Debiti delle pubbliche amministrazioni - Legacoop
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Debiti delle pubbliche amministrazioni - Legacoop
Anno XXIV - N. 17 - 24 Aprile 2013 Primo piano Debiti delle pubbliche amministrazioni: Decreto migliorabile, ma va convertito rapidamente Seminario promosso da Legacoop alla presenza del sottosegretario allo Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti a pagina 2-7 DEF “Necessario sostenere la crescita” Riavviare e sostenere la crescita dell’economia e dell’occupazione, rafforzando l’equità sociale. È questa la priorità assoluta indicata dai rappresentanti dell’Alleanza delle Cooperative Italiane -guidati da Bruno Busacca, Responsabile Relazioni Istituzionali di Legacoop- nel corso dell’audizione sul Documento Economico Finanziario, svoltasi il 23 aprile presso le Commissioni Speciali. Nota della redazione Questo numero è stato chiuso il 23 Aprile 2013 alle ore 12,45 Legacoop Legacoop Salute “Le risorse per l’integrazione tra sanità e assistenza” Territori Umbria Legacoop e Banca Prossimainsiemeper innovare il welfare Nel quadro delle iniziative di Il 22 aprile, presso la Sala approfondimento varate Fiume, Palazzo Donini a dalla cabina di regia ... Perugia, è stato presentato il progetto: “Welfare Umbria” e sono stati illustrati i contenuti della convenzione stipulata tra Legacoop Umbria e Banca Turismo Prossima con l’obiettivo di La Carta Europea del sostenere i progetti di inTurismo Sostenibile novazione del sistema di welfare dell’Umbria proe Responsabile mossi dalle imprese cooMaurizio Davolio, quale perative, in un momento Presidente di AITR e della particolarmente difficile rete europea EARTH ... quale è l’attuale. Settori Segreteria di Redazione: Anna Colomberotto Tel. 06-844.39.372 Fax 06-844.39.402 Organo ufficiale della Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue Imprese Note Brevi UniCredit Factoring e Conad hanno siglato un accordo al servizio degli attori della filiera dell’insegna distributiva, che consentirà alle imprese coinvolte di disporre di un polmone finanziario non trascurabile, nel panorama attuale degli affidamenti. Il contenuto dell’accordo è innovativo perché concepito in un’ottica di filiera, per operare innanzitutto sulla fattorizzazione dei crediti. Il Centro Studi ha elaborato e diffuso la Nota Breve numero 8 del 2013. Conad Accordo UniCredit a sostegno delle imprese fornitrici Settimanale di notizie a cura dell’Ufficio Stampa di Legacoop Direttore Responsabile: Massimo Tognoni leggi Centro Studi Grandi e medie coop sociali italiane. Andamenti 2007-2011 Sondaggio Osservatorio SWG I partiti del futuro: fragili o inconsistenti Quasi il 70% del Paese riconosce le grandi difficoltà in cui versano oggi i partiti. Registrazione al Tribunale di Roma n. 00503/90 del 6-08-1990 Primo piano 2 Debiti delle pubbliche amministrazioni: Decreto migliorabile, ma va convertito rapidamente Se ne è parlato in un seminario promosso da Legacoop, alla presenza del Sottosegretario allo Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti I contenuti del decreto legge 35/2013 che detta disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione e l’attività in corso di Legacoop e dell’Alleanza delle Cooperative per sostenerne alcuni miglioramenti senza inficiarne una rapida conversione. È stato questo l’argomento del seminario svoltosi il 17 aprile a Roma, presso la sede di Legacoop, al quale ha preso parte anche il Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti. “La questione è delicata -ha sottolineato Giorgio Bertinelli, Vicepresidente Legagcoop che ha introdotto i lavori- il decreto va- rato dal Consiglio dei Ministri è in procinto di passare all’esame del Parlamento e questo incontro intende dare, alle imprese cooperative interessate, una chiara lettura del provvedimento e degli aspetti migliorativi che possono essere apportati al testo, auspicando che gli scenari politici ne permettano la veloce conversione in legge”. Di seguito pubblichiamo le sintesi degli interventi di Giuliano Poletti, Presidente di Legacoop; Bruno Busacca, Responsabile Relazioni Istituzionali di Legacoop; Claudio De Vincenti, Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico. Continua>> Primo piano Legacoop ACI Settori Territori Imprese Sondaggio Primo piano 3 Pagamento dei debiti alle imprese: i contenuti del Decreto Legge 35/2013 Sintesi dell’intervento di Bruno Busacca, responsabile relazioni istituzionali Legacoop Il Decreto Legge 35/2013 è stato illustrato e commentato da Bruno Busacca, responsabile relazioni istituzionali Legacoop, che ha anche dato informazioni sull’iter parlamentare di conversione e sui punti di contatto con le altre organizzazioni imprenditoriali espressi nelle audizioni parlamentari. ALCUNI ARTICOLI “Questo è il primo provvedimento che affronta seriamente il tema -ha sottolineato Busacca- si dispone di 40 miliardi per il 2013 ed il 2014 a fronte di uno stock di debiti della Pubblica Amministrazione, stimato dalla Banca di Italia al 2011, di 91 miliardi di euro. Il Decreto Legge è stato promulgato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’8 aprile, la Sezione Enti locali - art. 1 commi 11-17 Convenzione MEF - CDP per la gestione della Sezione, entro 5 giorni dalla entrata in vigore del Decreto; Possono accedere alla Sezione gli Enti locali che non possono pagare per “carenza di liquidità”; Richieste entro il 30 aprile; anticipazioni concesse entro il 15 maggio; restituzioni in rate trentennali; tasso BTP 5 anni. “All’atto dell’erogazione gli enti locali provvedono all’immediata estinzione dei debiti”. Sezione Regioni “extra sanità” - art. 2 Richiesta delle anticipazioni entro il 30 aprile; Le Regioni presentano piano di pagamento dei debiti Decreti di assegnazione del MEF entro il 15 maggio 2013 e 15 febbraio 2014. Regioni provvedono immediatamente all’estinzione dei debiti. 2/3 dei pagamenti devono riguardare residui passivi nei confronti degli enti locali, e “devono essere utilizzate dagli enti locali prioritariamente per il pagamento di debiti certi, etc” Sezione Regioni “sanità” - art. 3 Anticipazioni di liquidità alle regioni per accelerare i pagamenti dei debiti degli enti del SSN (vedi testo). Per il 2013 il MEF provvede, in via d’urgenza, entro il 15 maggio al riparto tra le regioni dei 5 mld. Poi, entro il 30 novembre, al riparto anche dei 9 mld. del 2014. Le regioni trasmettono le richieste di accesso al fondo rispettivamente conversione quindi da parte del Parlamento dovrà avvenire entro il 7 giugno prossimo”. Il primo meccanismo previsto per il pagamento dei debiti, ha spiegato, riguarda l’allentamento del patto di stabilità per gli Enti locali (art. 1 commi 1-9). I pagamenti per debiti di parte capitale, certi liquidi ed esigibili al 31/12/2012, effettuati da Enti locali che abbiano le disponibilità sono esclusi dal patto per un importo complessivo di 5 mld di euro. Gli enti locali comunicano gli “spazi finanziari” di cui necessitano entro il 30 aprile al Ministero Economia e Finanza che ripartisce con decreto il 90% entro il 15 maggio e la restante parte del 10% entro il 15 luglio. Fino al 50% degli “spazi finanziari” possono es- entro il 31 maggio per il 2013, ed entro il 15 dicembre 2013 per il 2014. Diposizioni attuative - art. 6 I pagamenti sono effettuati dando priorità ai crediti non ceduti pro-soluto, e in ordine di anzianità. I piani dei pagamenti sono pubblicati dagli Enti sui propri siti internet. Non sono ammessi pignoramenti sulle somme destinate ai pagamenti di cui al decreto legge. Entro il 30 giugno 2013 le P.A. comunicano ai creditori gli importi e le date dei pagamenti. Il mancato o il tardivo adempimento delle disposizioni è causa di responsabilità amministrativa del soggetto responsabile “del mancato o tardivo adempimento”. Disposizioni in materia di certificazione e cessione dei crediti - art. 7 Le amministrazioni devono registrarsi entro 20 giorni sulla piattaforma elettronica del MEF. La mancata registrazione comporta responsabilità dirigenziale e disciplinare. Le P.A. comunicano tra il 1° giugno e il 30 settembre, tramite la piattaforma, l’elenco completo dei debiti. In caso di omessa, incompleta o erronea comunicazione, il creditore può chiedere la correzione o l’integrazione della comunicazione. In caso di mancata risposta entro 15 gg. può chiedere l’intervento del commissario ad acta. Entro il 15 settembre banche e intermediai finanziari comunicano, tramite l’ABI, l’elenco dei debiti ceduti, distinti tra pro solvendo e pro soluto. La legge di stabilità per il 2014 può autorizzare il pagamento dei debiti ceduti mediante assegnazione di titoli di Stato. Continua>> Primo piano Legacoop ACI Settori Territori Imprese Sondaggio Primo piano sere impiegati immediatamente, comunque entro il 13% delle disponibilità presso la tesoreria unificata. In caso di mancata richiesta o di mancata erogazione sono previste sanzioni per i responsabili dei servizi degli Enti locali. Il secondo meccanismo è il “Fondo per assicurare liquidità” (art. 1 co. 10). Il Fondo ha una dotazione di 10 mld per il 2013 e di 16 per il 2014 ed è distinto in tre sezioni: Enti locali, Regioni extra sanità, Regioni sanità. La somma è ripartita in questo modo: per gli Enti locali 2 mld 2013, 2 mld 2014; per le Regioni extra sanità 3 mld 2013, 5 mld 2014 e per le Regioni sanità 5 mld 2013, 9 mld 2014. Il MEF può disporre con decreto riallocazioni tra le sezioni “in relazione alle richieste di utilizzo delle risorse”. Il 10 % della dotazione complessiva è accantonata per richieste pervenute oltre le date previste, ma entro il 30 settembre 2013. In merito alla compensazioni dei crediti con debiti tributari (art. 9) i crediti verso Stato, Regioni, Enti locali, Enti SSN, maturati al 31/12/12, possono essere compensati con debiti tributari accertati (vedi elenco nella norma).A partire dal 2014, il limite di compensazione è aumen- INTERVENTO 4 tato da 516.000 a 700.000 euro. Per le regioni che accedono al Fondo, (art. 4) la possibilità di sottoscrivere nuovi prestiti o mutui è vincolata alla condizione che il bilancio regionale “presenti una situazione di equilibrio strutturale”. Il vincolo è stato rimosso per gli enti locali, ma non per le Regioni. In merito ai Debiti dei Ministeri (art. 5) sono stati stanziati 0,5 mld. Ogni Ministero predispone l’elenco dei debiti scaduti e lo trasmette al MEF entro il 30 aprile. Per le quote di debiti che risultino non soddisfatte, i Ministeri definiscono un piano di rientro realizzato con tagli alle spese e sono previsti incrementi dei rimborsi fiscali per 2,5 mld per il 2013 e per 4 mld nel 2014. “Pensiamo si possa, e si debba, chiedere un accorciamento dei tempi” -ha spiegato Busacca- entro settembre/ottobre 2013 si avrà una visione realistica dello stock complessivo del debito e quindi questo potrà permettere di erogare le risorse previste per il 2014 già all’inizio del prossimo anno”. In merito alle disposizioni in materia di certificazione e cessione dei crediti (art.7) -ha poi sottolineato- si ragiona sul chiedere la possibilità di un intervento più diretto del credi- tore che non si vedesse inserito nell’elenco. Inoltre come sottolineato dall’ABI, ha spiegato, il termine del 15 settembre può essere un problema: le amministrazioni non sanno se il debito di cui hanno accettato la cessione sia pro solvendo o pro soluto e per non incorrere nella violazione della tempistica per anzianità di debito potrebbero bloccare tutto fino alla comunicazione dell’ABI. “Il decreto legge” -ha ricordato Busacca- “è all’attenzione delle due commissioni speciali del Parlamento incaricate di valutare i decreti legge, mentre la data di inizio dell’esame del provvedimento in Aula alla Camera è stato spostata al 6 maggio”. “Serve quindi una forte responsabilità dei gruppi politici” -ha concluso- “non ci sono margini di tempo per intaccare la filosofia e l’impianto del provvedimento; gli emendamenti essenziali dovrebbero riguardare poche modifiche che sveltiscano le procedure e l’Alleanza delle Cooperative Italiane ha già espresso la necessità di dare priorità ad una rapida approvazione del Decreto, anche a costo di mettere in secondo piano alcuni importanti perfezionamenti del testo.” “Dal provvedimento un aiuto alle imprese, ma per la ripresa servono nuove politiche industriali” Sintesi dell’intervento di Giuliano Poletti Il decreto sui pagamenti alle imprese dei debiti delle pubbliche amministrazioni può essere migliorato, nel senso di semplificare e snellire le procedure, ma quello che è davvero importante è che il Parlamento lo converta rapidamente. Il Presidente di Legacoop ha iniziato così il suo intervento al seminario dedicato ad un esame dei contenuti del provvedimento, il cui esame in aula alla Camera, inizialmente previsto per il 29 aprile, è stato posticipato al 6 maggio. “La complessa situazione politico-parlamentare” – ha chiarito Poletti – “desta giustificate preoccupazioni riguardo l’effettiva conversione del decreto in tempi rapidi, indispensabili a garantire l’erogazione delle risorse stanziate ad imprese in gravi difficoltà”. Un’eventualità che va assolutamente scongiurata, anche perché il provvedimento, se servirà a mettere Primo piano Legacoop ACI effettivamente in circolazione un po’ di liquidità, potrebbe anche segnare un’inversione di tendenza e rafforzare, nell’opinione pubblica e soprattutto nelle imprese, la percezione che finalmente si sta facendo qualcosa di concreto per favorire la ripresa. “Un altro dato che ci sta particolarmente a cuore” -ha sottolineato il Presidente di Legacoop- “è quello della obbligatorietà delle procedure di ricognizione dei debiti da parte delle pubbliche amministrazioni insolventi, con le relative sanzioni per quelle eventualmente inadempienti, e la possibilità, per il creditore che non si trovi inserito nell’elenco stilato nella piattaforma digitale del Ministero, di poter chiedere la correzione di tale elenco; tutti elementi positivi, anche se sarebbe opportuno renderne ancora più effettiva e cogente l’obbligatorietà”. Poletti si è poi soffermato su una questione spinosa Settori Territori Imprese Sondaggio Primo piano 5 L’obiettivo del provvedimento è immettere liquidità nel sistema produttivo Sintesi intervento di Claudio De Vincenti, sottosegretario Ministero dello Sviluppo economico Vi ringrazio per l’invito che mi avete rivolto a partecipare alla vostra iniziativa. Prima di dedicarmi ai contenuti del decreto vorrei fare una doverosa premessa. Il rischio di una crisi generalizzata del tessuto produttivo è reale e quindi non va sottovalutato. I segnali sono, purtroppo, molto allarmanti: l’andamento del pil a febbraio (adesso vedremo gli ultimi dati di marzo), l’andamento del tasso di disoccupazione, le ore di cassa integrazione sono tutti segnali che ci devono tenere in massimo allarme. Vorrei dire che questo governo non è stato con le mani in mano e vorrei chiarire un punto. Noi dobbiamo essere consapevoli che abbiamo di fronte una economia italiana stremata da una crisi che dura ormai da quasi 5 anni, una cosa senza precedenti nel secondo dopoguerra. Un paese che non cresce da dieci anni Una crisi che sta mettendo ormai in serissime difficoltà il tessuto produttivo del nostro paese e che non dipende solo, né forse tanto, dal nostro paese ma dal contesto in- ternazionale. Il quadro generale vede l’Europa come area di recessione complessiva rispetto alla quale c’è un problema molto serio di svolta di fondo delle politiche europee. Però dobbiamo essere consapevoli di uno specifico problema italiano. L’Italia, da quasi 10 anni, è un paese che non cresce, che sta accumulando fattori strutturali di debolezza: il che significa che l’impatto della crisi apertosi nel settembre 2008 è stato più forte in Italia che in altri paesi eu- ropei. Se l’Europa è un’area di recessione complessiva il nostro paese è stato il paese che purtroppo ha dato il contributo più forte alla recessione. La caduta del Pil in Italia è stata più pesante che altrove. Quindi abbiamo dei fattori strutturali da curare. Tra questi, non l’unico, ma di certo il più vistoso, è il debito pubblico. E non è solo un problema di sostenibilità finanziaria che pure esiste, perché se nel dicembre 2011 non avessimo fatto la manovra pesante che abbiamo fatto, la spirale dei tassi di interesse avrebbe continuato ad avvitarsi e ci sarebbe stata terra bruciata per le imprese: altro che la situazione in cui ci troviamo! Non possiamo nasconderci dietro a un dito. Siamo un paese che ha accumulato un debito pubblico pesantissimo e quindi quando parliamo di nuove politiche espansive dobbiamo parlare in chiave europea. Cioè dobbiamo renderci conto che un paese con quel debito pubblico non può che fare una politica di risanamento finanziario dentro la quale si tratta di creare spazi per politiche di crescita, ma che comunque ha un segno complessivo di risanamento e deve averlo. INTERVENTO e che sta assumendo contorni paradossali, quella del Durc, documento unico di regolarità contributiva. “Si sta producendo la situazione assurda” – ha detto Poletti – “che l’ente debitore, per saldare il debito, chiede al creditore di esibire questo documento: il problema è che molte imprese, in grave difficoltà, non ne sono attualmente in possesso e così non possono incassare quanto è loro dovuto. In qualche modo bisogna porre rimedio a questa situazione, magari stabilendo che è sufficiente che l’impresa creditrice fosse in possesso del Durc nel momento in cui avrebbe dovuto essere regolarmente pagata dall’amministrazione pubblica committente”. Il Presidente di Legacoop ha poi posto l’accento sulla necessità di evitare che da ora in avanti si riproduca un nuovo stock di debiti verso le imprese. “Per questo” – ha detto Poletti – “bisogna fare in modo che i vincoli del patto di stabilità interno non ostacolino la piena applicazione della normativa italiana di recepimento della Direttiva UE sui pagamenti”. In conclusione, Poletti ha assicurato l’impegno di Legacoop e dell’Alleanza delle Cooperative, auspicabilmente insieme con le altre organizzazioni imprenditoriali, a lavorare per proporre al Parlamento poche modifiche al testo, in modo da renderne possibile una rapida conversione, ribadendo che si tratta di un provvedimento che può dare una boccata di ossigeno ad imprese in grave difficoltà. “Naturalmente” – ha concluso il Presidente di Legacoop – “il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione alle imprese non è la soluzione di tutti i problemi: per assicurare la ripresa del sistema produttivo italiano serve un nuovo quadro di politiche industriali alla cui definizione è auspicabile che si lavori con impegno nei prossimi mesi”. Continua>> Primo piano Legacoop ACI Settori Territori Imprese Sondaggio Primo piano E qui c’è il problema della governance europea, cioè della capacità di recuperare un respiro di politiche economiche dell’area europea che sfrutti l’area monetaria comune per fare dell’Europa una locomotiva di se stessa. Qui c’è un cambiamento molto profondo da fare in Europa. L’Italia deve fare risanamento finanziario, non deve abbassare la guardia; contemporaneamente dobbiamo sfruttare questo recupero di credibilità internazionale come paese che ha il coraggio di pagare i propri debiti. Questo recupero di credibilità internazionale va giocato per fare dell’Italia un protagonista che possa finalmente dire la sua in Europa. All’interno dobbiamo usare le risorse che ricaviamo attraverso il risanamento per fare un’azione leva moltiplicatrice sulle risorse del sistema privato. Qui c’è tutto il tema partnership pubblico-privato nelle infrastrutture, c’è il tema del credito di imposta per ricerca e investimenti che, se fossimo riusciti a farlo, avrebbe dato un effetto leva consistente. Gli interventi del Governo Quindi, un po’ di cose le abbiamo fatte. Oltre al risanamento finanziario abbiamo fatto alcune operazioni su altri fattori strutturali di debolezza dell’economia italiana: penso alla costruzione di regole di mercato in cui tutti possano giocare la propria partita; non ci sia chi può bloccare il gioco degli altri e questo è il tema delle liberalizzazioni che non è il tema liberista dell’ognuno faccia quello gli pare, no, le liberalizzazioni sono costruzioni di regole perché tutti giochino alla pari, cioè esattamente il contrario del liberismo. Ricordo i decreti sviluppo in cui abbiamo, per esempio, semplificato e migliorato le regole di finanziamento delle piccole imprese, delle start-up, delle infrastrutture. Sono fattori strutturali che non significano ripresa oggi, ma costituiscono le basi perché l’economia italiana possa agganciarsi ad una ripresa internazionale e non rimanere al palo come stava prima. Dopo di che il tema della ripresa va affrontato in parte a livello europeo in parte con provvedimenti ad effetto leva interni. E qui veniamo a questo provvedimento che nelle valutazioni del governo è fondamen- 6 tale. Si potrà dire “potevate pensarci prima”: ma siamo stati gli unici a pensarci da dieci anni a questa parte. Sono dieci anni che questo problema va avanti, si è aggravato in modo pesantissimo tra il 2008 e il 2011, è diventato la montagna di forse 90 miliardi, secondo le stime di Banca d’Italia che conosciamo. Questo governo è il primo ad aver cominciato di dipanare questa matassa. Ci abbiamo provato con i provvedimenti dell’estate scorsa, che erano in una logica del non far diventare i debiti verso le imprese debito pubblico. In parte hanno funzionato, ma oggi c’è bisogno d’altro e qui per fortuna, grazie anche al recupero di credibilità di questo paese, l’Europa ha dato dei margini di manovra per cui possiamo fare lo scalino al debito pubblico e possiamo riportarci verso il 3% di deficit-pil e quindi possiamo attivare questo provvedimento che per noi è fondamentale. Perché questo debito accumulato dalle pubbliche amministrazioni è stato un drenaggio delle liquidità a sfavore delle imprese fortissimo, che non possiamo più permetterci, perché le imprese non ce la fanno più. E quindi abbiamo varato il provvedimento. Si tratta, come sapete, di 40 miliardi da erogare nell’arco di 12 mesi, ma a partire da subito e cash e alle imprese, più altri, non sappiamo ancora quanti (allo stato degli atti intorno ai 14, ma potrebbero aumentare da qui a fine anno: sono i pro soluto ed i pro solvendo) che salderemo con emissioni di titoli del debito pubblico collocati direttamente presso gli istituti finanziari che hanno anticipato quelle somme. Entro settembre le pubbliche amministrazioni dovranno aver preparato l’elenco completo dei crediti per conoscere esattamente l’ammontare complessivo. È dovere delle pubbliche amministrazioni dire a chi e quanto devono e sulla base di quello lasciamo al prossimo governo, inevitabilmente, nella prossima legge di stabilità di stabilire le modalità per chiudere tutta la partita. La priorità, convertire il decreto Credo che il decreto sia, complessivamente, un provvedimento molto importante e positivo e quindi condivido l’esigenza che prima di tutto sia convertito. Vale sempre, infatti, l’idea che è meglio una cosa imperfetta in tempo utile che una cosa perfetta fuori tempo massimo. Però è chiaro che tutti i miglioramenti che si possono fare sono benvenuti. Deve però essere chiaro che il nostro obiettivo è la conversione. Dati i tempi, immagino che la conversione avverrà, me lo auguro per il nostro Paese, a nuovo governo insediato. Comunque noi facciamo tutto quello che dobbiamo fare per accelerare. Nello stesso tempo invitiamo voi, e tutte le altre organizzazioni imprenditoriali, ad evitare la rincorsa a chi propone più modifiche la testo in Parlamento. E credo che il vostro contributo e il contributo delle forze imprenditoriali a fare in modo che in Parlamento ci sia una presa di responsabilità nazionale da parte di ognuna delle forze presenti in parlamento sia molto importante. Primo per convertire, secondo per migliorare nel modo corretto e non nel fare demagogia preelettorale che va assolutamente evitata in una questione di tale rilevanza. Il nostro governo con i suoi poteri, come governo è assolutamente impegnato però ripeto, sarebbe importante che tutti ci muovessimo sulle forze parlamentari in questa direzione. I miglioramenti possibili Vengo alle osservazioni che faceva Poletti. Credo che ci sia un accordo di fondo nostro, come Ministero della Sviluppo Economico, su tutti i punti che sono stati sollevati e credo che queste sono le direzioni in cui ha senso lavorare in sede di conversione del decreto; però con alcune precisazioni. Mi riferisco, ad esempio, alla presenza di troppi ostacoli alla effettività dei pagamenti che non dà certezza alle imprese e quindi non aiuta a cambiare i comportamenti delle imprese stesse. L’esigenza è da noi condivisa con alcune precisazioni. Per esempio, voi avrete notato che la parte del decreto sulle Regioni è più macchinosa di quella sui Comuni e il motivo è abbastanza semplice. Nel caso dei Comuni noi, come governo centrale, in base al prestito che abbiamo fatto e al piano di ammortamento, possiamo tenerci una riserva sulle entrate dell’ente locale. Con le Regioni questo non lo possiamo fare. Sono le Regioni che debbono predisporre una serie di misure, Continua>> Primo piano Legacoop ACI Settori Territori Imprese Sondaggio Primo piano anche legislative, idonee e congrue di copertura annuale del rimborso. Vorrei poi sgombrare il campo dal timore che il provvedimento possa rappresentare un colpo di spugna sui Comuni e sulle Regioni meno virtuosi; sui furbi, insomma. In realtà, l’obiettivo del provvedimento è quello di immettere liquidità nel sistema produttivo. Ed è inevitabile che se l’obiettivo è questo chi ha più debiti pagherà di più. Quindi, lo Stato fa un prestito alle pubbliche amministrazioni e queste lo restituiscono; quindi, chi ha più debiti restituisce di più. Quello che intendo dire, insomma, è che ci sono alcune regole di responsabilità finanziaria su cui non possiamo transigere, altrimenti il premio ai furbi ci sta sul serio. E noi dobbiamo evitare questo. Quindi alcune regole di responsabilità finanziaria che appesantiscono la procedura credo siano inevitabili; su tutto il resto siamo pronti a sfrondare il più possibile. L’obbligatorietà e la denuncia di comportamenti sleali da parte delle pubbliche amministrazioni è molto giusta. Abbiamo insistito molto perché comparisse l’obbligatorietà e le sanzioni che avete visto: e questo vale sia per i Comuni che per le Regioni. Se anche qui si può rendere più stringente la tessitura del decreto in modo da non consentire comportamenti opportunistici delle singole amministrazioni a scapito delle imprese, noi Primo piano Legacoop 7 siamo pronti a ragionarci. La questione del Durc è sacrosanta. Ci capita su altri tavoli di cui mi occupo: quelli delle crisi aziendali. Ci sono aziende che non possono incassare, e quindi sono in un mare di guai, perché non hanno potuto pagare i contributi: ma non hanno potuto pagare i contributi perché non potevano incassare. Per quanto riguarda la questione della direttiva dei pagamenti e del collegamento con questo provvedimento, credo sia necessario intervenire di nuovo sul decreto legislativo. Ritengo, comunque, che le due cose, in realtà, sono strettamente connesse. Cioè, una amministrazione che ha un carico di debiti sulle spalle difficilmente, finché non se ne è liberata, può andare a regime regolarmente con i pagamenti correnti. Quindi, secondo me, questo decreto è fondamentale anche per sbloccare il nuovo regime che si deve instaurare. Questo spiega anche perché nel decreto c’è una norma contro i pignoramenti, perché altrimenti continuiamo ad accumulare ritardi nei pagamenti correnti. Il rigore di bilancio non ritarda i pagamenti La questione del patto di stabilità e del rigore, posta da Poletti, è giusta ed impor- ACI Settori tante. Onestamente non ho una risposta su come sciogliamo questo nodo, ma sottolineo un punto di principio: il rigore nella gestione di bilancio non c’entra con la tempistica dei pagamenti, tant’è che le regioni più rigorose nel bilancio sono quelle che hanno meno ritardi nei pagamenti. Allora il punto è che se andiamo a vedere quei pagamenti di debiti commerciali arretrati non sono semplicemente carenza di liquidità delle amministrazioni; in realtà c’è qualcosa di più e quindi non è un caso che poi ci vanno a finire in debito pubblico. Il qualcosa di più è che quei debiti derivano dal fatto che le spese sono state fatte in eccesso rispetto alle entrate e quindi rispetto alla gestione rigorosa del bilancio. Questo significa che le amministrazioni hanno di fatto violato, in passato, le norme di responsabilità finanziaria e il patto di stabilità interno. Per poter rendere regolare anche la liquidità, dobbiamo anche recuperare capacità di governo sui bilanci, sul bilancio centrale prima di tutto, però anche ogni Regione sul proprio e ogni Comune sul proprio e la capacità dello stato centrale di governare tutto il sistema in una logica di unitarietà della finanza pubblica. Quindi su questo sarebbe ora di cominciare a riprendere in mano, in modo serio, gli strumenti di governo centrale sulle risorse pubbliche. Se facciamo questo Territori Imprese Sondaggio 8 DEF >> DEF Alleanza delle Cooperative, sostenere la crescita economica >> Marche Riavviare e sostenere la crescita dell’economia e dell’occupazione, rafforzando l’equità sociale. È questa la priorità assoluta indicata dai rappresentanti dell’Alleanza delle Cooperative Italiane -guidati da Bruno Busacca, Responsabile Relazioni Istituzionali di Legacoop- nel corso dell’audizione sul Documento Economico Finanziario, svoltasi il 23 aprile presso le Commissioni Speciali riunite di Camera e Senato. “L’Italia” -ha detto Busacca- “non è uscita dalla crisi: le prospettive per il 2013 sono ancora di recessione, particolarmente preoccupante perché l’ulteriore contrazione prevista per l’anno in corso cade su una economia ed una società stremate da cinque anni di stagnazione che hanno riportato indietro di dieci anni il PIL e di quindici il potere d’acquisto, che hanno fatto esplodere la disoccupazione e le povertà ed ampliato in modo inaccettabile le disuguaglianze sociali”. La situazione dell’economia e le ricadute sociali della crisi richiedono, quindi, risposte urgenti e coerenti politiche di lungo periodo. I risultati positivi raggiunti con il consolidamento dei conti pubblici oggi debbono dare luogo ad una fase nuova, centrata sull’obiettivo della crescita, con un impegno particolare a definire politiche dell’occupazione per le fasce più deboli. “Il recente decreto legge per il pagamento dei debiti p.a. alle imprese” -ha sottolineato il rappresentante dell’Alleanza- “rappresenta un primo passo positivo per immettere risorse nell’economia reale; il percorso va però completato, in modo da assicurare l’eliminazione di tutto lo stock accumulato”. Ma quali sono i temi sui quali dovrebbe concentrarsi in modo più urgente l’attività del prossimo Governo per dare impulso alla crescita? Il rappresentante dell’Alleanza ha indicato, in proposito, una serie di obiettivi prioritari: ridare fiato agli investimenti per infrastrutture, sia a livello centrale che a livello degli enti locali; rilanciare l’edilizia e le riqualificazioni urbane; incoraggiare la spesa per ricerca e innovazione; favorire la crescita dimensionale delle imprese ai fini di una maggiore >> Elezione Napolitano Primo piano Legacoop ACI Settori competitività sui mercati internazionali; valorizzare la filiera agroalimentare cooperativa; sostenere i consumi; riprendere con decisione l’iniziativa sul fronte delle liberalizzazioni; garantire la legalità nei mercati. Infine, il rappresentante dell’Alleanza delle Cooperative ha sottolineato la necessità di promuovere un nuovo modello di sviluppo fondato sul protagonismo delle persone e delle comunità. “Una maggiore presenza della cooperazione come forma imprenditoriale dell’autorganizzazione dei cittadini” –ha detto- “è un fattore positivo per la crescita economica, per la coesione sociale per lo sviluppo di una società più giusta e più equa”. Per questo, l’Alleanza delle Cooperative Italiane è impegnata non solo a sviluppare la cooperazione nei settori in cui essa è già presente e dove ha raggiunto posizioni importanti nell’economia nazionale, ma anche a proporla come modello originale di economia sociale a piccoli imprenditori, a utenti, a professionisti, a comunità. ELEZIONE NAPOLITANO Soddisfazione per una scelta che chiude una fase complessa Salutiamo con soddisfazione l’elezione di Giorgio Napolitano alla Presidenza della Repubblica e siamo certi che essa possa produrre le condizioni per consentire una soluzione della complessa fase politica che il Paese sta attraversando. Occorre uscire tutti insieme da una lunga impasse e intraprendere con coraggio il cammino concorde della ripresa. È questa la valutazione dell’Alleanza delle Cooperative Italiane sulla rielezione di Napolitano avvenuta in occasione della sesta votazione per la nomina del Capo dello Stato. “Al doveroso apprezzamento per la grande generosità del Presidente verso il Paese che ha reso possibile una scelta condivisa in una situazione di grande difficoltà ed incertezza politica” -si legge in una nota dell’Alleanza“si aggiungono il ringraziamento e la stima per la saggezza e l’equilibrio con i quali Napolitano ha sempre assolto alla sua funzione di garanzia delle istituzioni repubblicane”. “Siamo certi” -conclude la nota- “che queste sue doti saranno ancora preziose e potranno Territori Imprese Sondaggio 9 porre le basi per la ricerca di una soluzione della complessa fase politica attuale, così da consentire una risposta efficace ai gravissimi problemi delle imprese e del lavoro che alimentano il disagio di tante famiglie. L’auspicio, infatti, è che la convergenza resa necessaria per uscire dalle divisioni e dallo stallo politico-istituzionale che si è determinato si ricompongano in funzione della formazione del nuovo governo di cui il Paese ha assoluto bisogno”. MARCHE L’esperienza delle 17 cooperative di agricoltura sociale Sono 17 le cooperative presenti nel comparto dell’agricoltura sociale nelle Marche, che nasce dall’incontro fra il mondo dell’agricoltura e quello della cooperazione sociale. Occupano una trentina di persone, coinvolgono nelle proprie attività 400 persone e hanno circa 700 clienti secondo un primo studio effettuato dal settore agroalimentare regionale dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, che raccoglie Agci, Confcooperative e Legacoop Marche, illustrato nella pubblicazione “Agricoltura sociale e cooperazione nelle Marche”. Un volume che è stato presentato durante il convegno “Produttori di stabilità – La cooperazione per le nuove forme di sviluppo”, organizzato nella cooperativa Falcineto di Bellocchi di Fano (Pu). L’iniziativa, che conclude il progetto sostenuto dalla legge regionale 7 del 2005 per la promozione della cooperazione per lo sviluppo rurale, annualità 2011-2012, è servita a fare il punto su Primo piano Legacoop una nuova opportunità d’impresa. Dall’unione delle competenze delle coop agricole e quelle sociali, si possono, infatti, sviluppare occasioni di occupazione con la creazione di agrinido, di attività educative per i bambini, di sostegno a persone con disabilità e disagio sociale, di reinserimento lavorativo. “Con questo progetto – ha detto Mauro Scattolini, direttore di Confcooperative Marche, tracciando un bilancio delle azioni compiute dalle tre Centrali cooperative –, abbiamo cercato di analizzare, insieme ai cooperatori, quali sono i comparti di possibile futuro sviluppo dell’agricoltura, come quello biologico, i progetti di filiera produttiva, come quella cerealicola, e, oggi, l’agricoltura sociale. In queste aree, ci sono possibilità d’intervento che, insieme al miglioramento dell’organizzazione e alla necessità di aumentare la superficie produttiva delle imprese marchigiane del settore, possono contribuire a spingere le coop agricole fuori dalla crisi”. Secondo Teodoro Bolognini, responsabile settore Agroalimentare di Legacoop Marche, “l’incontro fra questi due settori può aumentare il valore della coesione sociale e della solidarietà come caratteristiche intrinseche della cooperazione. Valori che diventano percorsi educativi e culturali nell’incontro con le scuole. L’auspicio è, perciò, che le cooperative sociali riescano ad intraprendere percorsi condivisi innanzitutto con le aziende agricole che già svolgono, o che sono orientate, verso questo tipo di esperienze unendo le risorse di entrambi per dare vita a progetti innovativi”. Dom Salvatore Frigerio, presidente Collegium Scriptorium Fontis Avellanae, ha invece sottolineato che “la cooperazione, e nella ge- ACI Settori stione della montagna in particolare quella agro-forestale, è un modello che può garantire la sostenibilità d’intervento, il rispetto per l’ambiente e lo sviluppo dell’occupazione sui territori”. Per Riccardo Milano, responsabile Relazioni culturali di Banca Popolare Etica, è “la sostenibilità” il principale fattore su cui puntare per lo sviluppo di un’economia che coniughi “una politica del prezzo equo, la tutela del lavoro, l’equità con una visione futura a tutela delle giovani generazioni. Fattori che si ritrovano già nelle cooperative a cui si dovrebbe affiancare il rispetto per la dignità che viene data a chi lavora la terra”. All’incontro, cui hanno portato i saluti delle rispettive amministrazioni Stefano Aguzzi, sindaco di Fano, e Massimo Seri, assessore al Lavoro della Provincia di Pesaro e Urbino, alcuni cooperatori, fra cui Patrizia Marcellini, presidente Fedagri Marche, hanno raccontato la loro esperienza di agricoltura sociale. Un comparto su cui anche l’Assam-Agenzia servizi settore agroalimentare Marche sta effettuando un monitoraggio a livello regionale. Territori Imprese Sondaggio Legacoop >> Legacoop Salute >> Cooperative tra professionisti 10 LEGACOOP SALUTE “Le risorse per l’integrazione tra sanità e assistenza” Nel quadro delle iniziative di approfondimento varate dalla cabina di regia del Progetto Salute, il 14 Maggio a Roma presso il Salone Basevi di Legacoop in Via Guattani, 9 – si terrà il terzo Seminario sul tema“Le risorse per l’integrazione tra sanità ed assistenza”. La riorganizzazione del sistema sociosanitario (inteso come interazione organica tra ambito sanitario e socioassistenziale) del nostro Paese richiede un “grande sforzo di innovazione” teso a sostenere l’aggregazione della domanda e ad integrare non solo l’offerta di servizi, ma anche le diverse fonti di finanziamento al fine di garantire i necessari recuperi di efficienza e, anche, il mantenimento delle caratteristiche di universalità ed equità che sono alla base del diritto alla salute dei cittadini. Il seminario si propone di analizzare il tema dell’integrazione delle risorse pubbliche e private in campo sociosanitario per esplorare la possibilità di sperimentare un modello in cui l’intera gamma di flussi di finanziamento della spesa converga su obiettivi specifici. In questo contesto assumono un ruolo importante la mutualità integrativa e, per fronteggiare la non autosufficienza anche di lunga durata, gli strumenti assicurativi . Obiettivo del seminario Il seminario affronterà tre temi principali, che ne rappresentano gli obiettivi fondanti: Le risorse pubbliche e private a finanziamento della spesa sanitaria e assistenziale L’aggregazione della domanda per rispondere ai bisogni di cure sanitarie e sociosanitarie I modelli e gli strumenti utilizzabili nel caso dell’assistenza a lungo termine Il primo obiettivo è parte essenziale del progetto Legacoop Salute e dunque privilegerà il tema delle risorse fornendo il quadro dei flussi di spesa e gli elementi di problematicità dell’attuale sistema. Il secondo privilegerà il confronto tra le diverse esperienze realizzate nel campo dell’aggrePrimo piano Legacoop ACI Settori gazione della domanda. Il terzo obiettivo si propone di approfondire il tema specifico dell’assistenza a lungo termine (Long Term Care — LTC) e gli strumenti di gestione offerti in campo assicurativo. Con il termine “salute” adottiamo la definizione indicata dall’OMS: “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non solo l’assenza di malattia o disabilità” . Con l’acronimo LTC (Long Term Care) adottiamo la definizione dell’OCSE: “l’insieme di servizi di cura diretti a persone che presentano limitazioni di autonomia nella quotidianità per un lungo periodo di tempo”. Programma della giornata 9,30 Registrazione partecipanti 10,00 Giorgio Gemelli - Responsabile Progetto Salute Legacoop “Il Progetto Salute Legacoop: il finanziamento dell’integrazione tra sanità e assistenza” 10,15 Barbara Moreschi - Ricercatrice dell’Area Promozione Attiva Coopfond “L’evoluzione della spesa sociosanitaria e socio assistenziale pubblica e privata” 10,30 Ugo Ascoli - Professore ordinario di sociologia economica della Facoltà di Economia “Giorgio Fuà” - Università Politecnica delle Marche “Universalità e sostenibilità: le criticità dell’integrazione socio-sanitaria” Primo Focus 11,00 Placido Putzolu - Presidente FIMIV “L’organizzazione della domanda: le mutue sanitarie e i fondi integrativi (contrattuali e aperti)” 11,30 Grazia Labate, Esperta di Economia Sanitaria Marco Gaiba, Presidente Fare Mutua (Emilia Romagna) Loredana Vergassola, Presidente Mutua Ligure Marco Grassi, Responsabile Comunicazione Società Mutuo Soccorso Cesare Pozzo 12,30 Domande di approfondimento Secondo Focus 14,00 Emmanuele Pavolini - Professore associato di Sociologia economica della Facoltà di Scienze politiche Università di Macerata “I cambiamenti nelle politiche per Territori Imprese Sondaggio Legacoop la non autosufficienza e copertura dei bisogni di cura” 14,30 Fiammetta Fabris - Direttore operativo UniSalute SpA “Le assicurazioni per la non autosufficienza e LTC: il modello Unisalute” 15,00 Matteo Lippi Bruni - Ricercatore Dipartimento Scienze EconomicheUniversità di Bologna; componente Comitato Direttivo di AIES (Associazione Italiana di Economia Sanitaria) “Gli scenari evolutivi per la copertura del rischio di non autosufficienza” 15,30 Spazio di discussione Interventi programmati di: Paola Menetti e Eleonora Vanni (Presidente e Vicepresidente di Legacoopsociali), Maurizio Pozzi e Gianfranco Piseri (Presidente e Segretario Generale di Sanicoop) contributi dei partecipanti 11 COOPERATIVE TRA PROFESSIONISTI Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il regolamento attuativo Il 6 aprile è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il “Regolamento in materia di società per l’esercizio di attività professionali regolamentate nel sistema ordinistico, ai sensi dell’articolo 10, comma 10, della legge 12 novembre 2012, n. 183” (decreto del Ministro della Giustizia 8 febbraio 2013, n. 34). “Si tratta di un passaggio estremamente importante” -ha sottolineato Mauro Iengo, responsabile ufficio Legislazione Legacoop“perché finalmente consente ai professionisti interessati di promuovere la costituzione di società, anche in forma cooperativa, per lo svolgimento delle loro attività professionali”. “È trascorso infatti circa un anno e mezzo dall’entrata in vigore della norma di legge, - ha ricordato Iengo- e sono stati molti i professionisti che hanno chiesto notizie ai nostri uffici, nazionali e territoriali, circa la possibilità di avviare cooperative nei rispettivi settori di appartenenza professionale. Oggi siamo in grado di dare risposte positive e fornire i nostri servizi per la costituzione delle cooperative tra professionisti”. Nei prossimi giorni saranno promossi incontri con gli esponenti di tutti gli Ordini e Albi professionali interessati, soprattutto allo scopo di creare le necessarie condizioni per una collaborazione proficua tra il movimento cooperativo e il mondo delle professioni. Inoltre, in collaborazione con la Direzione di Legacoop nazionale, saranno promosse iniziative di approfondimento a livello centrale e territoriale. 17,30 Giuliano Poletti - Presidente Legacoop “Cooperazione, mutualità e assicurazione protagoniste dell’organizzazione della domanda e dell’integrazione dell’offerta” 18,00 Chiusura dei lavori Primo piano Legacoop ACI Settori Territori Imprese Sondaggio Settori >> Turismo 12 TURISMO La Carta Europea del Turismo Sostenibile e Responsabile >> Pesca Maurizio Davolio, quale Presidente di AITR e della rete europea EARTH aisbl, ha presentato il 15 aprile a Venezia, al Master del CISET, Centro Internazionale di Studi dell’Economia Turistica (Cà Foscari) la Carta Europea del Turismo Sostenibile e Responsabile che sarà adottata dall’Unione Europea entro la fine dell’anno. La Carta si rivolge sia agli Stati membri che all’industria turistica e contiene indicazioni sulle azioni da adottare per rendere il turismo più sostenibile e responsabile. AITR ed EARTH hanno preso parte alla consultazione sui contenuti della Carta. I partecipanti al Master proseguiranno negli approfondimenti in vista del Barcamp che si terrà il 17 maggio. Maurizio Davolio presenta il turismo cooperativo Invitato dalla cooperativa Florida Universitaria, Il Responsabile di Legacoop Turismo Maurizio Davolio è stato uno dei principali relatori alla Conferenza Internazionale sull’Innovazione nel Turismo e nell’Ospitalità, che si è tenuta a Valencia, Spagna, dal 16 al 19 aprile. Nella sua relazione Davolio ha tracciato la storia delle cooperative turistiche a livello europeo, ha descritto le principali esperienze in atto nei vari paesi (Polonia, Danimarca, Francia, Romania, Bulgaria, Svizzera, Regno Unito, Cipro, Spagna); ha parlato di Legacoop Turismo, di ACI Turismo e delle loro principali attività: la BITAC, la creazione dell’Itinerario Europeo della Cultura Cooperativa; il ruolo avuto nella costituzione di AITR e della rete europea EARTH; le relazioni con OITS e con Necstour, il progetto STEEP. In particolare Davolio ha descritto le esperienze di gestione dei beni confiscati, gli alberghi diffusi, le cooperative sociali che si occupano dell’integrazione, il pescaturismo, il turismo coi migranti, le cooperative di comunità e l’impegno nel turismo responsabile. Si tratta in generale di azioni e di esperienze di innovazione sociale, che hanno trovato spazio nella Conferenza a fianco delle esperienze di innovazione tecnologica, di prodotto Primo piano Legacoop ACI Settori e commerciale descritte da altri relatori. Alla Conferenza, organizzata da Florida Universitaria, il network europeo Space e la Fondazione Ulysses, hanno preso parte circa 200 partecipanti provenienti da 25 paesi. Fra i relatori Jan-Eric Frydman, Capo Unità Turismo e Cultura della Commissione Europea, Philippe Lemaistre, dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, Javier Gomez Navarro, ex Ministro del Turismo della Spagna e attualmente consulente in vari paesi, Quique Dacosta, chef di fama mondiale, e numerosi rappresentanti della Comunitat Valenciana, delle associazioni internazionali del settore, delle Università e istituti di Ricerca. PESCA Concessionidemaniali;LegaPesca, bene interrogazione a Bruxelles L’acquacoltura italiana è al centro di una vera e propria emergenza che mette a rischio occupazione ed investimenti, dettata dalla incertezza normativa sulle modalità di rinnovo delle concessioni demaniali, già scadute o in procinto di scadenza, su cui insistono gli impianti di allevamento. Recependo l’allarme degli acquacoltori, Lega Pesca/AMA, in raccordo con le altre Associazioni del Coordinamento Pesca dell’Alleanza delle Cooperative, sta proseguendo l’azione intrapresa per colmare l’attuale vuoto normativo con l’obiettivo di arrivare ad nuova organica disciplina di rilascio e rinnovo delle concessioni, che rappresenta di per sé un pilastro fondamentale per impostare lo sviluppo dell’acquacoltura nazionale in linea con gli indirizzi della politica marittima integrata dell’Unione Europea. Per fare il punto della situazione, il seminario nazionale organizzato a Goro sotto la sigla dell’Alleanza delle Cooperative ha consentito di acquisire il parere unanime di autorevoli giuristi e tecnici circa l’inapplicabilità alle concessioni per l’acquacoltura delle previsioni e scadenze della cosiddetta “Direttiva Servizi”o “Direttiva Bolkestein”, la Direttiva 2006/123/CE, relativa ai servizi nel mercato interno, con tutto quello che ne consegue rispetto alle ben diverse interpretazioni date sulla materia da alcune Regioni. Il seminario di Goro ha costituito un primo passo incoraggiante, che ha gettato le basi per procedere ai diversi livelli. Primo fra tutti Territori Imprese Sondaggio Settori quello dell’Unione Europea che rappresenta la fonte primaria del diritto. In quanto autorità che ha emanato la direttiva in questione, è quanto mai dirimente assumere la sua posizione ufficiale in materia. Per questo motivo, è da accogliere come ulteriore passo avanti nell’azione intrapresa, l’iniziativa congiunta degli europarlamentari S&D, Sergio Cofferati (Commissione Mercato Interno e Protezione Consumatori) e Guido Milana (Vicepresidente Commissione Pesca), che hanno presentato alla Commissione Europea una interrogazione parlamentare a risposta scritta volta a chiarire l’esclusione del regime di rinnovo delle concessioni demaniali per lo svolgimento delle attività di acquacoltura dall’ambito di applicabilità della Direttiva Servizi. Anche se l’esito sarà scontato, la risposta nero su bianco della Commissione sarà utile a sciogliere definitivamente ogni dubbio e non andare a soluzioni pasticciate nel confronto che si apre in Italia tra i diversi Ministeri competenti e le Regioni. A parte Bruxelles, è chiaro che la vera partita si gioca in Conferenza Stato Regioni, dove l’Ordine del Giorno presentato in merito alle incertezze applicative della direttiva servizi rimane esemplare delle Primo piano Legacoop 13 difficoltà in atto. Sulla indispensabile base di certezza giuridica che fornirà la risposta della Commissione, Lega Pesca intende proseguire la sua azione a livello nazionale, dove l’obiettivo rimane quello di intraprendere, in raccordo con tutti i soggetti istituzionali coinvolti, un percorso volto a definire, per lo specifico ambito del rilascio ed il rinnovo delle concessioni per l’acquacoltura, una nuova disciplina organica che sia strumento di sviluppo del comparto. L’assenza di normative specifiche crea confusione ma consente anche un certo margine di flessibilità per ipotizzare, un regime transitorio che, nell’immediato, metta al sicuro investimenti e lavoro e dia risposta ad acquacoltori che oggi esercitano l’attività in aree il cui titolo è scaduto. Ciò anche perseguendo l’obiettivo di un rinnovo della delega al Governo approvata ma non esercitata per scadenza (delega legislativa contenuta nell’art. 11 della legge comunitaria 2010 (legge 15 dicembre 2011, n. 217) per la definizione di linee guida nazionali di disciplina di rilascio e rinnovo delle concessioni demaniali, in cui, accanto alle esigenze di evidenza pubblica siano contemperate quelle di gestione ACI Settori sostenibile delle risorse, politica sociale, limiti alla capacità di sfruttamento, etc., così come l’indicazione di parametri per il rinnovo delle concessioni. La proposta, già portata all’attenzione di Ministeri e Stato/Regioni, fissa come principi irrinunciabili: rispetto delle unità economiche già definite, tenendo conto sia della redditività delle unità economiche minime che di esigenze ambientali e di tutela del territorio, e capacità di sfruttamento; adeguata considerazione della esperienza già maturata nel settore e delle garanzie ambientali locali ed occupazionali; previsione di un sistema di indennizzo per il concessionario eventualmente uscente per investimenti non ancora ammortati e clausole sociali per i lavoratori coinvolti; durata delle concessioni demaniali tale da garantire la redditività degli investimenti già effettuati e gli investimenti futuri (incluso il collegamento con eventuali concessioni a terra); esplicita netta separazione tra concessioni rilasciate per lo svolgimento di attività di produzione primaria e concessioni rilasciate per lo svolgimento di attività di servizi. Territori Imprese Sondaggio Territori >> Alto Adige-Südtirol 14 ALTO ADIGE-SÜDTIROL >> Emilia Romagna Convegno sulle clausole sociali alla Libera Università di Bolzano >> Umbria Il 18 aprile si è tenuto a Bolzano il convegno “Le clausole sociali negli appalti come strumento di social innovation e di promozione di politiche attive di lavoro”. “Oggi le clausole sociali sono un primo passo, ma non finisce qui – ce ne sono altri da fare come quello di inserire nei capitolati degli appalti che il costo del lavoro non può essere abbassato entro certi limiti”, ha affermato l’assessore provinciale alla cooperazione, lavoro e innovazione Roberto Bizzo durante il suo intervento al convegno organizzato da Federsolidarietà, AGCI Alto Adige e Legacoopbund in collaborazione con l’ufficio provinciale della cooperazione e l’assessorato alle politiche sociali e ai giovani della città di Bolzano. Presente al convegno anche l’assessore provinciale alla cultura Christian Tommasini. Ai 115 partecipanti del convegno, la maggior parte di loro rappresentanti delle cooperative sociali altoatesine, sono stati illustrati i principali aspetti legali legati alle clausole sociali e agli appalti pubblici, ma anche la loro attuazione pratica e il significato dell’inclusione sociale. I relatori provenienti da tutta l’Italia hanno sottolineato l’importanza delle cooperative sociali e delle clausole sociali negli appalti pubblici: esse possono essere uno strumento di innovazione sociale e di promozione delle politiche attive del lavoro. “Abbiamo gli strumenti legislativi per poter favorire la crescita e lo sviluppo delle cooperative sociali, si tratta di metterli in pratica”, ha affermato Giulia Failli, vice presidente di Legacoopbund. Alessandra Berloffa di Federsolidarietà ha ricordato che il principale obiettivo delle cooperative sociali di tipo B è quello dell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate: “Stiamo parlando di persone in condizioni di forte svantaggio e che hanno un diritto imprescindibile ad essere trattati con professionalità, e qui le clausole sociali diventano una garanzia a per la qualità dei progetti di inserimento lavorativo”. “Il numero delle cooperative sociali è in forte aumento”, ha affermato Nicola Grosso di AGCI Alto Adige – secondo uno >> Emilia Romagna >> Campania >> Campania >> Puglia >> Puglia >> Sicilia >> Bologna >> Parma >> Ferrara >> Modena e Reggio Emilia >> Pesaro Urbino Primo piano Legacoop ACI Settori studio di AGCI Alto Adige, Federsolidarietà, Legacoopbund e Raiffeisenverband il numero delle cooperative sociali di tipo B dal 2008 al 2011 è aumentato del 42%. Se nel 2008 in Alto Adige si contavano 107 cooperative sociali (di cui 37 cooperative sociali di tipo B), nel 2011 esse erano 143, di cui 57 sono cooperative sociali di tipo B. Ma non solo il numero delle cooperative sociali è in aumento, anche il numero dei dipendenti (+79% rispetto al 2008) e delle persone svantaggiate integrate nelle cooperative sociali di tipo B (+58% rispetto al 2008) dal 2008 al 2011 ha subito un incremento notevole – a conferma dell’utilità di questo tipo d’impresa nella creazione di nuovi posti di lavoro. EMILIA ROMAGNA Progetto Life AQUA, evento finale presso il Parlamento Europeo Il progetto Life AQUA, “Adoption of Quality water Use in Agro industry”, che ha visto coinvolti Legacoop Emilia Romagna, Legacoop Agroalimentare e Distretto Nord Italia, ARPA Emilia-Romagna, Regione Emilia Romagna e Indica, ha permesso di analizzare l’utilizzo della risorsa idrica nei processi produttivi del settore agroalimentare e di identificare strategie di conservazione e di riduzione della risorsa idrica legate ad azioni che saranno realizzate all’interno delle imprese coinvolte nel progetto nell’arco dei prossimi anni. A conclusione delle attività, che erano state avviate a gennaio 2011, è previsto un evento finale per la presentazione dei risultati del progetto. L’evento, che sarà ospitato presso il Parlamento Europeo a Bruxelles, avrà il luogo il prossimo 7 maggio e vedrà la partecipazione di Paolo De Castro, Presidente della Commissione Agricoltura e Territori Imprese Sondaggio Territori Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo e di Sabrina Freda, Assessore all’Ambiente della Regione Emilia Romagna. L’incontro rappresenta un’occasione importante per presentare gli impegni e i piani di miglioramento assunti dalle 15 imprese che hanno aderito e sostenuto gli obiettivi del progetto, in particolare alla luce della “Water Blueprint” dell’Unione Europea e delle azioni proposte a salvaguardia delle risorse idriche nei processi produttivi. EMILIA ROMAGNA Seminario su riqualificazione edilizia ed urbana Prendendo spunto dallo studio di ASTER Rete Alta Tecnologia dell’Emilia-Romagna “Smart Swap Building – Riconversione di blocchi abitativi obsoleti in edifici di Classe A con infrastrutture integrate per la comunicazione e il trasporto elettrico urbano”, è programmato un incontro di carattere seminariale, che si svolgerà mercoledì 8 maggio dalle ore 9.15 alle ore 13.00, presso la sede Legacoop Emilia-Romagna - viale Aldo Moro 16 Bologna - SALA A, sul tema “Il possibile ruolo delle cooperative di abitanti nella riqualificazione del patrimonio edilizio residenziale, anche su scala urbana”. Partecipano all’incontro: Francesco Paolo Ausiello, Direttore Tecnico della Rete Alta Tecnologia dell’Emilia-Romagna Michele Zanelli, Responsabile Servizio Qualità Urbana – Regione EmiliaRomagna Paolo Cattabiani, Presidente Legacoop Emilia-Romagna UMBRIA Legacoop e Banca Prossima insieme per innovare il welfare 15 mossi dalle imprese cooperative. In un momento particolarmente difficile quale è l’attuale, in cui crescono i bisogni sociali dei cittadini e si riducono le risorse economiche da destinare al sistema di welfare, Legacoop Umbria e Banca Prossima mettono a disposizione della comunità le proprie competenze, in primo luogo umane, per realizzare un programma di investimenti finalizzato all’innovazione del welfare regionale con l’obiettivo di aumentarne il livello di efficienza ed efficacia. Solo puntando con decisione sull’innovazione sarà infatti possibile riuscire a migliorare l’offerta dei servizi di welfare in questi anni di crisi economica e sociale. La prima azione del progetto “Welfare Umbria” sarà la realizzazione, da parte di Legacoop Umbria e Banca Prossima, dell’attività di selezione congiunta dei progetti da realizzare nella fase iniziale del progetto. L’obiettivo è concludere la fase di selezione nei prossimi sei mesi ed entrare subito nella fase operativa del progetto ad ottobre 2013. Il progetto “Welfare Umbria” è dotato di un plafond iniziale di 20 milioni da parte di Banca Prossima che potrà essere incrementato sulla base dell’andamento del progetto. “Il rapporto tra Legacoop Umbria e Banca Prossima – afferma Andrea Bernardoni Responsabile Ufficio Economico Legacoop Umbria – si è consolidato da diversi anni. Oggi Banca Prossima è uno tra i partner finanziari più importante per la cooperazione, in particolar modo per le cooperative sociali. Sono molto felice di poter presentare questo nuova collaborazione tra Legacoop e la Banca. Una collaborazione che punta su tre parole chiave: sussidiarietà, innovazione e rete. Partendo dai bisogni dei cittadini e dai progetti delle imprese cooperative intendiamo innovare la rete di servizi sociali, educativi e sanitari dell’Umbria avviando il percorso di costruzione di un nuovo welfare di comunità.” “Con questa convenzione – aggiunge Gerardo Iula, Coordinatore Commerciale di Banca Prossima -Intesa Sanpaolo rafforza Il 22 aprile, presso la Sala Fiume, Palazzo Donini a Perugia, è stato presentato il progetto: “Welfare Umbria” e sono stati illustrati i contenuti della convenzione stipulata tra Legacoop Umbria e Banca Prossima con l’obiettivo di sostenere i progetti di innovazione del sistema di welfare dell’Umbria proPrimo piano Legacoop ACI Settori l’impegno in Umbria. La possibilità di offrire, attraverso Banca Prossima, la banca del Gruppo Intesa specializzata per il Terzo Settore, servizi bancari destinati alle cooperative sociali associate a Legacoop Umbria, forti nella capacità di fare rete, e’ una grande opportunità per il sistema cooperativo umbro. Questa partnership, unitamente alla collaborazione con Cassa di Risparmio dell’Umbria anche per i servizi ai soci e ai dipendenti, è un passo importante verso la creazione di valore sociale, obiettivo statutario di Banca Prossima.” CAMPANIA Nasce Agrinsieme della Regione; presentato alla CCIAA di Napoli Agrinsieme, il Coordinamento Campania tra Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Italiane Agroalimentari (Agci Agrital, Fedagri Confcooperative, Legacoop Agroalimentare), è stato presentato il 19 aprile alla Camera di Commercio di Napoli, dai rappresentanti dei soggetti componenti: Salvatore Ciardiello, Coordinatore Agrinsieme Campania - Presidente Cia Campania; Mario Catalano, Presidente Legacoop Campania; Carlo Mitra, Commissario Confcooperative Campania; Gianluigi De Gregorio, Presidente Agci Campania; Michele Pannullo, Presidente Confagricoltura Campania. Assente giustificato, Mario Moccia, Presidente Copagri Campania. La conferenza stampa moderata da Pasquale Carlo - Segretario Arga Campania ha messo in luce le finalità del nuovo Coordinamento nazionale Agrinsieme ed in linea con lo stesso, di Agrinsieme Campania, ovvero i due punti fondanti: definire strategie di sviluppo agricolo ed agroalimentare che possano fornire un contributo essenziale alla crescita economica e sociale generale della regione, valorizzando le risorse Territori Imprese Sondaggio Territori imprenditoriali del settore; la definizione di politiche che, attraverso l’affermazione di un ruolo strategico dell’agricoltura, garantiscano redditività alle imprese ed alle cooperative agricole, proiettandole verso il mercato più ampio dell’intero comparto agroalimentare. In sintesi, il programma di lavoro: politiche per favorire l’aggregazione delle imprese agricole; rilancio della ricerca; sostegno al ricambio generazionale; politiche mirate specificamente alla definizione di strumenti per il credito, per la legalità e per l’affermazione sui mercati nazionali ed esteri dei prodotti dell’agroalimentare campano. Daniela Nugnes, Consigliere Delegato all’Agricoltura della Regione Campania, ha tenuto a battesimo il Coordinamento campano di Agrinsieme, sottolineando come in esso siano ricomprese “tutte le sfide del futuro per l’agricoltura e per la tutela dell’ambiente nella nostra regione”. “Un segnale di estrema responsabilità – continua la Nugnes - da parte delle Associazioni di rappresentanza dell’Agroalimentare che hanno così avviato un percorso giusto e opportuno, superando dannose frammentazioni”. Mario Catalano, Presidente Legacoop Campania, nel suo intervento ha sottolineato due aspetti, in particolare. In primo luogo, “l’importanza di aver costituito un’alleanza politica tra le organizzazioni di rappresentanza dell’agroalimentare tesa a rafforzarle, con l’auspicio di trasformarsi presto in un’alleanza economica e imprenditoriale, come già le stesse Centrali cooperative hanno intuito da qualche anno, dando vita all’Alleanza delle Cooperative Italiane. Un messaggio che vogliamo lanciare a chi pensa di poter fare da solo”. In secondo luogo, “il ruolo strategico dell’agricoltura, sul piano economico sia nazionale che regionale, che dal nostro punto di vista può favorire una ripartenza per la valorizzazione delle produzioni del Mezzogiorno, tipicità, fra l’altro, di alta qualità a prezzi competitivi”. “Agrinsieme - ha dichiarato Salvatore Ciardiello - si presenta come una struttura unitaria nuova ed efficace, che rappresenterà tutti i soggetti aderenti al Coordinamento in modo efficiente, come interlocutore più affidabile e sicuramente di Primo piano Legacoop 16 maggior peso. Un passo in avanti per un settore che è una grande risorsa per il Paese ma, soprattutto, per rappresentare un nuovo modello agroalimentare campano ed italiano”. CAMPANIA Legacoop e Federconsumatori insieme; grave la crisi Legacoop Campania e Federconsumatori hanno attivato una collaborazione per realizzare una ricerca sui consumi e sulla spesa media delle famiglie campane e della città di Napoli, in particolare. Il dossier, presentato il 18 aprile scorso (presenti anche esponenti delle istituzioni, tra cui l’Assessore al Commercio del Comune di Napoli, Marco Esposito), ha prodotto un quadro per molti aspetti preoccupante del malessere sociale e dell’impoverimento sempre crescente ma ha anche evidenziato una serie di potenzialità, ancora intatte del nostro sistema economico e produttivo, che fanno sperare in un futuro di ripresa e di miglioramento generale. La crisi, come si evince dai dati, è grave, le conseguenze per i cittadini sono sempre più pesanti e sembrano allontanarsi, ogni giorno di più le possibilità di una ripresa che consenta una uscita veloce dalla attuale situazione. “Da ogni parte arrivano analisi e dati che confermano le difficoltà attuali – dice Massimo Pelosi, Vice Presidente Legacoop Campania - ma corrono il rischio di restare parziali, perché, spesso rappresentano solo alcuni aspetti dei settori produttivi o di alcune categorie specifiche. Infatti, estrapolando alcuni dati da indicatori come il BES e il PIQ, abbiamo avuto la confortante sorpresa di alcuni elementi che ci danno fiducia, sui quali puntare in Campania, come i settori innovativi della produzione (ad es. l’aereospaziale) e l’agroalimentare”. “Con Federconsumatori – conclude Pelosi abbiamo stabilito questa iniziativa comune, i cui risultati presenteremo periodicamente, per fare il punto sia sullo stato dei consumi e dei prezzi in Campania, che per fornire uno strumento di lavoro utile alle istituzioni che, oltre a fotografare l’esistente, possa individuare gli elementi sui quali puntare per lo sviluppo”. ACI Settori PUGLIA Legacoop Puglia e Forpuglia a supporto dell’Avviso pubblico Pubblicato il bando «Piccoli sussidi» dedicato alla fasce più deboli, a sostegno dell’occupazione e del’inclusione sociale. Destinatario delle risorse tutto il Terzo settore, con una particolare attenzione alle cooperative sociali. A supporto dell’intera misura anche Legacoop Puglia, che offrirà consulenza tecnica e formativa, insieme al suo ente di formazione, Forpuglia, per la partecipazione al bando. Si tratta di una misura attivata dalla Regione Puglia, che rientra nell’ambito del Programma Operativo del Fondo Sociale europeo 20072013, per sostenere l’ingresso e la permanenza nel mondo del lavoro di giovani e adulti disoccupati e inoccupati, d’immigrati, donne, lavoratori svantaggiati e disabili. Saranno le cooperative sociali, le associazioni di volontariato, le imprese sociali, Onlus e Ong ad aggiudicarsi un sostegno finanziario per un totale complessivo di 5 milioni e 400 mila euro (finanziato dal POR FSE 2007/2013, Asse II Occupabilità, dall’Asse III Inclusione sociale e dall’Asse VI Assistenza tecnica). A gestire l’intera misura è l’«Impresa Sociale per lo Sviluppo», organiamo intermedio aggiudicatario, in Associazione Temporanea di Scopo con il Consorzio «Ape», costituito da CoopFond, il fondo mutualistico di Legacoop. L’Organismo Intermedio sarà supportato da una rete diffusa sul territorio regionale di cui fanno insieme a Legacoop Puglia, anche Confcooperative Puglia, Banca Etica, ACLI Puglia e Agci Puglia. «Piccoli sussidi» è alla sua seconda edizione e per l’assessore regionale al Diritto allo studio e formazione, Alba Sasso, intervenuta alla conferenza stampa di presentazione insieme all’assessore alla Sanità, Elena Gentile, “significa proseguire una politica di attenzione alle persone. Puntiamo a migliorare le condizioni di accesso e permanenza al lavoro di soggetti svantaggiati, attraverso la creazione e il consolidamento di opportunità professionali. Spesso, infatti, le fasce più fragili sono anche quelle più difficilmente raggiungibili dalla comunicazione ordinaria: consolidare, con questa Misura, le imprese del Terzo Settore, vuol dire mantenere con loro un canale aperto, vuol dire disporre di an- Territori Imprese Sondaggio Territori tenne sociali per individuare altre fasce di nuove povertà. Dello stesso avviso l’assessore Gentile che parla di “iniziative di nuova e buona economia sociale, ripensando in un tempo di crisi modelli di sviluppo sostenibile”. Nel corso della conferenza stampa sono state illustrate le tre azioni previste dal bando, ovvero il consolidamento delle organizzazioni operanti nell’ambito dell’inclusione sociale e lavorativa, la creazione di nuove imprese; le misure di sostegno dirette a consentire l’accesso; la permanenza nel mercato del lavoro e nelle attività di formazione di soggetti non completamente autonomi. L’importo massimo di finanziamento richiedibile su ogni azione è di 35 mila euro. Si prevedono come beneficiari finali degli interventi circa 1200 soggetti svantaggiati. Le istanze dovranno pervenire, presso la sede dell’Organismo Intermedio RTS APE – FONDOSVILUPPO, entro e non oltre le ore 16.00 del quarantesimo giorno successivo alla data di pubblicazione dell’Avviso sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia. PUGLIA Tempi di vita e lavoro; ripensare la città di Bari Per conciliare spazi di vita e lavoro occorre ripensare e progettare nuove politiche temporali e territoriali della città. Con una visione urbanistica che integri mobilità, cultura, socialità, servizi sociali, scuola, bisogni di donne, anziani e bambini, in un’ottica sostenibile. A Bari, l’assessorato al Welfare, con il contributo della Regione Puglia e del Terzo settore, tra cui Legacoop Puglia, con la sua Commissione Pari Opportunità e Politiche di Genere, è al lavoro per realizzare tutto ciò. Nella sala Consiliare del comune barese sono stati presentati i risultati dello Studio di Fattibilità del Piano Territoriale dei Tempi e degli Spazi di Bari (PTTS). Una pubblicazione di circa 170 pagine, già consegnata alla Regione e distribuita anche alla stampa come frutto di un lavoro di ricerca partecipata. Grazie all’Avviso pubblico della RePrimo piano Legacoop 17 gione Puglia, l’Ambito Territoriale della Città di Bari, ha, difatti, candidato, in questo modo, la sua proposta. Il programma s’inserisce nell’ambito delle Politiche regionali dei Servizi alle persone, del Benessere e delle Pari Opportunità della Regione Puglia. E con la legge regionale n.7 del 2007, sulle “Norme per le politiche di genere e i servizi di conciliazione vita-lavoro” è stato possibile attuare un programma d’intervento per realizzare e implementare una nuova cittadinanza solidale, fondata sulle differenze di genere e sulla conciliazione dei tempi e gli orari di vita delle persone nei contesti cittadini. Il Patto sociale di genere delle città di Bari, rientra proprio in questa programmazione. Si tratta di un progetto promosso dal comune di Bari, insieme a Legacoop Puglia, Confcooperative Puglia, Aiecs e Cirpas, che, tra i vari obiettivi, ha dato il via ai lavori per l’istituzione di una Consulta cittadina per la salute e il benessere delle donne. Uno strumento pensato per essere reale supporto all’amministrazione comunale nella realizzazione di programmi a “misura di donna”. Lo studio di fattibilità sull’“Abitare i tempi di spazi della città di Bari” e condotto nell’Ambito Sociale, è, dunque, in perfetta continuità con le altre esperienze e progetti-pilota sulla conciliazione, come appunto, i Patti sociali di Genere. Nello specifico, lo studio, costruito grazie ad uno staff tecnico di esperti professionisti, prova a correlare la mobilità sostenibile con il sociale, la cultura con l’amministrazione. Obiettivo: ripensare la città a reale misura di cittadino. Il PTTTS dell’Ambito della Città di Bari prevede il miglioramento dell’abitabilità del tempo urbano favorendo la conciliabilità dei diversi spazi di vita dei cittadini, promuovendo l’empowerment istituzionale e un più stretto coordinamento tra attori istituzionali e sociali. Sono previste dal Piano 14 azioni progettuali sperimentali, in quattro macroambiti di azione e interesse, ovvero • Mobilità sostenibile urbana; • Conciliazione tempi vita-lavoro delle donne e delle famiglie; • Maggiore accessibilità ai pubblici servizi; • Qualità urbana. Si tratta di un lavoro che promuove la parACI Settori tecipazione attiva di diversi spazi di vita delle persone, anche attraverso, come è emerso nel corso della conferenza stampa, l’attivazione dell’Ufficio Tempi e Spazi, nella sede della Ripartizione Welfare del comune di Bari. Sarà un laboratorio aperto alle associazioni e alla cittadinanza per proporre nuovi servizi, nuove iniziative e politiche temporali, in linea con le esigenze di conciliazione vita-lavoro, con lo spazio urbano e gli orari degli uffici pubblici. Così da offrire anche nuove occasioni conciliative al mondo delle imprese, alle famiglie, ai minori, enti e istituzioni. La costituzione di un Tavolo di concertazione permanente, cui aderiranno rappresentanti dei diversi ambiti d’interesse e territoriali, pubblici e privati, sarà l’ultima tappa per avviare il vero cambiamento. La peculiarità del progetto sta anche nella partecipazione attiva di tutti, in particolare dei cittadini. Le 30 mila cartoline diffuse dall’assessorato al welfare consentiranno di segnalare un bisogno rispetto al tema della conciliazione nella propria città. Un importante e ulteriore contributo per migliorare i tempi e gli spazi di vita. SICILIA Finanziaria e bilancio; appello al governo regionale Pubblichiamo, di seguito, il testo di un comunicato diffuso il 19 aprile dai presidenti di Agco, Confcooperative, Legacoop, Unci ed Unicoop Sicilia “Al Presidente Crocetta, all’Assessore Vancheri e all’Assessore Bianchi chiediamo chiarezza sull’IRCAC a nome delle 7.000 cooperative che rappresentiamo, dei loro quasi 400mila soci e dei loro oltre 70mila addetti. Chiediamo chiarezza perché, malgrado Il testo della finanziaria 2013 depositato dal Governo non contenga gli annunciati progetti di fusione dell’IRCAC con altri istituti, si continuano a registrare voci sulla volontà del Governo di procedere con la legge di bilancio in questa direzione. Per questo motivo ribadiamo quanto già sottolineato in occasione dell’audizione in Commissione Attività Produttive: il movi- Territori Imprese Sondaggio Territori mento cooperativo non è pregiudizialmente ostile ad un disegno innovatore sul credito agevolato in Sicilia e sui suoi relativi strumenti. Tra i quali certamente c’è l’IRCAC. Non è insomma trincerato nella difesa dell’esistente. Anzi il movimento cooperativo siciliano è pronto a sostenere le scelte che il Governo vorrà assumere se esse andranno nella direzione del recupero di efficienza e di efficacia della macchina pubblica e di un più fluido e agevole accesso al credito per le cooperative siciliane. Se esse andranno nella direzione della risoluzione delle criticità, che pure esistono, nella operatività dell’IRCAC. Ma decidere della soppressione o della fusione dell’IRCAC al buio, senza un progetto alternativo già verificato nella fattibilità, significherà compromettere i regimi di intervento del credito agevolato per le cooperative, già notificati in sede europea. Significherà, per molte imprese cooperative siciliane, cancellare conseguentemente la possibilità di accesso al credito nel momento più difficile del rapporto con le banche. Significherà cioè, in alcuni casi, decretarne la liquidazione. Ma quelle esperienze imprenditoriali, spesso di piccole o piccolissime dimensioni, sono le stesse che, in barba alla crisi, hanno garantito in Sicilia dal 2008 al 2011, in totale controtendenza, la crescita dell’occupazione del 4,1%. Per questo chiediamo al Governo la chiarezza che riteniamo sia dovuta alle cooperative siciliane, ai loro soci ed ai loro addetti. Si faccia chiarezza e si apra contestualmente un tavolo di confronto sull’argomento. Non faremo certamente mancare il nostro contributo per la costruzione di una Sicilia più moderna, più efficiente e più equa”. BOLOGNA Premiati i vincitori della seconda edizione di Coopyright Junior Si è svolto il 19 aprilemattina a Bologna l’evento di premiazione della seconda edizione di “Coopyright Junior - Scopri la cooperazione”, il concorso di ricerca, rivolto alle scuole secondarie di primo grado, promosso da Legacoop Bologna e dal Centro Italiano di Documentazione sulla Cooperazione e l’Economia sociale, in collaborazione con Istituto Primo piano Legacoop 18 Storico Parri Emilia-Romagna, C.D.I. - Centro di Documentazione per l’Integrazione dei Comuni della Valle del Samoggia e Voli Group e con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale per la valenza pedagogica del progetto. Alla premiazione sono intervenuti alcuni Sindaci dei Comuni delle scuole coinvolte e l’Assessore alla formazione della Provincia di Bologna Giuseppe De Biasi. L’iniziativa Coopyright, realizzata grazie al contributo della Camera di Commercio di Bologna, si prefigge l’obiettivo di avvicinare le scuole al mondo della cooperazione, facendo conoscere anche ai più giovani la storia, i principi e gli strumenti della cultura cooperativa. Il concorso prevede la realizzazione di una ricerca storico-culturale sul pensiero e sulle pratiche della solidarietà economica e cooperativa del territorio bolognese. Queste le cinque classi in concorso nell’anno scolastico 2012/2013: 3°A Istituto Comprensivo n. 13 - Leonardo da Vinci di Bologna, 2°D Istituto comprensivo Bazzano Monteveglio - T. Casini di Bazzano, 3°C Istituto Comprensivo di Castel Maggiore Donini-Pelagalli, 3°F Istituto Comprensivo di San Pietro in Casale -“Bagnoli”, 3°P Istituto Comprensivo 10 - Besta di Bologna. Tutte le cinque ricerche presentate hanno ricevuto un premio di 500 euro l’una, perché rispondenti a pieno titolo ai criteri previsti dal Regolamento. Il primo premio di 1.000 euro è stato assegnato dalla Giuria di Coopyright Junior alla 3°A dell’Istituto Comprensivo 13 Scuola media Da Vinci di Bologna per la ricostruzione attenta e curata della storia della Cooperativa Edificatrice Murri. Il secondo premio di 500 euro è stato assegnato alla 2D I.C. T. Casini di Bazzano che ha presentato una ricerca, attingendo anche a fonti e documenti inediti, sulle radici cooperative presenti nel territorio bazzanese. ACI Settori I premi sono stati consegnati alle scuole per utilizzi didattici collettivi; per questa edizione la giuria ha voluto assegnare anche un riconoscimento individuale, sotto forma di buono per l’acquisto di libri, ai ragazzi e agli insegnanti che si sono cimentati con il progetto. Complessivamente alle scuole e ai ragazzi, sono stati assegnati riconoscimenti e premi per un valore di 5.500 euro. «I protagonisti siete voi – ha detto Ethel Frasinetti, Direttore di Legacoop Bologna, intervenendo alla premiazione davanti ai circa centro trenta ragazzi delle scuole coinvolte – Anche se sentiamo parlare continuamente di crisi, Legacoop continuerà ad investire sui giovani e sulle scuole perché sono patrimonio del futuro e del nostro presente. Sosteniamo e sosterremo Coopyright Junior perché consente di diffondere tra i più giovani quei principi cooperativi che sono principi di tutta la collettività. Fanno parte della nostra vita di tutti giorni, prima di trovare applicazione in una forma di impresa». PARMA Emc2 onlus inaugura la nuova sede Sabato 20 aprile alle 18, Emc2 onlus ha inaugurato la nuova sede di Pilastro, in via Pertini. Si tratta di un ulteriore passo avanti per la cooperativa sociale nata dalla recente fusione di due realtà storiche del nostro territorio, Averla e La Giunchiglia, che hanno unito le forze per garantire continuità e crescita ai servizi offerti, nei settori ambientale e socioeducativo, nonché all’inclusione lavorativa e sociale. Dopo l’introduzione di Marco Carretta, vicepresidente di Emc2 onlus, la parola è passata ad Alessia Frangipane, referente di Territori Imprese Sondaggio Territori Libera Parma, che ha sottolineato come le imprese e la comunità sono decisive nella lotta contro la criminalità, attraverso azioni di resistenza quotidiana. A raccontare l’instancabile lavoro delle tante persone impegnate nella mission della ong fondata da don Ciotti , è intervenuto a seguire, Enrico Fontana, Presidente del Consorzio Libera Terra Mediterraneo, marchio che contraddistingue le produzioni biologiche realizzate dalle cooperative che gestiscono le terre confiscate alle mafie, che ha detto: “Responsabilità ed etica sono marchi che contraddistinguono chi vuole un mondo diverso, rispettoso della giustizia e dell’uguaglianza tra gli uomini e dell’ambiente”. Al tavolo dei relatori era anche Stefano Andreoli, portavoce della Fondazione Cariparma. Infine, è stato Stefano Bovis, sindaco di Langhirano, a portare il saluto e l’augurio ai tanti soci e dipendenti di Emc2 onlus (131 in tutto, la più grande cooperativa soc. di tipo B di Parma):“Dobbiamo praticare la solidarietà e il dialogo continuo per riuscire a costruire qualcosa di buono”. FERRARA Convegno “Quale futuro per le Case del Popolo?” “Quale futuro per le Case del Popolo?” è il tema del convegno che si terrà il 28 aprile, dalle ore 10, al Teatro Venere di Ravalle. Interverranno esponenti delle Cooperative Case del Popolo, dell’Arci, di Legacoop Ferrara e il Vicesindaco di Ferrara Massimo Maisto. Sarà un importante momento di riflessione sulla funzione sociale che le Case del Popolo hanno svolto e possono ancora svolgere. Primo piano Legacoop 19 MODENA E REGGIO EMILIA PESARO URBINO Riunito il settore agroalimentare di Legacoop Nicola Denti eletto presidente del Comitato provinciale Si è svolta, il 22 aprile, presso la Sala Convegni di Progeo a Masone, una importante riunione di Legacoop Agroalimentare di Modena e Reggio Emilia. Nel corso dell’iniziativa, presieduta dai responsabili di settore di Modena e Reggio Emilia, Franco Michelini e Luigi Tamburini, sono stati affrontati diversi problemi come il sistema finanziario e creditizio, la formazione e le energie alternative, che riguardano da vicino il settore agroalimentare e lo sviluppo delle cooperative. L’incontro è stato aperto da Cristian Maretti, direttore distrettuale di Legacoop Agroalimentare, che ha presentato anche il Gruppo di lavoro “Finanziamenti e Legislazione”, coordinato da Lorenzo Sazzini e Alberto Carini. Anna Fogacci del Cesvip (ente di formazione di Legacoop) ha parlato delle opportunità e delle iniziative previste dal Piano Agroalimentare – Avviso Regione Emilia-Romagna Sisma, e in particolare del bando Formazione Terremoto. E’ poi intervenuto Francesco Maccione di Cooperfidi, che ha presentato un prodotto finanziario specifico per le cooperative agricole estendibile anche ai conferenti. Sempre sugli strumenti finanziari, Carlo Lucchetti ha presentato la “Funzione Cooperative” di Unipol Banca. Biagio Bergesio di Legacoop è infine intervenuto sul tema “Dal Fotovoltaico alla Biochimica, energie alternative al servizio dell’Agricoltura. L’evoluzione tecnica e normativa in materia di agro energie”. Cristian Maretti, Franco Michelini e Luigi Tamburini hanno sottolineato l’importanza della riunione, convocata congiuntamente dal settore agroalimentare di Modena e Reggio Emilia, e che ha visto insieme cooperative operanti in entrambe le province. Nicola Denti, presidente della cooperativa sociale T41b, è stato eletto presidente del Comitato provinciale di Pesaro Urbino di Legacoop Marche. Denti, 36 anni, subentra a Franco Alleruzzo, presidente della cooperativa sociale Labirinto e vicepresidente di Legacoop Marche, nominato dal Comitato dopo l’assemblea provinciale del luglio 2011 dalle 90 cooperative che, nella provincia, aderiscono a Legacoop. In quell’occasione, le coop pesaresi avevano deciso che, a metà mandato del Comitato, ci fosse un avvicendamento nel ruolo di presidente. Le cooperative di Legacoop rappresentano il 30% delle coop attive nella provincia di Pesaro e Urbino. Dal 2003 al 2011, la loro produzione è cresciuta da 312,4 milioni a 500 milioni del 2012. E’ aumentato il numero dei soci, da 46 mila a 60.290, e gli addetti, da 2.600 a 4.000. Un sistema, nel suo complesso, che sta reggendo all’impatto della crisi economica registrando una crescita costante del fatturato e del numero degli addetti pur riducendo gli utili e i margini operativi. Le cooperative hanno continuato a tenere, in primo piano, la tutela del lavoro e il mantenimento dell’occupazione. Nella provincia le cooperative di Legacoop sono più presenti nei settori del sociale, dei servizi, del consumo e dell’agricoltura. ACI Settori Territori Imprese Sondaggio Imprese >> Conad 20 CONAD >> Conad Sicilia Accordo con UniCredit a sostegno delle imprese fornitrici >> Aster Coop UniCredit Factoring e Conad hanno siglato un accordo al servizio degli attori della filiera dell’insegna distributiva, che consentirà alle imprese coinvolte di disporre di un polmone finanziario non trascurabile, nel panorama attuale degli affidamenti. Il contenuto dell’accordo è innovativo perché concepito in un’ottica di filiera, per offrire - mediante la fattorizzazione dei crediti e l’allungamento delle dilazioni in flooring vantaggi rispettivi e reciproci a operatori con caratteristiche e ruoli complementari. Ai fornitori di Conad accreditati l’accordo concede la fattorizzazione dei crediti offrendo: certezza e puntualità nei pagamenti , inoltre con l’anticipazione dei corrispettivi delle forniture al di sotto dei tempi previsti dalle nuove scadenze di legge, t (che impongono i 30 gg per le derrate deperibili, i 60 gg per le altre merci, secondo quanto previsto dall’art. 62 Dl 01/2012) tassi particolarmente vantaggiosi. Lo stesso accordo offre all’azienda distributrice una dilazione dei pagamenti rispetto alle stesse scadenze, quindi una maggiore flessibilità finanziaria. In sostanza, UniCredit Factoring interviene nei rapporti tra produttore e distributore attraverso il meccanismo del cosiddetto “reverse factoring”, tramite il quale il Factor si sostituisce al distributore, pagando le forniture ed offrendo servizi finanziari e amministrativi che semplificano, centralizzandola, la contabilità incassi pagamenti per tutti gli attori coinvolti. L’accordo è stato presentato presso il Palazzo della Regione Lombardia, nel corso di una conferenza stampa cui hanno preso parte per UniCredit Federico Ghizzoni, Amministratore Delegato, Gabriele Piccini, Country Chairman Italy e Ferdinando Brandi, Executive Vice President UniCredit che ha curato l’operazione per UniCredit Factoring. Per Conad hanno partecipato Francesco Pugliese, Direttore Generale e Mauro Bosio, Direttore Amministrazione,Finanza e Controllo. Un anno fa - ha dichiarato Federico Ghizzoni - abbiamo lanciato il programma UniCredit per l’Italia, in cui il factoring è uno strumento importante di supporto alle >> Cooperativa Ortolani >> Cooperativa sociale Ambra >> Terra Futura >> Consorzio Porto Peschereccio di Oneglia >> Coop Itaca >> Coop Santa Maria Assunta >> Unicoop Tirreno >> Covocazioni Assemblee FASCO Primo piano Legacoop ACI Settori aziende. Oggi siamo qui, a fianco di Conad, a presentare per primi in Italia una soluzione integrata che testimonia quanto sia importante essere vicini alle imprese e soprattutto veloci nell’interpretare il cambiamento nelle loro necessità” “Con questo accordo – ha aggiunto Gabriele Piccini, Country Chairman di UniCredit - stiamo dimostrando come quello che serve è la coesione e il supporto reciproco: la stretta cooperazione tra imprese e banche può produrre risultati come questo accordo e contribuire alla ripartenza del Paese” “È un accordo particolarmente innovativo – ha dichiarato Francesco Pugliese, Direttore Generale di Conad - perché coinvolge l’intera filiera in un’idea evoluta di partnership, che ci fa intravvedere i contorni di un progetto di moderna cooperazione che segnerà nuovi passi nello sviluppo della distribuzione e dell’economia del Paese”. Con questa operazione sono stati globalmente messi a disposizione della filiera Conad 500 milioni di euro di affidamenti. L’accordo coinvolgerà inizialmente 100 fornitori della catena distributiva, per poi estendersi successivamente. Si stima che, a regime, la partnership produrrà un turnover quantificabile in quasi 1,5 miliardi di euro su base annuale. CONAD SICILIA Un libro racconta i 40 anni di attività Conad Sicilia ha celebrato il 18 aprile, al Teatro Garibaldi di Modica, i quarant’anni della propria storia con la tavola rotonda “Conad Sicilia 1973-2013: al Sud si può”. Anche al Sud, infatti, può nascere un’impresa cooperativa sana, capace di generare valore per la propria crescita e per lo sviluppo del territorio siciliano. Alla tavola ro- Territori Imprese Sondaggio Imprese tonda sono intervenuti il direttore generale Conad Francesco Pugliese, il direttore generale Conad Sicilia Giorgio Ragusa, il Presidente della Commissione Attività Produttive all’ARS Bruno Marziano, il presidente di Legacoop Sicilia Elio Sanfilippo e il presidente regionale di Confcommercio Sicilia Pietro Agen. Quarant’anni: una ricorrenza importante per ribadire il valore del modello imprenditoriale cooperativo a proprietà diffusa e il sistema di valori a cui si ispira, un modello di impresa che nell’attuale crisi economica si rivela capace di generare ricchezza, nuova occupazione e formare professionalità. Sono queste le solide radici di Conad Sicilia, a cui hanno dato vita i soci, i fornitori, le comunità locali. Radici che nel volume del professor Saverio Terranova “Conad Sicilia 40 anni di storia per il futuro. 1973-2013” trovano un’adeguata valorizzazione attraverso la puntuale descrizione di fatti e avvenimenti anche attraverso un ricco corredo di documenti. Quarant’anni che “contano”, in quanto maturati in una terra, quella siciliana, dove la cooperazione ha alternato anni di esaltazione ad anni difficilissimi improntati ad una modesta diffusione. Nell’attuale contesto di incertezza economica, di mancanza del lavoro e di difficoltà generale della società, uno studio come questo, realizzato sul valore di una piccola cooperativa che è riuscita a diventare grande con le sole proprie forze, è indirettamente anche lo specchio della vita di tanti siciliani che si riconosceranno nel fluire degli avvenimenti riportati con una ricca e completa documentazione di testimonianze. La storia di Conad Sicilia è parte della storia dell’economia del Sud – vale a dire quasi la metà del territorio italiano e un quarto del Pil 21 nazionale –, un territorio che ha vissuto profonde trasformazioni, legate da un comune filo ai cambiamenti istituzionali e produttivi che hanno caratterizzato lo sviluppo economico del resto del Paese. Sud che è una grande risorsa per la ripresa dell’economia italiana; anche se necessita di uno sviluppo sano e di politiche di sviluppo basate sul miglioramento produttivo e concorrenziale. Conad Sicilia lo ha capito da tempo e in Sicilia – terra vocata ad un’agricoltura di qualità e dove le risorse della natura si sono rivelate basilari per la nascita di piccoli stati agricolo-marinari, insufficienti, tuttavia, per uno sviluppo industriale anche solo di media scala – è cresciuta innovando e modernizzando il tessuto economico locale, con contenuti sia di prodotto sia di servizio, con format di mercato competitivi e “disegnati” sulle esigenze di un consumatore che cambia le proprie abitudini di spesa. Conad Sicilia fa la propria parte e le pagine di questo libro lo testimoniano con una ricchezza di dati ed eventi. Ma chiede qualcosa in più alla Sicilia, perché vede le potenzialità per far crescere l’economia isolana con l’iniziativa dei mercati, delle imprese e del lavoro. Chiede una strategia che individui le direttive e gli obiettivi su cui indirizzare lo sviluppo, in una prospettiva di lungo periodo che valorizzi le risorse isolane per dare nuova forza a tutta l’economia italiana. “Rileggere la storia di quarant’anni di Conad Sicilia – sottolinea il direttore generale Giorgio Ragusa –, il suo divenire in epoche diverse, ognuna con i propri chiaroscuri, l’affermarsi certamente faticoso di un modello cooperativo che ha radici nello sforzo collettivo di tanti uomini e tante donne, ci rende orgogliosi. E’ un impegno che vorremmo diventasse patrimonio comune per superare la crisi economica, nell’interesse del Paese e non solo del sistema produttivo locale. Vogliamo crescere con i nostri soci e ambire a traguardi sempre più alti, valorizzando le specificità che ci rendono distintivi in quel difficile mercato che è la grande distribuzione.” Chi è Conad Sicilia Conad Sicilia è una cooperativa di 164 soci imprenditori indipendenti, protagonista nel mercato della grande distribuzione organizzata siciliana. Primo piano Legacoop ACI Settori 400 mila famiglie siciliane riconoscono la qualità dell’offerta e la convenienza di 194 punti di vendita, su una superficie di oltre 86 mila metri quadrati. Grazie all’impegno dei soci, massima attenzione è riservata alle esigenze del territorio, nella consapevolezza del ruolo che la cooperativa deve avere all’interno delle comunità nelle quali opera e alle quali restituisce parte del valore creato. Nel 2012 Conad Sicilia ha prodotto un fatturato di quasi 300 milioni di euro, raggiungendo una quota di mercato del 10 per cento. Il patrimonio netto ammonta a 22 milioni di euro – in crescita del 7 per cento rispetto all’anno precedente –, in grado di assicurare la continuità dell’impresa e il futuro delle nuove generazioni. La cooperativa ha acquistato merci da fornitori locali per 32 milioni di euro, offrendo interessanti opportunità di sviluppo a tanti piccoli e medi produttori, spingendo le eccellenze siciliane nelle iniziative locali e favorendo l’esportazione nei 7 punti di vendita Conad presenti a Malta. Con oltre 1.700 addetti impiegati, Conad Sicilia contribuisce allo sviluppo delle economie locali promuovendo nuova imprenditorialità e creando occupazione. COOPEARTIVA ORTOLANI Nel 2012 fatturato in crescita a 3,2 milioni Si è svolta il 18 aprile a l’Assemblea di bilancio della Cooperativa Ortolani, una delle realtà più importanti nel settore ortofrutticolo della provincia, che commercializza e trasforma i prodotti dei propri soci. La cooperativa è anche una delle imprese reggiane più antiche, essendo stata costituita il 2 febbraio 1905. Proprio lo scorso anno la Camera di Commercio ha premiato le 28 imprese ultracentenarie della nostra provincia, che sono state inserite nel Registro delle Imprese Storiche Italiane: tra queste la Cooperativa Ortolani. Territori Imprese Sondaggio Imprese La cooperativa ha oggi 38 soci: sono 2 cooperative e 36 imprenditori agricoli, tra Reggio Emilia, Modena, Parma e Mantova. I dati del bilancio 2012, presentati ai soci dal presidente Marino Zani sono positivi, con un fatturato di 3,234 milioni di euro di fatturato, in crescita rispetto all’anno precedente. “La nostra – ha detto Zani – è una cooperativa in salute: lo testimonia anche il riparto positivo che ogni anno viene distribuito ai soci”. L’attività della cooperativa si svolge nel magazzino di via Cisalpina, presso il Mercato Ortofrutticolo, e nel magazzino di conservazione delle zucche a Santa Vittoria. Le zucche e i cocomeri sono i prodotti di eccellenza della cooperativa, a cui si aggiunge la migliore produzione di frutta e ortaggi. La Cooperativa Ortolani produce anche confezioni di verdure da minestrone, di prodotti cotti e di zucche al forno. “Una buona parte dei prodotti dei nostri prodotti (circa il 97%) – spiega il presidente Zani – va alla Grande Distribuzione, in particolare al sistema Coop, a Conad Centro Nord, a Nordiconad e a Realco, tutti gruppi con cui da anni abbiamo una proficua collaborazione nella filiera cooperativa. La nostra cooperativa è legata strettamente alle produzioni locali, che vogliamo valorizzare nella Grande Distribuzione, con la filosofia del km zero”. L’Assemblea, a cui è intervenuto il responsabile del Settore agroalimentare di Legacoop Luigi Tamburini, è stata anche l’occasione per ribadire la completa estraneità della Cooperativa Ortolani dalla vicenda della Magyar Sajt e della Nuova Castelli, come erroneamente affermato da alcune fonti, vista la presenza della cooperativa tra i soci del Ccfs. La Cooperativa Ortolani è socia del Ccfs come altre centinaia di cooperative in tutta Italia, e nulla ha a che fare con la produzione, o la commercializzazione, di formaggio. ASTER COOP Sospensione cautelare di alcuni soci-lavoratori 22 comportamenti individuali avvenuti all’interno del magazzino che non hanno niente a vedere con vertenze sindacali: a tal proposito, Aster Coop ribadisce che non è in alcun modo in discussione la libertà sindacale e il diritto di sciopero che devono, però, essere sempre esercitati nel rispetto del diritto al lavoro per chi dissente e della libertà di esercizio dell’attività imprenditoriale. Il provvedimento di sospensione cautelare, che prevede l’inibizione dell’accesso al posto di lavoro, ma il contestuale mantenimento del salario, viene assunto in attesa di definire le sanzioni adeguate ai fatti oggetto di contestazione. I destinatari delle contestazioni hanno cinque giorni di tempo dal ricevimento della raccomandata per presentare le loro giustificazioni scritte e/o verbali e potranno farsi assistere dall’organizzazione sindacale alla quale hanno conferito il mandato di rappresentanza. «È stata una scelta giusta anche se non fatta a cuor leggero, tutti devono rispettare le regole come fa ogni giorno la stragrande maggioranza dei nostri soci-lavoratori. Su questi argomenti non si possono fare eccezioni, ora e per il futuro. Ribadiamo: non era possibile tollerare oltre atti e comportamenti illeciti – commenta il presidente di Aster Coop Livio Nanino –. I provvedimenti presi danno ai lavoratori, secondo le regole previste dal Contratto di lavoro, la possibilità di difendersi. Ascolteremo tutti, ma siamo certi delle nostre ragioni. In ogni caso, siamo di fronte a contestazioni e, a tutela degli stessi lavoratori interessati, al momento non ritengo opportuno fornire ulteriori informazioni». Da dicembre 2012,Aster Coop ha assunto la gestione diretta del magazzino di Centrale Adriatica di Anzola dell’Emilia, applica integralmente il contratto nazionale di lavoro e, nonostante l’assenza di vincoli sulla continuità lavorativa degli addetti, ha stabilizzato fin dall’inizio 140 lavoratori a tempo indeterminato (13 in più di quelli in precedenza assunti). È stato, inoltre, istituito il servizio mensa prima inesistente. Tutti i soci lavoratori sono stati inseriti in un percorso di formazione d’aula e di formazione pratica sulle procedure di prevenzione degli Lunedí 15 aprile Aster Coop ha inviato per raccomandata lettere di sospensione cautelare ad alcuni soci lavoratori impiegati nel magazzino di Anzola dell’Emilia. Quello che ha indotto Aster Coop ad adottare i provvedimenti di sospensione sono gravi Primo piano Legacoop ACI Settori infortuni sul lavoro, sulle procedure operative e di qualità, sulle conoscenze della cooperativa e del rapporto sociale, sul regolamento e statuto, sul diritto del socio alla partecipazione sociale. Ad oggi sono 3.782 le ore di formazione svolte nell’appalto di Anzola. COOPERATIVA SOCIALE AMBRA Incontro con gli stakeholder finanziari Si è svolto a Reggio Emilia l’annuale incontro con gli stakeholder finanziari della cooperativa sociale reggiana Ambra. All’appuntamento erano presenti i principali istituti bancari operanti in Emilia Romagna e nelle principali piazze finanziarie italiane, il Ccfs, alcune assicurazioni e alcuni studi professionali. Ambra è una delle più importanti cooperative sociali della regione: opera in Emilia-Romagna, Abruzzo, Lombardi, Piemonte e Friuli Venezia Giulia nell’area anziani, educativa e salute mentale, infanzia. L’appuntamento – che si ripete da ormai nove anni – si svolge dopo che il Consiglio di amministrazione della cooperativa ha approvato la bozza di bilancio consuntivo e, mentre si stanno facendo gli incontri preparatori dell’Assemblea Generale di Bilancio. L’incontro, sempre utile e costruttivo, serve a verificare con gli interlocutori esterni il gradimento della gestione economico - sociale della cooperativa. “Questo appuntamento – spiega il presidente di Ambra Roberto Mainardi – è considerato un passaggio importante in quanto sviluppa un confronto non formale sui dati salienti della cooperativa e sulle sue criticità, unitamente alla valutazione sulla fondatezza delle strategie di gestione o di sviluppo”. I dati di bilancio sono stati presentati dalla responsabile finanziaria Daniela Stefani, dalla direttrice generale Stefania Venturi e dal presidente Roberto Mainardi che hanno illustrato l’andamento del 2012 (con un fatturato totale di 25.800.000 euro) che Territori Imprese Sondaggio Imprese segnala una stasi nel processo di crescita rispetto agli anni passati, la leggerissima riduzione degli addetti (fermi ad 840 circa), il mantenimento dei livelli di MOL e un aumento, seppur limitato, delle partecipazioni: un bilancio di tenuta quindi, a fronte di un quadro economico – e quindi anche commerciale – che segna stabilmente “brutto” da alcuni anni e di cui i riflessi sono ormai evidenti e pesanti nel settore del welfare. In questo contesto, denunciano i responsabili di Ambra, la mancanza di un vero dibattito riguardante un nuovo modello di welfare per l’Italia del futuro aggrava pesantemente la prospettiva di garanzia dei diritti delle fasce più deboli della società. “Sono ormai anni – spiega il presidente Mainardi – che nessuno si propone di lanciare proposte di rielaborazione delle novecentesche teorie del welfare state, limitandosi a denunciare l’impossibilità di mantenerci il lusso del welfare accessibile a tutti. Ambra vive di progettazione del futuro e di condivisione di obiettivi e pratiche, ma ormai parlare di sussidiarietà e co-progettazione pubblico/privato sociale rischia di rimanere un monologo a fronte di un muro di sostanziale indifferenza”. La direttrice generale e il presidente hanno illustrato i risultati, frutto di buone pratiche e di un costante processo di ristrutturazione interna, e hanno inoltre segnalato che è in atto una riorganizzazione generale del settore della promozione commerciale e della gestione gare che, unitamente all’implementazione della ricerca progettuale innovativa, consenta all’impresa di costruire le nuove risposte che la crisi impone al tema della competitività, non rinunciando mai all’idea di cooperazione come progetto sociale teso al miglioramento del benessere dei cittadini e della difesa dei diritti dei soci lavoratori. In questo senso, anche il bilancio previsionale 2013 prevede azioni importanti con risultati di nuova crescita e mantenimento del MOL e del risultato netto aziendale. TERRA FUTURA “Una nuova governance per una nuova democrazia europea” È necessario rifondare la governance di un’Europa a rischio di implosione, per ridarle credibilità e legittimazione. Dal sistema istituzionale a quello economico-sociale, dal Primo piano Legacoop 23 welfare alla sostenibilità ambientale, alla finanza: servono nuove risposte e maggiore democrazia. Attorno a questa urgenza si svilupperà la decima edizione di Terra Futura, mostra convegno internazionale delle buone pratiche di sostenibilità ambientale, economica e sociale, dal 17 al 19 maggio 2013 a Firenze, alla Fortezza da Basso (www.terrafutura.it), promossa da Fondazione culturale Responsabilità etica per il sistema Banca Etica, Regione Toscana e Adescoop-Agenzia dell’economia sociale, insieme ai partner Acli, Arci, Caritas Italiana, Cisl, Fiera delle Utopie Concrete e Legambiente. Nata all’indomani della prima edizione del Forum Sociale Europeo - ospitato proprio alla Fortezza da Basso di Firenze nel 2002 -, Terra Futura ne ha raccolto il testimone, facendo proprie e portando avanti denunce, riflessioni, obiettivi e istanze per un altro mondo possibile. Da allora sono trascorsi dieci anni: anni di dibattito culturale, di scambio e diffusione di percorsi e buone prassi, nella costruzione continua di alleanze tra i diversi attori della sostenibilità. Best practice che – finora da più parti liquidate come nicchie o ritenute inconcepibili quali basi di un diverso sistema - sarebbe finalmente l’ora di prendere in seria considerazione. «Oggi molte di queste proposte, tanto sul piano teorico quanto pratico, si rivelano percorsi obbligati, più che alternative possibili». Così si legge nel Position Paper, il documento condiviso che riassume la visione politica dei partner di Terra Futura, in cui si chiede con forza “un’altra Europa”: più sociale, più democratica, capace di comprendere le dinamiche generate dalla globalizzazione e di essere all’altezza dei problemi e delle nuove sfide. «Le soluzioni non verranno dall’alto, come in questi anni si è reso evidente» afferma Andrea Baranes, presidente della Fondazione culturale Responsabilità etica, «ma sarebbe miope non vedere che le regole del gioco e le condizioni quadro in Europa e negli stati nazionali rivestono una grande importanza ACI Settori nel delimitare i nostri margini di azione. L’Europa deve sempre di più diventare uno spazio animato e riconquistato dalle nostre azioni e dalle nostre relazioni, in una solidarietà di intenti e nella condivisione di un unico destino: sono questi, infatti, i soli veri antidoti alla divisione, alla competizione, al risorgere di barriere e di conflitti. E sta qui la sola protezione possibile ai diritti fondamentali che, se non sono di tutti, non sono di nessuno. Dal mondo politico ci aspettiamo che torni ad ascoltare e a rappresentare i bisogni e le richieste dei cittadini, frenando la spaventosa crisi di democrazia e rappresentanza che sta dilagando da anni a tutti i livelli». Terra Futura vuole anche in questa decima edizione alimentare il dibattito su un modello diverso di sviluppo e avanzare proposte concrete. Le buone pratiche di vita, di governo e di impresa, numerose delle quali nate dal basso, saranno infatti ancora al centro della mostra alla Fortezza da Basso. Prodotti, progetti e percorsi protagonisti anche dell’ampia rassegna espositiva, organizzata secondo diverse sezioni tematiche per offrire ai visitatori un panorama completo di tutte le novità nel campo della sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Ricco e articolato anche il programma culturale, che si distingue come sempre per l’attualità dei temi trattati e gli ospiti di rilievo che interverranno a seminari, convegni e dibattiti. CONSORZIO PORTO PESCHERECCIO DI ONEGLIA Servetti ancora presidente del Consorzio Porto di Oneglia Venerdì 19 aprile ad Imperia presso l’Infopoint si è svolta l’assemblea per il rinnovo delle cariche del “Consorzio Porto Peschereccio di Oneglia”. Confermate le cariche di Lara Servetti di Legacoop Lega Pesca Liguria (Presidente), Francesca Paladino di Confcooperative Federcoopesca (Vice Presidente), Montoro Pietro della “Società Cooperativa Pescatori Imperia”, Miano Carmelo della “Imperia Pesca Società Cooperativa (Consiglieri). Nominato Rocco Iarlori in rappresentanza dei motopescherecci di Oneglia in sostituzione del dimissionario Chiarini Vincenzo. Il consorzio, senza fini di lucro, si propone di a) rappresentare le imprese armatoriali Territori Imprese Sondaggio Imprese della pesca professionale ed i loro soci utenti del porto di Imperia Oneglia, nei rapporti con gli enti pubblici e gli altri organismi privati; b) valorizzare la gestione e promuovere l’utilizzazione comune delle aree portuali concesse in uso o in godimento ai soci e allo stesso consorzio; c) gestire per conto dei soci i servizi (utenze quali acqua, luce, ecc) relativi all’utilizzazione delle strutture delle aree portuali concesse in uso o in godimento ai soci e allo stesso consorzio; d) stipulare accordi con soggetti pubblici e privati per lo sviluppo ed il migliore utilizzo del porto e delle aree limitrofe; e) promuovere e diffondere la cultura del mare, l’attività di pescaturismo e di ittiturismo in ogni suo aspetto e dimensione attraverso manifestazioni, convegni, fiere, pubblicazioni e ogni altra utile iniziativa. “Desidero ringraziare tutti i Componenti del Consiglio Direttivo che in questi tre anni hanno svolto il loro compito con impegno partecipando a riunioni convocate attendendo il loro rientro in porto dopo le battute di pesca. Iniziamo questo nuovo triennio con l’esatta percezione delle sfide che ci attendono prima fra tutte la realizzazione dell’ambizioso progetto del G.A.C. Il Mare delle Alpi che ci vede impegnati in prima linea.” - afferma Lara Servetti Presidente del Consorzio Porto Peschereccio - “La pesca ad Imperia è un settore in crescita nonostante la normativa comunitaria mal si attagli alle esigenze della pesca ligure; nell’ultimo anno nel porto di Oneglia sono arrivate tre nuove imbarcazioni da pesca: PINGONE, PEO35 e ZARA. Un bel segnale che ci conforta e ci stimola.” COOP ITACA I genitori fondano il doposcuola per i figli 24 porto per i compiti, sono attive anche occasioni di gioco e creatività. Da gennaio il servizio offre anche dei corsi specifici per approfondire in piccoli gruppi una disciplina esplicitamente richiesta da ragazzi e famiglie con l’aiuto di insegnanti ed esperti della materia, creando un gruppetto di massimo 5 ragazzi per ogni disciplina. Entrambi i servizi ora comprendono in tutto 35 ragazzi di varie età tra la prima media e la seconda superiore. I propulsori del progetto sono un gruppo di genitori della cittadina friulana che hanno fondato l’associazione “Mosaico di genitori” e progettato il doposcuola in collaborazione con la Cooperativa sociale Itaca, già operante nel territorio con diversi servizi, la rete Libra, il progetto della Parrocchia “Oratorio in rete” e l’Ambito socio assistenziale 6.4. L’associazione sta crescendo pian piano grazie all‘iscrizione delle famiglie che usufruiscono direttamente del servizio. Da un’analisi sul territorio era emersa infatti l’esigenza di creare una proposta all’interno del territorio comunale che mirasse ad un aiuto nello svolgimento dei compiti dei ragazzi della scuola secondaria di primo e secondo grado. In questi due ordini scolastici infatti non esiste la possibilità di rientri pomeridiani e questo creava nelle famiglie non pochi problemi sia nell’esecuzione dei compiti sia nel trovare un luogo sicuro nei pomeriggi in cui i genitori sono al lavoro Gli obiettivi specifici del Doposcuola sono il coinvolgimento delle famiglie nell’essere parte dell’educazione dei propri figli creando un gruppo attivo di genitori, il supporto durante i compiti (recupero e sostegno scolastico unito allo sviluppo delle potenzialità del singolo ragazzo attraverso la fiducia in sé e nelle proprie capacità) e il coinvolgimento territoriale (creare rete e legami con le altre associazioni ed agenzie educative del territorio in un’ottica di scambio di risorse). Oltre all’aspetto dell’apprendimento e approfondimento delle materie, emerge la necessità Dall’impegno e dalla passione di un gruppo di genitori è nato il progetto Doposcuola “Don Milani” che, in maniera silenziosa ma costante, sta prendendo forma e numeri nella realtà di Spilimbergo. Da ottobre un gruppo di ragazzi ha iniziato a trovarsi negli spazi dell’oratorio i pomeriggi del lunedì e mercoledì dalle 15 alle 18 per fare i compiti e studiare insieme. Oltre al servizio di supPrimo piano Legacoop ACI Settori di curare anche la socializzazione tra ragazzi. Uno sguardo di questo servizio è poi rivolto all’integrazione e allo scambio relazionale fra pari, anche favorendo azioni di mutuo-aiuto fra i giovani presenti. Il gruppo dei ragazzi del Doposcuola Don Milani, attraverso un simpatico esercizio di scrittura collettiva fatto un pomeriggio, parla così di questo servizio: “Al doposcuola studio veramente, in modo divertente”, “Il doposcuola è interessante e utile per i ragazzi, è qualcosa o qualcuno che ci può aiutare e far maturare”, “Serve per fare bene i compiti e approfondire le nostre capacità, ci aiuta a rimediare i voti e imparare molte cose”, “Le educatrici sono bravissime e sono disponibili a darci un aiuto sia nello studio che nel comportamento”, “Si conoscono nuove persone e si fanno nuove amicizie”, “Il doposcuola è divertente, bello e si gioca, accogliamo i nuovi arrivati a braccia aperte e verso le 16.30 si mangia”, “In compagnia si sta bene e si riesce a condividere con altre persone”. COOP SANTA MARIA ASSUNTA La cooperativa di pescatori apre una pescheria propria A Livorno per la prima volta in Toscana una cooperativa di pescatori ‘mette piede a terra’ e apre una propria pescheria, gestendo in proprio, direttamente, una pescheria e accorciando così la filiera dal pescato al consumatore. La cooperativa è la Santa Maria Assunta e la pescheria si trova a Livorno in via Giotto 63, all’interno del Centro Commerciale La Leccia, in uno dei quartieri popolari della città. L’inaugurazione della nuova pescheria è stata fatta il 15 aprile. “Con l’apertura della nuova pescheria il pesce pescato dalle nostre imbarcazioni finisce direttamente in pescheria – spiega il presidente della cooperativa Santa Maria Assunta Niclo Vitelli – Storicamente i pescatori si sono sempre affidati al grossista ed al rivenditore per la commercializzazione dei loro prodotti. Oggi la cooperativa Santa Maria Assunta in questo modo si propone invece di attivare un canale diretto con i consumatori a garanzia della freschezza, della qualità, e della tracciabilità dei prodotti. Le nostre sono imbarcazioni di piccole Territori Imprese Sondaggio Imprese dimensioni che svolgono la pesca tradizionale. In prevalenza viene praticata la pesca da posta o con il palamito, e questo assicura, già al momento della pesca, l’alta qualità di conservazione dei prodotti ittici. Con i nostri furgoni siamo poi in grado di consegnare i prodotti pescati molto velocemente”. La cooperativa Santa Maria Assunta nasce a Livorno nel 1953 e attualmente dispone di 20 motopescherecci e 35 soci. I porti di ormeggio si estendono sulla costa dell’Arcipelago Toscano, da Livorno fino a Follonica. Le imbarcazioni svolgono pesca con reti da posta, sciabichello per pesca del rossetto, palamiti, piccolo strascico, circuizione, disponendo così di prodotti ittici differenziati: crostacei, pesce di prima qualità, pesce per zuppa, specie da frittura. UNICOOP TIRRENO La Direzione, costretti a chiudere l’ipermercato di Afragola “Non avremmo voluto arrivare a questo punto. Abbiamo tentato ogni strada, dalla ricerca di una soluzione interna al movimento cooperativo all'ultima proposta della creazione di una società con un imprenditore campano, per salvare i posti di lavoro e la presenza del marchio Coop in Campania". Sono queste le parole con le quali la Direzione di Unicoop Tirreno annuncia l'apertura di una procedura di mobilità' per 250 dipendenti (sui 677 complessivi) di Ipercoop Tirreno, prevedendo la chiusura dell’ipermercato di Afragola. La soluzione cooperativa, tentata nei mesi scorsi, si è rivelata impraticabile per l’assenza di un accordo unitario con le tre organizzazioni sindacali e il piano industriale presentato dalla Cooperativa e da un imprenditore privato locale e' stato respinto dalla maggioranza dei lavoratori campani. Dopo anni di perdite consistenti (14 milioni di euro solo nel 2012, circa 80 milioni negli ultimi cinque anni) e di tentativi non coronati da successo di far tornare in equilibrio la gestione, il Consiglio di Amministrazione ha affidato alla Presidenza e alla Direzione il compito irrevocabile di sanare una situazione che mette a rischio l'impresa. Primo piano Legacoop 25 La situazione economica è difficilissima: il calo dei consumi continua e non si vedono segnali di ripresa. Unicoop Tirreno è chiamata ad affrontare questa fase di competizione sul mercato con investimenti assai rilevanti, sia sulla propria rete di vendita che sui prezzi. Una sfida che non può essere affrontata con perdite pesanti come quelle registrate da Unicoop Tirreno in Campania. In questo contesto diventa doveroso concentrare sforzi e risorse sulla salvaguardia delle strutture campane che possono avere una prospettiva, evitando così l’abbandono del territorio campano. Stante l’attuale situazione l’alternativa è solo quella di mettere in pericolo molti più posti di lavoro e l’intera Ipercoop Tirreno. La procedura di mobilità prevede 45 giorni di tempo per la discussione e il confronto con le organizzazioni sindacali; se questa prima fase non porta a risultati, si passa ad una seconda fase della durata di 30 giorni di tavolo di confronto presso un ente istituzionale. Naturalmente la Cooperativa è disponibile, nel lasso di tempo consentito dalla procedura e mantenendo fermo l’obiettivo della sostanziale riduzione delle perdite, ad esaminare soluzioni credibili che venissero proposte. FASCO: CONVOCAZIONE ASSEMBLEA ORDINARIA FASCO Fondi di Assistenza Cooperazione Società di Mutuo Soccorso Via Antonio Nibby, 10 00161 ROMA Trib. Roma: 8829/93 - C.F. 97102130586 E’ convocata in prima convocazione il giorno 27 maggio 2013 alle ore 06,00 e in seconda convocazione il giorno 28 maggio 2013 alle ore 12,00 a ROMA presso la LEGACOOP Via Antonio Guattani, 9 (Palazzo delle Associazioni – Sala Blu), l’Assemblea Ordinaria per discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno : Discussione e approvazione del bilancio al 31.12.2012 e della nota integrativa. Varie ed eventuali. Ricordiamo che a norma di statuto gli iscritti possono farsi rappresentare in Assemblea da altro iscritto purché non Amministratore. Il Presidente (Sergio Imolesi) . ACI Settori Territori Imprese Sondaggio Note Brevi 26 CENTRO STUDI LEGACOOP Elementi rilevanti 1) Le 113 grandi e medie cooperative sociali italiane analizzate evidenziano nel 2011 un valore della produzione aggregato di oltre 2,9 miliardi di euro, in crescita del 40,4% sul 2007. Le cooperative del settore oltre la soglia dei 10 milioni di € si incrementano di 7 nuove imprese rispetto al monitoraggio effettuato lo scorso anno. 2) l risultato operativo nelle grandi e medie cooperative sociali cresce in maniera significativa nel periodo (+26,9%), risultato che appare più positivo se confrontato con il ridimensionamento (-10,2%) riscontrato fra le 8.255 cooperative sociali analizzate nella precedente Nota Breve. Tale andamento sembra confermare una correlazione tra dimensione d’impresa e redditività. 3) Anche l’occupazione si incrementa in maniera sostenuta con un +25,7% nel periodo creando 17.831 nuovi posti di lavoro. 4) L’andamento del risultato di esercizio mostra una marginalità in calo per le gestioni delle grandi e medie cooperative sociali nei primi quattro anni del periodo considerato, e un recupero nel 2011. Grandi e medie cooperative sociali italiane. Andamenti 2007-2011 Nella presente Nota, la terza dedicata al settore, sono analizzati gli andamenti dei principali dati economici (Valore della produzione, Occupazione, Risultato operativo e Risultato d’esercizio) delle medie e grandi cooperative sociali italiane per gli anni 200720111. Si tratta di un gruppo di 113 cooperative che operano nell’assistenza e nell’inserimento lavorativo che nel loro insieme hanno superato, nel 2011, un valore della produzione aggregato di 2,9 miliardi di €2. Nello stesso anno hanno occupato 87.266 dipendenti, hanno avuto un risultato operativo aggregato di 70 milioni e un risultato d’esercizio pari a 16 milioni di €. Rispetto alla prima rilevazione effettuata lo scorso anno si riscontra un numero maggiore di imprese, 113 rispetto a 106, situate oltre la soglia dei 10 milioni di €. Sotto il profilo dimensionale la maggior parte delle imprese considerate (56,6%) si colloca fra i 10 e i 20 milioni di € di valore della produzione, come mostra la tabella A. Il grafico I mostra la distribuzione nelle regioni del valore della produzione 2011 (mil. di € in rosso) e del numero delle cooperative per regione. E’ possibile osservare che Emilia Romagna (27,6%), Piemonte (20,1%) e Lombardia (18,0%) sono quelle che concentrano il 65,7% della produzione 2011 aggregata, insieme al maggior numero di grandi e medie cooperative sociali italiane (65 imprese pari al 58,3% del totale). Il grafico II mostra l’evoluzione del valore della produzione nei cinque anni considerati. Il trend evidenziato è quello di una continua crescita con un aumento complessivo del 40,4%. I valori indicati, peraltro, mostrano che la crescita si manifesta con incrementi decrescenti negli anni (12,9%, 8,4%, 9,3% e 5,8%). Per quanto riguarda l’occupazione (grafico III) dal 2007 al 2011 la crescita complessiva è stata del 25,7% pari a 17.831 nuovi Grafico I: Valore Produzione 2011 (mil.€) Medio-grandi coop sociali nelle regioni 807 24 587 525 20 21 284 228 13 51 3 83 22 2 4 132 52 8 3 8 104 4 10 23 11 1 1 1 Fonte: elaborazione Centro Studi Legacoop su dati AIDA Tabella A Primo piano Legacoop I ACI Classe dimensionale N° COOP % oltre 50 mil. 20 - 50 mil. 10 - 20 mil. 5 - 10 mil. Totale complessivo 12 30 64 7 113 10,6 26,5 56,6 6,2 100,0 Settori Territori Valore della produzione 2011 1.018.733.246 936.172.223 900.349.862 63.391.272 2.918.646.603 Imprese Sondaggio Note Brevi occupati. Anche in questo caso, come per il valore della produzione, i tassi d'incremento annui sono decrescenti, passando dal +9,4% del 2008 al +4,2% del 2011. In relazione al Risultato operativo si nota (grafico IV) una sostanziale stabilità nei primi quattro anni del periodo considerato e un significativo incremento nel 2011 (+26,9% rispetto al 2007), peraltro la sua incidenza sul valore della produzione tende a ridursi negli anni, salvo un leggero recupero nel 2011. Il risultato di esercizio (grafico V), invece, mostra un andamento di costante riduzione negli anni. Nel 2010 si registra il risultato più negativo della serie (-85,5% sul 2009). Nel 2011 peraltro si manifesta un recupero consistente pur non raggiungendo le punte del 2007 e del 2008. 27 Grafico II: Grandi e medie coop sociali - Val. Produzione 2007-2011 (mil. €) 3.000 2.919 2.763 2.500 2.578 2.348 2.000 2.079 1.500 1.000 2007 2008 2009 2010 2011 Fonte: elaborazione Centro Studi Legacoop su dati AIDA 1 2 I dati qui considerati fanno riferimento a tutte quelle cooperative sociali i cui bilanci degli esercizi 2007-2011 sono presenti nella Banca Dati AIDA, e che nel 2011 o nel 2010 riportano un valore della produzione superiore ai 10 milioni di €, nei bilanci singoli o nei consolidati. Non sono considerati nè i consorzi, né 2 cooperative nate nel 2009. Vedi la Nota Breve n°4 del 2012, dove furono presentati i dati relativi alle prime 106 cooperative sociali italiane, dati al 2010. Grafico III: Grandi e medie coop sociali - Occupazione 2007-2011 110.000 90.000 82.325 75.952 83.765 87.266 69.435 70.000 50.000 Il copyright delle Note brevi è libero. Unica condizione: mettere in evidenza che il testo riprodotto è tratto da Note Brevi Centro Studi Legacoop. Le Note sono disponibili anche in inglese in www.cslegacoop.coop. 30.000 10.000 2007 2008 2009 2010 2011 Fonte: elaborazione Centro Studi Legacoop su dati AIDA Primo piano Legacoop ACI Settori Territori Imprese Sondaggio Note Brevi 28 Note brevi NOTE BREVI 2013 www.cslegacoop.coop n° 8 / Aprile 2013 [email protected] Grandi e medie cooperative sociali italiane. Andamenti 2007-2011 Elementi rilevanti 1) Le 113 grandi e medie cooperative sociali italiane analizzate evidenziano nel 2011 un valore della produzione aggregato di oltre 2,9 miliardi di euro, in crescita del 40,4% sul 2007. Le cooperative del settore oltre la soglia dei 10 milioni di € si incrementano di 7 nuove imprese rispetto al monitoraggio effettuato lo scorso anno. 2) l risultato operativo nelle grandi e medie coope- rative sociali cresce in maniera significativa nel periodo (+26,9%), risultato che appare più positivo se confrontato con il ridimensionamento (10,2%) riscontrato fra le 8.255 cooperative sociali analizzate nella precedente Nota Breve. Tale andamento sembra confermare una correlazione tra dimensione d’impresa e redditività. 3) Anche l’occupazione si incrementa in maniera 1 Nella presente Nota, la terza dedicata al settore, sono analizzati gli andamenti dei principali dati economici (Valore della produzione, Occupazione, Risultato operativo e Risultato d’esercizio) delle medie e grandi cooperative sociali italiane per gli anni 2007-20111. Si tratta di un gruppo di 113 cooperative che operano nell’assistenza e nell’inserimento lavorativo che nel loro insieme hanno superato, nel 2011, un valore della produzione aggregato di 2,9 miliardi di €2. Nello stesso anno hanno occupato 87.266 dipendenti, hanno avuto un risultato operativo aggregato di 70 milioni e un risultato d’esercizio pari a 16 milioni di €. Rispetto alla prima rilevazione effettuata lo scorso anno si riscontra un numero maggiore di imprese, 113 rispetto a 106, situate oltre la soglia dei 10 milioni di €. I dati qui considerati fanno riferimento a tutte quelle cooperative sociali i cui bilanci degli esercizi 2007-2011 sono presenti nella Banca Dati AIDA, e che nel 2011 o nel 2010 riportano un valore della produzione superiore ai 10 milioni di €, nei bilanci singoli o nei consolidati. Non sono considerati nè i consorzi, né 2 cooperative nate nel 2009. 2 Vedi la Nota Breve n°4 del 2012, dove furono presentati i dati relativi alle prime 106 cooperative sociali italiane, dati al 2010. sostenuta con un +25,7% nel periodo creando 17.831 nuovi posti di lavoro. 4) L’andamento del risultato di esercizio mostra una marginalità in calo per le gestioni delle grandi e medie cooperative sociali nei primi quattro anni del periodo considerato, e un recupero nel 2011. Grafico I: Valore Produzione 2011 (mil.€) Medio-grandi coop sociali nelle regioni Nota Nota Nota Nota Nota Nota Nota 807 24 587 525 20 21 7: 8.255 Cooperative Sociali italiane. Andamenti 2007-2011 6: Le cooperative Sociali italiane. Consistenza e dati al 2011 5: Piccole, Medie e Grandi cooperative dell’Italia meridionale. Andamenti 2007-2011 di Settori e Regioni. 4: Piccole, Medie e Grandi cooperative italiane negli anni 2007-2011 La presenza nell’area meridionale 3: Piccole, Medie e Grandi cooperative italiane negli anni 2007-2011 Uno sguardo d’insieme 2: Le piccole cooperative italiane negli anni 2007-2011 – I Settori 1: Le piccole cooperative italiane negli anni 2007-2011 284 228 13 51 3 83 22 2 4 132 52 8 8 104 3 4 10 23 11 1 1 1 Fonte: elaborazione Centro Studi Legacoop su dati AIDA 1 Primo piano Legacoop ACI Settori Territori Imprese Sondaggio Sondaggio 29 OSSERVATORIO SWG I partiti del futuro: fragili o inconsistenti Quasi il 70% del Paese riconosce le grandi difficoltà in cui versano oggi i partiti politici, tra chi ritiene che si indeboliranno e chi, invece, pensa più radicalmente che siano destinati a scomparire del tutto. Il Paese si sta modificando e con esso stanno cambiando gli italiani. Il perdurare delle enormi difficoltà sociali ed economiche, l’incertezza e la scarsa reattività politica stanno conducendo i cittadini verso una svolta. E, in questo quadro segnato dalla preoccupazione, i partiti politici hanno un presente difficile e vanno verso un futuro sempre più incerto per un cittadino su due. Questo il mood dell’opinione pubblica nazionale rilevato dall’Osservatorio SWG. In Italia si respira un’aria inquieta. È tangibile la grande istanza di cambiamento soprattutto nella sfera politica e il primo effetto si riversa sul sistema dei partiti: oltre la metà dei cittadini (51%) crede che queste ‘istituzioni’, peraltro sempre più numerose, siano destinate a mantenersi nel tempo, ma a indebolirsi. Un parere questo, condiviso appieno dalle aree di sinistra, centro e destra, ma non dal Movimento 5 Stelle e, in Primo piano Legacoop ACI Settori generale, da chi appare più distante dalla politica. Ma il dato forte che sottolinea la grande crisi dei partiti è il 18% di cittadini ormai persuasi del fatto che stiano andando verso un definitivo tramonto. E di questo i Grillini, che contrariamente nascono come movimento, sono fortemente convinti (33%) assieme a quelle persone che faticano a collocarsi politicamente (25%). Nel Paese si riconosce, però, ancora una frangia di nostalgici (8%) che rimangono attaccati all’idea di una gestione politica che, non solo sia impossibilitata a escludere i partiti, ma che li veda addirittura come assoluti protagonisti. A offrire un appoggio a tale teoria sono, soprattutto, gli elettori dell’area di centro-sinistra (19%). Poi ci sono i sostenitori dei movimenti, queste correnti politiche che non si vogliono rinchiudere nel vecchio concetto di partito e che convincono l’8% dei cittadini, persuasi del fatto che, stando così le cose, rappresenteranno l’unico futuro possibile per la gestione politica. Nota Informativa: Dati Archivio SWG. Data di esecuzione: 9-11 aprile 2013. Metodo di rilevazione: sondaggio CATICAWI su un campione rappresentativo nazionale di 1500 soggetti maggiorenni. Territori Imprese Sondaggio