22 dicembre 2013 – sesta di Avvento – domenica dell`Incarnazione

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22 dicembre 2013 – sesta di Avvento – domenica dell`Incarnazione
22 dicembre 2013 – sesta di Avvento – domenica dell’Incarnazione o della divina
Maternità della B. V. Maria
h. 18.00 – 10.00
(Messa vigiliare del sabato: la voce guida prima che inizia la
processione all’altare)
Celebriamo la Messa vigiliare della sesta domenica di
Avvento, chiamata “della divina maternità di Maria”. In
questa aula santa, invochiamo lo Spirito Santo perché
accenda i nostri cuori del desiderio di incontrare ancora il
Signore Gesù nei giorni di questo Avvento: perché il suo
Natale è vicino.
Seguendo l’antica disciplina dell’oriente cristiano, la
Chiesa milanese valorizza, accanto alla domenica, giorno di
festa per eccellenza, il carattere festivo che Dio ha
assegnato al sabato. La Messa del sabato sera inizia con la
celebrazione dei vesperi primi della domenica: vesperi che
anche noi celebreremo tra poco.
Anche questa Messa è la presenza sempre nuova della
Pasqua di Gesù, che ogni sabato sera viene annunciata
all’inizio della Messa. Anche questa Messa ripresenta per noi
il Mistero della Incarnazione del Figlio di Dio nel grembo
verginale di Maria: Maria è la Madre di Dio.
Vi invitiamo a prendere tutti il foglietto con i testi
della Messa e il foglietto dei canti.
Accogliamo la processione in piedi.
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22 dicembre 2013 – sesta di Avvento – domenica dell’Incarnazione o della divina
Maternità della B. V. Maria
h. 18.00 – 10.00
Dopo il canto e prima del segno di croce:
Questa è una domenica di contemplazione e di estasi:
proprio come rimase il primo uomo quando Dio creò una
donna per lui. Contemplazione ed estasi oggi per una
giovane donna che Dio ha scelto per essere grembo per la
vita di suo Figlio. E per poterlo fare attese dall’eternità il
suo “sì”. Vi pare poco? Una semplice parola di donna bastò
per dar vita a Dio come a un nostro figlio. Lasciamoci
commuovere.
Il canto n. 1 sul foglietto dei canti.
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22 dicembre 2013 – sesta di Avvento – domenica dell’Incarnazione o della divina
Maternità della B. V. Maria
h. 18.00 – 10.00
Omelia
•
Sia lodato Gesù Cristo !
• Prima di far festa perché “un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio”, oggi facciamo festa perché ci
RALLEGRATI!
è donata sua madre, Maria di Nazareth. Oggi la
confessione della nostra fede si esprime così: Gesù di
SII FELICE,
Nazareth è il figlio di Dio, Dio come il Padre e come lo
MARIA!
Spirito Santo, Maria è la Madre di Gesù, Maria è
Madre di Dio. E il nostro stupore si allarga ai confini
dell’infinito: una donna, come tutte le nostre donne, le
vostre spose, le nostre madri, oggi noi veneriamo come Madre di Colui che nè i
cieli nè la terra possono contenere. Perciò, mentre stiamo preparandoci a
celebrare il Natale di Gesù, il Figlio di Dio, non possiamo dimenticare anche i
duemila anni dalla divina maternità di Maria di Nazareth: duemila anni fa, come
in questi giorni, ella stava vivendo, nel tremore e nella speranza, gli ultimi giorni
della sua gravidanza, come oggi tante vostre spose nei giorni della loro
gravidanza.
• Oggi è una festa che aiuta a sperare. Dal giardino del Paradiso terrestre arriva
fino a noi una buona notizia: il male non vincerà. Oggi è una festa che aiuta ad
essere lieti. Come ci raccomanda Paolo apostolo nella seconda lettura: Fratelli,
siate sempre lieti nel Signore: siate lieti. La vostra simpatia (quella degli uomini
lieti) sia nota a tutti. La gioia cristiana non è semplicemente un buon
sentimento: la gioia del cristiano nasce dalla forza della Risurrezione del Signore,
trapiantata in noi dal Battesimo e dell’Eucaristia che stiamo celebrando anche
oggi. La gioia del cristiano nasce dalla forza di Gesù risorto, che inonda i nostri
cuori e ci fa capaci di amare, di servire, di perdonare, di condividere come Lui.
Lieti, dunque, non perché siamo bravi, ma lieti perché l’Incarnazione del Figlio di
Dio in Gesù di Nazareth ha reso il mondo amabile, ha reso tutti gli uomini
amabili. Questo è il segreto anche della gioia di Maria: Maria, Dio si è chinato su
dite, si è innamorato di te, si è dato a te. Tu gli hai rubato il cuore e Lui ti ha
riempita di luce e di grazia. Ora hai un nome nuovo: sei la sua amata per
sempre. Questo nome di Maria è anche il nostro: buoni e meno buoni, ognuno di
noi amato per sempre. Piccoli o grandi, ognuno riempito di cielo e di grazia.
Maria non è piena di Grazia non perché ha risposti di sì a Dio, ma perché Dio
per primo Le ha detto sì. E dice sì a ciascuno di noi, prima di ogni nostra risposta.
Che io sia amato dipende da Dio, non dipende da me. Ognuno di noi è pieno di
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grazia, tutti amati come siamo, per quello che siamo. Santa Maria è riempita di
grazia non perché senza peccato, ma perché Dio è venuto, ha bussato alla sua
porta e Lei gli ha aperto.
• Oggi è una festa che aiuta a sperare. Dentro c’è un suono nuovo, una musica
nuova, bella e rara: la gioia. L’angelo non dice a Maria: prega, inginocchiati, va’
alla sinagoga tutti i sabati, fa questo o quello… Ma le dice: apriti alla gioia. Dio si
avvicina a te e ti stringe in un abbraccio. Kaire, Maria… Rallegrati, Maria, sii
felice, goditi questo Dio. È la buona notizia che apre la buona notizia, il Vangelo.
Tu sei piena di grazia. Dio ti ha colmato, riempito di grazia. Non è facile dire
cosa sia la grazia che colma Maria. Mi piace pensare che dalla stessa radice
(charis) derivano parole nella nostra lingua semplici, luminose e quotidiane: le
parole “caro” e “carezza”. La grazia è come un gesto d’amore di Dio, che indica
tenerezza e non possesso, vicinanza e intimità che ama e che libera. Mi pare di
sentire l’Angelo di Nazareth che parla a una ragazza, poco più che una bambina,
capace di far felice Dio, e aggiunge ancora: Maria, il Signore è con te. Maria, Dio
ti ha guardata e ti ha trovata bella e ora la sua gioia è stare con te: perché tu
porti in te suo Figlio.
• Tutte le volte che un uomo e una donna, nella pienezza della loro vocazione di
sposi, consentono a Dio di suscitare la vita di un uomo nuovo attraverso il loro
amore coniugale, tutte le volte, come Maria e Giuseppe, “hanno trovano grazia
presso Dio”. E quando la vita scoppia nel grembo di una donna, in quel momento
si consuma tra Dio e questa vita che nasce una inscindibile alleanza, come con il
Figlio di Maria: Dio è suo padre. Questa è la Grazia, che è concessa e che vivono
due sposi che cercano e accolgono la vita: “hanno trovato Grazia presso Dio”. E
la donna vive nove mesi di incredibile tenerezza di Dio per il bambino che porta
in grembo. Quante nostre ragazze, già spose, stanno già vivendo in questi mesi
l’incredibile tenerezza di Dio per il bambino che portano in grembo. Aiutiamole a
contemplare il mistero che avviene in loro: è lo stesso del mistero che avviene in
Maria.
• Contempliamo la divina maternità di Maria: Le chiediamo di prepararci al Natale
di Gesù, suo figlio e nostro Signore: come Lei fu pronta al Natale, alla vita e alla
missione di Gesù, suo Figlio e anche suo Signore.
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22 dicembre 2013 – sesta di Avvento – domenica dell’Incarnazione o della divina
Maternità della B. V. Maria
h. 18.00 – 10.00
Omelia (versione integrale)
Beati coloro che
sperano in te…
•
Sia lodato Gesù Cristo !
• Prima di far festa perché “un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio”, oggi facciamo festa perché ci
è donata sua madre, Maria di Nazareth. Oggi la
Lui deve
confessione della nostra fede si esprime così: Gesù di
crescere e io
Nazareth è il figlio di Dio, Dio come il Padre e come lo
Spirito Santo, Maria è la Madre di Gesù, Maria è
diminuire.
Madre di Dio. E il nostro stupore si allarga ai confini
dell’infinito: una donna, come tutte le nostre donne, le
vostre spose, le nostre madri, oggi noi veneriamo come Madre di Colui che nè i
cieli nè la terra possono contenere. Perciò, mentre stiamo preparandoci a
celebrare il Natale di Gesù, il Figlio di Dio, non possiamo dimenticare anche i
duemila anni dalla divina maternità di Maria di Nazareth: duemila anni fa, come
in questi giorni, ella stava vivendo, nel tremore e nella speranza, gli ultimi giorni
della sua gravidanza, come oggi tante vostre spose nei giorni della loro
gravidanza.
• Oggi è una festa che aiuta a sperare. Dal giardino del Paradiso terrestre arriva
fino a noi una buona notizia: il male non vincerà. Oggi è una festa che aiuta ad
essere lieti. Come ci raccomanda Paolo apostolo nella seconda lettura: Fratelli,
siate sempre lieti nel Signore: siate lieti. La vostra simpatia (quella degli uomini
lieti) sia nota a tutti. La gioia cristiana non è semplicemente un buon
sentimento: la gioia del cristiano nasce dalla forza della Risurrezione del Signore,
trapiantata in noi dal Battesimo e dell’Eucaristia che stiamo celebrando anche
oggi. La gioia del cristiano nasce dalla forza di Gesù risorto, che inonda i nostri
cuori e ci fa capaci di amare, di servire, di perdonare, di condividere come Lui.
Lieti, dunque, non perché siamo bravi, ma lieti perché l’Incarnazione del Figlio di
Dio in Gesù di Nazareth ha reso il mondo amabile, ha reso tutti gli uomini
amabili. Questo è il segreto anche della gioia di Maria: Maria, Dio si è chinato su
dite, si è innamorato di te, si è dato a te. Tu gli hai rubato il cuore e Lui ti ha
riempita di luce e di grazia. Ora hai un nome nuovo: sei la sua amata per
sempre. Questo nome di Maria è anche il nostro: buoni e meno buoni, ognuno di
noi amato per sempre. Piccoli o grandi, ognuno riempito di cielo e di grazia.
Maria non è piena di Grazia non perché ha risposti di sì a Dio, ma perché Dio
per primo Le ha detto sì. E dice sì a ciascuno di noi, prima di ogni nostra risposta.
Che io sia amato dipende da Dio, non dipende da me. Ognuno di noi è pieno di
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grazia, tutti amati come siamo, per quello che siamo. Santa Maria è riempita di
grazia non perché senza peccato, ma perché Dio è venuto, ha bussato alla sua
porta e Lei gli ha aperto.
• Oggi è una festa che aiuta a sperare. Dentro c’è un suono nuovo, una musica
nuova, bella e rara: la gioia. L’angelo non dice a Maria: prega, inginocchiati, va’
alla sinagoga tutti i sabati, fa questo o quello… Ma le dice: apriti alla gioia. Dio si
avvicina a te e ti stringe in un abbraccio. Kaire, Maria… Rallegrati, Maria, sii
felice, goditi questo Dio. È la buona notizia che apre la buona notizia, il Vangelo.
Tu sei piena di grazia. Dio ti ha colmato, riempito di grazia. Non è facile dire
cosa sia la grazia che colma Maria. Mi piace pensare che dalla stessa radice
(charis) derivano parole nella nostra lingua semplici, luminose e quotidiane: le
parole “caro” e “carezza”. La grazia è come un gesto d’amore di Dio, che indica
tenerezza e non possesso, vicinanza e intimità che ama e che libera. Mi pare di
sentire l’Angelo di Nazareth che parla a una ragazza, poco più che una bambina,
capace di far felice Dio, e aggiunge ancora: Maria, il Signore è con te. Maria, Dio
ti ha guardata e ti ha trovata bella e ora la sua gioia è stare con te: perché tu
porti in te suo Figlio.
• Oggi, Maria, noi abbiamo capito che per il Figlio che porti in te, ogni uomo ha un
altro nome: “amato per sempre”. Il nome bello di Dio: Io-sono-con-te, dovunque
andrai, in tutti i passi che farai, quando cadrai e ti farai male, quanto ti rialzerai
e sorriderai di nuovo, io-sarò-con-te. Oggi, fratelli miei ho capito che Dio si
diverte a far rotolare la mia vita, la vostra vita nelle sue mani.
• Nei vangeli non è registrata solo l’annunciazione a Maria; è registrata anche
l’annunciazione (anzi, più di una) a Giuseppe, prezioso protagonista del Natale di
Gesù. L’annuncio del Natale è fatto alla coppia, è rivolto allo sposo e alla sposa
insieme, al giusto e alla vergine che si amano. Dentro a ogni coppia Dio è
all’opera: Dio cerca il doppio sì dell’uomo e della donna, e senza il loro coraggio
di due sposi neanche Dio avrebbe figli sulla terra. Nella vostra vita di famiglia, vita
in casa vostra, Dio vi sfiora e vi tocca, e lo fa nei giorni in cui siete così ubriachi di
gioia da dire a colui o a colei che ami parole stupite, totali, eterne; e Dio vi sfiora
e vi tocca anche nei giorni di crisi, di difficoltà, di fatica, di dubbio, di lacrime.
Poveri di tutto, Maria e Giuseppe, ma Dio non ha voluto che fossero poveri di
amore; e non vuole che nessuna coppia sia povera di amore perché, se c’è
qualcosa sulla terra che apre e conduce a Dio, è l’amore. Giuseppe è messo alla
prova. E nel suo cuore Giuseppe conosce che Maria è la sua sposa, anche senza
volerla possedere: la sente sua sposa fino all’intimo del suo cuore, ma decide di
rispettare il mistero che conosce in Lei. È il segreto della verginità di quella
coppia. E Giuseppe scava nel suo cuore spazio per quel Bambino che gli è
estraneo. Il coraggio di questa coppia: per questo coraggio Dio avrà un figlio e
tanti figli tra noi.
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• Tutte le volte che un uomo e una donna, nella pienezza della loro vocazione di
sposi, consentono a Dio di suscitare la vita di un uomo nuovo attraverso il loro
amore coniugale, tutte le volte, come Maria e Giuseppe, “hanno trovano grazia
presso Dio”. E quando la vita scoppia nel grembo di una donna, in quel momento
si consuma tra Dio e questa vita che nasce una inscindibile alleanza, come con il
Figlio di Maria: Dio è suo padre. Questa è la Grazia, che è concessa e che vivono
due sposi che cercano e accolgono la vita: “hanno trovato Grazia presso Dio”. E
la donna vive nove mesi di incredibile tenerezza di Dio per il bambino che porta
in grembo. Quante nostre ragazze, già spose, stanno già vivendo in questi mesi
l’incredibile tenerezza di Dio per il bambino che portano in grembo.
• L’angelo informa Maria che suo Figlio avrà un nome, Gesù, e che gli è stato
assegnato un grande progetto da realizzare nella sua vita perché “colui che
nascerà da te sarà Santo e chiamato Figlio di Dio”. Ogni uomo e ogni donna, che
offrono a Dio la possibilità di generare la vita, sanno che il loro figlio, i vostri figli
possiedono un progetto da realizzare, del quale voi genitori siete i primi
collaboratori: lieti di collaborare al disegno di Dio sulla vita dei vostri figli. Due
sposi, quando ricevono il dono di un figlio, desiderato o accolto, compiono
sempre un gesto che ha un altissimo significato: scelgono e assegnano un nome
al loro figlio. Quasi a dire: questo nostro figlio, che Dio ci ha donato, sarà
riconosciuto per sempre da Dio con una inconfondibile identità: per sempre
esisterà un figlio di Dio con questo nome e questo figlio Dio amerà con amore
inconfondibile, come con amore inconfondibile ama colui che Maria ha chiamato
Gesù. I vostri figli Dio ama con un amore inconfondibile, come ama il figlio di
Maria che si chiama Gesù, e non si stanca mai di amarli. Riconoscete, carissimi
genitori, questo amore di Dio per ciascuno dei vostri figli, anche quando vi danno
preoccupazioni, delusioni, tristezza…
• Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore...”. Il servizio alla vita di due
genitori è un atto di libero e responsabile affidamento a Dio, è una obbedienza
alla sua Parola, è fiducia nelle sue promesse. Ogni papà e ogni mamma sanno che
fare i genitori è affidarsi del tutto alla volontà di Dio, alle sue promesse nei
confronti dei vostri figli e perciò della loro vocazione. E Maria saprà molto presto
fin dove la porterà la sua missione di Madre di Gesù di Nazareth, fino alla Croce.
Tutti i genitori sanno che, quando un figlio è strappato dal grembo di sua Madre,
ha bisogno ancora di essere plasmato, come nel grembo materno, alle sue
responsabilità. E ogni papà e ogni mamma sanno che la vita accanto ai loro figli è
una parto continuo, è un donare e un servire, è un donare e un donarsi sempre
nella Croce: e questo è sempre Grazia e Gioia.
• Contempliamo la divina maternità di Maria: Le chiediamo di prepararci al Natale
di Gesù, suo figlio e nostro Signore: come Lei fu pronta al Natale, alla vita e alla
missione di Gesù, suo Figlio e anche suo Signore.
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