Scarica il periodico - Associazione Maggio Eugubino

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Scarica il periodico - Associazione Maggio Eugubino
Periodico dell’Associazione Maggio Eugubino Pro Gubbio - Gubbio Perugia Anno LXIV, n. 3 - Giugno 2013 - Sped. in abb. 45%, Legge 662/96, at. 2, comma 20/B, Filiale di Perugia.
www.maggioeugubino.com
Colacem Ufficio Immagine Lorenzi comunicazione e pubblicità _ foto: phlus
I nostri valori
costruiscono il futuro
La nostra cultura di impresa è frutto di valori condivisi,
un patrimonio che rappresenta la solidità dell’azienda e il nostro impegno
per il futuro. Da sempre abbiamo scelto di salvaguardare l’ambiente, attraverso il
recupero e il riuso del territorio; di sviluppare le nostre idee investendo sulla ricerca
e sulla tecnologia; di instaurare rapporti di fiducia mantenendo una professionalità
costante e garantendo l’eccellenza dei nostri prodotti.
Colacem è oggi una delle realtà industriali più importanti d’Italia:
promuoviamo progresso e cultura aziendale, per la crescita delle nostre comunità.
editoriale
di Lucio Lupini
genius loci
Un’espressione semplice con cui i latini individuavano qualcosa di straordinario
e unico legato a un luogo.
La combinazione, ogni volta diversa, di elementi materiali ed immateriali,
alimenta continuamente la formazione e la riproduzione dello spirito del luogo,
vale a dire dei valori e della rappresentazione identitaria che rende riconoscibile,
unico e non fungibile quel territorio rispetto ad altri.
Il genio del luogo è, quindi, l’anima, lo spirito, la virtù e la concretezza del
luogo, in tutte le componenti.
“Le città vivono di relazioni economiche e culturali con l’esterno, sono nodi di reti che le collegano ad altre città
e territori… ogni città con la sua area… deve rapidamente trovare una sicura collocazione, specializzando la
propria offerta in modo da cooperare con città complementari e competere con successo con altre concorrenti…
Il successo dipende dalla capacità di affermare i valori culturali, economici e sociali propri della città come
vantaggi competitivi specifici” (Premessa al Piano strategico della città di Torino 2000).
Il punto di forza del territorio deve essere rappresentato dall’incremento continuo delle sue qualità: urbana,
ambientale, delle relazioni interpersonali, della vita.
Nei prodotti territoriali allora si potranno ritrovare aspetti inerenti a tutta la vita sociale legata a un territorio.
Qualcosa cioè che ha una storia da raccontare.
Una storia che non è solo il modo di produzione, la materia prima, o il gusto, ma richiama per intero un contesto
socio-culturale con tutte le sue qualità naturali e culturali, il frutto dell’elaborazione di generazioni.
La crisi economica attuale sta producendo una metamorfosi radicale delle forme del produrre, del consumare e
del vivere.
Forse è il momento di analizzare le nostre risorse e di tenere conto della nostra terra e del nostro territorio
mettendo tutto in sintonia con la tecnologia, il talento ed i nostri saper fare.
Per poter disporre di prodotti e servizi coerenti resi competitivi dalle caratteristiche di unicità, esclusività ed
irripetibilità del territorio di appartenenza.
Il movimento “slow food” e la città di Torino, per citare qualche esempio, hanno intrapreso questo percorso.
sommario
attualità
Un commissario prefettizio in amministrazione
Una corsa indimenticabile...
Grazie agli esemplari piccoli ceraioli
Opere inutili e costose: la diga sul Chiascio
La ricostruzione giudiziale dei crimini nazifascisti in Italia
L’estate culturale eugubina
storia arte e cultura
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1506: il passaggio di Giulio II per Gubbio
Pio Fabri nelle raccolte di Gubbio
vita dell’associazione
vita cittadina
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Anno LXIV, n. 3 - giugno 2013
In copertina: Fontana del Bargello - foto Marco Menichetti
Direttore Editoriale: Lucio Lupini
Direttore Responsabile: Ubaldo Gini
In Redazione: Michela Biccheri
Layout: L’ArteGrafica
Stampa: Tipografia Donati
Redazione: Piazza Oderisi - 06024 Gubbio (Pg)
Tel. e Fax 075 9273912 - CC Postale n. 15463060
Aut. Trib. Perugia n°. 334 del 15/01/1965.
Sped. in abb. postale 45%, comma 20/B, legge 662/96, filiale di Perugia.
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> attualità
5
un commissario prefettizio
in amministrazione
> di giampiero bedini
Anticipando un po’ i tempi rispetto a quelle che erano le
previsioni, l’arrivo del commissario prefettizio al Comune
è avvenuto a quasi due anni esatti da quando Diego Guerrini ha riportato il Pd al governo della città alla testa di
una coalizione di centro sinistra (23 maggio 2011). Il delicato incarico è stato affidato alla dottoressa Maria Luisa
D’Alessandro che ha fatto il suo ingresso nella residenza
municipale intorno alle ore undici del trenta maggio. Elegante, sorridente e cordiale, accompagnata dal marito, l’ex
Prefetto di Perugia Gianlorenzo Fiore, e dal comandante
della Compagnia Carabinieri, capitano Pierangelo Iannicca, è stata accolta e salutata dal Sindaco Diego Guerrini, dal Presidente del Consiglio Gianni Pecci e dai Vice Presidenti Giuseppe Brunelli e Pasquale Di Bacco. Si è quindi
recata nell’ufficio della segretaria generale dr.ssa Paola
Bastianini, con la quale si è intrattenuta a colloquio, prima
presa di contatto con la struttura burocratica-organizzativa dell’ente che dovrà guidare fino alle elezioni della primavera 2014. Questo il suo indirizzo di saluto alla città:
“Nell’assumere le funzioni di Commissario prefettizio di
questa splendida, storica città desidero rivolgere all’intera
cittadinanza il mio più cordiale saluto. L’interruzione della
normale dialettica democratica e la nomina di un Commissario sono sempre momenti delicati per la vita di un ente
locale, ma con l’aiuto e la collaborazione di tutti, spero di
riuscire a rappresentare nei migliori dei modi le esigenze e
le necessità di questa collettività locale, che sono onorata
di rappresentare. Un grazie anticipato alle Istituzioni Pubbliche e Private presenti sul territorio, con le quali cercherò
di instaurare un dialogo costante e costruttivo. Un grazie
particolare alla Struttura operativa dell’Ente che collaborerà
con me alla realizzazione degli obiettivi di servizio che di volta in volta ci daremo, al fine di affrontare le varie problematiche quotidiane, nell’esclusivo interesse della cittadinanza”.
L’arrivo della dr.ssa D’Alessandro, cui formuliano i migliori
auguri di buon lavoro, coincide con un periodo delicato per
la città stretta tra la crisi economica, quella delle forze politiche ed il peso dell’indagine giudiziaria che riguarda per ora
il secondo quinquenno del governo cittadino a guida Prc.
Va utilizzato per ritrovare serenità, superare le polemiche,
ripartire con un progetto che si affidi al rinnovamento e
coinvolga le migliori espressioni del territorio. Un po’ come
accadde nel biennio 1967-1968 (Tria-Ricceri).
Cosa fa un Commissario Prefettizio?
Il Commissario è nominato a seguito dello scioglimento della giunta comunale (o del consiglio provinciale). L’ordinamento italiano
qualifica il “commissario prefettizio” quale organo monocratico (il cui titolare è una sola persona fisica) di amministrazione straordinaria del comune (o della provincia) ed è solitamente un funzionario della carriera prefettizia. Durante il periodo di scioglimento del
consiglio comunale (nel nostro caso), il commissario esercita le funzioni conferitegli con il decreto che lo ha nominato, abitualmente
fonde in sé tutti i poteri degli organi del comune (o provincia): sindaco (o presidente) e giunta (consiglio). In virtù dei poteri spettanti
egli può compiere qualsiasi atto di ordinaria e di straordinaria amministrazione, ma non rispondendo agli elettori, non assume decisioni
di portata determinante.
> Ceri 2013
6
una corsa indimenticabile...
> a cura della redazione
È sempre bello annunciare la Festa dei
Ceri, ma altrettanto bello è scriverne
la conclusione soddisfacente. Siamo
orgogliosi di aver vissuto, ancora una
volta, una Festa ricca di crescendo di
emozioni e di sentimenti vivi e puri,
sentiti a fior di pelle, uditi, dimostrati,
trasmessi e sfogati in lacrime di gioia
e anche di rabbia. Ci vogliamo soffermare sugli abbracci stretti con gli
amici, sugli scontri verbali sfumati in
un istante e chiusi con un abbraccio, ci
vogliamo soffermare sull’impegno di
quanti hanno reso possibile la Festa,
sulla tensione e la paura inconfessata
di quanti hanno sentito il peso della stanga e allo stesso modo la gioia.
È stata una Corsa resa speciale dalla
presenza di ognuno di noi, resa speciale dai piccoli gesti personali che formano la vita, come la ripresa dopo la
caduta, fatta di grida di rabbia è vero,
ma soprattutto di reazione, cosa che
i sangiorgiari sanno fare bene, qualità
che ci piace sottolineare. Una strepitosa Corsa veloce e attenta per Sant’Antonio e Sant’Ubaldo. Vogliamo anche
attribuire i meriti per una grande
Corsa a tutti i ceraioli di ogni ordine
e grado a prescindere dall’esito finale perché la consapevolezza di essere
parte di uno spettacolo tanto grande
cancella ogni incertezza. Demeriti a
chi si trasforma in quei minuti infuocati presso il portone della Basilica, in
vere furie; demeriti a coloro che non
riconoscono più dall’altra parte l’amico, che dimostrano d’aver dimenticato
qualcosa di importante una volta lasciata la stanga, proprio su di essa: il
“consegnare”. Cancellata l’impronta
indelebile del conservare, del trasmettere nello spirito alle generazioni CHE
GUARDANO stupefatte gesti nobili
vanificati in attimi di orgoglio malato
e rabbia repressa. Va posto con fierezza l’accento sulla Corsa dei Ceri mezzani, quest’anno veramente prudenti e
capaci, esuberanti, vitali, meritevoli e
anche esemplari. Grazie a tutti i Capodieci grandi e piccini, che hanno
fatto da guida ai ceraioli con la loro
temperanza, allegria e sincera umiltà: Tiziano, Andrea, Ubaldo; Matteo,
Mattia e Christian; Giovanni, Matteo
e Stefano.
Con orgoglio, anche il Maggio Eugubino archivia la Festa dei Ceri,
edizione che ci ha visti ancora una
volta coinvolti sia emotivamente che
nell’organizzazione di alcune fasi della
Festa. Di spicco soprattutto il nostro
annullo postale sulla preziosa e storica
immagine di “Corradi” e il grandioso
imbandieramento di forte impatto scenico in Piazza Grande ed a cornice al
bellissimo centro storico fino al Monte
Ingino.
Sforzo coronato infine con l’organizzazione della Festa dei più piccoli.
alta quota,
alte prestazioni
solo da
Gioielleria Celso Bedini
corso Garibaldi, 40
075 9273801
> Ceri 2013
7
Grazie agli esemplari piccoli ceraioli
non sono più tra noi
> a cura della redazione
carpire lo spirito puro della Festa e in
Sempre emozionante la Festa dei più
qualche modo riuscire a fare breccia,
piccoli che come ogni anno ci reca
loro stessi, nei cuori dei ceraioli grangrande orgoglio organizzare. I considi con esempi che talvolta ci fanno
glieri dediti alla definizione della Festa
riflette per la loro autenticità.
sia del pranzo dei piccoli ceraioli, che
Salutiamo con affetto tutti i bambidel coordinamento della distribuzioGuglielmina
è scomparsa
di qua
e l’altro
di là,
ni che una
hanno
preso
il Cero
durante
ne dei
tamburi, Roncigli
curata dalla
segrete-qualche settimana fa, ritrovarsi, dopo tanto tempo;
con quella discrezione
cheda
l’aveva
della
ma alla
fine
la mostra
perguerra;
la prima
volta
e tutti i
ria del’Associazione,
tentano
anni caratterizzata anche nel turbine crudele ed insensato
quando
assunto la lapresidenza
dell’Associazione due orfani, accomunatipiccoli
proprio
da quell’essere
rimasti
ceraioli
che hanno
permesso
ormai,
ancheaveva
di perfezionare
sfilata
dei giovanissimi.
con
il loro
che i Ceri
raggiunFamiglie dei Il
40Maggio
Martiri.Eugubino
Eppure è riuscita nella sua orfani a pochissimi anni,
a due
annisforzo
Guglielmina,
ad un
auspica,
per
ogni
edizione,
la
presengessero
con
dignità
e
bellezza
semplicità a fare ciò che non è facile fare: intrecciare anno Pieter. Iniziò così una lunga e fraterna amicizia chela Basiza dei
soli bambini
alla sfilata
com-nemico. Guglielmina, ha portato alla luce quel
licadolore
per ilnascosto,
saluto più
un’amicizia
con il figlio
del proprio
e loimportante
ha come e gli
prendendo nel contempo le necessità
diamo appuntamento al prossimo 2
in una delle sue visite frequenti al Mausoleo dei Quaranta sciolto nella commozione e nel dolore dell’altro, come
dei piccoli, ma osserva con piacere
giugno.
Martiri dove è seppellito il padre, aveva notato circa lei privato della presenza del proprio padre. Non si sono
9 anni fa sul registro dei visitatori una firma: Pieter incontrati mai più, ma sono state le lettere a riprendere
Staudaker con accanto “figlio del tedesco ucciso”. Si può nell’ultima parte della vita, quel filo interrotto con la
immaginare lo sbigottimento e l’insieme dei sentimenti propria storia nel giugno terribile del 1944.
provati, ed anche il dilemma: chiudere lì o andare avanti? Guglielmina se n’è andata con un ultimo pensiero
che il difficoltà
tentativole va proprio
prendendo
forma
Guglielmina seguì l’istinto ed iniziò tra molte
per Pieter
che le aveva scritto una lettera a Natale.
ogni
anno
in
maniera
più
solida,
così
ricerche in Germania dello sconosciuto Pieter Staudaker, Rimane solo Pieter per raccontare la guerra dall’altra
come l’interferenza di elementi diaiutata anche da don Ubaldo Braccini. E finalmente parte, e la ricerca della pace attraverso una dolcissima
sturbanti la serenità e la spontaneità
un giorno Guglielmina lo incontrò a Pomezia nel italiana, colpita come lui da una tragedia perenne e
dei bambini durante la Corsa è dimicamposanto dove sono sepolti i militari
tedeschi
morti sempre
uguale nella
nuita
notevolmente.
Ogni piccola
mi- follia che la ispira. Una donna che
nel nostro Paese nel corso della seconda glioria,
guerra mondiale.
ha
coltivato
come
le piccole chiarine, l’ordine un
e fiore prezioso e raro l’amicizia con
A ricordo della giornata fu scattata unailfoto
dove dei
erano
il “nemico”
in nome della pace e del superamento delle
numero
tamburini,
il convivio,
è
un
passo
avanti
per
la
tutela
dellaesse stesse guerra.
ritratti Guglielmina e Pieter con sua moglie ormai non barriere. Che sono
bambini, essa concede lo
più giovanissimi, ma con quel dolorenatura
sempredei
cocente
spazio
e
il
tempo
dentro pur nascosto dalle vicende della vita. Fu come un dentro ai quali i noPina Pizzichelli
stri figli possano attingere gli insegnamenti veri, dentro ai quali possano
vita cittadina
Ricordando Guglielmina Roncigli
Tel. Abit. 075 9274651
Tel. Negozio 075 9271181
Cell. 349 4659186
A
31
> attualità
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Opere inutili e costose:
la diga sul Chiascio
> di pina pizzichelli
La diga sul Chiascio figura tra le tante opere pubbliche
inutili e costose del nostro Paese, secondo l’inchiesta pubblicata da “La Repubblica” il 31 maggio 2013. Costate
complessivamente 2 miliardi di euro..
Quando circa 40 anni fa si progettò l’invaso si accesero
polemiche e contrapposizioni , specialmente a Gubbio per
i danni irreversibili alla valle del Chiascio dove vennero
distrutti ettari ed ettari di zona agricola e boschiva. Fu
effettuato coraggiosamente anche il sequestro dei lavori
dall’allora pretore di Gubbio dott. Matteini Chiari. Ma
fu tutto inutile ed i lavori continuarono con alterne vicende. Oggi, ad oltre 40 anni a che punto siamo?
Lo abbiamo chiesto all’ing. Luciano Vagni, uno dei padri del sentiero francescano e profondo conoscitore della zona e al dott. Corrado Cencetti geologo e docente
all’università di Perugia .
1 - Ing. Vagni, con il recente finanziamento di 23 milioni
di euro da aggiungere ai 19 precedenti la diga dovrebbe
essere terminata e quindi fruibile tra non molto. Gli scopi iniziali sono ancora validi?
La diga sul Chiascio è stata finanziata dal Ministero
dell’Agricoltura per scopi agricoli, che nel tempo sono in
gran parte venuti meno. Constatando i dissesti ecologici
che stiamo facendo, ritengo che nel prossimo futuro possa essere un importante serbatoio di acqua potabile per
l’Umbria.
2 - Perché tanto tempo e denaro?
Come tutte le opere che si dilatano nel tempo, ha subito
anche periodi di abbandono; per lo stesso motivo dopo la
morte del progettista, prof. Arredi, non si sono avvicendati tecnici di pari elevatura tecnica in grado di prendere
decisioni e responsabilità, per cui siamo arrivati ad oggi.
3 - Quali danni, con il possibile invaso potrebbero derivare al sentiero francescano? Secondo alcuni storici il
vero cammino tra Assisi e Gubbio, al tempo di Francesco dove va essere il passaggio a fondo valle. Passaggio
che verrebbe sommerso.
Il sentiero francescano che unisce Gubbio ad Assisi ha
vari itinerari alternativi, alcuni più facili da percorrere,
altri acquitrinosi e meno sicuri; non è detto pertanto che
quello di fondo valle possa essere il sentiero percorso da
Francesco, come non è detto che non abbia seguito percorsi diversi; importante era avere un ricovero che spezzasse
l’itinerario, come Caprignone e la Badia di Valfabbrica.
4 - Quale futuro per la diga?
Secondo me l’intero progetto è criticabile, ma il valore di
un’acqua pulita come quella del Chiascio ne richiede il
completamento ed un utilizzo ecologico non invasivo per
risanare la ferita apportata alla valle.
Prof. Cencetti, quali i problemi una volta terminati i
lavori?
È auspicabile che, arrivati a questo punto e considerate
le risorse economiche già impiegate, l’opera venga ultimata.
Certo è che, se fosse stata progettata ora, avrebbe trovato molti impedimenti per la sua realizzazione; magari sarebbero state attentamente considerate ipotesi alternative
(per esempio opere di più modeste dimensioni nei fossi
tributari, più facilmente “gestibili”).
Uno dei problemi più importanti che vedo, ai fini della durata temporale dell’opera, una volta in esercizio, è quello del
rapido interrimento, dovuto soprattutto alla instabilità dei
versanti che gravano sull’invaso e che sono costituiti in gran
parte da sedimenti fini, di tipo prevalentemente marnoso e
argilloso (Formazione Marnoso-Arenacea del Miocene).
> attualità
Ricordo un vecchio lavoro del 1972 del Prof. Carlo Cattuto, dell’Università di Perugia (che ti invio in allegato)
che riportava già a quel tempo, nella carta geomorfologica riportata nel lavoro stesso, la presenza di frane diffuse
nel territorio che poi sarebbe stato interessato dall’opera.
Queste frane, anche se di modesta entità (uno dei più
importanti movimenti franosi è quello di Magrano, classificabile come un earth flow), potrebbero provocare un
apporto solido all’invaso che, sommato al trasporto solido del Chiascio stesso, porterebbe a una diminuzione,
relativamente rapida, della capacità d’invaso.
Tutto ciò, a meno della realizzazione di interventi di rimozione di
deiMichela
sedimentiBiccheri
dal lago e di stabilizzazione dei
versanti, che comporteranno importanti opere, anche dal
punto di vista economico.
Per
quanto
riguarda
di tratti
“sentiero
Eccoci
ancora
in quell’annegamento
periodo dell’anno
che sidel
affaccia
trepifrancescano”,
sinceramente
lo
vedo
come
un
problema
dante sui preparativi per la Festa più bella del mondo. Eccoci
dunque a presentare ai lettori, agli eugubini, ai ceraioli tutti, coloro che saranno i protagonisti della Festa dei Ceri del
2012.
Guarderemo guidare a cavallo la varie fasi della Festa i signori,
Massimo Faramelli “de Peppebello” e Stefano Vagnarelli “Spara”, rispettivamente Primo e Secondo Capitano, estratti dal
bussolo pubblicamente lo scorso anno.
I santubaldari hanno affidato il compito di alzare il Cero di
Sant’Ubaldo al ceraiolo Giovanni Barbetti, per la zona est, manicchia di San Marco. Ha guidato il Cero di Sant’Ubaldo lungo il secondo pezzo del Corso e nella seconda girata della sera
a punta d’avanti. Dopo due anni di attesa, Giovanni si troverà
a vivere in prima persona l’esclusivo compito unificatore, ad
essere la guida dei ceraioli. Giovanni realizzerà la prima vera
9
minore, considerato che esistono itinerari alternativi,
così come il più volte invocato “cambiamento microclimatico” del territorio dell’Eugubino. Non sono un
esperto di climatologia, ma mi viene difficile pensare che
un lago stretto e allungato, come quello che si formerà,
possa produrre una variazione climatica dei territori limitrofi, tali da far sentire il suo effetto fino al territorio
eugubino.
Certo è, tuttavia, che le caratteristiche litologiche del
substrato (come già detto costituito da sedimenti ad alta
componente argillosa) favoriranno, soprattutto nei periodi in cui il lago si troverà ai livelli più bassi (periodo
estivo) la presenza di estese fasce, limitrofe all’invaso,
difficilmente accessibili, melmose e che tutto saranno,
meno che aree a vocazione turistica, come qualcuno pensa. Chi crede di avere spiagge con ombrelloni ai margini
del lago, si sbaglia di grosso...
Capitani e Capodieci per il 2012
Come amici, collaboratori e soci non potevamo non pubblicare con massimo orgoglio la notizia che ha coinvolto il
nostro Direttore e Consigliere del Maggio Eugubino, Ubaldo Gini. Il Senato santantoniaro lo ha proclamato Primo
Capodieci del Cero di Sant’Antonio per l’anno 2013!
Una lunga carriera ceraiola degnamente coronata, un mani-
attualità
Un tratto del sentiero francescano
A
8
e forte emozione di questa straordinaria e unica esperienza,
la prima domenica di marzo, durante la solenne celebrazione
della S. Messa in occasione della canonizzazione di Sant’Ubalfestato attaccamento al Cero giustamente riconosciuto ora,
ma innegabilmente da sempre e soprattutto da parte di tutti
i ceraioli; una scelta inevitabile e naturale alla quale ci uniamo per l’affetto che ci lega a lui e per la condivisione di una
passione comune verso la Festa più bella delFoto:
mondo.
Agenzia Press News
> attualità
10
La ricostruzione giudiziale dei crimini
nazifascisti in Italia
> di Giancarlo Pellegrini Università di Perugia
Lunedì 10 giugno, presso la Sala della Biblioteca Sperelliana, su iniziativa
del Comune di Gubbio e dell’Associazione Famiglie 40 Martiri, è stato
presentato il volume La ricostruzione
giudiziale dei crimini nazifascisti in
Italia. Questioni preliminari (Giappichelli editore, Torino 2012). Il libro è
frutto della collaborazione di un docente – Silvia Buzzelli - di Procedura penale europea e sovranazionale
all’Università Bicocca di Milano, di
un magistrato militare – Marco De
Paolis – che ora è capo della Procura militare della repubblica di Roma,
di un avvocato penalista – Andrea
Speranzoni – del Foro di Bologna,
che ha difeso numerose parti civili in
diversi processi per crimini di guerra.
Degli autori era presente Marco De
Paolis, che è stato Pubblico Ministero nei processi svoltisi negli ultimi
dieci anni per le stragi nazifasciste di
Sant’Anna di Stazzema, Civitella Val
di Chiana, Marzabotto-Monte Sole,
San Terenzo-Vinca, Fucecchio, Vallucciole e Monchio.
Qualche eugubino mi ha chiesto se il
volume fornisce elementi nuovi per
quanto riguarda l’eccidio dei Quaranta Martiri a Gubbio. Il volume
non contiene riferimenti alla vicenda eugubina, ma è molto importante per capire come si sia sviluppata
ed evoluta in Italia, negli ultimi dieci
anni, l’attività giudiziaria sui crimini
del secondo conflitto mondiale, tanto
che il Tribunale militare di La Spezia
ha inflitto ben 55 ergastoli. È abbastanza noto che, dopo i pochi processi tra fine anni Quaranta e primi anni
Cinquanta tutto si bloccò. Gli Alleati, per ragioni di opportunità politica, preferirono abbandonare ogni
pressione sulla Germania e dal 1947
non venne più richiesta la consegna
dei criminali di guerra.
Ma durante il processo Priebke (1996)
venne sollevata la questione della costituzionalità dell’art.20 del Codice
penale militare di pace, che allora
escludeva la partecipazione di testi nei
processi davanti ai tribunali militari.
La Corte Costituzionale, con sentenza n.60 del 1996, stabilì il principio
fondamentale secondo cui «anche nei
processi avanti ai tribunali militari
deve essere consentita la partecipazione attiva e l’intervento delle persone
offese dal reato, alle quali non può
essere negato il diritto a costituirsi
in giudizio quali “parti civili”, ossia
a partecipare al processo penale e a
richiedere all’imputato il risarcimento del danno provocato dal reato»
(p.123). Fu una sentenza importante,
che – come osserva De Paolis – cambiò il volto del processo penale militare. La possibile presenza di testimoni
come parti civili, quasi sempre persone che all’epoca delle stragi erano
bambini in tenera età, che subirono e
videro ogni sorta di violenze, agevolò
il compito dei giudici e dei pubblici
ministeri militari, i quali ebbero in
questi testimoni una voce forte e qualificata nel rendere i dibattimenti momenti inequivocabili di accusa.
Una volta cambiato il volto del processo, ripresero le indagini con processi in numero considerevole, con
ergastoli, inflitti a personaggi certamente ultranovantenni, che per l’età
non hanno scontato un giorno di
carcere: ma il significato di tali condanne è stato molto grande. Questo
è stato possibile perché nel frattempo, attraverso una più attenta analisi
delle fattispecie di reato e attraverso
una interpretazione più appropriata
delle norme sul concorso di persone
nel reato, si è arrivati a perseguire
non più solo i capi (il comandante di
reparto o di divisione) responsabili
degli ordini delle stragi, ma anche ufficiali, sottufficiali e soldati, che avevano concretamente preso parte alle
operazioni di massacro della popolazione civile. Ed allora in questa prospettiva accusatoria, la presenza di
testimoni parti civili ha vivacizzato
i dibattimenti, potendo arrivare alle
condanne di cui si è detto. Indubbiamente il tempo corre svelto e la presenza di altri testimoni, soprattutto
di possibili rei da condannare, diventa sempre più flebile. Comunque i risultati raggiunti nell’ultimo decennio
sono stati importanti. E questo libro
aiuta a capire bene questa evoluzione
dell’attività giudiziale.
I nostri 40 martiri
“Restituire violenza alla violenza moltiplica la violenza, aggiungendo una più profonda oscurità a una notte ch’è già priva di stelle.
L’oscurità non può allontanare l’odio; solo l’amore può farlo.”
È una delle frasi apparse sui muri della nostra città per la commemorazione dei 40 eugubini uccisi dalla violenza. Alto sentimento
trascritto a parole, ci invita a far fiorire quelle vite spezzate barbaramente, un ricordo che non ci lascia, un’immagine che incupisce i
nostri visi. La tenerezza che semina qualcos’altro…che sarà.
> attualità
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L’estate culturale eugubina
> di pina pizzichelli
Il 2013 sarà per il Teatro Romano una specie di anno
sabbatico: gli spettacoli, dal teatro alla musica alla danza
si trasferiranno per un anno (almeno si spera) nel chiostro
bellissimo, ma con una capienza relativa di San Pietro.
Infatti i tagli feroci alla cultura non hanno risparmiato né
annullato le difficoltà nell’allestimento del Teatro Romano. Troppi fondi necessari circa 30.000 euro, impossibile
da trovarsi oggi. Un anno sabbatico che avrebbe coinvolto anche la stagione degli spettacoli, che dura ininterrottamente da 54 anni, senza contare le varie stagioni allestite tra le due guerre mondiali. Inoltre quest’anno la scelta
del programma ed i relativi finanziamenti avevano trovato un ostacolo imprevisto ma non così fulmineo come il
commissariamento del Comune. Tanto che fino all’ultimo
si è temuto proprio per la stagione classica; ma poi sia
per il minor costo dell’allestimento sia per la “necessità”
di non cancellarla si sta lavorando con il Teatro Stabile
dell’Umbria che a giorni provvederà a rendere ufficiale
il cartellone. Al momento in cui scriviamo, cioè la prima
metà di giugno, si è quasi arrivati al traguardo. Dovrebbero comunque essere 4 spettacoli a cui potremo assistere
Ode a Gubbio
Abbiamo ricevuto una mail da
Alessandro Minotti Ferentino
(Fr), nella quale dichiara il
suo amore per la nostra Gubbio, di cui si sente parte come
se qui fosse nato. Realizziamo il suo desiderio di pubblicazione come riconoscenza
per le belle parole tributate a
Gubbio e agli eugubini.
nel solito periodo di luglio ed agosto.
Salvi anche gli altri appuntamenti canonici dell’estate
eugubina, e precisamente il Gubbio Summer Festival, il
Gubbio no borders, il Festival Internazionale della chitarra. Le date sono conosciute: il Gubbio Summer Festival,
appuntamento importante con la grande musica inizierà
il 20 luglio e terminerà il 6 agosto. Il Gubbio no borders,
il grande jazz italiano, inizierà il 13 agosto e terminerà il
26 agosto. Per il Festival della chitarra si parlerà ai primi
si settembre.
Intanto il 30 giugno primo grande appuntamento con la
musica classica nella chiesa si San Domenico con la pianista Angela Hewett. Dal 2 al 4 luglio il Gubbstock Rock
Festival riservato alle band emergenti si terrà nel chiostro
di S. Pietro. Il 12 luglio farà tappa a Gubbio l’orchestra
scozzese di Glasgow nella chiesa di San Pietro.
Altri eventi (in forma modesta?) del mese di agosto il Trofeo Luigi Fagioli altra classica che deve rimanere nel calendario eugubino dal 23. al 25 agosto.
Non dovrebbero esserci problemi per la mostra nazionale del
tartufo bianco dalla fine di ottobre ai primi di novembre.
La città dei matti
(Gubbio)
Il forestiero percorre l’eugubina via
animato dalla sua frenesia;
quel desio di amore e pace
che solo la città dei matti
rende capace;
gli antichi scorci coi loro stendardi
riecheggiano virtù sacre
di genti testarde;
la pensile piazza pulsa vitale
dai ceri lignei, le balestre e le fontane:
del Bargello la più immortale,
per antica licenza
la mollatura rende matti
se tre giri vengon fatti;
il quindici maggio tutto trasale
tra capitani, brocche e capodieci:
l’alzata ricorda al mondo intero
il vanto ceraiolo vero;
piazza Grande si fa cangiante;
tra un rintocco e l’altro
l’ardita folla appare trafelante,
la scalea a ventaglio
è proscenio d’orgoglio:
tamburi e chiarine
si odono incontrastate
tra costumi rossi
e fusciacche colorate;
impetuosa è la calata,
gioiosa la birata
e con l’ultima impennata
ecco l’abbassata;
si chiude il portale
tra estasi e spintoni
lungo i nove stradoni;
la basilica fiera
incorona il monte Ingino,
mentre la funivia conduce il pellegrino;
Il campanone a palazzo consolare
scandisce il tempo secolare,
la dimora Montefeltro
il feudo di un tempo giullare;
le merlate ogive
osservano superbe
il giovane imberbe,
impaziente di portar sulla spalla
la sacra barella:
sin da fanciullo
aspetta la gloria;
da lassù quaranta contemplano
testimoni innocenti
di barbari momenti;
tu giovane rimembra
questo e quel tempo,
tramandando la memoria
di tanta intolleranza.
A.M.
«Sento,
ma
non
«Sento, ma
«Sento,
manon
non
capisco
le
parole»
capisco
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capisco le parole»
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te quando si arriva a sentire
te”. La conseguente difficoltà
che la voce va e viene, una
a seguire il filo del discorso
sensazione fastidiosa, una
crea un disagio che arriva a
sorta di intermittenza, come
provocare isolamento, irrita-
Oggi questo può essere
no così piccoli che scompaiono quando indossati.
La riduzione di udito si avver-
se le parole fossero “sfoca-
zione e, talvolta, imbarazzo.
no così piccoli che scompaio-
te quando si arriva a sentire
te”. La conseguente difficoltà
Oggi questo può essere
COLLEGABILI
no
quando indossati.
che la voce va e viene, una
a seguire il filo del discorso
affrontato meglio con la
sensazione fastidiosa, una
crea un disagio che arriva a
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maggio
eugubin
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a
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l
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orri
Vorrei sottoporre alla vostra attenzione per la vs. rubrica “ORRIBILIA
URBIS” la seguente situazione di cui
vi allego alcune foto dimostrative dello stato in cui si trova il marciapiede
di Via Tifernate. La cosa più evidente,
è che questo è proprio a fianco di una
scuola elementare, e di acluni esercizi
commerciali oltre ad un condominio
di otto famiglie. Quando piove diventa una pozzanghera e con il transito
dei veicoli gli schizzi di acqua raggiungono le vetrine dei negozi. Vi
ringrazio per quanto potrete fare in
termini di segnalazione e vi auguro
un buon lavoro.
Gli inquilini
Mirabilia Urbis
La Platea Comunis e i palazzi pubblici di Gubbio
“Attraverso l’opera costruita l’uomo
trasforma la ‘natura’ in un fatto di
‘cultura’. Così l’architetto Mario Botta ha risposto a un giornalista che recentemente gli chiedeva di descrivere,
attraverso uno slogan, l’architettura.
Questa definizione diventa ineccepibile quando ci troviamo di fronte a
edifici storici che sono stati capaci di
trasformare lo spazio in luogo. Vale,
in sintesi, per tutti quei luoghi che
hanno ‘ospitato’ generazioni e che ne
hanno condizionato il ‘vivere’; luogo
espressione della storia, luogo in cui
ci si identifica. Il complesso di Piazza
Grande è senza dubbio uno di questi.
“La Platea Comunis e i Palazzi Pubblici di Gubbio” è il titolo del volume
realizzato dagli architetti eugubini
Spartaco Capannelli e Gaetano Rossi
e recentemente presentato nel corso di
un interessante incontro alla Sala Trecentesca di Palazzo Pretorio.
L’opera, 516 pagg. Media Video editrice con fotografie di Paolo Tosti, è
una approfondita e documentata ricerca alla quale hanno offerto la loro
collaborazione Patrizia Biscarini, Luca
Cardinali, Francesca Germini, Paolo
Ghirelli, Fausto Pelicci, Ettore A. Sannipoli. In essa si inquadrano la Piazza
ed i Palazzi Civici dal punto di vista
storico urbanistico, anche attraverso
la rilettura e analisi dei documenti e
quindi, attraverso una contestualizzazione dell’opera,
arrivando a definire le probabili destinazioni d’uso
degli spazi che caratterizzano i due Palazzi.
Tra i tanti argomenti merita sottolineare quelli che
hanno condotto alla decifrazione dello schema
utilizzato per la composizione architettonica del
Palazzo dei Consoli, riconducibile a un modello
basato sulla numerologia
occulto-simbolica. L’ampia e circostanziata ricerca
documentale, riportata nel
testo, ha permesso inoltre di ricostruire un preciso quadro temporale
nello svolgimento dei lavori e l’individuazione delle figure impegnate nella
loro esecuzione; mentre la rigorosa
analisi sull’epigrafe, ma non soltanto
questa, risolve il problema dell’attribuzione della fabbrica all’architetto
Angelo da Orvieto.
> storia arte e cultura
15
1506: il passaggio di Giulio II per Gubbio
> a cura di fabrizio cece
ché per mandato del Duca di Urbino tutti i luoghi per
Dopo il pontificato di Alessandro VI e gli sconvolgimenti
quanto possibile erano stati resi transitabili, arrivò a Gubcausati nell’Italia Centrale dalla famiglia Borgia, Giulio
bio dove pranzò insieme ai suoi familiari e a otto cardinaII Della Rovere – eletto nel 1503 – progettò fin da subito
li nel monastero suburbano di San Secondo; poi, all’ora
una vasta campagna militare per riportare sotto il controlventunesima, con solennità fece ingresso preceduto dal
lo diretto della Chiesa Perugia, la Romagna e Bologna.
Corpo di Cristo [SS. Sacramento] e dai cardinali rivestiti
Era un buon momento anche per lo stato di Urbino. Giudi cappe violacee seguenti in tutto e per tutto quello che
lio II premiò la fedeltà di Guidubaldo da Montefeltro conera stato fatto in Viterbo, se non che il cardinale di San
fermandogli il ducato e “approvando” poi l’adozione del
Vitale [mons. Antonio Ferrero] che è vescovo eugubino,
comune nipote Francesco Maria Della Rovere con conrivestito di cappa rosata perché disse di non possedere la
seguente sua successione al ducato urbinate. Nel 1505 il
violacea, offrì al papa la
papa procurò a Francecroce alla prima porta.
sco Maria anche la moFu preparato per il papa
glie: Eleonora Gonzaga
un unico baldacchino,
figlia del marchese di
nessun baldacchino per
Mantova.
il Sacramento. Il PrefetParide de Grassis, maeto di Roma [Francesco
stro di cerimonie prima
Maria Della Rovere],
e vescovo di Pesaro poi,
che era stato adottato
tenne il diario della spedal Duca di Urbino con
dizione militare. L’eserdiritto di successione,
cito della riconquista,
oggi offrì al papa, seinizialmente
limitato
condo il solito, le chiaa poche centinaia di
vi; il papa gli sorrise.
uomini giudicati più
Avevo ordinato che il
che sufficienti per spaDuca fosse alla seconda
ventare Paolo Baglioporta per riverenza al
ni e ricondurlo a più
papa, al suo cospetto,
miti consigli, mosse
ma la cosa non riuscì
da Roma il 26 Agosto
per la durezza dei car1506. Il comando fu
dini della porta. Il Preaffidato a Guidubalfetto, continuamente,
do e Francesco Maria.
andò avanti a piedi con
Siccome al contingente
tutti i suoi, con i baroni
si era aggregato un picducali, i priori del luocolo numero di soldati
go e i consoli. Precededella repubblica fiorenvano, alternandosi, nel
tina, quest’ultima manportare il baldacchino.
dò ad accompagnarli il
Alla porta della chiesa
suo segretario. Niccolò
[Cattedrale] il papa si
Machiavelli.
Raffaello Sanzio, ritratto di Giulio II, 1511-1512.
trovò in mezzo al tuLiquidata velocemente
multo di giovani eugubini contro la volontà del Duca e
la pratica Perugia, il corteo militare-religioso, aumentato
del Prefetto che mantenevano l’ordine affinché i palafrea 4.000 uomini, con alla testa il SS. Sacramento, transitò
nieri del papa avessero libertà.
per Montecorona lunedì 21 Settembre. Comandava ora
Nella chiesa si è agito nel modo consueto e il papa bel’esercito pontificio Ottaviano Fregoso, fratello di mons.
nedisse rivolto al popolo; il cardinale Colonna pubblicò
Federico – futuro vescovo di Gubbio – e cugino del duca
l’indulgenza di dieci anni. Il papa fu ospitato nel palazzo
Guidubaldo.
ducale, di fronte alla chiesa. Qui, nel cortile, vide e accetDopo il pernottamento, la multicolore comitiva si incamtò i doni del cardinale di San Vitale, vescovo di Gubbio,
minò verso Gubbio.
che presentò in abbondanza vitelli, castrati, capponi e alte
Lascio ora la parola al de Grassis nella traduzione di don
cose insieme alla biada.
Ubaldo Braccini.
Il giorno 23, dopo pranzo, [il papa] partito da Gubbio
«Martedì 22 [Settembre 1506] il papa con il seguito, pasarrivò a Cantiano, castello distante dodici miglia».
sate le rovine dei monti e anfratti quasi senza strade ben-
> storia arte e cultura
16
Pio Fabri nelle raccolte di Gubbio
> di Ettore A. Sannipoli
«Pio Fabri il grande ceramista moderno, le cui opere formano la preziosità
in questo campo così vasto; i cui smalti che scintillano di così smaglianti riflessi formano la ghiottoneria dei veri
amatori. / Lenta, minuziosa, sincera e
limitatissima è la sua produzione, poiché egli non ha fabbrica nel vero senso
della parola ed è inutile il chiedergli un
catalogo, perché non ne stampa. È un
intellettuale della ceramica. / Ma intanto l’opera sua è destinata a segnare
un’epoca e rimarrà nelle migliori raccolte dei più importanti musei d’Europa, nelle sale dei Principi e di Re, e
parlerà di uno dei più colti ceramisti
d’Italia».
La citazione è tratta, pur con qualche
omissione e modifica, dalla seconda
edizione de L’Amatore di Maioliche e
Porcellane di Luigi De Mauri (1914),
e si trova dattiloscritta su un foglietto
incollato dietro una delle ceramiche
che intendo qui presentare. Pio Fabri
(1847-1927) contribuì alla rinascita
della ceramica artistica in Roma subito
dopo l’Unità d’Italia, assieme a maestri
quali Guglielmo e Torquato Castellani,
Adriano Ferraresi, Cesare Moretti, Camillo Novelli. Per un approfondimento
di questo contesto storicistico, caratterizzato da “esotici eclettismi” e da
una qualità assai alta della produzione,
rimando agli studi recenti di Roberto
Cristini, che ben volentieri riporto in
bibliografia.
Un gruppo significativo di maioliche
autografe di Pio Fabri è conservato in
collezioni private di Gubbio. Ho già
reso noti, in una mostra del 2007 e
nel relativo catalogo, due pezzi facenti
1. P. Fabri, vaso biansato d’ispirazione ispanomoresca, 1885, maiolica a lustro, h. cm 49.
Gubbio, Museo della Maiolica a Lustro “Torre
di Porta Romana”.
2. P. Fabri, piatto con decoro arabescato, fine
sec. XIX – inizi sec. XX, maiolica riflessata,
Ø cm 30,8. Gubbio, Museo della Maiolica a
Lustro “Torre di Porta Romana”.
identico esemplare è conservato nella
collezione Ricci-Saraceni di Roma (Cristini 2007, p. 132). Il secondo è invece
un bel piatto con decoro arabescato in
maiolica riflessata (Fig. 2). Il decoro
trova riscontro quasi puntuale in quello di una piastrella da rivestimento di
cui si conserva un disegno acquarellato
con timbro «edgardo ghiselli / affittuario della ceramica molaroni / pesaro» (1931-32) (Loreti, Loreti 1998, p.
130).
Altre ceramiche risultano del tutto inedite. Penso, ad esempio, ai tre piatti
caratterizzati sulla tesa da un ornato a
‘corone e foglie’ su fondo blu, derivato
da esemplari prodotti da Torquato Castellani, come il piatto con il ritratto di
Owen Jones del 1883 (Londra, Victoria & Albert Museum, inv. C.9-1995)
o l’altro del 1885, in collezione privata, con uno stemma nobiliare al centro
(Cristini 2008, p. 110). Un ornato della
tesa siffatto, con le ‘corone e foglie’ separate da fiorellini come nel piatto dedicato a Owen Jones «principe dell’ornamento», compare nell’esemplare eugubino che reca al centro una fiabesca
rappresentazione della storia di Tobiolo
e l’angelo, tratta con evidenti omissioni
e varianti dal dipinto eseguito verso il
1470 da Francesco Botticini (Firenze,
Galleria degli Uffizi) (Fig. 3). Tale ceramica è riprodotta in una foto d’epoca
conservata nella collezione Ricci Saraceni di Roma (Cristini 2007, p. 52, fig.
12). Lo stesso ornato, questa volta con
le ‘corone e foglie’ separate da gigli, lo
troviamo in una coppia di piatti con
scene ispirate a un medioevo cortese e
trobadorico: l’uno con quattro mene-
3. P. Fabri, piatto con Tobiolo e l’Angelo (da
Francesco Botticini), 1883-1890 ca., maiolica, Ø
cm 46,7. Gubbio, coll. priv.
4. P. Fabri, piatto con menestrelli, 1883-1890
ca., maiolica, Ø cm 50,4. Gubbio, coll. priv.
parte della raccolta del Museo della
Maiolica a Lustro “Torre di Porta Romana”. Il primo è un vaso a lustro con
due anse ad ala d’ispirazione ispanomoresca, sul tipo dei cosiddetti vasi
“Alhambra”, datato 1885 (Fig. 1). Un
5. P. Fabri, piatto con giullare, dama e paggi, 18831890 ca., maiolica, Ø cm 52. Gubbio, coll. priv.
> storia arte e cultura
strelli (Fig. 4), l’altro con un giullare al
cospetto di una dama e dei suoi paggi
(Fig. 5). Il primo di questi due piatti
17
riprodotto nel 1877 dal Prisse d’Avennes nel suo volume su L’Art Arabe (Tav.
CLXIV).
E per finire, un piatto e una targa conservati in un’altra collezione del posto.
Il piatto, in maiolica a lustro, presenta
un decoro d’ispirazione ispano-more-
sca in blu e oro (Fig. 9), e trova puntuali riscontri nella produzione di Fabri: si
vedano ad esempio i due esemplari in
6. P. Fabri, piatto con decoro floreale nello stile
di Iznik, 1884-1890 ca., maiolica, Ø cm 44,2.
Gubbio, coll. priv.
7. P. Fabri, piatto con Il Centauro Nesso e
Dejanira, fine sec. XIX – inizi sec. XX, maiolica,
Ø cm 30,7. Gubbio, coll. priv.
è praticamente identico all’esemplare riprodotto a colori in copertina de
L’Amatore di Maioliche e Porcellane
del 1914, che come ci informa il De
Mauri fu presentato all’Esposizione
Nazionale di Torino del 1884.
Nella stessa raccolta eugubina sono
conservati altri due piatti di Fabri: uno,
molto appariscente, con un decoro floreale su fondo blu nello stile di Iznik
(Fig. 6), che ben rappresenta la componente esotica della corrente eclettica, e
l’interesse per la cultura ottomana, per
un Oriente affascinante e misterioso;
l’altro, in monocromia turchina, con
la mitica storia de Il Centauro Nesso
e Dejanira (Fig. 7), secondo un’iconografia compatibile – anche se non sono
riuscito ad accertare una derivazione
puntale – col mondo incisorio di Bartolomeo Pinelli (non va dimenticato
che proprio il padre di Pio, Leopoldo,
aveva ereditato le incisioni del Pinelli
eseguite da suo padre Luigi Fabri, noto
incisore romano d’inizio Ottocento).
In un’altra collezione di Gubbio è conservato un’esemplare del cosiddetto
‘piatto delle sfingi’, che può considerarsi una vera e propria icona dell’eclettismo romano (Fig. 8). Prodotto fin dal
1883 in maiolica a lustro da Guglielmo
Castellani (cfr. Cristini 2008, p. 100,
fig. 79), venne poi realizzato, con alcune semplificazioni (si veda per esempio
la scritta a caratteri cufici), anche da
Pio Fabri, come testimonia tra l’altro il
rilucente esemplare del Museo Stibbert
a Firenze (Cristini 2007, p. 22, fig. 18).
Il piatto è l’imitazione fedele di uno
specchio di bronzo selgiuchide (Iran
orientale o Anatolia, XII-XIII sec.; Parigi, Musée du Louvre, inv. OA 3945),
raccolte private romane riprodotti nel
catalogo Terre romane (Cristini 2008,
p. 125). La targa, invece, in maiolica
policroma e provvista di una bella cornice lignea, rimanda al nostro Rinascimento, costituendo la copia con alcune varianti del San Giorgio di Andrea
Mantegna attualmente nella Galleria
dell’Accademia di Venezia (Fig. 10).
In quest’opera Pio Fabri manifesta
il suo interesse per i pittori d’ambito
squarcionesco, interesse che condivide
con altri ceramisti romani del tempo.
A tale riguardo mi preme ricordare
che della stessa collezione eugubina fa
parte un’altra targa molto simile, anche per il tipo di cornice adottata, nella
quale Camillo Novelli ha replicato con
poche modifiche la Madonna col Bambino in trono di Carlo Crivelli già in
San Francesco di Force (AP) e ora nella
Pinacoteca Vaticana. Ma di questo e
di altri ceramisti romani le cui opere si
conservano in Gubbio spero di poter
parlare, tra non molto, in un apposito
ed esauriente contributo.
8. P. Fabri, piatto con due sfingi (da uno specchio
bronzeo selgiuchide), 1883-1890 ca., maiolica
riflessata, Ø cm 41. Gubbio, coll. priv.
9. P. Fabri, piatto con decoro ispano-moresco,
1884-1890 ca., maiolica a lustro, Ø cm 32,4.
Gubbio, coll. priv.
10. P. Fabri, targa con San Giorgio (da Andrea
Mantegna), 1883-1890 ca., maiolica, cm 42,5
x 21,3. Gubbio, coll. priv.
Bibliografia essenziale
A.C.T.E. Prisse d’Avennes, L’Art Arabe. D’après
les monuments du Kaire, Paris 1877; L. De Mauri
(E. Sarasino), L’Amatore di Maioliche e Porcellane, Milano 1914; L.L. Loreti, J. Loreti, Ceramiche
Artistiche Molaroni. Storia della fabbrica dal 1880
ai giorni nostri, Milano 1998; Artisti e Fornaci.
La felice stagione della ceramica a Roma e nel
Lazio (1880-1930), a cura di I. de Guttry e M.P.
Maino, catalogo della mostra di Roma, Roma
2003; R. Cristini, Esotici eclettismi. Ceramica e
ceramisti del secondo Ottocento romano (18701911), Vetralla 2007; Terre romane. La rinascita
della ceramica artistica a Roma nel secondo Ottocento, a cura di R. Cristini e A. Buranelli, catalogo
della mostra di Roma, Roma 2008; Museo della
Maiolica a Lustro “Torre di Porta Romana”. Acquisizioni 1999-2009, a cura di E.A. Sannipoli,
catalogo della mostra di Gubbio, Gubbio 2009.
> vita dell’associazione
18
Brocche d’autore 2013
> di Ettore A. Sannipoli
Si è conclusa la dodicesima edizione della mostra Brocche d’autore, organizzata dall’Associazione ‘Maggio
Eugubino’ nella Sezione Archeologica del Museo Comunale di Palazzo dei Consoli, con l’intento di arricchire
le tradizionali manifestazioni di maggio per mezzo di
un’iniziativa culturale pertinente al clima festivo, tale da
destare l’interesse sia dei visitatori sia degli eugubini, ma
anche opportunamente legata al settore della ceramica
di artigianato artistico con delle proposte di qualità relative a uno dei prodotti tipici dell’odierna maiolica eugubina, vale a dire le brocche dei Ceri.
Oltre agli esemplari appositamente realizzati per il 2013,
sono state presentate nelle vetrine dei negozi del Centro Storico, grazie alla disponibilità dell’Associazione
Gubbio fa Centro, le brocche realizzate nel corso delle
precedenti edizioni della mostra (ad esclusione di quelle di Mario Boldrini, in restauro, di Eduardo Alamaro
e di Gabriele Tognoloni) vale a dire le opere di Nello
Bocci, Edgardo Abbozzo, Alan Peascod, Lucia Angeloni,
Oscar Piattella, Germano Cilento, Toni Bellucci, Giulio
Busti, Mirta Morigi, Marilena Scavizzi, Alexis Miguel
Pantoja Pérez, Nello Teodori, Emidio Galassi, Gennaro Esca, Luciano Tittarelli, Rolando Giovannini, Elio
Cerbella, Eraldo Chiucchiù, Antonella Cimatti, Paolo
Biagioli, Caterina Calabresi, Luciano Laghi, Giampietro
Rampini, Bruno Ceccobelli, Gianfranco Budini, Gabriele Mengoni, Marino Moretti, Sandro Soravia, Graziano
Pericoli, Giuliano Giganti con l’aggiunta delle brocche
eseguite nel 2002 dagli allievi dell’Istituto Statale d’Arte
di Gubbio.
Le brocche dei Ceri sono state quest’anno interpretate
da Stefano Pascolini, Maurizio Tittarelli Rubboli, Francesco Ardini.
Stefano Pascolini
Il giovane artista eugubino ha interpretato la brocca del
Cero come attributo specifico del capodieci, l’organizzatore-responsabile della Corsa. Sulla fronte di tre contenitori d’impianto tradizionale, ha rappresentato infatti
il busto di altrettanti capodieci, applicandovi in tenue
rilievo la colorata camicia con fusciacca e fazzoletto svolazzante (‘vestendo’ la brocca, insomma), e modellando
alla base del “doccio” il volto dell’impettito personaggio. L’originalissima figurazione che ne deriva manifesta
late analogie con antichi vasi antropomorfi (ad esempio
i canopi etruschi) ma anche con le monumentali erme in
ceramica policroma, sospese tra ironia e sogno, di artisti quali Luigi Ontani. Appropriata e significativa risulta
l’idea d’identificare la brocca con il capodieci dal petto
inarcato, proteso in avanti, nella posa assunta al momento dell’alzata: il vaso che si rompe in mille frantumi raccolti avidamente dagli eugubini, rappresenta bene
– metaforicamente parlando – quella che potrebbe denominarsi la ‘comunione’ del capodieci: il responsabile
della corsa del Cero sembra quasi ‘farsi a pezzi’ e offrirsi
così a ciascuno dei suoi fedeli ceraioli.
Maurizio Tittarelli Rubboli
Tittarelli Rubboli ha inteso rispettare la tradizione dei
Ceri e la sua sacralità. Ha creato pertanto delle «brocche
condivise», con citazioni di personaggi della ceramica
di Gubbio: Mastro Giorgio nell’uso dei lustri; Aldo Ajò
nell’uso dell’aerografo; Lucia Angeloni per le impronte
nella creta ancora plastica. Ha fatto tornire le brocche
in maniera tradizionale da Giancarlo Minelli, il tornitore più anziano di Gubbio. Poi due bambini della scuola
elementare di Semonte hanno messo le loro mani nella
barbottina, lasciando delicate increspature come loro segno sulla brocca. Insieme ai bambini, tre ex-capodieci
hanno impresso la presa della loro mano sull’ansa del
contenitore, deformandola. «Tre generazioni di eugubini che rappresentano il passato, il presente e il futuro
di questa tradizione». L’artista gualdese si è riservato il
ruolo di ‘maestro del terzo fuoco’, applicando bei lustri
in vernice cotti tre volte. «Le brocche sono perciò il risultato dell’intervento di sette persone in una felice condivisione». Sono state appoggiate su un piano di specchi
spezzati dove esse si riflettono, frammentandosi, come
avviene dopo il lancio in mezzo alla gente.
> vita dell’associazione
to dall’uomo. Insomma Ardini sembra aver capito come
il lancio delle brocche, e dunque il loro cambiamento di
forma e di ‘stato’, preluda a una metamorfosi di maggior
portata, attraverso la quale gli eugubini entrano in sintonia con una natura ‘dionisiaca’ e rigogliosa, anche se
provvisoria e fugace.
ospiti del giudice dott. rampini e consorte
In una cornice pienamente estiva, il comitato dei Ceri Piccoli, costituito in seno al consiglio dell’Associazione Maggio
Eugubino, ha incontrato il giudice dott. Giovanni Rampini,
colonna portante della testata giornalistica “l’Eugubino”
con i suoi scritti legati ai ricordi ed alle sensazioni uniche
che la nostra Città riesce ancora ad esprimere e trasmettere,
insieme alla gentile signora “Titti”. Il clima di eugubinità
si è respirato anche in riva all’Adriatico (Porto San Giorgio)
con la straordinaria ospitalità dei coniugi Rampini e la sana
e cordiale allegria attraverso le quali sono stati ripercorsi gli
ultimi impegni profusi ed in maniera particolare quelli legati
al mese di maggio fino alla festa dei Ceri Piccoli.
Per le altre foto: www.maggioeugubino.com
ph. F. Ardini
Francesco Ardini
Più che sulle brocche dei Ceri in senso stretto, il giovane
artista padovano ha concentrato la sua attenzione sull’avverarsi di un processo in atto, il quale si manifesta attraverso la lenta e inesorabile trasformazione della materia
prescelta e l’affascinante metamorfosi della foggia ceramica. Il punto di partenza è rappresentato da un boccale
con il corpo ovoidale, il collo cilindrico e l’orlo trilobato, tipico della tradizione veneta e novese in particolare.
Questo contenitore, usuale e candido, sembra quasi sottoposto all’azione aggressiva di un acido misterioso che lo
corrode all’esterno e all’interno, disgregandone progressivamente la materia per trasformarlo in un’altra entità,
accattivante e meravigliosa: con una ‘ricaduta entropica’
che lo introduce a una bellezza diversa, più in sintonia
con il ‘disordine’ della natura che con l’‘ordine’ stabili-
19
> vita dell’associazione
20
Convivio degli eugubini lontani e vicini
dio Maggio Eugubino-Colacem
> di michela biccheri
Il Convivio è, da mezzo secolo, l’occa- Corsa dei Ceri 2013 Tiziano Palicca,
sione per stare insieme ricordando gli Andrea Martiri e Ubaldo Gini; ai Caeugubini che ci hanno preceduti, quel- pitani: Gabriele Capannelli e Vitaliano
li che non sono riusciti a tornare per la Pannacci. I riconoscimenti sono stati
Corsa dei Ceri, gli eugubini che dalle assegnati a: Dino Berardino Pezzopaloro città lontane raggiungono ogni ne, multiforme inventore di Gualdo
anno Gubbio per festeggiare il Santo Tadino che ha donato i suoi brevetti
protettore. Anche l’edizione 2013 ha a Gubbio; Teodolo Manganelli nato
visto una grande partecipazione alla a Gubbio, laureato alla Facoltà di
cena organizzata dal Maggio Eugu- Architettura a Roma e residente dal
bino presso il Park Hotel ai Cappuc- 1960 a Milano autore del libro precini, arricchita dalla consegna dei ri- sentato ad ottobre “Pagine eugubine”;
conoscimenti per l’attaccamento alla Antonio Procacci, un cuore eugubino
Città di Gubbio e alle sue tradizioni: che ogni anno gratuitamente restaura i
le pergamene
e i riconoscimenti
sonoBinacci
nostri
CeriFedePiccoli; Giambaldo Perugiocio Psico Pedagogico),
Gre2010-2011: Angela
(ITIS),
stati
assegnati
ai
tre
Capodieci
della
ni,
eugubino
verace, lo sbandieratore
(Liceo Classico-Scientifico), rica Rossi (Liceo Socio Psico Pedagogico),
che
doni (IPSIA), Elisa Monac- Davide Lispi (Liceo Classico-Scientifico), trasferitosi a Ferrara
è diventato presidente
sabel Poeta (ISA); i vincitori Laura Ferranti (IPSIA), Valerio Miozzi
dell’Ente Palio di tale
di Studio per l’anno scolastico (ITC), Hafid Assia (ISA).
città. Ad Augusto Ancillotti, docente universita-
Vita dell’associazione
rio, presidente dell’Irdau e massimo
esperto della antica civiltà degli umbri,
il Maggio Eugubino ha invece consegnato la Patente di Matto Onorario di
Gubbio.
A
21
Per le altre foto: www.maggioeugubino.com
> vita dell’associazione
21
Mostra filatelica
> di michela biccheri
Gabriele Lorenzi ha curato la mostra filatelica “La festa dei Ceri di
Gubbio” patrocinata dal
Maggio Eugubino e organizzata dalla famiglia
dei Santantoniari presso
la Taverna di via Fabiani, l’ultima settimana di
maggio. I suoi preziosi
francobolli hanno voluto raccontare la Festa
dei Ceri e i ceraioli che si
emozionano nel ritrovare
la loro Festa su cartoline
dipinte e raffiguranti tratti salienti della Corsa e i simboli
storici della Festa, come il Campanone. Gli appassionati e i
curiosi hanno potuto godere di questa fine raccolta gustandosi un’esposizione ben organizzata in schede riportanti
dettagli su personaggi come i Capodieci, i Capocetta e i
Capitani. L’elenco dei protagonisti
della Festa dei Ceri comparirà per
la prima volta nelle cartoline dal
1975.
Dal 1970 il Maggio Eugubino
predispone un annullo speciale fi1978
gurato, celebrativo della Festa dei
Ceri. Solo nel 1983, in occasione
dell’emissione del francobollo sulla
Corsa dei Ceri, l’annullo riportava “Corsa dei Ceri”. L’emissione
dell’annullo è ininterrotta. Grande
1982
e instancabile promotore dell’ini-
Es. di cartolina con l’elenco dei protagonisti della Festa dei Ceri e annullo
ziativa fu Il compianto NAZZARENO SOLLEVANTI,
al quale, il Maggio Eugubino ha dedicato una mostra filatelica, con tutti gli annulli emessi e le cartoline stampate
sui Ceri l’anno successivo alla morte, maggio 2007. Oggi
il Maggio Eugubino propone l’annullo e sceglie di far realizzare il disegno delle Cartoline
da autori moderni, tranne in occasioni commemorative, dal quale
si estrapola l’annullo che consente
l’invalidamento del francobollo.
La sezione filatelica del Maggio
Eugubino ha lavorato molto per
poter dedicare alla nostra città i
francobolli e questo è stato possibile nel 1978 con la “serie turistica”, nel 1982 con “Federico
da Montefeltro”e nel 1983 con la
1983
“Corsa dei Ceri”.
> vita cittadina
22
CAMPANILI DIMENTICATI
> di gianluca sannipoli
A un’attenta osservazione delle fotografie d’epoca, si
scoprono col passare del tempo particolari cui l’occhio
inizialmente non dà peso. E’ curioso il fatto che una stessa immagine, osservata e scrutata decine di volte, lasci
sempre spazio a nuove e, per certi versi, sorprendenti sfumature. E’ il caso di una fotografia scattata da Zoe Rossi
ante 1924 e pubblicata alle pagg. 102–103 del volume
“Rossi, storia di un archivio fotografico” (Media Video,
2010).
L’attenzione di chi la osserva per la prima volta è catturata da numerosi aspetti generali del centro cittadino e
della vallata ancora non assediata dal cemento. Il nucleo
urbano è sostanzialmente quello trecentesco. Poi, volendo scendere in qualche particolare ulteriore, si pensa alla
datazione e allora l’occhio corre verso i giardini pubblici
per vedere se ci sia già il monumento ai caduti della prima guerra mondiale: non si scorge tra gli alberi. E quindi
ecco perché abbiamo detto che il fotografo Zoe Rossi la
scattò prima del 1924. Ma non così tanto prima, perché
sul tetto dell’ospedale, sopra all’angolo della farmacia comunale, non c’è più il piccolo campanile della chiesa di
Santa Croce del Mercato, ben visibile invece in una nota
cartolina che ritrae la sfilata dei ceraioli nella Festa dei
Ceri del 1908.
I campanili, appunto. Nella foto in questione, ne spunta-
no un po’ ovunque, oggi non più esistenti. Per ora ne abbiamo individuati tre, negli anni Venti ancora saldamente
al loro posto. Due di questi si conoscevano da altri scatti
fotografici o filmati: quello di San Giuliano (abbattuto nei
primi anni Cinquanta perché ritenuto pericolante) e quello di Santa Maria dei Battilana (chiesa trasformata prima
in falegnameria e oggi in birreria). Ma la sorpresa è offerta dal terzo di questi campanili non più esistenti e fino
ad ora non rintracciato in alcun documento fotografico
d’archivio. Si tratta del campanile della chiesa di Santo
Spirito. Pur nella sua semplicità, svetta sul tetto della ex
chiesa del complesso monastico (oggi complesso multifunzionale). Si tratta di un campanile a vela, con tre archi
campanari, due dei quali appaiati e il terzo nella parte
superiore. Non sappiamo in quale anno fu abbattuto, ma
è probabile che già durante il secondo conflitto mondiale
non esistesse più.
> vita cittadina
23
from
gubbio
with
love
agrafici
L’albero più grande del
mondo ancora più grande
> di michela biccheri
celebrazione
perpoche
il patrono Ubaldo, quella d’oltreubina nonL’altra
solo cala,
anche se di
oceano, ha contato quest’anno su una presenza speciale.
Una presenza che ha condensato i sentimenti intorno alla
Dopo la partecipazione del Santo Padre alla tradion attenzione
è quello
relativo
mera
corsa dei
Ceri,aiaimatrimeri festeggiamenti goliardici. La
accensione
dell’albero
più grande del monstatua di Sant’Ubaldo ha catalizzatozionale
l’attenzione
di tutti
e
no quelli celebraticon
rito civile, aumendo,
il
nostro
eugubino
ha
fatto
il giro del mondo.
ha dato un senso diverso alla Corsa dei Ceri. Sono stati tanUnunmessaggio
didono,
pace e di fratellanza dalla terra di
al sacerdote.
dicono
le cifre
della
ti Questo
i commenti
e forte
la commozione,
gesto, quel
Sant’Ubaldo
e
di
San Francesco è partito proprio
chedell’anno
ha rinnovato
unaconclufamiliarità, riacceso un legame antidemografica
da poco
precisione, ma invecchia sempre più; un
dicembre 2011 il totale dei residenti am-
tà, contro le 33.004 del 31 dicembre del
seguenza dell’andamento naturale, con i
ati, senza il correttivo, nella circostanza,
ne proveniente mdal saldo tra immigrati
rispetto al 2010 gli
sono stati 178, contro 253, quelli emi-
64, con un differenza attiva che diminu-
dalla nostra città, grazie allo sforzo di tutte quelle
persone che con amorevole e instancabile lavoro hanno permesso che l’opera di grandi dimensioni, anche
per spessore umano, tornasse ogni anno ad illuminare il Monte del nostro amato Patrono. L’ultima
accensione è avvenuta per mano di Papa Benedetto
XVI, una serata emozionante e indimenticabile suggellata dalla firma dello stesso sul registro dei nomi
che hanno acceso l’Albero più
grande
del mondo
dal Ora, quel volto di padre ha una
co con
la nostra
Gubbio.
1981. Merito a tutti coloroforma
che hanno
reso
possibile
medesima agli occhi di ogni ceraiolo, un pensiero
questa esperienza.
d’affetto con lo stesso spessore.
a 19 unità Più pesante il raffronto nati/
no venuti alla
Piccole guide eugubine
cittadini, mentre 474 (meno 145) han-
cammino terreno;
2010
numeri
Gli alunnineldelle
classii quinte
di Madonna del Ponte, nel primo quadrimestre, insieme al maestro Catanese e alla dirigente Francesca Alunni,
o 513 ( -150). Interessanti,
a seconda
del“Gubbio oltre” per far conoscere ed apprezzare bellezze artistiche della nostra città di solito chiuse al pubhanno partecipato
al progetto
blico, ai
progetto
promosso
dal Sindaco Guerrini, dall’Assessore alla cultura Bellucci, con la partecipazione della Diocesi, dell’Università dei
sta, le cifre relative
matrimoni:
calano
Muratori,
dei Falegnami,
tro 53 del 2010),
aumentano
quellidella
reli-Famiglia dei Santantoniari, della Confcommercio e delle Suore dei San Marziale. Il piano di lavoro ha mirato
a formare, istruire e arricchire le conoscenze sul patrimonio artistico di Gubbio. Il maestro Catanese ha guidato con intensità lo studio delle
caratteristiche storico-artistiche delle quattro chiese affidate alle classi quinte: CHIESA DI SAN GIOVANNI DECOLLATO detta “DEI NERI”,
CHIESA DI SAN FRANCESCO DELLA PACE detta “DEI MURATORI”, CHIESA DI SAN MARZIALE, CHIESA DI SAN GIUSEPPE DEI FALEGNAMI.
vita cittadina
a 113).
A
25
> vita cittadina
25
Sostegno alle situazioni di povertà
> di giampiero bedini
Nella “Sala dei Vescovi della Curia”,
al termine di una conferenza stampa
coordinata dal direttore della Caritas
Diocesana, Luca Uccellani, è stata
sottoscritta la convenzione “Sostegno alle situazioni di
povertà nel comune di
Gubbio”. È stata firmata (foto) dal Vescovo
Mons. Mario Ceccobelli, dal Commissario
Prefettizio Maria Luisa D’Alessandro, alla sua
prima uscita pubblica, dal Presidente della
Fondazione
Cariperugia Carlo Colaiacovo, dal Presidente del
Cesvol Perugia Luigi
Lanna. Un progetto che
mette insieme risorse e
competenze per dare
una risposta alle tante famiglie che soffrono per la crisi del momento. È stato
costruito sulle risultanze di una indagine (Caritas-Cesvol-Comune, coordinata da Don Fausto Panfili ed Antonio
Lanuti) che ha rilevato nel pagamento
degli affitti e dei servizi i problemi più
impellenti. Secondo alcune stime 378
nuclei arrivano a fine mese con molta
difficoltà, 224 non riescono a fare un
pasto adeguato almeno ogni due ogni.
Il progetto ha una dotazione di 80
mila euro così garantita: 50.000 dalla
Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia (“la Fondazione - ha spiegato il
Presidente, operando una panoramica sui tanti interventi che la vedono in
prima fila - sta privilegiando il sociale
rispetto all’arte, consapevole della delicatezza del periodo”), 15.000 dalla
Caritas (“è un progetto che mette al
centro la famiglia”, ha sottolineato
il Vescovo Ceccobelli),
15.000 e risorse umane dal Comune (“sono
contenta - ha affermato
Maria Luisa D’Alessandro - che questa prima
iniziativa pubblica coincida con un progetto
che mette al centro la
persona per aiutarla a
superare un momento di
difficoltà”); il Cesvol si
farà carico del lavoro di
coordinamento stimato
in 5 mila euro. Possono
beneficiare del “sostegno” famiglie residenti
nel comune da almeno due anni, per
un contributo massimo di 800 euro
e per un periodo non superiore a tre
mesi. Informazioni al centro di ascolto
Caritas (Piazza San Pietro) ed ai servizi
sociali del comune.
trentennale indirizzo informatico itis “Maria Letizia Cassata”
Un Paese povero di risorse e privo di infrastrutture importanti, se vuole superare la crisi attuale, deve puntare
sull’innovazione e impegnare investimenti in ricerca e
sviluppo. La crisi, infatti, è soprattutto una crisi di idee.
L’introduzione massiccia delle tecnologie informatiche e
della comunicazione diventa, in questo caso, un elemento trainante per la ripresa, o meglio, per la “rinascita”
economica di un comprensorio, sprofondato tuttora nel
pieno della crisi. Questa è la tesi proposta in occasione
del convegno che si è tenuto all’ITS “Cassata” di Gubbio
venerdì 31 maggio. Specialisti provenienti da vari settori, dall’Associazione Industriali alla Pubblica Amministrazione, dall’Università al mondo delle imprese, si sono
confrontati sul tema del convegno “Il contributo delle
ICT alla rinascita del Territorio”: il dirigente scolastico
dell’Istituto, prof. David Nadery; il prof. Sergio Tardetti,
organizzatore dell’incontro, nonché ex docente del “Cassata”; il dottor Matteo Brutti, vicepresidente dei Servizi
Innovativi e Tecnologici della Confindustria di Perugia;
Anna Lisa Doria, Responsabile Ambito di coordinamento
Conoscenza e Welfare della regione Umbria; il professor
Alfredo Milani, docente presso il Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università di Perugia; il dottor
Domenico Chierico, amministratore unico di Sintesi Srl.
resoconto tratto dall’articolo di Pina Pizzichelli
> vita cittadina
26
incontrati per caso a new york
Una simpatica incontranza tra Letizia Spigarelli e
la comitiva eugubina che si è reacata nella terra
degli oriundi.
Nella metropoli americana un incontro davvero occasionale, casuale e per questo molto gradito tra
eugubini che ancora parlavano della Festa del 15
maggio.
Altro che Carramba che sorpresa!
palio della balestra 2013
È stata la veretta di Gabriele
Rogari ad aggiudicarsi il palio
della Balestra 2013, palio realizzato quest’anno dall’artista
genovese Salvatore Belcastro.
L’eugubino Nazzareno Mencarelli ha ricevuto il riconoscimento per il suoi 100 pali
disputati. Al terzo posto si è
classificato l’eugubino Piero
Gaggiotti premiato dal collega
Nazareno Mencarelli, mentre
la piazza d’onore è andata al
biturgense Viviano Zanchi premiato dall’assessore di Sansepolcro Eugenia Dini.
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È maggiooo!!!
Le avverse condizioni primaverili e “pre-estive” del mese
più caro agli eugubini hanno messo a dura prova la pazienza ma non certamente la simpatia e l’allegoria così
gli avventori ed i titolari del Bar di Santa
Lucia hanno voluto
ironizzare rispolverando alberi e auguri
natalizi…per ribadire
anche il concetto che
tanto a Gubbio “c’enno 11 mesi de freddo
e uno de fresco”…
> vita cittadina
27
Dentro la crisi un ritrovato
ottimismo
Ciao Gige!
Hai lasciato un grande vuoto, anche se non si svolge cena senza che ti nominiamo.
Era quello che volevi, quello che hai lasciato di te: una vita vissuta per l’allegria dello
stare insieme. Te ne sei andato “passate le Feste”, nel tuo stile silenzioso, umile, ma
presente, come le torrette del Campanone che abilmente sapevi costruire con finezza
e precisione e che ora ci parlano di te, ci ricordano tuo fratello ‘l Campanaro. Una
vita spesa per gli amici, per le tue passioni, per le tue gioie che hai trasmesso a chiunque ti stesse vicino. Anche il giorno in cui ti abbiamo dovuto salutare per sempre,
di Michela
la chiesa
risuonavaBiccheri
di sorrisi e aneddoti de ‘l Piccione. Ci mancherai, ma sapremo
consolarci con l’esempio che hai lasciato a tutti noi: agli amici veri, ai conoscenti, alla tua
famiglia, ai tuoi nipoti grandi e piccini.
Abbiamo l’occasione di ricominciare: da più vicino, appenaLa “Madonna
degli Angeli”
amoci del momento
di stasi che sembra aggredirci per ritrovare
intorno a noi, da dentro il nostro giardino, dalla via, dalla il nuovo-abituale slancio che conosciamo, che siamo coscienti
piazza. La crisi può essere un’opportunità di vita.
di caricarci sulle spalle dopo una caduta, dopo uno scivolone
La crisi è in corso. La recessione è inevitabile. La bancarotta è o solo perché travolti dal peso. Che cos’è quella voglia di ragla conclusione? Si sente gridare “la crisi, la crisi”…. La si sente giungere la Cima che ci gonfia le vene della fronte, che spinge
nominare solo in termini economici, quasi a circoscrivere il le gambe ad andare nonostante il pianto in gola, ingabbiato
significato per svuotarnelaurea
il senso e accodare le persone come
tra i denti
e l’animo atterrito? Sebbene abbiamo sopra i nostri
fernando
rosati
tante pecorelle dietro a spauracchi
apocalittici
a occhi quell’esempio
martoriato dal “botto”, penzoloni, a volte
Roberta Pannacci
si è che, manco
Condoglianze
ai familiari
farlo a posta, coincidonolaureata
con l’arresto
economico generalizin Economia
spogliato,
alla cieca sappiamo strapparlo al destino, sapdi Nando
Rosatiquasi
deceduto
Aziendale
presso
l’Uniall’età
di
88
anni.
Esempio
zato che viviamo.
piamo lasciarci alle spalle la svogliatezza e sollevare gli animi
versità degli Studi di
oramai unico dei valori paAllora ricominciamo daPerugia,
capo un’altra
volta.laServiamoci
di epiù
abbattuti
dolore e dalla fatica sappiamo ricondurlo alla
discutendo
triottici
sinceri dal
e alacrequesto momento di stallo
per“La
farecontraffazioil punto della situazione.
vetta. È proprio
lì che
tesi:
mente vissuti
attraverso
il riconosciamo la nostra “forza”, il nostro
ne
dei
prodotti
alimenservizio
reso
nella
vita,
lunga
Della situazione morale e sociale. Sulla crisi morale della nos- sapere, il nostro essere. Il legame umano al divino che ci dà il
tari italiani” (Relatore
quasi un secolo, valori onetra società che ha imparato
a sedersi e farsi imboccare, che ha vigore utile a superare i cedimenti.
Prof.ssa Antonella Jasti riversati con impegno e
imparato a tapparsi gli orecchi
A finire
nel vortice
del panico economico dovrebbe essere su
coboni).ed aspettare. Ricominciamo
affetto nella
famiglia
e nella
Il
Maggio
Eugubino
augura
alla
giovanissipassione
politica
(M.S.I.
da capo e facciamolo da eugubini, senza presunzione, con tutto la stanchezza. eServe credere, desiderare il bene senza
ma Roberta un sereno e brillante futuro proAlleanza Nazionale).
l’abituale spontanea premura; guardiamoci intorno con occhi condizioni, senza tornaconti. Bisogna dare spazio alle piccole
fessionale e porge ai genitori Patrizia MarLe ceneri saranno tumulate
ceraioli
uominiPannacci
e di donne
pronti
reagire, quella capacità
cose, aidella
piccoli
gesti senza le luci abbaglianti o la propaganda,
telli ediAdamo
le più
viveacongratunel sacrario
“Piccola
lazioni
il percorso
di studi
con dai secoli
Caprera”
a Ponti
Suldentro
Minciodi noi, nel nostro piccolo e ricominciare
radicata
inper
noi,
la reazione,
una intrapreso
forza donataci
di dargli
spazio
successo da Roberta.
(Mantova).
storia
tramandati attraverso i sentimenti veri e la fede; servida più vicino, appena intorno a noi, dal nostro giardino.
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