. E si te sgamano?
I. Beh, a chi ha paura non basta l’armatura, ma, tranquilla, ognuno sa i fatti suoi!
L. Accusare un uomo di omicidio quaggiù è come fare contravvenzioni per eccesso di
velocità alle 500 miglia di Indianapolis (da Apocalypse Now). Ed escono insieme.
F. Comunque, si è fatto tardi ed io devo preparare tutto per la mia partenza con molta
precisione. Mi occorreranno almeno 32 ore e mezza, per organizzare tutto.
M. Felice, scusa, ma non ti dispiace neanche un po’ di andartene?
F. Sì, ma sono stufo di mantenervi tutti.
S. Felice non ti permettere, io ho il mio lavoro!
F. Sì Stella, tu, infatti, sei l’unica che guadagna, ma spendi tutto per i wombati, così
sono sempre io che metto la tua quota e, dato che Immacolata e Gaia non lavorano, la
prima perché nessuna scuola la chiama come professoressa e la seconda perché è
depressa e non fa niente, pago anche le loro. Inoltre, il Maestro è diversamente abile
e Linda guadagna due soldi, che spende per andare al cinema quando non ci va per
vendere noccioline, così metto anche le loro. Insomma, qui l’unico che paga sono io e mi
sono stufato. Imparate a cavarvela da soli una buona volta, voglio proprio vedere come
farete senza la mia “precisione”.
M. Scusa Felice, quanto dici è vero, ma per anni siamo andati avanti così e tu non te ne
sei mai lamentato, mi pare, perché proprio ora?
F. Perché mi è stato spostato il topolino, ve l’ho già spiegato!
M. Scusa Felice, ma perché quel topolino di gomma è così importante per te?
F. Perché è la fonte d’ispirazione del mio lavoro.
M. Ma si può sapere che lavoro fai, visto che non esci mai? E’ da quando viviamo
insieme che me lo domando, ma, per rispetto, non te l’ho mai chiesto.
19
F. Sono un cracker o, se preferite, un hacker. E’ dalle mie capacità con il computer che
dipende il vostro sostentamento, per essere precisi.
M. Quindi sei un ladro?
F. No! Il ladro ruba le cose di altri, io prendo solo cose che non sono di nessuno, fin
quando qualcuno non le prende.
M. Scusa, fammi capire.
F. Vede Maestro che anche lei ha qualcosa da imparare?
I. (Rientrando con Linda) La vecchia impara fino a 100 anni!
F. Fin da quando ero un bambino, gli altri mi deridevano e mi allontanavano, così
passavo quasi tutto il tempo davanti al computer. L’esperienza acquisita, con il passare
del tempo, anche di modem, mi fece scoprire un giorno di essere diventato un abile
hacker, cioè potevo entrare nei computer di quelli che, per anni, mi avevano preso in
giro, e creare scompiglio, fino a farglieli saltare. Ma era solo un gioco, una vendetta.
Poi, mi resi conto che riuscivo a scoprire tutte le chiavi per entrare nei sistemi più
complessi e così capii che il mio futuro sarebbe stato questo. Per anni ho vissuto
prelevando da Banche ed Assicurazioni ciò che mi serviva per vivere, poi mi hanno
scoperto e sono finito in galera, ma ero talmente bravo che fui chiamato dall’FBI e
cominciai a collaborare con loro per scoprire quelli come me. Attualmente il mio lavoro
è questo. L’FBI mi paga molto bene, per fortuna, ma prima di essere preso mi ero
aperto un conto alle Cayman, che sono un paradiso fiscale. Quei soldi non posso farli
uscire da lì, ma se ci vado io, posso viverci come un nababbo fino alla fine dei miei
giorni. Non vi ho mai detto niente perché voi prendevate i soldi che vi davo senza fare
domande e così ho pensato che non vene importasse niente della loro provenienza. Ora
sapete tutto, me ne posso andare con la sicurezza di essere stato preciso.
M. Aspetta…venite tutti qui.
(Tutti si accostano intorno al Maestro)
M. Ascoltate attentamente, ho sempre pensato che la verità non esiste o, se esiste,
essa è nomade, nel senso che cambia attraverso la visione che ciascuno ne ha, ma la
sincerità quella esiste e Felice, come del resto tutti voi, l’avete dimostrato
raccontandovi senza peli sulla lingua. Tu Stella parlando sia della tua azienda che dei
wombati. Tu Linda, raccontandoci che lavori nel cinema, sì, ma per vendere pop corn e
Coca Cola. Tu Immacolata confessando che non eri una professoressa, ma una maestra
d’asilo cacciata dai suoi stessi piccoli discepoli e che sei una lesbica platonica. Gaia ha
ammesso di aver affogato il pappagallo che amava…evento di cui paga ancora oggi la
colpa attraverso depressione e manie suicide. Beh, l’unico che vi ha mentito sono stato
proprio io, il Maestro. Sì, amici perché non è vero che ho girato tutto il mondo, non è
vero che ho avuto tante donne, non è vero niente di ciò che vi ho raccontato. La mia
vita, in realtà, è stata sempre su questa sedia a rotelle e non mi sono mai mosso un
granché. Quando avevo circa 8 anni, infatti, mio padre ebbe un incidente
automobilistico in cui morì insieme a mia madre e da cui io uscii vivo, sì, ma avendo
perso per sempre l’uso delle gambe. Tutto ciò che ho imparato l’ho scoperto dai libri,
dalla televisione e da internet. Perché la cultura, signori, è libertà!
20
Tutti in coro: Maestro!
M. Non vi ho mai detto niente per paura che non avreste creduto a ciò che vi dicevo,
che, invece, era il frutto di tanto studio ed amore per la conoscenza. Ora, visto che
Felice se ne va e tutti noi non sappiamo che futuro ci attende senza il suo aiuto, è
giusto che tutti sappiano come stanno le cose, a cominciare da lui che mi ha
amorevolmente accudito per tanti anni.
Tutti in coro: Maestro!
F. Era ora! Tranquillo Maestro l’ho sempre saputo, ma volevo che lo dicesse lei visto
che il tempo dei segreti è finito. Già perché io sono preciso e se dico che me ne vado,
me ne vado, ma c’è ancora una cosa che devo dirvi.
Tutti in coro: Parla Felice!
F. Signori, siamo tutti in partenza per le Cayman!
Tutti in coro: Felice!!!
Cala il sipario.
FINE
21