Schede Universal Cosmic Murmur

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Schede Universal Cosmic Murmur
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presenta
Universal Cosmic Murmur
F.I.S.Co. - 8° Festival Internazionale sullo Spettacolo Contemporaneo
Bologna 12>23 aprile 2008
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ABC - SCHEDE
Antonia Baehr.
Regista, performer, musicista e film-maker franco-tedesca. Trasferitasi a Berlino negli anni '90, ha co-fondato il
gruppo performativo ex machinis e studiato Film e Media Arts alla Hochschule der Künste con Valie Export. In
seguito ha ricevuto due borse di studio dalla DAAD-Berlin e dalla School of The Art Institute of Chicago dove ha
completato il Master in Performance con Lin Hixson del Goat Island. Trasferitasi definitivamente a Berlino nel 2000,
ha co-organizzato Labor Sonor, rassegna di musica sperimentale e performance alla KuLe-Berlin, e Fernwärme im
Ausland – The Making of Performing Arts allo Ausland-Berlin. Antonia Baher è produttrice dei suoi alter ego:
Werner Hirsch (danzatore), Henri Fleur (musicista e coreografo), Henry Wilt (compositore). Dal 2006 ad oggi è
artist-in-residence ai Laboratoires d'Aubervillers, Parigi. Produzioni: Holding Hands, Without You I'm Nothing, Un
aprés-Midi, Larry Peackock, Danke/Merci/Thank You, e Rire/Laugh/Lachen/Ridere.
Haircuts by Children.
(Mammalian Diving Reflex, performance, 2008).
Haircuts by Children è una bizzarra performance sull'emancipazione dei bambini e la fiducia nelle nuove
generazioni, che, oltre a toccare aspetti estetici, mette alla prova la voglia di mettersi in gioco di chi vi partecipa.
Per F.I.S.Co.08, la compagnia canadese Mammalian Diving Reflex coinvolge una classe di bambini di dieci anni e,
con la supervisione di Orea Malià, li prepara a cimentarsi in un'azione di taglio e acconciatura dei capelli per
chiunque decida di affidarsi alle loro mani. La performance si svolge in un antico salone da barbiere, nel centro
storico di Bologna. Haircuts by Children sconvolge le relazioni abituali e invita a pensare ai bambini come individui
affidabili, competenti e creativi, capaci di scelte estetiche e formali tanto quanto gli adulti.
Lehmen impara.
(Lehmen lernt, Thomas Lehmen, performance, 2006).
Come dice il titolo, in questo spettacolo, Thomas Lehmen, coreografo e performer, si concentra su apprendistato e
saperi. Il corpo - non solo quello del danzatore - è segnato dalle pratiche. Come si impara? Qual è il significato
generale e/o personale nell'acquisizione di competenze? Lehmen processa le esperienze in diretta, esibendosi con
la stessa intensità e applicazione di un artigiano. Lo vediamo sul campo di lavoro, alle prese col mondo, sotto la
guida specializzata di persone che conoscono il loro mestiere. Saperi fondamentali o accessori. Con ironia, abilità e
profondità Lehmen contro-bilancia una critica tagliente ai sistemi culturali, con l'idealismo di chi vorrebbe cambiare
il mondo.
Jérôme Bel.
Regista e coreografo francese, è considerato il padre della danza concettuale di fine anni '90. Dopo gli studi al
Centre National de Danse Contemporaine di Angers e varie esperienze come danzatore, a partire dal 1994 ha dato
vita alle sue prime creazioni, Nom donné par l'auteur, Jérôme Bel e Shirtology, che esplorano il grado zero della
danza. Con The last performance (1998) cerca di definire un'ontologia della performance. Seguono il solo
Glossolalie, scritto per lui da Myriam Gourfink, e lo spettacolo Xavier Le Roy (2000) firmato da Jérôme Bel ma in
realtà creato da Xavier Le Roy, indagine sulla proprietà intellettuale. The show must go on (2001) performance
corale per 19 canzoni pop, dopo una tournèè mondiale entra nel repertorio della Deutsches Schauspielhaus di
Amburgo. Nel 2004 è invitato a produrre uno spettacolo per il balletto dell'Opera di Parigi, Veronique Doisneau, di
cui poi realizza una versione brasiliana per il balletto del Teatro Municipal di Rio de Janeiro, Isabel Torres. Seguono
The show must go on 2 e Pichet Klunchun & myself, confronto tra le diverse pratiche artistiche di un danzatore
tradizionale olandese e un coreografo concettuale francese. Jérôme Bel ha ricevuto il Bessie Award per The show
must go on a New York nel 2005.
Jimmie Durham.
Artista visivo, in particolare scultore, ma anche saggista e poeta. Nato in Arkansas nel 1940, nel 1994 si trasferisce
in Europa focalizzando il suo lavoro sulla relazione tra architettura, monumentalità e narrazioni delle storie
nazionali. Durham ha esposto in centri d'arte e musei di tutto il mondo tra cui Whitney Biennial (1993 e 2006),
Documenta IX, the Biennale Arte Venezia (1999, 2001, 2003 e 2005), ICA a Londra, New Museum for
Contemporary Art e Exit Art a New York, Hamburg Kunstverein, Museum of Contemporary Art a Anversa, Basel
Kunsthalle, FRAC Reims, Wittgenstein Haus a Vienna, Kunstverein Munich, Palais des Beaux-Arts a Bruxelles. E' in
preparazione una retrospettiva al Musée d’Art Moderne di Parigi nel 2009. Nel 1995 Phaidon ha pubblicato la
monografia Jimmie Durham. Durham è autore di saggi, poesie e pubblicazioni sull'anti-architettura. Attualmente ha
in preparazione una nuova antologia di saggi, una raccolta di poesie, e la pubblicazione The Road su un nuovo
lavoro a Mexico City.
Kinkaleri.
La natura dinamica del gruppo, attivo dal 1995 e oggi con sede a Prato, ha permesso di consolidare una ricerca
creativa personale, riconosciuta sulla scena delle arte performative contemporanee in Italia e all’estero. L’area
produttiva di Kinkaleri si sviluppa attraverso itinerari diversificati: performance, arti della scena, produzioni visive,
allestimenti, pubblicazioni. Le creazioni per la scena più recenti: 11cover, Nerone, pinocchio, The Hungry March
Show. I fuori formato: Wanted. Intuizioni sul mondo in attesa che diventino una costruzione compiuta, e Sotto. E'
in cantiere la produzione 2008, Alcuni giorni sono migliori di altri.
Mammalian Diving Reflex.
Compagnia di Toronto diretta dallo scrittore e regista Darren O’Donnell. Prende il nome dal riflesso d'immersione
che permette a cetacei e mammiferi di trattenere a lungo il respiro sott'acqua. Nata nel 1993, opera sulla
dimensione privata e sociale del linguaggio, del pensiero e dell'informazione. Ha prodotto diversi lavori originali in
Canada e all'estero (A Suicide-Site Guide to the City, Diplomatic Immunities, pppeeeaaaccceee, Children Choise
Dinner, Who Shot Jacques Lacan? e altri) realizzando curiosi interventi di agopuntura sociale che cercano di
interrompere o ridirezionare flussi sociali. Riconoscendo la performatività della vita in ogni gesto, il loro lavoro
esplora estetica e società, creando insolite alleanze tra il mondo dell'arte e quello dei bambini. Il progetto Haircuts
by Children è stato presentato in Australia, Canada, USA e di recente a New York al festival Performa 07; in Europa
a Birmingham e Bologna.
MK.
Formazione indipendente, con base a Roma, che si occupa di ricerca corporea, coreografia e indagine sonora. Il
progetto autodidatta del gruppo si è sviluppato a partire dal 1999 attraverso diverse collaborazioni musicali,
accelerazioni linguistiche e continui spaesamenti. L'accoglienza di performer esterni invitati come 'intrusi' e
un'intricata rete di laboratori sperimentali contribuiscono al rapido spostamento degli obiettivi del gruppo, oggi
interessato alla costruzione di habitat che lascino intatta l'ambivalenza di ogni corpo. Tra i lavori più recenti: Real
Madrid e Funzione per il Festival di Santarcangelo, Tourism da una commissione della Biennale Danza Venezia 06 e
la nuova produzione 2008 Comfort. Per F.I.S.Co.08 realizza il progetto speciale Wasted - intuizioni sul mondo in
attesa che diventino una costruzione compiuta, coinvolgendo artisti di diversi ambiti.
No Dice.
(Nature Theater of Oklahoma, performance, 2006-7).
Spettacolo melodrammatico No Dice, già leggendario, della compagnia newyorkese Nature Theater of Oklahoma.
Partendo dalla registrazione di centinaia di ore di conversazioni telefoniche private tra attori, amici e familiari, No
Dice rielabora la banalità e profondità del chiacchericcio comune, attraverso le convenzioni del 'dinner theatre'
amatoriale americano. Il risultato è un'incredibile esperienza di alterazione mentale, una performance diabolica:
pura epica del quotidiano. Esercizio di teatro 'non letterario', No Dice è generato oralmente al 100%, secondo la
tradizione della narrazione epica. Traendo ispirazione dalla storia della performance e dalle saghe eroiche, la
compagnia ha dato sostanza - via telefono - alla propria moderna ricerca di un filo narrativo elusivo, introducendo
impellenti questioni personali: "Dovrei smettere di bere?", "Mi licenzieranno?" o "Come possiamo arrivare ai budget
hollywoodiani?". Nella lotta quotidiana al limite del fallimento totale, i performer si gettano nella battaglia per
arrivare al cuore della 'storia' e interpretare l'impresa limite di trasformare la trivialità della propria vita in arte. Ce
la faranno?
Nature Theater of Oklahoma.
E' una delle compagnie più interessanti della scena newyorkese Off-Off-Broadway, diretta da Pavol Liska e Kelly
Cooper. Il nome viene dal romanzo di Kafka Amerika. Sin dal primo progetto coreografico Poetics: a ballet brut
(1995), Nature Theater of Oklahoma si dedica a 'cose che non sa fare', mettendosi in situazioni impossibili e
prendendo spunto dalla propria incapacità e disagio. "Dal vivo, cerchiamo di creare situazioni scombinate o
alterate, che richiedono la partecipazione totale di performer e pubblico. Lavoriamo con materiali readymade, con
spazi di recupero, discorsi sentiti di sfuggita, gesti osservati. Grazie ad un'estrema manipolazione formale e uno
sforzo sovraumano, pratichiamo uno slittamento percettivo della realtà quotidiana che si estende al di là
performance, nel mondo in cui viviamo."
Nom donné par l'auteur.
(Jérôme Bel, performance, 1994).
Nom donné par l'auteur, definizione di 'titolo' secondo il dizionario francese, è il primo, seminale lavoro
coreografico di Jérôme Bel. A seconda della prospettiva adottata dallo spettatore, può essere colto come una
coreografia per oggetti, un teatro delle cose, un quadro multi-prospettico, un balletto classico con accompagnatori
o una performance, in cui il duo Bel/Seguette conduce una concatenazione di azioni secondo una precisa partitura
visiva e spaziale. Dieci oggetti, posizionati sulla scena, costituiscono il materiale di partenza e vengono fatti reagire
giocando sulle potenzialità del segno (significante/significato). Le relazioni accendono scintille di senso inaspettate,
confondendo diversi ordini di realtà. Con questa opera sulla cultura materiale, Jérôme Bel manifesta l'intenzione di
restare nell'ambito della danza per esplorare le possibilità linguistiche del coreografo. Una ripresa per F.I.S.Co.08,
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che vuole osservare un evento decisivo del decennio scorso non come documento, bensì riproponendolo come
storia vivente.
Residenza di pensiero.
Il raggruppamento di osservatori e critici composto da Lucia Amara, Adele Cacciagrano, Piersandra Di Matteo, Joe
Kelleher, Tihana Maravic, Snejanka Mihaylova, Enrico Pitozzi, Nick Ridout, Annalisa Sacchi si aggrega attorno al
Seminario di Fare e Rappresentare all’interno della Biennale di Teatro di Venezia diretta da Romeo Castellucci nel
2005. Dopo una serie sparsa nel tempo e nello spazio di incontri e simposi, nel 2008 danno inizio alle 'residenze di
pensiero'. La prima si è svolta a Cesena all’interno della rassegna Astratto, organizzata da Claudia Castellucci al
Teatro Comandini, la successiva è a Bologna in occasione di F.I.S.Co.08.
Ridere.
(Rire/Laugh/Lachen, Antonia Baehr, performance, 2008).
Ridere è uno spettacolo sul riso e sulla risata. Sulla scena Antonia Baehr, regista e performer, esplora questa
espressione come un'entità superiore, separata dal retaggio causa-effetto: le barzellette, il solletico, i racconti,
l'allegria, osservando la cosa in se stessa. Il suono e la forma, la musica, la coreografia e l'aspetto drammatico, il
ritmo e il gesto della risata. Il contagio può essere un effetto collaterale a volte inevitabile, in grado di invertire il
principio di impermeabilità della 'quarta parete' tra scena e pubblico. Il progetto, partito dalla richiesta ad amici ed
artisti di 'Partiture di Risate', come regalo di compleanno per l'autrice, è stato elaborato nel corso di residenze ai
Laboratoires d'Aubervillers a Parigi, sviluppandosi attraverso Salons di presentazione e Ateliers dedicati al riso.
Smashing.
(Jimmie Durham,video, 2004).
Un signore elegantemente vestito siede dietro un banco di scuola. In una processione infinita, una serie di presunti
studenti entrano in campo portando ciascuno un oggetto diverso. Il signore - Jimmie Durham - afferra l’oggetto e
lo scaglia, lo sbatte, lo frantuma o lo schiaccia sul banco. C’è tutto? C’è la visione di Durham, il suo atteggiamento
nei confronti degli oggetti e della loro potenziale insensatezza. C’è la critica latente alle dinamiche del consumismo.
C’è il senso del divertissement, o la sua profonda ironia. C’è una dimensione performativa, incardinata sulla
ripetitività di un gesto, che finisce per diventare ossessivo anche se mai estenuante. Smashing è spiazzante,
ipnotico, pericolosamente attrattivo, oltre che blandamente punk. Opera improbabile e smaccatamente divertita,
parla di fondamentali questioni relative alla scultura. Ma anche di comportamenti d’artista. Rari, leggeri,
provocatori. Perché, in fondo, dannatamente normali.
Thomas Lehmen.
Coreografo, danzatore e performer tedesco, si muove tra danza, performance e riflessione critica. Il suo lavoro
indaga il corpo in relazione alle strutture e ai sistemi sociali. Interessato a progetti di cooperazione artistica, dopo
gli studi alla School for New Dance Developement di Amsterdam, è stato artist-in-residence al
Podewil/TanzWerkstatt Berlin nel 2000, e ha fatto parte della nuova scena coreografica berlinese nata in quegli
anni. Con Schreibstuck (2002), testo coreografico per liberi interpreti, ha messo in rilievo alcune questioni sul ruolo
dell'autore, sulla natura della ripetizione e sull'identità. Tra gli altri lavori: Stationen (2003), Funktionen (2004),
Lehmen Lernt e In all languages (2006). Heromatic è la nuova produzione 2008.
W.
(Kinkaleri, installazione, 2007+2008).
W o M rovesciata (un cartello della metropolitana capovolto), segno irresponsabile e parassita in mezzo al traffico
della città, appare nel centro di Bologna nell'aprile 2007. E' l'insegna che indica il luogo della 'costruzione
apocalittica della meraviglia' all’ingresso del sottopasso della Galleria Accursio in piazza Maggiore, dove si è svolto
Wanted - intuizioni sul mondo in attesa che diventino una costruzione compiuta, progetto speciale di Kinkaleri per
F.I.S.Co.07 con Siemens Arts Program. Nell'aprile 2008, a distanza di un anno, la W si duplica. Kinkaleri installa
una nuova insegna nella città davanti a un altro varco, il sottopasso tra via Ugo Bassi e Via Marconi. W (franchising
Kinkaleri) è il prefisso di differenti flessioni di uno spazio suscettibile a essere abitato.
Wasted - intuizioni sul mondo in attesa che diventino una costruzione compiuta.
(MK & invited guests, progetto speciale, 2008).
Dietro sollecitazione del festival, Kinkaleri passa il testimone di Wanted - intuizioni sul mondo in attesa che
diventino una costruzione compiuta (F.I.S.Co.07) ad un'altra formazione italiana, MK & guests, che ne
reinterpretano modalità e spirito. MK declina e riprogetta per F.I.S.Co.08 Wasted, lungo happening (o piuttosto
'happened') nel sottopasso Ugo Bassi/Marconi. Un gruppo di performer si immerge per 48 ore in un ambiente
improprio per abitarlo e costruire un prototipo di habitat precario. Un piccolo quartiere, generatore di suono,
baracche, abitanti sedentari o con tendenze nomadi, che ricostruiscono e smontano lo spazio in funzione dei propri
desideri di contatto o di attenzione. Il sottopasso viene aperto al pubblico nella parte finale dell'esperimento
abitativo, mostrandosi come agglomerato spaziotemporale, e affaccio su un processo corruttibile di discesa/risalita.
Le tracce dell'esperimento abitativo sopravvivono nell'incontro con il pubblico. L'incontro ha un andamento dilatato
e caotico. Con MK e Lorenzo Bianchi, Cristina Rizzo, Marcello Maloberti, Sinistri, Marco Mazzoni, Flavio Favelli,
Cuoghi & Corsello, Wouter Deross + extra.
We're in the Money.
(Nature Theater of Oklahoma, video, 2006).
Video nato dopo la prima serie di presentazioni pubbliche di No Dice, spettacolo di Nature Theatre of Oklahoma,
quando la compagnia si è finalmente pagata dividendo gli incassi. NOW! HERE! AT LAST! FOR THE FIRST TIME!
EVER ON FILM! ACTORS GET PAID! OH YEAH! ACTORS! GET! PAID! Le considerazioni di partenza si ispirano alle
riflessioni di Mike Kelley in In the Image of Man. "L'oggetto d'arte può avere un funzionamento analogo al dono, un
oggetto fuori dall'attuale sistema di scambio. Ma tutto ha un prezzo. L'arte oggi è l'incarnazione di un'etica
puritana: sembra annunciare che il lavoro è la sua unica ricompensa. Per l'arte, l'equazione non è tra tempo e
denaro: è una relazione più oscura tra tempo e impegno, una relazione che risulta da una sorta di usura emotiva."
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