22 marzo 2005 - Comune di Agrigento

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22 marzo 2005 - Comune di Agrigento
VERBALE DELLA SEDUTA CONSILIARE DEL COMUNE
DI AGRIGENTO DEL 22/03/05
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Chiamiamo l’appello. Presenti 23, assenti 7, la
seduta è valida. Propongo quali scrutatori della seduta i Consiglieri Licata, Indelicato
e Vaianella. Chi è d’accordo rimanga seduto, chi è contrario si alzi. Il Consiglio
approva.
Chiede di intervenire a inizio di seduta il Consigliere Capraro, ne ha facoltà, prego.
CONSIGLIERE CAPRARO – Presidente, colleghi, Assessori, il mio intervento è
diverso dal punto all’ordine del giorno. Io stasera approfitto della presenza dei tecnici
all’interno di questo civico consenso per avere ulteriori chiarimenti, Architetto
Campanella e Architetto Baio, perché dobbiamo dire alla gente, ai cittadini che da 10
mesi aspettano risposte sul Piano Regolatore Generale della città, perché ho sentito
e ho visto che ci sono stati degli interventi tempi addietro, che a giorni i tecnici
dovevano venire a portare le relazioni per potere avere il parere da parte del Genio
Civile, ma sono passati 10 mesi e non sappiamo che fine ha fatto questo benedetto
Piano Regolatore Generale. Perché questo mio intervento? Questo mio intervento è
un intervento importante perché la gente ad Agrigento si lamenta, la gente è
stressata, non può vivere più perché sono scattate le norme di salvaguardia e noi al
posto di agevolare i cittadini di Agrigento, così come abbiamo fatto, Architetto, li
abbiamo penalizzati, perché se è vero che i tecnici si dovevano prendere 45 giorni di
tempo, come dall’incarico dato dal signor Sindaco, era giusto che scattavano le
norme di salvaguardia. Ora sono passati dieci mesi e non sappiamo che fine ha fatto
questo Piano Regolatore. Presidente, io l’avevo pregato l’altra volta di sollecitare il
signor Sindaco a venire in Consiglio comunale per dare chiarimenti appositamente
su questo punto e se è il caso di toglierci l’incarico a questi progettisti e darli agli
altri, perché se non si fa questo, caro Presidente, se il nostro Sindaco non fa questo,
a me fa pensare cose diverse, perché io posso pensare che forse c’è la sua mano in
questo ritardo del Piano Regolatore Generale, perché non vuole, e non capisco i
motivi perché questo Piano Regolatore va avanti. Io ho colto l’occasione di
intervenire, considerato che ci sono i tecnici del Piano Regolatore Generale, è giusto
che vengono a relazionare su questo punto. Grazie.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Architetto Campanella, se vogliamo dare una
risposta per aggiornare il Consigliere Capraro sullo stato delle cose?
ARCHITETTO CAMPANELLA – Intanto buona sera a tutti. Presidente, come lei ha
chiesto all’Ufficio di Piano nel mese di ottobre, chiedendo notizie sulla situazione in
atto vigente, relativamente al Piano rimodulato e per come noi abbiamo risposto alla
sua nota con un’altra nota scritta, e allegata a questa nota abbiamo trasmesso il
progetto già rimodulato e quindi questo progetto si trova già in Consiglio comunale
da tre mesi per la presa visione dei consiglieri, di tutti i consiglieri, abbiamo spiegato
che, trattandosi di una rimodulazione che ha interessato anche ambiti nuovi e che
prima non erano previsti nel Piano Regolatore portato in discussione in Consiglio
comunale, questa nuova rimodulazione necessitava del parere del Genio Civile. E
prontamente noi abbiamo trasmesso il progetto nel mese di ottobre al Genio Civile
con allegata la relazione integrativa dello studio geologico e geotecnico. Il Genio
Civile ha avviato immediatamente l’istruttoria e ha chiesto delle ulteriori integrazioni
degli studi, atteso che alcune zone che sono state riproposte da questo Consiglio
comunale e in particolar modo la zona di Palmentelle, hanno bisogno di un
approfondimento maggiore per quanto riguarda la situazione geologica e
geotecnica. Questo approfondimento i progettisti del Piano Regolatore, e in
particolar modo i tecnici incaricati dello studio geologico e geotecnico lo stanno
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attivando e lo stanno attivando anche alla luce dell'ultima riunione che abbiamo fatto
anche alla presenza del signor Presidente all’Ufficio del Genio Civile, dove si sono
esaminati tutti gli aspetti particolari di queste zone da rimodulare e la
documentazione che si deve presentare. I progettisti ci hanno assicurato che a
breve porteranno queste integrazioni e il Genio Civile di conseguenza è nelle
condizioni di potere esprimere il parere. Siccome già questo piano si trova
all’attenzione dei consiglieri e in particolar modo della Commissione Urbanistica, noi
riteniamo che subito dopo il parere già sia la Commissione, sia l’Ufficio è nelle
condizioni di potere trasmettere e avviare la discussione della presa d’atto del Piano
Regolatore. Io voglio assicurare i consiglieri che tutte le richieste fatte a seguito degli
emendamenti approvati, sono state esaminate, discusse, inserite e valutate, alcune
senza problemi altre con alcune problematiche che verranno poi sottoposte
all’attenzione del Consiglio comunale. La rimodulazione è stata una rimodulazione
abbastanza articolata, che ha impegnato non poco tempo sia i progettisti che
l’Ufficio. Però si è riusciti a trovare quella situazione fattiva per potere dare una
risposta concreta al Consiglio comunale e di conseguenza avviare la pubblicazione
e quant’altro necessario per avviare e definire questo iter amministrativo e poi
trasmettere il progetto all’Assessorato Territorio e Ambiente. (voci fuori microfono)
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Capraro, io le ho dato la parola,
però non è che possiamo adesso trasformare questa serata in un dibattito sul Piano
Regolatore Generale! (voce fuori microfono) Il Regolamento prevede che si
possono fare comunicazioni al Consiglio. Lei può comunicare di presentare un
ordine del giorno, di presentare una mozione. Questo si può fare a inizio di seduta.
Le ho dato la possibilità di fare una domanda, le ho fatto rispondere dall’Architetto
Campanella. Passiamo alla continuazione del punto all’ordine del giorno, il punto 6
che era: “Approvazione in variante allo strumento urbanistico vigente ai sensi e con
le procedure del VI comma dell’articolo 37 legge regionale 10/2000 per il progetto
per la realizzazione di una grande struttura di vendita e attività di servizio da
realizzarsi al Villaggio Mosè viale Leonardo Sciascia per conto e nell’interesse della
Moses srl di Agrigento”. Sono presenti questa sera oltre all’Architetto Vinti anche gli
Architetti Baio e Campanella. Pertanto, se ci sono consiglieri che, rispetto anche alle
sollecitazioni che c'erano state lo scorso Consiglio comunale, devono fare delle
domande ai tecnici, possono iscriversi a parlare e quindi porre tutti i quesiti che
ritengono necessari. Prego Consigliere Arnone.
CONSIGLIERE ARNONE – Presidente, io non devo fare una domanda ai tre tecnici
che sono presenti, io con una nota che le ho inviato avevo chiesto che fosse
presente un quarto tecnico, che probabilmente assieme al Sindaco deve fornire
spiegazioni su un aspetto che oggi è di notevole rilievo, anche alla luce della
interrogazione presentata dai colleghi Hamel, Lauricella e Licata. E si tratta dalla
rimozione dell’incarico che inizialmente aveva fatto alla fine dell’anno 2002
dell’Architetto Quintini. Questa rimozione fu posta in essere, per quello che
denunziano le carte dell’iter amministrativo di Moses, in modo del tutto immotivato
dal dirigente Vitellaro che è stato il responsabile di questo iter amministrativo sino
alla conclusione della conferenza dei servizi e quindi le risposte su questo devono
darle l’Ingegnere Vitellaro e il signor Sindaco che tiene l’Ingegnere Vitellaro a
dirigere attualmente un settore importantissimo della vita del Comune di Agrigento.
Queste risposte non le abbiamo oggi né dal dirigente Vitellaro né dal signor Sindaco.
Avevo anche chiesto che venisse fornita risposta a un altro aspetto altamente
anomalo di questo iter procedurale e cioè per quale ragione la variante Moses esce
dalla conferenza dei servizi nel settembre dell’anno 2003 con un obbligo e una
indicazione in ordine ai tempi, essere rassegnati al Consiglio comunale per la ratifica
entro i successivi 60 giorni e invece perviene al Consiglio comunale esattamente
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dopo 12 mesi. Questi sono tutti aspetti di gravissima anomalia di funzionamento
degli uffici, di irregolarità anche da parte della gestione politica, perché non stiamo
parlando della concessione per l’apertura del piccolo Bar a Montaperto, dove si
poteva dire: ma il Sindaco, oberato come è per i pensieri della città, non sapeva che
la autorizzazione del Bar di Montaperto è stata nel limbo per un anno. Stiamo
parlando di vicende che hanno le dimensioni che oggi apprendiamo hanno. E
pertanto è necessario che su questo terreno si diano al Consiglio comunale e
all’intera opinione pubblica le risposte di pertinenza. Sono risposte che oggi non
appaiono tanto attinenti al merito della legittimità dei singoli atti amministrativi perché
poi abbiamo una approvazione del CRU, ma certamente sono risposte che vanno
date perché occorre assumere le conseguenti decisioni in ordine a un
funzionamento della dirigenza comunale che è quantomeno opaco, torbido e gravido
di conseguenze estremamente negative per la trasparenza, la correttezza e la
legittimità di funzionamento di questo ente. Io devo denunziare con forza l’assenza
di Piazza da questo dibattito. Il non volersi assumere innanzi al Consiglio comunale
e innanzi al Consiglio comunale e innanzi alla città le responsabilità che
doverosamente il Sindaco ha, perché non dobbiamo neanche dimenticarlo, il
Sindaco ha voluto tenere per sé con il suo amico caro Vitellaro la responsabilità del
settore urbanistico e l’ha tenuta dal momento della sua elezione a tutt’oggi. Quindi
non è minimamente accettabile sul terreno della politica che rispetto a decisioni,
come quelle che il Consiglio comunale deve andarsi
ad assumere,
l’Amministrazione non sia rappresentata dal Sindaco che è anche l’Assessore
all’Urbanistica. Io potrei mettere in difficoltà gli assessori qui presenti e chiedere loro
se sono in grado di spiegarci per quale motivo l’Architetto Quintini nel novembre del
2002, dopo che redasse la prima attestazione di questo iter procedurale, fu rimossa
dall’incarico e sostituita in modo del tutto immotivato e per quale ragione, poi,
quando si completa l’iter della conferenza dei servizi relativi al Moses, le carte
rimangono congelate per un anno, dal settembre 2003 al settembre 2004. Signor
Assessore Gallo, signor Assessore Infurna, signor Assessore Volpe, che
rappresentate il signor Sindaco Piazza, siete in grado di dare una risposta a queste
questioni che appaiono di tutta evidenza di notevolissimo rilievo politico per la
discussione che abbiamo in atto?
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Prego Assessore Volpe.
ASSESSORE VOLPE – Signor Presidente, signori Consiglieri, colleghi di Giunta, ho
preso la parola così per correttezza essendo stati chiamati in causa e per dire
apertamente al Consigliere Arnone e alla città che io non sono tuttologo, posso
avere delle ignoranze ben precise. Se fosse stata materia del mio Assessorato, che
cerco di coordinare con lo stato d’animo di una matricola universitaria che si prende
libri, che cerca di apprendere, che ha rapporti con il dirigente, con il capo area, con
gli altri impiegati, ti avrei anche potuto rispondere, ma per quanto riguarda questo
c’è chi sa. Il Sindaco è in grado di risponderti e penso che l’Assessore ai Lavori
Pubblici Gerardo Alongi in questa materia che è di sua competenza, penso che ti
potrà rispondere. Quindi se non ti posso rispondere io non è grave. È grave se non
può rispondere il Sindaco. E la risposta indubbiamente c’è, perché la politica si
costella di una infinità di atti amministrativi e poi la memoria di atti di tre anni fa, di
due anni fa, poi si appanna un pochino. Si prendono le carte, ma certo c’è chi ha il
dovere ben preciso, io l’avrei se fosse materia del mio Assessorato, c’è chi ha il
dovere però di conservare la memoria storica e penso che il Sindaco o l’Assessore
al ramo è in grado di darti una risposta. Se vengo qui è perché mi piace partecipare
ai lavori del Consiglio, perché mi piace seguire la politica e non voglio fare solo
l’Assessore tecnico che lavora nel suo assessorato, sbriga tutto quello che c’è in un
assessorato, molto difficile, voi lo sapete, per le povertà e per i bisogni e per i disagi
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che crescono e aumentano sempre in città e a volte facciamo quello che non ci
tocca. Apro una parentesi, questa mattina ero a bussare al Questore, addirittura
veramente come forma di solidarietà, anche se non è di mia competenza, per
clandestini che non solo sono clandestini, che però poi da un punto di vista umano
non li puoi abbandonare, perché poi c’è l’uomo che è dinanzi all’uomo e se quello è
clandestino e non ha il permesso di soggiorno, ha la moglie ammalata e non sa
come fare, che fa si abbandona? Quindi, io sovvengo qui perché mi piace anche
seguire la politica di tutta la città, se ho qualche lacuna del 2002 questo non fa nulla,
pregherò il mio Sindaco per telefono più tardi o l'Assessore che domani darà una
risposta a questa domanda del Consigliere Arnone. Grazie.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Hamel.
CONSIGLIERE HAMEL - Il dibattito sulla proposta di delibera in discussione ha
avuto fasi alterne perché sicuramente è una proposta di delibera estremamente
complessa e articolata, attorno alla quale si è sviluppato anche un ampio dibattito
esterno che ha creato sollecitazioni giuste o sbagliate che possano essere state. Noi
riteniamo di affrontare questa materia con grandissima serenità, senza nessun
pregiudizio e senza nessuna valutazione a priori, perché riteniamo che quando c’è
un atto complesso attorno al quale può paventarsi un problema, un rischio, un
pericolo per chi deve assumere una scelta di voto, acquisire e acquistare il massimo
di serenità di giudizio ci consente di andare avanti liberandoci da ogni possibilità di
condizionamento, sto parlando semplicemente di un condizionamento psicologico
chiaramente, e pertanto, qualunque sia il dibattito esterno che si sviluppa attorno a
questa delibera, noi riteniamo come gruppo dell'Ulivo che il giudizio, le valutazioni
devono essere fatte esclusivamente sull’atto deliberativo che noi stiamo trattando e
che possano dividersi su due linee, una è quella relativa a una valutazione di fondo
sulla scelta delle grandi strutture commerciali, l’altra è la valutazione in ordine ad
alcuni aspetti tecnici della delibera stessa che ci viene sottoposta. E questo per noi è
stato un problema di notevole impegno, perché ci ha portato da un lato ad un
approfondimento di dibattito interno con le forze politiche di riferimento, anche alla
luce di quelle che sono le scelte generali assunte dalla Margherita, dai DS, dagli altri
partiti che magari non sono presenti in Consiglio comunale, ma in qualche modo
riteniamo di potere rappresentare nell’area di riferimento a cui noi ci ispiriamo, per
riuscire a capire esattamente quale è la posizione in ordine a queste grandi strutture
commerciali e l’altro impegno che ci ha comportato una notevole ricerca di atti, di
documenti riguarda gli aspetti formali relativi all’atto che stiamo approfondendo. Io
vorrei partire da quella che è la nostra posizione in linea di massima in ordine a
quelle che sono le grandi strutture commerciali, anche con un minimo di excursus
storico che dà fondamento alla scelta che noi compiamo. La riforma del commercio
sia in Italia che in Sicilia porta la firma dei governi del centrosinistra. È una riforma
che è nata all’interno della nostra area e noi riteniamo di dover in larga parte
condividere. Ambedue i provvedimenti furono ispirati da una riforma complessiva del
settore, accompagnati da un graduale processo di liberalizzazione. Tra le finalità
della legge ricordiamo la trasparenza del mercato, la concorrenza, la libertà di
impresa, la tutela del consumatore, l’efficienza, la modernizzazione e lo sviluppo
della rete distributiva, il pluralismo e l’equilibrio tra le diverse tipologie distributive e le
diverse forme di vendita, con particolare riguardo al riconoscimento e alla
valorizzazione del ruolo delle piccole e medie imprese, la valorizzazione e la
salvaguardia del servizio commerciale nelle aree urbane, rurali, montane e nelle
isole minori. La legge prevede la classificazione degli esercizi commerciali
all’ingrosso e al dettaglio in tre tipologie, in funzione della superficie di vendita, di
vicinato, medie strutture di vendita e grandi strutture di vendita. Venendo al nostro
dibattito il legislatore ha individuato il centro commerciale come una media o grande
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struttura di vendita, nella quale più esercizi commerciali sono inseriti in una struttura
a destinazione specifica e usufruiscono di infrastrutture comuni e spazio di servizio
gestiti unitariamente. Di tali centri viene fatta una distinzione in funzione dei diversi
fattori. Poi ci sono tutta una serie di terminologie anche in lingua inglese, che vi
risparmio, in ordine alle tipologie di centri commerciali che possono essere realizzati.
Al fine del rilascio delle autorizzazioni sono previste restrizioni via via sempre più
crescenti, passando dalle medie strutture alle grandi struttura di vendita, anzi, per
queste ultime il legislatore siciliano ha dettato condizioni più restrittive che nel luglio
del 2004 hanno provocato una segnalazione al Parlamento e al Governo da parte
dell’autorità garante della concorrenza e del mercato per violazione delle norme
sulla concorrenza. Nello specifico l’autorità si è soffermata su due aspetti, il primo è
rappresentato dall’inclusione tra i vari criteri di valutazione, di considerazione
attinenti alla quota di mercato dell’impresa che intende realizzare l’iniziativa, per cui
è chiesta l’autorizzazione, mentre il secondo aspetto è rappresentato dall’esistenza
di limiti quantitativi per il rilascio dell’autorizzazione. Nella sostanza l’autorità ha
chiarito in modo inequivocabile che possono considerarsi in linea con i principi
normativi di tutela della concorrenza, quelle misure regionali di regolamentazione
dell’insediamento delle attività commerciali che prendono in considerazione
esclusivamente gli interessi generali di tipo urbanistico o connessi all’esigenza di
promuovere un adeguato livello di servizio per i consumatori, al fine di evitare che la
programmazione regionale si traduca nel mero contenimento dell’assetto
concorrenziale esistente. Tutto questo significa che le medie e le grandi strutture di
vendita, e quindi anche i centri commerciali, possono svilupparsi con il rispetto di
due condizioni e non di altre: rispetto degli interessi generali di tipo urbanistico o
connessi all’esigenza di promuovere un adeguato livello di servizio per i consumatori
o/e l’ottenimento delle autorizzazioni. Quindi un aspetto urbanistico e un aspetto
amministrativo. Tali autorizzazioni, come nel caso delle grandi strutture di vendita,
sono subordinate alla presentazione di uno studio di impatto in cui dovevano essere
esplicitate alcune informazioni quale la caratteristica dell’iniziativa, il bacino di
attrazione, la spesa attratta, le implicazioni urbanistiche generali, l’impatto sul
traffico, l’impatto ambientale, commerciale ed occupazionale. È previsto anche uno
studio di impatto sulla viabilità per gli esercizi commerciali e centri commerciali
aventi una superficie di vendita superiore a 1500 metri quadrati, ai fini del rilascio
delle concessioni e autorizzazioni edilizie, mentre è previsto per le grandi strutture di
vendita la verifica della compatibilità dell’iniziativa sotto l’aspetto dei requisiti
urbanistici ed edilizi, con particolare riferimento alle dotazioni degli standard pubblici,
di verde, parcheggio, di dotazioni minime di parcheggi pertinenziali eccetera,
eccetera. Da sottolineare che il Comune è tenuto al rilascio dell’autorizzazione dopo
il parere positivo della conferenza di servizi, a cui partecipano con diritto di voto,
oltre al Comune precedente, la Provincia Regionale, la Camera di Commercio e la
Regione. La deliberazione della conferenza è adottata a maggioranza dei
componenti anche se è subordinata comunque al parere favorevole dei
rappresentanti e della Regione, il cui voto comunque prevale in caso di parità. Mi
pare che questa procedura in qualche modo sia stata espletata. Quindi, come si
vede, è forte il potere della Regione nel rilascio delle autorizzazioni, anche se per
verità dobbiamo dire che se non vi è il rispetto della programmazione urbanistico –
commerciale, l’eventuale autorizzazione commerciale non può essere concessa. A
questo vi è da aggiungere che il decreto assessoriale del 12 dicembre 2002 ha
stabilito che si provvederà a una più compiuta programmazione regionale della rete
distributiva, riferita alle grandi strutture di vendita, tenendo anche conto della
esperienza maturata in altre regioni e di eventuali studi di settore. Si sottolinea ad
oggi che di tale studio non si è a conoscenza e l’unica informazione è quella del
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bando per l’affidamento che è stato emanato nel mese di dicembre del 2003. Questa
è dunque la cornice della normativa vigente, su cui i partiti devono esprimere poi le
loro valutazioni. Ma prima di affrontare la nostra posizione, potremmo anche
sottolineare qual è la distribuzione dei centri commerciali sul territorio nazionale. Si
tratta di una situazione in costante evoluzione che vede uno sviluppo esponenziale
nelle regioni del centro nord e un lento progredire nelle regioni del sud e in Sicilia,
sino al 2003, vi era un’incidenza di circa due centri commerciali per milione di
abitanti. A questo punto bisognerebbe anche chiarire qual è l’intervento sostanziale
che le forze politiche possono esprimere su una vicenda di questo tipo, che
sostanzialmente dal punto di vista amministrativo si chiude ad un altro livello, mentre
normalmente viene in Consiglio comunale solo per quanto riguarda l’aspetto
urbanistico e l’eventuale variante che è collegata a un insediamento di questo tipo. E
quando si parla di aspetto urbanistico, bisogna sottolineare che nel territorio della
Sicilia, compresa Agrigento sostanzialmente, nonostante noi abbiamo un iter
approvativo del Piano Regolatore avanzato, la situazione degli strumenti urbanistici
è una situazione fatiscente, dove non c’è spesse volte operatività, c’è saturazione di
aree, non c’è possibilità di riuscire a realizzare insediamenti di questo tipo perché gli
strumenti non sono adeguati ed innovati. E nei Piani Regolatori, inoltre, entrano in
gioco anche diversi fattori, legati al modello di sviluppo urbanistico che si vuole
realizzare e anche alla valutazione di impatto ambientale, stradale, economico,
sociale, che si tende a realizzare nel momento in cui si esprime una valutazione in
ordine a strutture di questo tipo. Noi riteniamo come gruppo che sostanzialmente il
nostro parere in linea di principio, rispetto a insediamenti di questo tipo, è un parere
favorevole, che non può che appoggiare queste iniziative, in ossequio a quello che è
lo spirito della legge, che è una legge che è nata nell’alveo dei nostri contenuti e dei
nostri valori. Riteniamo che questa valutazione venga ad essere puntellata da una
serie di considerazioni, che questi insediamenti non compromettano la varietà di
tipologie di vendita presenti nell’area di riferimento e quindi non creino evidenti
distorsioni nel sistema economico locale. Siano inserite in un più ampio progetto di
realizzazione di altre strutture di servizio per l’area interessata, non comportano
svuotamento dei centri storici, non abbiano un impatto netto positivo sul traffico
veicolare e diano un contributo alla decongestione del traffico, non vadano a
congestionarlo, non generano inquinamento addizionale e quindi che le iniziative si
inseriscano anche in modo armonico nel contesto ambientale di insediamento e
prevedono la realizzazione di opere e sistemazione dell’area circostante che
attribuiscono uno stato di miglioramento complessivo a quello che è l’ambiente dove
vengono a essere allocati. Non portano a concentrazione in capo a singole insegne
che possano generare situazioni di natura monopolistica e con centri preesistenti e
strutture di vendita, cioè della possibilità anche a strutture di vendita sparse, qualora
vogliano, di potersi inserire in questo contesto. Comportano il reimpiego del
personale dipendente di precedenti strutture di vendita che abbiano un impatto
occupazionale diretto e indiretto sicuramente positivo. Sono queste una serie di
considerazioni di valore che sono preliminari e sostanziali di una scelta di
insediamento di un grande centro commerciale. Noi riteniamo nell’analisi che
abbiamo fatto che buona parte di questi aspetti possano essere considerati assolti e
quindi il giudizio di fondo, di merito, di valore in ordine a quelli che sono gli
insediamenti dei centri commerciali per noi è sicuramente positivo. Resta tutta una
valutazione sostanziale in ordine a quelli che sono gli aspetti urbanistici procedurali
e di legittimità in ordine all’atto che noi andiamo a trattare qui questa sera. Noi lo
affrontiamo questo problema con grandissima serenità e non vogliamo
assolutamente realizzare un contraddittorio in ordine alle richieste di chiarimento che
abbiamo sottoposto all’Amministrazione comunale e agli organi tecnici. Noi
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richiediamo che in via formale ci venga data una risposta secondo quelli che sono i
criteri di riscontro delle interrogazioni al Sindaco e agli uffici e sulla base di questa
risposta noi saremo anche in grado di assolvere all’altro aspetto di valutazione in
ordine all’atto che andiamo a trattare, senza nessun pregiudizio, senza nessuna
posizione precostituita, con assoluta serenità, con la serenità di coloro i quali
vengono in Consiglio comunale per esaminare gli atti, per valutarne tutti gli aspetti
ed esprimere lealmente e onestamente il loro voto.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Burgio, prego.
CONSIGLIERE BURGIO – Signor Presidente, signori Assessori, anche se presenti
non ne vedo, colleghi Consiglieri, sicuramente lo studio di questa delibera permette
a noi consiglieri di impegnarci a 360 gradi in quanto abbiamo appreso sia delle leggi
urbanistiche che delle economiche. Io volevo porgere una domanda all’Architetto
Vinti. Andando a vedere quali erano le sottozone D1 del vecchio Piano Regolatore,
ho visto che oltre alla contrada Coda di Volpe, che tanto si è nominata, vi è anche la
località di Piano Cavallo di Montaperto, che non sia stato detto nulla. Inoltre, nella
zona D2 che prevede attività artigianali, piccole industrie non nocive, nonché
depositi commerciali e servizi, individua delle aree a Fontanelle e a San Michele, e
anche su queste zone non so se erano inidonee oppure se non sono state prese in
considerazione perché magari vi è qualche legge che lo impedisce. Volevo questo
chiarimento grazie.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Architetto Vinti, prego.
ARCHITETTO VINTI – Innanzitutto mi scuso se la volta scorsa sono stato non molto
chiaro nell’illustrare l’attestazione di inesistenza di aree nelle varie certificazioni
connesse. Stiamo parlando di una variante a uno strumento urbanistico vigente.
Tutte le procedure partono ai sensi dell’articolo 5 che prevede che per potere
attivare tutte le procedure con lo Sportello Unico ci deve essere l’inesistenza di aree
idonee per il tipo di attività che si va a realizzare. In questo caso stiamo parlando di
un centro commerciale, quindi di una attività commerciale con le caratteristiche di cui
alla legge 28 al commercio. In questo caso parliamo di un grande centro
commerciale. La legge al commercio, anche se non è pertinente alla materia, nel
decreto attuativo 11 luglio del 2000 va individuata tutta una serie di aree che
dovevano essere idonee per il tipo di attività. Queste aree innanzitutto devono
essere aree commerciali. Poi in base alla relazione di sopralluogo che ho fatto e la
successiva attestazione, ho attestato che il P.R.G. approvato con decreto
assessoriale 82 ed approvato con decreto 13.3.89 non individua aree idonee
destinate all’insediamento produttivo di cui all’oggetto, in considerazione alla
caratteristica che le stesse aree devono avere, secondo quanto previsto dalla legge
28 del ‘99 del D.P.R. 11/7/2000. Questo cosa vuol dire? Che innanzitutto deve
essere un’area a vocazione commerciale. Le aree individuate con le zone D1, D2,
per come prevede il P.R.G. vigente e le norme di attuazione, che posso leggere,
dice: zona D1 e zona industriale per impianti medi e piccoli, depositi e servizi. Zone
D2, zone artigianali, depositi e servizi. Anche se queste aree non erano idonee dal
punto di vista come destinazione urbanistica, nel fare questa attestazione l’ufficio ha
preso visione di queste aree e in considerazione per come fatto nell’attestazione ma
anche nella relazione di sopralluogo che in ogni caso è onnicomprensiva, nel senso
che stiamo parlando che il P.R.G. vigente, essendo trascorsi 10 anni
dall’approvazione, erano decaduti i vincoli (inc.) all’esproprio. Nel momento in cui si
va ad operare con uno strumento urbanistico, per il quale hanno perso efficacia i
vincoli (inc.) all’esproprio, si deve operare necessariamente in variante. Vuol dire
che se l’area che già si va a individuare urbanisticamente è idonea e pertinente a
quella che si deve operare, urbanisticamente è conforme, ma in questo caso, oltre
ad essere idonea dal punto di vista urbanistico, c’era anche che la stessa
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caratteristica che ho illustrato per contrada Coda di Volpe si applica sia per questa
contrada sotto Montaperto ma anche per le altre zone, che tutte queste zone
individuate, (stiamo parlando sempre di zona D1 e D2, zone destinate ad attività
artigianale ma non commerciale innanzitutto) quindi, vuol dire che queste aree, oltre
a essere idonee dal punto di vista di zonizzazione, ai sensi del decreto ministeriale
1444, non erano urbanizzate. Che vuol dire questo? In parte ce n’erano alcune… la
viabilità esistente, come poteva essere in contrada Coda di Volpe, in contrada San
Giusippuzzu, ma queste aree non erano nemmeno di immediata urbanizzazione
perché erano non prossime alla viabilità principale. Quindi, il Comune, pur se poteva
essere anche assimilabile a zone utilizzabili, non erano urbanizzate e quindi il
Comune non è nelle condizioni nemmeno di poterle espropriare. A parte che queste
aree individuate sono tutte zone per lo più residuali, nel senso a parte quella che c’è
nella strada per Caltanissetta che l’area è a monte, dietro l’ex impresa Mucci,
questa area è un’area urbanisticamente individuata come zona D2, ma è un’area
non urbanizzata e quindi è priva, come le altre zone, di viabilità principale. Quindi,
essendo priva di viabilità principale, prossima a queste aree, era ed è tuttora priva di
urbanizzazione primaria consistente anche in fognature e rete idrica. Quindi il
Comune, anche se la ditta acquisiva una titolarità a poter realizzare queste aree, ma
parliamo sempre di una variante in ogni caso, era sempre necessaria una variante,
non che erano urbanisticamente idonee, sarebbe stato sempre necessario fare una
variante. Il Comune non sarebbe stato in condizione di poter espletare procedure
espropriative, perché i vincoli preordinati all’esproprio erano già scaduti. Quindi in
ogni caso deve essere un’area di immediata urbanizzazione, non può essere
un’area che la fognatura e rete idrica si trova a due, tre chilometri o anche a 500
metri e il Comune si deve far carico degli espropri, ai quali nemmeno può
ottemperare. Tra l’altro dal luglio del 2003 trova applicazione anche in Sicilia il Testo
Unico degli espropri che prevede che quando si devono applicare le procedure
espropriative, deve essere data comunicazione alla ditta interessata. In questo caso
il Comune non poteva attivare e non può attivare le procedure espropriative a favore
di un centro commerciale o impianto sportivo, nel quale vengono interessate altre
aree. Anche se parliamo della variante, non sono opere di urbanizzazione o opere
pubbliche. Tra l’altro anche il decreto ministeriale 1444 fa anche una distinzione
abbastanza chiara, nel senso che va ad individuare in un comma l’attività artigianale
e industriale. Nel comma successivo parla di attività commerciale e direzionale.
Quindi c’è anche da dire che urbanisticamente queste aree non erano urbanizzate,
non erano idonee e quindi è sempre stato necessario fare una variante allo
strumento urbanistico per poterle anche utilizzare, mentre l’area in oggetto, esame
della variante, anche se parliamo di una variante allo strumento urbanistico e quindi
zona E/A, è d’immediata urbanizzazione. In più, rispetto al P.R.G. adottato, e non
tanto adottato, ma secondo le previsioni della schema di massima, l’unica area a
destinazione commerciale è quella di Villaggio Mosè, cosiddetta Città Mercato, che
tra l’altro non dico che ha la caratteristica prevista dalla legge 28 del ‘99, ma di fatto
è una zona a sviluppo commerciale, in cui l’inserimento di una attività di grande
struttura di vendita come questa trova la collocazione naturale, mentre l’utilizzare
altre zone in contrada D1 - D1, avrebbe portato dei problemi con il nuovo strumento
urbanistico, perché in ogni caso, non essendo individuate come zone commerciali,
non ritengo sarebbero state in contrasto con il P.R.G. adottato. Possono rispondere
anche meglio l’Architetto Baio e Campanella eventualmente. Quindi, noi ci troviamo
nelle zone che il vecchio P.R.G. individuava come zone ad attività artigianale e
depositi. Quindi, non ad attività commerciali, oggi grandi centri commerciali.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Salsedo prego.
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CONSIGLIERE SALSEDO – La mia è una domanda molto semplice per l’Architetto
Vinti, anche per avere definitivamente un quadro definitivo. Nella parte bassa della
delibera leggo: “Allegando nota del Ministero delle Attività Produttive prot… etc. del
22/07/2002 indirizzata alla stessa con copia e decreto provvisorio di concessioni e
alle agevolazioni della legge 488”. Architetto, cortesemente, vuole spiegare in
maniera definitiva al sottoscritto, all’intero Consiglio e anche a coloro che ci seguono
da casa se il finanziamento esiste, non esiste, è stato annullato? È stato ritirato?
Così facciamo chiarezza anche su questo punto. Grazie.
ARCHITETTO VINTI – I presupposti per poter attivare le procedure con la
conferenza dei servizi, di cui alla legge 10 articolo 36 e 37, che hanno recepito
l’articolo 5 del D.P.R. 447, sono esclusivamente questi: “Allorché il progetto sia
conforme alle norme vigenti in materia ambientale, sanitaria e di sicurezza del
lavoro, ma lo strumento urbanistico non individua aree destinate all’inserimento di
impianti produttivi ovvero queste siano insufficienti in relazione al progetto
presentato, il Sindaco può motivatamente convocare la conferenza di servizi,
disciplinata dalla legge 14, all’articolo 14 della legge 7 agosto 1990 N. 141. I
presupposti per potere operare nella variante allo strumento urbanistico, con la
procedura di cui allo Sportello Unico, sono contemplati all’interno di questo articolo,
quindi il presupposto che questa variante sia già conforme alle previsioni del P.R.G.
adottato, che tra l’altro anche in questo caso, come ho già detto la volta scorsa, non
opera (inc.) norma di salvaguardia. Sia la norma di salvaguardia e sia l’aspetto della
legge 488 possiamo dire che in questo caso sono degli optional. Le norme basilari
per potere operare con la conferenza dei servizi e fare la variante allo strumento
urbanistico sono solo queste. Che ci sia la conformità con il P.R.G. adottato è una
cosa positiva perché in ogni caso è stato inserito nella città mercato, i progettisti
l’hanno pure calato, quindi è una cosa migliorativa, ma il fatto che ci sia o non ci sia
un finanziamento attualmente con la 488, che sia decaduto, è un fatto del tutto
marginale. È stato messo in delibera perché al momento della relazione della
delibera, per quanto sapeva l’Ufficio, era ancora in vita una richiesta di
finanziamento. Se questo finanziamento sia caduto, si sia rinunziato, non ha nessun
valore ai fini della regolarità della delibera, in considerazione pure che tutte le
procedure amministrative legate alla conferenza di servizi, che ha ratificato la
variante allo strumento urbanistico, si sono chiuse nel settembre del 2003. Quindi la
conferenza di servizi, avendo chiuso le procedure della variante e l’approvazione
della variante, ha di fatto approvato e chiuso favorevolmente la variante allo
strumento urbanistico. Quindi, tutte le procedure successive sono atti secondari.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Vaianella, prego.
CONSIGLIERE VAIANELLA – Signor Presidente, signori della Giunta, colleghi,
cittadini di Agrigento. Qualche seduta fa il consigliere dell’opposizione, qui presente,
il collega Arnone chiamava e invitava i capigruppo ad esprimersi in merito a questa
delibera che ci interessa quest’oggi. Evidentemente il collega Arnone era assente
perché il sottoscritto aveva ben chiarito la posizione e personale e anche del partito.
La posizione mia personale che tra l’altro rappresenta la destra sociale del mio
partito, certamente non è entusiasta nell’accogliere grandi strutture di vendita e/o
comunque centri commerciali, che dir si voglia, perché ritengo che in effetti, e in
questo caso una volta ogni tanto devo convenire con il collega Arnone, in effetti non
portano granché di beneficio, di sviluppo economico, quel tanto sviluppo di cui si è
tanto parlato. Il collega Calabrese era profondamente entusiasta, altri colleghi lo
erano, perché tali insediamenti potrebbero comportare sviluppo concreto.
Bisognerebbe dimostrarlo anche con i fatti questo. Cioè io le posso dire, caro
collega Calabrese, che lei faceva riferimento al discorso della massaia che va nei
centri commerciali o comunque nei supermercati e beneficia di sconti per la spesa
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corrente. In effetti le posso dimostrare che non è così, perché io personalmente ne
ho avuto prova, non si può stabilire con assolutezza che determinati prodotti siano
del tutto convenienti in tutte le parti e in tutti i supermercati. Non è così. Ci sono
supermercati che praticano prezzi convenienti su determinati prodotti e altri
supermercati quegli stessi prodotti li vanno a pagare sicuramente con un prezzo
maggiore. Questo per dire che in effetti non è proprio così. Poi, per non parlare in
termini occupazionali, ma parliamoci chiaro, colleghi, chi può dire che l’insediamento
di questo tipo è a totale vantaggio dello sviluppo della città? Sono convinto che i
centri, i piccoli negozianti che gravitano nelle zone non tanto prossime, ma anche
adiacenti, in quel grosso insediamento, a mio avviso sicuramente non ne
beneficeranno. E lì c’è anche un indotto che gravita attorno alle attività del piccolo
commerciante, del piccolo negozietto, il locatario e quant’altro gira attorno a queste
attività e anche le persone che vi lavorano, che interessano quella determinata
attività specifica. E quindi su questo ho dei seri dubbi, serie perplessità. A questo va
aggiunta un’altra perplessità in ordine tecnico, che adesso esporrò. E in merito a
questa variante, che di variante si tratta al vecchio e al nuovo, avrei qualcosa da
dire, da capire e da chiedere ai nostri tecnici qui presenti. La domanda la pongo al
dirigente ma può anche rispondere l’Architetto Campanella che tra l’altro ha seguito
in maniera eccellente l’evolversi del Piano Regolatore Generale. La perplessità a cui
mi riferisco è questa: la struttura oggetto di variazione al P.R.G. in altre parole non
tiene conto, e questo è chiaro, della prescrizione esecutiva 6 che insiste nell’area
commerciale di cui si chiede la variante. La variazione e la prescrizione esecutiva 6
per chi ancora… (voce fuori microfono) il collega Calabrese dice che deve essere
ancora fatta, proprio perché deve essere ancora fatta, non tenendo conto di questa
variazione, mi pare che i cosiddetti criteri di perequazione, cui il Consiglio e lei il
primo, Consigliere Calabrese, giustamente si è tanto dibattuto con me e con tanti
altri, in questo caso a mio avviso non verrebbero ad essere osservati, in quanto di
viabilità si tratta. Bisognerebbe ristudiare l’assetto viario, ed è importante in quanto
le norme tecniche di attuazione e l’articolo 94 parla di considerare l’aspetto della
viabilità, ed è fondamentale. Come questo Consiglio, egregi colleghi, non rifletta su
queste cose? L’aspetto viario è fondamentale. A suo tempo noi eravamo tutti
d’accordo, mi pare, abbiamo convenuto con il fatto che lì in quell’area si doveva
realizzare, eravamo d’accordo a quanto i progettisti avevano proposto e invito
l’Architetto Campanella poi a riprendere questo argomento e mi pare che quella era
la soluzione migliore per completare quell’aspetto sulla viabilità, cioè una strada che
doveva fungere come raccordo a monte dell’insediamento commerciale vero e
proprio e a valle, andandosi a raccordare con il bivio che poi porta alla contrada
Crocca e via di seguito in quel di Palma di Montechiaro. Questa strada il Consiglio
ha ritenuto che all’interno del P.R.G. potesse essere la soluzione migliore, l’abbiamo
confermata. Mi pare che emendamenti in tal senso non ce ne sono stati e andando
a vedere la planimetria ed esattamente la tavola 4.9 del Villaggio Mosè, dove si
parla di questa intera area, anche lì vado a notare che in effetti la strada che è stata
messa dai progettisti è una strada che non mi va a intralciare l’abitazione, cioè
siccome il collega Calabrese faceva riferimento che quella strada era di difficile
realizzazione in quanto, a detta sua, evidentemente bisognava abbattere, demolire
alcuni edifici esistenti in zona. Io in quella occasione non ero sicuro e quindi non
sono intervenuto in merito. Andandomi a documentare, e faceva bene il nostro
Assessore Volpe quando dice che quando non si è a conoscenza perfettamente
delle cose, bisogna ascoltare ed evidentemente poi andarsi a documentare con
esattezza. E in quella occasione ho verificato in effetti che quella strada che è stata
lì ideata, progettata da chi si è occupato del piano, dai tecnici progettisti, è nata per
snellire quel traffico e, a quanto vedo dalla pianta, non ci sono delle abitazioni che
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ostacolerebbero comunque la realizzazione di questa stessa strada. Quindi, colleghi,
bisognerebbe riflettere attentamente su questo aspetto perché se questo Consiglio,
e lo può fare nella sua sovranità, l’ho ribadito la volta scorsa, anche se non mi
sbaglio, può anche determinarsi in questo senso, cioè può anche votarla questa
delibera positivamente, poteva anche farlo con i piani costruttivi. Sono scelte
politiche in effetti che il Consiglio fa. Noi in quella occasione, io insieme alla collega
Burgio, avevamo presentato un documento poi condiviso da altri colleghi, il collega
Patti, Marchetta e Vetro, avevamo presentato un documento in quella occasione
dove esprimevamo il nostro dissenso ad andare a bocciare in quella occasione i
piani costruttivi, in quanto in effetti come potevamo farlo perché tra l’altro quelli già
erano finanziati in effetti, come potevamo farlo in quella occasione se ancora il piano
non aveva completato l'iter conclusivo? Era opportuno, dicevamo in quel documento,
invitare l’assessore che aveva nominato il commissario, e in questo caso non c’è il
commissario che incombe su questa delibera. Noi con quel documento volevamo
invitare l’Assessorato a revocare la nomina del Commissario ad acta, così da tenerla
ferma, perché era la soluzione più naturale, la più equilibrata per evitare che si
bocciassero i piani costruttivi, perché il Consiglio poteva anche farlo, ovviamente ciò
avrebbe comportato una rimodulazione del piano con una conseguente e naturale
“perdita”, poteva essere anche utile se il Consiglio lo riteneva, ma comunque
certamente un impegno di tempo maggiore rispetto al normale percorso che
attualmente il P.R.G. sta compiendo. Quindi, se il Consiglio, che è sovrano
decidesse quest’oggi o la prossima volta, quando riterrà opportuno esprimere un
proprio voto positivo su questa variante, è chiaro che bisogna andare a rivedere,
ristudiare l’assetto viario della zona e non solo quella. Va anche valutato il ristudio
anche, e quindi caleranno gli indici, le densità della zona B4 del Villaggio Mosè –
Cannatello in quanto adiacente alla sottozona D1. E allora su queste perplessità io
invito i tecnici ad esprimersi, vorrei capire, perché a me non mi risulta. Qualcuno
dice che i progettisti sono d’accordo, ma io documenti scritti non ne vedo. (voce fuori
microfono) Va bene, me le faccia leggere lei, lo vedo un po’ nervoso, Consigliere
Calabrese, mi faccia concludere, così poi lei potrà replicare con i tempi dovuti,
eccetera, eccetera. Io esprimo queste mie valutazioni. Se lei non ritiene di
condividere lo dica in aperta democrazia, mi pare che nessuno lo condannerà per
questo, assolutamente. Allora, in effetti, avremmo preferito un coinvolgimento diretto
dei progettisti oggi in aula. Volevo sapere in tempo reale cosa mi pregiudicava
questa variante, cosa può pregiudicare il ristudio della viabilità, spostare la strada
sotto o se si ritiene di non farla proprio. Ma se non farla proprio, la norma di
attuazione, l’articolo 95 parla di viabilità, di ristudiare tutto. Come è che noi possiamo
trascurare questo aspetto? L’approvazione dei progetti ai fini del rilascio delle
concessioni e autorizzazioni edilizie, nonché il rilascio delle autorizzazioni
commerciali per nuove aperture, trasferimenti, ampliamenti, estensione di settore
merceologico riguardanti esercizi commerciali e centri commerciali, aventi una
superficie di vendita superiore ai 1500 metri quadri, cui faceva riferimento il collega
Hamel, sono subordinati alla valutazione di impatto sulla viabilità. I progetti e le
domande di autorizzazione commerciale devono essere accompagnati da idoneo
ristudio della viabilità dell'area. Siccome di viabilità mi pare che se ne è parlato poco,
vorrei sentire anche voi a riguardo. I progettisti ufficialmente si sono espressi?
Abbiamo documenti su cui i progettisti si sono espressi? Probabilmente mi sfugge. E
allora in questo caso rivedo la mia posizione. Ma se dicono e affermano che la
viabilità non è importante e che è già stata ristudiata anche in vista di questa
eventuale approvazione e che non comporta perdita di tempo, allora il Consiglio
valuterà anche ognuno per le proprie idee le proprie posizioni e poi l'altro aspetto
che vorrei rimarcare, il criterio della perequazione a mio avviso non viene osservato.
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Invito anche gli architetti ad esprimersi in merito, perché non concorrerebbero,
Architetto Baio, alla realizzazione dell’arteria, a prescindere se il CRU bocci questo
P.R.G. su cui tanto ci siamo dibattuti e abbiamo lavorato. E allora l’area, la variante
andrebbe a essere realizzata, però questa arteria rimarrebbe non realizzata. E poi,
Architetto Vinti, lei la volta scorsa diceva e mi pare che lo ha ribadito anche
quest’oggi, che il progetto è un progetto di un piano di lottizzazione in ambito chiuso,
se non mi sbaglio. È così? (voce fuori microfono) Sì. Previsto dalla legge, la 22 del
‘99, però a riguardo volevo capire se c’era anche lo schema di convenzione allegato
e quindi i relativi progetti esecutivi e se anche in merito mi può dare una risposta,
perché se non mi sbaglio questo ambito chiuso prevederebbe anche uno schema di
convenzione con eventuale allegato, eccetera, eccetera. (voce fuori microfono)
Architetto Vinti, io il progetto non l’ho preso. Io faccio queste domande a lei, se poi
gentilmente mi potrà… Io per il momento concluderei il mio intervento, attendo
doverose risposte da parte dei tecnici responsabili in merito alle perplessità che ho
avanzato.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Calabrese, prego.
CONSIGLIERE CALABRESE – Grazie signor Presidente, signori Assessori,
colleghi Consiglieri, signori tutti. Il collega Vaianella, che più volte mi ha citato, alla
fine ha fatto un discorso dal quale emerge chiaramente che non legge le carte,
perché il fatto stesso di chiedere se all’interno del progetto vi sia la convenzione, sta
a dimostrare che non legge le carte. Ma andiamo per ordine. Il collega Vaianella
contestava il discorso che io facevo sul libero commercio e quindi sulla concorrenza,
perché i grandi centri commerciali non abbattono i prezzi, non vi è un risparmio per i
nostri concittadini, per le massaie, come dicevo io, e financo per le famiglie, caro
Consigliere Vaianella, che purtroppo con il caro euro, con quello che vogliamo, non
arrivano più a fine mese, siccome tu sei ancora scapolo, sei single e forse non vai a
fare la spesa, io vado a fare la spesa perché ho moglie e figli e mi accorgo quando
vado nei supermercati, caro collega Vaianella, che il libero mercato produce la libera
concorrenza, produce proprio un abbassamento dei prezzi e vedo la gente che va a
fare la spesa e va a prendere questi prodotti in quel supermercato, gli altri prodotti li
va a prendere nell’altro e così via. Io sono convinto che i centri commerciali
possono abbassare i prezzi per quanto riguarda il consumo alle famiglie, ne sono
convinto. Tu sei convinto di un’altra cosa. Ma io dicevo un’altra cosa l’altra volta. Io
sostenevo questo: se il grande centro commerciale farà chiudere qualche piccolo
esercizio, ebbi a dire l’altra volta, me ne duole il cuore, ma non penso che siamo
insorti quando i supermercati hanno decretato la morte delle botteghe di quartiere,
perché di fatto i supermercati hanno fatto questo, anzi tutti andiamo ai supermercati.
La responsabilità non è del supermercato che fa chiudere la bottega di quartiere, la
responsabilità è del cittadino che evidentemente trova più convenienza ad andare in
questi posti. Questo per quanto riguardava il discorso della convenienza dei prezzi o
meno. Tra l’altro, se non ricordo male, perché sono stato costretto a rileggermi
50.000 volte queste carte per questo momento di confusione che volutamente forse
si è voluto fare innescare nei consiglieri comunali. Se non ricordo male mi pare che il
30 per cento della cubatura di questo centro commerciale è riservato proprio a
quelle piccole attività che là dentro si vogliono spostare. Quindi, il grande centro
commerciale, di cui stasera stiamo ancora una volta discutendo, prevede anche
questa piccola opportunità per i piccoli commercianti, che se vogliono si possono
trasferire là dentro. Questo per un momento di ulteriore chiarezza al collega
Vaianella che faceva confusione e fa maggior confusione quando sostiene che
l’assorbimento dell’indice di fabbricabilità di questo centro commerciale va a
danneggiare gli indici di fabbricabilità del Piano Regolatore Generale. È un’eresia,
perché gli indici di fabbricabilità per i centri commerciali o per il commercio non
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incide sugli indici di edificabilità della residenza e di quant’altro. (voce fuori
microfono) Io ti ho ascoltato con pazienza e ora ti do le risposte che meriti. Dici
un’eresia perché una cosa è la volumetria per il commercio e una cosa è la
volumetria per la pubblica residenza, perché tutte le aree… anzi ti debbo dire che
questo centro commerciale, per come scrivono i progettisti, e questa è un’altra
conferma che non leggi le carte, per come scrivono i progettisti, questo centro
commerciale è al di sotto degli indici previsti per quella zona. (voce fuori microfono)
Forse non sei più connesso quando parli e quindi perdi le cose che dici, non te le
ricordi più. Per quanto riguarda le domande che faceva agli architetti, gli architetti
Baio e Campanella hanno già risposto. Qua vedo la firma dell’Architetto Baio e
Campanella e testualmente leggo: l’approvazione degli emendamenti concernenti la
prescrizione Mosè – Mercato con lo spostamento del mercato ortofrutticolo, dell’area
Asi, ripropone la collocazione all’interno della stessa prescrizione di una grande
struttura di vendita o di centro commerciale integrato. Si ritiene, e questo lo dicono i
progettisti, non lo dicono gli architetti, perché lo riportano sottolineato e in corsivo, lo
dicono i progettisti, vatti a leggere le carte, “si ritiene che tale destinazione sia
ammissibile dal punto di vista urbanistico, vocazione commerciale dell’insediamento
di Villaggio Mosè”, lo dicono i progettisti, “ed infrastrutturali, buona collocazione nella
maglia stradale di previsione del piano”. Collega Vaianella, vatti a leggere le carte
che ti producono gli uffici, non facciamo perdere con quesiti inutili tempo agli uffici,
vattele a leggere queste cose, perché sei disattento, caro collega Vaianella. ”Dal
punto di vista dell’edificabilità la soluzione ottimale è costituita dagli indici previsti
nelle norme tecniche di attuazione per la sottozona D1. Si vuole continuare a fare
innescare ancora procedimenti di confusione all’interno del Consiglio comunale. E
allora, come ho detto l’altra volta, ripeto anche stasera: la realtà è una e la realtà è
quella che all’inizio nel suo discorso faceva il Consigliere Hamel, quando sosteneva
politicamente “si è d’accordo alle grandi strutture di vendita o si è contrari?”. Il
Consiglio su questo si doveva esprimere, ma non stasera, 7 mesi fa quando è
arrivata in Consiglio comunale questa cosa, perché tutto il resto è aria fritta e ve lo
dimostra il fatto che vi è allegato alle carte il parere del CRU che ha esaminato tutti
gli atti contenuti in questa variante e dal punto di vista tecnico nulla ha avuto da
rilevare o da eccepire, tant’è che ha espresso parere favorevole. Ora vale la pena
ricordare che il CRU è un organo che io chiamo sovracomunale. Il CRU è un organo
sovracomunale, il quale ha analizzato tutta la procedura della variante, l’ha
analizzata in tutti i suoi aspetti e li scrive e cita le note che sono trasmesse, cita la
nota dell’Architetto Quintini, cita le note dell’Architetto Vinti, nella quale poi attesta,
caro collega Hamel, ed è nel voto del CRU, che ha già attestato l’Architetto Vinti
nella sua relazione, non individua aree idonee destinate all’insediamento
dell’impianto produttivo di cui si parla. In considerazione alle caratteristiche che le
aree devono avere, secondo quanto previsto nel progetto e dalla legge regionale
28/99 del decreto presidenziale 11 luglio 2000. Quindi, già lo ha detto, Consigliere
Burgio, che le zone D1 previste nel vigente piano non erano adatte a potere ospitare
questo insediamento, in funzione delle norme previste dal decreto 11/07/2000.
Allora cosa voglio dire? Poi uno si stanca sempre a ripetere le stesse cose, costretto
dalla disattenzione di qualcuno. Tra l’altro le norme di salvaguardia al vigente P.R.G.
scattano, per come anche citano gli uffici nella risposta del 3 dicembre 2004… “In
merito alle misure di salvaguardia si rileva che la problematica riguarda istanze
presentate per la richiesta di concessioni o di autorizzazioni in corso e non di
richieste in variante al P.R.G.”, infatti il secondo e terzo comma… ritornando al
discorso che facevi per quanto riguarda i piani costruttivi, a tutti piace fare politica, a
tutti piace accattivarsi la simpatia dei cittadini, però bisogna dire le cose come
stanno, Consigliere Vaianella, perché tu hai la memoria corta. In sede di piani
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costruttivi, se ti ricordi bene, i piani stessi erano in contrasto con tutto il P.R.G.. Là si
andava a modificare la volumetria prevista nel P.R.G.. Là si andava a modificare
tutto l’assetto del P.R.G., tant’è che questo Consiglio, con la riunione di maggioranza
fatta prima dall’Amministrazione e dai capigruppo della maggioranza, con i
Presidenti delle Cooperative, con la conferenza dei capigruppo fatta con le
cooperative fu chiesto alle cooperative di ritirare i progetti per adeguarli a quelli che
erano gli indici previsti dal P.R.G., e agli atti risulta la risposta dei Presidenti delle
Cooperative, che dicevano che non potevano ritirare i progetti stessi in quanto lo
dovevano fare convocando l’assemblea dei soci. Lo abbiamo chiesto alle
cooperative, caro Collega Vaianella, non è così come dici tu per amor di verità
bisogna dire le cose come stanno. Ma tu hai disattenzione perché forse sei
impegnato nel tuo lavoro e non riesci a leggerti bene le carte e hai purtroppo la
memoria corta. Quindi, noi ci troviamo di fronte a un problema che secondo me è di
natura politica, perché altri aspetti non ve ne sono. E il problema che uno deve
sciogliere è: sono d’accordo ai centri commerciali o no? I punti di risposta sono due:
se sono d’accordo al centro commerciale, bene. L’altra volta ho detto che bisognava
vedere la legittimità degli atti, la legittimità degli atti mi proviene dal parere che è
stato espresso dal CRU che ha esaminato tutta la procedura riguardante questa
variante, quindi non ho nulla da andare a cercare. Se sono contrario ai piani
commerciali, tutto il resto non mi interessa, perché tanto sono contrario. Quindi, se la
procedura è stata rispettata o non è stata rispettata, poco mi importa, sono contrario
e voto contrario. Se sono a favore non ho nessun problema, perché sono garantito
da quello che mi hanno detto i tecnici e da quello che mi dice il CRU che ha già
approvato in variante questo progetto. Questo per quanto mi riguardava per le cose
per le quali sono stato chiamato in causa. Ritorno a dire: io sono a favore del centro
commerciale, secondo me fa risparmiare la gente, produce lavoro e occupazione, dà
la possibilità al piccolo esercente di incrementare ulteriormente i propri introiti
andandosi a collocare possibilmente anche all’interno del centro commerciale
perché il 30 per cento della volumetria è riservata a loro e quindi ritengo che tutto
quello che si voglia dire o si voglia fare deve arrivare a una conclusione. E la
conclusione qual è? La conclusione è che bisogna dare risposta ai cittadini che
presentano le istanze prima, ai cittadini che aspettano le opportunità di sviluppo di
questa città. Non ci lamentiamo quando poi siamo ultimi in tutte le classifiche
nazionali, quando diciamo: siamo indietro di venti anni. Questa è una operazione
che per Agrigento comporta un impegno di spesa di 100 milioni di euro. E non posso
stare qua ad andare a fare il processo alle intenzioni se i centri commerciali sono o
non sono delle lavatrici per il riciclaggio, perché non è una cosa che mi compete,
altre istituzioni devono vigilare su questo, non è una cosa mia che faccio il processo
alle intenzioni, non ti faccio fare il centro commerciale perché si potrebbe ipotizzare,
come da qualche parte politica viene, che il centro commerciale potrebbe essere un
momento di eventuale riciclaggio. Altre istituzioni sono preposte a controllare che
questo non avvenga. Io sono preposto a dire se voglio sviluppo per Agrigento, se
credo che Agrigento meriti un centro commerciale o non lo meriti, se produce o non
produce sviluppo, economia e occupazione. Questi sono i problemi che ci dobbiamo
porre e ai quali dobbiamo dare risposta. Poi, quando avremo dato le risposte, non ci
dobbiamo piangere addosso se siamo venti anni indietro rispetto al resto d’Europa.
Grazie Presidente.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Tortorici.
CONSIGLIERE TORTORICI – Signor Presidente, colleghi Consiglieri, signori
Assessori, consentitemi di esprimere il mio parere per quanto concerne la nascita di
questo grande centro commerciale, che senz’altro porterà sviluppo nella città di
Agrigento. Caro Maurizio Calabrese, ad Agrigento si parla solo di veleni, veleni. Per
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questa città non si vuole fare niente, Caro Calabrese. Siamo bravi a fare tavolate,
parlare e parlare. Quando abbiamo la possibilità di fare qualcosa facciamo veleni.
Come ho letto giorni fa in un quindicinale agrigentino, il sottoscritto Arturo Tortorici di
Alleanza Nazionale fa da spalla al Consigliere Arnone. Mi scusi, Consigliere Arnone,
lei come sta votando per i centri commerciali? Lei vota no? Io voto sì. Sa perché
voto sì? Perché sono un uomo libero, non ho pupari alle spalle e desidero che
questa città di Agrigento voli alto, non con le parole, ma con i fatti, cari colleghi, e
non con le poesie, perché il sottoscritto non ha nessun interesse di nessuna cosa.
Parliamo di Firenze, parliamo del nord, parliamo di Catania. Cosa facciamo ci
trasferiamo a Catania o a Firenze? O viviamo in questa città dei veleni? Cosa
facciamo? Parliamo, parliamo. Diamo risposte serie alla città. I nostri cittadini sono
stanchi, la gente sta scoppiando, l’euro ci sta mangiando vivi, ben vengano cento
centri commerciali nella città di Agrigento, l’importante che dia sviluppo e lavoro e
che le assunzioni si facciano tramite l’Ufficio di Collocamento, no le assunzioni
clientelari, che ci sono tanti giovani che oggi sono anziani che aspettano risposta da
questa città. Cari Consiglieri comunali, rimbocchiamoci le mani, usciamo il petto in
fuori e diamo risposta ai nostri elettori, quelli che ci hanno votato, cari consiglieri
comunali. Qui ci dobbiamo battere, su queste tematiche, non sui discorsi del teatrino
della politica dei veleni, l’aeroporto non si fa, l’aeroporto si fa, c’è questo, c’è quello.
Questo Consiglio sta diventando un’aula di Tribunale. Noi il Tribunale lo facciamo
giudicare ai giudici, sono loro che devono giudicare e se qualcuno è bravo quando
scrive nelle lettere anonime, abbia il coraggio di firmare le lettere, no di lavorare
nell’anonimato, sempre contro questa città. Ci dobbiamo svegliare, cari consiglieri, ci
dobbiamo assumere le responsabilità che i nostri elettori ci hanno demandato, no
che dobbiamo stare qui a fare teatrino. Comunque io sono convinto perché la
proposta che è stata portata alla variante urbanistica è stata portata in Consiglio dai
tecnici e vistata anche da parte del Sindaco e la legalità e la legittimità c’è e me la
confermate voi, e io me ne assumo le responsabilità. Io voglio sì che qui ad
Agrigento nascano i centri commerciali. E poi non mi venite a raccontare che
muoiono le piccole imprese, ma cosa muore? Abbiamo il dragone rosso ormai!
Forse non seguite la televisione, la via Imera la possiamo chiamare via China Town.
I nostri cittadini sono liberi di comprare in un mercato libero. Siamo proiettati nel
terzo millennio, cari colleghi consiglieri, non siamo proiettati negli anni sessanta.
Concludo, cari consiglieri comunali, io sono favorevole all’approvazione della
variante urbanistica e me ne assumo le responsabilità, a condizione che i pareri
sono legali perché io sono per la legittimità. Ma visto e considerato che l’atto è stato
portato in Consiglio, è stato portato un atto abbastanza legale, limpido e trasparente.
E colgo l’occasione per fare i migliori auguri ai nostri concittadini per questa Santa
Pasqua. Cari colleghi Consiglieri, auguri o voi e ai vostri figli.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – C’era il Consigliere Vaianella che doveva
intervenire di nuovo.
CONSIGLIERE VAIANELLA – Caro collega Calabrese, quando dice che il
sottoscritto non si legge le carte, eccetera, eccetera, lei deve anche stare attento a
quello che dicono gli altri, perché è stato totalmente disattento nel corso del mio
intervento. Io facevo rilevare, e su questo lei non si è per nulla soffermato ai
cosiddetti criteri di perequazione che, con l’approvazione di questa variante, non
verranno sicuramente osservati. Lei, altri colleghi, anche io avevo detto nel mio
intervento ci siamo tanto dibattuti affinché questi criteri con determinazione
venissero rispettati e con questa variante sicuramente non vengono rispettati. Verrà
avvantaggiata una parte di quell’area per la creazione di questa struttura di vendita e
sicuramente le parti adiacenti non ne trarranno sicuramente vantaggio in quanto
dovranno concorrere alla realizzazione di un servizio, cioè la strada. Quando parlavo
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di indici era anche disattento il collega Calabrese, perché io facevo riferimento agli
indici che i tecnici poi quando interverranno è da loro che io vorrei risposte, non
certamente dal collega Calabrese, perché vedo che non è molto sereno questa sera,
è molto nervoso, in considerazione del fatto che io sono intervenuto e intervengo
con una tranquillità estrema. Ho semplicemente fatto rilevare alcune mie perplessità
e non capisco questa veemenza, questo attacco un po’ forte, per non usare altri
termini, da parte del collega non lo percepisco. Allora io facevo riferimento e lo
ribadisco ancora tuttora sul discorso di questa importante strada su cui il Consiglio si
è tanto dibattuto e che rimando di nuovo ai tecnici, perché il collega Calabrese su
questo aspetto, che era poi quello più importante a cui io mi riferivo, non si è per
nulla espresso. Quindi, riepilogo un po’ le mie osservazioni in merito. È una variante
al P.R.G. e nella parte della delibera voi scrivete che è demandata alla realizzazione
della prescrizione esecutiva 6, ed è così, e nessuno e il collega Calabrese in merito
non è intervenuto, ed è strano. Secondo, se già avete programmato la variazione
dell’assetto viario. Dove andrà a nascere questa strada, Architetto Campanella?
Diciamolo ai nostri cittadini. Siccome qualcuno diceva che già i progettisti avevano
recepito e che andava bene la variazione, eccetera, eccetera. Vorrei capire se già è
in progetto un’altra variante e in tal caso se non va ad inficiare altri indici della zona
D4 Villaggio Mosè – Cannatello, che è adiacente, non quella del Centro
Commerciale. Collega Calabrese, lei è disattento, dicevo e lo ribadisco. Allora su
queste perplessità vi prego di intervenire. Signor Presidente, la prego di fare
intervenire i tecnici, cosicché se ci sono altre cose che il collega Calabrese deve
dire, può farlo in seguito. A mio avviso la cosa più coerente, come senso di
procedere ai lavori, perché a fare tutte queste domande mi sa che poi i nostri cari
tecnici poi potranno perdere le file. Sarebbe opportuno a mio avviso farli intervenire,
cosicché il dibattito può anche svolgersi in una direzione diversa e migliore. Grazie.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Alfano prego.
CONSIGLIERE ALFANO – Signor Presidente, signori Assessori, signori Consiglieri,
io non ho l’oratoria di chi mi ha preceduto né l’irruenza, però mi limito a leggere e a
chiedere qualche cosa ai signori dirigenti, cioè il senso e il significato di quanto
hanno scritto in una prima relazione datata il 3 dicembre del 2004, all’ultimo
capoverso: “Alla luce di quanto sopra, l’approvazione del centro commerciale in una
fase antecedente alla definitiva conclusione dell’iter del Piano Regolatore Generale,
ivi compresa la suddetta prescrizione esecutiva, andrebbe ad incidere in maniera
cogente sulle previsioni urbanistiche che dovranno attuarsi nella fase successiva
mediante la redazione e approvazione della prescrizione esecutiva di Mosè Mercato
e si configurerebbe come variante al Piano Regolatore Generale medesimo, nel
senso che non verrebbe rispettata la norma di cui sopra, che rinvia i singoli interventi
alla approvazione della prescrizione esecutiva”. Successivamente, in risposta al
Consigliere Arnone voi rispondete, sempre all’ultimo capoverso: “In ultimo si vuole
ricordare, per come già comunicato al dirigente dello Sportello Unico, con nota e per
conoscenza anche al Presidente del Consiglio, che qualora risulti necessario e
indifferibile procedere in questa fase di adozione del nuovo Piano Regolatore
Generale, alla trattazione della variante della ditta Moses”, e poi tutto il resto che voi
ben sapete e che si riallaccia a quello che io ho letto precedentemente. Desidererei
che voi mi spiegaste il perché avete scritto “necessario ed indifferibile”. Come
conclusione, come terzo punto che vi chiedo, è mio potere come Consigliere
comunale, in questo particolare momento, incidere senza incorrere in un reato su
tutto questo iter procedurale del nuovo Piano Regolatore? Cioè effettuare varianti o
meno? Posso io farle? Perché si tratta logicamente che se si incorre in un reato,
noialtri è inutile che andiamo a votare, se non si incorre in un reato, non vedo il
motivo per cui non si debba andare a votare. Questi sono i miei quesiti. Poi, per
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quanto riguarda tutta la problematica riferentesi a questi grandi centri commerciali,
una delle regioni, che è stata la prima a farli, è stata la regione Toscana, che non mi
pare che sia una regione a conduzione di centrodestra ma tutt’altro. Però c’è
un’alternarsi, ci sono regioni che sono di centrodestra, in cui la sinistra è contro,
regioni in cui il governo è di centrosinistra in cui quelli di centrodestra sono contro.
Mi sembra che quando si vuole approfondire questo discorso, si faccia un discorso
molto puerile, non bene articolato, perché non ci sono dei dati tali che possano darci
delle sicurezze o delle tranquillità. Si fanno soltanto delle scelte che si crede siano
piuttosto buone per la cittadinanza. E allorquando si vuol dire e si parla che possono
incidere negativamente sui Centri Storici, si sappia che la legge che regola questa
situazione, il commercio qui in Sicilia, prevede proprio la possibilità di salvaguardare
i Centri Storici e le piccole e le medie imprese e le cosiddette botteghe rionali. E tutto
questo viene contemplato dalla vigente normativa, come tutto, come anche i grandi
centri commerciali vengono contemplati da questo. Bisogna scegliere se Agrigento
si vuole dare una fisionomia più nuova o meno, con tutte le problematiche inerenti, a
cui nessuno penso possa avere il toccasana oppure la possibilità di rispondere in
maniera veramente profonda e abbastanza specifica.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Prego Architetto Campanella.
ARCHITETTO CAMPANELLA - Noi speriamo di essere abbastanza chiari in merito
al Piano Regolatore in itinere e quindi in merito al Piano che è stato adottato l’anno
scorso anche in relazione agli emendamenti. Noi, io e l’Architetto Baio, siamo
responsabili di questo procedimento e su questo ci limitiamo a rispondere e sulla
base di questo daremo le spiegazioni che vogliono i consiglieri. Per fare la
spiegazione della situazione a carattere generale, voglio ricordare che questo
Consiglio comunale, nell’ambito di tutti quegli emendamenti che sono stati discussi
ed approvati, ha approvato pure un emendamento unitario, che era l’emendamento
unitario che scaturiva da una omogenizzazione di tutti gli emendamenti singoli
presentati, tra cui c’era l’emendamento della Commissione consiliare e gli
emendamenti dei singoli consiglieri, e questo emendamento unitario, che sostituiva
completamente quelli precedentemente proposti, parlava di una valutazione e quindi
di un demandare ai progettisti di una valutazione della possibilità e della
compatibilità di potere andare a inserire questo centro commerciale, che era in una
avanzata fase di definizione come variante urbanistica, all’interno di quella zona
denominata Mosè Mercato, che era la prescrizione esecutiva N. 6. Tutti voi sapete
che sono state rinviate le prescrizioni esecutive nel dibattito consiliare, che sono
state alcune eliminate, alcune sostituite e che nella sostanza la rimodulazione
portata dava un’indicazione di andare a predisporre ben 5 prescrizioni esecutive
contro (p.i. audio distorto) che precedentemente erano state indicate. Tra queste
prescrizioni quella della Città Mercato era stata riconfermata nella sua totalità come
perimetro ed erano state
eliminate soltanto alcune destinazioni che erano
incompatibili con quel sito. Per cui i progettisti, quando poi hanno prodotto il progetto
rimodulato, che voi tutti sapete che già è pronto e già è all’esame del Consiglio
comunale nella fase istruttoria per la Commissione consiliare e al Genio Civile per
l’approvazione definitiva ai sensi dell’articolo 13 e poi per la presa d’atto definitiva in
Consiglio comunale, questa prescrizione esecutiva, i progettisti per come è stato
edotto anche dal Consigliere Calabrese, hanno giustamente valutato e dato una
risposta nel merito. E hanno detto che la realizzazione di questo centro commerciale
è ammissibile nell’ambito di questa prescrizione esecutiva ed è ammissibile anche
nella sua definizione come indici edificatori. Evidentemente i progettisti dicono pure
che la prescrizione esecutiva è una imposizione di legge, si andrà a fare dopo che
saranno espletati gli iter necessari alla presa d’atto, alla rimodulazione, eccetera e di
conseguenza i progettisti stessi dicono che la prescrizione esecutiva nella sua
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totalità entra in funzione non appena si completa l’iter, con la considerazione e con
la valutazione che quella grande struttura di vendita può essere inserita ed è con la
rimodulazione, che per come abbiamo comunicato più volte con quegli atti che noi
abbiamo prodotto al Consiglio comunale e ai consiglieri che hanno fatto richiesta,
abbiamo sempre detto che ancora il Consiglio comunale non ha preso atto di questa
rimodulazione. Quindi, evidentemente la prescrizione esecutiva può contemplare
nell’interno di questa sua natura di grande concorso a carattere terziario e
commerciale, ma evidentemente la può contemplare nella sua fase definitiva
soltanto a completamento dell’iter amministrativo. Ecco perché si dice: qualora il
Consiglio comunale, visto che sta oggi discutendo questa variante, lo ritiene utile,
indifferibile e quindi urgente, perché è una delibera approvata e una delibera di
pubblica utilità equivale a questo, evidentemente questo diventa un fatto che
determina una modifica di quello che noi abbiamo già concordato, nella convinzione
che il Piano Regolatore va in questo senso, ma va in questo senso una volta
completato l’iter amministrativo. Ecco perché noi nelle nostre lettere abbiamo
sempre sostenuto che questa con la rimodulazione è compatibile. Evidentemente
prima, quando noi abbiamo discusso il Piano Regolatore, quindi gli emendamenti, la
situazione per come già abbiamo pure detto e scritto, non era contemplata alla
grande struttura di vendita perché non era stata fatta neanche la richiesta e non era
stata neanche avviata la conferenza dei servizi, non era stato avviato l’iter
amministrativo che la legge regionale prevede per le strutture di vendita, per cui i
progettisti, che nell’ambito del progetto di Piano Regolatore hanno già previsto lo
schema commerciale, e noi l’abbiamo sempre ripetuto e sempre comunicato, non
hanno lì per quella area, per come indicata nelle norme di attuazione, evidenziato la
possibilità di grande struttura di vendita, perché è stata evidenziata la possibilità
della prescrizione esecutiva e quindi demandava la prescrizione esecutiva a quella
attività del Piano Particolareggiato. Allora, che cosa succede nel momento in cui noi
andiamo a perfezionare questa variante? Evidentemente questa variante approvata
dal Consiglio comunale, per come il Consiglio comunale in questo anno ha
approdato o quantomeno ha discusso, alcuni li ha approvati, alcuni li ha bocciati, ha
discusso ben tredici varianti allo strumento urbanistico vigente e di conseguenza a
modifica del Piano Regolatore adottato. Alcuni erano modifiche, alcuni erano già in
sé confrontati nel Piano Regolatore nuovo e quindi non erano modifiche. Noi come
Ufficio di Piano abbiamo sempre dato l’attestazione, perché è una norma, una prassi
che già abbiamo consolidato all’Ufficio Tecnico, che come diamo la certificazione di
destinazione urbanistica con la doppia conformità, sulle varianti urbanistiche è
regola dentro il Comune di Agrigento, ed è regola penso in tutti gli altri comuni,
valutare le varianti sulla base del Piano vigente, che è quello che tuttora è valido e
che non scade sostanzialmente, e sulla base del piano che abbiamo proposto,
adottato e che andremo possibilmente a trasmettere all’Assessorato Territorio e
Ambiente. Evidentemente quando noi abbiamo proposto tutte le varianti che sin qui
si sono esaminate dopo l’adozione, è stato obbligo e dovere d’ufficio valutare anche
le implicazioni all’interno del Piano Regolatore adottato, guai se non fosse così,
perché il Consiglio comunale non si può mettere nelle condizioni di valutare sulla
pienezza delle sue funzioni. Abbiamo detto per i programmi costruttivi le implicazioni
che avevano con il nuovo Piano, evidentemente vi sono implicazioni di carattere
demografico, quindi di crescita demografica, implicazioni che confliggevano con
quello che era stato programmato e che chiaramente, qualora comunque il Consiglio
l’avesse sempre approvato, andavano a rimodulare in maniera sostanziale il Piano
Regolatore adottato, non è che non lo poteva fare il Consiglio comunale, era nella
sua pienezza di poteri farlo. Ha ritenuto opportuno rimodulare, demandando, e noi ci
stiamo attivando in quel senso. Altre varianti che abbiamo approvato riguardavano
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piccole modifiche al piano vigente e al piano adottato e questa variante che si sta
discutendo, riguarda in una certa maniera determinante, la prescrizione esecutiva
Mosè Mercato. È chiaro che le prescrizioni esecutive che noi abbiamo approvato,
noi come Ufficio Tecnico abbiamo portato avanti e che i progettisti sulla base dello
schema di massima hanno presentato al Comune, prevedono quel principio
generale che è la perequazione, che si è sempre data a questo Consiglio anche
negli anni passati nell’accettare le direttive, lo schema di massima e di conseguenza
nell’applicarle nel progetto nuovo. La perequazione è un fatto che è negativo per
Agrigento, ne abbiamo discusso, sappiamo tutti che compartecipano tutti nella
realizzazione di quella struttura di quel Piano Particolareggiato. Sono stati previsti
dei comparti edificatori. All’interno di questi comparti edificatori saranno previsti dei
fabbricati da realizzare, questi fabbricati concorreranno alla sommatoria delle spese
da sostenere per fare l’urbanizzazione primaria e secondaria e difatti il piano si
andrà a realizzare secondo le regole che la nostra legge regionale permette, non
cose astratte. Quando il Consiglio comunale oggi, valutando la necessità o meno,
quindi il fatto politico, come diceva il Consigliere Calabrese, sulla possibilità oggi di
andare ad approvare, diventa un fatto determinante per dopo. Quindi, questa
porzione di 40 ettari mi sembra, verrà stralciata da 4 ettari. Verrà stralciata da questo
ambito della prescrizione esecutiva, diventa un fatto a sé già imposto. Noi quando
andremo a rimodulare con i progettisti del Piano sulla prescrizione esecutiva, non ne
terremo conto. Quindi, questa area di fatto, come dice il Consigliere Vaianella, non
parteciperà alla formazione della prescrizione esecutiva secondo la perequazione.
Evidentemente non è un fatto che può incidere in maniera determinante, perché il
Piano Regolatore è un piano che come tutti i piani è sempre flessibile, è sempre
adattabile alle esigenze. Andremo noi a valutare quella prescrizione senza
quell’area. Quell’area sarà un corpo a sé dovuto dal Consiglio comunale nella
convinzione che, qualora va ad approvare un Piano Regolatore, a prendere atto e
poi a trasmettere un Piano Regolatore, sa che comunque è nell’indirizzo della
destinazione di zona. Io penso che su queste situazioni di carattere generale sia
stato abbastanza chiaro. Per quanto riguarda la viabilità, evidentemente il discorso
che faccio io è un discorso che è determinante oggi, cioè questa prescrizione
esecutiva, nel momento in cui l’area destinata al centro commerciale non ci sarà più
all’interno della prescrizione esecutiva, i progettisti che ancora devono rimodulare,
ricompletare, andranno a modificare questo tracciato viario, perché è la volontà del
Consiglio comunale oggi ad andare ad approvare questa variante. Quindi, noi
faremo la riconfigurazione secondo quella che sarà la situazione… noi no, i
progettisti chiaramente. Evidentemente la strada che non è una strada modificata
con gli emendamenti, è una strada che si è valutata positivamente e che è stata
inserita secondo un criterio. Quindi, questa strada è una arteria che si va a
raggiungere, che è stata reputata dal Consiglio nelle sue valutazioni necessaria.
Mettiamo che soltanto perché è stata reputata necessaria, oggi non può approvare
la variante, perché approvare la variante è prerogativa assoluta del Consiglio
comunale. (voce fuori microfono) La strada c’è sempre stata nel progetto, quindi
questo problema non ne porta. Per quanto riguarda… e mi allaccio al discorso che
ha detto il Consigliere Calabrese, noi con questa variante, che eventualmente si va
ad approvare, essendo un indice edificatorio di carattere commerciale, quindi l’indice
è sull’attività commerciale, non è sulle residenze, per cui noi non andremo a
rimodulare niente rispetto al nuovo Piano e di conseguenza questa variante,
qualora si dovesse approvare, non va a incidere sull’indice territoriale previsto dalla
zona a prescrizione esecutiva. Le spese di urbanizzazione, evidentemente per come
ho detto prima, non saranno calcolate più in relazione a questo ambito perché
questo ambito viene estrapolato, viene non compartecipato all’interno di questa
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prescrizione, ma è chiaro. (voce fuori microfono) Vengono ripartiti secondo i
partecipanti ai comparti della prescrizione esecutiva, che non verrà più compresa di
questa porzione, che è una piccola porzione all’interno di un… è molto semplice
questo. (voce fuori microfono) Pagheranno con partecipanti alla edificabilità prevista
nella prescrizione esecutiva, meno questa zona. (voce fuori microfono) Non lo so se
pagheranno perché è tutto in funzione della delibera che si va ad approvare. Io non
lo so che cosa prevede. Parlavano di lottizzazione, parlavano di ambiti chiusi, ma
non è competenza mia perché non mi occupo della proposizione della variante.
(voce fuori microfono) Il problema delle case, noi sulle carte che abbiamo, non si
pone. Se poi ci sono state delle concessioni edilizie rilasciate prima dell’adozione,
perché l’adozione è stata applicata proprio per evitare di creare nuove incongruenze
con il Piano Regolatore, questo non lo sappiamo, ma lo possiamo andare a
verificare. In ogni caso il problema della strada non è un problema irrisolvibile,
perché siamo in una fase in cui ancora la prescrizione esecutiva non è stata redatta.
Siamo in una fase in cui ancora noi, per la legge che ce lo consente e per una
celerità di discussioni, non abbiamo portato le prescrizioni esecutive. Non ci sono a
mio giudizio, quando il Consiglio comunale valuta una variante, problemi di carattere
legale, perché è nell’ambito delle funzioni del Consiglio valutare, anche su un piano
in itinere. I problemi legali sono secondo me legati ad altri aspetti, ma io non penso
che ci sia in una valutazione politica di variante.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Prego Consigliere Arnone.
CONSIGLIERE ARNONE – Io le chiederei di fare completare il ragionamento che ha
proposto l’Architetto Campanella all’Architetto Vinti, perché il tema che l’Architetto
Campanella ha lasciato aperto, quello della… (voce fuori microfono).
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Interviene Calabrese che deve fare una
domanda e poi interviene Vinti.
CONSIGLIERE CALABRESE – Io intervengo perché ho una sola domanda, ed è
secca, all'Architetto Campanella. Rispetto alle norme di salvaguardia la variante in
oggetto è in contrasto con il P.R.G. adottato?
ARCHITETTO CAMPANELLA – Consigliere Calabrese, le misure di salvaguardia
per come noi abbiamo già pure ripetuto nella nostra nota, si applicano soltanto per il
rilascio di concessioni edilizie. Le concessioni edilizie che noi oggi rilasciamo, per
l’applicazione di (p.i. audio distorto) devono essere conformi sia al vecchio che al
nuovo e né in contrasto con l’uno e né in contrasto con l’altro. Per quanto riguarda le
varianti, le misure di salvaguardia non sussistono perché sono varianti, cioè
modifiche di cose già fatte. Nel caso nostro noi abbiamo la necessità di farne due,
qualora si approva.
CONSIGLIERE CALABRESE – È in contrasto con quello che è il piano adottato,
questa variante?
ARCHITETTO CAMPANELLA – Abbiamo spiegato, e spero di essere stato chiaro,
per venti minuti, in che termini andiamo a incidere. Io ho detto che noi siamo per la
rimodulazione che ancora in Consiglio comunale non è arrivata, però con le
indicazioni che noi già abbiamo dalle carte, questa variante si inserisce nell’ambito di
una situazione già programmata di attività commerciale. Questo è un fatto chiaro e
le carte lo dicono.
CONSIGLIERE CALABRESE – Quindi non è in contrasto né dal punto di vista di
destinazione del nuovo Piano né dal punto di vista degli indici edificatori?
ARCHITETTO CAMPANELLA – È semplicemente una situazione di fatti cogenti
rispetto a una programmazione che dobbiamo fare. Noi dobbiamo solo prendere atto
di una volontà del Consiglio comunale. È chiaro che noi vi andremo a estrapolare
quella che sarà la zona interessata dalla variante. Nella variante non comparteciperà
più all’interno della prescrizione N. 6 o 4, quella che è.
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CONSIGLIERE BURGIO – Architetto Campanella, lei ha detto che questa area
verrà stralciata dal piano e che attualmente il 29 aprile del 2004 questo Consiglio
comunale ha accettato che nella prescrizione esecutiva 4 Mosè Mercato, su quelle
aree, scorresse una strada. Una volta che lei prende atto, non è che le cose restino
tali e quali, questa strada dovrà pur farsi, perché altrimenti verrebbe meno il criterio
della viabilità, quindi andrebbe a modificare quella che è la prescrizione esecutiva e
per questo si può definire variante al P.R.G. adottato?
ARCHITETTO CAMPANELLA – Sì, mi sembra che l’abbiamo questo già
evidenziato prima. La presa d’atto che si deve fare per il Piano Regolatore nuovo o
variante, che se ne voglia dire, è proprio in questi termini perché c’è oggi una
espressione di volontà che è questa e che anticipa quelle che sono le indicazioni
che noi abbiamo programmato per la prescrizione esecutiva. Evidentemente questa
area non sarà più facente parte della prescrizione esecutiva e noi nella
rimodulazione che dobbiamo fare sulla prescrizione, andremo a modificare. È chiaro.
(voce fuori microfono) Da l’anno scorso a ora abbiamo discusso, e di cui due non
sono state approvate. (voce fuori microfono) Vi dico quali sono: la prima è stata
delibera 126 del 2004, ampliamento della chiesa di Giardina Gallotti. Questa
variante era già contemplata all’interno del Piano adottato e noi abbiamo attestato
che non portava modifiche. (voce fuori microfono) Però era una variante al vigente.
Poi la strada di Piano Gatta con delibera 130 del 2004. Questa strada la Provincia
ha proposto il progetto per migliorare la viabilità. Era in contrasto con il vecchio e
con il nuovo. Abbiamo dato però parere favorevole perché era comunque un
incremento e un miglioramento della viabilità e non ci crea nessun problema ad
andarlo a inserire anche nel Piano nuovo. Poi abbiamo approvato l’ampliamento
della centrale eolica già precedentemente approvata. E anche questa è stata una
modifica al nuovo. Poi abbiamo approvato la rete ferroviaria, la velocizzazione della
rete ferroviaria, ne abbiamo discusso tempo fa, i due programmi costruttivi e tutti voi
sapete e il dibattito c’è stato e in ultimo abbiamo approvato il serbatoio idrico, che
ricade in una zona agricola. È chiaro che in quel momento la delibera è stata
approvata. Quella è un’opera di interesse pubblico, ha una valenza, diventa
determinante e noi ne prendiamo atto. Per me la valutazione è solo ed
esclusivamente nell’ambito delle vostre funzioni. (voce fuori microfono) Io non ho
detto cosa significa in termini di urbanizzazione, ho detto semplicemente che in sede
di prescrizione esecutiva e (inc.)alla prescrizione esecutiva, non ne prenderemo
conto perché già c’è una cosa approvata ed è quella, stop, e cammina per i fatti
suoi. (voce fuori microfono) Quelle non sono più cose che ci interessano alla
pianificazione della prescrizione esecutiva. La prescrizione esecutiva al suo interno
avrà le strade, le opere di urbanizzazione, le verifiche degli standard e quant’altro
necessita. Cioè se prima era 240.000 ettari, ora sarà meno 4.000 ettari… 4 ettari,
quello che è. Per noi non ci sono problemi, è solamente una valutazione di carattere
strettamente consiliare a valutare o meno la variante, proprio in sé come variante,
con la convinzione che noi come Ufficio di Piano abbiamo espresso le
considerazioni, le incidenze che ha sulla prescrizione esecutiva e quant’altro
concorre a questa prescrizione esecutiva.
CONSIGLIERE ALFANO – Lei poco fa mi ha risposto a quel quesito che io le avevo
chiesto e praticamente trattasi di un atto legittimo, almeno per quanto riguarda la
parte che le è propria, che è del suo ufficio, però a un certo punto nel suo parlare lei
ha parlato se è legittimità per altre cose. Molto probabilmente sarà stato un suo
modo di parlare magari alla foga oppure altro, però io desidererei che questo
concetto lei me lo spiegasse un po’ meglio.
ARCHITETTO CAMPANELLA - Io mi riferivo al fatto che lei chiedeva a me se era
un atto legittimo o meno. Io le posso dire che sotto il mio profilo, per quanto riguarda
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il nostro ufficio le varianti al piano adottato le abbiamo fatte, le abbiamo proposte e le
abbiamo valutate o positivamente o negativamente. Quindi io per parte mia posso
rassicurare il Consiglio comunale che questa valutazione o se è positiva o se è
negativa non ci comporta nessunissima difficoltà. Il problema nostro è che dobbiamo
tenerne conto o non tenerne conto, farne a meno o non farne meno su questa
situazione, modificare quello che dobbiamo modificare alla luce della volontà del
Consiglio comunale. Io sotto questo aspetto mi posso esprimere come ufficio. Se lei
poi vuole altri chiarimenti sulla legalità, è chiaro che non glieli posso dare io. (voce
fuori microfono)
ARCHITETTO BAIO – La risposta è in quest’ultima frase che ha detto, nel senso
che le prescrizioni esecutive dovranno essere comunque fatte, così ha deciso il
Consiglio comunale, dopo l’approvazione del Piano Regolatore Generale,
conseguentemente e in quella sede che si o dovrà tener conto della scelta fatta oggi,
di inserimento, oppure non si terrà conto di nessuna variante e quindi si predisporrà
un Piano Particolareggiato per l’intera zona.
CONSIGLIERE VAIANELLA – Io avevo una perplessità nel corso del mio intervento
relativamente a questo aspetto. La ridisegnazione di una strada voi dite che è
demandata alla prescrizione esecutiva 6 o 4. Dicevo poco fa nel mio intervento che
la ridisegnazione è chiaro che se la strada bisogna farla, ho capito che comunque la
strada si deve fare perché è un assetto della viabilità importante e che noi abbiamo
considerato positivamente e nessuno mi sembra che ha detto di non fare la strada.
Io vorrei essere molto chiaro. Se la strada si deve fare, mi sono fatto una copia della
planimetria in piccolo per avere le idee più chiare. Mi pare che nella parte
adiacente, che non è sottozona B1, a questo facevo riferimento quando parlavo di
indici, non facevo riferimento a indici di residenza, come qualcuno diceva,
assolutamente, sono stato frainteso sicuramente, intendevo la parte adiacente che
è la sottozona B4 del Villaggio Mosè – Cannatello. Andando a ridisegnare un
percorso stradale, voi dite che non varia niente. Architetto Baio lei dice che si farà
immediatamente, problemi non ce ne sono. Però io penso da incompetente,
andando a ridisegnare un percorso stradale in un’altra porzione di terreno e quindi
con un’altra destinazione diversa, l’assetto del territorio, della zona si varierà,
conseguentemente non si variano i tempi, come diceva il Collega Tedesco, su
questa variante? Questo aspetto è importante. Grazie.
ARCHITETTO BAIO – Io ho detto che in sede di redazione della prescrizione
esecutiva si dovrà tenere conto della scelta che viene fatta oggi dal Consiglio
comunale. In campo urbanistico le soluzioni progettuali possono essere una, cioè
non è una ma possono essere tante, più o meno funzionali, più o meno favorevoli
alla soluzione del particolare problema. In questa sede noi non entriamo, né
potremmo farlo, entrare nel merito di quelle che sono le conseguenze di natura
tecnica. (voce fuori microfono) Non parlo di tempi, a livello progettuale ci si può
impiegare una notte, ci si può impiegare una settimana, ma non è detto che la
soluzione progettuale, conseguente a questa scelta, sia migliore o peggiore. Questo
starà poi nella capacità dei progettisti, nell’abilità, nonché nelle situazioni oggettive
che verranno esaminate.
CONSIGLIERE GALVANO – Io poco fa avevo chiesto all’Architetto Campanella, se
dovessi andare a votare questa variante urbanistica, lei mi deve spiegare se la
delibera che abbiamo portato in Consiglio comunale è legittima. Io devo andare a
votare questa delibera. Voi mi dovete spiegare se è legittima. (voce fuori microfono)
ARCHITETTO BAIO – Il collega credo che abbia dato una risposta, comunque, io
nel riconfermare quello che lui ha detto, condivido pienamente quello che ha riferito,
noi ci siamo limitati ad esaminare la relazione che sussiste tra questa variante e il
Piano Regolatore in itinere, in quanto il nostro è Ufficio di Piano, quindi siamo
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responsabili unicamente dell’iter relativo alla approvazione del nuovo Piano
Regolatore Generale. Per quanto riguarda se è reato o meno, come chiedeva il
dottore Alfano, io faccio presente che a volte per i sostituti procuratori qualcuno ha
commesso dei reati, per il giudice poi così non è stato. Comunque, a parte la
metafora, il parere di legittimità è stato reso dal dirigente del settore competente che
ha proposto la delibera, nel merito della quale noi non siamo assolutamente entrati
né abbiamo competenza ad entrare. (voce fuori microfono) Il dirigente del settore
Urbanistica, in quanto la proposta viene dal settore Urbanistica… Se è approdata in
Consiglio comunale, ritengo che la proposta sia munita del visto…
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – La proposta di deliberazione, per essere
messa all’ordine del giorno, deve essere munita, come sapete, di tutti i pareri di
regolarità tecnica o contabile ove ce ne sia la necessità, per cui la proposta di
deliberazione è arrivata munita di tutti i pareri di legittimità che erano favorevoli.
Questo lo voglio chiarire. Prego Consigliere Capraro.
CONSIGLIERE CAPRARO – Presidente, colleghi Consiglieri, io vorrei intervenire
appositamente su questo punto perché ho ascoltato tanti consiglieri che hanno fatto
la domanda ai tecnici, ai responsabili del Piano Regolatore Generale. Poi come
sapete ho partecipato io alla Commissione urbanistica per il Piano Regolatore
Generale e qualcosa l’ho vista. Ad esempio dove è prevista questa variante al Piano
Regolatore Generale, questa destinazione d’uso, la zona dove è prevista questa
cosa è una zona molto ampia rispetto a quella prevista. Cioè poco fa l’Architetto
Campanella diceva che è prevista una minima parte di quello che abbiamo votato in
Consiglio comunale, cioè nella zona commerciale Città Mercato è prevista sì e no un
dieci per cento della zona che abbiamo votato. Significa che quella zona che il
Consiglio comunale ha previsto per le zone commerciali, noi Consiglio abbiamo
previsto che la zona è talmente ampia, faccio un paragone semplice, sul Piano
Regolatore noi abbiamo previsto tutta questa area e questa variante che dovremmo
approvare è solamente questo pezzettino di carta. Le prescrizioni esecutive si
devono ancora fare. La viabilità già era prevista dallo schema di massima come qua
lo può spiegare il Consigliere Principato, perché il Consigliere Principato è uno di
quei consiglieri comunali che ha votato le direttive del Piano Regolatore Generale, lo
schema di massima del Piano Regolatore Generale, e noi consiglieri comunali, che
abbiamo votato il 29 aprile 2004, abbiamo solamente confermato quello che hanno
fatto il Consigliere Principato e altri colleghi che hanno dato le direttive al Piano
Regolatore Generale. Penso che le direttive di questo Piano Regolatore Generale
della città sono state votate nel 1996, si sono riportati fino al 2004, dopo che noi
siamo subentrati, abbiamo solo votato gli emendamenti che noi abbiamo previsto.
La Città Mercato era prevista dalle direttive del Consiglio comunale ’96, confermate
dal Consiglio comunale precedente al nostro, noi abbiamo solo votato una
grandissima parte di questa variante al piano urbanistico. Poi diceva l’Architetto
Campanella su alcune domande dei consiglieri se portava ritardo al Piano
Regolatore Generale già approvato dal Consiglio comunale.
L’Architetto
Campanella e l’Architetto Baio hanno confermato che non si porta nessun ritardo al
Piano Regolatore Generale, che l’unico ritardo che si è portato è stato questo, che
da dieci mesi questo Piano Regolatore Generale, collega Vaianella e altri colleghi
che stasera sostenete questa variante all’incontrario, dovete battervi per fare portare
il Piano Regolatore della città di Agrigento, che non avete detto niente, perché se
allora quando noi abbiamo votato abbiamo dato 45 giorni di tempo, no di 45, erano
15 i giorni di tempo dati ai progettisti per potere esaminare gli emendamenti votati
dal Consiglio comunale e noi abbiamo dato 45 giorni di tempo, sono passati 11 mesi
e nessuno di voi si è permesso a sollecitare il signor Sindaco e gli altri responsabili
di questo disastro che abbiamo fatto alla città di Agrigento, che abbiamo votato, le
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norme di salvaguardia, che abbiamo penalizzato l’economia della città di Agrigento e
ancora tutt’oggi voi volete continuare a fare. Dovete richiamare il nostro Sindaco di
sollecitare i progettisti e di adottare definitivamente il Piano Regolatore della Città.
Oggi sicuramente non saremmo qua a discutere questa variante, perché se il Piano
l’avevano già fatto, i proprietari dei terreni e tutti i cittadini che aspettano da 27 anni
che il Piano finalmente verrà approvato, oggi non saremmo qua a discutere una
cosa che penso, votandola, ho sentito tanti consiglieri che sono favorevoli a questa
proposta perché porta sviluppo e occupazione alla città. Voi sapete che io faccio il
commerciante e potrei anche essere contrario io, perché voi da come parlate e dite
che le piccole attività commerciali non portano sviluppo, le faranno chiudere. Io
penso di essere, come diceva un ex consigliere comunale, oggi assessore, che non
sapeva che io potrei essere un urbanistica e mi ha definito un ottimo commerciante.
E io confermo di essere un ottimo commerciante e un discreto urbanista perché non
sono laureato. Io commercialmente sono favorevole all’approvazione di queste
grandi strutture di vendita, ma no perché fanno chiudere i piccoli commercianti, è
perché si seleziona la qualità dei commercianti e veramente si porterà a lavorare
tutta la gente professionista del mestiere. Noi sappiamo benissimo, collega
Vaianella, che ad Agrigento tante persone si sono affidate a fare il commercio per
mancanza di altro lavoro, perché se ci fosse stato il lavoro, sicuramente
commercianti ce ne sarebbero di meno, caro Vaianella. Se noi approviamo il Piano
Regolatore dove abbiamo previsto i villaggi turistici alla Mesita, i campi di calcio, di
tennis, gli alberghi al viale delle Dune, le costruzioni, abbiamo previsto anche le
zone commerciali al viale Cannatello, a San Giusippuzzu. E se si approva questo
piano e la gente comincia a costruire, il lavoro comincia a aumentare, i commercianti
cominciano a diminuire, resterà a galla chi fa veramente il commerciante, perché
abbiamo noi tanti commercianti ad Agrigento che sono commercianti per bisogno,
perché non c’è altro lavoro. Grazie.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – L’Architetto Vinti doveva dare una risposta al
Consigliere Vaianella o al Consigliere Burgio per quanto riguarda gli oneri di
urbanizzazione, se si trattava di lottizzazione cosiddetta ad ambito chiuso o no.
ARCHITETTO VINTI – Leggo una parte del parere del voto del CRU, parere N. 45
del 10/07/2003. In detto parere vengono riportati tutti gli allegati che hanno
determinato l’istruttoria sia da parte del Comune e da parte dell’Assessorato
Territorio e Ambiente. Tra gli atti allegati c’è anche la tavola N. 11 Schema di
convenzione del progetto in oggetto. Il progetto è stato istruito, trasmesso e redatto
ai sensi dell’articolo 15 della legge 70 o 78, lottizzazione chiusa. Quindi si avvarrà
delle procedure previste dall’articolo 15. Farà le opere di urbanizzazione a propria
cura e spese e sarà soggetto al pagamento del costo di costruzione conformemente
alla legge. Quindi, anche per questo aspetto tutte le procedure tecnico –
amministrative urbanistiche sono state tutte rispettate per come verificate e
controllate dall’Assessorato Territorio e Ambiente. (voce fuori microfono) Il costo di
costruzione delle opere di urbanizzazione verranno conteggiate al momento del
rilascio della concessione edilizia, non vengono quantizzate in questa fase. (voce
fuori microfono) Scusate, non avevo capito la domanda allora. In base anche a
quello che ha detto l’Architetto Campanella posso fare anche un esempio banale.
L’area oggetto della prescrizione esecutiva è di circa 20, 24 ettari. Quindi, nel
momento in cui si farà la prescrizione esecutiva, saranno individuate tutta una serie
di opere di urbanizzazione primarie e secondarie e saranno a carico della
prescrizione. Nel momento in cui viene stralciata e tagliata e ricucita questa area,
siccome non sono previste opere di urbanizzazione per questa area, naturalmente
non vanno a gravare sulla prescrizione esecutiva perché non sono previste, perché
le opere di urbanizzazione che saranno seguite per questa variante per il centro
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commerciale sono a carico del centro commerciale, quindi non vanno a incidere né
in positivo né in negativo, l’area viene ricucita e tagliata e quindi non incide né nel
bene né nel male. Non c’è nessun onere né diretto né indiretto a carico della
prescrizione esecutiva e quindi a chi andrà a realizzare la prescrizione esecutiva. La
legge urbanistica siciliana, esattamente la legge 71/78, prevede due articoli, se non
ricordo male, l’articolo 14 e l’articolo 15. L’articolo 14 va a interessare il piano di
lottizzazione che riguarda le zone di edilizia privata, mentre i comparti a lottizzazione
chiusa vanno a interessare esclusivamente le attività produttive, che sono i centri
commerciali, gli alberghi, tutto ciò che non è attività residenziale. Nell’uno e nell’altro
caso le opere di urbanizzazione sono fatte a cura del lottizzante e quindi il Comune
non si assume nessun onere diretto nell’uno e nell’altro caso. In entrambi i casi
viene pagato il costo di costruzione a favore del Comune. Gli oneri di concessione
compongono due aspetti: opere di urbanizzazione e costo di costruzione. Nel
momento in cui un lottizzante, sia che sia a lottizzazione chiusa o lottizzazione di
iniziativa privata, per come sono i piani di lottizzazione che vengono considerati nelle
zone C2, il lottizzante si assume l’onere a realizzare le opere di urbanizzazione
primaria. (voce fuori microfono) Il Piano di lottizzazione è in ambito chiuso, va a
urbanizzare un’area ben definita e questa viene urbanizzata a carico del lottizzante.
Dire che sono limitrofi, che non sono interessati alla lottizzazione, sia che sia in
ambito chiuso, sia che sia in un piano di lottizzazione di edilizia residenziale zona
C2, non viene a essere coinvolto sia nel bene che nel male e non ha nessun onere
sia diretto che indiretto. Vorrei anche ripetere, l’aspetto tecnico amministrativo
relativo all’aspetto di regolarità tecnico della delibera è stato già ratificato sia dalla
conferenza di servizi ma anche approvato dall’Assessorato Territorio e Ambiente,
quindi tutti aspetti tecnici, amministrativi, urbanistici, sono stati già oggetto
dell’approvazione della conferenza dei servizi dell’Assessorato Territorio e
Ambiente.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Calabrese, prego.
CONSIGLIERE CALABRESE – Grazie signor Presidente, colleghi Consiglieri.
Qualcuno chiedeva quanto incide il costo degli oneri per la costruzione. Se non
ricordo male, qualcuno dei tecnici mi potrebbe correggere, pare che incida, se non
ricordo male, quando abbiamo
esaminato di oneri di fabbricazione e di
urbanizzazione in Commissione, gli oneri di fabbricazione incidono per il 10 per
cento del valore dell’immobile che si va a realizzare. Quindi se si ipotizza… forse il
Consigliere Arnone chiedeva una stima, se non ricordo male, se il costo di
costruzione di questo centro commerciale dovrebbe incidere intorno ai 48 milioni di
euro, il 10 per cento sarebbe quello che il Comune incasserà come costo di
costruzione. Per quanto riguarda le opere di urbanizzazione, le opere di
urbanizzazione vengono pagate in funzione della volumetria che ognuno andrà ad
effettuare all’interno della prescrizione che si andrà a realizzare. Quindi, se si stralcia
dalla prescrizione esecutiva questi quattro ettari e rimangono 20 ettari per quanto
riguarda la Città Mercato, le opere di urbanizzazione di quei 20 ettari, ricadranno su
coloro i quali andranno a realizzare la volumetria che è consentita all’interno di
quella prescrizione esecutiva. Credo che questo sia il concetto, se non ricordo male,
qualcuno mi potrebbe correggere se ho sbagliato, non sono un architetto come
qualcuno sostiene, sono semplicemente uno che cerca di leggersi le carte per quello
che può. Questo per dare, se è possibile, un ulteriore chiarimento ai colleghi
consiglieri. Grazie.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Arnone, prego.
CONSIGLIERE ARNONE – Presidente, io ritengo la discussione di questa sera
estremamente interessante perché ha finalmente affrontato una serie di questioni
che fino a questo momento avevano avuto tra di noi il ruolo dei fantasmi. Oggi
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queste questioni si materializzano, diventano oggetto di verifica amministrativa per
un verso e cominciano a diventare posizione politica per l’altro verso. E credo che il
Consiglio comunale finalmente su questa delibera si avvii a fare quello che è il suo
dovere, cioè entrare nel merito, dare una risposta a coloro che hanno attivato questa
procedura o in un senso o in un altro. Devo fare alcune considerazioni di carattere
politico. Io tra breve illustrerò il documento che metterò ai voti quando sarà il
momento di votare, e spero avrà il voto favorevole di un’ampia fetta del Consiglio
comunale, di consiglieri che hanno già annunciato il voto che va nella direzione
dell’emendamento che proporrò, Vaianella, la Consigliere Burgio, il Consigliere Patti
e immagino parecchi altri. Ed è il documento che illustrerò un documento che entra
nel merito dei grandi centri commerciali e dei modelli di sviluppo economico che i
grandi centri commerciali offrono il tracciato di ciò che si vuole fare dell’urbanistica di
una città e dell’economia di una città, certamente non al cento per cento ma come
direzione di marcia. Si tratta di una visione dei modelli di sviluppo che può essere
condivisibile o non condivisibile, e qui riprenderò tra breve anche alcuni
ragionamenti, alcune argomentazioni del Consigliere Hamel che io non condivido
per quanto riguarda il modello che ci offrono i grandi centri commerciali. Ma prima di
entrare nel merito del documento di contenuto voglio soffermarmi su alcune
considerazioni di carattere politico. La prima considerazione è quella che questa
delibera è nel bene o nel male uno degli atti di maggiore rilievo che
l’Amministrazione Piazza viene a porre in essere per l’impatto che ha sul territorio,
per il tipo di investimento economico condivisibile o non condivisibile che vi è
sotteso. E non posso non rilevare come ad un appuntamento di questo tipo
l’Amministrazione arriva in brache di tela. In questo momento non mi pare che ci sia
nessun Assessore presente, anzi c’è l’Assessore Infurna, il Sindaco Assessore
all’Urbanistica si è guardato bene dal venire in questo Consiglio comunale a porre il
peso della sua autorevolezza in ordine alle scelte amministrative della sua
Amministrazione e la maggioranza, sviando dal merito delle questioni attinenti il
modello di sviluppo, si frantuma a discutere della strada che dovrebbe farsi
all’interno della prescrizione esecutiva N. 6. Io ho assistito a questa discussione
abbastanza divertito. Qui il problema è se serve alla città di Agrigento perseguire un
modello di sviluppo basato su simili strutture, se sono benefiche per il modello
economico che intendiamo perseguire, non se la strada che in Piano Regolatore,
credo sia una strada di alcune centinaia di metri peraltro, non sarà al di là di un
chilometro di lunghezza, debba essere progettata in una direzione o in un’altra.
Credo che questo sia assolutamente indifferente per i destini della città di Agrigento.
E, appunto, dai rivoli di discussione che abbiamo avuto, le questioni anche
interessanti poste dai consiglieri di Forza Italia in ordine alla legittimità degli atti
amministrativi, vengono a denunziare pesantemente senza attenuanti e senza prove
di appello, l’assoluto vuoto di direzione politica che caratterizza questo Consiglio
comunale. E qui devo andare al ruolo che modestamente ho avuto in questa vicenda
e che mi ha fatto diventare bersaglio di una serie di violentissimi attacchi. Non voglio
darmi eccessiva importanza ma credo di essere una delle poche persone in Italia,
forse l’unica, alla quale sostanzialmente viene dedicato un giornale e nell’ultimo
numero di questo giornale oggi si mette a nudo nel suo pensiero, nella sua ragion
d’essere, direi sulla sua ragione sociale, perché di fatti commerciali parliamo in
questo giornale, quando titola a nove colonne: “C’è stress da centro commerciale”.
Mi riferisco ovviamente al giornale di quel gruppo familistico imprenditoriale che
costantemente tenta di interferire e condizionare l’attività di questo Consiglio
comunale, proprio in relazione ai grandi centri commerciali. E c’è da chiedersi se io
ho una posizione di nota perplessità in ordine all’utilità dei grandi centri commerciali,
e ora dirò analiticamente come la penso, per quale ragione il nemico sono diventato
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io? Probabilmente perché nel vuoto di direzione politica che vi è in questo Comune e
nella presenza all’interno di questo Comune di una cordata affaristica che ha
sponsorizzato tutti gli affari del signor Scifo, la spalla forte sulla quale la cordata ha
dovuto frenare la sua attività è stata rappresentata dalle posizioni che io e quelle che
vengono definite spregiativamente da questo giornale le spalle di Arnone, hanno
assunto all’interno di questo Consiglio comunale, perché lungamente non si è voluto
affrontare questa discussione, lungamente abbiamo visto i consiglieri comunali
fermati nei corridoi del Municipio e caricati a forza di suggerimenti e di scritti del
signor Scifo, pacchi di Grand’angolo consegnati all’Ufficio di Presidenza, atti di
diffida, spazi autogestiti televisivi, paradossi viventi, un soggetto talmente gravato di
responsabilità penali per reati contro questo comune da essere costretti a scegliere
il rito abbreviato per quantomeno risparmiare sulla pena che gli infliggeranno, che va
in televisione a dire che garantirà la legalità all’interno del Comune di Agrigento.
Francamente cose simili in altre realtà non se ne vedono. È possibile assistere a
simili scene solo e soltanto all’interno del Comune di Agrigento. Vi è una cordata che
ha tentato fortemente di condizionare, una cordata che ora è costretta a confrontarsi
con le regole della democrazia. Io ritengo che questa cordata sia presente anche
all’interno di questo Consiglio comunale, abbia soggetti che si attivano
funzionalmente e ne portano le ragioni, però ognuno può intendere il mandato
amministrativo alla fine, purché rispetti le regole minime di legalità come meglio
ritiene. E si confronta con i problemi, interviene, offre le sue visioni, chiede
chiarimenti, li ottiene, e poi occorre andare avanti. Io ritengo che l’assenza dal
nostro dibattito di due soggetti essenziali, il Sindaco nonché Assessore
all’Urbanistica e del dirigente che ha istruito interamente questa pratica dalla A alla
Z, cioè di Vitellaro, sia frutto delle catene che gli interessi che gravitano attorno al
grande centro commerciale di Villaseta pongono all’interno di questo Comune,
condizionandone i vertici. Sono cose ovviamente, per quello che mi riguarda, che
non si fermeranno in questa aula. Questa aula farebbe bene a discuterne, ad
affrontare l’intera questione delle società Imedil – Sogeme, Ecoter, fare chiarezza
fino in fondo, ma per quello che mi riguarda e per l’impegno che io ho assunto nei
confronti della cittadinanza, i fatti di questa cordata, che violando la legge condiziona
gli organi amministrativi di questo palazzo, garantendo irresponsabilità ed impunità,
andranno entro breve e in modo anche vigoroso e clamoroso nelle sedi di
competenza. Detto questo, io non ho mai amato passare per bugiardo, perché sul
terreno della politica non ho mai fatto uso di questo strumento. E allora apprezzo
che oggi le bugie, che hanno le gambe corte, vengono bollate per quello che sono e
attribuite a chi le dice. In una delle ultime sedute del Consiglio comunale io avevo
parlato nel mio intervento dell’imprenditore Burgio come imprenditore di riferimento
della Moses dicendo: il grande centro commerciale è una intrapresa che riguarda
una serie di gruppi, su cui ho perplessità di altro tipo che ora dirò, ma non riguarda i
proprietari delle aree che vengono valorizzate e nel tentativo di condizionare il
Consiglio comunale e l’opinione pubblica e di aggredire la mia immagine, in uno
degli otto o dieci articoli che Grand’angolo ha la compiacenza di dedicare alla mia
modesta persona, si diceva che ero un bugiardo e si portava a sostegno di questa
accusa nei miei confronti il quadro proprietario di Moses. Oggi viene inviata dal
signor Burgio la documentazione relativa alla situazione proprietaria di Moses, dove
viene fuori che la Ital Cantieri S.p.A. con sede legale in Lacchiarella Milano, centro
commerciale Girasole, palazzo Marco Polo, ha acquistato con una scrittura privata
e quindi con una promessa di vendita immediatamente vincolante dai precedenti
titolari di Moses, cioè dalla signora Pecorelli, imprenditrice ed editrice dell’emittente
Teleakras, il 75 per cento di proprietà delle aree che residuava alla Signora
Pecorelli. Quindi, se vi è un bugiardo, questo bugiardo va cercato in altre sedi e
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possibilmente nei palazzi che l’imprenditore Scifo mette a disposizione di questo
grande giornale che da qualche settimana rende ancor più amena la vita pubblica
agrigentina. Ora intendo entrare nel merito della posizione politica che noi abbiamo
assunto e pubblicizzato in relazione a questa vicenda e che mi pare che spesso
venga ad essere elusa. Perché siamo contrari ai grandi centri commerciali?
Innanzitutto per il modello urbanistico che i grandi centri commerciali ci propongono.
I grandi centri commerciali non sono istituzioni distruttive come una bomba atomica
che cadendo verrebbe a far fuori, distruggere, devastare il Villaggio Mosè, ma sono
infrastrutture che hanno un effetto urbanistico nelle città e che propongono un tipo di
definizione di articolazione dell’ambiente urbano. Sono pensate per allocare in una
parte del territorio le attività del commercio e in un’altra parte del territorio le attività
di residenza. Noi riteniamo che questo sia un modello sbagliato, sia un modello
tipicamente americano, sia un modello frutto di scelte urbanistiche distanti dalla
tradizione urbanistica che hanno le città della vecchia Europa, che invece sono sorte
e hanno il loro pregio perché vivono in un tessuto quasi vivente di relazioni e
rapporti che sorgono tra i cittadini in virtù della interrelazione che si realizza tra i
luoghi dove si abita e i luoghi dove si vive e i luoghi dove si commercia e i luoghi
dove si sta. Il Consigliere Gramaglia diceva una cosa che per me è formidabile per
esprimere la contrarietà che io manifesto nei confronti dei centri commerciali.
Gramaglia diceva: i centri commerciali sono un luogo bello perché all’interno dei
centri commerciali si sta bene, ci si vede, si chiacchiera, si fa conoscenza, si
socializza. Ed esprimeva esattamente quella che è la critica che io muovo a questo
tipo di infrastruttura. Nel centro commerciale si sposta per un verso quella che è la
piazza, l’agorà della tradizione urbanistica delle nostre città. Invece di andare in via
Atenea, di andare al viale della Vittoria, di passeggiare in via San Vito, di vivere la
via Manzoni o la via Dante, si sposta questa attività di socializzazione in altri posti.
Cosa avviene? Che i quartieri vengono sempre di più pensati non come luoghi dove
si vive, ma come luoghi dove si dorme. Ma diceva il Consigliere Alfano, individuando
un altro pezzo di verità: “Vi sono regioni rosse che vogliono fare i centri commerciali
e le opposizioni di destra che manifestano contrarietà e regioni moderate che
vogliono fare i centri commerciali e le opposizioni di centrosinistra manifestano la
contrarietà. I centri commerciali muovono interessi economici cospicui, nel caso
della sinistra vi è la Lega delle Cooperative, che è un promotore formidabile di
questa forma di distribuzione, in altre realtà è la Lega delle Cooperative una
capacità di condizionare, come è noto, alcune forze politiche, in altre realtà sono altri
soggetti che operano in questa direzione. Ma sono effettivamente i modelli propulsivi
di occupazione e di sviluppo? Io propongo alcune osservazioni, se realizzassimo il
centro commerciale di Favara, certamente nell’arco di qualche anno o quantomeno
di qualche mese gli indicatori economici degli addetti al commercio a Favara
darebbero un sensibile aumento. La domanda che ci si deve porre è se l’aumento
degli addetti al commercio a Favara troverebbe una corrispondenza nella
diminuzione degli addetti al commercio a Canicattì o ad Agrigento. Certo, le risposte
dell’economia non sono risposte, come direbbe Berlusconi, di terrore, miseria e
morte, sono risposte di decremento di una serie di attività, quantificate secondo
alcune organizzazioni del Commercio medio e piccolo nel 20, nel 30 per cento, con
quello che ne consegue in termini di fallimenti delle imprese marginali, di
licenziamenti e sottodimensionamenti rispetto alle situazioni preesistenti. Quindi, i
grandi centri commerciali concretamente vengono a riorganizzare la forza lavoro,
spostandola dalle attività che preesistono alle nuove attività che vengono ad
insediarsi. E l’altra questione che si pone è la chiusura o il sottodimensionamento di
piccoli e medi esercizi, prendiamo via Atenea, via Dante, via Imera, è un fattore
migliorativo per la nostra qualità urbana? È anche possibile che nel grande centro
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commerciale i beni vengano venduti certamente per una prima fase, poi se si
realizzano situazioni di monopolio questo viene meno ad un prezzo inferiore che nei
piccoli e medi negozi delle altre parti della città. Però probabilmente questa
maggiorazione che si paga in via Atenea o negli altri esercizi dell’imprenditoria
diffusa, e lo sconto che viceversa si ottiene nel grande centro commerciale è uno
sconto apparente, è uno sconto che si viene a pagare in termini di qualità sociale, è
uno sconto che si viene a pagare in termini di costi economici che occorre sostenere
poi per favorire l’allocazione e il funzionamento dei grandi centri commerciali.
Banalmente il Villaggio Mosè è indubbiamente la zona ove se un centro
commerciale si ha da realizzare, come dice il CRU, è più opportuno che si realizzi.
Ma il Villaggio Mosè così come è non è in grado di sopportare il flusso
automobilistico che un centro commerciale di quelle dimensioni verrebbe a
richiedere. Allora dovremmo migliorare sensibilmente la viabilità di attraversamento
del Villaggio Mosè con costi a carico del contribuente e quindi della società. Per cui,
apparentemente poi hai lo sconto, di fatto devi sostenere i costi necessari per la
strutturazione delle opere utili a reggere l’impatto urbanistico e sociale del grande
centro commerciale. Ed ancora, dall’atto che abbiamo visto viene fuori che il grande
centro commerciale lo verrebbe a fare un segmento di imprenditoria agrigentina e
poi l’Ital Cantieri S.p.A.. Abbiamo, e vi rilancio la palla, da un lato un investitore
esterno alla realtà agrigentina che butta sul piatto alcune decine di milioni di euro,
dall’altro, però, i profitti che verranno da questo investimento, se verranno da questo
investimento, verranno drenati da questo soggetto esterno ad Agrigento, che poi li
andrà a reinvestire da un’altra parte. Quindi, si viene a stabilire una relazione
economica che è globale e non locale, cioè i profitti che si realizzano vendendo a noi
le mozzarelle, le scarpe, le cravatte, poi non rimangono in situ da noi, ma si
muovono in altra direzione. Secondo studi americani che su questo settore sono
all’avanguardia anche per monitorarne l’impatto, a causa delle politiche fiscali che
hanno favorito la realizzazione dei grandi centri commerciali sulla base del modello
urbanistico americano della separatezza dei luoghi di residenza da quelli di lavoro,
da quelli di commercio, il tempo medio usato da ogni famiglia per fare acquisti è
addirittura raddoppiato. Ed è proprio dagli Stati Uniti che ci viene l’allarme sul grave
decadimento dei legami sociali a causa di una estensione disordinata delle città in
cui la segregazione commerciale è uno dei più potenti fattori. Ovviamente queste
dinamiche in un medio e piccolo centro come Agrigento si sentono in modo più
ridotto, però se facciamo mente locale, noi abbiamo i quartieri ghetto, prendiamo il
caso di Villaseta e Monserrato, perché non vi è una rete diffusa di distribuzione
commerciale che diventa momento di controllo, momento di aggregazione, momento
di socializzazione. Queste sono le ragioni per le quali noi siamo poco convinti di
scelte come quelle dei grandi centri commerciali. E su questo terreno avremmo
auspicato che il confronto all’interno del Consiglio comunale veniva ad aprirsi in
modo arioso, ragionando, articolando, esprimendo ognuno il proprio contributo,
perché di modelli di sviluppo stiamo parlando. Vogliamo parlare di legalità signori
consiglieri di maggioranza? Ovviamente non è che sfondate porte aperte. Vi
accogliamo a braccia aperte, ma bisogna essere coerenti. Non si può sostenere che
un iter amministrativo è illegittimo e poi fare l’applauso al Sindaco che ha portato la
delibera in Consiglio comunale e non è venuto. E ancor di più non si può rimanere
inerti e non chiedere con forza e con atti amministrativi provvedimenti nei confronti di
chi si è macchiato di aver messo nero su bianco atti illegittimi e illegali in vicende
economiche di questa portata. Le domande di alcuni consiglieri, in primo luogo del
Consigliere Galvano, del Consigliere Alfano agli Architetti Campanella e Baio certo
erano di grande interesse, ma probabilmente erano mal poste. Chi è che ha seguito
questa procedura? L’Ingegnere Vitellaro. E avrebbe dovuto essere l’Ingegnere
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Vitellaro lì a fornire le sue risposte. Campanella e Baio hanno fornito le risposte per
le loro competenze. Io ho molto apprezzato anche la lucidità del lungo argomentare
dell’Architetto Campanella, che mi è sembrato quasi professorale nel proporre
alcune argomentazioni che apparivano quasi scontate nella loro puntualità. È il
Consiglio comunale che deve decidere se questa variante è utile o non utile alla città
di Agrigento, se questo progetto serve ad andare avanti o serve ad andare indietro.
Quando il progetto è di questo impatto, il problema non può essere quello ma che si
fa della strada del Villaggio Mosè che si voleva realizzare all’interno della
prescrizione esecutiva? Ah, ma… dobbiamo aspettare che si venga a realizzare
dopo l’approvazione del Piano Regolatore Generale la prescrizione esecutiva N. 6
per stabilire se il grande centro commerciale è utile o inutile. È esattamente
l’opposto. Se il grande centro commerciale è una struttura utile, allora la stradina
deve cedere. Se è una struttura inutile, che si faccia o non si faccia la stradina è un
dato abbastanza poco significativo, Consigliere Vaianella. In parte queste cose lei le
ha dette ancora più convintamente, lei che viene da un percorso politico che oggi ha
il suo massimo riferimento nel Ministro del governo di centrodestra che mi ispira di
gran lunga più simpatia, Gianni Alemanno, perché io ammiro la coerenza nelle
persone, ammiro il coraggio nelle persone, ammiro la linearità delle persone. E in
Alemanno queste caratteristiche francamente le vedo. E allora la invito a essere
chiaro come lo è il suo leader politico, dire con ancora maggiore chiarezza, so che
lei in parte l’ha detto, che è contrario per l’impatto sociale che questi grandi centri
commerciali hanno e ponga con forza all’interno della maggioranza di centrodestra
questa questione, dicendo come dico io e assieme a me che lei è contrario al centro
commerciale Moses, al centro commerciale di Villaseta, al centro commerciale di
Favara, al centro commerciale di Canicattì, a qualsivoglia centro commerciale che si
viene a realizzare da parte di chiunque. Io ho concluso, Presidente, devo soltanto
fare mio, esprimendo sostegno, il pensiero espresso dal Consigliere Giuseppe
Salsedo, cioè di togliere dalla deliberazione in esame la parte relativa al
finanziamento ministeriale, perché se c’è stato formalmente comunicato che questo
finanziamento non c’è, non c’è motivo nella parte motiva di trincerarsi dietro la
presenza di questo finanziamento che viene ad essere solo funzionale ad ulteriori
equivoci. E quindi, Presidente, chiedo che venga allegato agli atti il mio documento
perché chiedo che venga posto in votazione, lo chiedo ora formalmente, quando
sarà il momento di votare.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Adesso chiede di intervenire il Consigliere
Tedesco.
CONSIGLIERE TEDESCO – Presidente, colleghi Consiglieri, intanto mi corre
l’obbligo di fare qualche precisazione rispetto al dibattito che si è svolto questa sera.
Il Sindaco ha ricevuto almeno un paio di attacchi prima per i ritardi del Piano
Regolatore e poi per una mancanza di guida politica all’interno di questa
Amministrazione. Voglio ricordare a me stesso per ricordarlo ai miei colleghi
consiglieri che il Sindaco Aldo Piazza è quella persona che da Presidente del
Consiglio prima, da Vice Sindaco poi, ha spinto in un modo incredibile affinché si
arrivasse a realizzare la delibera con le direttive per il nuovo Piano Regolatore
Generale. Ricordiamo che il Piano Regolatore Generale di Agrigento ha trent’anni e
certo non è colpa di Aldo Piazza che è Sindaco da due e mezzo, che vi sia uno
strumento urbanistico obsoleto che non rispondeva alle necessità dei cittadini e che
il Consiglio comunale, questo Consiglio comunale, rispetto alla delibera che il
Sindaco aveva ricevuto e rispetto al Piano Regolatore che era stato portato in aula,
ha deciso cose diverse e cioè ha deciso di andare incontro alle legittime richieste dei
cittadini e alla legittima volontà dei cittadini di espandere la città non più verso nord,
non più in quartieri satellite, ma verso quella che è la zona da sempre ritenuta più
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idonea da tutti gli agrigentini che, bloccati dai vari strumenti urbanistici hanno
costruito poi abusivamente e cioè la zona sud della città. È chiaro che un cambio di
indirizzo del genere ha significato di fatto realizzare ex novo il nuovo Piano
Regolatore, poiché gli insediamenti residenziali, come ben sappiamo, e la nostra
onestà intellettuale dovrebbe farcelo confermare qua dentro, gli insediamenti
abitativi nella previsione giunta in aula all’inizio della legislatura erano previsti tutti
nell’area a nord della città, erano a nord verso la contrada San Michele, erano su
Villaseta, su contrada Monserrato. Il Consiglio comunale, e io non ero consigliere,
ma reputo la scelta una scelta giusta, sensata, azzeccata e intelligente, ha dato
direttive all’Amministrazione, ai tecnici redattori del piano di portare tutto quello che
era l’agglomerato urbanistico residenziale nella zona sud della città. Questo ha
portato una rivisitazione generale, completa e totale del Piano Regolatore, questo ha
portato l’esigenza di dovere di nuovo ottenere i pareri che erano già stati ottenuti da
quel Piano Regolatore. In poche parole, se il Consiglio comunale avesse preso per
buone quelle che erano le indicazioni provenienti dal precedente Consiglio comunale
e messe sulla carta dei progettisti, il nuovo Piano Regolatore di Agrigento senza
dubbio oggi sarebbe già stato approvato e sarebbe sicuramente esecutivo. Se
questo non è stato è per una scelta, non dico per una responsabilità, per una scelta
intelligente di questo Consiglio comunale. Ora che i progettisti abbiano avuto 60
giorni di tempo e hanno preso 10 mesi, hanno le loro colpe certamente, ma fare un
Piano Regolatore non significa tracciare quattro linee con la squadretta e portarle al
Consiglio comunale. Un Piano Regolatore ha… io non sono un tecnico, non ne
capisco, sono assolutamente ignorante, ma credo che sia uno degli strumenti
urbanistici più complessi e complicati che possano esistere. E il Sindaco dal canto
suo tantissime volte anche in mia presenza, io sono stato anche assessore di questa
Giunta, ha sollecitato gli uffici interni, i progettisti, i geologi, ha cercato di fare quanto
è nelle sue possibilità per accelerare quanto più possibile la definizione di questo iter
burocratico. È chiaro, abbiamo a che fare con la burocrazia, abbiamo a che fare con
i tecnici. I tecnici hanno certamente gravi responsabilità su questo ritardo, però
dobbiamo partire sempre dal presupposto e dal fatto che il nuovo strumento
urbanistico è stato perfezionato da questo Consiglio comunale con grande merito e
che è uno strumento che normerà la nostra città per i prossimi trent’anni. Non è il
problema reale, non sono 5 mesi più o sette mesi meno, queste sono quisquilie
rispetto a uno strumento che andrà a regolamentare la vita urbanistica della nostra
città da qua al 2035. Per quanto riguarda la mancanza di conduzione politica rispetto
alla vicenda attualmente in aula, rispetto ai centri commerciali, anche questa è una
non verità, poiché proprio il Sindaco, il giorno in cui la delibera fu posta all’ordine del
giorno per la prima volta, quando arrivò questa delibera in aula, è venuto proprio il
Sindaco da quella sedia a intestarsi questa variante urbanistica politicamente. È
venuto il Sindaco a dire, noi Amministrazione di centrodestra siamo certamente e
pienamente favorevoli rispetto alla nascita di centri commerciali per il motivo
occupazionale, per il motivo dell’indotto. L’ha detto chiaro e forte e ha aggiunto una
finezza: la delibera che abbiamo oggi qua dentro non è una delibera proposta, come
ha detto qualcuno, dal settore Urbanistica, per cui dovrebbe venire il Sindaco in
qualità di Assessore all’Urbanistica, è una delibera proveniente da una procedura
amministrativa assolutamente particolare che si chiama Sportello Unico. Gli
imprenditori che hanno ritenuto di volere edificare questo centro commerciale, hanno
attivato questo strumento che si chiama Sportello Unico, non dipende né
dall’Urbanistica né dal Sindaco, è uno strumento a sé stante. Il dirigente dello
Sportello Unico credo oggi sia l’Architetto Vinti, ha in assoluta autonomia curato la
pratica, la pratica se si poteva fare si faceva, se non si poteva fare non si faceva, ma
era una responsabilità assoluta ed esclusiva dell’Ufficio Sportello Unico e del
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dirigente dello Sportello Unico. Il Sindaco per caricare questa variante urbanistica di
un significato politico, pur non avendo nessun obbligo di firma su questa delibera,
poiché proveniente da uno strumento burocratico assolutamente a sé stante che è
scevro dalla politica e dalla volontà politica, che è lo Sportello Unico, il Sindaco di
Agrigento ha ritenuto, anche per tranquillizzare questo Consiglio comunale e per
confermare la legittimità dell’operato dei propri tecnici, di apporre la propria firma su
questo atto deliberativo. Quindi, a meno che questa firma non sia stata revocata dal
Sindaco negli ultimi due mesi, da quando ci abbiamo questa delibera qua, devo
intendere, da persona mediamente intelligente, che essendo firmata dal Sindaco,
chiaramente c’è un volontà politica del Sindaco di Agrigento che rappresenta,
ritengo, l’intera maggioranza della Casa delle Libertà, di dare il via ai centri
commerciali di Agrigento. Quindi, assolutamente latitante la motivazione che si porta
qua dentro, che il Sindaco… o che non vi sia una linea politica, la linea politica l’ha
data il Sindaco apponendo la propria firma alla delibera e non revocandola. Vi è la
presenza costante degli assessori della Giunta Piazza all’interno di questa aula ogni
volta che discutiamo le delibere. Non mi pare di avere sentito nessun assessore
discostarsi dallo spirito di questa delibera. Nessun assessore è venuto a dirci né a
titolo personale né a titolo della maggioranza né a nome del Sindaco che vi siano
stati arretramenti politici rispetto a questa vicenda. Quindi, ad oggi, l’indicazione
politica del Sindaco di Agrigento è sicuramente quella di fare centri commerciali e
nello specifico sicuramente quello di portare avanti la delibera di variante urbanistica
che attiene alla società Moses. Vorrei dilungarmi poiché con il passare del tempo ci
siamo tutti resi conto. La verità sui centri commerciali è che se fino ad oggi non si è
dato il là, se fino a oggi non sono partiti né l’uno né l’altro, è perché di fatto ci siamo
questo Consiglio comunale, ma la stessa Amministrazione si è trovata all’interno di
una guerra commerciale tra due gruppi imprenditoriali contrapposti. Diceva qualche
consigliere prima di me che soggetti che fanno capo ad altre cordate imprenditoriali
interessate ad altri centri commerciali hanno avvicinato consiglieri. Io mi sono
fermato personalmente, non ho nessun problema a dirlo, a parlare tanto con l’uno
quanto con l’altro imprenditore, rispetto alle problematiche che loro portano avanti.
Mi pare sia una cosa assolutamente legittima. Io ho ascoltato le ragioni dell’uno e ho
ascoltato le ragioni dell’altro. Ve ne è stato uno che ha scritto una ventina di diffide
ed esposti. Ve ne è stato uno che ha tenuto un comportamento assolutamente
diverso, ha scelto un altro profilo, ma ritengo che sia legittimo per ognuno esprimere
le proprie opinioni, le proprie perplessità, le proprie necessità e ritengo che il ruolo
del Consigliere Comunale sia pure quello di ascoltare tutti e poi farsi un proprio
convincimento con le carte, se si parla di atti amministrativi e politico confrontandosi,
dopo di che in assoluta autonomia il consigliere comunale deve venire qua a
scegliere. Se fossimo stati in un’altra città, anche là lo scontro tra i due gruppi
imprenditoriali avrebbe avuto ben altre forme di estrinsecazione. Quando io devo
combattere il mio concorrente preferisco combatterlo sul piano dell’imprenditoria del
commercio. Qua si sono scelte altre strade. Strade che non trovano la mia
condivisione. Io ho detto ad ambedue i soggetti che qualora ognuno di essi trovasse
o avesse trovato delle illegittimità o delle illegalità all’interno delle delibere, vi è una
Procura della Repubblica ad Agrigento che è assolutamente attenta, responsabile,
equilibrata e che quindi vi erano le camere opportune e le istituzioni opportune
presso cui andare a portare le proprie perplessità, andare a fare le proprie denunce
motivate, indicando nomi, cognomi e fatti. E poi, posto che i magistrati studiano per
questo, fanno il concorso per questo, sono magistrati per potere decidere, perché
sono gli unici titolati a giudicare le carte, a giudicare gli atti, sarebbe stata la
magistratura, qualora avesse trovato degli elementi di illegittimità e legalità e quello
che vogliamo, a compiere i propri passi secondo quello che è l’ordinamento giuridico
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dello Stato italiano. Qua dentro la discussione si è allargata e dico pure che è un
fatto positivo perché ritengo che con le posizioni di diversi consiglieri siano state
estrinsecate un poco tutte quelle che erano le perplessità e le osservazioni che
abbiamo letto nelle note di una delle parti interessate o controinteressate ai centri
commerciali. Mi pare che i tecnici abbiano risposto puntualmente, sempre, abbiano
garantito la propria presenza, abbiano risposto per iscritto, abbiano risposto
oralmente qua in aula alle varie sollecitazioni e alle domande di tutti i consiglieri
comunali, non ho sentito nessun consigliere comunale ad oggi ribattere ai tecnici
sulla sostanza di quello che dicevano. Mi spiego meglio. Io consigliere comunale
dico al tecnico: lei ha scritto che questo foglio di carta è bianco. Questo foglio di
carta per me è nero. Allora il tecnico sale, viene qua dietro e dice: no, guardi, questo
è un foglio di carta bianco e per una serie di ragioni il foglio di carta è bianco.
Nessun consigliere si è alzato per dire: no, guardi Architetto X, si sta sbagliando,
glielo ridico perché il foglio di carta è nero, non è bianco. Quindi, mi pare che tutti i
consiglieri comunali abbiano preso per buone quelli che sono stati i chiarimenti dati
all’interno di questa aula e documentalmente dai vari tecnici. E se così non fosse, se
vi fossero elementi di illegalità o di illegittimità che ancora oggi qualche collega
consigliere riscontra all’interno di questa delibera, io pregherei vivamente e
caldamente, posto che ormai il dibattito si è trascinato e anche questo è uno dei
motivi per cui si è potuto acuire così tanto la polemica in città, perché si è dilatato nel
tempo lo spazio di approvazione di questa delibera, dando tempo e modo di potersi
infilare, di potere creare polemiche ad arte. Se vi sono consiglieri comunali che
hanno notizia di illegittimità o di cose illegali poste in essere nella delibera di variante
Moses, questa è la sede più opportuna per venire a dire con nomi e cognomi,
spiegando quali sono queste cose illegittime, quali sono queste cose illegali per
salvaguardare me consigliere comunale, che devo andarla a votare e per
consentirmi, qualora vi siano veramente illegalità ed illegittimità, domani mattina di
andare dal Procuratore della Repubblica, scrivendo che il tecnico X, il tecnico Y e il
tecnico K hanno posto in essere delle illegalità e delle illegittimità all’interno di
questa variante urbanistica per questo, questo e quest’altro motivo, con questo,
questo e quest’altro obiettivo e sarò io stesso ad andare dal magistrato, dal
Procuratore della Repubblica, chiedendo di darmi udienza e andando a presentare
una denuncia circostanziata rispetto ad atti illegittimi o illegali. Qualora questo non
fosse, come sembra dall’evoluzione del dibattito, ribadisco nessuno qua è venuto a
confutare le tesi espresse dagli uffici, nessuno qua, dopo le spiegazioni date dagli
uffici, ha ritenuto di dire: no, non è vero, no non è così, no, non stanno così le cose”.
Devo pensare che non vi sia nessun dubbio sulla legittimità dell’atto. Torno a dire, e
lo dissi già all’inizio della trattazione di questa delibera qualche mesetto addietro,
che vi sono una serie di tecnici, e i tecnici non sono degli strumenti, vi sono una
serie di persone in carne ed ossa che lavorano e operano con coscienza dentro
questo Comune, che hanno apposto le proprie firme. Quando si firma una delibera,
chi la firma si assume delle responsabilità. E allora, se dal punto di vista tecnico
fossero state commesse illegittimità, è chiaro che queste persone ne pagheranno le
conseguenze. Mi pare che non vi sia nessun dubbio su questo. Sappiamo anche, e
non nascondiamocelo, che c’è un’altissima attenzione della magistratura su queste
vicende. Se dovessi fare l’Avvocato del diavolo io penserei, io tecnico che ho
provato a fare l’imbroglio per mettermi in tasca 100 milioni di euro, vedo che c’è
un’attenzione così alta, mi trovano con le dita nella marmellata perché in effetti ho
scritto delle cose che non stanno né in cielo e né in terra, ho portato documentazioni
false, e allora, avendo quattro mesi di tempo da quando la delibera è venuta in aula
ad oggi che si sta definendo questo iter amministrativo, avrei revocato non una,
175.000 volte la mia firma, con una motivazione qualsiasi, con una richiesta di
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approfondimento in autotutela, gli strumenti per recedere rispetto alla firma apposta
sarebbero stati tanti ed innumerevoli. Mi pare che nessuno dei tecnici interessati da
questa delibera e firmatari di questa delibera abbiano fatto un solo passo indietro
rispetto a tutta la vicenda. Qua abbiamo dei tecnici che non solo vengono a
spiegare, vengono a rafforzare le proprie posizioni. E allora coerenza vuole che se
abbiamo dei dubbi, devono essere dubbi certi, dubbi certificati, non si può fare
politica, non si può arrogarsi il diritto di venire a decidere delle sorti della città senza
avere poi dei pensieri chiari su quello che andiamo a fare. Io torno ad invitare i miei
colleghi consiglieri ad estrinsecare il proprio pensiero, qualora qualsiasi consigliere
abbia cognizione di illegittimità o illegalità poste in essere nella delibera di variante al
P.R.G. Moses. Allora, questo sarebbe un passo concreto, un passo avanti e sarebbe
di aiuto al Consiglio comunale, sicuramente aprirebbe dei ragionamenti nuovi e
diversi rispetto a quelli che si sono svolti oggi. In caso contrario ognuno venga su
questo scranno e venga a motivare il proprio sì o il proprio no. Non ci nascondiamo
dietro la motivazione: io sono contro i centri commerciali perché distruggono la
piccola e media impresa. Primo, questo tipo di competenza la legge regionale 28/99
l’affida alla Regione Siciliana, quindi non abbiamo nessuna competenza in merito a
quella che è la pianificazione urbanistica dei centri commerciali. Secondo, in tutto il
mondo, in città piccole, grandi, povere e meno povere, dal Messico all’Italia, e il
Messico non è uno stato, una nazione che ha una economia come quella italiana,
sebbene è disastrata, quella messicana è sicuramente cento passi più indietro.
Anche in Messico aprono i centri commerciali. Questa si chiama evoluzione del
mercato, mercato globale. Mercato globale che già esiste, non lo stiamo inventando
noi ad Agrigento. Vi è Internet. Chiunque di noi penso che ha il computer a casa, ha
già dato qualche sguardo ai siti di Commerce su Internet. Io personalmente l’80 per
cento dei miei acquisti li faccio proprio via Internet, quindi non creandomi neanche il
problema di lasciare o meno il guadagno al commerciante agrigentino, perché se io
devo comprare un hard disk di un computer, che in città mi costa 90 euro e lo stesso
hard disk io lo prendo 45 euro, siccome l’economia mia personale mi impone di
dovere risparmiare, io me lo compro via Internet anche se lo dovrò ordinare a
Milano. Mi dispiace, ma queste sono leggi di mercato. Il centro commerciale
integrerà l’offerta commerciale nella nostra città, allargherà l’offerta commerciale
nella nostra città dando possibilità soprattutto alle fasce deboli, perché ricordiamoci
che i centri commerciali per la propria natura sono dei grossi gruppi di acquisto e la
concentrazione di diversi esercizi che consentono poi agli imprenditori titolari
dell’impresa di creare enormi gruppi di acquisto, possibilmente consorziati con altri
centri commerciali sparsi all’interno dello Stato italiano, che consentono a questi
imprenditori di abbattere ulteriormente i costi di acquisto delle merci, ma, e questa è
una valutazione che potete fare andando a visitare qualsiasi centro commerciale, il
90 per cento degli articoli dei centri commerciali sono articoli popolari, non sono
merci di boutique, non sono merci qualificate, non sono le merci di marca, non sono
le merci di franchising, sono delle cose diverse. Bene diceva il Consigliere Capraro:
la concorrenza non fa altro che qualificare il settore commerciale, cari amici. Io ho
fatto il commerciante, mio padre era un grosso imprenditore. È vero che tantissima
gente si dà al commercio spesso anche abusivo. Io capisco il Consigliere Capraro
perché vive in un settore che è quello degli ortofrutticoli in cui l’abusivismo tocca
livelli di eccellenza nella nostra città. Perché? Perché con una Ape o con una
macchina, con un cofano capiente è possibile per me disoccupato, che stento, che
ho il problema a comprare il chilo di pasta, mi consentono di andare al mercato
ortofrutticolo, comprare 50.000 lire di merce e farci 70.000 lire, con quelle 20.000
lire ci campo la famiglia. Ma non è questo lo sviluppo. Lo sviluppo è consentire a chi
ne ha le capacità, a chi ha la professionalità di fare l’imprenditore e il commerciante
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di fare l’imprenditore e il commerciante, chi non ha queste capacità deve però avere
altre valvole di sfogo, deve avere la possibilità di lavorare, deve avere la possibilità
di dare da mangiare ai propri figli, se no il sistema si blocca e non funziona. Proprio
questo deve essere l’obiettivo di questo Consiglio comunale. L’obiettivo di questo
Consiglio comunale deve essere quello, primo, di risanare le finanze locali; secondo,
quello di cercare e di creare e di inventare, ove ve ne sia la possibilità, spazi di
occupazione, creare posti di lavoro che possono essere nell’edificazione, che
possono essere nell’indotto, nel ferro, nel cemento, nei mattoni, nello spostamento
del terreno, tutto quello che vogliamo, ma comunque diamo delle risposte, che è
quello che si aspetta la nostra città e i nostri cittadini, specialmente quelli più
sfortunati. Cosa si aspettano da questo Consiglio comunale? Cari amici consiglieri,
quando mi fermano in mezzo alla strada quattro sono gli argomenti: la pulizia della
città, le strade asfaltate, l’acqua e il lavoro. Per quanto riguarda l’acqua, visto che mi
viene sottolineata e suggerita dagli amici del centrosinistra, io vi prego, se avete un
minimo di voglia di farlo e con grande onestà intellettuale, però, di andare a
prendere i turni e le statistiche di distribuzione di acqua degli anni 90, del decennio
degli anni 90 e confrontarlo e raffrontarlo con i turni di erogazione garantiti dal
Sindaco Piazza da due anni e mezzo a questa parte. Se avrete questa voglia e
questo piacere, vi renderete conto che grazie alla interconnessione dei serbatoi,
grazie ai decreti di finanziamento pervenuti dalla Regione Siciliana, grazie
all’intervento del governatore Totò Cuffaro, i tempi di erogazione dell’acqua si sono
ridotti ad un terzo rispetto agli anni 90. Comunque, queste sono cose che ogni
cittadino può andare a verificare e possiamo anche chiedere a tutti i cittadini se
stanno patendo e continuano a patire la stessa crisi idrica degli anni 90. Presidente,
io accolgo subito il suo appello, chiudendo il mio intervento, però voglio fare una
proposta che chiedo che sia posta immediatamente ai voti, che è quella di rinviare la
prosecuzione di questo punto all’ordine del giorno già dal prossimo Consiglio
comunale, dalla prossima seduta di Consiglio comunale, prelevando però
contestualmente questa sera stessa la delibera che riguarda la modifica della
deliberazione consiliare N. 30 del 10/03/97 sul sistema circoscrizionale, in modo
tale da scongiurare il pericolo di andare ad elezioni per la circoscrizione sciolta
qualche tempo fa entro maggio del 2005, poiché avrebbe un costo, solo l’indizione
delle elezioni, di 250.000 euro che dovrebbe essere posto a carico del bilancio
comunale e altri 250.000 euro che poi servirebbero per il funzionamento di questa
circoscrizione, che attualmente con le condizioni di bilancio che abbiamo,
sicuramente non possiamo permetterci.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Prima di mettere la sua proposta ai voti, c’era
l’ultimo intervento della serata che era inerente l’oggetto della discussione, che era
quello del Consigliere Hamel. Subito dopo metterò ai voti la proposta del Consigliere
Tedesco, per cui vi leggerò sinteticamente, qualora dovesse passare e dovessimo
procedere con la trattazione dell’altra delibera di cui chiede il prelievo Tedesco, la
parte dispositiva e quindi possiamo direttamente andare al voto. Prego Consigliere
Hamel.
CONSIGLIERE HAMEL – Io con una battuta vorrei iniziare questo intervento,
ripigliando quello che c’era in coda all’intervento del Consigliere Tedesco, perché sì,
i cittadini di Agrigento possono fare dei paragoni rispetto agli anni 90, rispetto ad
adesso, però non devono ringraziare, se i turni sono accorciati di un po’, né il
Sindaco, né tutto il resto, ma devono ringraziare solo il padre eterno che da qualche
anno a questa parte ci ha regalato un sacco di acqua, perché se con i serbatoi pieni
in questa misura non si riesce ad assicurare l’acqua con turni ancora decenti, non so
chi bisogna ringraziare in questa città. E per restare in termini di riferimenti
evangelici, io credo che in questa discussione che noi oggi concludiamo, almeno in
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questa fase bisogna rifarci all’assenza di doppiezza, cioè al sì sì, al no no, tutto il
resto appartiene al demonio e quindi riuscire anche a comprendere perfettamente
qual è l’analisi che si fa rispetto alla delibera che andiamo noi a discutere, quali sono
i termini della questione che si sono voluti puntualizzare e quali sono le risposte che
devono arrivare per consentire al Consiglio comunale di potere esprimere un voto
assolutamente consapevole, non dico sereno, perché la serenità è un dato che non
dovrebbe esistere all’interno di questa assemblea, perché è un dato che non è
considerabile sotto il profilo amministrativo. Noi dobbiamo esprimere un voto che sia
consapevole, che ci veda ognuno di noi convinto perfettamente che la struttura, l’iter,
l’impostazione amministrativa di questa delibera sia perfettamente corrispondente a
quello che noi pensiamo sia un crisma di completezza, di legittimità e di legalità. Se
siamo convinti di questo non c’è nessun problema. Sgombro subito il campo per
quanto riguarda l’aspetto relativo alle valutazioni di valore. Noi lo abbiamo affermato
in questa sede, che in linea di massima noi siamo d’accordo agli insediamenti dei
centri commerciali e non c’è bisogno di andare a spolverare per contrapporre a
questa tesi quello che succede in termini degenerativi negli Stati Uniti d’America.
Stiamo parlando di un microcosmo che è completamente diverso. Le piccole
botteghe commerciali nella nostra realtà locale continueranno a sopravvivere perché
oggi sopravvivono rispetto a quello che è l’impatto dei supermercati, degli
ipermercati, degli hard discount solo perché riescono ad offrire ai cittadini un
elemento che queste strutture non riescono assolutamente ad offrire, che è quella
che gli inglesi chiamano la commoditis, cioè praticamente la possibilità di potere
acquistare, per chi è anziano, per chi ha difficoltà, per chi non ha tempo il prodotto
a un costo magari un po’ più alto, però acquistarlo sotto casa o averlo portato a casa
direttamente. E poi, in ogni caso, le posizioni delle nostre formazioni politiche sono
delle posizioni che partono da una affermazione legislativa in ordine al varo di questi
provvedimenti, che è stato consapevolmente adottato dai governi di centrosinistra,
ma che in fondo lasciano alla discrezionalità territoriale anche la possibilità di
valutare caso per caso. E noi qui ancora stiamo operando in una condizione e in una
situazione di microcosmo nel quale ancora non c’è l’invasione americanista, non ci
sono le alterazioni alienanti dei luoghi di grande vendita, i grandi centri commerciali
americani dove ci si perde d’identità e non si ritrova più lo spirito, l’amore, il gusto del
fare acquisti. Lo vediamo nell’esperienza quotidiana. Lasciamo stare tutti questi
aspetti. Andiamo al dato concreto che riguarda l'atto deliberativo che noi oggi qui
stiamo a discutere. Noi abbiamo sottoposto alla Amministrazione comunale in primo
luogo e poi a tutti gli altri organi competenti, una interrogazione nella quale poniamo
alcuni interrogativi, che secondo noi sono fondamentali per riuscire ad acquisire
quella consapevolezza di giudizio attraverso cui poi possiamo esprimere
serenamente, se la serenità è un dato che volete acquisire al dibattito del Consiglio
comunale,
serenamente il voto che andremo ad esprimere. Perché
sostanzialmente? Questa deliberazione di fatto, non dobbiamo avere doppiezze,
dobbiamo dire sì sì, no no, questa deliberazione di fatto realizza un vantaggio per
l’azienda che ottiene la variante urbanistica. Ma questo non è un reato, cioè nel
senso che è una procedura che anche se realizza alla fine un vantaggio, di fatto è
legittima. Il problema di fondo che bisogna chiarire per potere acquisire piena
consapevolezza è se tutti i passaggi che si sono determinati per arrivare a questo
vantaggio, sono dei passaggi che sono compatibili con la prassi amministrativa e
sono compatibili con la normale gestione di questi eventi. Il tecnico che ha
risposto… dico tra l’altro un inciso, non mi è piaciuto per nulla la sintesi che ha
cercato di fare il Consigliere Tedesco. Cioè è una sintesi arbitraria, assolutamente
arbitraria, cioè non si può fare una sintesi rispetto a quello che è il dibattito che si è
sviluppato in questo contesto, perché è necessario attrezzarsi dal punto di vista
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tecnico per potere avere la possibilità di un contraddittorio. Noi abbiamo detto in
premessa: non vogliamo entrare in contraddittorio con i tecnici perché sapevamo
che c’era questo dato. Cioè nel momento in cui l’Architetto Baio, l’Architetto
Campanella, l’Architetto Vinti contrappone una determinata problematica, il dottore
Alfano che fa il medico chirurgo egregiamente, nell’immediato non può avere il dato
tecnico per poter dire: ma questa cosa che ha detto lei, possiamo in qualche modo
contestarla. Ha bisogno anche di consultarsi e di valutarla bene. Quindi non c’è una
sintesi così affrettata che si può fare nel dire che Alfano non ha detto più niente,
quindi è d’accordo, quell’altro non ha detto più niente, quindi è d’accordo e tutto è
tranquillo e tutto è pacifico. Questo sempre per quell’elemento di chiarezza assoluta
che bisogna avere quando si esaminano vicende di questo tipo. Il problema di fondo
è verificare. E noi questo abbiamo chiesto. E se questo nodo ci viene sciolto, per noi
tutti i problemi sono risolti. Noi abbiamo chiesto verificare se tutti i passaggi hanno la
chiarezza dovuta rispetto a una vicenda che ha contorni e dimensioni abbastanza
consistenti e che dobbiamo riuscire a percepire, a comprendere in tutti i particolari.
Un dato per esempio posso sottolineare alla vostra attenzione, che è semplicissimo,
che riguarda l’attestazione che viene fatta dall’Architetto Quintini e l’attestazione che
viene fatta dall’Architetto Vinti. Entrambi fanno riferimento a quella che è la
previsione progettuale. Cioè uno dice: vista la previsione progettuale la zona è
idonea; l’altro dice: vista la previsione progettuale, la zona non è idonea. Cioè
questo nodo ce lo può sciogliere chi ci risponde per iscritto e ci dice esattamente
quali sono i termini della conclusione a cui si è arrivati, quali sono gli elementi. Cioè
quello che ha detto l’Architetto Vinti che ha difeso le sue tesi, giustamente in
maniera più o meno egregia, io non sono in grado di giudicarlo assolutamente in
questo momento, però ritengo che sia indispensabile per la delicatezza di questo
passaggio che è fondamentale per dire: tutto il resto poi si è sviluppato in maniera
armonica e consequenziale. Alcune cose bisogna chiarirle in maniera molto più
esplicita, cioè non basta dire: questo non va bene perché è un po’ lontano, è meno
lontano, sono 500 metri o 5 chilometri è la stessa cosa, non è possibile, è possibile e
così via. Io questo lo vorrei detto in maniera dettagliata, circostanziata e
possibilmente con rigore scientifico. Non ha nessuna importanza se il Sindaco ha
firmato questa delibera, perché questo non significa che la delibera è condivisa e
giustificata e conosciuta dal Sindaco di Agrigento. Quello che si diceva qua dentro è
importante, è fondamentale. Cioè, di fronte a una delibera che attraversa
verticalmente ed orizzontalmente il Consiglio comunale, che attraversa i gruppi
politici, che crea lacerazioni, che crea dubbi, che crea problemi e tutto il resto, era
dovere dell’Amministrazione comunale nelle sue funzioni competenti, se era il
Sindaco a dovere rispondere, doveva venire il Sindaco, venire qua dentro e dirci:
questa è la mia visione di questa delibera, la posizione ufficiale dell’Amministrazione
comunale rispetto a questa delibera che conferma la sottoscrizione e ne conferma
perfettamente tutti i passaggi, anche alla luce delle perplessità, delle osservazioni,
delle interrogazioni che sono state sollevate dai consiglieri comunali. Vedete che
liberazione sarebbe stata per il Consiglio comunale potere fruire di questo conforto?
Ma questo non c’è stato e questo non c’è un po’ in tutte le vicende che sono le più
grosse, le più consistenti per la città di Agrigento. Noi abbiamo posto al Sindaco di
Agrigento una serie di quesiti puntuali e precisi, sui quali vogliamo che lui ci
risponda. Se non risponde a questi quesiti, chiaramente noi avremo la possibilità di
tirare delle conclusioni che sono collegate all’assenza di chiarezza rispetto ai termini
delle questioni sollevate, perché io ho visto per esempio che due tecnici che trattano
il nuovo Piano Regolatore, giustamente hanno fermato la loro trattazione e il loro
giudizio e le loro valutazioni a un certo punto. Cioè non sono andati avanti perché
non era più di loro competenza. Ma questo dato crea anche ulteriori dubbi e ulteriori
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perplessità rispetto a quella che è la considerazione generale che c’è rispetto
all’operazione che si sta facendo oggi in Consiglio comunale. Quindi io ritengo che
sia indispensabile l’intervento dell’Amministrazione comunale, che sia indispensabile
sciogliere questi nodi, per dare consapevolezza al Consiglio comunale e potere
esprimere un voto compiuto e convinto, attraverso cui poi si riesce realmente a
dimostrare la capacità di analisi, di giudizio, di valutazione e di corrispondenza
dell’iniziativa del Consiglio comunale alla volontà popolare e ai crismi della legalità.
Tutto il resto è pura filosofia e fantasia. Cioè è inutile che qua andiamo ad agitare
spettri, andiamo ad agitare simboli, andiamo ad agitare prospettive che non
esistono. Qui noi vogliamo solo e soltanto chiarezza e ci è dovuta in quanto stiamo
affrontando un atto che è una variante urbanistica, e una variante urbanistica
comporta anche dei vantaggi, i vantaggi che sono legittimi, ma che devono essere
perfettamente inseriti in un contesto di assoluta chiarezza del procedimento
amministrativo.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Mettiamo ai voti la proposta del Consigliere
Tedesco, di rinviare la continuazione di questo punto all’ordine del giorno di cui
abbiamo discusso alla prossima seduta del Consiglio comunale e al contempo
prelevare la proposta di deliberazione avente ad oggetto la modifica della delibera
consiliare N. 30 del 10/03/97. Prego Consigliere Arnone.
CONSIGLIERE ARNONE – Presidente, io sono favorevole alla proposta del
Consigliere Tedesco, però intendo porre una questione. Il rinvio della delibera
Moses deve essere a mio modo di vedere un rinvio fattivo, nel senso che occorre
che la maggioranza e il Presidente del Consiglio si impegnino a far fornire le
risposte, le attestazioni richieste dal Consigliere Hamel. Appare di tutta evidenza che
si chiede correttamente da parte del Consigliere Hamel una assunzione di
responsabilità amministrativa agli uffici, con una relazione in dettaglio sulle questioni
che Hamel ha posto e politica al Sindaco e all’Amministrazione attiva, che in un
quadro come quello che è emerso, non si può… io comprendo la grande buona
volontà del Consigliere Tedesco nello svolgere il suo ruolo di autorevole consigliere
di Forza Italia e della maggioranza, però di fronte al dibattito che si è animato in
queste settimane, non ci si può trincerare dietro una firma che si è apposta nel
settembre… (voce fuori microfono) Se si fosse revocata la firma, saremmo alla
barzelletta, avremmo già Striscia la notizia qua, il Gabbibbo e Piazza sotto la
scrivania, come ha fatto con Le Iene. Quindi è opportuno che si diano risposte.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Domani mattina sarà fatto. Prego Architetto
Campanella.
ARCHITETTO CAMPANELLA – Io nella qualità di funzionario dell’Ufficio Tecnico e
responsabile dell’Ufficio di Piano, sulla proposta del Consigliere Hamel della risposta
scritta, volevo chiedere al Presidente se le spiegazioni che noi abbiamo dato in
questa sede possano essere sufficienti per evitare noi di dedicarci ad altre cose che
sono urgenti pure.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Prego Consigliere Hamel.
CONSIGLIERE HAMEL – Come premessa per noi potrebbe andare bene quello che
lei ha detto, se però non sconvolge i vostri tempi, noi potremmo nel dettaglio fare 4
quesiti, a cui potete rispondere anche con due parole successivamente. Ve li
facciamo avere per iscritto e se potete rispondere.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Domani lei può formalizzare questa richiesta di
chiarimenti. Io subito la trasmetto agli uffici per le risposte conseguenti. Mettiamo ai
voti la proposta per appello nominale: chi è d’accordo dica sì, chi è contrario dica no.
CONSIGLIERE HAMEL - Volevo precisare una cosa, dovevo dirlo in sede di
dichiarazione di voto, che la nostra astensione non è collegata all’argomento in
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materia, è collegata alla richiesta che abbiamo fatto tempo fa, per cui abbiamo
comunicato alla Presidenza del Consiglio che non avremmo votato favorevolmente
nessuna richiesta di posposizione o variazione dell’ordine del giorno, per altri motivi
che non sono collegabili con la delibera Moses o che abbiamo trattato questa sera.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Ha fatto bene a fare questa precisazione.
Proclamo l’esito della votazione: voti favorevoli 19, 1 contrario, 4 astenuti, quindi il
Consiglio approva.
A questo punto abbiamo anche prelevato la proposta di delibera avente ad oggetto:
“Modifica deliberazione consiliare N. 30 del 10/03/97”, che vi leggo nella parte
dispositiva. Si tratta di una modifica dell’articolo 2 della deliberazione consiliare N.
30 del 10/03/97, per quanto riguarda le circoscrizioni, che prevede che le vie
cittadine, sotto indicate, facenti parte della prima circoscrizione, vengano ricomprese
nella seconda circoscrizione. Le vie in questione sono la via Imera, via Canonico
Sorrento, via Caduti per la Resistenza, piazza Fratelli Rosselli, via Degli Angeli, via
Ragazzi del ‘99, via Gioeni, via Diaz, via XXV Aprile, via Pio La Torre, via Dei Vespri
Siciliani e via Della Libertà. Si dà atto, sempre nella parte dispositiva della delibera,
che le modifiche territoriali sono quelle riportate nelle allegate planimetrie indicate
come A, B e C. I pareri degli Uffici sono favorevoli, della Commissione altrettanto,
c’è l’unico parere sfavorevole che è quello della seconda Circoscrizione. Se non ci
sono interventi possiamo passare direttamente ai voti. Chiede di intervenire il
Consigliere Capraro. Prego.
CONSIGLIERE CAPRARO – Se non ho capito male, la modifica di questa delibera
dovrebbe portare alla mancata votazione da parte delle circoscrizioni, perché poco
fa ho ascoltato il Consigliere Tedesco, grande sostenitore del Sindaco Piazza, e nel
suo intervento il Consigliere Tedesco accennava che, facendo la modifica di questa
delibera, il Comune risparmia 500 milioni delle vecchie lire, cioè 250.000 euro, così
non si dà la possibilità alla circoscrizione di portarla a votazione. Il Consigliere
Tedesco, che noi conosciamo che è un grande sostenitore, è stato un assessore di
questa Giunta, un consigliere di Forza Italia molto vicino alle posizioni del Sindaco
Piazza, riferiva che purtroppo questa cifra appesantisce il bilancio comunale,
spendendo i soldi per la circoscrizione non si possono spendere per le altre cose. Il
Consigliere Tedesco dovrebbe sapere che in questi giorni l’Amministrazione Piazza
ha deliberato 225.000 euro da spendere per fare delle feste e festicciole questa
estate nella Valle dei Templi. Io potrei essere d’accordo a non farlo, ma se i soldi si
spendessero per il bene della città, per i servizi sociali, per la gente che è ha
bisogno, non per andare a fare delle feste nella Valle dei Templi: 225.000 euro. Ha
deliberato 8 spettacoli per un costo di 225.000 euro. Perciò io per questo motivo
sono contrario alla proposta perché i soldi che si risparmiamo non si spendono
bene. Io sono per il risparmio, ma che i soldi si spendano bene. Caro Presidente, i
soldi si spendono solo per andare a fare le feste e io sono contrario per questo. Io
ho dimenticato di dire che magari adesso il Consigliere Tedesco o qualche altro
viene a replicare e a dire: “Si, vero è che si sono deliberati 225.000 euro, perché i
soldi sono stati prelevati dal ticket della Valle dei Templi, cioè il 30 per cento delle
entrate”. Questa è una delibera che abbiamo votato noi, che abbiamo dato mandato
all’Amministrazione allora quando ci siamo insediati e perciò preannuncio che
dobbiamo modificare questa delibera del ticket della Valle dei Templi. (Voce fuori
microfono) Non è regionale. Regionali sono gli introiti della Valle dei Templi. Di
spendere i soldi glieli abbiamo dati noi Consiglio, l’abbiamo votato per spendere i
soldi all’interno della Valle dei Templi, ma non per fare lo spettacolo, per aggiustare
muri, marciapiedi, metterci le panchine, aggiustare i posteggi. E invece i soldi sono
serviti per altro. Noi chiediamo la modifica di questa delibera e che i soldi, con le
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entrate del ticket della Valle dei Templi, si devono spendere per i servizi sociali
perché la gente di Agrigento ha bisogno tanto. Grazie.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Alfano, prego.
CONSIGLIERE ALFANO – Signor Presidente, a proposito di quello che ha detto
poco fa il Consigliere Capraro, desidererei specificare alcune cose, che chi ha
presentato allora questi emendamenti, furono diversi emendamenti al bilancio,
siamo stati noi della V Commissione, io, il collega Licata, Vaianella, Burgio ed altri. A
tal proposito noialtri abbiamo approfondito questo discorso. Si è vincolati purtroppo
e pertanto nessuna Amministrazione, né di centro, né di destra, né di sinistra può
stravolgere le leggi. Questi soldi devono essere utilizzati per un determinato fine,
che è quello della Valle dei Templi. Questa è legge della Regione Siciliana. A tal
proposito si aggiungono diverse circolari da parte dell’Assessorato competente che
vincola la spesa di questo introito, di questa parte, d’accordo con la Sovrintendenza
e con gli uffici. Questa è legge della Regione Siciliana. Io non ho la possibilità di
cambiare, se c’è qualche consigliere che ha la possibilità di cambiare le leggi, che lo
faccia pure.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Il Vice Presidente della II Circoscrizione
Schembri.
VICE PRESIDENTE II CIRCOSCRIZIONE SCHEMBRI – Signor Presidente, signori
Consiglieri, signori della Giunta, io mi faccio portavoce del parere che il Consiglio
della seconda Circoscrizione ha dato in merito alla proposta di delibera per il
Consiglio comunale della modifica del territorio circoscrizionale, inglobando alcune
vie dalla prima alla seconda e si è espresso quanto segue. Leggo: “Si comunica che
il Consiglio circoscrizionale nella seduta del 21/03/2005, con deliberazione N. 31, ha
espresso parere sfavorevole alla proposta per il Consiglio comunale, avente per
oggetto modifica deliberazione consiliare N. 30 del 10/03/1997 per le seguenti
motivazioni: considerato che si celebreranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio
della I Circoscrizione il 15 - 16 maggio 2005, e pertanto, ampliando il territorio della
II Circoscrizione, ci troveremmo a dovere rappresentare una notevole porzione di
nuovo territorio senza avere mai ricevuto nessun mandato elettorale. Le motivazioni
poste in essere nella proposta di deliberazione non sono chiare e non è spiegabile
come tale stravolgimento territoriale venga posto in essere a ridosso di una
consultazione popolare”. Io chiedo al signor Presidente che questa faccia parte del
deliberato e inoltre, comunque sia, io porto anche a conoscenza del fatto che il
Consiglio della Circoscrizione, che ha dato voto unanime su questo parere
sfavorevole, ha dato anche come ulteriore motivazione quanto poc’anzi espresso dal
Consigliere Tedesco in merito alla fondata preoccupazione, e me ne da atto il
consigliere, di non andare, non fare votare, cercare quantomeno di non andare a
votazione per la I Circoscrizione. A mio parere penso che questo non sia dovuto
perché non mi sento moralmente responsabile di una fetta di territorio che non mi ha
dato nessun mandato elettorale e quindi materialmente non posso rappresentare
quel determinato territorio, anche in considerazione del fatto che le circoscrizioni, per
così come sono strutturate oggi, non funzionano e quindi materialmente prima di
andare a porre in essere una proposta di delibera per ampliare il territorio comunale,
il territorio circoscrizionale, penso che prima di tutto il Consiglio comunale debba
prendersi la responsabilità politica di assegnare fattivamente quelli che sono i ruoli e
le funzioni delle circoscrizioni, cosa che fino ad oggi, purtroppo, non è avvenuta. In
aggiunta a quanto detto, voglio dire anche che il Sindaco, che è il firmatario della
proposta di delibera, deve assumersi la responsabilità politica di quanto sta
accadendo, perché se il fine è quello di evitare l’elezione della I Circoscrizione, non
può motivare la proposta dicendo che bisogna rappresentare più equamente il
territorio e quindi, visto e considerato che c’era una discrepanza tra la popolazione
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della I Circoscrizione e quella della II Circoscrizione, allora ha posto in essere questa
proposta di delibera, cosa che a mio avviso non mi trova perfettamente concorde.
Quindi, io personalmente resto ancora del parere sfavorevole alla proposta e quindi
chiedo al Presidente di porre agli atti il parere dato dal Consiglio. Grazie.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Il parere già fa parte integrante della delibera.
Consigliere Galvano prego.
CONSIGLIERE GALVANO – Stasera andiamo a votare una proposta di delibera per
quanto riguarda la Circoscrizione I, cioè che si dovrebbero modificare alcune vie, si
dovrebbero dare alcune vie dalla prima alla seconda Circoscrizione, questo dice la
delibera. Però io vorrei che mi spiegasse il Segretario Generale o il Presidente se,
modificando questa proposta di delibera, fa sì che la I Circoscrizione non va a
votare. Cioè io voglio capire se, votando questa delibera, annulliamo le prossime
elezioni circoscrizionali.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Viene modificato l’assetto della Circoscrizione.
Prego Consigliere Salsedo.
CONSIGLIERE SALSEDO – Io non per rispondere sempre al Consigliere Galvano,
ma purtroppo mi viene automatico. Quando io ero piccolo guardavo dei cartoni
animati dove c’era uno che diceva: “Elementare Watson”. È elementare.
Approvando questa delibera, cadono gli effetti e quindi non si vota.
CONSIGLIERE GALVANO – Viene a mancare il numero degli abitanti.
CONSIGLIERE SALSEDO – Il discorso è questo: è stata fatta una delibera, ha tutti i
pareri favorevoli, quindi si va a votare. Se ci sono i numeri, ognuno si assume la
propria responsabilità. (Voce fuori microfono).
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Le avevo risposto io, le ho detto che si tratta
di una modifica dell’assetto territoriale riguardante…
CONSIGLIERE GALVANO – Ho chiesto un parere al Presidente del Consiglio o al
Segretario Generale, ho chiesto un parere all’Architetto Campanella e mi risponde
sempre Salsedo.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – In questo caso le ho risposto io. Possiamo
andare avanti: chi è d’accordo dica sì, chi è contrario dica no. Consigliere Vaianella.
CONSIGLIERE VAIANELLA – Io volevo chiedere al signor Segretario su questa
delibera, se è fattibile questo fatto, nel senso che io le perplessità mostrate dal
collega Galvano in effetti le faccio anche mie, personali. Quella è una porzione di
territorio, lo diceva anche il Vice Presidente della Circoscrizione; nella Circoscrizione
II i consiglieri sono stati eletti da un certo numero di elettori, in aggiunta a queste vie,
in effetti i poteri che loro hanno avuto conferito dagli elettori rimangono sempre gli
stessi? Le altre vie che si aggiungono sono abitanti in più che noi aggiungiamo.
Vorrei capire se nel merito questo è percorribile.
SEGRETARIO GENERALE – La competenza della seconda Circoscrizione si
estende anche a queste nuove vie che verranno inglobate.
CONSIGLIERE VAIANELLA – E ciò conseguentemente si può evitare, quanto
proposto nella delibera…
SEGRETARIO GENERALE – No, non è posto nella delibera.
CONSIGLIERE VAIANELLA – Non è posto nella delibera ma è una conseguenza di
evitare il voto, è automatico. Signor Segretario, vorrei ribadito questo concetto: ad
oggi, con l’approvazione di questa delibera non stiamo andando a determinare se
andremo a votare o meno per la Circoscrizione. Giusto? Può ribadirlo questo con
certezza? (voce fuori microfono).
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Arnone prego.
CONSIGLIERE ARNONE – Io sono favorevole alla votazione di questa delibera,
perché la votazione di questa delibera ci evita di andare a fare delle inutili e dannose
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elezioni per la I Circoscrizione. Va fatto un pubblico plauso ai componenti della I
Circoscrizione che, preso atto della inutilità delle circoscrizioni come istituzione, si
sono dimessi, rinunziando a prendere gettoni di presenza utili per i consiglieri
circoscrizionali, perché se li mettevano in tasca, ma inutili per la collettività, perché le
circoscrizioni in sé in questa città non servono a nulla, con il Sindaco Piazza poi
servono ancora di meno, perché non gli è stato mai attribuito nessun compito,
diventano le circoscrizioni soltanto luoghi di bacchettunesimo e di liti, senza fare
nomi e cognomi. Ci sono stati all’interno di circoscrizioni liti per come spartirsi
l’indennità di carica dei Presidenti. E quando i cittadini vedono sui giornali
discussioni assolutamente incomprensibili sul non funzionamento della Presidenza
delle varie circoscrizioni, molto spesso sono queste discussioni motivate da ragioni
di gelosia, invidia, riequilibri rispetto all’inutile stipendio che percepiscono questi
Presidenti delle circoscrizioni. (voci fuori microfono) La inutilità delle circoscrizioni è
un dato che tutti gli agrigentini hanno perfettamente compreso e introitato.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Passiamo alla votazione: chi è d’accordo dica
sì, chi è contrario dica no. Proclamiamo l’esito della votazione: 17 voti favorevoli, 4
contrari. Approvato.
Chiedo di votare per l’immediata esecutività della proposta di deliberazione per
alzata e seduta: chi è d’accordo rimanga seduto, chi è contrario si alzi. Contrari
Capraro, Burgio e Vaianella. Il Consiglio approva.
A questo punto propongo di votare per il rinvio della seduta a giorno 31 prossimo
venturo alle ore 19:00: chi è d’accordo rimanga seduto, chi è contrario si alzi. Il
Consiglio approva.
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