CARTELLA STAMPA Messaggio del Consiglio federale per la
Transcript
CARTELLA STAMPA Messaggio del Consiglio federale per la
Conferenza stampa: mercoledì 23 maggio 2012, ore 10.30, Lugano FOSIT CARTELLA STAMPA © Confederazione Svizzera 2012 Messaggio del Consiglio federale per la cooperazione internazionale allo sviluppo nel periodo 2013-2016 1. 2. 3. Presentazione dei relatori Sintesi degli interventi Allegati: - Messaggio concernente la cooperazione internazionale 2013-2016 (sintesi) - La FOSIT: volantino informativo pag. 2 pag. 4 pag. 7 FOSIT – Federazione delle ONG della Svizzera italiana via alla Campagna 9 - 6900 Lugano tel fax @ web +41 91 924 92 70 +41 91 924 92 71 [email protected] www.fosit.ch 1 Presentazione dei relatori Pietro Veglio (Presidente FOSIT) Economista, diplomato all’Università di Friborgo e all’Istituto di Pianificazione Economica e Sociale (ILPES) di Santiago del Cile. Già direttore dei programmi della cooperazione svizzera in Perù, Ecuador e Bolivia, capo della Divisione America Latina della Direzione dello Sviluppo e della Cooperazione (DSC) del Dipartimento degli Affari Esteri (DFAE) a Berna e direttore del Dipartimento di Analisi delle politiche di aiuto allo sviluppo dei paesi membri presso l’Organizzazione di Cooperazione e Sviluppo Economico (OCSE) a Parigi. Dapprima consigliere presso The World Bank Group a Washington D.C. e, dal 2002 al 2006, direttore esecutivo presso la stessa istituzione per la Svizzera e i paesi rappresentati dalla stessa. Dal 2007, rappresentante della Svizzera in seno al Consiglio di vigilanza della Fondazione BOTA, per supervisionare la restituzione dei fondi depositati illegalmente in Svizzera dagli ex-dittatori, e dal 2009 presidente del Comitato di valutazione esterna delle politiche di cooperazione economica e sviluppo della Segreteria di Stato dell’Economia (SECO) a Berna. Membro del Consiglio di direzione di alcuni centri internazionali di ricerca e professore invitato presso l’Università Cattolica e lo IULM di Milano, l’Università di San Gallo e l’USI di Lugano. Dal 2011, Presidente della FOSIT – Federazione delle ONG della Svizzera italiana. Monica Duca Widmer Ingegnere chimico, diplomato al Politecnico Federale di Zurigo, Dottore in Chimica, diplomato presso l’Università degli Studi di Milano. Già responsabile produzione alimentare, Mangaroca International AG, Barbengo (CH), e consulente aziendale nei settori della sicurezza chimica e della protezione dell’ambiente, Widmer - Chemical Engineering & Consulting, Mezzovico (CH). Dal 1992, direttrice e socio fondatore di EcoRisana SA, Manno (CH), perizie, progetti e risanamenti siti contaminati. Dal 1995 al 2011, deputata al Gran Consiglio Ticinese, nel 2007/8 Presidente. Dal 1997 al 2007, membro della Commissione Federale per la protezione atomica, biologica e chimica (KomABC). Già membro (dal 1998 al 2007) del Consiglio dei Politecnici Federali. Dal 2000, membro del Consiglio della Fondazione FIRSOL (Fondazione Istituto ricerche solari Locarno). Dal 2004 al 2007, Presidente dello „steering board“ del Centro Svizzero di Calcolo Scientifico (CSCS), Manno (CH). Dal 2004, membro del Consiglio della Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (SUPSI). Dal 2005 membro della Commissione federale delle comunicazioni ComCom e dal 2012 vice presidente; dal 2008 membro dell'Accademia Svizzera delle Scienze Tecniche (ASST) e dal 2011 membro di comitato; dal 2008 membro della commissione dell'armamento e dal 2012 vice presidente. Dal 2008 membro del consiglio di amministrazione di MIGROS Ticino e dal 2011 Presidente. Dal 2009 membro della Commissione federale per la ricerca energetica (CORE). FOSIT cartella stampa 23.05.2012 pag. 2 Olimpio Pini Ingegnere civile, diplomato al Politecnico Federale di Zurigo, Postgrado al Politecnico di Losanna, Master in Management of Technology presso EPFLUNIL – Texas University Austin. Dal 1983 partner e direttore della PINI Associati SA, Consulenti Ingegneri. Attualmente CEO del Consorzio degli Ingegneri ITC per conto di AlpTransit Gottardo SA. Dal 1991 al 2006 membro del Gran Consiglio del Cantone Ticino. Già membro delle Commissioni della Gestione e finanze, della Legislazione, della Riforma dell’Amministrazione, della Tributaria, delle Petizioni, dell’Energia e delle Bonifiche fondiarie. FOSIT cartella stampa 23.05.2012 pag. 3 2 Sintesi degli interventi Pietro Veglio La politica svizzera di cooperazione internazionale 2013-2016: Il nuovo Messaggio del Consiglio federale (CF) fra continuità e nuovi accenti, solidarietà e interesse proprio Messaggio del CF: propone alle Camere federali lo stanziamento di un credito-quadro di CHF 11,35 miliardi. Ciò corrisponde ad un aumento dell’aiuto pubblico allo sviluppo (APS) della Svizzera fino allo 0.50% del reddito nazionale lordo (RNL). Nel 2011, la Svizzera ha speso CHF 2,736 miliardi, ovvero lo 0.46% del RNL. Il Messaggio tiene conto degli enormi cambiamenti intervenuti negli ultimi decenni nell’economia e politica mondiali, dei notevoli progressi fatti da alcuni Paesi – per es. in termini di riduzione dei livelli di povertà – e delle enormi sfide politiche, economiche, sociali ed ambientali non ancora risolte. Per la prima volta il CF sottopone al Parlamento assieme tutti i 4 crediti-quadro: (i) aiuto umanitario; (ii) cooperazione con il Sud a carico rispettivamente della Direzione dello Sviluppo e della Cooperazione (DSC) e (iii) del Segretariato di Stato dell’economia (SECO); e (iv) cooperazione con l’Europa orientale e i Paesi in transizione a carico della DSC e del SECO. L’impegno della Svizzera ha come obiettivo principale di contribuire direttamente o indirettamente alla lotta contro la povertà. Si concentra su 5 obiettivi: (i) prevenire e superare crisi, conflitti e catastrofi; (ii) garantire a tutti l’accesso a risorse e servizi di base; (iii) promuovere una crescita economica sostenibile; (iv) sostenere la transizione verso sistemi democratici, basati sull’economia di mercato; e, (v) contribuire a realizzare una globalizzazione che promuove lo sviluppo, rispettosa dell’ambiente e socialmente sostenibile. Ca. l’85% delle risorse saranno gestite dalla DSC, il resto dal SECO che è responsabile dei provvedimenti di politica economica e commerciale. La cooperazione si materializza a livello bilaterale con un numero di Paesi e regioni prioritari attraverso il sostegno a istituzioni statali, attori della società civile, del settore imprenditoriale e istituti di ricerca; e a livello multilaterale con ca. 13 istituzioni internazionali (istituzioni finanziarie, istituzioni specializzate dell’ONU, reti e fondi globali, come per es. il Fondo contro l’Aids e la malaria) sotto forma di contributi finanziari e partecipazione alla definizione di linee politiche e programmi operativi. Inoltre la DSC finanzia anche programmi e progetti concreti gestiti da organizzazioni non governative (ONG) elvetiche. Per esempio, dal 2007 la FOSIT ha ricevuto contributi federali superiori a CHF 1 milione per finanziare progetti concreti sottoposti dai propri membri. Continuità: gli obiettivi sono ancorati a solide basi legali: •Costituzione federale (art. 54: [la Svizzera deve contribuire] “ad aiutare le popolazioni nel bisogno e a lottare contro la povertà nel mondo, a far rispettare i diritti umani e a promuovere la democrazia, ad assicurare la convivenza pacifica dei popoli nonché a salvaguardare le basi naturali della vita ”. •Legge federale del 19 marzo 1976 relativa alla cooperazione allo sviluppo e l’aiuto umanitario internazionale. •Quattro ordinanze federali sulla Cooperazione allo sviluppo e l’aiuto umanitario internazionale (1977); Corpo svizzero in caso di catastrofi all’estero (1988); Aiuto in caso di catastrofe (2011); Cooperazione con gli Stati dell’Europa orientale (1992). E due leggi federali specifiche relative alla partecipazione della Svizzera alle istituzioni di Bretton Woods (1991) e alle misure di promozione civile della pace e al rafforzamento dei diritti umani (2003). Solidarietà: La Svizzera è uno dei Paesi che ha beneficiato maggiormente del processo di globalizzazione economica. Ha un notevole eccedente della bilancia dei pagamenti e della bilancia commerciale con i Paesi in via di sviluppo (2010: ca. CHF 20 miliardi). È quindi logico che contribuisca a livello internazionale ad affrontare le sfide della povertà e le sfide globali e che a livello internazionale ci siano determinate aspettative in merito. FOSIT cartella stampa 23.05.2012 pag. 4 Interesse proprio: La globalizzazione ha accresciuto ulteriormente l’interdipendenza internazionale della Svizzera. La sicurezza, il benessere, la qualità di vita della Svizzera dipendono sempre più dagli sviluppi mondiali in ambito politico, socio-economico ed ecologico. Impegnarsi contro la povertà nel Sud del pianeta e nell’Europa orientale così come alla soluzione negoziata delle sfide globali significa quindi adoperarsi per assicurare maggiore sicurezza e migliore qualità di vita in Svizzera. Nuovi accenti: Il nuovo Messaggio propone una maggiore focalizzazione sui rischi globali e gli Stati a debole governanza. •Rischi globali: I rischi transfrontalieri legati al cambiamento climatico, alla crisi alimentare, all’insufficienza delle risorse idriche disponibili, all’impossibilità di accedere alle cure sanitarie, alle migrazioni e all’instabilità economica e finanziaria si sono accentuati e pregiudicano le opportunità di sviluppo dei Paesi poveri. La Svizzera intende quindi rafforzare la sua partecipazione a Programmi globali mirati alla soluzione progressiva di tali sfide. •Stati a debole governanza: Le fragili strutture statali e dei sistemi giudiziari così come la corruzione che prevalgono ancora in parecchi Paesi in via di sviluppo inaspriscono ulteriormente i gravi problemi di povertà. In quanto Stato neutrale senza passato coloniale la Svizzera può contribuire al promovimento dello Stato di diritto e alla creazione di istituzioni pubbliche e private efficienti. Controllo dei mezzi utilizzati e lotta contro la corruzione: La Svizzera si concentra in generale su tematiche in cui vanta esperienza e know-how comprovati (es. energia; gestione risorse idriche; costruzioni edilizie che riducono le emissioni di CO2; agricoltura; sostegno alle piccole e medie imprese; gestione delle finanze pubbliche; ecc.). Nella scelta degli Stati partners considera i bisogni specifici dei singoli Paesi e regioni, il potenziale di successo dei programmi e progetti, la qualità della collaborazione offerta dai partners ed i propri interessi. In parecchi Paesi partners la Svizzera ha una presenza pluridecennale ed un contatto stretto non solo con le autorità governative ma anche con la società civile. I mezzi vengono impiegati in modo efficiente ed efficace. A livello bilaterale, la Svizzera appoggia iniziative specifiche per riformare l’amministrazione pubblica affinché sia più efficace e trasparente. A livello multilaterale, la Svizzera sostiene programmi per prevenire la corruzione, come, per esempio, l’iniziativa internazionale per migliorare la trasparenza dei contributi fiscali versati agli erari pubblici dei Paesi in via di sviluppo da imprese multinazionali petrolifere o di estrazione di minerali. Annualmente rapporti indipendenti di valutazione informano il Parlamento e l’opinione pubblica sui risultati raggiunti. La Svizzera a confronto: Nel 2011, con un APS corrispondente allo 0,46% del RNL la Svizzera si classificava all’11° rango fra i 23 donatori che compongono il Comitato di aiuto allo sviluppo dell’Organizzazione di Cooperazione e Sviluppo Economico (OCSE). Il Paese più generoso è la Svezia (APS leggermente superiore all’1%) seguita da Norvegia e Lussemburgo. Complice la crisi dell’Eurozona è probabile che alcuni donatori europei dovranno purtroppo ridurre il volume del loro APS. La qualità della cooperazione internazionale svizzera e la sua indipendenza da interessi commerciali sono state messe in risalto dall’OCSE nell’ambito degli esami regolari che vengono effettuati sulla qualità delle politiche di APS dei Paesi membri. L’OCSE ha però messo in evidenza la tendenza alla dispersione geografica e settoriale dell’APS svizzera ed il potenziale di miglioramento che esiste a livello del raggiungimento di una maggiore coerenza fra l’APS e le altre politiche pubbliche che hanno un impatto sui Paesi in via di sviluppo. Posizione della FOSIT: La FOSIT auspica che il dibattito alle Camere federali contribuisca a creare in seno all’opinione pubblica una maggiore presa di coscienza sulla realtà, dinamica e prospettive della cooperazione internazionale in generale e della Svizzera in particolare. Sottolinea il ruolo fondamentale che le ONG svizzere adempiono in questo contesto ed il loro ruolo di stimolo nell’appoggiare, ma anche criticare costruttivamente, le attività della Confederazione. Sostiene il Messaggio del CF, in particolare l’aumento dell’APS proposto, ed è intervenuta presso la Deputazione parlamentare ticinese a Berna per chiedere il sostegno al Messaggio del CF durante i prossimi dibattiti parlamentari. La FOSIT desidera continuare la collaborazione instaurata con la DSC e si augura che il finanziamento della stessa per il periodo 2013-2016 potrà essere aumentato, a beneficio di progetti di sviluppo sottoposti dai propri membri e mirati al miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni più povere del pianeta. FOSIT cartella stampa 23.05.2012 pag. 5 Monica Duca Widmer La politica svizzera della cooperazione e dello sviluppo: aiuto ma anche opportunità! Gli obbiettivi della politica della cooperazione e dello sviluppo in Svizzera sono quelli ancorati nella nostra Costituzione e ci vedono impegnati nel far rispettare i diritti umani, a promuovere la democrazia, la pace e a salvaguardare le basi naturali della vita , tramite l’aiuto alle popolazioni nel bisogno e la lotta contro la povertà. Se gli obiettivi sono rimasti immutati, mutate sono le condizioni quadro nel mondo e nel nostro Paese, che hanno inevitabilmente determinato - negli anni - un approccio diverso all’aiuto da parte della Confederazione: una nuova politica della cooperazione e dello sviluppo, proattiva, con dei risvolti positivi anche sull’economia del nostro Paese. Mi riferisco in particolare dell’aiuto allo sviluppo tecnico: la lotta contro la povertà e contro i rischi globali non può che passare dalla formazione e dalla cooperazione tecnica, che stanno alla base di uno sviluppo sostenibile. La cooperazione sul piano della tecnologia consente - sia alle imprese svizzere che al settore della ricerca - di intrattenere preziose relazioni di scambio e costituire nuovi partenariati. I trasferimenti di conoscenze e tecnologie promuovono - da un lato - la crescita dei Paesi e permettono dall’altro - il risparmio di risorse. L’operare affinché l’aiuto allo sviluppo diventi motore di innovazione, aumenti il grado di responsabilità e permetta un coinvolgimento diretto ed una formazione della popolazione in loco, diventa per la Svizzera anche un’opportunità: esperti svizzeri forniscono il nostro know-how per rafforzare la sostenibilità ecologica ed economica dei Paesi che lo necessitano ed esportano così anche un’immagine positiva del nostro Paese, aprendo contemporaneamente nuove relazioni commerciali. Vi è una solida determinazione nel cercare poveri: loro hanno bisogno di noi e noi abbiamo bisogno di loro. Di grande importanza sono in questo contesto le modalità di impostazione dei progetti ed il relativo controllo, che devono assicurare una elevata qualità del lavoro svolto, un impiego trasparente ed efficiente dei mezzi finanziari messi a disposizione e pongono quale condizione la collaborazione con tutti coloro che operano nello stesso ambito e nello stesso Paese. Una sfida che comporta quindi anche un lavoro di coordinazione in Svizzera e nei Paesi dove siamo presenti con questo tipo di attività. Un’opportunità quindi quella dell’aiuto allo sviluppo tecnico, da cogliere con entusiasmo anche nel nostro Paese ricordando che "Una volta colte le opportunità si moltiplicano" (Sun Tzu) e ciò non vale solo per i Paesi aiutati! Olimpio Pini La Svizzera si trova tra i paesi più ricchi al mondo; la solidarietà su più fronti è quindi non solo un obbligo etico morale ma anche un esigenza per limitare le instabilità sociali politiche nei paesi più poveri - Questa solidarietà deve avvenire tramite lo Stato e tramite organizzazioni private e di aziende; ogni operatore può agire a secondo delle proprie competenze, sensibilità e organizzazione. - L’operatore economico privato si aspetta che le risorse impiegate siano dedicate al meglio all’azione sul luogo riducendo le perdite burocratiche amministrative non specifiche all’indirizzo iniziale dell’aiuto allo sviluppo. - Quale dirigente di una società d’ingegneria sono convinto che non solo un contributo attivo possa contribuire all’aiuto di chi ha più bisogno ma anche che questo operare serva a consolidare il clima della mia azienda. - Lo scorso anno abbiamo sostenuto Helvetas per il progetto “Ponti sospesi in Etiopia” e l’anno precedente “Acqua pulita per un milione di persone” (aquedotti): Attività gemelle al nostro agire quotidiano di infrastrutture urbane e viarie FOSIT cartella stampa 23.05.2012 pag. 6 3 Allegati - Messaggio concernente la cooperazione internazionale 2013-2016 (sintesi) La FOSIT: volantino informativo FOSIT cartella stampa 23.05.2012 pag. 7