Scarica il periodico - Associazione Maggio Eugubino
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Periodico dell’Associazione Maggio Eugubino Pro Gubbio - Gubbio Perugia Anno LXIV, n. 3 - Giugno 2013 - Sped. in abb. 45%, Legge 662/96, at. 2, comma 20/B, Filiale di Perugia. www.maggioeugubino.com Colacem Ufficio Immagine Lorenzi comunicazione e pubblicità _ foto: phlus I nostri valori costruiscono il futuro La nostra cultura di impresa è frutto di valori condivisi, un patrimonio che rappresenta la solidità dell’azienda e il nostro impegno per il futuro. Da sempre abbiamo scelto di salvaguardare l’ambiente, attraverso il recupero e il riuso del territorio; di sviluppare le nostre idee investendo sulla ricerca e sulla tecnologia; di instaurare rapporti di fiducia mantenendo una professionalità costante e garantendo l’eccellenza dei nostri prodotti. Colacem è oggi una delle realtà industriali più importanti d’Italia: promuoviamo progresso e cultura aziendale, per la crescita delle nostre comunità. editoriale di Lucio Lupini genius loci Un’espressione semplice con cui i latini individuavano qualcosa di straordinario e unico legato a un luogo. La combinazione, ogni volta diversa, di elementi materiali ed immateriali, alimenta continuamente la formazione e la riproduzione dello spirito del luogo, vale a dire dei valori e della rappresentazione identitaria che rende riconoscibile, unico e non fungibile quel territorio rispetto ad altri. Il genio del luogo è, quindi, l’anima, lo spirito, la virtù e la concretezza del luogo, in tutte le componenti. “Le città vivono di relazioni economiche e culturali con l’esterno, sono nodi di reti che le collegano ad altre città e territori… ogni città con la sua area… deve rapidamente trovare una sicura collocazione, specializzando la propria offerta in modo da cooperare con città complementari e competere con successo con altre concorrenti… Il successo dipende dalla capacità di affermare i valori culturali, economici e sociali propri della città come vantaggi competitivi specifici” (Premessa al Piano strategico della città di Torino 2000). Il punto di forza del territorio deve essere rappresentato dall’incremento continuo delle sue qualità: urbana, ambientale, delle relazioni interpersonali, della vita. Nei prodotti territoriali allora si potranno ritrovare aspetti inerenti a tutta la vita sociale legata a un territorio. Qualcosa cioè che ha una storia da raccontare. Una storia che non è solo il modo di produzione, la materia prima, o il gusto, ma richiama per intero un contesto socio-culturale con tutte le sue qualità naturali e culturali, il frutto dell’elaborazione di generazioni. La crisi economica attuale sta producendo una metamorfosi radicale delle forme del produrre, del consumare e del vivere. Forse è il momento di analizzare le nostre risorse e di tenere conto della nostra terra e del nostro territorio mettendo tutto in sintonia con la tecnologia, il talento ed i nostri saper fare. Per poter disporre di prodotti e servizi coerenti resi competitivi dalle caratteristiche di unicità, esclusività ed irripetibilità del territorio di appartenenza. Il movimento “slow food” e la città di Torino, per citare qualche esempio, hanno intrapreso questo percorso. sommario attualità Un commissario prefettizio in amministrazione Una corsa indimenticabile... Grazie agli esemplari piccoli ceraioli Opere inutili e costose: la diga sul Chiascio La ricostruzione giudiziale dei crimini nazifascisti in Italia L’estate culturale eugubina storia arte e cultura 5 6 7 8 10 11 1506: il passaggio di Giulio II per Gubbio Pio Fabri nelle raccolte di Gubbio vita dell’associazione vita cittadina 15 16 18 22 Anno LXIV, n. 3 - giugno 2013 In copertina: Fontana del Bargello - foto Marco Menichetti Direttore Editoriale: Lucio Lupini Direttore Responsabile: Ubaldo Gini In Redazione: Michela Biccheri Layout: L’ArteGrafica Stampa: Tipografia Donati Redazione: Piazza Oderisi - 06024 Gubbio (Pg) Tel. e Fax 075 9273912 - CC Postale n. 15463060 Aut. Trib. Perugia n°. 334 del 15/01/1965. Sped. in abb. postale 45%, comma 20/B, legge 662/96, filiale di Perugia. L’e a 0,55€ to so perf et res p s > attualità 5 un commissario prefettizio in amministrazione > di giampiero bedini Anticipando un po’ i tempi rispetto a quelle che erano le previsioni, l’arrivo del commissario prefettizio al Comune è avvenuto a quasi due anni esatti da quando Diego Guerrini ha riportato il Pd al governo della città alla testa di una coalizione di centro sinistra (23 maggio 2011). Il delicato incarico è stato affidato alla dottoressa Maria Luisa D’Alessandro che ha fatto il suo ingresso nella residenza municipale intorno alle ore undici del trenta maggio. Elegante, sorridente e cordiale, accompagnata dal marito, l’ex Prefetto di Perugia Gianlorenzo Fiore, e dal comandante della Compagnia Carabinieri, capitano Pierangelo Iannicca, è stata accolta e salutata dal Sindaco Diego Guerrini, dal Presidente del Consiglio Gianni Pecci e dai Vice Presidenti Giuseppe Brunelli e Pasquale Di Bacco. Si è quindi recata nell’ufficio della segretaria generale dr.ssa Paola Bastianini, con la quale si è intrattenuta a colloquio, prima presa di contatto con la struttura burocratica-organizzativa dell’ente che dovrà guidare fino alle elezioni della primavera 2014. Questo il suo indirizzo di saluto alla città: “Nell’assumere le funzioni di Commissario prefettizio di questa splendida, storica città desidero rivolgere all’intera cittadinanza il mio più cordiale saluto. L’interruzione della normale dialettica democratica e la nomina di un Commissario sono sempre momenti delicati per la vita di un ente locale, ma con l’aiuto e la collaborazione di tutti, spero di riuscire a rappresentare nei migliori dei modi le esigenze e le necessità di questa collettività locale, che sono onorata di rappresentare. Un grazie anticipato alle Istituzioni Pubbliche e Private presenti sul territorio, con le quali cercherò di instaurare un dialogo costante e costruttivo. Un grazie particolare alla Struttura operativa dell’Ente che collaborerà con me alla realizzazione degli obiettivi di servizio che di volta in volta ci daremo, al fine di affrontare le varie problematiche quotidiane, nell’esclusivo interesse della cittadinanza”. L’arrivo della dr.ssa D’Alessandro, cui formuliano i migliori auguri di buon lavoro, coincide con un periodo delicato per la città stretta tra la crisi economica, quella delle forze politiche ed il peso dell’indagine giudiziaria che riguarda per ora il secondo quinquenno del governo cittadino a guida Prc. Va utilizzato per ritrovare serenità, superare le polemiche, ripartire con un progetto che si affidi al rinnovamento e coinvolga le migliori espressioni del territorio. Un po’ come accadde nel biennio 1967-1968 (Tria-Ricceri). Cosa fa un Commissario Prefettizio? Il Commissario è nominato a seguito dello scioglimento della giunta comunale (o del consiglio provinciale). L’ordinamento italiano qualifica il “commissario prefettizio” quale organo monocratico (il cui titolare è una sola persona fisica) di amministrazione straordinaria del comune (o della provincia) ed è solitamente un funzionario della carriera prefettizia. Durante il periodo di scioglimento del consiglio comunale (nel nostro caso), il commissario esercita le funzioni conferitegli con il decreto che lo ha nominato, abitualmente fonde in sé tutti i poteri degli organi del comune (o provincia): sindaco (o presidente) e giunta (consiglio). In virtù dei poteri spettanti egli può compiere qualsiasi atto di ordinaria e di straordinaria amministrazione, ma non rispondendo agli elettori, non assume decisioni di portata determinante. > Ceri 2013 6 una corsa indimenticabile... > a cura della redazione È sempre bello annunciare la Festa dei Ceri, ma altrettanto bello è scriverne la conclusione soddisfacente. Siamo orgogliosi di aver vissuto, ancora una volta, una Festa ricca di crescendo di emozioni e di sentimenti vivi e puri, sentiti a fior di pelle, uditi, dimostrati, trasmessi e sfogati in lacrime di gioia e anche di rabbia. Ci vogliamo soffermare sugli abbracci stretti con gli amici, sugli scontri verbali sfumati in un istante e chiusi con un abbraccio, ci vogliamo soffermare sull’impegno di quanti hanno reso possibile la Festa, sulla tensione e la paura inconfessata di quanti hanno sentito il peso della stanga e allo stesso modo la gioia. È stata una Corsa resa speciale dalla presenza di ognuno di noi, resa speciale dai piccoli gesti personali che formano la vita, come la ripresa dopo la caduta, fatta di grida di rabbia è vero, ma soprattutto di reazione, cosa che i sangiorgiari sanno fare bene, qualità che ci piace sottolineare. Una strepitosa Corsa veloce e attenta per Sant’Antonio e Sant’Ubaldo. Vogliamo anche attribuire i meriti per una grande Corsa a tutti i ceraioli di ogni ordine e grado a prescindere dall’esito finale perché la consapevolezza di essere parte di uno spettacolo tanto grande cancella ogni incertezza. Demeriti a chi si trasforma in quei minuti infuocati presso il portone della Basilica, in vere furie; demeriti a coloro che non riconoscono più dall’altra parte l’amico, che dimostrano d’aver dimenticato qualcosa di importante una volta lasciata la stanga, proprio su di essa: il “consegnare”. Cancellata l’impronta indelebile del conservare, del trasmettere nello spirito alle generazioni CHE GUARDANO stupefatte gesti nobili vanificati in attimi di orgoglio malato e rabbia repressa. Va posto con fierezza l’accento sulla Corsa dei Ceri mezzani, quest’anno veramente prudenti e capaci, esuberanti, vitali, meritevoli e anche esemplari. Grazie a tutti i Capodieci grandi e piccini, che hanno fatto da guida ai ceraioli con la loro temperanza, allegria e sincera umiltà: Tiziano, Andrea, Ubaldo; Matteo, Mattia e Christian; Giovanni, Matteo e Stefano. Con orgoglio, anche il Maggio Eugubino archivia la Festa dei Ceri, edizione che ci ha visti ancora una volta coinvolti sia emotivamente che nell’organizzazione di alcune fasi della Festa. Di spicco soprattutto il nostro annullo postale sulla preziosa e storica immagine di “Corradi” e il grandioso imbandieramento di forte impatto scenico in Piazza Grande ed a cornice al bellissimo centro storico fino al Monte Ingino. Sforzo coronato infine con l’organizzazione della Festa dei più piccoli. alta quota, alte prestazioni solo da Gioielleria Celso Bedini corso Garibaldi, 40 075 9273801 > Ceri 2013 7 Grazie agli esemplari piccoli ceraioli non sono più tra noi > a cura della redazione carpire lo spirito puro della Festa e in Sempre emozionante la Festa dei più qualche modo riuscire a fare breccia, piccoli che come ogni anno ci reca loro stessi, nei cuori dei ceraioli grangrande orgoglio organizzare. I considi con esempi che talvolta ci fanno glieri dediti alla definizione della Festa riflette per la loro autenticità. sia del pranzo dei piccoli ceraioli, che Salutiamo con affetto tutti i bambidel coordinamento della distribuzioGuglielmina è scomparsa di qua e l’altro di là, ni che una hanno preso il Cero durante ne dei tamburi, Roncigli curata dalla segrete-qualche settimana fa, ritrovarsi, dopo tanto tempo; con quella discrezione cheda l’aveva della ma alla fine la mostra perguerra; la prima volta e tutti i ria del’Associazione, tentano anni caratterizzata anche nel turbine crudele ed insensato quando assunto la lapresidenza dell’Associazione due orfani, accomunatipiccoli proprio da quell’essere rimasti ceraioli che hanno permesso ormai, ancheaveva di perfezionare sfilata dei giovanissimi. con il loro che i Ceri raggiunFamiglie dei Il 40Maggio Martiri.Eugubino Eppure è riuscita nella sua orfani a pochissimi anni, a due annisforzo Guglielmina, ad un auspica, per ogni edizione, la presengessero con dignità e bellezza semplicità a fare ciò che non è facile fare: intrecciare anno Pieter. Iniziò così una lunga e fraterna amicizia chela Basiza dei soli bambini alla sfilata com-nemico. Guglielmina, ha portato alla luce quel licadolore per ilnascosto, saluto più un’amicizia con il figlio del proprio e loimportante ha come e gli prendendo nel contempo le necessità diamo appuntamento al prossimo 2 in una delle sue visite frequenti al Mausoleo dei Quaranta sciolto nella commozione e nel dolore dell’altro, come dei piccoli, ma osserva con piacere giugno. Martiri dove è seppellito il padre, aveva notato circa lei privato della presenza del proprio padre. Non si sono 9 anni fa sul registro dei visitatori una firma: Pieter incontrati mai più, ma sono state le lettere a riprendere Staudaker con accanto “figlio del tedesco ucciso”. Si può nell’ultima parte della vita, quel filo interrotto con la immaginare lo sbigottimento e l’insieme dei sentimenti propria storia nel giugno terribile del 1944. provati, ed anche il dilemma: chiudere lì o andare avanti? Guglielmina se n’è andata con un ultimo pensiero che il difficoltà tentativole va proprio prendendo forma Guglielmina seguì l’istinto ed iniziò tra molte per Pieter che le aveva scritto una lettera a Natale. ogni anno in maniera più solida, così ricerche in Germania dello sconosciuto Pieter Staudaker, Rimane solo Pieter per raccontare la guerra dall’altra come l’interferenza di elementi diaiutata anche da don Ubaldo Braccini. E finalmente parte, e la ricerca della pace attraverso una dolcissima sturbanti la serenità e la spontaneità un giorno Guglielmina lo incontrò a Pomezia nel italiana, colpita come lui da una tragedia perenne e dei bambini durante la Corsa è dimicamposanto dove sono sepolti i militari tedeschi morti sempre uguale nella nuita notevolmente. Ogni piccola mi- follia che la ispira. Una donna che nel nostro Paese nel corso della seconda glioria, guerra mondiale. ha coltivato come le piccole chiarine, l’ordine un e fiore prezioso e raro l’amicizia con A ricordo della giornata fu scattata unailfoto dove dei erano il “nemico” in nome della pace e del superamento delle numero tamburini, il convivio, è un passo avanti per la tutela dellaesse stesse guerra. ritratti Guglielmina e Pieter con sua moglie ormai non barriere. Che sono bambini, essa concede lo più giovanissimi, ma con quel dolorenatura sempredei cocente spazio e il tempo dentro pur nascosto dalle vicende della vita. Fu come un dentro ai quali i noPina Pizzichelli stri figli possano attingere gli insegnamenti veri, dentro ai quali possano vita cittadina Ricordando Guglielmina Roncigli Tel. Abit. 075 9274651 Tel. Negozio 075 9271181 Cell. 349 4659186 A 31 > attualità 8 Opere inutili e costose: la diga sul Chiascio > di pina pizzichelli La diga sul Chiascio figura tra le tante opere pubbliche inutili e costose del nostro Paese, secondo l’inchiesta pubblicata da “La Repubblica” il 31 maggio 2013. Costate complessivamente 2 miliardi di euro.. Quando circa 40 anni fa si progettò l’invaso si accesero polemiche e contrapposizioni , specialmente a Gubbio per i danni irreversibili alla valle del Chiascio dove vennero distrutti ettari ed ettari di zona agricola e boschiva. Fu effettuato coraggiosamente anche il sequestro dei lavori dall’allora pretore di Gubbio dott. Matteini Chiari. Ma fu tutto inutile ed i lavori continuarono con alterne vicende. Oggi, ad oltre 40 anni a che punto siamo? Lo abbiamo chiesto all’ing. Luciano Vagni, uno dei padri del sentiero francescano e profondo conoscitore della zona e al dott. Corrado Cencetti geologo e docente all’università di Perugia . 1 - Ing. Vagni, con il recente finanziamento di 23 milioni di euro da aggiungere ai 19 precedenti la diga dovrebbe essere terminata e quindi fruibile tra non molto. Gli scopi iniziali sono ancora validi? La diga sul Chiascio è stata finanziata dal Ministero dell’Agricoltura per scopi agricoli, che nel tempo sono in gran parte venuti meno. Constatando i dissesti ecologici che stiamo facendo, ritengo che nel prossimo futuro possa essere un importante serbatoio di acqua potabile per l’Umbria. 2 - Perché tanto tempo e denaro? Come tutte le opere che si dilatano nel tempo, ha subito anche periodi di abbandono; per lo stesso motivo dopo la morte del progettista, prof. Arredi, non si sono avvicendati tecnici di pari elevatura tecnica in grado di prendere decisioni e responsabilità, per cui siamo arrivati ad oggi. 3 - Quali danni, con il possibile invaso potrebbero derivare al sentiero francescano? Secondo alcuni storici il vero cammino tra Assisi e Gubbio, al tempo di Francesco dove va essere il passaggio a fondo valle. Passaggio che verrebbe sommerso. Il sentiero francescano che unisce Gubbio ad Assisi ha vari itinerari alternativi, alcuni più facili da percorrere, altri acquitrinosi e meno sicuri; non è detto pertanto che quello di fondo valle possa essere il sentiero percorso da Francesco, come non è detto che non abbia seguito percorsi diversi; importante era avere un ricovero che spezzasse l’itinerario, come Caprignone e la Badia di Valfabbrica. 4 - Quale futuro per la diga? Secondo me l’intero progetto è criticabile, ma il valore di un’acqua pulita come quella del Chiascio ne richiede il completamento ed un utilizzo ecologico non invasivo per risanare la ferita apportata alla valle. Prof. Cencetti, quali i problemi una volta terminati i lavori? È auspicabile che, arrivati a questo punto e considerate le risorse economiche già impiegate, l’opera venga ultimata. Certo è che, se fosse stata progettata ora, avrebbe trovato molti impedimenti per la sua realizzazione; magari sarebbero state attentamente considerate ipotesi alternative (per esempio opere di più modeste dimensioni nei fossi tributari, più facilmente “gestibili”). Uno dei problemi più importanti che vedo, ai fini della durata temporale dell’opera, una volta in esercizio, è quello del rapido interrimento, dovuto soprattutto alla instabilità dei versanti che gravano sull’invaso e che sono costituiti in gran parte da sedimenti fini, di tipo prevalentemente marnoso e argilloso (Formazione Marnoso-Arenacea del Miocene). > attualità Ricordo un vecchio lavoro del 1972 del Prof. Carlo Cattuto, dell’Università di Perugia (che ti invio in allegato) che riportava già a quel tempo, nella carta geomorfologica riportata nel lavoro stesso, la presenza di frane diffuse nel territorio che poi sarebbe stato interessato dall’opera. Queste frane, anche se di modesta entità (uno dei più importanti movimenti franosi è quello di Magrano, classificabile come un earth flow), potrebbero provocare un apporto solido all’invaso che, sommato al trasporto solido del Chiascio stesso, porterebbe a una diminuzione, relativamente rapida, della capacità d’invaso. Tutto ciò, a meno della realizzazione di interventi di rimozione di deiMichela sedimentiBiccheri dal lago e di stabilizzazione dei versanti, che comporteranno importanti opere, anche dal punto di vista economico. Per quanto riguarda di tratti “sentiero Eccoci ancora in quell’annegamento periodo dell’anno che sidel affaccia trepifrancescano”, sinceramente lo vedo come un problema dante sui preparativi per la Festa più bella del mondo. Eccoci dunque a presentare ai lettori, agli eugubini, ai ceraioli tutti, coloro che saranno i protagonisti della Festa dei Ceri del 2012. Guarderemo guidare a cavallo la varie fasi della Festa i signori, Massimo Faramelli “de Peppebello” e Stefano Vagnarelli “Spara”, rispettivamente Primo e Secondo Capitano, estratti dal bussolo pubblicamente lo scorso anno. I santubaldari hanno affidato il compito di alzare il Cero di Sant’Ubaldo al ceraiolo Giovanni Barbetti, per la zona est, manicchia di San Marco. Ha guidato il Cero di Sant’Ubaldo lungo il secondo pezzo del Corso e nella seconda girata della sera a punta d’avanti. Dopo due anni di attesa, Giovanni si troverà a vivere in prima persona l’esclusivo compito unificatore, ad essere la guida dei ceraioli. Giovanni realizzerà la prima vera 9 minore, considerato che esistono itinerari alternativi, così come il più volte invocato “cambiamento microclimatico” del territorio dell’Eugubino. Non sono un esperto di climatologia, ma mi viene difficile pensare che un lago stretto e allungato, come quello che si formerà, possa produrre una variazione climatica dei territori limitrofi, tali da far sentire il suo effetto fino al territorio eugubino. Certo è, tuttavia, che le caratteristiche litologiche del substrato (come già detto costituito da sedimenti ad alta componente argillosa) favoriranno, soprattutto nei periodi in cui il lago si troverà ai livelli più bassi (periodo estivo) la presenza di estese fasce, limitrofe all’invaso, difficilmente accessibili, melmose e che tutto saranno, meno che aree a vocazione turistica, come qualcuno pensa. Chi crede di avere spiagge con ombrelloni ai margini del lago, si sbaglia di grosso... Capitani e Capodieci per il 2012 Come amici, collaboratori e soci non potevamo non pubblicare con massimo orgoglio la notizia che ha coinvolto il nostro Direttore e Consigliere del Maggio Eugubino, Ubaldo Gini. Il Senato santantoniaro lo ha proclamato Primo Capodieci del Cero di Sant’Antonio per l’anno 2013! Una lunga carriera ceraiola degnamente coronata, un mani- attualità Un tratto del sentiero francescano A 8 e forte emozione di questa straordinaria e unica esperienza, la prima domenica di marzo, durante la solenne celebrazione della S. Messa in occasione della canonizzazione di Sant’Ubalfestato attaccamento al Cero giustamente riconosciuto ora, ma innegabilmente da sempre e soprattutto da parte di tutti i ceraioli; una scelta inevitabile e naturale alla quale ci uniamo per l’affetto che ci lega a lui e per la condivisione di una passione comune verso la Festa più bella delFoto: mondo. Agenzia Press News > attualità 10 La ricostruzione giudiziale dei crimini nazifascisti in Italia > di Giancarlo Pellegrini Università di Perugia Lunedì 10 giugno, presso la Sala della Biblioteca Sperelliana, su iniziativa del Comune di Gubbio e dell’Associazione Famiglie 40 Martiri, è stato presentato il volume La ricostruzione giudiziale dei crimini nazifascisti in Italia. Questioni preliminari (Giappichelli editore, Torino 2012). Il libro è frutto della collaborazione di un docente – Silvia Buzzelli - di Procedura penale europea e sovranazionale all’Università Bicocca di Milano, di un magistrato militare – Marco De Paolis – che ora è capo della Procura militare della repubblica di Roma, di un avvocato penalista – Andrea Speranzoni – del Foro di Bologna, che ha difeso numerose parti civili in diversi processi per crimini di guerra. Degli autori era presente Marco De Paolis, che è stato Pubblico Ministero nei processi svoltisi negli ultimi dieci anni per le stragi nazifasciste di Sant’Anna di Stazzema, Civitella Val di Chiana, Marzabotto-Monte Sole, San Terenzo-Vinca, Fucecchio, Vallucciole e Monchio. Qualche eugubino mi ha chiesto se il volume fornisce elementi nuovi per quanto riguarda l’eccidio dei Quaranta Martiri a Gubbio. Il volume non contiene riferimenti alla vicenda eugubina, ma è molto importante per capire come si sia sviluppata ed evoluta in Italia, negli ultimi dieci anni, l’attività giudiziaria sui crimini del secondo conflitto mondiale, tanto che il Tribunale militare di La Spezia ha inflitto ben 55 ergastoli. È abbastanza noto che, dopo i pochi processi tra fine anni Quaranta e primi anni Cinquanta tutto si bloccò. Gli Alleati, per ragioni di opportunità politica, preferirono abbandonare ogni pressione sulla Germania e dal 1947 non venne più richiesta la consegna dei criminali di guerra. Ma durante il processo Priebke (1996) venne sollevata la questione della costituzionalità dell’art.20 del Codice penale militare di pace, che allora escludeva la partecipazione di testi nei processi davanti ai tribunali militari. La Corte Costituzionale, con sentenza n.60 del 1996, stabilì il principio fondamentale secondo cui «anche nei processi avanti ai tribunali militari deve essere consentita la partecipazione attiva e l’intervento delle persone offese dal reato, alle quali non può essere negato il diritto a costituirsi in giudizio quali “parti civili”, ossia a partecipare al processo penale e a richiedere all’imputato il risarcimento del danno provocato dal reato» (p.123). Fu una sentenza importante, che – come osserva De Paolis – cambiò il volto del processo penale militare. La possibile presenza di testimoni come parti civili, quasi sempre persone che all’epoca delle stragi erano bambini in tenera età, che subirono e videro ogni sorta di violenze, agevolò il compito dei giudici e dei pubblici ministeri militari, i quali ebbero in questi testimoni una voce forte e qualificata nel rendere i dibattimenti momenti inequivocabili di accusa. Una volta cambiato il volto del processo, ripresero le indagini con processi in numero considerevole, con ergastoli, inflitti a personaggi certamente ultranovantenni, che per l’età non hanno scontato un giorno di carcere: ma il significato di tali condanne è stato molto grande. Questo è stato possibile perché nel frattempo, attraverso una più attenta analisi delle fattispecie di reato e attraverso una interpretazione più appropriata delle norme sul concorso di persone nel reato, si è arrivati a perseguire non più solo i capi (il comandante di reparto o di divisione) responsabili degli ordini delle stragi, ma anche ufficiali, sottufficiali e soldati, che avevano concretamente preso parte alle operazioni di massacro della popolazione civile. Ed allora in questa prospettiva accusatoria, la presenza di testimoni parti civili ha vivacizzato i dibattimenti, potendo arrivare alle condanne di cui si è detto. Indubbiamente il tempo corre svelto e la presenza di altri testimoni, soprattutto di possibili rei da condannare, diventa sempre più flebile. Comunque i risultati raggiunti nell’ultimo decennio sono stati importanti. E questo libro aiuta a capire bene questa evoluzione dell’attività giudiziale. I nostri 40 martiri “Restituire violenza alla violenza moltiplica la violenza, aggiungendo una più profonda oscurità a una notte ch’è già priva di stelle. L’oscurità non può allontanare l’odio; solo l’amore può farlo.” È una delle frasi apparse sui muri della nostra città per la commemorazione dei 40 eugubini uccisi dalla violenza. Alto sentimento trascritto a parole, ci invita a far fiorire quelle vite spezzate barbaramente, un ricordo che non ci lascia, un’immagine che incupisce i nostri visi. La tenerezza che semina qualcos’altro…che sarà. > attualità 11 L’estate culturale eugubina > di pina pizzichelli Il 2013 sarà per il Teatro Romano una specie di anno sabbatico: gli spettacoli, dal teatro alla musica alla danza si trasferiranno per un anno (almeno si spera) nel chiostro bellissimo, ma con una capienza relativa di San Pietro. Infatti i tagli feroci alla cultura non hanno risparmiato né annullato le difficoltà nell’allestimento del Teatro Romano. Troppi fondi necessari circa 30.000 euro, impossibile da trovarsi oggi. Un anno sabbatico che avrebbe coinvolto anche la stagione degli spettacoli, che dura ininterrottamente da 54 anni, senza contare le varie stagioni allestite tra le due guerre mondiali. Inoltre quest’anno la scelta del programma ed i relativi finanziamenti avevano trovato un ostacolo imprevisto ma non così fulmineo come il commissariamento del Comune. Tanto che fino all’ultimo si è temuto proprio per la stagione classica; ma poi sia per il minor costo dell’allestimento sia per la “necessità” di non cancellarla si sta lavorando con il Teatro Stabile dell’Umbria che a giorni provvederà a rendere ufficiale il cartellone. Al momento in cui scriviamo, cioè la prima metà di giugno, si è quasi arrivati al traguardo. Dovrebbero comunque essere 4 spettacoli a cui potremo assistere Ode a Gubbio Abbiamo ricevuto una mail da Alessandro Minotti Ferentino (Fr), nella quale dichiara il suo amore per la nostra Gubbio, di cui si sente parte come se qui fosse nato. Realizziamo il suo desiderio di pubblicazione come riconoscenza per le belle parole tributate a Gubbio e agli eugubini. nel solito periodo di luglio ed agosto. Salvi anche gli altri appuntamenti canonici dell’estate eugubina, e precisamente il Gubbio Summer Festival, il Gubbio no borders, il Festival Internazionale della chitarra. Le date sono conosciute: il Gubbio Summer Festival, appuntamento importante con la grande musica inizierà il 20 luglio e terminerà il 6 agosto. Il Gubbio no borders, il grande jazz italiano, inizierà il 13 agosto e terminerà il 26 agosto. Per il Festival della chitarra si parlerà ai primi si settembre. Intanto il 30 giugno primo grande appuntamento con la musica classica nella chiesa si San Domenico con la pianista Angela Hewett. Dal 2 al 4 luglio il Gubbstock Rock Festival riservato alle band emergenti si terrà nel chiostro di S. Pietro. Il 12 luglio farà tappa a Gubbio l’orchestra scozzese di Glasgow nella chiesa di San Pietro. Altri eventi (in forma modesta?) del mese di agosto il Trofeo Luigi Fagioli altra classica che deve rimanere nel calendario eugubino dal 23. al 25 agosto. Non dovrebbero esserci problemi per la mostra nazionale del tartufo bianco dalla fine di ottobre ai primi di novembre. La città dei matti (Gubbio) Il forestiero percorre l’eugubina via animato dalla sua frenesia; quel desio di amore e pace che solo la città dei matti rende capace; gli antichi scorci coi loro stendardi riecheggiano virtù sacre di genti testarde; la pensile piazza pulsa vitale dai ceri lignei, le balestre e le fontane: del Bargello la più immortale, per antica licenza la mollatura rende matti se tre giri vengon fatti; il quindici maggio tutto trasale tra capitani, brocche e capodieci: l’alzata ricorda al mondo intero il vanto ceraiolo vero; piazza Grande si fa cangiante; tra un rintocco e l’altro l’ardita folla appare trafelante, la scalea a ventaglio è proscenio d’orgoglio: tamburi e chiarine si odono incontrastate tra costumi rossi e fusciacche colorate; impetuosa è la calata, gioiosa la birata e con l’ultima impennata ecco l’abbassata; si chiude il portale tra estasi e spintoni lungo i nove stradoni; la basilica fiera incorona il monte Ingino, mentre la funivia conduce il pellegrino; Il campanone a palazzo consolare scandisce il tempo secolare, la dimora Montefeltro il feudo di un tempo giullare; le merlate ogive osservano superbe il giovane imberbe, impaziente di portar sulla spalla la sacra barella: sin da fanciullo aspetta la gloria; da lassù quaranta contemplano testimoni innocenti di barbari momenti; tu giovane rimembra questo e quel tempo, tramandando la memoria di tanta intolleranza. A.M. «Sento, ma non «Sento, ma «Sento, manon non capisco le parole» capisco le parole» capisco le parole» INFORMAZIONE PUBBLICITARIA Speciale udito e benessere Chi ha problemi di udito spesso sente, ma non distingue le parole. Chi haOggi problemi di udito spesso sente, ma di nonquello distingue parole. la soluzione è più semplice chelesembra. OggiLalariduzione soluzione è piùse semplice quello sembra. di udito si avverle parole fosserodi “sfocazione che e, talvolta, imbarazzo. te quando si arriva a sentire te”. La conseguente difficoltà che la voce va e viene, una a seguire il filo del discorso sensazione fastidiosa, una crea un disagio che arriva a sorta di intermittenza, come provocare isolamento, irrita- Oggi questo può essere no così piccoli che scompaiono quando indossati. La riduzione di udito si avver- se le parole fossero “sfoca- zione e, talvolta, imbarazzo. no così piccoli che scompaio- te quando si arriva a sentire te”. La conseguente difficoltà Oggi questo può essere COLLEGABILI no quando indossati. che la voce va e viene, una a seguire il filo del discorso affrontato meglio con la sensazione fastidiosa, una crea un disagio che arriva a sorta di intermittenza, come provocare isolamento, irrita- affrontato meglio con la nuova tecnologia Speech SENZA FILI A TELEVISIONE Guard, un sofisticato sistema COLLEGABILI E TELEFONO nuova tecnologia Speech SENZA FILI A TELEVISIONE brevettato che, progettato Ma non basta, i nuovi appa- Guard, sofisticato sistema Erecchi TELEFONO per un rimettere elettronicaacustici con tecnolobrevettato che, laprogettato basta,Guard i nuovi appamente a fuoco voce, è par- Ma gia non Speech sono in perticolarmente rimettere utile elettronicaconsenza tecnolonel far recchi grado diacustici collegarsi fili a mente a fuoco è parSpeechtelefoni Guardfissi, sono capire megliolalevoce, parole, rom- gia televisori, cellu-in ticolarmente utile nel far di collegarsi fili a pendo così l’isolamento tipi- grado lari, portando i lorosenza suoni nitico dimeglio chi haleuna difficoltà di e chiari direttamente al capire parole, rom-di televisori, telefoni fissi, celluudito.così Grazie alle piccolissime timpano. pendo l’isolamento tipi- lari, portando i loro suoni nitidel difficoltà chip Speech divengonoal co dimensioni di chi ha una di diGlie apparecchi chiari direttamente Guard, montato negli appa- timpano. degli autentici auricolari, udito. 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PROVA DI ASCOLTO GRATUITA dell’ultima tecnologia per l’udito, senza impegno d’acquisto PROVA DI ASCOLTO GRATUITA dell’ultima tecnologia per l’udito, senza impegnoSETTIMANA d’acquisto TI ASPETTIAMO QUESTA per mostrarti in anteprima la nuova soluzione invisibile quando indossata Chiama subito e conferma TI ASPETTIAMO QUESTA SETTIMANA il tuo per mostrarti in anteprima la nuova soluzione invisibile quando indossata appuntamento Iscritti all’albo fornitori ASL/INAIL Iscritti all’albo fornitori ASL/INAIL Acustica Umbra Presenti con oltre 40 centri nelle province di • Ancona • Arezzo • Perugia • Pesaro Urbino • Rieti • Siena • Terni Presenti con oltre 40 centri nelle province di • Ancona • Arezzo • Perugia • Pesaro Urbino • Rieti • Siena • Terni Via Cairoli, 23 - 06024 Gubbio (PG) Tel. 075 922 0714 Presenti con oltre 40 centri nelle province di Ancona, Arezzo, Perugia, Pesaro Urbino, Rieti, Siena, Terni Chiama subito e conferma 800 389 822 il tuo appuntamento agevolaz ioni822 800 389 per i soc i del maggio eugubin o s i b r u a i l i b orri Vorrei sottoporre alla vostra attenzione per la vs. rubrica “ORRIBILIA URBIS” la seguente situazione di cui vi allego alcune foto dimostrative dello stato in cui si trova il marciapiede di Via Tifernate. La cosa più evidente, è che questo è proprio a fianco di una scuola elementare, e di acluni esercizi commerciali oltre ad un condominio di otto famiglie. Quando piove diventa una pozzanghera e con il transito dei veicoli gli schizzi di acqua raggiungono le vetrine dei negozi. Vi ringrazio per quanto potrete fare in termini di segnalazione e vi auguro un buon lavoro. Gli inquilini Mirabilia Urbis La Platea Comunis e i palazzi pubblici di Gubbio “Attraverso l’opera costruita l’uomo trasforma la ‘natura’ in un fatto di ‘cultura’. Così l’architetto Mario Botta ha risposto a un giornalista che recentemente gli chiedeva di descrivere, attraverso uno slogan, l’architettura. Questa definizione diventa ineccepibile quando ci troviamo di fronte a edifici storici che sono stati capaci di trasformare lo spazio in luogo. Vale, in sintesi, per tutti quei luoghi che hanno ‘ospitato’ generazioni e che ne hanno condizionato il ‘vivere’; luogo espressione della storia, luogo in cui ci si identifica. Il complesso di Piazza Grande è senza dubbio uno di questi. “La Platea Comunis e i Palazzi Pubblici di Gubbio” è il titolo del volume realizzato dagli architetti eugubini Spartaco Capannelli e Gaetano Rossi e recentemente presentato nel corso di un interessante incontro alla Sala Trecentesca di Palazzo Pretorio. L’opera, 516 pagg. Media Video editrice con fotografie di Paolo Tosti, è una approfondita e documentata ricerca alla quale hanno offerto la loro collaborazione Patrizia Biscarini, Luca Cardinali, Francesca Germini, Paolo Ghirelli, Fausto Pelicci, Ettore A. Sannipoli. In essa si inquadrano la Piazza ed i Palazzi Civici dal punto di vista storico urbanistico, anche attraverso la rilettura e analisi dei documenti e quindi, attraverso una contestualizzazione dell’opera, arrivando a definire le probabili destinazioni d’uso degli spazi che caratterizzano i due Palazzi. Tra i tanti argomenti merita sottolineare quelli che hanno condotto alla decifrazione dello schema utilizzato per la composizione architettonica del Palazzo dei Consoli, riconducibile a un modello basato sulla numerologia occulto-simbolica. L’ampia e circostanziata ricerca documentale, riportata nel testo, ha permesso inoltre di ricostruire un preciso quadro temporale nello svolgimento dei lavori e l’individuazione delle figure impegnate nella loro esecuzione; mentre la rigorosa analisi sull’epigrafe, ma non soltanto questa, risolve il problema dell’attribuzione della fabbrica all’architetto Angelo da Orvieto. > storia arte e cultura 15 1506: il passaggio di Giulio II per Gubbio > a cura di fabrizio cece ché per mandato del Duca di Urbino tutti i luoghi per Dopo il pontificato di Alessandro VI e gli sconvolgimenti quanto possibile erano stati resi transitabili, arrivò a Gubcausati nell’Italia Centrale dalla famiglia Borgia, Giulio bio dove pranzò insieme ai suoi familiari e a otto cardinaII Della Rovere – eletto nel 1503 – progettò fin da subito li nel monastero suburbano di San Secondo; poi, all’ora una vasta campagna militare per riportare sotto il controlventunesima, con solennità fece ingresso preceduto dal lo diretto della Chiesa Perugia, la Romagna e Bologna. Corpo di Cristo [SS. Sacramento] e dai cardinali rivestiti Era un buon momento anche per lo stato di Urbino. Giudi cappe violacee seguenti in tutto e per tutto quello che lio II premiò la fedeltà di Guidubaldo da Montefeltro conera stato fatto in Viterbo, se non che il cardinale di San fermandogli il ducato e “approvando” poi l’adozione del Vitale [mons. Antonio Ferrero] che è vescovo eugubino, comune nipote Francesco Maria Della Rovere con conrivestito di cappa rosata perché disse di non possedere la seguente sua successione al ducato urbinate. Nel 1505 il violacea, offrì al papa la papa procurò a Francecroce alla prima porta. sco Maria anche la moFu preparato per il papa glie: Eleonora Gonzaga un unico baldacchino, figlia del marchese di nessun baldacchino per Mantova. il Sacramento. Il PrefetParide de Grassis, maeto di Roma [Francesco stro di cerimonie prima Maria Della Rovere], e vescovo di Pesaro poi, che era stato adottato tenne il diario della spedal Duca di Urbino con dizione militare. L’eserdiritto di successione, cito della riconquista, oggi offrì al papa, seinizialmente limitato condo il solito, le chiaa poche centinaia di vi; il papa gli sorrise. uomini giudicati più Avevo ordinato che il che sufficienti per spaDuca fosse alla seconda ventare Paolo Baglioporta per riverenza al ni e ricondurlo a più papa, al suo cospetto, miti consigli, mosse ma la cosa non riuscì da Roma il 26 Agosto per la durezza dei car1506. Il comando fu dini della porta. Il Preaffidato a Guidubalfetto, continuamente, do e Francesco Maria. andò avanti a piedi con Siccome al contingente tutti i suoi, con i baroni si era aggregato un picducali, i priori del luocolo numero di soldati go e i consoli. Precededella repubblica fiorenvano, alternandosi, nel tina, quest’ultima manportare il baldacchino. dò ad accompagnarli il Alla porta della chiesa suo segretario. Niccolò [Cattedrale] il papa si Machiavelli. Raffaello Sanzio, ritratto di Giulio II, 1511-1512. trovò in mezzo al tuLiquidata velocemente multo di giovani eugubini contro la volontà del Duca e la pratica Perugia, il corteo militare-religioso, aumentato del Prefetto che mantenevano l’ordine affinché i palafrea 4.000 uomini, con alla testa il SS. Sacramento, transitò nieri del papa avessero libertà. per Montecorona lunedì 21 Settembre. Comandava ora Nella chiesa si è agito nel modo consueto e il papa bel’esercito pontificio Ottaviano Fregoso, fratello di mons. nedisse rivolto al popolo; il cardinale Colonna pubblicò Federico – futuro vescovo di Gubbio – e cugino del duca l’indulgenza di dieci anni. Il papa fu ospitato nel palazzo Guidubaldo. ducale, di fronte alla chiesa. Qui, nel cortile, vide e accetDopo il pernottamento, la multicolore comitiva si incamtò i doni del cardinale di San Vitale, vescovo di Gubbio, minò verso Gubbio. che presentò in abbondanza vitelli, castrati, capponi e alte Lascio ora la parola al de Grassis nella traduzione di don cose insieme alla biada. Ubaldo Braccini. Il giorno 23, dopo pranzo, [il papa] partito da Gubbio «Martedì 22 [Settembre 1506] il papa con il seguito, pasarrivò a Cantiano, castello distante dodici miglia». sate le rovine dei monti e anfratti quasi senza strade ben- > storia arte e cultura 16 Pio Fabri nelle raccolte di Gubbio > di Ettore A. Sannipoli «Pio Fabri il grande ceramista moderno, le cui opere formano la preziosità in questo campo così vasto; i cui smalti che scintillano di così smaglianti riflessi formano la ghiottoneria dei veri amatori. / Lenta, minuziosa, sincera e limitatissima è la sua produzione, poiché egli non ha fabbrica nel vero senso della parola ed è inutile il chiedergli un catalogo, perché non ne stampa. È un intellettuale della ceramica. / Ma intanto l’opera sua è destinata a segnare un’epoca e rimarrà nelle migliori raccolte dei più importanti musei d’Europa, nelle sale dei Principi e di Re, e parlerà di uno dei più colti ceramisti d’Italia». La citazione è tratta, pur con qualche omissione e modifica, dalla seconda edizione de L’Amatore di Maioliche e Porcellane di Luigi De Mauri (1914), e si trova dattiloscritta su un foglietto incollato dietro una delle ceramiche che intendo qui presentare. Pio Fabri (1847-1927) contribuì alla rinascita della ceramica artistica in Roma subito dopo l’Unità d’Italia, assieme a maestri quali Guglielmo e Torquato Castellani, Adriano Ferraresi, Cesare Moretti, Camillo Novelli. Per un approfondimento di questo contesto storicistico, caratterizzato da “esotici eclettismi” e da una qualità assai alta della produzione, rimando agli studi recenti di Roberto Cristini, che ben volentieri riporto in bibliografia. Un gruppo significativo di maioliche autografe di Pio Fabri è conservato in collezioni private di Gubbio. Ho già reso noti, in una mostra del 2007 e nel relativo catalogo, due pezzi facenti 1. P. Fabri, vaso biansato d’ispirazione ispanomoresca, 1885, maiolica a lustro, h. cm 49. Gubbio, Museo della Maiolica a Lustro “Torre di Porta Romana”. 2. P. Fabri, piatto con decoro arabescato, fine sec. XIX – inizi sec. XX, maiolica riflessata, Ø cm 30,8. Gubbio, Museo della Maiolica a Lustro “Torre di Porta Romana”. identico esemplare è conservato nella collezione Ricci-Saraceni di Roma (Cristini 2007, p. 132). Il secondo è invece un bel piatto con decoro arabescato in maiolica riflessata (Fig. 2). Il decoro trova riscontro quasi puntuale in quello di una piastrella da rivestimento di cui si conserva un disegno acquarellato con timbro «edgardo ghiselli / affittuario della ceramica molaroni / pesaro» (1931-32) (Loreti, Loreti 1998, p. 130). Altre ceramiche risultano del tutto inedite. Penso, ad esempio, ai tre piatti caratterizzati sulla tesa da un ornato a ‘corone e foglie’ su fondo blu, derivato da esemplari prodotti da Torquato Castellani, come il piatto con il ritratto di Owen Jones del 1883 (Londra, Victoria & Albert Museum, inv. C.9-1995) o l’altro del 1885, in collezione privata, con uno stemma nobiliare al centro (Cristini 2008, p. 110). Un ornato della tesa siffatto, con le ‘corone e foglie’ separate da fiorellini come nel piatto dedicato a Owen Jones «principe dell’ornamento», compare nell’esemplare eugubino che reca al centro una fiabesca rappresentazione della storia di Tobiolo e l’angelo, tratta con evidenti omissioni e varianti dal dipinto eseguito verso il 1470 da Francesco Botticini (Firenze, Galleria degli Uffizi) (Fig. 3). Tale ceramica è riprodotta in una foto d’epoca conservata nella collezione Ricci Saraceni di Roma (Cristini 2007, p. 52, fig. 12). Lo stesso ornato, questa volta con le ‘corone e foglie’ separate da gigli, lo troviamo in una coppia di piatti con scene ispirate a un medioevo cortese e trobadorico: l’uno con quattro mene- 3. P. Fabri, piatto con Tobiolo e l’Angelo (da Francesco Botticini), 1883-1890 ca., maiolica, Ø cm 46,7. Gubbio, coll. priv. 4. P. Fabri, piatto con menestrelli, 1883-1890 ca., maiolica, Ø cm 50,4. Gubbio, coll. priv. parte della raccolta del Museo della Maiolica a Lustro “Torre di Porta Romana”. Il primo è un vaso a lustro con due anse ad ala d’ispirazione ispanomoresca, sul tipo dei cosiddetti vasi “Alhambra”, datato 1885 (Fig. 1). Un 5. P. Fabri, piatto con giullare, dama e paggi, 18831890 ca., maiolica, Ø cm 52. Gubbio, coll. priv. > storia arte e cultura strelli (Fig. 4), l’altro con un giullare al cospetto di una dama e dei suoi paggi (Fig. 5). Il primo di questi due piatti 17 riprodotto nel 1877 dal Prisse d’Avennes nel suo volume su L’Art Arabe (Tav. CLXIV). E per finire, un piatto e una targa conservati in un’altra collezione del posto. Il piatto, in maiolica a lustro, presenta un decoro d’ispirazione ispano-more- sca in blu e oro (Fig. 9), e trova puntuali riscontri nella produzione di Fabri: si vedano ad esempio i due esemplari in 6. P. Fabri, piatto con decoro floreale nello stile di Iznik, 1884-1890 ca., maiolica, Ø cm 44,2. Gubbio, coll. priv. 7. P. Fabri, piatto con Il Centauro Nesso e Dejanira, fine sec. XIX – inizi sec. XX, maiolica, Ø cm 30,7. Gubbio, coll. priv. è praticamente identico all’esemplare riprodotto a colori in copertina de L’Amatore di Maioliche e Porcellane del 1914, che come ci informa il De Mauri fu presentato all’Esposizione Nazionale di Torino del 1884. Nella stessa raccolta eugubina sono conservati altri due piatti di Fabri: uno, molto appariscente, con un decoro floreale su fondo blu nello stile di Iznik (Fig. 6), che ben rappresenta la componente esotica della corrente eclettica, e l’interesse per la cultura ottomana, per un Oriente affascinante e misterioso; l’altro, in monocromia turchina, con la mitica storia de Il Centauro Nesso e Dejanira (Fig. 7), secondo un’iconografia compatibile – anche se non sono riuscito ad accertare una derivazione puntale – col mondo incisorio di Bartolomeo Pinelli (non va dimenticato che proprio il padre di Pio, Leopoldo, aveva ereditato le incisioni del Pinelli eseguite da suo padre Luigi Fabri, noto incisore romano d’inizio Ottocento). In un’altra collezione di Gubbio è conservato un’esemplare del cosiddetto ‘piatto delle sfingi’, che può considerarsi una vera e propria icona dell’eclettismo romano (Fig. 8). Prodotto fin dal 1883 in maiolica a lustro da Guglielmo Castellani (cfr. Cristini 2008, p. 100, fig. 79), venne poi realizzato, con alcune semplificazioni (si veda per esempio la scritta a caratteri cufici), anche da Pio Fabri, come testimonia tra l’altro il rilucente esemplare del Museo Stibbert a Firenze (Cristini 2007, p. 22, fig. 18). Il piatto è l’imitazione fedele di uno specchio di bronzo selgiuchide (Iran orientale o Anatolia, XII-XIII sec.; Parigi, Musée du Louvre, inv. OA 3945), raccolte private romane riprodotti nel catalogo Terre romane (Cristini 2008, p. 125). La targa, invece, in maiolica policroma e provvista di una bella cornice lignea, rimanda al nostro Rinascimento, costituendo la copia con alcune varianti del San Giorgio di Andrea Mantegna attualmente nella Galleria dell’Accademia di Venezia (Fig. 10). In quest’opera Pio Fabri manifesta il suo interesse per i pittori d’ambito squarcionesco, interesse che condivide con altri ceramisti romani del tempo. A tale riguardo mi preme ricordare che della stessa collezione eugubina fa parte un’altra targa molto simile, anche per il tipo di cornice adottata, nella quale Camillo Novelli ha replicato con poche modifiche la Madonna col Bambino in trono di Carlo Crivelli già in San Francesco di Force (AP) e ora nella Pinacoteca Vaticana. Ma di questo e di altri ceramisti romani le cui opere si conservano in Gubbio spero di poter parlare, tra non molto, in un apposito ed esauriente contributo. 8. P. Fabri, piatto con due sfingi (da uno specchio bronzeo selgiuchide), 1883-1890 ca., maiolica riflessata, Ø cm 41. Gubbio, coll. priv. 9. P. Fabri, piatto con decoro ispano-moresco, 1884-1890 ca., maiolica a lustro, Ø cm 32,4. Gubbio, coll. priv. 10. P. Fabri, targa con San Giorgio (da Andrea Mantegna), 1883-1890 ca., maiolica, cm 42,5 x 21,3. Gubbio, coll. priv. Bibliografia essenziale A.C.T.E. Prisse d’Avennes, L’Art Arabe. D’après les monuments du Kaire, Paris 1877; L. De Mauri (E. Sarasino), L’Amatore di Maioliche e Porcellane, Milano 1914; L.L. Loreti, J. Loreti, Ceramiche Artistiche Molaroni. Storia della fabbrica dal 1880 ai giorni nostri, Milano 1998; Artisti e Fornaci. La felice stagione della ceramica a Roma e nel Lazio (1880-1930), a cura di I. de Guttry e M.P. Maino, catalogo della mostra di Roma, Roma 2003; R. Cristini, Esotici eclettismi. Ceramica e ceramisti del secondo Ottocento romano (18701911), Vetralla 2007; Terre romane. La rinascita della ceramica artistica a Roma nel secondo Ottocento, a cura di R. Cristini e A. Buranelli, catalogo della mostra di Roma, Roma 2008; Museo della Maiolica a Lustro “Torre di Porta Romana”. Acquisizioni 1999-2009, a cura di E.A. Sannipoli, catalogo della mostra di Gubbio, Gubbio 2009. > vita dell’associazione 18 Brocche d’autore 2013 > di Ettore A. Sannipoli Si è conclusa la dodicesima edizione della mostra Brocche d’autore, organizzata dall’Associazione ‘Maggio Eugubino’ nella Sezione Archeologica del Museo Comunale di Palazzo dei Consoli, con l’intento di arricchire le tradizionali manifestazioni di maggio per mezzo di un’iniziativa culturale pertinente al clima festivo, tale da destare l’interesse sia dei visitatori sia degli eugubini, ma anche opportunamente legata al settore della ceramica di artigianato artistico con delle proposte di qualità relative a uno dei prodotti tipici dell’odierna maiolica eugubina, vale a dire le brocche dei Ceri. Oltre agli esemplari appositamente realizzati per il 2013, sono state presentate nelle vetrine dei negozi del Centro Storico, grazie alla disponibilità dell’Associazione Gubbio fa Centro, le brocche realizzate nel corso delle precedenti edizioni della mostra (ad esclusione di quelle di Mario Boldrini, in restauro, di Eduardo Alamaro e di Gabriele Tognoloni) vale a dire le opere di Nello Bocci, Edgardo Abbozzo, Alan Peascod, Lucia Angeloni, Oscar Piattella, Germano Cilento, Toni Bellucci, Giulio Busti, Mirta Morigi, Marilena Scavizzi, Alexis Miguel Pantoja Pérez, Nello Teodori, Emidio Galassi, Gennaro Esca, Luciano Tittarelli, Rolando Giovannini, Elio Cerbella, Eraldo Chiucchiù, Antonella Cimatti, Paolo Biagioli, Caterina Calabresi, Luciano Laghi, Giampietro Rampini, Bruno Ceccobelli, Gianfranco Budini, Gabriele Mengoni, Marino Moretti, Sandro Soravia, Graziano Pericoli, Giuliano Giganti con l’aggiunta delle brocche eseguite nel 2002 dagli allievi dell’Istituto Statale d’Arte di Gubbio. Le brocche dei Ceri sono state quest’anno interpretate da Stefano Pascolini, Maurizio Tittarelli Rubboli, Francesco Ardini. Stefano Pascolini Il giovane artista eugubino ha interpretato la brocca del Cero come attributo specifico del capodieci, l’organizzatore-responsabile della Corsa. Sulla fronte di tre contenitori d’impianto tradizionale, ha rappresentato infatti il busto di altrettanti capodieci, applicandovi in tenue rilievo la colorata camicia con fusciacca e fazzoletto svolazzante (‘vestendo’ la brocca, insomma), e modellando alla base del “doccio” il volto dell’impettito personaggio. L’originalissima figurazione che ne deriva manifesta late analogie con antichi vasi antropomorfi (ad esempio i canopi etruschi) ma anche con le monumentali erme in ceramica policroma, sospese tra ironia e sogno, di artisti quali Luigi Ontani. Appropriata e significativa risulta l’idea d’identificare la brocca con il capodieci dal petto inarcato, proteso in avanti, nella posa assunta al momento dell’alzata: il vaso che si rompe in mille frantumi raccolti avidamente dagli eugubini, rappresenta bene – metaforicamente parlando – quella che potrebbe denominarsi la ‘comunione’ del capodieci: il responsabile della corsa del Cero sembra quasi ‘farsi a pezzi’ e offrirsi così a ciascuno dei suoi fedeli ceraioli. Maurizio Tittarelli Rubboli Tittarelli Rubboli ha inteso rispettare la tradizione dei Ceri e la sua sacralità. Ha creato pertanto delle «brocche condivise», con citazioni di personaggi della ceramica di Gubbio: Mastro Giorgio nell’uso dei lustri; Aldo Ajò nell’uso dell’aerografo; Lucia Angeloni per le impronte nella creta ancora plastica. Ha fatto tornire le brocche in maniera tradizionale da Giancarlo Minelli, il tornitore più anziano di Gubbio. Poi due bambini della scuola elementare di Semonte hanno messo le loro mani nella barbottina, lasciando delicate increspature come loro segno sulla brocca. Insieme ai bambini, tre ex-capodieci hanno impresso la presa della loro mano sull’ansa del contenitore, deformandola. «Tre generazioni di eugubini che rappresentano il passato, il presente e il futuro di questa tradizione». L’artista gualdese si è riservato il ruolo di ‘maestro del terzo fuoco’, applicando bei lustri in vernice cotti tre volte. «Le brocche sono perciò il risultato dell’intervento di sette persone in una felice condivisione». Sono state appoggiate su un piano di specchi spezzati dove esse si riflettono, frammentandosi, come avviene dopo il lancio in mezzo alla gente. > vita dell’associazione to dall’uomo. Insomma Ardini sembra aver capito come il lancio delle brocche, e dunque il loro cambiamento di forma e di ‘stato’, preluda a una metamorfosi di maggior portata, attraverso la quale gli eugubini entrano in sintonia con una natura ‘dionisiaca’ e rigogliosa, anche se provvisoria e fugace. ospiti del giudice dott. rampini e consorte In una cornice pienamente estiva, il comitato dei Ceri Piccoli, costituito in seno al consiglio dell’Associazione Maggio Eugubino, ha incontrato il giudice dott. Giovanni Rampini, colonna portante della testata giornalistica “l’Eugubino” con i suoi scritti legati ai ricordi ed alle sensazioni uniche che la nostra Città riesce ancora ad esprimere e trasmettere, insieme alla gentile signora “Titti”. Il clima di eugubinità si è respirato anche in riva all’Adriatico (Porto San Giorgio) con la straordinaria ospitalità dei coniugi Rampini e la sana e cordiale allegria attraverso le quali sono stati ripercorsi gli ultimi impegni profusi ed in maniera particolare quelli legati al mese di maggio fino alla festa dei Ceri Piccoli. Per le altre foto: www.maggioeugubino.com ph. F. Ardini Francesco Ardini Più che sulle brocche dei Ceri in senso stretto, il giovane artista padovano ha concentrato la sua attenzione sull’avverarsi di un processo in atto, il quale si manifesta attraverso la lenta e inesorabile trasformazione della materia prescelta e l’affascinante metamorfosi della foggia ceramica. Il punto di partenza è rappresentato da un boccale con il corpo ovoidale, il collo cilindrico e l’orlo trilobato, tipico della tradizione veneta e novese in particolare. Questo contenitore, usuale e candido, sembra quasi sottoposto all’azione aggressiva di un acido misterioso che lo corrode all’esterno e all’interno, disgregandone progressivamente la materia per trasformarlo in un’altra entità, accattivante e meravigliosa: con una ‘ricaduta entropica’ che lo introduce a una bellezza diversa, più in sintonia con il ‘disordine’ della natura che con l’‘ordine’ stabili- 19 > vita dell’associazione 20 Convivio degli eugubini lontani e vicini dio Maggio Eugubino-Colacem > di michela biccheri Il Convivio è, da mezzo secolo, l’occa- Corsa dei Ceri 2013 Tiziano Palicca, sione per stare insieme ricordando gli Andrea Martiri e Ubaldo Gini; ai Caeugubini che ci hanno preceduti, quel- pitani: Gabriele Capannelli e Vitaliano li che non sono riusciti a tornare per la Pannacci. I riconoscimenti sono stati Corsa dei Ceri, gli eugubini che dalle assegnati a: Dino Berardino Pezzopaloro città lontane raggiungono ogni ne, multiforme inventore di Gualdo anno Gubbio per festeggiare il Santo Tadino che ha donato i suoi brevetti protettore. Anche l’edizione 2013 ha a Gubbio; Teodolo Manganelli nato visto una grande partecipazione alla a Gubbio, laureato alla Facoltà di cena organizzata dal Maggio Eugu- Architettura a Roma e residente dal bino presso il Park Hotel ai Cappuc- 1960 a Milano autore del libro precini, arricchita dalla consegna dei ri- sentato ad ottobre “Pagine eugubine”; conoscimenti per l’attaccamento alla Antonio Procacci, un cuore eugubino Città di Gubbio e alle sue tradizioni: che ogni anno gratuitamente restaura i le pergamene e i riconoscimenti sonoBinacci nostri CeriFedePiccoli; Giambaldo Perugiocio Psico Pedagogico), Gre2010-2011: Angela (ITIS), stati assegnati ai tre Capodieci della ni, eugubino verace, lo sbandieratore (Liceo Classico-Scientifico), rica Rossi (Liceo Socio Psico Pedagogico), che doni (IPSIA), Elisa Monac- Davide Lispi (Liceo Classico-Scientifico), trasferitosi a Ferrara è diventato presidente sabel Poeta (ISA); i vincitori Laura Ferranti (IPSIA), Valerio Miozzi dell’Ente Palio di tale di Studio per l’anno scolastico (ITC), Hafid Assia (ISA). città. Ad Augusto Ancillotti, docente universita- Vita dell’associazione rio, presidente dell’Irdau e massimo esperto della antica civiltà degli umbri, il Maggio Eugubino ha invece consegnato la Patente di Matto Onorario di Gubbio. A 21 Per le altre foto: www.maggioeugubino.com > vita dell’associazione 21 Mostra filatelica > di michela biccheri Gabriele Lorenzi ha curato la mostra filatelica “La festa dei Ceri di Gubbio” patrocinata dal Maggio Eugubino e organizzata dalla famiglia dei Santantoniari presso la Taverna di via Fabiani, l’ultima settimana di maggio. I suoi preziosi francobolli hanno voluto raccontare la Festa dei Ceri e i ceraioli che si emozionano nel ritrovare la loro Festa su cartoline dipinte e raffiguranti tratti salienti della Corsa e i simboli storici della Festa, come il Campanone. Gli appassionati e i curiosi hanno potuto godere di questa fine raccolta gustandosi un’esposizione ben organizzata in schede riportanti dettagli su personaggi come i Capodieci, i Capocetta e i Capitani. L’elenco dei protagonisti della Festa dei Ceri comparirà per la prima volta nelle cartoline dal 1975. Dal 1970 il Maggio Eugubino predispone un annullo speciale fi1978 gurato, celebrativo della Festa dei Ceri. Solo nel 1983, in occasione dell’emissione del francobollo sulla Corsa dei Ceri, l’annullo riportava “Corsa dei Ceri”. L’emissione dell’annullo è ininterrotta. Grande 1982 e instancabile promotore dell’ini- Es. di cartolina con l’elenco dei protagonisti della Festa dei Ceri e annullo ziativa fu Il compianto NAZZARENO SOLLEVANTI, al quale, il Maggio Eugubino ha dedicato una mostra filatelica, con tutti gli annulli emessi e le cartoline stampate sui Ceri l’anno successivo alla morte, maggio 2007. Oggi il Maggio Eugubino propone l’annullo e sceglie di far realizzare il disegno delle Cartoline da autori moderni, tranne in occasioni commemorative, dal quale si estrapola l’annullo che consente l’invalidamento del francobollo. La sezione filatelica del Maggio Eugubino ha lavorato molto per poter dedicare alla nostra città i francobolli e questo è stato possibile nel 1978 con la “serie turistica”, nel 1982 con “Federico da Montefeltro”e nel 1983 con la 1983 “Corsa dei Ceri”. > vita cittadina 22 CAMPANILI DIMENTICATI > di gianluca sannipoli A un’attenta osservazione delle fotografie d’epoca, si scoprono col passare del tempo particolari cui l’occhio inizialmente non dà peso. E’ curioso il fatto che una stessa immagine, osservata e scrutata decine di volte, lasci sempre spazio a nuove e, per certi versi, sorprendenti sfumature. E’ il caso di una fotografia scattata da Zoe Rossi ante 1924 e pubblicata alle pagg. 102–103 del volume “Rossi, storia di un archivio fotografico” (Media Video, 2010). L’attenzione di chi la osserva per la prima volta è catturata da numerosi aspetti generali del centro cittadino e della vallata ancora non assediata dal cemento. Il nucleo urbano è sostanzialmente quello trecentesco. Poi, volendo scendere in qualche particolare ulteriore, si pensa alla datazione e allora l’occhio corre verso i giardini pubblici per vedere se ci sia già il monumento ai caduti della prima guerra mondiale: non si scorge tra gli alberi. E quindi ecco perché abbiamo detto che il fotografo Zoe Rossi la scattò prima del 1924. Ma non così tanto prima, perché sul tetto dell’ospedale, sopra all’angolo della farmacia comunale, non c’è più il piccolo campanile della chiesa di Santa Croce del Mercato, ben visibile invece in una nota cartolina che ritrae la sfilata dei ceraioli nella Festa dei Ceri del 1908. I campanili, appunto. Nella foto in questione, ne spunta- no un po’ ovunque, oggi non più esistenti. Per ora ne abbiamo individuati tre, negli anni Venti ancora saldamente al loro posto. Due di questi si conoscevano da altri scatti fotografici o filmati: quello di San Giuliano (abbattuto nei primi anni Cinquanta perché ritenuto pericolante) e quello di Santa Maria dei Battilana (chiesa trasformata prima in falegnameria e oggi in birreria). Ma la sorpresa è offerta dal terzo di questi campanili non più esistenti e fino ad ora non rintracciato in alcun documento fotografico d’archivio. Si tratta del campanile della chiesa di Santo Spirito. Pur nella sua semplicità, svetta sul tetto della ex chiesa del complesso monastico (oggi complesso multifunzionale). Si tratta di un campanile a vela, con tre archi campanari, due dei quali appaiati e il terzo nella parte superiore. Non sappiamo in quale anno fu abbattuto, ma è probabile che già durante il secondo conflitto mondiale non esistesse più. > vita cittadina 23 from gubbio with love agrafici L’albero più grande del mondo ancora più grande > di michela biccheri celebrazione perpoche il patrono Ubaldo, quella d’oltreubina nonL’altra solo cala, anche se di oceano, ha contato quest’anno su una presenza speciale. Una presenza che ha condensato i sentimenti intorno alla Dopo la partecipazione del Santo Padre alla tradion attenzione è quello relativo mera corsa dei Ceri,aiaimatrimeri festeggiamenti goliardici. La accensione dell’albero più grande del monstatua di Sant’Ubaldo ha catalizzatozionale l’attenzione di tutti e no quelli celebraticon rito civile, aumendo, il nostro eugubino ha fatto il giro del mondo. ha dato un senso diverso alla Corsa dei Ceri. Sono stati tanUnunmessaggio didono, pace e di fratellanza dalla terra di al sacerdote. dicono le cifre della ti Questo i commenti e forte la commozione, gesto, quel Sant’Ubaldo e di San Francesco è partito proprio chedell’anno ha rinnovato unaconclufamiliarità, riacceso un legame antidemografica da poco precisione, ma invecchia sempre più; un dicembre 2011 il totale dei residenti am- tà, contro le 33.004 del 31 dicembre del seguenza dell’andamento naturale, con i ati, senza il correttivo, nella circostanza, ne proveniente mdal saldo tra immigrati rispetto al 2010 gli sono stati 178, contro 253, quelli emi- 64, con un differenza attiva che diminu- dalla nostra città, grazie allo sforzo di tutte quelle persone che con amorevole e instancabile lavoro hanno permesso che l’opera di grandi dimensioni, anche per spessore umano, tornasse ogni anno ad illuminare il Monte del nostro amato Patrono. L’ultima accensione è avvenuta per mano di Papa Benedetto XVI, una serata emozionante e indimenticabile suggellata dalla firma dello stesso sul registro dei nomi che hanno acceso l’Albero più grande del mondo dal Ora, quel volto di padre ha una co con la nostra Gubbio. 1981. Merito a tutti coloroforma che hanno reso possibile medesima agli occhi di ogni ceraiolo, un pensiero questa esperienza. d’affetto con lo stesso spessore. a 19 unità Più pesante il raffronto nati/ no venuti alla Piccole guide eugubine cittadini, mentre 474 (meno 145) han- cammino terreno; 2010 numeri Gli alunnineldelle classii quinte di Madonna del Ponte, nel primo quadrimestre, insieme al maestro Catanese e alla dirigente Francesca Alunni, o 513 ( -150). Interessanti, a seconda del“Gubbio oltre” per far conoscere ed apprezzare bellezze artistiche della nostra città di solito chiuse al pubhanno partecipato al progetto blico, ai progetto promosso dal Sindaco Guerrini, dall’Assessore alla cultura Bellucci, con la partecipazione della Diocesi, dell’Università dei sta, le cifre relative matrimoni: calano Muratori, dei Falegnami, tro 53 del 2010), aumentano quellidella reli-Famiglia dei Santantoniari, della Confcommercio e delle Suore dei San Marziale. Il piano di lavoro ha mirato a formare, istruire e arricchire le conoscenze sul patrimonio artistico di Gubbio. Il maestro Catanese ha guidato con intensità lo studio delle caratteristiche storico-artistiche delle quattro chiese affidate alle classi quinte: CHIESA DI SAN GIOVANNI DECOLLATO detta “DEI NERI”, CHIESA DI SAN FRANCESCO DELLA PACE detta “DEI MURATORI”, CHIESA DI SAN MARZIALE, CHIESA DI SAN GIUSEPPE DEI FALEGNAMI. vita cittadina a 113). A 25 > vita cittadina 25 Sostegno alle situazioni di povertà > di giampiero bedini Nella “Sala dei Vescovi della Curia”, al termine di una conferenza stampa coordinata dal direttore della Caritas Diocesana, Luca Uccellani, è stata sottoscritta la convenzione “Sostegno alle situazioni di povertà nel comune di Gubbio”. È stata firmata (foto) dal Vescovo Mons. Mario Ceccobelli, dal Commissario Prefettizio Maria Luisa D’Alessandro, alla sua prima uscita pubblica, dal Presidente della Fondazione Cariperugia Carlo Colaiacovo, dal Presidente del Cesvol Perugia Luigi Lanna. Un progetto che mette insieme risorse e competenze per dare una risposta alle tante famiglie che soffrono per la crisi del momento. È stato costruito sulle risultanze di una indagine (Caritas-Cesvol-Comune, coordinata da Don Fausto Panfili ed Antonio Lanuti) che ha rilevato nel pagamento degli affitti e dei servizi i problemi più impellenti. Secondo alcune stime 378 nuclei arrivano a fine mese con molta difficoltà, 224 non riescono a fare un pasto adeguato almeno ogni due ogni. Il progetto ha una dotazione di 80 mila euro così garantita: 50.000 dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia (“la Fondazione - ha spiegato il Presidente, operando una panoramica sui tanti interventi che la vedono in prima fila - sta privilegiando il sociale rispetto all’arte, consapevole della delicatezza del periodo”), 15.000 dalla Caritas (“è un progetto che mette al centro la famiglia”, ha sottolineato il Vescovo Ceccobelli), 15.000 e risorse umane dal Comune (“sono contenta - ha affermato Maria Luisa D’Alessandro - che questa prima iniziativa pubblica coincida con un progetto che mette al centro la persona per aiutarla a superare un momento di difficoltà”); il Cesvol si farà carico del lavoro di coordinamento stimato in 5 mila euro. Possono beneficiare del “sostegno” famiglie residenti nel comune da almeno due anni, per un contributo massimo di 800 euro e per un periodo non superiore a tre mesi. Informazioni al centro di ascolto Caritas (Piazza San Pietro) ed ai servizi sociali del comune. trentennale indirizzo informatico itis “Maria Letizia Cassata” Un Paese povero di risorse e privo di infrastrutture importanti, se vuole superare la crisi attuale, deve puntare sull’innovazione e impegnare investimenti in ricerca e sviluppo. La crisi, infatti, è soprattutto una crisi di idee. L’introduzione massiccia delle tecnologie informatiche e della comunicazione diventa, in questo caso, un elemento trainante per la ripresa, o meglio, per la “rinascita” economica di un comprensorio, sprofondato tuttora nel pieno della crisi. Questa è la tesi proposta in occasione del convegno che si è tenuto all’ITS “Cassata” di Gubbio venerdì 31 maggio. Specialisti provenienti da vari settori, dall’Associazione Industriali alla Pubblica Amministrazione, dall’Università al mondo delle imprese, si sono confrontati sul tema del convegno “Il contributo delle ICT alla rinascita del Territorio”: il dirigente scolastico dell’Istituto, prof. David Nadery; il prof. Sergio Tardetti, organizzatore dell’incontro, nonché ex docente del “Cassata”; il dottor Matteo Brutti, vicepresidente dei Servizi Innovativi e Tecnologici della Confindustria di Perugia; Anna Lisa Doria, Responsabile Ambito di coordinamento Conoscenza e Welfare della regione Umbria; il professor Alfredo Milani, docente presso il Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università di Perugia; il dottor Domenico Chierico, amministratore unico di Sintesi Srl. resoconto tratto dall’articolo di Pina Pizzichelli > vita cittadina 26 incontrati per caso a new york Una simpatica incontranza tra Letizia Spigarelli e la comitiva eugubina che si è reacata nella terra degli oriundi. Nella metropoli americana un incontro davvero occasionale, casuale e per questo molto gradito tra eugubini che ancora parlavano della Festa del 15 maggio. Altro che Carramba che sorpresa! palio della balestra 2013 È stata la veretta di Gabriele Rogari ad aggiudicarsi il palio della Balestra 2013, palio realizzato quest’anno dall’artista genovese Salvatore Belcastro. L’eugubino Nazzareno Mencarelli ha ricevuto il riconoscimento per il suoi 100 pali disputati. Al terzo posto si è classificato l’eugubino Piero Gaggiotti premiato dal collega Nazareno Mencarelli, mentre la piazza d’onore è andata al biturgense Viviano Zanchi premiato dall’assessore di Sansepolcro Eugenia Dini. autocarrozzeria bei & sannipoli e C. snc soccorso stradale • verniciatura garantita Via Caravaggio, 3 - 06024 Gubbio (PG) [email protected] - Tel & fax 075.927.5638 È maggiooo!!! Le avverse condizioni primaverili e “pre-estive” del mese più caro agli eugubini hanno messo a dura prova la pazienza ma non certamente la simpatia e l’allegoria così gli avventori ed i titolari del Bar di Santa Lucia hanno voluto ironizzare rispolverando alberi e auguri natalizi…per ribadire anche il concetto che tanto a Gubbio “c’enno 11 mesi de freddo e uno de fresco”… > vita cittadina 27 Dentro la crisi un ritrovato ottimismo Ciao Gige! Hai lasciato un grande vuoto, anche se non si svolge cena senza che ti nominiamo. Era quello che volevi, quello che hai lasciato di te: una vita vissuta per l’allegria dello stare insieme. Te ne sei andato “passate le Feste”, nel tuo stile silenzioso, umile, ma presente, come le torrette del Campanone che abilmente sapevi costruire con finezza e precisione e che ora ci parlano di te, ci ricordano tuo fratello ‘l Campanaro. Una vita spesa per gli amici, per le tue passioni, per le tue gioie che hai trasmesso a chiunque ti stesse vicino. Anche il giorno in cui ti abbiamo dovuto salutare per sempre, di Michela la chiesa risuonavaBiccheri di sorrisi e aneddoti de ‘l Piccione. Ci mancherai, ma sapremo consolarci con l’esempio che hai lasciato a tutti noi: agli amici veri, ai conoscenti, alla tua famiglia, ai tuoi nipoti grandi e piccini. Abbiamo l’occasione di ricominciare: da più vicino, appenaLa “Madonna degli Angeli” amoci del momento di stasi che sembra aggredirci per ritrovare intorno a noi, da dentro il nostro giardino, dalla via, dalla il nuovo-abituale slancio che conosciamo, che siamo coscienti piazza. La crisi può essere un’opportunità di vita. di caricarci sulle spalle dopo una caduta, dopo uno scivolone La crisi è in corso. La recessione è inevitabile. La bancarotta è o solo perché travolti dal peso. Che cos’è quella voglia di ragla conclusione? Si sente gridare “la crisi, la crisi”…. La si sente giungere la Cima che ci gonfia le vene della fronte, che spinge nominare solo in termini economici, quasi a circoscrivere il le gambe ad andare nonostante il pianto in gola, ingabbiato significato per svuotarnelaurea il senso e accodare le persone come tra i denti e l’animo atterrito? Sebbene abbiamo sopra i nostri fernando rosati tante pecorelle dietro a spauracchi apocalittici a occhi quell’esempio martoriato dal “botto”, penzoloni, a volte Roberta Pannacci si è che, manco Condoglianze ai familiari farlo a posta, coincidonolaureata con l’arresto economico generalizin Economia spogliato, alla cieca sappiamo strapparlo al destino, sapdi Nando Rosatiquasi deceduto Aziendale presso l’Uniall’età di 88 anni. Esempio zato che viviamo. piamo lasciarci alle spalle la svogliatezza e sollevare gli animi versità degli Studi di oramai unico dei valori paAllora ricominciamo daPerugia, capo un’altra volta.laServiamoci di epiù abbattuti dolore e dalla fatica sappiamo ricondurlo alla discutendo triottici sinceri dal e alacrequesto momento di stallo per“La farecontraffazioil punto della situazione. vetta. È proprio lì che tesi: mente vissuti attraverso il riconosciamo la nostra “forza”, il nostro ne dei prodotti alimenservizio reso nella vita, lunga Della situazione morale e sociale. Sulla crisi morale della nos- sapere, il nostro essere. Il legame umano al divino che ci dà il tari italiani” (Relatore quasi un secolo, valori onetra società che ha imparato a sedersi e farsi imboccare, che ha vigore utile a superare i cedimenti. Prof.ssa Antonella Jasti riversati con impegno e imparato a tapparsi gli orecchi A finire nel vortice del panico economico dovrebbe essere su coboni).ed aspettare. Ricominciamo affetto nella famiglia e nella Il Maggio Eugubino augura alla giovanissipassione politica (M.S.I. da capo e facciamolo da eugubini, senza presunzione, con tutto la stanchezza. eServe credere, desiderare il bene senza ma Roberta un sereno e brillante futuro proAlleanza Nazionale). l’abituale spontanea premura; guardiamoci intorno con occhi condizioni, senza tornaconti. Bisogna dare spazio alle piccole fessionale e porge ai genitori Patrizia MarLe ceneri saranno tumulate ceraioli uominiPannacci e di donne pronti reagire, quella capacità cose, aidella piccoli gesti senza le luci abbaglianti o la propaganda, telli ediAdamo le più viveacongratunel sacrario “Piccola lazioni il percorso di studi con dai secoli Caprera” a Ponti Suldentro Minciodi noi, nel nostro piccolo e ricominciare radicata inper noi, la reazione, una intrapreso forza donataci di dargli spazio successo da Roberta. (Mantova). storia tramandati attraverso i sentimenti veri e la fede; servida più vicino, appena intorno a noi, dal nostro giardino. A www.barbetti.it www.barbetti.it Corso Garibaldi, 8181 Corso Garibaldi, Gubbio PGPG Gubbio tel.tel. 075 9292 381 075 381 prometeogroup Stabilimenti di Gubbio Stabilimenti di Gubbio e Ravenna e Ravenna