22 marzo 2005 - Comune di Agrigento
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22 marzo 2005 - Comune di Agrigento
VERBALE DELLA SEDUTA CONSILIARE DEL COMUNE DI AGRIGENTO DEL 22/03/05 INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Chiamiamo l’appello. Presenti 23, assenti 7, la seduta è valida. Propongo quali scrutatori della seduta i Consiglieri Licata, Indelicato e Vaianella. Chi è d’accordo rimanga seduto, chi è contrario si alzi. Il Consiglio approva. Chiede di intervenire a inizio di seduta il Consigliere Capraro, ne ha facoltà, prego. CONSIGLIERE CAPRARO – Presidente, colleghi, Assessori, il mio intervento è diverso dal punto all’ordine del giorno. Io stasera approfitto della presenza dei tecnici all’interno di questo civico consenso per avere ulteriori chiarimenti, Architetto Campanella e Architetto Baio, perché dobbiamo dire alla gente, ai cittadini che da 10 mesi aspettano risposte sul Piano Regolatore Generale della città, perché ho sentito e ho visto che ci sono stati degli interventi tempi addietro, che a giorni i tecnici dovevano venire a portare le relazioni per potere avere il parere da parte del Genio Civile, ma sono passati 10 mesi e non sappiamo che fine ha fatto questo benedetto Piano Regolatore Generale. Perché questo mio intervento? Questo mio intervento è un intervento importante perché la gente ad Agrigento si lamenta, la gente è stressata, non può vivere più perché sono scattate le norme di salvaguardia e noi al posto di agevolare i cittadini di Agrigento, così come abbiamo fatto, Architetto, li abbiamo penalizzati, perché se è vero che i tecnici si dovevano prendere 45 giorni di tempo, come dall’incarico dato dal signor Sindaco, era giusto che scattavano le norme di salvaguardia. Ora sono passati dieci mesi e non sappiamo che fine ha fatto questo Piano Regolatore. Presidente, io l’avevo pregato l’altra volta di sollecitare il signor Sindaco a venire in Consiglio comunale per dare chiarimenti appositamente su questo punto e se è il caso di toglierci l’incarico a questi progettisti e darli agli altri, perché se non si fa questo, caro Presidente, se il nostro Sindaco non fa questo, a me fa pensare cose diverse, perché io posso pensare che forse c’è la sua mano in questo ritardo del Piano Regolatore Generale, perché non vuole, e non capisco i motivi perché questo Piano Regolatore va avanti. Io ho colto l’occasione di intervenire, considerato che ci sono i tecnici del Piano Regolatore Generale, è giusto che vengono a relazionare su questo punto. Grazie. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Architetto Campanella, se vogliamo dare una risposta per aggiornare il Consigliere Capraro sullo stato delle cose? ARCHITETTO CAMPANELLA – Intanto buona sera a tutti. Presidente, come lei ha chiesto all’Ufficio di Piano nel mese di ottobre, chiedendo notizie sulla situazione in atto vigente, relativamente al Piano rimodulato e per come noi abbiamo risposto alla sua nota con un’altra nota scritta, e allegata a questa nota abbiamo trasmesso il progetto già rimodulato e quindi questo progetto si trova già in Consiglio comunale da tre mesi per la presa visione dei consiglieri, di tutti i consiglieri, abbiamo spiegato che, trattandosi di una rimodulazione che ha interessato anche ambiti nuovi e che prima non erano previsti nel Piano Regolatore portato in discussione in Consiglio comunale, questa nuova rimodulazione necessitava del parere del Genio Civile. E prontamente noi abbiamo trasmesso il progetto nel mese di ottobre al Genio Civile con allegata la relazione integrativa dello studio geologico e geotecnico. Il Genio Civile ha avviato immediatamente l’istruttoria e ha chiesto delle ulteriori integrazioni degli studi, atteso che alcune zone che sono state riproposte da questo Consiglio comunale e in particolar modo la zona di Palmentelle, hanno bisogno di un approfondimento maggiore per quanto riguarda la situazione geologica e geotecnica. Questo approfondimento i progettisti del Piano Regolatore, e in particolar modo i tecnici incaricati dello studio geologico e geotecnico lo stanno 1 attivando e lo stanno attivando anche alla luce dell'ultima riunione che abbiamo fatto anche alla presenza del signor Presidente all’Ufficio del Genio Civile, dove si sono esaminati tutti gli aspetti particolari di queste zone da rimodulare e la documentazione che si deve presentare. I progettisti ci hanno assicurato che a breve porteranno queste integrazioni e il Genio Civile di conseguenza è nelle condizioni di potere esprimere il parere. Siccome già questo piano si trova all’attenzione dei consiglieri e in particolar modo della Commissione Urbanistica, noi riteniamo che subito dopo il parere già sia la Commissione, sia l’Ufficio è nelle condizioni di potere trasmettere e avviare la discussione della presa d’atto del Piano Regolatore. Io voglio assicurare i consiglieri che tutte le richieste fatte a seguito degli emendamenti approvati, sono state esaminate, discusse, inserite e valutate, alcune senza problemi altre con alcune problematiche che verranno poi sottoposte all’attenzione del Consiglio comunale. La rimodulazione è stata una rimodulazione abbastanza articolata, che ha impegnato non poco tempo sia i progettisti che l’Ufficio. Però si è riusciti a trovare quella situazione fattiva per potere dare una risposta concreta al Consiglio comunale e di conseguenza avviare la pubblicazione e quant’altro necessario per avviare e definire questo iter amministrativo e poi trasmettere il progetto all’Assessorato Territorio e Ambiente. (voci fuori microfono) INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Capraro, io le ho dato la parola, però non è che possiamo adesso trasformare questa serata in un dibattito sul Piano Regolatore Generale! (voce fuori microfono) Il Regolamento prevede che si possono fare comunicazioni al Consiglio. Lei può comunicare di presentare un ordine del giorno, di presentare una mozione. Questo si può fare a inizio di seduta. Le ho dato la possibilità di fare una domanda, le ho fatto rispondere dall’Architetto Campanella. Passiamo alla continuazione del punto all’ordine del giorno, il punto 6 che era: “Approvazione in variante allo strumento urbanistico vigente ai sensi e con le procedure del VI comma dell’articolo 37 legge regionale 10/2000 per il progetto per la realizzazione di una grande struttura di vendita e attività di servizio da realizzarsi al Villaggio Mosè viale Leonardo Sciascia per conto e nell’interesse della Moses srl di Agrigento”. Sono presenti questa sera oltre all’Architetto Vinti anche gli Architetti Baio e Campanella. Pertanto, se ci sono consiglieri che, rispetto anche alle sollecitazioni che c'erano state lo scorso Consiglio comunale, devono fare delle domande ai tecnici, possono iscriversi a parlare e quindi porre tutti i quesiti che ritengono necessari. Prego Consigliere Arnone. CONSIGLIERE ARNONE – Presidente, io non devo fare una domanda ai tre tecnici che sono presenti, io con una nota che le ho inviato avevo chiesto che fosse presente un quarto tecnico, che probabilmente assieme al Sindaco deve fornire spiegazioni su un aspetto che oggi è di notevole rilievo, anche alla luce della interrogazione presentata dai colleghi Hamel, Lauricella e Licata. E si tratta dalla rimozione dell’incarico che inizialmente aveva fatto alla fine dell’anno 2002 dell’Architetto Quintini. Questa rimozione fu posta in essere, per quello che denunziano le carte dell’iter amministrativo di Moses, in modo del tutto immotivato dal dirigente Vitellaro che è stato il responsabile di questo iter amministrativo sino alla conclusione della conferenza dei servizi e quindi le risposte su questo devono darle l’Ingegnere Vitellaro e il signor Sindaco che tiene l’Ingegnere Vitellaro a dirigere attualmente un settore importantissimo della vita del Comune di Agrigento. Queste risposte non le abbiamo oggi né dal dirigente Vitellaro né dal signor Sindaco. Avevo anche chiesto che venisse fornita risposta a un altro aspetto altamente anomalo di questo iter procedurale e cioè per quale ragione la variante Moses esce dalla conferenza dei servizi nel settembre dell’anno 2003 con un obbligo e una indicazione in ordine ai tempi, essere rassegnati al Consiglio comunale per la ratifica entro i successivi 60 giorni e invece perviene al Consiglio comunale esattamente 2 dopo 12 mesi. Questi sono tutti aspetti di gravissima anomalia di funzionamento degli uffici, di irregolarità anche da parte della gestione politica, perché non stiamo parlando della concessione per l’apertura del piccolo Bar a Montaperto, dove si poteva dire: ma il Sindaco, oberato come è per i pensieri della città, non sapeva che la autorizzazione del Bar di Montaperto è stata nel limbo per un anno. Stiamo parlando di vicende che hanno le dimensioni che oggi apprendiamo hanno. E pertanto è necessario che su questo terreno si diano al Consiglio comunale e all’intera opinione pubblica le risposte di pertinenza. Sono risposte che oggi non appaiono tanto attinenti al merito della legittimità dei singoli atti amministrativi perché poi abbiamo una approvazione del CRU, ma certamente sono risposte che vanno date perché occorre assumere le conseguenti decisioni in ordine a un funzionamento della dirigenza comunale che è quantomeno opaco, torbido e gravido di conseguenze estremamente negative per la trasparenza, la correttezza e la legittimità di funzionamento di questo ente. Io devo denunziare con forza l’assenza di Piazza da questo dibattito. Il non volersi assumere innanzi al Consiglio comunale e innanzi al Consiglio comunale e innanzi alla città le responsabilità che doverosamente il Sindaco ha, perché non dobbiamo neanche dimenticarlo, il Sindaco ha voluto tenere per sé con il suo amico caro Vitellaro la responsabilità del settore urbanistico e l’ha tenuta dal momento della sua elezione a tutt’oggi. Quindi non è minimamente accettabile sul terreno della politica che rispetto a decisioni, come quelle che il Consiglio comunale deve andarsi ad assumere, l’Amministrazione non sia rappresentata dal Sindaco che è anche l’Assessore all’Urbanistica. Io potrei mettere in difficoltà gli assessori qui presenti e chiedere loro se sono in grado di spiegarci per quale motivo l’Architetto Quintini nel novembre del 2002, dopo che redasse la prima attestazione di questo iter procedurale, fu rimossa dall’incarico e sostituita in modo del tutto immotivato e per quale ragione, poi, quando si completa l’iter della conferenza dei servizi relativi al Moses, le carte rimangono congelate per un anno, dal settembre 2003 al settembre 2004. Signor Assessore Gallo, signor Assessore Infurna, signor Assessore Volpe, che rappresentate il signor Sindaco Piazza, siete in grado di dare una risposta a queste questioni che appaiono di tutta evidenza di notevolissimo rilievo politico per la discussione che abbiamo in atto? INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Prego Assessore Volpe. ASSESSORE VOLPE – Signor Presidente, signori Consiglieri, colleghi di Giunta, ho preso la parola così per correttezza essendo stati chiamati in causa e per dire apertamente al Consigliere Arnone e alla città che io non sono tuttologo, posso avere delle ignoranze ben precise. Se fosse stata materia del mio Assessorato, che cerco di coordinare con lo stato d’animo di una matricola universitaria che si prende libri, che cerca di apprendere, che ha rapporti con il dirigente, con il capo area, con gli altri impiegati, ti avrei anche potuto rispondere, ma per quanto riguarda questo c’è chi sa. Il Sindaco è in grado di risponderti e penso che l’Assessore ai Lavori Pubblici Gerardo Alongi in questa materia che è di sua competenza, penso che ti potrà rispondere. Quindi se non ti posso rispondere io non è grave. È grave se non può rispondere il Sindaco. E la risposta indubbiamente c’è, perché la politica si costella di una infinità di atti amministrativi e poi la memoria di atti di tre anni fa, di due anni fa, poi si appanna un pochino. Si prendono le carte, ma certo c’è chi ha il dovere ben preciso, io l’avrei se fosse materia del mio Assessorato, c’è chi ha il dovere però di conservare la memoria storica e penso che il Sindaco o l’Assessore al ramo è in grado di darti una risposta. Se vengo qui è perché mi piace partecipare ai lavori del Consiglio, perché mi piace seguire la politica e non voglio fare solo l’Assessore tecnico che lavora nel suo assessorato, sbriga tutto quello che c’è in un assessorato, molto difficile, voi lo sapete, per le povertà e per i bisogni e per i disagi 3 che crescono e aumentano sempre in città e a volte facciamo quello che non ci tocca. Apro una parentesi, questa mattina ero a bussare al Questore, addirittura veramente come forma di solidarietà, anche se non è di mia competenza, per clandestini che non solo sono clandestini, che però poi da un punto di vista umano non li puoi abbandonare, perché poi c’è l’uomo che è dinanzi all’uomo e se quello è clandestino e non ha il permesso di soggiorno, ha la moglie ammalata e non sa come fare, che fa si abbandona? Quindi, io sovvengo qui perché mi piace anche seguire la politica di tutta la città, se ho qualche lacuna del 2002 questo non fa nulla, pregherò il mio Sindaco per telefono più tardi o l'Assessore che domani darà una risposta a questa domanda del Consigliere Arnone. Grazie. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Hamel. CONSIGLIERE HAMEL - Il dibattito sulla proposta di delibera in discussione ha avuto fasi alterne perché sicuramente è una proposta di delibera estremamente complessa e articolata, attorno alla quale si è sviluppato anche un ampio dibattito esterno che ha creato sollecitazioni giuste o sbagliate che possano essere state. Noi riteniamo di affrontare questa materia con grandissima serenità, senza nessun pregiudizio e senza nessuna valutazione a priori, perché riteniamo che quando c’è un atto complesso attorno al quale può paventarsi un problema, un rischio, un pericolo per chi deve assumere una scelta di voto, acquisire e acquistare il massimo di serenità di giudizio ci consente di andare avanti liberandoci da ogni possibilità di condizionamento, sto parlando semplicemente di un condizionamento psicologico chiaramente, e pertanto, qualunque sia il dibattito esterno che si sviluppa attorno a questa delibera, noi riteniamo come gruppo dell'Ulivo che il giudizio, le valutazioni devono essere fatte esclusivamente sull’atto deliberativo che noi stiamo trattando e che possano dividersi su due linee, una è quella relativa a una valutazione di fondo sulla scelta delle grandi strutture commerciali, l’altra è la valutazione in ordine ad alcuni aspetti tecnici della delibera stessa che ci viene sottoposta. E questo per noi è stato un problema di notevole impegno, perché ci ha portato da un lato ad un approfondimento di dibattito interno con le forze politiche di riferimento, anche alla luce di quelle che sono le scelte generali assunte dalla Margherita, dai DS, dagli altri partiti che magari non sono presenti in Consiglio comunale, ma in qualche modo riteniamo di potere rappresentare nell’area di riferimento a cui noi ci ispiriamo, per riuscire a capire esattamente quale è la posizione in ordine a queste grandi strutture commerciali e l’altro impegno che ci ha comportato una notevole ricerca di atti, di documenti riguarda gli aspetti formali relativi all’atto che stiamo approfondendo. Io vorrei partire da quella che è la nostra posizione in linea di massima in ordine a quelle che sono le grandi strutture commerciali, anche con un minimo di excursus storico che dà fondamento alla scelta che noi compiamo. La riforma del commercio sia in Italia che in Sicilia porta la firma dei governi del centrosinistra. È una riforma che è nata all’interno della nostra area e noi riteniamo di dover in larga parte condividere. Ambedue i provvedimenti furono ispirati da una riforma complessiva del settore, accompagnati da un graduale processo di liberalizzazione. Tra le finalità della legge ricordiamo la trasparenza del mercato, la concorrenza, la libertà di impresa, la tutela del consumatore, l’efficienza, la modernizzazione e lo sviluppo della rete distributiva, il pluralismo e l’equilibrio tra le diverse tipologie distributive e le diverse forme di vendita, con particolare riguardo al riconoscimento e alla valorizzazione del ruolo delle piccole e medie imprese, la valorizzazione e la salvaguardia del servizio commerciale nelle aree urbane, rurali, montane e nelle isole minori. La legge prevede la classificazione degli esercizi commerciali all’ingrosso e al dettaglio in tre tipologie, in funzione della superficie di vendita, di vicinato, medie strutture di vendita e grandi strutture di vendita. Venendo al nostro dibattito il legislatore ha individuato il centro commerciale come una media o grande 4 struttura di vendita, nella quale più esercizi commerciali sono inseriti in una struttura a destinazione specifica e usufruiscono di infrastrutture comuni e spazio di servizio gestiti unitariamente. Di tali centri viene fatta una distinzione in funzione dei diversi fattori. Poi ci sono tutta una serie di terminologie anche in lingua inglese, che vi risparmio, in ordine alle tipologie di centri commerciali che possono essere realizzati. Al fine del rilascio delle autorizzazioni sono previste restrizioni via via sempre più crescenti, passando dalle medie strutture alle grandi struttura di vendita, anzi, per queste ultime il legislatore siciliano ha dettato condizioni più restrittive che nel luglio del 2004 hanno provocato una segnalazione al Parlamento e al Governo da parte dell’autorità garante della concorrenza e del mercato per violazione delle norme sulla concorrenza. Nello specifico l’autorità si è soffermata su due aspetti, il primo è rappresentato dall’inclusione tra i vari criteri di valutazione, di considerazione attinenti alla quota di mercato dell’impresa che intende realizzare l’iniziativa, per cui è chiesta l’autorizzazione, mentre il secondo aspetto è rappresentato dall’esistenza di limiti quantitativi per il rilascio dell’autorizzazione. Nella sostanza l’autorità ha chiarito in modo inequivocabile che possono considerarsi in linea con i principi normativi di tutela della concorrenza, quelle misure regionali di regolamentazione dell’insediamento delle attività commerciali che prendono in considerazione esclusivamente gli interessi generali di tipo urbanistico o connessi all’esigenza di promuovere un adeguato livello di servizio per i consumatori, al fine di evitare che la programmazione regionale si traduca nel mero contenimento dell’assetto concorrenziale esistente. Tutto questo significa che le medie e le grandi strutture di vendita, e quindi anche i centri commerciali, possono svilupparsi con il rispetto di due condizioni e non di altre: rispetto degli interessi generali di tipo urbanistico o connessi all’esigenza di promuovere un adeguato livello di servizio per i consumatori o/e l’ottenimento delle autorizzazioni. Quindi un aspetto urbanistico e un aspetto amministrativo. Tali autorizzazioni, come nel caso delle grandi strutture di vendita, sono subordinate alla presentazione di uno studio di impatto in cui dovevano essere esplicitate alcune informazioni quale la caratteristica dell’iniziativa, il bacino di attrazione, la spesa attratta, le implicazioni urbanistiche generali, l’impatto sul traffico, l’impatto ambientale, commerciale ed occupazionale. È previsto anche uno studio di impatto sulla viabilità per gli esercizi commerciali e centri commerciali aventi una superficie di vendita superiore a 1500 metri quadrati, ai fini del rilascio delle concessioni e autorizzazioni edilizie, mentre è previsto per le grandi strutture di vendita la verifica della compatibilità dell’iniziativa sotto l’aspetto dei requisiti urbanistici ed edilizi, con particolare riferimento alle dotazioni degli standard pubblici, di verde, parcheggio, di dotazioni minime di parcheggi pertinenziali eccetera, eccetera. Da sottolineare che il Comune è tenuto al rilascio dell’autorizzazione dopo il parere positivo della conferenza di servizi, a cui partecipano con diritto di voto, oltre al Comune precedente, la Provincia Regionale, la Camera di Commercio e la Regione. La deliberazione della conferenza è adottata a maggioranza dei componenti anche se è subordinata comunque al parere favorevole dei rappresentanti e della Regione, il cui voto comunque prevale in caso di parità. Mi pare che questa procedura in qualche modo sia stata espletata. Quindi, come si vede, è forte il potere della Regione nel rilascio delle autorizzazioni, anche se per verità dobbiamo dire che se non vi è il rispetto della programmazione urbanistico – commerciale, l’eventuale autorizzazione commerciale non può essere concessa. A questo vi è da aggiungere che il decreto assessoriale del 12 dicembre 2002 ha stabilito che si provvederà a una più compiuta programmazione regionale della rete distributiva, riferita alle grandi strutture di vendita, tenendo anche conto della esperienza maturata in altre regioni e di eventuali studi di settore. Si sottolinea ad oggi che di tale studio non si è a conoscenza e l’unica informazione è quella del 5 bando per l’affidamento che è stato emanato nel mese di dicembre del 2003. Questa è dunque la cornice della normativa vigente, su cui i partiti devono esprimere poi le loro valutazioni. Ma prima di affrontare la nostra posizione, potremmo anche sottolineare qual è la distribuzione dei centri commerciali sul territorio nazionale. Si tratta di una situazione in costante evoluzione che vede uno sviluppo esponenziale nelle regioni del centro nord e un lento progredire nelle regioni del sud e in Sicilia, sino al 2003, vi era un’incidenza di circa due centri commerciali per milione di abitanti. A questo punto bisognerebbe anche chiarire qual è l’intervento sostanziale che le forze politiche possono esprimere su una vicenda di questo tipo, che sostanzialmente dal punto di vista amministrativo si chiude ad un altro livello, mentre normalmente viene in Consiglio comunale solo per quanto riguarda l’aspetto urbanistico e l’eventuale variante che è collegata a un insediamento di questo tipo. E quando si parla di aspetto urbanistico, bisogna sottolineare che nel territorio della Sicilia, compresa Agrigento sostanzialmente, nonostante noi abbiamo un iter approvativo del Piano Regolatore avanzato, la situazione degli strumenti urbanistici è una situazione fatiscente, dove non c’è spesse volte operatività, c’è saturazione di aree, non c’è possibilità di riuscire a realizzare insediamenti di questo tipo perché gli strumenti non sono adeguati ed innovati. E nei Piani Regolatori, inoltre, entrano in gioco anche diversi fattori, legati al modello di sviluppo urbanistico che si vuole realizzare e anche alla valutazione di impatto ambientale, stradale, economico, sociale, che si tende a realizzare nel momento in cui si esprime una valutazione in ordine a strutture di questo tipo. Noi riteniamo come gruppo che sostanzialmente il nostro parere in linea di principio, rispetto a insediamenti di questo tipo, è un parere favorevole, che non può che appoggiare queste iniziative, in ossequio a quello che è lo spirito della legge, che è una legge che è nata nell’alveo dei nostri contenuti e dei nostri valori. Riteniamo che questa valutazione venga ad essere puntellata da una serie di considerazioni, che questi insediamenti non compromettano la varietà di tipologie di vendita presenti nell’area di riferimento e quindi non creino evidenti distorsioni nel sistema economico locale. Siano inserite in un più ampio progetto di realizzazione di altre strutture di servizio per l’area interessata, non comportano svuotamento dei centri storici, non abbiano un impatto netto positivo sul traffico veicolare e diano un contributo alla decongestione del traffico, non vadano a congestionarlo, non generano inquinamento addizionale e quindi che le iniziative si inseriscano anche in modo armonico nel contesto ambientale di insediamento e prevedono la realizzazione di opere e sistemazione dell’area circostante che attribuiscono uno stato di miglioramento complessivo a quello che è l’ambiente dove vengono a essere allocati. Non portano a concentrazione in capo a singole insegne che possano generare situazioni di natura monopolistica e con centri preesistenti e strutture di vendita, cioè della possibilità anche a strutture di vendita sparse, qualora vogliano, di potersi inserire in questo contesto. Comportano il reimpiego del personale dipendente di precedenti strutture di vendita che abbiano un impatto occupazionale diretto e indiretto sicuramente positivo. Sono queste una serie di considerazioni di valore che sono preliminari e sostanziali di una scelta di insediamento di un grande centro commerciale. Noi riteniamo nell’analisi che abbiamo fatto che buona parte di questi aspetti possano essere considerati assolti e quindi il giudizio di fondo, di merito, di valore in ordine a quelli che sono gli insediamenti dei centri commerciali per noi è sicuramente positivo. Resta tutta una valutazione sostanziale in ordine a quelli che sono gli aspetti urbanistici procedurali e di legittimità in ordine all’atto che noi andiamo a trattare qui questa sera. Noi lo affrontiamo questo problema con grandissima serenità e non vogliamo assolutamente realizzare un contraddittorio in ordine alle richieste di chiarimento che abbiamo sottoposto all’Amministrazione comunale e agli organi tecnici. Noi 6 richiediamo che in via formale ci venga data una risposta secondo quelli che sono i criteri di riscontro delle interrogazioni al Sindaco e agli uffici e sulla base di questa risposta noi saremo anche in grado di assolvere all’altro aspetto di valutazione in ordine all’atto che andiamo a trattare, senza nessun pregiudizio, senza nessuna posizione precostituita, con assoluta serenità, con la serenità di coloro i quali vengono in Consiglio comunale per esaminare gli atti, per valutarne tutti gli aspetti ed esprimere lealmente e onestamente il loro voto. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Burgio, prego. CONSIGLIERE BURGIO – Signor Presidente, signori Assessori, anche se presenti non ne vedo, colleghi Consiglieri, sicuramente lo studio di questa delibera permette a noi consiglieri di impegnarci a 360 gradi in quanto abbiamo appreso sia delle leggi urbanistiche che delle economiche. Io volevo porgere una domanda all’Architetto Vinti. Andando a vedere quali erano le sottozone D1 del vecchio Piano Regolatore, ho visto che oltre alla contrada Coda di Volpe, che tanto si è nominata, vi è anche la località di Piano Cavallo di Montaperto, che non sia stato detto nulla. Inoltre, nella zona D2 che prevede attività artigianali, piccole industrie non nocive, nonché depositi commerciali e servizi, individua delle aree a Fontanelle e a San Michele, e anche su queste zone non so se erano inidonee oppure se non sono state prese in considerazione perché magari vi è qualche legge che lo impedisce. Volevo questo chiarimento grazie. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Architetto Vinti, prego. ARCHITETTO VINTI – Innanzitutto mi scuso se la volta scorsa sono stato non molto chiaro nell’illustrare l’attestazione di inesistenza di aree nelle varie certificazioni connesse. Stiamo parlando di una variante a uno strumento urbanistico vigente. Tutte le procedure partono ai sensi dell’articolo 5 che prevede che per potere attivare tutte le procedure con lo Sportello Unico ci deve essere l’inesistenza di aree idonee per il tipo di attività che si va a realizzare. In questo caso stiamo parlando di un centro commerciale, quindi di una attività commerciale con le caratteristiche di cui alla legge 28 al commercio. In questo caso parliamo di un grande centro commerciale. La legge al commercio, anche se non è pertinente alla materia, nel decreto attuativo 11 luglio del 2000 va individuata tutta una serie di aree che dovevano essere idonee per il tipo di attività. Queste aree innanzitutto devono essere aree commerciali. Poi in base alla relazione di sopralluogo che ho fatto e la successiva attestazione, ho attestato che il P.R.G. approvato con decreto assessoriale 82 ed approvato con decreto 13.3.89 non individua aree idonee destinate all’insediamento produttivo di cui all’oggetto, in considerazione alla caratteristica che le stesse aree devono avere, secondo quanto previsto dalla legge 28 del ‘99 del D.P.R. 11/7/2000. Questo cosa vuol dire? Che innanzitutto deve essere un’area a vocazione commerciale. Le aree individuate con le zone D1, D2, per come prevede il P.R.G. vigente e le norme di attuazione, che posso leggere, dice: zona D1 e zona industriale per impianti medi e piccoli, depositi e servizi. Zone D2, zone artigianali, depositi e servizi. Anche se queste aree non erano idonee dal punto di vista come destinazione urbanistica, nel fare questa attestazione l’ufficio ha preso visione di queste aree e in considerazione per come fatto nell’attestazione ma anche nella relazione di sopralluogo che in ogni caso è onnicomprensiva, nel senso che stiamo parlando che il P.R.G. vigente, essendo trascorsi 10 anni dall’approvazione, erano decaduti i vincoli (inc.) all’esproprio. Nel momento in cui si va ad operare con uno strumento urbanistico, per il quale hanno perso efficacia i vincoli (inc.) all’esproprio, si deve operare necessariamente in variante. Vuol dire che se l’area che già si va a individuare urbanisticamente è idonea e pertinente a quella che si deve operare, urbanisticamente è conforme, ma in questo caso, oltre ad essere idonea dal punto di vista urbanistico, c’era anche che la stessa 7 caratteristica che ho illustrato per contrada Coda di Volpe si applica sia per questa contrada sotto Montaperto ma anche per le altre zone, che tutte queste zone individuate, (stiamo parlando sempre di zona D1 e D2, zone destinate ad attività artigianale ma non commerciale innanzitutto) quindi, vuol dire che queste aree, oltre a essere idonee dal punto di vista di zonizzazione, ai sensi del decreto ministeriale 1444, non erano urbanizzate. Che vuol dire questo? In parte ce n’erano alcune… la viabilità esistente, come poteva essere in contrada Coda di Volpe, in contrada San Giusippuzzu, ma queste aree non erano nemmeno di immediata urbanizzazione perché erano non prossime alla viabilità principale. Quindi, il Comune, pur se poteva essere anche assimilabile a zone utilizzabili, non erano urbanizzate e quindi il Comune non è nelle condizioni nemmeno di poterle espropriare. A parte che queste aree individuate sono tutte zone per lo più residuali, nel senso a parte quella che c’è nella strada per Caltanissetta che l’area è a monte, dietro l’ex impresa Mucci, questa area è un’area urbanisticamente individuata come zona D2, ma è un’area non urbanizzata e quindi è priva, come le altre zone, di viabilità principale. Quindi, essendo priva di viabilità principale, prossima a queste aree, era ed è tuttora priva di urbanizzazione primaria consistente anche in fognature e rete idrica. Quindi il Comune, anche se la ditta acquisiva una titolarità a poter realizzare queste aree, ma parliamo sempre di una variante in ogni caso, era sempre necessaria una variante, non che erano urbanisticamente idonee, sarebbe stato sempre necessario fare una variante. Il Comune non sarebbe stato in condizione di poter espletare procedure espropriative, perché i vincoli preordinati all’esproprio erano già scaduti. Quindi in ogni caso deve essere un’area di immediata urbanizzazione, non può essere un’area che la fognatura e rete idrica si trova a due, tre chilometri o anche a 500 metri e il Comune si deve far carico degli espropri, ai quali nemmeno può ottemperare. Tra l’altro dal luglio del 2003 trova applicazione anche in Sicilia il Testo Unico degli espropri che prevede che quando si devono applicare le procedure espropriative, deve essere data comunicazione alla ditta interessata. In questo caso il Comune non poteva attivare e non può attivare le procedure espropriative a favore di un centro commerciale o impianto sportivo, nel quale vengono interessate altre aree. Anche se parliamo della variante, non sono opere di urbanizzazione o opere pubbliche. Tra l’altro anche il decreto ministeriale 1444 fa anche una distinzione abbastanza chiara, nel senso che va ad individuare in un comma l’attività artigianale e industriale. Nel comma successivo parla di attività commerciale e direzionale. Quindi c’è anche da dire che urbanisticamente queste aree non erano urbanizzate, non erano idonee e quindi è sempre stato necessario fare una variante allo strumento urbanistico per poterle anche utilizzare, mentre l’area in oggetto, esame della variante, anche se parliamo di una variante allo strumento urbanistico e quindi zona E/A, è d’immediata urbanizzazione. In più, rispetto al P.R.G. adottato, e non tanto adottato, ma secondo le previsioni della schema di massima, l’unica area a destinazione commerciale è quella di Villaggio Mosè, cosiddetta Città Mercato, che tra l’altro non dico che ha la caratteristica prevista dalla legge 28 del ‘99, ma di fatto è una zona a sviluppo commerciale, in cui l’inserimento di una attività di grande struttura di vendita come questa trova la collocazione naturale, mentre l’utilizzare altre zone in contrada D1 - D1, avrebbe portato dei problemi con il nuovo strumento urbanistico, perché in ogni caso, non essendo individuate come zone commerciali, non ritengo sarebbero state in contrasto con il P.R.G. adottato. Possono rispondere anche meglio l’Architetto Baio e Campanella eventualmente. Quindi, noi ci troviamo nelle zone che il vecchio P.R.G. individuava come zone ad attività artigianale e depositi. Quindi, non ad attività commerciali, oggi grandi centri commerciali. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Salsedo prego. 8 CONSIGLIERE SALSEDO – La mia è una domanda molto semplice per l’Architetto Vinti, anche per avere definitivamente un quadro definitivo. Nella parte bassa della delibera leggo: “Allegando nota del Ministero delle Attività Produttive prot… etc. del 22/07/2002 indirizzata alla stessa con copia e decreto provvisorio di concessioni e alle agevolazioni della legge 488”. Architetto, cortesemente, vuole spiegare in maniera definitiva al sottoscritto, all’intero Consiglio e anche a coloro che ci seguono da casa se il finanziamento esiste, non esiste, è stato annullato? È stato ritirato? Così facciamo chiarezza anche su questo punto. Grazie. ARCHITETTO VINTI – I presupposti per poter attivare le procedure con la conferenza dei servizi, di cui alla legge 10 articolo 36 e 37, che hanno recepito l’articolo 5 del D.P.R. 447, sono esclusivamente questi: “Allorché il progetto sia conforme alle norme vigenti in materia ambientale, sanitaria e di sicurezza del lavoro, ma lo strumento urbanistico non individua aree destinate all’inserimento di impianti produttivi ovvero queste siano insufficienti in relazione al progetto presentato, il Sindaco può motivatamente convocare la conferenza di servizi, disciplinata dalla legge 14, all’articolo 14 della legge 7 agosto 1990 N. 141. I presupposti per potere operare nella variante allo strumento urbanistico, con la procedura di cui allo Sportello Unico, sono contemplati all’interno di questo articolo, quindi il presupposto che questa variante sia già conforme alle previsioni del P.R.G. adottato, che tra l’altro anche in questo caso, come ho già detto la volta scorsa, non opera (inc.) norma di salvaguardia. Sia la norma di salvaguardia e sia l’aspetto della legge 488 possiamo dire che in questo caso sono degli optional. Le norme basilari per potere operare con la conferenza dei servizi e fare la variante allo strumento urbanistico sono solo queste. Che ci sia la conformità con il P.R.G. adottato è una cosa positiva perché in ogni caso è stato inserito nella città mercato, i progettisti l’hanno pure calato, quindi è una cosa migliorativa, ma il fatto che ci sia o non ci sia un finanziamento attualmente con la 488, che sia decaduto, è un fatto del tutto marginale. È stato messo in delibera perché al momento della relazione della delibera, per quanto sapeva l’Ufficio, era ancora in vita una richiesta di finanziamento. Se questo finanziamento sia caduto, si sia rinunziato, non ha nessun valore ai fini della regolarità della delibera, in considerazione pure che tutte le procedure amministrative legate alla conferenza di servizi, che ha ratificato la variante allo strumento urbanistico, si sono chiuse nel settembre del 2003. Quindi la conferenza di servizi, avendo chiuso le procedure della variante e l’approvazione della variante, ha di fatto approvato e chiuso favorevolmente la variante allo strumento urbanistico. Quindi, tutte le procedure successive sono atti secondari. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Vaianella, prego. CONSIGLIERE VAIANELLA – Signor Presidente, signori della Giunta, colleghi, cittadini di Agrigento. Qualche seduta fa il consigliere dell’opposizione, qui presente, il collega Arnone chiamava e invitava i capigruppo ad esprimersi in merito a questa delibera che ci interessa quest’oggi. Evidentemente il collega Arnone era assente perché il sottoscritto aveva ben chiarito la posizione e personale e anche del partito. La posizione mia personale che tra l’altro rappresenta la destra sociale del mio partito, certamente non è entusiasta nell’accogliere grandi strutture di vendita e/o comunque centri commerciali, che dir si voglia, perché ritengo che in effetti, e in questo caso una volta ogni tanto devo convenire con il collega Arnone, in effetti non portano granché di beneficio, di sviluppo economico, quel tanto sviluppo di cui si è tanto parlato. Il collega Calabrese era profondamente entusiasta, altri colleghi lo erano, perché tali insediamenti potrebbero comportare sviluppo concreto. Bisognerebbe dimostrarlo anche con i fatti questo. Cioè io le posso dire, caro collega Calabrese, che lei faceva riferimento al discorso della massaia che va nei centri commerciali o comunque nei supermercati e beneficia di sconti per la spesa 9 corrente. In effetti le posso dimostrare che non è così, perché io personalmente ne ho avuto prova, non si può stabilire con assolutezza che determinati prodotti siano del tutto convenienti in tutte le parti e in tutti i supermercati. Non è così. Ci sono supermercati che praticano prezzi convenienti su determinati prodotti e altri supermercati quegli stessi prodotti li vanno a pagare sicuramente con un prezzo maggiore. Questo per dire che in effetti non è proprio così. Poi, per non parlare in termini occupazionali, ma parliamoci chiaro, colleghi, chi può dire che l’insediamento di questo tipo è a totale vantaggio dello sviluppo della città? Sono convinto che i centri, i piccoli negozianti che gravitano nelle zone non tanto prossime, ma anche adiacenti, in quel grosso insediamento, a mio avviso sicuramente non ne beneficeranno. E lì c’è anche un indotto che gravita attorno alle attività del piccolo commerciante, del piccolo negozietto, il locatario e quant’altro gira attorno a queste attività e anche le persone che vi lavorano, che interessano quella determinata attività specifica. E quindi su questo ho dei seri dubbi, serie perplessità. A questo va aggiunta un’altra perplessità in ordine tecnico, che adesso esporrò. E in merito a questa variante, che di variante si tratta al vecchio e al nuovo, avrei qualcosa da dire, da capire e da chiedere ai nostri tecnici qui presenti. La domanda la pongo al dirigente ma può anche rispondere l’Architetto Campanella che tra l’altro ha seguito in maniera eccellente l’evolversi del Piano Regolatore Generale. La perplessità a cui mi riferisco è questa: la struttura oggetto di variazione al P.R.G. in altre parole non tiene conto, e questo è chiaro, della prescrizione esecutiva 6 che insiste nell’area commerciale di cui si chiede la variante. La variazione e la prescrizione esecutiva 6 per chi ancora… (voce fuori microfono) il collega Calabrese dice che deve essere ancora fatta, proprio perché deve essere ancora fatta, non tenendo conto di questa variazione, mi pare che i cosiddetti criteri di perequazione, cui il Consiglio e lei il primo, Consigliere Calabrese, giustamente si è tanto dibattuto con me e con tanti altri, in questo caso a mio avviso non verrebbero ad essere osservati, in quanto di viabilità si tratta. Bisognerebbe ristudiare l’assetto viario, ed è importante in quanto le norme tecniche di attuazione e l’articolo 94 parla di considerare l’aspetto della viabilità, ed è fondamentale. Come questo Consiglio, egregi colleghi, non rifletta su queste cose? L’aspetto viario è fondamentale. A suo tempo noi eravamo tutti d’accordo, mi pare, abbiamo convenuto con il fatto che lì in quell’area si doveva realizzare, eravamo d’accordo a quanto i progettisti avevano proposto e invito l’Architetto Campanella poi a riprendere questo argomento e mi pare che quella era la soluzione migliore per completare quell’aspetto sulla viabilità, cioè una strada che doveva fungere come raccordo a monte dell’insediamento commerciale vero e proprio e a valle, andandosi a raccordare con il bivio che poi porta alla contrada Crocca e via di seguito in quel di Palma di Montechiaro. Questa strada il Consiglio ha ritenuto che all’interno del P.R.G. potesse essere la soluzione migliore, l’abbiamo confermata. Mi pare che emendamenti in tal senso non ce ne sono stati e andando a vedere la planimetria ed esattamente la tavola 4.9 del Villaggio Mosè, dove si parla di questa intera area, anche lì vado a notare che in effetti la strada che è stata messa dai progettisti è una strada che non mi va a intralciare l’abitazione, cioè siccome il collega Calabrese faceva riferimento che quella strada era di difficile realizzazione in quanto, a detta sua, evidentemente bisognava abbattere, demolire alcuni edifici esistenti in zona. Io in quella occasione non ero sicuro e quindi non sono intervenuto in merito. Andandomi a documentare, e faceva bene il nostro Assessore Volpe quando dice che quando non si è a conoscenza perfettamente delle cose, bisogna ascoltare ed evidentemente poi andarsi a documentare con esattezza. E in quella occasione ho verificato in effetti che quella strada che è stata lì ideata, progettata da chi si è occupato del piano, dai tecnici progettisti, è nata per snellire quel traffico e, a quanto vedo dalla pianta, non ci sono delle abitazioni che 10 ostacolerebbero comunque la realizzazione di questa stessa strada. Quindi, colleghi, bisognerebbe riflettere attentamente su questo aspetto perché se questo Consiglio, e lo può fare nella sua sovranità, l’ho ribadito la volta scorsa, anche se non mi sbaglio, può anche determinarsi in questo senso, cioè può anche votarla questa delibera positivamente, poteva anche farlo con i piani costruttivi. Sono scelte politiche in effetti che il Consiglio fa. Noi in quella occasione, io insieme alla collega Burgio, avevamo presentato un documento poi condiviso da altri colleghi, il collega Patti, Marchetta e Vetro, avevamo presentato un documento in quella occasione dove esprimevamo il nostro dissenso ad andare a bocciare in quella occasione i piani costruttivi, in quanto in effetti come potevamo farlo perché tra l’altro quelli già erano finanziati in effetti, come potevamo farlo in quella occasione se ancora il piano non aveva completato l'iter conclusivo? Era opportuno, dicevamo in quel documento, invitare l’assessore che aveva nominato il commissario, e in questo caso non c’è il commissario che incombe su questa delibera. Noi con quel documento volevamo invitare l’Assessorato a revocare la nomina del Commissario ad acta, così da tenerla ferma, perché era la soluzione più naturale, la più equilibrata per evitare che si bocciassero i piani costruttivi, perché il Consiglio poteva anche farlo, ovviamente ciò avrebbe comportato una rimodulazione del piano con una conseguente e naturale “perdita”, poteva essere anche utile se il Consiglio lo riteneva, ma comunque certamente un impegno di tempo maggiore rispetto al normale percorso che attualmente il P.R.G. sta compiendo. Quindi, se il Consiglio, che è sovrano decidesse quest’oggi o la prossima volta, quando riterrà opportuno esprimere un proprio voto positivo su questa variante, è chiaro che bisogna andare a rivedere, ristudiare l’assetto viario della zona e non solo quella. Va anche valutato il ristudio anche, e quindi caleranno gli indici, le densità della zona B4 del Villaggio Mosè – Cannatello in quanto adiacente alla sottozona D1. E allora su queste perplessità io invito i tecnici ad esprimersi, vorrei capire, perché a me non mi risulta. Qualcuno dice che i progettisti sono d’accordo, ma io documenti scritti non ne vedo. (voce fuori microfono) Va bene, me le faccia leggere lei, lo vedo un po’ nervoso, Consigliere Calabrese, mi faccia concludere, così poi lei potrà replicare con i tempi dovuti, eccetera, eccetera. Io esprimo queste mie valutazioni. Se lei non ritiene di condividere lo dica in aperta democrazia, mi pare che nessuno lo condannerà per questo, assolutamente. Allora, in effetti, avremmo preferito un coinvolgimento diretto dei progettisti oggi in aula. Volevo sapere in tempo reale cosa mi pregiudicava questa variante, cosa può pregiudicare il ristudio della viabilità, spostare la strada sotto o se si ritiene di non farla proprio. Ma se non farla proprio, la norma di attuazione, l’articolo 95 parla di viabilità, di ristudiare tutto. Come è che noi possiamo trascurare questo aspetto? L’approvazione dei progetti ai fini del rilascio delle concessioni e autorizzazioni edilizie, nonché il rilascio delle autorizzazioni commerciali per nuove aperture, trasferimenti, ampliamenti, estensione di settore merceologico riguardanti esercizi commerciali e centri commerciali, aventi una superficie di vendita superiore ai 1500 metri quadri, cui faceva riferimento il collega Hamel, sono subordinati alla valutazione di impatto sulla viabilità. I progetti e le domande di autorizzazione commerciale devono essere accompagnati da idoneo ristudio della viabilità dell'area. Siccome di viabilità mi pare che se ne è parlato poco, vorrei sentire anche voi a riguardo. I progettisti ufficialmente si sono espressi? Abbiamo documenti su cui i progettisti si sono espressi? Probabilmente mi sfugge. E allora in questo caso rivedo la mia posizione. Ma se dicono e affermano che la viabilità non è importante e che è già stata ristudiata anche in vista di questa eventuale approvazione e che non comporta perdita di tempo, allora il Consiglio valuterà anche ognuno per le proprie idee le proprie posizioni e poi l'altro aspetto che vorrei rimarcare, il criterio della perequazione a mio avviso non viene osservato. 11 Invito anche gli architetti ad esprimersi in merito, perché non concorrerebbero, Architetto Baio, alla realizzazione dell’arteria, a prescindere se il CRU bocci questo P.R.G. su cui tanto ci siamo dibattuti e abbiamo lavorato. E allora l’area, la variante andrebbe a essere realizzata, però questa arteria rimarrebbe non realizzata. E poi, Architetto Vinti, lei la volta scorsa diceva e mi pare che lo ha ribadito anche quest’oggi, che il progetto è un progetto di un piano di lottizzazione in ambito chiuso, se non mi sbaglio. È così? (voce fuori microfono) Sì. Previsto dalla legge, la 22 del ‘99, però a riguardo volevo capire se c’era anche lo schema di convenzione allegato e quindi i relativi progetti esecutivi e se anche in merito mi può dare una risposta, perché se non mi sbaglio questo ambito chiuso prevederebbe anche uno schema di convenzione con eventuale allegato, eccetera, eccetera. (voce fuori microfono) Architetto Vinti, io il progetto non l’ho preso. Io faccio queste domande a lei, se poi gentilmente mi potrà… Io per il momento concluderei il mio intervento, attendo doverose risposte da parte dei tecnici responsabili in merito alle perplessità che ho avanzato. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Calabrese, prego. CONSIGLIERE CALABRESE – Grazie signor Presidente, signori Assessori, colleghi Consiglieri, signori tutti. Il collega Vaianella, che più volte mi ha citato, alla fine ha fatto un discorso dal quale emerge chiaramente che non legge le carte, perché il fatto stesso di chiedere se all’interno del progetto vi sia la convenzione, sta a dimostrare che non legge le carte. Ma andiamo per ordine. Il collega Vaianella contestava il discorso che io facevo sul libero commercio e quindi sulla concorrenza, perché i grandi centri commerciali non abbattono i prezzi, non vi è un risparmio per i nostri concittadini, per le massaie, come dicevo io, e financo per le famiglie, caro Consigliere Vaianella, che purtroppo con il caro euro, con quello che vogliamo, non arrivano più a fine mese, siccome tu sei ancora scapolo, sei single e forse non vai a fare la spesa, io vado a fare la spesa perché ho moglie e figli e mi accorgo quando vado nei supermercati, caro collega Vaianella, che il libero mercato produce la libera concorrenza, produce proprio un abbassamento dei prezzi e vedo la gente che va a fare la spesa e va a prendere questi prodotti in quel supermercato, gli altri prodotti li va a prendere nell’altro e così via. Io sono convinto che i centri commerciali possono abbassare i prezzi per quanto riguarda il consumo alle famiglie, ne sono convinto. Tu sei convinto di un’altra cosa. Ma io dicevo un’altra cosa l’altra volta. Io sostenevo questo: se il grande centro commerciale farà chiudere qualche piccolo esercizio, ebbi a dire l’altra volta, me ne duole il cuore, ma non penso che siamo insorti quando i supermercati hanno decretato la morte delle botteghe di quartiere, perché di fatto i supermercati hanno fatto questo, anzi tutti andiamo ai supermercati. La responsabilità non è del supermercato che fa chiudere la bottega di quartiere, la responsabilità è del cittadino che evidentemente trova più convenienza ad andare in questi posti. Questo per quanto riguardava il discorso della convenienza dei prezzi o meno. Tra l’altro, se non ricordo male, perché sono stato costretto a rileggermi 50.000 volte queste carte per questo momento di confusione che volutamente forse si è voluto fare innescare nei consiglieri comunali. Se non ricordo male mi pare che il 30 per cento della cubatura di questo centro commerciale è riservato proprio a quelle piccole attività che là dentro si vogliono spostare. Quindi, il grande centro commerciale, di cui stasera stiamo ancora una volta discutendo, prevede anche questa piccola opportunità per i piccoli commercianti, che se vogliono si possono trasferire là dentro. Questo per un momento di ulteriore chiarezza al collega Vaianella che faceva confusione e fa maggior confusione quando sostiene che l’assorbimento dell’indice di fabbricabilità di questo centro commerciale va a danneggiare gli indici di fabbricabilità del Piano Regolatore Generale. È un’eresia, perché gli indici di fabbricabilità per i centri commerciali o per il commercio non 12 incide sugli indici di edificabilità della residenza e di quant’altro. (voce fuori microfono) Io ti ho ascoltato con pazienza e ora ti do le risposte che meriti. Dici un’eresia perché una cosa è la volumetria per il commercio e una cosa è la volumetria per la pubblica residenza, perché tutte le aree… anzi ti debbo dire che questo centro commerciale, per come scrivono i progettisti, e questa è un’altra conferma che non leggi le carte, per come scrivono i progettisti, questo centro commerciale è al di sotto degli indici previsti per quella zona. (voce fuori microfono) Forse non sei più connesso quando parli e quindi perdi le cose che dici, non te le ricordi più. Per quanto riguarda le domande che faceva agli architetti, gli architetti Baio e Campanella hanno già risposto. Qua vedo la firma dell’Architetto Baio e Campanella e testualmente leggo: l’approvazione degli emendamenti concernenti la prescrizione Mosè – Mercato con lo spostamento del mercato ortofrutticolo, dell’area Asi, ripropone la collocazione all’interno della stessa prescrizione di una grande struttura di vendita o di centro commerciale integrato. Si ritiene, e questo lo dicono i progettisti, non lo dicono gli architetti, perché lo riportano sottolineato e in corsivo, lo dicono i progettisti, vatti a leggere le carte, “si ritiene che tale destinazione sia ammissibile dal punto di vista urbanistico, vocazione commerciale dell’insediamento di Villaggio Mosè”, lo dicono i progettisti, “ed infrastrutturali, buona collocazione nella maglia stradale di previsione del piano”. Collega Vaianella, vatti a leggere le carte che ti producono gli uffici, non facciamo perdere con quesiti inutili tempo agli uffici, vattele a leggere queste cose, perché sei disattento, caro collega Vaianella. ”Dal punto di vista dell’edificabilità la soluzione ottimale è costituita dagli indici previsti nelle norme tecniche di attuazione per la sottozona D1. Si vuole continuare a fare innescare ancora procedimenti di confusione all’interno del Consiglio comunale. E allora, come ho detto l’altra volta, ripeto anche stasera: la realtà è una e la realtà è quella che all’inizio nel suo discorso faceva il Consigliere Hamel, quando sosteneva politicamente “si è d’accordo alle grandi strutture di vendita o si è contrari?”. Il Consiglio su questo si doveva esprimere, ma non stasera, 7 mesi fa quando è arrivata in Consiglio comunale questa cosa, perché tutto il resto è aria fritta e ve lo dimostra il fatto che vi è allegato alle carte il parere del CRU che ha esaminato tutti gli atti contenuti in questa variante e dal punto di vista tecnico nulla ha avuto da rilevare o da eccepire, tant’è che ha espresso parere favorevole. Ora vale la pena ricordare che il CRU è un organo che io chiamo sovracomunale. Il CRU è un organo sovracomunale, il quale ha analizzato tutta la procedura della variante, l’ha analizzata in tutti i suoi aspetti e li scrive e cita le note che sono trasmesse, cita la nota dell’Architetto Quintini, cita le note dell’Architetto Vinti, nella quale poi attesta, caro collega Hamel, ed è nel voto del CRU, che ha già attestato l’Architetto Vinti nella sua relazione, non individua aree idonee destinate all’insediamento dell’impianto produttivo di cui si parla. In considerazione alle caratteristiche che le aree devono avere, secondo quanto previsto nel progetto e dalla legge regionale 28/99 del decreto presidenziale 11 luglio 2000. Quindi, già lo ha detto, Consigliere Burgio, che le zone D1 previste nel vigente piano non erano adatte a potere ospitare questo insediamento, in funzione delle norme previste dal decreto 11/07/2000. Allora cosa voglio dire? Poi uno si stanca sempre a ripetere le stesse cose, costretto dalla disattenzione di qualcuno. Tra l’altro le norme di salvaguardia al vigente P.R.G. scattano, per come anche citano gli uffici nella risposta del 3 dicembre 2004… “In merito alle misure di salvaguardia si rileva che la problematica riguarda istanze presentate per la richiesta di concessioni o di autorizzazioni in corso e non di richieste in variante al P.R.G.”, infatti il secondo e terzo comma… ritornando al discorso che facevi per quanto riguarda i piani costruttivi, a tutti piace fare politica, a tutti piace accattivarsi la simpatia dei cittadini, però bisogna dire le cose come stanno, Consigliere Vaianella, perché tu hai la memoria corta. In sede di piani 13 costruttivi, se ti ricordi bene, i piani stessi erano in contrasto con tutto il P.R.G.. Là si andava a modificare la volumetria prevista nel P.R.G.. Là si andava a modificare tutto l’assetto del P.R.G., tant’è che questo Consiglio, con la riunione di maggioranza fatta prima dall’Amministrazione e dai capigruppo della maggioranza, con i Presidenti delle Cooperative, con la conferenza dei capigruppo fatta con le cooperative fu chiesto alle cooperative di ritirare i progetti per adeguarli a quelli che erano gli indici previsti dal P.R.G., e agli atti risulta la risposta dei Presidenti delle Cooperative, che dicevano che non potevano ritirare i progetti stessi in quanto lo dovevano fare convocando l’assemblea dei soci. Lo abbiamo chiesto alle cooperative, caro Collega Vaianella, non è così come dici tu per amor di verità bisogna dire le cose come stanno. Ma tu hai disattenzione perché forse sei impegnato nel tuo lavoro e non riesci a leggerti bene le carte e hai purtroppo la memoria corta. Quindi, noi ci troviamo di fronte a un problema che secondo me è di natura politica, perché altri aspetti non ve ne sono. E il problema che uno deve sciogliere è: sono d’accordo ai centri commerciali o no? I punti di risposta sono due: se sono d’accordo al centro commerciale, bene. L’altra volta ho detto che bisognava vedere la legittimità degli atti, la legittimità degli atti mi proviene dal parere che è stato espresso dal CRU che ha esaminato tutta la procedura riguardante questa variante, quindi non ho nulla da andare a cercare. Se sono contrario ai piani commerciali, tutto il resto non mi interessa, perché tanto sono contrario. Quindi, se la procedura è stata rispettata o non è stata rispettata, poco mi importa, sono contrario e voto contrario. Se sono a favore non ho nessun problema, perché sono garantito da quello che mi hanno detto i tecnici e da quello che mi dice il CRU che ha già approvato in variante questo progetto. Questo per quanto mi riguardava per le cose per le quali sono stato chiamato in causa. Ritorno a dire: io sono a favore del centro commerciale, secondo me fa risparmiare la gente, produce lavoro e occupazione, dà la possibilità al piccolo esercente di incrementare ulteriormente i propri introiti andandosi a collocare possibilmente anche all’interno del centro commerciale perché il 30 per cento della volumetria è riservata a loro e quindi ritengo che tutto quello che si voglia dire o si voglia fare deve arrivare a una conclusione. E la conclusione qual è? La conclusione è che bisogna dare risposta ai cittadini che presentano le istanze prima, ai cittadini che aspettano le opportunità di sviluppo di questa città. Non ci lamentiamo quando poi siamo ultimi in tutte le classifiche nazionali, quando diciamo: siamo indietro di venti anni. Questa è una operazione che per Agrigento comporta un impegno di spesa di 100 milioni di euro. E non posso stare qua ad andare a fare il processo alle intenzioni se i centri commerciali sono o non sono delle lavatrici per il riciclaggio, perché non è una cosa che mi compete, altre istituzioni devono vigilare su questo, non è una cosa mia che faccio il processo alle intenzioni, non ti faccio fare il centro commerciale perché si potrebbe ipotizzare, come da qualche parte politica viene, che il centro commerciale potrebbe essere un momento di eventuale riciclaggio. Altre istituzioni sono preposte a controllare che questo non avvenga. Io sono preposto a dire se voglio sviluppo per Agrigento, se credo che Agrigento meriti un centro commerciale o non lo meriti, se produce o non produce sviluppo, economia e occupazione. Questi sono i problemi che ci dobbiamo porre e ai quali dobbiamo dare risposta. Poi, quando avremo dato le risposte, non ci dobbiamo piangere addosso se siamo venti anni indietro rispetto al resto d’Europa. Grazie Presidente. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Tortorici. CONSIGLIERE TORTORICI – Signor Presidente, colleghi Consiglieri, signori Assessori, consentitemi di esprimere il mio parere per quanto concerne la nascita di questo grande centro commerciale, che senz’altro porterà sviluppo nella città di Agrigento. Caro Maurizio Calabrese, ad Agrigento si parla solo di veleni, veleni. Per 14 questa città non si vuole fare niente, Caro Calabrese. Siamo bravi a fare tavolate, parlare e parlare. Quando abbiamo la possibilità di fare qualcosa facciamo veleni. Come ho letto giorni fa in un quindicinale agrigentino, il sottoscritto Arturo Tortorici di Alleanza Nazionale fa da spalla al Consigliere Arnone. Mi scusi, Consigliere Arnone, lei come sta votando per i centri commerciali? Lei vota no? Io voto sì. Sa perché voto sì? Perché sono un uomo libero, non ho pupari alle spalle e desidero che questa città di Agrigento voli alto, non con le parole, ma con i fatti, cari colleghi, e non con le poesie, perché il sottoscritto non ha nessun interesse di nessuna cosa. Parliamo di Firenze, parliamo del nord, parliamo di Catania. Cosa facciamo ci trasferiamo a Catania o a Firenze? O viviamo in questa città dei veleni? Cosa facciamo? Parliamo, parliamo. Diamo risposte serie alla città. I nostri cittadini sono stanchi, la gente sta scoppiando, l’euro ci sta mangiando vivi, ben vengano cento centri commerciali nella città di Agrigento, l’importante che dia sviluppo e lavoro e che le assunzioni si facciano tramite l’Ufficio di Collocamento, no le assunzioni clientelari, che ci sono tanti giovani che oggi sono anziani che aspettano risposta da questa città. Cari Consiglieri comunali, rimbocchiamoci le mani, usciamo il petto in fuori e diamo risposta ai nostri elettori, quelli che ci hanno votato, cari consiglieri comunali. Qui ci dobbiamo battere, su queste tematiche, non sui discorsi del teatrino della politica dei veleni, l’aeroporto non si fa, l’aeroporto si fa, c’è questo, c’è quello. Questo Consiglio sta diventando un’aula di Tribunale. Noi il Tribunale lo facciamo giudicare ai giudici, sono loro che devono giudicare e se qualcuno è bravo quando scrive nelle lettere anonime, abbia il coraggio di firmare le lettere, no di lavorare nell’anonimato, sempre contro questa città. Ci dobbiamo svegliare, cari consiglieri, ci dobbiamo assumere le responsabilità che i nostri elettori ci hanno demandato, no che dobbiamo stare qui a fare teatrino. Comunque io sono convinto perché la proposta che è stata portata alla variante urbanistica è stata portata in Consiglio dai tecnici e vistata anche da parte del Sindaco e la legalità e la legittimità c’è e me la confermate voi, e io me ne assumo le responsabilità. Io voglio sì che qui ad Agrigento nascano i centri commerciali. E poi non mi venite a raccontare che muoiono le piccole imprese, ma cosa muore? Abbiamo il dragone rosso ormai! Forse non seguite la televisione, la via Imera la possiamo chiamare via China Town. I nostri cittadini sono liberi di comprare in un mercato libero. Siamo proiettati nel terzo millennio, cari colleghi consiglieri, non siamo proiettati negli anni sessanta. Concludo, cari consiglieri comunali, io sono favorevole all’approvazione della variante urbanistica e me ne assumo le responsabilità, a condizione che i pareri sono legali perché io sono per la legittimità. Ma visto e considerato che l’atto è stato portato in Consiglio, è stato portato un atto abbastanza legale, limpido e trasparente. E colgo l’occasione per fare i migliori auguri ai nostri concittadini per questa Santa Pasqua. Cari colleghi Consiglieri, auguri o voi e ai vostri figli. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – C’era il Consigliere Vaianella che doveva intervenire di nuovo. CONSIGLIERE VAIANELLA – Caro collega Calabrese, quando dice che il sottoscritto non si legge le carte, eccetera, eccetera, lei deve anche stare attento a quello che dicono gli altri, perché è stato totalmente disattento nel corso del mio intervento. Io facevo rilevare, e su questo lei non si è per nulla soffermato ai cosiddetti criteri di perequazione che, con l’approvazione di questa variante, non verranno sicuramente osservati. Lei, altri colleghi, anche io avevo detto nel mio intervento ci siamo tanto dibattuti affinché questi criteri con determinazione venissero rispettati e con questa variante sicuramente non vengono rispettati. Verrà avvantaggiata una parte di quell’area per la creazione di questa struttura di vendita e sicuramente le parti adiacenti non ne trarranno sicuramente vantaggio in quanto dovranno concorrere alla realizzazione di un servizio, cioè la strada. Quando parlavo 15 di indici era anche disattento il collega Calabrese, perché io facevo riferimento agli indici che i tecnici poi quando interverranno è da loro che io vorrei risposte, non certamente dal collega Calabrese, perché vedo che non è molto sereno questa sera, è molto nervoso, in considerazione del fatto che io sono intervenuto e intervengo con una tranquillità estrema. Ho semplicemente fatto rilevare alcune mie perplessità e non capisco questa veemenza, questo attacco un po’ forte, per non usare altri termini, da parte del collega non lo percepisco. Allora io facevo riferimento e lo ribadisco ancora tuttora sul discorso di questa importante strada su cui il Consiglio si è tanto dibattuto e che rimando di nuovo ai tecnici, perché il collega Calabrese su questo aspetto, che era poi quello più importante a cui io mi riferivo, non si è per nulla espresso. Quindi, riepilogo un po’ le mie osservazioni in merito. È una variante al P.R.G. e nella parte della delibera voi scrivete che è demandata alla realizzazione della prescrizione esecutiva 6, ed è così, e nessuno e il collega Calabrese in merito non è intervenuto, ed è strano. Secondo, se già avete programmato la variazione dell’assetto viario. Dove andrà a nascere questa strada, Architetto Campanella? Diciamolo ai nostri cittadini. Siccome qualcuno diceva che già i progettisti avevano recepito e che andava bene la variazione, eccetera, eccetera. Vorrei capire se già è in progetto un’altra variante e in tal caso se non va ad inficiare altri indici della zona D4 Villaggio Mosè – Cannatello, che è adiacente, non quella del Centro Commerciale. Collega Calabrese, lei è disattento, dicevo e lo ribadisco. Allora su queste perplessità vi prego di intervenire. Signor Presidente, la prego di fare intervenire i tecnici, cosicché se ci sono altre cose che il collega Calabrese deve dire, può farlo in seguito. A mio avviso la cosa più coerente, come senso di procedere ai lavori, perché a fare tutte queste domande mi sa che poi i nostri cari tecnici poi potranno perdere le file. Sarebbe opportuno a mio avviso farli intervenire, cosicché il dibattito può anche svolgersi in una direzione diversa e migliore. Grazie. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Alfano prego. CONSIGLIERE ALFANO – Signor Presidente, signori Assessori, signori Consiglieri, io non ho l’oratoria di chi mi ha preceduto né l’irruenza, però mi limito a leggere e a chiedere qualche cosa ai signori dirigenti, cioè il senso e il significato di quanto hanno scritto in una prima relazione datata il 3 dicembre del 2004, all’ultimo capoverso: “Alla luce di quanto sopra, l’approvazione del centro commerciale in una fase antecedente alla definitiva conclusione dell’iter del Piano Regolatore Generale, ivi compresa la suddetta prescrizione esecutiva, andrebbe ad incidere in maniera cogente sulle previsioni urbanistiche che dovranno attuarsi nella fase successiva mediante la redazione e approvazione della prescrizione esecutiva di Mosè Mercato e si configurerebbe come variante al Piano Regolatore Generale medesimo, nel senso che non verrebbe rispettata la norma di cui sopra, che rinvia i singoli interventi alla approvazione della prescrizione esecutiva”. Successivamente, in risposta al Consigliere Arnone voi rispondete, sempre all’ultimo capoverso: “In ultimo si vuole ricordare, per come già comunicato al dirigente dello Sportello Unico, con nota e per conoscenza anche al Presidente del Consiglio, che qualora risulti necessario e indifferibile procedere in questa fase di adozione del nuovo Piano Regolatore Generale, alla trattazione della variante della ditta Moses”, e poi tutto il resto che voi ben sapete e che si riallaccia a quello che io ho letto precedentemente. Desidererei che voi mi spiegaste il perché avete scritto “necessario ed indifferibile”. Come conclusione, come terzo punto che vi chiedo, è mio potere come Consigliere comunale, in questo particolare momento, incidere senza incorrere in un reato su tutto questo iter procedurale del nuovo Piano Regolatore? Cioè effettuare varianti o meno? Posso io farle? Perché si tratta logicamente che se si incorre in un reato, noialtri è inutile che andiamo a votare, se non si incorre in un reato, non vedo il motivo per cui non si debba andare a votare. Questi sono i miei quesiti. Poi, per 16 quanto riguarda tutta la problematica riferentesi a questi grandi centri commerciali, una delle regioni, che è stata la prima a farli, è stata la regione Toscana, che non mi pare che sia una regione a conduzione di centrodestra ma tutt’altro. Però c’è un’alternarsi, ci sono regioni che sono di centrodestra, in cui la sinistra è contro, regioni in cui il governo è di centrosinistra in cui quelli di centrodestra sono contro. Mi sembra che quando si vuole approfondire questo discorso, si faccia un discorso molto puerile, non bene articolato, perché non ci sono dei dati tali che possano darci delle sicurezze o delle tranquillità. Si fanno soltanto delle scelte che si crede siano piuttosto buone per la cittadinanza. E allorquando si vuol dire e si parla che possono incidere negativamente sui Centri Storici, si sappia che la legge che regola questa situazione, il commercio qui in Sicilia, prevede proprio la possibilità di salvaguardare i Centri Storici e le piccole e le medie imprese e le cosiddette botteghe rionali. E tutto questo viene contemplato dalla vigente normativa, come tutto, come anche i grandi centri commerciali vengono contemplati da questo. Bisogna scegliere se Agrigento si vuole dare una fisionomia più nuova o meno, con tutte le problematiche inerenti, a cui nessuno penso possa avere il toccasana oppure la possibilità di rispondere in maniera veramente profonda e abbastanza specifica. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Prego Architetto Campanella. ARCHITETTO CAMPANELLA - Noi speriamo di essere abbastanza chiari in merito al Piano Regolatore in itinere e quindi in merito al Piano che è stato adottato l’anno scorso anche in relazione agli emendamenti. Noi, io e l’Architetto Baio, siamo responsabili di questo procedimento e su questo ci limitiamo a rispondere e sulla base di questo daremo le spiegazioni che vogliono i consiglieri. Per fare la spiegazione della situazione a carattere generale, voglio ricordare che questo Consiglio comunale, nell’ambito di tutti quegli emendamenti che sono stati discussi ed approvati, ha approvato pure un emendamento unitario, che era l’emendamento unitario che scaturiva da una omogenizzazione di tutti gli emendamenti singoli presentati, tra cui c’era l’emendamento della Commissione consiliare e gli emendamenti dei singoli consiglieri, e questo emendamento unitario, che sostituiva completamente quelli precedentemente proposti, parlava di una valutazione e quindi di un demandare ai progettisti di una valutazione della possibilità e della compatibilità di potere andare a inserire questo centro commerciale, che era in una avanzata fase di definizione come variante urbanistica, all’interno di quella zona denominata Mosè Mercato, che era la prescrizione esecutiva N. 6. Tutti voi sapete che sono state rinviate le prescrizioni esecutive nel dibattito consiliare, che sono state alcune eliminate, alcune sostituite e che nella sostanza la rimodulazione portata dava un’indicazione di andare a predisporre ben 5 prescrizioni esecutive contro (p.i. audio distorto) che precedentemente erano state indicate. Tra queste prescrizioni quella della Città Mercato era stata riconfermata nella sua totalità come perimetro ed erano state eliminate soltanto alcune destinazioni che erano incompatibili con quel sito. Per cui i progettisti, quando poi hanno prodotto il progetto rimodulato, che voi tutti sapete che già è pronto e già è all’esame del Consiglio comunale nella fase istruttoria per la Commissione consiliare e al Genio Civile per l’approvazione definitiva ai sensi dell’articolo 13 e poi per la presa d’atto definitiva in Consiglio comunale, questa prescrizione esecutiva, i progettisti per come è stato edotto anche dal Consigliere Calabrese, hanno giustamente valutato e dato una risposta nel merito. E hanno detto che la realizzazione di questo centro commerciale è ammissibile nell’ambito di questa prescrizione esecutiva ed è ammissibile anche nella sua definizione come indici edificatori. Evidentemente i progettisti dicono pure che la prescrizione esecutiva è una imposizione di legge, si andrà a fare dopo che saranno espletati gli iter necessari alla presa d’atto, alla rimodulazione, eccetera e di conseguenza i progettisti stessi dicono che la prescrizione esecutiva nella sua 17 totalità entra in funzione non appena si completa l’iter, con la considerazione e con la valutazione che quella grande struttura di vendita può essere inserita ed è con la rimodulazione, che per come abbiamo comunicato più volte con quegli atti che noi abbiamo prodotto al Consiglio comunale e ai consiglieri che hanno fatto richiesta, abbiamo sempre detto che ancora il Consiglio comunale non ha preso atto di questa rimodulazione. Quindi, evidentemente la prescrizione esecutiva può contemplare nell’interno di questa sua natura di grande concorso a carattere terziario e commerciale, ma evidentemente la può contemplare nella sua fase definitiva soltanto a completamento dell’iter amministrativo. Ecco perché si dice: qualora il Consiglio comunale, visto che sta oggi discutendo questa variante, lo ritiene utile, indifferibile e quindi urgente, perché è una delibera approvata e una delibera di pubblica utilità equivale a questo, evidentemente questo diventa un fatto che determina una modifica di quello che noi abbiamo già concordato, nella convinzione che il Piano Regolatore va in questo senso, ma va in questo senso una volta completato l’iter amministrativo. Ecco perché noi nelle nostre lettere abbiamo sempre sostenuto che questa con la rimodulazione è compatibile. Evidentemente prima, quando noi abbiamo discusso il Piano Regolatore, quindi gli emendamenti, la situazione per come già abbiamo pure detto e scritto, non era contemplata alla grande struttura di vendita perché non era stata fatta neanche la richiesta e non era stata neanche avviata la conferenza dei servizi, non era stato avviato l’iter amministrativo che la legge regionale prevede per le strutture di vendita, per cui i progettisti, che nell’ambito del progetto di Piano Regolatore hanno già previsto lo schema commerciale, e noi l’abbiamo sempre ripetuto e sempre comunicato, non hanno lì per quella area, per come indicata nelle norme di attuazione, evidenziato la possibilità di grande struttura di vendita, perché è stata evidenziata la possibilità della prescrizione esecutiva e quindi demandava la prescrizione esecutiva a quella attività del Piano Particolareggiato. Allora, che cosa succede nel momento in cui noi andiamo a perfezionare questa variante? Evidentemente questa variante approvata dal Consiglio comunale, per come il Consiglio comunale in questo anno ha approdato o quantomeno ha discusso, alcuni li ha approvati, alcuni li ha bocciati, ha discusso ben tredici varianti allo strumento urbanistico vigente e di conseguenza a modifica del Piano Regolatore adottato. Alcuni erano modifiche, alcuni erano già in sé confrontati nel Piano Regolatore nuovo e quindi non erano modifiche. Noi come Ufficio di Piano abbiamo sempre dato l’attestazione, perché è una norma, una prassi che già abbiamo consolidato all’Ufficio Tecnico, che come diamo la certificazione di destinazione urbanistica con la doppia conformità, sulle varianti urbanistiche è regola dentro il Comune di Agrigento, ed è regola penso in tutti gli altri comuni, valutare le varianti sulla base del Piano vigente, che è quello che tuttora è valido e che non scade sostanzialmente, e sulla base del piano che abbiamo proposto, adottato e che andremo possibilmente a trasmettere all’Assessorato Territorio e Ambiente. Evidentemente quando noi abbiamo proposto tutte le varianti che sin qui si sono esaminate dopo l’adozione, è stato obbligo e dovere d’ufficio valutare anche le implicazioni all’interno del Piano Regolatore adottato, guai se non fosse così, perché il Consiglio comunale non si può mettere nelle condizioni di valutare sulla pienezza delle sue funzioni. Abbiamo detto per i programmi costruttivi le implicazioni che avevano con il nuovo Piano, evidentemente vi sono implicazioni di carattere demografico, quindi di crescita demografica, implicazioni che confliggevano con quello che era stato programmato e che chiaramente, qualora comunque il Consiglio l’avesse sempre approvato, andavano a rimodulare in maniera sostanziale il Piano Regolatore adottato, non è che non lo poteva fare il Consiglio comunale, era nella sua pienezza di poteri farlo. Ha ritenuto opportuno rimodulare, demandando, e noi ci stiamo attivando in quel senso. Altre varianti che abbiamo approvato riguardavano 18 piccole modifiche al piano vigente e al piano adottato e questa variante che si sta discutendo, riguarda in una certa maniera determinante, la prescrizione esecutiva Mosè Mercato. È chiaro che le prescrizioni esecutive che noi abbiamo approvato, noi come Ufficio Tecnico abbiamo portato avanti e che i progettisti sulla base dello schema di massima hanno presentato al Comune, prevedono quel principio generale che è la perequazione, che si è sempre data a questo Consiglio anche negli anni passati nell’accettare le direttive, lo schema di massima e di conseguenza nell’applicarle nel progetto nuovo. La perequazione è un fatto che è negativo per Agrigento, ne abbiamo discusso, sappiamo tutti che compartecipano tutti nella realizzazione di quella struttura di quel Piano Particolareggiato. Sono stati previsti dei comparti edificatori. All’interno di questi comparti edificatori saranno previsti dei fabbricati da realizzare, questi fabbricati concorreranno alla sommatoria delle spese da sostenere per fare l’urbanizzazione primaria e secondaria e difatti il piano si andrà a realizzare secondo le regole che la nostra legge regionale permette, non cose astratte. Quando il Consiglio comunale oggi, valutando la necessità o meno, quindi il fatto politico, come diceva il Consigliere Calabrese, sulla possibilità oggi di andare ad approvare, diventa un fatto determinante per dopo. Quindi, questa porzione di 40 ettari mi sembra, verrà stralciata da 4 ettari. Verrà stralciata da questo ambito della prescrizione esecutiva, diventa un fatto a sé già imposto. Noi quando andremo a rimodulare con i progettisti del Piano sulla prescrizione esecutiva, non ne terremo conto. Quindi, questa area di fatto, come dice il Consigliere Vaianella, non parteciperà alla formazione della prescrizione esecutiva secondo la perequazione. Evidentemente non è un fatto che può incidere in maniera determinante, perché il Piano Regolatore è un piano che come tutti i piani è sempre flessibile, è sempre adattabile alle esigenze. Andremo noi a valutare quella prescrizione senza quell’area. Quell’area sarà un corpo a sé dovuto dal Consiglio comunale nella convinzione che, qualora va ad approvare un Piano Regolatore, a prendere atto e poi a trasmettere un Piano Regolatore, sa che comunque è nell’indirizzo della destinazione di zona. Io penso che su queste situazioni di carattere generale sia stato abbastanza chiaro. Per quanto riguarda la viabilità, evidentemente il discorso che faccio io è un discorso che è determinante oggi, cioè questa prescrizione esecutiva, nel momento in cui l’area destinata al centro commerciale non ci sarà più all’interno della prescrizione esecutiva, i progettisti che ancora devono rimodulare, ricompletare, andranno a modificare questo tracciato viario, perché è la volontà del Consiglio comunale oggi ad andare ad approvare questa variante. Quindi, noi faremo la riconfigurazione secondo quella che sarà la situazione… noi no, i progettisti chiaramente. Evidentemente la strada che non è una strada modificata con gli emendamenti, è una strada che si è valutata positivamente e che è stata inserita secondo un criterio. Quindi, questa strada è una arteria che si va a raggiungere, che è stata reputata dal Consiglio nelle sue valutazioni necessaria. Mettiamo che soltanto perché è stata reputata necessaria, oggi non può approvare la variante, perché approvare la variante è prerogativa assoluta del Consiglio comunale. (voce fuori microfono) La strada c’è sempre stata nel progetto, quindi questo problema non ne porta. Per quanto riguarda… e mi allaccio al discorso che ha detto il Consigliere Calabrese, noi con questa variante, che eventualmente si va ad approvare, essendo un indice edificatorio di carattere commerciale, quindi l’indice è sull’attività commerciale, non è sulle residenze, per cui noi non andremo a rimodulare niente rispetto al nuovo Piano e di conseguenza questa variante, qualora si dovesse approvare, non va a incidere sull’indice territoriale previsto dalla zona a prescrizione esecutiva. Le spese di urbanizzazione, evidentemente per come ho detto prima, non saranno calcolate più in relazione a questo ambito perché questo ambito viene estrapolato, viene non compartecipato all’interno di questa 19 prescrizione, ma è chiaro. (voce fuori microfono) Vengono ripartiti secondo i partecipanti ai comparti della prescrizione esecutiva, che non verrà più compresa di questa porzione, che è una piccola porzione all’interno di un… è molto semplice questo. (voce fuori microfono) Pagheranno con partecipanti alla edificabilità prevista nella prescrizione esecutiva, meno questa zona. (voce fuori microfono) Non lo so se pagheranno perché è tutto in funzione della delibera che si va ad approvare. Io non lo so che cosa prevede. Parlavano di lottizzazione, parlavano di ambiti chiusi, ma non è competenza mia perché non mi occupo della proposizione della variante. (voce fuori microfono) Il problema delle case, noi sulle carte che abbiamo, non si pone. Se poi ci sono state delle concessioni edilizie rilasciate prima dell’adozione, perché l’adozione è stata applicata proprio per evitare di creare nuove incongruenze con il Piano Regolatore, questo non lo sappiamo, ma lo possiamo andare a verificare. In ogni caso il problema della strada non è un problema irrisolvibile, perché siamo in una fase in cui ancora la prescrizione esecutiva non è stata redatta. Siamo in una fase in cui ancora noi, per la legge che ce lo consente e per una celerità di discussioni, non abbiamo portato le prescrizioni esecutive. Non ci sono a mio giudizio, quando il Consiglio comunale valuta una variante, problemi di carattere legale, perché è nell’ambito delle funzioni del Consiglio valutare, anche su un piano in itinere. I problemi legali sono secondo me legati ad altri aspetti, ma io non penso che ci sia in una valutazione politica di variante. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Prego Consigliere Arnone. CONSIGLIERE ARNONE – Io le chiederei di fare completare il ragionamento che ha proposto l’Architetto Campanella all’Architetto Vinti, perché il tema che l’Architetto Campanella ha lasciato aperto, quello della… (voce fuori microfono). INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Interviene Calabrese che deve fare una domanda e poi interviene Vinti. CONSIGLIERE CALABRESE – Io intervengo perché ho una sola domanda, ed è secca, all'Architetto Campanella. Rispetto alle norme di salvaguardia la variante in oggetto è in contrasto con il P.R.G. adottato? ARCHITETTO CAMPANELLA – Consigliere Calabrese, le misure di salvaguardia per come noi abbiamo già pure ripetuto nella nostra nota, si applicano soltanto per il rilascio di concessioni edilizie. Le concessioni edilizie che noi oggi rilasciamo, per l’applicazione di (p.i. audio distorto) devono essere conformi sia al vecchio che al nuovo e né in contrasto con l’uno e né in contrasto con l’altro. Per quanto riguarda le varianti, le misure di salvaguardia non sussistono perché sono varianti, cioè modifiche di cose già fatte. Nel caso nostro noi abbiamo la necessità di farne due, qualora si approva. CONSIGLIERE CALABRESE – È in contrasto con quello che è il piano adottato, questa variante? ARCHITETTO CAMPANELLA – Abbiamo spiegato, e spero di essere stato chiaro, per venti minuti, in che termini andiamo a incidere. Io ho detto che noi siamo per la rimodulazione che ancora in Consiglio comunale non è arrivata, però con le indicazioni che noi già abbiamo dalle carte, questa variante si inserisce nell’ambito di una situazione già programmata di attività commerciale. Questo è un fatto chiaro e le carte lo dicono. CONSIGLIERE CALABRESE – Quindi non è in contrasto né dal punto di vista di destinazione del nuovo Piano né dal punto di vista degli indici edificatori? ARCHITETTO CAMPANELLA – È semplicemente una situazione di fatti cogenti rispetto a una programmazione che dobbiamo fare. Noi dobbiamo solo prendere atto di una volontà del Consiglio comunale. È chiaro che noi vi andremo a estrapolare quella che sarà la zona interessata dalla variante. Nella variante non comparteciperà più all’interno della prescrizione N. 6 o 4, quella che è. 20 CONSIGLIERE BURGIO – Architetto Campanella, lei ha detto che questa area verrà stralciata dal piano e che attualmente il 29 aprile del 2004 questo Consiglio comunale ha accettato che nella prescrizione esecutiva 4 Mosè Mercato, su quelle aree, scorresse una strada. Una volta che lei prende atto, non è che le cose restino tali e quali, questa strada dovrà pur farsi, perché altrimenti verrebbe meno il criterio della viabilità, quindi andrebbe a modificare quella che è la prescrizione esecutiva e per questo si può definire variante al P.R.G. adottato? ARCHITETTO CAMPANELLA – Sì, mi sembra che l’abbiamo questo già evidenziato prima. La presa d’atto che si deve fare per il Piano Regolatore nuovo o variante, che se ne voglia dire, è proprio in questi termini perché c’è oggi una espressione di volontà che è questa e che anticipa quelle che sono le indicazioni che noi abbiamo programmato per la prescrizione esecutiva. Evidentemente questa area non sarà più facente parte della prescrizione esecutiva e noi nella rimodulazione che dobbiamo fare sulla prescrizione, andremo a modificare. È chiaro. (voce fuori microfono) Da l’anno scorso a ora abbiamo discusso, e di cui due non sono state approvate. (voce fuori microfono) Vi dico quali sono: la prima è stata delibera 126 del 2004, ampliamento della chiesa di Giardina Gallotti. Questa variante era già contemplata all’interno del Piano adottato e noi abbiamo attestato che non portava modifiche. (voce fuori microfono) Però era una variante al vigente. Poi la strada di Piano Gatta con delibera 130 del 2004. Questa strada la Provincia ha proposto il progetto per migliorare la viabilità. Era in contrasto con il vecchio e con il nuovo. Abbiamo dato però parere favorevole perché era comunque un incremento e un miglioramento della viabilità e non ci crea nessun problema ad andarlo a inserire anche nel Piano nuovo. Poi abbiamo approvato l’ampliamento della centrale eolica già precedentemente approvata. E anche questa è stata una modifica al nuovo. Poi abbiamo approvato la rete ferroviaria, la velocizzazione della rete ferroviaria, ne abbiamo discusso tempo fa, i due programmi costruttivi e tutti voi sapete e il dibattito c’è stato e in ultimo abbiamo approvato il serbatoio idrico, che ricade in una zona agricola. È chiaro che in quel momento la delibera è stata approvata. Quella è un’opera di interesse pubblico, ha una valenza, diventa determinante e noi ne prendiamo atto. Per me la valutazione è solo ed esclusivamente nell’ambito delle vostre funzioni. (voce fuori microfono) Io non ho detto cosa significa in termini di urbanizzazione, ho detto semplicemente che in sede di prescrizione esecutiva e (inc.)alla prescrizione esecutiva, non ne prenderemo conto perché già c’è una cosa approvata ed è quella, stop, e cammina per i fatti suoi. (voce fuori microfono) Quelle non sono più cose che ci interessano alla pianificazione della prescrizione esecutiva. La prescrizione esecutiva al suo interno avrà le strade, le opere di urbanizzazione, le verifiche degli standard e quant’altro necessita. Cioè se prima era 240.000 ettari, ora sarà meno 4.000 ettari… 4 ettari, quello che è. Per noi non ci sono problemi, è solamente una valutazione di carattere strettamente consiliare a valutare o meno la variante, proprio in sé come variante, con la convinzione che noi come Ufficio di Piano abbiamo espresso le considerazioni, le incidenze che ha sulla prescrizione esecutiva e quant’altro concorre a questa prescrizione esecutiva. CONSIGLIERE ALFANO – Lei poco fa mi ha risposto a quel quesito che io le avevo chiesto e praticamente trattasi di un atto legittimo, almeno per quanto riguarda la parte che le è propria, che è del suo ufficio, però a un certo punto nel suo parlare lei ha parlato se è legittimità per altre cose. Molto probabilmente sarà stato un suo modo di parlare magari alla foga oppure altro, però io desidererei che questo concetto lei me lo spiegasse un po’ meglio. ARCHITETTO CAMPANELLA - Io mi riferivo al fatto che lei chiedeva a me se era un atto legittimo o meno. Io le posso dire che sotto il mio profilo, per quanto riguarda 21 il nostro ufficio le varianti al piano adottato le abbiamo fatte, le abbiamo proposte e le abbiamo valutate o positivamente o negativamente. Quindi io per parte mia posso rassicurare il Consiglio comunale che questa valutazione o se è positiva o se è negativa non ci comporta nessunissima difficoltà. Il problema nostro è che dobbiamo tenerne conto o non tenerne conto, farne a meno o non farne meno su questa situazione, modificare quello che dobbiamo modificare alla luce della volontà del Consiglio comunale. Io sotto questo aspetto mi posso esprimere come ufficio. Se lei poi vuole altri chiarimenti sulla legalità, è chiaro che non glieli posso dare io. (voce fuori microfono) ARCHITETTO BAIO – La risposta è in quest’ultima frase che ha detto, nel senso che le prescrizioni esecutive dovranno essere comunque fatte, così ha deciso il Consiglio comunale, dopo l’approvazione del Piano Regolatore Generale, conseguentemente e in quella sede che si o dovrà tener conto della scelta fatta oggi, di inserimento, oppure non si terrà conto di nessuna variante e quindi si predisporrà un Piano Particolareggiato per l’intera zona. CONSIGLIERE VAIANELLA – Io avevo una perplessità nel corso del mio intervento relativamente a questo aspetto. La ridisegnazione di una strada voi dite che è demandata alla prescrizione esecutiva 6 o 4. Dicevo poco fa nel mio intervento che la ridisegnazione è chiaro che se la strada bisogna farla, ho capito che comunque la strada si deve fare perché è un assetto della viabilità importante e che noi abbiamo considerato positivamente e nessuno mi sembra che ha detto di non fare la strada. Io vorrei essere molto chiaro. Se la strada si deve fare, mi sono fatto una copia della planimetria in piccolo per avere le idee più chiare. Mi pare che nella parte adiacente, che non è sottozona B1, a questo facevo riferimento quando parlavo di indici, non facevo riferimento a indici di residenza, come qualcuno diceva, assolutamente, sono stato frainteso sicuramente, intendevo la parte adiacente che è la sottozona B4 del Villaggio Mosè – Cannatello. Andando a ridisegnare un percorso stradale, voi dite che non varia niente. Architetto Baio lei dice che si farà immediatamente, problemi non ce ne sono. Però io penso da incompetente, andando a ridisegnare un percorso stradale in un’altra porzione di terreno e quindi con un’altra destinazione diversa, l’assetto del territorio, della zona si varierà, conseguentemente non si variano i tempi, come diceva il Collega Tedesco, su questa variante? Questo aspetto è importante. Grazie. ARCHITETTO BAIO – Io ho detto che in sede di redazione della prescrizione esecutiva si dovrà tenere conto della scelta che viene fatta oggi dal Consiglio comunale. In campo urbanistico le soluzioni progettuali possono essere una, cioè non è una ma possono essere tante, più o meno funzionali, più o meno favorevoli alla soluzione del particolare problema. In questa sede noi non entriamo, né potremmo farlo, entrare nel merito di quelle che sono le conseguenze di natura tecnica. (voce fuori microfono) Non parlo di tempi, a livello progettuale ci si può impiegare una notte, ci si può impiegare una settimana, ma non è detto che la soluzione progettuale, conseguente a questa scelta, sia migliore o peggiore. Questo starà poi nella capacità dei progettisti, nell’abilità, nonché nelle situazioni oggettive che verranno esaminate. CONSIGLIERE GALVANO – Io poco fa avevo chiesto all’Architetto Campanella, se dovessi andare a votare questa variante urbanistica, lei mi deve spiegare se la delibera che abbiamo portato in Consiglio comunale è legittima. Io devo andare a votare questa delibera. Voi mi dovete spiegare se è legittima. (voce fuori microfono) ARCHITETTO BAIO – Il collega credo che abbia dato una risposta, comunque, io nel riconfermare quello che lui ha detto, condivido pienamente quello che ha riferito, noi ci siamo limitati ad esaminare la relazione che sussiste tra questa variante e il Piano Regolatore in itinere, in quanto il nostro è Ufficio di Piano, quindi siamo 22 responsabili unicamente dell’iter relativo alla approvazione del nuovo Piano Regolatore Generale. Per quanto riguarda se è reato o meno, come chiedeva il dottore Alfano, io faccio presente che a volte per i sostituti procuratori qualcuno ha commesso dei reati, per il giudice poi così non è stato. Comunque, a parte la metafora, il parere di legittimità è stato reso dal dirigente del settore competente che ha proposto la delibera, nel merito della quale noi non siamo assolutamente entrati né abbiamo competenza ad entrare. (voce fuori microfono) Il dirigente del settore Urbanistica, in quanto la proposta viene dal settore Urbanistica… Se è approdata in Consiglio comunale, ritengo che la proposta sia munita del visto… INTERVENTO DEL PRESIDENTE – La proposta di deliberazione, per essere messa all’ordine del giorno, deve essere munita, come sapete, di tutti i pareri di regolarità tecnica o contabile ove ce ne sia la necessità, per cui la proposta di deliberazione è arrivata munita di tutti i pareri di legittimità che erano favorevoli. Questo lo voglio chiarire. Prego Consigliere Capraro. CONSIGLIERE CAPRARO – Presidente, colleghi Consiglieri, io vorrei intervenire appositamente su questo punto perché ho ascoltato tanti consiglieri che hanno fatto la domanda ai tecnici, ai responsabili del Piano Regolatore Generale. Poi come sapete ho partecipato io alla Commissione urbanistica per il Piano Regolatore Generale e qualcosa l’ho vista. Ad esempio dove è prevista questa variante al Piano Regolatore Generale, questa destinazione d’uso, la zona dove è prevista questa cosa è una zona molto ampia rispetto a quella prevista. Cioè poco fa l’Architetto Campanella diceva che è prevista una minima parte di quello che abbiamo votato in Consiglio comunale, cioè nella zona commerciale Città Mercato è prevista sì e no un dieci per cento della zona che abbiamo votato. Significa che quella zona che il Consiglio comunale ha previsto per le zone commerciali, noi Consiglio abbiamo previsto che la zona è talmente ampia, faccio un paragone semplice, sul Piano Regolatore noi abbiamo previsto tutta questa area e questa variante che dovremmo approvare è solamente questo pezzettino di carta. Le prescrizioni esecutive si devono ancora fare. La viabilità già era prevista dallo schema di massima come qua lo può spiegare il Consigliere Principato, perché il Consigliere Principato è uno di quei consiglieri comunali che ha votato le direttive del Piano Regolatore Generale, lo schema di massima del Piano Regolatore Generale, e noi consiglieri comunali, che abbiamo votato il 29 aprile 2004, abbiamo solamente confermato quello che hanno fatto il Consigliere Principato e altri colleghi che hanno dato le direttive al Piano Regolatore Generale. Penso che le direttive di questo Piano Regolatore Generale della città sono state votate nel 1996, si sono riportati fino al 2004, dopo che noi siamo subentrati, abbiamo solo votato gli emendamenti che noi abbiamo previsto. La Città Mercato era prevista dalle direttive del Consiglio comunale ’96, confermate dal Consiglio comunale precedente al nostro, noi abbiamo solo votato una grandissima parte di questa variante al piano urbanistico. Poi diceva l’Architetto Campanella su alcune domande dei consiglieri se portava ritardo al Piano Regolatore Generale già approvato dal Consiglio comunale. L’Architetto Campanella e l’Architetto Baio hanno confermato che non si porta nessun ritardo al Piano Regolatore Generale, che l’unico ritardo che si è portato è stato questo, che da dieci mesi questo Piano Regolatore Generale, collega Vaianella e altri colleghi che stasera sostenete questa variante all’incontrario, dovete battervi per fare portare il Piano Regolatore della città di Agrigento, che non avete detto niente, perché se allora quando noi abbiamo votato abbiamo dato 45 giorni di tempo, no di 45, erano 15 i giorni di tempo dati ai progettisti per potere esaminare gli emendamenti votati dal Consiglio comunale e noi abbiamo dato 45 giorni di tempo, sono passati 11 mesi e nessuno di voi si è permesso a sollecitare il signor Sindaco e gli altri responsabili di questo disastro che abbiamo fatto alla città di Agrigento, che abbiamo votato, le 23 norme di salvaguardia, che abbiamo penalizzato l’economia della città di Agrigento e ancora tutt’oggi voi volete continuare a fare. Dovete richiamare il nostro Sindaco di sollecitare i progettisti e di adottare definitivamente il Piano Regolatore della Città. Oggi sicuramente non saremmo qua a discutere questa variante, perché se il Piano l’avevano già fatto, i proprietari dei terreni e tutti i cittadini che aspettano da 27 anni che il Piano finalmente verrà approvato, oggi non saremmo qua a discutere una cosa che penso, votandola, ho sentito tanti consiglieri che sono favorevoli a questa proposta perché porta sviluppo e occupazione alla città. Voi sapete che io faccio il commerciante e potrei anche essere contrario io, perché voi da come parlate e dite che le piccole attività commerciali non portano sviluppo, le faranno chiudere. Io penso di essere, come diceva un ex consigliere comunale, oggi assessore, che non sapeva che io potrei essere un urbanistica e mi ha definito un ottimo commerciante. E io confermo di essere un ottimo commerciante e un discreto urbanista perché non sono laureato. Io commercialmente sono favorevole all’approvazione di queste grandi strutture di vendita, ma no perché fanno chiudere i piccoli commercianti, è perché si seleziona la qualità dei commercianti e veramente si porterà a lavorare tutta la gente professionista del mestiere. Noi sappiamo benissimo, collega Vaianella, che ad Agrigento tante persone si sono affidate a fare il commercio per mancanza di altro lavoro, perché se ci fosse stato il lavoro, sicuramente commercianti ce ne sarebbero di meno, caro Vaianella. Se noi approviamo il Piano Regolatore dove abbiamo previsto i villaggi turistici alla Mesita, i campi di calcio, di tennis, gli alberghi al viale delle Dune, le costruzioni, abbiamo previsto anche le zone commerciali al viale Cannatello, a San Giusippuzzu. E se si approva questo piano e la gente comincia a costruire, il lavoro comincia a aumentare, i commercianti cominciano a diminuire, resterà a galla chi fa veramente il commerciante, perché abbiamo noi tanti commercianti ad Agrigento che sono commercianti per bisogno, perché non c’è altro lavoro. Grazie. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – L’Architetto Vinti doveva dare una risposta al Consigliere Vaianella o al Consigliere Burgio per quanto riguarda gli oneri di urbanizzazione, se si trattava di lottizzazione cosiddetta ad ambito chiuso o no. ARCHITETTO VINTI – Leggo una parte del parere del voto del CRU, parere N. 45 del 10/07/2003. In detto parere vengono riportati tutti gli allegati che hanno determinato l’istruttoria sia da parte del Comune e da parte dell’Assessorato Territorio e Ambiente. Tra gli atti allegati c’è anche la tavola N. 11 Schema di convenzione del progetto in oggetto. Il progetto è stato istruito, trasmesso e redatto ai sensi dell’articolo 15 della legge 70 o 78, lottizzazione chiusa. Quindi si avvarrà delle procedure previste dall’articolo 15. Farà le opere di urbanizzazione a propria cura e spese e sarà soggetto al pagamento del costo di costruzione conformemente alla legge. Quindi, anche per questo aspetto tutte le procedure tecnico – amministrative urbanistiche sono state tutte rispettate per come verificate e controllate dall’Assessorato Territorio e Ambiente. (voce fuori microfono) Il costo di costruzione delle opere di urbanizzazione verranno conteggiate al momento del rilascio della concessione edilizia, non vengono quantizzate in questa fase. (voce fuori microfono) Scusate, non avevo capito la domanda allora. In base anche a quello che ha detto l’Architetto Campanella posso fare anche un esempio banale. L’area oggetto della prescrizione esecutiva è di circa 20, 24 ettari. Quindi, nel momento in cui si farà la prescrizione esecutiva, saranno individuate tutta una serie di opere di urbanizzazione primarie e secondarie e saranno a carico della prescrizione. Nel momento in cui viene stralciata e tagliata e ricucita questa area, siccome non sono previste opere di urbanizzazione per questa area, naturalmente non vanno a gravare sulla prescrizione esecutiva perché non sono previste, perché le opere di urbanizzazione che saranno seguite per questa variante per il centro 24 commerciale sono a carico del centro commerciale, quindi non vanno a incidere né in positivo né in negativo, l’area viene ricucita e tagliata e quindi non incide né nel bene né nel male. Non c’è nessun onere né diretto né indiretto a carico della prescrizione esecutiva e quindi a chi andrà a realizzare la prescrizione esecutiva. La legge urbanistica siciliana, esattamente la legge 71/78, prevede due articoli, se non ricordo male, l’articolo 14 e l’articolo 15. L’articolo 14 va a interessare il piano di lottizzazione che riguarda le zone di edilizia privata, mentre i comparti a lottizzazione chiusa vanno a interessare esclusivamente le attività produttive, che sono i centri commerciali, gli alberghi, tutto ciò che non è attività residenziale. Nell’uno e nell’altro caso le opere di urbanizzazione sono fatte a cura del lottizzante e quindi il Comune non si assume nessun onere diretto nell’uno e nell’altro caso. In entrambi i casi viene pagato il costo di costruzione a favore del Comune. Gli oneri di concessione compongono due aspetti: opere di urbanizzazione e costo di costruzione. Nel momento in cui un lottizzante, sia che sia a lottizzazione chiusa o lottizzazione di iniziativa privata, per come sono i piani di lottizzazione che vengono considerati nelle zone C2, il lottizzante si assume l’onere a realizzare le opere di urbanizzazione primaria. (voce fuori microfono) Il Piano di lottizzazione è in ambito chiuso, va a urbanizzare un’area ben definita e questa viene urbanizzata a carico del lottizzante. Dire che sono limitrofi, che non sono interessati alla lottizzazione, sia che sia in ambito chiuso, sia che sia in un piano di lottizzazione di edilizia residenziale zona C2, non viene a essere coinvolto sia nel bene che nel male e non ha nessun onere sia diretto che indiretto. Vorrei anche ripetere, l’aspetto tecnico amministrativo relativo all’aspetto di regolarità tecnico della delibera è stato già ratificato sia dalla conferenza di servizi ma anche approvato dall’Assessorato Territorio e Ambiente, quindi tutti aspetti tecnici, amministrativi, urbanistici, sono stati già oggetto dell’approvazione della conferenza dei servizi dell’Assessorato Territorio e Ambiente. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Calabrese, prego. CONSIGLIERE CALABRESE – Grazie signor Presidente, colleghi Consiglieri. Qualcuno chiedeva quanto incide il costo degli oneri per la costruzione. Se non ricordo male, qualcuno dei tecnici mi potrebbe correggere, pare che incida, se non ricordo male, quando abbiamo esaminato di oneri di fabbricazione e di urbanizzazione in Commissione, gli oneri di fabbricazione incidono per il 10 per cento del valore dell’immobile che si va a realizzare. Quindi se si ipotizza… forse il Consigliere Arnone chiedeva una stima, se non ricordo male, se il costo di costruzione di questo centro commerciale dovrebbe incidere intorno ai 48 milioni di euro, il 10 per cento sarebbe quello che il Comune incasserà come costo di costruzione. Per quanto riguarda le opere di urbanizzazione, le opere di urbanizzazione vengono pagate in funzione della volumetria che ognuno andrà ad effettuare all’interno della prescrizione che si andrà a realizzare. Quindi, se si stralcia dalla prescrizione esecutiva questi quattro ettari e rimangono 20 ettari per quanto riguarda la Città Mercato, le opere di urbanizzazione di quei 20 ettari, ricadranno su coloro i quali andranno a realizzare la volumetria che è consentita all’interno di quella prescrizione esecutiva. Credo che questo sia il concetto, se non ricordo male, qualcuno mi potrebbe correggere se ho sbagliato, non sono un architetto come qualcuno sostiene, sono semplicemente uno che cerca di leggersi le carte per quello che può. Questo per dare, se è possibile, un ulteriore chiarimento ai colleghi consiglieri. Grazie. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Arnone, prego. CONSIGLIERE ARNONE – Presidente, io ritengo la discussione di questa sera estremamente interessante perché ha finalmente affrontato una serie di questioni che fino a questo momento avevano avuto tra di noi il ruolo dei fantasmi. Oggi 25 queste questioni si materializzano, diventano oggetto di verifica amministrativa per un verso e cominciano a diventare posizione politica per l’altro verso. E credo che il Consiglio comunale finalmente su questa delibera si avvii a fare quello che è il suo dovere, cioè entrare nel merito, dare una risposta a coloro che hanno attivato questa procedura o in un senso o in un altro. Devo fare alcune considerazioni di carattere politico. Io tra breve illustrerò il documento che metterò ai voti quando sarà il momento di votare, e spero avrà il voto favorevole di un’ampia fetta del Consiglio comunale, di consiglieri che hanno già annunciato il voto che va nella direzione dell’emendamento che proporrò, Vaianella, la Consigliere Burgio, il Consigliere Patti e immagino parecchi altri. Ed è il documento che illustrerò un documento che entra nel merito dei grandi centri commerciali e dei modelli di sviluppo economico che i grandi centri commerciali offrono il tracciato di ciò che si vuole fare dell’urbanistica di una città e dell’economia di una città, certamente non al cento per cento ma come direzione di marcia. Si tratta di una visione dei modelli di sviluppo che può essere condivisibile o non condivisibile, e qui riprenderò tra breve anche alcuni ragionamenti, alcune argomentazioni del Consigliere Hamel che io non condivido per quanto riguarda il modello che ci offrono i grandi centri commerciali. Ma prima di entrare nel merito del documento di contenuto voglio soffermarmi su alcune considerazioni di carattere politico. La prima considerazione è quella che questa delibera è nel bene o nel male uno degli atti di maggiore rilievo che l’Amministrazione Piazza viene a porre in essere per l’impatto che ha sul territorio, per il tipo di investimento economico condivisibile o non condivisibile che vi è sotteso. E non posso non rilevare come ad un appuntamento di questo tipo l’Amministrazione arriva in brache di tela. In questo momento non mi pare che ci sia nessun Assessore presente, anzi c’è l’Assessore Infurna, il Sindaco Assessore all’Urbanistica si è guardato bene dal venire in questo Consiglio comunale a porre il peso della sua autorevolezza in ordine alle scelte amministrative della sua Amministrazione e la maggioranza, sviando dal merito delle questioni attinenti il modello di sviluppo, si frantuma a discutere della strada che dovrebbe farsi all’interno della prescrizione esecutiva N. 6. Io ho assistito a questa discussione abbastanza divertito. Qui il problema è se serve alla città di Agrigento perseguire un modello di sviluppo basato su simili strutture, se sono benefiche per il modello economico che intendiamo perseguire, non se la strada che in Piano Regolatore, credo sia una strada di alcune centinaia di metri peraltro, non sarà al di là di un chilometro di lunghezza, debba essere progettata in una direzione o in un’altra. Credo che questo sia assolutamente indifferente per i destini della città di Agrigento. E, appunto, dai rivoli di discussione che abbiamo avuto, le questioni anche interessanti poste dai consiglieri di Forza Italia in ordine alla legittimità degli atti amministrativi, vengono a denunziare pesantemente senza attenuanti e senza prove di appello, l’assoluto vuoto di direzione politica che caratterizza questo Consiglio comunale. E qui devo andare al ruolo che modestamente ho avuto in questa vicenda e che mi ha fatto diventare bersaglio di una serie di violentissimi attacchi. Non voglio darmi eccessiva importanza ma credo di essere una delle poche persone in Italia, forse l’unica, alla quale sostanzialmente viene dedicato un giornale e nell’ultimo numero di questo giornale oggi si mette a nudo nel suo pensiero, nella sua ragion d’essere, direi sulla sua ragione sociale, perché di fatti commerciali parliamo in questo giornale, quando titola a nove colonne: “C’è stress da centro commerciale”. Mi riferisco ovviamente al giornale di quel gruppo familistico imprenditoriale che costantemente tenta di interferire e condizionare l’attività di questo Consiglio comunale, proprio in relazione ai grandi centri commerciali. E c’è da chiedersi se io ho una posizione di nota perplessità in ordine all’utilità dei grandi centri commerciali, e ora dirò analiticamente come la penso, per quale ragione il nemico sono diventato 26 io? Probabilmente perché nel vuoto di direzione politica che vi è in questo Comune e nella presenza all’interno di questo Comune di una cordata affaristica che ha sponsorizzato tutti gli affari del signor Scifo, la spalla forte sulla quale la cordata ha dovuto frenare la sua attività è stata rappresentata dalle posizioni che io e quelle che vengono definite spregiativamente da questo giornale le spalle di Arnone, hanno assunto all’interno di questo Consiglio comunale, perché lungamente non si è voluto affrontare questa discussione, lungamente abbiamo visto i consiglieri comunali fermati nei corridoi del Municipio e caricati a forza di suggerimenti e di scritti del signor Scifo, pacchi di Grand’angolo consegnati all’Ufficio di Presidenza, atti di diffida, spazi autogestiti televisivi, paradossi viventi, un soggetto talmente gravato di responsabilità penali per reati contro questo comune da essere costretti a scegliere il rito abbreviato per quantomeno risparmiare sulla pena che gli infliggeranno, che va in televisione a dire che garantirà la legalità all’interno del Comune di Agrigento. Francamente cose simili in altre realtà non se ne vedono. È possibile assistere a simili scene solo e soltanto all’interno del Comune di Agrigento. Vi è una cordata che ha tentato fortemente di condizionare, una cordata che ora è costretta a confrontarsi con le regole della democrazia. Io ritengo che questa cordata sia presente anche all’interno di questo Consiglio comunale, abbia soggetti che si attivano funzionalmente e ne portano le ragioni, però ognuno può intendere il mandato amministrativo alla fine, purché rispetti le regole minime di legalità come meglio ritiene. E si confronta con i problemi, interviene, offre le sue visioni, chiede chiarimenti, li ottiene, e poi occorre andare avanti. Io ritengo che l’assenza dal nostro dibattito di due soggetti essenziali, il Sindaco nonché Assessore all’Urbanistica e del dirigente che ha istruito interamente questa pratica dalla A alla Z, cioè di Vitellaro, sia frutto delle catene che gli interessi che gravitano attorno al grande centro commerciale di Villaseta pongono all’interno di questo Comune, condizionandone i vertici. Sono cose ovviamente, per quello che mi riguarda, che non si fermeranno in questa aula. Questa aula farebbe bene a discuterne, ad affrontare l’intera questione delle società Imedil – Sogeme, Ecoter, fare chiarezza fino in fondo, ma per quello che mi riguarda e per l’impegno che io ho assunto nei confronti della cittadinanza, i fatti di questa cordata, che violando la legge condiziona gli organi amministrativi di questo palazzo, garantendo irresponsabilità ed impunità, andranno entro breve e in modo anche vigoroso e clamoroso nelle sedi di competenza. Detto questo, io non ho mai amato passare per bugiardo, perché sul terreno della politica non ho mai fatto uso di questo strumento. E allora apprezzo che oggi le bugie, che hanno le gambe corte, vengono bollate per quello che sono e attribuite a chi le dice. In una delle ultime sedute del Consiglio comunale io avevo parlato nel mio intervento dell’imprenditore Burgio come imprenditore di riferimento della Moses dicendo: il grande centro commerciale è una intrapresa che riguarda una serie di gruppi, su cui ho perplessità di altro tipo che ora dirò, ma non riguarda i proprietari delle aree che vengono valorizzate e nel tentativo di condizionare il Consiglio comunale e l’opinione pubblica e di aggredire la mia immagine, in uno degli otto o dieci articoli che Grand’angolo ha la compiacenza di dedicare alla mia modesta persona, si diceva che ero un bugiardo e si portava a sostegno di questa accusa nei miei confronti il quadro proprietario di Moses. Oggi viene inviata dal signor Burgio la documentazione relativa alla situazione proprietaria di Moses, dove viene fuori che la Ital Cantieri S.p.A. con sede legale in Lacchiarella Milano, centro commerciale Girasole, palazzo Marco Polo, ha acquistato con una scrittura privata e quindi con una promessa di vendita immediatamente vincolante dai precedenti titolari di Moses, cioè dalla signora Pecorelli, imprenditrice ed editrice dell’emittente Teleakras, il 75 per cento di proprietà delle aree che residuava alla Signora Pecorelli. Quindi, se vi è un bugiardo, questo bugiardo va cercato in altre sedi e 27 possibilmente nei palazzi che l’imprenditore Scifo mette a disposizione di questo grande giornale che da qualche settimana rende ancor più amena la vita pubblica agrigentina. Ora intendo entrare nel merito della posizione politica che noi abbiamo assunto e pubblicizzato in relazione a questa vicenda e che mi pare che spesso venga ad essere elusa. Perché siamo contrari ai grandi centri commerciali? Innanzitutto per il modello urbanistico che i grandi centri commerciali ci propongono. I grandi centri commerciali non sono istituzioni distruttive come una bomba atomica che cadendo verrebbe a far fuori, distruggere, devastare il Villaggio Mosè, ma sono infrastrutture che hanno un effetto urbanistico nelle città e che propongono un tipo di definizione di articolazione dell’ambiente urbano. Sono pensate per allocare in una parte del territorio le attività del commercio e in un’altra parte del territorio le attività di residenza. Noi riteniamo che questo sia un modello sbagliato, sia un modello tipicamente americano, sia un modello frutto di scelte urbanistiche distanti dalla tradizione urbanistica che hanno le città della vecchia Europa, che invece sono sorte e hanno il loro pregio perché vivono in un tessuto quasi vivente di relazioni e rapporti che sorgono tra i cittadini in virtù della interrelazione che si realizza tra i luoghi dove si abita e i luoghi dove si vive e i luoghi dove si commercia e i luoghi dove si sta. Il Consigliere Gramaglia diceva una cosa che per me è formidabile per esprimere la contrarietà che io manifesto nei confronti dei centri commerciali. Gramaglia diceva: i centri commerciali sono un luogo bello perché all’interno dei centri commerciali si sta bene, ci si vede, si chiacchiera, si fa conoscenza, si socializza. Ed esprimeva esattamente quella che è la critica che io muovo a questo tipo di infrastruttura. Nel centro commerciale si sposta per un verso quella che è la piazza, l’agorà della tradizione urbanistica delle nostre città. Invece di andare in via Atenea, di andare al viale della Vittoria, di passeggiare in via San Vito, di vivere la via Manzoni o la via Dante, si sposta questa attività di socializzazione in altri posti. Cosa avviene? Che i quartieri vengono sempre di più pensati non come luoghi dove si vive, ma come luoghi dove si dorme. Ma diceva il Consigliere Alfano, individuando un altro pezzo di verità: “Vi sono regioni rosse che vogliono fare i centri commerciali e le opposizioni di destra che manifestano contrarietà e regioni moderate che vogliono fare i centri commerciali e le opposizioni di centrosinistra manifestano la contrarietà. I centri commerciali muovono interessi economici cospicui, nel caso della sinistra vi è la Lega delle Cooperative, che è un promotore formidabile di questa forma di distribuzione, in altre realtà è la Lega delle Cooperative una capacità di condizionare, come è noto, alcune forze politiche, in altre realtà sono altri soggetti che operano in questa direzione. Ma sono effettivamente i modelli propulsivi di occupazione e di sviluppo? Io propongo alcune osservazioni, se realizzassimo il centro commerciale di Favara, certamente nell’arco di qualche anno o quantomeno di qualche mese gli indicatori economici degli addetti al commercio a Favara darebbero un sensibile aumento. La domanda che ci si deve porre è se l’aumento degli addetti al commercio a Favara troverebbe una corrispondenza nella diminuzione degli addetti al commercio a Canicattì o ad Agrigento. Certo, le risposte dell’economia non sono risposte, come direbbe Berlusconi, di terrore, miseria e morte, sono risposte di decremento di una serie di attività, quantificate secondo alcune organizzazioni del Commercio medio e piccolo nel 20, nel 30 per cento, con quello che ne consegue in termini di fallimenti delle imprese marginali, di licenziamenti e sottodimensionamenti rispetto alle situazioni preesistenti. Quindi, i grandi centri commerciali concretamente vengono a riorganizzare la forza lavoro, spostandola dalle attività che preesistono alle nuove attività che vengono ad insediarsi. E l’altra questione che si pone è la chiusura o il sottodimensionamento di piccoli e medi esercizi, prendiamo via Atenea, via Dante, via Imera, è un fattore migliorativo per la nostra qualità urbana? È anche possibile che nel grande centro 28 commerciale i beni vengano venduti certamente per una prima fase, poi se si realizzano situazioni di monopolio questo viene meno ad un prezzo inferiore che nei piccoli e medi negozi delle altre parti della città. Però probabilmente questa maggiorazione che si paga in via Atenea o negli altri esercizi dell’imprenditoria diffusa, e lo sconto che viceversa si ottiene nel grande centro commerciale è uno sconto apparente, è uno sconto che si viene a pagare in termini di qualità sociale, è uno sconto che si viene a pagare in termini di costi economici che occorre sostenere poi per favorire l’allocazione e il funzionamento dei grandi centri commerciali. Banalmente il Villaggio Mosè è indubbiamente la zona ove se un centro commerciale si ha da realizzare, come dice il CRU, è più opportuno che si realizzi. Ma il Villaggio Mosè così come è non è in grado di sopportare il flusso automobilistico che un centro commerciale di quelle dimensioni verrebbe a richiedere. Allora dovremmo migliorare sensibilmente la viabilità di attraversamento del Villaggio Mosè con costi a carico del contribuente e quindi della società. Per cui, apparentemente poi hai lo sconto, di fatto devi sostenere i costi necessari per la strutturazione delle opere utili a reggere l’impatto urbanistico e sociale del grande centro commerciale. Ed ancora, dall’atto che abbiamo visto viene fuori che il grande centro commerciale lo verrebbe a fare un segmento di imprenditoria agrigentina e poi l’Ital Cantieri S.p.A.. Abbiamo, e vi rilancio la palla, da un lato un investitore esterno alla realtà agrigentina che butta sul piatto alcune decine di milioni di euro, dall’altro, però, i profitti che verranno da questo investimento, se verranno da questo investimento, verranno drenati da questo soggetto esterno ad Agrigento, che poi li andrà a reinvestire da un’altra parte. Quindi, si viene a stabilire una relazione economica che è globale e non locale, cioè i profitti che si realizzano vendendo a noi le mozzarelle, le scarpe, le cravatte, poi non rimangono in situ da noi, ma si muovono in altra direzione. Secondo studi americani che su questo settore sono all’avanguardia anche per monitorarne l’impatto, a causa delle politiche fiscali che hanno favorito la realizzazione dei grandi centri commerciali sulla base del modello urbanistico americano della separatezza dei luoghi di residenza da quelli di lavoro, da quelli di commercio, il tempo medio usato da ogni famiglia per fare acquisti è addirittura raddoppiato. Ed è proprio dagli Stati Uniti che ci viene l’allarme sul grave decadimento dei legami sociali a causa di una estensione disordinata delle città in cui la segregazione commerciale è uno dei più potenti fattori. Ovviamente queste dinamiche in un medio e piccolo centro come Agrigento si sentono in modo più ridotto, però se facciamo mente locale, noi abbiamo i quartieri ghetto, prendiamo il caso di Villaseta e Monserrato, perché non vi è una rete diffusa di distribuzione commerciale che diventa momento di controllo, momento di aggregazione, momento di socializzazione. Queste sono le ragioni per le quali noi siamo poco convinti di scelte come quelle dei grandi centri commerciali. E su questo terreno avremmo auspicato che il confronto all’interno del Consiglio comunale veniva ad aprirsi in modo arioso, ragionando, articolando, esprimendo ognuno il proprio contributo, perché di modelli di sviluppo stiamo parlando. Vogliamo parlare di legalità signori consiglieri di maggioranza? Ovviamente non è che sfondate porte aperte. Vi accogliamo a braccia aperte, ma bisogna essere coerenti. Non si può sostenere che un iter amministrativo è illegittimo e poi fare l’applauso al Sindaco che ha portato la delibera in Consiglio comunale e non è venuto. E ancor di più non si può rimanere inerti e non chiedere con forza e con atti amministrativi provvedimenti nei confronti di chi si è macchiato di aver messo nero su bianco atti illegittimi e illegali in vicende economiche di questa portata. Le domande di alcuni consiglieri, in primo luogo del Consigliere Galvano, del Consigliere Alfano agli Architetti Campanella e Baio certo erano di grande interesse, ma probabilmente erano mal poste. Chi è che ha seguito questa procedura? L’Ingegnere Vitellaro. E avrebbe dovuto essere l’Ingegnere 29 Vitellaro lì a fornire le sue risposte. Campanella e Baio hanno fornito le risposte per le loro competenze. Io ho molto apprezzato anche la lucidità del lungo argomentare dell’Architetto Campanella, che mi è sembrato quasi professorale nel proporre alcune argomentazioni che apparivano quasi scontate nella loro puntualità. È il Consiglio comunale che deve decidere se questa variante è utile o non utile alla città di Agrigento, se questo progetto serve ad andare avanti o serve ad andare indietro. Quando il progetto è di questo impatto, il problema non può essere quello ma che si fa della strada del Villaggio Mosè che si voleva realizzare all’interno della prescrizione esecutiva? Ah, ma… dobbiamo aspettare che si venga a realizzare dopo l’approvazione del Piano Regolatore Generale la prescrizione esecutiva N. 6 per stabilire se il grande centro commerciale è utile o inutile. È esattamente l’opposto. Se il grande centro commerciale è una struttura utile, allora la stradina deve cedere. Se è una struttura inutile, che si faccia o non si faccia la stradina è un dato abbastanza poco significativo, Consigliere Vaianella. In parte queste cose lei le ha dette ancora più convintamente, lei che viene da un percorso politico che oggi ha il suo massimo riferimento nel Ministro del governo di centrodestra che mi ispira di gran lunga più simpatia, Gianni Alemanno, perché io ammiro la coerenza nelle persone, ammiro il coraggio nelle persone, ammiro la linearità delle persone. E in Alemanno queste caratteristiche francamente le vedo. E allora la invito a essere chiaro come lo è il suo leader politico, dire con ancora maggiore chiarezza, so che lei in parte l’ha detto, che è contrario per l’impatto sociale che questi grandi centri commerciali hanno e ponga con forza all’interno della maggioranza di centrodestra questa questione, dicendo come dico io e assieme a me che lei è contrario al centro commerciale Moses, al centro commerciale di Villaseta, al centro commerciale di Favara, al centro commerciale di Canicattì, a qualsivoglia centro commerciale che si viene a realizzare da parte di chiunque. Io ho concluso, Presidente, devo soltanto fare mio, esprimendo sostegno, il pensiero espresso dal Consigliere Giuseppe Salsedo, cioè di togliere dalla deliberazione in esame la parte relativa al finanziamento ministeriale, perché se c’è stato formalmente comunicato che questo finanziamento non c’è, non c’è motivo nella parte motiva di trincerarsi dietro la presenza di questo finanziamento che viene ad essere solo funzionale ad ulteriori equivoci. E quindi, Presidente, chiedo che venga allegato agli atti il mio documento perché chiedo che venga posto in votazione, lo chiedo ora formalmente, quando sarà il momento di votare. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Adesso chiede di intervenire il Consigliere Tedesco. CONSIGLIERE TEDESCO – Presidente, colleghi Consiglieri, intanto mi corre l’obbligo di fare qualche precisazione rispetto al dibattito che si è svolto questa sera. Il Sindaco ha ricevuto almeno un paio di attacchi prima per i ritardi del Piano Regolatore e poi per una mancanza di guida politica all’interno di questa Amministrazione. Voglio ricordare a me stesso per ricordarlo ai miei colleghi consiglieri che il Sindaco Aldo Piazza è quella persona che da Presidente del Consiglio prima, da Vice Sindaco poi, ha spinto in un modo incredibile affinché si arrivasse a realizzare la delibera con le direttive per il nuovo Piano Regolatore Generale. Ricordiamo che il Piano Regolatore Generale di Agrigento ha trent’anni e certo non è colpa di Aldo Piazza che è Sindaco da due e mezzo, che vi sia uno strumento urbanistico obsoleto che non rispondeva alle necessità dei cittadini e che il Consiglio comunale, questo Consiglio comunale, rispetto alla delibera che il Sindaco aveva ricevuto e rispetto al Piano Regolatore che era stato portato in aula, ha deciso cose diverse e cioè ha deciso di andare incontro alle legittime richieste dei cittadini e alla legittima volontà dei cittadini di espandere la città non più verso nord, non più in quartieri satellite, ma verso quella che è la zona da sempre ritenuta più 30 idonea da tutti gli agrigentini che, bloccati dai vari strumenti urbanistici hanno costruito poi abusivamente e cioè la zona sud della città. È chiaro che un cambio di indirizzo del genere ha significato di fatto realizzare ex novo il nuovo Piano Regolatore, poiché gli insediamenti residenziali, come ben sappiamo, e la nostra onestà intellettuale dovrebbe farcelo confermare qua dentro, gli insediamenti abitativi nella previsione giunta in aula all’inizio della legislatura erano previsti tutti nell’area a nord della città, erano a nord verso la contrada San Michele, erano su Villaseta, su contrada Monserrato. Il Consiglio comunale, e io non ero consigliere, ma reputo la scelta una scelta giusta, sensata, azzeccata e intelligente, ha dato direttive all’Amministrazione, ai tecnici redattori del piano di portare tutto quello che era l’agglomerato urbanistico residenziale nella zona sud della città. Questo ha portato una rivisitazione generale, completa e totale del Piano Regolatore, questo ha portato l’esigenza di dovere di nuovo ottenere i pareri che erano già stati ottenuti da quel Piano Regolatore. In poche parole, se il Consiglio comunale avesse preso per buone quelle che erano le indicazioni provenienti dal precedente Consiglio comunale e messe sulla carta dei progettisti, il nuovo Piano Regolatore di Agrigento senza dubbio oggi sarebbe già stato approvato e sarebbe sicuramente esecutivo. Se questo non è stato è per una scelta, non dico per una responsabilità, per una scelta intelligente di questo Consiglio comunale. Ora che i progettisti abbiano avuto 60 giorni di tempo e hanno preso 10 mesi, hanno le loro colpe certamente, ma fare un Piano Regolatore non significa tracciare quattro linee con la squadretta e portarle al Consiglio comunale. Un Piano Regolatore ha… io non sono un tecnico, non ne capisco, sono assolutamente ignorante, ma credo che sia uno degli strumenti urbanistici più complessi e complicati che possano esistere. E il Sindaco dal canto suo tantissime volte anche in mia presenza, io sono stato anche assessore di questa Giunta, ha sollecitato gli uffici interni, i progettisti, i geologi, ha cercato di fare quanto è nelle sue possibilità per accelerare quanto più possibile la definizione di questo iter burocratico. È chiaro, abbiamo a che fare con la burocrazia, abbiamo a che fare con i tecnici. I tecnici hanno certamente gravi responsabilità su questo ritardo, però dobbiamo partire sempre dal presupposto e dal fatto che il nuovo strumento urbanistico è stato perfezionato da questo Consiglio comunale con grande merito e che è uno strumento che normerà la nostra città per i prossimi trent’anni. Non è il problema reale, non sono 5 mesi più o sette mesi meno, queste sono quisquilie rispetto a uno strumento che andrà a regolamentare la vita urbanistica della nostra città da qua al 2035. Per quanto riguarda la mancanza di conduzione politica rispetto alla vicenda attualmente in aula, rispetto ai centri commerciali, anche questa è una non verità, poiché proprio il Sindaco, il giorno in cui la delibera fu posta all’ordine del giorno per la prima volta, quando arrivò questa delibera in aula, è venuto proprio il Sindaco da quella sedia a intestarsi questa variante urbanistica politicamente. È venuto il Sindaco a dire, noi Amministrazione di centrodestra siamo certamente e pienamente favorevoli rispetto alla nascita di centri commerciali per il motivo occupazionale, per il motivo dell’indotto. L’ha detto chiaro e forte e ha aggiunto una finezza: la delibera che abbiamo oggi qua dentro non è una delibera proposta, come ha detto qualcuno, dal settore Urbanistica, per cui dovrebbe venire il Sindaco in qualità di Assessore all’Urbanistica, è una delibera proveniente da una procedura amministrativa assolutamente particolare che si chiama Sportello Unico. Gli imprenditori che hanno ritenuto di volere edificare questo centro commerciale, hanno attivato questo strumento che si chiama Sportello Unico, non dipende né dall’Urbanistica né dal Sindaco, è uno strumento a sé stante. Il dirigente dello Sportello Unico credo oggi sia l’Architetto Vinti, ha in assoluta autonomia curato la pratica, la pratica se si poteva fare si faceva, se non si poteva fare non si faceva, ma era una responsabilità assoluta ed esclusiva dell’Ufficio Sportello Unico e del 31 dirigente dello Sportello Unico. Il Sindaco per caricare questa variante urbanistica di un significato politico, pur non avendo nessun obbligo di firma su questa delibera, poiché proveniente da uno strumento burocratico assolutamente a sé stante che è scevro dalla politica e dalla volontà politica, che è lo Sportello Unico, il Sindaco di Agrigento ha ritenuto, anche per tranquillizzare questo Consiglio comunale e per confermare la legittimità dell’operato dei propri tecnici, di apporre la propria firma su questo atto deliberativo. Quindi, a meno che questa firma non sia stata revocata dal Sindaco negli ultimi due mesi, da quando ci abbiamo questa delibera qua, devo intendere, da persona mediamente intelligente, che essendo firmata dal Sindaco, chiaramente c’è un volontà politica del Sindaco di Agrigento che rappresenta, ritengo, l’intera maggioranza della Casa delle Libertà, di dare il via ai centri commerciali di Agrigento. Quindi, assolutamente latitante la motivazione che si porta qua dentro, che il Sindaco… o che non vi sia una linea politica, la linea politica l’ha data il Sindaco apponendo la propria firma alla delibera e non revocandola. Vi è la presenza costante degli assessori della Giunta Piazza all’interno di questa aula ogni volta che discutiamo le delibere. Non mi pare di avere sentito nessun assessore discostarsi dallo spirito di questa delibera. Nessun assessore è venuto a dirci né a titolo personale né a titolo della maggioranza né a nome del Sindaco che vi siano stati arretramenti politici rispetto a questa vicenda. Quindi, ad oggi, l’indicazione politica del Sindaco di Agrigento è sicuramente quella di fare centri commerciali e nello specifico sicuramente quello di portare avanti la delibera di variante urbanistica che attiene alla società Moses. Vorrei dilungarmi poiché con il passare del tempo ci siamo tutti resi conto. La verità sui centri commerciali è che se fino ad oggi non si è dato il là, se fino a oggi non sono partiti né l’uno né l’altro, è perché di fatto ci siamo questo Consiglio comunale, ma la stessa Amministrazione si è trovata all’interno di una guerra commerciale tra due gruppi imprenditoriali contrapposti. Diceva qualche consigliere prima di me che soggetti che fanno capo ad altre cordate imprenditoriali interessate ad altri centri commerciali hanno avvicinato consiglieri. Io mi sono fermato personalmente, non ho nessun problema a dirlo, a parlare tanto con l’uno quanto con l’altro imprenditore, rispetto alle problematiche che loro portano avanti. Mi pare sia una cosa assolutamente legittima. Io ho ascoltato le ragioni dell’uno e ho ascoltato le ragioni dell’altro. Ve ne è stato uno che ha scritto una ventina di diffide ed esposti. Ve ne è stato uno che ha tenuto un comportamento assolutamente diverso, ha scelto un altro profilo, ma ritengo che sia legittimo per ognuno esprimere le proprie opinioni, le proprie perplessità, le proprie necessità e ritengo che il ruolo del Consigliere Comunale sia pure quello di ascoltare tutti e poi farsi un proprio convincimento con le carte, se si parla di atti amministrativi e politico confrontandosi, dopo di che in assoluta autonomia il consigliere comunale deve venire qua a scegliere. Se fossimo stati in un’altra città, anche là lo scontro tra i due gruppi imprenditoriali avrebbe avuto ben altre forme di estrinsecazione. Quando io devo combattere il mio concorrente preferisco combatterlo sul piano dell’imprenditoria del commercio. Qua si sono scelte altre strade. Strade che non trovano la mia condivisione. Io ho detto ad ambedue i soggetti che qualora ognuno di essi trovasse o avesse trovato delle illegittimità o delle illegalità all’interno delle delibere, vi è una Procura della Repubblica ad Agrigento che è assolutamente attenta, responsabile, equilibrata e che quindi vi erano le camere opportune e le istituzioni opportune presso cui andare a portare le proprie perplessità, andare a fare le proprie denunce motivate, indicando nomi, cognomi e fatti. E poi, posto che i magistrati studiano per questo, fanno il concorso per questo, sono magistrati per potere decidere, perché sono gli unici titolati a giudicare le carte, a giudicare gli atti, sarebbe stata la magistratura, qualora avesse trovato degli elementi di illegittimità e legalità e quello che vogliamo, a compiere i propri passi secondo quello che è l’ordinamento giuridico 32 dello Stato italiano. Qua dentro la discussione si è allargata e dico pure che è un fatto positivo perché ritengo che con le posizioni di diversi consiglieri siano state estrinsecate un poco tutte quelle che erano le perplessità e le osservazioni che abbiamo letto nelle note di una delle parti interessate o controinteressate ai centri commerciali. Mi pare che i tecnici abbiano risposto puntualmente, sempre, abbiano garantito la propria presenza, abbiano risposto per iscritto, abbiano risposto oralmente qua in aula alle varie sollecitazioni e alle domande di tutti i consiglieri comunali, non ho sentito nessun consigliere comunale ad oggi ribattere ai tecnici sulla sostanza di quello che dicevano. Mi spiego meglio. Io consigliere comunale dico al tecnico: lei ha scritto che questo foglio di carta è bianco. Questo foglio di carta per me è nero. Allora il tecnico sale, viene qua dietro e dice: no, guardi, questo è un foglio di carta bianco e per una serie di ragioni il foglio di carta è bianco. Nessun consigliere si è alzato per dire: no, guardi Architetto X, si sta sbagliando, glielo ridico perché il foglio di carta è nero, non è bianco. Quindi, mi pare che tutti i consiglieri comunali abbiano preso per buone quelli che sono stati i chiarimenti dati all’interno di questa aula e documentalmente dai vari tecnici. E se così non fosse, se vi fossero elementi di illegalità o di illegittimità che ancora oggi qualche collega consigliere riscontra all’interno di questa delibera, io pregherei vivamente e caldamente, posto che ormai il dibattito si è trascinato e anche questo è uno dei motivi per cui si è potuto acuire così tanto la polemica in città, perché si è dilatato nel tempo lo spazio di approvazione di questa delibera, dando tempo e modo di potersi infilare, di potere creare polemiche ad arte. Se vi sono consiglieri comunali che hanno notizia di illegittimità o di cose illegali poste in essere nella delibera di variante Moses, questa è la sede più opportuna per venire a dire con nomi e cognomi, spiegando quali sono queste cose illegittime, quali sono queste cose illegali per salvaguardare me consigliere comunale, che devo andarla a votare e per consentirmi, qualora vi siano veramente illegalità ed illegittimità, domani mattina di andare dal Procuratore della Repubblica, scrivendo che il tecnico X, il tecnico Y e il tecnico K hanno posto in essere delle illegalità e delle illegittimità all’interno di questa variante urbanistica per questo, questo e quest’altro motivo, con questo, questo e quest’altro obiettivo e sarò io stesso ad andare dal magistrato, dal Procuratore della Repubblica, chiedendo di darmi udienza e andando a presentare una denuncia circostanziata rispetto ad atti illegittimi o illegali. Qualora questo non fosse, come sembra dall’evoluzione del dibattito, ribadisco nessuno qua è venuto a confutare le tesi espresse dagli uffici, nessuno qua, dopo le spiegazioni date dagli uffici, ha ritenuto di dire: no, non è vero, no non è così, no, non stanno così le cose”. Devo pensare che non vi sia nessun dubbio sulla legittimità dell’atto. Torno a dire, e lo dissi già all’inizio della trattazione di questa delibera qualche mesetto addietro, che vi sono una serie di tecnici, e i tecnici non sono degli strumenti, vi sono una serie di persone in carne ed ossa che lavorano e operano con coscienza dentro questo Comune, che hanno apposto le proprie firme. Quando si firma una delibera, chi la firma si assume delle responsabilità. E allora, se dal punto di vista tecnico fossero state commesse illegittimità, è chiaro che queste persone ne pagheranno le conseguenze. Mi pare che non vi sia nessun dubbio su questo. Sappiamo anche, e non nascondiamocelo, che c’è un’altissima attenzione della magistratura su queste vicende. Se dovessi fare l’Avvocato del diavolo io penserei, io tecnico che ho provato a fare l’imbroglio per mettermi in tasca 100 milioni di euro, vedo che c’è un’attenzione così alta, mi trovano con le dita nella marmellata perché in effetti ho scritto delle cose che non stanno né in cielo e né in terra, ho portato documentazioni false, e allora, avendo quattro mesi di tempo da quando la delibera è venuta in aula ad oggi che si sta definendo questo iter amministrativo, avrei revocato non una, 175.000 volte la mia firma, con una motivazione qualsiasi, con una richiesta di 33 approfondimento in autotutela, gli strumenti per recedere rispetto alla firma apposta sarebbero stati tanti ed innumerevoli. Mi pare che nessuno dei tecnici interessati da questa delibera e firmatari di questa delibera abbiano fatto un solo passo indietro rispetto a tutta la vicenda. Qua abbiamo dei tecnici che non solo vengono a spiegare, vengono a rafforzare le proprie posizioni. E allora coerenza vuole che se abbiamo dei dubbi, devono essere dubbi certi, dubbi certificati, non si può fare politica, non si può arrogarsi il diritto di venire a decidere delle sorti della città senza avere poi dei pensieri chiari su quello che andiamo a fare. Io torno ad invitare i miei colleghi consiglieri ad estrinsecare il proprio pensiero, qualora qualsiasi consigliere abbia cognizione di illegittimità o illegalità poste in essere nella delibera di variante al P.R.G. Moses. Allora, questo sarebbe un passo concreto, un passo avanti e sarebbe di aiuto al Consiglio comunale, sicuramente aprirebbe dei ragionamenti nuovi e diversi rispetto a quelli che si sono svolti oggi. In caso contrario ognuno venga su questo scranno e venga a motivare il proprio sì o il proprio no. Non ci nascondiamo dietro la motivazione: io sono contro i centri commerciali perché distruggono la piccola e media impresa. Primo, questo tipo di competenza la legge regionale 28/99 l’affida alla Regione Siciliana, quindi non abbiamo nessuna competenza in merito a quella che è la pianificazione urbanistica dei centri commerciali. Secondo, in tutto il mondo, in città piccole, grandi, povere e meno povere, dal Messico all’Italia, e il Messico non è uno stato, una nazione che ha una economia come quella italiana, sebbene è disastrata, quella messicana è sicuramente cento passi più indietro. Anche in Messico aprono i centri commerciali. Questa si chiama evoluzione del mercato, mercato globale. Mercato globale che già esiste, non lo stiamo inventando noi ad Agrigento. Vi è Internet. Chiunque di noi penso che ha il computer a casa, ha già dato qualche sguardo ai siti di Commerce su Internet. Io personalmente l’80 per cento dei miei acquisti li faccio proprio via Internet, quindi non creandomi neanche il problema di lasciare o meno il guadagno al commerciante agrigentino, perché se io devo comprare un hard disk di un computer, che in città mi costa 90 euro e lo stesso hard disk io lo prendo 45 euro, siccome l’economia mia personale mi impone di dovere risparmiare, io me lo compro via Internet anche se lo dovrò ordinare a Milano. Mi dispiace, ma queste sono leggi di mercato. Il centro commerciale integrerà l’offerta commerciale nella nostra città, allargherà l’offerta commerciale nella nostra città dando possibilità soprattutto alle fasce deboli, perché ricordiamoci che i centri commerciali per la propria natura sono dei grossi gruppi di acquisto e la concentrazione di diversi esercizi che consentono poi agli imprenditori titolari dell’impresa di creare enormi gruppi di acquisto, possibilmente consorziati con altri centri commerciali sparsi all’interno dello Stato italiano, che consentono a questi imprenditori di abbattere ulteriormente i costi di acquisto delle merci, ma, e questa è una valutazione che potete fare andando a visitare qualsiasi centro commerciale, il 90 per cento degli articoli dei centri commerciali sono articoli popolari, non sono merci di boutique, non sono merci qualificate, non sono le merci di marca, non sono le merci di franchising, sono delle cose diverse. Bene diceva il Consigliere Capraro: la concorrenza non fa altro che qualificare il settore commerciale, cari amici. Io ho fatto il commerciante, mio padre era un grosso imprenditore. È vero che tantissima gente si dà al commercio spesso anche abusivo. Io capisco il Consigliere Capraro perché vive in un settore che è quello degli ortofrutticoli in cui l’abusivismo tocca livelli di eccellenza nella nostra città. Perché? Perché con una Ape o con una macchina, con un cofano capiente è possibile per me disoccupato, che stento, che ho il problema a comprare il chilo di pasta, mi consentono di andare al mercato ortofrutticolo, comprare 50.000 lire di merce e farci 70.000 lire, con quelle 20.000 lire ci campo la famiglia. Ma non è questo lo sviluppo. Lo sviluppo è consentire a chi ne ha le capacità, a chi ha la professionalità di fare l’imprenditore e il commerciante 34 di fare l’imprenditore e il commerciante, chi non ha queste capacità deve però avere altre valvole di sfogo, deve avere la possibilità di lavorare, deve avere la possibilità di dare da mangiare ai propri figli, se no il sistema si blocca e non funziona. Proprio questo deve essere l’obiettivo di questo Consiglio comunale. L’obiettivo di questo Consiglio comunale deve essere quello, primo, di risanare le finanze locali; secondo, quello di cercare e di creare e di inventare, ove ve ne sia la possibilità, spazi di occupazione, creare posti di lavoro che possono essere nell’edificazione, che possono essere nell’indotto, nel ferro, nel cemento, nei mattoni, nello spostamento del terreno, tutto quello che vogliamo, ma comunque diamo delle risposte, che è quello che si aspetta la nostra città e i nostri cittadini, specialmente quelli più sfortunati. Cosa si aspettano da questo Consiglio comunale? Cari amici consiglieri, quando mi fermano in mezzo alla strada quattro sono gli argomenti: la pulizia della città, le strade asfaltate, l’acqua e il lavoro. Per quanto riguarda l’acqua, visto che mi viene sottolineata e suggerita dagli amici del centrosinistra, io vi prego, se avete un minimo di voglia di farlo e con grande onestà intellettuale, però, di andare a prendere i turni e le statistiche di distribuzione di acqua degli anni 90, del decennio degli anni 90 e confrontarlo e raffrontarlo con i turni di erogazione garantiti dal Sindaco Piazza da due anni e mezzo a questa parte. Se avrete questa voglia e questo piacere, vi renderete conto che grazie alla interconnessione dei serbatoi, grazie ai decreti di finanziamento pervenuti dalla Regione Siciliana, grazie all’intervento del governatore Totò Cuffaro, i tempi di erogazione dell’acqua si sono ridotti ad un terzo rispetto agli anni 90. Comunque, queste sono cose che ogni cittadino può andare a verificare e possiamo anche chiedere a tutti i cittadini se stanno patendo e continuano a patire la stessa crisi idrica degli anni 90. Presidente, io accolgo subito il suo appello, chiudendo il mio intervento, però voglio fare una proposta che chiedo che sia posta immediatamente ai voti, che è quella di rinviare la prosecuzione di questo punto all’ordine del giorno già dal prossimo Consiglio comunale, dalla prossima seduta di Consiglio comunale, prelevando però contestualmente questa sera stessa la delibera che riguarda la modifica della deliberazione consiliare N. 30 del 10/03/97 sul sistema circoscrizionale, in modo tale da scongiurare il pericolo di andare ad elezioni per la circoscrizione sciolta qualche tempo fa entro maggio del 2005, poiché avrebbe un costo, solo l’indizione delle elezioni, di 250.000 euro che dovrebbe essere posto a carico del bilancio comunale e altri 250.000 euro che poi servirebbero per il funzionamento di questa circoscrizione, che attualmente con le condizioni di bilancio che abbiamo, sicuramente non possiamo permetterci. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Prima di mettere la sua proposta ai voti, c’era l’ultimo intervento della serata che era inerente l’oggetto della discussione, che era quello del Consigliere Hamel. Subito dopo metterò ai voti la proposta del Consigliere Tedesco, per cui vi leggerò sinteticamente, qualora dovesse passare e dovessimo procedere con la trattazione dell’altra delibera di cui chiede il prelievo Tedesco, la parte dispositiva e quindi possiamo direttamente andare al voto. Prego Consigliere Hamel. CONSIGLIERE HAMEL – Io con una battuta vorrei iniziare questo intervento, ripigliando quello che c’era in coda all’intervento del Consigliere Tedesco, perché sì, i cittadini di Agrigento possono fare dei paragoni rispetto agli anni 90, rispetto ad adesso, però non devono ringraziare, se i turni sono accorciati di un po’, né il Sindaco, né tutto il resto, ma devono ringraziare solo il padre eterno che da qualche anno a questa parte ci ha regalato un sacco di acqua, perché se con i serbatoi pieni in questa misura non si riesce ad assicurare l’acqua con turni ancora decenti, non so chi bisogna ringraziare in questa città. E per restare in termini di riferimenti evangelici, io credo che in questa discussione che noi oggi concludiamo, almeno in 35 questa fase bisogna rifarci all’assenza di doppiezza, cioè al sì sì, al no no, tutto il resto appartiene al demonio e quindi riuscire anche a comprendere perfettamente qual è l’analisi che si fa rispetto alla delibera che andiamo noi a discutere, quali sono i termini della questione che si sono voluti puntualizzare e quali sono le risposte che devono arrivare per consentire al Consiglio comunale di potere esprimere un voto assolutamente consapevole, non dico sereno, perché la serenità è un dato che non dovrebbe esistere all’interno di questa assemblea, perché è un dato che non è considerabile sotto il profilo amministrativo. Noi dobbiamo esprimere un voto che sia consapevole, che ci veda ognuno di noi convinto perfettamente che la struttura, l’iter, l’impostazione amministrativa di questa delibera sia perfettamente corrispondente a quello che noi pensiamo sia un crisma di completezza, di legittimità e di legalità. Se siamo convinti di questo non c’è nessun problema. Sgombro subito il campo per quanto riguarda l’aspetto relativo alle valutazioni di valore. Noi lo abbiamo affermato in questa sede, che in linea di massima noi siamo d’accordo agli insediamenti dei centri commerciali e non c’è bisogno di andare a spolverare per contrapporre a questa tesi quello che succede in termini degenerativi negli Stati Uniti d’America. Stiamo parlando di un microcosmo che è completamente diverso. Le piccole botteghe commerciali nella nostra realtà locale continueranno a sopravvivere perché oggi sopravvivono rispetto a quello che è l’impatto dei supermercati, degli ipermercati, degli hard discount solo perché riescono ad offrire ai cittadini un elemento che queste strutture non riescono assolutamente ad offrire, che è quella che gli inglesi chiamano la commoditis, cioè praticamente la possibilità di potere acquistare, per chi è anziano, per chi ha difficoltà, per chi non ha tempo il prodotto a un costo magari un po’ più alto, però acquistarlo sotto casa o averlo portato a casa direttamente. E poi, in ogni caso, le posizioni delle nostre formazioni politiche sono delle posizioni che partono da una affermazione legislativa in ordine al varo di questi provvedimenti, che è stato consapevolmente adottato dai governi di centrosinistra, ma che in fondo lasciano alla discrezionalità territoriale anche la possibilità di valutare caso per caso. E noi qui ancora stiamo operando in una condizione e in una situazione di microcosmo nel quale ancora non c’è l’invasione americanista, non ci sono le alterazioni alienanti dei luoghi di grande vendita, i grandi centri commerciali americani dove ci si perde d’identità e non si ritrova più lo spirito, l’amore, il gusto del fare acquisti. Lo vediamo nell’esperienza quotidiana. Lasciamo stare tutti questi aspetti. Andiamo al dato concreto che riguarda l'atto deliberativo che noi oggi qui stiamo a discutere. Noi abbiamo sottoposto alla Amministrazione comunale in primo luogo e poi a tutti gli altri organi competenti, una interrogazione nella quale poniamo alcuni interrogativi, che secondo noi sono fondamentali per riuscire ad acquisire quella consapevolezza di giudizio attraverso cui poi possiamo esprimere serenamente, se la serenità è un dato che volete acquisire al dibattito del Consiglio comunale, serenamente il voto che andremo ad esprimere. Perché sostanzialmente? Questa deliberazione di fatto, non dobbiamo avere doppiezze, dobbiamo dire sì sì, no no, questa deliberazione di fatto realizza un vantaggio per l’azienda che ottiene la variante urbanistica. Ma questo non è un reato, cioè nel senso che è una procedura che anche se realizza alla fine un vantaggio, di fatto è legittima. Il problema di fondo che bisogna chiarire per potere acquisire piena consapevolezza è se tutti i passaggi che si sono determinati per arrivare a questo vantaggio, sono dei passaggi che sono compatibili con la prassi amministrativa e sono compatibili con la normale gestione di questi eventi. Il tecnico che ha risposto… dico tra l’altro un inciso, non mi è piaciuto per nulla la sintesi che ha cercato di fare il Consigliere Tedesco. Cioè è una sintesi arbitraria, assolutamente arbitraria, cioè non si può fare una sintesi rispetto a quello che è il dibattito che si è sviluppato in questo contesto, perché è necessario attrezzarsi dal punto di vista 36 tecnico per potere avere la possibilità di un contraddittorio. Noi abbiamo detto in premessa: non vogliamo entrare in contraddittorio con i tecnici perché sapevamo che c’era questo dato. Cioè nel momento in cui l’Architetto Baio, l’Architetto Campanella, l’Architetto Vinti contrappone una determinata problematica, il dottore Alfano che fa il medico chirurgo egregiamente, nell’immediato non può avere il dato tecnico per poter dire: ma questa cosa che ha detto lei, possiamo in qualche modo contestarla. Ha bisogno anche di consultarsi e di valutarla bene. Quindi non c’è una sintesi così affrettata che si può fare nel dire che Alfano non ha detto più niente, quindi è d’accordo, quell’altro non ha detto più niente, quindi è d’accordo e tutto è tranquillo e tutto è pacifico. Questo sempre per quell’elemento di chiarezza assoluta che bisogna avere quando si esaminano vicende di questo tipo. Il problema di fondo è verificare. E noi questo abbiamo chiesto. E se questo nodo ci viene sciolto, per noi tutti i problemi sono risolti. Noi abbiamo chiesto verificare se tutti i passaggi hanno la chiarezza dovuta rispetto a una vicenda che ha contorni e dimensioni abbastanza consistenti e che dobbiamo riuscire a percepire, a comprendere in tutti i particolari. Un dato per esempio posso sottolineare alla vostra attenzione, che è semplicissimo, che riguarda l’attestazione che viene fatta dall’Architetto Quintini e l’attestazione che viene fatta dall’Architetto Vinti. Entrambi fanno riferimento a quella che è la previsione progettuale. Cioè uno dice: vista la previsione progettuale la zona è idonea; l’altro dice: vista la previsione progettuale, la zona non è idonea. Cioè questo nodo ce lo può sciogliere chi ci risponde per iscritto e ci dice esattamente quali sono i termini della conclusione a cui si è arrivati, quali sono gli elementi. Cioè quello che ha detto l’Architetto Vinti che ha difeso le sue tesi, giustamente in maniera più o meno egregia, io non sono in grado di giudicarlo assolutamente in questo momento, però ritengo che sia indispensabile per la delicatezza di questo passaggio che è fondamentale per dire: tutto il resto poi si è sviluppato in maniera armonica e consequenziale. Alcune cose bisogna chiarirle in maniera molto più esplicita, cioè non basta dire: questo non va bene perché è un po’ lontano, è meno lontano, sono 500 metri o 5 chilometri è la stessa cosa, non è possibile, è possibile e così via. Io questo lo vorrei detto in maniera dettagliata, circostanziata e possibilmente con rigore scientifico. Non ha nessuna importanza se il Sindaco ha firmato questa delibera, perché questo non significa che la delibera è condivisa e giustificata e conosciuta dal Sindaco di Agrigento. Quello che si diceva qua dentro è importante, è fondamentale. Cioè, di fronte a una delibera che attraversa verticalmente ed orizzontalmente il Consiglio comunale, che attraversa i gruppi politici, che crea lacerazioni, che crea dubbi, che crea problemi e tutto il resto, era dovere dell’Amministrazione comunale nelle sue funzioni competenti, se era il Sindaco a dovere rispondere, doveva venire il Sindaco, venire qua dentro e dirci: questa è la mia visione di questa delibera, la posizione ufficiale dell’Amministrazione comunale rispetto a questa delibera che conferma la sottoscrizione e ne conferma perfettamente tutti i passaggi, anche alla luce delle perplessità, delle osservazioni, delle interrogazioni che sono state sollevate dai consiglieri comunali. Vedete che liberazione sarebbe stata per il Consiglio comunale potere fruire di questo conforto? Ma questo non c’è stato e questo non c’è un po’ in tutte le vicende che sono le più grosse, le più consistenti per la città di Agrigento. Noi abbiamo posto al Sindaco di Agrigento una serie di quesiti puntuali e precisi, sui quali vogliamo che lui ci risponda. Se non risponde a questi quesiti, chiaramente noi avremo la possibilità di tirare delle conclusioni che sono collegate all’assenza di chiarezza rispetto ai termini delle questioni sollevate, perché io ho visto per esempio che due tecnici che trattano il nuovo Piano Regolatore, giustamente hanno fermato la loro trattazione e il loro giudizio e le loro valutazioni a un certo punto. Cioè non sono andati avanti perché non era più di loro competenza. Ma questo dato crea anche ulteriori dubbi e ulteriori 37 perplessità rispetto a quella che è la considerazione generale che c’è rispetto all’operazione che si sta facendo oggi in Consiglio comunale. Quindi io ritengo che sia indispensabile l’intervento dell’Amministrazione comunale, che sia indispensabile sciogliere questi nodi, per dare consapevolezza al Consiglio comunale e potere esprimere un voto compiuto e convinto, attraverso cui poi si riesce realmente a dimostrare la capacità di analisi, di giudizio, di valutazione e di corrispondenza dell’iniziativa del Consiglio comunale alla volontà popolare e ai crismi della legalità. Tutto il resto è pura filosofia e fantasia. Cioè è inutile che qua andiamo ad agitare spettri, andiamo ad agitare simboli, andiamo ad agitare prospettive che non esistono. Qui noi vogliamo solo e soltanto chiarezza e ci è dovuta in quanto stiamo affrontando un atto che è una variante urbanistica, e una variante urbanistica comporta anche dei vantaggi, i vantaggi che sono legittimi, ma che devono essere perfettamente inseriti in un contesto di assoluta chiarezza del procedimento amministrativo. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Mettiamo ai voti la proposta del Consigliere Tedesco, di rinviare la continuazione di questo punto all’ordine del giorno di cui abbiamo discusso alla prossima seduta del Consiglio comunale e al contempo prelevare la proposta di deliberazione avente ad oggetto la modifica della delibera consiliare N. 30 del 10/03/97. Prego Consigliere Arnone. CONSIGLIERE ARNONE – Presidente, io sono favorevole alla proposta del Consigliere Tedesco, però intendo porre una questione. Il rinvio della delibera Moses deve essere a mio modo di vedere un rinvio fattivo, nel senso che occorre che la maggioranza e il Presidente del Consiglio si impegnino a far fornire le risposte, le attestazioni richieste dal Consigliere Hamel. Appare di tutta evidenza che si chiede correttamente da parte del Consigliere Hamel una assunzione di responsabilità amministrativa agli uffici, con una relazione in dettaglio sulle questioni che Hamel ha posto e politica al Sindaco e all’Amministrazione attiva, che in un quadro come quello che è emerso, non si può… io comprendo la grande buona volontà del Consigliere Tedesco nello svolgere il suo ruolo di autorevole consigliere di Forza Italia e della maggioranza, però di fronte al dibattito che si è animato in queste settimane, non ci si può trincerare dietro una firma che si è apposta nel settembre… (voce fuori microfono) Se si fosse revocata la firma, saremmo alla barzelletta, avremmo già Striscia la notizia qua, il Gabbibbo e Piazza sotto la scrivania, come ha fatto con Le Iene. Quindi è opportuno che si diano risposte. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Domani mattina sarà fatto. Prego Architetto Campanella. ARCHITETTO CAMPANELLA – Io nella qualità di funzionario dell’Ufficio Tecnico e responsabile dell’Ufficio di Piano, sulla proposta del Consigliere Hamel della risposta scritta, volevo chiedere al Presidente se le spiegazioni che noi abbiamo dato in questa sede possano essere sufficienti per evitare noi di dedicarci ad altre cose che sono urgenti pure. INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Prego Consigliere Hamel. CONSIGLIERE HAMEL – Come premessa per noi potrebbe andare bene quello che lei ha detto, se però non sconvolge i vostri tempi, noi potremmo nel dettaglio fare 4 quesiti, a cui potete rispondere anche con due parole successivamente. Ve li facciamo avere per iscritto e se potete rispondere. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Domani lei può formalizzare questa richiesta di chiarimenti. Io subito la trasmetto agli uffici per le risposte conseguenti. Mettiamo ai voti la proposta per appello nominale: chi è d’accordo dica sì, chi è contrario dica no. CONSIGLIERE HAMEL - Volevo precisare una cosa, dovevo dirlo in sede di dichiarazione di voto, che la nostra astensione non è collegata all’argomento in 38 materia, è collegata alla richiesta che abbiamo fatto tempo fa, per cui abbiamo comunicato alla Presidenza del Consiglio che non avremmo votato favorevolmente nessuna richiesta di posposizione o variazione dell’ordine del giorno, per altri motivi che non sono collegabili con la delibera Moses o che abbiamo trattato questa sera. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Ha fatto bene a fare questa precisazione. Proclamo l’esito della votazione: voti favorevoli 19, 1 contrario, 4 astenuti, quindi il Consiglio approva. A questo punto abbiamo anche prelevato la proposta di delibera avente ad oggetto: “Modifica deliberazione consiliare N. 30 del 10/03/97”, che vi leggo nella parte dispositiva. Si tratta di una modifica dell’articolo 2 della deliberazione consiliare N. 30 del 10/03/97, per quanto riguarda le circoscrizioni, che prevede che le vie cittadine, sotto indicate, facenti parte della prima circoscrizione, vengano ricomprese nella seconda circoscrizione. Le vie in questione sono la via Imera, via Canonico Sorrento, via Caduti per la Resistenza, piazza Fratelli Rosselli, via Degli Angeli, via Ragazzi del ‘99, via Gioeni, via Diaz, via XXV Aprile, via Pio La Torre, via Dei Vespri Siciliani e via Della Libertà. Si dà atto, sempre nella parte dispositiva della delibera, che le modifiche territoriali sono quelle riportate nelle allegate planimetrie indicate come A, B e C. I pareri degli Uffici sono favorevoli, della Commissione altrettanto, c’è l’unico parere sfavorevole che è quello della seconda Circoscrizione. Se non ci sono interventi possiamo passare direttamente ai voti. Chiede di intervenire il Consigliere Capraro. Prego. CONSIGLIERE CAPRARO – Se non ho capito male, la modifica di questa delibera dovrebbe portare alla mancata votazione da parte delle circoscrizioni, perché poco fa ho ascoltato il Consigliere Tedesco, grande sostenitore del Sindaco Piazza, e nel suo intervento il Consigliere Tedesco accennava che, facendo la modifica di questa delibera, il Comune risparmia 500 milioni delle vecchie lire, cioè 250.000 euro, così non si dà la possibilità alla circoscrizione di portarla a votazione. Il Consigliere Tedesco, che noi conosciamo che è un grande sostenitore, è stato un assessore di questa Giunta, un consigliere di Forza Italia molto vicino alle posizioni del Sindaco Piazza, riferiva che purtroppo questa cifra appesantisce il bilancio comunale, spendendo i soldi per la circoscrizione non si possono spendere per le altre cose. Il Consigliere Tedesco dovrebbe sapere che in questi giorni l’Amministrazione Piazza ha deliberato 225.000 euro da spendere per fare delle feste e festicciole questa estate nella Valle dei Templi. Io potrei essere d’accordo a non farlo, ma se i soldi si spendessero per il bene della città, per i servizi sociali, per la gente che è ha bisogno, non per andare a fare delle feste nella Valle dei Templi: 225.000 euro. Ha deliberato 8 spettacoli per un costo di 225.000 euro. Perciò io per questo motivo sono contrario alla proposta perché i soldi che si risparmiamo non si spendono bene. Io sono per il risparmio, ma che i soldi si spendano bene. Caro Presidente, i soldi si spendono solo per andare a fare le feste e io sono contrario per questo. Io ho dimenticato di dire che magari adesso il Consigliere Tedesco o qualche altro viene a replicare e a dire: “Si, vero è che si sono deliberati 225.000 euro, perché i soldi sono stati prelevati dal ticket della Valle dei Templi, cioè il 30 per cento delle entrate”. Questa è una delibera che abbiamo votato noi, che abbiamo dato mandato all’Amministrazione allora quando ci siamo insediati e perciò preannuncio che dobbiamo modificare questa delibera del ticket della Valle dei Templi. (Voce fuori microfono) Non è regionale. Regionali sono gli introiti della Valle dei Templi. Di spendere i soldi glieli abbiamo dati noi Consiglio, l’abbiamo votato per spendere i soldi all’interno della Valle dei Templi, ma non per fare lo spettacolo, per aggiustare muri, marciapiedi, metterci le panchine, aggiustare i posteggi. E invece i soldi sono serviti per altro. Noi chiediamo la modifica di questa delibera e che i soldi, con le 39 entrate del ticket della Valle dei Templi, si devono spendere per i servizi sociali perché la gente di Agrigento ha bisogno tanto. Grazie. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Alfano, prego. CONSIGLIERE ALFANO – Signor Presidente, a proposito di quello che ha detto poco fa il Consigliere Capraro, desidererei specificare alcune cose, che chi ha presentato allora questi emendamenti, furono diversi emendamenti al bilancio, siamo stati noi della V Commissione, io, il collega Licata, Vaianella, Burgio ed altri. A tal proposito noialtri abbiamo approfondito questo discorso. Si è vincolati purtroppo e pertanto nessuna Amministrazione, né di centro, né di destra, né di sinistra può stravolgere le leggi. Questi soldi devono essere utilizzati per un determinato fine, che è quello della Valle dei Templi. Questa è legge della Regione Siciliana. A tal proposito si aggiungono diverse circolari da parte dell’Assessorato competente che vincola la spesa di questo introito, di questa parte, d’accordo con la Sovrintendenza e con gli uffici. Questa è legge della Regione Siciliana. Io non ho la possibilità di cambiare, se c’è qualche consigliere che ha la possibilità di cambiare le leggi, che lo faccia pure. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Il Vice Presidente della II Circoscrizione Schembri. VICE PRESIDENTE II CIRCOSCRIZIONE SCHEMBRI – Signor Presidente, signori Consiglieri, signori della Giunta, io mi faccio portavoce del parere che il Consiglio della seconda Circoscrizione ha dato in merito alla proposta di delibera per il Consiglio comunale della modifica del territorio circoscrizionale, inglobando alcune vie dalla prima alla seconda e si è espresso quanto segue. Leggo: “Si comunica che il Consiglio circoscrizionale nella seduta del 21/03/2005, con deliberazione N. 31, ha espresso parere sfavorevole alla proposta per il Consiglio comunale, avente per oggetto modifica deliberazione consiliare N. 30 del 10/03/1997 per le seguenti motivazioni: considerato che si celebreranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio della I Circoscrizione il 15 - 16 maggio 2005, e pertanto, ampliando il territorio della II Circoscrizione, ci troveremmo a dovere rappresentare una notevole porzione di nuovo territorio senza avere mai ricevuto nessun mandato elettorale. Le motivazioni poste in essere nella proposta di deliberazione non sono chiare e non è spiegabile come tale stravolgimento territoriale venga posto in essere a ridosso di una consultazione popolare”. Io chiedo al signor Presidente che questa faccia parte del deliberato e inoltre, comunque sia, io porto anche a conoscenza del fatto che il Consiglio della Circoscrizione, che ha dato voto unanime su questo parere sfavorevole, ha dato anche come ulteriore motivazione quanto poc’anzi espresso dal Consigliere Tedesco in merito alla fondata preoccupazione, e me ne da atto il consigliere, di non andare, non fare votare, cercare quantomeno di non andare a votazione per la I Circoscrizione. A mio parere penso che questo non sia dovuto perché non mi sento moralmente responsabile di una fetta di territorio che non mi ha dato nessun mandato elettorale e quindi materialmente non posso rappresentare quel determinato territorio, anche in considerazione del fatto che le circoscrizioni, per così come sono strutturate oggi, non funzionano e quindi materialmente prima di andare a porre in essere una proposta di delibera per ampliare il territorio comunale, il territorio circoscrizionale, penso che prima di tutto il Consiglio comunale debba prendersi la responsabilità politica di assegnare fattivamente quelli che sono i ruoli e le funzioni delle circoscrizioni, cosa che fino ad oggi, purtroppo, non è avvenuta. In aggiunta a quanto detto, voglio dire anche che il Sindaco, che è il firmatario della proposta di delibera, deve assumersi la responsabilità politica di quanto sta accadendo, perché se il fine è quello di evitare l’elezione della I Circoscrizione, non può motivare la proposta dicendo che bisogna rappresentare più equamente il territorio e quindi, visto e considerato che c’era una discrepanza tra la popolazione 40 della I Circoscrizione e quella della II Circoscrizione, allora ha posto in essere questa proposta di delibera, cosa che a mio avviso non mi trova perfettamente concorde. Quindi, io personalmente resto ancora del parere sfavorevole alla proposta e quindi chiedo al Presidente di porre agli atti il parere dato dal Consiglio. Grazie. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Il parere già fa parte integrante della delibera. Consigliere Galvano prego. CONSIGLIERE GALVANO – Stasera andiamo a votare una proposta di delibera per quanto riguarda la Circoscrizione I, cioè che si dovrebbero modificare alcune vie, si dovrebbero dare alcune vie dalla prima alla seconda Circoscrizione, questo dice la delibera. Però io vorrei che mi spiegasse il Segretario Generale o il Presidente se, modificando questa proposta di delibera, fa sì che la I Circoscrizione non va a votare. Cioè io voglio capire se, votando questa delibera, annulliamo le prossime elezioni circoscrizionali. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Viene modificato l’assetto della Circoscrizione. Prego Consigliere Salsedo. CONSIGLIERE SALSEDO – Io non per rispondere sempre al Consigliere Galvano, ma purtroppo mi viene automatico. Quando io ero piccolo guardavo dei cartoni animati dove c’era uno che diceva: “Elementare Watson”. È elementare. Approvando questa delibera, cadono gli effetti e quindi non si vota. CONSIGLIERE GALVANO – Viene a mancare il numero degli abitanti. CONSIGLIERE SALSEDO – Il discorso è questo: è stata fatta una delibera, ha tutti i pareri favorevoli, quindi si va a votare. Se ci sono i numeri, ognuno si assume la propria responsabilità. (Voce fuori microfono). INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Le avevo risposto io, le ho detto che si tratta di una modifica dell’assetto territoriale riguardante… CONSIGLIERE GALVANO – Ho chiesto un parere al Presidente del Consiglio o al Segretario Generale, ho chiesto un parere all’Architetto Campanella e mi risponde sempre Salsedo. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – In questo caso le ho risposto io. Possiamo andare avanti: chi è d’accordo dica sì, chi è contrario dica no. Consigliere Vaianella. CONSIGLIERE VAIANELLA – Io volevo chiedere al signor Segretario su questa delibera, se è fattibile questo fatto, nel senso che io le perplessità mostrate dal collega Galvano in effetti le faccio anche mie, personali. Quella è una porzione di territorio, lo diceva anche il Vice Presidente della Circoscrizione; nella Circoscrizione II i consiglieri sono stati eletti da un certo numero di elettori, in aggiunta a queste vie, in effetti i poteri che loro hanno avuto conferito dagli elettori rimangono sempre gli stessi? Le altre vie che si aggiungono sono abitanti in più che noi aggiungiamo. Vorrei capire se nel merito questo è percorribile. SEGRETARIO GENERALE – La competenza della seconda Circoscrizione si estende anche a queste nuove vie che verranno inglobate. CONSIGLIERE VAIANELLA – E ciò conseguentemente si può evitare, quanto proposto nella delibera… SEGRETARIO GENERALE – No, non è posto nella delibera. CONSIGLIERE VAIANELLA – Non è posto nella delibera ma è una conseguenza di evitare il voto, è automatico. Signor Segretario, vorrei ribadito questo concetto: ad oggi, con l’approvazione di questa delibera non stiamo andando a determinare se andremo a votare o meno per la Circoscrizione. Giusto? Può ribadirlo questo con certezza? (voce fuori microfono). INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Arnone prego. CONSIGLIERE ARNONE – Io sono favorevole alla votazione di questa delibera, perché la votazione di questa delibera ci evita di andare a fare delle inutili e dannose 41 elezioni per la I Circoscrizione. Va fatto un pubblico plauso ai componenti della I Circoscrizione che, preso atto della inutilità delle circoscrizioni come istituzione, si sono dimessi, rinunziando a prendere gettoni di presenza utili per i consiglieri circoscrizionali, perché se li mettevano in tasca, ma inutili per la collettività, perché le circoscrizioni in sé in questa città non servono a nulla, con il Sindaco Piazza poi servono ancora di meno, perché non gli è stato mai attribuito nessun compito, diventano le circoscrizioni soltanto luoghi di bacchettunesimo e di liti, senza fare nomi e cognomi. Ci sono stati all’interno di circoscrizioni liti per come spartirsi l’indennità di carica dei Presidenti. E quando i cittadini vedono sui giornali discussioni assolutamente incomprensibili sul non funzionamento della Presidenza delle varie circoscrizioni, molto spesso sono queste discussioni motivate da ragioni di gelosia, invidia, riequilibri rispetto all’inutile stipendio che percepiscono questi Presidenti delle circoscrizioni. (voci fuori microfono) La inutilità delle circoscrizioni è un dato che tutti gli agrigentini hanno perfettamente compreso e introitato. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Passiamo alla votazione: chi è d’accordo dica sì, chi è contrario dica no. Proclamiamo l’esito della votazione: 17 voti favorevoli, 4 contrari. Approvato. Chiedo di votare per l’immediata esecutività della proposta di deliberazione per alzata e seduta: chi è d’accordo rimanga seduto, chi è contrario si alzi. Contrari Capraro, Burgio e Vaianella. Il Consiglio approva. A questo punto propongo di votare per il rinvio della seduta a giorno 31 prossimo venturo alle ore 19:00: chi è d’accordo rimanga seduto, chi è contrario si alzi. Il Consiglio approva. 42