pag. 4 L`Aquila ed Atene - Partito della Rifondazione Comunista

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pag. 4 L`Aquila ed Atene - Partito della Rifondazione Comunista
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AURORA – n. 7 – Anno II – giugno 2009
L’AQUILA E ATENE:
due terremoti
di Ivan Surina (GR)
C
ari compagni ho bisogno di comunicare dei dubbi che mi
perseguitano. Nelle ultime settimane tutti noi abbiamo
seguito con crescente angoscia le notizie che ci arrivavano
L’Aquila e dagli altri paesi dell’Abruzzo. Solo ora che la prima fase è passata con la sepoltura delle vittime e la fase della
ricostruzione si dice che stia cominciando, sono andato a
guardarmi alcune cosette:
Si dà il caso che io viva ad Atene da abbastanza anni, “abbastanza” per aver passato qui i due terremoti più distruttivi
dell’ultimo decennio. Non deve sembrare esagerato se mi riferisco all’ultimo decennio, ma la Grecia e la sua capitale sono
considerate fra le regioni a più alto rischio sismico. Il 7 agosto
del 1999 mi trovavo a casa ad Atene, era il primo pomeriggio
e mi stavo preparando ad una pennichella estiva. Fu in quel
momento che tutti i bicchieri della cucina cominciarono a
fare un fracasso infernale, e il solo mantenersi in equilibrio
fu un’impresa non da poco. Scappammo in strada e ci rima-
nemmo per circa un’ora. L’epicentro era a 10 chilometri da
casa mia (Monte Parnaso) e la magnitudo 5,9 Richter. Forse
perché per legge la mia casa era costruita con criteri antisismici
obbligatori per legge o forse perché il cemento era cemento ed
il ferro era presente in quantità secondo me esagerate, la casa
non presentò neanche una crepa e neanche le altre case del
quartiere. Per una città che conta fra il comune di Atene e i
comuni dell’immediata periferia circa 5 milioni di persone, i
morti furono 74, i feriti 1.557, i dispersi 30. I senzatetto furono
10.000, che si ridussero appena furono fatti i sopralluoghi casa
per casa. La maggioranza delle vittime furono gli operai di
due industrie, di cui una che aveva subito un incendio ed era
stata riattivata dopo una semplice riverniciatura, ed un’altra a
cui si erano segate alcune colonne per aumentarne lo spazio. Il
28 agosto 2007, ci fu un’altro terremoto con scosse di magnitudo da 6,4 a 6,9 Richter, con epicentro a 215 km da Atene.
I testimoni parlano di una scossa lunghissima, avvertita a Il
Cairo (circa 1.000 km) e nel sud dell’Italia. I danni furono
solo all’aeroporto di Kitira e considerati lievi. Una seconda
scossa si verificò a Cefalonia lo stesso giorno, ed è li che ebbi
la seconda esperienza di terremoti così intensi. Tutto questo lo
racconto perché qualcosa non mi quadra. In Abruzzo la scossa
principale fu di magnitudo 6,3 con scosse di assestamento di
5-5.8 Richter. Faccio una riflessione: tutto l’Abruzzo non arriva agli abitanti di Atene, e che l’Aquila è città ad alto rischio
sismico, con obbligo di costruzione con criteri antisimici e
questo riguarda anche i paesi limitrofi. Allora, perché tutti
questi morti? Perché tutta questa gente rimasta senza casa?
Perché tutti questi invalidi ? Per trovare un caso simile, bisogna
tornare al terremoto avvenuto in Turchia nell’estate del 1999,
prima di quello verificatosi ad Atene. Anche in quel caso si
sbriciolarono interi palazzi e i morti furono numerosissimi,
ma li si scoprì che di cemento ce ne stava pochino, che la
sabbia era di mare, e che il ferro era latitante, ma che c’entra,
mi direte? Quella era la Turchia…