LA PIAGA DEGLI ADDITIVI: PER FORTUNA CI SONO I NAS

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LA PIAGA DEGLI ADDITIVI: PER FORTUNA CI SONO I NAS
SEMPRE PIÙ CHIMICA NEL PIATTO
LA PIAGA DEGLI ADDITIVI:
PER FORTUNA CI SONO I NAS
di GIUSEPPE ALTAMORE
Oltre 44.000 infrazioni scoperte, 270 persone arrestate, 9.003 denunciate e
sequestri per 220 milioni di euro, è il bilancio delle operazioni dei Nas (Nucleo
antisofisticazioni dei carabinieri) degli ultimi mesi. Numeri che fanno riflettere
sull’entità delle truffe alimentari.
Solo pochi giorni fa, i Carabinieri dei Nas hanno sequestrato oltre 600
confezioni di additivi e prodotti similari di provenienza estera utilizzati
allegramente come ingredienti in preparazioni alimentari nell’ambito della
cosiddetta “cucina molecolare”, perché non rispettavano le norme in materia di
etichettatura e di indicazioni obbligatorie previste per gli additivi destinati
all’alimentazione umana. Tra le violazioni riscontrate, il presentare nell’etichetta
l’additivo chimico come prodotto assolutamente naturale, la mancanza di date di
scadenza sulle confezioni o di traduzione sulle etichette. L’intervento dei
Carabinieri è stato esteso, per il momento, su 98 obiettivi destinatari e
intermediari della commercializzazione di questi prodotti, individuati tra
ristoranti, alberghi, servizi di ristoro a bordo di navi turistiche,
nonché aziende di importazione e distribuzione. L’intervento
dei Nas, se da un lato preoccupa, dimostra
l’efficacia del sistema di controllo degli
alimenti in Italia, dove purtroppo l’impiego di
additivi è aumentato a un ritmo del 4%
all’anno. Così dichiara la Coldiretti, che ha
anche sottolineato che è importante accendere i
riflettori «sulla presenza di additivi chimici che
sotto forma di coloranti, conservanti, aromi
naturali e artificiali, stabilizzanti, gelificanti,
emulsionanti e acidificanti, si sono moltiplicati
nei piatti degli italiani». Sostanze chimiche
potenzialmente pericolose per la nostra salute.
All’interno
FISCO
È tempo di pagare,
con qualche novità
2
COLF E BADANTI
A luglio i contributi:
ci sono modifiche
4
DIRITTI
Web, il social network
è a rischio truffe
6
L’avvocato
9
FARMACI
I prezzi sono on line
10
IMMOBILI
Certificato obbligatorio
ma non troppo
12
Questioni di casa
14
SERVIZI
La posta al macero
15
VACANZE
Low cost? non sempre 16
Shopping all’estero
18
Estate secondo natura 20
RISPARMIO
Conti deposito:
attenti ai tassi
22
A CURA DI 2C EDIZIONI
NOTES
1
LUGLIO 2009
FISCO
Fisco, tempo di pagamenti... ma ci sono anche novità
mesi di giugno e luglio da molti italiani vengono ricordati come quelli del
consueto appuntamento con i pagamenti al Fisco. Ma per
effetto delle nuove scadenze e delle modifiche che ha
varato il governo, qualcuno potrà fare i versamenti relativi al periodo d’imposta 2008 anche a luglio, senza venire penalizzato, in
più alcuni adempimenti sono rinviati fino a settembre.
La stagione delle dichiarazioni
dei redditi è entrata nel vivo da
qualche settimana. Il 16 giugno
era fissato il primo appuntamento
con i versamenti del saldo 2008
che risultano dal modello Unico
I
”
Dall’aggravio
dello 0,40 per
cento escluse solo
alcune categorie
di autonomi
”
2
LUGLIO 2009
NOTES
(persone fisiche) e del
primo acconto per il
2009. Ma si avvicinano anche le scadenze
per fare avere all’Amministrazione finanziaria il modello Unico: il
30 giugno per chi presenta la
versione cartacea tramite un ufficio postale e il 30 settembre per
chi lo trasmette per via telematica, direttamente o tramite un intermediario abilitato alla trasmissione o da un ufficio dell’Agenzia delle Entrate (si veda per i dettagli il Notes di Club3 di maggio
scorso).
La scadenza del 16 giugno,
però, era da rispettare per evitare di pagare gli interessi: il Fisco dava tempo ai contribuenti di
poter pagare anche nel periodo dal
17 giugno al 16 luglio 2009, ma
in cambio applicava, sulle somme
da corrispondere, una maggiorazione dello 0,40% a titolo di interesse corrispettivo, in pratica 4 euro ogni 1.000 dovuti.
Tuttavia, il Governo ha introdotto, se pur con limiti, la possibilità di sforare il termine del
16 giugno senza pagare di più.
Il ministero dell’Economia, infatti, ha licenziato il decreto che prevede la proroga dei termini per i
versamenti di Unico, limitatamente, però, per chi ha partita Iva ed
è soggetto agli studi di settore. Di
conseguenza, questi contribuenti
potranno versare senza aggravi fino al 6 luglio, con la possibilità di
mettersi in regola con la maggio-
ED È SOGGETTO AGLI STUDI DI SETTORE ARRIVANO VANTAGGI
razione entro il 5 agosto. Per tutti gli altri contribuenti restano
le scadenze del 16 giugno e del
16 luglio. Questa decisione deriva dai ritardi nel rilascio dei modelli per il computo dei ricavi rilevanti ai fini degli studi di settore,
che oggi sono disponibili sul sito
Internet www.agenziaentrate.it,
nella loro versione definitiva insieme alle istruzioni per calcolare le cifre da versare.
Invece, per la trasmissione telematica dei modelli 730, Caf,
professionisti abilitati e sostituti
di imposta hanno tempo fino al 15
luglio. La trasmissione telematica
alle Entrate da
parte dei sostituti
d’imposta dei dati fiscali e contri-
butivi (mod 770) va presentata,
invece, entro il 31 luglio.
Inoltre, il ministro dell’Economia ha firmato il decreto che rivede la misura degli interessi sui
pagamenti a rate e che è destinato a produrre effetti anche sui pagamenti legati alla tornata di dichiarazioni di quest’anno. Così,
chi sceglie, per esempio, di pagare a rate il debito che risulta
dalla dichiarazione potrà beneficiare di uno sconto del 2% sugli interessi.
dare una fotografia del nostro
Paese, con disaggregazione
provinciale, in merito alle
differenze tra i livelli di
reddito espressi e i consumi
o comunque il grado di
benessere riscontrato. «Per
ogni provincia», spiegano i
ricercatori di Sintesi, «è stata
fatta una semplice analisi
basata su alcuni indicatori
significativi – reddito
disponibile, consumi
alimentari, di energia e
benzina, percentuale di
autovetture con cilindrata
superiore ai 2.000 cc, n° auto
immatricolate per 1.000
abitanti, variazione percentuale
media ultimi tre anni dei
depositi, ecc. – in modo da
poter confrontare tra loro il
reddito disponibile da un lato
e il tenore di vita o comunque
i consumi dall’altro».
Ciò che balza all’occhio nella
graduatoria delle
“discrepanze statistiche” è
che in alcune province i
redditi e i livelli di benessere
(consumi) vanno di pari passo,
mentre in altre la capacità di
consumare e il tenore di vita
sembrano decisamente
superiori o inferiori al livello
di reddito disponibile.
Il Paese appare spaccato più o
meno a metà. Congruenza tra
redditi e stili di vita si
riscontra nelle province del
Nord-Italia e nella dorsale
adriatica. Prato, Bologna,
Forlì-Cesena, Bolzano, Biella,
Cuneo, Siena e Belluno,
Rovigo e Genova sono le 10
province dove addirittura
lo stile di vita è sostenuto
da elevati redditi pro-capite.
Al Centro-Sud, invece, le
incongruità sono decisamente
più sensibili.
La maglia “nera” in questa
particolare classifica va
assegnata soprattutto alle
province siciliane, a Crotone
e Caserta.
In provincia di Aosta, invece,
i dati incrociati mostrano più
autovetture dei conducenti
necessari a farle circolare.
2%
È lo sconto
sugli interessi
di cui si potrà
beneficiare
se si preferisce
la rateizzazione
LE VIRTUOSE
PROVINCIA
IL RISCHIO DI EVASIONE NELLE DIVERSE PROVINCE ITALIANE
Ma quali sono le province in
cui i contribuenti sono più in
regola con il Fisco?
A questo proposito risulta utile
l’indagine curata dal Centro
Studi Sintesi di Venezia che
ha tracciato una mappa sul
rischio di evasione nelle
province. Il dato più evidente
che emerge dallo studio è che
al Sud si spende più di quanto
si guadagna con forti
incongruenze tra i redditi
percepiti e il tenore di vita
assunto. Lo studio cerca di
In certe situazioni presentare
Unico può convenire anche a chi
è esonerato: gli interessati sono
lavoratori dipendenti, pensionati e
collaboratori a progetto che nel
2008 hanno sostenuto spese deducibili o detraibili e vogliono
chiedere il rimborso (o il riporto a
nuovo) di una parte delle ritenute
Irpef indicate nel Cud 2009.
Chiara Conti
1
2
3
4
5
6
PRATO
BOLOGNA
FORLÌ
BOLZANO
BIELLA
CUNEO
98
99
100
101
102
103
CASERTA
CROTONE
CATANIA
SIRACUSA
RAGUSA
AOSTA
REDDITO
DISPONIBILE (€)
SCOSTAMENTO
TRA REDDITO
E TENORE DI VITA
21.809,60
23.296,70
21.910,30
21.954,90
23.431,70
22.070,90
LE SOSPETTE
11.053,70
11.039,40
12.796,60
12.638,30
13.046,60
21.793,50
1,1656
1,1645
1,1498
1,1462
1,0882
0,9589
Pertanto, la graduatoria delle
discrepanze (differenze
statistiche) tra gli indicatori
considerati pone in evidenza
quali sono i comportamenti
dei residenti nelle diverse aree
territoriali.
-1,0590
-1,1736
-1,2390
-1,3363
-1,3837
-1,9692
*
Elaborazione del centro Studi Sintesi su dati ufficiali
IL GOVERNO HA DECISO ALCUNI SLITTAMENTI. PER CHI HA PARTITA IVA
positivi segnalano realtà locali in
*cuiScarti
il livello di benessere dei residenti
è mediamente inferiore al reddito disponile; diversamente, a valori negativi
corrispondono situazioni provinciali caratterizzate da propensione al consumo e tenore di vita mediamente superiore al reddito medio. Il che fa nascere
qualche sospetto sulla veridicità delle
dichiarazioni.
NOTES
3
LUGLIO 2009
PREVIDENZA
Colf e badanti, i contributi
entro il 10 luglio. Con modifiche
IN OCCASIONE DEI VERSAMENTI L’INPS HA CAMBIATO I MODULI
PER LE COMUNICAZIONI OBBLIGATORIE E HA FATTO PRECISAZIONI
scattato il conto alla rovescia
per i contributi da versare alle colf e alle badanti.
I datori di lavoro domestico,
che dispongono di una collaboratrice “in regola” per la cura della casa o per l’assistenza di una
persona malata, dovranno corrispondere, entro il 10 luglio, i
contributi relativi al secondo
trimestre del 2009. Vediamo perciò gli importi dovuti per quest’anno (si veda la tabella sotto),
analizzando però non tanto le modalità di pagamento, di cui ci sia-
I NUOVI MODELLI
”
È
Pagheranno senza
aggravi i datori
rispettosi dei termini
per le denunce
di assunzione
”
mo già occupati nei numeri precedenti del Notes di Club3, quanto piuttosto gli ultimi chiarimenti
di recente forniti dall’Inps sulle
comunicazioni obbligatorie dei
rapporti di lavoro per questa tipologia di dipendenti.
LAVORATORI ITALIANI E STRANIERI
Tutti i parametri e gli importi che i datori devono applicare ai loro dipendenti
RETRIBUZIONE ORARIA
EFFETTIVA
IMPORTO CONTRIBUTO ORARIO
CONVENZIONALE
COMPRENSIVO QUOTA
CUAF
SENZA QUOTA
CUAF (1)
FINO A (3) 7,17
6,36
1,33 (0,32) (2)
1,33 (0,32) (2)
OLTRE 7,17
FINO A 8,75
7,17
1,50 (0,36) (2)
1,50 (0,36) (2)
OLTRE 8,75
8,75
1,83 (0,44) (2)
1,83 (0,44) (2)
ORARIO DI LAVORO
SUPERIORE A 24 ORE
SETTIMANALI
4,62
0,97 (0,23) (2)
0,96 (0,23) (2)
(1)
Il contributo CUAF (Cassa Unica Assegni Familiari) non è
dovuto solo nel caso di rapporto fra coniugi e tra parenti o
affini entro il terzo grado conviventi.
4
LUGLIO 2009
NOTES
(2)
La cifra tra parentesi è la quota a carico
del lavoratore.
(3) Tutti gli importi si intendono espressi in euro.
L’Inps con la circolare 20/2009
aveva varato i due moduli COLDASS e COLD-VAR, necessari per
effettuare all’istituto tutte le comunicazioni obbligatorie relative
ai lavoratori domestici. Ora, però,
una nuova versione dei modelli
sostituisce la precedente e può essere scaricata dal sito www.inps.it,
nella sezione “modulistica”.
IL COLD-ASS. È il modulo
per l’assunzione. L’Inps ha precisato che:
la “data fine” va inserita solo
quando si tratta di un rapporto di lavoro a tempo determinato, mentre la cessazione va comunicata
con il modulo predisposto per le
variazioni (modulo COLD-VAR),
che dovrà essere acquisito con la
procedura di prossimo rilascio;
la retribuzione oraria e quella
mensile sono alternative. Si precisa che la retribuzione da inserire è quella concordata con il lavoratore, quindi non deve comprendere né la quota relativa alla
tredicesima, né quella relativa all’indennità di vitto e alloggio;
in caso di assunzione con contratto di lavoro ripartito va presentata una comunicazione per ogni
lavoratore, segnalando nella sezione 5 il codice fiscale del coobbligato. Il contratto di lavoro viene stipulato in forma scritta tra il da-
tore e due lavoratori che si dividono l’orario e si sostituiscono tra
di loro. Non è invece possibile la sostituzione da parte di terzi. Le dimissioni o il licenziamento di uno
dei lavoratori coobbligati comporta l’estinzione dell’intero vincolo
contrattuale, salvo diverso accordo tra le parti. In quest’ultimo caso il datore di lavoro dovrà denunciare l’assunzione del lavoratore
già coobbligato utilizzando il modulo COLD-ASS.
IL COLD-VAR. Serve per le
comunicazioni di cessazione, trasformazione, proroga del rapporto. Tutte le altre variazioni, già comunicate ai Servizi per l’Impiego, ma non transitate negli archivi centrali, potranno essere acquisite attraverso la funzione già in
uso in Intranet. Anche alle variazioni urgenti (per l’erogazione di prestazioni, per l’invio di ulteriori bollettini, ecc.), in attesa del rilascio
della nuova procedura, si potrà
provvedere con la funzione già in
uso in Intranet, avendo cura di tenere le comunicazioni in evidenza
affinché sia possibile la successiva acquisizione finalizzata alla trasmissione dei dati ai Servizi competenti (ministero del Lavoro, Inail
e Prefettura).
Il modulo di variazione è articolato in 6 sezioni di cui è obbligatorio compilare la n. 1, in
quanto necessaria per individuare
il rapporto di lavoro; delle altre sezioni va compilata solo quella per
cui va comunicata la variazione o
la cessazione. In particolare, i
campi della sezione n. 6, relativi
ai dati del rapporto di lavoro, vanno compilati solo se modificano
quelli comunicati in precedenza.
È ammessa la variazione del codice fiscale solo se l’anagrafe tributaria ne ha attribuito uno diverso, collegato al precedente, o se
quello comunicato prima risulta
errato a fronte di dati anagrafici
denunciati esattamente che permettono il prelievo del codice fiscale dall’anagrafe tributaria. Se per una
qualsiasi ragione il rapporto di lavoro, di cui si è data comunicazione preventiva, non si instaura, il
datore è tenuto a darne comunicazione non oltre i 5 giorni successivi a quello previsto per l’inizio del
rapporto. In attesa che venga rilasciata la procedura di variazione, la
comunicazione di annullamento
del rapporto si potrà fare tramite
comunicazione scritta alle sedi
Inps o chiamando il Contact Center al numero 803.164.
PER GLI EXTRACOMUNITARI
L’Inps ha precisato che l’efficacia della comunicazione obbligatoria non è rilevante ai fini della sottoscrizione e presentazione allo
Sportello Unico per l’Immigrazione del contratto di soggiorno
per lavoro subordinato, per l’assunzione di un lavoratore in possesso di permesso di soggiorno,
in corso di validità, che abiliti allo svolgimento di attività di lavoro subordinato (Mod. Q), obbligatorio dal 25 febbraio 2005. Pertanto, nel caso in cui si instauri
un nuovo rapporto di lavoro con
un cittadino non comunitario,
regolarmente soggiornante
in Italia, resta l’obbligo, per
il datore di lavoro, di trasmettere il contratto di
soggiorno, in quanto
con tale atto il datore
è tenuto a indicare
dove alloggia stabilmente il lavoratore
straniero e assume
l’impegno di pagare
le spese di ritorno
dello straniero nel Paese di provenienza.
PER L’ACQUISIZIONE TARDIVA
L’Inps ha precisato che le denunce di assunzione, presentate ai
Centri per l’impiego in base alle
disposizioni ora non più in vigore, sono pervenute all’Inps con
molto ritardo. Pertanto, a causa
dell’acquisizione ritardata, i datori di lavoro domestico si possono trovare a dover pagare più
trimestri pregressi entro 30 giorni dalla ricezione dei bollettini. Lo
stesso avviene nei casi di rapporti di lavoro sospesi in attesa di accertamenti, definiti con esito favorevole dopo parecchio tempo
dalla denuncia di assunzione. Perciò, accogliendo le istanze dei datori, è disposto che, esclusivamente per questi casi, previo accertamento che la comunicazione di assunzione sia stata presentata entro il
termine di legge, nel caso in cui il
ritardo nell’invio dei bollettini
comporti un arretrato di almeno 1
trimestre di importo superiore a
300 euro oltre al trimestre corrente, le sedi sono autorizzate, su richiesta del datore, a spostare il termine ultimo di pagamento dei trimestri pregressi a un massimo di 12
mesi dalla data di primo versamento rilevabile nell’archivio lavoro domestico. Così, il datore
avrà più tempo per pagare i
contributi riferiti ai trimestri pregressi senza aggravi, salvo l’obbligo di
pagare i contributi correnti alle normali scadenze previste.
Aldo Forte
5 giorni
di tempo
Se il rapporto
annunciato non
si instaura va
segnalato all’Inps
in breve tempo
NOTES
5
LUGLIO 2009
INTERNET
Il social network è di moda a ogni età... come le truffe
GLI OVER 50 UTILIZZANO SEMPRE DI PIÙ LE NUOVE TECNOLOGIE
”
In Internet
meglio usare
uno pseudonimo
e non il proprio
nome per intero
”
n Italia è stata di recente dimostrata la crescente sensibilità da
parte degli over 50 all’utilizzo delle cosiddette “nuove tecnologie”.
Basti pensare che solo nel 2008
è stato riscontrato un incremento nell’uso della rete Internet del 43% rispetto agli anni
precedenti.
Molti ultrasessantenni intervistati dichiarano, infatti, di sentirsi lontani dal luogo comune che
li vorrebbe soltanto concentrati
nel raccogliere i frutti di una vita
spesa tra lavoro, figli e nipoti.
Hanno invece voglia di confrontar-
I
IL RICORSO DIRETTO AL GARANTE DELLA PRIVACY
Prima di ricorrere alla
polizia giudiziaria va tenuto
presente che il Codice della
privacy (Dlgs 196/2003)
offre diversi strumenti di
tutela per l’utente che può
senza dubbio proteggere i
propri diritti rivolgendosi al
titolare del trattamento e, in
caso di mancata tutela,
presentando un ricorso al
Garante che prescriverà
ogni misura al fine di
rendere i trattamenti dei dati
personali conformi alla
legge, cancellando ove
occorra quelli dichiarati
illeciti. È proprio in questa
direzione che si muovono i
recenti provvedimenti del
6
LUGLIO 2009
NOTES
si con le innovazioni della società
moderna e pertanto utilizzano la
mail, la chat e i forum on line, perché anche per loro la voglia di comunicare e fare nuove conoscen-
ze cresce ogni giorno. Le nuove
tecnologie, del resto, ampliano le
possibilità di comunicazione e di incontro. Gruppi culturali per approfondire svariati argomenti nascono velocemente su Windows Live o su Facebook (i due più noti
“social network”), così come blog,
forum, gruppi liberi di discussione vengono fondati e gestiti da e
per i non più giovanissimi. Senza
contare che è ormai abitudine far
seguire alla frequentazione delle
“stanze informatiche” incontri di
persona, nelle nostre belle città turistiche o d’arte.
Garante che nuovamente è
intervenuto sul tema dello
“spamming” con un
provvedimento con il quale
si è ribadito che inviare
email, fax, sms, mms e
messaggi telefonici
preregistrati costituisce
un’attività altamente
invasiva della vita privata
degli individui e che,
pertanto, questo tipo di
attività legittima l’esercizio
di azioni civili per il
risarcimento dei danni
subiti. Per questa ragione, le
società che pratichino forme
di marketing attraverso
queste modalità, non
possono giustificarsi dicendo
di aver attinto i dati
personali dei destinatari dei
loro messaggi da elenchi
pubblici o Internet perché,
anche utilizzando questi
elenchi, ammonisce
il Garante, «non vi è
possibilità di un invio senza
consenso quando le
comunicazioni commerciali
sono effettuate con
particolari modalità (via fax,
posta elettronica, sms o mms
o chiamate vocali mediante
operatore automatico)».
Tecnicamente il ricorso in
questione deve indicare tutti
i seguenti elementi:
gli estremi identificativi
del ricorrente, dell’eventuale
procuratore, del titolare e, se
conosciuto, del responsabile
eventualmente designato;
gli elementi posti a
fondamento della domanda;
il provvedimento richiesto
al Garante;
la sottoscrizione del
ricorrente o del procuratore
speciale. Il ricorso è
validamente proposto
soltanto se è trasmesso con
plico raccomandato, oppure
per via telematica
osservando le modalità
relative alla sottoscrizione
con firma digitale, oppure
presentato direttamente
presso l’Ufficio del
Garante.
CRESCE ANCHE IL PERICOLO DI SUBIRE REATI COMMESSI VIA WEB
I RISCHI DEL MONDO VIRTUALE
È importante però conoscere
anche i rischi che comporta questo
universo virtuale, in quanto, se è affascinante creare sulla rete nuove
occasioni di condivisione e perfino opportunità di lavoro domiciliare, è anche vero che sono gli anziani sempre più il bersaglio della
criminalità informatica. Con frequenza quotidiana giungono segnalazioni di cittadini che utilizzano
il web per acquisti e transazioni,
senza sapere però che, con l’aumento delle transazioni economiche, crescono proporzionalmente
anche le frodi.
Tipica truffa via email è quella
in cui all’utente, dopo aver cliccato su un link, vengano richieste
password o informazioni di accesso a conti o carte di credito; situazione questa molto pericolosa soprattutto quando ingenuamente si
inserissero password bancarie,
stante il crescente fenomeno di
soggetti che si fingono istituti bancari con l’unico scopo di carpire
informazioni personali, come i dati di conto corrente e la password
del correntista. Ancora, il caso
di falsi messaggi che arrivano
nella nostra posta elettronica
apparentemente da siti di fiducia e che invece hanno l’unico
scopo di acquisire i dati personali: in pratica i truffatori del web,
tramite l’invio di messaggi pubblicitari o commerciali nella forma,
provenienti da siti che siamo soliti consultare, ci comunicano presunti problemi tecnici e dunque la
necessità di reinserire nuovamente i nostri dati personali, invitandoci nel peggiore dei casi a svelare non
solo i dati anagrafici ma anche
quelli di conto corrente (il cosiddetto “phishing”).
La migliore difesa, in questi casi, consiste nel prendere qualche
precauzione: leggere attentamente le email che dovessero arrivare e contattare i presunti mittenti
ricorrendo a canali ufficiali e non
utilizzando i numeri di riferimento indicati nella mail. Nessun ente economico, commerciale o
amministrativo, pubblico o privato, utilizza l’email per lo
scambio di informazioni tanto
delicate.
Altre volte però, si verificano
fenomeni più gravi, cioè i cosiddetti furti d’identità. Questo fenomeno è tanto pericoloso quanto facile, soprattutto nei social network
come Facebook, MySpace e simili, dove milioni di persone consegnano a un universo di interlocutori sconosciuti la propria “radiografia anagrafica”. Chiunque infatti può appropriarsi della vita di
chiunque altro arrivando fino all’assurdo di ritrovarsi vittime di
operazioni commerciali mai volute e coinvolti in trasferimenti
monetari illeciti on line. Anche in
questi casi, pur esistendo un’efficace legge di tutela della privacy,
nel caso si “frequentino” social
network del tipo MySpace o Facebook, è consigliabile evitare di
pubblicare informazioni personali quali dati anagrafici, indirizzi o
VADEMECUM “ANTI RAGGIRI”
1. Assicurarsi, prima di tutto, di installare un anti
virus e un sistema di sicurezza efficace ad evitare
gli attacchi più comuni ad opera dei programmi
“spyware” oppure le più insidiose strategie di
“phishing”;
2. utilizzare sempre password sicure e complesse,
diverse per ogni “luogo” (siti o caselle di posta)
frequentato; non usare mai come password
informazioni personali, come ad esempio codice
fiscale o data di nascita;
3. dotarsi per eventuali acquisti on line di una carta
di credito prepagata in modo da scongiurare il
pericolo di cloni che possano svuotare il nostro
conto corrente;
4. diffidare delle richieste di dati personali ricevute
tramite la posta elettronica, anche se con indirizzi
apparentemente legali della propria banca o della
propria assicurazione;
5. non compilare mai questionari che richiedano dati
sui propri consumi, sul proprio stile di vita, sulle
proprie abitudini, attività e ambizioni;
6. privilegiare nei conti correnti on line quelli che
utilizzano sistemi di sicurezza intrinseca (one-time
password e simili);
7. non servirsi mai di siti Web la cui notorietà è
incerta o scarsa.
anche il nome per intero. Meglio
servirsi di un nickname (cioè di
uno pseudonimo) o comunque
non fornire l’intero nome e tutelare le informazioni relative ai propri familiari e in generale a tutto
ciò che si riferisce alla nostra sfera privata. I ladri di identità, infatti, sanno efficacemente utilizzare
le tecniche di “social engineering”,
43%
di incremento
Di tanto è salito
nel 2008
l’uso della Rete
da parte di
ultrasessantenni
NOTES
79
LUGLIO 2009
L’avvocato
valorizzando i pochi dati in proprio
possesso per ottenerne sempre di
più. È incredibile quanto funzioni
questo insidioso metodo: si pensi
al caso del famosissimo Kevin Mitnick che per anni ingannò perfino
l’FBI inserendosi nei database pubblici più delicati e importanti grazie
alle password di accesso carpite
agli ingenui impiegati.
”
LE AUTORITÀ A CUI RIVOLGERSI
La polizia postale è
quella competente
per tutti i casi
di uso distorto
delle tecnologie
”
Nell’ipotesi si subisca un danno derivante da una truffa on line
o dal furto della propria identità,
si può denunciare il caso alle autorità competenti e pertanto al Garante della Privacy (www.garanteprivacy.it), all’Autorità di Garanzia per le Comunicazioni
(www.agcom.it) e, non ultima, alla Polizia Postale (http://poliziadistato.it/articolo/982-Polizia_delle_Comunicazioni). È proprio questa, infatti, competente a contrastare l’uso distorto delle tecnologie su tutto il territorio nazionale e
a operare per la sicurezza dei cittadini al fine di contrastare la diffusione di organizzazioni crimi-
nali che utilizzino il web per scopi illeciti. La polizia postale e delle comunicazioni, infatti, compie,
in stretta collaborazione con l’Autorità garante delle comunicazioni e il Ministero delle Comunicazioni, alte investigazioni di polizia giudiziaria, in via generale per
tutti quei reati correlati al computer-crime/cybercrime e per tutte le
fattispecie criminali poste in essere con l’aiuto dei più recenti strumenti tecnologici/informatici e/o
che mirano a creare danno a questi ultimi. In particolare, l’attività della polizia postale tratta dei
reati in materia di pedofilia, pirateria informatica, privacy, ecommerce ecc. Il cittadino-utente avrà la possibilità di rivolgersi
all’autorità giudiziaria in sede civile e anche penale per la tutela dei
propri diritti. Per ogni modo, la
migliore tutela è, come sempre, la
prevenzione. Proteggendo i propri
dati, diffidando di chiunque li richieda senza un fondato motivo e
utilizzando piccoli accorgimenti,
si farà in modo che l’utilizzo della rete resti soltanto un sistema piacevole per tenere la mente sveglia
e favorire nuovi incontri e rapporti sociali in genere. L’uso delle
nuove tecnologie è solitamente il
frutto di una passione nata prima per
curiosità e poi diventata un’abitudine alla quale diventa difficile rinunciare, grazie alle enormi sue
potenzialità, sia sociali sia culturali. Tante signore, intervistate sul
punto, hanno risposto che il luogo migliore per connettersi ad Internet è la cucina, dove allo stesso tempo preparano deliziosi manicaretti e navigano avendo un occhio sempre attento a quello che
accade nel mondo, ma conservando uno stretto legame con la realtà delle proprie case.
Laura Genovese
VOI DOMANDATE GLI ESPERTI RISPONDONO
Club3 fornisce ai lettori anche un servizio
Gli esperti di Club3 rispondono ad ogni
di consulenza da parte dei suoi esperti. Le
domande e le risposte di interesse generale
potranno essere pubblicate, per gli altri
quesiti la risposta sarà privata. Chi desidera
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domanda di carattere economico, finanziario,
fiscale, normativo e previdenziale purché sia
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8
LUGLIO 2009
NOTES
Nome e Cognome
Via (o piazza)
Cap
Provincia
Città
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Per informazioni su questo servizio si può telefonare
ogni mercoledì – dalle 14 alle 15 – al numero 02.36.53.83.08.
a cura di LAURA GENOVESE
SOLO IL CONIUGE SOPRAVVISSUTO HA DIRITTO ALLA CASA
ono un settantanovenne vedovo da
Smoglie,
quasi dieci anni che, al decesso della
con la quale dividevo al 50% la
proprietà immobiliare, nella quale
tuttavia abito, ne è diventato
proprietario al 66 per cento.
Il rimanente 33% è suddiviso fra i due
figli non coabitanti con i quali vivo un
rapporto difficile, avendo ora come
compagna di vita una signora
sessantasettenne, fatto a loro non
gradito. Ciò premesso e considerata la
mia età, domando se esista una via
legale, in caso di mia premorienza per
assicurare alla mia attuale compagna la
possibilità di continuare a vivere in
questa casa, senza ricorrere a un
eventuale matrimonio.
L. F., Trani
Purtroppo non esiste una tutela
giuridica che possa garantire alla sua
convivente di continuare a occupare
l’intera proprietà immobiliare
successivamente alla sua scomparsa.
Il legislatore, infatti, ha voluto
specificamente tutelare solo il coniuge,
attribuendo allo stesso ex art. 540 del
Codice Civile, il diritto di abitazione sulla
casa adibita a residenza familiare e di
uso sui mobili, sempre che la stessa
fosse di proprietà del de cuius o in
comunione tra lui e il coniuge. Dunque,
fermo restando che allo stato non potrà
garantire alla sua convivente di
continuare a vivere nella casa,
tuttavia, potrà la sua convivente
succederle per testamento; in
pratica potrà attribuire alla stessa
tutti i beni e le sostanze rientranti
nella cosiddetta quota
disponibile, ossia potrà lasciarle
tutti i beni di sua proprietà a
eccezione di quelli che
costituiscono la quota che la legge
conserva agli eredi legittimi.
Se, come da quanto ho potuto capire,
i figli di cui parla sono della sua prima
moglie e non anche suoi, allora potrà
lasciare mediante testamento alla sua
attuale compagna, la proprietà dell’intero
66%; nel caso contrario e se non
possiede altri beni, una parte della casa
andrà per legge ai suoi figli.
In ogni caso, difficilmente la sua
compagna avrà la possibilità di
continuare a vivere nell’appartamento in
mancanza del consenso dei due figli.
Consiglio pertanto di discutere
serenamente della questione, magari
raggiungendo un accordo che possa
soddisfare le aspettative di tutti.
LA COMUNIONE DEI BENI
ANCHE PRIMA DEL 1975
Io e mia moglie, sposati prima del 1975,
non abbiamo mai stipulato alcuna
convenzione matrimoniale.
Il 10 ottobre del 1976 abbiamo
acquistato un appartamento intestandolo
soltanto a me nella convinzione che fosse
automaticamente di entrambi in parti
uguali. A questo punto però domando:
oggi l’appartamento è di esclusiva
proprietà dell’intestatario o di entrambi?
E per quale ragione?
L.D., Thiene
Prima dell’entrata in vigore della
legge n. 151 del 1975 di riforma del
diritto di famiglia, il regime patrimoniale
legale, in mancanza di una volontà
contraria dei coniugi, era la
separazione dei beni: ai coniugi,
pertanto, veniva, comunque,
data la possibilità
di adottare, con apposita
convenzione, il regime della
comunione dei beni.
Attualmente, invece, la
regola generale è quella
opposta, ovvero che dopo
il matrimonio, salvo patto contrario, si
applica il regime della comunione legale
dei beni. La regola della comunione si
applica automaticamente dal momento
delle nozze per tutti i matrimoni celebrati
dopo l’entrata in vigore della riforma del
diritto di famiglia. La riforma introdotta
con la legge 151 del 1975 ha portato
dunque notevoli trasformazioni per ciò
che attiene alla disciplina dei rapporti
familiari, concretando un vero e proprio
capovolgimento della prospettiva in
materia di rapporti patrimoniali tra
coniugi, ponendo, come regola legale
di questi, quella della comunione,
riducendo a una mera opzione
convenzionale quella della separazione.
Ne consegue che, ai sensi dell’art. 228
della legge di riforma n. 151/75, “le
famiglie già costituite alla data di entrata
in vigore della presente legge, decorso il
termine di due anni dalla suddetta data,
sono assoggettate al regime della
comunione legale per i beni acquistati
successivamente alla medesima data, a
meno che entro lo stesso termine uno dei
coniugi non manifesti volontà contraria in
atto ricevuto da notaio o dall’ufficiale
dello stato civile del luogo in cui fu
celebrato il matrimonio”; pertanto, la
comunione dei beni si applica a tutti gli
acquisti effettuati successivamente al 20
settembre 1975, a meno che anche uno
soltanto dei coniugi abbia deciso di
mantenere il precedente regime di
separazione dei beni con dichiarazione
notarile fatta entro il 15 gennaio 1978.
Stando così le cose, alla luce di quanto
fin qui esposto, l’appartamento in
questione, essendo stato acquistato
(insieme o separatamente) in costanza
di matrimonio, dopo il settembre del
1975 e in assenza di dichiarazioni dei
coniugi di voler conservare il regime
della separazione, è caduto senz’altro in
comunione dei beni.
NOTES
9
LUGLIO 2009
SALUTE
Prima di acquistare medicinali
c’è il “trovafarmaco” on line
UN MOTORE DI RICERCA PERMETTE DI CONFRONTARE I PREZZI
DEI DIVERSI PRODOTTI PER UNA SCELTA CHE SIA CONSAPEVOLE
”
I diritti sui brevetti
scadono dopo
vent’anni e i
principi attivi
diventato “liberi”
”
10
LUGLIO 2009
NOTES
uando si parla di salute
non si bada a spese. Ma
nei medicinali talvolta ciò che si
paga è il marchio, ossia i diritti di
brevetto di chi per primo ha scoperto e commercializzato una certa
sostanza. Ma dopo vent’anni, o
poco più, i diritti scadono e, se
non rinnovati, la “ricetta” diventa alla portata di tutti con
un forte abbassamento dei costi.
È così che nascono i generici:
l’Aulin gel costa 6 euro al grammo,
il Nimesulide in compresse, cioè il
suo generico, costa invece 87 centesimi al grammo. Una differenza non da poco che dovrebbe spingere i medici di famiglia a consigliare il farmaco più adatto e conveniente. Se il medico ha prescritto un medicinale non generico, il
Q
cui costo è superiore alla cifra rimborsata dal sistema sanitario, si
può chiedere che ci venga venduto il corrispondente non di marca, a meno che sulla ricetta non ci
sia scritto “insostituibile”.
Per aiutare i clienti da oggi vi è
anche un apposito motore di ricerca on line (www.generici.com)
dove è possibile confrontare i diversi medicinali sul mercato inserendo o il principio attivo che interessa o il nome più noto del farmaco. Se si cerca “Aspirina”, per
esempio, la schermata mette a
confronto le 13 diverse confezioni prodotte sotto questo nome dalla Bayer, due generici e altri quattro prodotti a base di acetilsalicilico commercializzati da altre
aziende. Il confronto viene fatto
per confezione e per grammo, per
rendere più preciso il calcolo,
mentre i dati provengono da fonti ufficiali, quali il ministero della
Sanità, Farmadisco e gli informatori farmaceutici delle aziende.
I generici – detti farmaci preconfezionati prodotti industrialmente – sono stati introdotti con
la Finanziaria del 1996 e nell’arco
di più di dieci anni sta crescendo
il numero di prodotti in vendita;
tuttavia, il mercato è cominciato
a decollare solo negli ultimi anni
a causa della forte concorrenza tra
le aziende. Secondo le stime del
sistema sanitario nel 2014 i generici raggiungeranno l’80% del
mercato, per un risparmio di almeno 500 milioni di euro.
Un sistema “trova farmaco” è
stato attivato anche sul sito dell’associazione Altroconsumo
(www.altroconsumo.it) che permette di individuare il generico del
medicinale che si desidera.
I PARAFARMACI
Prezzi più convenienti si trovano spesso anche nei corner dei supermercati dove, con la liberalizzazione introdotta dal decreto Bersani, si possono acquistare medicinali per l’automedicazione, cioè
quelli che non necessitano di ricetta medica. Ricorrere ai parafarmaci è un’abitudine sempre più
diffusa, nonostante le raccomandazioni a non improvvisarsi medici.
Così le grandi catene si sono attrezzate e mettono a disposizione
marchi propri o meno noti, ma
con gli stessi principi curativi e a
prezzi più bassi. I medicinali da
banco rientrano in quelli cosiddetti di “fascia C”,
cioè non sono
rimborsabili dal
sistema sanitario nazionale e
non se ne può
essere esentati.
Ma come si ri-
conoscono questi prodotti e chi garantisce la loro qualità? Sono diversi i nomi con cui vengono chiamati (farmaci di automedicazione, da banco, senza obbligo di prescrizione) e sono tutti identificati
da un bollino rosso che riporta la
scritta “Farmaco senza obbligo di
ricetta”, a garanzia della sicurezza del medicinale. Si distinguono
due classi, quelli detti Sop (senza
obbligo di prescrizione) e gli Otc
(“Over the counter”, da banco):
entrambi possono essere venduti
nelle parafarmacie, ma i primi vanno consigliati dal farmacista e non
possono essere pubblicizzati all’interno del punto vendita, mentre
per gli Otc è consentita la vendita
diretta e la pubblicità.
I medicinali senza obbligo di
prescrizione alleviano i sintomi e non sono propriamente
curativi: per la loro larga applicazione, in genere, si escludono
effetti collaterali, anche se è sempre opportuno farsi consigliare dal
farmacista, in particolare nel caso di anziani, bambini, donne in
gravidanza o se si stanno seguendo altre cure farmacologiche.
Per aiutare i cittadini a orientarsi tra le cure “fai da te”, l’Anifa
(Associazione nazionale dell’industria farmaceutica) ha realizzato una guida per il consumo responsabile di questi farmaci, facendo conoscere i vantaggi del loro uso, ma anche i possibili rischi.
La guida è consultabile on line
(anifa.federchimica.it), ma è possibile trovarla anche nelle sedi dell’Unione consumatori: vi sono indicate le regole per la scelta e
l’uso corretto, oltre ai consigli per
chi parte in viaggio o per categorie protette di pazienti.
GLI INTEGRATORI
sen, ha deciso di monitorare il
mercato analizzando le abitudini di
consumo dei clienti di 17.500 farmacie, 2.300 parafarmacie e 8.900
negozi di mass market sparsi per
l’Italia.
Il settore degli integratori alimentari non è stato colpito neppure dalla crisi dei consumi e
la crescita della domanda ha permesso alle 1.200 aziende produttrici di prodotti salutistici di chiudere lo scorso anno con bilanci
positivi, mentre le prospettive per
il 2009 prevedono un indotto di
1.453 milioni di euro e oltre 120 milioni di confezioni prodotte.
Eleonora Della Ratta
500 milioni
di euro
È questo il risparmio
minimo stimato
dalla Sanità nel
2014, con i generici
a quota 80 per cento
Per bambini, per sportivi, per
studenti sotto esame o per over
50. Ormai ne esistono di ogni tipo
e gli integratori chimico-farmaceutici hanno soppiantato il vecchio uovo sbattuto che sembrava
avere effetti miracolosi fino a vent’anni fa. Farmacie, parafarmacie
e supermercati ne sono ben forniti e i consumi crescono continuamente in tutte le stagioni. La federazione farmaceutica Federsalus, in collaborazione con Ac Niel-
IL CODICE FISCALE FA LA DIFFERENZA
Nella dichiarazione dei redditi è
possibile detrarre tutte le spese
sanitarie, anche quelle per l’acquisto
dei farmaci per l’automedicazione che
si possono comprare senza ricetta
medica. Vanno, però, conservati tutti
gli scontrini emessi durante l’anno a
cui si riferisce la dichiarazione dei
redditi. Scontrini e ricevute devono
essere “parlanti”, cioè devono
riportare il codice fiscale di chi lo
porta in detrazione, così come il nome
del medicinale e anche il numero di
confezioni, così da distinguerlo da
altri prodotti come i cosmetici. Per
essere certi di non andare incontro a
errori e comunque per velocizzare il
pagamento, è bene mostrare al
farmacista o alla cassa del
supermercato la tessera sanitaria su
cui è riportato il codice a barre che, a
sua volta, identifica il codice fiscale.
Nel caso in cui non si abbia con sé
la tessera sarà sufficiente dire al
farmacista il numero del codice fiscale
da inserire. Inoltre, proprio perché
non è necessaria la ricetta medica, nel
caso dei medicinali da parafarmacia
il cliente è tenuto a compilare
un’autocertificazione che attesti la
necessità di acquistare quei prodotti
per la propria salute. Gli scontrini
devono essere conservati e presentati
con la documentazione necessaria ai
fini della dichiarazione dei redditi e,
come il resto dei documenti, tutto ciò
che riguarda
le spese mediche detratte deve essere
conservato per cinque anni.
NOTES
11
LUGLIO 2009
IMMOBILI
Certificato obbligatorio. Ma solo per chi lo vuole
IL VALORE DI UN ALLOGGIO ANDREBBE DECISO ANCHE IN BASE
a legge c’è: se volete rispettarla tanto meglio. Altrimenti pazienza. Sembra un’affermazione assurda, eppure, in materia
di certificazione energetica, le
cose stanno proprio così. In Italia c’è l’obbligo di farla quando si vende un immobile, ma
di fatto la casa si può vendere
lo stesso. Senza certificarla.
Com’è possibile?
L
”
La prima
direttiva europea
sull’argomento
è stata emanata
sette anni fa
”
12
LUGLIO 2009
NOTES
UNA CONTRADDIZIONE
La certificazione energetica degli immobili nasce al fine di promuovere la cultura del risparmio
e della sostenibilità, misurando la
qualità e il valore sul mercato di
un edificio anche in base al suo
consumo energetico. La prima direttiva europea sull’argomento è
stata emanata già nel 2002 (Dir.
2002/91/CE). In Italia, dal 2005, diversi decreti legislativi in materia
hanno esteso progressivamente
l’obbligo di certificare l’efficienza energetica degli immobili.
Il 1° luglio 2009 dovrebbe
scattare l’obbligo dell’attestato
di efficienza energetica per la
compravendita e l’affitto dei singoli appartamenti, anche di quelli di vecchia costruzione. La norma, tuttavia, è viziata dal fatto che
la Finanziaria 2008 ha abolito la
nullità dell’atto di vendita o del
contratto di affitto, nel caso di
mancanza della certificazione.
L’Adiconsum si sta battendo perché tale provvedimento venga ripristinato, anche in considerazione dei richiami della Commissio-
ne Europea. In vista
dell’ennesimo passo in
questa direzione, l’Associazione
ha pubblicato una guida che racchiude tutto quel che proprietari,
affittuari, acquirenti, ma anche enti pubblici e costruttori edili devono sapere per mettersi in regola e
comprendere con chiarezza l’impatto energetico della propria abitazione. E la sua importanza.
DALLA “A” ALLA “G”
La valutazione della prestazione
energetica della struttura abitativa viene effettuata tramite uno o
più sopralluoghi da parte di un tecnico abilitato. Essa dovrebbe considerare i consumi dell’impianto
di riscaldamento, dell’acqua calda sanitaria, del condizionamento estivo, della ventilazione e del-
l’illuminazione, nonché l’eventuale presenza di fonti rinnovabili e
la stima delle emissioni di gas a
effetto serra determinate dagli
usi energetici dell’edificio. Di
fatto, allo stato attuale, gli obblighi riguardano solo il riscaldamento, nonostante gli
impianti di condizionamento, specie al Sud, influiscano
assai sul consumo energetico
degli edifici. Il certificato che
consegue alla perizia classifica l’appartamento o l’edificio
in esame in base a una scala che
va da A+ (massima prestazione e
minimo consumo annuale) a G
(minima prestazione e massimi
consumi annuali). Se la casa ha
già buoni valori di consumo energetico, la certificazione conferisce un ulteriore pregio all’immobile; in caso contrario, fornirà suggerimenti utili sugli interventi da effettuare per risparmiare energia.
Il certificato ha validità per 10
anni e andrebbe aggiornato dopo ogni intervento di ristrutturazione che modifichi le prestazioni energetiche dell’impianto. Si ottiene, di solito, nel giro di
due settimane dalla perizia. Spetta a chi mette l’immobile sul mercato richiedere la certificazione e
a lui compete anche l’onere delle
spese. Ottenere il certificato è fondamentale per chi acquista: solo
in questo modo, infatti, può valutare con esattezza quanto consuma l’appartamento che sta per acquistare e stimare il suo valore con
più consapevolezza.
AL CONSUMO DI ENERGIA, MA LA LEGGE È ANCORA AMBIGUA
RIQUALIFICARE CONVIENE
Per come stanno le cose, oggi,
l’opportunità di stilare o meno il certificato energetico resta, di fatto,
a discrezione del proprietario dell’immobile. Nell’attesa che la legge perda l’ambiguità che la caratterizza, i proprietari possono decidere di certificare volontariamente il proprio immobile, godendo anche di agevolazioni e
incentivi riconosciuti dalle amministrazioni pubbliche nel caso
di migliorie.
In materia di riqualificazione
energetica, per esempio, la Finanziaria 2009 prevede una detrazione dall’Irpef del 55% sulle spese per
interventi di riqualificazione energetica effettuati fino al 2010. Può
chiederla chiunque sostenga le
spese, anche se si tratta del conduttore di un affitto.
Un altro strumento finanziario atto a favorire il risparmio
energetico è il Contratto Servizio Energia, stipulato fra il proprietario dell’impianto di riscaldamento e alcune società denominate
ESCo (Energy Service Company). In base al contratto la società
effettuerà, in casa del proprietario, tutti gli interventi necessari
per ridurre i consumi energetici
(per esempio la sostituzione della
caldaia) a proprie spese, mentre il
cliente pagherà alla ESCo per 5/7
anni un importo pari a quello delle precedenti bollette, senza ulteriori spese. In questo modo gli investimenti sostenuti dalla ESCo
sono ripagati negli anni dai mino-
ri costi di esercizio e allo scadere
del contratto il proprietario si ritroverà un impianto nuovo e più
efficiente, che gli farà consumare
molto meno e godere in breve
tempo di un notevole risparmio.
IL CAMMINO NORMATIVO
Dall’8 ottobre 2006 gli edifici
di nuova costruzione e quelli oggetto di grossi interventi di ristrutturazione devono essere dotati di
attestato di certificazione energetica (Dlgs 192/05)
Dal 1° gennaio 2007 il certificato energetico è necessario per
ottenere agevolazioni fiscali per
ristrutturazioni in funzione di una
maggiore efficienza energetica
(Dlgs 311/06)
Dal 1° luglio 2007 è obbligatorio nella compravendita di edifici
di nuova costruzione o con superficie utile maggiore di 1000 m2
(Dlgs 311/06)
Dal 1° luglio 2008 è obbligatorio nella compravendita di edifici con superficie utile minore di
1000 m2 (Dlgs 311/06)
Dal 1° luglio 2009 l’attestato
di efficienza energetica dovrebbe diventare obbligatorio nella
compravendita anche del singolo appartamento, ma il Dlgs
112/2008 ha abrogato l’obbligo
di allegarlo al certificato di vendita pena la sua nullità.
In ogni caso, il compratore o l’affittuario può comunque pretenderlo prima di firmare il contratto.
I decreti legislativi interessano
non solo abitazioni monofamilia-
ri e condomini, ma anche uffici,
scuole, ospedali, alberghi, ristoranti, impianti sportivi, negozi e
qualsiasi fabbricato che utilizzi
energia.
Va detto, però, che al di là delle leggi nazionali, diverse Regioni e Province hanno fissato i requisiti minimi prestazionali degli
edifici e hanno varato provvedimenti all’avanguardia in materia
di certificazione energetica.
Per fare solo un esempio, la
Provincia di Trento ha approvato
alla fine del 2008 un regolamento
in base al quale, entro il 31 dicembre del 2013, tutti gli edifici pubblici dovranno essere dotati dell’attestato di certificazione energetica e i più efficienti saranno
contraddistinti da un marchio
esposto. Altre Regioni con regolamenti particolarmente virtuosi
in materia sono la Liguria, il Piemonte e la Valle d’Aosta.
Caterina Allegro
1° luglio
di quest’anno
Dovrebbe scattare
l’obbligo di attestare
l’efficienza
energetica dei
singoli appartamenti
UN UTILE VADEMECUM
“Avere un’abitazione a basso impatto energetico
è un diritto/dovere di ogni cittadino”: parola di
Pieraldo Isolani, co-autore della guida La
certificazione energetica degli edifici. Gli
obblighi, le scadenze, i benefici. Il vademecum,
che oltre alla normativa contiene una sezione
di utili consigli per risparmiare energia in casa,
una lista di indirizzi ed enti utili a cui rivolgersi
e i regolamenti a livello locale, è scaricabile
gratuitamente sul sito dell’Adiconsum, alla
pagina “Energia e ambiente”.
NOTES
13
LUGLIO 2009
Questioni di casa
a cura di SILVIO REZZONICO
GLI INQUILINI TACCIONO NONOSTANTE LA DISDETTA
el 1989 ho dato in affitto una casa a
Nin questa
una coppia di sposi, da allora vivono
mia abitazione e pagano mese
per mese. L’ultimo contratto l’ho fatto
loro nell’anno 2000 con scadenza 7 luglio
2008. Ho però mandato la disdetta il 27
agosto del 2007, ma fino a oggi non ho
ricevuto alcuna risposta, benché mi
abbiano continuato a pagare
regolarmente. Come devo regolarmi?
Devo chiedere un aumento o agire
per vie legali (a questo non vorrei
arrivare)? Se in questi giorni mi
lasciano sotto la porta l’importo del
mese corrente, devo accettarlo o
rifiutarlo?
A. M., Napoli
I La disdetta è stata inviata nei
termini di legge (che sono almeno 6
mesi prima) e il contratto aveva una
regolare durata (4 anni più 4). Essendo il
contratto scaduto e, dal momento che gli
inquilini non hanno ancora liberato
l’immobile, non resta altra possibilità che
adire alle vie legali tramite un avvocato e
chiedere uno sfratto per finita locazione,
sobbarcandosi le relative spese e
seccature. Non ha, infatti, validità
neanche una dichiarazione firmata
dell’inquilino in cui assicura che se ne
andrà a una certa data. Le consigliamo
di fare regolari ricevute controfirmate dei
canoni senza limitarsi a riceverli “sotto la
porta” e di inviare un’ulteriore lettera in
cui si comunica che l’importo versato del
canone è da considerarsi a titolo di
indennità di occupazione, fermo restando
il diritto al risarcimento del danno e delle
spese legali.
GRONDAIE MAL INSTALLATE,
MA NON C’È NIENTE DA FARE
Vorrei sapere se è vero che per danni
dovuti all’errata costruzione e dimensione
delle grondaie del condominio, riscontrati
14
LUGLIO 2009
NOTES
purtroppo anni dopo, è possibile
richiedere il rifacimento o risarcimento
del malfatto alla ditta appaltatrice.
A. R., Lodi
I Ultimata l’opera
il committente è
tenuto a eseguire
i controlli del
caso prima della
sua accettazione;
può essere
espressa o tacita
(per esempio,
attraverso il
pagamento
senza riserve
di quanto
dovuto).
Con l’accettazione, però,non è più
possibile protestare per i vizi dell’opera
o la sua diversità da quanto convenuto,
se essi sono palesi, cioè evidenti o
comunque riconoscibili.
È ben vero che le grondaie di un tetto,
ultimate in piena estate, possono
perdere acqua al momento delle piogge
autunnali. In tal caso, il vizio può essere
giudicato “occulto” e l’appaltatore deve
prestare due tipi di garanzia. La prima
è biennale e copre le opere di minor
durata. La seconda è decennale ed è
prevista esplicitamente dal codice per
gli edifici o comunque per “le altre cose
immobili destinate per loro natura a
lunga durata” e per i vizi gravi.
Nel caso in questione la garanzia è
senz’altro biennale, ma prevede che la
denuncia dei vizi sia fatta entro 60
giorni dalla loro scoperta ed entro 2
anni dalla consegna.
Tuttavia ci pare di capire che il termine
di 60 giorni dalla scoperta sia decorso e
quindi, in assenza di un contratto con la
stessa ditta che ne fissa uno più lungo,
purtroppo c’è poco da fare.
DISTACCO DAL RISCALDAMENTO:
QUALI SONO GLI OSTACOLI
Abito in un condominio di 10
appartamenti, il riscaldamento è
centralizzato e funziona a gasolio.
In agosto del 2008 in questo paese
viene erogato il gas metano. Ho deciso
così di separarmi, assicurato da un
tecnico della ditta che ha eseguito i
lavori a casa mia che fosse legalmente
possibile, salvo contribuire alle spese
per il mantenimento del bene comune.
Sono convinto di essere nella ragione
(avendo letto anche pag. 9 del Notes di
Club 3 di gennaio). Non la pensano così
l’amministratore (condomino) e alcuni
condomini che minacciano liti.
D. V. F., Fidenza
I L’unico ostacolo legale è dato dal
fatto che il regolamento condominiale
contrattuale vieti espressamente il
distacco (o comunque la rinuncia alle
cose comuni ai sensi dell’articolo 1118,
secondo comma del Codice civile).
Vi possono essere inoltre degli ostacoli
tecnici, quali l’impossibilità di assicurare
uno scarico dei fumi, oltre il colmo del
tetto, che sia adeguato. Un consiglio,
però: dal punto di vista del risparmio
energetico (e dell’investimento che Lei
sarà costretto ad affrontare), sarebbe
probabilmente più conveniente che
l’intero condominio passasse al metano
e che sia assicurata la contabilizzazione
del calore (vale a dire la possibilità di
spegnere e regolare il calore all’interno
dei singoli appartamenti).
A proposito, se si ricorre a una caldaia a
condensazione centralizzata è possibile,
fino al 2010, godere della detrazione
fiscale del 55% sulle spese affrontate
per i lavori. Si tratta di una scelta
adottabile a semplice maggioranza dei
presenti in un’assemblea validamente
costituita.
SERVIZI
Se non ricevete la posta a casa,
significa che è finita al macero...
DAI LUOGHI DI VACANZA SI SCRIVONO MOLTE CARTOLINE. ECCO
I CONSIGLI AFFINCHÉ LA CORRISPONDENZA GIUNGA A DESTINAZIONE
ensate un po’ che differenza
di trattamento: se un postino
butta una lettera in un prato è responsabile di distruzione di corrispondenza e può subire una condanna (art. 619 Codice penale). Se invece le Poste buttano al macero
centomila cartoline, non sono responsabili perché applicano il regolamento, quindi è tutto legale.
Poiché però tutti scriviamo
qualche lettera e spediamo tante
cartoline soprattutto d’estate, è
bene conoscere i meccanismi per
evitare spiacevoli sorprese al ritorno dalle vacanze.
P
PIÙ PESA PIÙ COSTA
Ricordiamo che le tariffe postali prevedono per la corrispondenza ordinaria una tariffa con affrancatura di 0,60 euro, sia per lettere
che per cartoline (un tempo per
le ultime si pagava meno). Ma la
tariffa è valida per una busta di
peso non superiore a 20 grammi,
altrimenti il francobollo deve essere di 1,40 euro e il costo cresce
al crescere del peso. Inoltre, può
verificarsi il caso della “distrazione totale”, cioè di inserimento nella buca delle lettere della corrispondenza priva del
tutto di francobollo. La
procedura di Poste Italiane prevede che la “distrazione totale” (ma
anche quella parziale)
possa provocare la “distruzione totale” della corrispondenza. Vediamo come e perché. L’art. 17 del
regolamento (“Invii postali privi
di affrancatura”) dispone che: “Gli
invii postali non affrancati con una
delle modalità di cui al precedente art. 16 non sono recapitati e sono restituiti al mittente, previo pagamento dell’importo dovuto. Se il
mittente non è individuato con certezza o rifiuta il pagamento, gli invii sono distrutti. Gli invii postali
diretti all’estero senza affrancatura sono restituiti al mittente, se individuabile, altrimenti vengono distrutti.” L’art. 18, poi, disciplina
l’ipotesi di affrancatura insufficiente: “Gli invii postali con affrancatura insufficiente sono restituiti al mittente, previo pagamento dell’integrazione dell’affrancatura. Se il mittente non è individuato con certezza, o rifiuta l’integrazione, gli invii sono distrutti.
Se tale irregolarità è rilevata in fase di recapito, Poste Italiane, prima
della restituzione al mittente dell’invio con affrancatura insufficiente,
chiede al destinatario se intende
ricevere l’invio previo pagamento dell’integrazione di
prezzo. Gli invii postali diretti all’estero
con affrancatura insufficiente sono restituiti al
mittente, se individuabi-
le, altrimenti vengono
distrutti.”
Quindi se non c’è il
francobollo e se non è
indicato il mittente, la
posta va al macero.
Nel caso di francobollo insufficiente
(mancanza “lieve”), i
casi sono due: se la posta se ne accorge in partenza, la restituisce al
mittente o la invia al macero (in
assenza di recapito); se invece se ne
accorge a destinazione, chiede l’integrazione e l’ammenda al destinatario e se questi rifiuta il pagamento la invia al macero. È evidente
che per le cartoline la sorte è segnata, mancando l’indirizzo di chi
spedisce, a differenza delle lettere, in quanto il mittente va indicato sul retro della busta.
0,60 euro
in tutto
È questa la tariffa
per l’affrancatura
di una lettera
la cui busta non
superi i 20 grammi
FRANCOBOLLO E MITTENTE
1. Se spedite una lettera con più
di un foglio è bene farsela pesare
(basta andare da un tabaccaio che
è attrezzato e conosce le tariffe).
2. Prima di infilare la busta nella
buca verificate che abbia il francobollo.
3. Ricordate di riportare sempre
nome e indirizzo ben chiaro sul
retro della busta. A questo punto, se
avete rispettato tutte le regole e la
lettera non arriva è soltanto colpa
delle Poste, non vostra .
Gian Luigi De Marchi
NOTES
15
LUGLIO 2009
VACANZE/ 1
Viaggi aerei, come orientarsi
fra tante occasioni “fai da te”
SUI SITI INTERNET DI OFFERTE TURISTICHE E COMPAGNIE LOW COST
LE ALTERNATIVE NON MANCANO. ECCO A COSA FARE ATTENZIONE
”
Spesso le proposte
più vantaggiose
restano on line per
pochi giorni, a volte
solo per 48 ore
”
l fai da te si è spostato da qualche anno dal bricolage alle vacanze: sono sempre di più i turisti che si affidano alla ricerca di
voli e alberghi su Internet senza
rivolgersi alle agenzie di viaggio.
E gli operatori si adeguano: offerte di sconti, incentivi per prenotazioni anticipate, pacchetti a basso costo dove, però, quasi niente è
incluso. Per risparmiare è necessario prenotare molto tempo prima,
spesso in un periodo ben determinato o sfruttare l’ultimo secondo
disponibile con i cosiddetti “last
second”. Per non avere brutte
sorprese, inoltre, ci si deve informare prima della prenotazione su assicurazioni, bagagli,
tasse e servizi. Vediamo come.
I
I PRINCIPALI
MOTORI DI RICERCA
Sono soprattutto le compagnie
aeree low cost (o low frills) a offrire occasioni per partire nei mesi di luglio e agosto, ma anche i
motori di ricerca dedicati all’offerta turistica come Mobissimo.com (con sede negli Stati
Uniti, ma disponibile anche in
lingua italiana), Venere.com
(che permette di costruirsi
un pacchetto volo, albergo
e noleggio auto), o lastminute.com, adatto soprattutto per chi ha flessibilità di da16
LUGLIO 2009
NOTES
te e orari di partenza. Per chi vuole andare nelle capitali europee, le
maggiori città turistiche hanno
on line un proprio portale che raduna tutte le principali opportunità di collegamento aereo e ferroviario, le strutture alberghiere e
le società di trasporto o di noleggio auto.
Per esempio, si può consultare
Visitlondon.com dove è possibile
prenotare una vacanza con uno
sconto del 10% rispetto ai prezzi di
listino. L’importante è essere rapidi: le migliori offerte vengono
lanciate per pochi giorni, a volte
per sole 48 ore, e permettono di
prenotare viaggi a distanza di due
o tre mesi. Milano-Jakarta a 260
euro, un volo per Sydney a poco più
di 300 euro sono occasioni da non
perdere, ma non mancano le limi-
tazioni. Innanzitutto i biglietti a
prezzi stracciati non possono essere rimborsati o cambiati né ceduti a un altro passeggero; se non altrimenti specificato, si tratta di voli aperti, solo andata, e il ritorno
può costare cifre spropositate; infine, per le destinazioni continentali vi sono forti limitazioni nel
peso dei bagagli, la possibilità di
trasportare attrezzature sportive o
animali, costi aggiuntivi per la
scelta del posto o la prenotazione
che assicura di evitare l’overbooking, ovvero il rischio che siano
stati emessi più biglietti dei posti
realmente disponibili.
Nei mesi di alta stagione le opportunità comunque aumentano:
alcuni aeroporti, come quelli dell’Isola d’Elba o di Pantelleria,
aprono solo per i mesi estivi, con
collegamenti a basso costo dalle
principali città italiane. Lo stesso
avviene per i principali Paesi del
Mediterraneo, a cominciare da
Marocco, Tunisia ed Egitto, dove
atterrano le linee generalmente dirette dal Nord Europa. La geografia dei collegamenti aerei dipende dalla stagione, ma anche
dalla domanda: negli ultimi due
anni è aumentato il numero di collegamenti verso i Paesi dell’Est
Europa, soprattutto la Romania,
per il crescente interesse di imprenditori e immigrati a spostar-
si in tali direzioni. I costi, di conseguenza, si sono molto abbassati
grazie alla concorrenza tra operatori, e anche chi sceglie la terra di
Dracula come meta per le proprie
vacanze può spendere poco. Potenziati anche i collegamenti: per
la stagione estiva, per esempio,
Ryanair ha aperto 13 nuovi collegamenti nazionali e internazionali
dall’aeroporto di Bologna, dopo
aver inaugurato 7 tratte lo scorso
inverno. Dal Centro Italia si potrà
partire per le mete tradizionali, come Spagna e Francia, ma anche
per la Polonia e la Norvegia. Per il
solo periodo estivo (maggio-settembre) anche la Sardegna avrà
nuovi collegamenti: Jet2.com parte da Olbia verso Edimburgo, Leeds e Manchester, triplicando i voli rispetto allo scorso anno e abbassando i prezzi; andare nel Regno
Unito costa, in media, 59 euro.
La politica delle compagnie
spinge anche il turismo in Italia,
per esempio, facilitando gli arrivi
dall’estero nelle isole.
SENZA FRONZOLI...
E SENZA VALIGIA
Ma i voli low cost o low frills
possono diventare più costosi di
quelli di linea. Infatti fra i “fronzoli” può rientrare anche la
stessa valigia. Nel caso di Ryanair sono esclusi dal prezzo i bagagli (previsto solo il bagaglio a
mano da 5 chili), la prenotazione
del posto (che può arrivare anche
a 15 euro per quelli extralarge, più
spaziosi, o vicini alle uscite di
emergenza), lo snack, l’assicurazione per cancellare il volo, le tasse, i supplementi carburante (il costo è variabile in base al periodo).
Le pubblicità, invece, devono
essere chiare: come previsto dall’Antitrust, i manifesti o i banner
che reclamizzano le offerte devo-
no specificare il periodo di validità e comprendere tasse e supplementi. Anche nel settore dei
voli a basso costo la concorrenza
non manca: molte compagnie di
linea hanno inaugurato parallelamente collegamenti a basso costo,
per offrire servizi completi a prezzi più convenienti.
Attenzione anche a non sbagliare il nome sul biglietto: non
si tratta solo di decidere chi sarà il passeggero, ma di ricordarsi anche l’eventuale secondo
nome. Il nominativo stampato sul
biglietto deve essere lo stesso di
passaporto o carta di identità, correggerlo successivamente può costare anche 200 euro.
LA CROCIERA,
UN “LUSSO” PER MOLTI
Trent’anni fa erano il simbolo
della vacanza di lusso, oggi anche
le crociere sono diventate low
cost. Ma, più che per gli aerei,
per le navi vale la prenotazione
anticipata: le stagioni vengono
presentate con un anno di anticipo,
basta pensare che Costa Crociere
ha già pronto il catalogo per l’estate 2010. Di pari passo le offerte:
quest’estate è possibile trovare a
buon prezzo i viaggi per il prossimo anno o, per chi non ha proble-
SEMPLICI ACCORGIMENTI
PER TUTELARSI
La tragedia dell’aereo inabissato nell’Oceano è
ancora fresca nella mente di chi, magari, ha pensato
di passare l’estate a Rio de Janeiro. Consapevole che
è solo il caso a determinare certe sciagure, nessuno
rinuncia alla propria vacanza ma per la propria
tranquillità è sufficiente prendere alcuni semplici
accorgimenti. Per esempio, si può registrare il proprio
viaggio sul sito della Farnesina (www.esteri.it) con il
servizio “Dove siamo” (www.dovesiamonelmondo.it),
curato dall’Unità di crisi del Ministero degli Esteri:
basta inserire i propri dati (nome, indirizzo, recapito
telefonico all’estero e di una persona di fiducia) e
specificare la destinazione e la data di partenza e
ritorno. In caso di difficoltà o pericolo, dall’attentato
all’alluvione, il Ministero si potrà mettere in contatto
con gli italiani all’estero oppure si potrà chiedere
soccorso con un semplice sms al numero 320.2043424.
Un minimo di prudenza è richiesto anche per la scelta
della propria destinazione: sul sito del Ministero è
possibile consultare la lista dei Paesi considerati a
rischio per scarsa sicurezza (www.viaggiaresicuri.it):
i punti rossi indicano su una cartina le nazioni che
è meglio evitare, specificando per ogni località le
difficoltà che si possono incontrare e i livelli di rischio.
mi di lavoro, le occasioni per l’autunno-inverno. Destagionalizzare
è diventato il motto delle compagnie di settore che offrono crociere nel bacino del Mediterraneo o tra
i fiordi finlandesi in tutte le stagioni: ai clienti vengono proposte
escursioni in città d’arte, ma soprattutto settimane all’insegna del
relax, con Spa e veri e propri centri sportivi a bordo. La crociera si
rinnova e punta soprattutto sulle
famiglie, con pacchetti studiati ad
hoc per offrire a cifre piuttosto
basse – circa 800/1.000 euro a
persona – una settimana di vacanza all inclusive.
Eleonora Della Ratta
1.000 euro
È la cifra più alta
che in media
si spende a persona
per una settimana
all inclusive
a bordo di una nave
NOTES
17
LUGLIO 2009
VACANZE/ 2
Lo shopping oltre confine può anche far risparmiare
CHI VA IN QUESTI MESI ALL’ESTERO HA L’OCCASIONE DI ACQUISTARE
”
La Turchia è uno
dei Paesi più
vantaggiosi
per vestiti, cd
e lettori dvd
”
a vacanza può essere anche
occasione di “risparmio”.
Soprattutto se la meta del viaggio è fuori dai confini nazionali.
Sono davvero tanti i prodotti da
mettere in valigia quando si è arrivati a destinazione, proprio perché i prezzi possono essere molto più bassi nel luogo di villeggiatura rispetto che a casa nostra.
L
18
NOTES
CAMBIO D’ABITO
In Turchia conviene rifarsi il
guardaroba. I prezzi degli abiti
sono davvero convenienti rispetto a quelli che troviamo nei nostri negozi, secondo i dati raccolti da Eurostat alla fine del 2008. Un
completo giacca e pantaloni da
I LIMITI ALLA DOGANA
Nell’Unione europea le frontiere non
esistono più da un pezzo. Pertanto, chi va in
uno dei Paesi che ne fanno parte, può fare
acquisti senza nessun limite. Unica
eccezione è rappresentata dal tabacco e
dagli alcolici. Per le sigarette le soglie sono
comunque molto alte (200 pezzi), mentre per
l’alcool non si possono superare i 2 litri, i
16 per la birra. Attenzione però se si rientra
in patria da Paesi extra-europei: è bene
conservare, con i prodotti acquistati, tutte le
LUGLIO 2009
L’Italia, ormai lo sappiamo, negli ultimi anni ha visto il caro-vita crescere a dismisura. E non basta certo qualche mese di inflazione vicina allo zero per cambiare il trend. Il risultato è che,
dovunque si vada in ferie, si possono trovare ottime occasioni di
shopping, al di là dei prodotti locali e dei classici souvenir. È bene quindi partire lasciando un
po’ di spazio vuoto in valigia da
riempire con la merce che troveremo “a prezzi da saldo”. Ecco qualche consiglio per cogliere
queste opportunità al volo.
ricevute. Portarseli a casa legalmente
si può, ma il loro valore non deve superare
i 430 euro a persona. Esistono poi dei limiti
per merci apparentemente “innocue”:
se si compra del miele, per esempio, non
si possono superare i 2 chili. “In questi casi,
le restrizioni hanno lo scopo di frenare
la diffusione di malattie”, sottolineano
dal Centro Europeo Consumatori,
“che si propagano proprio attraverso
alcuni prodotti alimentari”.
uomo, classico, in lana, che da
noi non costa meno di 250 euro,
tra Istanbul e Ankara si trova a
100 euro circa, mentre i blue-jeans di una buona marca costano
intorno ai 30 euro, contro i nostri
50-70 di media. Una maglietta in
puro cotone da uomo, in Italia
sotto i 40 euro solo in periodo di
saldi, là è in vendita a circa 20
euro. Strano ma vero, anche in
Gran Bretagna si possono trovare capi d’abbigliamento a prezzi
scontati: sempre secondo i dati
Eurostat, un paio di scarpe casual
in pelle da uomo, di un marchio
affidabile e conosciuto, nel Regno Unito costa poco più di 50
euro, mentre in Italia supera in
media i 60. Scarpe e borse in pelle costano pochissimo a Buenos
Aires: basta tenersi lontani dai
più famosi (e costosi) centri commerciali, il Galleria Pacifico e il Patio Bullrich. Nei negozietti più
defilati, l’affare è garantito.
CARRELLO HI-TECH
Gli amanti dell’elettronica possono concludere buoni affari in
Giappone, negli Usa e in Islanda. La Germania, dove fino a
qualche anno fa si trovavano offerte interessanti, negli ultimi tempi si è invece allineata ai nostri
listini. Per trovare un i-pod più
economico rispetto all’Italia (il
costo è di circa 250 euro), bisogna andare a New York, dove si
scende intorno ai 220 euro, secondo una ricerca del sito fran-
ARTICOLI CHE IN ITALIA HANNO PREZZI DECISAMENTE PIÙ ELEVATI
cese specializzato pricerunner.fr.
Meglio ancora a Tokyo: lì l’apparecchio costa poco più di 170 euro. Per i fanatici della fotografia l’Islanda è il posto giusto
per procurarsi i migliori apparecchi digitali: quelli super sofisticati costano 300 euro, il prezzo più basso d’Europa.
MUSICA LOW-COST
Chi vuole farsi scorte di cd può
approfittare dei prezzi nei Paesi
dell’Est: basti pensare che un cd
appena uscito di musica pop costa intorno agli 11 euro in Slovacchia, ai 13 nella Repubblica
Ceca, ai 14 in Ungheria e addirittura ai 6 euro in Lituania. Anche in questo caso la Turchia è a
buon mercato con i suoi 6 euro, ma
pure il Regno Unito risulta concorrenziale: il prezzo medio è di 14
euro. Decisamente meglio rispetto ai 20-25 euro che si spendono
in Italia. In valigia ci possono stare comodamente anche i lettori
dvd, sempre più sottili e leggeri.
I prezzi migliori, ancora una volta, sono quelli turchi: un buon apparecchio qui si trova a 59 euro
contro i nostri
70, secondo Eurostat.
CONSUMATORI GARANTITI
L’acquisto all’estero, se
viene fatto in un Paese
dell’Unione europea, è
garantito. Nel senso che
per legge sono in vigore le
stesse norme valide per
qualsiasi prodotto
comprato in Italia.
Lo assicura il Centro
Europeo Consumatori: la
garanzia minima è dunque
di due anni, come nel
L’IDEA REGALO
Se ancora vi manca e decidete
di andare in vacanza in Belgio,
si può approfittare dell’occasione
per procurarsi qui il navigatore
da sistemare sopra il cruscotto.
Comprarlo in Italia, infatti, significa andare incontro a una spesa
di almeno 230 euro. A Bruxelles,
invece, gli apparecchi si vendono circa a 40 euro in meno. E se
c’è qualche bimbo in famiglia e la
meta di vacanza è l’Islanda, l’acquisto giusto da conservare per
Natale potrebbe essere la console di giochi Wii, che a Rejkjavik
costa 130 euro: la differenza rispetto all’Italia è di un centinaio
di euro.
L’EST, UN MITO DA SFATARE
I Paesi dell’Est non sono
più il paradiso che tutti
credono, vale a dire non è
nostro Paese. Nei primi
sei mesi successivi
all’acquisto, a qualsiasi
difetto deve provvedere
il venditore tramite
rimborso o sostituzione
della merce. In caso di
riparazione, tutto deve
essere a carico del
commerciante. Se il danno
è irreparabile e la
sostituzione impossi bile,
il consumatore può
chiedere un parziale
risarcimento. Passati i
primi sei mesi, se
l’acquirente denuncia un
difetto del prodotto deve
però anche dimostrare che
questo danno esisteva al
momento della consegna
e che non è stato
provocato da un uso
scorretto o da incuria.
vero che sono convenienti per
qualunque cosa si compri o quasi. Soltanto alcune merci, soprattutto legate all’abbigliamento non
firmato, costano meno rispetto
alle nostre città. I beni hi-tech,
per esempio, sono spesso molto più
cari in Polonia e Ungheria rispetto alle nostre catene dell’elettronica: Praga è la città in Europa
dove una console Nintendo è più
cara in assoluto (310 euro, contro i nostri 250); a Vilnius, in Lituania, una Playstation costa oltre
500 euro, mentre in Italia ci fermiamo a 350 o poco più.
Ci sono invece buone occasioni per l’abbigliamento bimbi: un
paio di jeans costa meno di 20
euro in Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia. A fronte dei negozi italiani, dove la media
è pari a 30-40 euro.
Isabella Dalla Gasperina
230 euro
È la spesa minima
per un navigatore
in Italia. In Belgio,
in media, sono
in vendita a circa
40 euro in meno
NOTES
19
LUGLIO 2009
VACANZE/ 3
GIOVANI E ADULTI POSSONO CONCEDERSI UN PERIODO DI SVAGO
FRA STILI DI VITA SOSTENIBILI E COMPORTAMENTI PIÙ SOLIDALI
le imbarcazioni dei pescatori,
pranzare con il pesce appena pescato e scoprire le più belle insenature di Favignana e Marettimo. Infine il WWF con il “Turismo Scolastico”, riservato ad alunni delle
scuole di ogni ordine e grado, permette di conoscere l’ambiente naturale, per lo sviluppo di modelli
di vita sostenibile.
PER FARE VOLONTARIATO
soprattutto dagli anni Novanta che si parla di impatto e sostenibilità ambientale e di energie
più “pulite” rispetto ai combustibili fossili, petrolio e carbone in
primis. Ma esistono associazioni e
organizzazioni, in Italia e all’estero, che da tempo si battono per far
sì che la sensibilità all’ecologia
diventi un modo di vita per tutti.
Associazioni che hanno come
obiettivo la tutela della natura e la
salute dell’uomo e degli animali
e che nel periodo estivo offrono
la possibilità ad associati e non di
condividere parte della loro attività grazie a escursioni e vacanze
alternative.
È
”
La scelta è ampia,
dal mare alla
montagna, da soli,
in gruppo o con la
propria famiglia
”
20
LUGLIO 2009
NOTES
CAMPI AVVENTURA E NON SOLO
Il WWF (World Wide Fund for
Nature), che ha come mission la
conservazione della flora e della
fauna, in Italia dispone di oltre
200 sezioni locali e d’estate propone una rosa di possibilità sia per i
giovani sia per la famiglia, fra cui
molti progetti per la tutela di specie animali a rischio di estinzione. I “Campi avventura” rappresentano un’occasione per imparare divertendosi e, come si legge
sul sito Web, www.wwf.it, offrono a partire dai 6 fino ai 17 anni
(con suddivisione in tre fasce
d’età), “un’immersione totale nella natura per scoprirla, apprezzar-
la e viverla assieme a tanti compagni di avventura”. I ragazzi al
campo vengono accompagnati in
questa esperienza da animatori
esperti e sensibili alle problematiche ambientali. Per esempio, dal
20 al 29 luglio, per i ragazzi dai
15 ai 17 anni, c’è il campo nel
Parco Nazionale d’Abruzzo, alloggiando presso il rifugio “Il Falco”, a Pizzone, a quota 1.500 metri, dando così sostegno all’economia della regione dopo la tragedia del terremoto, girovagando fra valli selvagge sulle tracce degli orsi e aiutando i ricercatori a proteggere questo animale. Il gruppo prevede 18 persone e la quota d’iscrizione, viaggio escluso, con pensione completa, è di 410 euro per i non soci
e 390 per i soci Wwf. Tutti i detta-
gli si trovano comunque sul sito
dell’associazione, tramite il quale
si può provvedere on line anche
alla prenotazione. Oppure, se si
preferisce il mare, in Sicilia, dal
10 luglio al 21 agosto, a Siculiana,
in provincia di Agrigento, si potrà passeggiare sulla spiaggia
della riserva di Torre Salsa per
monitorare le tartarughe marine e il loro habitat e, la sera,
grazie al laboratorio astronomico,
osservare le stelle. La vacanza, in
un campeggio attrezzato, costa
525 euro (500 per i soci), viaggio
escluso, con pensione completa.
In alternativa ci sono le “Vacanze Natura Famiglie” in località di
mare, montagna, campagna e altro
ancora, cioè “soggiorni e viaggi
per le famiglie che desiderano
condividere con i figli la passione per la natura”. Per esempio, dal
2 al 29 agosto, si può optare per
una crociera in barca a vela nei
mari cristallini delle isole della
Grecia, alla ricerca di delfini e tartarughe. Il costo è per gli adulti
pari a 685 euro (650 per i soci),
mentre per i ragazzi dai 3 agli 11
anni scende a 615 euro (585). Ancora, le “Vacanze Natura per Tutti e Under 25”, un momento di relax, lontani però dal classico villaggio turistico. Così, per proteggere la natura delle isole Egadi in
Sicilia, si potrà essere ospitati sul-
Sono poi sempre di più gli italiani che, all’indomani della crisi
economico-finanziaria, scelgono
il volontariato, in Italia o all’estero, per viaggiare in modo diverso, creativo e solidale.
Legambiente, nata nell’80 (legambiente.eu), è oggi l’associazione ambientalista italiana più
diffusa sul territorio con oltre
1000 gruppi locali, 20 comitati
regionali, più di 115.000 tra soci
e sostenitori, e con la campagna
Volontariambiente anche per quest’estate lancia una serie di iniziative.
In primo luogo, i “Campi di volontariato” (oltre 300 progetti tra cui
scegliere). In particolare, “I campi della legalità” presso le proprietà confiscate alle mafie, che offrono ai volontari l’opportunità di affiancare gli operatori delle cooperative sociali, per approfondire
aspetti sociali e legislativi legati
alla loro particolare esperienza.
Per chi invece è interessato al
recupero di monumenti e siti
archeologici, ci sono i campi di
“Salvalarte”; mentre nelle aree
a maggior rischio incendi boschivi sono previsti corsi su attività di
prevenzione dai fuochi in cui i volontari sono impegnati in esercitazioni all’interno dei boschi. E
ancora, si può scegliere tra i campi subacquei per la tutela e la pu-
lizia dei fondali marini nel Parco
Archeologico sommerso di Baia
(Na) e campi di swimtrekking per
il monitoraggio dei fondali e delle coste a Marettimo (Tp) e all’Asinara (Ss).
Inoltre, Legambiente mette a
disposizione i 363 alberghi &
C. di “Legambiente Turismo”
per vacanze a basso impatto e a
contatto con la natura (le strutture turistiche offrono il 10% di
sconto agli iscritti) e, ancora,
“Soggiorni estivi” per i ragazzi,
come quello che, dal 6 al 12 luglio e dal 13 al 19 luglio, propone,
per la fascia di età dagli 8 ai 13
anni, un’esperienza coinvolgente
nel Parco e “nella cultura antica
delle genti del Gran Sasso alla
scoperta della montagna e della
sua straordinaria biodiversità”.
L’associazione di promozione
sociale Lunaria (lunaria.org), fra
le altre, propone campi in molti
Paesi dove svolgere attività di volontariato e animazione con i bambini, protezione dell’ambiente, restauro archeologico, ecc., in Marocco, Francia, Repubblica Ceca e
in tanti altri Stati. Basti pensare
che, dal 1992, sono 25.000 i volontari che hanno scelto un campo
promosso da Lunaria, un’associazione senza fini di lucro che si oc-
cupa di attività di ricerca, formazione e comunicazione sui temi
dell’economia solidale e del terzo settore, delle migrazioni e della globalizzazione e promuove iniziative di volontariato internazionale e di politiche giovanili, come per esempio lo scambio fra
giovani.
Anche la Lipu (www.lipu.it),
Lega Italiana Protezione Uccelli, organizza “Campi Natura” di
ricerca, sorveglianza e volontariato ecologico che hanno il duplice obiettivo di sostenere progetti di studio e conservazione e
di sensibilizzare il pubblico,
coinvolgendo direttamente nelle
attività tutti coloro che vogliono
partecipare. Come il campo, dal
17 al 21 agosto, alla scoperta del
Parco Nazionale del Cilento tra arte, cultura, natura, gastronomia,
gite, escursioni, storia o quello
di studio e sorveglianza del falco
della Regina, in Sardegna, nell’oasi Lipu dell’isola di Carloforte, nel quale i volontari sono
chiamati a svolgere attività di ricerca e raccolta dati con l’assistenza scientifica di un esperto,
nonché di sorveglianza contro il
bracconaggio e la raccolta di uova dai nidi.
Chiara Conti
”
Un’estate secondo natura
con associazioni ambientaliste
Si può partecipare
al recupero
di monumenti, ad
attività di ricerca
e animazione
”
NOTES
21
LUGLIO 2009
RISPARMIO
Conti deposito, i rendimenti sono alti ma c’è da fidarsi?
euro di giacenza
Alcune banche
pagano bene fino
a questa soglia,
altre invece solo
se la si supera
22
LUGLIO 2009
NOTES
tassi di rendimento dei Bot hanno toccato il minimo storico,
con uno striminzito 1% annuo
netto. I pronti contro termine boccheggiano su tassi di poco superiori. I fondi monetari riescono a
stento a dare l’1% netto. I conti
correnti rendono praticamente zero, anche per cifre elevate. Invece i conti di deposito offrono ancora oggi tassi di rendimento elevati, da un minimo del 2,5% a un
massimo del 4% annuo lordo (che
equivale a un tasso netto variabile tra un minimo del 2,2% e un
massimo del 2,92%). Ma si tratta di strumenti rischiosi?
Premettiamo che, sotto il profilo della possibilità concreta di
perdere il capitale investito, un
conto deposito non è rischioso,
perché, grazie anche ai recenti
provvedimenti adottati a livello
mondiale per salvare il sistema
bancario molto compromesso dalle speculazioni su “titoli tossici”,
I
COME DESTINARE LA LIQUIDITÀ
Gli impieghi sono di tre tipi:
1. Il mercato interbancario. È
un sistema usato per decenni dalle piccole banche operanti in zone ricche di risparmio, ma povere di iniziative imprenditoriali, che
versavano nelle casse delle grandi
banche i capitali raccolti. Oggi non
è pensabile che ING, Mediolanum, Fineco e le altre protagoniste
del mercato usino questo canale,
dato che l’Euribor (il tasso di rendimento dei depositi interbancari) è sotto l’1,5%.
2. Il mercato obbligazionario.
È una destinazione abbastanza diffusa che consente di ottenere rendimenti più alti in quanto i titoli
sono di durata pluriennale e in genere pagano interessi superiori a
quelli della raccolta a vista. Ma at-
tualmente i tassi dei Cct e dei Btp
sono praticamente pari a quelli dei
conti deposito, quindi l’alternativa
è quella di investire la raccolta in
titoli “high yeld”, ossia ad alto rendimento, ma anche ad alto rischio.
3. I prestiti personali, finanziamenti aziendali e mutui. È la
forma tradizionale di impiego della liquidità. Però i mutui sono pluriennali (quindi destinarvi i capitali raccolti a vista potrebbe essere
rischioso) e inoltre non rendono
più come una volta. Molte banche
che propongono conti deposito a tassi alti, reclamizzano mutui per
l’acquisto della prima casa a tassi
bassi (4,5%), ma non sempre sono
convincenti. I finanziamenti sono
la strada giusta e probabilmente
qui si trovano le fonti di reddito
consistenti, dato che, come ha di
recente sottolineato l’Adusbef,
molte banche praticano ancora tassi del 13% annuo alla clientela più
bisognosa di soldi che però è anche
quella più a rischio.
GLI ASPETTI CRITICI
Per avere un quadro della situazione abbiamo svolto un’indagine a campione tra le principali
banche del settore, rilevando alcuni punti critici. Innanzitutto, i
tassi evidenziati negli annunci
pubblicitari sono utilizzati per attirare nuova clientela che, una volta acquisita, si vede il tasso scendere a livelli molto inferiori (in genere la metà). Il secondo fatto è
costituito dall’abbinamento con
altri prodotti bancari che sono ob-
bligatori se si vuole beneficiare
del tasso promozionale. Può trattarsi di fondi comuni o di una polizza, in ogni caso su questi prodotti la banca guadagna commissioni che vanno a incrementare il
suo conto economico.
Il terzo punto critico è rappresentato dagli eventuali limiti di
giacenza sui quali è calcolato il
tasso “privilegiato”. Ci possono
essere limiti minimi (Mediolanum
offre un’elevata remunerazione
solo oltre i 12.000 euro) o massimi (Barclays paga forte, ma solo
fino a 10.000 euro). Infine, in alcuni casi il tasso è riconosciuto
solo se si porta con sé un amico o
un parente, svolgendo attività promozionale gratuita per conto del-
la banca. Pertanto anche per i conti deposito occorre prestare attenzione all’effettivo contenuto dell’offerta, alla durata e ai meccanismi
di capitalizzazione. È consigliabile essere il meno possibile fedeli a una banca, per passare da
un’offerta all’altra e beneficiare
sempre delle migliori condizioni.
Gian Luigi De Marchi
Per cogliere tutti
i vantaggi è meglio
non legarsi
troppo a un solo
istituto di credito
I PRINCIPALI PRODOTTI A CONFRONTO
BANCA
CONTO
TASSO PROM.
TASSO BASE
ING
ARANCIO
4,25%
2,0%
NOTE
I
I
”
Valido sei mesi
dall’apertura
Capitalizzazione
annuale
CHEBANCA!
CHEBANCA!
3,50%
1,75%
I
Vincolo per 12 mesi; se
non si rispetta, tasso base
CARIGE
CONTOCONTO
4,50%
2,0%
I
I
Validità sei mesi
Importo max 50.000
BARCLAYS
OPPORTUNITÀ
6,0%
Euribor -0,5%
I
Validità 12 mesi,
scadenza 31/5
Importo max 10.000
I
MEDIOLANUM
FREEDOM PLUS
4,11%
n.n.
I
I
I
BANCA IFIS
RENDIMAX
3,75%
2,97%
I
I
Scadenza 30/6
Tasso solo oltre
12.000 euro
Obbligo polizza
Mediolanum
Capitalizzazione
trimestrale
Vincolo dodici mesi
FINECO
SUPERSAVE
2,50%
0,75%
I
Capitalizzazione
trimestrale
SANTANDER
CONTO SANTANDER
3,50%
3,0%
I
Capitalizzazione
trimestrale
Vincolo dodici mesi
I
NOTES
Siti delle società indicate
10mila
i depositi sono garantiti dallo Stato. In Italia, poi, opera la copertura del fondo interbancario di garanzia fino all’importo massimo
di 103.000 euro circa (per ogni intestatario di conto); inoltre, sono
stati attivati meccanismi di garanzia del Tesoro che azzerano il rischio
di perdita. Però il dubbio resta.
Perché una banca “fisica” paga zero sulle giacenze di conto e una
“virtuale” paga il 4-5%? I risparmi derivanti dall’assenza di struttura bastano a giustificare una tale differenza di rendimento? Difficile che la risposta sia positiva.
Soffermiamoci allora non sull’aspetto del rendimento ma su
quello dell’uso dei soldi raccolti.
RAPPRESENTANO UNA FORMA DI INVESTIMENTO POCO RISCHIOSA
”
NON SEMPRE I TASSI RECLAMIZZATI SONO REALI MA IN TEMPI DI CRISI
23
LUGLIO 2009
Risparmio
a cura di GIAN LUIGI DE MARCHI
OBBLIGAZIONI BANCARIE, LA GARANZIA NON È ARRIVATA
Notes di dicembre 2008 avete
un articolo a firma Gian
NLuigielpubblicato
De Marchi, dal titolo “Per difendersi
dalla crisi. Mappa del risparmio sicuro”,
in cui uno dei sottotitoli riportava la
seguente affermazione: “Obbligazioni
bancarie: nessun problema per 5 anni”.
E venivano forniti tutti i dettagli
a proposito della garanzia dello
Stato su queste obbligazioni.
Suppongo che queste
disposizioni fossero
all’epoca contenute in un
decreto legge (DL),
pertanto vi domando:
1) Questo decreto è stato
poi convertito in una legge
ordinaria (divenendo così effettiva in
modo definitivo la garanzia statale sulle
obbligazioni bancarie)?
2) Nel caso di conversione in legge con
modifiche del testo originario del DL,
potreste dirmi cosa è eventualmente
cambiato in proposito?
3) Potreste fornirmi gli estremi di questa
legge nonché la sua data di pubblicazione
sulla Gazzetta ufficiale?
M. B., Milano
I In effetti la garanzia del Tesoro sulle
obbligazioni bancarie non è mai passata
dalla fase del decreto progettato a quella
di legge approvata, forse anche a causa
del miglioramento della situazione
finanziaria generale che ha dissolto i
timori più esasperati in merito alla
solidità delle banche. A oggi, pertanto,
questi titoli non godono di una garanzia
da parte dello Stato.
L’ESPERTO FINANZIARIO
NON NAVIGA SU INTERNET...
In seguito all’incorporazione in Unicredit
della Banca di Roma, il mio fondo
Capitalia Eur Short Term è diventato
Pioneer Cim Eur Fixed Incombe,
accumulando una notevole perdita.
24
LUGLIO 2009
NOTES
Purtroppo, però, del mio attuale fondo
si sa poco. La banca mi ha soltanto detto
che per metà è composto da fondi a
scadenza molto lunga (2040-2050). Nulla
si sa della composizione, della duration e
dell’asset allocation. Desidererei avere,
pertanto, maggiori informazioni sulle
caratteristiche di questo
fondo, prima di
decidere se liquidarlo,
e se è corretto
cambiare il tipo di
fondo con una
semplice
comunicazione senza
richiedere il consenso del
correntista.
M. D. M., Caraglio
I Il fondo Pioneer citato, costituito
nell’ottobre 1986, è un obbligazionario
a medio-lungo termine. Investe al 95%
in euro, al 90% in titoli con rating
minimo A, all’80% in titoli con oltre 5
anni di scadenza. Nonostante
l’apparente “sicurezza”, dal settembre
2008 ha subito un pesante tracollo
(oltre 10%), mentre il mercato di
riferimento (misurato dal benchmark)
saliva del 4 per cento. Un evidente
segnale di pessima gestione,
probabilmente legata a qualche titolo
“tossico” in portafoglio.
In merito al fatto se sia “corretto”
modificare un fondo per incorporazione
o meno, la risposta è affermativa,
perché la legge prevede che basti una
semplice comunicazione; correttezza
però solo formale, non certo
sostanziale, perché l’operazione nel suo
caso ha comportato un forte aggravio
del rischio. Sarebbe di certo meglio se,
in occasioni di operazioni del genere, la
società di gestione fosse obbligata a
raccogliere un’adesione esplicita da
parte del sottoscrittore e non un
semplice “silenzio-assenso”. Per finire,
un’annotazione sulla professionalità
della banca: le notizie fornitele si
trovano sul sito di Pioneer, possibile che
il cosiddetto “esperto finanziario” della
banca non ne sia in possesso o non
sappia leggerle?
LA BANCA HA SBAGLIATO
E DOVREBBE RIMBORSARE
In data 29/4/08 mio marito ha
acquistato, su proposta del consulente
bancario, titoli a basso rischio, tra cui
Lehman Brothers Fr II Txl. Sui documenti
di acquisto è precisato che la vendita è
avvenuta su richiesta del cliente,
classificato con profilo finanziario di
bassa propensione al rischio. Il 17/09/08
la banca invia l’avviso che il titolo ha
registrato una significativa variazione del
livello di rischio, ma il consulente,
immediatamente contattato, informa
mio marito che non può più procedere
alla vendita del titolo.
Che possiamo fare ora?
R. T., Novara
I Le obbligazioni Lehman facevano
parte dell’elenco di titoli inserito da
Patti Chiari (un consorzio formato da
tutte le grandi banche italiane) nella
sezione “Obbligazioni a basso rischio e
rendimento”. Erano cioè considerati
altamente sicuri e la sicurezza era
proprio certificata dal consorzio.
Purtroppo la banca ha avvisato il cliente
solo dopo che la Lehman era diventata
insolvente, contravvenendo alle regole
di Patti Chiari che avrebbero imposto,
fin da maggio, di avvisare i clienti
dell’aumento di rischio del titolo, che
aveva subito perdite consistenti e dava
quindi segnali di alto rischio.
La comunicazione di settembre è quindi
tardiva e apre le porte a un’azione di
responsabilità con richiesta di rimborso
dei danni subiti.