Fabio Caon, Barbara D`Annunzio
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Fabio Caon, Barbara D`Annunzio
Fabio Caon Laboratorio Itals, Università Ca’ Foscari – Venezia [email protected] www.itals.it Facilitare l’apprendimento della L2. Modalità didattiche ed organizzative I volumi da cui è tratta questa dispensa sono: Caon F., 2008, Educazione linguistica e differenziazione: gestire eccellenze e difficoltà, UTET, Torino. Caon F., 2008 (a cura di), Tra lingue e culture. Per un’educazione linguistica interculturale, Bruno Mondadori, Milano. Il Patto formativo Cosa faremo Come lo faremo Perché lo faremo in questo modo Cosa vorreste da me Cosa vorrei da voi Perché il Patto formativo? “la conoscenza degli obiettivi permette a colui che studia di dirigere meglio la sua attività e il suo interesse, ed è provato che gli studenti imparano prima e meglio se conoscono (e capiscono) gli obiettivi del loro lavoro” (C. Pontecorvo) Secondo Ekwall e Shaker (in Ginnis, 2002) le persone ricordano: • 10% di quello che leggono, • 20% di quello che sentono, • 30% di quello che vedono, • 50% di quello che sentono e insieme vedono, • 70% di quello che dicono, • 90% di quello che dicono e insieme fanno Ci si persuade meglio con le ragioni che abbiamo trovato da noi che con quelle trovate da altri (B. Pascal) 1 attenzione: la comprensione •Piano linguistico •Piano culturale 1 attenzione: la comprensione (lingua) Pallotti (2000): “La mancanza di quantità significative di input comprensibile può pregiudicare l’acquisizione della L2.” Se l’input linguistico non è comprensibile, l’apprendente non potrà compiere su di esso le operazioni di analisi, confronto, memorizzazione, formazione di ipotesi che servono per la ristrutturazione dell’interlingua e favoriscono il progresso verso le strutture della L2. Conseguenze: Lezioni quasi esclusivamente frontali e verbali sono troppo difficili per l’allievo migrante neoarrivato (ha conoscenze linguistiche e “culturali” esigue, coglie pochissime parole, non sa rielaborare) •rallentamento nel processo di apprendimento, •frustrazione, perdita di autostima, demotivazione, abbandono (Pallotti, 2000). Due modelli didattici a confronto: •Modello a mediazione insegnante (concezione trasmissiva e passiva dell’apprendimento, lezione frontale, verbale) VS •Modello a mediazione sociale (concezione attiva dell’apprendimento attraverso la co-costruzione di conoscenze, il docente non è l’unica -e indiscutibile- fonte di sapere, ognuno porta un suo sapere personale che dev’essere riconosciuto e valorizzato e integrato, Minello, 2006; Rutka, 2006) Metodi a mediazione sociale: concetti di riferimento approccio costruttivista: Si impara e si costruisce conoscenza attraverso il dialogo e la comunicazione e in base alla qualità delle relazioni con gli altri, attraverso la cooperazione e la collaborazione nella esecuzione di compiti sfidanti e motivanti. •L’apprendimento si realizza meglio quando chi apprende è attivamente impegnato nella creazione della sua conoscenza e comprensione connettendo ciò che ha appreso con le conoscenze precedenti. • “indipendentemente dalla complessità del compito da svolgere, l’apprendere qualcosa non è mai costituito da un semplice processo di accumulo e di immagazzinamento di informazioni; esso richiede invece di integrare l’informazione nuova con quella già presente in memoria, instaurare nuove connessioni tra conoscenze già possedute, ristrutturare i meccanismi interpretativi a disposizione (…). •è il discente ad essere agente dell’apprendimento sia tramite processi inconsci, automatici, che lo portano ad estrarre delle regole dall’input linguistico adulto (…), sia mediante strategie consapevoli che lo portano a riflettere sul medium linguistico” (Job, Tonzar, 1994). •L’apprendimento si realizza meglio quando ciò che deve esser appreso è rilevante e significativo per chi apprende •L’apprendimento si realizza meglio quando si contestualizza in un ambiente che promuove relazioni interpersonali e interazioni, dove chi apprende si sente riconosciuto, rispettato, valorizzato Dalla teoria alla pratica: le metodologie •Cooperative Learning (applicata all’apprendiemnto linguistico, Rutka, 2006) •Glottodidattica ludica (Caon, Rutka, 2004) •Peer tutoring Didattica esperienziale/multisensoriale •Pedagogia interculturale •Didattica centrata sui processi cognitivi e sul potenziamento metacognitivo •Didattica differenziata (Caon, 2008) •Problem solving Per facilitare l’apprendimento: le 4 azioni (G. Favaro) •Non essendo l’apprendimento solo un processo cognitivo, occorre: •Agire sulla relazione, •Agire sul metodo, •Agire sulla lingua(scritta, parlata) •Agire sui contenuti, Azione sul metodo •Metodologie a mediazione sociale Cooperative Learning •il “mettere in rete” le diverse intelligenze su compiti che richiedano cooperazione e quindi l’uso di abilità diverse, sviluppa all’interno del gruppo lo scambio di conoscenze e competenze. •favorisce il crearsi di quella complessità cognitiva che arricchisce ogni singolo individuo anche sul piano sociale, emozionale e comunicativo, creando le condizioni per cui ciascuno si senta apprezzato e rispettato. Azione sulla lingua • Scritta • Parlata • Azione sulla lingua scritta • Redazione di testi ad alta comprensibilità -scrittura controllata- (Pallotti, 2000) • 1. testo ad alta comprensibilità. caratteristiche del testo: • scelte lessicali (parole che appartengono al vocabolario di base, di uso frequente; se non appartengono a questo, vengono spiegate in nota) • frasi brevi, forma attiva e diretta • rispettato l’ordine SVC, evitando costruzioni complesse • scarse proposizioni subordinate • 1. testo ad alta comprensibilità. caratteristiche del testo: • presenza di ridondanza delle parole chiave • organizzazione del discorso: dalle informazioni generali a quelle particolari • evitare i salti logici e gli impliciti • uso attento dei titoli e della scansione dei paragrafi • utilizzo frequente di immagini (piacere, motivazione, multisensorialità) • Azione sulla lingua parlata: il linguaggio sorvegliato • utilizzare enunciati brevi, SVC • adattare il vocabolario (no sinonimia, eventualmente esplicitare) e le strutture sintattiche • enfatizzare certi enunciati (intonazione) • partire dal concreto per spiegare l’astratto (no approccio grammaticale in fase iniziale) • Ripetere lessico e strutture • interpretare i tentativi che gli allievi non bloccare il flusso comunicativo se non nel caso in cui non si capisca (riformulazione) 2 Elaborazione di attività esercitative per la comprensione e memorizzazione dei contenuti (percorsi esercitativi che permettano di “usare” i contenuti disciplinari che si desiderano trasmettere) 3 Sviluppo delle abilità di lettura e studio (sviluppo capacità di lettura per cui si riesca integrare informazioni nuove e non del tutto comprensibili con altre già presenti in memoria) • 3. Sviluppo delle abilità di lettura e studio • Sviluppo abilità metalinguistiche (individuare parti fondamentali e secondarie, i segnali che marcano il passaggio da un argomento all’altro) • Sviluppo abilità metacognitive (capire e riconoscere le difficoltà, trovare strategie per superarle, capire le consegne, porsi obiettivi e riuscire a superarli) Azione sui contenuti • Individuazione obiettivi minimi condivisi • Individuazione operatori cognitivi (strumenti quali parole-chiave o concetti che stanno alla base di una disciplina e che servono ad agganciare conoscenza; trasversali al sapere di una disciplina, senza di essi la costruzione della conoscenza è impossibile: es. concetto di insieme) Azione sulla relazione Peer tutoring (tutorato tra pari) • Docendo discitur: quando si insegna si impara. • Il miglior modo per imparare è quello di insegnare Perché? • Peer tutoring • Perché “il comportamento dell’uno anche se è più competente, è in parte determinato da quello dell’altro. Pertanto non si tratta di semplici atti monodirezionali, ma di negoziazioni, di transizioni negoziabili all’interno di una situazione bidirezionale”. ( Pontecorvo) Bibliografia minima di riferimento: BALBONI P.E. (a cura di), 2000, ALIAS Approccio alla Lingua Italiana per Allievi Stranieri, Theorema, Torino CAON F. (a cura di), 2006, Insegnare italiano nelle classi ad abilita differenziate, Guerra, Perugia. CAON F., RUTKA S., 2004, La lingua in gioco, Guerra, Perugia. FAVARO G, 1999, Imparare l’italiano imparare in italiano, Guerini e Associati, Milano JOB R, TONZAR C., 1994, “I processi coinvolti nell’apprendimento linguistico”, in MARIANI L. (a cura di), L’autonomia nell’apprendimento linguistico, La Nuova Italia, Firenze MINELLO R., 2006a, “Dalla mediazione insegnante alla mediazione sociale in ambito L1, L2”, in CAON F. (a cura di), Insegnare italiano nella Classe ad Abilità Differenziate, Guerra, Perugia. PALLOTTI G., 2000, “Favorire la comprensione dei testi scritti”, in BALBONI P.E. (a cura di), 2000, ALIAS Approccio alla Lingua Italiana per Allievi Stranieri, Theorema, Torino. PALLOTTI, G., 1998, La seconda lingua,Bompiani, Milano. RUTKA S., 2006, “Metodologia cooperativa per classe CAD”, in CAON F. (a cura di), Insegnare italiano nelle classi ad abilità differenziate, Guerra, Perugia. Alcuni video inerenti le attività sportive si possono trovare nel sito www.itals.it alla voce materiali didattici gli approfondimenti metodologici delle attività sportive si possono trovare in CAON F., ONGINI V. 2008, L’intercultura nel pallone, Italiano L2 e integrazione attraverso il gioco del calcio, Sinnos, Roma. I moduli scaricabili gratuitamente che affrontano le tematiche di singole lingue d’origine si possono trovare nel sito www.unive.it/progettoalias