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SANITÀ
CALCIO
Mensile della Regione Sardegna per gli emigrati
Un opuscolo
che aiuta
a salvare
molte vite
I gol di Suazo
tengono
a galla
il Cagliari
ANNO XXXVIII / APRILE 2006 • N. 4
pag. 11
Spedizione in abbonamento postale - 45% - Art. 2 comma 20/b legge 662/96
Filiale di Cagliari (tassa riscossa - taxe perçue)
Poste italiane tariffa pagata DCO/D.E./3139/02 del 25.03.2002
pag. 30
◗ SPECIALE EMIGRAZIONE
La Consulta approva
il Programma di interventi
per il 2006
C
DO
UM
T
EN
I
Entro l’anno la Conferenza regionale dell’emigrazione Via libera anche al censimento e all’indagine sui sardi
nel mondo - Malumori per i tagli di bilancio e per i criteri
di ripartizione indicati dal Piano Triennale
pagina 5-6-7
◗ RIFORME
◗ ULTIMORA
Imposte
sulle seconde case:
esclusi gli emigrati
Avviato l’iter
per il nuovo Statuto
Nella Consulta che dovrà riscrivere la Costituzione sarda
anche due rappresentanti degli emigrati
pagina 8
La Commissione del Consiglio
regionale ha approvato
il testo del “maxicollegato”
che sarà esaminato
dall’Assemblea dopo
le elezioni di aprile.
Tra le misure adottate è stata
introdotta l’esenzione
del pagamento della nuova
imposta sulle seconde case
che sorgono lungo la costa,
oltre che per i residenti,
anche per gli emigrati nati in
Sardegna e per i loro coniugi.
Proposta anche la riduzione
degli importi delle aliquote
◗ TRASPORTI
Slitta a maggio
la continuità territoriale
Il ritardo nell’entrata in vigore delle agevolazioni
dovuto a un problema burocratico
pagina 9
2•A
PRILE
Lettere al Giornale
2006
Dall’Argentina cerca
parenti a Bosa
Sono nipote di un emigrante
sardo. Mio nonno arrivò in Argentina con l’ultimo viaggio del
“Mafalda”. Proveniva da Bosa,
in provincia di Nuoro.
Cerco aiuto per rintracciare i
parenti in Sardegna. Sappiamo
che ci sono suoi figli in Sardegna.
Mio nonno si chiamava Antonio
Giuseppe Pittalis era nato il 3 febbraio del 1901, figlio di Alfonso
Maria e di Maria Bonaria Cabula.
Vorrei sapere se esistono in vita
parenti di sangue di mio nonno,
siano figli o nipoti. Lo faccio per
mia madre che aveva promesso al
padre che avrebbe fatto questa ricerca. Da qui sola non posso fare
niente. Aiutatemi.
Graciela Campanella
Italia 2815
Mar Del Plata - Argentina
0054.0223.476.3241
Cara Campanella,
abbiamo riassunto la sua
e.mail. Siamo certi che presto riceverà informazioni sui suoi parenti sardi.
Invito ad Abbasanta
Caro Messaggero
sono il presidente de sos Tenores de Abbasanta, gruppo “SuCuntzertu Abbasantesu, io e i
miei soci componenti il gruppo
abbiamo avuto modo di leggere il
vostro articolo uscito a dicembre
2005, nella sezione Lettere al
Giornale, inerente a un tale Marco Ventura, residente in Veneto,
dove vi fa presente la sua nostalgia per la Sardegna ma in particolar modo per il nostro paese di
Abbasanta. Devo dirvi che la cosa
ci ha fatto veramente piacere.
È per questo nostra intenzione
invitare Marco e i suoi genitori
ad Abbasanta in occasione della
festa del 25° anniversario dalla
nostra nascita, naturalmente nostri ospiti se loro riescono a venire a trovarci. Ci teniamo far presente che per l’occasione festiva
saranno presenti non meno di 20
gruppi a tenores e ospiti amici il
gruppo di ballo Città di Oristano
guidati da Enrico Fiori.
Per il nostro caro Marco ci farebbe piacere veramente riaverlo
qui ad Abbasanta anche se per
poco in modo da poter vivere insieme a lui e i suoi i più bei ricordi da lui stesso custoditi così
gelosamente da avere una così
forte nostalgia del nostro bel paese. In attesa vostra risposta porgo
distinti saluti ed auguro a tutti della redazione del Messaggero Sardo un buon lavoro oltre a ringraziarvi veramente per tutto quello
che fate per i nostri sardi lontani.
Franco Piras
Abbasanta
Caro Piras,
abbiamo apprezzato il suo gesto e per questo abbiamo deciso di
rendere pubblica la sua lettera.
Fateci sapere se Marco e la sua
famiglia accetteranno l’invito e
notizie del ritorno ad Abbasanta.
La casa in paese:
tasse e disservizi
Caro Messaggero,
il mio caso è quello di un sardo
che, una quindicina di anni fa,
dopo aver passato la vita “in Continente” si compra un appartamento di 45 mq. al suo paese, soltanto per il piacere di ritornarci.
Con la stessa logica con cui, una
volta morti i genitori, ritiene opportuno portare lì le loro salme.
Si dà il caso, però, che il paese,
lasciato con la famiglia quando
era in forte crisi economica, sia
A proposito della base di Santo Stefano
Caro Messaggero,
sempre e continuamente ribadirò il vostro “ruolo” veramente neutrale, e rispettoso dei vari orientamenti politici di tutti i Sardi nel Mondo. Ritengo che l’opera che svolgete è sempre un carezza dell’Isola.
Mi ha in qualche maniera un po’ provocato il signor Sale della provincia di Firenze, che richiamando l’attenzione sulla base di Santo Stefano a La Maddalena, ha giudicato il Messaggero come antiamericano. Io, anche durante la mia giovinezza vissuta in Sardegna ho sempre percepito che l’Isola fosse
ancora “colonia”. Ho vissuto nei territori di Alghero, e Poglina esisteva già e dell’esistenza di Gladio
se ne è saputo dopo molti anni. Quell’area era “off-limit”, dal Dopoguerra in avanti forse per farci del
bene, non lo so! Ho letto da poco un libro, un bel libro, di Giuseppe Dessì, “Paese d’Ombre”. La mia
coscienza il mio “spiritu sardu” si è acceso. Quanta storia non conosciamo, quanti piccoli particolari
storici sono sepolti come pietre e massi nuragici ancora sotto strati di polvere, fango, argilla?
Se gli Americani se ne andranno questo può farci un piacere immenso.
Io vorrei sognare un isola, la mia nel cuore, scevra di ogni occupazione, di ogni colonia, di qualsiasi
ingerenza straniera. E non voglio venir meno alla tradizionale ospitalità sarda, riconosciuta in tutto il
Mondo. La nostra terra è nota per il mare e le spiagge, ma la mia terra è anche altro. Mi ritengo figlio di
antichi padri!
Un saluto a tutti e un ringraziamento per il vostro lavoro lodevole.
Gemiliano Cadoni
Varese
Caro Cadoni,
grazie per gli apprezzamenti. Sulla presenza della base appoggio Usa, per sommergibili a propulsione e armamento nucleare, nell’isola di Santo Stefano, e sulla presa di posizione del sig. Sale, abbiamo ricevuto molti attestati di solidarietà. Siamo convinti di aver dato un’informazione corretta e interpretato il sentimento della maggioranza dei Sardi che ritengono che quella struttura (che poteva avere
un senso quando è stata realizzata) non ha più motivo di esistere e anzi può rappresentare un pericolo.
diventato una delle mete turistiche preferite. Si dà il caso, quindi, che la casetta in questione costi anche abbastanza, ma – uno
dice – ci fai anche una bella vacanza. Si dà il caso che dopo due
anni dall’acquisto l’acqua corrente non sia più potabile e venga fornita solo un giorno su tre:
devi perciò dotare l’abitazione di
adeguato contenitore e autoclave, sostenendo i relativi costi, e
continuare a pagare una bolletta
fissa elevata che non tiene naturalmente conto né del reale consumo della stessa, né della scarsa
disponibilità, per di più comprando l’acqua minerale anche per lavare la verdura. Si dà il caso, infine, che l’ICI sia al livello più
elevato, come la nettezza urbana,
anche se poi di fronte a casa, e ai
lati delle strade dell’intera isola e
perfino sulle magnifiche spiagge
ci siano cumuli di immondizie
con lavatrici, letti, divani, batterie ed altro. Sopporti tutto, ma
non ti accorgi che la casa è a
meno di tre chilometri dal mare.
Che ci puoi fare? Se sei nato in
un’isoletta di un arcipelago dove
devi anche pagare il traghetto,
per di più maggiorato, perché
non sei residente?
Devi solo aspettare la finanziaria regionale 2006 della tua amata Sardegna che prevede una tassa sugli immobili compresi nella
fascia costiera dei tre chilometri
dal mare – di proprietà dei non
residenti in Sardegna – per un
importo di 1500 euro annui (non
dimentichiamo: pari a 3 milioni
di vecchie beneamate lire). A
questo punto ti viene un dubbio:
forse ho sbagliato fin dall’inizio.
Perché scrivo a Il Messaggero
sardo – giornale della Regione
sarda per gli emigrati? Per pregarvi di evitare di inviarmi il giornale, così anche questo minor costo
contribuirà al bene dell’Isola.
Antonio Casazza
Roma
Caro Casazza,
comprendiamo il suo sfogo ma
lo riteniamo prematuro. La misura di cui lei parla non è stata approvata con la legge finanziaria
2006. È contenuta in una legge
“collegata” che prevede la creazione di un’Agenzia delle Entrate che ha lo scopo di rendere più
efficiente e equilibrato il sistema
di imposizione e riscossione delle tasse nell’Isola.
Tra le misure ipotizzate c’è
quella della tassazione delle seconde case dei non residenti.
Una misura che a nostro avviso,
come abbiamo scritto nel numero
di Febbraio, non dovrebbe riguardare gli emigrati che una
legge, la n. 7 del 1991 equipara
ai residenti. La norma è all’esame della apposita Commissione
del Consiglio regionale e passerà quindi all’approvazione dell’Assemblea regionale.
La sua è una delle molte lettere e telefonate ricevute sull’argomento. Le assicuriamo che “Il
Messaggero sardo”, anche in
questa vicenda è dalla parte degli emigrati, e continuerà a difendere i loro diritti e le loro ragioni. Per questo non abbiamo
dato corso alla sua richiesta di
sospendere l’invio del giornale.
Auguri al fratello
missionario in Cile
Caro Messaggero,
vi scrivo per far pervenire gli
auguri di tutta la famiglia a mio
fratello Giulio, missionario a Santiago del Cile, in occasione del
suo trentunesimo anniversario di
sacerdozio, l’ 8 maggio 2006.
Antonio Pireddu
Piazza Marconi 6 - 08010 Lei (NU)
Caro Pireddu,
ci uniamo a lei e alla sua famiglia per festeggiare don Giulio,
che è un nostro fedele lettore.
Dall’Argentina
per conoscere le origini
Caro Messaggero,
sono figlio di emigrati sardi,
non parlo, e non scrivo bene in
italiano, ma lo capisco un po’. Mi
fa molto piacere leggere il vostro
periodico. Mi piacerebbe corrispondere con qualcuno in Sardegna e imparare a conoscere meglio le mie origini. Arrivederci.
José Luis Bassu
Buenos Aires n.1.555
4000 San Miguel de Tucumán –
Tucumán – Argentina
[email protected]
Caro Bassu,
eccoti accontentato. Oltre al
tuo indirizzo abbiamo inserito
anche la e-mail così forse sarà
più facile entrare in contatto con
Sardi sparsi in tutto il Mondo.
terra che li ospita. Le feste organizzate dai circoli sardi nel Mondo sono una miniera d’oro per la
Sardegna tramite i quali i prodotti sardi sono conosciuti ovunque.
A sedici anni, piccolo grossista
di prodotti ortofrutticoli ai mercati generali di Cagliari ho dovuto lasciare la Sardegna per evitare il fallimento a seguito di una
multa per IVA evasa e le imposte
aumentate oltre misura.
Nel 1962 ho trasferito tutta la
famiglia a Buccinasco (MI) ove
ho lavorato in nero per oltre
vent’anni pur sempre pagando le
imposte per la mutua dei commercianti. Quarantun anni di vita
matrimoniale con la sorella del
generale Melis che ha degnamente allevato tre figli.
Dopo due guerre, tre anni di prigionia, decorato come patriota
sono arrivato a 92 anni in piena salute. Per oltre trent’anni ho scritto
tre mila versi seminando pace e
amore nel mondo sperando di vivere in grazia di Dio. Conosco le
tre lingue sarde, capisco quasi tutti i dialetti sardi escluso l’Algherese ed il Carlofortino ma non so
scrivere correttamente una parola
in Sardo ed è forse per questo che
avete cestinato le mie poesie? È
forse reato scrivere in Italiano?
Cordiali saluti
Antonio Selis
Via Miglioli 5
Peschiera Borromeo (MI)
Caro Selis,
la sua storia, che ci ha riassunto con alcune pennellate, lei che
è anche pittore, non è una storia
comune. Non si deve rammaricare del fatto che non abbiamo
pubblicato le sue poesie. I poeti
che scrivono in italiano hanno
molte opportunità di vedere pubblicate le loro liriche e lei, con i
titoli che ha acquisito, ne è la riprova. I poeti in limba hanno a
disposizione pochissimi spazi ,
uno di questi è la pagina del Messaggero Sardo. Comunque abbiamo trasmesso la sua raccolta
di poesie al prof. Tola che cura la
nostra rubrica e non escludiamo
che in uno dei prossimi numeri
del giornale possa essere fatta
un’eccezione.
Poesie in italiano
Il sistema scolastico
tedesco
Caro Messaggero Sardo,
storie come la mia credo siano
tante. Vorrei però dire a tutti i
Sardi che sono molto pochi gli
emigrati che non onorano il popolo sardo col loro lavoro, la loro
onestà, il loro vivere civile nella
Caro Messaggero Sardo,
con interesse abbiamo letto
l’articolo sul convegno delle
donne a Heilbronn. L’articolo sul
sistema scolastico in Germania ci
ha sinceramente turbato abbastanza. Ci meravigliamo di certe
affermazioni o cattive informazioni su questo tema. Non c’è
motivo di preoccupazioni o sdegno, come abbiamo letto sul
Messaggero - come tante donne e
mamme, che hanno partecipato
al convegno, hanno espresso. In
tutti questi anni non abbiamo mai
subito discriminazioni.
Prima di tutto, per giustificare
questo commento, vogliamo raccontarvi un po’ di noi: siamo figlie di due emigrati sardi. I nostri
genitori hanno lasciato il loro paese Silius e hanno raggiunto la
Germania negli anni ‘60 per trovare lavoro. Noi siamo nate e cresciute in Germania e abbiamo frequentato le scuole tedesche. In
tutti questi anni non siamo mai
state discriminate per il fatto di
essere straniere e di parlare anche
un’altra lingua. Anzi, nelle nostre
pagelle ci sono stati sempre confermati anche i nostri voti nella
lingua Italiana, perché abbiamo
frequentato la scuola italiana.
E ovvio che imparare due lingue contemporaneamente sia una
sfida. I nostri genitori dovevano
essere sempre in guardia, perché
é importante non trascurare una
delle due. Il fatto che da piccoli
s’impara meglio e più facilmente
è proprio un vantaggio grande
che si deve utilizzare. Non è giusto dare tutte responsabilità alle
scuole. Crescere bilingui offre un
futuro migliore e sviluppa la capacità di imparare le lingue più
facilmente. È stata dura ma ne è
valsa la pena. Prima o poi si raccolgono i frutti.
È naturale che uno scolaro che
non può parlare e capire bene la
lingua, abbia problemi nel seguire le lezioni. Ma la Sonderschule
non solo aiuta a superare questa
difficoltà, ma serve anche ai bambini che hanno mancanza di concentrazione e difficoltà a studiare
da soli. E questi sono casi che possono verificarsi ai bimbi di ogni
nazionalità e di cui non ci si deve
vergognare. La Sonderschule aiuta e non frena i suoi scolari.
Il sistema è diverso, ma offre
tante vie. È importante saperlo e
informarsi. Ci sono diverse istituzioni che controllano le scuole
e i loro programmi. Non sono la
scuola o la maestra da soli a decidere la via scolastica degli alunni. Ma non troviamo strano che ci
siano certe regole da seguire e
che non siano solo i genitori a
decidere. Occhi aperti si - nessun
sistema è senza difetti. Ma per
ultimo è sempre la educazione
che ci crea il nostro futuro. E poi
certe volte dobbiamo fare proprio
all’italiana: pensare positivo e
credere in noi stessi!
Ringraziamo in nostri genitori
che ci hanno seguito sempre nei
nostri passi. Certo che senza la loro
vigilanza e la nostra volontà non
avremo raggiunto i traguardi che
ci eravamo prefissi. E poi hanno
fatto un piccolo miracolo: parliamo il tedesco perfetto, l’italiano
con un accento sardo e pure il sardo, che in famiglia si è sempre parlato. E allora: Fortza paris!!
Cordiali saluti
Alessandra Cardia Jasmine
Cardia, Dianora Cardia
Lamnge str. 15
74348 LAUFFEN AM NECKAR Germania
Care sorelle Cardia,
vi ringraziamo della vostra testimonianza e ci complimentiamo per l’impegno che avete messo nei vostri studi e per i risultati acquisiti. Come voi sono tanti i
figli di emigrati sardi che sono
riusciti a conseguire buoni risultati. Ma dal convegno di Heilbronn è venuto un grido d’allarme generale, sul sistema scola-
Lettere al Giornale
stico che finisce per discriminare i più deboli.
A proposito
di Padre Solinas
Documentario
sui Sardi d’Australia
Caro Messaggero,
vi scrivo dopo aver letto nel
Messaggero sardo l’articolo su
padre Francesco Solinas e il collegio di via Cristoforo Colombo a
Cagliari. Che stupore e quale sorpresa mi hanno fatto quelle frasi
così belle e generose. Ho vissuto
tutta la mia infanzia (dal 1946 al
1955), in quel collegio. Mio fratello Aldo, di quattro anni più
grande di me (oggi scomparso),
c’è stato qualche anno meno di
me. Il prete che abbiamo conosciuto noi era tutt’altro da quello
descritto da voi. Vi siete chiesti
perché tanti ragazzi scappavano
dal collegio? La nostra infanzia è
stata una prigionia infantile (non
esagero). Ho passato a letto senza bere né mangiare, giorni e
giorni, per la minima mancanza.
È vero che è stato gentile e generoso, ma con i suoi privilegiati.
Dopo le scuole elementari ci
chiedeva cosa desideravamo
fare: continuare gli studi oppure
apprendere un mestiere. Io e altri
scegliemmo l’Avviamento Agrario e perciò ci portò nella sua proprietà in campagna, fuori Sassari. Io ero bravo, mi piaceva studiare. Ma con mio stupore, un
giorno quel prete mi tolse dagli
studi e con il suo 615 Nafta mi riportò a Cagliari. Per fare pulizie.
Come una donna di servizio.
Avevo 12 anni.
Quando mio fratello Aldo lasciò il collegio disse al prete quel
Sono il titolare di una ditta che
si occupa di produzioni televisive e in particolari documentari.
Risiedo in Australia, nel New
South Wales e per essere più precisi a Sydney.
Il mio progetto attuale e di creare un documentario che racconterà le storie di singoli o famiglie
di origine sarda. Per rendere il tutto possibile avrei bisogno del supporto del Messaggero Sardo per
rendere noto il mio progetto nella
comunità sarda in Australia.
Desidero ricevere informazioni riguardo ai prezzi per un annuncio mensile. Colgo l’occasione anche per invitare la redazione del Messaggero Sardo a far
parte di questo progetto.
Cordiali Saluti
Antonio Atzei
Baballotti Productions
Po Box 412 Mosman 2088
Sydney - Australiia
[email protected]
Caro Atzei,
come dovrebbe sapere “Il Messaggero Sardo”, non pubblica
annunci a pagamento. Pubblichiamo la lettera per far conoscere la sua iniziativa che riteniamo
di interesse per scrivere qualche
pagina della storia delle comunità sarde nel mondo. Ci faccia sapere come vanno le ricerche.
che veramente era. Perché anche
a lui gliene aveva fatte tante. Ve
ne racconto una sola, ma di grande importanza. Aldo lavorava al
Consorzio agrario. Gli piaceva
molto.
Era ben voluto, stimato e apprezzato. Il prete un giorno lo
chiamò facendolo tornare al collegio e gli disse che nostra madre
aveva bisogno di lui.
Di conseguenza, per amore di
mamma, Aldo tornò a casa. Non
vi dico lo stupore di mia madre
nel rivedere il figlio riapparire
così di sorpresa. Era una bugia
del prete per dare il posto nel
Consorzio agrario a uno dei suoi
privilegiati. In seguito a ciò Aldo
dovette emigrare in Belgio visto
che in Sardegna non c’era avvenire.
Noi eravamo orfani di guerra,
di conseguenza ogni mese il prete percepiva pacchi dallo Stato
(tramite l’Enaoli) contenenti abbigliamento, calzature ecc.. indirizzati ai fratelli Spano. Non abbiamo mai visto niente. Mi ricordo che tra il personale femminile
c’era una certa signorina Agnese.
Tra noi ragazzini c’era suo fratellino sempre ben vestito, ben calzato e ben trattato. Erano forse le
nostre quello che il ragazzino indossava? Penso di sì.
Nel 1955 Aldo venne per riportarmi a casa. Il prete ha rifiutato
più volte e così anch’io (d’accordo con mio fratello) sono dovuto
scappare. Cosa avrei dovuto
fare? Restare e fare la donna di
servizio, vivendo sotto la paura e,
APRILE 2006 •
direi, il terrore?
So bene che una volta letta la
presente sarà bruciata. Però ci tenevo a farvi sapere, almeno una
parte della verità su quella persona. Lo faccio per la memoria di
mio fratello. Sicuramente, se fosse ancora vivo sarebbe venuto da
voi a dirvi personalmente tutta la
cattiveria di quel prete.
Giancarlo Spano
Rue Petite Foxhalle 26
4040 Herstal - Belgio
Caro Spano,
come vede non abbiamo cestinato la sua lettera (anche se abbiamo dovuto ridurla, senza intaccare il contenuto), che riporta la testimonianza di un’esperienza drammatica che l’ha segnata. Al di là dei giudizi che ciascuno, in base alla sua esperienza può dare, resta l’importanza
dell’opera svolta da padre Solinas a favore degli orfani e dei più
deboli.
Dalla Costa Azzurra
con nostalgia
Caro Messaggero Sardo,
non so dirti la gioia e l’orgoglio
che sento quando ricevo il mensile. Sono infine avvicinata alla
mia Terra, dove solo i miei nonni sono nati (neanche i miei genitori). Eppure vivo solo pensando
in sardu, al profuno del mirto e
agli altri odori che si trovano solo
qui. Ho imparato il sardu da mia
nonna (ho 47 anni). non possono
pensare alla mia terra senza pian-
3
gere. Come spiegare questa lontananza che mi fa tanto male.
Vorrei venire ad abitare in Barbagia, fare un libro di foto sulle
miniere del Sulcis. I miei nonni
ci hanno lavorato. Sono venuta
soltanto due volte nella mia terra
e, ripensandoci non posso trattenere il pianto. Sono alla ricerca
della Preghiera dell’Emigrato
che ho letto una volta. Come posso trovare lavoro in Sardegna?
Saludi e trigu.
Laura Palmas
31 Rue Verdi
Nice - France
Cara Palmas,
il sentimento di sardità che le
hanno trasmesso i suoi nonni si è
ben radicato. Ci fa piacere avere
ancora una volta la conferma
che i valori della cultura sarda (i
suoi nonni non devono averle insegnato solo il sardo) si trasmette e sono ben saldi anche in chi
non è nato nell’Isola.
Certo ci ha sorpreso vedere
che la cartolina su cui ha scritto
il suo messaggio riporta un angolo di Provenza che assomiglia
molto alla Sardegna (anche se al
posto dl mirto c’è la lavanda).
Per quanto riguarda la Preghiera dell’Emigrato siamo certi che
altri lettori soddisferanno la sua
richiesta.
Non siamo in grado, purtroppo, di darle informazioni incoraggianti. La situazione occupativa e le prospettive di lavoro in
Sardegna sono meno allettanti
che in Francia.
Le origini dei cognomi
Per poter rispondere alle domande degli emigrati sull’origine dei loro cognomi, tra le altre fonti, attingiamo anche dal prezioso volume del prof. Massimo Pittau “I Cognomi della Sardegna - significato e origine di 5.000 cognomi” (Carlo Delfino Editore, Sassari 1990). Per chi fosse interessato questo è l’indirizzo della casa editrice: Carlo Delfino editore, Via Caniga 29/b, 07100 Sassari - Tel. 079262621.
BANDINU
Caro Messaggero,
ho avuto modo di conoscere il
giornale da mio marito, che dal
2002 non c’è più, ma la passione
per la lettura del Messaggero è
sempre tanta e così leggo con
piacere ogni nuovo numero che
giunge al mio indirizzo. Chiedo
se è possibile avere notizie sul
mio cognome, originario di
Sanluri? che nel Cantone di Zurigo dove abito considerano bellissimo, facendomi inorgoglire.
Bracalè Milena, Enrica,
Katia in Bandinu
Greifensee - Zurigo (CH)
Cara Bandinu,
più che nel Campidano di Cagliari, il suo cognome è più rappresentato tra il Nuorese e la
Gallura.
Origina dal nome personale e
cognome propriamente italiano
Bandino, vezzeggiativo di Aldobrandino a sua volta derivante
dal nome personale medievale
Bandus (insegna, bandiera) di
origine germanica. Lo ritroviamo spesso negli scritti sardi
come nel Condaghe di Silki 364,
424 e 425 e nelle Carte Volgari
AAC XX.
MADEDDU
Caro Messaggero,
... constatato che alla fine
dell’800 si sposarono i miei nonni, Giovanni Battista e Bonacata,
entrambi di cognome Madeddu,
entrambe di Ardauli, ma non legati da vincoli di parentela, potrei
avere notizie sul mio cognome?
Enzo Madeddu
Sanremo
Caro Madeddu,
le ricordiamo di completare
nelle sue comunicazioni di completare i suoi dati.
Madeddu potrebbe avere origine dal cognome Madellu, che si
registra nei secoli XI-XII con variazione di consonante, oppure
anche per caduta della R da madreddu “seccaggine, cosa viscida” “fatto a madreddu = ammollito”. Potrebbe corrispondere,
nel caso con variazione di genere, al latino matella “vaso di creta, pitale”, ma anche al diminutivo di Amadu, privato della vocale iniziale.
Lo ritroviamo nel 1400 in Solarussa e nel 1600 in Cagliari e citato nelle Carte Volgari AAC
XXI 6 e nel CDS II 44.
MATTA – DE MONTIS
Caro Messaggero,
è la terza volta che vi scrivo,
ma non demordo, e so che prima
o poi volgerete l’attenzione verso di me. Passiamo al dunque.
Io ed il mio collega abbiamo
origini sarde, lui più di me essendo nato a Macomer.
Io ho il padre nativo di Lunamatrona, e volevamo conoscere
l’origine dei nostri cognomi.
Marinella Matta
e Angelo Demontis
Compagnia di San Paolo
Torino
Cari Matta e Demontis,
purtroppo lo spazio della ru-
brica ci costringe nel numero
delle risposte, non congrue all’elevato numero di lettere, ed
ora anche di mail, che arrivano
in Redazione, e ribadendo che,
naturalmente, ogni risposta, anche se fatta al singolo, coinvolge
tutti coloro che hanno omonimo
cognome, cerchiamo di soddisfare le curiosità di tutti.
Passando al nocciolo del problema, Matta potrebbe avere origini latine, preromane (Spagna,
Italia e forse Africa), matia o mata,
da cui deriva il sostantivo matta,
matza “pancia, interiora, mollica”, oppure, in subordine, può
corrispondere a pianta, cespuglio,
macchione” come probabile relitto paleosardo o nuragico.
Potrebbe originare anche direttamente dall’italiano matta
“pazza, folle”. Originariamente
in Sardegna si ritrova come
Mata, come in scritti ed atti del
1410. In Spagna e Portogallo si
trova Mata, Matas ed anticamente De Mata (lo spagnolo S. Giovanni de Mata fondatore degli
Ospedalieri). Mata e Matas lo si
ritrova anche in Liguria, come
nei trattati del 1146, tra Genica e
Berengario IV conte di Barcellona, e del 1192 tra Genova ed
Alessandria.
Difficile dire se l’origine e
prettamente sarda, ligure o spagnola. Demontis potrebbe indicare un originario della famiglia
Montis; può probabilmente avere
origine dall’indicazione di discendenza “originario del monte”, in contrapposizione al cognome De Planu.
Nell’isola, infatti, sono tante le
località cosi denominate. Un
Montes era nella antica Diocesi
di Terralba, altra corrisponde
all’odierna Monti, provincia di
Gallura. Nel 1400 lo ritroviamo
citato in Sassari; nel 1449 un De
Montis era vicerè di Sardegna;
un casato de Montis appartenne
alla nobiltà isolana.
FADDA - RASSU –
FERRANDO – PADDEU
Caro Messaggero,
ne approfitto per avere notizie
sul mio cognome e su quello dei
miei nonni Rassu, Ferrando e
Paddeu.
Fadda Vincenzo
P.zza Bernini, 16
Torino
Caro Fadda,
esaudiamo rapidamente la sua
richiesta.
Fadda è cognome ampiamente
riscontrabile soprattutto nella
metà superiore della nostra isola.
Può corrispondere al sassarese fadda, “fata” che origina dal
logudorese fada discendente a
sua volta dal latino fata (DES I
497). Potrebbe anche avere origini gallurese dal sostantivo femminile Fadda “errore, fallo”,
come si riscontra nell’Usai 111,
dal verbo Faddì (fallire) Potrebbe riscontrarsi nel Codice di Sorres 33 come Fada.
Andando in ordine alfabetico
consideriamo Ferrandu, che è
l’adattamento sardo del cognome italiano Ferrando, originante
dal nome proprio Fernando (Tagliavini II 175) ed è documentato nel Codice di Sorres139.
Paddeu potrebbe avere origine
dal cognome Caddeo-u, di origine bizantina, per trascrizione errata.
Sarebbe anche possibile una discendenza dal nome personale
Taddeo, dal latino Thaddeus, con
effetto di dissimilazione della consonante iniziale. Lo troviamo come
Padeu nel Codice di Sorres 28.
Infine Rassu che origina la logudorese (g)rassu “grasso, pingue” di origine latina grassus
per crassus (DES I 588).
CROBEDDU - CHIDOLU
Caro Messaggero,
la curiosità mi spinge a scrivervi per avere notizie sulle origini
del mio cognome e del cognome
dei miei parenti Chidolu.
Crobeddu Gianluca
Via E. De Nicola, 38
Vignola (MO)
Caro Crobeddu,
il suo cognome potrebbe risalire al diminutivo di Crobu o Croba o Crobe, indicante eventualmente la filiazione.
Crobu potrebbe originare da
Corbu inteso ad indicare il “corvo”, oppure può corrispondere
al sostantivo crobu “laccio” ad
origine latina clopum per copulum riscontrato nel DES I 410.
Cognome variamente diffuso
specie in Ogliastra e nuorese e
nel Sulcis.
Chidolu, che troviamo diffuso in
Ogliastra, corrisponde al sostantivo kidolu “asino”, che probabilmente deriva da kida “settimana,
turno” col probabile significato di
“tornante”, cioè che “gira la
mola” (molente “asino”).
4•A
PRILE
Editoriale
2006
Gli emigrati esclusi
dalla tassazione
sulle seconde case
L
a notizia che tra i provvedimenti previsti dalla
Giunta regionale per l’accertamento dei redditi
prodotti in Sardegna, per una più equa
tassazione, c’è la istituzione di una Agenzia delle
Entrare a livello regionale e, in particolare, che tra le
misure ipotizzate c’è una imposta sulle cosiddette
“seconde case”, ha provocato un vero terremoto tra i
lettori del Messaggero Sardo.
Innumerevoli sono state le telefonate, le lettere e le
e-mail giunte in redazione. Lo stato d’animo
dominante è stato di incredulità per un
provvedimento che secondo la prima lettura colpiva
le case che loro, gli emigrati, avevano costruito con i
sacrifici di una vita per poter trascorrere le vacanze
nell’Isola e per tornarci dopo la pensione.
Non potendo rispondere personalmente a tutte le
richieste di chiarimenti (dalle lettere e dalle
testimonianze dei nostri lettori sono emerse tante
storie diverse) lo facciamo in modo schematico,
ribadendo l’invito rivolto ai nostri lettori già nel
mese di marzo: la istituzione della Agenzia
regionale delle Entrare, prevista da una proposta di
legge della Giunta, deve essere ancora approvata dal
Consiglio regionale prima di diventare legge.
Il provvedimento è già stato esaminato e approvato
dalla Commissione che ha apportato significative
modifiche, soprattutto per quanto riguarda gli
emigrati.
L’art. 3 prevede la “Imposta regionale sulle seconde
case ad uso turistico”. Presupposto dell’imposta è
che il fabbricato si trovi a una distanza inferiore ai
tre chilometri dalla linea di battigia marina. Perciò
tutti gli emigrati che hanno case in paesi lontani dal
mare non dovranno pagare assolutamente nessuna
imposta aggiuntiva.
L’imposta dovrà essere pagata dai soggetti che non
hanno domicilio fiscale in Sardegna. La novità più
significativa che è stata inserita dalla Commissione
riguarda gli emigrati. Tutte le persone nate in
Sardegna e i loro coniugi, anche se non hanno il
domicilio fiscale nell’Isola, non sono soggetti a
questa imposta. Per il momento restano esclusi
dall’esenzione i figli degli emigrati che non siano
nati in Sardegna. Non è escluso che il Consiglio
regionale, se le norme della Comunità europea lo
permettono, possa estendere il beneficio anche ai
sardi di seconda generazione.
Finalità della norma, infatti, non è di punire chi ha
investito i suoi risparmi per realizzare la casa nel
paese natio, ma di recuperare risorse da chi “usa” e
“consuma” le bellezze della Sardegna a fini
speculativi (il mercato delle seconde case è molto
florido ma lascia solo briciole nelle casse regionali).
Per quanto riguarda la cosiddetta imposta sulle
seconde case la Commissione ha apportato
significative correzioni anche agli importi previsti
dalla Giunta.
Per i fabbricati di superficie fino a 60 metri quadri
l’imposta ipotizzata (non è escluso che il Consiglio
ne fissi una più bassa) è di 900 euro annui, che sale a
1.500 euro dai 61 a 100 metri, a 2.250 euro per
quelli tra 101 fino a 150, a 3.000 euro da 151 a 200
metri quadri. Per le superfici eccedenti si dovranno
aggiungere 15 euro a metro quadro.
Il 75 % delle imposte riscosse andranno al Fondo di
solidarietà e il 25% al comune in cui sorge la
seconda casa.
Speriamo di aver risposto in modo esauriente alle
preoccupazioni di Antioco Luigi Dessì , un
pensionato, che scrive da Mozzate, in provincia di
Como, che si proclama di sinistra (ha partecipato alla
manifestazione di Roma per rivendicare la
restituzione della quota di imposte non restituita dallo
Stato alla Regione) e non si spiega perché la “Giunta
di sinistra che è a favore degli operai, ha messo nuove
tasse senza controllare il reddito di chi può pagare e
chi no”. Dessì insieme ai fratelli ha ereditato una casa
in Sardegna e ci ha investito i risparmi per sistemarla
e salvarla dall’umidità.
Non sappiamo se le modifiche apportate dalla
Commissione abbiano alleviato le “preoccupazioni e
il disappunto” di Maria Antonia Piras, che ci ha
scritto da Busto Arsizio (i genitori emigrarono in
Lombardia nel 1947 in cerca di lavoro) per
segnalarci che “leggere certe cose per un sardo,
rimasto fiero di esserlo, è come sentirsi tradito dalla
propria terra”.
Speriamo che possano contribuire a far sbollire lo
“sdegno” di Angelo Angioi che da Parigi paventa
che molti sardi possano trasferire i propri
investimenti in Corsica o nelle Baleari.
Il fatto che la proposta approvata dalla Commissione
preveda l’esclusione degli emigrati nati in Sardegna
dovrebbe placare le rimostranze di Bruna Marras, da
Genova, che ricorda come “i piccoli investimenti
degli emigrati hanno portato benessere e lavoro” in
Sardegna.
Molti lettori ricordano che la loro casa nell’Isola, in
cui trascorrono qualche mese di vacanza, è già
gravata di Ici, tasse sui rifiuti, canoni di luce e acqua
maggiorati. Felice Deledda, dall’Olanda, ricorda di
essere emigrato nel 1961 in Germania prima di
approdare in Olanda, chiamato da un fratello, per
lavorare in miniera. Dal 1979 al 1990, ogni volta che
rientrava in Sardegna portava i risparmi di un anno
per acquistare materiale edile con cui piano piano si
è fatto la casa. Dopo 45 anni (gli ultimi 12 in
prepensionamento, con lo stipendio del disoccupato)
trascorsi fuori dall’Isola non per scelta ma perché
obbligato per cercare un lavoro, ritiene ingiusto
dover pagare una nuova tassa.
Se non interverranno modifiche nella discussione in
Aula dovrà rassegnarsi a pagare la imposta sulla
seconda casa (un monolocale a Palau) Vincenzo Pes,
il cui padre, Giovanni Maria, originario di
Luogosanto, arruolatosi nell’Arma venne inviato a
Torino dove mise su famiglia. La casa infatti è stata
intestata alla figlia.
Lo stesso dovrà fare Giovanni Esempio, che non è
residente in Sardegna ed è nato in Continente, che è
proprietario di una casa a Buggerru a 100 metri dal
mare, una casa che ha circa 170 anni, e che era
appartenuta al nonno Giovanni Esempio nato ad
Arbus nel 1886 “portato a nove anni a lavorare in
miniera, combattente nella prima Guerra mondiale,
dipendente delle varie società che si sono alternate
nella conduzione delle miniere e pensionatosi ad
oltre 70 anni per lasciare in eredità questa casa di
poco più di 40 metri quadrati”.
Dalla lettera aperta indirizzata al presidente Soru,
che Raffaella Frigiolini, ci ha inviato da Buccinasco,
non si capisce se abbia i requisiti per essere esentata.
Queste sono solo alcune delle lettere arrivate al
giornale.
Il Messaggero sardo continua a credere che il
provvedimento non abbia e non debba avere alcun
intento “punitivo” e che quindi non debba riguardare
gli emigrati sardi, che sono stati costretti a lasciare
l’Isola in cerca di lavoro e che nella loro terra hanno
investito i risparmi di una vita di sacrifici.
Compresi i loro figli che a pieno titolo sono e vanno
considerati parte del Popolo Sardo.
IL MESSAGGERO SARDO viene inviato gratuitamente dalla Regione Sardegna
a tutti gli emigrati, in Italia e all'Estero e alle loro famiglie in Sardegna.
Richiedetelo a questo indirizzo: MESSAGGERO SARDO
Via Barcellona, 2 - 09124 CAGLIARI - tel. 070.664214 - fax 070.664742
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IL MESSAGGERO SARDO. Mensile della Regione Sardegna per gli emigrati e le loro famiglie
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Comitato di Direzione Gianni Massa (responsabile), Marco Aresu, Gianni De Candia, Ezio Pirastu, Luigi Coppola
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SOMMARIO
EDITORIALE
"
Gli emigrati esclusi
dalla tassazione
sulle seconde case
SPECIALE EMIGRAZIONE
#
La Consulta approva
il Programma annuale 2006
di Antonello De Candia
% Il Programma annuale
L'istruzione in Inghilterra
testimonianza di un sardo emigrato
Prestigioso riconoscimento
per Franco Columbu
dal Governatore della California
!
La Sardegna nel Web
a cura di Andrea Mameli
“Villa Piercy”, il sogno
di Benjamin
!
di Cristina Marras
MUSEI
&
"
Una vetrina della Sardegna
per cogliere le opportunità
del mercato belga
#
Inserto: il Piano Triennale
2005/2007
Da Atlantide a Sassari
passando per l'Isola
di Paolo Sanna
Un autore sardo che gira
l'Europa: Nicola Lecca
di Giovanni Mameli
PARLANDO IN POESIA
Avanti c'è posto
a cura di Salvatore Tola
di Luigi Coppola
SPORT
Seminario di studio a Milano
sugli emigrati e il nuovo Statuto
!
Per la Torres continua
la dura caccia ai play-off
di Giampiero Marras
di Gino Zasso
!
Duello tra Amsicora e Suelli
ai vertici del campionato
di A1 di Hockey su prato
di Giuseppe Foti
Diagnosi precoce per sconfiggere
il tumore all'utero
Annata da dimenticare
per il volley: per le squadre
sarde doppia retrocessione
di Liliana Fornasier
Aumentate le indennità
della disoccupazione e della
mobilità 2006
In provincia di Cagliari
un quarto della popolazione
ha una pensione Inps
Cagliari vince in trasferta
ma perde in casa
con la Reggina
di Andrea Frigo
Continuità territoriale:
un sogno che dura da decenni
e stenta a diventare realtà
ATTUALITA'
di Antiogu Cappai Cadeddu
PARLIAMO DELLA SARDEGNA
di Paolo Pulina
'
Scano Montiferru: fondato
dai fenici alle falde del vulcano
di Franco Fresi
PRIMO PIANO
&
di Gianfranco Leccis
Giba: un villaggio
di origine saracena
di Roberto Puddu
Avviata la riforma dello
Statuto speciale
Gerrei e Sarcidano
PAESI DI SARDEGNA
Giuliana Vacca determinazione
e perseveranza
Gemellaggio tra l'Istituto
“M. di Castelvì” di Sassari
e il circolo di Berlino
Tutti insieme contro il favismo
di Andrea Porcu
RUBRICHE
!
"
SARDEGNA NOTIZIE
EMIGRAZIONE
Speciale Emigrazione
Arriveranno meno soldi per
l’attività di Circoli, Associazioni
e Federazioni. I tagli imposti dal
Bilancio regionale, inevitabilmente hanno colpito anche il
mondo dell’Emigrazione e, nonostante i tentativi dell’assessore Maddalena Salerno, non c’è
stato niente da fare. L’assessore,
comunque, si è battuta ed è riuscita a fare mantenere inalterato
il finanziamento del 2005.
L’approvazione definitiva da
parte della Giunta Regionale del
Piano Triennale, che per il 2006
ha stanziato 4 milioni di euro per
gli interventi a favore dei sardi
nel mondo, non è stata accolta
certo con favore da alcuni Consultori, e quando il documento
sul Programma Annuale 2006 è
stato messo ai voti, al termine del
dibattito seguito alla relazione
dell’Assessore, l’assemblea ha
manifestato apertamente il suo
dissenso: 15 voti a favore, ben 7
astenuti e uno contrario (il rappresentante della FASI, Giulio
Cesare Pittalis).
I motivi di insoddisfazione
erano sostanzialmente due: uno
sollevato dai rappresentanti della Fasi, che lamentavano le pesanti conseguenze per i circoli
italiani per i diversi criteri di ripartizione dei fondi introdotti
con il nuovo Triennale (la correzione richiesta e condivisa dalla
Commissione emigrazione non è
stata recepita dalla Giunta che
ha approvato il testo licenziato
dalla Consulta); e un secondo
sollevato da Tonino Mulas
(Fasi), e condiviso da Domenico
Scala (Svizzera), e Tonino Zedde
(Belgio) e Bruno Fois (Olanda)
che riguardava la modifica (introdotta nel Triennale e sfuggita in
una prima lettura) dei criteri di
ripartizione delle risorse che introduce criteri rigidi e sottrae
alle Federazioni il ruolo di programmazione. Diversi i motivi
per cui si sono astenuti i rappresentanti della Germania (Alexa
Leinardi e Domenico Canu) e
l’esperta Paola Atzeni, la impossibilità di avere per tempo e di
approfondire le misure proposte
prima di votarle.
L’ assessore Maddalena Salerno si è detta dispiaciuta che non
ci sia stata una votazione unanime ma – ha aggiunto – “capisco
che ci sono sofferenze”.
I funzionari degli Uffici, con
in testa il Direttore Generale dell’Assessorato, Roberto Neroni,
il direttore dei Servizi Marco
Ghiani e il Capo di Gabinetto
Mario Cadinu, hanno spiegato
come siano stati attribuiti i fondi e quindi i criteri adottati dagli uffici dell’Assessorato per la
ripartizione.
Una cosa è certa: poiché il Piano approvato dalla Giunta Regionale nella seduta del 28 febbraio scorso è definitivo e non ci
sono possibilità di modificarlo –
come ha più volte ribadito l’Assessore – non resta che mettersi
di buona lena a lavorare tutti con
rinnovato impegno e spirito di
sacrificio per utilizzare al meglio
i fondi disponibili, sperando che
la situazione evolva in senso positivo in futuro.
Ai lavori della Consulta ha
partecipato Giovanna Cerina,
consigliere regionale componente della Seconda Commissione.
L’assessore del Lavoro - “Siamo in un momento importante –
ha detto l’assessore del Lavoro,
porgendo il benvenuto in Sardegna ai Consultori provenienti da
tutto il mondo – della vita politica del Paese. Per la prima volta
l’Emigrazione è protagonista
La Consulta approva
il Programma annuale
di interventi per il 2006
Illustrati dall’assessore Maddalena Salerno gli indirizzi politici
per l’attività di circoli e associazioni - Entro l’anno
la Conferenza regionale dell’emigrazione - Al centro
del dibattito anche il censimento e l’indagine sull’emigrazione
sarda nel mondo - I malumori per i tagli di bilancio e per
i criteri indicati dal Piano triennale sono sfociati in sette astensioni
e un voto contrario - Nel 2006 si svolgeranno
i congressi della Fasi e della Federazione dei circoli in Germania
servizi e foto diGianni e Antonello De Candia
delle scelte del Paese perché
esprimendo il suo voto porterà in
Parlamento deputati e senatori
che con la loro presenza potranno sostenere le istanze di un
mondo non sempre ascoltato a
dovere. C’è anche qualche candidato tra voi (il riferimento è a
Vittorio Vargiu, candidato al Senato nella Circoscrizione della
America Latina) e gli auguro un
buon successo”.
L’Assessore è quindi entrata nel
vivo del problema ‘tagli’ sostenendo che “questa Giunta Regionale ha avuto seri problemi di bilancio per reperire risorse finanziarie, perché – ha spiegato – abbiamo trovato un debito cresciuto enormemente negli ultimi 5
anni. Un debito quasi decuplicato che però la Giunta Soru ha di-
mezzato. Questa maggioranza –
ha proseguito la Salerno – sta cercando di dare un nuovo sviluppo
alla Sardegna attraverso politiche
economiche accompagnate da
coesione sociale, con una prospettiva di crescita non solo economica ma anche culturale. Uno
dei punti fondamentali è la valorizzazione della risorsa umana e
in questa direzione va il disegno
di legge sulla Formazione Professionale che punta ad innalzare la
cultura dei nostri giovani”.
E sempre in questa ottica politica va considerato lo stanziamento di 50 milioni di euro destinati ai giovani laureati che
vogliano frequentare master all’estero nelle Università di tutto
il mondo, per migliorare le loro
conoscenze, ma – ha precisato
l’Assessore – questi giovani dovranno poi tornare a lavorare in
Sardegna: lo scopo è appunto
quello di evitare la fuga di cervelli, di tanti giovani laureati che
cercano nella penisola e all’estero opportunità di crescita professionale”.
I problemi da affrontare sono
davvero tanti per l’Assessore del
Lavoro che si è soffermata poi
sulla crisi delle industrie. Il tasso di disoccupazione in Sardegna è attualmente del 13,5 %.
Tutte queste cose voi le conoscete – ha detto l’Assessore –
perché siete informati attraverso
il “Messaggero Sardo” che è
uno strumento importante di comunicazione su ciò che avviene
nella nostra Isola”.
L’Assessore Salerno ha quindi
comunicato che sta per essere nominato il Comitato Scientifico
che dovrà organizzare la prossima
Conferenza Regionale dell’Emigrazione, da tenersi entro il 2006.
Un Comitato Scientifico che
dovrà occuparsi del censimento e
dell’anagrafe degli emigrati sardi
nel mondo. “Se non conosciamo a
fondo la nostra realtà, i bisogni
del nostro mondo – ha detto l’Assessore – non si possono fare interventi mirati. Ci sono situazioni
e condizioni diverse da paese a
paese, sia per quanto riguarda
l’inserimento scolastico, sia per
l’individuazione delle sacche di
povertà, che per l’occupazione”.
L’Assessore ha poi fatto sapere
che è stato nominato il Comitato
dei garanti del “Messaggero Sardo”. È composto da Umberto
Cocco, capo Ufficio Stampa del
Presidente Soru, dalla giornalista Maria Elena Pistuddu e da
APRILE 2006 •
5
Lucia Cumpostu, come membro
della Consulta.
L’Assessore Salerno ha quindi
dato lettura del Programma annuale (del quale pubblichiamo a
parte un’ampia sintesi).
Il dibattito - Nel dibattito che è
seguito alla relazione dell’Assessore Salerno, sono intervenuti a
più riprese per chiedere delucidazioni diversi consultori (Bruno Fois dell’Olanda, Tonino
Zedde del Belgio, Gian Carlo
Farris del Perù, Albero Mario
DeLogu del Canada). In particolare chiedevabo notizie sui progetti presentati e non inseriti
nello schema allegato alla bozza
di progrtamma. Gli uffici verificheranno se tempi e modalità di
presentazione dei progetti stessi
siano stati rispettati.
Tonino Mulas, della FASI, ha
dato notizia che la Commissione
Riforme Istituzionali del Consiglio Regionale ha approvato la
proposta di legge per la nomina
di un Comitato (o Consulta) che
dovrà scrivere il nuovo Statuto
della Sardegna, composto da 50
elementi, tra i quali sono stati inseriti anche due rappresentanti
del mondo dell’Emigrazione.
Il dibattito, con relative richieste di chiarimenti, si è poi spostato sui cosiddetti “sportelli informativi” che la Regione intende
istituire in via sperimentale e
utilizzare per promuovere la Sardegna all’estero sotto il profilo
socio economico e culturale.
Domenico Canu (Germania) ha
chiesto quali sono gli sportelli
riconosciuti e come vengono ripartiti i soldi a disposizione:
“Definiamo meglio oggi questi
concetti”, ha detto il consultore
della Germania.
“Dovete essere voi – ha risposto subito Lello Giua, vice presidente vicario della Consulta – a
dire cosa volete fare e come intendete muovervi, siete voi che
dovete dare gambe ai progetti,
poi si vedrà come finanziarli e
attraverso gli uffici come renderli operativi”.
Bruno Fois (Olanda) dopo aver
ricordato che a L’Aja c’era la
sede di prestigio e che nel 2005
ci si era impegnati per farla funzionare, si è chiesto se non ci siano più fondi a disposizione.
Dello stesso tono la domanda di
Tonino Zedde (Belgio): “anche
noi avevamo investito tutto su
Bruxelles, ma fino al 2005 non
abbiamo ricevuto nulla e abbiamo un bel buco in banca”.
Domenico Scala (Svizzera) ha
tranquillizzato tutti: “Le Federazioni che avevano sedi di prestigio fino al 2005 riceveranno i
contributi spettanti. Alcuni pagamenti sono stati bloccati dagli
Uffici della Ragioneria regionale
perché mancava il Codice Fiscale (codice fiscale – ha fatto rilevare Scala – che in Svizzera, ad
esempio, non esiste). Comunque
queste difficoltà burocratiche
verranno superate”.
Più articolato e di carattere politico generale l’intervento successivo di Tonino Mulas (Fasi) il
quale ho posto la questione dell’autonomia dei Circoli e delle
Federazioni, che sarebbe lesa dalla norma del Piano Triennale che
attribuisce le risorse in modo rigido direttamente ai circoli. Mulas
ha poi ribadito le sue critiche alla
ripartizione delle risorse previste
dal Piano, ricordando che il suo
voto a favore era subordinato all’impegno che non venisse penalizzata la Fasi. In seguito alle
proiezioni – ha rilevato – il danno
per i nostri circoli è enorme. “Ho
protestato in Commissione e con
6•A
PRILE
2006
il Presidente Soru – ha detto Mulas – ma in Giunta non è stata modificata la delibera.”
Mulas ha poi sostenuto che
non si può andare ad una Conferenza dell’Emigrazione senza
che se ne sia discusso in sede di
Consulta, lo stesso dicasi per il
censimento, per le schede e le
auto dichiarazioni, bisogna ragionarci sopra”.
Carlo Lai, della Filef, ha tagliato corto, sostenendo che “il
Piano triennale approvato dalla
Giunta è definitivo ed è quindi
inutile proporre correttivi”.
Pietro Schirru (Australia) ha rivolto un invito specifico all’Assessore per recarsi in Australia in
occasione di una mostra itinerante che toccherà le tre maggiori
città del continente, Melbourne,
Siyney e Brisbane.
“Ringrazio e colgo l’occasione
– ha risposto subito Maddalena
Salerno – per dire a tutti che vorrei tanto partecipare a tutte le
manifestazioni cui vengo invitata, ma credetemi, in questi due
anni sto vivendo in trincea, in
continua emergenza per gli impegni istituzionali, che non sono
solo quelli del mondo dell’Emigrazione, ma tutti i problemi che
riguardano il mondo del lavoro,
la crisi delle industrie. Potessi
avere il tempo verrei volentieri e
mi farebbe anche piacere viaggiare e incontrare le comunità
sarde sparse nel mondo. Ma non
sempre posso. Vi chiedo comprensione, mi dovete scusare”.
L’antropologa Paola Atzeni
(uno dei tre esperti nominati dal
Consiglio Regionale) ha riferito
di aver partecipato ad un convegno di donne che si è svolto in
Germania, dove ha potuto conoscere più a fondo le problematiche che riguardano i nostri emigrati in quel Paese.
“Occorre una legge che sancisca il principio sulla ‘comunità
sarda’, al di là dei luoghi di residenza” ha poi sostenuto la Atzeni, che ha anche lamentato la difficoltà ad accedere a dati e informazioni per poter esprimere un
parere compiuto sui programmi
regionali e sull’utilizzo dei fondi
in discussione da parte della
Consulta.
Fausto Soru (Francia) ha sollevato il problema degli sconti sulle navi che non vengono concessi ai figli dei sardi nati all’estero
ed ha poi auspicato che le borse
di studio siano destinate anche ai
figli degli emigrati all’estero.
Domenico Scala ha proposto
un o.d.g della Consulta perché
non vengano tassate le seconde
case in Sardegna degli emigrati e
dei figli degli emigrati.
Tonino Zedde (Belgio) ha sollevato il problema degli statuti
dei circoli e le difficoltà di renderli compatibili con le diverse legislazione straniere: “Occorre fare
uno Statuto nuovo per Circoli e
Federazioni – ha detto – perché
secondo le leggi in vigore in Belgio lo statuto con i requisiti richiesti dalla Regione è fuorilegge, e
secondo i funzionari regionali è
fuorilegge lo statuto chiesto dal
Belgio. L’esempio del Circolo di
Charleroi è emblematico, perché
ci sono soci effettivi e soci aderenti, a seconda di quanto versano
per il tesseramento, con diritto o
meno al voto. Il risultato è che si
stanno mettendo di mezzo gli avvocati. Il che è assurdo!”.
Che occorra fare uno Statuto
omogeneo per tutti i Circoli lo ha
sostenuto anche Bruno Fois: “ Si
tratta di interpellare un ufficio
giuridico, e di tenere conto delle
leggi dei vari paesi e poi rifarsi a
regolamenti interni per il loro
Speciale Emigrazione
La Consulta regionale
dell’Emigrazione, riunita a
Cagliari il 31 marzo 2006,
per l’esame del Piano annuale 2006 degli interventi
a favore a favore dei sardi
nel mondo; considerato che
la Giunta regionale ha deciso di istituire una Agenzia
regionale delle Entrate e in
questo ambito di prevedere
il pagamento di un’imposta
sulle seconde case ad uso
turistico per i non residenti
in Sardegna; preso atto che
la Commissione del Consiglio regionale ha approvato
la proposta di legge che
esclude dal pagamento gli
emigrati nati in Sardegna e
i loro coniugi; chiede che il
Consiglio regionale, in sede
di approvazione del provvedimento, estenda la esclusione del pagamento dell’imposta anche ai figli degli emigrati, anche se nati
lontano dalla Sardegna.
funzionamento.
Alberto Mario DeLogu, dopo
aver ricordato che il Canada è il
secondo Paese al mondo per
estensione e che è attraversato da
ben 5 fusi orari, ha sostenuto
l’importanza delle rapidità delle
informazioni e delle comunicazioni. “Per noi è stato un problema serio compilare le schede per
il censimento – ha fatto rilevare –
anche perché la legge canadese
protegge i cittadini e non si possono dare informazioni. I Circoli
si sono trovati in difficoltà, poi
abbiamo avuto la risposta positiva dall’Autority, ma nel frattempo abbiamo perso i tempi (31 dicembre e 28 febbraio) per poter
partecipare alla ripartizione dei
fondi per quel 20% che viene
erogato sulla base del numero di
iscritti ai Circoli”.
Letizia Licciardi (Brasile) ha
ricordato che nel sito del Messaggero sardo è stato aperto un Forum, riservato ai consultori e ai
presidenti di federazione e ha rivolto l’invito a tutti a partecipare per scambiarsi informazioni e
notizie sui progetti in cui sono
coinvolti gli emigrati.
Le risposte dell’Assessore - A
tutti i quesiti e alle lamentele
espresse da più parti ha risposto
l’Assessore Salerno, a cominciare dal Piano Triennale.
“Anch’io ho espresso perplessità sui criteri di ripartizione dei
fondi tra i vari circoli previsti
dal Piano Triennale. Sono andata
in audizione in Commissione ed
ho mediato, dopodiché la Giunta
ha deciso di approvare quel Piano senza le modifiche proposte
dalla Commissione e da me accettate. Il Piano Triennale è quello approvato dalla Giunta e non
si può tornare indietro. Se sarà
possibile mitigare le conseguenze di queste scelte, spetta a noi
farlo con intelligenza, ma senza
inficiare le norme del Piamo.
Per quanto riguarda la Conferenza sull’Emigrazione – ha ricordato l’Assessore – la richiesta
è venuta da questa Consulta; non
c’è ancora niente di definito. Saranno coinvolti tutti gli organismi per definire tempi e modalità; un Comitato Scientifico promuoverà il coordinamento tra
Consulta, Federazioni, e associazioni varie.
Per il Censimento ci vogliono
risorse e tempo. Non esiste – ha
detto l’Assessore – un problema
di privacy da Circolo a Regione.
Stiamo lavorando e stiamo creando le condizioni per cominciare a
far decollare questo censimento.
C’è un problema di comunicazione rapida tra cittadino e Regione
– ha ammesso l’Assessore – il portale non decolla ancora, ma ci
sono le e.mail, e c’è il Forum. Certo esistono problemi di trasparenza, di accesso agli atti, di disponibilità di servizio. Il nostro è un Assessorato che purtroppo gestisce
tutte le emergenze della Regione
in campo occupativo.
In quanto al problema sollevato da Scala sulla tassazione delle
seconde case – ha detto – “è stato già superato in Commissione e
gli emigrati sono esclusi”.
Sugli “sportelli informativi”
l’Assessore è stato chiaro e ha
detto che bisogna lasciare da parte le etichette e badare ai contenuti: quindi non ci sono sedi di
“prestigio” ma individuiamo
sedi importanti che rispondano
alle finalità espresse nel Piano
Triennale.
Per quanto riguarda i progetti
presentati da Circoli e Federazioni – ha detto l’Assessore – bisogna verificare tutte le richieste
inevase ancora senza risposta e
poi individuare, anche qui, i cri-
Protesta della Commissione
per la mancata modifica del Piano triennale
La decisione della Giunta regionale di non tener conto del
parere della Commissione emigrazione del Consiglio regionale e di approvare il Piano
Triennale nella stesura della
delibera del 22 novembre scorso, ha provocato la reazione del
presidente della Commissione
Paolo Ignazio Pisu, che ha
scritto una lettera al presidente
della regione Renato Soru, e
della segretaria della Commissione Maria Grazia Caligaris
che ha diffuso un comunicato
stampa.
“Ricordo innanzitutto che la
Commissione – ha scritto Pisu
– si è trovata a dover esprimere
un parere su una proposta che,
pur avendo ottenuto l’unanime
parere favorevole della Consulta dell’emigrazione, era stata
successivamente oggetto di
forti critiche da parte della
FASI, che rappresenta l’emigrazione sarda in Italia e che è
la più numerosa delle Federazioni degli emigrati”.
“Nel merito poi la FASI sosteneva, sulla base dei calcoli
effettuati dopo la riunione della Consulta, che l’adozione dei
nuovi criteri avrebbe avuto gravi conseguenze sul1a vita dei
circoli e chiedeva pertanto una
riconsiderazione della proposta
della Giunta”.
Tenuto conto anche della disponibilità dell’Assessore del
Lavoro ad accogliere parzialmente la proposta della FASI,
elevando dal 40 al 50% la quota
di stanziamento da ripartire in
parti uguali tra tutti i circoli, la
Commissione ha optato per
esprimere, in luogo di un puro e
semplice parere negativo sulla
proposta della Giunta, un parere
favorevole
condizionato
all’adozione di un diverso e più
equo criterio di riparto degli
stanziamenti.
Pisu lamenta “che la Giunta
non si è addentrata nel merito
delle questioni richiamate e delle soluzioni proposte nel parere
della Commissione, ma si è limitata a sottolineare che il parere
della Commissione non ha natura vincolante (cosa peraltro del
tutto ovvia, trattandosi appunto
di un parere) ed a contrapporlo al
parere favorevole della Consulta
del l’emigrazione”.
“Sulla base dì tali considera-
zioni – conclude Pisu – la
Commissione chiede che la
Giunta rideliberi sul Piano
triennale 2005-2007 degli interventi in favore delle organizzazioni dei Sardi nel Mondo, valutando nel merito e sperabilmente accogliendo il parere della Commissione”.
“La Giunta – ha scritto Maria Grazia Caligaris – non deve
ignorare i pareri anche se consultivi, espressi dalle Commissioni del Consiglio regionale
sulle delibere, specialmente
quando all’unanimità, altrimenti è meglio abolire la norma. Nel caso del Piano di interventi in favore delle organizzazioni dei Sardi nel Mondo per il 2005-2007, verso cui
la Commissione Emigrazione
ha condizionato il parere positivo unanime alla modifica
della percentuale delle agevolazioni finanziarie destinate ai
Circoli, la Giunta - ha sottolineato la segretaria della Commissione - ha assunto una decisione in modo unilaterale, in
disaccordo con I’organismo
consiliare e senza alcuna motivazione”.
teri che devono rispettare le finalità del Piano Triennale, quindi
si fa l’istruttoria, il Gruppo (o la
Commissione, se preferite) da il
suo parere e quindi al Consulta
decide.
L’Assessore ha quindi concluso il suo intervento sottolineando l’impegno della Giunta che
sta lavorando sulle politiche della internazionalizzazione per canalizzare i problemi degli emigrati non solo sotto l’aspetto
economico, senza trascurare altre problematiche sociali e di integrazione.
Piero Puddu (dell’Associazione Fernando Santi) è intervenuto
per dare atto all’Assessore di
“aver creato un ordito di norme
che garantiscono tutti. Avete
evitato che si mercanteggiasse –
ha detto – ed è un bene per i Circoli. Ed è fondamentale per una
politica che vuole innovare. Il
problema più serio che vive la
Sardegna è quello del lavoro e ci
sono sacche di disoccupazione
anche ad alto livello e l’associazionismo e i Circoli si devono
occupare di questi problemi – ha
detto ancora Piero Puddu – che
ha concluso ricordando che
“l’unità del popolo sardo è stata
già sancita ad Alghero alla prima
conferenza
dell’Emigrazione
che si tenne negli anni’60”.
Si è passati quindi alle dichiarazioni di voto.
Tonino Mulas, dopo aver denunciato “un eccesso di burocratizzazione e di centralismo e un
regresso nella gestione dei Circoli, ha annunciato la sua astensione”. Chiedo di operare per restituire alle organizzazioni il
ruolo di autogoverno”.
L’altro consultore della FASI,
Giulio Cesare Pittalis, ha annunciato addirittura il voto contrario, denunciando tagli per 200
mila euro ai Circoli Italiani. Dichiarazione che è stata subito
smentita dal capo di Gabinetto
dell’Assessore, Mario Cadinu, il
quale ha affermato che la Fasi ha
avuto il taglio minore rispetto
alle altre Federazioni. E che la riduzione dei finanziamenti è conseguente al taglio delle risorse
previste dal bilancio.
La votazione – come è stato
scritto in apertura – ha fatto registrare 15 voti a favore, 7 astenuti
e uno contrario.
Su invito del Vice Presidente
Vicario Lello Giua, il direttore
Generale dell’assessorato, Roberto Neroni, ha spiegato tecnicamente come i tagli al bilancio
regionale abbiano determinato
meno fondi per l’Emigrazione.
“Avevo già suggerito e ribadisco
l’opportunità che il Piano Triennale non sia rigido ma ‘a scorrimento’ – ha detto Neroni – in
modo da permettere di anno in
anno l’adeguamento a eventuali
distorsioni. Faremo tutte le verifiche e cercheremo di correggere
ove possibile e in occasione della prossima Consulta vi faremo
avere tutti i dati corretti; e a settembre – ha aggiunto – vedremo
cosa fare per il 2007”.
Il capo di Gabinetto Mario Cadinu ha ribadito quanto esposto
dal Direttore Generale ed ha auspicato una maggiore collaborazione da parte di tutti. “C’era una
situazione in movimento – ha
detto – ora dobbiamo cercare di
migliorare come chiede l’Assessore lavorando in positivo guardando al futuro. È infruttuoso rivangare su decisioni assunte in
passato da questa Consulta”.
È stato quindi messo in votazione l’o.d.g. sulle seconde case
degli emigrati che è stato approvato con voto unanime.
Speciale Emigrazione
Il Programma Annuale si propone di definire e quantificare
l’ammontare delle risorse previste nel bilancio regionale 2006
per gli interventi in favore dell’emigrazione e delle Organizzazioni degli emigrati sulla base
delle prescrizioni e indicazioni
contenute nel Piano Triennale.
Il Programma prevede i interventi per attività e servizi delle
Organizzazioni dei sardi nel mondo; sistemi di informazione e comunicazione; progetti regionali.
Attività e servizi - L’Amministrazione sostiene le attività delle Organizzazioni degli emigrati
con l’erogazione di contributi
finanziari commisurati all’impegno e all’efficienza di ciascuna
Organizzazione e in funzione
della qualità e quantità delle attività svolte.
Per poter beneficiare del contributo regionale le Organizzazioni devono: assicurare il continuo aggiornamento dei dati
sulla consistenza e composizione delle comunità di riferimento
di ciascuna Organizzazione,
quale base per l’avvio di ogni
singola attività, anche con riferimento alle relative esperienze
professionali e relazionali; assicurare la compartecipazione finanziaria, mediante la ricerca di
altre fonti di finanziamento pubblico e privato, diverse comunque da quelle regionali.
Le Organizzazioni dei sardi, in
base ai loro compiti statutari,
svolgono attività nell’ambito
della consulenza e assistenza legale, sociale, abitativa ecc. Più
recentemente anche quella di informazione e promozione economica e culturale. È richiesta, in
questi casi, una comprovata
competenza ed esperienza nel
campo nonché la capacità tecnico-organizzativa tali da garantire adeguati standard nell’erogazione dei servizi.
Potranno beneficiare delle
agevolazioni finanziarie i Circoli (e le Associazioni) dei sardi
nel mondo; le Federazioni dei
Circoli; le Associazioni di Tutela degli Emigrati e la Federazione delle Associazioni di Tutela.
Le risorse annuali per l’esercizio finanziario 2006, previste dal
bilancio regionale e destinate
agli interventi in favore dell’emigrazione ammontano a euro
4.000.000. Alle Organizzazioni
dei sardi nel mondo è assegnato
il 50% dello stanziamento del
bilancio regionale, pari a euro
2.000.000. Tale percentuale è
ulteriormente ripartita tra le Organizzazioni secondo i seguenti
parametri stabiliti nel Piano
Triennale: Circoli (77%) pari a
euro 1.540.000; Federazioni dei
Circoli (15%) pari a euro
300.000; Associazioni di Tutela
e Federazione delle Associazioni
di Tutela (8%) pari a euro
160.000.
Circoli - L’Amministrazione regionale procede alla quantificazione dei contributi di sostegno
per le spese di funzionamento dei
Circoli. Il 40% dello stanziamento, pari a euro 616.000, viene ripartito in parti uguali fra tutti i
Circoli. I Circoli che hanno acquisito locali per la propria sede
in locazione finanziaria ovvero
ne stanno realizzando la costruzione, possono utilizzare questa
parte di contributo a tale scopo,
ferma restando la finalizzazione
a sede di attività del Circolo
Ai Circoli con sede propria o
che usufruiscano gratuitamente
di locali assegnati loro in comodato, o dietro il corrispettivo di
PROGRAMMA ANNUALE 2006
un costo simbolico di affitto, è
richiesto di provvedere all’erogazione di ulteriori servizi di
sportello in favore dei corregionali.
Il rimanente 60%, pari a euro
924.000, è ripartito in base agli
ulteriori seguenti criteri:
una
quota del 20%, (pari a euro
184.800), viene ripartita tra i Circoli in rapporto ai numero dei
soci emigrati regolarmente iscritti (di questa fetta di risorse una
quota del 50%, (pari a euro
462.000) ripartita tra i Circoli di
sardi residenti all’estero in considerazione delle difficoltà conseguenti a svantaggi derivanti dal
costo della vita nel paese ospitante (40%); del potere d’acquisto dell’euro rispetto alla valuta
locale (30%); degli svantaggi
dovuti all’ubicazione del circolo
con riferimento all’estensione
territoriale del paese (30%).
Una quota del 30%, (pari a
euro 277.200), viene ripartita tra
i Circoli in funzione della qualità delle attività desunte dalla documentazione pervenuta all’Assessorato e secondo le seguenti
priorità: interventi finalizzati
alla risoluzione di situazioni endemiche, di emergenza e/o di
grave disagio, legate a particolari problematiche della comunità
del Circolo di riferimento.
Tali interventi possono riguardare: azioni di prima accoglienza e integrazione nel Paese ospitante (inserimento lavorativo e
scolastico legato anche alla nuova emigrazione); servizio di consulenza e mediazione linguistica, sanitaria, amministrativa, socio-culturale (dispersione scolastica, sfratti, rapporti con istituzioni locali, ecc.); promozione e
divulgazione della cultura e dell’immagine della Sardegna e
promozione economica finalizzata a favorire l’internazionalizzazione del sistema produttivo
della Sardegna; attività mirate a
rafforzare la solidarietà tra corregionali e la comprensione internazionale, a favorire il confronto
con i valori, la cultura e l’identità della comunità ospitante: attività culturali, sportive e del tempo libero finalizzate all’aggregazione e alla socializzazione con
la comunità ospitante, con il particolare coinvolgimento delle
nuove generazioni.
Federazioni dei circoli - Il 60%
dello stanziamento è assegnato
alle Federazioni dei Circoli, pari
a euro 180.000 è da ripartire in
parti uguali fra le 7 Federazioni
esistenti. Le Federazioni hanno
la propria sede presso il Circolo
che esprime il Presidente, concorrendo alle spese di funzionamento di quest’ultimo.
Il rimanente 40% (pari a euro
120.000) è ripartito sulla base
del numero dei Circoli ricono-
sciuti e operativi ad esse federati, sulla base della qualità dell’attività svolta.
Associazioni di tutela e Federazione - Alla Federazione delle
Associazioni di Tutela è assegnata la somma di euro 16.000 pari al
10% dell’ammontare complessivo, previsto per le Associazioni
di Tutela e per la stessa Federazione (euro 160.000). La somma
rimanente pari a euro 144.000 è
assegnata in favore delle Associazioni di Tutela dell’Amministrazione Regionale nella misura del
60% (pari a euro 86.000) suddivisa in parti uguali fra tutte le 7 Associazioni; e del 40%, (pari a euro
57.600) ripartita in funzione della qualità delle attività desunte
dal programma presentato, tenendo conto delle attività mirate alla
risoluzione di situazioni di emergenza e/o grave disagio, attività
di mediazione finalizzata a favorire e facilitare il reinserimento
degli emigrati di rientro e delle
loro famiglie, sul territorio
regionale, attività di consulenza
previdenziale e legale, su tutto il
territorio regionale, agli emigrati
di rientro, attività di consulenza
previdenziale, legale, sociale e
culturale alle Organizzazioni degli emigrati, attività di partecipazione ad eventi del mondo dell’emigrazione.
Consulta regionale per l’emigrazione - La Consulta Regionale per l’emigrazione è composta
da 32 consultori. Le spese previste per il funzionamento ammontano a euro 50.000.
I Consultori, inoltre, per precisa disposizione del Piano Triennale svolgono il ruolo specifico
di coordinamento dei Circoli nei
Paesi in cui non esiste la Federazione. A tale scopo è assegnato
un contributo aggiuntivo di euro
2.500 al Circolo di cui fa parte il
Consultore, per le attività di coordinamento dei Circoli.
Congressi delle Federazioni Nel 2006 è prevista la celebrazione del Congresso della Federazione dei Circoli Sardi in Italia
e della Federazione dei Circoli
Sardi in Germania. La somma
complessiva destinata allo scopo è di euro 80.000.
Sistemi informativi e reti di comunicazione - I sistemi informativi e le reti di comunicazione
sono gli strumenti fondamentali
per garantire le relazioni costanti e attive tra i cittadini sardi presenti nell’isola e nel resto del
Mondo e tra essi e l’amministrazione regionale. Al fine di garantire la continuità dei servizi
in corso, derivanti da contratti in
essere è stanziata la somma di
euro 1.120.000.
Per completare il sistema infor-
mativo per l’emigrazione, mantenere e migliorare la produzione
di informazione con sistemi multimediali: Internet, TV via satellite, videocassette, DVD, libri
ecc. e per il potenziamento e l’incentivazione della comunicazione tra le Associazioni e l’Amministrazione regionale, mediante
l’utilizzo di strumenti informatici, è stanziata la somma di euro
80.000
Al Comitato di Garanti, formato da esperti del mondo dell’informazione e da un componente
nominato dalla Consulta per
l’emigrazione, è affidato il compito di garantire l’ottimizzazione degli interventi, il rispetto
dell’obiettività e della qualità
dell’informazione, nonché di definire un nuovo progetto editoriale del Messaggero Sardo più
rispondente alle esigenze attuali
del mondo dell’emigrazione.
Progetti regionali - L’Assessorato del Lavoro cura direttamente
la predisposizione dei Progetti
regionali. Sono definite le seguenti tematiche e le linee di intervento: promozione della Sardegna; nuove Generazioni; donne; studi e ricerche, solidarietà e
integrazione socio-culturale.
I Progetti possono essere realizzati anche in collaborazione
con i Circoli, le Federazioni dei
Circoli, le Associazioni di Tutela e/o la Federazione delle Associazioni di Tutela, che devono
garantire elevati standard organizzativi e professionali, sia per
quanto si riferisce ai responsabili del progetto, che agli eventuali collaboratori esterni.
I progetti devono interessare
un territorio nazionale o vaste
regioni di esso; svolgersi in sedi
e località di rilievo che possano
garantire l’efficace promozione
della Sardegna e la commercializzazione dei suoi prodotti;
coinvolgere e interessare nel
contempo la comunità sarda e
quella ospitante, anche a livello
istituzionale; articolarsi specificatamente secondo le peculiarità
e le esigenze dei singoli Paesi, da
realizzarsi in concomitanza con
eventi e manifestazioni di particolare rilevanza del Paese e/o
città interessata; coordinarsi con
iniziative di altri Assessorati e/o
Enti al minimo costo.
Le risorse destinate ai Progetti
Regionali per l’anno 2006 ammontano complessivamente a
euro 550.000.
Per l’anno 2006 l’amministrazione prenderà in esame, compatibilmente con le disponibilità
finanziarie, le proposte presentate entro il 28 febbraio 2006, data
di approvazione definitiva del
piano triennale.
La Regione porrà particolare
attenzione, nella valutazione, ai
progetti il cui tema è rivolto alla
APRILE 2006 •
7
promozione della Sardegna, valutando le sedi di svolgimento e
privilegiando quelle che offrono
situazioni strategiche per la Sardegna e occasioni per sviluppare
relazioni e rapporti di scambi
permanenti nel settore socioeconomico e culturale, anche in
raccordo con le iniziative previste dal PON ATAS obiettivo, 1,
Misura II.1 azione D. Nell’ambito del tema della promozione
l’amministrazione procederà all’allestimento di sportelli informativi all’estero, di natura sperimentale, con il compito di favorire, promuovere e sostenere incontri, accordi e progetti di partenariato internazionale, fornire
assistenza agli attori e imprenditori sardi ed a quelli residenti all’estero che abbiano interesse per
la Sardegna, in conformità con il
D.P.E.F. 2006-2008.
Per la gestione e conduzione
degli sportelli saranno coinvolti
giovani discendenti di emigrati
sardi, opportunamente selezionati per capacità e professionalità e formati attraverso appositi
stages. Le risorse stanziate per
l’apertura degli sportelli sono
pari euro 100.000.
Ai Circoli sede di “Sportello
informativo” è attribuito il contributo straordinario aggiuntivo
di euro 40.000.
Per la realizzazione di altri progetti di promozione della cultura, dell’immagine e dei prodotti
della Sardegna è stanziata la
somma di euro 160.000.
L’amministrazione regionale
curerà e sosterrà il coinvolgimento delle nuove generazioni degli
emigrati sardi mediante attività
formative, borse di studio, scambi culturali, masters ed eventuali
forme di specializzazione sulla
cultura e sull’economia della
Sardegna, da realizzare anche in
collaborazione con Istituti universitari e/o altri enti preposti ad
attività di cultura, formazione e
istruzione. La quota di risorse da
assegnare per l’organizzazione
di progetti destinati alle nuove
generazioni è stabilita in euro
150.000.
Al fine di rafforzare e assicurare la presenza attiva delle donne
sarde emigrate nelle Organizzazioni, nelle attività informative e
formative nel mercato del lavoro,
e per il raggiungimento di nuove
professionalità è destinata la
somma di euro 50.000.
Il fenomeno migratorio nella
sua evoluzione e la composizione e i problemi delle comunità
sarde nel mondo presentano
sempre più un livello di complessità, estensione e varietà che implicano un aggiornamento continuo. Per questo motivo è necessario potenziare la ricerca sul
campo in modo da poter disporre
di un quadro aggiornato di dati e
di informazioni qualitative e
quantitative
che
consentano
agli organi politici e all’amministrazione di operare con cognizione di causa. A tal fine al Progetto di “censimento/indagine”
2005 è destinata una ulteriore
somma di euro 50.000.
Le Organizzazioni degli emigrati sono chiamate a svolgere
azioni e interventi nei confronti
dei corregionali che si trovino in
situazioni di particolare difficoltà socio-economiche. Tra le iniziative di solidarietà rientrano
quelle destinate ai soggiorni per
anziani di origine sarda, il trasporto delle salme dei sardi deceduti in stato di emigrati e gli interventi di solidarietà per l’integrazione socio-culturale. La
somma complessiva stanziata è
di euro 90.000.
8•A
PRILE
L
a Regione Sardegna potrà
avere un nuovo Statuto
Speciale, che è legge Costituzionale, entro la fine dell’attuale legislatura, a condizione
che siano rispettati i tempi dei diversi passaggi istituzionali. Il
primo passaggio, sulla base di
un ordine del giorno del Consiglio regionale del 1° ottobre del
2004, è compiuto. La Commissione Autonomia ha, infatti, varato il testo della proposta di legge che istituisce e disciplina
l’istituzione della Consulta regionale per l’elaborazione del
nuovo Statuto. Ora, dopo le elezioni politiche nazionali, il testo
sarà sottoposto all’esame e all’approvazione dell’Assemblea.
Entro un anno dall’ insediamento della Consulta, il testo del
nuovo Statuto dovrà essere proposto al Consiglio per l’approvazione. Quindi passerà all’ approvazione del Parlamento nazionale.
Un iter complesso. Però sulla
base del lavoro svolto dalla
Commissione Autonomia e della
proposta relativa alla Consulta,
si può ipotizzare che si possa procedere senza intoppi.
Intanto la Consulta sarà composta da 50 membri, esperti nelle
materie di rilevanza per lo Statuto o rappresentativi delle realtà
politiche, sociali, economiche,
imprenditoriali, culturali, dell’associazionismo. Di essi, 29
eletti dal Consiglio regionale,
con sistema proporzionale riferito ai risultati delle ultime elezioni regionali , con modalità già
previste; 20 eletti tra i soggetti
designati dalle Università di Cagliari e Sassari, dal Consiglio regionale dell’economia e del lavoro, dal Consiglio delle Autonomie Locali, dalla Consulta per
l’Emigrazione; uno nominato
dal presidente del Consiglio regionale, al fine di consentire la
L
Primo Piano
2006
a Federazione delle Associazioni Sarde in Italia
(FASI) ha organizzato a
Milano, domenica 19 febbraio,
un importante seminario di studio (“La nuova autonomia”) sul
disegno di legge sulla Legge statutaria della Regione Autonoma
della Sardegna e sulla Consulta
per il nuovo Statuto.
Dopo l’introduzione del presidente della FASI, Tonino Mulas,
ha svolto la relazione Gianmario
Demuro, Ordinario di Diritto Costituzionale presso la Facoltà di
Giurisprudenza di Cagliari. Sono
quindi intervenuti Massimo Dadea, Assessore alla Riforma della
Regione Sardegna, Stefano Pinna, e Franco Sergio Pisano, rispettivamente presidente e componente ( per l’opposizione) della Commissione Autonomia.
Demuro ha ben precisato che la
nuova fase dell’autonomia sarà
articolata in quattro linee di riforma tra loro interconnesse: il nuovo Statuto Costituzionale dell’autonomia sarda; la legge regionale statutaria sulla forma di governo (oggi regolata dall’art. 15
dello Statuto); la legge di organizzazione amministrativa; la
legge elettorale. Il nuovo Statuto
Speciale dovrà specificare le
competenze autonome rispetto
allo Stato, per esempio anche in
tema di federalismo fiscale; oltre
che con lo Stato dovranno essere
precisati i rapporti con l'Unione
Europea. Per Demuro si tratta di riscrivere la specialità in senso positivo: l’autonomia deve configurarsi come possibilità di azione efficace di scelte differenti.
Per l’assessore Dadea questa
Avviata la riforma
dello Statuto Speciale
La Commissione Autonomia del Consiglio Regionale ha approvato il testo
della proposta per la istituzione della Consulta per l'elaborazione del nuovo
Statuto - Tra i 50 membri due rappresenteranno gli emigrati
di Luigi Coppola
rappresentanza della coalizione
che ha presentato alle ultime elezioni regionali un proprio candidato a Presidente della Regione,
senza che nessun candidato delle
liste, ad esso collegate, fosse eletto consigliere regionale.
Per quanto riguarda l’elezione
dei 29 componenti si fa riferimento alle percentuali dei voti
ottenuti dalle diverse coalizioni
sul totale dei voti espressi nella
circoscrizione regionale nelle
elezioni regionali del 12 giugno
2004. La votazione avviene sulla base di liste presentate da almeno due consiglieri ed ogni lista, che indica la coalizione a cui
fa riferimento, deve contenere un
numero almeno doppio di candidati e non superiore al triplo di
quelli spettanti alla coalizione
cui si riferisce. Naturalmente la
proposta di legge prevede tutta
una serie di passaggi tecnici per
pervenire all’elezione dei membri della Consulta.
Per quanto riguarda il gruppo
di 20 componenti, essi sono eletti dal Consiglio regionale su proposte di nomi, di numero doppio
rispetto ai membri da eleggere.
Per quanto riguarda la Consulta
dell’emigrazione, ad essa competono due membri: uno in rappresentanza dei Circoli e delle
loro Federazioni e l’altro in rap-
presentanza delle Associazioni
di tutela. La Consulta per lo statuto si articolerà in due momenti:
uno d’elaborazione, proposta,
mobilitazione; l’altro di raccolta
ed elaborazione di un disegno
compiuto delle proposte ed
istanze provenienti dalle diverse
espressioni della società.
Del primo, che dovrà operare
principalmente nella fase d’avvio, faranno istituzionalmente
parte tutti i consigli elettevi delle autonomie locali. Il secondo
costituito dal Comitato, organo
rappresentativo di seconda
istanza, col compito di portare a
sintesi, in un vero e proprio progetto di Statuto, le diverse indicazioni e sollecitazioni provenienti dai territori.
Per tutte le attività sono previsti termini e scadenze ben precise, in modo che il lavoro possa
concludersi entro un anno dall’insediamento della Consulta,
con la predisposizioni di un progetto di statuto redatto in un articolato. Il testo finale sarà trasmesso al Consiglio regionale
per l’approvazione.
Appare ben chiaro che se l’ampia mobilitazione prevista avrà
successo e se il lavoro sarà condotto dalla Consulta con rigore,
l’Assemblea regionale potrà disporre di un testo di Statuto già
elaborato e sostenuto da un ampio consenso e quindi bisognoso, eventualmente, di correzioni
che attengono alle scelte di politica istituzionale, che è di competenza dell’Assemblea stessa.
All’articolo 1 della proposta di
legge (“Il Consiglio regionale
istituisce una Consulta per l’elaborazione di un progetto organico di nuovo Statuto speciale di
autonomia della Sardegna, al
fine di assicurare la più ampia
partecipazione della comunità
regionale e dei sardi residenti
fuori dall’Isola ed il concorso
delle autonomia locali”), al terzo
comma sono fissate le tre fasi di
lavoro della Consulta:
a) elaborazione del progetto di
base, della durata di quattro
mesi;
b) consultazione istituzionale
e sociale su tale progetto;
c) definizione e approvazione
del testo dello Statuto da trasmettere al Consiglio regionale.
Per comprendere meglio: la
Consulta entro quattro mesi dovrà
predisporre un testo per il nuovo
Statuto. Questo testo dovrà essere
reso noto alla comunità regionale,
trasmesso ai comuni e alle province della Sardegna i quali possono
inviare alla Consulta, entro 45
giorni, documenti di indirizzo e
proposte di modifica.
Seminario di studio a Milano
sugli emigrati e il nuovo Statuto
Convegno organizzato dalla Fasi sulla nuova Autonomia
deve essere la legislatura delle riforme istituzionali, che non devono appassionare solo il ceto
politico. Gli obiettivi generali
sono quelli di una pubblica amministrazione efficiente e della
modernizzazione dei processi
produttivi sulla base di adeguati
investimenti nel campo dello
sviluppo e della ricerca in modo
che si possa realizzare una crescita competitiva dell’economia.
Mantenendo la sua specificità e
identità, la Regione deve procedere alla riscrittura delle propria
autonomia. Daeda si è soffermato sulla funzione del preambolo
al disegno di legge sulla Legge
statutaria. Esso vuole indicare i
principi e i valori per così dire
“universali”. Dadea ha sottolineato che in esso si esplicita che “la
Regione mantiene e sviluppa i
legami culturali, sociali ed economici con i sardi residenti al di
fuori della Sardegna e con le loro
famiglie e associazioni, promuovendone la partecipazione alla
vita della Comunità regionale e
agevolandone l’eventuale rientro e il reinserimento in Sardegna” ( vanno quindi studiate anche le forme per consentire agli
emigrati di esprimere il voto regionale). Per Dadea i circoli de-
gli emigrati (per la cui attività
non deve valere l’ipotesi aziendalistica) devono essere associazioni culturali e non terminali
degli uffici della Regione. È opportuno che la nuova legge di
organizzazione amministrativa
collochi le competenze relative
all’emigrazione in un ambito assessoriale diverso da quella attuale. Per Dadea, insomma, la riscrittura dello Statuto dovrà essere finalizzata a costituire un
sistema integrato delle autonomie locali; il nuovo modello di
Regione dovrà essere basato fondamentalmente su principi di
salvaguardia dell’ambiente, della lingua e delle tradizioni più
antiche. La Regione dovrà prestare maggiore attenzione ai sardi residenti fuori dalla Sardegna,
che sono parte integrante del popolo sardo, facendo in modo che
essi possano partecipare all’elezione del Consiglio Regionale,
sia come elettori che come eletti.
Franco Sergio Pisano si è soffermato sulle problematiche relative alle riforme istituzionali
dal punto di vista dell’emigrazione, che si aspetta molto da
questa riscrittura dello Statuto.
Sono maturi i tempi per realizzare il diritto degli emigrati ad ave-
re una rappresentatività (c’è già
una legge dello Stato).
Per quanto riguarda la riscrittura dello Statuto tre anni fa si parlò di Assemblea Costituente; oggi l’entusiamo è svanito. Nella
migliore delle ipotesi avremo il
nuovo Statuto tra un anno e mezzo. Rinunciare all’Assemblea
Costituente è un errore storico:
della Consulta infatti finiranno
per far parte solo rappresentanti
nominati dai partiti.
Stefano Pinna ha evidenziato
il fatto che la Sardegna reale sembra essere più avanti rispetto a
come viene rappresentata. Un atteggiamento piagnone non considera la svolta che sta vivendo
la nostra Regione nella direzione
di uno sviluppo e di una rifunzionalizzazione della cultura, dell’economia e della socialità. Sul
piano politico Pinna ha ricordato
che la Regione Sardegna ha preso posizione contro il progetto
della cosiddetta “devoluzione”.
Quello che sicuramente occorre è
riordinare gli enti locali, promuovere l’associazionismo dei
Comuni in consorzi per poter
dare risposte più adeguate ai cittadini e migliorare i servizi che
soddisfino i bisogni principali.
Come era prevedibile, questi
Entro lo stesso termine i residenti dell’Isola e i sardi emigrati,
anche tramite le loro organizzazioni, le associazioni ed altri
soggetti operanti in Sardegna,
possono far pervenire alla Consulta pareri, osservazioni e proposte modificative. Nei trenta
giorni successivi, per coinvolgere le autonomie locali, il presidente della Consulta d’intesa
con i presidenti delle province,
convoca un’assemblea territoriale dei Consigli Provinciale e Comunali in ciascuna delle otto
province. Infine, nei 45 giorni
successivi la Consulta definisce
il progetto di Statuto , lo approva
e lo trasmette al Consiglio regionale. Questa la sintesi di una proposta che ha come premessa punti fondamentali per il futuro della Sardegna. La proposta di nuovo Statuto costituisce “l’occasione per sottoscrivere un nuovo
patto tra istituzioni regionali e
cittadini da un lato, tra la Regione , intesa anche come comunità
regionale, e lo Stato dall’altro”.
Il varo di un nuovo Statuto richiede una grande mobilitazione,
che coinvolga tutta la comunità
regionale e mobiliti tutte le capacità, esperienze, professionalità
esistenti nella società regionale.
“La proposta – come scrivono i
consiglieri proponenti (Peppino
Balia, Paolo Maninchedda, Giovanni Battista Orrù, Corrias,
Francesco Sanna, Giuseppe Cuccu, Luciano Uras) nella relazione
– sovviene anche alla necessità,
fatta propria dal Consiglio regionale nella precedente legislatura, di estendere il dibattito oltre il Consiglio regionale. Il modello allora individuato, di una
Assemblea Costituente, appare
allo stato attuale superato e di
difficile realizzazione. Tuttavia
la Consulta che si propone può
rispondere a molte delle esigenze sottese a quella scelta”.
temi hanno suscitato grande interesse nella folta rappresentanza
di circoli FASI di tutt’Italia e nei
qualificati esponenti delle Federazioni estere: Francia (Francesco Laconi), Germania (Domenico Canu e Gianni Manca), Belgio (Efisio Etzi e Carlo Murgia),
Svizzera (Nando Ceruso).
Ceruso (per la Federazione
Svizzera) ha chiesto che i rappresentanti degli emigrati in seno
alla Consulta che dovrà riscrivere lo Statuto siano almeno due e
che sia garantita la presenza di un
esponente dell’emigrazione all’estero. Laconi (presidente della
Federazione Francese) ha insistito sulla necessità che il linguaggio del nuovo Statuto non sia
quello burocratico degli addetti
ai lavori ma quello comprensibile da parte dei semplici cittadini,
destinatari in ultima istanza del
nuovo strumento di regolazione
dei rapporti tra il popolo e i governanti.
Tonino Mulas ha confermato la
richiesta che il mondo organizzato dell’emigrazione sia rappresentato nella Consulta che dovrà
procedere alla stesura del nuovo
Statuto. Per la FASI è indispensabile che nel Consiglio Regionale
sia riservata una rappresentanza
agli emigrati, che hanno dimostrato in tanti anni di sostenere la
Sardegna e i sardi residenti in
varie battaglie: quella sulla continuità territoriale; quella in sostegno alla rivendicazione da
parte della Regione dei proventi
fiscali non assegnati dallo Stato;
quella per la promozione di tutti
i prodotti “made in Sardegna”.
Paolo Pulina
Primo Piano
APRILE 2006 •
9
TRASPORTI
Continuità territoriale:
un sogno che dura da decenni
e stenta a diventare realtà
Slitta l'entrata in vigore dei voli a costo ridotto per residenti e nativi
in Sardegna - L'estensione delle tariffe agevolate, sarebbe dovuta
scattare dal 1º aprile - Causa del rinvio un errore nel capitolato d'asta
e nella sua traduzione - Previsti due decreti: uno per le rotte per Roma
e Milano, senza alcun compenso per le compagnie, l'altro per sei
aeroporti Palermo, Napoli, Bologna, Firenze, Torino e Verona
di Gino Zasso
U
n sogno chiamato continuità territoriale. È un
sogno che dura da decenni e, che, per un motivo o per
l’altro, stenta a diventare realtà
piena. L’ultimo atto: la seconda
e più consistente trance di voli a
costo moderato per residenti e
nativi sarebbe dovuta scattare a
partire dal 1 aprile, invece slitterà ancora. Il motivo? Un banale
refuso nel capitolato d’asta e nella sua traduzione. «Secondo le
direttive della Comunità europea – spiega l’assessore Sandro
Broccia – il bando dev’essere
pubblicato in 23 lingue sulla
GUCE, la gazzetta ufficiale delle
Ce: la Regione si è offerta di accollarsi il compito come in passato, ma le è stato risposto che
esso, ora, rientra tra le facoltà
esclusive di Bruxelles, che si
impegna a completare il lavoro
in quattro settimane È successo
però che, per un errore del ministero dei trasporti, che ha elaborato le schede, un volo Olbia-Bologna sia diventato Bologna-Torino. Questa banale distrazione
ha fatto saltare tutti i tempi». Di
conseguenza, per il momento,
resta in piedi soltanto la vecchia
continuità, quella varata dalla
giunta Floris: costi contenuti soltanto per le rotte con Roma e Milano, prezzo “pieno” per e dagli
altri maggiori scali italiani.
Secondo quanto stabilito dalla Conferenza dei servizi – pari
dignità fra Regione, ministero e
Enac, l’ente per l’Aviazione civile – che si era conclusa il 26
ottobre dello scorso anno, sarebbero dovuti essere emanati
due decreti: il primo per le rotte
per Roma e per Milano, senza
alcun compenso integrativo per
le compagnie, l’altro per sei aeroporti e 10 rotte: nella fattispecie partenze da Cagliari per Palermo, Napoli, Bologna, Firenze,
Torino e Verona e relativi arrivi;
partenze da Alghero per Torino
e Bologna, partenze da Olbia per
Verona e Bologna e viceversa.
Il ministro dei trasporti e delle
infrastrutture, Pietro Lunardi ha
firmato i relativi decreti il 29 dicembre, vale a dire più di due
mesi dopo di quanto avrebbe
potuto farlo. Il primo decreto
(scali di Roma e di Milano) ha
concluso il suo iter il 24 marzo:
da questa data decorrono trenta
giorni di tempo perché la Regione convochi le compagnie di
navigazione, valuti le loro offerte e, senza sborsare un euro,
assegni le rotte. In assessorato si
ha motivo di ritenere che questa
continuità scatti il 2 maggio
TRAFFICO LOW COST
(dal 1º gennaio al 31 dicembre 2005)
aeroporto
2004
2005
variazione
2005/2004
variazione
% 2005/2004
Cagliari
Olbia
Alghero
totali
–
117.491
345.367
462.858
66.807
298.302
454.620
819.729
–
180.811
109.253
356.871
–
153,89
31,63
77,10
TRAFFICO PORTI E PASSEGGERI
(da gennaio a dicembre 2005)
porti
aeroporti
totali
2004
2005
5.521.282
4.881.403
10.402.685
5.795.650
5.123.317
10.918.967
differenza
in cifre
percentuale
274.368
241.914
516.282
4,97
4,96
4,96
TRAFFICO PORTI
(da gennaio a dicembre 2005)
Cagliari
Olbia
Golfo Aranci
Porto Torres
Arbatax
totali
2004
2005
467.620
2.862.401
1.040.962
1.065.293
85.006
5.521.282
408.238
3.267.572
1.042.236
993.837
83.767
5.795.650
differenza
in cifre
percentuale
-59.382
405.171
1.274
-71.456
-1.239
274.368
-12,70
14,15
0,12
-6,71
-1,46
4,97
TRAFFICO AEROPORTI
(da gennaio a dicembre 2005)
Cagliari
Olbia
Alghero
Arbatax
totali
2004
2005
2.279.094
1.561.980
997.674
42.655
4.881.403
2.351.061
1.642.171
1.078.724
51.361
5.123.317
prossimo, ricalcando quella precedente, ma tenendo conto della
paurosa lievitazione del prezzo
del gasolio, che dal 2000 è aumentato addirittura del 600 per
cento. In soldoni questo comporterà, per i passeggeri, un esborso
di cinque o sei euro in più a biglietto. «Inevitabile – dice
Broccia – perché questa continuità non ha un soldo di sostegno, da parte del governo di
Roma, fin dal 2004».
Più complessa, invece, la vicenda del secondo “lotto” di
collegamenti. Per l’errore formale di cui si è detto, i tempi si
sono dilatati, e non è prevedibile ipotizzare quando saranno
completati. L’assessore è ottimista, e prevede una definitiva
conclusione della vicenda a
maggio, dopo la firma del decreto e i trenta giorni necessari per
l’espletamento delle aste. Da
sottolineare, comunque, che per
questo “pacchetto” ci sono già
disponibili 15 milioni di euro:
la somma verrà ripartita, a seconda delle distanze, fra le compagnie che praticheranno il
prezzo più basso per biglietto
differenza
in cifre
percentuale
71.967
80.191
81.050
8.706
241.914
3,16
5,13
8,12
20,41
4,96
(per esempio: 2.800 milioni per
la società che coprirà, a prezzo
dibattuto, la tratta Cagliari-Bologna). È un business che fa
gola, perciò è lecito aspettarsi, a
gara conclusa, una battaglia di
carte bollate, che potrebbe far
ulteriormente scivolare i tempi
di attuazione.
L’opposizione in Consiglio
regionale (non va sottovalutato
il fatto che il rinvio del completo decollo della continuità cade
in piena campagna elettorale) è
fortemente critica: le dà voce,
con la consueta pacatezza e serenità, il capogruppo di Forza
Italia Giorgio La Spisa: «Per un
errore o per un altro – dice –
queste tariffe sono sempre appese a un filo. Alla base dei ritardi,
comunque, c’è un errore di fondo, quello di aver voluto accorpare in blocchi le rotte, e questo
nonostante i suggerimenti dello
stesso ds Attili, membro dell’Enac: il fatto comporta che
una tratta può essere vantaggiosa per un vettore e altre meno. La
conflittualità con lo Stato per le
risorse dirottate, poi, è un falso
problema. La verità è che si ri-
schia di scivolare in un regime
di monopolio a favore di qualche compagnia, mentre noi abbiamo sempre sostenuto la necessità di privilegiare la concorrenza».
Comunque, continuità o no, i
passeggeri che arrivano o partono dagli aeroporti sardi sono in
consistente aumento: lo scorso
anno quello di Cagliari ha registrato, rispetto al 2004, un incremento del 3,16 per cento, quello
di Olbia del 5,13 per cento, quello di Alghero dell’8,12 per cento. Cinque milioni 123.317 passeggeri per tratta contro i quattro milioni 881.403 dell’anno
precedente. L’aereo, in sostanza,
è il mezzo di trasporto preferito
da sardi e da villeggianti, e questo grazie anche ai voli low cost,
che hanno avuto un incremento
da boom: nel 2005 il 77,1 per
cento in più rispetto all’anno
precedente.
I voli a basso costo, un successo senza precedenti. Un grande
vantaggio, per chi ne sa approfittare e che non si addicono a
chi fa il biglietto “last minute”,
perché, in questo caso, paga l’alta tariffa completa. Per poter
usufruire delle agevolazioni bisogna perciò prenotare con largo anticipo. È un rischio da correre. Nel caso di impossibilità
sopravvenuta si rischia di perdere i soldi (pochi euro) versati,
ma se si rispetta l’impegno il
vantaggio è enorme. «Con questo sistema – dice l’assessore
Broccia – è possibile raggiungere Londra da tutti e tre gli aeroporti italiani, mentre dal 1 giugno decolleranno i voli Meridiana tra Cagliari e Parigi e, ancor prima, quelli per Monaco,
Stoccarda e Colonia». Il costo
del volo (cinque volte la settimana) da e per l’aeroporto Charles De Gaulle, il più importante
della capitale francese, oscilla
tra un minimo di 9 euro a un
massimo di 179, a seconda dei
tempi di prenotazione: ovviamente onerose tasse aeroportuali, come sempre, escluse.
I servizi per tre delle principali
città della Germania saranno assicurati, dal 30 marzo dal 29 ottobre, dalla Hapag Lloyd, una
consociata Meridiana: per ogni
destinazione, tre voli settimanali a costi dibattuti, da un minimo
di 20 euro a un massimo di 80.
Non c’è dubbio: l’Europa adesso
è più vicina, ma ancora tanto bisognerà fare, se non altro per allargare a tutto l’anno, e non solo
in coincidenza con i Mondiali di
calcio, il ventaglio delle offerte.
Ma se l’aereo è il mezzo di collegamento preferito dai viaggiatori in entrata o in uscita dalla
Sardegna, anche le linee marittime hanno una loro precisa funzione, e nel 2005 hanno registrato un traffico superiore del quasi
cinque per cento rispetto all’anno precedente. Merito della linea da e per Olbia, che segna un
incremento di passeggeri del
14,15 per cento. In calo, invece, i
movimenti nei porti di Cagliari
(meno 12,70 per cento), di Porto
Torres (meno 6.71 per cento) e di
Arbatax (meno 1,46 per cento).
Qual è la situazione attuale? È
ottimale nel porto di Olbia, dove
operano navi di recente costruzione e dove la concorrenza è dinamica e efficace (la Moby lines
fa pagare un euro il trasporto di
un’auto al seguito); è buona nei
collegamenti tra Porto Torres e
Genova, è un inferno nelle linee
in partenza o in arrivo a Cagliari.
Qui persiste il monopolio della
Tirrenia, e un viaggio per Civitavecchia dura ben 14 ore e mezza,
due volte la settimana, con lo
scalo a Arbatax, addirittura oltre
16 ore. Le altre compagnie si tengono alla larga, perché la troppo
lunga percorrenza non rende remunerativo, per l’alto costo del
gasolio, l’investimento.
E le merci? Quando la sospirata continuità territoriale? «Di
fatto c’è già – risponde l’assessore Sandro Broccia – perché
viaggiare per mare costa molto
meno del trasporto su terra. Certo, i carichi che devono partire
dalla Sardegna meridionale devono essere trasportati a Olbia o
a Porto Torres, e questo fa inesorabilmente lievitare i costi. Da
sottolineare che nel quadriennio 2000-2003 erano stati stanziati 30 miliardi dal governo e
15 dalla Regione per la continuità territoriale via mare. Questi fondi non sono mai stati utilizzati. È evidente che, dal 2005,
lo Stato ha sospeso il finanziamento, e la Regione non ha potuto che adeguarsi».
È noto che le compagnie concorrenti lamentano il fatto che la
compagnia di navigazione pubblica abbia consistenti sovvenzioni dallo Stato. La loro battaglia sta per essere coronata dal
successo: già quest’anno la Finanziaria ha tagliato di 50 miliardi il finanziamento, mentre,
dopo la censura della CE, nel
2008 la convenzione Stato-Tirrenia è destinata inesorabilmente
a cadere. Solo allora, forse, migliorerà la situazione anche nel
porto di Cagliari.
10 • A
PRILE
Attualità
2006
PREVIDENZA
PREVIDENZA
In provincia di Cagliari
un quarto
della popolazione
ha una pensione Inps
C
irca un quarto delle popolazione dell’attuale provincia di Cagliari ha beneficiato, nel 2005, di una pensione
erogata dall’Inps. Nel corso dell’anno, i pensionati sono cresciuti
di 5.300 unità. I dati sono stati resi
noti nel corso si una conferenza
stampa del direttore provinciale
dell’Istituto, Francesco Severino,
che ha illustrato il bilancio dell’attività dello scorso anno.
L’Inps di Cagliari e del Medio
Campidano ha registrato entrate
contributive per 706 milioni di
euro, circa 26.000.000 di euro in
più rispetto al 2004, di cui 454
milioni di euro versati dalle
aziende con dipendenti, 78 milioni di euro versati dai lavoratori
autonomi (artigiani e commercianti), 26 milioni di euro versati
dai lavoratori parasubordinati, 20
milioni di euro versati dai lavoratori agricoli autonomi. In aumento anche il numero dei co.co.co e
co.co.pro: nel 2005 le entrate da
contributi per questa categoria di
lavoratori sono aumentate di
1.200.000 euro.
Crescono anche i “beneficiari”
dell’indennità di disoccupazione,
alla quale si ha diritto quando si
perde il posto di lavoro: sono state accolte 16.457 domande, quasi il 10% in più rispetto al 2004,
dopo due anni di relativa stabilità. In costante calo il dato delle
domande relative all’indennità di
disoccupazione dei lavoratori
agricoli.
Le domande di Cassa Integrazione Guadagni pervenute nel
2005 sono state 5.474, per la
maggior parte relative al settore
dell’edilizia, con un incremento
del 30% rispetto all’anno precedente. Nel corso del 2005 sono
state liquidate 11.018 invalidità
civili, anche grazie allo snellimento delle procedure derivante
dal passaggio delle competenze
dalla Regione all’Inps, avvenuto
nel maggio 2005.
Tra le principali novità del
2005 vi è l’attuazione del Documento Unico di Regolarità Contributiva (Durc), strumento fondamentale nella lotta al lavoro
nero e all’evasione contributiva.
Il documento rilasciato da Inps,
Inail e Casse Edili è indispensabile per la partecipazione a
qualsiasi appalto pubblico e per i
lavori di edilizia privata. La presenza del Durc consente di eliminare dal mercato del lavoro le imprese irregolari, che rappresentano
da sempre dei concorrenti sleali.
Nel corso del 2005 sono state
rilasciate 3.443 certificazioni di
regolarità contributiva e si prevede che nel 2006, grazie alle innovazioni legislative in materia, le
certificazioni rilasciate saranno
più di 10.000.
Nell’ambito della lotta all’evasione e al lavoro nero si inquadra
anche l’attività di vigilanza degli
ispettori Inps. Nel corso del 2005
sono state effettuate 757 ispezioni, specie nell’intento di individuare attività di commerciante
svolta da soggetti non iscritti all’Inps. In oltre il 90% dei casi si
sono riscontrate irregolarità di
vario tipo. Gli accertamenti effettuati genereranno a favore dell’Inps obblighi contributivi per
11.030.000 euro circa.
SANITÀ
Diagnosi precoce
per sconfiggere
il tumore all'utero
L
a salute delle donne inizia
con la prevenzione. Il messaggio arriva dall’incontro
organizzato a Cagliari dall’assessorato regionale alla Sanità
per presentare il progetto di screening oncologico avviato nell’isola
e considerato “obiettivo di sistema” nella proposta di Piano sanitario regionale. In particolare, i risultati a livello nazionale hanno dimostrato che la diagnosi precoce
incide fino al 90% sulla riduzione
dei tumori femminili a fronte però
di un controllo effettuato con regolarità ogni 3 anni. Dal 1992 al
2002, in Sardegna, 288 donne sono
morte per tumori dell’utero.
“Potevano essere morti evitabili con una diagnosi precoce”,
ha sottolineato l’assessore Nerina Dirindin aprendo i lavori dell’incontro nel quale sono stati
anche illustrati i primi dati sul-
l’attività del programma di screening dei tumori cervicali avviato dall’Asl 8 all’inizio del
2005. Su 143.709 donne tra i 25 e
i 64 anni, residenti nel territorio
di competenza dell’azienda sanitaria, la prima fase di attività ha
considerato un monitoraggio su
un campione di 47.000 donne. La
percentuale di risposta alla proposta di screening gratuita è stata del 20% contro il 55,8% rilevato, nel 2004, nel resto d’Italia.
All’invito dello staff del centro
di prevenzione oncologica hanno
sinora risposto, tra primi contatti
e adesioni spontanee, 20.000
donne. Grazie ai controlli effettuati dai medici del centro, alle
68 donne alle quali è stato diagnosticato un principio di tumore, la diagnosi precoce ha consentito di frenare lo sviluppo della malattia.
Aumentate le indennità
della disoccupazione
e della mobilità 2006
di Giuseppe Foti
I
l mondo del lavoro ha sempre
dato grande importanza ai cosiddetti ammortizzatori sociali che hanno permesso di garantire a tutti i lavoratori adeguate
provvidenze nel momento in cui
l’impiego, per svariati motivi, è
diminuito se non addirittura terminato. Negli ultimi anni, con le
indennità di disoccupazione e
mobilità il Governo ha, in un certo qual senso, sopperito alle difficoltà che non hanno permesso
di varare una vera e propria politica occupazionale. Anche se è
indubbio che le prestazioni a sostegno del reddito non possono
minimamente sopperire alla retribuzione derivante da una occupazione stabile ciò non di meno è
da riconoscere che l’aumento degli importi erogati può diminuire
il disagio che tante famiglie sono
costrette a vivere.
Gli aumenti del 2006. Così
come per il passato, anche per il
2006 gli ammortizzatori sociali
hanno subito un aumento. Le
nuove misure dell’indennità di
cassa integrazione, mobilità, disoccupazione e dell’assegno dovuto ai lavoratori socialmente
utili sono stati riportati dall’INPS nella circolare 21 del 13
febbraio 2006. L’adeguamento è
fissato nella misura dell’80%
dell’aumento attuato a seguito
della variazione annuale dell’indice ISTAT per i prezzi al consumo.
Integrazione Salariale. I nuovi importi massimi mensili dei
trattamenti di integrazione salariale sono: per il settore industriale in genere 830,77 euro lordi che, al netto del contributo fissato per gli apprendisti, calano a
784,75; per il settore edile e lapideo 996,92 euro lordi corrispondenti a 941,69 netti. Tali importi
vengono garantiti nel caso in cui
gli interessati non superino il limite di retribuzione che, per il
2006, è fissato in 1.797,31 euro.
Nel caso di retribuzioni superiori gli importi dell’integrazione
salariale aumentano rispettivamente a 998,50 euro lordi, pari a
943,18 euro netti e a 1.198,20
lordi, corrispondenti a 1.131,82
euro netti, nel caso del settore
edile e lapideo.
Indennità di mobilità e disoccupazione edilizia. Per i licenziamenti successivi al 31 dicembre 2005 i nuovi importi
massimi mensili dell’indennità
di mobilità passano a 830,77
euro e a 998,50 euro a seconda
che superino o meno il massimale di reddito di 1.797,31 euro.
Gli stessi importi, al netto del
contributi previsto per il personale apprendista, scendono a
784,75 euro e a 943,18 euro. La
stessa misura vale anche per i
lavoratori che hanno diritto al
trattamento speciale di disoccupazione per l’edilizia.
Disoccupazione. Questo è il
settore che, sicuramente, negli
ultimi anni ha subito le maggio-
ri modifiche. Infatti, dal riconoscimento di una disoccupazione
dovuta sia al licenziamento sia a
dimissioni volontarie del lavoratore, si è passati ad un’unica forma: quella del licenziamento.
L’importo massimo mensile dell’indennità ordinaria di disoccupazione non agricola con requisiti normali aumenta, dal 1 gennaio 2006, a 830,77 euro nei casi
normali e a 998,50 euro nel caso
in cui la retribuzione superi il
massimo reddito sopra citato.
Per quanto riguarda, invece,
l’indennità di disoccupazione
ordinaria con requisiti ridotto,
destinata ai lavoratori precari e a
quella agricola con requisiti normali e ridotti l’importo da pagare, riferito all’attività svolta nel
corso del 2005, è rispettivamente di 819,62 euro e 985,10 euro a
seconda che non si superi o
meno il reddito massimo.
Lavori socialmente utili e lavori di pubblica utilità. Anche
l’assegno previsto per i lavoratori impegnati in attività socialmente utili aumenta dal 1 gennaio del 2006. Il nuovo importo è
fissato in 495,98 euro. Invariato,
invece, l’assegno concesso agli
eventuali lavoratori ancora impe-
gnati in progetti di pubblica utilità che, pertanto, resta fissato in
413,16 euro mensili.
Gli accordi in regime di convenzione. L’attuale crisi occupazionale rende sempre più frequenti i trasferimenti dei lavoratori italiani all’estero in cerca di
lavoro. In materia di disoccupazione esistono particolari accordi
in base ai quali lo stato ove interessato rimane disoccupato può
avere diritto alla disoccupazione
in base alla legislazione di quel
paese ove ha lavorato. In pratica
l’emigrato in Francia, Germania
ecc. che hanno perso il lavoro in
qui Paesi e che quindi rientrano
in Italia possono avere diritto all’indennità di disoccupazione liquidata dall’Italia. In tal caso gli
importi corrisposti sono identici
a quelli previsti per i lavoratori
residenti sul territorio nazionale.
Per quanto riguarda invece la
mobilità e l’integrazione salariale queste prestazioni vengono
corrisposte solo esclusivamente
nel nostro Paese. Per cui se un ex
lavoratore italiano che percepisce le prestazioni indicate e che
dovesse trasferirsi all’estero perderebbe automaticamente il diritto al pagamento.
L'angolo della posta
Pensionato di guerra
Un mio caro parente ha compiuto
ottanta anni e risiede in Francia da
oltre settanta anni. In quel Paese
gli è stata liquidata la pensione
quale grande invalido di guerra ex
combattente per la Francia. Se
rientra in Sardegna, considerando
che ha sempre mantenuto la nazionalità italiana, potrà continuare a percepire quella pensione con
i relativi benefici?
Bruno Fatteri – Quartu S.E.
In base al principio sancito
dalle convenzioni internazionali
in materia di pensioni fra i Paesi
dell’Unione Europea vige il principio secondo il quale la pensione può essere trasferita nel Paese in cui il pensionato intende
trasferire la propria residenza.
Tale principio dovrebbe valere
anche per le pensioni di guerra
che garantiscono all’interessato
non solo un importo seppur minimo, quanto soprattutto determinati benefici derivanti dall’essere un ex combattente e grande invalido. La direzione provinciale
delle pensioni di guerra, a Cagliari, è del parere che il suo parente dovrebbe rientrare in questa normativa. Essendo però il
suo quesito il primo del genere, il
funzionario preposto le consiglia
di chiedere conferma alla Direzione generale delle pensioni di
guerra, Via Casilina 3 – Roma.
La pensione in Italia
Sono figlia di padre sardo emigrato in Argentina, sono vedova
e ho 66 anni. Gradirei sapere se
ho la possibilità di ricevere una
pensione da parte della Regione
viste le mie precarie condizioni
economiche.
Adelma Carta
(richiesta pervenuta via e-mail)
La sua richiesta è troppo generica. Comunque mi pare di capire che lei, essendo nata in Argentina abbia anche la nazionalità di quel Paese a tutti gli effetti. Ciò comporterebbe l’impossibilità di contributi da parte dell’Italia. Le consiglio comunque
di rivolgersi al Consolato italiano, sempre che ovviamente lei,
tramite suo padre, abbia ancora
contatti con il nostro Paese.
Lavoratori prigionieri
in Germania
Ho da poco sentito parlare di un
rimborso per i prigionieri lavoratori in Germania nell’ultima
guerra che spetterebbe agli eredi
nel caso in cui il titolare sia deceduto. Mi può dare qualche informazione?
S. Di Stefano (Carbonia)
Questa rubrica tratta si di problemi previdenziali e del lavoro
che possono coinvolgere i nostri
emigrati all’estero, ma non è in
grado di risolvere quesiti su norme di un altro Paese non applicabili in Italia. Le consiglio di rivolgersi ad un ente di patronato
che ha uffici in Germania. Forse
riuscirà ad avere qualche utile
informazione.
Attualità
APRILE 2006 •
11
SANITA'
L
Tutti insieme
contro il favismo
’Associazione Nazionale per la lotta contro la malattia emolitica da deficit di G6PD - (ALCMED) in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, l’Università di Genova e l’Ospedale San Francesco di Nuoro, ha realizzato un opuscolo dal titolo “TUTTI INSIEME CONTRO IL FAVISMO”.
Particolarmente impegnata in questa battaglia di sensibilizzazione, per salvare vite umane, è la presidente dell’ALCMED, Pasqualina Mereu, originaria di Orotelli, che vive da mo,ti anni a Roma. Con la
caparbietà e la testardaggine dei sardi non si stanca di bussare a tutte le porte perché ci sia più informazione, anche tra i medici, sul favismo, affinché si eviti di prescrivere farmaci che potrebbero avere conseguenze terribili in quanto per i fabici sono veri e propri veleni.
La pubblicazione, di facile consultazione, si rivolge in modo particolare ai cittadini ai quali fornisce ,
con termini di facile comprensione, notizie utili su che cosa è il favismo, sulla sua sintomatologia e terapia, ed una serie di consigli rivolti ai familiari dei portatori di questa forma di anemia.
Completano l’opuscolo un riquadro sui farmaci che devono essere evitati da persone con deficit di G6PD
ed una serie di tabelle con principi attivi che provocano (o sono stati segnalati come possibili cause) emolisi nei soggetti a rischio.
Il piccolo manuale si conclude con l’invito ai medici e ai farmacisti di affiggere, negli studi e al pubblico, le parti esterne della copertina al fine di rendere fruibili, ad un maggior numero di persone, i riferimenti delle due Associazioni promotrici dell’iniziativa.
Il test Quantitativo per il favismo
consente di individuare sia la carenza quasi totale dell’enzima
G6PD (più frequente nei soggetti di sesso maschile che nei soggetti di sesso femminile), sia la
carenza parziale, di entità variabile che può incontrarsi nei soggetti di sesso femminile.
Per ragioni non ancora ben conosciute la crisi può colpire il
soggetto predisposto anche dopo
anni di ingestione di fave senza
conseguenze.
Il fatto di aver mangiato fave
più volte senza danno non dimostra, quindi, di non essere predisposti al favismo.
Il favismo dunque è una condizione ereditaria che può determinare una grave anemia acuta
quando un individuo predisposto:
o ingerisce fave fresche o secche, crude o cotte; o assume alcuni farmaci (vedere elenco allegato); o aspira vapori di naftalina; è
colpito da un’infezione batterica
o virale.
Il favismo è una anemia emolitica provocata dall’ingestione di
fave o farmaci da parte di soggetti predisposti a causa di un deficit enzimatico ereditario.
La malattia è dovuta alla carenza nei globuli rossi di un enzima
chiamato GLUCOSIO-6FOSFATO DEIDROGENASI o G6PD.
Alcune sostanze contenute nelle fave e in alcuni farmaci distruggono rapidamente i globuli
rossi, determinando i sintomi caratteristici della malattia: impallidimento progressivo accompagnato da debolezza, dalla comparsa di urine scure e a volte febbre.
Evitare la crisi emolifica di favismo è possibile e doveroso.
Come? Eliminando sia il consumo delle fave (fresche o secche,
crude o cotte) sia l’assunzione
dei farmaci vietati da parte dei
soggetti predisposti alla malattia.
Per il resto, il deficit dI G6PD
non comporta alcun disturbo e
consente una vita perfettamente
normale.
Sintomatologia
Segni di malattia compaiono a distanza di 12 - 48 ore dall’esposizione del soggetto alle sostanze
tossiche.
La síntomatologia, di gravità
variabile in base all’entità della
distruzione dei globuli rossi, è
costituita da: Pallore cutaneo e
mucoso; spossatezza - stanchezza generale; urine scure; ittero;
dolori lombari; nausea e vomito;
vertigini.
L’emoglobinuria (passaggio di
emoglobina nelle urine) può, accompagnarsi a un danno renale,
che quasi sempre è reversibile.
L’anemia può essere tanto grave
da richiedere una o più trasfusioni, specialmente nei bambini.
Terapia
La trasfusione di sangue, quando
necessaria, rappresenta al momento attuale l’unica terapia. Nei
casi meno gravi è sufficiente assicurare una buona diuresi per
evitare i danni renali che possono
associarsi all’emoglobinuria.
Consigli
per i familiari
Le malattie ereditarie si trasmettono, dai genitori ai figli, attraverso i cromosomi, una metà dei
quali proviene dalla madre e l’altra metà dal padre. La carenza di
G6PD dei globuli rossi, e quindi
la predisposizione al favismo è
ereditaria e si trasmette attraverso il cromosoma X.
Il maschio è dotato di un cromosoma X (pervenutogli dalla
madre) e di uno Y (pervenutogli
dal padre) quindi il maschio è
XY.
La femmina è dotata di due
cromosomi X (che le sono pervenuti uno dal padre e uno dalla
madre) quindi la femmina è XX.
Nello schema seguente indichiamo con X° il cromosoma
portatore della predisposizione al
favismo.
Sulla base delle leggi genetiche possiamo affermare che:
- se un maschio è carente
(X°Y): (elevato rischio di crisi
emolitica), la madre non può essere normale (o è totalmente carente X°X° o intermedia X°X)
- se una femmina è totalmente
carente (X°X°): (elevato rischio
di crisi emolitica), ambedue i genitori sono predisposti al favismo
(il padre è sicuramente X°Y e la
madre X°X o X°X°)
- se una femmina è intermedia
(X°X): (possibile rischio di
crisi emolitica),
uno dei genitori
è obbligatoriamente carente e
quindi predisposto (la X°
può provenire
dal padre X°Y o
dalla
madre
X°X o X°X°).
È obbligatoriamente predisposto al favismo (X°Y) il figlio
di una madre totalmente carente
(X°X°).
Può esserlo (e deve quindi essere esaminato) il figlio di una
madre intermedia (X°X).
È obbligatoriamente predisposta al fauvismo la figlia di un padre carente (X°Y) e di una madre
totalmente carente (X°X°), può
esserlo la figlia di una madre intermedia (X°X).
Controllare sempre la composizione del farmaco prima di assumerlo: il medico ed il farmacista potranno aiutarvi.
Il favismo fa parte delle malattie rare per le quali è prevista
l’esenzione dalla partecipazione
al costo per patologia. (Codice
esenzione RDG010).
Ecco un elenco di farmaci di
uso relativamente comune che
devono essere evitati da persone
con deficit di G6PD.
Farmaci che comportano rischio certo di attacco emolitico:
• Dapsone
• Blu di metilene
• Nitrofurantoina
• Primachina
• Ciprofloxacin, norfloxacin,
ofloxacin, acido nalidixico e Cotrimoxazolo
Farmaci che comportano possibile rischio di attacco emolitico
• Aspirina ad alte dosi
• Clorochina
• Menadione
• Probenecid
• Chinidina
• Chinina
Ulteriori informazioni si potranno avere dalla:
- ALCMED (Associazione Nazionale per la lotta contro la malattia emolitica da deficit di
G6PD)
C/o Municipio XIII - Torre 1°
Piano – Largo del Capelvenere
21 – 00126 ROMA
tel. 06. 5235.8889 – e-mail
[email protected]
- Cittadinanza attiva - Tribunale per i Diritti del Malato – Via
Flaminia 53 – 00196 ROMA
tel. 06.367181 – fax 06.3678333
INTERNET
la Sardegna nel Web
a cura di Andrea Mameli
Una nuova rubrica dedicata alle informazioni sull'Isola
reperibili in Internet
Un sito per ricordare
Tiziana
Un sito per ricordare Tiziana
Un sito Internet può servire anche per mantenere vivo il ricordo di
una persona della quale non si voglia dimenticare l’esempio. È il
caso del portale allestito dall’Associazione “Cultura & Solidarietà
ricordando Tiziana”, che da due anni bandisce un concorso di poesia il cui ricavato finanzia attività benefiche e si prefigge di diffondere la cultura della solidarietà anche attraverso concorsi letterari
anche tra i giovani e nelle scuole, a tutti i Sardi in ogni parte del
Mondo. Il tutto nella memoria di Tiziana, scomparsa a 25 anni nel
2004, generosa, disponibile, ma che non esitava a essere critica nei
riguardi delle istituzioni poco impegnate nella lotta all’emarginazione.
Nel 2005 l’associazione ha contribuito alla realizzazione di una
scuola in Ciad. Quest’anno le iscrizioni al premio letterario hanno
permesso di intervenire in favore di pazienti (e loro parenti) dell’ospedale oncologico di Cagliari.
http://www.ricordandotiziana.it/
Sardi Dentro.Com
Il BLOG è un sito che offre a tutti utenti la possibilità di intervenire attivamente un proprio testo in completa autonomia. La sua utilità si apprezza in quelle situazioni in cui il sito deve poter essere
soggetto a continui cambiamenti e quando la comunità a cui si rivolge è molto affiatata o accomunata da interessi, ideali e obiettivi. Il Blog Sardi Dentro.com offre spazio a sardi residenti nella
Penisola e all’estero desiderosi di raccontare la loro esperienza.
Facile da usare, presenta i contenuti in ordine cronologico e viene
aggiornato spesso.
http://sardidentro.blogspot.com/
Isola di Paradiso
Foto, itinerari, eventi, ricette, trasporti, schede su musei
e monumenti (con preziose
informazioni su orari di
apertura e prezzi), un forum
(con discussioni libere su
gastronomia, libri, vacanze)
e notizie su alberghi, bed
and breakfast, agriturismi.
www.paradisola.it
Le foto di Maddanu
Le immagini della Sardegna presentate da Massimilianu Maddanu
nel suo sito sono di quelle che emozionano: per la bellezza dei soggetti (paesaggi, persone, grotte, scogliere, calette, rocce, tramonti)
e per la bravura del fotografo.
www.maxmad.it
Il primo sito dedicato alla Sardegna
Quando nacque, nel 1995, Sardegna.com era il primo sito web dedicato alla Sardegna con l’intento di informare e di proporre offerte turistiche. Da allora l’archivio fotografico e le informazioni sull’Isola sono cresciuti ed è stato sviluppato un ottimo servizio Meteo aggiornato quotidianamente.
www.sardegna.com
Le Sardegne
Forti della convinzione che non c’è solo una Sardegna, ma diverse
Sardigne, gli ideatori di questo sito presentano contenuti di archeologia, tradizioni, artigianato, enogastronomia e ambiente dell’Isola: saperi e sapori con profonde radici nella storia. ETV, ovvero:
Esperienze Turistiche Locali. In altre parole opportunità per conoscere la Sardegna più vera, non solo d’estate e non solo in prossimità del mare. www.sardegne.com
12 • A
PRILE
M
i chiamo Pietro Uleri,
sono nativo di Paulilatino e vivo in Inghilterra
dal 1951. Sino all’aprile del 1955
sono stato occupato dalla
“N.C.B” come operaio sulle miniere di carbone. Lavoravo in superficie da fochista alle caldaie e
poi in galleria sia alla manutenzione dei pozzi sia all’estrazione
dei carbone con picco e pala. Alla
fine del contratto sono andato a
lavorare in sartoria come giacchetoio. Di entrambi i periodi lavorativi potrei dire tante cose sui
sistemi sindacali e padronali inglesi; ma per me restano due
esperienze molto utili che mi
hanno reso indipendente e mi
hanno permesso sia il mantenimento della casa e, forse, anche il
miglioramento della capacità sartoriale.
Questo mio scritto è in riferimento al commento della signora
Iolanda Cabuterra nella pagina
10 del numero di Gennaio 2006,
riguardante il sistema scolastico
tedesco.
Io negli anni Sessanta e Settanta ho avuto una simile esperienza
con i miei figli Peter e Giovanni.
In Inghilterra le scuole secondarie sono indirizzate per la maggior parte a sfornare lavoratori
manuali per le fabbriche e, in misura minore per l’istruzione accademica. Negli anni Sessanta/
Settanta avevo sentito un’intervista dell’allora ministro dell’Istruzione inglese, conservatore (Quintin Hoog) che diceva
come funzionava il sistema scolastico inglese onde mantenere le
classi sociali separate. Questa
nazione, diceva lui, è sempre vissuta dall’esportazione di macchinari di tutti i tipi. e per fare questi lavori gli operai devono avere
un’intelligenza superiore per il
progresso dell’industria di qualsiasi ramo. Nelle fabbriche il
manager con il capo reparto e gli
operai specializzati mandano
avanti tutte le produzioni.
Mio figlio Peter mentre frequentava la prima elementare,
nonostante il lavoro degli insegnanti, ci siamo accorti che
avrebbe potuto fare meglio. Allo-
U
Speciale Emigrazione
2006
n altro prestigioso riconoscimento è stato assegnato
al Dr. Franco Columbu di
Ollolai. Il Governatore della California Arnold Schwarzenegger ha
nominato il suo amico e partner
sportivo Ufficiale dello “State Board of Chiropractic Examiners”.
L’Ordine Statale dei Chiropratici è
preposto ad assegnare le licenze
per i Dottori in Chiropratica e monitorare tutte le pratiche mediche
svolte nello Stato.
Il 64enne Francesco “Franco”
Columbu, vincitore per ben due
volte del titolo Mr. Olympia, ed
una volta di quello di Mr. Universo e Mr. Mondo, ha costellato di
veri trionfi la sua invidiabile carriera sportiva nel bodybuilding
professionistico. A quel tempo
Columbu si allenava e preparava
atleticamente con
lo
stesso
Schwarzenegger, anch’egli incontrastato campione di bodybuilding
degli anni ’70. Columbu, Repubblicano, esercita la professione di
Chiropratico sin dal 1977 e possiede un centro di cura e terapie nel
cuore a Los Angeles. Columbu,
oltre che affermato dottore in Chiropratica, ha un Ph. D. in Nutrizione ed è un grande esperto in Medicina dello Sport e Kinesiologia.
Un altro meritatissimo successo, quindi, per Franco Columbu, l’inimitabile campione di bodybuilding e di sollevamento pesi
L'istruzione in Inghilterra
testimonianza
di un sardo emigrato
Pubblichiamo il racconto sul sistema scolastico britannico
che ci ha mandato Pietro Uleri da Manchester
ra per sfuggire dalla rete di cui
parlava il Ministro Hoog, abbiamo deciso di mandarlo a scuola
privata, dalle suore, al “Hollis
Convent”. Ma la nostra richiesta
venne rigettata con la scusa che
non avevano posto. Ma noi sapevamo che i posti erano riservati
alla classe media superiore. Per
noi fu un grande disappunto.
Però io non mi sono arreso. Facendo il sarto avevo conosciuto
un cliente che nella città di Manchester aveva una certa influenza, e mentre gli facevo la prova di
un vestito mi lamentai per la discriminazione. Mentre se ne andava mi disse: “vedrò se posso
fare qualcosa”. Qualche ora più
tardi mi telefonò mia moglie
Franca per dirmi che aveva appena finito di parlare con Sister
Dolores (la preside del convento)
che voleva parlare con noi perché
c’era stata una cancellazione e
avevano deciso di dare il posto a
Peter. Il giorno seguente siamo
stati a colloquio con Sister Dolores e da quel giorno lei ci ha preso in simpatia. Con lei abbiamo
mantenuto sempre un gradevole
rapporto sino alla sua morte.
Dall’“Hollis Convent” Peter e
Giovanni sono passati al Saxerian College per gli ultimi tre
anni delle elementari. Peter dopo
gli esami del “eleven plus” è passato alla Grammar-School sempre nello stesso collegio. L’anno
dopo era il turno di Giovanni. Superati gli esami venne assegnato
al Saint Gregorys Grammar-School. Ho chiesto alle Autorità
perché non fosse stato assegnato
alla scuola del fratello. Mi fu risposto che era per mancanza di
posti e che la Saint Gregorys era
una scuola buona quanto il Saxerian. Ma io sapevo benissimo che
la parola Grammar la usavano
per abbindolare genitori e alunni.
Per quattro anni informavano i
genitori della buona qualità dei
loro figli, ma piano piano li condizionavano a credere che a costoro mancava qualcosa per seguire un corso accademico. Giovanni ha passato quattro anni di
tortura. Gli insegnanti mi dicevano che Giovanni andava molto
bene perché era sempre fra i primi della classe. Ma quando si avvicinava il periodo degli esami
(O. Levels) mi portarono una lista delle materie che Giovanni
doveva scegliere da studiare nelle scuole superiori per gli A-Levels, pre-universitari.
In quelle liste vi erano più materie artigianali che professionali. Giovanni con il mio aiuto ha
scelto quattro argomenti professionali.
Ilgiorno seguente io eGiovanni siamo andati ad incontrare i
professori, come dovuto dalla
prassi scolastica.
Il preside, appena mi ha visto,
mi ha accolto sorridente e complimentoso ma quando ha visto il
foglio contenente la scelta delle
quattro materie, ha cambiato faccia e in tono arrogante mi disse
che non avevo seguito la formula giusta, che avevo sbagliato
nelle scelte degli argomenti e di
conseguenza spettava a lui di fare
la scelta per Giovanni. Io con cal-
ma gli chiesi la cortesia di mostrarmi dove avevo sbagliato.
Allora si è irritato e mi ha detto
che se tutti i genitori fossero stati come me nelle fabbriche a lavorare non ci andrebbe più nessuno. E cosi ci siamo lasciati.
Mi avvicinai a parlare con l’insegnante di matematica che mi ha
fatto i soliti complimenti per
Giovanni molto bravo, che era al
sesto posto della classe. Allora
gli chiesi come funzionano le
percentuali per passare l’esame
di O-Level e lui subito cambiò
tono. Gli si spense il sorriso sulla faccia e mi disse che nessuno
della sua classe poteva passare
l’O Level perché non abbastanza
intelligenti, A casa, Giovanni mi
riferì che quando mi sono allontanato l’insegnante si rivolse a un
suo collega dicendo: “quello
stronzo di genitore, cosa si aspetta da un figlio che non possiede
capacità accademiche”. Non me
lo disse in faccia perché aveva
paura della mia reazione.
Comunque, Giovanni si ammalò ma grazie all’intervento di Sister Dolores, quando si ristabilì
venne trasferito al Collegio dei
Saxeriani raggiungendo il fratello. Per farla breve ha passato gli
esami degli A. Levels con buoni
voti.
Tre anni dopo si è laureato all’università Sheffield e per un
anno è stato eletto presidente del
“Students Unions”, il sindacato
degli studenti di tutto l’Ateneo.
Poi all’Universítà di Londra nel
1990 come Post Graduate ha preso il diploma di Giornalista e tra
USA
Prestigioso riconoscimento
per Franco Columbu
dal governatore della California
L'ex Mister Universo di Ollolai nominato da Arnold
Schwarzenegger Ufficiale degli esaminatori di Stato
per l'Ordine dei chiropratici
i neo diplomati di quell’anno vinse il premio di Miglior Giornalista dell’Anno” della Gran Bretagna. Dall’ora ha fatto sempre il
giornalista investigativo. Alla
BBC 1 e 2 eai canali 3 e 4 della
TV. Ora come freelance fa il produttore e l’editore per la TV al
canale 4 o per qualsiasi canale gli
capiti.
Peter si era laureato ìn Legge
però non ha voluto fare l’avvocato. Ora fa l’Operations Director
di una ditta quotata in Borsa. Mia
figlia Rita si é laureata in Dramma, ma per il momento fa un altro lavoro.
Per poter vivere, ovunque uno
si trovi, prima deve conoscere il
sistema locale.
Io avrei potuto espandere la
sartoria, essendo ben piazzato,
ma Peter e Giovanni hanno scelto gli studi ed io ho fatto del mio
meglio per sostenerli affinché
riuscissero nel loro intento. Ci
sono riusciti, ed oggi siamo felici e uniti.
Nei confronti degli inglesi non
ho alcun rancore. Rispetto sempre il loro sistema di vita e cerco
sempre di essere conciliante e
adattabile al loro modo di vivere.
Mi considero sempre come un
ospite, anche ben gradito perché
il mio contributo alla loro civiltà
lo devo alle mie origini sarde.
Come ha dimostrato il nostro ambasciatore modello Gianfranco
Zola. Gli inglesi lo stimano, non
solo come gran calciatore, ma per
le sue qualità umane, modestia,
intelligenza, rispetto, il vero
“gentleman”.
L’unico rammarico che ho e
quello di non aver potuto tramandare la mia esperienza di buon
sarto, perché a Manchester ero
molto apprezzato. Lo farei ancora gratuitamente a chi fosse interessato.
Nel 1975 dopo la morte di mia
moglie ho dovuto chiudere la sartoria per dedicarmi ai quattro figli, l’ultima, Rita, aveva quattro
anni.
Ora vivo con il primo figlio
Giuseppe, affetto dalla sindrome
di Down. Comunque noi stiamo
tutti bene.
che ha conquistato tutti i più importanti “titoli” ed i principali
“premi” di questa disciplina sportiva.
Columbu – che è un fedele a attento lettore del Messaggero - ha
alle spalle una florida e longeva
carriera anche nel cinema: è infatti apparso in una lunga serie di
film assai conosciuti, come il cult
documentaristico “Uomo d’Acciaio-Pumping Iron”, “Conan il
Barbaro” e “Terminator”, tutti interpretati da Arnold Schwarzenegger. Come produttore, oltre
che il recente “Ancient Warriors”
che ha venduto in tutto il mondo,
Columbu ha realizzato precedentemente “Beretta’s Island”, “Doublecross” e “Circle Man”.
Columbu (che ha in preparazione un film top secret) prenderà
parte al film storico-drammatico,
co-scritto, prodotto e co-diretto da
Caterina Ponti (originaria di Sassari) ispirato e basato sull’ardimentosa storia vera del salvataggio di 10.000 opere d’arte d’inestimabile valore, operato durante
la Seconda Guerra Mondiale dal
Professor Pasquale Rotondi.
Columbu si è allenato e preparato atleticamente con Arnold
Schwarzenegger, con cui è legato
da una profonda amicizia ormai
ultra-quarantennale, sbocciata subito dopo essere emigrato in Germania a metà anni ‘60.
Speciale Emigrazione
D
a ragazza alla pari a giudice delle vertenze pensionistiche – Il pranzo alla
Mansion House ospite del Lord
Mayor di Londra.
“Sono partita dalla Sardegna
da un piccolo villaggio della provincia di Cagliari, Narcao, nel
luglio del 1995 per andare a fare
la ragazza alla pari a Oxford, un
posto bellissimo con tanto verde,
pace e tranquillità”. Comincia
così il racconto di un’esperienza
in emigrazione che ci ha inviato
Giuliana Vacca dall’Inghilterra.
“Le storie dei Sardi che voi pubblicate nel vostro giornale – ha
scritto Giuliana – sono una fonte
di ispirazione, e vorrei anche io
poter condividere con voi l’esperienza della mia vita in Inghilterra”.
Dopo avere perfezionato la conoscenza dell’inglese nel 1998,
Giuliana Vacca si rese conto che
se voleva stare in Inghilterra sarebbe stato molto difficile trovare un lavoro senza una laurea. Si
iscrisse all’Università per seguire un corso di laurea in Business
Management. “Ringrazio i miei
genitori – ha scritto – che da bravi sardi hanno fatto tanti sacrifici per consentirmi di studiare”.
Una volta conseguita la laurea
si è messa in cerca di lavoro. Ma
scoprì che la laurea in se non apre
molte porte. “Notai che la maggior parte degli annunci di lavoro ricercavano personale con conoscenza dei programmi di computer, così mi iscrissi a un corso
di segretaria. Considero quel corso essere stato uno dei migliori
investimenti che abbia mai fatto”. Al termine del corso trovò
lavoro (a tempo determinato) alla
Barclays, come amministratore
alle pensioni integrative.
“Non mi sarei mai sognata – ha
scritto – che il mio primo lavoro
sarebbe stato nel settore delle
pensioni, e in particolare che
avrei trovato questo settore del
mondo finanziario così interessante e appassionante”.
Dopo sei mesi cambiò lavoro e
approfondì la conoscenza degli
schemi delle pensioni che i datori di lavoro offrono ai loro dipen-
I
n occasione del viaggio di
istruzione dal 7 marzo all’11
marzo a Berlino degli allievi
delle ultime due classi del corso
A dell’ indirizzo Socio-Psico-Pedagogico, l’Istituto “M. di Castelvì” di Sassari ha richiesto la
collaborazione e l’intervento del
Circolo Culturale dei Sardi di
Berlino per la mediazione con le
Scuole superiori della città, per la
disponibilità di guide e per un incontro tra ragazzi italiani ed italo-tedeschi all’interno delle proprie strutture.
I contatti organizzativi quotidiani – ci ha segnalato il preside
Luigi Delrio – hanno messo in
evidenza una così particolare e
sentita presenza del presidente
del Circolo, Alberto Musa e di
tutti i membri dell’associazione
per ogni dettaglio del percorso
didattico e di rapporto umano che
oltre al legame di appartenenza
emotiva territoriale è scaturito
anche un Protocollo d’Intesa che
ha legato i due Enti in un rapporto di collaborazione permanente
che potrà prevedere attività progettuali future.
Gli allievi hanno infatti già potuto contare sull’intervento della
prof.ssa Monica Pirisi di Sassari
che insegna Biologia alla Realschule e alla Albert Einstein di
Berlino per la visita alle due
scuole dalle quali, dopo il con-
INGHILTERRA
Giuliana Vacca
determinazione
e perseveranza
Da ragazza alla pari a giudice delle vertenze pensionistiche Il pranzo alla Mansion House ospite del Lord Mayor di Londra
denti e come calcolare i benefici
che i dipendenti ricevono quando
vanno in pensione.
“Ma anche se amavo questo lavoro, perché i calcoli delle pensioni sono molto complessi – ha
scritto Giuliana Vacca – sentivo
che nella mia vita mi sarebbe piaciuto fare un qualcosa per aiutare gli altri”. Così dopo due anni,
approdò al “Financial Ombudsman Service”, un’organizzazione che risolve le dispute tra i
cittadini e le compagnie finanziarie e che obbliga le compagnie finanziarie a pagare una ricompensa a coloro che sono stati imbrogliati, o ai quali sono stati venduti
prodotti troppo rischiosi o inappropriati per le loro necessità.
L’Ombudsman è una organizzazione dove molte persone desiderano lavorare. Anche Giuliana
Vacca aveva questo sogno e per
realizzarlo accettò di iniziare da
una delle posizioni più basse che
loro avessero, quella di amministratore. “Speravo – ha confidato
– che una volta che loro avessero
notato che mi piaceva lavorare
duro, mi avrebbero dato l’opportunità di espletare mansioni per
diventare giudice e risolvere le
dispute sulle pensioni”.
Dopo 9 mesi trascorsi ad aiutare e organizzare gli altri giudici,
si presentò un’opportunità per
diventare giudice nel dipartimento dei mutui, e dopo avere passato un test di comprensione verba-
le e un colloquio di lavoro, Giuliana ebbe l’opportunità di diventare giudice e risolvere le dispute sui mutui .
Dopo aver completato la qualifica di consulente finanziario, il
suo ruolo è progredito e ora è un
giudice nel dipartimento delle
pensioni, e risolve ogni tipo di
disputa sulle pensioni.
“Il mio lavoro – ha scritto – mi
da molte soddisfazioni perché mi
consente di aiutare i pensionati
che hanno sofferto una perdita
perché sono stati truffati da banche o compagnie finanziarie”.
Il suo impegno e le lunghe ore
di lavoro non sono passate inosservate, e nelle settimane scorse
Giuliana Vacca ha avuto un importante avanzamento di livello,
con un “exceptional performance” le hanno dato uno dei gradi
più alti della squadra. “Sono
l’unica straniera – sottolinea – in
una squadra dominata dagli uomini”.
“La vita in Inghilterra – ha
scritto Giuliana – mi rende felice
perché mi dà l’opportunità di conoscere gente di ogni parte del
mondo. Se uno lavora duro le opportunità di fare carriera sono
buone, anche se considero che la
GERMANIA
Gemellaggio tra l'Istituto
“M. di Castelvì” di Sassari
e il circolo di Berlino
fronto tra le due realtà di studio
ed organizzative dell’istruzione
tedesca ed italiana, 34 ragazzi
italo-tedeschi sono stati interessati per fare da guida ai loro compagni sardi nelle escursioni per la
città. La stessa prof.ssa ha seguito il gruppo a Potsdam e ulterio-
ri interventi di guida sono stati
fatti dalla dott.ssa Alessia Meloni di Cagliari che svolge un master formativo, appoggiandosi al
Circolo dei Sardi, legato all’Università di Cagliari.
La delegazione delle insegnanti dell’Istituto: prof.sse Lara Ci-
pullo, Mariella Masoni e Maria
Luisa Salis e degli allievi ha consegnato, a nome del Dirigente
Scolastico dell’Istituto “M. di
Castelvì”, targhe in ricordo dell’incontro di cultura ed amicizia
ai dirigenti delle scuole e al presidente del Circolo, insieme a libri di Grazia Deledda “una Donna un Nobel” di Lussorio Monne,
altri riguardanti la città di Sassari realizzati dalla Scuola relativamente al Progetto Sardegna Nord
col contributo della Regione Sardegna e del Ministero della Pubblica Istruzione ed altri ancora,
sempre realizzati dall’ Istituto
Castelvì, dal titolo “Le Lezioni
Ritrovate” come esempio di programmazione didattica per le
classi elementari all’inizio del
novecento.
Il Circolo dei Sardi ha messo
inoltre a disposizione la propria
APRILE 2006 •
13
migliore strategia sia iniziare dal
basso. Però non dimenticherò
mai i valori della cultura sarda, e
sia mio marito inglese, che la sua
famiglia amano la Sardegna e il
suo folklore, e l’ospitalità della
gente sarda”.
Giuliana, da buona sarda ha
voluto fare conoscere la Sardegna anche ai suoi colleghi e li ha
portati per un week-end ad Alghero e a Sant’Antioco. “Anche
loro ora adorano il mare sardo!!!
Per cui sono molto orgogliosa
della mia terra e cerco di farle
pubblicità e di farla conoscere
agli altri”.
Durante il tempo libero Giuliana Vacca, fa volontariato presso
l’Istituto di Assicurazioni di
Londra (Parte del Chartered Insurance Institute) uno dei più
grossi istituti professionali per
coloro che lavorano nel mondo
finanziario/assicurativo. Aiuta
l’istituto a organizzare seminari
al Lloyds di Londra.
Per via del lavoro che l’istituto
svolge nell’educare i consulenti
finanziari e prevenire la misvendita di prodotti finanziari, ogni
anno il Presidente dell’Istituto
viene invitato per un pranzo alla
Mansion House, la residenza del
Lord Mayor di Londra. “Siccome
io faccio parte di uno dei comitati dell’istituto – ha scritto Giuliana – anche io vengo invitata al ricevimento. Il pranzo con il Lord
Mayor è un esperienza unica perché durante la cerimonia si rispettano le tradizioni antiche di
ringraziare il Signore per il cibo
e fare un brindisi in onore della
regina e della famiglia reale”.
“Quando abitavo in Sardegna –
ha scritto Giuliana – non mi sarei
mai aspettata che un domani sarei
entrata a fare parte della alta società inglese, e ho voluto scrivere la mia storia per dire che la
vita è imprevedibile, e che non
c’e niente che uno non possa realizzare se ha determinazione e
perseveranza (doti tipiche dei
sardi). E per tutti quelli che non
sono soddisfatti della propria
vita, se il vostro cuore vi dice di
partire e di cercare fortuna in una
nuova terra, ascoltatelo”.
struttura per un incontro tra i giovani delle scuole sarda e tedesca
che la sera del 10 marzo hanno
offerto ai relativi compagni performance di canto e di danza, preparate con le rispettive docenti
prima dell’occasione, come motivo in più di scambio e socializzazione ed ha offerto grazie alla cucina di Lino di Lodè i ravioli tipici dell’interno della Sardegna.
Alla proiezione di “Cenere”
tratto da Grazia Deledda espresso anche con musiche e danze
dalle allieve del Castelvì, si sono
affiancati i canti degli inni nazionali e la “milinzana” dall’accento tedesco che ha reso ancora più
suggestivo il momento.
Forme di linguaggio, voglia di
vivere, sensibilità, confronti di
culture, apertura all’Europa –
sottolinea Delrio – sono i motivi
che l “Istituto “M. di Castelvì”
porta avanti nella sua offerta formativa e sono gli stessi che i Sardi di Berlino riescono ad esprimere collaborando ed inserendosi fattivamente nella realizzazione. La divulgazione di queste
esperienze da parte degli Organi
di Informazione sarà un supporto
fondamentale per la diffusione
dei contenuti culturali e sociali di
iniziative così importanti della
Scuola e una profonda gratificazione per tutti i Sardi che valorizzano la nostra Isola nel mondo.
14 • A
PRILE
Speciale Emigrazione
2006
Una vetrina della Sardegna
per cogliere le opportunità
del mercato belga
Un altro tassello del progetto per la realizzazione
della rete di sportelli informativi per promuovere all’estero
la cultura e le risorse dell’isola
di Roberto Puddu
Da sinistra: Stephan Van den Zegel, Claudia Callegari e Marco Ghiani
L
e caratteristiche del mercato
belga e le opportunità di sviluppo che esso offre per
l’economia sarda sono state al centro, il 21 marzo scorso, di un seminario organizzato nell’ambito del
progetto “Una vetrina per la Sardegna” predisposto dall’Assessorato
regionale del Lavoro. Il progetto è
destinato alla realizzazione di un
rete di sportelli informativi per promuovere all’estero la cultura e le risorse dell’isola attraverso del comunità dei sardi nel mondo. Altri
tre seminari si sono svolti nei mesi
scorsi e hanno riguardato i mercati,
inglese, tedesco e spagnolo.
L’iniziativa della Regione sarda,
la cui attuazione concreta è affidata all’Osservatorio regionale sul
lavoro e l’impresa dei sardi nel
mondo, è inserita nel Programma
di partenariato territoriale con gli
italiani all’estero (PPTIE), e nel
Progetto di rete internazionale per
la formazione e il lavoro (ITENETs). Entrambi definiti dal Ministero degli Affari esteri, entrambi
finanziati dal Fondo sociale europeo ed entrambi affidati per la loro
realizzazione al Centro di Torino
dell’Organizzazione internazionale del Lavoro (OIL).
Il seminario del 21 marzo scorso, dedicato la mercato belga, si è
aperto con l’intervento di Marco
Ghiani, direttore dell’Osservatorio
del lavoro e dell’impresa dei sardi
nel mondo, e referente regionale
dei progetti “PPTIE” e “ITENETs”. Ghiani ha ribadito innanzitutto quanto già detto nelle precedenti occasioni: il processo di globalizzazione dei mercati impone al
sistema Sardegna la necessità di attrezzarsi in modo nuovo e di rivedere i modi di produzione, puntando sui prodotti di qualità. La Regione Sardegna da tempo si muove
in questa direzione.
Nell’ultimo collegato alla Finanziaria, per esempio, tutti gli stanziamenti degli Assessorati che in
qualche modo hanno a che vedere
con l’attività delle imprese che
agiscono o che intendono proporsi
anche sul piano internazionale,
sono stati concentrati in un unico
strumento, “Sardegna promozione”, di governo delle politiche di
sostegno alle imprese. In questo
processo di internazionalizzazione, ha aggiunto Ghiani, è indispensabile l’apporto degli emigrati e
delle loro organizzazioni, anche
per la loro conoscenza dei marcati
esteri. Si tratta di ”Un’altra Sardegna nel mondo” che da entità bisognosa di assistenza si trasforma in
una preziosa risorsa per l’isola.
È quindi intervenuta Claudia Callegari, del Centro di Torino dell’Organizzazione internazionale del lavoro, che si è soffermata soprattutto sui contenuti del Programma di
partenariato territoriale con gli italiani all’estero (PPTIE). Questo
programma, ha detto, si articola in
due fasi: la prima, conclusasi nel
febbraio del 2004, ha puntato alla
realizzazione di partenariati territo-
riali tra le Regioni dell’Obiettivo 1
e i loro emigrati, la seconda, oggi in
corso di realizzazione, è destinata al
consolidamento e alla messa a sistema delle competenze acquisite in
materia di partenariato dalle Regio
interessate dal programma stesso.
Ed è proprio in questa seconda fase
che è previsto il supporto al Piano
della Regione Sardegna per la valorizzazione del contributo che i sardi all’estero possono fornire all’internazionalizzazione dei prodotti
sardi, e, ancor prima, per definire
un quadro panoramico delle opportunità offerte dai mercati dei paesi
in cui essi risiedono.
Ha quindi preso la parola Efisio
Etzi, presidente della Federazione
dei Circoli sardi in Belgio, che ha
ricostruito una breve storia dell’emigrazione sarda in quel paese,
iniziata nel primo dopoguerra, e
che ha avuto il massimo sviluppo
tra il 1954 e il 1971, allorquando
moltissimi operai e minatori dovettero lasciare le miniere del Sulcis-Iglesiente per cercare lavoro
nelle miniere del Belgio, oltre che
dell’Inghilterra e della Francia,
dove affrontarono condizioni di
vita disumane, privati anche dei
loro diritti fondamentali. Soltanto
dopo gli anni ’70, ha aggiunto Etzi,
le condizioni incominciarono a
cambiare, dopo lunghe lotte e dopo
che anche in Belgio le miniere cessarono di essere una soluzione dei
problemi occupazionali. Dopo gli
anni ’80 l’accresciuto livello di
scolarizzazione degli emigrati sardi, e le loro aumentate capacità
professionali hanno consentito più
ampie opportunità di lavoro. Si è
anche diffusa la consapevolezza
del fatto che c’è uno stretto collegamento tra gli emigrati e la loro
terra, in termini di promozione della cultura e delle risorse del territorio sardo all’estero. Il loro ruolo
cioè è oggi quello di “Ambasciatori del made in Sardegna”, e a svolgere questo compito essi sono preparati. C’è tutto il loro impegno, ha
concluso Etzi, e la loro disponibilità a sostenere qualunque iniziativa possa contribuire a portare benessere alla Sardegna.
Stephan Van den Zegel, responsabile progetti internazionali della
“Asbl Devenirs”, ha ricostruito
un’immagine particolareggiata del
suo paese, la sua geografia, la sua
economia, la situazione politica, la
psicologia dei suoi abitanti. Il Belgio, ha detto Zegel, è un paese ma
anche un modo di vivere, fatto per il
50 per cento da surrealismo e per
l’altro 50 per cento da pragmatismo
economico e commerciale. In Belgio esistono tre territori geografici e
politici: le Fiandre, la regione
Fiamminga, e la Vallonia, e inoltre
Bruxelles che costituisce una regione a se stante. Ebbene Bruxelles è la
capitale della regione Fiamminga,
ma non è un città fiamminga: puro
surrealismo. In definitiva un piccolo paese (11 milioni di abitanti su
un territorio pari a quelli di Sardegna e Corsica messi insieme), molto articolato e differenziato, con la
suo interno molti confini, linguistici, storici, e culturali, e con la presenza di molti immigrati che hanno
introdotto ulteriori differenziazioni. Di contro esiste in Belgio un sola
economia: che è passata, prima di
altre, attraverso la rivoluzione industriale, lo sviluppo dell’ industria
mineraria e dell’ industria pesante,
con la loro successiva crisi dovuta
anche alla fine del sistema coloniale, per giungere allo sviluppo attuale della piccola e media industria,
molto efficiente e diffusa. Anche
questa diversa da quella di altri paesi, caratterizzata da una grande
sindacalizzazione dei suoi addetti,
da una articolazione sindacale molto attiva.
È quindi intervenuto il giornalista ed esperto del settore agro-alimentare Antonio Rubattu, che ha
sottolineato le particolarità e la
singolarità del mercato belga. Un
mercato polverizzato in circa 180
comunità diverse con altrettanti
modelli gastronomici. Un mercato
che non ha eguali in Europa anche
perché quel paese è caratterizzato
da una alta presenza di immigrati.
Non si può pensare perciò, ha aggiunto, di entrare in questo mercato come si fa altrove. Ma d’altra
parte è molto interessante accostarvisi perché è possibile in tal
modo conoscere quello che sarà
nei prossimi anni il mercato europeo nel suo complesso. È possibile cioè conoscerlo, e quindi prepararsi adeguatamente, ad affrontare
un mercato fortemente diversificato e perciò molto competitivo.
Questa situazione, ha aggiunto Rubattu, va perciò affrontata, non già
cercando di omologarsi agli altri,
bensì presentandosi con le proprie
diversità. Come ha fatto con successo l’Irlanda, che oggi ha il turismo più fedele d’Europa. Occorre
perciò creare un’immagine dell’isola, oggi pressoché sconosciuta
in Europa: la si conosce soltanto
laddove risiedono nostri emigrati.
Occorre inventarsi un modello
possibile, puntando sui nostri prodotti enogastronomici, creando
rapporti diretti col mercato. E puntando inoltre sulla diversità del nostro prodotto rispetto agli altri e sui
mercati di nicchia e di alta qualità.
Oggi, ha aggiunto Rubattu, ai
fini di una penetrazione sul mercato belga la struttura dei Circoli degli emigrati sardi è inutilizzabile,
perché essi non dispongono di tecnici capaci di operare in quel contesto. Occorre perciò prepararli ,
ma ancor prima occorre che imprenditori e Regione decidano a
quale mercato intendono interessarsi: quello “domestico”, costituito dai soli emigrati, o quello “delle vicinanze”, che ne moltiplica almeno per cinque le potenzialità.
Il tema dell’inserimento sociolavorativo e dello sviluppo locale è
stato affrontato dall’amministratore delegato della “Asbl Devenirs”
Jean Michel, osservando innanzitutto che le regioni più sfavorite
sono paradossalmente le più penalizzate nel ricevere finanziamenti
europei. Infatti più una regione è
sfavorita meno persone ci sono disponibili a specializzarsi. In Belgio questa situazione è stata affrontata dando vita a una struttura
in cui operano esperti provenienti
da zone e esperienze diverse, e col
compito di rimuovere queste strozzature, anche realizzando nuovi
partenariati. I risultati conseguiti
dimostrano che gli incontri di questo tipo sanno far emergere le capacità necessarie per mettere insieme progetti e realizzare lo sviluppo dei territori.
Il tema della promozione della
Sardegna in Belgio è stato affrontato da Gianfranco Vinci, importatore e imprenditore sardo in quel paese, che ha sottolineato innanzitutto
le gravi carenze della partecipazione sarda alle fiere e mostre che si
tengono numerose in Europa. Al
salone delle vacanze di Bruxelles
quest’anno non c’era uno stand della Sardegna, e nessuno ha partecipato al salone mondiale dei vini che
ogni due anni si tiene in quella città. Occorre perciò studiare un programma di interventi a queste manifestazioni, con l’aiuto della Regione e magari col concorso dei circoli
e delle associazioni degli emigrati
sardi. I commercianti da soli non
sono in grado di affrontare le alte
spese di partecipazione.
Un altro problema per gli esportatori, ha aggiunto Vinci, è quello
della concorrenza non corretta che
ad essi viene dall’attività di chi
esporta direttamente con un proprio automezzo prodotti sardi in
Belgio, o da alcun circoli di sardi
trasformati in supermarket. In definitiva, ha concluso Vinci, occorre che il sistema politico ponga
mano a uno studio complessivo
che esamini i problemi che si devono affrontare per portare i prodotti
agroalimentari sardi sui mercati
europei, definisca come ci si deve
muovere, individui le richieste che
devono essere presentate agli organismi europei: è indubbio che oggi
i nostri prodotti arrivano in Europa
fortemente penalizzati.
È infine intervenuto Sergio Pasquarelli, direttore di “Italia Voyages Wasteels”, che ha innanzitutto osservato come la Sardegna non
sia assolutamente conosciuta dal
mercato turistico belga, un mercato
che nel 2005 ha registrato ben 10
milioni di vacanze. Questo fatto secondo Pasquarelli è determinato essenzialmente dalle carenze dei trasporti e dal loro alto costo. Per venire da Bruxelles a Cagliari, ad
esempio, ci si impiega quasi un’intera giornata (si parte alle 9 del mattino e si arriva alle 18 del pomeriggio), e si spendono ben 230 euro. In
queste condizioni è impossibile
portare turisti dal Belgio in Sardegna. Occorre perciò, ha aggiunto
Pasquarelli, intensificare i voli diretti con l’isola (in Toscana si giunge con due ore di volo e una spesa
bassissima), ma anche far conoscere le opportunità che offre l’isola, le
sue strutture ricettive, la sua natura
e le sue ottime caratteristiche climatiche. La Sardegna invece non è
mai presente nelle manifestazioni
specialistiche, non è mai stato organizzato un viaggio nell’isola per gli
agenti di viaggio.
Occorre perciò, ha concluso Pasquarelli, fare un’ampia operazione di marketing, favorendo la conoscenza delle caratteristiche
complessive dell’accoglienza nell’isola, valorizzando le tradizioni
popolari, le feste, i canti polifonici,
magari confezionando un prodotto
turistico itinerante. E occorre indagare per conoscere a fondo le preferenze del turista belga.
Il seminario si è quindi concluso
con un serrato confronto al quale
hanno partecipato i relatori nonché
numerosi imprenditori ed esperti
presenti alla manifestazione.
Documenti
APRILE 2006 • I
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA
PIANO TRIENNALE DI INTERVENTI
IN FAVORE DELLE ORGANIZZAZIONI
DEI SARDI NEL MONDO
PER GLI ANNI 2005-2007
L’Assessore del Lavoro, Formazione Professionale,
Cooperazione e Sicurezza Sociale, riferisce che la
Seconda Commissione permanente del Consiglio regionale nella seduta del 12 gennaio 2006 ha espresso il prescritto parere sul Piano Triennale di interventi in favore delle Organizzazioni dei Sardi nel Mondo
per gli anni 2005-2007, approvato in via preliminare
dalla Giunta regionale con la deliberazione n. 54/17
del 22 novembre 2005. Sul predetto piano la Commissione ha espresso parere favorevole all’unanimità, a condizione che la percentuale delle agevolazioni finanziarie, destinate ai Circoli in parti uguali, sia
elevata fino al 50% dello stanziamento ad essi assegnato.
L’Assessore riferisce inoltre che per un corretto ordine sistematico del testo, all’ultimo capoverso del
medesimo punto 5.1 le parole: “precedente punto
3.3.” sono da sostituire con le parole: “seguente
punto 6”.
La Giunta regionale, sentita la relazione dell’Assessore del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale, considerato che il Diretto-
re Generale dell’Assessorato ha espresso il parere favorevole di legittimità sulla proposta in esame, considerato che il parere della Commissione, reso ai sensi
della L.R. 7/91, non ha natura vincolante e che sul predetto piano triennale era stato acquisito il parere favorevole della Consulta Regionale per l’Emigrazione che
in tal senso si era espressa all’unanimità nella seduta
del 21.10.2005
DELIBERA
di approvare in via definitiva il Piano triennale di interventi in favore delle Organizzazioni dei Sardi nel
Mondo per gli anni 2005-2007, così come deliberato
in via preliminare dalla Giunta Regionale con la deliberazione n. 54/17 del 22.11.2005 e con la sola modifica all’ultimo capoverso del punto 5.1 proposta dall’Assessore del Lavoro, Formazione professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale secondo il testo allegato che costituisce parte integrante e sostanziale
della presente deliberazione.
il Direttore Generale
Fulvio Dettori
il Presidente
Renato Soru
II • APRILE 2006
Documenti
1. Premessa
La nostra Regione è stata tra quelle maggiormente
coinvolte dal fenomeno dell’emigrazione. Nel corso
degli anni ’60 e ’70 i Comuni e i territori dell’isola si
sono spopolati incrementando il già grande numero
dei sardi emigrati nei primi decenni del 1900.
Mancano dati certi sul movimento migratorio. Ai
“vecchi” emigrati si sono aggiunti i numerosi giovani che da circa un decennio sono “nuovamente” costretti a ricercare fuori dall’isola opportunità di lavoro o di realizzazione personale, culturale e professionale.
Attualmente nel mondo sono 135 i Circoli riconosciuti di emigrati sardi e 7 le Federazioni.
Ottantacinque Circoli sono presenti in Argentina,
Brasile, Canada, Perù, Stati Uniti, Bulgaria, Belgio,
Francia, Germania, Spagna, Olanda, Gran Bretagna,
Svizzera.
Ad essi si aggiungono 58 Circoli di emigrati sardi
che vivono nella Penisola e che sono presenti in quasi tutte le Province e Città del Centro Nord.
Le comunità organizzate dei sardi emigrati, in una
prospettiva di rivalutazione del loro ruolo, hanno
dato vita in questi ultimi anni ad un vivace dibattito
teso all’emersione delle potenzialità offerte da questa loro presenza nei Paesi ospitanti, in particolare
rispetto ai problemi dello sviluppo e della crescita
della Sardegna nel contesto della società globalizzata.
La sfida della globalizzazione può essere sostenuta anche attraverso la costruzione di una rete di comunicazione tra i sardi della Sardegna e i Sardi nel
resto del Mondo, alfine di rafforzare la cultura dell’identità, obiettivo legato alle strategie di sviluppo.
La Regione Sardegna intende cogliere e valorizzare le capacità propositive e l’enorme patrimonio rappresentato dagli emigrati i quali, nei diversi Paesi di
accoglienza, sono i primi ambasciatori dei nostri
valori e, per il perseguimento di detto obiettivo e il
rafforzamento dei legami tra i sardi, ha predisposto
le seguenti linee programmatiche.
2. Fonti normative
La legge Regionale 15 gennaio 1991, n. 7, nell’ambito degli interventi della Regione Sardegna in favore degli emigrati, prevede all’art. 4, che gli stessi siano attuati attraverso un Piano articolato in tre anni
e con Programmi di spesa annuali.
Detto Piano deve essere approvato previo parere
della Consulta e della competente Commissione consiliare, dalla Giunta regionale, su proposta dell’Assessore del Lavoro, Formazione Professionale Cooperazione e Sicurezza Sociale.
Il presente Piano è redatto in conformità al D.P.E.F.
2006-2008 approvato dal Consiglio Regionale nella
seduta dell’8.9.2005.
3. Finalità
Le organizzazioni dei sardi nel mondo si ispirano alle
seguenti finalità:
– promozione dell’identità, della cultura, dell’arte
e delle tradizioni della Sardegna;
– promozione dell’immagine e dei prodotti della
Sardegna, contribuendo all’internazionalizzazione
del sistema economico regionale;
– promozione dei valori di solidarietà e condivisione tra i sardi residenti fuori dalla Sardegna.
4. Le attività
L’Assessorato del Lavoro assicura le risorse per il funzionamento delle Organizzazioni dei sardi nel mondo e per lo svolgimento delle attività atte al perseguimento delle loro finalità. A tale riguardo è necessario un costante raccordo con tutti gli altri Organismi regionali per migliorare la qualità dei servizi e
delle iniziative rivolte al mondo dell’emigrazione.
Il presente Piano prevede i seguenti interventi:
1) attività e servizi a cura delle organizzazioni dei
sardi nel mondo;
2) sistemi di informazione e comunicazione;
3) progetti regionali.
4.1. Attività e servizi delle organizzazioni
dei sardi nel mondo
L’Amministrazione sostiene le attività delle organizzazioni degli emigrati.
Il relativo sostegno finanziario sarà commisurato
all’impegno di ciascuna Organizzazione in funzione
della qualità e quantità delle attività.
Per poter beneficiare del sostegno finanziario regionale le Organizzazioni devono:
Documenti
APRILE 2006 • III
a) assicurare il continuo aggiornamento dei dati
sulla consistenza e composizione delle comunità di
riferimento di ciascuna Organizzazione (censimento,
indagini, ecc.), quale base per l’awio di ogni singola
attività, anche con riferimento alle relative esperienze professionali e relazionali;
b) assicurare la compartecipazione finanziaria, anche mediante la ricerca di altre fonti di finanziamento pubbliche e private diverse da quelle regionali.
Qualora una Organizzazione si voglia presentare
come erogatrice anche di servizi dovrà dimostrare di
avere competenza e capacità tecnico-organizzativa
e garantire adeguati standard di assistenza nei seguenti ambiti:
– attività di informazione culturale ed economica
sulla Sardegna e sui paesi di residenza agli associati
e non;
– consulenza e assistenza legale, sociale, sanitaria, lavorativa e abitativa agli emigrati e ai sardi che
le richiedano.
4.2. Sistemi informativi
e reti di comunicazione
I sistemi informativi e le reti di comunicazione sono gli
strumenti fondamentali per garantire le relazioni costanti e attive tra i cittadini sardi presenti nell’isola e
nel resto del Mondo.
Il Programma annuale, definirà l’ammontare delle
risorse da destinare ai servizi di comunicazione per
gli emigrati.
Una parte delle risorse, da definirsi nel Programma
annuale, ai sensi dell’ultimo comma dell’art. 18 L.R.
7/91, andrà, prioritariamente per mantenere e migliorare la produzione di informazione con sistemi multimediali: Internet, TV via satellite, videocassette, DVD,
libri ecc. e per il potenziamento e l’incentivazione
della comunicazione tra le Associazioni e l’Amministrazione regionale, mediante l’utilizzo di strumenti
telematici.
Nell’ambito del programma è necessario ottimizzare gli interventi in essere, in particolare attraverso
un Comitato di Garanti, originariamente previsto,
formato da esperti del mondo dell’informazione e
con un componente nominato dalla Consulta per
l’emigrazione, che garantisca anche per i contratti
in essere, il rispetto dell’obiettività e della qualità
dell’informazione.
Altre risorse saranno destinate al completamento
del sistema informativo per l’emigrazione che prevede servizi destinati alle Organizzazioni dei sardi nel
mondo (procedure informatiche, acquisizioni software e hardware, corsi di formazione, ecc.).
Al Comitato di Garanti verrà affidato il compito di
definire un nuovo progetto editoriale del Messaggero Sardo capace di rispondere meglio alle esigenze attuali.
5. Sostegno alle spese di funzionamento
Potranno beneficiare delle agevolazioni finanziarie di
cui alla L.R. n. 7 del 1991:
– i Circoli dei sardi nel mondo;
– le Federazioni dei Circoli sardi nel mondo le Associazioni di Tutela degli Emigrati;
– la Federazione delle Associazioni di Tutela;
– altri soggetti indicati dalla legge.
Le risorse annuali per gli esercizi finanziari 2006 e
2007, destinate alle finalità di cui agli ex artt. 7, 8,
9,12 della L.R. n. 7 del 1991 per le Organizzazioni
dei sardi nel mondo non potranno superare la percentuale del 50% rispetto all’apposito stanziamento
IV • APRILE 2006
Documenti
del bilancio regionale. Tale percentuale sarà ulteriormente ripartita tra le organizzazioni secondo i seguenti parametri:
– circoli 77%;
– federazioni dei Circoli 15%;
– associazioni di Tutela e Federazione delle Associazioni di Tutela 8%.
5.1. Circoli
L’Amministrazione, procederà alla quantificazione
dei contributi di sostegno per le spese di funzionamento dei Circoli sulla base della funzionalità e operatività degli stessi e con i criteri che seguono.
Il 40% dello stanziamento assegnato ai Circoli in
sede di Programma Annuale, sarà ripartito in parti
uguali fra tutti i Circoli.
La quota residua sarà ripartita in base agli ulteriori, seguenti criteri:
1) La quota pari al 20% dovrà essere ripartita tra i
singoli Circoli in rapporto al numero dei soci emigrati
regolarmente iscritti e i cui dati dovranno pervenire
all’Assessorato entro il 31.12.2005. Fino a quando
non perverranno i dati richiesti, con decorrenza dall’anno 2006 non sarà liquidata la quota di contributo
rapportata al numero dei soci.
2) La quota pari al 50% dovrà essere ripartita tra i
singoli Circoli di sardi residenti all’estero in considerazione delle difficoltà e/o svantaggi conseguenti al costo della vita, al potere d’acquisto della valuta locale, all’ubicazione del Circolo, all’estensione territoriale del Paese ospitante. Il Programma
Annuale individuerà i coefficienti da applicare alle
singole situazioni di svantaggio.
3) La quota pari al 30% dovrà essere ripartita tra i
singoli Circoli in funzione della qualità delle attività
desunte dal Programma annuale dagli stessi presentato e predisposto sulla base dei criteri e priorità stabiliti dal Programma annuale Emigrazione.
Ai Circoli sede di “sportello informativo” di cui al
seguente punto 6 del presente Piano, sarà attribuito
il contributo straordinario aggiuntivo previsto dall’articolo 36 della L.R. 7/91, la cui entità sarà stabilita
nel Programma annuale.
5.2. Federazioni dei Circoli
Il 60% dello stanziamento assegnato alle Federazioni in sede di Programma Annuale, sarà ripartito in
parti uguali fra tutte le Federazioni.
La restante parte del 40% sarà ripartita sulla base
del numero di Circoli riconosciuti ad esse federati.
5.3. Le Associazioni
di Tutela e Federazione
Alla Federazione delle Associazioni di Tutela per l’attività e i compiti previsti dalla legge, sarà assegnata
la somma pari al 10% dell’ammontare complessivo
stabilito nel Programma Annuale per le Associazioni
di Tutela e la Federazione.
La somma rimanente, da assegnare in favore delle
Associazioni di Tutela, sarà ripartita come segue:
– 60% in parti uguali fra tutte le Associazioni;
– 40% in funzione della qualità delle attività desunte dal programma Annuale dalle stesse presentato e
predisposto sulla base dei criteri stabiliti dal Programma Annuale.
5.4. Efficacia dei nuovi
criteri e modalità
I nuovi criteri, parametri e modalità stabiliti dal presente Piano Triennale per l’assegnazione delle risorse decorrono dall’anno 2006. Per l’anno 2005 si applicano quelli utilizzati per l’anno 2004.
5.5. Stanziamenti
Per dare attuazione al presente Piano Triennale è
utilizzato lo stanziamento del Bilancio 2005 e sarà
stanziata nel bilancio per l’anno 2006 la somma di
euro 4.000.000,00.
6. Progetti regionali (ex art. 19 L.R. 7/1 99 1)
L’Assessorato del Lavoro cura direttamente la predisposizione dei Progetti regionali di cui all’art. 19
della L.R. n. 7/1 991 definendo ogni anno le relative
tematiche e linee di intervento.
L’Assessorato potrà anche valutare le proposte
progettuali provenienti da altri soggetti pubblici o
privati, che siano in linea con le finalità indicate al
punto 3, coordinandone in tal caso la realizzazione.
I Progetti potranno essere realizzati anche in collaborazione con i Circoli, le Federazioni dei Circoli, le
Associazioni di Tutela e/o la Federazione delle Associazioni di Tutela i quali dovranno garantire standard
organizzativi e professionali adeguati sia per quanto
Documenti
si riferisce ai responsabili che agli eventuali collaboratori esterni.
Per poter essere ammessi a contributo regionale i
progetti di cui al 2º cpv devono rispondere ai seguenti requisiti:
a) interessare un territorio nazionale o vaste regioni di esso;
b) svolgersi in sedi e località di rilievo che possano garantire l’efficace promozione della Sardegna e
la commercializzazione dei suoi prodotti;
c) coinvolgere e interessare nel contempo la comunità sarda e quella ospitante, anche a livello istituzionale;
d) articolarsi specificatamente secondo le peculiarità e le esigenze dei singoli Paesi, da realizzarsi in
concomitanza con eventi e manifestazioni di particolare rilevanza del Paese e/o città interessata;
e) coordinarsi con iniziative di altri Assessorati e/o
Enti al minimo costo.
Particolare attenzione sarà riservata ai progetti
che promuovono la Sardegna all’estero. Per meglio
curare tale approccio sarà effettuata una attenta valutazione delle sedi di svolgimento, privilegiando
quelle che offrono occasioni e situazioni strategiche
per la Sardegna, al fine di sviluppare relazioni e rapporti di scambi permanenti nel settore economico
e culturale, anche in raccordo con iniziative analoghe, già in avanzata fase di realizzazione, previste
dal PON ATAS obiettivo 1, nella parte gestita dai
ministeri degli Esteri e del Lavoro.
A tal fine, il Programma annuale individuerà una
quota di risorse dei “Progetti Regionali” da destinare
per l’organizzazione di sportelli informativi di natura
sperimentale, con il compito di favorire, promuovere
e sostenere incontri, accordi e progetti promozionali
e di partenariato internazionale e fornire assistenza
APRILE 2006 • V
agli attori e imprenditori sardi ed a quelli all’estero che
hanno interesse per la Sardegna. Gli sportelli dovranno essere realizzati, di norma, presso le sedi dei Circoli. Per realizzare questo intento, in conformità con
il D.P.E.F. 2006-2008, è necessario coinvolgere i giovani discendenti di emigrati sardi, opportunamente
selezionati e formati attraverso appositi stages per
capacità e professionalità, che siano in grado di condurre e gestire i predetti “sportelli”.
Tali sedi potranno divenire punto di riferimento privilegiato per la realizzazione di progetti regionali da
attuarsi in collaborazione con i Circoli e le Federazioni. Per migliorare ulteriormente i livelli qualitativi
finora raggiunti e di contenere le spese, è necessario che i progetti regionali abbiano minore durata e
siano organizzati in modo ottimale.
La valutazione delle proposte di progetto sarà
effettuata dall’Assessorato del lavoro, dando priorità alla coerenza con le finalità indicate al punto 3.
6.1. Nuove generazioni
Sarà riservata particolare attenzione ai progetti regionali, che prevedono stages in Sardegna per i discendenti degli emigrati sardi, seminari informativi e formativi, scambi culturali, borse di studio, studi e ricerche sull’emigrazione sarda, masters e altre forme
di specializzazione sulla cultura e sull’economia della Sardegna.
A tal fine i programmi annuali definiranno le quote di risorse regionali da assegnare per l’organizzazione di progetti che prevedano il coinvolgimento
delle nuove generazioni.
6.2. Donne
Il Piano intende promuovere iniziative, anche su proposta dei comitati delle donne sarde emigrate pre-
VI • APRILE 2006
Documenti
senti nelle Federazioni, al fine di rafforzare e assicurare la loro presenza attiva sia nelle Organizzazioni
che nelle attività informative e formative e facilitare
l’inserimento delle donne nel mercato del lavoro e il
raggiungimento di nuove professionalità.
Particolare cura dovrà essere riposta nell’assicurare alle donne emigrate l’agibilità di canali comunicativi propri e in tale senso l’attivazione di un forum il
quale presuppone l’incentivazione di corsi di alfabetizzazione informatica o di miglioramento delle relative competenze.
6.3. Studi e ricerche
Premesso che parte di questi interventi sono contemplati dalla legge regionale sulla lingua e la cultura
sarda n. 26 del 1998, va sottolineato che in tale ambito rientra la parte di “Progetti Regionali”, di cui allo
stesso art. 19, rivolti agli studi, indagini e ricerche
sulle problematiche inerenti il mondo dell’emigrazione, con riguardo alla culturaeconomia, salute, istruzione e storia, da realizzarsi anche in raccordo con
gli Assessorati regionali competenti, Università, enti
e istituti pubblici e/o privati.
È evidente che il fenomeno migratorio nella sua
evoluzione e la composizione e i problemi delle comunità sarde nel mondo presentano un livello di
complessità, estensione e varietà che implicano un
aggiornamento continuo. A questo proposito occorre continuare a ricercare sul campo in modo da poter disporre di un quadro aggiornato di dati e di informazioni qualitative e quantitative che consentano
agli organi politici e all’amministrazione di operare
con cognizione di causa.
I programmi annuali dovranno indicare gli eventuali
fondi ancora necessari per il completamento del progetto di indagine e censimento dei sardi emigrati nel
mondo, già approvato dalla Giunta Regionale nel
mese di novembre 2004.
6.4. Solidarietà e integrazione socio-culturale
Tra i principi ispiratori della L.R. 7/91 vi è quello rivolto a sviluppare la solidarietà e l’integrazione sociale.
Fatti salvi eventuali interventi specifici rivolti agli
emigrati sardi che si trovino in situazioni di particolare difficoltà economiche, tra le iniziative di solidarietà rientrano anche quelle destinate ai soggiorni per
anziani di origine sarda, con lunga permanenza all’estero, che si trovino in condizione di disagio economico, al fine di consentire loro di rivedere la propria terra di origine.
In tema di solidarietà e integrazione socio-culturale, i Circoli e le Associazioni possono attivare contatti, coordinati dall’Assessorato del Lavoro per programmare aspetti organizzativi e gestionali, con:
– le Università della Terza Età;
– associazioni e altri enti per le attività di animazione ricreativa, sportiva e culturale;
– strutture medico-sanitarie;
– il Consiglio delle autonomie locali sarde.
Nel Programma annuale saranno indicati gli aspetti organizzativi e gestionali di tutti gli interventi sopraccitati.
7. I soggetti
I soggetti deputati ad attuare il Piano, indicati nella
L.R. 7/91 e che verranno chiamati a partecipare attivamente alla sua realizzazione, sono:
7.1. Le Organizzazioni dei Sardi nel mondo
7.1.1. I Circoli dei sardi nel mondo - Sono considerati soggetti attivi i Circoli dei sardi nel mondo
regolarmente riconosciuti dalla Regione Sarda ai
sensi dell’art. 6 della L.R. 7/91.
L’Amministrazione regionale, al fine di ottimizzare
l’utilizzo delle risorse dovrà rivedere il numero dei
Circoli e la loro capacità propositiva e di funzionamento. A tal fine si adopererà per la riunificazione di
più Circoli operanti nella stessa circoscrizione territoriale e stabilirà i criteri per procedere alla revoca
del riconoscimento delle Organizzazioni nel caso in
cui verranno meno i requisiti essenziali stabiliti dalle
norme.
I contributi ai Circoli e a tutti gli altri soggetti, anche ai sensi dell’art. 19 L.R. 7/91, vengono concessi
ed erogati sulla base di criteri e modalità che saranno indicati nel Programma annuale, conformemente
a quanto stabilito nel presente Piano Triennale.
7.1.2. Le Federazioni dei Circoli - Le Federazioni
dei Circoli sono deputate a coordinare l’attività dei
Documenti
APRILE 2006 • VII
Circoli nei rispettivi territori nazionali, a stabilire indirizzi generali per l’attività dei Circoli nei rispettivi
congressi a fornire la necessaria assistenza tecnico
amministrativa, a vigilare sul rispetto degli statuti da
parte dei Circoli aderenti, nonché a coordinare, in
sede programmatoria, le iniziative progettuali dei
Circoli presso l’Amministrazione Regionale.
Le Federazioni dei Circoli sono l’organo di autogoverno delle organizzazioni degli emigrati in un
determinato territorio.
L’Amministrazione regionale si impegna ad agire in
stretto raccordo con esse e con la Consulta per ogni
atto d’impulso, coordinamento e vigilanza delle attività programmate.
Alle Federazioni è demandato, inoltre, il compito
affinché tutti i Circoli e le Associazioni si adoperino
per uniformare i propri Statuti secondo norme di
democraticità, trasparenza, e partecipazione secondo le direttive indicate nel presente Piano Triennale.
7.1.3. La Federazione delle Associazioni di Tutela - Oltre ai compiti stabiliti dalla Legge regionale
7/1991, la Federazione delle Associazioni di Tutela
coordina, in sede programmatoria, l’attività e le iniziative progettuali delle singole Associazioni presso l’Amministrazione Regionale. L’amministrazione
regionale si impegna ad agire in stresso raccordo
con essa e con la Consulta per ogni atto di impulso, coordinamento e vigilanza delle attività programmate.
7.1.4. Le Associazioni di Tutela - Le Associazioni
di Tutela rappresentano un importante raccordo tra
il mondo delle Comunità sarde e le forze sociali
della Sardegna. Il loro ruolo consisterà principalmente nel proporre iniziative sociali, culturali, formative ed informative ritenute qualificanti per gli
interessi della Sardegna.
Ai fini della erogazione del contributo, sarà valutata la loro capacità propositiva, l’attività svolta e i
servizi erogati in favore dell’emigrazione, tenendo
altresì conto della relativa organizzazione nel territorio regionale.
7.1.5. Gli statuti delle Organizzazioni dei sardi nel
mondo - Le Organizzazioni dei Sardi nel mondo sopra indicate dovranno adeguare, compatibilmente
con l’ordinamento giuridico dello stato ospitante, i
rispettivi Statuti al fine di garantire che la composizione degli organi sia improntata a criteri di massima trasparenza, democraticità e partecipazione, favorendo la presenza delle nuove generazioni. A tale
riguardo l’Assessore emanerà con proprio Atto di
indirizzo apposite direttive.
7.2. La Consulta Regionale dell’Emigrazione
La Consulta Regionale dell’Emigrazione è chiamata a svolgere un ruolo attivo nell’elaborazione e attuazione del Programma Triennale. Perciò è necessario utilizzare tutte le opportunità fornite dalla legge perché essa possa operare da autentico consesso, in grado di dare impulsi, pareri, elaborare proposte, partecipare ai momenti più importanti della
vita della comunità ed effettuare una reale opera di
vigilanza sull’attività dei Circoli, Federazioni ed Associazioni di Tutela. La stessa Consulta è chiamata
a svolgere tutti i compiti previsti dall’art. art. 24
della L.R. 7/91.
A questo proposito sarà cura della Regione dare
impulso all’attività del Comitato di Presidenza e a
quella dei Gruppi di Lavoro della stessa Consulta.
I Consultori, inoltre, svolgeranno il ruolo specifico
di coordinamento dei Circoli nei Paesi in cui non
esiste la Federazione.
A tale scopo il Programma Annuale determinerà
l’entità dello stanziamento aggiuntivo da assegnare
al Circolo di cui fa parte il Consultore, per le attività
di coordinamento dei Circoli.
VIII • APRILE 2006
Documenti
7.3. La Regione
L’Amministrazione Regionale intende esercitare un
ruolo sempre più attivo nelle politiche per l’emigrazione, in linea con i principi delineati nel D.P.E.F
2006-2008.
Presiede e gestisce tutte le fasi di predisposizione
e di attuazione dei programmi, dispone i relativi atti
di impulso, coordinamento e controllo sulla gestione
e sull’attività delle Organizzazioni. Nell’intento di finalizzare meglio le risorse, particolare attenzione sarà
data all’attività di monitoraggio delle spese e delle attività svolte, sia dal punto di vista qualitativo che
quantitativo.
Tra le iniziative che dovranno essere assunte rientra l’adeguamento della L.R. n. 7 del 15 gennaio
1991, ormai datata a causa dell’intervenuto mutamento sia del quadro politico istituzionale sia dello
scenario migratorio. È necessario infatti rendere le
norme maggiormente rispondenti ai bisogni che in
questi anni si sono manifestati anche in prospettiva
dello sviluppo dell’internazionalizzazione.
La modifica della legge suddetta dovrà scaturire da
un processo di coinvolgimento e compartecipazione di tutti i soggetti interessati che dovrà trovare la
sede naturale nella 2ª Conferenza dell’emigrazione
sarda nel mondo, da tenersi entro l’anno 2006 (Ufficio di Consulenza Emigrati e Centro di documentazione).
Nell’ambito dell’Ufficio di Consulenza Emigrati (ex
art. 23 della L.R. n. 7/1 991) sarà potenziato il Centro di documentazione, mirato alla creazione di una
struttura multifunzionale, al servizio non solo degli
emigrati ma anche di studenti e chiunque vi abbia
interesse, con sezioni archivistiche e bibliotecarie e
adeguatamente attrezzato di apparecchiature audiovisive e telematiche.
7.4. Banca dati
Sarà creata una banca dati dei soci delle organizzazioni, che permetterà all’amministrazione il continuo
aggiornamento/censimento delle collettività dei sardi strutturati, e attraverso esse di raggiungere l’intera comunità dei corregionali residenti in ciascun paese di accoglienza.
8. Le procedure
I contributi alle Organizzazioni dei sardi nel mondo
verranno concessi secondo i seguenti criteri:
1) La natura dell’intervento regionale presenta il
carattere di contributo. Pertanto esso non può coprire, ai sensi della L.R. 7/91, tutto il costo previsto
né superare i limiti percentuali stabiliti dalle stesse
norme;
2) L’intervento regionale si attiva con un apposito
procedimento amministrativo che può iniziare: a)
d’ufficio, per i progetti regionali; b) su domanda dei
soggetti beneficiari per i contributi;
3) I Circoli, le Associazioni di Tutela e la Federazione delle Associazioni di tutela ai fini del conseguimento del contributo regionale dovranno presentare apposita domanda entro il termine perentorio del 30 marzo di ciascun anno, ai sensi dell’art.
10 della L.R. 7/91. Alle Federazioni dei Circoli viene concesso, a domanda da presentarsi entro lo
stesso termine e corredata dal Programma annuale
di attività, un contributo ai sensi dell’art. 12 della
L.R. 7/1 991.
4) Ai sensi degli artt. 5, 6 e 7 del regolamento di
attuazione della L.R. n. 7 del 1991 (D.P.G.R. n. 191/
91), “le spese sostenute dai Circoli, dalle Associazioni e dalle Federazioni soggette a contributo debbono essere comprovate da documenti fiscalmente
regolari e dai relativi contratti”. Nella fattispecie, la
regolarità si riferisce al sistema fiscale del paese
dove viene effettuata l’operazione finanziaria.
I Circoli, le Associazioni di Tutela, le Federazioni
dei Circoli e delle Associazioni di Tutela dovranno
rendicontare inviando la prevista documentazione
all’Assessorato del Lavoro entro lo stesso termine
su indicato per la presentazione della domanda di
contributo.
L’ammissibilità a rendicontazione delle spese è indicata nell’apposito documento approvato con Atto
di Indirizzo Assessoriale n. 712 del 11.05.2004, già
inviato a tutte le Organizzazioni il 19 maggio 2004.
Il Programma annuale può apportare modifiche e/o
integrazioni al predetto documento.
Musei
APRILE 2006 •
19
VISITA AI MUSEI DELLA SARDEGNA / LA REGIONE DI SUD EST
Gerrei e Sarcidano
Nella regione di Sud Est ci sono zone molto belle ma dove non
esistono molte strutture museali - Armungia, Goni, Gergei e
Senorbì possiedono veri patrimoni archeologici
di Gianfranco Leccis
A
d Armungia, dove nacque
Emilio Lussu, uno dei
massimi esponenti del
sardismo e dell’autonomia si può
ammirare il centro storico del
paese con un bellissimo nuraghe
nella piazza. Vi si trova il Museo
“Sa domu de is ainas” con sezione etnografica, dedicata alle varie attività domestiche e artigianali, una sezione con audiovisivi
ed una storica e su Emlio Lussu.
È in corso un progetto di sistemazione e ricupero di alcune case in
pietra tra cui la “Casa del Segretario”, un edificio che verrà destinato in parte a Museo Mineralogico, in parte a Mostra permanente di antiche fotografie a
ricordo della storia locale, in parte a centro culturale con sala convegni.
Museo aperto su prenotazione,
tel. 070/9589011 o Comune 070/
958123
Da Ballao, prendendo la strada
verso Escalaplano, dopo km 4
circa, si trova la zona archeologica con il pozzo sacro di Funtana
Coberta; nei dintorni vi sono altri
nuraghi e tombe romane dove
sono state trovate numerose monete.
Successivamente si può andare, con una nuova strada, a Goni.
Nelle vicinanze del paese c’è, inserita in una magnifica sughereta, la zona archeologica preistorica di Pranu Mutteddu, dove si
trovano una cinquantina di
menhir che formano una serie di
circoli megalitici, che talvolta
presentano una piccola tomba a
camera al centro, e costituiscono
un unicum in tutto il Mediterraneo.
Zona archeologica gestita dalla coop. “Pranu Mutteddu” tel.
070/982053: visitabile tutti giorni dalle ore 9,30 al tramonto, ingresso a pagamento; visite guidate e possibilità di escursioni e ristorazione per gruppi previa prenotazione.
Da Goni si può arrivare al lago
artificiale del Mulargia, che fa
parte del sistema di bacini realizzato dall’Ente del Flumendosa
per l’approvvigionamento idrico
della Sardegna meridionale. Il
lago, che si trova in una splendida cornice montana, si è ormai
inserito nell’ambiente ed è frequentato da numerosi uccelli migratori.
A Pranu Sanguini, nel comune
di San Basilio, alt. m 600, è in
costruzione un radiotelescopio
costituito da una parabola di m
64 di diametro, alto m 80, uno dei
più grandi d’Europa, per conto
dell’Osservatorio Astronomico
di Cagliari dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, per soddisfare
le richieste della comunità astronomica e spaziale nazionale e internazionale. Il sito è stato scelto
per la sua idoneità dalle interferenze elettromagnetiche e climatologiche. Oltre che per gli specialisti è previsto anche un centro
per visitatori.
Osservatorio Astronomico di
Cagliari dell’Istituto Nazionale
di Astrofisica tel. 070/71180216
A Senorbì si può vedere la
Chiesa parrocchiale di Santa
Barbara con campanile e altre
parti della costruzione originaria
tardo gotica del sec. XVI: all’interno, altari e statue di legno dello scultore sardo del ‘700 Giu-
seppe Antonio Lonis che qui nacque. In una casa padronale ottocentesca, tipica campidanese,
con cortile, porticato, una caratteristica cucina con i tradizionali
oggetti casalinghi, si trova il
Museo comunale “Sa Domu Nosta” dove sono conservati reperti
archeologici dal Neolitico al Medievale rinvenuti nel territorio.
Spesso vi vengono effettuate mostre temporanee.
Via Scaledda, 1 tel. 98090710
orario 9-13/16-19, lunedì chiuso,
ingresso a pagamento
A Ortacesus è stato recentemente aperto un “Museo del Grano” dove viene illustrato l’intero
procedimento dalla produzione
al consumo. Si va dai vari strumenti, compresi un vecchio mulino e la mola sarda, alle spighe
di vari tipi di grano.
Suelli nel Medioevo, fu residenza del Vescovo di Barbagia.
Qui c’è la Chiesa parrocchiale di
San Pietro, già cattedrale, risalente al sec. XIII, con parti dell’originaria costruzione romanica mentre sono tardo gotiche del
sec. XVI il campanile e l’interno
dove c’è un pregevole “retablo”
di Pietro e Michele Cavaro, della
prima metà del sec. XVI. A fianco si trova il santuario di San
Giorgio (che fu vescovo di questa
diocesi nel sec. XI), costruita prima della chiesa principale, con
una cancellata di ferro battuto ed
un bell’altare di legno. Nella vicina Chiesa del Carmine, sec.
XVII, di forme gotico-catalane,
sono esposte diverse statue estofado de oro, un retablo ed una
fonte battesimale del V sec. Nelle vicinanze vari siti archeologici tra cui il nuraghe Piscu, caratteristico perché costruito con
blocchi di calcare.
Passando sulla Strada Provinciale 10 in un percorso molto panoramico, con vista sul lago artificiale del Flumendosa, si arriva al nuraghe Arrubiu, noto
come “Il Gigante
Rosso”, datato attorno al XIV sec. a.C. Il
nome deriva dal colore conferitogli dai licheni, è uno dei più
grandi complessi nuragici, ricopre un’area di circa 10.000 mq,
ha una imponente
struttura con 5 torri
attorno a quella centrale, la cui altezza,
attualmente di 15 metri, doveva essere attorno ai 30. È circondato da uno straordinario sistema difensivo, composto da un
antemurale con varie
altre torri e villaggi di
capanne di varia forma e diversa epoca.
Vi sono state rinvenute frammenti di ceramiche micenee del
XIV sec. a.C. e vi si
trovano due impianti, di epoca
romana, databili tra il II sec. a.C.
ed il IV sec. d.C., denominati “laboratori enologici”, con strutture
e attrezzature di un impianto per
la lavorazione delle uva e di prodotti agricoli. Eccezionale anche
il sistema di drenaggio delle acque, in uno spazio chiuso da altissime muraglie, su un tavolato
roccioso ricoperto da argilla impermeabile.
La zona archeologica è gestita
dalla soc. “Is Janas” di Orroli
tel. 0782/8472969 e.mail [email protected]: è visitabile tutti
giorni dalle ore 9 al tramonto, su
richiesta e per gruppi anche visite notturne, visite guidate e possibilità di ristorazione sia sul
luogo che in ristorante sul lago;
ingresso a pagamento.
Ad Orroli, ora passata nella
provincia di Cagliari, con molti
altri centri del Sarcidano, è di
prossima apertura il Museo civico archeologico “La Casa del nuraghe”
informazioni presso il Comune
tel. 0782/847006.
Esiste anche un Museo etnografico privato nel ristorante
“Omu Axiu” tel. 782/845023.
Nei dintorni vi sono molti siti
archeologici così come le rovine
della città romana di Biora.nei
dintorni di Nurri
Serri è un piccolo paese che ha
mantenuto le sue caratteristiche
tradizionali. Merita una visita la
Chiesa parrocchiale di San Basilio (dal nome si può ritenere sia
del periodo bizantino ma fu poi
ricostruita dai vittoriani), con tre
bellissimi altari lignei. Nelle vicinanze, su un piccolo altipiano a
600 m di altitudine, la giara di
Serri, in un bosco di roverelle,
sorge il Santuario nuragico di
Santa Vittoria. Era un centro
d’incontro federale del periodo
tra il XII ed il VII sec.a.C., dove
si trovano un pozzo sacro, un recinto per le riunioni e i resti di
varie costruzioni, portici, abitazioni, locali dedicati al commercio. Il posto fu frequentato in seguito dai fenici e dai romani ed
anche in epoca successiva, come
dimostrano le rovine della Chiesa medievale di Santa Vittoria: è
una Santa del culto greco-bizantino, quindi la chiesa dovrebbe
risalire al periodo tra il VI ed il X
secolo.
L’area è gestita dalla Coop.
L’Oleandro tel. 0782/806156
393/9740939 388/0492451 fax
070/530952 apertura dalle 9 al
tramonto - su richiesta e per
gruppi anche visite notturne - ingresso a pagamento
Isili attualmente è il maggiore
centro del Sarcidano: da vedere
la Chiesa parrocchiale di San Saturnino, con parti dell’originaria
struttura gotica, e la Chiesa di
San Giuseppe Calasanzio; nell’antico convento dei Padri Scolopi, sec. XVII; il Museo civico
per l’arte del rame e del tessuto,
nel quale sono documentate la
fase della lavorazione e quella
della vendita degli oggetti in
rame prodotti per antica tradizione da artigiani del paese di origine zingara. Interessante, per l’aspetto linguistico, il gergo parlato dai ramai s’arromanisca; per
la parte tessile arazzi, tappeti, coperte.
Nei dintorni vari siti archeologici nuragici e romani, tra cui,
vicino alla strada, il nuraghe Is
Paras, di calcare bianco, ben conservato, con la camera della torre centrale, la tholos, più alta che
si conosca m 10; dovrebbe risalire al 2° millennio a.C. Da notare
che nella zona vi sono delle falesie rocciose diventate ormai una
rinomata palestra per free climbing (arrampicata libera)
Museo e zona archeologica gestiti dalla coop. Sa frontissa tel.
0782/802641 349/3713679 orario estivo 10-13/17-19,30 invernale 9-13/16-19 ingresso a pagamento.
A Gergei bisogna vedere la
bella Chiesa parrocchiale di San
Vito, che mantiene in gran parte
la struttura tardo gotica cinquecentesca: all’interno vi sono numerose opere d’arte sacra, dipinti e sculture di autori sardi e italiani del sec. XVI. Tra gli altri,
un retablo di Antioco Mainas e
un altro di un discepolo della
scuola di Stampace, due pregevoli statue, una statua di San Vito, di
scuola sardo-napoletana degli inizi del ‘600, ed un notevole “compianto sul Cristo morto” di bottega spagnola ritenuto del ‘500, entrambe “estofado de oro”.
Mandas fu sede di uno dei
maggiori feudi spagnoli, concesso
prima alla famiglia Carros e poi
diventato nel 1614 Ducato di
Mandas, fino al 1843. Il centro del
paese è stato restaurato e riportato nelle condizioni del passato.
Dell’epoca non vi sono però tracce di rilievo salvo, forse, la Chiesa parrocchiale di San Giacomo,
con parti dell’originaria costruzione del sec. XVI, e all’interno
varie pregevoli opere lignee tra
cui le statue estofado de oro di
San Giacomo, San Gioacchino e
Sant’Anna, di bottega sardo-campana degli inizi del ‘600. In corso
di realizzazione Museo civico etnografico, in progetto Museo
d’arte sacra. Nel territorio è in
corso un progetto di valorizzazione dei siti archeologici con percorso che conduce ai nuraghi ed ai
villaggi romani e punici
Mandas è una importante stazione del trenino verde: innanzi
tutto perché qui la linea in partenza da Cagliari si divide nelle
due linee per l’Ogliastra e per
Sorgono; in secondo luogo perché Mandas può costituire un capolinea dal quale la partenza è
più comoda che da Cagliari, per
una questione di orari; inoltre il
tratto Cagliari - Mandas non è
molto interessante. Può essere un
ottimo punto di partenza, anche
per andata e ritorno in giornata,
per visitare zone come la Barbagia e località particolari come
Sadali, Seui, l’eccezionale foresta di Montarbu, dell’Ente Foreste della Sardegna. Ha una splendida vegetazione con prevalenza
di lecci, e la fauna, mufloni, cinghiali, volpi, gatti selvatici e numerosi rapaci e altri volatili; in un
apposito vasto recinto vengono
ospitati dei daini. Le cima più
nota è Punta Perda Liana (m
1.293), visibile da grandi distanze
e dominante il paesaggio. L’ingresso è nella stradina che parte
dalla Cantoniera di Monte Arcuentu tra Seui e Ussassai. Vi si
può entrare anche da San Girolamo, stazioncina del trenino verde.
Per informazioni rivolgersi a
Servizio Commerciale e Marketing, v. Cugia 1 09129 Cagliari
numero verde 800460220 tel.
070/343112 fax 070/345169
e.mail [email protected] Museo
e Ufficio Viaggi - Monserrato
(CA) - tel/fax 070/580246 e-mail
[email protected]
Internet
www.treninoverde.com o alle
Stazioni FdS.
20 • A
PRILE
Paesi di Sardegna
2006
SCANO MONTIFERRU
Fondato dai punici
alle falde del vulcano
Sorge sull'altipiano della Planargia ai piedi del Montiferru - Lo si vede
solo quando ci si arriva - Un territorio ricco di domus de janas, tombe
di giganti e oltre quaranta nuraghi
di Antiogu Cappai Cadeddu
P
er il viaggiatore che, nella
Sardegna Centro Occidentale, percorre verso Sud il
vasto altopiano della Planargia,
tutto l’orizzonte é occupato dalla massa imponente dell’antico
vulcano spento del Montiferru
che, dalla rispettabile altezza di
1.050 metri, domina il paesaggio
circostante.
Al centro del triangolo formato
dal grande cono vulcanico (il Lamarmora diceva che esso occupa
una superficie paragonabile a
quella dell’Etna) si vede facilmente, adagiato nella pittoresca
scenografia, il paese di Cuglieri
e, guardando verso sinistra, non
senza qualche sforzo, si possono
scorgere le case più alte di un altro paese, Scano, per il resto completamente nascosto dentro una
valle nelle pendici della montagna. Questo essere nascosto ed
appartato é indubbiamente una
caratteristica di questo centro: da
qualsiasi direzione vi si arrivi, lo
si vede tutto solo quando ci si
trova vicinissimi. Forse per questo spesso non viene registrato
dai cartografi e, nonostante si trovi a pochi chilometri dalla Statale Occidentale Sarda, in molte
cartine della Sardegna non é riportato.
Scano Montiferro (Iscanu, 380
mt s.l.m.; abitanti 1800 c.a; variante parlata del Sardo: logudorese comune) ha origini molto
antiche. La presenza umana nel
territorio é testimoniata fin dalla
U
n paese come Giba (ab.
2134, alt. 67), biancheggiante a monte della diga di
Monte Pranu, nei fertili territori
del Basso Sulcis irrorati da fiumi e
fiumiciattoli, non può essere che
un centro rurale. La produzione
dei carciofi e dei pomodori è infatti abbondante e rinomata per la
qualità garantita anche dalla cura
con la quale viene preparato il terreno. Non mancano i cereali, i formaggi e i vini soprattutto quelli
non commercializzati, facili da trovare a prezzi modici presso i produttori di livello famigliare.
Il toponimo Giba pare sia di origine araba. Si potrebbe pensare
quindi a uno stanziamento saraceno del villaggio primario, sito abbastanza esposto alle incursioni
barbaresche perché a poca distanza dal mare del Golfo di Palmas.
Nel Medioevo appartenne alla
curatoria del Sulcis, giudicato di
Cagliari. Divenne poi feudo dei
Pisani e degli Aragonesi. Nel 1257
viene documentato come proprietà dei conti Donoratico della Gherardesca. Il centro, già abbastanza
precario come popolazione e mezzi di sussistenza, venne abbandonato nel XVI secolo per le continue incursioni piratesche. Si ha
notizia di Giba, come centro in ri-
preistoria da “domos de janas”,
da “tombe di giganti”e da più di
40 nuraghi, alcuni dei quali veramente notevoli, o per la tipologia (nuraghe a corridoio “Altoriu”), o per il buono stato di conservazione (“Abbauddi”, “Mázzala”, “Urássala”), o per la struttura complessa (“Nurtaddo”, trilobato; “Nuracale”, quadrilobato). Quest’ultimo, a circa 4 km a
nord dell’abitato, viene ora scavato da una squadra di archeologi, per iniziativa dell’amministrazione comunale, ed é già visitato da molti turisti.
A Nord-Est del paese, in località “Sulú” vi sono tracce di un villaggio di origine punica ma abitato forse fino in epoca medioevale poiché ne é ancora vivo il
ricordo nella tradizione popolare. Lo stesso nome Scano, secondo il Canonico Spano, deriverebbe dalla lingua dei cartaginesi (scan = luogo abitato) e quindi
anche il paese avrebbe origini
puniche. É quasi certo, comunque, che intorno alla collina di
‘Turre’” si trovava un “oppidum”
romano.
La popolazione locale si convertì al cristianesimo fin dai primi secoli e successivamente risentì l’influsso bizantino come
dimostra il culto ancora vivo di
alcuni santi orientali (S.Antioco,
S.Giorgio, S.Nicola).
Nel Medio Evo Scano appartenne quasi sempre al Giudicato
di Torres e nel sec. XI la Chiesa
di S.Pietro di Scano con terre, armenti e servi, fu donata, dal Giudice Costantino di Torres ai monaci benedettini di Camaldoli.
L’attuale chiesa parrocchiale,
della fine del sec. XVIII, sorge
sulle rovine di una chiesa romanica e di un attiguo monastero di
cui restano poche tracce. La parte più antica di questa chiesa é il
campanile
gotico-aragonese,
probabilmente del sec. XIV.
Percorrendo le strette vie della
parte più antica del paese, all’ombra delle alte case, a quattro
o più piani, si possono vedere,
accanto ad interessanti esempi di
architettura rustica del Settecento e dell’Ottocento, diverse chiesette pittoresche affacciate su
belle piazzette. Notevole tra
queste la chiesa neoclassica di
S.Nicola.
Fuori dall’abitato si possono
fare interessanti escursioni verso
alcune chiesette campestri situate in località suggestive. Una visita particolare meritano poi sia
il molino ad acqua in località Luzanas, unico rimasto funzionante
dei tanti che costeggiavano il vicino Riu Mannu, sia il boschetto
di “Sa Roda Manna”, ultimo residuo dell’antica foresta di Scano
tanto vantata dal Lamarmora.
Tra tutte le chiese campestri la
più notevole é quella di Sant’
Antioco, a circa quattro km a
nord-est. Questa, anche per
l’amenità del luogo, ricchissimo
di sorgenti e di boschi, é meta di
turisti e, per due volte all’anno
(ad Aprile e ad Agosto), di numerosi pellegrini che vi si recano
per i novenari e per le feste in
onore di questo santo. La ricchezza straordinaria e l’ottima
qualità delle acque di S.Antioco
(San Antiogo de Las Venas, nei
documenti spagnoli) permette di
alimentare oltre all’acquedotto
di Scano, anche quello di Macomer e di diversi paesi della provincia di Sassari.
Dalla citata località di “Luzanas” parte poi un altro importante
acquedotto per la Planargia e per
Bosa. Questa abbondanza inesauribile di acque, apparentemente
inspiegabile con la scarsità e l’incostanza delle piogge, ha fatto
nascere la strana leggenda di misteriosi canali sotterranei e sottomarini provenienti nientemeno
che dai ghiacciai delle Alpi.
Comunque sia, gli scanesi che
così generosamente “donano” la
loro acqua, non hanno mai smesso di sperare che lo Stato o la
Regione contraccambi tale
“dono” con qualche iniziativa
atta a risollevare le loro magra
economia.
Questa ha risentito fortemente
la crisi del secondo dopoguerra
che, con emigrazioni in massa
(Nord-Italia, Francia, Germania,
Belgio, Olanda, America del
Sud, Australia ecc...), ha ridotto
la popolazione dai quasi 3.000
abitanti dei primi anni ’60 ai
1700-1800 attuali. E pensare che
GIBA
Un villaggio
di origine saracena
Il paese del Basso Sulcis nel Medioevo apparteneva al Giudicato di Cagliari
e poi divenne feudo dei Pisani e degli Aragonesi
di Franco Fresi
presa soltanto intorno al 1647 periodo in cui venne infeudato, con
Villarios, Sant’Anna Arresi e Masainas nel marchesato di Villarios.
Il paese oggi dà segni di una lenta ma graduale ripresa legata sempre all’agricoltura. Non mancano
però segni di attività cooperativistiche e artigianali. Un certo interesse culturale sembra prendere le
mosse da una riscoperta dell’inquieta storia locale legata alle incursioni di predatori di varie razze
provenienti dal mare. Anche le
leggende paesane sono legate alle
famigerate gesta di questi predoni
che scombussolarono per lunghi
periodi il quieto vivere di un villaggio di onesti lavoratori. Una di
queste leggende parla della rivolta
verso l’equipaggio di una nave levantina contro il quale si accanirono, in aiuto della popolazione, anche le fonti del territorio intorno al
villaggio diventando saline. Il periodo migliore per visitare il paese
sembra essere la primavera, soprattutto da marzo a giugno, il “tempo
delle feste”: la sagra di San Giuseppe a Villarios, quella di San Pietro e
la festa della Madonna del Rimedio.
Ma si può aggiungere anche un
altro richiamo, davvero di prim’ordine, che il paese esercita sul visitatore. Vale la pena proporlo all’attenzione di chi non lo conosce.
Se viaggiando in buona compagnia per la piana del Basso Sulcis
da settembre a ottobre, o dagli ultimi di febbraio ai primi di maggio,
quando il tempo non è troppo caldo né troppo freddo, viene voglia
di gustare un piatto diverso, di
quelli che non si sa che esistono o
che ricordano i sapori dell’infanzia, è bene fermarsi a Giba più di
un giorno: e visitare “il ristorante” o anche una trattoria che per
attirare l’avventore ha soltanto un
sentore di cibo buono che scappa
sulla strada da una porta con l’insegna dimessa. Se nel menu, anche solo orale, vengono proposti
dei piatti come “is curruxionis”,
“su mazzamurru”, pernice con
lenticchie, o cinghiale al cardo
selvatico, è bene farsi portare un
Scano ha goduto in passato di
una certa rinomanza per la cerealicoltura e soprattutto per l’orticoltura con produzioni notevoli
soprattutto di fagioli diventati
quasi il simbolo di questo paese
(Iscanu-Pisu). Ma la fama maggiore derivò per Scano, tra la
fine dell’Ottocento e gli anni ’50
del Novecento, dalla selezione
di una razza di vigorosi buoi da
lavoro ottenuti dall’incrocio di
varietà locali con tori provenienti da Modica, in Sicilia. Sos boes
iscanesos erano proverbiali in
molti paesi della Sardegna per la
loro forza e tenacia.
Oggi l’allevamento bovino,
pur potendo produrre carni di ottima qualità, é penalizzato dall’importazione di carni estere ma
può comunque vantare una varietà particolarmente apprezzata
del fomaggio “casizolu” del
Montiferro. L’allevamento ovino é oggi la forma principale di
sfruttamento del suolo (ottimo il
pecorino, ‘su pilotu’) ma purtroppo continua a soffrire gravemente le conseguenze disastrose
dell’epidemia della ‘lingua blu’.
La coltura della vite e dell’ulivo
da anch’essa prodotti ottimi anche se in quantità limitate.
Qualche nuova prospettiva
sembra aprirsi per l’economia
scanese nel turismo per la felice
collocazione in vicinanza del
mare e dei monti e, fattore non
secondario, per l’ospitalità degli
abitanti.
assaggio di tutti con una caraffa di
vino della casa. Il gusto già brado
del cinghiale si sposa meravigliosamente con quello campestre del
cardo garantendo un sapore antico, di intimità domestica, da serata vicino al camino. “Is curruxionis”, ravioli di formaggio fresco,
e “su mazzamurru”, pane di grano
duro affogato nel brodo, con pecorino e pomodoro, richiamano
altri gusti e profumi sempre legati alla sapiente cucina dei nostri
antenati quando di fronte ad un
piatto sapevi cosa mangiavi, senza chiedere cosa fossero i cibi
succedanei. Della pernice con le
lenticchie si può dire soltanto che
bisogna gustarla prima di parlarne. Basti sapere che il connubio
tra il nobile volatile e la terragna
lenticchia si presenta come
un’emozione che prende alla
gola. Neppure il persico-trota, cucinato come lo preparano in uno
degli agriturismi della zona Su
Giganti, vicino a Sant’Anna Arresi, può reggere il confronto con
questi strani piatti nati dalla saggezza culinaria di un popolo di
buongustai.
Di più non si può dire: solo che
di gente capace di tali sortilegi
con i soli prodotti che la natura sa
offrire ci si può fidare.
Parliamo della Sardegna
S
empre al centro di un diffuso interesse che va ben oltre
i confini strettamente regionali e nazionali, la Sardegna
non smette di far discutere. Anche dal punto di vista archeologico. Soprattutto da quando, in
un libro di straordinario successo, un noto giornalista-scrittore
come Sergio Frau ha cominciato
ad avanzare l’ipotesi, divenuta
via via un convincimento sempre più radicato, che l’ubicazione delle famose, tanto indagate e
dibattute Colonne d’Ercole possa non essere localizzata nello
stretto di Gibilterra e che la nostra isola corrisponda a ciò che
resta di quel mitico continente
noto coi nome di Atlantide su
cui sinora tanto si è detto e scritto. Se n’è parlato anche di recente, in Sardegna e fuori. E ancora
una volta tra forti contrasti
d’opinione e pareri piuttosto difformi, talvolta non privi di accesi spunti polemici che hanno
coinvolto anche noti archeologi,
scrittori, storici, ricercatori e studiosi impegnati nei più svariati
campi dello scibile umano. Tra
entusiasmi più o meno giustificati e continui inviti, ora palesi
ora “striscianti”, ora al “revisionismo” ora ad una maggior prudenza.
Francesco Nicosia, esperto e
stimato direttore della Soprintendenza archeologica di Sassari e
Nuoro, ha scelto la strada di quello che potrebbe definirsi “attento, razionale e rigoroso possibilismo”. «Ci sarebbe molto da discutere... – sostiene il dottor Nicosia – ma mi limito a dire che
allo stato delle cose non ci sono
ragioni per “spostare” le Colonne d’Ercole: per ora stanno bene
nello stretto di Gibilterra. Fermo
restando che in Sardegna e sulla
Sardegna, archeologicamente
parlando, c’è ancora tanto da capire e da scoprire. Senza “fughe
in avanti”, però».
Come dire che la “teoria” di
Frau (e non solo sua), senza dubbio estremamente interessante,
suggestiva e persino intrigante,
non è da escludere, ma necessita
evidentemente di ulteriori, imprescindibili, documentati e
scientificamente inattaccabili
U
na delle caratteristiche
centrali della nuova narrativa sarda è la “serialità”. Ossia quasi tutti gli autori
che si sono affermati negli ultimi
anni scrivono molto, puntando
sugli stessi personaggi e le medesime storie con variazioni più o
meno rilevanti. Si pensi ai romanzi di Giorgio Todde, imperniati sulla figura del medico-detective Efisio Marini; o ai gialli
di Marcello Fois che ripropongono come protagonista Sebastiano
Satta. Lo stesso discorso vale per
i noir scritti da Luciano Marrocu.
Nicola Lecca (cagliaritano,
classe 1976) ha pubblicato a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro due libri editi rispettivamente
da Giorgio Mondadori e Alberto
Mondadori. Il primo ha per titolo
Grandi alberghi d’Europa (e racconta le storie dei maggiori hotel
del vecchio continente che hanno ospitato musicisti, scrittori e
pittori), mentre il secondo è un
romanzo intitolato Hotel Borg. Il
lettore che si accosta a questi due
libri si accorge subito, a partire
dai titoli, che le analogie sono
più forti delle differenze.
Ma chi è Nicola Lecca? Per conoscere la sua biografia e le sue
opere basta collegarsi sul sito
che lo riguarda (www.nicola-
a cura di Manlio Brigaglia
Da Atlantide a Sassari
passando per l'Isola
Alla scoperta della Sardegna in compagnia in un illustre
archeologo siciliano di nascita e sardo per scelta
di Paolo Sanna
elementi che ne costituiscano solidi e indiscutibili
“punti d’appoggio”.
D’altra parte sugli stessi
nuraghi, che “popolano” in
modo così massiccio e diffuso la Sardegna e da sempre forte, consolidato “simbolo” internazionale dell’Isola, non si può proprio
dire che le opinioni (soprattutto per quanto riguarda la
loro antica funzione) siano
concordi. Così, dopo millenni di storia, a fronte di
una radice e di una etnologia del nome assolutamente
chiare, sul resto la ricerca, il
confronto e le discussioni,
anche forti, continuano.
«Tutto appare semplice:
nur = nuraghe = nurra,
“mucchio di pietre cavo all’interno”. In realtà i nuraghi sono delle architetture
molto complesse e studiate
che soltanto superficialmente possono essere definite “mucchi”. Presenze costanti nei territorio regionale, i nuraghi – ricorda Francesco Nicosia – caratterizzano la
Sardegna, ma conducono, rimandano a relazioni mediterranee
molto vaste e complesse, ancora
da approfondire e da definire con
maggiore attenzione. Come confermano gli studi più recenti che
ribaltano (o ridimensionano) il
falso mito dell’“isola isolata”
lontana dalle rotte, dalle comunicazioni e dai contatti economici
e culturali. La Sardegna, d’altronde, sta al centro del Mediterraneo occidentale, naturale “cro-
cevia”, quindi, di traffici e collegamenti d’ogni tipo».
Inevitabilmente cosi, parlando
di Sardegna e della sua ricca e affascinante storia, riaffiorano temi
sui quali, con una periodicità ricorrente, si continua a discutere
ed anche a pubblicare, talvolta
con troppa faciloneria e non sempre giustificata enfasi. Si prenda,
ad esempio, il caso di Sassari e
delle sue origini. Anche di recente si sono intrecciate voci, illazioni e ipotesi (talvolta spac-
ciate persino per tesi quando non addirittura per certezze) non proprio e/o non
completamente legate a
nuovi scavi e a documentate acquisizioni archeologiche. Ma anche in questo
caso, dall’alto dei suoi approfonditi studi e della sua
grande, riconosciuta competenza specifica, il soprintendente archeologico
di Sassari e Nuoro “non fa
sconti” di sorta.
«L’area della città è stata
abitata dall’uomo sin dal
Neolitico Finale (Cultura
di Ozieri, 3200 a.C.).
Fino a qualche decennio fa
i dati a disposizione (ivi
compresi i ritrovamenti in
una grotta di viale Umberto) ci indicavano la presenza nel Neolitico Maturo
(Cultura di Monte Claro,
2200 a.C. circa). Gli scavi
nella grotta sepolcrale di
Via Besta hanno poi rivelato origini più antiche (Neolitico) e l’ utilizzo sino al
Neolitico Maturo e alla
Media Età dei Bronzo (Cultura
Sa Turricula, 1600 a.C). Evidentemente, con il “villaggio” non
lontano dal luogo sepolcrale. Venendo a tempi più “recenti” –
prosegue il dottor Nicosia – le ricerche sinora eseguite rendono
plausibile l’ipotesi che, prima
della leggendaria fuga degli abitanti di Portotorres verso l’area
di Sassari per via delle incursioni
dei Barbari (intorno al 1000 d.
C), su precedenti presenze romane si svilupparono diversi “vil-
Un autore sardo
che gira l'Europa
Due libri dello scrittore cagliaritano Nicola Lecca - Uno racconta
le storie degli alberghi più famosi - L'altro un romanzo
ambientato in un albergo in Islanda
di Giovanni Mameli
lecca.it). Finora ha pubblicato
quattro opere narrative ed è stato
il più giovane finalista al premio
Strega con il libro di racconti
Concerti senza orchestra, uscito
nel 1999, per i tipi di Marsilio.
Per diversi anni è vissuto a Londra: dove ha fatto il lavapiatti, il
cameriere, il cassiere, lo steward,
fino a diventare uno degli executive officiers della Royal Festival Hall (una sala da concerti
molto rinomata). Le chiavi del
successo di questo autore sono
state la sua conoscenza della musica classica e i suoi libri.
Nicola Lecca svolge, tra le sue
varie attività, anche quella di
giornalista. Come critico musicale e letterario ha pubblicato articoli su periodici e quotidiani
come L’Unità, La Stampa, Il
Giornale e L’Unione Sarda. Tornato in Sardegna dopo gli anni
vissuti a Londra, è difficile trovarlo a Cagliari perche è sempre in
viaggio per la promozione dei
suoi libri o per servizi giornalistici (ultimamente è stato in Turchia
e in Ungheria per alcuni mesi).
Tornando ai suoi due ultimi libri, Grandi alberghi d’Europa
comprende la descrizione (con
molte immagini a colori) di 101
hotel famosi di ventiquattro nazioni, in ordine alfabetico, dall’Austria alla Turchia. Il testo è
bilingue: in italiano e in inglese,
per facilitare la diffusione internazionale del libro. Tra tanti alberghi ce n’è anche uno sardo?
Sì, il Pitrizza di Porto Cervo, che
ha una piscina di acqua di mare
scavata nella roccia, ed è composto da ville inserite in un ambiente naturale.
Il romanzo Hotel Borg (albergo
realmente esistente, che si trova
in Islanda, paese dove Lecca è
stato varie volte) ha una trama
molto insolita. Al centro della
vicenda narrata ci sono cinque
personaggi, che vivono in realtà
geografiche diverse. Sono un direttore d’orchestra, una cantante
al termine della sua carriera, una
“voce bianca” vittima dei suoi
genitori, un uomo dalla vita sregolata, un giovane impiegato in
un albergo di lusso. Cos’hanno
in comune queste figure così distanti? A calamitarle nello stesso
luogo (cioé la città di Reykja-
APRILE 2006 •
21
laggi” altomedioevali (Quitarone, Ennene, Pozzu di Bidda, Silki, etc.). Sono stati questi i primi
insediamenti organizzati. Non si
può escludere del tutto una continuità di “insediamenti” e di
presenze sin dall’ età romana. Ma
le incessanti ricerche, quali quelle che conduciamo sul territorio –
aggiunge Nicosia col consueto
culto – rispetto delle “pietre che
parlano” – ci hanno abituato, a
ricorrenti novità e “sorprese”. Un
po’ perché “sotto” la città, ne siamo certi, c’è effettivamente ancora molto: in termini di lavoro e di
repertazione archeologica, nonché di storia e, quindi, di risorse
culturali e turistiche da mettere a
disposizione di un più adeguato,
generale sviluppo di Sassari, dei
Sassaresi e dell’intera Sardegna».
La Sardegna, appunto: un autentico, indubitabile “chiodo fisso”, un amore sconfinato, per
Francesco Nicosia, sessantasei
anni, anche lui Isolano, ma della
cittadina siciliana di Còmiso in
provincia di Ragusa, letteralmente “travolto” nel tempo da
un irrefrenabile passione per la
nostra isola. E non solo dal punto di vista strettamente professionale e della ricerca archeologica esercitata con non comuni
capacità tecniche, assoluta dedizione ed estremo rigore. Fino a
indurlo, qualche anno fa, a ritornare, dopo una lunga parentesi
di pur importanti e gratificanti
incarichi sulla Penisola, alla guida della Soprintendenza archeologica di Sassari e Nuoro. Divenendo un sardo d’adozione per
lucida, sentita scelta e, per molti
versi, più “sardo” di non pochi
sardi. «Non nego il “mal di Sardegna” – ammette senz’alcuna difficoltà e con la consueta schiettezza Nicosia – Un”male” che, peraltro, colpisce un pò tutti quando si
viene a contatto con quest’ isola
straordinaria ed ancor più quando
si ha modo (com’è accaduto a me)
di conoscerla in profondità. L’interesse archeologico davvero unico e ineguagliabile del territorio
regionale, poi, non poteva certo
lasciare indifferente un archeologo innamorato del proprio lavoro
come me».
vìk) è un concerto tenuto da
Alexander Norberg. Un grande
direttore d’orchestra che rinuncia a un importante incarico e decide di ritirarsi dal mondo della
musica. Quello è il suo ultimo
concerto. Stampa e televisione
di mezzo mondo seguono l’evento, che si svolge in una piccola
chiesa della capitale dell’Islanda, con un pubblico scelto a caso
tra gli abbonati dell’elenco telefonico. Che Norbert sia un artista
bizzarro ed eccentrico è fuori discussione. Così come lo sono tutti i personaggi che gli stanno attorno. In particolare il giovane
Oscar, che per poter assistere al
concerto è disposto a incredibili
sacrifici. In questo romanzo
(come in altri libri di Lecca) la
musica ha un potere superiore a
qualsiasi altro.
Per il suo ultimo concerto Norbert sceglie l’esecuzione dello
Stabat mater di Pergolesi (“Non
aveva dubbi in proposito: lo Stabat mater era la perfezione: la più
bella musica che fosse mai stata
scritta. Anche Rousseau e Stendhal, del resto, lo credevano e
dunque non c’era nulla di male
che lo pensasse anche lui.”) Attorno a questo fatto ruota tutto il
romanzo, ricco di personaggi veri
e fantastici allo stesso tempo.
22 • A
PRILE
Parlando in Poesia
2006
N
ella grande schiera degli abbonati e
dei lettori del “Messaggero” si nascondono tanti poeti – o per lo
meno amanti della poesia – che non si
sono ancora rivelati. Basta un’occhiata
anche veloce alla posta in arrivo: per quanto siano oltre 1300 le firme che sono comparse in questi anni, ce n’è sempre qualcuna nuova che fa capolino; e riserva ogni
volta una sorpresa, un qualcosa di originale nella lettera di accompagnamento, nella poesia, in un dettaglio qualunque.
Oggi, ad esempio, facciamo spazio a
Salvatore Todde, autore che si esprime nel
dialetto che si parla a Carloforte e Calasetta, il tabarchino: così chiamato perché le
famiglie liguri che se lo sono tramandato
avevano trascorso, prima di arrivare in
queste isole allora deserte (Sant’Antioco e
San Pietro), un lungo periodo in un’altra
isola, Tabarca appunto, che si trova nei
pressi della costa tunisina.
Linguaggio non facile il tabarchino, ricco di suoni sconosciuti ai sardi: per questa
prima volta, in attesa di sapere cosa ne
pensano i lettori, pubblichiamo la poesia
senza la traduzione; ma per venire incontro ai lettori chiariamo che si tratta di un
discorso nostalgico e malinconico: la vista
delle torre di Calasetta stimola la fantasia
del poeta, che sogna di volare senza pensieri tra le nuvole.
La breve poesia dedicata alla Sardegna è
invece di una signora che vive in Toscana
e, per quanto abbia superato i novant’anni,
non ha mai visto un suo scritto comparire
in questa pagina; c’è posto anche per lei,
come c’è per Serafino Cossu, gentile ardaulese trapiantato in Francia che non aveva più inviato suoi versi da molti anni, così
come Vincenzo Locci, sempre entusiasta
per la possibilità che gli è data di ricevere
il “Messaggero Sardo”.
Gli autori “nuovi” hanno concepito anche due interessanti dediche: quella di Silvano Spallacci è per Fernando Politi, che
sta trascorrendo un periodo di dolore e di
espiazione in terra di Germania; mentre
quella di Pieraldo Colosso, non sardo, è
per la madre di sua moglie, sarda, per la
quale nutre evidentemente affetto ed ammirazione: «Da trent’anni frequento la
vostra isola – dice tra l’altro nella lettera
d’accompagnamento – ed ho quindi imparato ad apprezzare i vostri usi, le vostre
tradizioni, ma in particolare la gente sarda».
Benvenuto ancora a Gianfranco Sale, a
Sebustianu Nieddu, che scrive da Roma; a
Marilena Pinna, venuta a Bonorva per la
morte di uno zio; ad Antonio Pinna, sarulese trapiantato a Concorezzo, provincia
di Milano; a Giuseppe Mocci, che abita in
Canada; e a Pietrina Manai Coni che da
Ollastra Simaxis, dove è nata nel lontano
1918, si è trasferita ad Ariccia, vicino a
Roma.
GH’È.NA TÛRE ANTIGA
Gh’è’na tûre antiga de trachite
in sciû belvedere de Câdesédda
che a l’ha u cù da mé tristéssa.
Ae só ràixe, inta ciaza deserta,
u mò u l’ammügge refüi de nove
e schéletri de óche sens’óe.
Fœa de Manca, a mé vàia turchiña
a burdezze da sula, sensa timun,
da mêzu a frange de bissu e lôgrime de sò.
Légiu ’n dexidéu u sciòrte dau mé cœ
cumme ’n’óxéllu quande u lasce u nîu
pe annò derré au su, imbriegu da só lüxe.
Ah, presse mi asci xüò insce quelle nuvie !
Cun i fi induè di mé dexidei,
la dedòtu m’appruntiè’na cómmuda stœa
cuerta dai véli de tanti sœnni,
in moddu che nu m’addescésse
mancu u sun de mille viùlin.
Salvatotre Todde
CARA SARDIGNA MIA
Ti dio visitare
però in mesu via
b’est su profundu mare,
no so in pitzinnia
pro lu poder giumpare
pro bider sa domo mia;
ma jà est bene tancada
ca sa famiglia mia
est inoghe emigrada,
cara Sardigna mia,
da tottu nois saludada.
Avanti,
c'è posto
Danze e suoni ancestrali
che traboccano in cuore,
costumi senza eguali
portati con onore,
lingua che ti comunica
un sentire profondo,
nenie, poemi e canti
antichi quanto il mondo.
Nostalgia di primordi,
terra di dolce oblio,
mille e mille nuraghi
fanno smarrire l’io;
sorgenti sacre e laghi,
steli e tombe rupestri,
da cumbessias abbracciate
le chiesette campestri…
a cura di Salvatore Tola
A TI RENDER VISITA
Perdonu ti domando
si ti appo lassadu
sentza mai a tie irmentigare.
Su chi raccumando
a dogni emigradu
in dogni lodu de tue s’ammentare.
Pro chi manche dae ora
a tie amo ancora,
e custu non lu podes negare,
ogni tantu faende una gita
cuntent’a ti render visita.
Serafino Cossu
SRI LANKA
All’amico Fernando
Là ove un’anima soffre
nasce un fiore,
il fiore della speranza
e dell’amore.
Se un dì il patir
potrà lenire,
il fiore rifiorirà
per non morire,
visitato sarà dalle farfalle,
l’essenze lor cederà
per altre vite vere,
che poi rigenereranno,
per non svanire,
giovani stirpi nuove
per ricostruire
quel che distrusse
quel dì fatale.
l’incolpevol mare.
LE MANI CAPACI DI AMARE
A Mariangela Pischedda
Ho guardato i tuoi occhi,
i capelli imbiancati,
le rughe scavate dal tempo
su un volto orgoglioso
accarezzato dal vento.
Ho cercato
nelle poche parole,
nel silenzio imponente,
nell’incedere solido,
nelle tue emozioni,
nei ricordi dei dolori,
negli affetti,
nelle tremule mani
capaci di amare.
Ho scavato
nella melma delle false morali
dove assurdi egoismi
si intrecciano
a ipocrisie di benpensanti,
ho scavato con le mani,
le unghie le dita
e all’ombra
dei tuoi novant’anni
ho capito la vita.
Pieraldo Colosso
Dogni mese t’aspetto cosciente,
tue ses arrivende puntuale,
fueddo cun amigos e parente’
ch’ana lassadu sa terra natale.
Ses veramente unu messaggeru,
fidele amigu de s’emigratzione,
nessun’atteru comente a tie:
Recuidu ti che ses,
primmu fiore de ’eranu
in chida santa.
Omine mannu
cun coro ’e pitzinneddu:
lagrimas e brullas sempre in bujacca.
S’aimis pottidu seberare
sa chiterra invece de sa campana
po ti ch’accumpagnare
l’aimis fattu puru…
ma tantui ischimus chi l’as a impittare
finas inue ti ch’andas.
E comente t’iene
tottu sos chi connosches an a narrer:
«Ajò, ajò, arrodiade, mi’ chi Ciabatta est arrivadu!».
E chie no ti connoschiat puru
frimmendesi e iscultende at a pensare:
“In cussa serenada bi calaian anghelos”.
Marilena Pinna
PRO NOIS SUNU SESSANTA
A sos fedales sarulesos
Invio unu saludu dae sa Lombardia
ca a sa vesta non poto essere presente,
saludo s’intera cumpanzia
vicinu a tottus cun coro e mente.
Pro nois sunu annos sessanta,
intramus in sa tertza edade
cun orgogliu de durare medas annos,
FORZA CAGLIARI
Dal Municipio di travertino dorato,
partendo per il mondo, ti ho salutato.
Il panorama della città ho riammirato,
da Buoncammino al Terrapieno passeggiando.
Nel rione San Giovanni a lungo ho camminato,
dove i natali questa città mi ha dato.
In questo vicolo giocavo da bambino,
appena frequentato l’asilo.
La tua bellezza è unica al mondo,
con la punta Sant’Elia, il Poetto e il porto.
È la città di una gente laboriosa.
Gridando «Forza Cagliari» dimentico ogni cosa.
Giuseppe Mocci
FIDELE AMIGU
Sas notitzias das a tanta zente
e sempre unu fogliu culturale,
de Casteddu a dogni continente
prite ses internatzionale.
Gianfranco Sale
A TZIU BATTA
Si fentomas a Ciabatta
su risu in laras ti pigat solu solu,
ammentende sos cantigos
ei sas mascheradas a bolu.
Auguro festa ’ona cun allegria
a sos fedales e a tottu sa zente,
auguro allegria e armonia
dae parte mea chi soe assente.
Silvano Spallacci
(inviata da Fernando Politi)
faghes su giru de su mund’interu
e nos dasa sa soddisfatzione
d’ischire novas sardas dogni die.
Vincenzo Locci
Franca Mannu
SARDEGNA
Mari turchese e puri
ovunque sorprendenti,
monti giganti supini,
rocce animate dai venti;
scampanare di greggi,
fragranze di rosmarini,
spiagge cinte di mirti,
di ginepri e di pini.
de poder superare sos noranta
in fortza, sanos e cun abilidade,
tottus durare a betzos mannos
imploramus de Gonare sa santa
de vivere in cristianidade
felices, cuntentos sentza affannos.
Zente de Barbagia tantu vorte,
raighinas de sa menzus linna,
auguro a sos fedales bona sorte,
retzide unu saludu dae Antoni Pinna.
Antonio Pinna
MODA. BATTOLDIGHI TORRADU
Chent’annos dae sa naschida de Remundu Piras
S’annu chimbe ’e su seculu passadu
sa sorte abbaidada s’est in tundu,
e po dare su nadale a Remundu
Biddanoa l’est pafida ideale,
leadu l’ada e bi l’at postu in coa
nendeli: «Sias digna ’e l’allevare».
Biddanoa l’est pafida ideale
po dare a Remundu su nadale,
l’est pafida ideale Biddanoa
leadu l’ada e bi l’at postu in coa
nendeli: «’E l’allevare sias digna».
Sa fama ch’acquistadu as in Saldigna
perenne rèstada a no finit crasa,
sa fama ch’in Saldigna acquistad’asa
no finit crasa e perenne restada
ca ogni ’idda a Remundu intestada
assunessi una via po ammentu...
Sebustianu Nieddu
LE CAMPANE DEL MIO PAESE
Ho visto tante belle
città e paesi
ma in nessun posto
ho sentito il suono
melodioso delle campane
come quelle del mio paese.
Tutti i giorni mi invitavano
alla fede, alla fiducia
e alla preghiera,
mi davano nuove energie,
nuove speranze, nuovo vigore.
Davo senso alla vita,
mi entusiasmavo
di fronte allo spettacolo
di una collina
con i mandorli in fiore,
di fronte ad un giardino
con fiori di ogni specie…
Le campane continuavano a suonare
allegre, festose,
e le poesie nascevano da sole,
tutto era poesia
nella primavera della mia vita.
È vero, non ho sentito più
campane così melodiose.
Pietrina Manai Coni
Sardegna Notizie
Un fondo per alloggi
a canone moderato
di 4 milioni di euro
La giunta regionale ha approvato i fondi e i criteri di assegnazione degli alloggi “a canone
moderato” per il 2006. Lo stanziamento regionale è di 4 milioni
di euro, da aggiungersi alle risorse statali. Il fondo è destinato alle
famiglie in condizioni di disagio
economico. I Comuni provvederanno a compilare delle graduatorie il cui esito sarà reso pubblico entro il 15 luglio 2006.
Il fondo nazionale per il sostegno
al pagamento della abitazioni in
affitto fa riferimento alla legge
431 del 1998 e viene gestito dalla Regione. Dal 2004 la Sardegna
contribuisce con risorse proprie a
integrare le somme previste dalla Stato.
I destinatari dei contributi sono
i titolari di contratti di affitto di
un alloggio ad uso residenziale
che si trovi nel Comune di residenza della persona che ne fa richiesta. I Comuni fissano l’enti-
tà dei contributi, nel rispetto dei
limiti massimi stabiliti, favorendo i nuclei familiari coi redditi
bassi e con elevate soglie di incidenza del canone. Il requisito per
ottenere questi benefici è quello
di avere un reddito annuo imponibile del nucleo familiare inferiore a 11.465 mila euro, con la
possibilità di allargare tale fascia
a redditi superiori, in proporzione al numero dei componenti del
nucleo.
Il nucleo familiare che occorre
considerare per l’assegnazione è
quello del richiedente così come
risulta composto alla anagrafe
alla data della pubblicazione del
bando.
Il contratto di affitto deve essere regolarmente registrato e permanere per tutto il periodo al
quale si riferisce il contributo ottenuto. Non sono ammessi i nuclei familiari nei quali anche un
solo componente risulti titolare
del diritto di proprietà su un alloggio adeguato alle esigenze del
nucleo familiare e neppure quelli che abbiano un contratto di locazione stipulato tra parenti entro
il secondo grado, o tra coniugi
non separati legalmente. Se i Comuni contribuiscono ad integrare
il fondo con risorse proprie gli
saranno riconosciuti dei premi di
importo.
Con l’approvazione di questo
fondo per il sostegno all’accesso
alle abitazioni in locazione spiega una nota - l’assessore
Mannoni e la Giunta regionale
hanno inteso dare una forte caratterizzazione sociale a una politica che già nel 2005, con un contributo di 2 milioni di euro che si
aggiungeva ai 3 milioni e mezzo
di euro delle risorse statali, aveva permesso di soddisfare il 57%
delle domande espresse dalle famiglie, contro il 39% della media
degli anni precedenti.
Allarme dell'assessore Pilia
per episodi di intolleranza
nelle scuole dell'Isola
“Non serve a nessuno ignorare
che l’intolleranza, la diffidenza
nei confronti di altre etnie e la
prevaricazione non abitino anche
nelle aule degli istituti della Sardegna, di ogni ordine e grado”.
Lo afferma l’assessore regionale
alla Pubblica Istruzione Elisabetta Pilia in una lettera aperta ai genitori e agli insegnanti sul problema del razzismo.
L’esponente dell’esecutivo
parla di “alcuni episodi di intolleranza, in un caso aggravata da
violenza fisica, di cui in questi
mesi mi è capitato di venire a conoscenza”. Precisa che “sono eccezioni” ma sottolinea che “resta
il dubbio che per l’umiliazione,
la paura di chi ha subito - e l’indifferenza di chi ha visto - tanti
non vengano alla luce”.
La Pilia parla della necessità di
“affrontare insieme un tema
come quello dell’accettazione
della diversità che non può essere ignorato, perché avrà un peso
notevole per la crescita civile e
umana delle nuove generazioni”,
anche se “si preferisce tacere”.
”Così - prosegue la lettera - è più
facile nascondere che, in una
scuola elementare della Sardegna, un bambino è stato picchiato dai compagnetti perché é di
origini musulmane e, di conseguenza, secondo alcuni bambini
non é altro che un “terrorista”. O
A uno studio di Basilea
il progetto di recupero
dell’area di Monteponi
Lo studio di architettura Herzog de Meuron realizzerà il progetto di ristrutturazione e recupero dell’ex area mineraria di Monteponi. Lo ha reso noto il presidente dell’Igea Franco Manca
durante il convegno sul “Patrimonio industriale tra terra e
mare, per una rete europea di
ecomusei” svoltosi a Iglesias.
Nell’area è prevista la realizzazione di un centro congressi e di
una struttura polivalente. Alcuni
edifici storici saranno trasformati
in strutture residenziali e di ricerca. Un’area sarà destinata alla
realizzazione di una sorta di col-
lege mentre in un’altra saranno
realizzate strutture ricettive turistiche.
A Campo Pisano è prevista
un’area per gli insediamenti artigianali del Comune di Iglesias. Il
progetto è stato affidato ad uno
studio sardo.
Il presidente dell’Igea ha anche
annunciato il prossimo bando di
gare per i progetti di ristrutturazione e utilizzo a fini turistici e
residenziali delle aree ex minerarie di Masua e Monti Agruxiau,
nel territorio di Iglesias; e di Ingurtosu, Maracauli e Pitzinurri,
nel Comune territorio di Arbus.
non si viene a sapere del bambino cinese che durante la gita scolastica, il momento più felice della socializzazione a scuola, si è
sentito respingere da un compagno, che non ha voluto dormire
in camera con lui, potendo contare purtroppo sull’appoggio e la
comprensione di un insegnante.
Non ci sono solo manifestazioni
di xenofobia, esiste anche un pregiudizio diffuso verso realtà e situazioni familiari che i ragazzi
percepiscono come diverse, non
regolari. Parlo, per esempio, dell’esclusione di un bambino dai
giochi e dalle feste di compleanno con i compagni di classe perché figlio di una giovane donna
ritenuta ragazza madre”.
Parlare di razzismo – avverte
l’assessore è difficile e doloroso,
perché tocca le corde più intime di
ciascuno di noi. Si prova imbarazzo, pudore, insofferenza, quando
qualcuno accenna all’argomento.
Una società e una scuola civile devono, però, trovare i modi e le occasioni per confrontarsi. Con un
impegno collettivo dobbiamo dire
‘Si’ alle diversità e no alle discriminazioni’, che è anche lo slogan
della campagna dell’Unione europea contro il razzismo. Lo dobbiamo ai nostri figli e anche al passato di migliaia di sardi, che hanno
vissuto sulla propria pelle l’intolleranza e l’emarginazione razziale. Si parla tanto di internazionalizzazione della Sardegna, ma bisogna ricordare che gli scambi avvengono in entrambe le direzioni.
Partono i Sardi per studiare e lavorare all’Estero e arrivano in
Sardegna ragazzi di altre nazionalità, e di ogni fascia d’età, per trovare insieme alle proprie famiglie
opportunità di lavoro e per avere
una vita dignitosa.
APRILE 2006 •
23
In attivo il bilancio
della Fondazione
Banco di Sardegna
Il Comitato di indirizzo della
Fondazione Banco di Sardegna ha
approvato il bilancio consuntivo
dell’ente chiuso al 31 dicembre
2005. La gestione - risulta dalla
relazione al bilancio presentata dal
consiglio di amministrazione - è
stata ispirata dal principio della
prudenza e alla ricerca di una redditività stabile nel medio e lungo
periodo. I proventi della gestione
finanziaria, in considerazione anche della ripresa dei mercati, hanno registrato un incremento del
35% rispetto all’esercizio precedente. Il conto economico, con ricavi di 30.829.542 euro e costi per
8.645.482 euro, evidenzia un avanzo di 22.184.160 euro. Dopo gli
accantonamenti alle riserve obbligatorie per legge e per statuto la
Fondazione ha deliberato nel corso
dell’esercizio 2005 erogazioni per
9.593.790 euro così ripartiti tra tutti i settori definiti in sede di programmazione: arte e attività culturale 42%; salute, medicina preventiva e riabilitativa 17%; volontariato, filantropia e beneficenza
11%; ricerca scientifica e tecnologica 30%.
L’approvazione del bilancio è
avvenuta con largo anticipo rispetto ai termini statutari, che fissa il
termine entro il 30 aprile, per consentire al comitato di indirizzo
uscente di esprimersi sull’attività
svolta dalla Fondazione nel 2005.
Stand della Sardegna
alla fiera di Vilnius
Sono decisamente positivi per il
sistema turistico della Sardegna i
segnali che arrivano dalla nuova
Europa a 25. Lo confermano i risultati della Vivattur 2006, fiera internazionale del turismo, svoltasi a Vilnius, la capitale della Lituania situata a pochi chilometri dal centro
geografico dell’Europa. “Sardegna,
tutti i colori della tua vacanza” è
stato il filo conduttore che ha ispirato lo spazio espositivo allestito per
presentare per la prima volta alla
platea degli operatori e del pubbli-
L'Isola
alla Mitt
di Mosca
L’assessorato del Turismo,
artigianato e commercio ha partecipato con uno spazio promozionale alla MITT 2006, Moscow International Travel &
Tourism Exhibition, che si è
svolta a Mosca dal 22 al 25 marzo. Nonostante la partecipazione a questa fiera non fosse prevista dal piano di marketing per
il 2006 l’assessorato ha, comunque, deciso di parteciparvi per
supportare gli operatori turistici
nelle azioni promozionali nei
nuovi mercati.
co dei viaggiatori dei Paesi Baltici
la ricchezza di scenari ambientali,
tesori storici ed archeologici e tradizioni che l’isola è in grado di offrire a chi la visita.
Nutrita e di ottimo livello la presenza di soggetti istituzionali e delle aziende private che hanno sposato il progetto: le Province di Sassari e Oristano, il Comune di Cagliari
e quello di Santulussurgiu, la Sogaer, società di gestione dell’aeroporto di Cagliari, il Forte Village Resort, i gruppi Delphina e Studio Vacanze, l’hotel Costa dei Fiori e l’hotel Flamingo di Santa Margherita di
Pula. Un ruolo speciale lo ha voluto giocare il gruppo editoriale
L’Unione Sarda che ha allestito un
ricco punto di consultazione di libri
e audiovisivi sulla Sardegna pubblicati nelle proprie collane.
“Da una veduta mozzafiato del
mare di Castelsardo a particolari
straordinari della zona archeologica
di Tharros, dalla Festa di Sant’Efisio
a Cagliari alle campagne del Montiferru - spiega Massimo Cugusi, ideatore del progetto - abbiamo cercato
di trasmettere ai visitatori un’idea
della Sardegna un po’ diversa dal
solito. L’idea di un’isola nella quale
accanto a tesori storici e naturali di
straordinario valore è possibile trovare strutture alberghiere tra le migliori del mondo ma anche percorrere itinerari poco battuti e ricchi di
meravigliose sorprese”.
Slitta la chiusura
della base Usa
della Maddalena
“La decisione del governo Usa riguarda la dismissione della base, ma
non contiene una data precisa, che
comunque non sara’ nel 2006". Con
questa lettera Benedict Duffy, capo
ufficio stampa dell’ambasciata statunitense in Italia, precisa che la
base della Us Navy di La Maddalena per sommergibili a propulsione
nucleare non lascerà l’arcipelago
sardo entro l’anno.
La scadenza del 2006 era stata
annunciata dal presidente della
Regione, Renato Soru, il 24 novembre dello scorso anno, dopo
l’incontro a Roma con il ministro
della Difesa Antonio Martino, in
cui era stato comunicato al massimo rappresentante della Sardegna il ritiro ufficiale dell’installazione militare americana a La
Maddalena.
24 • A
PRILE
Emigrazione
2006
CANADA
VERONA
La giovane Enza Uda
Costituito nel circolo
eletta presidente
“Sebastiano Satta”
del Circolo di Vancouver il “Laboratorio dei giovani”
Con l’elezione alla presidenza
della giovane Enza Uda, figlia
del compianto Antoni, diplomatico, poeta e presidente del Club
Sardegna di Vancouver scomparso nell’ottobre dello scorso anno,
la comunità sarda dell’Ovest del
Canada chiude un mesto periodo
di transizione e riprende a programmare le attività future con
ritrovato slancio.
Nel corso di un’assemblea tenutasi il 12 febbraio scorso e nella successiva riunione di direttivo del 13 febbraio, entrambe alla
presenza del consultore e coordinatore per il Canada Alberto Mario DeLogu, il circolo ha accolto
la richiesta del presidente ad interim Franco Spano di essere sollevato dall’incarico per far posto
ad un presidente giovane ed entusiasta.
Al presidente uscente è andato
un caloroso grazie da parte dei
soci per aver sostenuto il club,
anche finanziariamente, ed averne garantito la sopravvivenza in
una fase così delicata e critica.
La scelta è caduta quindi su
Enza Uda, la quale ha accettato
l’incarico con commozione e non
senza ritrosie.
Enza ha ricordato la figura del
padre e ha detto di volerne proseguire l’opera mantenendo unita
la comunità, e richiedendo
espressamente, come condizione
I giovani soci dell’Associazione Sardi “Sebastiano Satta” di
Verona, vista l’attiva collaborazione con le attività del circolo,
hanno deciso di dare vita ufficialmente al “Laboratorio dei Giovani”.
Il gruppo, già da qualche mese,
sta organizzando interessanti
conferenze su svariati argomenti,
riscuotendo successo presso i
soci, ma anche presso i cittadini
veronesi.
I ragazzi del “Laboratorio”,
inoltre, si impegnano alla stesura
de “Il Notiziario dei Sardi”, periodico trimestrale redatto dall’associazione stessa. Il gruppo si impegna anche al fine di avvicinare
giovani veronesi alla Sardegna at-
per la propria accettazione, l’appoggio ininterrotto e solidale dell’intero direttivo.
Enza Uda ha 33 anni, è sposata
col colombiano Ricardo Gomez
ed ha una figlia, Sofia, di 2 anni
e mezzo.
Laureata in relazioni internazionali e in giornalismo, Enza
parla perfettamente tre lingue ed
è da cinque anni giornalista della
radiotelevisione canadese, la
CBC-Radio Canada.
Lo scorso novembre Enza ha
ritirato a Borore il premio di po-
esia assegnato postumo al padre
Antoni Uda per la raccolta di poesie sarde “Muttos de foressidu”,
nel corso di una toccante cerimonia che ha visto i Tenores di Dorgali esibirsi cantando i versi di
Antoni.
Gli altri membri del direttivo,
interamente riconfermato, sono
Lucia Mameli Barone (vicepresidente), Maria Luisa Salaris Freeman (segretaria), Mauro Addari
(tesoriere), John Meloni, Dustin
Frau, Franco Spano, Flavia Spano e Tony Uccheddu.
traverso la valorizzazione culturale o la promozione turistica.
Nel mese di febbraio 2006 si è
tenuta l’Assemblea dei Soci per
il rinnovo del Comitato Direttivo
dell’Associazione. Due ragazzi
del Laboratorio, Jglis Mei e
Gianbattista Scano, sono entrati
a farne parte. Jglis Mei è stato
nominato delegato per l’Assemblea Nazionale e per il Congresso Nazionale della FASI, Giambattista Scano, invece, è il Responsabile dei giovani.
Questi fatti dimostrano che
l’Associazione veronese si “rinnova” al fine di continuare la sua
attività ed di allargare il proprio
bacino d’utenza.
(J.M)
ALESSANDRIA
“Sardegna Mio Primo Amore”
festeggia 15 anni di canti
e cultura sarda in Piemonte
VERONA
La Sardegna con Sinnai
protagonista a Bovolone
alla 728º fiera di San Biagio
Dal 27 al 31 gennaio 2006 si è
tenuta la 728ª edizione della fiera di San Biagio a Bovolone che
dal 1278 anima il centro del comune veronese.
Da molti anni l’Associazione
dei sardi di Verona è impegnata
attivamente nella partecipazione
ed organizzazione di questo importante evento grazie all’impegno del socio Salvatore Pau che
fa parte di “Bovolone Promuove”
come presidente del Comitato del
Gemellaggio tra il comune veronese e il Comune di Sinnai, in
provincia di Cagliari.
Tra gli eventi giornalieri e serali hanno avuto risalto la mostra
fotografica degli allievi del gruppo Arti Visive di Villafontana e
quella del Costume Sardo di
Ninnai. Ha riscosso molto successo l’intervento del gruppo “Su
Concordiu Sinniesu” durante lo
svolgimento della Messa di ringraziamento di tutte le realtà produttive del paese.
Durante i convegni organizzati in occasione della fiera sono
emerse importanti riflessioni che
riguardano il mondo del commercio agroalimentare, sottolineando l’importanza dello scambio di prodotti tipici tra le diverse regioni italiane.
L’incontro promosso dall’Associazione Sardi “Sebastiano
Satta” di Verona in collaborazione con “Bovolone Promuove” e
“Veronamercato” ha visto protagonisti i vertici di Verona Mercato Spa, società che gestisce il
centro agroalimentare di Verona,
i rappresentanti del Comune di
Sinnai e quelli della Comunità
Montana di Serpeddì. All’avvenimento ha dato ampio risalto la
TV sarda Videolina attraverso la
rubrica “Il Messaggiero Sardo”.
Il fine emerso sarebbe quello di
dare spazio nel veronese anche ai
prodotti tipici della Sardegna
come hanno sottolineato con i
loro interventi il presidente della
Veronamercato Gianpietro Dal
Moro e Massimo Serra presidente della Cominità Montana di
Serpeddì.
L’intenso lavoro dell’Associazione dei Sardi in collaborazione
con i sopracitati enti sta già permettendo di raccogliere alcuni
frutti. La Camera di Commercio
di Cagliari, infatti, ha organizzato per venerdì 3 marzo 2006 un
convegno intitolato “Ortofrutta
di qualità e GDO” che si è tenuto
nell’aula consiliare del Comune
di Sestu.
All’incontro sull’importanza
delle certificazioni di qualità e di
rintracciabilità dei prodotti sono
state descritte le migliori strategie di ingresso nella Grande Distribuzione. Sono intervenuti in
qualità di relatori il direttore di
“Veronamercato”, Paolo Merci e
il vicepresidente Damiano Berzacola.
Da ciò risulta come sia fondamentale il rapporto tra gli immigrati e la Regione Sardegna, dato
che pur vivendo da molti anni a
Verona sono stati in grado di integrarsi al punto di costruire intensi contatti con il mondo dell’economia veronese che risultano essere utili anche all’economia dell’Isola.
Jglis Mei
“Sardegna Mio Primo Amore”,
la storica canzone di Al Rangone,
diventata nel tempo tormentone
dei tanti, oltre 10.000 emigrati
sardi in provincia di Alessandria,
si prepara a festeggiare i 15 anni
di messa in onda prima su Radio
Voce Spazio (inizio 1991) poi su
Radio BBSI con l’infaticabile
voce di Elvira Lecca. La signora
emigrata da Jerzu, che quotidianamente è impegnata nel volontariato con la Caritas diocesana e
il giovedì dalle 12,00 alle 13,30 è
voce e animatrice della popolare
trasmissione in onda sulle frequenze fm. 99,600 e 101,400 di
Radio BBSI Alessandria.
Da alcune settimane inoltre la
trasmissione si può ascoltare on
line su internet al sito www.radiobbsi.it, questo per dare la possibilità di raggiungere i sardi dell’Isola e di tutto il Mondo. Il programma è molto seguito non solo
dai sardi, un’ora e mezza di folclore, cultura, tradizioni, informazioni sul turismo e anche sulla gastronomia con le ricette di
dolci e giochi vari.
Si può contattare il programma
telefonando allo 0131.342111 o
via email [email protected] oppure presso RADIO BBSI, “Sardegna mio primo
amore”, Corso Acqui 39 Alessandria.
RADIO BBSI, sta intanto organizzando i festeggiamenti per Elvira e la sua trasmissione, il 6
maggio alle 21,00 con il Festival
della Canzone Sarda grazie alla
disponibilità del Circolo “Su Nuraghe” di Via Sardegna 2 e poi
nella festa organizzata con la Provincia di Alessandria per il mese
di Giugno, in occasione della terza edizione di “Piemonte e Sardegna a confronto”, nei giardini
pubblici di Alessandrina.
Emigrazione
Prosegue l’attività del circolo
dei sardi di Trieste che promuove
conferenze sui temi di cultura e
d’attualità. Il 17 febbraio nella
sede del Circolo il socio Prof.
Guido Tuveri, primario di oncologia, Ospedali Riuniti di Trieste,
ha parlato sul tema: “I nuovi farmaci biologici cambiano le prospettive, di cura dei tumori?” Un
tema di attualità e di notevole interesse che, ha incontrato larga
accoglienza tra i soci e simpatizzanti che hanno partecipato numerosi.
Dopo la premessa del presidente del circolo Augusto Seghene,
il prof. Tuveri ha illustrato questa nuova arma contro i tumori e
le varie tecniche messe a disposizione degli specialisti per combattere il male che spaventa
l’umanità intera.
C’è una nuova categoria di farmaci contro il cancro – ha detto,
tra l’altro Tuveri – che desta
grande attenzione nelle ricerche
e grandi speranze negli ammalati di tumore e nelle loro famiglie.
Si tratta di una nuova categoria di
farmaci definiti “intelligenti”,
perché la loro azione è rivolta
verso le cellule tumorali e non
verso, genericamente, le cellule a
rapida crescita come sono quelle
tumorali. Come è noto, i farmaci
chemioterapici non sono capaci
di distinguere fra una cellula tumorale ed una sana; una volta introdotti nell’organismo, i chemioterapici si diffondono in tutti
i tessuti e vengono assimilati
maggiormente dalle cellule che
crescono più in fretta, come le
cellule tumorali, perché proprio
il fatto di crescere più in fretta le
APRILE 2006 •
TRIESTE
Conferenza al circolo sardo
del prof. Guido Tuveri
sui nuovi farmaci biologici
ti. Questi farmaci, inoltre,
sono in grado di tenere
bloccato il tumore per periodi anche molto lunghi,
ma non sono in grado di
ucciderlo da soli; vanno
usati perciò assieme alla
chemioterapia, e non in
sostituzione della chemioterapia.
Alcuni di questi farmaci
– ha riferito il prof. Tuveri – sono già in uso, per il
tumore della mammella,
per il tumore dell’intestino, per alcuni linfomi. Altri sono in fase avanzata di
sperimentazione, per i turende più “voraci”. Invece questi
farmaci hanno la capacità di colpire un bersaglio nella molecola
di una cellula (e per questo si
chiamano farmaci a bersaglio
molecolare).
Perché possano funzionare –
ha spiegato lo studioso – è necessario che nelle cellule tumorali ci
sia questo famoso “bersaglio”,
che non tutti posseggono; quindi,
non sono farmaci buoni né per
tutti i tumori né per tutti i pazien-
PARABIAGO
25
mori cerebrali, i tumori renali,
leucemie, mielomi, tumori dell’ovaio. Se ne annuncia anche
uno contro le sostanze che provocano o facilitano la comparsa
delle metastasi, in molti tumori.
E nel futuro più lontano – ha detto Tuveri – ci sono i nano-anticorpi, ossia anticorpi piccolissimi, in grado di raggiungere bersagli oggi impensabili.
In definitiva, le prospettive di
far aumentare ancora la percentuale di ammalati candidati a
guarire dal cancro, che oggi è
quasi la metà – ha soggiunto – è
veramente reale, a portata di
mano. Questo però da solo non
basta: è assolutamente necessario – ha concluso – che ciascuno
adotti uno stile di vita sano, mangiando meno e meglio (occhio a
grassi, zuccheri, sale, alcolici),
non fumando, sottoponendosi
alle indagini che consentono di
scoprire i tumori precocemente:
pap-test (dall’epoca dei primi
rapporti sessuali), mammografia
(almeno ogni due anni), colonscopia (ogni 5 anni), visita urologica e dosaggio del PSA nel sangue (ogni anno). Questi esami,
che devono essere fatti dopo i 50
anni, stanno già salvando la vita
a migliaia di persone. Molti partecipanti, coinvolti dall’interessante argomento, hanno posto al
relatore quesiti inerenti le varie
patologie tumorali.
Al termine della conferenza –
ci segnala Angelo Curreli – è stato offerto un rinfresco a base di
prodotti sardi che è stato apprezzato dai partecipanti, incuranti
delle spiegazioni e dei consigli
appena illustrati dal prof. Tuveri.
BIELLA
Festa per il 15º anniversario
Grande “favata”
del circolo “Su Nuraghe”
al circolo “Su Nuraghe”
Grande festa domenica 12 febbraio al circolo dei sardi “Su
Nuraghe” di Canegrate e Parabiago, in provincia di Milano.
Con una particolare manifestazione, a cui hanno partecipato i soci, con gli amici e le loro
famiglie – ci ha segnalato Maura Giunta – è stata celebrata, infatti, la giornata del tesseramento, cogliendo l’occasione
per ricordare anche il 15° anniversario di fondazione del circolo.
“Su Nuraghe” ha iniziato la
propria attività nel 1991, ed alla
festosa commemorazione, nella
sede sociale, hanno partecipato
anche i suoi fondatori con i primi presidenti.
Il presidente della FASI, Tonino Mulas, ha sottolineato l’importanza della ricorrenza, quale
occasione per consolidare il valore del circolo.
Ai saluti è seguita la consegna
delle targhe, ai soci fondatori e
ai promotori dell’attività di “Su
Nuraghe”, quindi i riconoscimenti speciali ai primi presidenti, Antonio Melano e Giovanni
Pitzalis, e all’attuale presidente
del circolo Francesca Pitzalis.
Hanno ricevuto una targa: Antonio Pala, Aldo Pala, Terenzio
Curridori, Antonio Loddo, Sebastiana Mereu, Ignazia Melano, Giorgio Melano, Renato Cometa, Elisetta Melis, Mauro
Cotza, Giuseppe Serra, Ilvio
Porru, Rosanna Marongiu, Raimonda Tancredi.
Mulas ha colto l’occasione per
una riflessione sull’attualità dei
circoli, che svolgono numerose
attività come “Su Nuraghe”,
coinvolgendo nei direttivi sempre più giovani e le donne. “Il
Legame per noi con la Sardegna
– ha detto – è quasi un fatto genetico, qualcosa di straordinario. La storia dei circoli è fatta
anche di battaglie, come quella
per la continuità territoriale,
mentre oggi auguro a tutti voi un
futuro pieno d’iniziative e di
soddisfazioni”.
Francesca Pitzalis ha donato
una targa al circolo, dedicata a
tutti i suoi soci, che è stata subito apposta in sede perché tutti possano ricordare con piace-
re il traguardo del 15° anniversario.
Le prossime iniziative messe a
calendario dal circolo sono la
giornata di Studio della Lingua
Sarda, il 19 marzo, con la lettura di testi e poesie in lingua, e la
partecipazione di esperti dei numerosi dialetti sardi.
Nell’attesa delle feste sociali
annuali, quelle che si tengono
nei mesi di giugno e luglio a Parabiago e alle Cascinette di Canegrate, il circolo organizzerà
mostre di pittura, serate musicali con gruppi folcloristici sardi e rappresentazioni teatrali. Il
23 aprile Su Nuraghe parteciperà a “Sa die de sa Sardigna” a
Varese.
La comunità dei Sardi di Biella è
entrata nel vivo del Carnevale sabato 11 febbraio con una festa per
gli adulti, seguita, il giorno successivo, da quella dei bambini. Già dalla mattina alcuni Soci si
erano incontrati nelle cucine dell’Associazione per preparare
“cattas e zippulas”, i dolci tradizionali di questo periodo, da distribuire, poi, durante la serata.
La sera di sabato 18 febbraio, al
Circolo Su Nuraghe di Biella le
fave, cucinate con zampini di maiale, costine e cotenna, sono state
le protagoniste della particolarissima cena preparata in occasione
dei festeggiamenti del Carnevale
della numerosa comunità dei sardi di Biella.
Piatto tradizionalmente legato
al culto dei morti, ancora diffuso in molte zone del Mediterraneo, in Sardegna conserva le valenze benaugurali della vita che,
rinascendodopo l’ibernazione invernale, sconfigge la morte con
il rifiorire della nuova stagione.
Nella foto, accanto ai cucinieri
di Su Nuraghe, è presente Nicoletta Favero, Assessore all’Istruzione Pubblica, Formazione, Attività Extra-scolastiche del Comune di Biella.
26 • A
PRILE
Emigrazione
2006
FIRENZE
VERONA
Il cinema parla sardo
Al circolo “S. Satta”
con la rassegna “L'isola che c'è.
conferenza su
Sardegna per Immagini”
“Il legno a Veronetta”
L’Istituto Stensen, prestigioso
Istituto culturale fiorentino, ha
posto la Sardegna al centro della
programmazione cinematografica del 2006.
Il Direttore Artistico Michele
Crocchiola, accanto ad un ciclo
dedicato ai grandi classici e ad
una rassegna di pellicole di assoluto prestigio ha presentato, quale fiore all’occhiello della manifestazione, “L’Isola che c’è. Sardegna per Immagini”.
L’iniziativa è stata realizzata in
collaborazione con la FASI, grazie all’impegno e alla passione di
Elena Siddi, Vicepresidente dell’ACSIT, il circolo dei sardi di
Firenze.
Si tratta di un viaggio che, attraverso il cinema sardo contem-
poraneo – ci segnala il presidente dell’ACSIT Erminio Zara –
racconta con amore, crudezza e
passione, l’animo e le storie della Sardegna.
Il ciclo è cominciato il 26 e il
27 gennaio con il regista Gianfranco Cabiddu, che ha presentato “Il figlio di Bukunin” e “Passaggi di tempo: il viaggio di sonos ‘e memoria”, film musicale
realizzato con Paolo Fresu.
La rassegna è proseguita con la
proiezione di “Arcipelaghi” di
Giovanni Columbu (16 febbraio), “Piccola pesca” di Enrico Pitzianti (9 marzo), “Un delitto impossibile” di Antonello Grimaldi
(30 marzo), “Ballo a tre passi” di
Salvatore Mereu (20 aprile) e si
concluderà l’11 maggio con “La
Destinazione” di Piero Sanna.
Una Sardegna vista come fucina
di talenti che hanno saputo raccontare la sua cultura e i suoi problemi.
Contemporaneamente alla rassegna cinematografica l’Istituto
Stensen, in collaborazione con
l’ACSIT e con La Società Umanitaria Cineteca Sarda, aprirà i
propri spazi anche per mostre,
presentazioni librarie, dibattiti e
convegni incentrati sui temi più
urgenti della nostra Isola quali, ad
esempio, i progetti di riconversione degli impianti minerari e quelli
legati alle servitù militari.
Firenze dedica cinque mesi alle
immagini e alle emozioni di una
Isola lontana ed allo stesso tempo
vicina.
MONZA
Murales sardi e affreschi lombardi
in una mostra sulla donna
dedicata a Grazia Deledda
Grande successo di pubblico
proveniente da tutta la Brianza,
per l’inaugurazione della Mostra
dedicata a Grazia Deledda, per
celebrare la giornata internazionale della Donna l’80° anniversario del Premio Nobel per la letteratura.
La mostra, allestita nella sala
della Cultura della Circoscrizione 3 del Comune di Monza, è stata inaugurata domenica 5 marzo,
per iniziativa del circolo “Sardegna”. Sono intervenuti, tra gli altri l’assessore alla Cultura di
Monza Annalisa Bemporad, l’assessore al Turismo, Vincenzo
Ascrizzi, la senatrice Emanuela
Baio Dossi, il presidente del circolo “Sardegna” Salvatore Carta,
che ha letto il messaggio di saluto dell’assessore al Lavoro ed
Emigrazione della Regione Sardegna, e la responsabile delle
donne del Circolo Cecilia Fredda.
Dopo l’illustrazione della mostra, composta da 40 riproduzioni a colori 50x70 su carta fotografica, più cinque quadri originali con la tecnica del murales su
tela e calcestruzzo tipo muro, di
Gianpietro Bernardini di Villamassargia (Cagliari) e altri cinque realizzati dall’artista Mariella Convertini, di Monza, si è
svolta una conferenza con numerosi interventi che hanno ricordato l’alto valore del Premio Nobel
per la letteratura conferito a Grazia Deledda, che ha dato un notevole contributo all’emancipazione della donna, in un tempo in cui
le donne non avevano neanche
diritto al voto.
Grande ammirazione hanno suscitato i murales sardi dedicati
alla donna in vari paesi della Sar-
Ancora una volta l’Associazione Sardi “Sebastiano Satta” è stata teatro di approfondimento culturale e d’incontro tra la comunità sarda e quella veronese. Venerdì 10 febbraio il “Laboratorio
dei giovani” ha organizzato una
serata dal titolo “Il legno a Veronetta: la sua influenza nello sviluppo socio-economico di un
quartiere e della sua città” in cui
il professore Stefano Caceffo ha
fatto conoscere ai numerosi soci
e simpatizzanti presenti nel circolo sardo una Verona diversa,
una Verona in cui il fiume Adige
ha costituito l’autostrada per il
trasporto di tutti i tipi di merci
dal Trentino verso Verona e dalla città scaligera verso Venezia.
La presenza dell’Adige ha influenzato dal punto di vista sociale ed economico il quartiere di
Veronetta in cui erano presenti
numerosi mestieri legati alla lavorazione e al commercio del legno come i boscaioli, gli stipettai, i bottai e in particolare i radaioli (i quali erano sia boscaioli
che commercianti; in origine uniti in confraternita e poi trasformati in corporazione, i quali avevano il diritto assoluto di commerciare sull’Adige).
Un altro aspetto curioso è stata
la descrizione delle cosiddette
“zattere atesine”: dal taglio dei
boschi, effettuato in Trentino,
venivano ottenuti dei pali di legno e questi, una volta uniti e legati formavano delle enormi zat-
tere lunghe circa 20 metri e larghe 7; queste venivano condotte
da tre o sette uomini, e una volta
che dal Trentino giungevano,
percorrendo l’Adige, a Verona,
questi tronchi venivano slegati e
utilizzati per soddisfare le esigenze della comunità e degli artigiani veronesi. I tronchi che venivano trasportati erano circa
ventimila all’anno.
Degna di nota è anche la menzione alla Madonna degli annegati, presente all’esterno di una
chiesa di Trento, di fronte alla
quale venivano portati gli uomini che annegavano nell’Adige
(erano all’ordine del giorno) in
modo che facesse il miracolo di
farli resuscitare. In realtà era un
modo per garantire ai parenti il
ritrovamento del loro congiunto
annegato.
La splendida serata si è conclusa con il racconto dell’inondazione avvenuta nel 1882: lo straripamento dell’Adige fu disastroso,
con l’acqua che arrivò fino all’Arena. A causa dell’inondazione in città si decise di costruire
gli argini e così si sconvolse tutta la struttura industriale del
quartiere di Veronetta determinando la scomparsa di tutti quei
mestieri legati alla lavorazione e
al commercio del legno.
Al termine della serata c’è stato a un momento conviviale con
l’assaggio di prodotti eno-gastronomici sardi.
Giambattista Scano
OLANDA
Tifosi del Cagliari
nel circolo di Arnhem
degna, da Orgosolo, a San Sperate, da Serramanna a Villasor a
Serrenti, ma anche per le riproduzioni degli affreschi della storia
della regina Teodolinda, realizzati dai fratelli Zavattari e che
molti abitanti di Monza e della
Brianza non avevano mai visto
dal vivo nel duomo di Monza.
Un rinfresco – a base di pecorino sardo, pane carasau, Nuragus
di Cagliari e salamino brianzolo,
con delle tartine al prosciutto ed
alle alici e capperi, e le torte alle
mele realizzate da una socia del
circolo Sardegna – ha concluso la
manifestazione.
Mercoledì 8 marzo, giornata
internazionale della Donna, c’è
stata la conferenza su: “Grazia
Deledda a 80 anni dal Premio
Nobel per la letteratura” con letture e citazioni.
Dopo il saluto del presidente
della Circoscrizione 3 Pietro
Zonca, che ha ospitato la manifestazione, ha preso la parola il presidente del Circolo “Sardegna” di
Monza – Concorezzo e Vimercate, Salvatore Carta, che ha spiegato le motivazioni dell’iniziativa e illustrato la figura di Grazia
Deledda.
Successivamente, Cecilia Faedda, responsabile del gruppo
donne del Circolo e Coordinatrice di Monza, ha raccontato la
biografia della scrittrice nuorese.
Si è poi aperto il dibattito con il
numeroso pubblico.
Il dibattito poi si è incentrato
sui luoghi Deleddiani e sui parchi
letterari che molti avevano visitato nelle loro vacanze in Sardegna, decantando la bellezza dei
paesaggi montani e l’ospitalità
dei paesi e delle genti barbaricine.
Un gruppo di sardi tifosi del Cagliari – ci segnala il presidente Mario Agus – si riunisce dal lontano 1969/70, anno dello scudetto, nella
sede del Circolo Sardo “Amici Mediterranei” di Arnhem, per seguire
la partita della squadra rossoblù. Il loro augurio e che il Cagliari, la
squadra più amata dei sardi nel mondo ed in modo particolare degli
emigrati che vivono in Olanda, possa vincere le prossime partite e
restare nel campionato di serie A.
Emigrazione
FRANCIA
APRILE 2006 •
27
VIMODRONE
Rassegna agroalimentare a Metz
capitale della Lorena
alla scoperta dei sapori di Sardegna
Una manifestazione promozionale dei prodotti agroalimentari
della Sardegna si è svolta a Metz
in un ambiente amichevole e caloroso, per iniziativa della Federazione dei Circoli sardi in Francia in collaborazione con i circoli dell’Est francese, della Regione Sardegna, e della Camera di
Commercio italiana per la Francia.
L’iniziativa, alla quale è intervenuto anche il presidente della
Federazione Francesco Laconi,
aveva lo scopo di promuovere e
fare scoprire una vasta scelta di
prodotti tipici della Sardegna.
Le proposte dell’Isola, presentate dal Consorzio Sardinya Broker, rappresentata da Giovanni
Selis, hanno riscosso un ottimo
successo e sono stati apprezzati
sia dai responsabili della professione che soddisfatti dell’incontro hanno stretto numerosi contatti promettenti con i produttori
sardi, sia la comunità italo-francese che ha potuto scoprire e degustare i prodotti presentati.
Alla manifestazione è intervenuto Salvatore Mallimaci, Console Generale dell’Italia a Metz,
che si è congratulato con gli organizzatori dell’iniziativa.
Il Direttore della CCIF, Salvatore Tabone, ha tenuto a precisare che la Sardegna sarà verosimilmente all’onore alla prossima
Fiera Internazionale di Metz,
un’opportunità importante per
far conoscere ad un pubblico ancora più vasto le bellezze dell’
isola, i suoi tesori gastronomici e
i suoi sapori autentici.
Tra i prodotti proposti ed offerti in degustazione, il mirto di bac-
“Le donne osano”
conferenza l'8 marzo
al circolo “la Quercia”
che, il mirto di foglie, il filu e ferru Ruggero Leone, rappresentato
dal produttore Emilio Valentini.
Si poteva apprezzare anche il formaggio pecorino di Mattana, il
miele, le salsicce di cinghiale, di
mirto o piccante, il pane tipico
carasau e guttiau, il vino canno-
nau, i dolci sardi, la fregola, la
bottarga, prodotti artigianali fatti in sughero, i coltelli, la camicia
sarda ect.
La manifestazione è stata allietata dalla presentazione di danze
folcloristiche sarde del gruppo
folk dei giovani di Behren.
In occasione dell’8 marzo
“Giornata della Donna”, domenica 12 marzo nella sede del Circolo Culturale dei Sardi “La Quercia” di Vimodrone, si è tenuta
una conferenza sul tema “Le
Donne osano”. Sono intervenute
Ivana Broi, presidente del circolo “La Quercia”, Monica Bavero
vice-sindaco di Vimodrone,
Maddalena Calia sindaco di Lula,
Linetta Serri, presidente dell’ANCI (Associazione Nazionale
Comuni d’Italia) della Sardegna,
Giovanna Arca di Benetutti, assistente Capo della Polizia di Stato
nella Questura di Monza.
La manifestazione ha avuto
grande successo sia in termini di
contenuti, grazie alle relatrici,
che hanno saputo esprimere quelle che sono le tematiche del mondo femminile; sia per la partecipazione interessata e attenta di un
centinaio di soci e cittadini di Vimodrone.
Il senso della conferenza è stato quello della solidarietà tra
donne e l’invito ad essere sempre
più numerose e presenti in tutti
gli organismi istituzionali, nella
vita sociale e lavorativa del paese, affinché la società cresca e
non rimanga ad immagine solo
maschile. Utile e molto positiva è
stato avere ospite il sindaco di
Lula, Maddalena Caria. Il suo intervento è stato molto apprezzato, come esempio di donna coraggiosa che mette a rischio la
propria persona tutti i giorni, per
salvaguardare quelli che sono i
diritti e i valori dei suoi concittadini di Lula.
La manifestazione si è conclusa con la tipica cena sarda, accompagnata da canti, balli e mimose.
SARONNO
“Il Popolo di Bronzo” di Demontis
in mostra a Villa Gianetti
I disegni realizzati da Angela
Demontis studiando i bronzetti
nuragici sono stati esposti in una
mostra allestita, per iniziativa del
circolo sardo “Grazia Deledda”
di Saronno nelle sale di “Villa
Gianetti” sede di rappresentanza
del Comune di Saronno.
La mostra intitolata “Il Popolo
di Bronzo” è frutto di un lungo
studio condotto da Angela Demontis. Attraverso un attento
esame è riuscita a capire il modo
di vestire, di armarsi e che materiali usava il Popolo Sardo dei
Nuraghi. I suoi studi Angela Demontis li ha poi tradotti in disegni. Disegni in cui, quasi con
cura maniacale, Angela ha “spogliato” i Bronzetti ridisegnando,
quasi fossero gli abiti di uno stilista moderno, i loro abiti e le
loro armi e catalogando persino i
materiali che probabilmente venivano usati 3000 anni fa. Un lavoro decisamente unico nel suo
genere che la Demontis ha poi
riepilogato in un volume intitolato “Il Popolo di Bronzo”.
A Saronno, per la mostra, Angela Demontis non ha portato
solo il volume ma anche le sue
100 schede originali.
L’esposizione inaugurata sabato 11 febbraio è rimasta aperta
fino al 19, ed è stata visitata da un
numeroso pubblico.
All’inaugurazione sono intervenuti tantissimi sardi, com’era
logico, ma anche tanti non sardi e
sono stati per lo più loro che alla
fine dell’esposizione hanno tempestato l’autrice di domande.
Al presidente del Circolo Sardo “Grazia Deledda” Luciano
Aru e alla Vice Presidente Maria
Panzalis, è toccato fare gli onori
di casa mentre la presentazione
della studiosa cagliaritana è stata
fatta da Gianpaolo Milazzo, un
architetto socio del circolo, studioso del mondo nuragico.
“Villa Gianetti”, costruita in
stile rinascimentale da una fami-
glia facoltosa nei primi anni del
900 – ci informa Luciano Aru – è
stata fino agli anni Settanta sede
del Comune. Abbandonata, perché piccola rispetto alle necessità dell’amministrazione, è stata
ristrutturata e riportata alla sua
bellezza originaria e dal 2003 è
sede di Rappresentanza del Comune. Le sue sale accolgono mostre di ogni genere, conferenze e
congressi anche di livello internazionale.
A noi del Circolo “Grazia Deledda” – sottolinea con orgoglio
Aru – non è la prima volta che ci
viene data la possibilità di accedere nelle sale di “Villa Gianetti”
per le nostre iniziative. Sappiamo
che non è un privilegio che l’Ufficio Cultura concede a tutti e il
fatto che per noi le porte di questa meraviglia architettonica siano sempre aperte ci riempie di
orgoglio e accresce l’importanza
di quello che proponiamo alla
città.
ARGENTINA
“Sardegna nel cuore”
in onda da nove anni
La prima domenica di gennaio
2006 il programma “Sardegna
nel cuore” è giunto al nono anno
di trasmissione. L’occasione è
servita a Teresa Fantasia e
Eduardo Aguirre per fare un bilancio sull’attività svolta nel
2005 anno in cui vi sono state realizzate anche puntate speciali in
collaborazione con Rai International, grazie alla conduttrice del
programma “Taccuino Italiano”,
Loredana Laurini, che conduce
una ricerca delle radio italiane
nell’America Latina.
Teresa Fantasia ha partecipato
come ospite a “Sportello Italia”.
Momenti di emozione hanno fatto vivere, inoltre, i messaggi degli ascoltatori fra cui quello di
Luis Rodriguez, marinaio argentino “innamorato della Sardegna” e sposato con una sarda originaria di Bolotana emigrata dalla Sardegna nel dicembre 1948 a
bordo della nave “Santa Cruz”
“L’amore di Luis per la musica
sarda lo ha portato ad ascoltare
“Sardegna nel cuore” e così - ha
raccontato Teresa Fantasia – abbiamo scoperto che la moglie
Giovanna Paola e la sua famiglia
si trovavano nella stesa nave nella quale i Fantasia sono arrivati
in Argentina.
La suocera e mia madre erano
diventate amiche nel lungo viaggio attraversando l’oceano. Proprio grazie a Luis ci siamo ritrovate dopo 50 anni”.
28 • A
PRILE
Emigrazione
2006
FERRARA
BIELLA
Mostra fotografica
I prodotti di Oliena
e homines”
si impongono alla Fiera al“Feminas
circolo “Su Nuraghe”
del Tempo Libero
Ventimila persone hanno visitato lo stand di “Sardegna Expo” Tra gli artigiani anche Gian Pio Porcu, ex giocatore del Cagliari
Più di ventimila persone hanno
ammirato, toccato, assaggiato i
prodotti dell’isola presentati all’“Sardegna Expo”, ospitato all’interno di “Liberamente”, la
Fiera del Tempo libero di Ferrara,
che si è tenuta l’11 e 12 marzo.
Rispetto all’anno scorso le presenze nella Fiera del Tempo libero sono aumentate del 90% (nel
2005 c’erano stati 12.000 visitatori). Merito anche degli espositori
sardi, per la prima volta ospitati
nella manifestazione emiliana, e
dell’organizzazione di An.Da.
Fiere, (Anna Maria Maieli e Daniela Pintus), che ha curato tutti i
dettagli degli stand isolani.
Gian Pio Porcu è stato uno dei
protagonisti del “Sardegna
Expo”. Ex gloria del Cagliari,
oggi le sue creazioni in legno di
ginepro sono veri gioielli. Accanto alle sue opere si sono collacati i ricami tipici di Oliena, che
hanno esaltato il lavoro delle
donne del posto e la bellezza di
scialli e vestiti decorati a mano.
Tre stand hanno raccontato
l’artigianato, le offerte turistiche,
la gastronomia e i vini. Un’offerta che ha privilegiato le produzioni tipiche di Oliena. I visitatori hanno apprezzato il Cannonau
delle Cantine Gostolai di Giovanni Antonio Arcadu. La gastronomia è stata rappresentata dal pane
caratteristico realizzato dal panificio di Mastino & Corrias “Il
Forno” e dai saporiti dolci della
A coronamento delle celebrazioni che nel 60° anniversario
della Resistenza che la FASI ha
organizzato in varie città per
proporre all’attenzione nazionale
figure e voci della Sardegna antifascista, trascurate dalla storiografia ufficiale, nel circolo culturale sardo “Logudoro” di Pavia,
sabato 11 marzo, sono stati presentati due volumi: “Radio brada. 8 settembre 1943: dalla Sardegna la prima voce dell’Italia
libera”, curato da Romano Cannas, direttore della sede Rai della Sardegna; e “Antifascisti e
partigiani sardi” di Tonino Mulas, presidente della FASI.
In questo modo si è voluto
sottolineare il legame reale, culturale e di valori, che intercorre
tra la storia-memoria della Liberazione dal nazifascismo e la
vita sociale e politica dell’Italia
contemporanea repubblicana
che ha le proprie fondamenta
nella Carta Costituzionale scritta dall’Assemblea Costituente.
Nel salotto letterario del “Logudoro” si è realizzato e definito, attraverso l’incontro di due
documentati libri complementari e l’incrocio di storie, il contributo dell’Isola nella scrittura “di
un capitolo tra i più importanti
della radio”, segnando anche il
primato di trasmissione con una
Pasticceria Deiana di Sebastiano
Deiana. Le produzioni artigianali
sono state anche il tema della mostra fotografica curata dallo studio
di Tiziana Pala di Nuoro: gli scatti hanno illustrato proprio le produzioni artigianali di Oliena,
mentre erano a disposizione di
tutti i visitatori le informazioni turistiche sui pacchetti offerti dal
centro della Barbagia.
Il legame tra la Sardegna e
l’Emilia Romagna nasce l’anno
scorso. È stata proprio la Fiera
ferrarese a richiedere la presenza
di espositori isolani. Un riconoscimento importante dopo il successo di “Nuoro in mostra”,
l’evento che ha fatto parte della
La mostra “Feminas e Homines
di Su Nuraghe”, inaugurata sabato 4 marzo nei saloni della Biblioteca Su Nuraghe di Biella ha
visto una grande partecipazione
per una serata tutta all’insegna
dell’amicizia e della cordialità,
con la presenza di numerosi associati e rappresentanti delle Istituzioni civiche, tra cui Diego Siragusa (Assessore al bilancio),
Nicoletta Favero (assessore alle
Politiche sociali), e Vittorio Caprio, presidente del Consorzio
Intercomunale dei Servizi SocioAssistenziali (IRIS). Sono state
esposte circa 150 immagini che
ritraggono i volti di Su Nuraghe
di Biella, un angolo di Sardegna
voluto dai conterranei, amato e
condiviso da molti.
Il presidente, nell’illustrare la
rassegna, ha ricordato le tre ondate migratorie di donne sarde
che da sole hanno lasciato l’Isola in cerca di lavoro: le prime per
frequentare da interne la scuola
Fiera del Tempo libero di Piacenza dal 22 al 25 aprile 2005. Dal
torrone ai vini, dai formaggi al
pane, l’evento piacentino ha puntato i riflettori sui più rinomati
prodotti della Sardegna. Il viaggio lungo i paesaggi e l’enogastronomia, passando per l’artigianato artistico, ha richiamato
l’attenzione del pubblico e ha
decretato il trionfo dei prodotti
isolani in mostra.
Anna Maria Maieli e Daniela
Pintus, offrono la loro competenza a privati e istituzioni. Le due
giovani ragazze sarde hanno costituito l’azienda dopo avere conseguito il titolo di Tecnico dell’
organizzazione di eventi fieristici.
PAVIA
Presentati al circolo “Logudoro”
i libri su Radio Brada
e sugli antifascisti sardi
radio da campo in uno studiogrotta dopo l’armistizio dell’8
settembre 1943, e la storia ricca
e sconosciuta “della Resistenza
fatta dai Sardi fuori dalla Sardegna” con il non retorico “insegnamento per l’oggi, contro
l’orrore della guerra e a favore
della pace”.
La voce della libertà, rappresentata da Radio Sardegna, fu lo
spartiacque naturale tra l’informazione di regime e la “radio a
360 gradi, frutto della creatività,
dell’improvvisazione e della
passione civica di chi si trovò a
farla”, ricorda il compianto Jader Jacobelli nella prefazione a
nome dei sei giornalisti-ufficiali che, su incarico del Comando
militare sardo, s’improvvisarono redattori radiofonici. Ma Ra-
professionale per conseguire il
diploma di infermiere professionali; le seconde come donne di
servizio nelle case dei ricchi industriali biellesi ed infine le ultime come operaie nella grande industria tessile. Contemporaneamente la grande migrazione faceva varcare il
mare a famiglie intere di Sardi.
Anche grazie a pioniere come
queste sono state possibili molte
conquiste nella strada dell’emancipazione femminile.
Momenti di riflessione e di festa, con gli immancabili balli sardi, la distribuzione di mimose e il
taglio della grande torta a forma
di Sardegna, preparata per l’occasione da Brusa, fornaio e pasticciere in Biella e Cossato, che
ha realizzato un capolavoro di crema e di panna.
Nella foto allegata l’immagine
di un gruppo di donne davanti
alla grande torta, prima della degustazione.
dio Sardegna entra nella grande
storia – anzi nella leggenda! – il
7 maggio 1945: annuncia per
prima al mondo la resa dei tedeschi e la fine della seconda guerra mondiale; anticipa di oltre
venti minuti la Bbc e di sei ore
Radio Roma. L’attività continua
proficuamente con Rai Sardegna; la palestra “brada” di avventure formative e civiche è
spesso artefice di significative
esperienze di “Controgiornale”,
prodotti da una fucina giornalistica di estrema vitalità intellettuale (basti per tutti il nome di
Michelangelo Pira). Attraverso
le pagine del volume mirabilmente curato da Cannas si va a
spasso nella memoria, per le
strade di una stagione “che non
c’è più”, ma che invoglia a ri-
flettere sull’attualità dell’informazione.
Il libro di Mulas sugli antifascisti e partigiani sardi è stato
introdotto dal giornalista Paolo
Pulina, vicepresidente del “Logudoro” e responsabile Informazione della FASI, che ha sottolineato in generale la funzione dei
libri nelle operazioni di memoria; nello specifico il volume di
Mulas ha permesso di ricostruire la nascita del movimento popolare di opposizione politica e
di lotta armata al nazifascismo
all’indomani
dell’armistizio
dell’8 settembre 1943, con l’iniziale adesione di reparti militari
sbandati (dei quali facevano parte naturalmente molti sardi) e la
costituzione dei primi nuclei
partigiani quale reazione morale
e civile desiderosa di riscatto
democratico. Nella ricostruzione di “pezzi di storia” si rievocano personalità sarde simbolo
dell’antifascismo come Antonio
Gramsci ed Emilio Lussu, e attraverso un itinerario tra le località italiane teatro della Resistenza (La Spezia, Torino, Alessandria, Como, Milano, Cremona, Piacenza, Parma, Bologna,
Verona, Padova, Rovigo, Venezia, Friuli, Roma e regioni del
Centro Italia) affiora il contributo e sacrificio diffuso che tanti
sardi – operanti nelle varie formazioni e brigate partigiane (Garibaldi, Giustizia e Libertà, Matteotti, Cattoliche e Autonome) e
alimentati da diverse visioni politiche – hanno dato alla lotta di
Liberazione nel Continente.
Vivacità all’incontro hanno
dato gli interventi di Gesuino
Piga, presidente del sodalizio
sardo di Pavia, e di Filippo Soggiu, presidente emerito della
FASI, che hanno offerto personali ricordi del particolare momento storico in Sardegna tra il
’43 - ’45. Da segnalare tra i presenti il vice prefetto vicario di
Pavia, dott. Vincenzo D’Antuono, e soci del circolo sardo
“S’Emigradu” di Vigevano, presieduto da Gavino Dobbo.
Cristoforo Puddu
Emigrazione
Tanti gli argomenti affrontati
nell’ultimo direttivo nazionale
della FASI prima del Congresso
che ha convogliato a Milano i
presidenti e i delegati delle associazioni degli emigrati sardi di
tutta Italia. Innanzitutto, i numeri del bilancio 2005, presentato
dal tesoriere Giovanni Cervo.
Anche sul mondo dell’emigrazione è previsto un taglio ai finanziamenti per un 20% circa.
Tonino Mulas, presidente della
FASI ha tracciato così un bilancio positivo sulle attività che
hanno coinvolto i circoli nella
scorsa annata: come i cicli dei
convegni sull’Autonomia e sulla
Liberazione, tanto per citare alcuni esempi. Ma anche le Settimane Sarde svoltesi a Bareggio e
Rivoli e nei prossimi mesi, a
Roma. Il convegno sui trasporti a
Savona dove sono stati festeggiati i cent’anni di Tullio Locci, decano degli emigrati, la mostra del
fumetto di Firenze.
Per il 2006, i progetti regionali
presentati all’Assessorato al Lavoro, avranno come manifestazioni essenziali, il ricordo del
Premio Nobel Grazia Deledda, a
Varese, il convegno sulla figura
MILANO
Il Consiglio Nazionale della Fasi
approva il documento per il congresso
“La rete dei sardi nel mondo”
di Carlo Cattaneo sempre in
Lombardia. Le Settimane Sarde a
Magenta, Livorno, Genova e
Trento. I convegni sull’Autonomia e il Nuovo Statuto, la manifestazione che si svolgerà in
Friuli sul ruolo della Brigata Sassari a novant’anni dalla Guerra
Mondiale, sui moti popolari del
1906 a Cagliari. Si svolgerà anche una mostra di artisti sardi in
una città ancora de definire.
Il piatto forte è stato il documento congressuale, anteposto
all’Assemblea. Un ricco lavoro
di tesi che ha visto la collaborazione nella sua estensione oltre
che del presidente Tonino Mulas,
di Gian Paolo Collu, Paolo Puli-
na, Maria Antonietta Deroma,
Pierangela Abis e Simone Pisano. “La rete dei Sardi nel Mondo:
contributo a un’economia della
conoscenza e dell’innovazione”
è un ampio stralcio di quello che
rappresenta oggi la FASI sia
come movimento, sia come ritorno d’immagine economico-sociale per la Sardegna. Diviso in
tre parti, il documento ha una prima parte di carattere generale in
cui viene evidenziata la filosofia
dell’esistenza delle associazioni
degli emigrati: il ruolo dei circoli, come sono nati e qual è la loro
tradizione. La risorsa emigrazione, ancora scarsamente affermata come valore sociale nell’isola
GERMANIA
ed uno sguardo al futuro con i
rinnovamenti generali auspicabili. Un’analisi sul ruolo odierno
dell’emigrazione e la definizione
concettuale di identità.
Nella seconda parte delle tesi,
viene enunciato il ruolo e il dialogo del mondo migratorio con la
Regione Sardegna. Uno sguardo
al nuovo Statuto che esige più
autonomia e sovranità, ma anche
l’imperativo di mantenere e sviluppare la partecipazione politica. La Consulta e il dilemma della rappresentanza. Le varie argomentazioni che hanno visto la
partecipazione attiva della FASI
in prima linea accanto ai “Sardi
di Sardegna”: la continuità terri-
29
toriale, i riscontri economici nel
settore turistico, ad esempio. Una
rivisitazione della legge sull’emigrazione, datata ormai 1991
e la ripartizione delle risorse.
Nella terza ed ultima parte, si disegna quello che dovrebbe essere il
futuro della FASI con l’urgente
questione del ricambio generazionale. I giovani vanno inseriti nei
quadri dirigenziali delle varie associazioni e anche nel prossimo
Esecutivo FASI preposto al Congresso, ipotizzato per l’inizio del
mese di giugno. Ampio lo spazio
dedicato anche all’informazione
per rendere plausibile il lavoro che
gli emigrati fanno per la Sardegna
e che va fatto con più continuità e
tenacia. Come il discorso su “Sa
Limba” e sul ruolo femminile in
emigrazione. La FASI ha anche riconosciuto un nuovo circolo, il
“Giuseppe Dessy” di Vercelli. Per
i prossimi mesi, la FASI si mobiliterà nel campo della solidarietà
promuovendo una sottoscrizione a
premi, in cui parte dei proventi verrà utilizzato per la costruzione di
un ospedale per i bambini di
Nukue in Nuova Guinea, gestito
dalla dottoressa Grazia Manca.
Massimiliano Perlato
PIACENZA
Successo a Auerbach
per la “Serata Sarda”
Ha riscosso un significativo successo, che ha premiato gli sforzi e
l’impegno degli organizzatori, la
“Sardischen Abend” (Serata Sarda) organizzata a Auerbach, nell’Alto Palatinato, nella Baviera. La
manifestazione, organizzata da
Efisio Mura, che dal 1979 vive in
Germania, in collaborazione con la
K.I.K., un’associazione culturale
di Auerbach, si è svolta il 19 novembre scorso e ha richiamato un
folto pubblico.
La serata è stata introdotta da una
relazione di Stefan Linderberger
del KIK, che si è soffermato sulla
storia della Sardegna dalla costruzione dei nuraghi nel 1800 a.C. fino
ai giorni nostri, mettendo in risalto
l’evoluzione storica dell’Isola durante le diverse dominazioni straniere. Dai fenici ai romani, dai 400
anni di dominazione spagnola, al
periodo dei Giudicati, ha illustrato
il racconto con la proiezione di foto
su un grande schermo, conquistando l’attenzione del pubblico.
E’ seguita la relazione del prof.
Gabriele Cappai, originario di Carbonia, docente di Sociologia nell’università di Bayreuth, che ha affrontato il tema della Sardegna dal
punto di vista storico-sociale. Cappai ha messo in evidenza (suscitando interesse tra il pubblico) certe
affinità tra il popolo sardo e quello
bavarese, in particolare sul sentimento autonomistico. E’ seguita
un’analisi sul popolo sardo e le differenze tra le popolazioni delle
montagne e quelle delle pianure e
sui motivi dell’evoluzione della
lingua sarda nelle diverse forme di
espressione. L’intervento del prof.
Cappai è stato molto apprezzato
dal pubblico.
Una ricca presentazione dei prodotti sardi ha caratterizzato la seconda parte della “Serata”. Sono
stati proposti diversi tipi di formaggio (pastore sardo, cuor di Sardegna, caprino e ricotta salata),
salsicce e salame sardi, pomodori
secchi, olive e altre prelibatezze, il
tutto bagnato da cannonau e nura-
APRILE 2006 •
gus, e per finire il classico mirto.
Durante la serata è stato preso
d’assalto il materiale di promozione turistica fornito dall’Enit di
Francoforte, dall’Esit di Cagliari,
dall’Ept di Sassari e Oristano.
Molte delle persone che hanno
partecipato alla 2Serata sarda”
hanno manifestato l’intenzione di
scegliere la Sardegna per le loro
vacanze estive.
“Quest’anno – ha sottolineato
Efisio Mura – siamo riusciti a
convincere una ventina di persone, per l’anno prossimo contiamo
di aumentare il numero”.
La “Serata sarda” è stato l’argomento di discussione per molti
giorni anche grazie al risalto dato
all’avvenimento dalla stampa locale, tanto che si è deciso di farne
un appuntamento annuale.
Bandito a Pozzomaggiore
il premio di poesia “Giorgio Pinna”
L’Amministrazione Comunale e la Pro Loco di Pozzomaggiore,
nell’intento di valorizzare la lingua e la cultura sarda, hanno bandito
per il 2006 la 3 a edizione del premio di poesia “Poeta Giorgio Pinna
1902-1970”. Il premio si articola in 3 sezioni: a) poesia in rima (massimo 42 versi); b) poesia in versi sciolti (massimo 40 versi); c) poesia d’amore in rima o in versi sciolti (massimo 40 versi).
È istituito il “Premio Speciale Ing. Tinuccio Manca” riservato agli
emigrati. All’interno delle tre categorie verranno scelte, a giudizio insindacabile della giuria, le tre migliori poesie pervenute da parte di
poeti emigrati residenti in qualsiasi parte del mondo.
I vincitori verranno avvisati in tempo utile per la premiazione prevista per il giorno domenica 27 agosto 2006.
Continua il “Gemellaggio Letterario” tra il premio di poesia Poeta
Giorgio Pinna” e l’ “Associazione Culturale Sarda G. Deledda” di
Pisa.
Così come per l’edizione 2005, i vincitori delle tre sezioni e il vincitore dei “Premio speciale Ing. Tinuccio Manca” saranno invitati a
presentare le loro opere nell’ambito di una manifestazione che si terrà
a Pisa nel periodo autunnale.
Gli elaborati vanno inviati a Sarah Poddighe - Segreteria Organizzativa Premio Poesia Giorgio Pinna via Dante n’ 16, 07018 Pozzomaggiore, entro e non oltre il 30 aprile 2006.
Al Gremio “E. Tola”
festa della donna
dedicata all'arte
Un intera settimana dedicata
alle donne dal Gremio sardo
“Efisio Tola” di Piacenza con
una collettiva d’arte al femminile. Dal 6 al 12 marzo sei artiste hanno avuto modo di far ammirare le loro opere esposte nel salone parrocchiale di San Protaso in
provincia di Piacenza messo a
disposizione da don Antonio Carini. La mostra è stata visitata da
un folto pubblico.
Sono state esposte opere di
Roberta Zerbi Zoppi (piacentina): scultrice di indiscussa bravura, capace di districarsi abilmente nei vari materiali ,dal
marmo,al bronzo , alla terra cotta, di
Emanuela Asquer : (cagliaritana) bravissima ed eclettica artista, pittrice e scultrice, delle pittrici Rita Fava e Carmen Rapaccioli, di Piacenza, e di Tonina
Naitana di Tresnuraghes, che ha
presentato le sue splendide decorazioni su ceramica .
La sera del otto marzo, per la
festa delle donne, è stata preparata una cena, pensata per l’occasione, a base di pesce. La festa
che si è conclusa con la distribuzione delle mimose, si è protratta ben oltre la mezzanotte nonostante fosse giorno feriale.
CANADA
Prestigioso
riconoscimento
alla raccolta
di poesie di
Alberto Mario Delogu
“Transamanti”, la raccolta
di poesie e corsivi in italiano
di Alberto Mario Delogu,
rappresentante dei circoli
del Canada nella Consulta
dell’Emigrazione, ha vinto il
primo premio “Città di Salò
2006” nella categoria Silloge Inedita.
La premiazione è avvenuta il 26 marzo nella Sala Domus di Salò.
La silloge premiata verrà
pubblicata a maggio dalla
casa editrice Ibiskos di Empoli, con la prefazione di
Paolo Pillonca.
30 • A
PRILE
Sport
2006
CALCIO
Cagliari vince in trasferta
ma perde in casa
nella sfida con la Reggina
La squadra rossoblù, dopo una serie di risultati utili con due
vittorie esterne, perde lo scontro diretto con i calabresi e resta
invischiata nella lotta per la salvezza
di Andrea Frigo
P
eccato. Proprio quando, finalmente, il Cagliari è ritornato a vincere anche in trasferta – cosa che non accadeva da
quasi un anno e mezzo – con due
successi di fila a Livorno e Treviso, è arrivata la sconfitta in casa
che non t’aspetti. No, non era una
partita come tutte le altre, quella
persa al Sant’Elia con la Reggina. Non lo era per vari motivi, ma
soprattutto perché, a sette giornate dalla fine del campionato, vincere con i calabresi e staccarli in
classifica avrebbe rappresentato
una svolta decisiva. Ed invece il
Cagliari dovrà soffrire ancora,
probabilmente sino all’ultima
giornata, per poter sperare nella
salvezza, mai così agognata.
Era un importante scontro diretto quello in programma al Sant’Elia nell’ultima domenica di
marzo, assolutamente da vincere
o quanto meno da non perdere.
Cagliari e Reggina si affrontavano con gli stessi punti in classifica (31), con un discreto vantaggio sul terzultimo posto, occupato da quel Messina che ha deciso,
non senza sorprese, di esonerare
l’allenatore Bortolo Mutti per sostituirlo con una vecchia conoscenza dei tifosi rossoblu, Gian
Piero Ventura.
Peccato. Perché le vittorie sui
campi di Livorno e Treviso (il
Cagliari non vinceva in trasferta
dal novembre 2004, 3-2 all’Olimpico sulla Lazio) ed il pareggio in casa con la Fiorentina,
quarta forza del campionato, nella gara in due parti sospesa per il
forte vento di maestrale, avevano
portato sette punti in tre partite
E
vaporata la sbornia da entusiasmo dopo l’impresa col
Napoli, la Torres deve
stringere i denti per raggiungere
due obiettivi ardui ma ancora alla
portata: i primi play off promozione della sua storia e il risanamento definitivo di un bilancio
che da anni è in sofferenza.
Al primo obiettivo deve pensare la squadra allenata da Cuccureddu. Dopo aver stabilito il primato di 22 punti in dieci gare positive consecutive, i rossoblù
sono incappati in un mese di marzo terribile dove hanno ottenuto
la miseria di due punti in quattro
partite. Sicuramente c’è stato un
calo, anche perché nessuna squadra riesce ad essere al massimo
per tutta la stagione e la Torres lo
ha fatto per tre mesi. Una flessione soprattutto mentale. Ci sono
state però anche una serie di arbitraggi contestati duramente dall’allenatore algherese e dai giocatori. A Grosseto la Torres ha
incassato l’espulsione del portiere Pinna e poi ha perso per 2 a 1
con l’attaccante dei toscani Ci-
ed un carico di entusiasmo che
lasciava presagire ad un finale di
marzo con il botto. Ed invece i
rossoblu, contro la Reggina, sono
scesi in campo con un approccio
negativo. Sembravano quasi appagati da quei recenti successi. O
forse stanchi per il triplice impegno in una settimana.
E siccome proprio Nedo Sonetti, a fine gara, ha provato a giustificare l’inatteso passo falso con
le troppe energie spese nel recupero di tre giorni prima con i viola, allora non si capisce per quale motivo il Cagliari abbia accettato di giocare la seconda parte
della partita con la Fiorentina
proprio in mezzo a due impegni
decisivi nella lotta per la salvezza come quelli con Treviso e
Reggina. Un timore, quello di
perdere concentrazione e forze
fresche, che in molti hanno sottovalutato e che invece doveva essere preso in considerazione.
Siccome stava alle due società
trovare un accordo sulla data da
proporre poi alle Lega, non si capisce per quale motivo i dirigenti del Cagliari siano stati così
sprovveduti. E pensare che c’era
pure un precedente significativo.
Subito dopo l’ultimo turno infrasettimanale di campionato, a febbraio con la Roma sul neutro di
Rieti, dove Suazo e compagni disputarono un’eccellente prestazione vanificata da alcune scandalose decisioni arbitrali (e per
quegli errori il signor Girardi non
ha ancora ripreso ad arbitrare in
A), al Sant’Elia arrivò il fanalino
di coda Lecce. Ebbene il Cagliari giocò la peggior partita in casa
dell’anno, raccogliendo per pura
fortuna uno 0-0 che stava strettissimo ai pugliesi, capaci di mangiarsi un gol già fatto al 90’ e graziando così i rossoblu.
Evidentemente questa squadra
non è in grado di sostenere tanti
impegni importanti ravvicinati.
Non ha un organico adatto, o forse è solo un problema di testa.
Sta di fatto che adesso dovrà
andare a prendersi nuovamente
in trasferta, sul campo di una
Sampdoria in piena crisi (sei
sconfitte consecutive) quei punti
lasciati sciaguratamente ai diretti rivali calabresi. Anche perché
poi i prossimi turni di campionato non saranno certo facili. È
vero che gli uomini di Sonetti
avranno a disposizione un doppio
turno casalingo, ma gli avversari
si chiamano Palermo e Juventus
(alla vigilia di Pasqua), e non saranno certo vittime sacrificali.
È adesso che si decide il campionato e l’inaspettata rimonta
dell’Empoli (con tre vittorie consecutive ha superato il Cagliari)
complica maggiormente la già
difficile corsa verso la salvezza.
Staremo a vedere.
Intanto c’è da registrare, tra le
note liete, il ritorno alla vittoria
in trasferta e la media gol di Suazo, entrato prepotentemente ai
primi posti della classifica dei
principali bomber del campionato. Con il gol realizzato su rigore
a Treviso, l’attaccante honduregno ha raggiunto quota 15. Mai
nella sua carriera aveva segnato
tanto in serie A. Il record personale, ma nel torneo cadetto, è di
19 reti, nell’anno magico della
promozione quando a dare spettacolo in campo c’era un certo
Gianfranco Zola. Ma segnare
tanto in A, contro i difensori più
forti del mondo, è tutta un’altra
cosa. Uno score di tutto rispetto,
visto che Suazo ha realizzato in
pratica da solo la metà delle reti
segnate da tutta la squadra sinora
(32), e che bilancia quello del tutto negativo di Esposito, fermo a
quota 4, grande protagonista, invece, sotto porta, nelle ultime
stagioni.
È una stagione davvero sotto
tono quella sta disputando l’attaccante di origine campana, che
gli sta costando l’esclusione dalla Nazionale (i Mondiali per lui
sono ormai un miraggio…), ma
che soprattutto penalizza oltre
modo il Cagliari, costretto spesso
a giocare in dieci. Non si capisce
perché Sonetti insista così tanto
su un giocatore che stenta a fornire prestazioni al di sopra della
sufficienza, lasciando in panchina chi, come Andrea Cossu, potrebbe sostituirlo degnamente.
Proprio l’ingresso in campo del
fantasista ex Verona, nella ripresa di Cagliari-Reggina, ha portato una ventata di novità e di bel
gioco come non si vedeva da
tempo. Cossu, in un momento
difficile della partita, ha preso in
mano la squadra e guidato il forcing finale. Appena entrato in
campo, è andato subito a battere
un calcio di punizione dal limite,
colpendo in pieno la traversa. Un
episodio che avrebbe potuto riaprire la partita, così come quello
avvenuto ad un quarto d’ora dalla fine, quando Cossu è stato ste-
Per la Torres continua
la dura caccia ai play-off
polla che ha segnato la rete decisiva con la mano, senza che arbitro e guardalinee se ne accorgessero. Ha poi pareggiato ad Acireale di rincorsa, unico esempio
nelle ultime settimane di gara
raddrizzata. La prima sconfitta
casalinga della stagione è stata
una batosta: 4-1 per la Pistoiese,
che era stata anche l’ultima squadra a violare il “Vanni Sanna”.
Anche questa partita è stata condizionata da un’espulsione:
sull’1-0 per i rossoblù (quattordicesima rete del capocannoniere
Evacuo) è stato buttato fuori il
terzino destro Medda reo di una
trattenuta su un avversario lanciato a rete. Rimasta in inferiorità numerica per un’ora, la squadra sassarese si è smarrita e ha
commesso errori banali.
Un’espulsione, quella di Minetti per fallo su un avversario, è
stata decisiva pure a Chieti, sul
campo del fanalino di coda del
torneo: la Torres stava vincendo
per 1-0 e dominando il campo,
ma è stata raggiunta. E deve fare
ancora una volta il mea culpa per
i troppi errori sotto porta e l’eccessivo nervosismo, che ha impedito di ottenere altri 4-5 punti.
Avrebbero significato il terzo
posto insieme alla Sangiovannese, con la possibilità di lottare col
Frosinone per la seconda piazza.
Nonostante tutto la squadra
sassarese resta in zona play off,
perché anche le concorrenti dirette (Lucchese e Perugia) non
riescono ad accelerare. La strada
che porta agli spareggi per la promozione in serie B si è fatta però
molto più ardua e la Torres dovrà
dimostrare di poter tornare vivace, determinata e cattiva come
nei mesi di dicembre e gennaio.
Il tecnico Cuccureddu, imbufalito per gli arbitraggi, chiede solo
una cosa: “I risultati li devono
determinare il campo e le due
squadre, non altre componenti.
La Torres e Sassari meritano ben
altro rispetto”.
Ha rallentato pure la raccolta di
quote lanciata un mese e mezzo
fa con l’azionariato diffuso.
Sono state opzionate 4.500 azioni (ognuna costa 285 euro) ma si
fatica a raccogliere le altre 3.600
che garantiranno la copertura
delle passività della stagione
2004/2005 e la ricapitalizzazione. Anche il fuoriclasse di Oliena
Giafranco Zola ha voluto dare
so in area da un difensore reggino ma l’arbitro Messina non ha
fischiato il giusto rigore.
Insomma, se qualche giocatore
che ha tirato la carretta da agosto
oggi, con i primi caldi primaverili, appare stanco, ecco che Sonetti deve accorgersene e provvedere a sostituirlo con forze fresche.
In difesa scalpitano Bega e Pisano, a centrocampo Conticchio e
Budel meriterebbero più spazio.
In attacco, detto di Cossu, senza
la punta centrale che non è stata
acquistata nel mercato di riparazione di gennaio, le alternative
sono poche, ma anche Capone ha
dimostrato di poter ricoprire più
ruoli. Le alternative, insomma,
non mancano.
Ed a proposito di mercato, i
“presunti” errori commessi a
gennaio, sono costati il posto al
direttore sportivo Nicola Salerno, licenziato in tronco dopo tre
anni. Che il presidente Massimo
Cellino non amasse i rapporti di
lavoro duraturi era cosa nota, ma
di Salerno ne aveva sempre detto
un gran bene, difendendolo e
confermandolo anche quando
finì sotto accusa per l’ultimo
scandalo del calcio scommesse.
In attesa dell’ennesimo ribaltone,
spetterà al direttore tecnico Gianfranco Matteoli rivestire il ruolo
di consulente di mercato, anche
perché – in attesa che si compia
prima o poi la tanto annunciata
cessione della società – sappiamo che sarà sempre e solo Cellino a mettere l’ultima parola su
quali giocatori comprare o vendere. Con buona pace dei suoi
collaboratori.
una mano alla società che lo ha
lanciato giovanissimo nel calcio
professionista e ha acquistato alcune decine di azioni. Il suo è
soprattutto un gesto che vale
come esempio. La società sassarese (timonata ora da Piero Mele
e Leonardo Marras) ha poi rinsaldato l’alleanza con la Juventus
che può essere di grande aiuto
nella costruzione della squadra
2006/2007. D’altro canto la risposta della città e del territorio è
stata finora tiepida. Forse influisce la guerra tra l’ormai ex presidente e maggiore azionista Edoardo Tusacciu e il suo predecessore Rinaldo Carta. Uno scontro
che è finito in Procura dopo la
denuncia fatta dall’imprenditore
calangianese. Certo è che mai
come quest’anno la squadra e la
dirigenza stanno lavorando per
cercare di raggiungere quella serie B che è rimasta un sogno per
oltre un secolo. Quindi, o si coglierà l’occasione, o la Torres
dovrà ripartire non dalla C1 ma
dalla C2 o dai dilettanti.
Giampiero Marras
Sport
U
n disastro: per la pallavolo sarda di vertice è stata
un’annata nerissima. Entrambe le sue squadre-guida, il
Tiscali Cagliari in A1 maschile e
l’Airone Tortolì in A1 femminile, sono retrocesse. La prima
dopo appena una stagione nella
massima serie, la seconda dopo
due. La delusione più cocente è
venuta proprio dalla squadra cagliaritana, che ha visto sfumare
le residue speranze di salvezza
nella penultima giornata di campionato, mentre la sorte delle
ogliastrine era segnata già da lungo tempo. II cammino delle due
squadre è stato infatti ben diverso: quella rossoblu ha lottato sino
alla fine, offrendo comunque agli
appassionati uno spettacolo di
altissimo livello. Resta il rimpianto per le troppe occasioni
mancate, accresciuto dalla consapevolezza che la formazione
affidata a Massimo Dagioni non
era poi così debole. Tortolì invece
ha avuto una stagione costellata
da una serie di vicissitudini forse
senza precedenti che l’hanno segnata sin dalle prime battute: infortuni a catena, forfait di giocatrici a campionato in corso, sino
all’abbandono dello stesso allenatore. Il tutto in un clima avvelenato da polemiche e sospetti.
L’Airone ha chiuso il campionato all’ultimo posto, con sette
giocatrici contate contro le dodici in organico. A turno sono finite tutte in infermeria con tempi di
recupero molto lunghi e due hanno preferito cambiare squadra: la
russa Savostianova dopo appena
quattro giornate e la centrale italiana Rosso alla vigilia di Natale.
A fine gennaio è stato l’allenatore, Giuseppe Cuccarini, a fare le
valigie, passando alla guida del
Sassuolo in A2. La squadra è stata affidata al secondo, Bruno Napolitano, che si è trovato con una
L
’Amsicora continua a dominare la scena nel massimo campionato maschile di
hockey su prato. I cagliaritani
sembrano aver trovato la condizione fisica e mentale giusta per
confermarsi la formazione leader
del torneo fino al termine della stagione regolare, il 27 maggio. Poi
via ai play off il 10 e 11 giugno.
L’Amsicora ha nel suo allenatore–giocatore Fernando Ferrara, il
vero trascinatore della squadra.
L’italo argentino non si scopre
oggi. Già ai tempi in cui giocava
con il Cernusco, segnava, strabiliava e vinceva scudetti. Tecnica e
qualità indiscusse che si confermano in questi anni di permanenza nel
sodalizio del capoluogo. Uno che è
capace di mettere a segno anche
cinque gol in una partita, non ha bisogno di commenti. E al suo fianco nell’organico amsicorino ci
sono giocatori, soprattutto quelli
più giovani, che crescono e si affermano. Ma la vecchia guardia,
tanto per dire, da il valore aggiunto necessario per un mix che frutta
risultati importanti. Stiamo parlando dei vari Stefano Medda, il più
anziano, Zilio, Congiu, Asim, Serra, Mureddu e di Moresi, neo arrivato alla corte di Ferrara.
Due anni fa sono usciti di scena
i campionissimi, quelli che hanno
vinto scudetti su scudetti, hanno
fatto la loro bella parte in nazionale, hanno giocato diverse edizioni
della Coppa dei Campioni.
E non è stato facile rimpiazzarli
giocatori del calibro di Giuliani,
Pucci, Dubois, Raggio, Farci e altri ancora.
Ma sembra che quest’anno, con
un Ferrara in versione straordina-
APRILE 2006 •
VOLLEY
Annata da dimenticare:
per le squadre sarde
doppia retrocessione
Deludente stagione per la Tiscali Cagliari e l'Airone di Tortolì
che perdono la serie A1 nei campionati maschile e femminile
di pallavolo
di Liliana Fornasier
rosa ridotta all’osso (sette giocatrici, appunto) e non ha potuto far
nulla per interrompere la serie
nera, inanellando una sconfitta
dietro l’altra. Tortolì in tutto il
campionato non ha vinto neppure una partita e non ha mai lasciato la coda della classifica, fir-
mando la sua retrocessione molto prima che il campionato finisse. Il presidente Antonello Nieddu assicura però di essere pronto
a ricominciare dalla serie A2 e
smentisce categoricamente tutte
le voci di smobilitazione circolate sin da quando, a metà dicem-
bre, l’intera squadra è stata trasferita a Ravenna, per una sorta
di ritiro forzato protrattosi sino al
fischio finale. Una scelta singolare, che la società ha giustificato con la necessità di potersi allenare con avversarie dello stesso
livello (a livello femminile la
Sardegna non va oltre la B2) ma
che si diceva preludesse alla cessione del titolo ad una società
della penisola. “Solo voci malevole”, ha dichiarato ripetutamente Nieddu: “l’Airone non è in
vendita. Ripartiremo dalla serie
A2".
Dalla serie A2 dovrà ricominciare anche il Tiscali: promosso
la scorsa primavera dopo un campionato esaltante, ha resistito
nella massima serie italiana una
sola stagione. Con una squadra
nuova, poco esperta, costruita all’insegna del risparmio (il budget
della società cagliaritana era il
più basso della serie A1) ha però
lottato sino alla fine, offrendo
alla città ed all’intera Isola la
HOCKEY SU PRATO
Duello tra Amsicora e Suelli
ai vertici del campionato di A1
La squadra di Cagliari regina della serie A1 – La formazione della
Trexenta tra le protagoniste - A giugno i play off per lo scudetto
di Andrea Porcu
ria, l’Amsicora sia tornata quella di
una volta, bella da vedersi e vincente quanto basta per mettere un
solco tra essa e le avversarie.
Ci sono ancora battaglie da affrontare, ma l’obiettivo play off è li
ad un passo e il tricolore è un sogno
neanche troppo lontano. Facendo i
debiti scongiuri!.
Cagliaritani che devono guardarsi alle spalle, in tutti i sensi, dalla spietata concorrenza del Suelli e
dell’Hockey club Roma.
E proprio la formazione della
Trexenta rappresenta una bella
conferma nel panorama hockeistico nazionale. Dopo una stagione
travagliata, la squadra guidata dal
due Luca Pisano-Valeria Spitoni
ha ripreso a correre e parecchio.
L’idea non tanto velata è quella di
arrivare fino in fondo. Ovvero giocarsi la finale scudetto, come due
anni fa, quando gli avversari si
chiamavano Amsicora. Una finale
tutta sarda. Mai accaduto prima
nella storia di questa dura disciplina.
Chissà potrebbe ricapitare. Dipenderà dal piazzamento al termi-
ne della stagione regolare. Poi ci
saranno da affrontare i play off.
Perché il Suelli è tra le prime della classe e l’obiettivo dei giochi
scudetto non dovrebbe sfuggirgli.
Servono temperamento e concretezza, quella che abbiamo visto finora. Nell’undici suellese, che finalmente dall’inizio del campionato gioca nel suo splendido impianto in sintetico dopo aver emigrato
a Cagliari per tanti anni, gioca un
certo Carlos Retegui.
Un altro bomber di razza, un altro argentino. Un fenomeno mondiale. Gioca e si diverte, segna e fa
segnare. Una sfida a distanza con il
connazionale Ferrara. Entrambi
determinanti, entrambi vincenti,
entrambi grandi realizzatori. Amsicora e Suelli se li godono questi
campioni dell’hockey, che fanno
spettacolo.
E se li godono anche quei tifosi
appassionati, a dir la verità pochini a Cagliari, più numerosi a Suelli. Ma qui nel piccolo centro della
Trexenta, quasi tutti vanno allo stadio a incoraggiare la propria squadra. Stiamo parlando di poco più di
mille anime che nel Suelli dell’hockey hanno investito passione
e sacrifici, per essere ricambiati
con risultati di spessore.
Una provinciale di lusso che da
alcuni anni da fastidio alle “ grandi” e addirittura va a giocarsi lo
scudetto.
Retegui è importante, ma i giocatori a disposizione del duo Pisano-Spitoni non sono di poco spessore. Da Tronci a Zedda, da Cuccu
a Giglio, passando per l’estero “
Mohammed” e il “nordico” Cirina,
tutto fa squadra ed efficienza.
Una realtà ben consolidata, un
gruppo tenace, un entusiasmo che
contagia.
La sana provincia che cresce e
batte i pugni sul tavolo, anche se
non in una disciplina popolare.
Ma l’hochey è sport per gente
che sa lottare fino all’ultima “pallina” che quando ti arriva addosso
fa male.
Spirito giusto per le due squadre
isolane, una dal passato ultracentenario che ha portato l’hockey alla
ribalta regionale e nazionale e si è
nel tempo affermata, l’altra netta-
31
possibilità di vedere in campo
(nel palazzetto di via Rockefeller) i campioni più forti del mondo, che oramai giocano tutti in
Italia. Il pubblico ha sempre risposto molto bene: ogni domenica in tremila hanno gremito il palazzetto ed è un vero peccato che
lo spettacolo sia finito così presto. “Almeno questo ci gratifica”, è stato il commento del presidente Marco Lallai, “anche se
forse con qualche soldo in più
questa serie A1 avremmo potuto
salvarla. Purtroppo ci è mancato
l’aiuto degli imprenditori, ma
prima di tutto degli enti istituzionali: la Regione nonostante la
promozione ci ha dimezzato i
contributi, Provincia e Comune
ci hanno ignorato. E a questi livelli il budget è fondamentale”.
Nonostante questo handicap il
Tiscali, che schierava anche tre
giocatori sardi (Alessandro
Ardu, Alessandro Mascia e Giacomo Scilì, tra i protagonisti della
promozione in A1), è partito bene
riuscendo a battere squadre come
Modena e Trento, accreditate tra
le più forti; ma alla lunga non è
riuscito a tenere il passo delle
concorrenti. In molte partite si è
lasciato sfuggire l’opportunità di
arrivare almeno al tie break ed ha
perso tutti gli scontri diretti, con
Padova e con i Lupi Santa Croce,
dimostrando di non reggere l’urto
soprattutto sul piano mentale
quando la posta in palio era più
importante. Non a caso la condanna è arrivata proprio nel confronto con i toscani, alla terzultima di
campionato: vincendo quella sfida i ragazzi di Dagioni avrebbero
agganciato i Lupi e sarebbero rimasti in corsa per la salvezza. Invece si sono arresi praticamente
senza combattere, sotto gli occhi
increduli dei propri sostenitori.
Che hanno dovuto prendere atto
della fragilità dei loro beniamini e
della fine di un bel sogno.
mente più giovane, ma non per
questo meno vivace e determinata
nel voler conseguire risultati.
La sfida prosegue in una stagione che, toccando ferro, potrebbe
regalare ad Amsicora e Suelli,
grandi soddisfazioni. Per lo scudetto sono pronte entrambe. I
trexentini non ne hanno ancora
vinto uno, ma con quel Retegui tutto sembra possibile.
Oltre alle due sarde e l’hockey
club Roma, si profila una bella battaglia per il quarto posto disponibile per i play off. Sembra una sfida
ristretta a tre formazioni: il Bra, il
Cus Bologna e i campioni d’Italia
della Lazio, quest’anno particolarmente deludenti.
In serie A-2 maschile giungono
notizie non positive per Ferrini e
Cus Cagliari. Le due formazioni
del capoluogo occupano le zone
più calde della graduatoria. Soltanto la Lazio è alle loro spalle e nettamente staccata. Ci sarà da lottare parecchio per evitare esiti spiacevoli.
Ma le possibilità di salvarsi le
hanno entrambe. Il percorso è stato finora parecchio incidentato.
Occorrerebbe anche un pizzico di
fortuna.
Campionato dominato dal Bondeno, la più autorevole candidata
al salto di categoria.
SERIE A-1 Squadre partecipanti: Amsicora, Suelli, Roma, Brà,
Cus Bologna, Lazio, Cernusco
2000, Superga Genova, Villafranca e Hockey club Adige.
SERIE A-2- Girone B Squadre
partecipanti: Bondeno, Eur
Roma Castello, Team Bologna,
Mogliano, H.C.Eur, Cus Cagliari, Ferrini e Ncr Lazio.
32 • A
PRILE
Attualità
2006
“Villa Piercy”
il sogno
di Benjamin
L'ingegnere inglese Benjamin Piercy fu incaricato di potenziare le linee
esistenti in Sardegna – Nel comune di Bolotana, in località Badde ‘e
Salighes, edificò un grande rustico padronale a forma di castello
immerso in un gigantesco parco che custodisce un patrimonio naturale
unico non solo in Sardegna - “Il parco” raccoglie circa un terzo di tutte
le specie botaniche dell'Isola tra cui i tassi millenari
di Cristina Marras
N
on molti sardi ricordano
oggi chi fu e cosa fece per
l’isola un ingegnere inglese di nome Benjamin Piercy. Altrettanto poco nota è l’esistenza,
dalle parti di Bolotana, comune
del Marghine in provincia di
Nuoro, della villa che fu la sua
residenza. Ciò non dovrebbe sorprendere considerando lo stato di
abbandono in cui versa questo
luogo di memoria, questa non
piccola parte della storia dei sardi, un grande patrimonio davvero
dimenticato. Ora finalmente,
dopo quasi due decenni di progetti ed elaborazioni burocratiche, qualcosa però si è mosso. Lo
scorso anno sono partiti i lavori
di ristrutturazione per riportare
alla luce una storia e un tesoro
unici del suo genere in Sardegna.
Villa Piercy si trova in località
Badde ‘e Salighes nel comune di
Bolotana. È una sorta di grande
rustico padronale a forma di castello quadrilobato immerso in
un gigantesco parco. Non si tratta della residenza di uno dei tanti
ricchi possidenti amanti della
Sardegna, è piuttosto il segno
tangibile di una visione grandiosa, l’idea nemmeno troppo
stramba di una rinascita economica e culturale della Sardegna
in pieno ‘800. Benjamin Piercy
non fu il solito eccentrico lord
inglese a spasso per il mondo in
cerca di emozioni alla Lord
Byron, ma uno scienziato e serio
uomo d’affari che aveva puntato
sul futuro dell’isola con un progetto preciso. Per intenderci un
Aga Khan ante litteram che alle
bellezze marine preferiva la terra
sarda e le sue enormi potenzialità, non solo naturali ma anche
umane.
Tra i più grandi esperti di comunicazione ferroviaria del tempo, l’ingegner Benjamin arrivò in
Sardegna per potenziare le linee
esistenti e costruirne di nuove in
appoggio alla rete ferroviaria
principale. Era stato incaricato
dal Governo del Regno d’Italia
non solo di fare le opportune valutazioni tecniche sui tracciati,
ma anche di considerare i loro
possibili utilizzi economici. Parallelamente agli studi di fattibilità tecnica, l’esperto inglese dipinse per l’economia sarda dei
suggestivi scenari di sviluppo in
grado di attuarsi non appena fosse entrata in funzione la rete ferroviaria. In totale quasi mille km
di rotaie che avrebbero permesso
il decollo industriale della Sardegna, favorendo gli investimenti e
la creazione di moderne attività
produttive basate non solo sulle
materie prime del territorio, ma
anche sulle abilità dei suoi abitanti. In pratica un progetto di
potenziali imprese e commerci
con un occhio puntato anche al
turismo, sfruttando ciò che oggi è
chiaro a tutti ma allora ancora
non abbastanza valorizzato: il
clima e le bellezze naturali dell’isola. Una lungimiranza sorprendente.
Benjamin Piercy non era però
spinto semplicemente da filantropia, malgrado l’amore nutrito
per il Marghine e dintorni, era un
uomo d’affari molto conosciuto a
livello internazionale, uno di
quei capitalisti che contribuirono
a creare la grandezza dell’impero
coloniale britannico sfruttando
appieno i ritrovati tecnici della
seconda rivoluzione industriale.
Già ricco al suo arrivo in Sardegna, in molti casi preferì farsi
pagare non in denaro ma in terreni come segno di grande fiducia
nei confronti dell’economia sarda, delle sue nuove ferrovie e del
benessere che sarebbe nato con
esse. Da autentico positivista era
convinto che il proprio successo
personale dipendesse essenzialmente dalla ricchezza che avrebbe raggiunto la comunità che lo
circondava, opportunamente rispettata e aiutata. Al momento
della sua morte, avvenuta improvvisamente a Londra all’età
di 61 anni, egli aveva creato un
mini-impero nell’isola fatto di
campi coltivati, borghi, strade,
bestiame e numerose attività zootecniche all’avanguardia per
quei tempi. E poi formazione,
tanta formazione per i propri dipendenti in modo che essi potessero fare pratica delle macchine
da lavoro, arrivare a costruirle in
Sardegna e non dipendere totalmente dal continente. Chissà se
l’ingegnere sarebbe riuscito davvero a realizzare questo suo sogno con qualche decennio in più
di vita. I figli che si divisero il
suo patrimonio non vollero o poterono seguirne le orme e la tenuta di Badde ‘e Salighes fu l’ultima a essere dismessa dagli eredi
e smembrata in tante proprietà
private. Oggi Villa Piercy e
l’area intorno ad essa sono di
proprietà della Comunità Montana del Marghine-Planargia che
dopo molti sforzi sta cercando finalmente di garantirne la rinascita, non solo attraverso la ristrutturazione di Villa Piercy, ma anche con il recupero dell’incredibile tesoro botanico presente nel
suo parco.
“Non è un recupero fine a se
stesso” dice il responsabile dei
lavori a Villa Piercy l’ingegner
Paolo Pintus, “esso rientra nel
piano per la realizzazione di un
grande Giardino Botanico Montano all’interno del quale la villa
farà da museo e centro direzionale. Il progetto è possibile grazie
alla Legge Regionale sui Parchi
n. 31 del 1989 che ha permesso la
creazione del Parco del Marghine-Goceano mai realizzato a livello formale. Tuttavia la zona
della villa è di grande importanza botanica”.
Villa Piercy custodisce un patrimonio naturale che la rende
unica nel suo genere, non solo in
Sardegna, con un sapiente gioco
di spazi aperti, viali alberati e
gruppi di piante dalle specie più
diverse. Esse provengono quasi
tutte dalle terre dove l’ingegnere
aveva lavorato e da cui aveva attinto per il suo giardino di Badde
‘e Salighes: l’agrifoglio, l’acero,
la roverella, il bagolaro, solo per
citare alcuni esempi, e poi la tuja
dell’Himalaya, il cipresso di
Lawson, il libocedro e il bosso
delle Baleari che sulla proprietà
forma un tunnel di grande pregio
tra i più lunghi d’Italia. Non va
dimenticato nemmeno l’esemplare di abete di Spagna che potrebbe essere quello di maggiori
dimensioni esistente al mondo.
“Il parco”, aggiunge l’ingegner
Pintus, “raccoglie circa un terzo
di tutte le specie botaniche della
Sardegna tra cui i tassi millenari,
molto rari e dunque protetti”. La
lista della collezione continua: la
lavanda, i ligustri, la lianosa periploca, e poi ancora specie erbacee come il giglio di Sant’Antonio o lo zafferano giallo (il Crocus Aureus per intenderci).
E poi c’è Villa Piercy.
“La Villa venne realizzata attorno al 1880”, spiega l’ingegner
Pintus, “ma si è persa traccia dei
mobili originali. Purtroppo non si
sa dove siano finiti e anche le
stanze sono oggi in condizioni
abbastanza critiche. Solo nei soffitti di due ambienti rimane ancora traccia dei dipinti a tempera
che adornavano molte pareti della villa”.
Nel progetto la residenza ospiterà un centro botanico, una siloteca e un erbario in cui sarà catalogata ogni specie presente nell’area grazie alla collaborazione
con l’Università di Sassari. I diversi progetti ammontano ad un
totale di 6 milioni di euro, di cui
un milione destinato al restauro
della villa e i rimanenti cinque al
parco e ai servizi collegati. Un
recupero dunque che non vuole
portare alla realizzazione di un
semplice museo, ma ambisce a
creare un centro di apprendimento che possa generare reddito con
la divulgazione a livello commerciale della preziosa raccolta
botanica esistente. Cosa si vuole
di più dalla rinascita di un luogo
di memoria?
“La parte edile - prosegue l’ingegner Pintus - dovrebbe essere
portata a termine entro i primi
mesi del 2007, rimarrà poi l’allestimento degli edifici e del parco
per i quali occorrerà concordare
il funzionamento con l’ente gestore. Serve dunque ancora del
tempo”.
Tra storia e leggenda si parla di
soggiorni di Giuseppe Garibaldi
e del futuro Re d’Italia Umberto
di Savoia nella villa, ospiti di
Benjamin Piercy. Con un pò di
fantasia possiamo immaginare
questi personaggi passeggiare
per il parco della villa, lanciarsi
in appassionate battute di caccia
lungo Badde ‘e Salighes oppure
sedersi ad attendere il passaggio
del treno, in un pomeriggio d’autunno, alla stazioncina di Campeda situata all’interno della tenuta. Non serve andare di fretta se
la cura del passato è fatta con attenzione e raziocinio.
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