La Guardia Reale Italiana
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La Guardia Reale Italiana
a Guardia Reale italiana, fondata nel 1805 sulla base della Guardia Presidenziale della Repubblica cisalpina, in aprile del 1811 entrò a far parte del Corpo d’osservazione italiano, che, a sua volta, in data 1 aprile 1812 fu trasformato in IV Corpo della Grande Armata. Fu nominato il suo comandante il generale di brigata Т. Lechi (che sostituì il generale D. Pino, comandante della XV divisione di fanteria), il capo di Stato maggiore, invece, fu il capitano Badalassi. Faceva parte della Guardia Reale Italiana la Guardia d'onore [il comandante colonnello Battaglia, dall'11 (23) agosto il colonnello L. Widmann - Rezzonico]: 5 compagnie di cavalleria (facevano parte della scorta del comandante del IV Corpo d’armata, Vicerè d’Italia Eugenio di Beauharnais); una brigata di fanteria (comandante generale Lechi): reggimento dei veliti reali della guardia (comandante colonnello P. А. Moroni), un reggimento di fanteria della guardia (comandante - il II colonnello Crovi), un reggimento dei coscritti della guardia (lo stesso del reggimento cacciatori di fanteria della guardia; comandante colonnello О. Peraldi); una brigata di cavalleria [comandante provvisorio colonnello J.P. Jacquet, dal 3 (15) agosto generale di brigata J. Triaire); un reggimento dragoni della Guardia (comandante colonnello Jacquet), un reggimento dragoni della Regina (comandante colonnello D. М. Narboni), artiglieria (comandante capo squadrone К. Klemann), un reparto genio (comandante capitano Т. Ruggeri), una compagnia marinai della Guardia (comandante tenente di vascello Tempier), un reparto carreggiato. In tutto, la Guardia Reale Italiana contava 6 battaglioni, 6 squadroni e 5 compagnie di cavalleria, con 5620 uomini (di cui 220 ufficiali), 3880 cavalli e 20 cannoni.Il 19 giugno 1812 (1 luglio) la Guardia Reale Italiana attraversò il fiume Niemen nei pressi del paese Prena. Il 20 luglio (1 agosto) a Surazh nelle sue righe si contavano circa 5,3 mila uomini (di cui 224 ufficiali), prima della marcia da Smolensk nella direzione di Mosca vi si contavano oltre 6,6 mila uomini (di cui 224 ufficiali), vicino a Gzhatsk c’erano circa 4,1 mila uomini e 18 cannoni (di cui circa 2,6 mila uomini di fanteria e circa 940 uomini di cavalleria). Verso il 24 agosto (5 settembre) la Guardia Reale Italiana si accampò sull’altura a nord del villaggio Valuyevo, durante la battaglia di Borodino nel primo pomeriggio fu mandata al fiume Voyna e prese parte al respingimento dell’incursione di Platov e Uvarov: il generale Lechi dispose la fanteria a scacchiera in quadrati di battaglione e con il fuoco respinse tutti gli attacchi dei cosacchi, mentre la cavalleria (insieme alla XIII brigata di cavalleria leggera del generale D. Villata von Villatburg e alla divisione di cavalleria bavarese del generale М. J. Preyzing – Мооs) respinse i reggimenti dei cosacchi. Successivamente la Guardia Reale Italiana si trovò nella riserva delle truppe che presero d'assalto la batteria di Kurgan (Batteria di Raevskiy). Il 27 agosto (8 settembre) — 2 (14) settembre la Guardia Reale Italiana - con il Corpo d’armata di Beauharnais - attraversò Ruza e Zvenigorod. Il 3 (15) settembre entrò solennemente a Mosca attraverso il posto di blocco di Tver, fu dislocata nella zona della Via Tverskaya, durante l’incendio uscì fuori dalla città, si accampò attorno al Palazzo Petrovskiy, e il 2(24) settembre si sistemò nelle case rimaste nelle vicinanze del posto di blocco di Tver’. Il 7(19) ottobre i soldati della Guardia uscirono da Mosca nella direzione di Kaluga, il 12(24) ottobre presero parte nella Battaglia di Maloyaroslavets nella quale si distinse in particolar modo il reggimento Fanteria cacciatori della Guardia (coscritti), il quale con l’attacco a baionette occupò il villaggio Spasskoe, in seguito attaccò l’ala destra dei russi, interruppe la linea dei tiratori, ma subì il fuoco dei cannoni della XII brigata di artiglieria e fu costretto a ritirarsi, perdendo il 50% del suo personale effettivo. Nonostante questa grave perdita, il reggimento, con il colonnello Peraldi a capo, fece un altro attacco, costringendo i tiratori russi ad arretrare, si posizionò tra il burrone e la strada proveniente da Spas - Zagorie e mantenne questa posizione fino alla fine della battaglia. La Guardia Reale Italiana perse in questo combattimento 55 ufficiali tra morti e feriti (35 del reggimento di fanteria cacciatori della Guardia). La mattina presto del 13 (24) ottobre la cavalleria prese parte negli scontri con i cosacchi del generale maggiore А. V. Ilovayskiy, che attaccarono i bivacchi della Grande Armata.Nella ritirata verso Smolensk la Guardia Reale Italiana combatté a Vyazma, e nelle battaglie del 4 (16) novembre presso Krasnoye subì notevoli perdite. Il 17 (27) novembre i suoi soldati rimasti attraversarono il fiume Berezina e il 30 novembre (12 dicembre) lasciarono i confini della Russia, valicando il Niemen vicino a Kovna. Al 19 (31) dicembre nel Marienwerder (Prussia Orientale) si riunirono 112 ufficiali e 149 soldati e sottoufficiali della Guardia Reale Italiana. In primavera del 1813 i soldati della Guardia tornarono in Italia Settentrionale e, dopo l’arrivo delle nuove truppe, parteciparono alle campagne contro gli austriaci degli anni 1813 - 1814. A.I. Popov