Testi, documenti e indicazioni per il lavoro sulla poesia
Transcript
Testi, documenti e indicazioni per il lavoro sulla poesia
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) POESIA ITALIANA DELL'OTTO-NOVECENTO Non cercate di prendere i poeti perché vi scapperanno tra le dita. Alda Merini Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) Preambolo Che cos'è poesia? La poesia del Dizionario ♦poeṣìa o (poet.) †poeṣì [lat. poēsi(m), dal gr. póiēsis ‘produzione, poesia’, da poiêin ‘fare’. V. poeta; 1319] s. f. 1 Arte e tecnica di esprimere in versi, con estrema attenzione all'aspetto fonico, ritmico e timbrico del linguaggio, esperienze, idee, emozioni, fantasie e sim.: esprimersi in poesia; poesia e prosa; poesia epica, drammatica, lirica, didascalica, satirica; poesia dialettale, sentimentale │ Poesia visiva, componimento poetico che utilizza i caratteri grafici di stampa disponendoli in modo tale da delineare le linee di un oggetto, un ritratto e sim. 2 Produzione poetica di un singolo autore, di una corrente, di una nazione, di un'epoca: la poesia di Leopardi, del Petrarca, di Baudelaire; la poesia del romanticismo, del surrealismo; la poesia italiana del Duecento; la poesia moderna, contemporanea; la poesia greca, latina, inglese, russa, negra. 3 Singolo componimento in versi, spec. di breve estensione: dire, recitare una poesia; la poesia di Natale; imparare una poesia a memoria; scelta, raccolta di poesie; scrivere poesie. 4 (gener.) Forma metrica: scrivere in poesia; mettere, volgere in poesia. 5 (est.) Senso di elevata tensione spirituale che si può manifestare in qualsiasi opera d'arte: un quadro pieno di poesia; una sonata ricca di poesia; la poesia di certe inquadrature cinematografiche. 6 (fig.) Capacità di suggestionare, di suscitare emozioni, sentimenti, fantasie: la poesia della notte, dell'alba sul mare; sentire tutta la poesia di un incontro │ Capacità di una persona di provare in alto grado emozioni, sentimenti e sim.: un animo ricco di poesia; generazione, giovani senza poesia. 7 (fig.) Evasione dalla realtà, abbandono a sogni e utopie: non si può vivere di poesia; lascia perdere, questa è solo poesia. ║ poeṣi̠ àccia, pegg. │ poeṣi̠ étta, dim. │ poeṣi̠ òla, poesiuòla, dim. │ poeṣi̠ ùccia, dim. Page 2/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) L'endecasillabo 1 2 3 4 5 6 7 8 Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e ’l modo ancor m’offende Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona. Amor condusse noi ad una morte: Caina attende chi a vita ci spense». Dante Alighieri, Commedia, Inferno, Canto V, versi 100-107. Versi scritti attorno al 1310 Il sonetto 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono di quei sospiri ond’io nudriva ‘l core in sul mio primo giovenile errore quand’era in parte altr’uom da quel ch’i’ sono, del vario stile in ch’io piango e ragiono fra le vane speranze e ‘l van dolore, ove sia chi per prova intenda amore, spero trovar pietà, nonché perdono. Ma ben veggio or sì come al popol tutto favola fui gran tempo, onde sovente di me medesmo meco mi vergogno; e del mio vaneggiar vergogna è ‘l frutto, e ‘l pentersi, e ‘l conoscer chiaramente che quanto piace al mondo è breve sogno. Francesco Petrarca, Canzoniere, Sonetto I. Scritto verso il 1349 Page 3/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) I testi1 L'Ottocento Ugo Foscolo (1778-1827) Alla sera 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 Forse perché della fatal quiete tu sei l'immago a me sì cara vieni o Sera! E quando ti corteggian liete le nubi estive e i zeffiri sereni, e quando dal nevoso aere inquiete tenebre e lunghe all'universo meni sempre scendi invocata, e le secrete vie del mio cor soavemente tieni. Vagar mi fai co' miei pensieri su l'orme che vanno al nulla eterno; e intanto fugge questo reo tempo, e van con lui le torme delle cure onde meco egli si strugge; e mentre io guardo la tua pace, dorme quello spirito guerrier ch'entro mi rugge. Ugo Foscolo, Poesie. Scritto nel 1803 1 Lettura di molti dei testi qui presentati sul sito di italiano del collège Sismondi: http://italiano.sismondi.ch/media/suono_lf/letture-di-poesia Page 4/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) Giacomo Leopardi (1798-1837) L'Infinito 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo, ove per poco Il cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e 'l suon di lei. Così tra questa Immensità s'annega il pensier mio: E 'l naufragar m'è dolce in questo mare. Giacomo Leopardi, I canti, testo scritto nel 1819 A Silvia 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 Silvia, rimembri ancora Quel tempo della tua vita mortale, Quando beltà splendea Negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi, E tu, lieta e pensosa, il limitare Di gioventù salivi? Sonavan le quiete Stanze, e le vie dintorno, Al tuo perpetuo canto, Allor che all'opre femminili intenta Sedevi, assai contenta Di quel vago avvenir che in mente avevi. Era il maggio odoroso: e tu solevi Così menare il giorno. Io gli studi leggiadri Talor lasciando e le sudate carte, Ove il tempo mio primo E di me si spendea la miglior parte, D'in su i veroni del paterno ostello Porgea gli orecchi al suon della tua voce, Ed alla man veloce Che percorrea la faticosa tela. Mirava il ciel sereno, Le vie dorate e gli orti, Page 5/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 E quinci il mar da lungi, e quindi il monte. Lingua mortal non dice Quel ch'io sentiva in seno. Che pensieri soavi, Che speranze, che cori, o Silvia mia! Quale allor ci apparia La vita umana e il fato! Quando sovviemmi di cotanta speme, Un affetto mi preme Acerbo e sconsolato, E tornami a doler di mia sventura. O natura, o natura, Perchè non rendi poi Quel che prometti allor? perchè di tanto Inganni i figli tuoi? Tu pria che l'erbe inaridisse il verno, Da chiuso morbo combattuta e vinta, Perivi, o tenerella. E non vedevi Il fior degli anni tuoi; Non ti molceva il core La dolce lode or delle negre chiome, Or degli sguardi innamorati e schivi; Nè teco le compagne ai dì festivi Ragionavan d'amore. Anche peria fra poco La speranza mia dolce: agli anni miei Anche negaro i fati La giovanezza. Ahi come, Come passata sei, Cara compagna dell'età mia nova, Mia lacrimata speme! Questo è quel mondo? questi I diletti, l'amor, l'opre, gli eventi Onde cotanto ragionammo insieme? Questa la sorte dell'umane genti? All'apparir del vero Tu, misera, cadesti: e con la mano La fredda morte ed una tomba ignuda Mostravi di lontano. Giacomo Leopardi, I canti, testo scritto nel 1828 Page 6/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) Il Passero solitario 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 D'in su la vetta della torre antica, Passero solitario, alla campagna Cantando vai finchè non more il giorno; Ed erra l'armonia per questa valle. Primavera dintorno Brilla nell'aria, e per li campi esulta, Sì ch'a mirarla intenerisce il core. Odi greggi belar, muggire armenti; Gli altri augelli contenti, a gara insieme Per lo libero ciel fan mille giri, Pur festeggiando il lor tempo migliore: Tu pensoso in disparte il tutto miri; Non compagni, non voli Non ti cal d'allegria, schivi gli spassi; Canti, e così trapassi Dell'anno e di tua vita il più bel fiore. 44 Oimè, quanto somiglia Al tuo costume il mio! Sollazzo e riso, Della novella età dolce famiglia, E te german di giovinezza, amore, Sospiro acerbo de' provetti giorni, Non curo, io non so come; anzi da loro Quasi fuggo lontano; Quasi romito, e strano Al mio loco natio, Passo del viver mio la primavera. Questo giorno ch'omai cede alla sera, Festeggiar si costuma al nostro borgo. Odi per lo sereno un suon di squilla, Odi spesso un tonar di ferree canne, Che rimbomba lontan di villa in villa. Tutta vestita a festa La gioventù del loco Lascia le case, e per le vie si spande; E mira ed è mirata, e in cor s'allegra. Io solitario in questa Rimota parte alla campagna uscendo, Ogni diletto e gioco Indugio in altro tempo: e intanto il guardo Steso nell'aria aprica Mi fere il Sol che tra lontani monti, Dopo il giorno sereno, Cadendo si dilegua, e par che dica Che la beata gioventù vien meno. 45 Tu, solingo augellin, venuto a sera 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 Page 7/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 Del viver che daranno a te le stelle, Certo del tuo costume Non ti dorrai; che di natura è frutto Ogni vostra vaghezza. A me, se di vecchiezza La detestata soglia Evitar non impetro, Quando muti questi occhi all'altrui core, E lor fia vóto il mondo, e il dì futuro Del dì presente più noioso e tetro, Che parrà di tal voglia? Che di quest'anni miei? che di me stesso? Ahi pentirornmi, e spesso, Ma sconsolato, volgerommi indietro. Giacomo Leopardi, I canti, testo scritto nel 1829-1830 Page 8/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) Giosuè Carducci (1835-1907) Pianto antico 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 L'albero a cui tendevi la pargoletta mano, il verde melograno da' bei vermigli fior, nel muto orto solingo rinverdì tutto or ora e giugno lo ristora di luce e di calor. Tu fior della mia pianta percossa e inaridita, tu dell'inutil vita estremo unico fior, sei ne la terra fredda, sei ne la terra negra; né il sol più ti rallegra né ti risveglia amor. Giosuè Carducci, Rime nuove, testo scritto nel 1871 San Martino 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 La nebbia a gl'irti colli piovigginando sale, e sotto il maestrale urla e biancheggia il mar; ma per le vie del borgo dal ribollir de' tini va l'aspro odor dei vini l'anime a rallegrar. Gira su' ceppi accesi lo spiedo scoppiettando: sta il cacciator fischiando su l'uscio a rimirar tra le rossastre nubi stormi d'uccelli neri, com'esuli pensieri, nel vespero migrar. Giosuè Carducci, Rime nuove, testo scritto nel 1883 Page 9/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) Giovanni Pascoli (1855-1912) Novembre 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Gemmea l'aria, il sole così chiaro che tu ricerchi gli albicocchi in fiore, e del prunalbo l'odorino amaro senti nel cuore... Ma secco è il pruno, e le stecchite piante di nere trame segnano il sereno, e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante sembra il terreno. Silenzio, intorno: solo, alle ventate, odi lontano, da giardini ed orti, di foglie un cader fragile. E' l'estate fredda, dei morti. Giovanni Pascoli, Myricae, testo scritto nel 1891 X Agosto 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l'aria tranquilla arde e cade, perché si gran pianto nel concavo cielo sfavilla. Ritornava una rondine al tetto: l'uccisero: cadde tra i spini; ella aveva nel becco un insetto: la cena dei suoi rondinini. Ora è là, come in croce, che tende quel verme a quel cielo lontano; e il suo nido è nell'ombra, che attende, che pigola sempre più piano. Anche un uomo tornava al suo nido: l'uccisero: disse: Perdono; e restò negli aperti occhi un grido: portava due bambole in dono. Ora là, nella casa romita, lo aspettano, aspettano in vano: egli immobile, attonito, addita le bambole al cielo lontano. E tu, Cielo, dall'alto dei mondi sereni, infinito, immortale, oh! d'un pianto di stelle lo inondi quest'atomo opaco del Male! Giovanni Pascoli, Myricae, testo scritto nel 1896 Page 10/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) Il gelsomino notturno 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 E s’aprono i fiori notturni, nell’ora che penso ai miei cari. Sono apparse in mezzo ai viburni le farfalle crepuscolari. Da un pezzo si tacquero i gridi: là sola una casa bisbiglia. Sotto l’ali dormono i nidi, come gli occhi sotto le ciglia. Dai calici aperti si esala l’odore di fragole rosse. Splende un lume là nella sala. Nasce l’erba sopra le fosse. Un’ape tardiva sussurra trovando già prese le celle. La Chioccetta per l’aia azzurra va col suo pigolio di stelle. Per tutta la notte s’esala l’odore che passa col vento. Passa il lume su per la scala; brilla al primo piano: s’è spento… È l’alba: si chiudono i petali un poco gualciti; si cova, dentro l’urna molle e segreta, non so che felicità nuova. Giovanni Pascoli, Canti di Castelvecchio, testo scritto nel 1903 Page 11/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) Il Novecento Umberto Saba (1883-1956) Trieste 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 Ho attraversata tutta la città. Poi ho salita un'erta, popolosa in principio, in là deserta, chiusa da un muricciolo: un cantuccio in cui solo siedo; e mi pare che dove esso termina termini la città. Trieste ha una scontrosa grazia. Se piace, è come un ragazzaccio aspro e vorace, con gli occhi azzurri e mani troppo grandi per regalare un fiore; come un amore con gelosia. Da quest'erta ogni chiesa, ogni sua via scopro, se mena all'ingombrata spiaggia, alla collina cui, sulla sassosa cima, una casa, l'ultima, s'aggrappa. Intorno circola ad ogni cosa un'aria strana, un'aria tormentosa, l'aria natia. La mia città che in ogni parte è viva, ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita pensosa e schiva. Umberto Saba, Tieste e una donna, testo scritto nel 1910-12 Città vecchia 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Spesso, per ritornare alla mia casa. prendo un'oscura via di città vecchia. Giallo in qualche pozzanghera si specchia qualche fanale, e affollata è la strada. Qui tra la gente che viene che va dall'osteria alla casa o al lupanare, dove son merci ed uomini il detrito di un gran porto di mare, io ritrovo, passando, l'infinito nell'umiltà; Qui prostituta e marinaio, il vecchio che bestemmia, la femmina che bega, Page 12/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 il dragone che siede alla bottega del friggitore, la tumultuante giovane impazzita d'amore, sono tutte creature della vita e del dolore: s'agita in esse, come in me, il Signore. Qui degli umili sento in compagnia, il pensiero farsi più puro dove più turpe è la via.? Umberto Saba, Tieste e una donna, testo scritto nel 1910-12 Ulisse 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 Nella mia giovinezza ho navigato lungo le coste dalmate. Isolotti a fior d’onda emergevano, ove raro un uccello sostava intento a prede, coperti d’alghe, scivolosi, al sole belli come smeraldi. Quando l’alta marea e la notte li annullava, vele sottovento sbandavano più a largo, per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regno è quella terra di nessuno. Il porto accende ad altri i suoi lumi; me al largo sospinge ancora il non domato spirito, e della vita il doloroso amore. Umberto Saba, Mediterranee, testo scritto nel 1947 Amai 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Amai trite parole che non uno osava. M’incantò la rima fiore amore, la più antica difficile del mondo. Amai la verità che giace al fondo, quasi un sogno obliato, che il dolore riscopre amica. Con paura il cuore le si accosta, che più non l’abbandona. Amo te che mi ascolti e la mia buona carta lasciata al fine del mio gioco. Umberto Saba, Mediterranee, testo scritto nel 1947 Page 13/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) Giuseppe Ungaretti (1888-1970) In memoria Locvizza il 30 settembre 1915 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 Si chiamava Moammed Sceab Discendente di emiri di nomadi suicida perchè non aveva più Patria Amò la Francia e mutò nome Fu Marcel ma non era Francese e non sapeva più vivere nella tenda dei suoi dove si ascolta la cantilena del Corano gustando un caffè E non sapeva sciogliere il canto del suo abbandono L’ho accompagnato insieme alla padrona dell’albergo dove abitavamo a Parigi dal numero 5 della rue des Carmes appassito vicolo in discesa Riposa nel camposanto d’Ivry sobborgo che pare sempre in una giornata di una decomposta fiera E forse io solo so ancora che visse Giuseppe Ungaretti, Il porto sepolto, testo scritto nel 1916 Page 14/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) I fiumi Cotici il 16 agosto 1916 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 Mi tengo a quest'albero mutilato abbandonato in questa dolina che ha il languore di un circo prima o dopo lo spettacolo e guardo il passaggio quieto delle nuvole sulla luna Stamani mi sono disteso in un'urna di acqua e come una reliquia ho riposato L'Isonzo scorrendo mi levigava come un suo sasso Ho tirato su le mie quattr’ossa e me ne sono andato come un acrobata sull’acqua Mi sono accoccolato vicino ai miei panni sudici di guerra e come un beduino mi sono chinato a ricevere il sole Questo è l'Isonzo e qui meglio mi sono riconosciuto una docile fibra dell'universo Il mio supplizio è quando non mi credo in armonia Ma quelle occulte mani che mi intridono mi regalano Page 15/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 la rara felicità Ho ripassato le epoche della mia vita Questi sono i miei fiumi Questo è il Serchio al quale hanno attinto duemil'anni forse di gente mia campagnola e mio padre e mia madre Questo è il Nilo che mi ha visto nascere e crescere e ardere d'inconsapevolezza nelle estese pianure Questa è la Senna e in quel suo torbido mi sono rimescolato e mi sono conosciuto Questi sono i miei fiumi contati nell' Isonzo Questa è la mia nostalgia che in ognuno mi traspare ora ch'è notte che la mia vita mi pare una corolla di tenebreGiuseppe Ungaretti, Il porto sepolto, testo scritto nel 1916 San Martino del Carso Valloncello dell’Albero Isolato il 27 agosto 1916 1 2 3 4 5 6 7 8 Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro Di tanti che mi corrispondevano non è rimasto neppure tanto Page 16/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) 9 10 11 12 Ma nel cuore nessuna croce manca È il mio cuore il paese più straziato Giuseppe Ungaretti, Il porto sepolto, testo scritto nel 1916 Fratelli Mariano il 15 luglio 1916 1 2 Di che reggimento siete fratelli? 4 Parola tremante nella notte 5 Foglia appena nata 6 Nell’aria spasimante involontaria rivolta dell’uomo presente alla sua fragilità 3 7 8 9 10 Fratelli Giuseppe Ungaretti, Il porto sepolto, testo scritto nel 1916 Page 17/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) Eugenio Montale (1896-1981) Non chiederci la parola 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Non chiederci la parola che squadri da ogni lato l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco lo dichiari e risplenda come un croco perduto in mezzo a un polveroso prato. Ah l'uomo che se ne va sicuro, agli altri ed a se stesso amico, e l'ombra sua non cura che la canicola stampa sopra uno scalcinato muro! Non domandarci la formula che mondi possa aprirti, sì qualche storta sillaba e secca come un ramo. Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo. Eugenio Montale, Ossi di seppia, testo scritto nel 1923 Meriggiare 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 Meriggiare pallido e assorto presso un rovente muro d'orto, ascoltare tra i pruni e gli sterpi schiocchi di merli, frusci di serpi. Nelle crepe dei suolo o su la veccia spiar le file di rosse formiche ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano a sommo di minuscole biche. Osservare tra frondi il palpitare lontano di scaglie di mare mentre si levano tremuli scricchi di cicale dai calvi picchi. E andando nel sole che abbaglia sentire con triste meraviglia com'è tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia. Eugenio Montale, Ossi di seppia, testo scritto nel 1925 Portami il girasole 4 Portami il girasole ch'io lo trapianti nel mio terreno bruciato dal salino, e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti del cielo l'ansietà del suo volto giallino. 5 Tendono alla chiarità le cose oscure, 1 2 3 Page 18/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) 6 7 8 9 10 11 12 si esauriscono i corpi in un fluire di tinte: queste in musiche. Svanire è dunque la ventura delle venture. Portami tu la pianta che conduce dove sorgono bionde trasparenze e vapora la vita quale essenza; portami il girasole impazzito di luce. Eugenio Montale, Ossi di seppia, testo scritto nel 1925 Page 19/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) Giorgio Orelli (1921-2013) Foratura a Giubiasco 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 1 2 3 I Nessuno che raggiusti biciclette? Da un muro all’altro In gremio Matris sedet sapientia Patris. L’immigrato manovra seriamente le occlusive dense della sua bella: ah che Carlo! ah che Porta! Qui CELLE DI CONGELAZIONE, DO IT YOURSELF CON TAPPETI, là misericordine (giusto adesso che, cauto, m’avvicino, scatta la serratura dell’ingresso), ed ecco DA QUI MOSSE I PRIMI PASSI BERTA EDOARDO (amico del Chiesa, Chiesa Francesco, però: un sì, un no ch’esitano sull’onda) PER LE VIE LUMINOSE DELL’ARTE. Ah, LAVASOL con signora Scerpella. Uno schianto? Ma l’occhio della vecchia dalla panchina mi guarda, le ortensie hanno raggiunto tutto il loro blu. II Per dire in contropelo lo strazio patito da una piazza fra le più miti del mondo: ampio prato in pendío che tra castagni d’India e platani (danno ombra ora a vuote automobili) allontanava dolcemente le case verso i monti, paese da scomporre e ricomporre come un Bruegel, ad ogni stagione; ed ora bello come un cesso nuovo, una di quelle belle soluzioni definitive che i cervelli asfaltati dei nostri Consigli Comunali trovano senza ombre di dubbi nel sozzobosco dell’incultura. E allora tu, cagnino, alza l’anca, irrora a lungo il frivolo tappeto verde. III «Desidèri?» sospira un’altra vecchia, «i miei desideri son quelli della partenza. Ma senta il sogno che ho fatto stanotte. Page 20/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) 4 5 6 7 8 9 1 2 3 4 5 6 7 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 Ero, morta, e credevo d’andare, ma sì, in paradiso, e vedo davanti a una casa, come là, verdina, San Pietro che faceva zuccole, ed io gli ho detto che avevo freddo, e gli ho chiesto se la strada era quella, e San Pietro mi ha detto: “Torna indietro che è più corta”, e mi sono svegliata.» IV Nell’ultimo sole non dico Un fiore! ma Xuan Loc e vedo — lucertola impazzita sull’asfalto caldo ancora d’estate — una ragazza che non sa dove andare col fratellino in braccio e gira gira su se stessa V Da qui, da questo suolo tra i piú intrisi di sangue, si vede bene la nostra bella zona di resistenza alla noia, «chiave dei passi alpini», «roccaforte» ... di che?, toppa patrizia dove ci si risparmia, si economizzano le proprie forze in attesa di meglio o di peggio. Troppo tardi ormai per guardare con calma l’uva più bella di cui la terza vecchia mi ha parlato senza invidia mostrandomi un povero grappolo della sua, straziata dal maltempo. Quel poco che posso adocchiare non mi sembra né greve né leggero. Ma giusto alla mia altezza s’è accesa una stanza, una donna si toglie la collana, l’affida lentamente ad un astuccio. Sorpresa, senza denti, risponde (grilli per attimi gridano) al mio saluto attento al cane (all’ovvio, all’oppio, al cancro, al rincaro). Giorgio Orelli, Sinopie, testo scritto nel 1975 Page 21/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) In ripa di Tesino 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 Nel mondo delle fiabe in primavera quando più forte odorano lungo il Ticino i sambuchi e sui sentieri gli amenti dei pioppi s’ammucchiano come neve soffiata, aumenta il numero dei suicidi, specie a causa del Föhn Seduti tra i cespugli si ha un bel ridere vedendo passare con l’acqua timbri attrezzi d’ufficio, si finisce con lo star male come alla stazione quando fra un treno e l’altro un colombo si posa sulle rotaie Più ricca del Kuwait la Svizzera ha il primato dei suicidi in carcere, cinque su mille, un ingegnere delle ferrovie dice che molti si gettano sotto al treno, due in un mese a Bellinzona, l’altr’anno sessanta lungo la sola linea del Gottardo Si resta perplessi si guarda l’amico di fuorivia perplesso se a un tratto sul mezzodì vien incontro tra i pallidi tronchi dei platani un anziano signore sconosciuto che chiede garbato da che parte è il Ticino, il fiume Il fiume? Si addita dicendo che il ponte più vicino l’hanno tagliato e gli altri sono un po’ tanto a nord, a sud Ma non meno inattesa la gioia di vederci salutare con quasi festoso trasporto da chi credevamo travolto e invece passeggia, pietosamente toccato d’eterno, sulla diga, la giacca sottobraccio per caldo Giorgio Orelli, Spiracoli, testo scritto nel 1987 Page 22/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) Appendici Nozioni di metrica La forma di una poesia determina il suo ritmo, cioè parte fondamentale della poesia. Lo studio dei vari tipi di forma è detto metrica. La metrica di una poesia si decide prima di tutto dalla lunghezza e dal tipo dei suoi versi, ma la strofa e le rime sono altri elementi importanti. I versi Trisillabo (3 sillabe) Il ternario ha un unico accento ritmico sulla seconda sillaba La mòrte si scónta vivéndo (Ungaretti, Sono una creatura) Quadrisillabo o quaternario (4 sillabe) Il quaternario ha due accenti sulla prima e sulla terza sillaba. È usata raramente Dàmigèlla tùtta bèlla versa versa quel bel vino, fa che cada la rugiada distillata di rubino. (Chiabrera, Damigella) Quinario (5 sillabe) Il quinario ha due accenti: uno sulla prima o seconda sillaba, l’altro sulla quarta sillaba Fòntì e còlline chiesi agli Dei: m'udiro alfine, pago io vivrò. (Pidemonte, La melanconia) Senario (6 sillabe) Il senario ha due accenti ritmici: uno sulla seconda e l’altro sulla quinta sillaba Fratèlli d'Itàlia, l'Itàlia s'è dèsta, dell'elmo di Scipio s'è cinta la testa (Mameli, Inno nazionale italiano) Settenario (7 sillabe) Il settenario ha un accento fisso sulla sesta sillaba e l’altro mobile su una delle prime quattro. È uno dei versi più usati nella poesia italiana. L’albero a cui tendevi Page 23/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) la pargoletta mano, il vèrde melograno da’ bei vermigli fior, nel muto orto solingo rinverdi tutto or ora e giugno lo ristora di luce e di calor. (Carducci, Pianto antico) Ottonario ( 8 sillabe) L’ottonario ha gli accenti ritmici sulla terza e sulla settima sillaba Quant’è bèlla giovinèzza che si fugge tuttavia (Lorenzo il Magnifico, Canzone di Bacco) Novenario ( 9 sillabe) Il novenario nella sua forma più comune ha tre accenti ritmici che cadono sulla seconda, sulla quinta e sull’ottava sillaba Il giòrno fu pièno di làmpi ma òra verrànno le stèlle (Pascoli, La mia sera) Decasillabo (10 sillabe) Il decasillabo ha gli accenti ritmici sulla terza, sulla sesta e sulla nona sillaba S'ode a dèstra uno squìllo di tròmba a sinìstra rìsponde uno squìllo (Manzoni, Carmagnola) Endecasillabo (11 sillabe) L’endecasillabo è il verso più usato nella poesia italiana e il più armonioso. È un verso di undici sillabe con accenti in posizione libera, se si esclude l’ultimo che cade sempre sulla decima sillaba; tuttavia gli schemi più usati per gli accenti principali sono: sulla sesta e sulla decima; sulla quarta, ottava e decima; sulla quarta, settima e decima. Ecco un esempio: Sempre caro mi fù quest’ermo cólle, e questa sièpe, che da tànta pàrte dell’ultimo orizzónte il guardo esclùde. (G. Leopardi, L’infinito) Le rime e le strofe Le rime In poesia, la rima è l'uguaglianza di due o piu parole dall'accento tonico in poi; essa si verifica per lo più tra le clausole dei versi di un componimento (altrimenti, si definisce rima interna). Nell'analisi metrica, i versi che rimano tra loro sono indicati mediante la stessa lettera. Baciata Un verso rima con quello successivo. Schema metrico AABB. Page 24/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) Una donna s'alza e canta La segue il vento e l'incanta E sulla terra la stende E il sogno vero la prende (Ungaretti - Canto beduino) Alternata Il primo verso rima con il terzo, e il secondo con il quarto. Schema metrico ABAB, CDCD. Lo stagno risplende. Si tace la rana. Ma guizza un bagliore d'acceso smeraldo, di brace azzurra: il martin pescatore... E non sono triste. Ma sono stupito se guardo il giardino... stupito di che? non mi sono sentito mai tanto bambino... (Gozzano - L'assenza) Incrociata Il primo verso rima con il quarto, il secondo con il terzo. Schema metrico ABBA, CDDC. Non pianger più. Torna il diletto figlio a la tua casa. È stanco di mentire. Vieni; usciamo. Tempo di rifiorire. Troppo sei bianca: il volto è quasi un giglio. Vieni; usciamo. Il giardino abbandonato serba ancora per noi qualche sentiero. Ti dirò come sia dolce il mistero che vela certe cose del passato. (D'Annunzio - Consolazione) Incatenata Il primo verso rima con il terzo della prima terzina, il secondo con il primo della seconda terzina, il secondo di questa rima con il primo delle terza terzina, e così via. Il più alto esito di tale schema di rime è la Divina Commedia, interamente strutturata in questo modo. Questo è anche detto terza rima. Schema metrico ABA, BCB, CDC. Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende, prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e'l modo ancor m'offende. Amor, ch'a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m'abbandona. Amor condusse noi ad una morte. Caina attende chi a vita ci spense. Queste parole da lor ci fuor porte. (Dante - Divina Commedia - Inf. V) Ripetuta Il primo verso rima con il quarto, il secondo con il quinto e il terzo con il sesto. Schema metrico Page 25/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) ABC, ABC Ma ben veggio or sì come al popol tutto favola fui gran tempo, onde sovente di me medesmo meco mi vergogno ; et del mio vaneggiar vergogna è 'l frutto, e 'l pentersi, e 'l conoscer chiaramente che quanto piace al mondo è breve sogno. (Petrarca - Canzoniere, 1) Invertita o simmetrica Il primo verso rima con il sesto, il secondo con il quinto e il terzo con il quarto. Schema metrico ABC, CBA Mostrasi sì piacente a chi la mira, che dà per li occhi una dolcezza al core, che 'ntender no la può chi no la prova: e par che de la sua labbia si mova un spirito soave pien d'amore, che va dicendo a l'anima: Sospira. (Dante - Tanto gentile e tanto onesta pare) Le strofe Il distico Strofa di due versi per lo più in rima baciata (AA, BB...) o alternata (AB, AB...). La terzina Strofa di tre versi generalmente a rima incatenata (ABA, BCB, CDC...). Ci possono essere delle terzine rimate in altro modo (per esempio in rima incrociata) La quartina Strofa di quattro versi a rima alternata (ABAB...) o incrociata (ABBA...). La sestina Strofa di sei versi con rime varie. Generalmente le prime 4 sono a rima alternata e le ultime due a rima baciata. L’ottava Strofa di otto versi , di solito sono degli endecasillabi: i primi sei sono a rima alternata (AB, AB, AB), gli ultimi due a rima baciata (CC). La strofa libera La strofa libera è costituita da una combianzione di versi regolari (endecasillabi o settenari) o liberi. Essa non segue uno schema fisso, si articola secondo l'ispirazione del poeta. Per esercitarsi: sito di italiano del collège Sismondi - Esercizi interattivi https://italiano.sismondi.ch/letteratura/aspetti-teorici/elementi-di-organizzazione-e-analisi-del-testopoetico/poesia_web.zip/view Page 26/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) Alcune figure retoriche Esistono numerose classificazioni delle figure retoriche: variano nome, numero e identificazione delle figure retoriche. Qui distinguiamo tra: (a) figure di significato (o tropi), basate sul trasferimento di significato da un’espressione a un’altra; (b) figure di parola, che riguardano l’espressione linguistica; (c) figure di pensiero, che riguardano le idee. (A) Figure di significato Metonimia (metonimia) Sostituzione di un termine con un altro che ha con il primo un rapporto di contiguità logica. Si può sostituire ad esempio: il concreto per l’astratto avere del fegato l’astratto per il concreto sei una bellezza l’effetto per la sua causa le sudate carte la causa per il suo effetto vive del suo lavoro il contenente per il contenuto bere un bicchiere la marca per il prodotto una Fiat l’autore per l’opera ascoltare Mozart Sinèddoche Sostituzione di un termine con un altro che ha con il primo un rapporto di quantità. Si può sostituire ad esempio: la parte per il tutto tornare al tetto il tutto per la parte pelliccia di visone il genere per la specie i comuni mortali la specie per il genere il pane quotidiano il singolare per il plurale non passa lo straniero Metafora Sostituzione di una parola con un’altra il cui senso letterale ha una qualche somiglianza col senso letterale della parola sostituita. Eempio.: capelli d’oro per capelli biondi: la sostituzione è possibile perché i due termini biondo e oro appartengono allo stesso campo semantico (il colore giallo). Tradizionalmente la metafora è considerata una similitudine abbreviata. Per esempio dalla similitudine il mio amore brucia come una fiamma possono derivare le metafore: il mio amore è una fiamma la mia ardente fiamma la mia fiamma Sinestesia Tipo di metafora che consiste nel trasferimento di significato dall’uno all’altro campo sensoriale. un colore caldo l’urlo nero della madre (Quasimodo) Perifrasi (circonlocuzione) Sostituzione di un solo termine con un “giro di parole”, o una definizione, o una parafrasi. La gloria di colui che tutto move (=di Dio) (Dante) Eufemismo Perifrasi usata per attenuare un’espressione trop•po cruda, dolorosa o volgare. É passato a miglior vita (per non dire “è morto”) Antonomasia Uso di un nome comune, un epiteto o una perifrasi al posto di un nome proprio, per esprimerne una qualità caratterizzante: Il Cavaliere (= Berlusconi) Il Pelìde (= Achille) Antonomasia è anche l’uso di un nome proprio al posto di un nome comune: Un Einstein (= un genio) Un Otello (=un uomo geloso) Litote Negazione del contrario per affermare un con•cetto in forma attenuata. Don Abbondio non era nato con un cuor di leone Ipèrbole Esagerazione, per eccesso o per difetto. É un secolo che non ci vediamo Page 27/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) (B) Figure di parola Asindeto Assenza di congiunzioni coordinanti. Veni, vidi, vici (Cesare) Polisindeto Ripetizione insistita di una congiunzione. E mangia e beve e dorme e veste panni (Dante) Epanalèssi Raddoppiamento di un’espressione, ripetuta all’inizio, o al centro, o alla fine di un segmento testuale. Vola, colomba bianca, vola… Climax (gradazione) Espressione di un’idea con più parole aventi un valore gradatamente più intensivo o viceversa: Veloce? É un razzo, una scheggia, un fulmine! Anafora (iterazione) Ripetizione di una o più parole all’inizio di enun•ciati, o di loro segmenti, successivi. sentivo il cullare del mare, sentivo un fru fru tra le fratte; sentivo nel cuore un sussulto (Pascoli) Allitterazione Ripetizione della stessa consonante o della stessa sillaba all’inizi di parole contigue. fresche le mie parole nella sera ti sien come il fruscio che fan le foglie (D’Annunzio) Onomatopèa Si ha quando una parola imita o suggerisce il suono dell’oggetto o dell’azione che significa. il tuono rimbombò di schianto: rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo (Pascoli) Paronomasia (paronomasia, bisticcio) Accostamento di parole di suono affine, ma diffe•renti nel significato. i’ fui per ritornar più volte vòlto (Dante) Poliptoto (polittoto, polittoto) Ripetizione della stessa parola con mutamento di flessione o di funzione sintattica. cred’io ch’ei credette ch’io credesse (Dante) Figura etimologica Accostamento di parole aventi la stessa radice: questa selva selvaggia e aspra e forte (Dante) Endiadi Espressione di un solo concetto mediante due termini coordinati: nella strada e nella polvere (= nella strada polverosa) Ellissi Soppressione di uno o più elementi che la costru•zione grammaticale esigerebbe: Li uomini si vendicano delle leggiere offese, delle gravi non possono (Machiavelli) Zeugma (sillèpsi) Ellissi che comporta il collegamento di due o più sostantivi a un aggettivo o a un verbo che logicamente si può riferire a uno solo di essi: Parlar e lagrimar vedrai insieme (Dante) Anastrofe (inversione) Inversione del normale ordine sintattico degli elementi di una frase. all’opre femminili intenta / sedevi (Leopardi) Page 28/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) Ipèrbato Interposizione di un segmento di enunciato tra i due costituenti di un sintagma. O belle agli occhi miei tende latine (Tasso) Mille di fiori al ciel mandano incensi (Foscolo) Omotelèuto (omeotelèuto) Ripetizione di sillabe omofone alla fine di più parole della stessa frase. La rima è un caso di omoteleuto. Pleonasmo Aggiunta a un’espressione di parole non necessa•rie dal punto di vista sintattico. Gina non lo sapeva, lei, di dover andarsene Anacoluto “Rottura” della regolarità sintattica di una frase. Quelli che muoiono, bisogna pregare Iddio per loro (C) Figure di pensiero Antitesi Accostamento di due termini o espressioni di sen•so opposto o contrastante. Non fronda verde, ma di colore fosco; non rami schietti, ma nodosi e ‘nvolti; non pomi v’eran, ma stecchi con tosco (Dante) Ossimoro (ossimoro) Unione paradossale di due termini antitetici. tacito tumulto (Pascoli) la morte che vive (Montale) Chiasmo Incrocio di membri corrispondenti, dove due o più termini collocati in successione seguono in uno dei membri l’ordine inverso a quello dell’altro. Le donne, i cavallier L’arme, gli amori (Ariosto) Similitudine (paragone) Confronto tra due elementi in base a caratteristiche comuni. La similitudine è resa esplicita da un termine di paragone: come, tanto, tale, simile, ecc. Al cor gentil rempaira sempre amore come l’ausello in selva a la verdura (Guinizelli) Preterizione Dichiarazione che si tralascerà di parlare di un certo argomento che intanto viene nominato; in altre parole, si finge di voler omettere ciò che in realtà si dice. Non starò a raccontare le peregrinazioni di Ulisse… Hysteron proteron Consiste nel dire per prima la cosa che è accaduta per ultima. Usciamo, muoviti! Domanda retorica Domanda che, anziché richiedere un’informazio•ne, attende come sola risposta una conferma: Il leone non è forse il re della foresta? Allegoria Attribuzione di un significato simbolico, diverso da quello letterale, al discorso. Come la metafora, anche l’allegoria si basa su un paragone non espresso; secondo la retorica antica, anzi, l’allegoria risulta da “una serie ininterrotta di metafore”, ed è perciò “una metafora prolungata”. La Commedia di Dante è tutta una lunga allegoria; e allegorie sono per lo più le parabole e le favole. Per esercitarsi: sito di italiano del collège Sismondi - Esercizi interattivi - https://italiano.sismondi.ch/letteratura/aspettiteorici/elementi-di-organizzazione-e-analisi-del-testo-poetico/poesia_web.zip/view Page 29/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) Come analizzare una poesia (consigli di metodo) Page 30/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) Page 31/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) Page 32/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) Page 33/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) Analisi di alcuni testi Giacomo Leopardi - L'infinito Elementi di analisi in formato diaporama e pdf. Scaricare e de-zippare - Sito di italiano del Collège Sismondi - https://italiano.sismondi.ch/letteratura/autori/Leopardi/linfinito/tpptinfinito/Infinito.sxi/view Giovanni Pascoli - Il gelsomino notturno Elementi di analisi in formato diaporama e pdf. Scaricare e de-zippare - Sito di italiano del Collège Sismondi - https://italiano.sismondi.ch/letteratura/autori/Pascoli/tppgelsomino/Gelsomino.sxi/view Umberto Saba - Amai Elementi di analisi in formato diaporama e pdf. Scaricare e de-zippare - Sito di italiano del Collège Sismondi - https://italiano.sismondi.ch/letteratura/autori/Saba/saba-testi-e-analisi/tppamai/sabaamai-elementi-di-analisi-tutti-i-formati-versione-2014/view Giuseppe Ungaretti - I fiumi Aiuti per l'analisi in formato html. Scaricare e de-zippare - Sito di italiano del Collège Sismondi https://italiano.sismondi.ch/letteratura/autori/Ungaretti/ungaretti-i-fiumi.zip/view Organizzazione del lavoro - Valutazione Ecco le tappe del nostro lavoro sulla poesia italiana. 1. Breve riflessione sulla definizione di poesia 2. Nozioni di metrica e di retorica 3. Analisi in classe di alcune poesie (Leopardi, Pascoli, Saba, Ungaretti) 4. Ognuno sceglie uno/due testi, li analizza e prepara una presentazione orale (il lavoro a gruppi di due è ammesso) 5. Presentazioni orali (30' per ogni testo) - Voti intermedi orali 6. Esame semestrale orale: Tutti i testi presentati in classe - Ponderazione: 50% Page 34/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) Crediti Immagine della copertina: gestalt psicoterapia.it - http://www.gestaltpsicoterapia.it/tag/poesia/ Immagine pagina 3: http://ousia.asso.free.fr/ousia_poesies-sur-parole(s)_files/poesie.jpg Immagine pagina 8: http://www.nuvoledipoesia.it/site/amore-e-morte-di-giacomo-leopardi/ Immagine pagina 11: http://2.bp.blogspot.com/_xK9bWnaoOOQ/TSCvR7U02II/AAAAAAAAEes/Xb2D3z6OlsI/s1600/j asmine-flower-wallpaper-wide-full-hd.jpg Immagine pagina 17: Hulton Archive Immagine pagina 19: http://4.bp.blogspot.com/QW_12aoLzZs/TdP4JXi9fjI/AAAAAAAAAcQ/5ZzmPRQvvmQ/s1600/cocci.jpg Immagine pagina 22: http://www.sccbellinzona.ch/fileadmin/documents/degno_nota_pdf/Orelli_bici.jpg Immagine pagina 33: http://www.finzionimagazine.it/news/il-lettore-seriale/ Altre immagini: Wikipedia Commons Metrica: Wikipedia.it - Graziella Fazio per gli esercizi interattivi Retorica: Docenti.UNIOR.it (Università di Napoli Orientale) http://docenti2.unior.it/doc_db/doc_obj_18101_13-11-2013_5283d4c291939.pdf Graziella Fazio per gli esercizi interattivi Documento metodologico e analisi di alcuni testi: AC (2000-2014) Indice Preambolo.............................................................................................................................................2 Che cos'è poesia?.............................................................................................................................2 La poesia del Dizionario.............................................................................................................2 L'endecasillabo................................................................................................................................3 Il sonetto..........................................................................................................................................3 I testi.....................................................................................................................................................4 L'Ottocento......................................................................................................................................4 Ugo Foscolo (1778-1827)...........................................................................................................4 Alla sera..................................................................................................................................4 Giacomo Leopardi (1798-1837)..................................................................................................5 L'Infinito.................................................................................................................................5 A Silvia...................................................................................................................................5 Il Passero solitario..................................................................................................................7 Giosuè Carducci (1835-1907).....................................................................................................9 Pianto antico...........................................................................................................................9 San Martino............................................................................................................................9 Giovanni Pascoli (1855-1912)..................................................................................................10 Novembre.............................................................................................................................10 X Agosto...............................................................................................................................10 Il gelsomino notturno...........................................................................................................11 Il Novecento...................................................................................................................................12 Umberto Saba (1883-1956).......................................................................................................12 Trieste...................................................................................................................................12 Città vecchia.........................................................................................................................12 Page 35/36 Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC) Ulisse....................................................................................................................................13 Amai.....................................................................................................................................13 Giuseppe Ungaretti (1888-1970)..............................................................................................14 In memoria...........................................................................................................................14 I fiumi...................................................................................................................................15 San Martino del Carso..........................................................................................................16 Fratelli..................................................................................................................................17 Eugenio Montale (1896-1981)..................................................................................................18 Non chiederci la parola.........................................................................................................18 Meriggiare............................................................................................................................18 Portami il girasole................................................................................................................18 Giorgio Orelli (1921-2013).......................................................................................................20 Foratura a Giubiasco............................................................................................................20 In ripa di Tesino....................................................................................................................22 Appendici...........................................................................................................................................23 Nozioni di metrica.........................................................................................................................23 I versi.........................................................................................................................................23 Le rime e le strofe.....................................................................................................................24 Le rime.................................................................................................................................24 Le strofe................................................................................................................................26 Alcune figure retoriche..................................................................................................................27 (A) Figure di significato............................................................................................................27 (B) Figure di parola...................................................................................................................28 (C) Figure di pensiero...............................................................................................................29 Come analizzare una poesia (consigli di metodo).........................................................................30 Analisi di alcuni testi.....................................................................................................................34 Giacomo Leopardi - L'infinito..................................................................................................34 Giovanni Pascoli - Il gelsomino notturno.................................................................................34 Umberto Saba - Amai................................................................................................................34 Giuseppe Ungaretti - I fiumi.....................................................................................................34 Organizzazione del lavoro - Valutazione.......................................................................................34 Crediti............................................................................................................................................35 Page 36/36