19-21 anziano ospedale giu09

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19-21 anziano ospedale giu09
T E R Z A E TA’
Reparti oncologici
a misura di NONNO
di Cristina Ferrario
Un anziano con una malattia invalidante
come il cancro ha bisogno di ricevere
un’assistenza speciale anche durante
la delicata fase del ricovero
L’ARTICOLO IN BREVE
Se fino a qualche anno fa il
na società come la nostra, che invecchia in destino di una persona anziamaniera costante - una na, specie se malata di tumore
persona su cinque oggi ha più o di altra patologia cronica,
di 65 anni e saranno una su era spesso quello di venire
tre nel 2050 - non può per- ‘parcheggiata’ in un letto di
mettersi di trascurare dal ospedale per lunghi periodi,
punto di vista medico e socia- oggi la situazione è cambiata.
Il merito è in parte delle
le gli anziani o limitarsi a trattarli come dei “vecchi adulti”. nuove norme sui finanziaServono, in tutti i settori, at- menti alle strutture ospedatenzioni particolari che tenga- liere che hanno portato a un
no conto delle caratteristiche taglio dei posti per i ricoveri
a lungo termidelle persone in
là con gli anni, Bisogna evitare ne, ma anche, e
per garantire loro che l’ospedale soprattutto, di
un cambio di
una buona qualidiventi
mentalità da
tà di vita.
E l’oncologia un parcheggio parte di medici
e operatori saninon fa certo eccezione dal momento che il 64 tari che hanno preso coper cento dei 300.000 nuovi scienza del fatto che queste
casi di tumore che si registra- persone hanno problemi
no ogni anno in Italia riguar- specifici e si sono resi conto
che il modello di assistenza
da gli over 65.
U
Il paziente oncologico anziano è particolarmente fragile sia
dal punto di vista clinico sia da quello sociale. Per evitare
che la malattia si trasformi in un ricovero a lungo termine è
necessario fornire un’assistenza specializzata e
multidisciplinare durante la fase ospedaliera e un buon
supporto domiciliare nella fase cronica. Alla luce di questa
nuova consapevolezza nascono reparti ad hoc e si
potenziano i servizi di assistenza domiciliare integrata, in
cui il medico di medicina generale gioca un ruolo chiave
insieme a nuove figure come quella del case manager.
classico, basato sul ricovero,
da solo non può bastare.
Una volta curata la fase
acuta della malattia con un
intervento chirurgico o un
ciclo di chemio o radioterapia, inizia infatti una fase
molto lunga e delicata che
coinvolge sia il malato sia i
suoi familiari. Servono dunque nuove idee e nuovi modelli di assistenza per accompagnare il paziente
anche fuori dalla corsia dell’ospedale.
UN REPARTO SU MISURA
Il primo passo per garantire il trattamento migliore è
quello di valutare in modo
corretto i bisogni di chi si ha
di fronte. “Nel caso di un anziano” spiega Silvio Monfardini, responsabile dei programmi di oncologia geriatrica presso la Fondazione Don
Gnocchi di Milano e presso
l’Istituto oncologico Veneto
di Padova “alla fragilità fisica
si aggiunge spesso una fragilità psicologica e sociale di cui
Fondamentale giugno 2009 19
T E R Z A E TA’
Il prezzo del ricovero
Corbis
Ricoverare un paziente in ospedale è senza dubbio costoso, ma
in alcuni casi è inevitabile: non si può certo eseguire in
ambulatorio un intervento sul fegato o sul polmone.
Quando però il paziente è anziano, si corre il rischio di
appoggiarsi alla struttura ospedaliera anche se non è
strettamente necessario, ma semplicemente perché è più
comodo o perché familiari e amici del malato si sentono più
sicuri o non hanno il tempo di accompagnarlo in ambulatorio
per eseguire un esame.
Si entra dunque in un meccanismo che, secondo i dati
dell’Osservatorio della Terza età, genera enormi sprechi: 18
milioni di giorni trascorsi inutilmente nei letti di ospedale dai
pazienti con più di 70 anni, praticamente una spesa di quasi 6
miliardi di euro nelle ipotesi più ottimistiche.
Per invertire questa tendenza al ‘ricovero facile’, che pesa
economicamente sulle singole Regioni, è necessario
innanzitutto sviluppare una rete di servizi efficiente che
garantisca, per esempio, un’assistenza domiciliare completa o
un servizio di riabilitazione adatti alle esigenze di chi ha
qualche anno in più.
il medico deve tenere conto.
Ecco perché all’interno della
struttura di oncologia medica
ci dovrebbe essere un medico
che si occupi solo di questi
pazienti”.
L’ideale sarebbe avere dei
veri e propri reparti di oncologia geriatrica, in grado di
fornire il meglio delle due discipline e di occuparsi del paziente anziano a tutto tondo.
Nasce da queste convinzioni il ‘Progetto di conti20 Fondamentale giugno 2009
nuità assistenziale per il paziente oncologico anziano’,
recentemente finanziato dalla
Regione Lombardia con
quasi 2 milioni di euro e che
prevede la costruzione, presso
l’Istituto Don Gnocchi di
Milano, di un reparto ad hoc
che comprende posti letto
per il ricovero, il day hospital, l’ambulatorio, un settore
di oncologia geriatrica e uno
strettamente collegato a programmi di riabilitazione.
“È un esperimento che rap- dale Galliera di Genova è
presenta una novità sostanziale nato, qualche anno fa, uno
per l’Italia dove ancora non dei primi progetti di ospedaesiste questa stretta collabora- lizzazione domiciliare in Itazione tra geriatri e oncologi” lia. Da questo esperimento è
afferma Monfardini.
nato il piano di ospedalizzaIl centro del progetto è zione territoriale di cui posquello di seguire il paziente sono godere oggi i cittadini
durante tutte le fasi della del capoluogo ligure, non
malattia, quindi anche fuori solo quelli malati di tumore.
dall’ospedale, e per questo
In pratica si tratta di tramotivo sono
sferire l’ospedaprevisti anche
le al domicilio
L’assistenza
un programe di mettere a
a domicilio
ma riabilitatisi fa con l’aiuto dd iesl pl ’oasni zz ii aonn oe
vo e la creazione di una di diverse figure malato una
rete di convasta gamma di
tatti con le ASL e i medici di risorse stabilite in base alle
base, senza escludere la pos- esigenze della persona, una
sibilità di visitare il paziente sorta di abito cucito su misua domicilio se necessario.
ra.
“La peculiarità del nostro
Innanzitutto il servizio
progetto è quella di avere punta sulla figura del medisempre come obiettivo prima- co di medicina generale per
rio la qualità della vita del pa- arrivare su tutto il territorio.
ziente anziano: prima, duran- Inoltre coinvolge infermieri
te e dopo la cura del tumore” professionali, che forniscono
conclude Monfardini.
l’assistenza specializzata, ma
anche operatori che si prendono cura di bisogni meno
L’OSPEDALE A CASA
Quando si parla di assi- ‘clinici’, ma estremamente
stenza a un anziano malato importanti come, per esemdi cancro, la sfida più diffi- pio, quello dell’igiene persocile è senza dubbio quella di nale del malato.
Ecco cosa succede quanriuscire a organizzare una
rete di servizi per sostenere e do un paziente si rivolge ai
aiutare la persona anche servizi di assistenza domicidopo le dimissioni dal repar- liare integrata (ADI), dispoto ospedaliero. Le ASL of- nibili presso molte ASL d’Ifrono dei servizi di assisten- talia: una équipe specializzaza domiciliare che però a ta (medico, infermiere provolte non sono sufficienti, fessionale, assistente sociale
ma possono essere integrati e terapista della riabilitaziodai familiari, con l’aiuto ne) valuta la situazione e
delle associazioni di volonta- prepara un piano di assistenriato, per raggiungere l’o- za personalizzato che copre
biettivo finale di garantire le tutti i bisogni dell’anziano,
cure migliori senza fare ri- non solo quelli più strettacorso al ricovero in ospedale. mente medici. A questo
Da queste premesse e dal- punto il piano viene discusl’esperienza dell’Unità ope- so anche con il malato e la
rativa di geriatria dell’ospe- sua famiglia e viene poi ap-
LA RICERCA CONTINUA
plicato alla vita di tutti i
giorni. Il medico di medicina generale assume il ruolo
di responsabile clinico del
paziente, mentre gli specialisti dell’ospedale sono disponibili per le consulenze, se
necessario, e coordinano gli
aspetti pratici legati, per
esempio, ad appuntamenti e
controlli richiesti dal medico
che segue l’anziano. Infine,
grazie all’intervento dei servizi sociosanitari del comune,
si organizzano tutte le altre
figure, dal fisioterapista per
la ginnastica alla preparazione dei pasti, se necessario.
Un angelo custode che li segue fino a casa
Ha preso il via in quattro Regioni italiane (Lazio, Veneto, Toscana e Sicilia) la fase sperimentale
del progetto Codice Argento, presentato nei primi mesi del 2009 presso il ministero del Welfare.
Si tratta di dare il via a una serie di interventi per far sì che il paziente anziano ricoverato sia
trattato nel modo più corretto, secondo le sue reali necessità, e che non perda la propria
autosufficienza una volta uscito dall’ospedale.
In sintesi il progetto può essere diviso in tre parti: la formazione del personale, il codice argento
in pronto soccorso e l’angelo custode (o case manager).
Chi si occupa degli anziani deve infatti essere in grado di utilizzare e gestire tutti gli strumenti
oggi disponibili per valutare il paziente e per curarlo al meglio e il raggiungimento di questo
obiettivo deve avvenire con corsi di formazione specifici che ancora mancano nel nostro Paese.
Il codice argento è invece una sorta di ‘corsia preferenziale’ da attivare in pronto soccorso di
fronte a una persona anziana: tiene conto non solo della gravità della malattia, ma anche degli
aspetti di fragilità che sono propri di chi è più in là con gli anni. Questo nuovo codice è
estremamente importante perché la valutazione iniziale spesso influenza in modo positivo o
negativo tutto il restante percorso di cura.
Infine, il progetto prevede una nuova figura di operatore sanitario al fianco dell’anziano che non
sta bene, il case manager. Il compito di questa persona è quello di seguire il malato durante il
ricovero in ospedale e di organizzare al meglio il rientro a casa tenendo presente non solo la
storia clinica, ma anche le condizioni sociali ed economiche in cui l’anziano vive.