55. xxxii domenica t.o. b 08.11.15

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55. xxxii domenica t.o. b 08.11.15
XXXII DOMENICA T.O.
Anno B
8 novembre 2015
1 Re 17, 10-16
Ebrei 9, 24-28
Marco 12, 38-44
Domanda di perdono
Nella nostra epoca in cui imperversano le chiacchiere, in cui anche le analisi più serie corrono il
rischio di insabbiarsi nel deserto delle parole, questa vedova anonima e zitta che ci descrive il vangelo,
senza volerlo e senza saperlo, ci offre una lezione magistrale.
Chiediamo perdono al Signore, se abbiamo bisogno di discorsi per avvicinarci a Lui, trascurando
invece i fatti.
Preghiera collettiva della Comunità
Padre, oggi nel Vangelo, non siamo chiamati a vedere un fatto edificante, o una singola azione,
ma il significato complessivo di una esistenza, perché, vedendo, ci si converta ad una vita il più possibile
simile a quella di Gesù, tuo Figlio.
Spunti dall'omelia per una riflessione in preghiera personale e comunitaria
In questo episodio, il Signore ci invita ad un esame di coscienza, prima di tutto, su due
atteggiamenti, di vanità e di ipocrisia, tipici degli Scribi e dei Farisei di allora, ma che sono
presenti anche oggi, sia nel mondo laico che religioso.
La vanità nel mondo dei capi d'Israele era manifestata dallo sfoggio dei vestimenti nelle funzioni,
dalla pretesa dei saluti nelle piazze, dai primi posti nei raduni, ecc…e che oggi ritroviamo in coloro
che passeggiano con tutti i segni dell'importanza e del grado, in quelli che ostentano ricchezze,
macchine di grossa cilindrata, vestiti d'autore, pellicce, in quelli che pretendono i primi posti nei
convegni, nei banchetti, ecc…
L'ipocrisia nei capi israeliani si manifestava nell'allungare i tempi di preghiera per farsi vedere, nel
cercare di apparire "buoni e bravi" nelle parole e nei discorsi, mentre si era internamente iniqui, nel
purificarsi con continui lavaggi le mani ma non la coscienza, ecc…mentre ai nostri giorni si
manifesta nel contentarsi di un'etica esteriore, di un galateo in pubblico, senza preoccuparsi di una
purezza interiore, nell'incoerenza voluta tra quello che si dice e quello che si fa, tra ciò che si mostra
e ciò che si è, ecc…
Gesù ci mette in guardia dal non farci ingannare dalle apparenze, dalle belle parole televisive, dai
comportamenti esteriormente esemplari delle classi alte, dei politici, e di chiunque è costretto, per
dovere d'ufficio, di presentarsi in pubblico.
Oggi, nella nostra società, sono venuti a galla tanti di quegli scandali, che non abbiamo certo
bisogno che Gesù ci chiami per farceli toccare con mano.
Un secondo insegnamento che Gesù dà agli apostoli e a noi, consiste, nella indicazione di coloro che
dovranno essere i loro e nostri "maestri" di cristianesimo, una volta partito Gesù, il Maestro unico.
Non saranno gli scribi, i teologi, gl'intellettuali accreditati e ammirati, ad insegnarci la fede in
Cristo, ma quella vedova che gli apostoli non avevano neanche notata, e quelli come lei, i poveri, i
reietti, i disprezzati culturalmente… ma che seguono il Cristo e come Lui si donano, si sprecano,
danno tutta la loro vita e pagano per tutti.
Il Cristianesimo non è una questione di parole difficili, una teoria, un' alta dottrina… E' una
Persona concreta, è una pratica di vita, è una realtà sovversiva. Il libro fondamentale del cristiano
è Gesù, ciò che ha fatto e ciò che ha insegnato.
Se Gesù invita a guardare quella povera vedova è perché essa fa offerta di "tutto quello che ha, di
tutta la sua vita" per il Tempio, per il Signore. Essa è il vangelo vivo.
L'insegnamento cristiano non verrà dai libri, ma dalle persone come la vedova, che vivono di
fiducia e di speranza, le virtù tipiche dei poveri delle beatitudini, che non fondano cioè la loro
ricchezza sui beni materiali, ma sulla Provvidenza, come il Signore indica tante volte: "Cercate
prima di tutto il regno di Dio, il resto vi sarà dato in sovrappiù."
E c'è da notare ancora come quella povera vedova fa la sua piccola elemosina, (che rappresenta la
sua poverissima pensione), senza doppi fini: non ha prestigio da difendere, non ha affari da
realizzare, non ha carriera da raggiungere, non ha ritorni d'immagine da sperare.
Fa la sua offerta nell'anonimato più assoluto, nell'indifferenza più totale della gente, compresi gli
apostoli che, incantati nella contemplazione del magnifico Tempio e imbambolati dai bla… bla…
bla… degli scribi, non si erano neanche accorti della insignificante vedova, del suo più
insignificante gesto, di offrire cioè il suo insignificante obolo.
Insignificante per loro, insignificante per la gente, insignificante per il sacerdote che benediceva le
offerte ricche,… ma non per Lei né per Gesù… che vi vede il dono supremo di se stessa, simile a
quello che farà Lui sulla croce.
Preghiera dei fedeli
(inizio) Per imparare il Vangelo di Gesù, che ha dato la sua vita per tutti, dobbiamo necessariamente
metterci alla scuola dei poveri delle beatitudini. Ma è difficile imparare da loro, sia perché non ci piace
ciò che c'insegnano, sia perché non aprono scuole, non pubblicano libri o riviste, non fanno alcun
rumore. Solo tacciono e fanno. Se vogliamo seguire Gesù, dobbiamo stare attenti a loro e ascoltare il
loro silenzio.
(preghiere personali)
(fine) Signore Gesù, donaci la capacità di vedere, di udire e di capire la Tua parola che presti al silenzio
dei poveri e di cui essi sono i depositari.
Preghiera sulle offerte
Signore Gesù, quando Tu premetti ai tuoi insegnamenti la frase "in verità vi dico…" vuoi
avvisarci che è fondamentale ciò che ci stai dicendo. Oggi vuoi dirci che la prepotenza e l'orgoglio sono
la negazione del tuo messaggio. Accetta quindi l'offerta della nostra volontà, di voler essere sempre
nonviolenti e umili.
Preghiera dopo la Comunione
Padre, S. Paolo ci dice, scrivendo agli abitanti di Corinto, che tu scegli "ciò che nel mondo è
debole, per confondere i forti…ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla, per
ridurre al nulla le cose che sono…". Noi leggiamo spesso queste parole. Ti preghiamo: incidile nel
nostro cuore.
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