isia_urbino_agora
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ISIA Urbino Corso specialistico di II livello in Grafica delle Immagini indirizzo Fotografia partecipa a Savignano Incontri 2013 Giornata Mondiale della Fotografia Stenopeica ÀGORA a cura di Paola Binante Annamaria Amura Ritorno sul luogo del ricordo - Martina Ferraretto Bolzano Orlando Lacarbonara Fermarsi e osservare - Manuele Marraccini Untitled Francesca Pedranghelu Incontri - Sonia Magi PUBlic SQuare - Simone Trovato Monastra Visione animale – Kimberley T. M. Ossani Una storia d’amore Àgora, dal greco ἀγείρω, raccogliere, radunare, è il termine con il quale nell’antica Grecia si indicava la piazza principale della polis. Per i progetti che l’ISIA di Urbino presenta in questa mostra, Àgora non è solo uno spazio architettonico ma un luogo del pensiero dove idee e storie, memorie e visioni si incontrano. Le informazioni che contribuiscono a far evolvere i nostri percorsi di conoscenza a volte si possono trovare in luoghi e ambiti sorprendenti. La comunicazione visiva, e la fotografia in particolare, sono uno strumento di analisi, una scrittura capace di interpretare: questi elaborati sono un momento di riflessione sulla portata didattica del foro stenopeico e del suo linguaggio come medium fotografico. Il progetto di Orlando Lacarbonara, Fermarsi e osservare, evidenzia il rapporto tra la fotografia e lo sguardo: libero dalla certezza dell’inquadratura e dall’immediata visualizzazione del risultato finale, egli si pone di spalle di fronte al foro stenopeico e osserva la realtà per tutta la durata dell’esposizione, aggiunge così all’atto del fotografare un processo di osservazione ed attesa che diviene unitamente metodo e testo di lettura. In Ritorno sul luogo del ricordo Annamaria Amura realizza un viaggio nei luoghi quotidiani in cui aveva vissuto in passato, spazi che hanno lasciato traccia indelebile nella sua memoria. Attraverso il dittico recupera la valenza dell’immagine storica, quella dei vecchi album di famiglia, affiancandola a quella contemporanea. Pone l’accento sull’inafferrabilità della ricostruzione del passato attraverso un luogo che il più delle volte è mutato, come lei. Il progetto di Simone Trovato, Visione animale, è una riflessione sulla morte. Il ruolo dell’uomo cacciatore, portatore di morte, si ribalta divenendo soggetto/oggetto dello sguardo animale. L’attimo infinito che precede l’assalto all’animale, che ignaro di ciò che sta per accadere osserva immobile, resta impresso all'interno della scatola nera. Una narrazione che attraversa il tentativo di riprodurre la forma scientifica dello sguardo. In opposizione alla concezione dell’Àgora greca che vede nella piazza il centro dello scambio del sapere, in Incontri di Francesca Pedranghelu, la piazza è vista come luogo dove è assente lo scambio. Gli aeroporti, le stazioni ferroviarie, gli autogrill sono affollati da gente sempre diversa che difficilmente riesce a comunicare. Una massa di corpi eterei e impalpabili che vagano nello spazio fisico, come automi contemporanei. Kimberley T. M. Ossani realizza un’immaginaria Storia d’amore attraverso il recupero di vecchie foto, lettere e negativi trovati in un mercatino dell’usato. La volontà di ridare dignità ai ricordi di vite sconosciute e dimenticate in una vecchia cesta, la porta a ripensare a nuove storie immaginarie. Àgora qui diviene centro della vita che si riscatta negli antichi valori della coppia, della famiglia, della vita. Sonia Magi nel progetto PUBlic SQuare pone l’attenzione sui luoghi di ritrovo come il pub e il bar. Nei locali del centro storico considerati ormai l'unico posto in cui ci può incontrare, le persone non si confrontano più, non ci sono momenti di dibattito. Le idee rimangono confuse come le persone, filtrate da quello che stanno appunto consumando, sono come maschere in posa. Credono di essere in pubblico, mentre di pubblico c'è solo il prezzo dell'aperitivo. In Bolzano di Martina Ferraretto l'idea è fotografare l'architettura vissuta come accogliente o come respingente. Analizza le due piazze principali della città, Piazza del Tribunale e piazza Walther Von Der Vogelweide, per individuare la differenza tra Àgora come spazio meramente architettonico / celebrativo e Àgora come spazio partecipato, di aggregazione. Sottolinea che pur trattandosi di due piazze molto vicine, sembrano appartenere a città completamente diverse. Anche il lavoro di Manuele Marraccini si muove tra l’analisi ed il raffronto dei luoghi. Nella città universitaria di Urbino spazi interni ed esterni, luoghi simili e poco distanti tra loro, sono vissuti in maniera completamente differente, trasformando la città in un gioco di vuoto e pieno. La ricerca contrappone luoghi di solitudine a luoghi di aggregazione. Il corso specialistico di II livello in Grafica delle Immagini indirizzo Fotografia dell’ISIA di Urbino ha come obiettivo quello di offrire una preparazione teorica, metodologica e progettuale, volta a formare la figura professionale del Fotografo-Comunicatore ponendo alla base di questo, lo studio dei codici e del linguaggio fotografico contemporanei. L’ampio panorama del corso garantisce la diversificazione della didattica, dovendo questa assicurare quelle capacità professionali atte a risolvere problematiche lavorative differenti: dall’architettura alla ritrattistica, dall’indagine sociale alla paesaggistica, dalla documentazione all’analisi scientifica, dallo still life alla ricerca sperimentale. In sintesi il Biennio si rivolge a tutti quelli che intendono lavorare nel mondo della fotografia in maniera innovativa e dinamica, a coloro che intendono fare della Fotografia dei Beni Culturali la propria professione e a quelli che vogliono seguire un percorso artistico attraverso l’utilizzo del mezzo fotografico.