Debiti delle pubbliche amministrazioni - Legacoop

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Debiti delle pubbliche amministrazioni - Legacoop
Anno XXIV - N. 17 - 24 Aprile 2013
Primo piano
Debiti delle pubbliche amministrazioni:
Decreto migliorabile, ma va convertito rapidamente
Seminario promosso da Legacoop alla presenza del sottosegretario allo Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti
a pagina 2-7
DEF
“Necessario
sostenere
la crescita”
Riavviare e sostenere la crescita dell’economia e dell’occupazione, rafforzando
l’equità sociale.
È questa la priorità assoluta
indicata dai rappresentanti
dell’Alleanza delle Cooperative Italiane -guidati da
Bruno Busacca, Responsabile Relazioni Istituzionali
di Legacoop- nel corso dell’audizione sul Documento
Economico Finanziario, svoltasi il 23 aprile presso le
Commissioni Speciali.
Nota della redazione
Questo numero è stato chiuso
il 23 Aprile 2013 alle ore 12,45
Legacoop
Legacoop Salute
“Le risorse per
l’integrazione tra
sanità e assistenza”
Territori
Umbria
Legacoop e Banca
Prossimainsiemeper
innovare il welfare
Nel quadro delle iniziative di Il 22 aprile, presso la Sala
approfondimento varate Fiume, Palazzo Donini a
dalla cabina di regia ...
Perugia, è stato presentato
il progetto: “Welfare Umbria” e sono stati illustrati
i contenuti della convenzione stipulata tra Legacoop Umbria e Banca
Turismo
Prossima con l’obiettivo di
La Carta Europea del sostenere i progetti di inTurismo Sostenibile novazione del sistema di
welfare dell’Umbria proe Responsabile
mossi dalle imprese cooMaurizio Davolio, quale perative, in un momento
Presidente di AITR e della particolarmente difficile
rete europea EARTH ...
quale è l’attuale.
Settori
Segreteria di Redazione:
Anna Colomberotto
Tel. 06-844.39.372
Fax 06-844.39.402
Organo ufficiale
della Lega Nazionale
delle Cooperative e Mutue
Imprese
Note Brevi
UniCredit Factoring e
Conad hanno siglato un
accordo al servizio degli attori della filiera dell’insegna
distributiva, che consentirà
alle imprese coinvolte di disporre di un polmone finanziario non trascurabile,
nel panorama attuale degli
affidamenti.
Il contenuto dell’accordo è
innovativo perché concepito in un’ottica di filiera,
per operare innanzitutto
sulla fattorizzazione dei
crediti.
Il Centro Studi ha elaborato
e diffuso la Nota Breve numero 8 del 2013.
Conad
Accordo UniCredit
a sostegno delle
imprese fornitrici
Settimanale di notizie a cura
dell’Ufficio Stampa di Legacoop
Direttore Responsabile:
Massimo Tognoni
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Centro Studi
Grandi e medie coop
sociali italiane.
Andamenti 2007-2011
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I partiti del futuro:
fragili
o inconsistenti
Quasi il 70% del Paese riconosce le grandi difficoltà
in cui versano oggi i partiti.
Registrazione al Tribunale di Roma
n. 00503/90 del 6-08-1990
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Debiti delle pubbliche amministrazioni:
Decreto migliorabile, ma va convertito rapidamente
Se ne è parlato in un seminario promosso da Legacoop,
alla presenza del Sottosegretario allo Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti
I contenuti del decreto legge 35/2013 che
detta disposizioni urgenti per il pagamento
dei debiti scaduti della pubblica amministrazione e l’attività in corso di Legacoop e dell’Alleanza delle Cooperative per sostenerne
alcuni miglioramenti senza inficiarne una rapida conversione.
È stato questo l’argomento del seminario
svoltosi il 17 aprile a Roma, presso la sede di
Legacoop, al quale ha preso parte anche il
Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo
Economico, Claudio De Vincenti.
“La questione è delicata -ha sottolineato
Giorgio Bertinelli, Vicepresidente Legagcoop che ha introdotto i lavori- il decreto va-
rato dal Consiglio dei Ministri è in procinto di
passare all’esame del Parlamento e questo
incontro intende dare, alle imprese cooperative interessate, una chiara lettura del provvedimento e degli aspetti migliorativi che
possono essere apportati al testo, auspicando che gli scenari politici ne permettano
la veloce conversione in legge”.
Di seguito pubblichiamo le sintesi degli interventi di Giuliano Poletti, Presidente di
Legacoop; Bruno Busacca, Responsabile
Relazioni Istituzionali di Legacoop; Claudio
De Vincenti, Sottosegretario al Ministero
dello Sviluppo Economico.
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Pagamento dei debiti alle imprese:
i contenuti del Decreto Legge 35/2013
Sintesi dell’intervento di Bruno Busacca, responsabile relazioni istituzionali Legacoop
Il Decreto Legge 35/2013 è stato illustrato e
commentato da Bruno Busacca, responsabile relazioni istituzionali Legacoop, che ha
anche dato informazioni sull’iter parlamentare di conversione e sui punti di contatto con
le altre organizzazioni imprenditoriali espressi
nelle audizioni parlamentari.
ALCUNI ARTICOLI
“Questo è il primo provvedimento che affronta seriamente il tema -ha sottolineato
Busacca- si dispone di 40 miliardi per il
2013 ed il 2014 a fronte di uno stock di debiti della Pubblica Amministrazione, stimato
dalla Banca di Italia al 2011, di 91 miliardi di
euro. Il Decreto Legge è stato promulgato e
pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’8 aprile, la
Sezione Enti locali - art. 1 commi 11-17
Convenzione MEF - CDP per la gestione della Sezione, entro 5 giorni
dalla entrata in vigore del Decreto;
Possono accedere alla Sezione gli Enti locali che non possono pagare
per “carenza di liquidità”; Richieste entro il 30 aprile; anticipazioni concesse entro il 15 maggio; restituzioni in rate trentennali; tasso BTP 5
anni.
“All’atto dell’erogazione gli enti locali provvedono all’immediata estinzione dei debiti”.
Sezione Regioni “extra sanità” - art. 2
Richiesta delle anticipazioni entro il 30 aprile;
Le Regioni presentano piano di pagamento dei debiti
Decreti di assegnazione del MEF entro il 15 maggio 2013 e 15 febbraio 2014.
Regioni provvedono immediatamente all’estinzione dei debiti.
2/3 dei pagamenti devono riguardare residui passivi nei confronti
degli enti locali, e “devono essere utilizzate dagli enti locali prioritariamente per il pagamento di debiti certi, etc”
Sezione Regioni “sanità” - art. 3
Anticipazioni di liquidità alle regioni per accelerare i pagamenti dei
debiti degli enti del SSN (vedi testo).
Per il 2013 il MEF provvede, in via d’urgenza, entro il 15 maggio al
riparto tra le regioni dei 5 mld. Poi, entro il 30 novembre, al riparto
anche dei 9 mld. del 2014.
Le regioni trasmettono le richieste di accesso al fondo rispettivamente
conversione quindi da parte del Parlamento
dovrà avvenire entro il 7 giugno prossimo”.
Il primo meccanismo previsto per il pagamento dei debiti, ha spiegato, riguarda l’allentamento del patto di stabilità per gli Enti
locali (art. 1 commi 1-9). I pagamenti per debiti di parte capitale, certi liquidi ed esigibili al
31/12/2012, effettuati da Enti locali che abbiano le disponibilità sono esclusi dal patto
per un importo complessivo di 5 mld di euro.
Gli enti locali comunicano gli “spazi finanziari” di cui necessitano entro il 30 aprile al
Ministero Economia e Finanza che ripartisce
con decreto il 90% entro il 15 maggio e la
restante parte del 10% entro il 15 luglio. Fino
al 50% degli “spazi finanziari” possono es-
entro il 31 maggio per il 2013, ed entro il 15 dicembre 2013 per il
2014.
Diposizioni attuative - art. 6
I pagamenti sono effettuati dando priorità ai crediti non ceduti pro-soluto, e in ordine di anzianità. I piani dei pagamenti sono pubblicati
dagli Enti sui propri siti internet. Non sono ammessi pignoramenti
sulle somme destinate ai pagamenti di cui al decreto legge. Entro il
30 giugno 2013 le P.A. comunicano ai creditori gli importi e le date
dei pagamenti. Il mancato o il tardivo adempimento delle disposizioni
è causa di responsabilità amministrativa del soggetto responsabile
“del mancato o tardivo adempimento”.
Disposizioni in materia di certificazione e cessione dei
crediti - art. 7
Le amministrazioni devono registrarsi entro 20 giorni sulla piattaforma elettronica del MEF. La mancata registrazione comporta responsabilità dirigenziale e disciplinare. Le P.A. comunicano tra il 1°
giugno e il 30 settembre, tramite la piattaforma, l’elenco completo dei
debiti. In caso di omessa, incompleta o erronea comunicazione, il
creditore può chiedere la correzione o l’integrazione della comunicazione. In caso di mancata risposta entro 15 gg. può chiedere l’intervento del commissario ad acta. Entro il 15 settembre banche e
intermediai finanziari comunicano, tramite l’ABI, l’elenco dei debiti
ceduti, distinti tra pro solvendo e pro soluto. La legge di stabilità per
il 2014 può autorizzare il pagamento dei debiti ceduti mediante assegnazione di titoli di Stato.
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sere impiegati immediatamente, comunque
entro il 13% delle disponibilità presso la tesoreria unificata. In caso di mancata richiesta o di mancata erogazione sono previste
sanzioni per i responsabili dei servizi degli
Enti locali.
Il secondo meccanismo è il “Fondo per assicurare liquidità” (art. 1 co. 10). Il Fondo ha
una dotazione di 10 mld per il 2013 e di 16
per il 2014 ed è distinto in tre sezioni: Enti
locali, Regioni extra sanità, Regioni sanità. La
somma è ripartita in questo modo: per gli Enti
locali 2 mld 2013, 2 mld 2014; per le Regioni extra sanità 3 mld 2013, 5 mld 2014 e
per le Regioni sanità 5 mld 2013, 9 mld
2014. Il MEF può disporre con decreto riallocazioni tra le sezioni “in relazione alle richieste di utilizzo delle risorse”. Il 10 % della
dotazione complessiva è accantonata per richieste pervenute oltre le date previste, ma
entro il 30 settembre 2013. In merito alla
compensazioni dei crediti con debiti tributari
(art. 9) i crediti verso Stato, Regioni, Enti locali, Enti SSN, maturati al 31/12/12, possono
essere compensati con debiti tributari accertati (vedi elenco nella norma).A partire dal
2014, il limite di compensazione è aumen-
INTERVENTO
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tato da 516.000 a 700.000 euro.
Per le regioni che accedono al Fondo, (art. 4)
la possibilità di sottoscrivere nuovi prestiti o
mutui è vincolata alla condizione che il bilancio regionale “presenti una situazione di
equilibrio strutturale”. Il vincolo è stato rimosso per gli enti locali, ma non per le Regioni. In merito ai Debiti dei Ministeri (art. 5)
sono stati stanziati 0,5 mld. Ogni Ministero
predispone l’elenco dei debiti scaduti e lo
trasmette al MEF entro il 30 aprile. Per le
quote di debiti che risultino non soddisfatte,
i Ministeri definiscono un piano di rientro realizzato con tagli alle spese e sono previsti incrementi dei rimborsi fiscali per 2,5 mld per
il 2013 e per 4 mld nel 2014.
“Pensiamo si possa, e si debba, chiedere un
accorciamento dei tempi” -ha spiegato Busacca- entro settembre/ottobre 2013 si avrà
una visione realistica dello stock complessivo del debito e quindi questo potrà permettere di erogare le risorse previste per il
2014 già all’inizio del prossimo anno”. In
merito alle disposizioni in materia di certificazione e cessione dei crediti (art.7) -ha poi
sottolineato- si ragiona sul chiedere la possibilità di un intervento più diretto del credi-
tore che non si vedesse inserito nell’elenco.
Inoltre come sottolineato dall’ABI, ha spiegato, il termine del 15 settembre può essere
un problema: le amministrazioni non sanno
se il debito di cui hanno accettato la cessione
sia pro solvendo o pro soluto e per non incorrere nella violazione della tempistica per
anzianità di debito potrebbero bloccare tutto
fino alla comunicazione dell’ABI.
“Il decreto legge” -ha ricordato Busacca- “è
all’attenzione delle due commissioni speciali
del Parlamento incaricate di valutare i decreti
legge, mentre la data di inizio dell’esame del
provvedimento in Aula alla Camera è stato
spostata al 6 maggio”.
“Serve quindi una forte responsabilità dei
gruppi politici” -ha concluso- “non ci sono
margini di tempo per intaccare la filosofia e
l’impianto del provvedimento; gli emendamenti essenziali dovrebbero riguardare
poche modifiche che sveltiscano le procedure e l’Alleanza delle Cooperative Italiane
ha già espresso la necessità di dare priorità
ad una rapida approvazione del Decreto,
anche a costo di mettere in secondo piano
alcuni importanti perfezionamenti del testo.”
“Dal provvedimento un aiuto alle imprese,
ma per la ripresa servono nuove politiche industriali”
Sintesi dell’intervento di Giuliano Poletti
Il decreto sui pagamenti alle imprese dei debiti delle pubbliche amministrazioni può essere migliorato, nel senso di semplificare e snellire le procedure, ma quello che è davvero importante è che il
Parlamento lo converta rapidamente.
Il Presidente di Legacoop ha iniziato così il suo intervento al seminario dedicato ad un esame dei contenuti del provvedimento, il cui esame in aula alla Camera,
inizialmente previsto per il 29 aprile, è stato posticipato al 6 maggio.
“La complessa situazione politico-parlamentare” –
ha chiarito Poletti – “desta giustificate preoccupazioni riguardo l’effettiva conversione del decreto in
tempi rapidi, indispensabili a garantire l’erogazione
delle risorse stanziate ad imprese in gravi difficoltà”.
Un’eventualità che va assolutamente scongiurata,
anche perché il provvedimento, se servirà a mettere
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effettivamente in circolazione un po’ di liquidità, potrebbe anche segnare un’inversione di tendenza e rafforzare, nell’opinione pubblica
e soprattutto nelle imprese, la percezione che finalmente si sta facendo qualcosa di concreto per favorire la ripresa.
“Un altro dato che ci sta particolarmente a cuore” -ha sottolineato il
Presidente di Legacoop- “è quello della obbligatorietà delle procedure di ricognizione dei debiti da
parte delle pubbliche amministrazioni insolventi, con
le relative sanzioni per quelle eventualmente inadempienti, e la possibilità, per il creditore che non
si trovi inserito nell’elenco stilato nella piattaforma
digitale del Ministero, di poter chiedere la correzione
di tale elenco; tutti elementi positivi, anche se sarebbe opportuno renderne ancora più effettiva e cogente l’obbligatorietà”.
Poletti si è poi soffermato su una questione spinosa
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L’obiettivo del provvedimento
è immettere liquidità nel sistema produttivo
Sintesi intervento di Claudio De Vincenti, sottosegretario Ministero dello Sviluppo economico
Vi ringrazio per l’invito che mi avete rivolto
a partecipare alla vostra iniziativa. Prima di
dedicarmi ai contenuti del decreto vorrei
fare una doverosa premessa.
Il rischio di una crisi generalizzata del tessuto produttivo è reale e quindi non va sottovalutato. I segnali sono, purtroppo, molto
allarmanti: l’andamento del pil a febbraio
(adesso vedremo gli ultimi dati di marzo),
l’andamento del tasso di disoccupazione, le
ore di cassa integrazione sono tutti segnali
che ci devono tenere in massimo allarme.
Vorrei dire che questo governo non è stato
con le mani in mano e vorrei chiarire un
punto. Noi dobbiamo essere consapevoli
che abbiamo di fronte una economia italiana stremata da una crisi che dura ormai
da quasi 5 anni, una cosa senza precedenti
nel secondo dopoguerra.
Un paese che non cresce
da dieci anni
Una crisi che sta mettendo ormai in serissime difficoltà il tessuto produttivo del nostro paese e che non dipende solo, né forse
tanto, dal nostro paese ma dal contesto in-
ternazionale. Il quadro generale vede l’Europa come area di recessione complessiva
rispetto alla quale c’è un problema molto
serio di svolta di fondo delle politiche europee. Però dobbiamo essere consapevoli di
uno specifico problema italiano. L’Italia, da
quasi 10 anni, è un paese che non cresce,
che sta accumulando fattori strutturali di
debolezza: il che significa che l’impatto
della crisi apertosi nel settembre 2008 è
stato più forte in Italia che in altri paesi eu-
ropei. Se l’Europa è un’area di recessione
complessiva il nostro paese è stato il paese
che purtroppo ha dato il contributo più forte
alla recessione. La caduta del Pil in Italia è
stata più pesante che altrove.
Quindi abbiamo dei fattori strutturali da curare. Tra questi, non l’unico, ma di certo il
più vistoso, è il debito pubblico. E non è solo
un problema di sostenibilità finanziaria che
pure esiste, perché se nel dicembre 2011
non avessimo fatto la manovra pesante che
abbiamo fatto, la spirale dei tassi di interesse avrebbe continuato ad avvitarsi e ci
sarebbe stata terra bruciata per le imprese:
altro che la situazione in cui ci troviamo!
Non possiamo nasconderci dietro a un dito.
Siamo un paese che ha accumulato un debito pubblico pesantissimo e quindi quando
parliamo di nuove politiche espansive dobbiamo parlare in chiave europea. Cioè dobbiamo renderci conto che un paese con
quel debito pubblico non può che fare una
politica di risanamento finanziario dentro la
quale si tratta di creare spazi per politiche di
crescita, ma che comunque ha un segno
complessivo di risanamento e deve averlo.
INTERVENTO
e che sta assumendo contorni paradossali, quella del Durc, documento unico di regolarità contributiva. “Si sta producendo la situazione assurda” – ha detto Poletti – “che l’ente debitore, per saldare
il debito, chiede al creditore di esibire questo documento: il problema
è che molte imprese, in grave difficoltà, non ne sono attualmente in
possesso e così non possono incassare quanto è loro dovuto. In
qualche modo bisogna porre rimedio a questa situazione, magari
stabilendo che è sufficiente che l’impresa creditrice fosse in possesso del Durc nel momento in cui avrebbe dovuto essere regolarmente pagata dall’amministrazione pubblica committente”.
Il Presidente di Legacoop ha poi posto l’accento sulla necessità di
evitare che da ora in avanti si riproduca un nuovo stock di debiti
verso le imprese. “Per questo” – ha detto Poletti – “bisogna fare in
modo che i vincoli del patto di stabilità interno non ostacolino la piena
applicazione della normativa italiana di recepimento della Direttiva UE
sui pagamenti”.
In conclusione, Poletti ha assicurato l’impegno di Legacoop e dell’Alleanza delle Cooperative, auspicabilmente insieme con le altre
organizzazioni imprenditoriali, a lavorare per proporre al Parlamento
poche modifiche al testo, in modo da renderne possibile una rapida
conversione, ribadendo che si tratta di un provvedimento che può
dare una boccata di ossigeno ad imprese in grave difficoltà.
“Naturalmente” – ha concluso il Presidente di Legacoop – “il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione alle imprese non è
la soluzione di tutti i problemi: per assicurare la ripresa del sistema
produttivo italiano serve un nuovo quadro di politiche industriali alla
cui definizione è auspicabile che si lavori con impegno nei prossimi
mesi”.
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E qui c’è il problema della governance europea, cioè della capacità di recuperare un
respiro di politiche economiche dell’area
europea che sfrutti l’area monetaria comune per fare dell’Europa una locomotiva
di se stessa. Qui c’è un cambiamento molto
profondo da fare in Europa. L’Italia deve fare
risanamento finanziario, non deve abbassare la guardia; contemporaneamente dobbiamo sfruttare questo recupero di
credibilità internazionale come paese che
ha il coraggio di pagare i propri debiti. Questo recupero di credibilità internazionale va
giocato per fare dell’Italia un protagonista
che possa finalmente dire la sua in Europa.
All’interno dobbiamo usare le risorse che ricaviamo attraverso il risanamento per fare
un’azione leva moltiplicatrice sulle risorse
del sistema privato. Qui c’è tutto il tema
partnership pubblico-privato nelle infrastrutture, c’è il tema del credito di imposta
per ricerca e investimenti che, se fossimo
riusciti a farlo, avrebbe dato un effetto leva
consistente.
Gli interventi del Governo
Quindi, un po’ di cose le abbiamo fatte.
Oltre al risanamento finanziario abbiamo
fatto alcune operazioni su altri fattori strutturali di debolezza dell’economia italiana:
penso alla costruzione di regole di mercato
in cui tutti possano giocare la propria partita; non ci sia chi può bloccare il gioco degli
altri e questo è il tema delle liberalizzazioni
che non è il tema liberista dell’ognuno faccia quello gli pare, no, le liberalizzazioni
sono costruzioni di regole perché tutti giochino alla pari, cioè esattamente il contrario del liberismo.
Ricordo i decreti sviluppo in cui abbiamo,
per esempio, semplificato e migliorato le regole di finanziamento delle piccole imprese,
delle start-up, delle infrastrutture. Sono fattori strutturali che non significano ripresa
oggi, ma costituiscono le basi perché l’economia italiana possa agganciarsi ad una ripresa internazionale e non rimanere al palo
come stava prima. Dopo di che il tema della
ripresa va affrontato in parte a livello europeo in parte con provvedimenti ad effetto
leva interni.
E qui veniamo a questo provvedimento che
nelle valutazioni del governo è fondamen-
6
tale. Si potrà dire “potevate pensarci
prima”: ma siamo stati gli unici a pensarci
da dieci anni a questa parte. Sono dieci anni
che questo problema va avanti, si è aggravato in modo pesantissimo tra il 2008 e il
2011, è diventato la montagna di forse 90
miliardi, secondo le stime di Banca d’Italia
che conosciamo. Questo governo è il primo
ad aver cominciato di dipanare questa matassa. Ci abbiamo provato con i provvedimenti dell’estate scorsa, che erano in una
logica del non far diventare i debiti verso le
imprese debito pubblico. In parte hanno
funzionato, ma oggi c’è bisogno d’altro e
qui per fortuna, grazie anche al recupero di
credibilità di questo paese, l’Europa ha dato
dei margini di manovra per cui possiamo
fare lo scalino al debito pubblico e possiamo riportarci verso il 3% di deficit-pil e
quindi possiamo attivare questo provvedimento che per noi è fondamentale. Perché
questo debito accumulato dalle pubbliche
amministrazioni è stato un drenaggio delle
liquidità a sfavore delle imprese fortissimo,
che non possiamo più permetterci, perché
le imprese non ce la fanno più. E quindi abbiamo varato il provvedimento.
Si tratta, come sapete, di 40 miliardi da erogare nell’arco di 12 mesi, ma a partire da
subito e cash e alle imprese, più altri, non
sappiamo ancora quanti (allo stato degli atti
intorno ai 14, ma potrebbero aumentare da
qui a fine anno: sono i pro soluto ed i pro
solvendo) che salderemo con emissioni di
titoli del debito pubblico collocati direttamente presso gli istituti finanziari che hanno
anticipato quelle somme. Entro settembre
le pubbliche amministrazioni dovranno aver
preparato l’elenco completo dei crediti per
conoscere esattamente l’ammontare complessivo. È dovere delle pubbliche amministrazioni dire a chi e quanto devono e sulla
base di quello lasciamo al prossimo governo, inevitabilmente, nella prossima legge
di stabilità di stabilire le modalità per chiudere tutta la partita.
La priorità, convertire il decreto
Credo che il decreto sia, complessivamente,
un provvedimento molto importante e positivo e quindi condivido l’esigenza che prima
di tutto sia convertito. Vale sempre, infatti,
l’idea che è meglio una cosa imperfetta in
tempo utile che una cosa perfetta fuori
tempo massimo. Però è chiaro che tutti i
miglioramenti che si possono fare sono
benvenuti.
Deve però essere chiaro che il nostro obiettivo è la conversione. Dati i tempi, immagino che la conversione avverrà, me lo
auguro per il nostro Paese, a nuovo governo
insediato. Comunque noi facciamo tutto
quello che dobbiamo fare per accelerare.
Nello stesso tempo invitiamo voi, e tutte le
altre organizzazioni imprenditoriali, ad evitare la rincorsa a chi propone più modifiche
la testo in Parlamento. E credo che il vostro
contributo e il contributo delle forze imprenditoriali a fare in modo che in Parlamento ci sia una presa di responsabilità
nazionale da parte di ognuna delle forze
presenti in parlamento sia molto importante. Primo per convertire, secondo per
migliorare nel modo corretto e non nel fare
demagogia preelettorale che va assolutamente evitata in una questione di tale rilevanza. Il nostro governo con i suoi poteri,
come governo è assolutamente impegnato
però ripeto, sarebbe importante che tutti ci
muovessimo sulle forze parlamentari in
questa direzione.
I miglioramenti possibili
Vengo alle osservazioni che faceva Poletti.
Credo che ci sia un accordo di fondo nostro, come Ministero della Sviluppo Economico, su tutti i punti che sono stati sollevati
e credo che queste sono le direzioni in cui
ha senso lavorare in sede di conversione
del decreto; però con alcune precisazioni.
Mi riferisco, ad esempio, alla presenza di
troppi ostacoli alla effettività dei pagamenti
che non dà certezza alle imprese e quindi
non aiuta a cambiare i comportamenti delle
imprese stesse. L’esigenza è da noi condivisa con alcune precisazioni. Per esempio,
voi avrete notato che la parte del decreto
sulle Regioni è più macchinosa di quella sui
Comuni e il motivo è abbastanza semplice.
Nel caso dei Comuni noi, come governo
centrale, in base al prestito che abbiamo
fatto e al piano di ammortamento, possiamo tenerci una riserva sulle entrate dell’ente locale. Con le Regioni questo non lo
possiamo fare. Sono le Regioni che debbono predisporre una serie di misure,
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anche legislative, idonee e congrue di copertura annuale del rimborso.
Vorrei poi sgombrare il campo dal timore
che il provvedimento possa rappresentare
un colpo di spugna sui Comuni e sulle Regioni meno virtuosi; sui furbi, insomma. In
realtà, l’obiettivo del provvedimento è quello
di immettere liquidità nel sistema produttivo. Ed è inevitabile che se l’obiettivo è
questo chi ha più debiti pagherà di più.
Quindi, lo Stato fa un prestito alle pubbliche
amministrazioni e queste lo restituiscono;
quindi, chi ha più debiti restituisce di più.
Quello che intendo dire, insomma, è che ci
sono alcune regole di responsabilità finanziaria su cui non possiamo transigere, altrimenti il premio ai furbi ci sta sul serio. E noi
dobbiamo evitare questo. Quindi alcune regole di responsabilità finanziaria che appesantiscono la procedura credo siano
inevitabili; su tutto il resto siamo pronti a
sfrondare il più possibile.
L’obbligatorietà e la denuncia di comportamenti sleali da parte delle pubbliche amministrazioni è molto giusta. Abbiamo insistito
molto perché comparisse l’obbligatorietà e
le sanzioni che avete visto: e questo vale sia
per i Comuni che per le Regioni. Se anche
qui si può rendere più stringente la tessitura del decreto in modo da non consentire
comportamenti opportunistici delle singole
amministrazioni a scapito delle imprese, noi
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Legacoop
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siamo pronti a ragionarci.
La questione del Durc è sacrosanta. Ci capita su altri tavoli di cui mi occupo: quelli
delle crisi aziendali. Ci sono aziende che
non possono incassare, e quindi sono in un
mare di guai, perché non hanno potuto pagare i contributi: ma non hanno potuto pagare i contributi perché non potevano
incassare.
Per quanto riguarda la questione della direttiva dei pagamenti e del collegamento
con questo provvedimento, credo sia necessario intervenire di nuovo sul decreto legislativo. Ritengo, comunque, che le due
cose, in realtà, sono strettamente connesse.
Cioè, una amministrazione che ha un carico di debiti sulle spalle difficilmente, finché non se ne è liberata, può andare a
regime regolarmente con i pagamenti correnti.
Quindi, secondo me, questo decreto è fondamentale anche per sbloccare il nuovo regime che si deve instaurare. Questo spiega
anche perché nel decreto c’è una norma
contro i pignoramenti, perché altrimenti
continuiamo ad accumulare ritardi nei pagamenti correnti.
Il rigore di bilancio non ritarda
i pagamenti
La questione del patto di stabilità e del rigore, posta da Poletti, è giusta ed impor-
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tante. Onestamente non ho una risposta su
come sciogliamo questo nodo, ma sottolineo un punto di principio: il rigore nella gestione di bilancio non c’entra con la
tempistica dei pagamenti, tant’è che le regioni più rigorose nel bilancio sono quelle
che hanno meno ritardi nei pagamenti. Allora il punto è che se andiamo a vedere
quei pagamenti di debiti commerciali arretrati non sono semplicemente carenza di liquidità delle amministrazioni; in realtà c’è
qualcosa di più e quindi non è un caso che
poi ci vanno a finire in debito pubblico. Il
qualcosa di più è che quei debiti derivano
dal fatto che le spese sono state fatte in eccesso rispetto alle entrate e quindi rispetto
alla gestione rigorosa del bilancio.
Questo significa che le amministrazioni
hanno di fatto violato, in passato, le norme
di responsabilità finanziaria e il patto di stabilità interno. Per poter rendere regolare
anche la liquidità, dobbiamo anche recuperare capacità di governo sui bilanci, sul bilancio centrale prima di tutto, però anche
ogni Regione sul proprio e ogni Comune sul
proprio e la capacità dello stato centrale di
governare tutto il sistema in una logica di
unitarietà della finanza pubblica. Quindi su
questo sarebbe ora di cominciare a riprendere in mano, in modo serio, gli strumenti di
governo centrale sulle risorse pubbliche. Se
facciamo questo
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DEF
>> DEF
Alleanza delle Cooperative,
sostenere la crescita economica
>> Marche
Riavviare e sostenere la crescita dell’economia e dell’occupazione, rafforzando l’equità
sociale.
È questa la priorità assoluta indicata dai rappresentanti dell’Alleanza delle Cooperative
Italiane -guidati da Bruno Busacca, Responsabile Relazioni Istituzionali di Legacoop- nel corso dell’audizione sul
Documento Economico Finanziario, svoltasi
il 23 aprile presso le Commissioni Speciali
riunite di Camera e Senato.
“L’Italia” -ha detto Busacca- “non è uscita
dalla crisi: le prospettive per il 2013 sono ancora di recessione, particolarmente preoccupante perché l’ulteriore contrazione
prevista per l’anno in corso cade su una economia ed una società stremate da cinque
anni di stagnazione che hanno riportato indietro di dieci anni il PIL e di quindici il potere
d’acquisto, che hanno fatto esplodere la disoccupazione e le povertà ed ampliato in
modo inaccettabile le disuguaglianze sociali”.
La situazione dell’economia e le ricadute sociali della crisi richiedono, quindi, risposte urgenti e coerenti politiche di lungo periodo. I
risultati positivi raggiunti con il consolidamento dei conti pubblici oggi debbono dare
luogo ad una fase nuova, centrata sull’obiettivo della crescita, con un impegno particolare a definire politiche dell’occupazione per
le fasce più deboli.
“Il recente decreto legge per il pagamento
dei debiti p.a. alle imprese” -ha sottolineato
il rappresentante dell’Alleanza- “rappresenta
un primo passo positivo per immettere risorse nell’economia reale; il percorso va però
completato, in modo da assicurare l’eliminazione di tutto lo stock accumulato”.
Ma quali sono i temi sui quali dovrebbe concentrarsi in modo più urgente l’attività del
prossimo Governo per dare impulso alla crescita?
Il rappresentante dell’Alleanza ha indicato, in
proposito, una serie di obiettivi prioritari: ridare fiato agli investimenti per infrastrutture,
sia a livello centrale che a livello degli enti locali; rilanciare l’edilizia e le riqualificazioni urbane; incoraggiare la spesa per ricerca e
innovazione; favorire la crescita dimensionale delle imprese ai fini di una maggiore
>> Elezione Napolitano
Primo piano
Legacoop
ACI
Settori
competitività sui mercati internazionali; valorizzare la filiera agroalimentare cooperativa;
sostenere i consumi; riprendere con decisione l’iniziativa sul fronte delle liberalizzazioni; garantire la legalità nei mercati.
Infine, il rappresentante dell’Alleanza delle
Cooperative ha sottolineato la necessità di
promuovere un nuovo modello di sviluppo
fondato sul protagonismo delle persone e
delle comunità.
“Una maggiore presenza della cooperazione
come forma imprenditoriale dell’autorganizzazione dei cittadini” –ha detto- “è un fattore
positivo per la crescita economica, per la
coesione sociale per lo sviluppo di una società più giusta e più equa”.
Per questo, l’Alleanza delle Cooperative Italiane è impegnata non solo a sviluppare la
cooperazione nei settori in cui essa è già presente e dove ha raggiunto posizioni importanti nell’economia nazionale, ma anche a
proporla come modello originale di economia sociale a piccoli imprenditori, a utenti, a
professionisti, a comunità.
ELEZIONE NAPOLITANO
Soddisfazione per una scelta
che chiude una fase complessa
Salutiamo con soddisfazione l’elezione di
Giorgio Napolitano alla Presidenza della Repubblica e siamo certi che essa possa produrre le condizioni per consentire una
soluzione della complessa fase politica che il
Paese sta attraversando. Occorre uscire tutti
insieme da una lunga impasse e intraprendere con coraggio il cammino concorde della
ripresa.
È questa la valutazione dell’Alleanza delle
Cooperative Italiane sulla rielezione di Napolitano avvenuta in occasione della sesta votazione per la nomina del Capo dello Stato.
“Al doveroso apprezzamento per la grande
generosità del Presidente verso il Paese che
ha reso possibile una scelta condivisa in una
situazione di grande difficoltà ed incertezza
politica” -si legge in una nota dell’Alleanza“si aggiungono il ringraziamento e la stima
per la saggezza e l’equilibrio con i quali Napolitano ha sempre assolto alla sua funzione
di garanzia delle istituzioni repubblicane”.
“Siamo certi” -conclude la nota- “che queste
sue doti saranno ancora preziose e potranno
Territori
Imprese
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9
porre le basi per la ricerca di una soluzione
della complessa fase politica attuale, così da
consentire una risposta efficace ai gravissimi
problemi delle imprese e del lavoro che alimentano il disagio di tante famiglie. L’auspicio, infatti, è che la convergenza resa
necessaria per uscire dalle divisioni e dallo
stallo politico-istituzionale che si è determinato si ricompongano in funzione della formazione del nuovo governo di cui il Paese ha
assoluto bisogno”.
MARCHE
L’esperienza delle 17 cooperative
di agricoltura sociale
Sono 17 le cooperative presenti nel comparto dell’agricoltura sociale nelle Marche,
che nasce dall’incontro fra il mondo dell’agricoltura e quello della cooperazione sociale. Occupano una trentina di persone,
coinvolgono nelle proprie attività 400 persone e hanno circa 700 clienti secondo un
primo studio effettuato dal settore agroalimentare regionale dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, che raccoglie Agci,
Confcooperative e Legacoop Marche, illustrato nella pubblicazione “Agricoltura sociale e cooperazione nelle Marche”. Un
volume che è stato presentato durante il
convegno “Produttori di stabilità – La cooperazione per le nuove forme di sviluppo”,
organizzato nella cooperativa Falcineto di
Bellocchi di Fano (Pu). L’iniziativa, che conclude il progetto sostenuto dalla legge regionale 7 del 2005 per la promozione della
cooperazione per lo sviluppo rurale, annualità 2011-2012, è servita a fare il punto su
Primo piano
Legacoop
una nuova opportunità d’impresa. Dall’unione delle competenze delle coop agricole e quelle sociali, si possono, infatti,
sviluppare occasioni di occupazione con la
creazione di agrinido, di attività educative
per i bambini, di sostegno a persone con
disabilità e disagio sociale, di reinserimento
lavorativo. “Con questo progetto – ha detto
Mauro Scattolini, direttore di Confcooperative Marche, tracciando un bilancio delle
azioni compiute dalle tre Centrali cooperative –, abbiamo cercato di analizzare, insieme ai cooperatori, quali sono i comparti
di possibile futuro sviluppo dell’agricoltura,
come quello biologico, i progetti di filiera
produttiva, come quella cerealicola, e, oggi,
l’agricoltura sociale. In queste aree, ci sono
possibilità d’intervento che, insieme al miglioramento dell’organizzazione e alla necessità di aumentare la superficie
produttiva delle imprese marchigiane del
settore, possono contribuire a spingere le
coop agricole fuori dalla crisi”. Secondo
Teodoro Bolognini, responsabile settore
Agroalimentare di Legacoop Marche, “l’incontro fra questi due settori può aumentare
il valore della coesione sociale e della solidarietà come caratteristiche intrinseche
della cooperazione. Valori che diventano
percorsi educativi e culturali nell’incontro
con le scuole. L’auspicio è, perciò, che le
cooperative sociali riescano ad intraprendere percorsi condivisi innanzitutto con le
aziende agricole che già svolgono, o che
sono orientate, verso questo tipo di esperienze unendo le risorse di entrambi per
dare vita a progetti innovativi”. Dom Salvatore Frigerio, presidente Collegium
Scriptorium Fontis Avellanae, ha invece sottolineato che “la cooperazione, e nella ge-
ACI
Settori
stione della montagna in particolare quella
agro-forestale, è un modello che può garantire la sostenibilità d’intervento, il rispetto
per l’ambiente e lo sviluppo dell’occupazione sui territori”. Per Riccardo Milano,
responsabile Relazioni culturali di Banca
Popolare Etica, è “la sostenibilità” il principale fattore su cui puntare per lo sviluppo di
un’economia che coniughi “una politica del
prezzo equo, la tutela del lavoro, l’equità
con una visione futura a tutela delle giovani
generazioni. Fattori che si ritrovano già nelle
cooperative a cui si dovrebbe affiancare il
rispetto per la dignità che viene data a chi
lavora la terra”. All’incontro, cui hanno portato i saluti delle rispettive amministrazioni
Stefano Aguzzi, sindaco di Fano, e Massimo Seri, assessore al Lavoro della Provincia di Pesaro e Urbino, alcuni
cooperatori, fra cui Patrizia Marcellini,
presidente Fedagri Marche, hanno raccontato la loro esperienza di agricoltura sociale.
Un comparto su cui anche l’Assam-Agenzia servizi settore agroalimentare Marche
sta effettuando un monitoraggio a livello regionale.
Territori
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Legacoop
>> Legacoop Salute
>> Cooperative tra professionisti
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LEGACOOP SALUTE
“Le risorse per l’integrazione
tra sanità e assistenza”
Nel quadro delle iniziative di approfondimento
varate dalla cabina di regia del Progetto Salute, il 14 Maggio a Roma presso il Salone
Basevi di Legacoop in Via Guattani, 9 – si
terrà il terzo Seminario sul tema“Le risorse
per l’integrazione tra sanità ed assistenza”.
La riorganizzazione del sistema sociosanitario (inteso come interazione organica tra ambito sanitario e socioassistenziale) del nostro
Paese richiede un “grande sforzo di innovazione” teso a sostenere l’aggregazione della
domanda e ad integrare non solo l’offerta di
servizi, ma anche le diverse fonti di finanziamento al fine di garantire i necessari recuperi
di efficienza e, anche, il mantenimento delle
caratteristiche di universalità ed equità che
sono alla base del diritto alla salute dei cittadini.
Il seminario si propone di analizzare il tema
dell’integrazione delle risorse pubbliche e private in campo sociosanitario per esplorare la
possibilità di sperimentare un modello in cui
l’intera gamma di flussi di finanziamento della
spesa converga su obiettivi specifici.
In questo contesto assumono un ruolo importante la mutualità integrativa e, per fronteggiare la non autosufficienza anche di lunga
durata, gli strumenti assicurativi .
Obiettivo del seminario
Il seminario affronterà tre temi principali, che
ne rappresentano gli obiettivi fondanti:
Le risorse pubbliche e private a finanziamento
della spesa sanitaria e assistenziale
L’aggregazione della domanda per rispondere
ai bisogni di cure sanitarie e sociosanitarie
I modelli e gli strumenti utilizzabili nel caso
dell’assistenza a lungo termine
Il primo obiettivo è parte essenziale del progetto Legacoop Salute e dunque privilegerà il
tema delle risorse fornendo il quadro dei flussi
di spesa e gli elementi di problematicità dell’attuale sistema.
Il secondo privilegerà il confronto tra le diverse
esperienze realizzate nel campo dell’aggrePrimo piano
Legacoop
ACI
Settori
gazione della domanda.
Il terzo obiettivo si propone di approfondire il
tema specifico dell’assistenza a lungo termine (Long Term Care — LTC) e gli strumenti
di gestione offerti in campo assicurativo.
Con il termine “salute” adottiamo la definizione indicata dall’OMS: “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e
non solo l’assenza di malattia o disabilità” .
Con l’acronimo LTC (Long Term Care) adottiamo la definizione dell’OCSE: “l’insieme di
servizi di cura diretti a persone che presentano limitazioni di autonomia nella quotidianità
per un lungo periodo di tempo”.
Programma della giornata
9,30 Registrazione partecipanti
10,00 Giorgio Gemelli - Responsabile
Progetto Salute Legacoop
“Il Progetto Salute Legacoop: il finanziamento dell’integrazione tra sanità
e assistenza”
10,15 Barbara Moreschi - Ricercatrice
dell’Area Promozione Attiva Coopfond
“L’evoluzione della spesa sociosanitaria e socio assistenziale pubblica e
privata”
10,30 Ugo Ascoli - Professore ordinario di
sociologia economica della Facoltà di
Economia “Giorgio Fuà” - Università
Politecnica delle Marche
“Universalità e sostenibilità: le criticità dell’integrazione socio-sanitaria”
Primo Focus
11,00 Placido Putzolu - Presidente FIMIV
“L’organizzazione della domanda: le
mutue sanitarie e i fondi integrativi
(contrattuali e aperti)”
11,30 Grazia Labate, Esperta di Economia
Sanitaria
Marco Gaiba, Presidente Fare
Mutua (Emilia Romagna)
Loredana Vergassola, Presidente
Mutua Ligure
Marco Grassi, Responsabile Comunicazione Società Mutuo Soccorso
Cesare Pozzo
12,30 Domande di approfondimento
Secondo Focus
14,00 Emmanuele Pavolini - Professore
associato di Sociologia economica
della Facoltà di Scienze politiche Università di Macerata
“I cambiamenti nelle politiche per
Territori
Imprese
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Legacoop
la non autosufficienza e copertura
dei bisogni di cura”
14,30 Fiammetta Fabris - Direttore operativo UniSalute SpA
“Le assicurazioni per la non autosufficienza e LTC: il modello Unisalute”
15,00 Matteo Lippi Bruni - Ricercatore
Dipartimento Scienze EconomicheUniversità di Bologna; componente
Comitato Direttivo di AIES (Associazione Italiana di Economia Sanitaria)
“Gli scenari evolutivi per la copertura del rischio di non autosufficienza”
15,30 Spazio di discussione Interventi
programmati di:
Paola Menetti e Eleonora Vanni
(Presidente e Vicepresidente di Legacoopsociali),
Maurizio Pozzi e Gianfranco Piseri (Presidente e Segretario Generale di Sanicoop)
contributi dei partecipanti
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COOPERATIVE TRA PROFESSIONISTI
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale
il regolamento attuativo
Il 6 aprile è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il “Regolamento in materia di società
per l’esercizio di attività professionali regolamentate nel sistema ordinistico, ai sensi dell’articolo 10, comma 10, della legge 12
novembre 2012, n. 183” (decreto del Ministro della Giustizia 8 febbraio 2013, n. 34).
“Si tratta di un passaggio estremamente importante” -ha sottolineato Mauro Iengo, responsabile ufficio Legislazione Legacoop“perché finalmente consente ai professionisti interessati di promuovere la costituzione di
società, anche in forma cooperativa, per lo
svolgimento delle loro attività professionali”.
“È trascorso infatti circa un anno e mezzo
dall’entrata in vigore della norma di legge, -
ha ricordato Iengo- e sono stati molti i professionisti che hanno chiesto notizie ai nostri
uffici, nazionali e territoriali, circa la possibilità di avviare cooperative nei rispettivi settori
di appartenenza professionale. Oggi siamo
in grado di dare risposte positive e fornire i
nostri servizi per la costituzione delle cooperative tra professionisti”.
Nei prossimi giorni saranno promossi incontri con gli esponenti di tutti gli Ordini e Albi
professionali interessati, soprattutto allo
scopo di creare le necessarie condizioni per
una collaborazione proficua tra il movimento
cooperativo e il mondo delle professioni.
Inoltre, in collaborazione con la Direzione di
Legacoop nazionale, saranno promosse iniziative di approfondimento a livello centrale e
territoriale.
17,30 Giuliano Poletti - Presidente Legacoop
“Cooperazione, mutualità e assicurazione protagoniste dell’organizzazione della domanda e
dell’integrazione dell’offerta”
18,00 Chiusura dei lavori
Primo piano
Legacoop
ACI
Settori
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Settori
>> Turismo
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TURISMO
La Carta Europea del Turismo
Sostenibile e Responsabile
>> Pesca
Maurizio Davolio, quale Presidente di
AITR e della rete europea EARTH aisbl, ha
presentato il 15 aprile a Venezia, al Master
del CISET, Centro Internazionale di Studi
dell’Economia Turistica (Cà Foscari) la Carta
Europea del Turismo Sostenibile e Responsabile che sarà adottata dall’Unione Europea entro la fine dell’anno.
La Carta si rivolge sia agli Stati membri che
all’industria turistica e contiene indicazioni
sulle azioni da adottare per rendere il turismo più sostenibile e responsabile.
AITR ed EARTH hanno preso parte alla consultazione sui contenuti della Carta.
I partecipanti al Master proseguiranno negli
approfondimenti in vista del Barcamp che
si terrà il 17 maggio.
Maurizio Davolio presenta
il turismo cooperativo
Invitato dalla cooperativa Florida Universitaria, Il Responsabile di Legacoop Turismo
Maurizio Davolio è stato uno dei principali
relatori alla Conferenza Internazionale sull’Innovazione nel Turismo e nell’Ospitalità, che si
è tenuta a Valencia, Spagna, dal 16 al 19
aprile.
Nella sua relazione Davolio ha tracciato la storia delle cooperative turistiche a livello europeo, ha descritto le principali esperienze in
atto nei vari paesi (Polonia, Danimarca, Francia, Romania, Bulgaria, Svizzera, Regno Unito,
Cipro, Spagna); ha parlato di Legacoop Turismo, di ACI Turismo e delle loro principali attività: la BITAC, la creazione dell’Itinerario
Europeo della Cultura Cooperativa; il ruolo
avuto nella costituzione di AITR e della rete
europea EARTH; le relazioni con OITS e con
Necstour, il progetto STEEP. In particolare Davolio ha descritto le esperienze di gestione dei
beni confiscati, gli alberghi diffusi, le cooperative sociali che si occupano dell’integrazione, il pescaturismo, il turismo coi migranti,
le cooperative di comunità e l’impegno nel turismo responsabile.
Si tratta in generale di azioni e di esperienze
di innovazione sociale, che hanno trovato
spazio nella Conferenza a fianco delle esperienze di innovazione tecnologica, di prodotto
Primo piano
Legacoop
ACI
Settori
e commerciale descritte da altri relatori.
Alla Conferenza, organizzata da Florida Universitaria, il network europeo Space e la Fondazione Ulysses, hanno preso parte circa 200
partecipanti provenienti da 25 paesi. Fra i relatori Jan-Eric Frydman, Capo Unità Turismo e Cultura della Commissione Europea,
Philippe Lemaistre, dell’Organizzazione
Mondiale del Turismo, Javier Gomez Navarro, ex Ministro del Turismo della Spagna
e attualmente consulente in vari paesi, Quique Dacosta, chef di fama mondiale, e numerosi rappresentanti della Comunitat
Valenciana, delle associazioni internazionali
del settore, delle Università e istituti di Ricerca.
PESCA
Concessionidemaniali;LegaPesca,
bene interrogazione a Bruxelles
L’acquacoltura italiana è al centro di una
vera e propria emergenza che mette a rischio occupazione ed investimenti, dettata
dalla incertezza normativa sulle modalità di
rinnovo delle concessioni demaniali, già scadute o in procinto di scadenza, su cui insistono gli impianti di allevamento. Recependo
l’allarme degli acquacoltori, Lega
Pesca/AMA, in raccordo con le altre Associazioni del Coordinamento Pesca dell’Alleanza delle Cooperative, sta proseguendo
l’azione intrapresa per colmare l’attuale
vuoto normativo con l’obiettivo di arrivare ad
nuova organica disciplina di rilascio e rinnovo delle concessioni, che rappresenta di
per sé un pilastro fondamentale per impostare lo sviluppo dell’acquacoltura nazionale
in linea con gli indirizzi della politica marittima integrata dell’Unione Europea.
Per fare il punto della situazione, il seminario nazionale organizzato a Goro sotto la
sigla dell’Alleanza delle Cooperative ha consentito di acquisire il parere unanime di autorevoli giuristi e tecnici circa l’inapplicabilità
alle concessioni per l’acquacoltura delle previsioni e scadenze della cosiddetta “Direttiva
Servizi”o “Direttiva Bolkestein”, la Direttiva
2006/123/CE, relativa ai servizi nel mercato
interno, con tutto quello che ne consegue rispetto alle ben diverse interpretazioni date
sulla materia da alcune Regioni.
Il seminario di Goro ha costituito un primo
passo incoraggiante, che ha gettato le basi
per procedere ai diversi livelli. Primo fra tutti
Territori
Imprese
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Settori
quello dell’Unione Europea che rappresenta
la fonte primaria del diritto. In quanto autorità che ha emanato la direttiva in questione,
è quanto mai dirimente assumere la sua posizione ufficiale in materia. Per questo motivo, è da accogliere come ulteriore passo
avanti nell’azione intrapresa, l’iniziativa congiunta degli europarlamentari S&D, Sergio
Cofferati (Commissione Mercato Interno e
Protezione Consumatori) e Guido Milana
(Vicepresidente Commissione Pesca), che
hanno presentato alla Commissione Europea una interrogazione parlamentare a risposta scritta volta a chiarire l’esclusione del
regime di rinnovo delle concessioni demaniali per lo svolgimento delle attività di acquacoltura dall’ambito di applicabilità della
Direttiva Servizi. Anche se l’esito sarà scontato, la risposta nero su bianco della Commissione sarà utile a sciogliere
definitivamente ogni dubbio e non andare a
soluzioni pasticciate nel confronto che si
apre in Italia tra i diversi Ministeri competenti e le Regioni. A parte Bruxelles, è chiaro
che la vera partita si gioca in Conferenza
Stato Regioni, dove l’Ordine del Giorno presentato in merito alle incertezze applicative
della direttiva servizi rimane esemplare delle
Primo piano
Legacoop
13
difficoltà in atto.
Sulla indispensabile base di certezza giuridica che fornirà la risposta della Commissione, Lega Pesca intende proseguire la sua
azione a livello nazionale, dove l’obiettivo rimane quello di intraprendere, in raccordo
con tutti i soggetti istituzionali coinvolti, un
percorso volto a definire, per lo specifico
ambito del rilascio ed il rinnovo delle concessioni per l’acquacoltura, una nuova disciplina organica che sia strumento di
sviluppo del comparto. L’assenza di normative specifiche crea confusione ma consente
anche un certo margine di flessibilità per
ipotizzare, un regime transitorio che, nell’immediato, metta al sicuro investimenti e
lavoro e dia risposta ad acquacoltori che
oggi esercitano l’attività in aree il cui titolo è
scaduto. Ciò anche perseguendo l’obiettivo
di un rinnovo della delega al Governo approvata ma non esercitata per scadenza
(delega legislativa contenuta nell’art. 11
della legge comunitaria 2010 (legge 15 dicembre 2011, n. 217) per la definizione di
linee guida nazionali di disciplina di rilascio
e rinnovo delle concessioni demaniali, in
cui, accanto alle esigenze di evidenza pubblica siano contemperate quelle di gestione
ACI
Settori
sostenibile delle risorse, politica sociale, limiti alla capacità di sfruttamento, etc., così
come l’indicazione di parametri per il rinnovo
delle concessioni.
La proposta, già portata all’attenzione di Ministeri e Stato/Regioni, fissa come principi
irrinunciabili: rispetto delle unità economiche già definite, tenendo conto sia della redditività delle unità economiche minime che
di esigenze ambientali e di tutela del territorio, e capacità di sfruttamento; adeguata
considerazione della esperienza già maturata nel settore e delle garanzie ambientali
locali ed occupazionali; previsione di un sistema di indennizzo per il concessionario
eventualmente uscente per investimenti non
ancora ammortati e clausole sociali per i lavoratori coinvolti; durata delle concessioni
demaniali tale da garantire la redditività degli
investimenti già effettuati e gli investimenti
futuri (incluso il collegamento con eventuali
concessioni a terra); esplicita netta separazione tra concessioni rilasciate per lo svolgimento di attività di produzione primaria e
concessioni rilasciate per lo svolgimento di
attività di servizi.
Territori
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Territori
>> Alto Adige-Südtirol
14
ALTO ADIGE-SÜDTIROL
>> Emilia Romagna
Convegno sulle clausole sociali
alla Libera Università di Bolzano
>> Umbria
Il 18 aprile si è tenuto a Bolzano il convegno
“Le clausole sociali negli appalti come
strumento di social innovation e di promozione di politiche attive di lavoro”. “Oggi
le clausole sociali sono un primo passo, ma
non finisce qui – ce ne sono altri da fare
come quello di inserire nei capitolati degli
appalti che il costo del lavoro non può essere abbassato entro certi limiti”, ha affermato l’assessore provinciale alla
cooperazione, lavoro e innovazione Roberto Bizzo durante il suo intervento al
convegno organizzato da Federsolidarietà,
AGCI Alto Adige e Legacoopbund in collaborazione con l’ufficio provinciale della cooperazione e l’assessorato alle politiche
sociali e ai giovani della città di Bolzano.
Presente al convegno anche l’assessore
provinciale alla cultura Christian Tommasini.
Ai 115 partecipanti del convegno, la maggior parte di loro rappresentanti delle cooperative sociali altoatesine, sono stati
illustrati i principali aspetti legali legati alle
clausole sociali e agli appalti pubblici, ma
anche la loro attuazione pratica e il significato dell’inclusione sociale. I relatori provenienti da tutta l’Italia hanno sottolineato
l’importanza delle cooperative sociali e delle
clausole sociali negli appalti pubblici: esse
possono essere uno strumento di innovazione sociale e di promozione delle politiche attive del lavoro.
“Abbiamo gli strumenti legislativi per poter
favorire la crescita e lo sviluppo delle cooperative sociali, si tratta di metterli in pratica”, ha affermato Giulia Failli, vice
presidente di Legacoopbund. Alessandra
Berloffa di Federsolidarietà ha ricordato
che il principale obiettivo delle cooperative
sociali di tipo B è quello dell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate: “Stiamo
parlando di persone in condizioni di forte
svantaggio e che hanno un diritto imprescindibile ad essere trattati con professionalità, e qui le clausole sociali diventano
una garanzia a per la qualità dei progetti di
inserimento lavorativo”.
“Il numero delle cooperative sociali è in
forte aumento”, ha affermato Nicola
Grosso di AGCI Alto Adige – secondo uno
>> Emilia Romagna
>> Campania
>> Campania
>> Puglia
>> Puglia
>> Sicilia
>> Bologna
>> Parma
>> Ferrara
>> Modena e Reggio Emilia
>> Pesaro Urbino
Primo piano
Legacoop
ACI
Settori
studio di AGCI Alto Adige, Federsolidarietà,
Legacoopbund e Raiffeisenverband il numero delle cooperative sociali di tipo
B dal 2008 al 2011 è aumentato del
42%. Se nel 2008 in Alto Adige si contavano 107 cooperative sociali (di cui 37 cooperative sociali di tipo B), nel 2011 esse
erano 143, di cui 57 sono cooperative sociali di tipo B. Ma non solo il numero delle
cooperative sociali è in aumento, anche il
numero dei dipendenti (+79% rispetto al
2008) e delle persone svantaggiate integrate nelle cooperative sociali di tipo B
(+58% rispetto al 2008) dal 2008 al 2011
ha subito un incremento notevole – a conferma dell’utilità di questo tipo d’impresa
nella creazione di nuovi posti di lavoro.
EMILIA ROMAGNA
Progetto Life AQUA, evento finale
presso il Parlamento Europeo
Il progetto Life AQUA, “Adoption of Quality
water Use in Agro industry”, che ha visto
coinvolti Legacoop Emilia Romagna, Legacoop Agroalimentare e Distretto Nord Italia,
ARPA Emilia-Romagna, Regione Emilia Romagna e Indica, ha permesso di analizzare
l’utilizzo della risorsa idrica nei processi produttivi del settore agroalimentare e di identificare strategie di conservazione e di
riduzione della risorsa idrica legate ad azioni
che saranno realizzate all’interno delle imprese coinvolte nel progetto nell’arco dei
prossimi anni.
A conclusione delle attività, che erano state
avviate a gennaio 2011, è previsto un
evento finale per la presentazione dei risultati del progetto. L’evento, che sarà ospitato
presso il Parlamento Europeo a Bruxelles,
avrà il luogo il prossimo 7 maggio e vedrà
la partecipazione di Paolo De Castro, Presidente della Commissione Agricoltura e
Territori
Imprese
Sondaggio
Territori
Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo e
di Sabrina Freda, Assessore all’Ambiente
della Regione Emilia Romagna.
L’incontro rappresenta un’occasione importante per presentare gli impegni e i piani
di miglioramento assunti dalle 15 imprese
che hanno aderito e sostenuto gli obiettivi
del progetto, in particolare alla luce della
“Water Blueprint” dell’Unione Europea e
delle azioni proposte a salvaguardia delle
risorse idriche nei processi produttivi.
EMILIA ROMAGNA
Seminario su riqualificazione
edilizia ed urbana
Prendendo spunto dallo studio di ASTER Rete Alta Tecnologia dell’Emilia-Romagna
“Smart Swap Building – Riconversione di
blocchi abitativi obsoleti in edifici di Classe
A con infrastrutture integrate per la comunicazione e il trasporto elettrico urbano”, è
programmato un incontro di carattere seminariale, che si svolgerà mercoledì 8 maggio dalle ore 9.15 alle ore 13.00, presso la
sede Legacoop Emilia-Romagna - viale
Aldo Moro 16 Bologna - SALA A, sul tema
“Il possibile ruolo delle cooperative di abitanti nella riqualificazione del patrimonio
edilizio residenziale, anche su scala urbana”.
Partecipano all’incontro:
Francesco Paolo Ausiello, Direttore
Tecnico della Rete Alta Tecnologia dell’Emilia-Romagna
Michele Zanelli, Responsabile Servizio Qualità Urbana – Regione EmiliaRomagna
Paolo Cattabiani, Presidente Legacoop Emilia-Romagna
UMBRIA
Legacoop e Banca Prossima
insieme per innovare il welfare
15
mossi dalle imprese cooperative.
In un momento particolarmente difficile quale
è l’attuale, in cui crescono i bisogni sociali dei
cittadini e si riducono le risorse economiche
da destinare al sistema di welfare, Legacoop
Umbria e Banca Prossima mettono a disposizione della comunità le proprie competenze,
in primo luogo umane, per realizzare un programma di investimenti finalizzato all’innovazione del welfare regionale con l’obiettivo di
aumentarne il livello di efficienza ed efficacia.
Solo puntando con decisione sull’innovazione
sarà infatti possibile riuscire a migliorare l’offerta dei servizi di welfare in questi anni di crisi
economica e sociale.
La prima azione del progetto “Welfare Umbria” sarà la realizzazione, da parte di Legacoop Umbria e Banca Prossima, dell’attività
di selezione congiunta dei progetti da realizzare nella fase iniziale del progetto. L’obiettivo è concludere la fase di selezione nei
prossimi sei mesi ed entrare subito nella fase
operativa del progetto ad ottobre 2013.
Il progetto “Welfare Umbria” è dotato di un
plafond iniziale di 20 milioni da parte di Banca
Prossima che potrà essere incrementato sulla
base dell’andamento del progetto.
“Il rapporto tra Legacoop Umbria e Banca
Prossima – afferma Andrea Bernardoni
Responsabile Ufficio Economico Legacoop
Umbria – si è consolidato da diversi anni.
Oggi Banca Prossima è uno tra i partner finanziari più importante per la cooperazione, in
particolar modo per le cooperative sociali.
Sono molto felice di poter presentare questo
nuova collaborazione tra Legacoop e la
Banca. Una collaborazione che punta su tre
parole chiave: sussidiarietà, innovazione e
rete. Partendo dai bisogni dei cittadini e dai
progetti delle imprese cooperative intendiamo
innovare la rete di servizi sociali, educativi e
sanitari dell’Umbria avviando il percorso di
costruzione di un nuovo welfare di comunità.”
“Con questa convenzione – aggiunge Gerardo Iula, Coordinatore Commerciale di
Banca Prossima -Intesa Sanpaolo rafforza
Il 22 aprile, presso la Sala Fiume, Palazzo Donini a Perugia, è stato presentato il progetto:
“Welfare Umbria” e sono stati illustrati i
contenuti della convenzione stipulata tra Legacoop Umbria e Banca Prossima con
l’obiettivo di sostenere i progetti di innovazione del sistema di welfare dell’Umbria proPrimo piano
Legacoop
ACI
Settori
l’impegno in Umbria. La possibilità di offrire,
attraverso Banca Prossima, la banca del
Gruppo Intesa specializzata per il Terzo Settore, servizi bancari destinati alle cooperative
sociali associate a Legacoop Umbria, forti
nella capacità di fare rete, e’ una grande opportunità per il sistema cooperativo umbro.
Questa partnership, unitamente alla collaborazione con Cassa di Risparmio dell’Umbria
anche per i servizi ai soci e ai dipendenti, è un
passo importante verso la creazione di valore
sociale, obiettivo statutario di Banca Prossima.”
CAMPANIA
Nasce Agrinsieme della Regione;
presentato alla CCIAA di Napoli
Agrinsieme, il Coordinamento Campania tra
Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza
delle Cooperative Italiane Agroalimentari
(Agci Agrital, Fedagri Confcooperative, Legacoop Agroalimentare), è stato presentato
il 19 aprile alla Camera di Commercio di
Napoli, dai rappresentanti dei soggetti componenti: Salvatore Ciardiello, Coordinatore Agrinsieme Campania - Presidente
Cia Campania; Mario Catalano, Presidente
Legacoop Campania; Carlo Mitra, Commissario Confcooperative Campania; Gianluigi De Gregorio, Presidente Agci
Campania; Michele Pannullo, Presidente
Confagricoltura Campania. Assente giustificato, Mario Moccia, Presidente Copagri
Campania.
La conferenza stampa moderata da Pasquale Carlo - Segretario Arga Campania ha messo in luce le finalità del nuovo Coordinamento nazionale Agrinsieme ed in linea
con lo stesso, di Agrinsieme Campania, ovvero i due punti fondanti: definire strategie di sviluppo agricolo ed agroalimentare
che possano fornire un contributo essenziale alla crescita economica e sociale generale della regione, valorizzando le risorse
Territori
Imprese
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Territori
imprenditoriali del settore; la definizione di
politiche che, attraverso l’affermazione di
un ruolo strategico dell’agricoltura, garantiscano redditività alle imprese ed alle cooperative agricole, proiettandole verso il
mercato più ampio dell’intero comparto
agroalimentare.
In sintesi, il programma di lavoro: politiche per favorire l’aggregazione delle imprese agricole; rilancio della ricerca;
sostegno al ricambio generazionale; politiche mirate specificamente alla definizione
di strumenti per il credito, per la legalità e
per l’affermazione sui mercati nazionali ed
esteri dei prodotti dell’agroalimentare campano.
Daniela Nugnes, Consigliere Delegato all’Agricoltura della Regione Campania, ha
tenuto a battesimo il Coordinamento campano di Agrinsieme, sottolineando come in
esso siano ricomprese “tutte le sfide del futuro per l’agricoltura e per la tutela dell’ambiente nella nostra regione”. “Un
segnale di estrema responsabilità – continua la Nugnes - da parte delle Associazioni
di rappresentanza dell’Agroalimentare che
hanno così avviato un percorso giusto e opportuno, superando dannose frammentazioni”.
Mario Catalano, Presidente Legacoop
Campania, nel suo intervento ha sottolineato due aspetti, in particolare. In primo
luogo, “l’importanza di aver costituito un’alleanza politica tra le organizzazioni di rappresentanza dell’agroalimentare tesa a
rafforzarle, con l’auspicio di trasformarsi
presto in un’alleanza economica e imprenditoriale, come già le stesse Centrali cooperative hanno intuito da qualche anno,
dando vita all’Alleanza delle Cooperative Italiane. Un messaggio che vogliamo lanciare
a chi pensa di poter fare da solo”. In secondo luogo, “il ruolo strategico dell’agricoltura, sul piano economico sia nazionale
che regionale, che dal nostro punto di vista
può favorire una ripartenza per la valorizzazione delle produzioni del Mezzogiorno, tipicità, fra l’altro, di alta qualità a prezzi
competitivi”.
“Agrinsieme - ha dichiarato Salvatore
Ciardiello - si presenta come una struttura
unitaria nuova ed efficace, che rappresenterà tutti i soggetti aderenti al Coordinamento in modo efficiente, come
interlocutore più affidabile e sicuramente di
Primo piano
Legacoop
16
maggior peso. Un passo in avanti per un
settore che è una grande risorsa per il
Paese ma, soprattutto, per rappresentare
un nuovo modello agroalimentare campano
ed italiano”.
CAMPANIA
Legacoop e Federconsumatori
insieme; grave la crisi
Legacoop Campania e Federconsumatori
hanno attivato una collaborazione per realizzare una ricerca sui consumi e sulla
spesa media delle famiglie campane e della
città di Napoli, in particolare. Il dossier, presentato il 18 aprile scorso (presenti anche
esponenti delle istituzioni, tra cui l’Assessore al Commercio del Comune di Napoli,
Marco Esposito), ha prodotto un quadro per
molti aspetti preoccupante del malessere
sociale e dell’impoverimento sempre crescente ma ha anche evidenziato una serie
di potenzialità, ancora intatte del nostro sistema economico e produttivo, che fanno
sperare in un futuro di ripresa e di miglioramento generale.
La crisi, come si evince dai dati, è grave, le
conseguenze per i cittadini sono sempre più
pesanti e sembrano allontanarsi, ogni
giorno di più le possibilità di una ripresa che
consenta una uscita veloce dalla attuale situazione.
“Da ogni parte arrivano analisi e dati che
confermano le difficoltà attuali – dice Massimo Pelosi, Vice Presidente Legacoop
Campania - ma corrono il rischio di restare
parziali, perché, spesso rappresentano solo
alcuni aspetti dei settori produttivi o di alcune categorie specifiche. Infatti, estrapolando alcuni dati da indicatori come il BES
e il PIQ, abbiamo avuto la confortante sorpresa di alcuni elementi che ci danno fiducia, sui quali puntare in Campania, come i
settori innovativi della produzione (ad es.
l’aereospaziale) e l’agroalimentare”.
“Con Federconsumatori – conclude Pelosi abbiamo stabilito questa iniziativa comune,
i cui risultati presenteremo periodicamente,
per fare il punto sia sullo stato dei consumi
e dei prezzi in Campania, che per fornire
uno strumento di lavoro utile alle istituzioni
che, oltre a fotografare l’esistente, possa individuare gli elementi sui quali puntare per
lo sviluppo”.
ACI
Settori
PUGLIA
Legacoop Puglia e Forpuglia
a supporto dell’Avviso pubblico
Pubblicato il bando «Piccoli sussidi» dedicato alla fasce più deboli, a sostegno dell’occupazione e del’inclusione sociale.
Destinatario delle risorse tutto il Terzo settore,
con una particolare attenzione alle cooperative sociali. A supporto dell’intera misura
anche Legacoop Puglia, che offrirà consulenza tecnica e formativa, insieme al suo ente
di formazione, Forpuglia, per la partecipazione
al bando.
Si tratta di una misura attivata dalla Regione
Puglia, che rientra nell’ambito del Programma
Operativo del Fondo Sociale europeo 20072013, per sostenere l’ingresso e la permanenza nel mondo del lavoro di giovani e adulti
disoccupati e inoccupati, d’immigrati, donne,
lavoratori svantaggiati e disabili. Saranno le
cooperative sociali, le associazioni di volontariato, le imprese sociali, Onlus e Ong ad aggiudicarsi un sostegno finanziario per un
totale complessivo di 5 milioni e 400 mila
euro (finanziato dal POR FSE 2007/2013,
Asse II Occupabilità, dall’Asse III Inclusione
sociale e dall’Asse VI Assistenza tecnica).
A gestire l’intera misura è l’«Impresa Sociale
per lo Sviluppo», organiamo intermedio aggiudicatario, in Associazione Temporanea di
Scopo con il Consorzio «Ape», costituito da
CoopFond, il fondo mutualistico di Legacoop.
L’Organismo Intermedio sarà supportato da
una rete diffusa sul territorio regionale di cui
fanno insieme a Legacoop Puglia, anche
Confcooperative Puglia, Banca Etica, ACLI
Puglia e Agci Puglia.
«Piccoli sussidi» è alla sua seconda edizione
e per l’assessore regionale al Diritto allo studio e formazione, Alba Sasso, intervenuta
alla conferenza stampa di presentazione insieme all’assessore alla Sanità, Elena Gentile, “significa proseguire una politica di
attenzione alle persone. Puntiamo a migliorare le condizioni di accesso e permanenza
al lavoro di soggetti svantaggiati, attraverso
la creazione e il consolidamento di opportunità professionali. Spesso, infatti, le fasce più
fragili sono anche quelle più difficilmente raggiungibili dalla comunicazione ordinaria: consolidare, con questa Misura, le imprese del
Terzo Settore, vuol dire mantenere con loro
un canale aperto, vuol dire disporre di an-
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Imprese
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Territori
tenne sociali per individuare altre fasce di
nuove povertà.
Dello stesso avviso l’assessore Gentile che
parla di “iniziative di nuova e buona economia sociale, ripensando in un tempo di crisi
modelli di sviluppo sostenibile”.
Nel corso della conferenza stampa sono state
illustrate le tre azioni previste dal bando, ovvero il
consolidamento delle organizzazioni operanti
nell’ambito dell’inclusione sociale e lavorativa, la creazione di nuove imprese;
le misure di sostegno dirette a consentire
l’accesso;
la permanenza nel mercato del lavoro e nelle
attività di formazione di soggetti non completamente autonomi.
L’importo massimo di finanziamento richiedibile su ogni azione è di 35 mila euro. Si prevedono come beneficiari finali degli interventi
circa 1200 soggetti svantaggiati.
Le istanze dovranno pervenire, presso la sede
dell’Organismo Intermedio RTS APE – FONDOSVILUPPO, entro e non oltre le ore 16.00
del quarantesimo giorno successivo alla data
di pubblicazione dell’Avviso sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia.
PUGLIA
Tempi di vita e lavoro;
ripensare la città di Bari
Per conciliare spazi di vita e lavoro occorre
ripensare e progettare nuove politiche temporali e territoriali della città. Con una visione urbanistica che integri mobilità,
cultura, socialità, servizi sociali, scuola, bisogni di donne, anziani e bambini, in un’ottica sostenibile. A Bari, l’assessorato al
Welfare, con il contributo della Regione Puglia e del Terzo settore, tra cui Legacoop
Puglia, con la sua Commissione Pari Opportunità e Politiche di Genere, è al lavoro
per realizzare tutto ciò.
Nella sala Consiliare del comune barese
sono stati presentati i risultati dello Studio di
Fattibilità del Piano Territoriale dei Tempi e
degli Spazi di Bari (PTTS). Una pubblicazione di circa 170 pagine, già consegnata
alla Regione e distribuita anche alla stampa
come frutto di un lavoro di ricerca partecipata. Grazie all’Avviso pubblico della RePrimo piano
Legacoop
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gione Puglia, l’Ambito Territoriale della Città
di Bari, ha, difatti, candidato, in questo
modo, la sua proposta.
Il programma s’inserisce nell’ambito delle
Politiche regionali dei Servizi alle persone,
del Benessere e delle Pari Opportunità della
Regione Puglia. E con la legge regionale n.7
del 2007, sulle “Norme per le politiche di
genere e i servizi di conciliazione vita-lavoro” è stato possibile attuare un programma d’intervento per realizzare e
implementare una nuova cittadinanza solidale, fondata sulle differenze di genere e
sulla conciliazione dei tempi e gli orari di
vita delle persone nei contesti cittadini.
Il Patto sociale di genere delle città di Bari,
rientra proprio in questa programmazione.
Si tratta di un progetto promosso dal comune di Bari, insieme a Legacoop Puglia,
Confcooperative Puglia, Aiecs e Cirpas, che,
tra i vari obiettivi, ha dato il via ai lavori per
l’istituzione di una Consulta cittadina per
la salute e il benessere delle donne. Uno
strumento pensato per essere reale supporto all’amministrazione comunale nella
realizzazione di programmi a “misura di
donna”.
Lo studio di fattibilità sull’“Abitare i tempi
di spazi della città di Bari” e condotto nell’Ambito Sociale, è, dunque, in perfetta continuità con le altre esperienze e
progetti-pilota sulla conciliazione, come appunto, i Patti sociali di Genere. Nello specifico, lo studio, costruito grazie ad uno staff
tecnico di esperti professionisti, prova a correlare la mobilità sostenibile con il sociale,
la cultura con l’amministrazione. Obiettivo:
ripensare la città a reale misura di cittadino.
Il PTTTS dell’Ambito della Città di Bari prevede il miglioramento dell’abitabilità del
tempo urbano favorendo la conciliabilità dei
diversi spazi di vita dei cittadini, promuovendo l’empowerment istituzionale e un più
stretto coordinamento tra attori istituzionali
e sociali.
Sono previste dal Piano 14 azioni progettuali sperimentali, in quattro macroambiti di
azione e interesse, ovvero
• Mobilità sostenibile urbana;
• Conciliazione tempi vita-lavoro delle
donne e delle famiglie;
• Maggiore accessibilità ai pubblici servizi;
• Qualità urbana.
Si tratta di un lavoro che promuove la parACI
Settori
tecipazione attiva di diversi spazi di vita
delle persone, anche attraverso, come è
emerso nel corso della conferenza stampa,
l’attivazione dell’Ufficio Tempi e Spazi, nella
sede della Ripartizione Welfare del comune
di Bari. Sarà un laboratorio aperto alle associazioni e alla cittadinanza per proporre
nuovi servizi, nuove iniziative e politiche
temporali, in linea con le esigenze di conciliazione vita-lavoro, con lo spazio urbano e
gli orari degli uffici pubblici. Così da offrire
anche nuove occasioni conciliative al
mondo delle imprese, alle famiglie, ai minori, enti e istituzioni. La costituzione di un
Tavolo di concertazione permanente, cui
aderiranno rappresentanti dei diversi ambiti
d’interesse e territoriali, pubblici e privati,
sarà l’ultima tappa per avviare il vero cambiamento.
La peculiarità del progetto sta anche nella
partecipazione attiva di tutti, in particolare
dei cittadini. Le 30 mila cartoline diffuse
dall’assessorato al welfare consentiranno di
segnalare un bisogno rispetto al tema della
conciliazione nella propria città. Un importante e ulteriore contributo per migliorare i
tempi e gli spazi di vita.
SICILIA
Finanziaria e bilancio;
appello al governo regionale
Pubblichiamo, di seguito, il testo di un comunicato diffuso il 19 aprile dai presidenti
di Agco, Confcooperative, Legacoop, Unci
ed Unicoop Sicilia
“Al Presidente Crocetta, all’Assessore Vancheri e all’Assessore Bianchi chiediamo
chiarezza sull’IRCAC a nome delle 7.000
cooperative che rappresentiamo, dei loro
quasi 400mila soci e dei loro oltre 70mila
addetti. Chiediamo chiarezza perché, malgrado Il testo della finanziaria 2013 depositato dal Governo non contenga gli
annunciati progetti di fusione dell’IRCAC
con altri istituti, si continuano a registrare
voci sulla volontà del Governo di procedere
con la legge di bilancio in questa direzione.
Per questo motivo ribadiamo quanto già
sottolineato in occasione dell’audizione in
Commissione Attività Produttive: il movi-
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Imprese
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Territori
mento cooperativo non è pregiudizialmente
ostile ad un disegno innovatore sul credito
agevolato in Sicilia e sui suoi relativi strumenti. Tra i quali certamente c’è l’IRCAC.
Non è insomma trincerato nella difesa dell’esistente. Anzi il movimento cooperativo
siciliano è pronto a sostenere le scelte che
il Governo vorrà assumere se esse andranno nella direzione del recupero di efficienza e di efficacia della macchina
pubblica e di un più fluido e agevole accesso al credito per le cooperative siciliane.
Se esse andranno nella direzione della risoluzione delle criticità, che pure esistono,
nella operatività dell’IRCAC. Ma decidere
della soppressione o della fusione dell’IRCAC al buio, senza un progetto alternativo
già verificato nella fattibilità, significherà
compromettere i regimi di intervento del
credito agevolato per le cooperative, già notificati in sede europea. Significherà, per
molte imprese cooperative siciliane, cancellare conseguentemente la possibilità di
accesso al credito nel momento più difficile
del rapporto con le banche. Significherà
cioè, in alcuni casi, decretarne la liquidazione. Ma quelle esperienze imprenditoriali,
spesso di piccole o piccolissime dimensioni,
sono le stesse che, in barba alla crisi, hanno
garantito in Sicilia dal 2008 al 2011, in totale controtendenza, la crescita dell’occupazione del 4,1%. Per questo chiediamo al
Governo la chiarezza che riteniamo sia dovuta alle cooperative siciliane, ai loro soci
ed ai loro addetti. Si faccia chiarezza e si
apra contestualmente un tavolo di confronto
sull’argomento. Non faremo certamente
mancare il nostro contributo per la costruzione di una Sicilia più moderna, più efficiente e più equa”.
BOLOGNA
Premiati i vincitori della seconda
edizione di Coopyright Junior
Si è svolto il 19 aprilemattina a Bologna
l’evento di premiazione della seconda edizione di “Coopyright Junior - Scopri la cooperazione”, il concorso di ricerca, rivolto alle
scuole secondarie di primo grado, promosso
da Legacoop Bologna e dal Centro Italiano di
Documentazione sulla Cooperazione e l’Economia sociale, in collaborazione con Istituto
Primo piano
Legacoop
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Storico Parri Emilia-Romagna, C.D.I. - Centro
di Documentazione per l’Integrazione dei Comuni della Valle del Samoggia e Voli Group e
con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale per la valenza pedagogica del progetto.
Alla premiazione sono intervenuti alcuni Sindaci dei Comuni delle scuole coinvolte e l’Assessore alla formazione della Provincia di
Bologna Giuseppe De Biasi.
L’iniziativa Coopyright, realizzata grazie al
contributo della Camera di Commercio di Bologna, si prefigge l’obiettivo di avvicinare le
scuole al mondo della cooperazione, facendo
conoscere anche ai più giovani la storia, i
principi e gli strumenti della cultura cooperativa. Il concorso prevede la realizzazione di
una ricerca storico-culturale sul pensiero e
sulle pratiche della solidarietà economica e
cooperativa del territorio bolognese.
Queste le cinque classi in concorso nell’anno
scolastico 2012/2013: 3°A Istituto Comprensivo n. 13 - Leonardo da Vinci di Bologna,
2°D Istituto comprensivo Bazzano Monteveglio - T. Casini di Bazzano, 3°C Istituto Comprensivo di Castel Maggiore Donini-Pelagalli, 3°F Istituto Comprensivo di
San Pietro in Casale -“Bagnoli”, 3°P Istituto
Comprensivo 10 - Besta di Bologna.
Tutte le cinque ricerche presentate hanno ricevuto un premio di 500 euro l’una, perché
rispondenti a pieno titolo ai criteri previsti dal
Regolamento.
Il primo premio di 1.000 euro è stato assegnato dalla Giuria di Coopyright Junior alla
3°A dell’Istituto Comprensivo 13 Scuola
media Da Vinci di Bologna per la ricostruzione attenta e curata della storia della Cooperativa Edificatrice Murri.
Il secondo premio di 500 euro è stato assegnato alla 2D I.C. T. Casini di Bazzano
che ha presentato una ricerca, attingendo
anche a fonti e documenti inediti, sulle radici
cooperative presenti nel territorio bazzanese.
ACI
Settori
I premi sono stati consegnati alle scuole per
utilizzi didattici collettivi; per questa edizione la
giuria ha voluto assegnare anche un riconoscimento individuale, sotto forma di buono
per l’acquisto di libri, ai ragazzi e agli insegnanti che si sono cimentati con il progetto.
Complessivamente alle scuole e ai ragazzi,
sono stati assegnati riconoscimenti e premi
per un valore di 5.500 euro.
«I protagonisti siete voi – ha detto Ethel Frasinetti, Direttore di Legacoop Bologna, intervenendo alla premiazione davanti ai circa
centro trenta ragazzi delle scuole coinvolte –
Anche se sentiamo parlare continuamente di
crisi, Legacoop continuerà ad investire sui
giovani e sulle scuole perché sono patrimonio
del futuro e del nostro presente. Sosteniamo
e sosterremo Coopyright Junior perché consente di diffondere tra i più giovani quei principi cooperativi che sono principi di tutta la
collettività. Fanno parte della nostra vita di tutti
giorni, prima di trovare applicazione in una
forma di impresa».
PARMA
Emc2 onlus inaugura
la nuova sede
Sabato 20 aprile alle 18, Emc2 onlus ha
inaugurato la nuova sede di Pilastro, in via
Pertini.
Si tratta di un ulteriore passo avanti per la
cooperativa sociale nata dalla recente fusione
di due realtà storiche del nostro territorio,
Averla e La Giunchiglia, che hanno unito le
forze per garantire continuità e crescita ai servizi offerti, nei settori ambientale e socioeducativo, nonché all’inclusione lavorativa e
sociale.
Dopo l’introduzione di Marco Carretta, vicepresidente di Emc2 onlus, la parola è passata ad Alessia Frangipane, referente di
Territori
Imprese
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Territori
Libera Parma, che ha sottolineato come le
imprese e la comunità sono decisive nella
lotta contro la criminalità, attraverso azioni di
resistenza quotidiana. A raccontare l’instancabile lavoro delle tante persone impegnate
nella mission della ong fondata da don Ciotti
, è intervenuto a seguire, Enrico Fontana,
Presidente del Consorzio Libera Terra Mediterraneo, marchio che contraddistingue le
produzioni biologiche realizzate dalle cooperative che gestiscono le terre confiscate alle
mafie, che ha detto: “Responsabilità ed etica
sono marchi che contraddistinguono chi
vuole un mondo diverso, rispettoso della giustizia e dell’uguaglianza tra gli uomini e dell’ambiente”.
Al tavolo dei relatori era anche Stefano Andreoli, portavoce della Fondazione Cariparma. Infine, è stato Stefano Bovis,
sindaco di Langhirano, a portare il saluto e
l’augurio ai tanti soci e dipendenti di Emc2
onlus (131 in tutto, la più grande cooperativa
soc. di tipo B di Parma):“Dobbiamo praticare
la solidarietà e il dialogo continuo per riuscire
a costruire qualcosa di buono”.
FERRARA
Convegno “Quale futuro
per le Case del Popolo?”
“Quale futuro per le Case del Popolo?” è il
tema del convegno che si terrà il 28 aprile,
dalle ore 10, al Teatro Venere di Ravalle. Interverranno esponenti delle Cooperative
Case del Popolo, dell’Arci, di Legacoop Ferrara e il Vicesindaco di Ferrara Massimo
Maisto.
Sarà un importante momento di riflessione
sulla funzione sociale che le Case del Popolo
hanno svolto e possono ancora svolgere.
Primo piano
Legacoop
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MODENA E REGGIO EMILIA
PESARO URBINO
Riunito il settore agroalimentare
di Legacoop
Nicola Denti eletto presidente
del Comitato provinciale
Si è svolta, il 22 aprile, presso la Sala Convegni di Progeo a Masone, una importante
riunione di Legacoop Agroalimentare di Modena e Reggio Emilia. Nel corso dell’iniziativa, presieduta dai responsabili di settore
di Modena e Reggio Emilia, Franco Michelini e Luigi Tamburini, sono stati affrontati diversi problemi come il sistema
finanziario e creditizio, la formazione e le
energie alternative, che riguardano da vicino il settore agroalimentare e lo sviluppo
delle cooperative. L’incontro è stato aperto
da Cristian Maretti, direttore distrettuale
di Legacoop Agroalimentare, che ha presentato anche il Gruppo di lavoro “Finanziamenti e Legislazione”, coordinato da
Lorenzo Sazzini e Alberto Carini. Anna
Fogacci del Cesvip (ente di formazione di
Legacoop) ha parlato delle opportunità e
delle iniziative previste dal Piano Agroalimentare – Avviso Regione Emilia-Romagna
Sisma, e in particolare del bando Formazione Terremoto. E’ poi intervenuto Francesco Maccione di Cooperfidi, che ha
presentato un prodotto finanziario specifico
per le cooperative agricole estendibile
anche ai conferenti. Sempre sugli strumenti
finanziari, Carlo Lucchetti ha presentato
la “Funzione Cooperative” di Unipol Banca.
Biagio Bergesio di Legacoop è infine intervenuto sul tema “Dal Fotovoltaico alla
Biochimica, energie alternative al servizio
dell’Agricoltura. L’evoluzione tecnica e normativa in materia di agro energie”.
Cristian Maretti, Franco Michelini e Luigi
Tamburini hanno sottolineato l’importanza
della riunione, convocata congiuntamente
dal settore agroalimentare di Modena e
Reggio Emilia, e che ha visto insieme cooperative operanti in entrambe le province.
Nicola Denti, presidente della cooperativa
sociale T41b, è stato eletto presidente del
Comitato provinciale di Pesaro Urbino di Legacoop Marche. Denti, 36 anni, subentra a
Franco Alleruzzo, presidente della cooperativa sociale Labirinto e vicepresidente di Legacoop Marche, nominato dal Comitato
dopo l’assemblea provinciale del luglio
2011 dalle 90 cooperative che, nella provincia, aderiscono a Legacoop.
In quell’occasione, le coop pesaresi avevano deciso che, a metà mandato del Comitato, ci fosse un avvicendamento nel
ruolo di presidente. Le cooperative di Legacoop rappresentano il 30% delle coop attive
nella provincia di Pesaro e Urbino. Dal 2003
al 2011, la loro produzione è cresciuta da
312,4 milioni a 500 milioni del 2012. E’ aumentato il numero dei soci, da 46 mila a
60.290, e gli addetti, da 2.600 a 4.000. Un
sistema, nel suo complesso, che sta reggendo all’impatto della crisi economica registrando una crescita costante del fatturato
e del numero degli addetti pur riducendo gli
utili e i margini operativi. Le cooperative
hanno continuato a tenere, in primo piano,
la tutela del lavoro e il mantenimento dell’occupazione.
Nella provincia le cooperative di Legacoop
sono più presenti nei settori del sociale, dei
servizi, del consumo e dell’agricoltura.
ACI
Settori
Territori
Imprese
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Imprese
>> Conad
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CONAD
>> Conad Sicilia
Accordo con UniCredit a sostegno
delle imprese fornitrici
>> Aster Coop
UniCredit Factoring e Conad hanno siglato
un accordo al servizio degli attori della filiera dell’insegna distributiva, che consentirà alle imprese coinvolte di disporre di un
polmone finanziario non trascurabile, nel
panorama attuale degli affidamenti.
Il contenuto dell’accordo è innovativo perché concepito in un’ottica di filiera, per offrire - mediante la fattorizzazione dei crediti
e l’allungamento delle dilazioni in flooring vantaggi rispettivi e reciproci a operatori con
caratteristiche e ruoli complementari.
Ai fornitori di Conad accreditati l’accordo
concede la fattorizzazione dei crediti offrendo: certezza e puntualità nei pagamenti
, inoltre con l’anticipazione dei corrispettivi
delle forniture al di sotto dei tempi previsti
dalle nuove scadenze di legge, t (che impongono i 30 gg per le derrate deperibili, i
60 gg per le altre merci, secondo quanto
previsto dall’art. 62 Dl 01/2012) tassi particolarmente vantaggiosi. Lo stesso accordo
offre all’azienda distributrice una dilazione
dei pagamenti rispetto alle stesse scadenze, quindi una maggiore flessibilità finanziaria.
In sostanza, UniCredit Factoring interviene
nei rapporti tra produttore e distributore attraverso il meccanismo del cosiddetto “reverse factoring”, tramite il quale il Factor si
sostituisce al distributore, pagando le forniture ed offrendo servizi finanziari e amministrativi che semplificano, centralizzandola,
la contabilità incassi pagamenti per tutti gli
attori coinvolti.
L’accordo è stato presentato presso il Palazzo della Regione Lombardia, nel corso di
una conferenza stampa cui hanno preso
parte per UniCredit Federico Ghizzoni,
Amministratore Delegato, Gabriele Piccini, Country Chairman Italy e Ferdinando
Brandi, Executive Vice President UniCredit
che ha curato l’operazione per UniCredit
Factoring. Per Conad hanno partecipato
Francesco Pugliese, Direttore Generale e
Mauro Bosio, Direttore Amministrazione,Finanza e Controllo.
Un anno fa - ha dichiarato Federico Ghizzoni - abbiamo lanciato il programma UniCredit per l’Italia, in cui il factoring è uno
strumento importante di supporto alle
>> Cooperativa Ortolani
>> Cooperativa sociale Ambra
>> Terra Futura
>> Consorzio Porto Peschereccio
di Oneglia
>> Coop Itaca
>> Coop Santa Maria Assunta
>> Unicoop Tirreno
>> Covocazioni Assemblee
FASCO
Primo piano
Legacoop
ACI
Settori
aziende. Oggi siamo qui, a fianco di Conad,
a presentare per primi in Italia una soluzione integrata che testimonia quanto sia
importante essere vicini alle imprese e soprattutto veloci nell’interpretare il cambiamento nelle loro necessità”
“Con questo accordo – ha aggiunto Gabriele Piccini, Country Chairman di UniCredit - stiamo dimostrando come quello che
serve è la coesione e il supporto reciproco:
la stretta cooperazione tra imprese e banche può produrre risultati come questo accordo e contribuire alla ripartenza del
Paese”
“È un accordo particolarmente innovativo –
ha dichiarato Francesco Pugliese, Direttore
Generale di Conad - perché coinvolge l’intera filiera in un’idea evoluta di partnership,
che ci fa intravvedere i contorni di un progetto di moderna cooperazione che segnerà
nuovi passi nello sviluppo della distribuzione
e dell’economia del Paese”.
Con questa operazione sono stati globalmente messi a disposizione della filiera
Conad 500 milioni di euro di affidamenti.
L’accordo coinvolgerà inizialmente 100 fornitori della catena distributiva, per poi
estendersi successivamente. Si stima che,
a regime, la partnership produrrà un turnover quantificabile in quasi 1,5 miliardi di
euro su base annuale.
CONAD SICILIA
Un libro racconta
i 40 anni di attività
Conad Sicilia ha celebrato il 18 aprile, al
Teatro Garibaldi di Modica, i quarant’anni
della propria storia con la tavola rotonda
“Conad Sicilia 1973-2013: al Sud si può”.
Anche al Sud, infatti, può nascere un’impresa cooperativa sana, capace di generare
valore per la propria crescita e per lo sviluppo del territorio siciliano. Alla tavola ro-
Territori
Imprese
Sondaggio
Imprese
tonda sono intervenuti il direttore generale
Conad Francesco Pugliese, il direttore generale Conad Sicilia Giorgio Ragusa, il Presidente della Commissione Attività Produttive
all’ARS Bruno Marziano, il presidente di
Legacoop Sicilia Elio Sanfilippo e il presidente regionale di Confcommercio Sicilia
Pietro Agen. Quarant’anni: una ricorrenza
importante per ribadire il valore del modello
imprenditoriale cooperativo a proprietà diffusa e il sistema di valori a cui si ispira, un
modello di impresa che nell’attuale crisi economica si rivela capace di generare ricchezza, nuova occupazione e formare
professionalità. Sono queste le solide radici di
Conad Sicilia, a cui hanno dato vita i soci, i
fornitori, le comunità locali.
Radici che nel volume del professor Saverio
Terranova “Conad Sicilia 40 anni di storia
per il futuro. 1973-2013” trovano un’adeguata valorizzazione attraverso la puntuale
descrizione di fatti e avvenimenti anche attraverso un ricco corredo di documenti. Quarant’anni che “contano”, in quanto maturati
in una terra, quella siciliana, dove la cooperazione ha alternato anni di esaltazione ad
anni difficilissimi improntati ad una modesta
diffusione.
Nell’attuale contesto di incertezza economica, di mancanza del lavoro e di difficoltà
generale della società, uno studio come questo, realizzato sul valore di una piccola cooperativa che è riuscita a diventare grande
con le sole proprie forze, è indirettamente
anche lo specchio della vita di tanti siciliani
che si riconosceranno nel fluire degli avvenimenti riportati con una ricca e completa documentazione di testimonianze.
La storia di Conad Sicilia è parte della storia
dell’economia del Sud – vale a dire quasi la
metà del territorio italiano e un quarto del Pil
21
nazionale –, un territorio che ha vissuto profonde trasformazioni, legate da un comune
filo ai cambiamenti istituzionali e produttivi
che hanno caratterizzato lo sviluppo economico del resto del Paese.
Sud che è una grande risorsa per la ripresa
dell’economia italiana; anche se necessita di
uno sviluppo sano e di politiche di sviluppo
basate sul miglioramento produttivo e concorrenziale. Conad Sicilia lo ha capito da
tempo e in Sicilia – terra vocata ad un’agricoltura di qualità e dove le risorse della natura si sono rivelate basilari per la nascita di
piccoli stati agricolo-marinari, insufficienti,
tuttavia, per uno sviluppo industriale anche
solo di media scala – è cresciuta innovando
e modernizzando il tessuto economico locale,
con contenuti sia di prodotto sia di servizio,
con format di mercato competitivi e “disegnati” sulle esigenze di un consumatore che
cambia le proprie abitudini di spesa.
Conad Sicilia fa la propria parte e le pagine
di questo libro lo testimoniano con una ricchezza di dati ed eventi. Ma chiede qualcosa
in più alla Sicilia, perché vede le potenzialità
per far crescere l’economia isolana con l’iniziativa dei mercati, delle imprese e del lavoro.
Chiede una strategia che individui le direttive
e gli obiettivi su cui indirizzare lo sviluppo, in
una prospettiva di lungo periodo che valorizzi
le risorse isolane per dare nuova forza a tutta
l’economia italiana.
“Rileggere la storia di quarant’anni di Conad
Sicilia – sottolinea il direttore generale Giorgio Ragusa –, il suo divenire in epoche diverse, ognuna con i propri chiaroscuri,
l’affermarsi certamente faticoso di un modello cooperativo che ha radici nello sforzo
collettivo di tanti uomini e tante donne, ci
rende orgogliosi. E’ un impegno che vorremmo diventasse patrimonio comune per
superare la crisi economica, nell’interesse
del Paese e non solo del sistema produttivo
locale. Vogliamo crescere con i nostri soci e
ambire a traguardi sempre più alti, valorizzando le specificità che ci rendono distintivi
in quel difficile mercato che è la grande distribuzione.”
Chi è Conad Sicilia
Conad Sicilia è una cooperativa di 164 soci
imprenditori indipendenti, protagonista nel
mercato della grande distribuzione organizzata siciliana.
Primo piano
Legacoop
ACI
Settori
400 mila famiglie siciliane riconoscono la
qualità dell’offerta e la convenienza di 194
punti di vendita, su una superficie di oltre
86 mila metri quadrati. Grazie all’impegno
dei soci, massima attenzione è riservata alle
esigenze del territorio, nella consapevolezza
del ruolo che la cooperativa deve avere all’interno delle comunità nelle quali opera e
alle quali restituisce parte del valore creato.
Nel 2012 Conad Sicilia ha prodotto un fatturato di quasi 300 milioni di euro, raggiungendo una quota di mercato del 10 per
cento. Il patrimonio netto ammonta a 22 milioni di euro – in crescita del 7 per cento rispetto all’anno precedente –, in grado di
assicurare la continuità dell’impresa e il futuro delle nuove generazioni.
La cooperativa ha acquistato merci da fornitori locali per 32 milioni di euro, offrendo
interessanti opportunità di sviluppo a tanti
piccoli e medi produttori, spingendo le eccellenze siciliane nelle iniziative locali e favorendo l’esportazione nei 7 punti di vendita
Conad presenti a Malta.
Con oltre 1.700 addetti impiegati, Conad Sicilia contribuisce allo sviluppo delle economie
locali
promuovendo
nuova
imprenditorialità e creando occupazione.
COOPEARTIVA ORTOLANI
Nel 2012 fatturato in crescita
a 3,2 milioni
Si è svolta il 18 aprile a l’Assemblea di bilancio della Cooperativa Ortolani, una delle
realtà più importanti nel settore ortofrutticolo
della provincia, che commercializza e trasforma i prodotti dei propri soci. La cooperativa è anche una delle imprese reggiane più
antiche, essendo stata costituita il 2 febbraio
1905. Proprio lo scorso anno la Camera di
Commercio ha premiato le 28 imprese ultracentenarie della nostra provincia, che sono
state inserite nel Registro delle Imprese Storiche Italiane: tra queste la Cooperativa Ortolani.
Territori
Imprese
Sondaggio
Imprese
La cooperativa ha oggi 38 soci: sono 2 cooperative e 36 imprenditori agricoli, tra Reggio Emilia, Modena, Parma e Mantova. I dati
del bilancio 2012, presentati ai soci dal presidente Marino Zani sono positivi, con un
fatturato di 3,234 milioni di euro di fatturato,
in crescita rispetto all’anno precedente. “La
nostra – ha detto Zani – è una cooperativa in
salute: lo testimonia anche il riparto positivo
che ogni anno viene distribuito ai soci”.
L’attività della cooperativa si svolge nel magazzino di via Cisalpina, presso il Mercato Ortofrutticolo, e nel magazzino di conservazione
delle zucche a Santa Vittoria. Le zucche e i
cocomeri sono i prodotti di eccellenza della
cooperativa, a cui si aggiunge la migliore
produzione di frutta e ortaggi. La Cooperativa Ortolani produce anche confezioni di verdure da minestrone, di prodotti cotti e di
zucche al forno. “Una buona parte dei prodotti dei nostri prodotti (circa il 97%) – spiega
il presidente Zani – va alla Grande Distribuzione, in particolare al sistema Coop, a
Conad Centro Nord, a Nordiconad e a Realco, tutti gruppi con cui da anni abbiamo
una proficua collaborazione nella filiera cooperativa. La nostra cooperativa è legata strettamente alle produzioni locali, che vogliamo
valorizzare nella Grande Distribuzione, con la
filosofia del km zero”.
L’Assemblea, a cui è intervenuto il responsabile del Settore agroalimentare di Legacoop Luigi Tamburini, è stata anche
l’occasione per ribadire la completa estraneità della Cooperativa Ortolani dalla vicenda
della Magyar Sajt e della Nuova Castelli,
come erroneamente affermato da alcune
fonti, vista la presenza della cooperativa tra i
soci del Ccfs. La Cooperativa Ortolani è socia
del Ccfs come altre centinaia di cooperative
in tutta Italia, e nulla ha a che fare con la produzione, o la commercializzazione, di formaggio.
ASTER COOP
Sospensione cautelare
di alcuni soci-lavoratori
22
comportamenti individuali avvenuti all’interno
del magazzino che non hanno niente a vedere con vertenze sindacali: a tal proposito,
Aster Coop ribadisce che non è in alcun
modo in discussione la libertà sindacale e il
diritto di sciopero che devono, però, essere
sempre esercitati nel rispetto del diritto al lavoro per chi dissente e della libertà di esercizio dell’attività imprenditoriale.
Il provvedimento di sospensione cautelare,
che prevede l’inibizione dell’accesso al
posto di lavoro,
ma il contestuale mantenimento del salario,
viene assunto in attesa di definire le sanzioni
adeguate ai fatti oggetto di contestazione. I
destinatari delle contestazioni hanno cinque
giorni di tempo dal ricevimento della raccomandata per presentare le loro giustificazioni
scritte e/o verbali e potranno farsi assistere
dall’organizzazione sindacale alla quale
hanno conferito il mandato di rappresentanza.
«È stata una scelta giusta anche se non fatta
a cuor leggero, tutti devono rispettare le regole come fa ogni giorno la stragrande maggioranza dei nostri soci-lavoratori. Su questi
argomenti non si possono fare eccezioni, ora
e per il futuro. Ribadiamo: non era possibile
tollerare oltre atti e comportamenti illeciti –
commenta il presidente di Aster Coop Livio
Nanino –. I provvedimenti presi danno ai lavoratori, secondo le regole previste dal Contratto di lavoro, la possibilità di difendersi.
Ascolteremo tutti, ma siamo certi delle nostre
ragioni. In ogni caso, siamo di fronte a contestazioni e, a tutela degli stessi lavoratori interessati, al momento non ritengo opportuno
fornire ulteriori informazioni».
Da dicembre 2012,Aster Coop ha assunto la
gestione diretta del magazzino di Centrale
Adriatica di Anzola dell’Emilia, applica integralmente il contratto nazionale di lavoro e,
nonostante l’assenza di vincoli sulla continuità
lavorativa degli addetti, ha stabilizzato fin dall’inizio 140 lavoratori a tempo indeterminato
(13 in più di quelli in precedenza assunti). È
stato, inoltre, istituito il servizio mensa prima
inesistente.
Tutti i soci lavoratori sono stati inseriti in un
percorso di formazione d’aula e di formazione
pratica sulle procedure di prevenzione degli
Lunedí 15 aprile Aster Coop ha inviato per
raccomandata lettere di sospensione cautelare ad alcuni soci lavoratori impiegati nel magazzino di Anzola dell’Emilia.
Quello che ha indotto Aster Coop ad adottare
i provvedimenti di sospensione sono gravi
Primo piano
Legacoop
ACI
Settori
infortuni sul lavoro, sulle procedure operative
e di qualità, sulle conoscenze della cooperativa e del rapporto sociale, sul regolamento e
statuto, sul diritto del socio alla partecipazione
sociale. Ad oggi sono 3.782 le ore di formazione svolte nell’appalto di Anzola.
COOPERATIVA SOCIALE AMBRA
Incontro con gli stakeholder
finanziari
Si è svolto a Reggio Emilia l’annuale incontro con gli stakeholder finanziari della cooperativa sociale reggiana Ambra.
All’appuntamento erano presenti i principali
istituti bancari operanti in Emilia Romagna e
nelle principali piazze finanziarie italiane, il
Ccfs, alcune assicurazioni e alcuni studi professionali. Ambra è una delle più importanti
cooperative sociali della regione: opera in
Emilia-Romagna, Abruzzo, Lombardi, Piemonte e Friuli Venezia Giulia nell’area anziani,
educativa e salute mentale, infanzia.
L’appuntamento – che si ripete da ormai
nove anni – si svolge dopo che il Consiglio di
amministrazione della cooperativa ha approvato la bozza di bilancio consuntivo e, mentre si stanno facendo gli incontri preparatori
dell’Assemblea Generale di Bilancio. L’incontro, sempre utile e costruttivo, serve a verificare con gli interlocutori esterni il
gradimento della gestione economico - sociale della cooperativa. “Questo appuntamento – spiega il presidente di Ambra
Roberto Mainardi – è considerato un passaggio importante in quanto sviluppa un
confronto non formale sui dati salienti della
cooperativa e sulle sue criticità, unitamente
alla valutazione sulla fondatezza delle strategie di gestione o di sviluppo”.
I dati di bilancio sono stati presentati dalla
responsabile finanziaria Daniela Stefani,
dalla direttrice generale Stefania Venturi e
dal presidente Roberto Mainardi che
hanno illustrato l’andamento del 2012 (con
un fatturato totale di 25.800.000 euro) che
Territori
Imprese
Sondaggio
Imprese
segnala una stasi nel processo di crescita rispetto agli anni passati, la leggerissima riduzione degli addetti (fermi ad 840 circa), il
mantenimento dei livelli di MOL e un aumento, seppur limitato, delle partecipazioni:
un bilancio di tenuta quindi, a fronte di un
quadro economico – e quindi anche commerciale – che segna stabilmente “brutto”
da alcuni anni e di cui i riflessi sono ormai
evidenti e pesanti nel settore del welfare.
In questo contesto, denunciano i responsabili di Ambra, la mancanza di un vero dibattito riguardante un nuovo modello di welfare
per l’Italia del futuro aggrava pesantemente
la prospettiva di garanzia dei diritti delle fasce
più deboli della società. “Sono ormai anni –
spiega il presidente Mainardi – che nessuno
si propone di lanciare proposte di rielaborazione delle novecentesche teorie del welfare
state, limitandosi a denunciare l’impossibilità di mantenerci il lusso del welfare accessibile a tutti. Ambra vive di progettazione del
futuro e di condivisione di obiettivi e pratiche,
ma ormai parlare di sussidiarietà e co-progettazione pubblico/privato sociale rischia di
rimanere un monologo a fronte di un muro di
sostanziale indifferenza”.
La direttrice generale e il presidente hanno illustrato i risultati, frutto di buone pratiche e di
un costante processo di ristrutturazione interna, e hanno inoltre segnalato che è in atto
una riorganizzazione generale del settore
della promozione commerciale e della gestione gare che, unitamente all’implementazione della ricerca progettuale innovativa,
consenta all’impresa di costruire le nuove risposte che la crisi impone al tema della
competitività, non rinunciando mai all’idea di
cooperazione come progetto sociale teso al
miglioramento del benessere dei cittadini e
della difesa dei diritti dei soci lavoratori. In
questo senso, anche il bilancio previsionale
2013 prevede azioni importanti con risultati
di nuova crescita e mantenimento del MOL
e del risultato netto aziendale.
TERRA FUTURA
“Una nuova governance per
una nuova democrazia europea”
È necessario rifondare la governance di
un’Europa a rischio di implosione, per ridarle
credibilità e legittimazione. Dal sistema istituzionale a quello economico-sociale, dal
Primo piano
Legacoop
23
welfare alla sostenibilità ambientale, alla finanza: servono nuove risposte e maggiore
democrazia.
Attorno a questa urgenza si svilupperà la decima edizione di Terra Futura, mostra convegno internazionale delle buone pratiche di
sostenibilità ambientale, economica e sociale, dal 17 al 19 maggio 2013 a Firenze,
alla Fortezza da Basso (www.terrafutura.it),
promossa da Fondazione culturale Responsabilità etica per il sistema Banca Etica, Regione Toscana e Adescoop-Agenzia
dell’economia sociale, insieme ai partner
Acli, Arci, Caritas Italiana, Cisl, Fiera delle
Utopie Concrete e Legambiente.
Nata all’indomani della prima edizione del
Forum Sociale Europeo - ospitato proprio alla
Fortezza da Basso di Firenze nel 2002 -,
Terra Futura ne ha raccolto il testimone, facendo proprie e portando avanti denunce, riflessioni, obiettivi e istanze per un altro
mondo possibile. Da allora sono trascorsi
dieci anni: anni di dibattito culturale, di scambio e diffusione di percorsi e buone prassi,
nella costruzione continua di alleanze tra i diversi attori della sostenibilità. Best practice
che – finora da più parti liquidate come nicchie o ritenute inconcepibili quali basi di un
diverso sistema - sarebbe finalmente l’ora di
prendere in seria considerazione. «Oggi
molte di queste proposte, tanto sul piano teorico quanto pratico, si rivelano percorsi obbligati, più che alternative possibili». Così si
legge nel Position Paper, il documento condiviso che riassume la visione politica dei
partner di Terra Futura, in cui si chiede con
forza “un’altra Europa”: più sociale, più democratica, capace di comprendere le dinamiche generate dalla globalizzazione e di
essere all’altezza dei problemi e delle nuove
sfide.
«Le soluzioni non verranno dall’alto, come in
questi anni si è reso evidente» afferma Andrea Baranes, presidente della Fondazione
culturale Responsabilità etica, «ma sarebbe
miope non vedere che le regole del gioco e
le condizioni quadro in Europa e negli stati
nazionali rivestono una grande importanza
ACI
Settori
nel delimitare i nostri margini di azione. L’Europa deve sempre di più diventare uno spazio animato e riconquistato dalle nostre azioni
e dalle nostre relazioni, in una solidarietà di
intenti e nella condivisione di un unico destino: sono questi, infatti, i soli veri antidoti
alla divisione, alla competizione, al risorgere
di barriere e di conflitti. E sta qui la sola protezione possibile ai diritti fondamentali che,
se non sono di tutti, non sono di nessuno.
Dal mondo politico ci aspettiamo che torni
ad ascoltare e a rappresentare i bisogni e le
richieste dei cittadini, frenando la spaventosa
crisi di democrazia e rappresentanza che sta
dilagando da anni a tutti i livelli».
Terra Futura vuole anche in questa decima
edizione alimentare il dibattito su un modello
diverso di sviluppo e avanzare proposte concrete. Le buone pratiche di vita, di governo e
di impresa, numerose delle quali nate dal
basso, saranno infatti ancora al centro della
mostra alla Fortezza da Basso. Prodotti, progetti e percorsi protagonisti anche dell’ampia
rassegna espositiva, organizzata secondo diverse sezioni tematiche per offrire ai visitatori
un panorama completo di tutte le novità nel
campo della sostenibilità ambientale, sociale
ed economica. Ricco e articolato anche il
programma culturale, che si distingue come
sempre per l’attualità dei temi trattati e gli
ospiti di rilievo che interverranno a seminari,
convegni e dibattiti.
CONSORZIO PORTO PESCHERECCIO
DI ONEGLIA
Servetti ancora presidente
del Consorzio Porto di Oneglia
Venerdì 19 aprile ad Imperia presso l’Infopoint si è svolta l’assemblea per il rinnovo
delle cariche del “Consorzio Porto Peschereccio di Oneglia”. Confermate le cariche di
Lara Servetti di Legacoop Lega Pesca Liguria (Presidente), Francesca Paladino di
Confcooperative Federcoopesca (Vice Presidente), Montoro Pietro della “Società Cooperativa Pescatori Imperia”, Miano Carmelo
della “Imperia Pesca Società Cooperativa
(Consiglieri). Nominato Rocco Iarlori in rappresentanza dei motopescherecci di Oneglia in sostituzione del dimissionario Chiarini
Vincenzo.
Il consorzio, senza fini di lucro, si propone di
a) rappresentare le imprese armatoriali
Territori
Imprese
Sondaggio
Imprese
della pesca professionale ed i loro soci
utenti del porto di Imperia Oneglia, nei rapporti con gli enti pubblici e gli altri organismi privati;
b) valorizzare la gestione e promuovere
l’utilizzazione comune delle aree portuali
concesse in uso o in godimento ai soci e
allo stesso consorzio;
c) gestire per conto dei soci i servizi (utenze
quali acqua, luce, ecc) relativi all’utilizzazione delle strutture delle aree portuali concesse in uso o in godimento ai soci e allo
stesso consorzio;
d) stipulare accordi con soggetti pubblici e
privati per lo sviluppo ed il migliore utilizzo
del porto e delle aree limitrofe;
e) promuovere e diffondere la cultura del
mare, l’attività di pescaturismo e di ittiturismo in ogni suo aspetto e dimensione attraverso manifestazioni, convegni, fiere,
pubblicazioni e ogni altra utile iniziativa.
“Desidero ringraziare tutti i Componenti del
Consiglio Direttivo che in questi tre anni
hanno svolto il loro compito con impegno
partecipando a riunioni convocate attendendo il loro rientro in porto dopo le battute
di pesca. Iniziamo questo nuovo triennio
con l’esatta percezione delle sfide che ci attendono prima fra tutte la realizzazione dell’ambizioso progetto del G.A.C. Il Mare delle
Alpi che ci vede impegnati in prima linea.”
- afferma Lara Servetti Presidente del Consorzio Porto Peschereccio - “La pesca ad
Imperia è un settore in crescita nonostante
la normativa comunitaria mal si attagli alle
esigenze della pesca ligure; nell’ultimo
anno nel porto di Oneglia sono arrivate tre
nuove imbarcazioni da pesca: PINGONE,
PEO35 e ZARA. Un bel segnale che ci conforta e ci stimola.”
COOP ITACA
I genitori fondano
il doposcuola per i figli
24
porto per i compiti, sono attive anche occasioni di gioco e creatività. Da gennaio il servizio offre anche dei corsi specifici per
approfondire in piccoli gruppi una disciplina
esplicitamente richiesta da ragazzi e famiglie
con l’aiuto di insegnanti ed esperti della materia, creando un gruppetto di massimo 5
ragazzi per ogni disciplina. Entrambi i servizi ora comprendono in tutto 35 ragazzi di
varie età tra la prima media e la seconda superiore.
I propulsori del progetto sono un gruppo di
genitori della cittadina friulana che hanno
fondato l’associazione “Mosaico di genitori”
e progettato il doposcuola in collaborazione
con la Cooperativa sociale Itaca, già operante nel territorio con diversi servizi, la rete
Libra, il progetto della Parrocchia “Oratorio in
rete” e l’Ambito socio assistenziale 6.4.
L’associazione sta crescendo pian piano
grazie all‘iscrizione delle famiglie che usufruiscono direttamente del servizio.
Da un’analisi sul territorio era emersa infatti
l’esigenza di creare una proposta all’interno
del territorio comunale che mirasse ad un
aiuto nello svolgimento dei compiti dei ragazzi della scuola secondaria di primo e secondo grado. In questi due ordini scolastici
infatti non esiste la possibilità di rientri pomeridiani e questo creava nelle famiglie non
pochi problemi sia nell’esecuzione dei compiti sia nel trovare un luogo sicuro nei pomeriggi in cui i genitori sono al lavoro
Gli obiettivi specifici del Doposcuola sono il
coinvolgimento delle famiglie nell’essere
parte dell’educazione dei propri figli creando
un gruppo attivo di genitori, il supporto durante i compiti (recupero e sostegno scolastico unito allo sviluppo delle potenzialità del
singolo ragazzo attraverso la fiducia in sé e
nelle proprie capacità) e il coinvolgimento
territoriale (creare rete e legami con le altre
associazioni ed agenzie educative del territorio in un’ottica di scambio di risorse). Oltre
all’aspetto dell’apprendimento e approfondimento delle materie, emerge la necessità
Dall’impegno e dalla passione di un gruppo
di genitori è nato il progetto Doposcuola
“Don Milani” che, in maniera silenziosa ma
costante, sta prendendo forma e numeri
nella realtà di Spilimbergo. Da ottobre un
gruppo di ragazzi ha iniziato a trovarsi negli
spazi dell’oratorio i pomeriggi del lunedì e
mercoledì dalle 15 alle 18 per fare i compiti
e studiare insieme. Oltre al servizio di supPrimo piano
Legacoop
ACI
Settori
di curare anche la socializzazione tra ragazzi.
Uno sguardo di questo servizio è poi rivolto
all’integrazione e allo scambio relazionale fra
pari, anche favorendo azioni di mutuo-aiuto
fra i giovani presenti.
Il gruppo dei ragazzi del Doposcuola Don
Milani, attraverso un simpatico esercizio di
scrittura collettiva fatto un pomeriggio, parla
così di questo servizio: “Al doposcuola studio veramente, in modo divertente”, “Il doposcuola è interessante e utile per i ragazzi,
è qualcosa o qualcuno che ci può aiutare e
far maturare”, “Serve per fare bene i compiti e approfondire le nostre capacità, ci aiuta
a rimediare i voti e imparare molte cose”,
“Le educatrici sono bravissime e sono disponibili a darci un aiuto sia nello studio che
nel comportamento”, “Si conoscono nuove
persone e si fanno nuove amicizie”, “Il doposcuola è divertente, bello e si gioca, accogliamo i nuovi arrivati a braccia aperte e
verso le 16.30 si mangia”, “In compagnia si
sta bene e si riesce a condividere con altre
persone”.
COOP SANTA MARIA ASSUNTA
La cooperativa di pescatori
apre una pescheria propria
A Livorno per la prima volta in Toscana una
cooperativa di pescatori ‘mette piede a
terra’ e apre una propria pescheria, gestendo in proprio, direttamente, una pescheria e accorciando così la filiera dal
pescato al consumatore.
La cooperativa è la Santa Maria Assunta e
la pescheria si trova a Livorno in via Giotto
63, all’interno del Centro Commerciale La
Leccia, in uno dei quartieri popolari della
città. L’inaugurazione della nuova pescheria
è stata fatta il 15 aprile.
“Con l’apertura della nuova pescheria il
pesce pescato dalle nostre imbarcazioni finisce direttamente in pescheria – spiega il
presidente della cooperativa Santa Maria
Assunta Niclo Vitelli – Storicamente i pescatori si sono sempre affidati al grossista
ed al rivenditore per la commercializzazione
dei loro prodotti. Oggi la cooperativa Santa
Maria Assunta in questo modo si propone
invece di attivare un canale diretto con i
consumatori a garanzia della freschezza,
della qualità, e della tracciabilità dei prodotti. Le nostre sono imbarcazioni di piccole
Territori
Imprese
Sondaggio
Imprese
dimensioni che svolgono la pesca tradizionale. In prevalenza viene praticata la pesca
da posta o con il palamito, e questo assicura, già al momento della pesca, l’alta
qualità di conservazione dei prodotti ittici.
Con i nostri furgoni siamo poi in grado di
consegnare i prodotti pescati molto velocemente”.
La cooperativa Santa Maria Assunta nasce
a Livorno nel 1953 e attualmente dispone
di 20 motopescherecci e 35 soci. I porti di
ormeggio si estendono sulla costa dell’Arcipelago Toscano, da Livorno fino a Follonica.
Le imbarcazioni svolgono pesca con reti da
posta, sciabichello per pesca del rossetto,
palamiti, piccolo strascico, circuizione, disponendo così di prodotti ittici differenziati:
crostacei, pesce di prima qualità, pesce per
zuppa, specie da frittura.
UNICOOP TIRRENO
La Direzione, costretti a chiudere
l’ipermercato di Afragola
“Non avremmo voluto arrivare a questo
punto. Abbiamo tentato ogni strada, dalla
ricerca di una soluzione interna al movimento cooperativo all'ultima proposta della
creazione di una società con un imprenditore campano, per salvare i posti di lavoro e
la presenza del marchio Coop in Campania". Sono queste le parole con le quali la
Direzione di Unicoop Tirreno annuncia
l'apertura di una procedura di mobilità' per
250 dipendenti (sui 677 complessivi) di
Ipercoop Tirreno, prevedendo la chiusura
dell’ipermercato di Afragola.
La soluzione cooperativa, tentata nei mesi
scorsi, si è rivelata impraticabile per l’assenza di un accordo unitario con le tre organizzazioni sindacali e il piano industriale
presentato dalla Cooperativa e da un imprenditore privato locale e' stato respinto
dalla maggioranza dei lavoratori campani.
Dopo anni di perdite consistenti (14 milioni
di euro solo nel 2012, circa 80 milioni negli
ultimi cinque anni) e di tentativi non coronati
da successo di far tornare in equilibrio la
gestione, il Consiglio di Amministrazione ha
affidato alla Presidenza e alla Direzione il
compito irrevocabile di sanare una situazione che mette a rischio l'impresa.
Primo piano
Legacoop
25
La situazione economica è difficilissima: il
calo dei consumi continua e non si vedono
segnali di ripresa. Unicoop Tirreno è chiamata ad affrontare questa fase di competizione sul mercato con investimenti assai
rilevanti, sia sulla propria rete di vendita che
sui prezzi. Una sfida che non può essere affrontata con perdite pesanti come quelle registrate da Unicoop Tirreno in Campania.
In questo contesto diventa doveroso concentrare sforzi e risorse sulla salvaguardia
delle strutture campane che possono avere
una prospettiva, evitando così l’abbandono
del territorio campano.
Stante l’attuale situazione l’alternativa è
solo quella di mettere in pericolo molti più
posti di lavoro e l’intera Ipercoop Tirreno.
La procedura di mobilità prevede 45 giorni
di tempo per la discussione e il confronto
con le organizzazioni sindacali; se questa
prima fase non porta a risultati, si passa ad
una seconda fase della durata di 30 giorni
di tavolo di confronto presso un ente istituzionale.
Naturalmente la Cooperativa è disponibile,
nel lasso di tempo consentito dalla procedura e mantenendo fermo l’obiettivo della
sostanziale riduzione delle perdite, ad esaminare soluzioni credibili che venissero proposte.
FASCO: CONVOCAZIONE ASSEMBLEA ORDINARIA
FASCO
Fondi di Assistenza Cooperazione Società di Mutuo Soccorso
Via Antonio Nibby, 10
00161 ROMA
Trib. Roma: 8829/93 - C.F. 97102130586
E’ convocata in prima convocazione il giorno 27 maggio 2013 alle ore 06,00 e
in seconda convocazione il giorno 28 maggio 2013 alle ore 12,00 a ROMA
presso la LEGACOOP Via Antonio Guattani, 9 (Palazzo delle Associazioni – Sala
Blu), l’Assemblea Ordinaria per discutere e deliberare sul seguente ordine del
giorno :
Discussione e approvazione del bilancio al 31.12.2012 e della nota integrativa.
Varie ed eventuali.
Ricordiamo che a norma di statuto gli iscritti possono farsi rappresentare in Assemblea da altro iscritto purché non Amministratore.
Il Presidente
(Sergio Imolesi)
.
ACI
Settori
Territori
Imprese
Sondaggio
Note Brevi
26
CENTRO STUDI LEGACOOP
Elementi rilevanti
1) Le 113 grandi e medie cooperative sociali
italiane analizzate evidenziano nel 2011 un
valore della produzione aggregato di oltre
2,9 miliardi di euro, in crescita del 40,4%
sul 2007. Le cooperative del settore oltre la
soglia dei 10 milioni di € si incrementano di
7 nuove imprese rispetto al monitoraggio effettuato lo scorso anno.
2) l risultato operativo nelle grandi e medie
cooperative sociali cresce in maniera significativa nel periodo (+26,9%), risultato che
appare più positivo se confrontato con il ridimensionamento (-10,2%) riscontrato fra
le 8.255 cooperative sociali analizzate nella
precedente Nota Breve. Tale andamento
sembra confermare una correlazione tra dimensione d’impresa e redditività.
3) Anche l’occupazione si incrementa in maniera sostenuta con un +25,7% nel periodo
creando 17.831 nuovi posti di lavoro.
4) L’andamento del risultato di esercizio mostra una marginalità in calo per le gestioni
delle grandi e medie cooperative sociali nei
primi quattro anni del periodo considerato, e
un recupero nel 2011.
Grandi e medie cooperative sociali
italiane. Andamenti 2007-2011
Nella presente Nota, la terza dedicata al settore, sono analizzati gli andamenti dei principali dati economici (Valore della
produzione, Occupazione, Risultato operativo
e Risultato d’esercizio) delle medie e grandi
cooperative sociali italiane per gli anni 200720111.
Si tratta di un gruppo di 113 cooperative che
operano nell’assistenza e nell’inserimento lavorativo che nel loro insieme hanno superato, nel 2011, un valore della produzione
aggregato di 2,9 miliardi di €2. Nello stesso
anno hanno occupato 87.266 dipendenti,
hanno avuto un risultato operativo aggregato
di 70 milioni e un risultato d’esercizio pari a
16 milioni di €.
Rispetto alla prima rilevazione effettuata lo
scorso anno si riscontra un numero maggiore di imprese, 113 rispetto a 106, situate
oltre la soglia dei 10 milioni di €.
Sotto il profilo dimensionale la maggior parte
delle imprese considerate (56,6%) si colloca
fra i 10 e i 20 milioni di € di valore della produzione, come mostra la tabella A.
Il grafico I mostra la distribuzione nelle regioni del valore della produzione 2011 (mil.
di € in rosso) e del numero delle cooperative per regione. E’ possibile osservare che
Emilia Romagna (27,6%), Piemonte (20,1%)
e Lombardia (18,0%) sono quelle che concentrano il 65,7% della produzione 2011
aggregata, insieme al maggior numero di
grandi e medie cooperative sociali italiane
(65 imprese pari al 58,3% del totale).
Il grafico II mostra l’evoluzione del valore
della produzione nei cinque anni considerati.
Il trend evidenziato è quello di una continua
crescita con un aumento complessivo del
40,4%.
I valori indicati, peraltro, mostrano che la crescita si manifesta con incrementi decrescenti
negli anni (12,9%, 8,4%, 9,3% e 5,8%).
Per quanto riguarda l’occupazione (grafico
III) dal 2007 al 2011 la crescita complessiva è stata del 25,7% pari a 17.831 nuovi
Grafico I: Valore Produzione 2011 (mil.€)
Medio-grandi coop sociali nelle regioni
807
24
587
525
20
21
284
228
13
51
3
83
22
2
4
132
52
8
3
8
104
4
10
23
11
1
1
1
Fonte: elaborazione Centro Studi Legacoop su dati AIDA
Tabella A
Primo piano
Legacoop
I
ACI
Classe dimensionale
N° COOP
%
oltre 50 mil.
20 - 50 mil.
10 - 20 mil.
5 - 10 mil.
Totale complessivo
12
30
64
7
113
10,6
26,5
56,6
6,2
100,0
Settori
Territori
Valore della
produzione 2011
1.018.733.246
936.172.223
900.349.862
63.391.272
2.918.646.603
Imprese
Sondaggio
Note Brevi
occupati. Anche in questo caso, come per il
valore della produzione, i tassi d'incremento
annui sono decrescenti, passando dal
+9,4% del 2008 al +4,2% del 2011.
In relazione al Risultato operativo si nota
(grafico IV) una sostanziale stabilità nei primi
quattro anni del periodo considerato e un significativo incremento nel 2011 (+26,9%
rispetto al 2007), peraltro la sua incidenza
sul valore della produzione tende a ridursi
negli anni, salvo un leggero recupero nel
2011.
Il risultato di esercizio (grafico V), invece, mostra un andamento di costante riduzione
negli anni. Nel 2010 si registra il risultato più
negativo della serie (-85,5% sul 2009). Nel
2011 peraltro si manifesta un recupero consistente pur non raggiungendo le punte del
2007 e del 2008.
27
Grafico II: Grandi e medie coop sociali - Val. Produzione 2007-2011 (mil. €)
3.000
2.919
2.763
2.500
2.578
2.348
2.000
2.079
1.500
1.000
2007
2008
2009
2010
2011
Fonte: elaborazione Centro Studi Legacoop su dati AIDA
1
2
I dati qui considerati fanno riferimento a tutte
quelle cooperative sociali i cui bilanci degli
esercizi 2007-2011 sono presenti nella Banca
Dati AIDA, e che nel 2011 o nel 2010 riportano un valore della produzione superiore ai
10 milioni di €, nei bilanci singoli o nei consolidati. Non sono considerati nè i consorzi, né
2 cooperative nate nel 2009.
Vedi la Nota Breve n°4 del 2012, dove furono
presentati i dati relativi alle prime 106 cooperative sociali italiane, dati al 2010.
Grafico III: Grandi e medie coop sociali - Occupazione 2007-2011
110.000
90.000
82.325
75.952
83.765
87.266
69.435
70.000
50.000
Il copyright delle Note brevi è libero. Unica condizione:
mettere in evidenza che il testo riprodotto è tratto da
Note Brevi Centro Studi Legacoop. Le Note sono disponibili anche in inglese in www.cslegacoop.coop.
30.000
10.000
2007
2008
2009
2010
2011
Fonte: elaborazione Centro Studi Legacoop su dati AIDA
Primo piano
Legacoop
ACI
Settori
Territori
Imprese
Sondaggio
Note Brevi
28
Note brevi
NOTE BREVI 2013
www.cslegacoop.coop
n° 8 / Aprile 2013
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Grandi e medie cooperative sociali
italiane. Andamenti 2007-2011
Elementi rilevanti
1) Le 113 grandi e medie cooperative sociali italiane analizzate evidenziano nel 2011 un valore
della produzione aggregato di oltre 2,9 miliardi di
euro, in crescita del 40,4% sul 2007. Le cooperative del settore oltre la soglia dei 10 milioni di
€ si incrementano di 7 nuove imprese rispetto al
monitoraggio effettuato lo scorso anno.
2) l risultato operativo nelle grandi e medie coope-
rative sociali cresce in maniera significativa nel
periodo (+26,9%), risultato che appare più positivo se confrontato con il ridimensionamento (10,2%) riscontrato fra le 8.255 cooperative
sociali analizzate nella precedente Nota Breve.
Tale andamento sembra confermare una correlazione tra dimensione d’impresa e redditività.
3) Anche l’occupazione si incrementa in maniera
1
Nella presente Nota, la terza dedicata al settore, sono analizzati gli andamenti dei
principali dati economici (Valore della produzione, Occupazione, Risultato operativo e Risultato d’esercizio) delle medie e grandi cooperative sociali italiane per
gli anni 2007-20111.
Si tratta di un gruppo di 113 cooperative che operano nell’assistenza e nell’inserimento lavorativo che nel loro insieme hanno superato, nel 2011, un valore
della produzione aggregato di 2,9 miliardi di €2. Nello stesso anno hanno occupato 87.266 dipendenti, hanno avuto un risultato operativo aggregato di 70 milioni e un risultato d’esercizio pari a 16 milioni di €.
Rispetto alla prima rilevazione effettuata lo scorso anno si riscontra un numero
maggiore di imprese, 113 rispetto a 106, situate oltre la soglia dei 10 milioni di €.
I dati qui considerati fanno riferimento a tutte
quelle cooperative sociali i cui bilanci degli esercizi 2007-2011 sono presenti nella Banca Dati
AIDA, e che nel 2011 o nel 2010 riportano un
valore della produzione superiore ai 10 milioni di
€, nei bilanci singoli o nei consolidati. Non sono
considerati nè i consorzi, né 2 cooperative nate
nel 2009.
2
Vedi la Nota Breve n°4 del 2012, dove furono
presentati i dati relativi alle prime 106 cooperative sociali italiane, dati al 2010.
sostenuta con un +25,7% nel periodo creando
17.831 nuovi posti di lavoro.
4) L’andamento del risultato di esercizio mostra una
marginalità in calo per le gestioni delle grandi e
medie cooperative sociali nei primi quattro anni
del periodo considerato, e un recupero nel 2011.
Grafico I: Valore Produzione 2011 (mil.€)
Medio-grandi coop sociali nelle regioni
Nota
Nota
Nota
Nota
Nota
Nota
Nota
807
24
587
525
20
21
7: 8.255 Cooperative Sociali italiane. Andamenti 2007-2011
6: Le cooperative Sociali italiane. Consistenza e dati al 2011
5: Piccole, Medie e Grandi cooperative dell’Italia meridionale.
Andamenti 2007-2011 di Settori e Regioni.
4: Piccole, Medie e Grandi cooperative italiane negli anni 2007-2011
La presenza nell’area meridionale
3: Piccole, Medie e Grandi cooperative italiane negli anni 2007-2011
Uno sguardo d’insieme
2: Le piccole cooperative italiane negli anni 2007-2011 – I Settori
1: Le piccole cooperative italiane negli anni 2007-2011
284
228
13
51
3
83
22
2
4
132
52
8
8
104
3
4
10
23
11
1
1
1
Fonte: elaborazione Centro Studi Legacoop su dati AIDA
1
Primo piano
Legacoop
ACI
Settori
Territori
Imprese
Sondaggio
Sondaggio
29
OSSERVATORIO SWG
I partiti del futuro:
fragili o inconsistenti
Quasi il 70% del Paese riconosce le grandi
difficoltà in cui versano oggi i partiti politici,
tra chi ritiene che si indeboliranno e chi, invece, pensa più radicalmente che siano destinati a scomparire del tutto.
Il Paese si sta modificando e con esso
stanno cambiando gli italiani. Il perdurare
delle enormi difficoltà sociali ed economiche, l’incertezza e la scarsa reattività politica stanno conducendo i cittadini verso una
svolta. E, in questo quadro segnato dalla
preoccupazione, i partiti politici hanno un
presente difficile e vanno verso un futuro
sempre più incerto per un cittadino su due.
Questo il mood dell’opinione pubblica nazionale rilevato dall’Osservatorio SWG.
In Italia si respira un’aria inquieta. È tangibile la grande istanza di cambiamento soprattutto nella sfera politica e il primo effetto
si riversa sul sistema dei partiti: oltre la
metà dei cittadini (51%) crede che queste
‘istituzioni’, peraltro sempre più numerose,
siano destinate a mantenersi nel tempo, ma
a indebolirsi. Un parere questo, condiviso
appieno dalle aree di sinistra, centro e destra, ma non dal Movimento 5 Stelle e, in
Primo piano
Legacoop
ACI
Settori
generale, da chi appare più distante dalla
politica.
Ma il dato forte che sottolinea la grande
crisi dei partiti è il 18% di cittadini ormai
persuasi del fatto che stiano andando verso
un definitivo tramonto. E di questo i Grillini,
che contrariamente nascono come movimento, sono fortemente convinti (33%) assieme a quelle persone che faticano a
collocarsi politicamente (25%).
Nel Paese si riconosce, però, ancora una
frangia di nostalgici (8%) che rimangono attaccati all’idea di una gestione politica che,
non solo sia impossibilitata a escludere i
partiti, ma che li veda addirittura come assoluti protagonisti. A offrire un appoggio a
tale teoria sono, soprattutto, gli elettori dell’area di centro-sinistra (19%).
Poi ci sono i sostenitori dei movimenti, queste correnti politiche che non si vogliono rinchiudere nel vecchio concetto di partito e
che convincono l’8% dei cittadini, persuasi
del fatto che, stando così le cose, rappresenteranno l’unico futuro possibile per la
gestione politica.
Nota Informativa: Dati Archivio SWG.
Data di esecuzione: 9-11 aprile 2013.
Metodo di rilevazione: sondaggio CATICAWI su un campione rappresentativo nazionale di 1500 soggetti maggiorenni.
Territori
Imprese
Sondaggio