«L`UNICA GIOIA AL MONDO È COMINCIARE»
Transcript
«L`UNICA GIOIA AL MONDO È COMINCIARE»
INTERNATIONAL N.3 DIETRO UN BANCO SETTEMBRE 2013 THE MOODBOARD, BY T1 Who? Stylists, artists and designers make moodboards. What? A moodboard is a place to show your ideas and inspiration for your work. It gives you the possibility to communicate. When? A moodboard is made when you start to make a project. Why? The reason a moodboard is made is to show clients the ideas of a project. How? The way to make a moodboard is to choose materials, pictures and a moodboard composition for the client. Where? The best place for the moodboard is in the style office so it can be an inspiration everyday. Direttore responsabile Andrea Di Domenico My Moodboard ning of roses. The roses are white, red, black and rose. I drew a t-shirt with the flag of the USA. Redazione Vladimir Giudici, Clodis Cicardi, Dennis Pingitore, Eva Da Canal, Riccardo Petrella, Francesco Palano. Thomas Bazzurini: My source of inspiration for the mood board was a football because it is the sport that I do. Arianna Gioiosa: My moodboard has inspiration from Marilyn Monroe, collages, comics, pop are and patchwork. I chose these pictures because they represent my taste and creativity. Alice de Nicola: My mood board has colours, images and symbols from the film Pearl Harbor. I chose a scene from the film and connected it to the mea- Caglayan Inan: My source of inspiration for my mood board is both the work of Arcimboldi called Flora and the work of Land Art. On the first page I put my source of inspiration and some images of leaves with a colour chart made from a heart where the colours must be matched with images. Sara Zetti: To make my moodboard I started from a dancer. Then, I linked the lightness of butterflies to the dress of a dancer. I drew a bodice and also a little bag. Collaboratori Luca Doninelli, Alessandro Mele, Mariachiara Gomaraschi, Marianna Nicotra, Giovanni Figini, Francesco Campiotti, Luisa Tracogna. Supervisiore Alessandro Banfi EDITORIALE Stampa IeFP “Cometa Formazione Scuola Oliver Twist Via Madruzza 36, 22100 Como (CO) di Andrea Di Domenico Progetto grafico Matteo Riva This month’s QUESTION Who makes it, has no need of it. Who buys it, has no use for it. Who uses it can neither see nor feel it. What is it? Impaginazione Creativa Design - creativa-db.it Next month the solution SOLUTIONS Last issue’s answer: 1. The man takes the sheep across the river, then returns back. 2. The man takes the fox across the river. 3. The man takes the sheep back to the first side of the river. 4. The man leaves the sheep back on the first side of the river, and takes the hay to the other side. 5. The man returns to the first side of the river. The man brings the sheep back to the second side. 6 CONTATTACI! twist again Bentrovati a tutti i nuovi e benvenuti ai nostri compagni di prima! Ognuno di noi avrà passato le vacanze estive nel migliore dei modi. I più fortunati hanno riposto quaderni e libri riaprendoli solo oggi, i più pigroni hanno dovuto studiare ed affrontare il recupero dei debiti scolastici. Ma poco importa! Siamo tutti pronti per un nuovo inizio, tutti in attesa di quello che accadrà, pieni di buoni propositi e obbiettivi. Lasciate che vi dia un paio di consigli su come iniziare al meglio quest’anno scolastico: il primo è non lasciare che i vostri problemi infieriscano sulla vostra giornata a scuola fino a impedire la sorpresa delle novità. Confrontatevi con qualcuno, vi aiuterà! Il secondo: date il meglio di voi! Non abbiate né timore né vergogna, sbagliare serve a ripartire più consapevoli, non fa errori solo chi è fermo, quindi buon cammino! «L’UNICA GIOIA AL MONDO È COMINCIARE» di Alessandro Banfi O ggi comincia un nuovo anno. Banalità, direte voi… anche se siete già un po’ a disagio in queste prime ore in un mondo sconosciuto o anche solo scocciati di dover tornare sui soliti banchi scolastici. Il fatto è che pochi momenti nella vita sono importanti come questo: l’inizio. Un grande scrittore italiano del Novecento, Cesare Pavese, ha scritto: “L’unica gioia al mondo è cominciare. E’ bello vivere perché vivere è cominciare, sempre ad ogni istante.” Quanto ha ragione Pavese! Perché è nell’inizio che la vita ha la forza potente di un fatto che accade, è nell’inizio che c’è una sorgente di esistenza, nell’atto del cominciare si avverte quella elettricità della sfida, piccola o grande che sia, posta dalla storia e dal destino. Anche stamattina è stato così, in questa alba che segna 1 il primo passo di un cammino che durerà un anno intero. Non importa se prevale l’ansia di ciò che non si conosce o la preoccupazione di una nuova situazione. C’è una purezza, una possibilità, un’autenticità in ogni istante di inizio, che nessuna paura può cancellare. Intendiamoci, la saggezza della vita è sapere che tutto va affrontato passo passo. Che in ogni nuova intrapresa esistono difficoltà e criticità, anche maggiori perché sconosciute. I peggiori difetti e le più brutte magagne sono più accettabili se si ripetono e si ritrovano identici sulla nostra strada. C’è un vecchio detto della sapienza ebraica che in modo icastico rappresenta tutto ciò, è una frase contenuta in uno dei libri del Talmud, che si chiama Midrash. Dice così: “Gli inizi sono sempre difficili”. Dovete sapere che il Midrash, per sua natura, è il libro della dialettica rabbinica, la summa delle con- › › troversie, se volete il posto privilegiato dell’altro punto di vista, delle verità quando sono scomode, quasi urticanti. Allora sì, dopo averlo detto di Pavese, lo diciamo anche di questo antico detto dialettico ebraico. Quanto ha ragione il Midrash! Gli inizi sono sempre difficili, perché sono un po’ in salita, ti chiedono qualcosa, ti mettono in gioco, ti spiazzano. E la cosa ironica di una giornata come questa, una giornata di vero inizio, è che questi sentimenti sono presenti, presentissimi, entrambi. Cominciare è bello e difficile allo stesso tempo, e tuttavia cominciare e ricominciare (ogni giorno si tratta in fondo di questo) vale la pena come vale la pena vivere. Perché la vita è bella, e potrebbe essere anche più bella se solo ce ne accorgessimo. Lo spiega bene Primo Levi in un capitoletto dell’ultima parte del suo straordinario libro “Se questo è un uomo”, al quale non a caso si è ispirato il film di Benigni che si intitola così. Racconta Levi dell’ultima mattina nel lager di Auschwitz sotto il dominio nazista, di un moto di fattiva solidarietà, prima che arrivassero i sovietici a liberare il campo di concentramento. “E allora pensai che la vita era bella, e che valeva la pena di essere vissuta…”. Anche là, nel peggiore dei posti del mondo e della storia, nella negazione dell’umanità, ci poteva essere, e ci fu, un nuovo inizio. Buon anno, ragazzi, anzi. Buon inizio. Easy Peasy Sondaggio post estivo: i lettori si esprimono sul giallo rossastro dei capelli delle ragazze al rientro. Per il 10% effetto della salsedine; per l’85% un effetto indesiderato della nuova lozione schiarente alla camomilla del Dott. Schultz; il 5% denuncia rapimenti alieni e clonazioni in laboratorio. DIRETTA STAGE F O C U S : D A L FA R E A L S A P E R E UN MOODBOARD... MONDIALE! Il Concorso di Bershka: tante idee, all’insegna della moda I DUBLINERS? GENTE DI COMETA A Dublino per imparare l’inglese e scoprire come vivere al massimo Q uest’estate, a luglio, per due settimane, sono andato in Irlanda, a Dublino, insieme ad altri sei miei compagni e al capo gruppo Giovanni Beachi. È stata la mia prima esperienza su un aereo e all’estero. Al decollo ho provato un senso di grande vuoto allo stomaco, ma poi, una volta arrivati in quota, sono stato travolto dal grandissimo spettacolo di colori guardando dall’ oblo. A Dublino in casa con il mio compagno di classe Davide Baragiola. Ho conosciuto subito Mary, la signora che ci ha ospitato per quelle due settimane. Avevamo un po’ di problemi ad intenderci, perché né io né Davide eravamo in grado di tenere un discorso e facevo molta fatica a capire. Lo scopo del viaggio era prendere un po’ più di confidenza con l’inglese, perciò non posso considerare “vacanza” questa esperienza: ci siamo alzati tutte le mattine alle 8 per andare a scuola e le nostre giornate erano molto intense. A scuola facevamo tre ore di inglese tutti i giorni. Io ero in classe con ragazzi che arrivavano da ogni parte del mondo, Germania, Cina, Spagna, sud America, Francia, Giappone: era la prima volta che e mi trovavo circondato da persone tra cui quasi nessuno di loro parlava la mia lingua. Nel pomeriggio face- 2 vamo escursioni organizzate da Giovanni e dallo staff, anch’esso internazionale, dell’Emerald, il college che frequentavamo. È stata un’esperienza assolutamente importante per il mio inglese: già a metà della prima settimana incominciavo a capire e a parlare inglese in famiglia e a scuola, e nella settimana seguente dicevo tutto quello che ero in grado, e quando non lo conoscevo una parola, chiedevo come si dicesse. Ma c’è qualcosa di più importante rispetto all’apprendimento dell’inglese: ho capito cosa vuol dire godersi tutti i momenti ed essere contento senza aver bisogno di nient’altro. Questo grazie al gruppo che si è formato e grazie a Giovanni, il primo ad esaltarsi per le bellissime proposte che ci venivano fatte. Anche quando, a volte, a noi ragazzi potevano sembrare noiose o un po’ ridicole, lui ci portava a farle tutte con la massima energia ed entusiasmo. Proprio per questo molti di noi, compreso me, sono riusciti a divertirsi. È stata un’esperienza fantastica e molto utile: sono andato per imparare l’inglese e ho imparato molto di più: come affrontare tutte le situazioni, ma soprattutto come vivere davvero ogni momento. [di Clodis Cicardi] l “concorso idee Bershka” nasce in seguito alla collaborazione durante l’anno scolastico 2012/’13 tra la nostra scuola e Zara, il famoso brand spagnolo del gruppo Inditex. La committenza ha chiesto di creare un total look per la ragazza BSK, teenager che può vestire in diversi e mutevoli stili: romantico, punk, casual o trandy. Il premio finale consisterà in un viaggio a Barcellona per i primi tre gruppi classificati e – solo per il gruppo vincitore – ci sarà l’opportunità di produrre e vendere in tutti i punti BSK nel mondo il proprio accessorio. Per la realizzazione del prodotto, il lavoro è stato suddiviso in diverse fasi. Ogni studente ha ideato un moodboard (pannello tendenza) esprimendo la fonte di ispirazione personale attraverso immagini e prodotti che rappresentassero una propria interpretazione. Un momento della presentazione del Total Look ai responsabili Bershka. Gli insegnanti hanno raggruppato tutti i ragazzi dell’indirizzo tessile in dieci équipes di lavoro, tenendo conto degli stili e delle diversità espresse nei moodboard. I singoli gruppi erano compo- NON PIÙ AULE: A SCUOLA SOLO BOTTEGHE ED UFFICI P Perché le aule diventeranno degli uffici? Lo scopo è di rendere sempre più reale e legato al mondo del lavoro ogni tipo di apprendimento all’interno della scuola. Secondo lei con questo metodo sarà più facile imparare? Secondo me sì, perché sarà più immediato il rapporto tra il lavoro e lo studio. E in generale è più facile imparare qualcosa di cui si ha veramente bisogno. Durante l’anno è stata accolta una delegazione di Zara, direttamente dalla Spagna, a cui sono stati presentati tutti i lavori, in modo da poter correggere e rivedere alcune scelte non solo dal punto di vista stilistico, ma anche dei costi di produzione. Siamo ora in attesa di conoscere i vincitori del concorso, che verranno premiati nella nostra scuola lunedì 16 settembre. Nonostante alcuni alunni si sentano molto sicuri di sé e stiano già progettando la visita della città catalana, sede operativa di Zara, tutte le classi del tessile stanno dunque fremendo per l’attesa: quale gruppo vedrà il suo lavoro venduto in 120 paesi del mondo? Lo sapremo tutti insieme lunedì. [di Riccardo Petrella] nico modo di fare scuola da decenni. Noi siamo tra i pochi a farlo in Italia, siamo l’avanguardia. Come pensa funzionerà questa novità? Ogni alunno potrà e dovrà usufruire delle competenze dei propri docenti per realizzare al meglio il proprio progetto\ prodotto e renderlo adeLe ore più corte secondo guato al mercato. Anche lei frutteranno in meglio? i docenti, infatti, divenQuesto dipende da tuttano maestri, che fanti noi, docenti e alunni, e no e accompagnano gli dal modo che avremo di alunni nella promotion lavorare veramente ine nel management: sul sieme. Certo non bisogna I maestri del Wood promotion: giornale della scuola, sui partire pensando che me- Giovanni Figini e Francesco Campiotti. social network, nel web, no tempo equivalga a lanella gestione delle botvorare di meno, infatti, sarà richiesta a teghe… Certo con questo metodo semtutti una concentrazione maggiore. pre di più occorre che ciascuno – docenti e alunni – investa al massimo i propri taQuesto metodo è già stato testato o è la lenti per la costruzione del capolavoro a prima volta? lui \ lei affidato. In America, per esempio, questo è l’u[di Vladimir Giudici] Intervista a Giovanni Figini romotion, Management e International lab: un alunno intervista Giovanni Figini. sti da tre persone dotate di talenti differenti, capitanati da un capogruppo che si relazionasse con i propri superiori , le prof. Rosaria Longoni e Beatrice Ferrario. Ogni équipe doveva trovare un fil rouge tra i proprimoodboard da riportare nella nuova creazione. In ogni gruppo il responsabile ha cercato di capire i punti di forza di ogni componente, in modo tale da distribuire i compiti al meglio e raggiungere un prodotto finale di qualità. 5