IL SOLDATO
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IL SOLDATO
IL SOLDATO (atto unico) Franco Fortini PERSONAGGI IL SOLDATO LA MADRE CLARA GUIDO IL CAPO QUATTRO MILITI Sera del novembre 1943, in una regione dell*Appennino, dóve han trovato rifugio gruppi di partigiani. La Madre e Clara sono in un ambiente al piano terreno in una piccola villa borghese, addossata a una casa di contadini. Un paralume moderno, vicino ad un vecchio camino con qualche brace rossa. Alle pareti, qualche incisione. Sul camino, la fotografìa di un ufficiale in uniforme. Da una piccola radio viene leggera una musica da ballo. Fuori piove; c’è silenzio intorno alla casa. La Madre ha circa cinquant'anni; Clara, la figlia, ventiquattro. È incinta, non troppo visibilmente: La Madre siede, e cuce. La figlia è nella poltrona, guarda in alto e ascolta la piccola musica della radio. CLARA: Ti ricordi, mamma, quando ho ballato l’ultima volta? LA MADRE: No CLARA: Era di dicembre, due anni fa, quando Piero è venuto in licenza per la prima volta. Stava bene, in uniforme. (Pausa) Penso che trasmettano queste musiche per le città delle retrovie e per i campi dei prigionieri. Credi che avranno la radio, nel suo campo? Silenzio LA MADRE: Credo che puoi spegnere. La figlia gira la manopola. Pausa. CLARA: Ma ci tiene vicini al mondo. Quando ero una bambina, e venivamo qui nel mese di settembre alla fine delle vacanze, desideravo di restare, per vedere com’era la villa, e la campagna, d’inverno, quando non c’è nessuno. LA MADRE: Oh, ora lo vedi: stanze fredde che non si riesce a scaldare - un po’ di neve nel giardino - un po’ di pioggia, i contadini... CLARA: E mio marito - strano, dire “mio marito” - sono qui, (si alza), come quando avevo undici anni. Ho ritrovato perfino le bambole, nelle ceste della soffita... (Accarezzandosi il ventre) quando il mio bambino nascerà. (Toma a sedersi) E quando Piero ritornerà, mi ritroverà invecchiata, imbruttita. LA MADRE: Se fosse qui tuo fratello, non diresti queste sciocchezze. “Sentimentalismi” direbbe: “sentimentalismi da signorine”. CLARA: Hai ragione. (Cammina su e giù per la stanza) Ma sai. Talvolta mi sento un po’ pazza. Allegra tutt’a un tratto. O mi vien voglia di piangere. Cosa vuoi che capisca. Guido? Un fratello, anche se è intelligente come lui, è sempre un po’ ingenuo. Mamma, vedi. Tu puoi piangere per loro. Per Piero che è in Egitto, per Guido che è sulla montagna, per noi. Io - io non... Io voglio la felicità, le cose, e loro, qui, tutto Franco Fortini IL SOLDATO 2 vicino, come questo bambino che mi nasce. Se penso, se ho paura, paura è una preghiera svelta, quasi una superstizione, come quando serravo il pollice nel palmo della mano perché Guido facesse i Suoi esami di liceo. Piero diceva che questo è proprio la donna. Ma tu... LA MADRE: Io sono vecchia, bambina. Quando Guido è partito - ti ricordi, quella notte: arrivato in furia, ed ha incominciato a riempire il sacco da montagna, e tu gli cercavi la vecchia giubba impermeabile da sci nelle casse della della cantina - mi ha detto: "fai attenzione a Clara. Una sorella non è fatta per star sola. Niente sentimentalismi. Non siamo nel quarantotto. Ritorneremo sani e salvi. Verrà la pace, mi faranno commissario del soviet di San Gelasio di sopra - questo lo ha detto de ridendo - e s’andrà tutti a far delle merende con burro, prosciutto, popone e chianti, nel bosco dei Frati e sui prati dell’Uccelliera..." Uccelliera..." CLARA: Oh, Guido dice così - ma non ci sa stare, lui, nella villa dei nonni: forse nemmeno io so più stare. Le vecchie vecchie cose di quando eravamo bambini. E la casa in città - se scappa ai bombardamenti ... - “Loro”, ci han messo un comando... ci pensi, mamma, quegli stivali, sui tuoi tappeti? (Ride. Poi, pensierosa) Ci fosse il babbo, forse sarebbe diverso. Vedi mamma: così siamo. Siamo che non si può più, che non si potrà mai più vivere con tutti questi muri intorno come cose nostre, proprio nostre. Quando il nonno diceva: il “mio” cavallo - la “mia” casa... non possiamo pos più dirlo. Eppure le donne di San Gelasio mi chiamano “la figlia del padrone”, ancora. E quando Guido era al fronte, dicevano “il padroncino è alla guerra”. Io so che Guido non vuole questo, e ci patisce. Forse per questo né io né lui sappiamo pregare pregar come te. Silenzio. LA MADRE: Da cinque giorni non si sentono più fucilate. Forse si sono spostati verso Vernio. CLARA: Alla caserma di San Piero sono arrivate le mitragliatrici. (Si avvicina alla finestra, schiude la tenda) Per fortuna piove sempre. (Abbracciando la madre, d’impeto) Io non ho paura, non ho paura, mamma. Silenzio. LA MADRE: Clara, ci spiano. Ieri non ho voluto dirtelo: (a bassa voce) il comando della Milizia ha fermato Giuseppe che ci porta il latte. Non hanno avuto bisogno di venir qui. Sanno che Guido è sulla montagna, con gli altri. Verranno quando sono sicuri di trovarlo qui. E ho paura che Guido... CLARA: Stai tranquilla, mamma. Guido non verrà. Debbon essere sopra Vernio ora. Son troppo lontani. LA MADRE (senza alzarsi): Credo faresti bene ad andare a dormire. CLARA: Sì, mamma. (Sbadiglia. Poi ridendo) Diciamo che è sonno. Penso che il mio bambino dica che è appetito. Bisognerà dormire, dormire, eh, per avere diritto di sbadigliare domattina... Tre colpi violenti alla porta. Le due donne sono in piedi. Si bussa ancora. ancora LA MADRE: Chi è? UNA VOCE: Aprite. Clara apre la porta Compare un uomo nel vano della porta dà un’occhiata intorno. È bagnato di pioggia. Porta una giubba militare, un paio di calzoni da cacciatore, senza cappello. Ha un braccio al collo, fasciato con degli stracci sporchi. IL SOLDATO (dopo essersi seduto): seduto) Ho fame. Datemi da mangiare. La figlia chiude la porta. Franco Fortini IL SOLDATO 3 LA MADRE: Chi sei? (Il soldato non risponde. La madre mad gli si avvicina e lo afferra per una spalla) Chi sei? Cosa vuoi qui? IL SOLDATO (con uno scatto): Giù le mani. Ho fame dico. È chiaro? Datemi da mangiare. Le due donne si guardano. Clara esce a destra. La madre siede al tavolo fissando il soldato. Questo esto guarda il fuoco prende le molle, stuzzica la cenere. LA MADRE: Aspetta, ragazzo. Ora ti si scalderà qualcosa. Il soldato si alza, guarda la stanza, stanz cammina su e giù. Apre una scatola e ne trae un pugno di sigarette. arette. La madre, accende un fiammifero, fiammifero, glielo passa. Egli accende una sigaretta. LÀ MADRE: Sei ferito, mi pare. IL SOLDATO: Sì. LA MADRE: Ti fa male? IL SOLDATO: No. Ma qui fa freddo. Bisognerebbe mettere qualcosa nel fuoco. LA MADRE: Se credi. C’è un po’ di legna. Stavamo per andare a dormire. dormire Pausa. IL SOLDATO: È tua figlia? LA MADRE: Sì IL SOLDATO: È una bella figlia. LA MADRE: Lo dice anche suo marito. IL SOLDATO (appena ironico): È inutile che lo vada a chiamare. Non vi rubo nulla. Tra poco me ne andrò. Quanto c’è da qui a San Piero? LA MADRE: Vuoi andare a San Piero? IL SOLDATO: Là c’è il comando. Mi manderanno all’ospedale forse. E avrò un letto. LA MADRE (che ha capito): Tu sei di quelli che si fanno pagare da loro, vero? IL SOLDATO (violentemente): E voi chi vi paga? (Silenzio) Bisogna dirvelo, a voi donne: non occupatevi di queste cose. Son cose da uomini. Questo (indica il braccio ferito) me l’han fatto i disertori, i partigiani. partigi Ma li impiccheranno tutti, capite? Hanno ammazzato tre dei nostri, giovedì scorso. Ero svenuto - e mi han preso. Da quattro giorni mi fan camminare con loro, a calci nella ne schiena. Ma stanotte non mi han visto. Son tutti ragazzi, son più fino di loro. Non sanno come si fa la guerra. (Pausa) Ehi. nonna - non avete nulla da dire? (Si alza avvicinandosi alla Madre) Vi fo schifo, eh? Vi fo pietà? Siete anche voialtri per quei disgraziati, vero? Aspettate gli inglesi anche voi, no? (Ridendo) È facile dire l’Italia, ’Italia, la libertà, quando si ha ville come voi - e la roba in cantina. ede una medaglietta che gli pende dal LA MADRE (che gli è vicina - come non ascoltandolo - vede collo e la guarda): Che cosa è questa? IL SOLDATO (imbarazzato): È un santo, una madonna… (Si strappa la medaglietta dal coilo e ci giocherella) Il piastrino per il Paradiso... dicono che in Paradiso non fanno entrare con la divisa... (Getta la medaglietta nel camino). LA MADRE: La gente come voi non ci va in Paradiso. (Pausa) Se quando esci, vai a San Piero ero e ci vuoi denunciare ai tuoi padroni puoi farlo, sai? IL SOLDATO: Io non faccio la spia. LA MADRE: Quelli come te fanno anche la spia. IL SOLDATO (forte): Io no. E me ne vado. Me ne frego della vostra minestra. Si alza per andarsene. In quel momento entra Clara con una scodella che posa sulla tavola. LA MADRE (come se non avesse udito le ultime parole del soldato): Dagli un tovagliolo. (La figlia prepara accuratamente la tavola). Mangia. (Alla figlia) Piglia il fiasco. Franco Fortini IL SOLDATO 4 Il soldato è rimasto interdetto. Guarda la minestra, il pane. La ragazza gli versa un bicchiere di vino. CLARA (cordiale): È buono, la riscalderà un poco. Poi quando avrà mangiato, le cambierò la fasciatura. Sono infermiera, sa? Non le farò male. Ma si metta a sedere. Chissà quanto ha camminato. Il soldato siede. LA MADRE (duramente a Clara): È uno dei loro. L’han ferito quelli della montagna e l’han preso prigioniero. IL SOLDATO (alla figlia che gli è in piedi vicina. Triste è ironico): Mi guarda, eh? Se restavo m’ammazzavano: LA MADRE (a Clara c.s.): È scappato e ora toma da loro. IL SOLDATO: Non ci tomo. CLARA: E dove andrà? LA MADRE: Lascialo mangiare. IL SOLDATO (alla figlia): Lei non beve? LA MADRE: ADRE: La mia figlia non beve mai. IL SOLDATO: Peccato. Clara si versa un po’ di vino in un bicchiere e ne beve. CLARA: E dove andrà? IL SOLDATO: Non lo so. Pausa. CLARA: A: È di Napoli, lei, vero? IL SOLDATO: Della Provincia. CLARA: Allora capisco. È molto tempo che non ha notizie della sua famiglia? LA MADRE: Non ha voglia glia di parlare, non lo vedi? IL SOLDATO: Ho fatto scrivere dal mìo capitano, a mano. Poi la divisione si è spostata. Un giorno non ne ho potuto pù. Sono scappato e sono andato a casa. Ci sono stato mezza giornata, e bombardavano sempre. Molte case erano spianate. Anche il campanile avevano preso. eso. Non c’era più nessuno. Casa mia era ancora in piedi, ma vuota. Mi han detto che ci han fatto battaglia, aglia, sul mio paese giorni fa. Pausa. CLARA: È stato in guerra lei? IL SOLDATO (ironico): In guerra... Tutti i fronti. E la Spagna. CLARA: Mio marito era in Africa. Carrista. L’han preso a Derna, a, durante la seconda ritirata. IL SOLDATO: Quanta se n’è vista, in quei carri, di gente, gente, che bruciava... LA MADRE (duramente): Ma perché ti sei messo con loro? loro? Non hai visto come vi facevan an fare la guerra? Non hai visto che vi mandavano quasi disarmati a farvi ammazzare? te la testa come chi non vuol pensare) pen . Ah (come ome chi intenzionalmente IL SOLDATO (scuote vuol cambiare discorso) È proprio buono questo vino. (Si alza e gira per la stanza, seguito dallo sguardo delle due donne). Ci state bene qui, no? Ci sono le comodità - la radio (prende dal caminetto una fotografia e porta burlescamente la mano alla fronte) “Signor tenente” (A Clara) È suo marito? LA MADRE: È mio figlio. Guido compare dall'alto della scala, affannato. Ha in testa un berretto basco, che si toglie subito. Porta una giacca a vento, bagnata di pioggia, un paio di stivali fangosi, calzoni di fustagno. Una sciarpa al collo, cinturone con rivoltella. Franco Fortini IL SOLDATO 5 GUIDO: Mamma Le due donne lo vedono: e gli si slanciano incontro, mentre egli scende precipitosamente la scala. Il soldato guarda immobile, vicino al camino. LA MADRE: Guido!... CLARA: Guido!... Si abbracciano. GUIDO (ansimando): Sì, va bene, mamma, va bene. Ho un’ora di tempo da passare con voi. Sono entrato dal muro del giardino. giardino In paese nessuno mi ha visto spero. (Si accorge dell’estraneo. A Clara) Chi è? LA MADRE (come ricordandosi improvvisamente, con un grido): Attento, Guido, Forse è armato. È uno no di loro. È entrato qui poco fa. Ha chiesto da mangiare, eravamo sole... ci spiano... CLARA: È ferito. GUIDO (estraendo la propria rivoltella): Ti avevano preso quelli del gruppo di Vemio. Vemio Vero? Giovedì? IL SOLDATO (calmo): Sì. Non abbiate paura: sono disarmato. GUIDO: Avvicinati. (Il soldato fa un passo avanti) Ti dovrei ammazzare come un cane, lo sai. Quando sei scappato? IL SOLDATO: Stanotte. GUIDO (c.s.): Fra un’ora riparto. Tu verrai con me. (Silenzio) Capito? (Silenzio) Le canaglie come te non debbono essere libere li di sporcare la vita degli altri. (Vedendo i resti sulla tavola, ironico) Ah... buon appetito... (Alle donne) Voi naturalmente, con la vostra pietà... LA MADRE: Anche tu, lassù, puoi aver bisogno di qualcuno che ti aiuti... Hai fame? Vuoi qualcosa? GUIDO: No mamma, grazie - Avete notizie dalla città? CLARA: Ieri sono arrivati dei rinforzi a San Piero. GUIDO: Non ci fanno paura: state tranquilli. (Alla sorella) E tu Clara, come va? CLARA: Bene, Guido. GUIDO: Mamma, ho bisogno di un cappotto, di un mantello, dei miei vecchi guanti di lana. I compagni cominciano ad aver freddo. LÀ MADRE: Ci penso io. Sale le scale ed esce. GUIDO: A che reparto appartieni? IL SOLDATO: Non è un reparto regolare. Sono delle compagnie miste. GUIDO: Dove vengono avviati i prigionieri? (Silenzio) Rispondi? IL SOLDATO; Io non faccio la spia. Me ne frego di voi e di loro. Ma non faccio la spia. GUIDO: Come vuoi. Ci penseranno i compagni, domani, domani, quando saremo tornati. IL SOLDATO: Lo so che mi volete ammazzare. Ma non me ne importa niente. Potevo essere morto cento volte a quest’ora. (Pausa) Ma mi spiace d’essere ammazzato dagli italiani. GUIDO: Ai tuoi non dispiace di ammazzare degli italiani con le mitragliatrici dei nemici. IL SOLDATO: Anche a Guadalajara, I rossi del battaglione Garibaldi ci tiravano addosso con i fucili francesi. GUIDO: Eri in Spagna? IL SOLDATO: Malaga. Quatro Caminos, Guadalajara, Temei... GUIDO: Volontario? IL.SOLDATO (ridendo): Volontario del gruppo ruppo rionale, lo sapete: una sera ci han chiamati quelli della mia classe, ci han chiusi dentro. C’era il fiduciario. Ci han fatto firmare. O firmare, o andare via dal paese. Io non volevo. Avevo la moglie incinta. “Ci Franco Fortini IL SOLDATO 6 penseremo noi a tua moglie” han detto: “stai tranquillo”. E così così ci hanno imbarcati a Napoli. GUIDO (pensieroso): E tua moglie dov’è? IL SOLD ATO: Da quattro anni non ne so più nulla. Lasciò il paese… Mi han detto che è a Roma, con un paesano, in un’osteria, credo. Ha ragione, d’altronde... Pausa. GUIDO: E sei tornato al paese? IL SOLDATO: A far cosa? Per guardare le capre, dovevo tornare? (Pausa) Da sette anni sono in grigioverde. rigioverde. Non mi ricordo più come si sta in borghese. Se penso a quando non ero soldato, mi vedo vedo ragazzo, alla fiera. Soldato: la gavetta e la pagnotta ci sono,, quasi sempre. Da fumare, l’ho sempre trovato. Qualche ragazza, ai buio, dietro le caserme, o fuori dell’accantonamento, dell’accantonamento, nei fossi... E ne ho visto di mondo: Mentone, Bengasi... A Còritza... Còritza.. GUIDO (sorpreso): Hai fatto la Grecia? IL SOLDATO: Tutto l’inverno. Ferito a quota 231. GUIDO: Con chi eri? IL SOLDATO: Settantatre fanteria. Divisione Barletta. GUIDO: Colonnello Rovio? IL SOLDATO: Sì lui. E morto in Russia, era una canaglia. Alla Alla fine di gennaio, ha mandato una compagnia mpagnia a farsi ammazzare sotto i mortai.• GUIDO: Eri col capitano Vercelli? IL SOLDATO: No, alla compagnia armi d’accompagnamento. Primo plotone. Capitano Magoni, tenente Ferruzzi.. GUIDO: Non mi riconosci? IL SOLDATO (incerto): Sì... GUIDO: Sottotenente Guido do Verri, seconda compagnia, V° IL SOLDATO: A quota 231, eravate sulla sinistra? GUIDO: Sì. Lunga pausa. Dall’alto della scala, voce della madre: “Clara, vien su un momento per favore... ” Clara si alza, accarezza la testa del fratello ed esce dicendo: Scusa, Guido. IL SOLDATO: Il tenente Verri. Ora mi ricordo, Una sera, a Bari, eravate di picchetto. Mi avete messo in prigione. Ero ubriaco: Però Però i nostri mortai andavano bene. GUIDO: Anche i loro purtroppo. Ferruzzi, ti ricordi? Ha perso la vista. In Africa. Era un bravo ragazzo. IL SOLDATO: In Africa era meglio. Ma quei mortai della quota di fronte. Vi ricordate che precisione? Figli di cani. La notte del 17 dicembre arrivò una staffetta della seconda compagnia, ferito, urlando di aprire il fuoco subito, subito, sulla sinistra. Abbiamo sparato per quasi due ore... avevamo munizioni allora... .GUIDO: Lo mandai io quella staffetta. IL SOLDATO: Quella la notte non passarono. E gli altoparlanti della propaganda, vi ricordate? GUIDO: Se mi ricordo... IL SOLDATO: E che fame... Mi parlavano di voi, quelli della seconda compagnia. Dicevano che eravate “giusto”, che eravate dalla parte dei soldati. Che una volta vo avete preso gli arresti di rigore, perché siete andato dal generale a denunziare il tenente della cucina che rubava sulle razioni. GUIDO: Dicevano questo di me, i soldati? IL SOLDATO: Si. Fossero stati tutti come voi dicevano. (Pausa) Ma ora non ci resta che andare e avanti, a patire, e morire in qualche modo. Non sappiamo fare altro, noi. . GUIDO (con ìmpeto): Ma perché? (Pausa) Perché sono morti tutti tu quei nostri Franco Fortini IL SOLDATO 7 compagni? Perché abbiamo biamo sofferto tanto? tanto Perché non abbiamo biamo voluto ragionare? Perché abbiamo iamo sopportato? sopportato Abbiamo tutti colpa, lo sai. Ma ora è diverso. Perché credi che noi siamo sui monti? IL SOLDATO: Non lo so. Bugie sono, bugie. GUIDO (c.s.): La libertà à non è una bugia. La speranza, il lavoro, una vita da uomini non sono bugie. IL SOLDATO (ridendo): La speranza... (Pausa) Io non so che cosa siano queste cose. Avevo il mio lavoro, avevo mia moglie. Non stavo bene, no, mia moglie era ammalata. Ma ero al mio paese. Da sette anni giro le caserme, non so lavorare, non so fare più nulla. In Spagna, Spagn in Africa, quel che si voleva, si pigliava. Cosa volete che mi Importi la libertà? La libertà lib non è per noialtri. È per i figlioli ioli dei padroni, come voi, per gli ufficiali, per quelli che hanno studiato, (Scende le scale la madre madr recando un mantello sui bracco: ascolta immobile). Per quelli che han da mangiare. Non per chi puzza di soldato. (Pausa) Ci han fatto ammazzare la gente come vitelli. In Montenegro ho visto le donne mitragliate con i bambini al petto, e le case bruciavano con la gente dentro, che urlava... Io voglio mangiare, bere, lavorare... e stare in pace. E voi volete ancora la guerra, la libertà, la vita da uomini. Anche il prete diceva così, anche il fiduciario, anche il Colonnello che in Albania rivendeva il cognac dei soldati, s e un giorno rno mi ha preso a calci ci perché gli ho detto che avevamo fame. Chi me la rende la casa al mio paese? Chi me la rende mia moglie? E tutti quelli che sono morti assassinati da voi, la vostra speranza me li resuscita? La libertà, “signor Tenente”? LA MADRE, (i due non si erano accorti di lei): Ma tutte le cose che hai perse, non te le renderanno neppure loro, quelli che ti sfamano perché tu spari su chi vuol essere libero. GUIDO: Non parlare, per favore, mamma. IL SOLDATO: Io non lo so, che cosa co sia l’Italia, di cui voi parlate. ate. Io conosco il mio paese. (A sé stesso, nel ricordo) Le sere della domenica, quando si ballava con le ragazze. E gli zampognari, per Natale, che venivano dalla dalla montagna, e la statua di San Rocco, nella Chiesa, coi lumi. E poi conosco... (Con disperazione) Ma ormai è inutile! Io volevo essere fedele, questo sì: essere fedele, e aspettare. GUIDO: Che cosa? IL SOLDATO (la voce più leggera, più chiara, come di chi veda una strada, e si prepari a seguirla). Oh, non so parlare come voi. Non so spiegarmi. Per avere qualcosa bisogna essere fedeli. Non so spiegarlo. Ma anche mio padre e mia madre sapevano che cosa voleva dire. Anche quando le cose andavano male, anche quando non c’era nulla da mangiare. Quando la mia mamma vecchia non ci vedeva ved più, e bisognava accompagnarla. gnarla. Quando mio padre ritornò dall’altra guerra con una u mano secca. Dire, “Buonasera” a chi entra, e farlo sedere, dare da mangiare, ed essere come in famiglia. (Con una speranza improvvisa) E quando ero ragazzo, agazzo, aspettavo che un giorno,, tutti sarebbero stati così. (Curvandosi sul tavolo) Come questa sera, quando vostra sorella mi ha versato il vino. Che San Rocco ve la conservi sempre, vostra sorella. Pausa: durante quest'ultime quest'ul battute il soldato ha preso sulla tavola la rivoltella che Guido vi ha posato: e la stringe nella destra. È carica? GUIDO: Sì. LA MADRE (un grido): Guido! È fra i due.. Guido si alza. Egli Egl e la madre fissano il soldato che si alza anch’egli, sempre con la rivoltella lla nella destra. I tre si fissano. Lungo silenzio. Franco Fortini IL SOLDATO 8 IL SOLDATO: Queste vecchie pistole d’ordinanza... d’ordinanza.. (Lascia cadere, con intenzione, la pistola sulla tavola. La tensione si risolve, la madre, lentamente, lascia ia Guido e si ritira sul fondo) Ahi... (Si stringe il braccio ferito). GUIDO: Ti fa male il braccio? IL SOLDATO: Si. GUIDO: Fai vedere. Si avvicina e toccando il braccio del soldato, quasi q lo abbraccia. ia. I due si fissano. Il soldato torce la: testa, si svincola. Poi Poi violentemente, con un crescendo intenso, fino al grido. IL SOLDATO: No. È inutile. Per me è inutile. Me ne frego del vostro disprezzo e della de vostra pietà. Ah, per tutto il male che s’è fatto, tutti dobbiamo pagare. Ma sì, ammazzatemi. Tanto vi prenderanno, prend vi impiccheranno tutti. Sono in troppi, sono armati, ci sono o trecento uomini uo a San Piero; cinquanta sotto Vernio, Ve duecento alla Pietraia. Ah, tutti, tutti vi fucileranno. fucileranno. Hanno un pezzo da 47, e i lanciafiamme e domani alle tre... È interrotto dalle le grida di Clara che compare, stravolta, dall'alto della scala. CLARA: Guido... Guido... Vengono... Ven Li ho visti... Vengono! GUIDO: Dove sono? CLARA: Sullo stradone. Han fermato un camion. Girano sulla viottola, per circondare circo la casa. Presto... GUIDO: Si può passare dalla stalla? LA MADRE: No di qua, dall’altra parte. Vai, vai, figliolo! GUIDO: Addio, mamma. Addio, Clara. Coraggio. (le abbraccia - al soldato) Addio. Salvati. Gli dà la mano. Esce correndo da sinistra. Una pausa lunga. Passi d’uomini che si avvicinano. La porta è percossa da calci di fucili. Una, na, due voci gridano: APRITE Clara apre la porta. Entrano nella stanza cinque armati. Tutti tengono i mitra imbracciati, o le rivoltelle in pugno. IL CAPO (gridando agli uomini): Tu di là, tu di sopra, con lui, presto... Cercatelo dappertutto, in solaio, in cantina, presto,. presto perdìo... (alle donne) Dov’è? CLARA: Non c’è nessuno. IL CAPO (al soldato): E tu chi sei? (uno no degli uomini si: avvicina: lo fruga per vedere se ha armi). IL L SOLDATO: Son della 2a 2 centuria. Mi chiamo Basile, sono stato ferito giovedì scorso... IL CAPO: Che cosa fai qui? IL SOLDATO: Mi avevan fatto atto prigioniero. Sono scappato. LA MADRE: È entrato qui poco fa ed ha chiesto da mangiare. IL CAPO (alla madre): Nessuno vi ha chiesto nulla. Uno o degli uomini scende la scala. UOMO: Nulla. L CAPO: Cerca ancora, per la Madonna ... Due ue uomini entrano da destra. UOMINI: Nulla. UOMO: Nulla, non c’è nessuno. Il capo si versa un bicchiere di vino e lo beve. IL L CAPO: Qui c’era il tenente Verri. Verr Dov’è andato? (silenzio) Era qui. È stato veduto stanotte in paese. (silenzio) Tu sei stato con loro. Adesso ci potrai dire dove do sono, quanti sono e domani sera se li faremo ballare in piazza. Parla (silenzio) Non hai nulla da dire? Sei muto? ? Bada: sei qui, nella casa di lui, di uno di quei traditori tradit che ci Franco Fortini IL SOLDATO 9 assassinano. Dove sono? sono (silenzio) Parla, idiota, (silenzio: io: Il capo si alza, accende una sigaretta) Lo sai che cosa vuol dire non parlare? Vuol dire che anche tu sei un traditore. itore. Vuol dire che tu sei qui al loro servizio, per servire i banditi, i comunisti, i nemici. Tu sai chi sono, vero? Sai che non scherzo ... (silenzio) Tu sei stato, un soldato ldato coraggioso. Hai servito valorosamente mente la nostra causa. Vogliamo sapere tutto o quello che sai di loro, e li schiacceremo. s iacceremo. Ho pazientato abbastanza, (silenzio) Parla, perdio, parla... Lo frusta sulla faccia, una, due volte Ti do due minuti di tempo per riflettere. Due minuti di orologio. Egli lascia effettivamente trascorrere trasc i due minuti, nei quali scandisce le poche parole che seguono. Tu avrai una madre; una moglie, una famiglia. Sei giovane. Silenzio. Le due donne si sono ritirate in un angolo. La madre è seduta, la figlia in piedi. Dapprima rima lento, poi più forte, nel silenzio, si sentono le litanie anie della Madonna che la madre pronuncia a cui risponde la figlia. LE DONNE: Santa Maria Mater Dei, D ora pro nobis. Santa Maria Mater Misericordiae, ora pro nobis, Stella Maris, ora pro nobis, Aevocata Nostra, ora pro nobis. II soldato ha trovato una sigaretta sig sul tavolo, e fa per accenderla. derla. Ma il fiammifero non si accende e rimette ette la sigaretta sul tavolo! A sentire il mormorio della preghiera si volge con una rapida occhiata alle donne. Clara Clara lo guarda. Il capo fissa l’orologio. l’orologio Poi, in un impeto, urlando, ndo, ai suoi uomini atterriti. IL CAPO: Via!... Via!.. Vial... Portatela via... E fate presto!... Fate presto!... . Due uomini afferrano il soldato soldat e lo trascinano via. La porta rimane schiusa. Il capo si avvicina e guarda fuori nel buio. Una voce, da fuori urla “I FARI. ACCENDETE I FARI”. Fate presto!... Clara cade in ginocchio nascondendo la testa in grembo alla madre, che ch prega col rosario fra le dita. Un faro si accende fuori dalla porta e il fascio di luce cruda illumina la figura del capo. Si ode - . distinto il rumore degli otturatori che si chiudono. Gli spari. (alle donne) E così sarà di tutti i traditori. A un’altra volta. Esce, ed escono con lui i due armati, lasciando la porta aperta. Si ode un rumore rumo di motore di camion che si mette in moto, il faro ruota. Fragore di un’auto che si allontana. LE DONNE: Sanctus Raphael Arcangelus, Arcangelus, ora pro nobis. Virgo Clarissima, ora pro nobis. Regina Virginum, ora pro nobis. Regina Marirum, ora pro nobis. SIPARIO