Europensionati
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EP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/04 nr. 46) - Art. 1 Comma 2 - D.C.B. ROMA Europensionati Anno XI - n. 26 - Aprile 2011 - Rivista ufficiale della Federazione Italiana Pensionati CISAL Direttore Responsabile Nicola Maria Cavallaro SOMMARIO Direttore Responsabile Nicola Maria Cavallaro Direttore Editoriale Luigi Spagnuolo Comitato di redazione: Capo Redattore Antonio Papa Segretario di Redazione Concetto Iannello Redattore Giuseppe Sarlo Redazione 00192 Roma - Via Torino, 95 Tel. 06.3210497 Fax 06.3211005 Sito internet: www.cisal.org [email protected] Autorizzazione del Tribunale n. 206/2000 Impaginazione: E-graf - Roma Stampa: La Fenice Grafica Srl Pomezia Roma Editoriale pag. 4 Il fallimento della perequazione automatica di Nicola Maria Cavallaro pag. 18 Requisiti redditi per prestazioni previdenziali a cura della redazione pag. 7 Intervista al Segretario Generale Cisal di Arnaldo Bello pag. 20 Contributi 2011 Colf e badanti a cura della redazione pag. 10 Federalismo Municipale di Luigi Spagnuolo pag. 12 Vivere in affitto in una grande città di Antonio Papa pag. 14 Rilanciamo le infrastrutture di Nicola Maria Cavallaro pag. 21 Come cambiano le pensioni a cura della redazione pag. 23 Dichiarazione di responsabilità di Mario Miele pag. 24 Occupazione femminile a cura della redazione pag. 25 Livelli essenziali di assistenza di Antonio Papa pag. 16 Auguro occhi sempre nuovi di Marilena De Sole pag. 27 Malasanità al Sud di Giuseppe Sarlo pag. 17 Presentazione mod. 730/2011 di Concetto Iannello pag. 30 150° anniversario Unità d’Italia a cura della redazione Editoriale di Nicola Maria Cavallaro Il fallimento della perequazione automatica delle pensioni Con l’intuito del sindacalista libero, avevamo previsto l’inefficacia del sistema predetto di fronte a un repentino rialzo dei prezzi e il surriscaldamento dell’indice inflattivo, che ha raggiunto il 2,4%, principalmente per effetto del rialzo dei prezzi energetici, originato dalla crisi Libica. 4 Al momento che scrivo, non sappiamo se l’aumento dei prezzi del greggio abbia raggiunto il top, ovvero se possa decrescere in relazione allo sviluppo degli eventi in quel Paese. La perequazione automatica, a valere dall’1-1-2011, è avvenuta sulla base di un aumento del costo della vita valutato dall’Istat all’1,4%, praticamente un punto in meno rispetto al valore attuale. Questa situazione, aggrava ancor più i problemi dei pensionati italiani, in particolar modo quelli con trattamenti al minimo, costretti a percepire per l’intero 2011 un aumento perequativo dell’1,4% quando gli indicatori riferiscono che siamo al 2,4%, con in più una previsione generalmente pessimistica. Si obietterà che scatterà un “conguaglio“, ma dall’1-12012: “che faremo fino a quella data?“. Di fronte ad una simile situazione, s’impone un rapido e deciso intervento del Euro Pensionati n. 26 - Aprile 2011 Governo, che la Federazione Pensionati Cisal formalmente richiede: “qualsiasi ulteriore ritardo sarebbe letale ed ingiustificabile”. Certamente ci sentiremo rispondere che “non esiste la disponibilità finanziaria“, che qualsiasi intervento “costerebbe troppo” stante il gran numero dei pensionati con trattamenti al minimo, che contestualmente scatterebbe un “processo emulativo“ per altre situa- zioni di disagio. E’ in queste circostanze che deve emergere il valore della politica, ovvero saper decidere e scegliere le priorità in un contesto di molteplici esigenze sociali, costruendo una “corsia preferenziale” per una problematica valutata primaria, con l’elargizione di una misura economica di sostegno concreto ai pensionati al minimo, tantissimi concittadini costretti a vivere con pensioni del- GIOTTO “la Resurrezione” Cappella degli Scrovegni (Padova) Il Segretario Generale della Federazione Pensionati Cisal e il Comitato di Redazione augurano Buona Pasqua ai soci, ai lettori ed ai loro familiari. 5 l’ordine di 400/500 Euro mensili. La legge cd. “milleproroghe” ha ripristinato la SOCIAL CARD, affidandone la gestione a non meglio precisati “Enti caritatevoli“: non basta! Noi della Federazione Pensionati Cisal proponiamo che in attesa di una riforma più organica di questo settore, con l’introduzione dell’aggancio delle pensioni alla dinamica salariale dei lavoratori in servizio, la Social Card - con importo da aumentare di 70 Euro bimestrali – sia assegnata ad ogni pensionato o lavoratore a basso reddito, con gestione affidata ai Comuni, con elenchi ed oneri finanziari in capo all’INPS e procedure di assegnazione del beneficio sollecite e sburocratizzate, per assicurarne il più agevole e largo godimento. Noi siamo certi che una siffatta operazione riesca a catturare il consenso degli altri lavoratori e pensionati, che pur necessitati per altre sacrosante motivazioni, ben volentieri sarebbero disposti a “segnare il passo” per favorire e superare le necessità 6 di concittadini in situazioni ben più precarie delle proprie. Queste maturità, questi solidarismi hanno cittadinanza nel nostro Paese, basta saperle stimolare con una sana e giusta politica, che sappia toccare “le corde del cuore” e farle vibrare per una civica e sana solidarietà intercategoriale. I 150 anni dell’Unità Nazionale non si festeggiano solo con manifestazioni, parate militari, concerti, etc., cerchiamo anche di ricordare che esiste un patriottismo sociale che vuole essere sollecitato per presentarsi anch’esso al proscenio. Non diciamo subito NO, non rinchiudiamoci in noi stessi, non trinceriamoci nelle incertezze e nei dubbi, almeno proviamoci per stare in pace con la nostra coscienza! di Arnaldo Bello Intervista a Francesco Cavallaro Segretario generale della CISAL D. Segretario, i tragici avvenimenti internazionali in Giappone e nel Nord Africa distolgono l’attenzione dai fatti di casa nostra. Vuole parlarne? R. Il corso della politica interna continua ormai da troppo tempo ad essere caratterizzato da feroci polemiche e scontri partitici e istituzionali da paese sudamericano. Ciò avviene malgrado le ripetute esortazioni del Presidente Napolitano a trovare intese per avviare riforme e assumere provvedimenti utili alla comunità. Ormai è palpabile tra gli italiani la granitica consapevolezza che il Paese così come è attrezzato istituzionalmente non può più reggere alle esigenze dei tempi. Dalla vergognosa lentezza del sistema giudiziario all’abnorme presenza di personale politico che brucia ingenti risorse, dai tanti enti inutili, pervicacemente in attività da decenni, alle ingombranti Provincie ed altro ancora, viene l’invocazione di un cambiamento che deve avvenire in tempi brevissimi per restare in sintonia con il mondo avanzato e liberare risorse per rafforzare le protezioni sociali e finanziare lo sviluppo. D. Quale ruolo può esercitare il Sindacato in questa impresa rinnovatrice da Lei invocata? R. Il ruolo storico ed istituzionale del Sindacato Con- federale è quello di tutelare e promuovere, oltre gli interessi dei lavoratori e dei pensionati, anche il bene complessivo della comunità. Ritengo che il modo migliore per svolgere questi compiti, in una società complessa come la nostra, sia quello di guardare alle grandi trasformazioni politiche, sociali e, soprattutto, economiche con assoluto pragmatismo, disponibili al dialogo e al confronto con le controparti, liberi da incrostazioni ideo7 Euro Pensionati n. 26 - Aprile 2011 logiche che storicamente hanno sempre favorito, direttamente o indirettamente, il gioco degli sfruttatori e degli speculatori della grande finanza di carta internazionale, come è avvenuto nella crisi globale dei nostri giorni. Voglio poi aggiungere che operando, mossi da idee o tornaconti essenzialmente politici, certe organizzazioni sindacali hanno portato i nostri lavoratori a percepire le retribuzioni più umilianti dell’Ue. D. In questo suo sfogo, c’entra la vicenda della Fiat? R. In parte, si. La crisi della Fiat non si è generata a causa della crisi finanziaria mondiale. E’ noto che veniva da lontano per politiche produttive e di gestione sbagliate. La crisi finanziaria negli Stati Uniti ha creato le condizioni per far nascere la nuova Azienda, socia privilegiata della Chrysler che le consente di diventare leader di un colosso dell’auto. Questo ha determinato il cambio delle sue strategie industriali e di investimenti in Italia con le conseguenze che tutti conosciamo. Ora, dopo gli accordi di Pomi8 gliano e Mirafiori, ci aspettiamo che gli impegni vengano mantenuti. D. Gli accordi Fiat influiranno sui nostri assetti contrattuali? R. Il contratto nazionale continuerà ad esistere e il modello contrattuale Fiat non sarà applicato in altre situazioni. A crescere dovranno essere la forme contrattuali aziendale e territoriale come primo passo verso forme di partecipazione dei lavoratori ai frutti e al destino dell’impresa. D. Molti ritengono che L’Europa sia più un severo gendarme dei bilanci pub- blici che una grande occasione di progresso e stabilità politica. È così? R. Purtroppo è così. Forse per scarsa informazione. Io penso che l’Europa sia una grande realtà destinata a traguardi certamente positivi per tutti noi e il resto del mondo. Però non deve restare per troppo tempo soltanto un’espressione prevalentemente monetaria e normativa con una burocrazia elefantiaca e, alcune volte, sorda con i più piccoli. Gli ultimi scossoni nel mondo arabo ed in particolare nel Nord Africa fanno emergere la necessità di una più solida unità dell’Europa in modo da poter esprimere una po- litica estera e di sviluppo più incisiva e di largo respiro. D. Tornando ai fatti interni. Come vede la condizione dei nostri anziani? R. Riferita al loro sostentamento non sono affatto soddisfatto delle loro pensioni. Di fronte all’impennata inflazionistica, ora al 2,4% l’aumento perequativo dell’1,4% non va affatto bene. In particolare quelli al trattamento al minimo subiscono un danno che deve essere evitato prevedendo il reintegro totale e in tempi utili dell’inflazione reale. Rinnovo poi al Governo ed in particolar modo alle Regioni, la richiesta di dare impulso alla realizzazione di forme di assistenza idonee per la popolazione anziana, in continuo aumento, come possono essere le Residenze sanitarie assistite già sperimentate con successo nei paesi europei più avanzati e, oserei dire, più civili. R. Il Piano per il Sud recentemente annunciato dal Governo e discusso con le parti sociali, prevede alcune cose assolutamente condivisibili. In modo particolare mi riferisco alla decisione di concentrare le risorse disponibili su obiettivi infrastrutturali essenziali e sistemici per tutta l’area Meridionale. Senza una solida e diffusa rete infrastrutturale dei trasporti e dei servizi in genere non si potrà mai costruire un solido sviluppo. Inoltre, nel Mezzogiorno esiste il problema secolare del dissesto idrogeologico che occorre affrontare con me- todo e determinazione. Per quanto attiene lo sviluppo economico sin da subito si dovrebbe incentivare la crescita delle attività imprenditoriali già operanti e con bilanci in ordine. Le piccole aziende commerciali e manifatturiere del Sud se coinvolte in una seria strategia di crescita possono portare a risultati altamente positivi. D. E la Banca del Sud di Tremonti? R. E’ un’ottima iniziativa per far restare i risparmi a concimare l’economia locale a condizione che i tassi siano convenienti. D. Nelle celebrazioni per l’Unità d’Italia il tema forte più volte richiamato è quello del riequilibrio economico e sociale. Siamo sulla strada giusta verso questo obiettivo? 9 Euro Pensionati n. 26 - Aprile 2011 Federalismo Municipale: le prime impressioni Dopo il travagliato iter, il cd. “Federalismo Municipale”, in data 3 marzo u.s. ha avuto il placet definitivo del Parlamento con il voto di fiducia posto dal Governo alla Camera. Quanto prima arriverà sulla scrivania del Capo dello Stato, per la firma e la successiva emanazione. Poi seguiranno molti provvedimenti attuativi necessari al nuovo “fisco municipale” per entrare a regime. Il più atteso è quello dell’Agenzia delle Entrate che, entro 90 giorni, dovrà regolamentare la modalità dell’esercizio della opzione “cedolare secca sugli affitti” fissan10 do anche gli indirizzi per il versamento degli acconti e del saldo. La “cedolare secca” sugli affitti opererà sui redditi di locazione, per immobili ad uso abitativo, dal 1 gennaio 2011. E’ previsto un prelievo fisso del 21% (19% per i canoni agevolati). Coloro che sono titolari di trattamenti di miglior favore in ragione del basso reddito posseduto, potranno mantenerli. Cer- di Luigi Spagnuolo chiamo di temporizzare i vari provvedimenti approvati dal Parlamento: • lo sblocco delle addizionali IRPEF (max +0,2 anno per i Comuni ora sotto lo 0,4) potrà essere retroattivo, e valere sui redditi 2010, se annunciato su internet entro il 31 marzo; • è prevista una tassa di scopo e di soggiorno, con regolamento da emanare entro 60 gg., che capoluoghi e centri turistici potranno richiedere, comunque, fino a 5 euro. Per la tassa di scopo (opere pubbliche locali) si emanerà un decreto entro il 31.10.2011; • per il periodo 2011/2013 alle Entrate dei Comuni vanno l’IRPEF Fondiaria, imposta di bollo e registro sulle locazioni, il 30% del gettito sui trasferimenti immobiliari, parte della cedolare secca e com- partecipazione all’IVA; • la Riforma andrà a regime nel 2014, quindi tra tre anni andrà via l’ICI sulle seconde case; arriva l’IMU (Imposta Municipale Unica) con aliquota a 7,6 per mille. L’IMU secondaria sostituirà, tra l’altro, la tassa per l’occupazione dei suoli pubblici. Questo valzer di tasse vecchie e nuove, dello scambio tra quelle locali e centrali, secondo la legge quadro del Federalismo Fiscale dovrà obbedire alla seguente regola: “tutte queste novità, nel loro insieme, non potranno superare l’attuale gravame fiscale sui cittadini”. Allora, il lettore s’interrogherà sulla finalità di que- sta novità: “a chi serve, occorreva?” Noi chiediamo il rispetto del “trittico”: “pago, vedo, voto”, ossia la lealtà contributiva del cittadino, poter toccare con mano l’impiego che si è fatto dei suoi soldi, quindi possibilità di esprimere il proprio voto con cognizione di causa. Premiare chi ha ben speso i soldi pubblici raccolti in loco, bocciando chi ha disamministrato. Quindi, non una decisione alla cieca, dettata da fattori di appartenenza partitico/politica, ma una scelta ragionata maturata giorno dopo giorno. 11 Euro Pensionati n. 26 - Aprile 2011 Vivere in affitto in una grande città: “è il problema dei problemi” Il titolo di questo articolo ha la presunzione di attirare, per l’ennesima volta, l’attenzione su una problematica, la più difficile, quella che turba i sonni e la tranquillità di milioni di concittadini e di innumerevoli nuclei familiari. Per entrare sollecitamente nel cuore del problema, invito i lettori a valutare con equilibrio l’abisso di condizione sociale che si determina tra due lavoratori di una medesima azienda, con pari qualifica e retribuzione, con il primo che abita in un piccolo centro, in casa di proprietà, non allocata in un contesto condominiale ma isolata, 12 ed il secondo residente in una grande città, con la casa di abitazione in affitto e in condominio. Queste due diverse situazioni di vita quotidiana fanno saltare gli eguali meriti, le medesime professionalità e le identiche retribuzioni dei due lavoratori citati ad esempio, determinando un diverso tenore di vita: uno modesto ma di Antonio Papa tranquillo, l’altro di assoluta insicurezza e molto vicino alla povertà. Ciò non è giusto, altera un principio costituzionale! Ed è per questi motivi che la situazione citata ad esempio deve essere al più presto equilibrata e sanata. Sono due gli articoli della nostra legge madre che devono trovare applicazione, uscendo dallo sterile nozionismo, per approdare nella civile e pratica attualità dei nostri tempi. Mi riferisco agli articoli: 36. ”il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro ed in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa...”e all’articolo 47. ”...la Repubblica favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione…”. L’esempio anzidetto, può coinvolgere anche due ipotetici lavoratori di una stessa azienda, di eguali mansioni, uno dei quali però usufruisce di alloggio di servizio, con affitto e utenze a basso costo, quando poi non viene concesso anche il riscatto, in proprietà, dell’alloggio perpetuando le disuguaglianze ed i privilegi anche al momento della quiescenza. Sono situazioni che non possono essere più tollerate, che non hanno, e che non dovrebbero avere, cittadinanza nel campo della giustizia sociale. Belle parole, condivisibili appieno, penserà il lettore, occorre a questo punto esplicitare proposte e rimedi. Diciamo a questo lettore che la Federazione Pensionati della Cisal, da tempo, ha richiesto ai vari Governi, che si sono sin qui succeduti, il varo di un grande “Piano di edilizia pubblica-residenziale”, con alloggi da concedere in affitto o in proprietà, con pigioni e mutui accessibili ai lavoratori e pensionati, anche di più bassa qualifica, con ratei mensili che non dovrebbero superare 1/3 dello stipendio o della pensione, attuando il concetto pratico ”che quanto non possibile corrispondere in contanti, va corrisposto in servizi sociali”. L’edilizia pubblica ad ini- ziativa della Regioni, Province, Comuni, alleggerita dagli enormi costi dei suoli edificabili, può attuare i concetti suddetti, come le tante esperienze della ricostruzione post-bellica hanno insegnato e fatto testo. Il “Piano casa” e la legge che prevede la ”costruzione di 100 mila alloggi pubblici per lavoratori, pensionati e giovani coppie”, vanno tirate fuori dalle pastoie burocratiche nelle quali languono. Così come per altre situazioni, vedasi ad esempio la Sanità, vanno denunciate e perseguite le inettitudini e le insufficienze di taluni pubblici Amministratori e, ricorrendone gli estremi, si giunga anche al Commissariamento. Se vi sono gli strumenti giuridici che possono permettere a migliaia di lavoratori e pensionati di venir fuori da situazioni di estremo disagio sociale, si attivino! Chi lo farà, troverà la Federazione Pensionati Cisal al suo fianco. 13 Euro Pensionati n. 26 - Aprile 2011 Rilanciamo le infrastrutture L’Italia, in sintesi, si trova al centro di grandi e crescenti flussi fisici di merci. Si potrebbe essere tentati di ritenere questo un fatto secondario infatti, si argomenta spesso, che le attività a maggiore valore aggiunto sono i servizi e le componenti “soft” dell’economia e che, quindi, la presenza di rilevanti flussi di merci appare un elemento di degrado ambientale, di disturbo, che impedisce anziché favorire, lo sviluppo di attività a elevato valore aggiunto. Le esperienze degli operatori e gli studi sviluppati smentiscono nettamente queste ipotesi: i sistemi “regionali” più forti sono caratterizzati da grandi dimensioni e da elevata accessibilità passeggeri e merci, soprattutto di lunga e lunghissima distanza. Le relazioni di trasporto costituiscono il presupposto necessario per sviluppare relazioni culturali, rapporti di scambio e alleanze politiche. La globalizzazione richiede 14 al nostro Paese di disporre di una accessibilità su scala planetaria e per questo è essenziale che esso si doti, rapidamente, di quelle infrastrutture che consentono l’arrivo e il transito di grandi flussi di passeggeri e merci, non dimenticando che è in gioco la collocazione dell’Italia nella competizione mondiale, oggi più che mai aperta. Le principali linee per il rilancio delle infrastrutture sono: 1. consolidare il percorso fatto fin qui, senza cedere alla tentazione di ripartire da capo: siamo, infatti, di fronte alla necessità di dare seguito ad un processo nel quale importanti passi sono stati già compiuti con la “Merloni ter” e la “legge obiettivo” di Nicola Maria Cavallaro che ha ridisegnato le procedure di approvazione e finanziamento delle grandi opere. 2. Contenere la spesa pubblica per sostenere gli investimenti: una seconda linea, complessiva ed impegnativa, richiede di operare un significativo contenimento della spesa corrente improduttiva al fine di liberare risorse per gli investimenti. Occorre avere una grande attenzione a questo fronte, in quanto è presente una forte e giustificata richiesta di riduzione del carico fiscale: se non si riesce a ridurre la spesa corrente, è probabile che, come nel passato, si finisca per tagliare la spesa in conto capitale, fermando gli investimenti. 3. La scarsità delle risorse pubbliche disponibili per sostenere lo sviluppo infrastrutturale deve far porre la massima attenzione alle altre fonti di finanziamento e in maniera particolare ai Fondi Comunitari che in misura ancora significativa sono disponibili per gli investimenti inerenti le infrastrutture di trasporto, il Contributo Comunitario a valere sui fondi strutturali destinati alle Regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, per il periodo 2007/2013 all’interno di ciascuno dei Programmi operativi Regionali FESR, è di circa 240 milioni di euro per la Calabria, 600 per la Campania, 525 per la Puglia e 720 per la Sicilia. 4. Occorre contribuire all’affermazione di una visione di sistema, coniugando l’ampiezza del campo di osservazione, che abbraccia tutto il territorio nazionale, con la capacità di cogliere anche il dettaglio locale, per favorire il maturare di una visione d’insieme capace di superare i localismi. In questa ottica, in tempi molto più ridotti degli attuali, potremo evitare la corsa ad ostacolo dei cantieri eterni della Salerno-Reggio Calabria ed attraversare in pochi minuti, a bordo della nostra auto, quello stupendo lembo di mare che separa la Calabria dalla Sicilia affermando il definitivo rilancio socio-economico di queste due Regioni. L’unità del Paese si concretizza anche con la continuità delle infrastrutture e non con le interruzioni e i frazionamenti delle stesse. 15 di Marilena De Sole Auguro occhi sempre nuovi Vorrei iniziare questo articolo raccontando un'esperienza vissuta in ospedale; in particolare si tratta della vicenda di una donna che per comodità chiamerò d'ora in poi A. A. aveva un padre ricoverato a causa di un brutto male ai polmoni. Nel mentre che questo padre era ricoverato, la mamma di A., a seguito di una brutta caduta si rompe il femore, viene operata, si verificano delle complicazioni post-operatorie e poco dopo muore. A. alla luce di questi avvenimenti così sconvolgenti e dolorosi decide impulsivamente di nascondere al proprio padre la verità, e, dal momento che lui ogni giorno chiedeva della moglie, A. decide di raccontare che la mamma era ricoverata anche lei perchè si era fratturata una gamba ma che stava bene. A. arriva da me portando un dolore molto forte e un peso più grande ancora: come dire a papà la verità? Senso di colpa, paura di far male, istinto umano a voler proteggere le persone care dai dolori e dalla vita. Parlando con lei viene fuori questa domanda: ma si può proteggere qualcuno dalla vita? La vita è un diritto/dovere che ci appartiene e ci spetta. A. era venuta chiedendomi di aiutarla a trovare un modo per poter uscire da quell'incubo di bugia e finzione; come comunicare in una maniera “dolce” la terribile verità? Dopo riflessioni, sfoghi, dolore si presenta chiara l'unica strada 16 percorribile: semplicemente confessare tutto, dire tutto, piangere fino al fondo del proprio respiro, fare un salto nel vuoto senza aspettarsi nulla, senza pensare. Decisione presa, bene. Ma poi arriva il terribile momento di passare dal dire al fare. Io sono stata testimone, e vivo questo come privilegio, di questo importante incontro tra padre e figlia; le resistenze erano tante e le paure fortissime ma alla fine A. con grande coraggio dice tutto come quando fa male la pancia per qualcosa digerito male e alla fine si vomita tutto. Miracolo: i fantasmi svaniscono, le illusioni si diradano, i pesi si disciolgono di fronte alla potenza della verità; padre e figlia si abbracciano in un incontro nuovo, in una conoscenza nuova ed il dolore immaginato si presenta nudo per come è, meno terribile, più accettabile. In questo caso ho visto due persone vivere un dolore nel sapore dolce-amaro di un abbraccio diverso, più intenso, più forte, cuore a cuore: due persone che non si preoccupano più di sapere cosa succederà domani dando unicamente importanza all'unica cosa veramente reale: cosa succede ora. Vi auguro di avere sempre occhi nuovi. Questo è un augurio che dedico a chi pensa di aver capito già, a chi sente che non vi è via di uscita, a chi pensa che sia tutto qui, a chi soffre e non ha più spe- ranza, a chi si sente in trappola, a chi ha un parere in proposito, a chi ha un programma per tutto, a chi vuole sapere a tutti i costi cosa succederà domani, a tutti insomma e soprattutto un augurio anche per me. Mi chiedo cosa sia che fa chiudere gli occhi e la prima cosa che mi viene in mente è la paura. Di cosa abbiamo paura? Abbiamo paura di morire, abbiamo paura di essere soli, abbiamo paura di non essere amati, abbiamo paura di non essere all'altezza, abbiamo paura di essere diversi, abbiamo paura di essere i soli, abbiamo paura di essere sfortunati, abbiamo paura di non farcela. Non aver paura non significa non provarla, negarla, allontanarla; tutto il contrario! Significa viverla, affontarla ed accettarla. Tutti hanno paura ma solo in pochi sanno vederla senza agirla dandosi la possibilità di scegliere e di imparare. La libertà significa essere capaci di aprire gli occhi e guardare le cose per quelle che sono momento per momento senza anticipare ciò che sarà lasciando posto solo ed interamente a ciò che è. Il tempo non esiste, esiste solo il momento presente ricco delle esperienze passate e delle speranze future, ma l'esperienza più vera è quella che viviamo ora, ora ed ora, senza rimandare a domani con la speranza che sia migliore perchè questo domani tanto immaginato aspettato pensato rischia di non arrivare mai. di Concetto Iannello Presentazione mod. 730/2011 Il modello CUD per la presentazione del 730/2011 e il mod. reddituale per evitare la sospensione della pensione. In questi giorni lavoratori e pensionati stanno ricevendo dai datori di lavoro e dagli enti pensionistici il modello CUD 2011, cioè la certificazione dei redditi percepiti nell’anno 2011. La consegna del modello CUD segnala l’inizio del periodo utile alla presentazione della dichiarazione dei redditi – o meglio – del modello 730. E’ opportuno evidenziare che le categorie di lavoratori che possono utilizzare il Mod. 730 sono: • pensionati o lavoratori dipendenti; • persone che percepiscono indennità sostitutive di reddito di lavoro dipendente (es. integrazioni salariali, indennità di mobilità); • persone impegnate in lavori socialmente utili; • lavoratori con contratto di lavoro a tempo determinato per un periodo inferiore all’anno. I Lavoratori e pensionati possono rivolgersi o al sostituto d’imposta (datore di lavoro, Ente pensionistico, ecc.), ovvero ad un CAF- CISAL. I pensionati (invalidità civile, assegno sociale ecc.) che non presentano il modello 730/Unico e per coloro che posseggono alcune tipologie reddituali (ad esempio redditi esenti, redditi derivanti da rendite per infortuni all'estero, redditi provenienti da BOT o CCT), la comunicazione agli Enti è obbligatoria e deve avvenire attraverso la presentazione del modello reddituale. Le conseguenze per tutti i redditi non dichiarati al fisco, che siano rilevanti per il diritto e la misura delle prestazioni legate al reddito saranno che: - L’ente procederà alla sospensione del pagamento della prestazione legata al - - reddito nel corso dell’anno successivo a quello in cui la comunicazione doveva essere trasmessa; Se entro 60 giorni dalla sospensione non sarà pervenuta la comunicazione reddituale richiesta, l’ente procederà alla revoca definitiva della prestazione, con recupero di tutte le somme pagate dall’anno in cui doveva essere resa la comunicazione; Se invece la comunicazione reddituale verrà trasmessa entro i 60 giorni successivi alla sospensione della prestazione, questa verrà ripristinata dal mese successivo a quello in cui è stata inviata la comunicazione reddituale (previa verifica dei requisiti reddituali dell’anno in corso). I nostri uffici del CAF-CISAL e del Patronato ENCAL-CISAL sono a disposizione per consulenza e la compilazione dei modelli fiscali e reddituali. 17 a cura della redazione Requisito di reddito dell’Assegno Sociale LIMITI DI REDDITO PER IL 2011 AI FINI DELLA CONSERVAZIONE O PERDITA DELLA PENSIONE SOCIALE DI CUI SI È TITOLARI Pensionato Pensionato non coniugato Pensionato non coniugato 18 Reddito del pensionato Reddito del pensionato cumulato con il reddito del coniuge Importo pensione sociale spettante nullo Intero inferiore a 4.470,70 Ridotto superiore a 4.470,70 Zero nullo nullo Intero nullo non superiore a 10.933,65 Intero nullo compreso tra 10.933,65 e 15.404,35 ridotto nullo superiore a 15.404,35 zero superiore a 4.470,70 qualunque importo zero inferiore a 4.470,70 non superiore a 10.933,65 ridotto inferiore a 4.470,70 superiore a 15.404,35 zero inferiore a 4.470,70 compreso tra 10.933,65 e 15.404,35 ridotto Euro Pensionati n. 26 - Aprile 2011 PeNsIoNato NoN coNIugato PeNsIoNato coNIugato aNNo Reddito annuo importo mensile assegno sociale Reddito annuo Importo mensile assegno sociale 2010 5.349,89 411,53 10.699,78 411,53 2011 5.424,90 417,3 10.849,80 417,3 INTEGRAZIONE DEGLI ASSEGI DI INVALIDITÀ LIMITI DI REDDITO ANNUO aNNo PeNsIoNato NoN coNIugato (non spetta la speciale integrazione) PeNsIoNato coNIugato (non spetta la speciale integrazione) 2009 Oltre euro 10.625,16 Oltre euro 15.937,74 2010 Oltre euro 10.699,78 Oltre euro 16.049,67 (*) 2011 Oltre euro 10.849,80 Oltre euro 16.274,70 (*) Limiti di reddito stabiliti in via previsionale PENSIONE DI INVALIDITÀ LIMITE PER LA SOSPENSIONE DELLA PENSIONE DI INVALIDITÀ aNNo NoN scatta la sosPeNsIoNe PeR ReDDItI fINo a lIRe scatta la sosPeNsIoNe PeR ReDDItI ecceDeNtI euRo 2009 17.852,64 (457,76x39) 17.852,64 2010 17.977,83 (460,97x39) 17.977,83 2011 18.229,77 (467,73x39) 18.229,77(*) (*) Valori stabiliti in via previsionale 19 a cura della redazione Contributi Inps 2011 Colf, badanti e lavoratori domestici Questi i nuovi importi dei contributi 2011 di colf, badanti e per il lavoro domestico. Dal 1 gennaio l’aliquota contributiva è aumentata dello 0,22%. Per tutti i lavoratori che hanno il contratto colf e badanti o per il contratto lavoratori domestici, gli importi dei contributi Inps dal 1 gennaio al 31 dicembre 2011 sono: 1. lavoratori domestici con orario fino a 24 ore settimanali • per retribuzioni orarie fino a 7,34 €: 1,36 € (1,37 € senza quota CAUF) - di cui 0,33 € a 20 carico del lavoratore; • per retribuzioni orarie oltre 7,34 € e fino a 8,95 €: 1,54 € (1,55 € senza quota CAUF) - di cui 0,37 € a carico del lavoratore; • per retribuzioni orarie oltre 8,95 €: 1,88 € (1,89 € senza quota CAUF) di cui 0,45 € a carico del lavoratore; 2. Lavoratori domestici con orario superiore a 24 ore settimanali: • 0,99 € (1,00 € senza quota CAUF) - di cui 0,24 € a carico del lavoratore Da non dimenticare gli importi retributivi minimi del 2011. di Concetto Iannello Come cambiano le pensioni da oggi al 2013 Lo spartiacque è il 31 dicembre 1995 - riforma Dini, la quale ha stabilito che: • chi aveva 18 anni di contribuzione e precisamente 936 contributi settimanali si applica il sistema di calcolo retributivo, legato agli stipendi degli ultimi anni. Ai fini del calcolo della pensione, ogni anno di lavoro vale il 2%; • chi aveva meno di 18 anni di contributi, il criterio è quello misto, pertanto, retributivo per l’anzianità maturata sino al 1995, e contributivo per i periodi di attività successivi; • per i nuovi assunti dal 01 gennaio 1996, si applica invece il sistema contributivo legato solo ed esclusivamente alla contribuzione versata. (segue a pag. 22) CONSIGLIO NAZIONALE FIP-CISAL Vibo Valentia 9 aprile 2011 ore 9,30 La Segreteria Generale della FIP-CISAL ha deliberato di convocare il Consiglio Direttivo Nazionale per il giorno 9 aprile, alle ore 9.30, presso l’hotel Vecchia Vibo in via G. Murat Scrimbia snc.. L’importante Assise, oltre che esprimersi sulle scadenze istituzionali e le decisioni sul prossimo Congresso Nazionale, esaminerà i numerosi problemi della Categoria, in principal modo l’aggancio delle pensioni alla dinamiche salariali dei lavoratori in attività di servizio, la riduzione del prelievo fiscale sui trattamenti pensionistici, il mantenimento dei Livelli Essenziali di Assistenza, in primis quella sanitaria, in vista dell’entrata in vigore del Federalismo Municipale. Ai lavori, tra l’altro, è previsto l’intervento del Segretario Generale Cisal, Francesco Cavallaro. IL SEGRETARIO GENERALE FIP/CISAL Nicola Maria Cavallaro 21 Euro Pensionati n. 26 - Aprile 2011 anzianità al 31 dicembre 1995 Almeno 18 anni Requisito pensione di vecchiaia Requisito pensione di anzianità Requisito pensione ai superstiti Privato: minimo 20 anni di contributi e 65 anni di età per gli uomini e 60 anni le donne. Nel 2011 e 2012 quota 96 per i dipendenti (età minima 60 anni) e quota 97 per gli autonomi (minimo 61 anni). Minimo 15 anni di contributi, oppure 5 anni di cui almeno 3 nell’ultimo quinquennio precedente al decesso. Retributivo Minimo 15 anni di contributi, oppure 5 anni di cui almeno 3 nell’ultimo quinquennio precedente al decesso. Retributivo per anzianità maturata al 31/12/1995 e contributivo per l’anzianità acquisita dal 1° gennaio 1996 in poi Minimo 15 anni di contributi, oppure 5 anni di cui almeno 3 nell’ultimo quinquennio precedente al decesso. Contributivo Pubblico: minimo 20 anni di contributi e 65 anni di età per gli uomini mentre per le donne sono richiesti 61 anni, che saliranno a 65 al 2012 Meno di 18 anni Privato: minimo 20 anni di contributi e 65 anni di età per gli uomini e 60 anni le donne. Pubblico: minimo 20 anni di contributi e 65 anni di età per gli uomini mentre per le donne sono richiesti 61 anni, che saliranno a 65 al 2012 Nessuna Minimo di 5 anni di contributi e almeno 65 anni di età (60 le donne). Nel pubblico alle donne sono richiesti 61 anni, che dal 2012 saliranno a 65 Dal 2013 quota 97 per i dipendenti (età minima 61 anni) e quota 98 per gli autonomi (minimo 62 anni). Nel 2011 e 2012 quota 96 per i dipendenti (età minima 60 anni) e quota 97 per gli autonomi (minimo 61 anni). Dal 2013 quota 97 per i dipendenti (età minima 61 anni) e quota 98 per gli autonomi (minimo 62 anni). Nel 2011 e 2012 quota 96 per i dipendenti (età minima 60 anni) e quota 97 per gli autonomi (minimo 61 anni). Dal 2013 quota 97 per i dipendenti (età minima 61 anni) e quota 98 per gli autonomi (minimo 62 anni). 22 Criterio calcolo pensione di Mario Miele Dichiarazione di responsabilità Da quest’anno l’Inps ha affidato ai Caf l’attività di ricezione e trasmissione delle dichiarazione di responsabilità (Modelli ICLAV, ICRIC e ACCAS/PS) che annualmente sono tenuti a presentare gli invalidi civili titolari di prestazioni assistenziali e i titolari di pensione sociale o assegno sociale. L’Inps ha provveduto a spedire ai titolari delle prestazioni assistenziali un lettera con la quale informa che per la presentazione della dichiarazione di responsabilità è possibile rivolgersi ad un Centro di Assistenza Fiscale (Caf), che fornirà assistenza gratuita per la compilazione e trasmissione all’Inps della dichiarazione. Il titolare della prestazione assistenziale che si rivolge al Caf, dovrà esibire la lettera ricevuta dall’Inps (in cui sono riportati i codici a barre) e la documentazione comunque utile ai fini della corretta e completa compilazione del modello. Sono tenuti alla presentazione del Modello “ICLAV” gli invalidi civili titolari di assegno mensile. Il modello è richiesto dall’Inps per l’accertamento del requisito della mancata prestazione di attività lavorativa, per gli anni 2010 e 2011, da parte del titolare della prestazione assistenziale. Sono tenuti alla presentazione del Modello “ICRIC” gli invalidi civili titolari dell’indennità di accompagnamento e gli invalidi civili titolari dell’indennità di frequenza. Il modello è richiesto dall’Inps per l’accertamento del requisito dell’assenza di ricoveri in istituti del titolare della prestazione assistenziale, per gli anni 2010 e 2011. Per gli invalidi civili titolari dell’indennità di accompagnamento rileva solo l’assenza di ricoveri a “titolo gratuito”. Sono tenuti alla presentazione del Modello ACCAS/PS i titolari di pensione sociale e i titolari di assegno sociale. Il modello è richiesto dall’Inps per l’accertamento del requisito della residenza effettiva in Italia del titolare della pensione sociale o assegno sociale, per gli anni 2010 e 2011. Per i titolari di assegno sociale il modello richiede l’indicazione anche di eventuali ricoveri. Gli invalidi civili affetti da disabilità intellettiva o psichica non devono presentare la dichiarazione di responsabilità ma devono presentare sempre al Caf il certificato medico rilasciato dal medico di base (o dal medico specialista), dal quale risulti la gravità della patologia e la natura psichica o intellettiva legata alla stessa (indicazione diagnostica della disabilità). 23 a cura della redazione Occupazione femminile È stato sottoscritto presso il Ministero del Lavoro dalla CISAL e da tutte le parti sociali - presenti il Ministro Sacconi e la Consigliera di parità un importante AVVISO COMUNE per le AZIONI a SOSTEGNO delle POLITICHE di COMUNICAZIONE tra FAMIGLIA e LAVORO. La CISAL, nel motivare la propria firma sul documento finale - frutto di una sintesi dell’iniziale stesura integrata dalle osservazioni pervenute, comprese quelle inviate dalla CISAL medesima all’indomani del precedente incontro - ne ha evidenziato alcuni aspetti positivi ed in particolare l’impegno delle parti: • a dare avvio, con il programma di inclusione delle donne nel mercato del lavoro, specie nel 24 • • • • Mezzogiorno, al piano strategico di azione per la conciliazione e le pari opportunità; a porre in essere azioni maggiormente efficaci per il sostegno della crescita qualitativa e quantitativa dell’occupazione femminile; ad assumere in ogni sede contrattuale, ma sopratutto a livello decentrato, l’impegno di valorizzare una “ flessibilità familyfrieds come elemento organizzativo positivo” in termini di “modulazione flessibile dei tempi e degli orari di lavoro” (telelavoro orario ridotto - modulato e flessibile - part/time etc...); ad assistere la più idonea ed opportuna “distinzione degli orari nell’arco della settimana, del mese, dell’anno” non mancando di conciliare le differenti esigenze produttive con “il rispetto dei diritti e delle esigenze delle persone”; ad attivare un “tavolo tecnico” che verifichi la possibilità di adottare le buo- ne pratiche individuate, entro il 2011, dall’Osservatorio affidato alla Consigliera di parità; • a verificare, congiuntamente, ed entro un anno dalle conclusioni dell’Osservatorio, l’indice di diffusione delle buone pratiche, nonchè le azioni di monitoraggio da parte della “Cabina di pilotaggio” istituita nell’ambito del “Piano d’azione 2020 per l’inclusione delle donne nel mercato del lavoro”. Il Segretario Generale Francesco Cavallaro nel commentare positivamente l’accordo sull’AVVISO COMUNE, ne ha anche sottolineato l’alto valore simbolico alla vigilia dell’8 marzo. di Antonio Papa Livelli essenziali di assistenza Siano omogenei in tutte le Regioni La legge 23.12.1978, ricordata per l’istituzione del “Servizio Sanitario Nazionale”, soppresse il sistema delle Mutue, istituì le USL, oggi ASL, regionalizzò l’assistenza sanitaria, innovando profondamente il sistema, anticipando, nei fatti, il cd. Federalismo. Quella legge, all’art. 1, recitava testualmente: “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività mediante il Servizio Sanitario Nazionale. La tutela della salute fisica deve avvenire nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana”. In pratica si affermava il principio universale che a tutti i cittadini italiani è assicurata, nelle forme regolamentate, l’assistenza sanitaria. Purtroppo, questo sano principio, viene variamente interpretato ed applicato: è molto differenziato a seconda della Regione in cui si risiede. Tante volte, in comuni al limite di confine tra due Regioni, quindi divisi da qualche chilometro, l’assistenza sanitaria, nei suoi cardini essenziali, è molto diversificata, quasi fossero parte di due Paesi ai confini di stati. Per non dire poi delle abissali differenze della qualità dei servizi e negli standards di assistenza che si registrano tra regioni del Nord e del Centrosud. Si è giunti ad un livello tale che, l’ingente flusso di cittadini del Sud Italia, costretti a servirsi dei nosocomi posti al Nord, ha indotto la stampa nazionale a coniare per tale fenomeno l’etichetta di “turismo sanitario”. Gli stanziamenti per i singoli Fondi Sanitari Regionali, stabiliti nell’apposita Conferenza Stato/Regioni, rispondono ad una regola 25 Euro Pensionati n. 26 - Aprile 2011 condivisa, non discrimina alcun realtà territoriale, evidentemente occorre analizzare come sono impiegate dette risorse, sulle quali registriamo, in alcune realtà, dal Nord al Sud, preoccupanti intrecci Amministratori/attività malavitose. Il Ministero della Salute, il Governo stesso, non possono assistere, inerti, a quest’anarchia della gestione della salute dei cittadini e nella disamministrazione di ingenti risorse pubbliche, in nome di una malintesa autonomia gestionale! Occorre riscrivere le regole pur nel rispetto delle Autonomie, ribadendo che il confronto tra le varie Regioni deve tendere al “primato della corretta amministrazione”, dopo che so- 26 no stati, prima fissati e poi, rispettati, medesimi “livelli essenziali di assistenza” per tutti i cittadini italiani indipendentemente dalla località di residenza. Tra detti livelli, spicca l’esigenza di fissare, omogeneamente, i tempi minimi e massimi di attesa per ottenere una visita specialistica con annessi esami diagnostici. Per ottenere ciò, occore da parte del Ministero della Salute, la fissazione di regole univoche, cioè stabilire il numero di visite specialistiche giornaliere, aumentandole, ottimizzandole, anche se questo comporta la modifica dell’orario di lavoro degli addetti. Solo in tal modo è possibile ridurre i tempi di attesa, non scartando, nemmeno, l’apertura a nuovi e diversi accordi Regioni/strutture private convenzionate, con quelle che offrono garanzie assolute e consolidate nel tempo, con parcelle e ticket simili a quelle delle strutture pubbliche. Ovviamente l’invio di convenzionati alle strutture private dovrà avvenire dopo che si è constatato l’impossibilità di assicurare la prestazione richiesta entro pochi giorni da parte dell’ASL. Tutte queste precauzioniconsiderazioni si rendono ancor più necessarie ora che si avvicina l’avvio del Federalismo fiscale che dovrà rispondere a sistemi certi ed efficienti, altamente produttivi, non perdendo però di vista il senso della solidarietà nazionale, che racchiude in se tutti quei valori per i quali, in special modo per un servizio pubblico come quello sanitario, pur se somministrato con differenti modalità gestionali, dovrà garantire, sempre e comunque, in tutto il Paese, uguali Livelli essenziali di assistenza. Tutto ciò è possibile, perché dividerci ancora? di Giuseppe Sarlo Il “caso” Vibo Valentia centro spia sull’allarme rosso sanità Il sud paga gli inarrestabili eventi di malasanità spesso dovuti alle laceranti responsabilità della politica Nel Sud la politica per la sanità è ancora devastante. Sprechi e clientelismi rappresentano il dramma dell’avvilente rapporto spesa sanitaria-Pil. Basta guardare ai diversi sistemi sanitari regionali, per scoprire, senza neppure doversi spremere troppo le meningi, che l’equazione Mezzogiorno buono-governi cattivi, o le tante varianti della stessa pseudo equazione, di verità non ne contiene che in deboli tracce. Primo dato: a fronte di una spesa sanitaria corrente rispetto al Pil che si attesta a livello nazionale attorno all’8,7% abbiamo queste proporzioni nelle diverse ripartizioni geografiche: 7,4% al Nord, 8,4% al centro, 11,8% nel Mezzogiorno. Non basta, perché gli incre- menti dell’ultimo quinquennio sono stati pari a 0,6% di punto di Pil al Nord, 0,9% al centro, 1,3% nel Mezzogiorno. Qui si parla di spesa complessiva, comprendente cioè anche la spesa sanitaria delle famiglie. Ma non è quest’ultima all’origine delle differenze, all’origine delle differenze territoriali è soltanto la spesa pubblica, che oscilla tra il minimo del 5,56% del Pil al Nord e il massimo del 9,78% del Pil nel Mezzogiorno. In Sicilia e Campania, la sola spesa pubblica per la sanità supera abbondantemente il 10% (in Sicilia sfiora l’11%). Certo il Pil nelle regioni del Nord è proporzionalmente più alto, ma questa sarebbe semmai una ragione in più perché una più alta proporzione di Pil finisse nella spesa sanitaria. La Lombardia spende per la sanità pubblica il 4,97% rispetto al Pil, la Sicilia addirittura il 10,58%. Il divario 27 Nord-Sud purtroppo è evidente e nessuno sembra volersene fare carico. Il Nord ha una spesa media su Pil del 5,56%, il Mezzogiorno del 9,73%, mentre il Centro si attesta su un valore medio del 6,61%. Sono sostanziali differenze che spiegano perché dell’attuale sistema sanità al Sud c’è solo e tanto da preoccuparsi. L’allarme rosso è rappresentato da dati fin troppo eloquenti e che non lasciano speranza se è vero che al più che tranquillo Trentino, dove l’indice di gradimento dell’assistenza sanitaria supera il 70%, corrisponde il drammatico 14% della Calabria, seguito a ruota dai poco più che confortanti dati provenienti da Sicilia e Campania. Questo vuol dire che le fin troppo onerose spese meridionali nel campo sanitario sono da attribuirsi a sprechi ed esuberi e alla scarsa funzionalità dei servizi. Un tentativo di “effetto bonifica” è in atto a Vibo Valentia dove i reiterati sopralluoghi delle Commissioni parlamentari del servizio sanitario nazionale in ospedali e strutture, dove hanno sempre regnato allegra gestione e interessi in affari, non hanno sortito nulla. I faldoni sequestrati e le re28 lazioni all’arsenico contro le cattive gestioni non sembra abbiano fatto registrare conseguenze di un certo interesse per la popolazione. Ad invitare al rispetto delle regole ci ha pensato il Prefetto Luisa Latella che sugli esiti derivati dall’invio di una commissione d’accesso all’Asp è riuscita ad ottenere dal Ministro Roberto Maroni la nomina di una terna commissariale che è impegnata a frenare tutto quanto può identificarsi nella cultura del malaffare. Luisa Latella sta guardando anche più in avanti. Ha chiesto ed ottenuto dalla Commissione ministeriale di favorire tutte le condizioni per ripristinare l’erogazione del servizio sanitario più adeguato alle reali esigenze dell’ammalato. Il prefetto reggino è impegnato concretamente a riaffermare la presenza dello Stato nelle Istituzioni. In fondo, alla luce di quanto accaduto, Vibo Valentia è una “sede spia” del malcostume politico nella sanità al Sud, dove la facile pratica della cultura della raccomandazione e dell’appartenenza politica ha sempre favorito scenari di disequilibrio e inquietudine tra la popolazione. Nel Mezzogiorno non è semplice tracciare la linea di confine fra le responsabilità statali e quelle delle singole amministrazioni locali. Sulla questione sanitaria occorre sottolineare un decisivo passaggio storico. E' il 1993 quando le Aziende sanitarie non rivestono più il carattere di organo della Regione, acquisendo una propria soggettività giuridica con un'autonomia che ha poi assunto anche carattere imprenditoriale, trasfor- Euro Pensionati n. 26 - Aprile 2011 mando questi enti in pubblici ed economici. L'Asl è divenuta azienda dotata di autonomia organizzativa, gestionale, tecnica, amministrativa, patrimoniale, contabile. Una metamorfosi, prescindendo per un attimo dalle motivazioni concrete che l'hanno favorita, che ha reso più agevoli e convenienti giochi di potere e rincorse a profitti personali e riconoscimenti, spesso ai limiti della legalità. Il quadro è completo se aggiungiamo alla disparità spese-servizi sanitari e alla non proporzionale soddisfazione dei pazienti, il deficit impressionante che affligge molte Regioni in questo campo (e il Sud la fa ovviamente da padrone). Al buco da 3,4 miliardi di euro che interessa il campo sanitario a livello nazionale hanno contribuito per l'80% 7 Regioni: Lazio, Campania, Abruzzo, Molise, Calabria, Sicilia e Liguria. Le responsabilità del Governo, giunti a questo punto, sembrano chiare. Il Ministero della Salute ha il potere di sospendere i finanziamenti alle Regioni, ha la responsabilità di educarle anche con le cattive a una limitazione degli sprechi, magari stabilendo un tetto standard di deficit oltre il quale viene interrotto ogni sussidio statale. Ci sono però della politiche d’intervento sanitario non più derogabili e tra queste quella che interessa l’anziano. Nel Mezzogiorno, se si prende atto dell’età avanzata della popolazione, è necessario potenziare ed intensificare l’assistenza medica a domicilio. L'assistenza a domicilio incide sulla spesa sanitaria pubblica con uno scarso 1,2 per cento a livello nazionale e al Sud è addirittura in calo, 0,7%. I motivi sono facilmente individuabili: nel Mezzogiorno la sanità pubblica ha lasciato campo libero al settore privato, evidentemente disinteressato a integrare quello pubblico perchè impegnato ad aumentare i profitti. A spiegarcelo sono due numeri che devono farci ri- flettere seriamente: per ogni Azienda sanitaria al Nord risultano 14 tra ambulatori e laboratori privati convenzionati. Al Sud il tetto sale a quota 55. La più adeguata erogazione dei servizi ai cittadini resta un miraggio e l’emigrazione dell’ammalato non accenna a diminuire. Paga l’anziano costretto a morire nelle strutture più disastrate del Mezzogiorno Accade, infatti, che le Aziende sanitarie ed ospedaliere avvertono sempre più il fiatone al collo ed i sempre più frequenti brividi alla schiena di chi spesso è costretto a ricorrere, in emergenza, alle cure sanitarie, non autorizzano a pensare ad un futuro più tranquillo. Una considerazione è incontrovertibile: alla maggiore spesa non corrisponde la maggiore soddisfazione. a cura della redazione 150° anniversario UNITÀ D’ITALIA 1861/2011 la Federazione Pensionati Cisal festeggia il 150° anniversario dell’Unità d’Italia con... l’AUGURIO: • che l’Unità sia reale e non di facciata, nel senso che lo sviluppo socio-economico possa diffondersi armonicamente dalle Alpi alla Sicilia; • che vengano meno diffidenze e pregiudizi tra le diverse Aree del Paese, realizzando unità d’intenti e di valori, autenticamente nazionali, annullando campanilismi inutili e dannosi e gli abusati stereotipi; • che a tutti i lavoratori e pensionati sia garantito una esistenza libera e dignitosa, annullando antistoriche sperequazioni retributive, riaffermando l’art. 36 della Costituzione, esaltando l’impegno e la professionalità del lavoro; 30 • che un’accresciuta cultura scolastica, adeguatamente finanziata, accompagnata da progetti di piena occupazione, possa soddisfare le esigenze occupazionali dei giovani e delle donne, in special modo in alcune zone del Meridione d’Italia; • che i “Livelli Essenziali di Assistenza” siano sempre e comunque garantiti a lavoratori e pensionati indipendentemente dalla Regione di residenza; • che le più ampie autonomie conferite a Regioni, Province e Comuni con il Federalismo fiscale possano rappresentare un momento di effettivo confronto democratico tra i cittadini e i loro Amministratori; • che la Rappresentatività delle Organizzazioni Sindacali possa essere sempre valutata con dati certi ed effettivi, sganciata dai collateralismi politici e partitici, garantendo pari dignità nel rispetto degli articoli 39 e 40 della Carta Costituzionale, per una reale ed effettiva difesa degli interessi rappresentati; • che il futuro che ci attende possa far lievitare un avvenire di pace e prosperità tra i popoli, condizione essenziale per un sempre maggior progresso socio-economico del ns. Paese, valori universali che la Federazione Pensionati Cisal si impegna a garantire oggi, domani, sempre. Quest’anno mi rivolgo ad un consulente esperto. Il CAF-CISAL è un centro di assistenza fiscale per lavoratori dipendenti, collaboratori coordinati e continuativi e pensionati. Le nostre sedi, dislocate su tutto il territorio nazionale, offrono servizi di assistenza per: Oltre 1.000 sedi in Italia • Dichiarazione dei redditi (modello 730 e UNICO) • Certificazioni reddituali (ISE-ISEE-modello RED) • Dichiarazione e calcolo bollettini I.C.I. • Avvisi bonari e cartelle di pagamento www.studiorocca.it - per In Media sas Gli operatori del nostro CAF garantiscono qualità, professionalità e riservatezza, comprovata da oltre un milione di contribuenti che nel corso di questi anni si sono rivolti presso i nostri uffici. Centro Assistenza Fiscale Via Plinio, 21 - 00193 Roma - Tel. 06.684065 - Fax 06.68192945