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Parrocchie
quando?
Il fondatore di questi
seminari è l'iniziatore
del cammino neocatecumenale Kiko Arguello.
Questi non aveva intenzione di fondare nessun
seminario, lo ha fatto
per una richiesta specifica del Papa Giovanni
Paolo II intorno al 1984.
Perché un "Redemptoris Mater" a Pinerolo?
È nato un seminario a
Pinerolo sotto richiesta
del Vescovo Monsignor
De Bernardi, il quale nel
gennaio del 2003 ne ha
fatto erezione formale
ad esperimentum. Questo seminario viene a
rispondere a un problema della Diocesi dì Pinerolo, ossia la mancanza di vocazioni sacerdo-
tali locali.
I seminari missionari diocesani Redemptoris Mater sono
attualmente 53 in
tutto il mondo e accolgono le vocazioni sorte all'intemo
delle comunità neocatecumenali. I seminaristi del seminario di Pinerolo
sono 9 e
provengono da
vari paesi
e continenti: Italia, Svizzera, Haiti, Brasile, El
Salvador, Ucraina. Attualmente frequentano lo
studentato teologico interdiocesano con sede a
Fossano.
Dove verrà costruita la
struttura fisica?
Dopo che Monsignor De
Bernardi ha bussato a
Indiocesi.it
CALENDARIO DIOCESANO
Parrocchia di San Giacomo - Luserna
Il Seminario “Redemptoris Mater”
Cosa sono i seminari
"Redemptoris
Mater"?
I Seminari Redemptoris
Mater sono seminari
diocesani missionari
internazionali per la
nuova Evangelizzazione
Diocesana. Sono eretti
dal vescovo e si reggono
secondo le norme vigenti per la formazione e
l'incardinazione dei
chierici diocesani. I sacerdoti che in essi vengono formati sono disponibili a essere inviati
dal Vescovo in ogni parte del mondo. I seminaristi provengono da paesi e continenti diversi,
sia come segno della
cattolicità, sia come disponibilità a essere mandati ovunque.
Chi li ha fondati e
Settembre 2005/Pag.12
OTTOBRE 2 0 0 5
www.indiocesi.it
diverse porte, improvvisamente si è aperta la
possibilità di essere ospitato presso le suore
“Figlie della Carità di
San Vincenzo” a Luserna. I seminaristi vi andranno ad abitare appena la casa sarà idonea
allo scopo.
Parrocchia di San Lazzaro - Pinerolo
La home page del sito web della parrocchia di San Lazzaro
La nostra parad
La pagina della Diocesi su “San Lazzaro On Line” riferiti
attività,
rocchia è per
noi un riferimento spirituale gran- ne.
incontri, tematiche in discussione.
de ed anche un luogo fisico dove Nello spazio che segue troverete: Le decisioni riguardanti i rapporti
incontrarci volentieri.
le informazioni e gli appuntamenti Parrocchia/Diocesi vengono asafferenti la zona e la Diocesi; i
sunte in seno al Coordinamento
Viviamo però in un contesto più
ampio: la città con le altre sue par- verbali delle riunioni del Consiglio della Parrocchia e potete trovarle
rocchie, la Diocesi che raggruppa Pastorale Zonale e del Consiglio
nello spazio riservato al coordinatutte le parrocchie delle varie zo- Pastorale Diocesano; documenti
mento stesso.
02/10/Do
Giovani, Giornata degli animatori, iniziative
e tema-guida dell'anno: "la speranza", Monte
Oliveto
Famiglia, Corso formazione per famiglie.
Attenzione alla crescita di ogni familiare,
Seminario
04/10 Ma
Liturgico, Corso di formazione liturgica e
tecnica per lettori, Museo Dioc.
07/10 Ve
Corso di teologia, docente don C.lo Cravero.
Abramo e Isacco. Fede in Dio e amore per il
figlio: chi scegliere? IMI
08/10 Sa
Liturgico, Corso di arte floreale per la Liturgia, Seminario
09/10 Do
Liturgico, Incontro Ministri straordinari di
Comunione, Museo Dioc.
11/10 Ma
Liturgico, Corso di formazione liturgica e
tecnica per lettori, Museo Dioc.
14/10 Ve
Corso di teologia, docente don C. Cravero.
Giacobbe. I lati oscuri del patriarca, IMI
15/10 Sa
Liturgico, Corso di arte floreale per la Liturgia, Seminario
18/10 Ma
Liturgico, Corso di formazione liturgica e
tecnica per lettori, Museo Dioc
20/10 Gio
Giovani, Inizio degli incontri Vivere il fidanzamento, IMI
21/10 Gio
Corso di teologia, docente don Carlo Cravero, Giuseppe. La difficoltà di essere fratelli,
IMI
22/10 Sa
Liturgico, Corso di arte floreale per la Liturgia, Seminario
23/10 Do
Missioni, Giornata missionaria mondiale sul
tema Donne e uomini di speranza, S.Maurizio
Diocesi, Incontro gruppi, movimenti, associazioni ecclesiali, Seminario
25/10 Ma
Liturgico, Corso di formazione liturgica e
tecnica per lettori, Museo Dioc
26/10 Me
Scuola teologia, Aggiornamento per Presbiteri/Religiosi/Diaconi. Relatore don Michelangelo Priotto.
Miseria e misericordia si baceranno: il sacramento della Riconciliazione nella Sacra
Scrittura, Casa della giovane
28/10 Ve
Corso di teologia, docente don Carlo Cravero, Giuseppe. Fede e politica: possibili insieme?, IMI
29/10 Sa
Vocazioni, Adorazione Eucaristica per le
vocazioni (alunni IMI), S. Rocco
Liturgico, Riprendono i corsi per Organisti
liturgici, S. Maurizio
NOVEMBRE 2 0 0 5
04/11 Ve
Corso di teologia, docente don Giuseppe
Alluvione Il Figlio di Dio mi ha amato e ha
dato se stesso per me! (Gal 2,20). Il “perché”
della vita di Paolo, IMI
Il programma trimestrale completo è su:
www.centrogiovani.net/principproposte.htm
Indiocesi.it, Notiziario dell’Ufficio Scuola Insegnanti di religione SMI/SMS della Diocesi di Pinerolo, Direttore responsabile Davide Aimonetto, Autorizzazione n. 1 del 10.01.2005 del Tribunale di Pinerolo. Redazione c/o Antonio Denanni, Via Goito 20, 10064 Pinerolo, 0121397226. Stampato in proprio
Il clown
A volte il credente si trova nelle più
assurde situazioni come quella del
clown descritta da Kierkegaard nel suo
apologo, ripreso da J. Ratzinger nel suo
libro Introduzione al cristianesimo.
«Capitò, tanto tempo fa, che in un
circo viaggiante in Danimarca si sviluppasse un incendio. Il direttore mandò al
vicino paese il clown già abbigliato per
lo spettacolo. Il clown arrivò affannato
al villaggio, e supplicò i paesani di accorrere per dare una mano a spegnere
l’incendio, che rischiava di propagarsi
alle stesse case del paese. Ma le grida
del clown furono interpretate come un
astuto trucco del mestiere: lo applaudivano e ridevano fino alle lacrime. Il
povero clown tentava inutilmente di
spiegare che non si trattava affatto di
una finzione, di un trucco, bensì di un’amara realtà, e li scongiurava ad andare.
Il suo pianto non faceva altro che intensificare le risate. La commedia continuò
così finché il fuoco s’appiccò realmente
al villaggio e ogni aiuto giunse troppo
tardi: sicché circo e villaggio andarono
entrambi distrutti dalle fiamme».
Testimoniare la fede a volte può ingenerare equivoci, ma fa anche superare
gli ostacoli ed apre alla speranza.
Antonio Denanni
Notiziario dell’Ufficio scuola
insegnanti di religione della
Diocesi di Pinerolo,
Via Vescovado 1, Pinerolo:
Direttore Antonio Denanni.
Direttore responsabile:
Davide Aimonetto
Anno 1, n.5 settembre 2005
Intervista a Romano Penna, biblista
Gesù, maestro che dà senso alla vita
Il cuore del suo messaggio: “Amatevi come io ho amato voi”
Romano Penna, prete della diocesi
di Alba, è professore ordinario di
Esegesi del Nuovo Testamento alla
Pontificia Università Lateranense
di Roma. Tiene corsi anche in altre
università pontificie romane e all'Università di Urbino. È relatore
da anni della Settimana Biblica
che si tiene nel mese di agosto alla
Casalpina di Pragelato (To).
Lo sviluppo della scienza e della tecnica ha ampliato enormemente le possibilità umane di
viaggiare e di incontrare persone appartenenti ad altre culture, ma ha anche indebolito le
identità creando una specie di
spaesamento. Qual è il centro
dell’identità cristiana?
E’ Gesù Cristo, è la nostra adesione a Lui. Non tanto e non soltanto come maestro esterno che ti
dice cosa fare, ma come maestro
interno che dà senso alla tua vita.
Il fatto e la parola di Gesù che
più esplicitano la
sua vita e
la nostra?
La morte,
in continuità omogenea
con la vita
vissuta di
donazione
agli altri.
Come parola quella G. Alluvione e Romano Penna alla Settimana Biblica di Pragelato
di Matteo “Ama il prossimo tuo re. Al contempo è un giudizio su
come te stesso” (Mt 22,39) e di Lui e su ciò che ha operato per
l’altra di Giovanni “Amatevi co- noi.
me io ho amato voi” (Gv 13,34). Quale metodologia usare oggi
La fede si alimenta più di senti- per presentare il messaggio di
mento o di intelletto?
Gesù?
Il termine sentimento è troppo La pedagogia fondamentale è
epidermico. Bisogna combinare imperniata sulla comunicazione
insieme l’aspetto fiduciale con verbale, che è l’annuncio dell’equello intellettivo. La fede è un vangelo. La fede nasce come riaffidamento di se stessi al Signo- sposta ad una comunicazione
segue a pag.2
In questo numero
On line per gli altri
www.zanichelli.it….. “Benvenuti nella scuola italiana” è il titolo del sito
nato con lo scopo di aiutare gli studenti immigrati ad inserirsi nella scuola e
nella società italiana.
www.webforthefuture.net. Sito dove si raccolgono idee, progetti e scenari per una rete del futuro tesa a migliorare i rapporti tra uomini e popoli
www.clerus.org. Sito della Congregazione per il Clero ricco di documenti
e materiale bibliografico. Nella sezione teleconferenze è possibile sia visionare le lezioni pubbliche, sia scaricare i singoli testi dei teologi intervenuti
http://parrocchie.diocesi.torino.it/parr325/Materiale.html Condivisione di testi e materiale pastorale da utilizzare in incontri e conferenze.
Una chiesa da raccontare
pag. 2
La fede di Pietro
pag. 2
Stato e libertà religiosa
pag. 3
Un cristiano impegnato
pag. 4
La storia di Adriano
pag. 5
Per un’etica mondiale
pag. 6
I miei 90 anni con la Bibbia pag. 8
Note di lettura
Il cammino alla santità
pag. 8
pag. 10
Dal 16 al 23 ottobre 2006
Il Convegno ecclesiale di Verona
Estratto del documento preparatorio della CEI
Cristo è Risorto. Questa è la fede della Chiesa. Questa è la speranza che illumina e sostiene
la vita e la testimonianza dei cristiani.
In questo inizio di millennio, carico di sfide e di
possibilità, il Signore Risorto chiama i cristiani a
essere suoi testimoni credibili, mediante una vita
rigenerata dallo Spirito e capace di porre i segni
di un'umanità e di un mondo rinnovati. La prima
lettera di Pietro, un documento di rara bellezza e
di grande efficacia comunicativa, orienterà i passi della Chiesa italiana, perché si lasci trasformare dalla misericordia di Dio, «per una speranza
viva, per una eredità che non si corrompe, non si
macchia e non marcisce» (1Pt 1,4).
Mentre celebra i quarant'anni dalla conclusione
del Concilio Vaticano II, la Chiesa vuole riprenderne gli intenti e lo slancio per annunciare il
vangelo della speranza. La «speranza viva» affonda le radici nella fede e rafforza lo slancio
della carità. In essa s'incontrano il Risorto e gli
uomini, la sua vita e il loro desiderio.
In questo orizzonte si colloca il IV Convegno
Ecclesiale Nazionale, che si terrà a Verona dal
16 al 20 ottobre 2006. Inserendosi nel cammino
pastorale di questo decennio, dedicato alla comunicazione della fede in un contesto storico
segnato da profondi mutamenti, il Convegno
vuole porre al centro dell'attenzione delle nostre
comunità cristiane la virtù teologale della speranza. Si è, infatti, consapevoli che «non è cosa
facile, oggi, la speranza. Non ci aiuta il suo progressivo ridimensionamento: è offuscato se non
addirittura scomparso nella nostra cultura l'orizzonte escatologico, l'idea che la storia abbia una
direzione, che sia incamminata
segue a pag.2
Supplemento d‘anima
TAKASHI NAGAI
Takashi Nagai, definito il “Gandhi giapponese”,
già radiologo e professore universitario a Nagasaki, dopo quel 9 agosto del 1945 in cui trovò incenerito il corpo della moglie Midori, a seguito
dell’esplosione atomica, si è quasi interamente
dedicato alla scrittura. Viveva a Urakami, il rione
di Nagasaki abitato in maggioranza da cristiani. Il
quartiere dove c’era la più bella cattedrale
dell’Estremo Oriente che fu anche l’epicentro della
deflagrazione atomica, che ucciderà 72 mila persone. Una delle due campane quel giorno venne
danneggiata. L’altra fu estratta intatta dalle macerie divenendo poi il simbolo della continuità della
vita nella città martoriata. A queste campane
s’ispirò Takashi Nagai nello scrivere il suo libro “Le
campane di Nagasaki”, che divenne un best-seller
mondiale per la forza del suo messaggio di pace,
così pure la riduzione cinematografica.
L’influenza di Takashi Nagai è stata soprattutto
spirituale: coi suoi scritti e con la sua testimonianza di malato terminale di leucemia (per via del suo
lavoro di radiologo prima e dell’esplosione nucleare poi) ha lavorato per far crescere la positiva disposizione interiore verso un avvenire di pace.
Con le sue opere (in quattro anni ha pubblicato 15
volumi), attraverso la sua esperienza eccezionale
e la sua competenza, si è proposto innanzitutto di fare un resoconto fedele dell’esplosione atomica, quindi di operare all’instaurazione della pace, convinto che
una pace duratura si può fondare
soltanto sullo spirito d’amore.
Alla fine del libro “Le campane
segue a pag.2
Indiocesi.it
Pag.2
assolutamente
normale,
simile ad
Subito dopo ordinò ai
ognuno di noi, che per questo può
discepoli di salire sulla essere fondamento e modello perbarca e di precederlo
fettamente imitabile.
sull'altra sponda, menIl racconto ci stimola a ripensare
tre egli avrebbe congedato la folla.
Congedata la folla, salì sul monte, la fede: aver fede significa fidarsi
in tutto e per tutto di Gesù. Questo
solo, a pregare. Venuta la sera, egli
è l'atteggiamento degli apostoli
se ne stava ancora solo lassù. La
riscaldati dalle parole «Coraggio,
barca intanto distava già qualche
sono io, non abbiate paura». Quemiglio da terra ed era agitata dalle
sto è anche l'atteggiamento di Pieonde, a causa del vento contrario.
Verso la fine della notte egli venne
tro, che anzi vuole esagerare, coverso di loro camminando sul mare. me gli capita spesso. Lo stesso
I discepoli, a vederlo camminare sul Pietro però subito dopo barcolla,
mare, furono turbati e dissero: «È un lacerato dal dubbio (è consolante
fantasma» e si misero a gridare dal- vedere che anche i Grandi attrala paura. Ma subito Gesù parlò loro: versano questa palude). Gli capita
«Coraggio, sono io, non abbiate
esattamente ciò che può succedere
paura».
a noi, che lasciamo svanire in fretPietro gli disse: «Signore, se sei tu,
ta l'entusiasmo e da incendiari
comanda che io venga da te sulle
acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pie- diventiamo pompieri. Subentrano
tro, scendendo dalla barca, si mise a così incertezza e paura, ci si sente
camminare sulle acque e andò verso affondare e non si esita troppo ad
abbandonare i grandi progetti,
Gesù. Ma per la violenza del vento,
proprio come l'evangelista Matteo
s'impaurì e, cominciando ad affondescrive poche pagine prima nella
dare, gridò: «Signore, salvami!». E
subito Gesù stese la mano, lo afferrò parabola del Seminatore (Mt.13,3-9)
e gli disse: «Uomo di poca fede,
Siamo dunque nella stessa situaperché hai dubitato?». (Mt.14,22-31) zione di Pietro: ci lasciamo travolPietro appare in questo brano
gere dall'acqua della quotidiana
davvero simpatico! Ci sono senza normalità (ognuno di noi può ricodubbio mille ragioni importanti
noscere l'acqua in cui affonda).
per essere stato presentato come la Tuttavia, e qui sta la grandezza di
roccia su cui fondare la Chiesa,
Pietro, si può trovare la forza di
ma trovo eccezionale la sua carat- reagire e urlare: «Signore, salvateristica qui presentata di persona
Carlo Gonella
mi!».
Pennellate bibliche
Le fede di Pietro
Approfondimenti
Pag.11
Settembre 2005
segue da pag.1
verbale. A questa va aggiunta la
comunicazione come testimonianza.
Sono da combinare insieme.
Qual è il punto della ricerca sulla
vita di Gesù più discusso tra gli
studiosi?
Il problema fondamentale è di sapere quali parole attribuite a Gesù risalgono effettivamente al Gesù terreno. La critica storica ci dice che
non tutte le parole dei vangeli sono
state pronunciate da Gesù.
Nonostante ciò le frasi del vangelo
hanno tutte uguale valore canonico.
L’esegesi critica non è l’ultima parola su Gesù.
Qual è stato il ruolo dell’apostolo
Paolo nella diffusione del cristianesimo?
Determinante. Ha spinto al largo
verso le culture, soprattutto quella
greca, la barca della Chiesa. Ma è
stato anche originale, perché la sua
opera è consistita in una reinterpretazione dell’evangelo, nel senso di
una fede più pura, esente da scorie.
Qual è la difficoltà maggiore che
ostacola il cammino ecumenico?
L’ o t t u s i t à d e gl i u o m i n i e
Takashi Nagai…
segue da pag.1
di Nagasaki” ha scritto: «L’umanità
sarà felice nell’era atomica, oppure
misera? Di quest’arma a doppio taglio
nascosta da Dio nell’universo ed ora
scoperta dall’uomo, che farne? Un
buon uso farebbe progredire a grandi
passi la civiltà; un cattivo uso distruggerebbe il mondo. La decisione
sta nel libero volere dell’uomo. Egli
tiene in mano il proprio destino. Pensandoci, ci si sente assaliti dal terrore
Intanto l'Azione Cattolica
diocesana era soprattutto
Aurelio Bernardi, il presi- UNA
dente, il Prof. Frassino prima di lui, poi quel trio formidabile
con cui ho lavorato gomito a gomito
che era Fava, Calliero e Buttiero e
da cui ho imparato molto. Nel campo della Gioventù femminile bastano due nomi: Giovanna Moretti e
Carla Reita. Forse è per questa ragione che io ho sempre patito molto
un certo clericalismo in tutti i suoi
risvolti non ultimo una certa sfiducia verso il laicato, una conduzione
pastorale tutta incentrata su un solo
ministero che concentrava in sé tutti
i ministeri. Come vice assistente con
particolare responsabilità per il movimento aspiranti avevo come superiore diretto (ma i rapporti erano più
che fraterni) don Mario Tardivo che
era l'assistente, spirito pratico, duttilità diplomatica, presenza non asfissiante. Don Tardivo era anche vicecancelliere e solo più tardi apprezzai
questa scelta da parte del vescovo
Binaschi che dell'Azione Cattolica
era il più entusiasta di tutti. Infatti
Tardivo conosceva bene i preti, che
pe Barra che apprezzava
l'Oasi di sant'Agostino più
CHIESA DA RACCONTARE – 4 di molti nostri coetanei,
don Falco ad Abbadia un
dovevano tutti per un motivo o per baluardo, don Barral di Perosa, don
l'altro passare in Curia, e dopo tutto Paolasso a Pinasca, don Manzon a
sembrava dire che l'Azione Cattolica Bibiana a cui io guardavo come a
non fosse laterale alla vita della una bella copia, il piccolo ma intelliChiesa ma centrale come la Curia. gente don Mondon di Luserna forniTardivo frequentava i preti di tutte to di una grande biblioteca e che nel
le generazioni fra cui spiccava allora suo intuito riuscirà a fare esplodere
quel nucleo più anziano che aveva il carisma di don Priolo, come Bosofferto due guerre, era vissuto in natto in Seminario ci ha regalato un
tempi di acceso anticlericalismo, can. Gabriele Mercol (anche lui imalcuni poi erano stati i pionieri del- pegnatissimo nell'Azione Cattolica e
l'Azione Cattolica ai tempi di Cuat- in molte altre cose), don Barale a
to. Ricordo questa generazione di Torre Pellice, don Manina a san
preti per le loro grandi doti di uma- Secondo, don Brignone a Buriasco,
nità, di intelligenza, duttili perché don Caffaro a Baudenasca che pesperimentati, molto amici fra di loro scava i suoi vice-parroci fra i giovasalvo qualche eccezione che risaliva ni professori del seminario, i canoniad antica data, allorché Cuatto aveva ci Ottonello, Rayé (buon biblista e
subito la visita apostolica da Roma ottimo educatore di giovani fra cui il
sollecitata da una denuncia da parte duo Borra-Priolo), Baronetto il penidi un gruppo molto particolare e tenziere dall'indole mistica e monalimitato. Come non ricordare don cale. Una generazione superlativa
Matteo Giraudo parroco di san Do- fra cui anche quel teologo Avaro a
nato sempre presente e in strada a Bricherasio con cui ero entrato in
visitare la sua gente soprattutto i più assidua familiarità.
(4.Continua)
poveri, il grande cancelliere Giusep- V.Morero, Pinerolo a memoria
Pinerolo a memoria
Settembre 2005
e, per conto mio, credo che un vero
spirito religioso sia l’unica garanzia in
questo campo… In ginocchio nella
cenere del deserto atomico, preghiamo perché Urakami sia l’ultima vittima della bomba». Antonio Denanni
l’attaccamento esclusivistico alle
proprie tradizioni, che implica anche una mancanza di capacità di
rinuncia alle stesse se necessario; la
mancanza di un’apertura magnanima agli altri.
Una formula breve della fede?
1 Cor 12,3: “Cristo è Signore”, inteso non solo in senso cosmico, ma
soprattutto personale: salvando la
signoria di Cristo si salva anche la
propria.
Davide Aimonetto
Antonio Denanni
Convegno di Verona segue da pag.1
verso una pienezza che va al di là di
essa» (Comunicare il Vangelo in un
mondo che cambia).
Obiettivo, pertanto, del Convegno
Ecclesiale è chiamare i cattolici italiani a testimoniare, con uno stile
credibile di vita, Cristo Risorto come la novità capace di rispondere
alle attese e alle speranze più profonde degli uomini d'oggi.
Domande acute sorgono dai mutati
scenari sociali e culturali in Italia, in
Europa e nel mondo, e ancor più
dalle profonde trasformazioni riguardanti la condizione e la realtà
stessa dell'uomo. Nel tramonto di
un'epoca segnata da forti conflittualità ideologiche, emerge un quadro
culturale e antropologico inedito,
segnato da forti ambivalenze e da
un'esperienza frammentata e dispersa. Nulla appare veramente stabile,
solido, definitivo. Privi di radici, rischiamo di smarrire anche il futuro.
Il dominante “sentimento di fluidità”
è causa di disorientamento, incertezza, stanchezza e talvolta persino di
smarrimento e disperazione.
In questo contesto i cristiani, «stranieri e pellegrini» nel tempo (1Pt
2,11), sanno di poter essere rigenerati continuamente dalla speranza,
perché le tristezze e le angosce del
tempo sono «gettate» nelle mani del
«Dio di ogni grazia» (1Pt 5,7.10).
Essi accolgono pertanto con gioia
l'invito evangelico, rinnovato dalla
lettera apostolica Novo millennio
ineunte, a “prendere il largo” (cfr Lc
5,4). Dobbiamo essere riconoscenti
al Santo Padre Giovanni Paolo II
che ha ravvivato in molti modi la
coscienza cristiana e il suo traguardo
di santità, aiutandoci pure a scoprire
i santi che sono in mezzo a noi, anche oggi, in ogni condizione e stato
di vita: coloro cioè che hanno
«mantenuto e perfezionato» la santità ricevuta nel Battesimo (cfr Lumen
gentium, 40), vivendo in fedeltà a
Dio e all'uomo. Perciò la Chiesa
italiana a Verona per prima cosa dirà
grazie allo Spirito per i doni che si
sono resi visibili nella vicenda di
queste sorelle e fratelli.
Testo completo: www.chiesacattolica.it
Scheda - 2
Il Concilio Vaticano II
NOTIZIE FLASH
La “Lumen Gentium”
È istruttivo l’ordine con cui si susseguono gli otto capitoli della Lumen Gentium,
un ordine al quale si approdò dopo una lunga e difficile gestazione. Dopo aver trattato
del mistero della Chiesa (cap. I) e del popolo di Dio (cap. II), cioè delle realtà comuni
a tutti i credenti, la costituzione si sofferma
sulle differenziazioni interne dell’unico
popolo di Dio affrontando i temi della costituzione gerarchica della Chiesa (cap. III),
dei laici (cap. IV), della chiamata universale alla santità (cap.V), dei religiosi (cap.
VI). Quindi dell’indole escatologica della
Chiesa (cap. VII) e di Maria nel mistero di
Cristo e della Chiesa (cap. VIII).
Il disegno globale della Lumen Gentium
Il più autorevole commentatore della
costituzione sulla chiesa, il teologo belga
G. Philips, legge gli 8 capitoli della costituzione raggruppati a due a due attorno a
quattro temi: la chiesa è mistero e si presenta come popolo; è organicamente strutturata; sua vocazione è la santità; suo destino è
il regno della gloria oltre la storia di oggi.
Il mistero della chiesa. La chiesa viene
considerata anzitutto nella sua realtà invisibile, rivelata, che affonda le sue radici nel
mistero tripersonale di Dio (nn. 2-4). Così
la chiesa è il mistero di Dio, della sua vita
di relazione, sperimentato in forma umana
per suo volere. Per chiarire il significato di
questo mistero nascosto in Dio e manifestato in Cristo si ricorre a varie immagini: la
chiesa è il regno di Dio già presente in mistero; di questo regno la chiesa non è che
inizio e germe, ne è sacramento per tutto il
mondo. In questo disegno di salvezza sono
compresi tutti gli uomini (n. 13). Eppure la
chiesa si sente mandata ad annunciare questo progetto di Dio, perché tutti gli uomini
vi rispondano con libertà e con disponibilità
(n. 17). Questo mistero sussiste nella chiesa
cattolica, ma non si esaurisce in essa. La
necessità di appartenervi non significa impossibilità di salvezza per quanti non la
conoscono, ma obbligo di accoglierla per
quanti l'hanno incontrata (n. 14). Quella
salvezza che Dio offre a tutti come possibilità che appella alla responsabilità personale, raduna gli uomini che credono e ne fa un
popolo, che ha come caratteristica di avere
come capo Cristo, come condizione la dignità e la libertà dei figli di Dio, come legge quella di amarsi a vicenda, e come fine il
regno di Dio (n. 9). Tutto il popolo è reso
partecipe della profezia, della regalità e del
sacerdozio del suo capo, Cristo (nn. 10-12).
La chiesa è popolo di Dio, strutturato in
pastori e laici: gli uni e gli altri hanno in
comune l'appartenenza a titolo di figli di
Dio, innestati in Cristo e partecipi delle sue
caratteristiche fondamentali, ma gli uni e
gli altri in modo complementare a seconda
delle rispettive funzioni. I vescovi sono
costituiti per reggere l'intero popolo di Dio
con la parola, i sacramenti e il governo pa-
storale, finalizzati a far crescere l'unità e la pluralità nella
chiesa, nella fedeltà ai doni
del Signore. La chiesa è retta
dallo Spirito, che agisce mediante i successori degli apostoli, ai quali è affidato il supremo dovere di guidare la
chiesa. Al collegio dei vescovi, succeduti agli apostoli mediante il rito sacramentale,
l'ordinazione episcopale conferisce la pienezza dell'ordine (nn. 19-29). I
laici partecipano anch'essi alla missione
della chiesa, nell'ambito propriamente secolare: loro specifica vocazione è quella di
cercare il regno di Dio trattando le cose
temporali e ordinandole secondo Dio (n.
31). Nell'ambito di questo impegno i laici
rendono presente la chiesa, e con questo
esercitano il loro sacerdozio, la loro profezia e la loro libertà regale (nn. 34-36).
Una vocazione comune alla santità caratterizza tutti i membri della chiesa. Nessuno
nella chiesa è chiamato alla mediocrità. Il
battesimo inaugura e segna in tutti i credenti il dono dello Spirito che ci fa figli di Dio,
e ci rende partecipi della natura di Dio, e
perciò realmente santi (nn. 39-40). Se tutti
sono chiamati a vivere in pienezza la carità,
nella quale consiste essenzialmente la santità, alcuni sono chiamati ad imitare più da
vicino la vita di Cristo e a mostrare più vividamente la novità del regno già inaugurato da Dio sulla terra, mediante l'assunzione
dei consigli evangelici con voto riconosciuto dalla chiesa. Tale professione dei consigli evangelici appare come un segno che
attira efficacemente tutti i membri della
chiesa a compiere con slancio i doveri della
loro vocazione cristiana (nn. 43-47).
L'orizzonte della chiesa trascende quello
terreno e temporale: l’indole escatologica
della chiesa proietta la chiesa oltre i limiti
attuali. La speranza non fa dimenticare il
peso della storia, ma aiuta a portarlo fino al
compimento finale, senza stancarsi. Inoltre
la chiesa si sente in comunione con i figli
già nella gloria, e questa comunione l'avverte come grande forza per perseverare nel
cammino. Anche il pensiero che ciascuno si
presenta al giudizio di Dio per ricevere in
sovrabbondanza quanto ha fatto, di bene o
di male, finché era nel corpo, diventa motivo di maggiore responsabilità, lungi dal
bloccare nella paura del castigo (n. 48). E
in Maria, la chiesa ha la sua icona: l'immagine di ciò che è chiamata ad essere oggi in
terra, è anticipo di ciò che la chiesa sarà nel
futuro. Per intanto la chiesa vede in Maria
un segno di speranza per il popolo che, pellegrino, anela alla gloria della rivelazione
piena della Trinità. Con questo accenno alla
Trinità divina, vista come termine ultimo, si
chiude la LG che si era aperta nel segno
della Trinità, sua origine. A.d.
Run4unity
Domenica 9 ottobre 2005, dalle ore 11.00 alle ore
12.00 in tutti i fusi orari, ragazzi di etnie, culture e
religioni diverse correranno uniti la staffetta sportiva
mondiale “Run4unity” attraversando i luoghi più significativi del pianeta per stendere simbolicamente
sul mondo un arcobaleno di pace. Da Gerusalemme
a Kinshasa, dal Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite
ai confini di Paesi in guerra, centinaia saranno le
città di 182 nazioni che vedranno impegnati migliaia
di ragazzi dei cinque continenti per testimoniare il
loro impegno a costruire l'unità e la pace. Le isole
Fiji nel Pacifico saranno la prima tappa della corsa.
Poi il testimone passerà, durante la giornata in varie
località delle diverse latitudini, dove prenderanno il
via corse con ogni mezzo e competizioni di vario
tipo. Il testimone passerà da un fuso orario all'altro
attraverso un collegamento via Internet, che permetterà anche di seguire le diverse tappe della gara.
Inoltre, ora dopo ora i ragazzi comporranno il messaggio finale della manifestazione.
In ogni località toccata da “Run4unity” la parola
sarà data ai ragazzi: coreografie, giochi ed esperienze di vita vissuta testimonieranno che la fraternità
non solo è possibile, ma è già una realtà in molte
parti della terra.
Organizzata nel quadro della Settimana Mondo
Unito, dai Ragazzi per I’Unità del Movimento dei
Focolari, l'attività sportiva sarà anche gara di solidarietà per finanziare borse di studio per i giovani dei
Paesi in guerra o in difficoltà.
Formazione all’impegno sociale e politico
Sala Casa Famiglia
Via Sommeiller, 5 - Pinerolo
Martedì 18 Ottobre 2005, ore 21.00
“Il regno di Dio è per i poveri: fedeltà a Dio e
agli uomini nell'annuncio del vangelo" (Riflessione biblica) Rinaldo Fabris - biblista
Giovedì 27 Ottobre 2005 (in due momenti)
“Globalizzazione e annuncio cristiano”
(Riflessione etico – teologica)
Enrico Chiavacci - teologo moralista
Ore 18.00: Il bene comune della famiglia umana alla luce della Gaudium et Spes e l’attuale
tragica realtà della globalizzazione
Ore 21.00: Pluralità di culture e costruzione
dell’unità della famiglia umana
Venerdì 4 Novembre 2005, ore 21.00
“Cristiani e politica: percorsi storici e prospettive attuali"
Maurilio Guasco - storico
Lunedì 21 Novembre 2005, ore 21.00
“Nel concreto dell’impegno politico: testimonianze”
Intervengono: Teresio Delfino,
Davide Gariglio, Guido Tallone
DIOCESI DI PINEROLO
Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro
Ufficio Pastorale dei giovani e dei ragazzi
Religione&scuola
Pag.10
Settembre 2005
RIFLESSIONI sulla TV sul GIORNALE degli STUDENTI del LICEO SCIENTIFICO “CURIE” di PINEROLO
CINEFORUM
Film per la catechesi e l’irc
“WHAT WOMEN WANT”
di Nancy Meyers, 2001
La televisione
La scatola che domina la nostra vita
Nik è un pubblicitario di succesChe si può dire della televisione odiema? Mah, la m od if ic h e
so. La sua vita lavorativa e sentivarietà di programmi è migliorata, ma la qualità delle che possomentale va a gonfie vele. La ditta
trasmissioni stesse? Esistono servizi di un certo livel- no dare un
per cui lavora sta cercando un nuolo e ne esistono altri ideati per scopo non divulgati- significato
vo direttore creativo e Nik è sicuro
vo; esistono fra questi quelli seri e quelli per niente diverso ai
di essere il prescelto. Invece si veseri,che cercano di ottenere il massimo dell'audience c o s i d d e t t i
de soffiare la promozione da
nel modo peggiore: non proponendo argomenti, sog- "fatti". I tg sono solo alcune delle tante trasmissioni
Darcy, una bella donna in carriera.
getti, materie interessanti o che possano interessare per mezzo delle quali la televisione esercita un forte
Incredulo, chiede spiegazioni al
qualcuno, ma ideando delle vere e proprie stupidag- controllo sulle masse e le influenza negativamente;
direttore che gli comunica la nuova
gini e sciocchezze. Fra questi il "Grande Fratello", molti programmi distolgono la mente dello spettatore
politica aziendale: basta con la
mitico reality-show, che mi ha quasi mandato in co- dai temi importanti su cui riflettere e la indirizzano in
pubblicità maschilista, si deve an- ma perché non capisco come facciano così tante per- modo sottile su futilità e sciocchezze; alcuni prodare incontro ai gusti delle consu- sone a seguire un programma del genere per più di grammi mettono in testa alle ragazzine che il sogno
matrici donne.
una edizione e comprare ancora la rivista ufficiale, più ambizioso può essere quello di diventare velina,
Una mattina, mentre sta facendo che ha inoltre molto successo. Altro esempio di rea- che in realtà non vuol dire ballare ma far finta di balil bagno, il fon acceso cade lity-show è "L'isola dei famosi", di cui almeno si lare e di essere acqua e sapone. Nel Medioevo per
nell’acqua. Miracolosamente Nik
comprende il sapere la quantità di famiglie presenti sul territorio si
rimane vivo, ma il giorno dopo,
successo: ai calcolavano il numero di camini e ad una certa quansi accorge di sentire nella pro- Un senso
fan
piace tità di camini corrispondevano una certa quantità di
pria testa strane voci. All’inizio Voglio trovare
vedere i pro- famiglie. Oggi non si potrebbe fare la stessa cosa con
pensa d’esser diventato pazzo, un senso a questa sera
pri idoli e la televisione, il moderno camino attorno al quale si
in seguito capisce che quelle anche se questa sera
star (alcuni riunisce la famiglia, perché risulterebbero più famivoci non sono altro che i pensie- un senso non ce l’ha.
praticamente glie di quelle reali: molti hanno due, tre, anche quatri delle donne che lo circondano. Voglio trovare
sconosciuti; tro televisioni nella propria casa, una in soggiorno,
Grazie a questo, scopre di poter un senso a questa vita
ma dove li una nella camera da letto dei genitori, una nella caprevenire le loro mosse e dire anche se questa vita
prendono?) mera da letto del figlio, un'altra in cucina, insomma,
cose che fanno loro piacere. Sa- un senso non ce l’ha.
in difficoltà. ci manca solo la TV in bagno; del resto, mica fanno
rà anche l’arma vincente per Voglio trovare
La televisio- così tanta pubblicità proprio per lasciare il tempo di
sbaragliare la concorrente un senso a questa storia
ne è uno dei più im- andare in bagno, no? Dal mio canto in casa abbiamo
Darcy, divenuta nel frattempo anche se questa storia
portanti mass-media: una sola televisione in, soggiorno, che si può vedere,
sua intima amica. Riuscirà così un senso non ce l’ha
è la principale fonte di quando vogliamo, anche dalla cucina, una televisione
a rubarle le idee spacciandole Voglio trovare
informazione per tutta così vecchia che credo abbia circa la mia età, se non
per sue. Tutto va bene finché un senso a questa voglia
la popolazione; il di- di più. Però ci basta. Non sento il bisogno di avere
Darcy viene anche se questa voglia
fetto consiste nel tipo una TV tutta per me in camera mia. Averla anche lì
licenziata per un senso non ce l’ha
di informazioni che sarebbe come ammettere al mondo intero che non so
scarso rendivogliono "rifilare" stare senza quella scatola che domina a volte la noSai che cosa penso?
mento. Nel che se non ha un senso
ogni tanto i tg. Ogni stra vita, guardandoci dall'alto come se fossimo sotf r a t t e m p o domani arriverà...
telegiornale ha la sua tomessi a lei. Ebbene, per far sì che questo non accaperò Nick, domani arriverà lo stesso.
tendenza politica, e da sarei disposta anche a rinunciarci; ho
che, grazie
bisogna ammettere sentito di persone che vivono senza telealle voci, ha Senti che bel vento
che esistono informa- visione in casa. Sarebbe forse un'idea
non basta mai il tempo
cambiato
tanto cattiva?
Elena Biglia,
domani un altro giorno arriverà... zioni filtrate o arricatteggiamen“Tipi sospetti”, Liceo Curie
chite di particolari e
to verso le Voglio trovare un senso
donne, sapu- a questa situazione
L’anchorman televisivo di “Quinto Potere”
to del licen- anche se questa situazione
ziamento, confessa tutto e le un senso non ce l’ha.
“Ammazzare la noia è il nostro mestiere”
dichiara il suo amore. Darcy Voglio trovare un senso
sorpresa e frastornata dalle rive- a questa condizione
E allora a noi non resta che evocare la mai la verità vera!». E così conclude
lazioni, dopo un primo momen- anche se questa condizione
memorabile predica dell’anchorman il suo ruvido sermone: «Noi vi direun senso non ce l’ha.
to di disappunto lo bacia.
televisivo, interpretato da Peter Finch mo… qualsiasi fesseria vogliate sentiSai che cosa penso?
Anche se il genere è quello
nel film “Quinto potere” del regista
re. Noi commerciamo illusioni: niente
leggero-brillante della comme- che se non ha un senso
Sidney Lumet: «La televisione non è di tutto questo è vero. Ma voi tutti ve
dia americana, il film offre degli domani arriverà
la verità! La televisione è un maledet- ne state seduti là, giorno dopo giorno,
domani arriverà lo stesso.
spunti di riflessione riguardo
to parco di divertimenti, la televisione notte dopo notte, di ogni età, razza,
alle differenze di identità, gene- Senti che bel vento
è un circo, è un carnevale, una troupe fede... In nome di Dio, siete voialtri la
re e ruolo tra maschi e femmine. non basta mai il tempo
viaggiante di acrobati, cantastorie,
realtà: noi siamo le illusioni. Quindi
domani un altro giorno arriverà...
Altro elemento importante nel
ballerini, cantanti, giocolieri, fenome- spegnete i vostri televisori, spegneteli
domani
un
altro
giorno...
ormai
è
film è l’apertura verso il prossini da baraccone, domatori di leoni,
ora, spegneteli immediatamente, spequa!
mo: l’accorgersi del disagio di
giocatori di calcio! Ammazzare la
gneteli e lasciateli spenti, spegnete i
Voglio trovare
alcune persone che gli vivono
noia è il nostro solo mestiere. Quindi, televisori proprio a metà della frase
un senso a tante cose
accanto, dalla figlia all’impiese volete la verità, andate da Dio, an- che vi sto dicendo adesso, spegneteli
anche se tante cose
gata candidata al suicidio, e il
date dal vostro guru, andate dentro
subito!».
un senso non ce l’ha…
farsi carico dei loro problemi.
voi stessi, amici, perché la televisione Peter Finch, dal film Quinto Potere
Vasco Rossi
Piergiorgio Dana Borga
è l’unico posto dove non troverete
(Network) - 1976 di Sidney Lumet.
Dall’album “Buoni o cattivi”, 2004
Pag.3
Cultura
La Chiesa, è
Un intervento di Mons. Giovanni
testimonianza
di un ambito
della realtà
umana e sociale, che non è determinata solo da
lontà dei soggetti, la tutela della
categorie intramondane; essa è la
libertà religiosa mira – nella sua
"città sopra il monte" che vive in
prima origine e nel suo ultimo fiuna dimensione diversa ed irradia
ne – alla tutela dei rapporti tra la
una luce propria, che non può non
persona umana e Dio: rapporti che,
essere vista. Dice una estensione
per il credente, sono di tutti i più
della realtà umana, ma anche un
importanti, e quelli che logicamente
limite della realtà politica.
condizionano ogni suo altro rapporÈ la presenza stessa dei cristiani. Se to personale.
la comunità politica è giustamente
La seconda: il rispetto dell’identipreoccupata della propria coesione tà religiosa. Essa è indissolubilmensociale, ciò non può avvenire disco- te legata alla prima conseguenza,
noscendo una realtà profonda dei
ma dice qualcosa di più: dice che
suoi cittadini: la loro appartenenza l’essere e l’apparire del credente,
religiosa. Qualunque essa sia. E ciò che si manifesta come tale nell’amcomporta, per la comunità civile,
bito secolare, profano, o laico che
una duplice conseguenza.
dir si voglia, non può essere consiLa prima: la tutela della libertà
derato come un’apparizione di un
religiosa dei suoi cittadini, nelle sue elemento eterogeneo all’essere somanifestazioni individuali e sociali. ciale (se non addirittura alquanto
Se la tutela della libertà è, generica- curioso), ma come parte connaturamente, la tutela di rapporti interper- le del contesto sociale concreto.
sonali nel loro dipendere dalla vo- Quanto detto vale, o dovrebbe vale-
re, beninteso,
ovunque e
nei confronti
di tutti, dei
credenti di
qualsiasi religione; ma in Europa,
senza possibilità di riserve, nei confronti dei credenti cristiani, essendo
le cifre che li riguardano le seguenti: nell’Unione Europea attuale, su
di una popolazione di 456.581.000 i
cristiani sono 368.870.000 ed i cattolici 262.690.000; nell’ambito del
Consiglio d’Europa su di una popolazione di 821.429.000 i cristiani
sono 476.082.000 e i cattolici 284.092.000. Nell’ambito dell’Osce
1.202.129.000 i cristiani sono 727.902.000 e i cattolici 357.772.000.
In breve, il peso della presenza
dei cristiani, e specificamente dei
cattolici, nella compagine europea
non può essere disconosciuto con il
pretesto di una cosiddetta laicità
della comunità politica.
Lajolo
Settembre 2005
Dizionario interculturale
Stato e libertà religiosa
GLOBALIZZAZIONE
Con globalizzazione si indica il processo di internazionalizzazione e di
multinazionalizzazione
dell’economia e della finanza. Quindi è la crescente espansione geografica esponenziale di attività economiche. La globalizzazione è la chiave di lettura più adeguata per descrivere il nostro tempo storico, il dinamismo delle economie di mercato.
Tutto oggi è diventato globale, ormai appartiene allo spirito del nostro
tempo.
La globalizzazione però non può
prescindere dalla trasparenza di bilanci, dalle regole del sistema crediEstratto da un intervento di mons. Gio- tizio ecc… In educazione alla monvanni Lajolo, ministro degli esteri del dialità è necessario educare all’etica
dell’economia. Nella sua complessipapa, a Cracovia il 9.09.05
tà, questo fenomeno, può comportare nuove potenzialità espansive, ma
anche nuove forme di dipendenza. Il
Emilio Alberich: per un rilancio del cristianesimo
criterio di valutazione è sicuramente
l’attenzione al bene comune e la
dignità della persona umana.
Sembra esserci la convinzione, o ta, a misura umana, capace di rap- particolari e dei
"L’uomo contemporaneo ascolta più
almeno il sospetto, che l'attuale porti umani veri. Di qui l'anelito carismi laicali,
volentieri i testimoni che i maestri".
verso
una
ricomposizione
del
tessus
u
p
e
r
a
m
e
n
t
o
crisi della fede cristiana sia sopratPaolo VI, Evangelii Nuntiandi
tutto di ordine culturale. Non sa- to comunitario della Chiesa, sotto delle discrimirebbe in crisi il cristianesimo in sé, forma di comunità piccole, di base, nazioni intraecFONDAMENTALISMO
quanto una sua cristallizzazione comunità dal volto umano. Si parla clesiali, sopratIl
fondamentalista
o integralista
storica, culturalmente condizionata di parrocchie e di diocesi come tutto nei confronti dei laici e delle
crede
di
essere
l’unico
detentore
e quindi modificabile. Un ripensa- «comunità di comunità». Ma siamo donne, ecc.
della verità e combatte chi non si
lontani
dall'aver
trovato
le
soluzioOggi
si
sente
pure
l'urgenza
di
mento dell'esperienza cristiana in
adegua acriticamente alla sua positermini culturalmente accettabili ni giuste: nel pullulare attuale di una svolta decisa verso un nuovo zione o ne relativizza i contenuti.
oggi si traduce, concretamente, molti gruppi e movimenti comuni- orientamento pastorale nell'azione Ogni altra verità o sua formulazione
nella ricerca di un nuovo modello tari sono frequenti tendenze dei credenti. Ci vuole, per dirlo con viene ritenuta falsa e quindi persedi cristiano, di un nuovo tipo di «settarie», le tensioni e le lacera- Luigi Pirandello, «una rivoluzione guibile. In taluni casi, il fondamentazioni del- della strategia pastorale». C'è tutta lismo tenta di giustificarsi maschecomunità cristiana e di un nuovo
l'unità.
una prassi pastorale tradizionale randosi dietro le figure della religioprogetto di Chiesa. Anzitutto la
Nel
pullulare
attuale
centrata prevalentemente sulla sa- ne e della politica. Il fanatismo è la
S'imporicerca di una nuova identità, del
bisogno di una nuova spiritualità di molti gruppi e mo- ne poi la cramentalizzazione e sulla pratica conseguenza del fondamentalismo e,
cristiana, della necessità che il vimenti comunitari promozio- religiosa, che non ha un'opzione in esso, vengono viste come assolute
cristiano del futuro sia un sono frequenti ten- ne di un veramente evangelizzatrice né ri- le forme di identità soggettive e di
"mistico" (Karl Rahner). Si con- denze settarie, ten- n u o v o sponde alle sfide delle nuove cultu- cultura etnica (tradizioni, costumi,
stata che è in crisi il modello sioni e lacerazioni p r o g e t t o re. L'appello per l'evangelizzazione modelli religiosi ecc…). L’altro didi Chiesa. proietta tutto il lavoro pastorale in venta infedele e nemico. I processi
tradizionale del "buon cristiano",
Di fronte una prospettiva missionaria, per la di globalizzazione, i flussi migratori
il modo abituale di essere credenti, che è diventato per molti uo- alla generale crisi di credibilità del- quale non si è preparati. Al centro internazionali, la perdita di certezze
mini e donne di oggi improponibi- l'istituzione ecclesiale, avvertita si trova il dialogo sincero tra fede e tradizionali, il relativismo esasperasoprattutto dai giovani, si chiede cultura, in un atteggiamento di sim- to, il potere dei mass-media possono
le, privo di senso, insignificante.
Il cristiano ipotizzato come mo- con insistenza una riforma in pro- patia e di comprensione nei con- diventare la base per il fenomeno
dello convincente dovrà avere un fondità dell'istituzione e l'attuazio- fronti del mondo d'oggi, senza ri- fondamentalista.
nuovo rapporto con la fede, con la ne coraggiosa delle prospettive ec- nunciare peraltro al doveroso com- La pedagogia della mondialità deve
Chiesa, con la cultura, con la socie- clesiologiche del Vaticano II: pri- pito del discernimento evangelico. promuovere l’idea della verità relazionale cioè che scaturisce
tà. Dovrà essere soprattutto mato della fraternità e della comu- Ma tutto questo richiede l'abbandodall’incontro e dal dialogo.
no
senza
rimpianti
di
ogni
visione
nione,
atteggiamento
disinteressato
«credente impegnato» là dove priMaria Luisa Demarchi
ma appariva prevalentemente di servizio del Regno nel mondo, ecclesiocentrica e di ogni desiderio
opzione preferenziale per i poveri, di rivincita e di riconquista delle
«fedele praticante».
Siamo anche alla ricerca di un coraggiosa riforma istituzionale e posizioni perdute.
Emilio Alberich
tipo di comunità cristiana, spazio di superamento del clericalismo, ricofraternità vissuta e di parola libera- noscimento effettivo delle Chiese docente di Catechetica all’UPS
Il cristiano dev’essere un “credente impegnato”
Pag.4
Con il brevetto di pilota acrobatico
Spiccare il volo in carrozzina
E' il primo e unico disabile italiano pilota
acrobatico d'aliante. Seduto sulla sua sedia
a rotelle, Stefano Zuccarini, avvocato, è la
tenacia fatta persona. Con il suo sguardo
mite e dignitoso, racconta la sua storia, l'incidente in moto nel '91, la sedia a rotelle, la
voglia di farcela, il sogno (realizzato) di
pilotare un aliante. Riassume: «Dopo l'incidente, il 30 settembre del '91, ho trascorso
un lungo e terribile periodo di depressione.
La degenza in ospedale, l'inappellabile verdetto dei medici e quel senso di impotenza
di fronte all'ineluttabilità del mio destino di
disabile, mi avevano fiaccato le energie. Mi
sembrava di impazzire», E' stato a quel
punto che Stefano ha giurato a se stesso che
avrebbe reagito: «Avevo bisogno di muovermi, di provare ancora le stesse intense
emozioni di un tempo». «Perché - sorride quando ti si paralizzano le gambe, mica ti si
paralizza anche il cervello». Giusto. Apre
un cassetto ed estrae il certificato di idoneità di volo rilasciato dall'Aeronautica Militare: «Era l'11 agosto del '94 e non dimenticherò mai quel giorno. Il giorno in cui, con
in mano il nullaosta per la prova tecnica di
volo su aliante, ho riacquistato la libertà».
Stefano, una laurea con lode in giurisprudenza, ha vinto la sua più grande battaglia legale. Le difficoltà, le resistenze e i
pregiudizi non hanno fatto altro che acuire
il suo desiderio di volare. Diventato realtà
grazie a un codicillo, l'articolo 37 del Dpr
566 del 18 novembre 1988, che, prevedendo una clausola di flessibilità in presenza di
problemi psicofisici stabilizzati e non evolutivi, ha di fatto consentito di eludere la
babele di norme che fino ad allora aveva
impedito che un paraplegico conseguisse il
brevetto di volo.
E' l'inizio del suo sogno. Anche se da
buon avvocato, pragmatico quanto basta, sa
che ci sono almeno un altro paio di ostacoli
da superare. Reperire il velivolo, in primis.
È l'Aeroclub di Viterbo a venirgli incontro,
offrendogli il suo miglior aliante in vetroresina. Restano le modifiche e gli adeguamenti necessari, essenziali per poter solcare
il cielo. Ma nemmeno questa volta Stefano
si perde d'animo. Percorre chilometri di
strada per raggiunge le rive del Reno dove
l'azienda costruttrice gli modifica l’aliante,
dotandolo di comandi manuali.
Dopo l'omologazione, il corso di addestramento: tredici ore di volo di cui otto da
solista. L'allenamento è sfiancante, ma Stefano, sostenuto da una ferrea volontà non si
risparmia e corona il suo sogno. Il secondo
brevetto, quello di pilota acrobatico, arriva
due anni dopo, nel '98. Altro record: Stefano è l'unico paraplegico al mondo a sfidare
le correnti ascensionali in aliante, esibendosi in performances acrobatiche. Partecipa ai
campionati italiani e li vince, classificandosi primo nella categoria promozione. Molti
applausi e una certezza. Aveva ragione lui:
per volare le gambe non servono.
Ed ora Stefano medita di accedere alla
categoria superiore, l'ultima, quella degli
«illimitati». E illimitato è proprio l'aggettivo giusto per uno che non ha più perimetri
ne frontiere da quando, paraplegico, ha imparato a volare. Da LaStampa, giugno 2005
Cronaca bianca
Settembre 2005
Dialogo fra civiltà
(Belfast, Irlanda del Nord)
Il Progetto per il Muro della
Pace del Mount Gilbert
Community College (Belfast)
ha avuto inizio quando i bambini hanno scritto ad alcune eminenti personalità del mondo
intero chiedendo loro di inviare
dei messaggi di pace. Margaret
Gibney, all’epoca quattordicenne, scrisse al Primo Ministro
britannico Tony Blair, e nella
sua lettera gli raccontò che in
tutta la sua vita aveva conosciuto un unico anno di pace. Il Primo Ministro fu talmente ispirato dalla sua richiesta e dal Muro
della Pace che menziono la sua
lettera in occasione di una intervista televisiva negli Stati Uniti
e, come conseguenza, Hillary
Clinton chiese di incontrare
Margaret quando si recò a Belfast, nel 1997.
Da allora Margaret ha ottenuto
un gran numero di
riconoscimenti per la sua attività in favore della pace, fra cui
un Champion Children Award,
e ha viaggiato in tutto il mondo
in qualità di Giovane Ambasciatore dell’UNICEF. Nel Luglio 1998 Margaret si è recata a
New York per prendere parte al
Forum per la Leadership Giovanile e ai Goodwill Games organizzati da Ted Turner. E’ stata
una dei 36 giovani provenienti
da tutto il mondo che si sono
riuniti per celebrare l’inizio dei
Goodwill Games. Margaret è
stata inoltre uno dei tre Giovani
Ambasciatori che hanno preso
parte alle riprese televisive in
diretta dei Giochi ed è stata intervistata sul ruolo che ha avuto
nel processo di pace
nell’Irlanda del Nord e sul Muro della Pace
www.onuitalia.it/news/giornate/
annodialogo/UNDial01g.htm
La felicità stà nel senso di quello che fai
«La clausura è un pugno allo
stomaco dell'uomo che cerca
la felicità nell'apparire. E
invece la risposta è proprio
lì, nel fatto che una persona
dietro la grata, apparentemente priva di tutto, è felice.
Vuol dire che la felicità non
sta nelle cose che uno possiede, ma nel senso che tu dai a
quello che fai. L'uomo occidentale ha tutto, ma non ha il
senso del tutto. È questo che
manca alla sua felicità. È la
disperazione che si legge
nell'Urlo di Edward Munch
tela di bellezza straordinaria,
perché coglie la disperazione
dell'uomo contemporaneo, il
relativismo assoluto. Tutto
precipita nel caos. L'uomo di
Munch ci dice che chi smette
di cercare non ha cammini
davanti a sé, ma solo fughe.
Nel Cristo di Georges
Rouault, invece, il grido raccoglie ogni grido umano e dà
pace. È il volto pacificante
della Chiesa, che segna il
passaggio da Munch a
Rouault».
Suor Gloria Riva, monaca di
clausura
LA BASILICA DI SANT’ANTONIO DA PADOVA
Tra i monumenti di Padova
spicca la Basilica di S. Antonio,
detta semplicemente “il Santo”,
edificio gotico che si compie
nella rotondità bizantina delle
cupole.
La costruzione risale al XIII
sec. e si può definire come chiesa
di pellegrinaggio, voluta per accogliere i pellegrini desiderosi di
onorare il Santo e di affidare alla
sua intercessione le proprie angosce e speranze. Come tale la
configurano, tra l’altro, l’ampio
deambulatorio con le cappelle
radiali e, fra le cupole, il tiburio
con copertura piramidale, che
nelle coeve chiese di pellegrinaggio francesi richiamava il Santo
Sepolcro.
Anche oggi la basilica è caratterizzata dal susseguirsi delle
La chiesa del Volto Santo
celebrazioni e dallo sciamare
ininterrotto dei fedeli, provenienti da ogni Paese: luogo di devozione popolare, di comunione e
ancora luogo dello Spirito di
Cristo, che opera meraviglie nei
suoi santi.
Mosso dall’anelito al martirio,
il giovane Antonio da Lisbona si
sentiva chiamato ad annunciare
Cristo nel Marocco, donde era
appena giunta notizia dei primi
martiri francescani; ma una tempesta spinse la nave su cui era
imbarcato sulle coste della Sicilia. Di lì Antonio giunse ad Assisi nel 1221 in occasione del Capitolo delle Stuoie, dove conobbe
Francesco, e fu poi umile frate
presso Forlì. Presto però i confratelli ne scoprirono le capacità
oratorie e la scienza teologica e
ne fecero un grande predicatore e il primo maestro
di
teologia
dell’Ordine francescano.
Ma più che come dottore della Chiesa Antonio, indicato dalla liturgia come “insigne predicatore e patrono dei poveri e dei sofferenti”, è
noto come il santo taumaturgo cui generazioni
Riapprendere
Cos’è la felicità e
quando si realizza?
«La felicità è un'esperienza di straordinaria
ricchezza, non è possibile circoscriverla in una
formula. Se vogliamo in
qualche modo descriverla, direi che è la capacità
di espandersi in vista del
bene di tutti: come fa il
lievito con la pasta che
la fa crescere. La felicità
non è fatta di momenti,
ma coincide con la vita
intera, la possibilità di
cogliere, in ogni momento, la pienezza del
bene».
Salvatore Natoli, filosofo
Angela Salinitro
Vende pomodori per aiutare gli orfani dell’AIDS
Da tranquilla pensionata a fondatrice di un centro per l’accoglienza
di bambini orfani in Uganda il passo è stato breve per Angela Salinitro, ex commerciante, che per raccogliere i 50.000 euro necessari alla
costruzione di una Welcoming
house per i bambini di Kampala ha
rivoluzionato la sua vita, mettendo a
dura prova il suo carattere schivo e
riservato.
Ha organizzato feste, piazzato un
banchetto a ogni manifestazione di
paese, ha venduto pomodori destinati al macero perché troppo cari.
Ha creato anche un’associazione
Onlus, "Abbracci senza frontiere" (via Torrenuova 85, Ragusa),
tramite la quale è possibile adottare
a distanza madri sieropositive, consentendo loro di curarsi.
In questa sua scelta la svolta è
stato un viaggio in Uganda nel marzo scorso. Angela, con il figlio Demetrio, biologo di 38 anni, è volata
a Kampala per incontrare Francis,
Sono le passioni che fan- orfano dodicenne, da sette anni ano vivere l’uomo; la
dottato a distanza dall’ex commersaggezza lo fa vivere più a
ciante ragusana. Grazie all’invio di
lungo e meglio (Anonimo)
Settembre 2005
Turismo, estetica e spiritualità
Le storie di “eroi che non vengono celebrati”
Margaret Gibney
Orizzonti aperti
Pag.9
una piccola quota di sostegno, il
ragazzino, che ha perso i genitori
per colpa dell’Aids, in questi anni
ha potuto sopravvivere e studiare.
Ed ecco scoccare la scintilla della
solidarietà.
«Lì ho incontrato Rose Busingye,
una giovane infermiera ugandese di
34 anni che si occupa dei malati di
Aids delle baraccopoli - racconta –.
Quando ho chiesto cosa potevo fare
per loro, mi ha spiegato che il suo
sogno era quello di costruire un edificio per ospitare i 200 bambini orfani d i cui si o ccupa ».
«All’improvviso dentro di me ho
ricevuto come una "chiamata". A
maggio abbiamo iniziato la raccolta
fondi. Non sapevamo nemmeno da
chi andare per avviare la raccolta di
fondi, così ho cominciato coinvolgendo gli amici della palestra che
frequento. Per fortuna, abbiamo
trovato sempre le porte aperte e tutto è stato più facile».
Angela Salinitro nel 2003 è stata
insignita del premio "Servitor Pacis" dalle Nazioni Unite.
Simona Bruera
L'ordine del mondo uscito dalla
Seconda guerra mondiale (quello
che, nella sua drammaticità, ha
comunque accompagnato gli ultimi cinquant'anni del Novecento
con la divisione del mondo in due
blocchi), non è più proponibile,
seppure lo volessimo.
Non resta altro che incamminarci verso la convivenza pacifica. Ed
è qui pertanto che bisogna concentrare gli sforzi: riapprendere e ripraticare l'arte del convivere che
per secoli è stata una realtà in tante
aree geografiche. E come ogni
arte, anche questa richiede disciplina interiore, conoscenza e comprensione reciproca, superamento
di pregiudizi e valori condivisi.
Ma c'è una convinzione alla base:
nel fondo dei popoli e delle religioni ci sono le energie per la convivenza, così come le forze bieche
e violente. Si tratta di sconfiggere
queste ultime e far crescere le prime. Per avviare la costruzione di
un futuro che veda la convivenza
tra i popoli di fede e cultura diverse c'è bisogno da parte di tutti di
più religione e di più ragione.
Vincenzo Paglia
di credenti dalla fede semplice si
sono rivolti fra le angustie della
vita.
Ai miracoli che gli si attribuiscono in vita se ne aggiunsero di
assai più numerosi dopo la morte, avvenuta a soli quarant’anni
presso Padova il 13 giugno 1231,
al punto che Papa Gregorio IX lo
volle canonizzare neanche un
anno dopo.
Sul lato sinistro della Basilica
un ampio prospetto corinzio inquadra la Cappella dell’Arca del
Santo, rinascimentale, dove i
pellegrini toccano devotamente
l’arca in marmo verde che custodisce le spoglie di S. Antonio,
accompagnati nel percorso da
rilievi raffiguranti i suoi miracoli
più celebri: il cuore dell’avaro, il
neonato che parla in difesa della
madre, il risuscitamento del bambino annegato, la predica ai pesci
Tra le opere d’arte che impreziosiscono la Basilica ricordiamo
i bronzi di Donatello all’altar
maggiore, la Madonna che si
alza dal trono col Bambino per
esporlo all’adorazione dei fedeli;
la Cappella del beato Luca Belludi; la Cappella della Madonna
Mora...
Franco Betteto
Blocca un ladro povero
e gli compra una bicicletta
Un ragazzo ruba una ruota di bicicletta
perché non ha i soldi per comprarla, viene
scoperto
e fermato
dalla
polizia,
ma il
proprietaimprendirio - un
tore -,
una volta
capito
perché
quel ragazzino
dal l ' ar ia
spaurita
fosse arrivato a rubare, non solo ha deciso
di non denunciarlo alla magistratura, ma
gli ha comprato addirittura una bicicletta
nuova. È accaduto a Frosinone.
Un gesto d’altri tempo, da libro «Cuore»,
quello messo in atto dall’imprenditore di
Frosinone che, terminata la telefonata con
un amico, ha trovato la sua mountain bike
priva della ruota posteriore. Un quindicenne, armato di chiave inglese, era infatti
riuscito a smontare la ruota e si stava allontanando con la refurtiva sotto il braccio.
Il proprietario con lla richiesta d’aiuto al
113 l'ha bloccato, ma quando ha capito
che il giovane era uno squattrinato, di famiglia povera, ha rinunciato alla denuncia
e lo ha portato in un negozio di sport, dove
gli ha comprato una fiammante bicicletta,
facendosi promettere che mai più ruberà.
Europa e cristianesimo
PERCHÈ NON POSSIAMO NON DIRCI CRISTIANI
Dal celebre saggio di Benedetto Croce:
«Il Cristianesimo è stato la
più grande rivoluzione che
l'umanità abbia mai compiuta: così grande [...] che non
meraviglia che sia apparso o
possa ancora apparire un miracolo, una rivelazione dall'alto, un diretto intervento di
Dio nelle cose umane che da
lui hanno ricevuto legge e
indirizzo nuovo. Tutte le altre
rivoluzioni, tutte le maggiori
scoperte che segnano epoche
nella storia umana non sostengono il suo confronto,
parendo rispetto a lei particolari e limitate. Tutte, non escluse quelle che la Grecia
fece della poesia, dell'arte,
della filosofia, della libertà
politica, e Roma del diritto:
per non parlare delle più remote della scrittura, della matematica, della scienza astronomica, della medicina, e di
quanto altro si deve all'oriente
e all'Egitto...
E le rivoluzioni e le scoperte
che seguirono nei tempi moderni, in quanto non furono
particolari e limitate al modo
delle loro, ma investirono tutto l'uomo, l'anima stessa dell'uomo, non si possono pensare senza la rivoluzione cristiana... perché l'impulso originario fu e perdura il suo. La ragione di ciò è che la rivoluzione cristiana operò nel
centro dell'anima, nella coscienza morale, e conferendo
risalto all'intimo e al proprio
di tale coscienza, quasi parve
che le acquistasse una nuova
virtù, una nuova qualità spirituale, che fino allora era mancata all'umanità. Gli uomini,
gli eroi, i geni, che furono
innanzi al Cristianesimo, compirono azioni stupende, opere
bellissime, e ci trasmisero un
ricchissimo tesoro di forme, di
pensiero, di esperienze; ma in
tutti essi si desidera quel proprio accento che noi accomuna e affastella, e che il Cristianesimo ha. dato esso solo
alla vita umana». B. Croce
Arabia, islamici illustri
contro donne al volante
Più di cento fra leader religiosi musulmani, sceicchi, eruditi dell'isiam, professori
universitari e magistrati hanno sottoscritto
un accordo
che
v o r r eb b e
togliere
ogni possibilità per
le donne
di guidare
un'automobile.
Come si
legge sul
quotidiano
" A r a b
news", certe concessioni «priverebbero la
donna de! grande ruolo che le viene assegnato daila religione islamica».
Le attuali leggi di Riad vietano già ora alle
donne di porsi alla guida, e addirittura di
salire su un’auto se non provviste di permesso scritto da parte di un componente
maschile della famiglia. I leader religiosi
vogliono impedire un cambiamento della
ìegge, e sostengono che non permettere
alle donne di guidare significa «chiudere le
porte che conducono alla corruzione». ball'Occidente si levano continuamente voci di
dissenso verso la condizione in cui sono
costrette le donne nel regno saudita, private
di un gran numero di diritti.Accuse smentite
dai firmatari del manifesto, che ribadiscono
la necessità di seguire i principi della legge
coranica, la sharia.
Filosofia&Giustizia&Religione
Pag.8
La democrazia nel mondo occidentale si è
evoluta con il tempo. La chiesa cattolica,
per quanto difficilmente si possa dire democratica al suo interno, ha contribuito al suo
emergere insistendo sulla separazione fra
autorità imperiale e divina, primo essenziale
passo verso una concezione pluralistica del
governo. Secoli più tardi la Riforma ha istituzionalizzato il pluralismo religioso, e in un
certo senso anche quello politico, esaltando
il ruolo della coscienza individuale.
L’Illuminismo ha fatto il passo successivo
insistendo su un’analisi basata sulla ragione. L’era delle grandi esplorazioni ha allargato gli orizzonti. Il capitalismo ha fatto
dell’iniziativa individuale il motore del successo economico. I concetti di istituzioni
rappresentative, separazione dei poteri e
sistema di controllo si sono evoluti da una
ricca tradizione. Nessun’altra cultura ha
fatto qualcosa di simile.
Henry Kissinger, La Stampa 13.04.2004
Perché i giovani abbandonano la pratica religiosa?
IL CAMMINO VERSO LA SANTITÀ
La storia di Adriano
“Tu puoi”, per questo sei grande. La porta è aperta
Che ha incominciato a raffreddarsi in prima superiore
La qualifica di Santo è nella
Scrittura precipuo attributo della
perfezione di Dio; esso si comunica alle creature ma secondo
modalità profondamente diverse
a seconda che ci si riferisca
all’uomo o ad un altro essere.
Gli esseri diversi dall’uomo
sono “santi” quando Dio li sceglie, e perciò solo li coinvolge
nella Sua Santità; così Santo è
il Monte, Santo è il Tempio,
santo è il Giorno del Signore.
Oppure possono essere santificati per un atto dell’uomo che
consacra quel bene,
quell’animale a Dio; un animale
può esser “santo” perché consacrato all’Eterno dal suo proprietario (Lv 27,14).
L’amore s’impara molto tardi
Del resto le opere del creato
lodano Dio per il mero fatto
Oggi si vede sprecare la vita su cose che
della loro esistenza: lo lodano
non contano. Avvicinandosi la morte si co"mostri marini e tutti gli abissi,
glie il senso di legare la vita solo all’esfuoco e grandine, neve e nebbia,
senziale. Resta solo l’amore e nessun’altra
vento di bufera che obbedisce
giustificazione. Ma l’amore si impara molto
tardi, e si impara tardi anche che poche
alla sua parola" (Salmo 146).
cose danno tante illusioni come l’amore.
Gli uomini e gli angeli invece
L’amore realizzato è la bellezza. E questa si sono santi perché rispondono trova specialmente nella carne di Dio, nel
ed in quanto rispondono - alla
corpo di Cristo. Quello delle tre del Venerdì volontà di Dio: “Eccomi”, come
santo, quando era tanto mal ridotto che non Abramo all’inizio del sacrificio
di Isacco (Gen 22,1), come Giacobbe (Gen. 31,11; 46,2), come
Mosè davanti al roveto ardente
(Es. 3,4), come Samuele, chiamato nella notte (1 Sam 3,4),
come Isaia (Is. 6,8).
“Eccomi” non è una parola di
passiva accettazione di pura
scienza. Dice l’Apostolo Giacomo: “Tu credi che c’è un Dio
solo? Fai bene; ma anche i demoni lo credono e tremano! La
fede senza le opere è senza calore”.
“Eccomi” è una parola di disponibilità, che prepara l’azione.
E Dio chiede ad Abramo, a Giacobbe, a Mosè, a Samuele, di
credere e di fare, di rispondere.
Alla conclusione dell’episodio
del (mancato) sacrificio di Isacco Iddio loda Abramo: “ora so
che mi temi”.
Nota De Benedetti che di fronte alla libertà umana Dio sembra
quasi perdere i suoi attributi. La
onniscienza: “ora so che mi temi”; e non lo sapeva prima?
Sembra perdere la sua Onnipotenza, scommette su Saul e resta
deluso. Scommette su Giobbe
con Satana, poteva perdere e
doversi riconoscere sconfitto
avanti alla Sua Corte celeste.
Dunque la santità dell’uomo è
una risposta libera. Afferma il
Siracide: "Egli da principio creò
l’uomo e lo lasciò in balìa del
suo proprio volere. Se vuoi, osserverai i comandamenti;
l’essere fedele dipenderà dal tuo
buonvolere" (15,11). Avanti alla
tua tenda dice Dio a Caino sta il
tuo peccato che cerca di afferrarti, tu puoi vincerlo: tu puoi,
ma non è detto che ciò accada.
Parole insieme terribili e piene
di speranza, cui i quattro saggi
cinesi del già citato racconto di
Steinbeck furono lieti di dedicare anni di studio; e quando
conclusero che la parola ebraica
"timshel" significa proprio"tu
puoi" ritennero che fosse la
"parola più importante mai pronunciata", che rende grande un
uomo e gli attribuisce la statura
degli dei.
Mario Cicala, Consigliere
della Corte di Cassazione
L’articolo completo su: www.
giustiziacarita.it/bibbia/santita.
htm
poteva guardarsi… La Chiesa è bellezza
quando è realtà di comunione fra persone.
Marko Rupnik, padre gesuita e artista
Dialogo tra religioni e culture
La fede non è più affare privato
Un decalogo dell’etica del dialogo
La società italiana, come quella europea, è
costretta ogni giorno di più a fare i conti con
l’altro da sé. Maggiori sono gli elementi di
diversità, maggiore è il rischio di un conflitto
di valori. Per questo la politica non può tirarsene fuori: è obbligata a dare risposte alle
domande incalzanti degli elettori. Ha ragione il filosofo Jürgen Habermas quando parla di società postsecolare, la fede non è più
affare privato, ma pubblico. In questo quadro si collocano i referendum sulla fecondazione assistita, il dibattito sulla omosessualità… La difficoltà della politica è mediare
tra una visione sociale di lungo termine e
l’interesse immediato.
Giuliano Amato
Il percorso dei valori
Il nostro percorso alla ricerca dei valori,
compresi quelli della fede, è precedente
all’avvento di Bush. Quindici anni fa, quando la religione sembrava molto meno importante di oggi, papa Giovanni Paolo II contribuì in modo sostanziale all’evoluzione della
geopolitica internazionale e alla caduta del
muro di Berlino. E in seguito, conquistata
con il suo carisma la platea mediatica, riportò alla ribalta i temi della famiglia, del valore
della vita, della fede.
Chris Patten, commissario europeo, ultimo
governatore di Hong Kong
Cronaca&Esperienze&Religione
Pag.5
Un magistrato interpreta la Bibbia
HANNO DETTO
Lo sviluppo della democrazia
Settembre 2005
Primo: l’altro esiste "per" ciascuno di noi. E l’altro è il musulmano, l’altro è l’emarginato,
l’altro è il marito, l’altro è il
bambino, il mondo ecc. Una
specie di superamento inconscio
del solipsismo.
Secondo: l’altro esiste come
soggetto e non soltanto come
oggetto. Esiste a sé stante e non
mi ha chiesto il permesso di
esistere. Neanche la pietra, gli
alberi, gli animali. In altre parole: non si possono trasformare le
pietre in pane.
Terzo: l’altro non è oggetto di
conquista, di conversione, di
studi: è soggetto con diritti propri, con lo stesso diritto di interpellarmi, di interrogarmi, che ho
io. La relazione è, quindi, biunivoca: il dialogo è dialogo perché
non è monologo. Non è soltanto
domandare, ma lasciarsi anche
interpellare. Per questo c’è una
necessità di ascolto, di umiltà, di
u g u a g l i a n z a .
Quarto: anche se io penso che
l’altro (e l’altro può essere un
sistema religioso o culturale)
sbaglia, devo entrare in contatto
con lui, altrimenti non c’è dialogo e senza dialogo non c’è pace.
Quinto: la disposizione a dialogare è il principio etico supremo. Se ci si nega al dialogo, si
finisce con il divorzio, con la
guerra, con la bancarotta, con il
disastro.
Sesto: il dialogo deve essere
totale. Come dicono gli inglesi:
non c’è niente di "nonnegocial". Tutto deve essere
messo sul tappeto, altrimenti
non è dialogo dialogale, non è
dialogo umano, è dialogo diplomatico. Si mira a vincere.
Settimo: l’etica è collegata al
politico, dipende dal religioso
ed è frutto di una cultura.
Tutto ciò relativizza l’etica, ma
la rende concreta ed efficace.
Ottavo: l’etica scaturisce dal
dialogo religioso e allo stesso
tempo ne è la sua causa. È un
circolo vitale come tutte le cose
ultime.
Nono: nessuno ha il diritto di
promulgare un’etica. L’etica
non si promulga. Si scopre. E si
scopre nel dialogo.
Inoltre in un contesto mondiale
qual è quello di oggi a nessuno
viene riconosciuto il diritto di
promulgare un’etica universale
ed assoluta.
Decimo: l’etica contemporanea
deve confrontarsi con un
"novum" che non si era mai verificato nella storia: il "novum"
di tanta gente che muore di fame, di sete, di stenti, di violenza. E che attende una redenzione
concreta: non annuncio di principî etici, ma un comportamento
operativamente salvifico, purificato di ogni pretesa messianica"
Raimundo Panikkar
http://panikkar.splinder.com/
Il blog si occupa di proporre dei
percorsi di analisi filosofica,
sociale, culturale, politica all'interno dei quali collocare la riflessione sui valori della civiltà
tecnologica presente e futura
La storia di Adriano, diciott'anni, steva. Ma restava un po'
è emblematica rispetto al percorso in fondo alla chiesa, in
di tanti giovani che dopo la Cresi- atteggiamento piuttosto
ma perdono i contatti con la comu- passivo. Il parroco l'avenità cristiana.
va anche interpellato
L'iter è abbastanza comune. I simpaticamente alcune
grandi propositi ribaditi in terza volte, per un aiuto in
Media al momento di ricevere ap- oratorio. Adriano aveva
punto il dono dello Spirito si sono ab-bozzato un po' di
sbiaditi ben presto. Alla ripresa scuse, per defilarsi.
autunnale in prima Superiore, ANon sapeva forse neanche lui
driano già per il fatto di doversi perché tutto questo stava scivolanspostare nella città vicina e poi per do via dalla sua vita di adolescente
via dell'orario pomeridiano in due inquieto e vivace ma pure sballotgiornate, si è trovato con ritmi ab- tato da mille richiami. Una sorta di
bastanza nuovi con cui combinare distacco impercettibile ma insial meglio la settimana. Lo studio stente, da un mondo che aveva
l'ha preso un po' di più, le lezioni frequentato fin da piccolo, si stava
di judo e le ore di piscina gli hanno imponendo attraverso innumerevosottratto altro tempo. Restava il li segnali. La mamma, che ne era
sabato. Ma dopo un po' di volte, preoccupata, non riusciva a trovare
all'incontro del cosiddetto "dopo- le parole giuste per vincere questa
Cresima" si è stancato. Ha preferito diffidenza senza nome preciso. Lo
i nuovi amici conosciuti sul bus ed assillava perché andasse in parroca scuola. Per lui era più facile bi- chia. Ed otteneva l'effetto contraghellonare in centro il sabato po- rio. Così anche in casa comeriggio, con una puntata in pub minciavano a sorgere dissapori.
ed in birreria.
Insomma lo snodo delicato è staAnche la Messa della domenica to questo primo anno delle superiocominciava a perdere di attrattiva. ri. Poi l'allontanamento è stato proCi andava perché la mamma insi- gressivo, senza più grandi ritorni.
I nostri
figli non
sono
nostri,
ma figli
del loro tempo.
E’ una affermazione drammatica che già faceva andare in tilt Mao Tse Tung, ai
tempi della Rivoluzione Culturale.
Anch’io con la saggezza, almeno
presunta tale, che spesso si riduce
nel ripetere a pappardella frasi o
detti usati nel passato, ho sempre
ritenuto vero l’adagio latino: talis
pater talis filius. In parole povere, a
dare la giusta dritta ai figli, sono i
genitori. Per cui se uno ha dei buoni
genitori, state tranquilli cresce bene.
Là dove invece non c’è la famiglia...
Questo criterio è stato smentito
non tanto da alcune eccezioni, che
confermano la regola, ma da frequenti delusioni, provenienti proprio
da quelle radici familiari che sembravano inattaccabili.
Oggi sembra che il “Talis pater,
talis filius” abbia ceduto il posto ad
un’altra massima: chi trova un amico trova un tesoro… Dio li fa e li
accompagna… oppure l’amicizia
trova uguali o fa uguali…
Il vero luogo educativo è il gruppo
degli amici: sono essi a condiziona-
Persino l'ora di religione a scuola
ha perso, poco per volta, di interesse. Adriano preferiva non rompere
con i genitori, rimanendo in classe,
ma con la testa altrove. Le moto, i
computer, gli amici, il judo, la discoteca... erano il suo vero mondo.
Certo, a Natale, alla Messa di mezzanotte, Adriano è tornato. Ci sono
andati tutti. Ma già a Pasqua ha poi
scelto un prolungato "ponte" da
spendere con gli amici.
A suo tempo forse si sposerà in
chiesa. Dipenderà da tanti fattori.
Ma sarà nelle condizioni di troppi
che non sanno spiegare appieno
l'interruzione di un contatto con la
vita cristiana. La spina è stata staccata e non se ne sa dire la ragione.
O chissà, la ragione è chiara, fin
troppo. Ma diventa difficile parlarne.
d.a.
del gruppo è questa:
“quelli con cui esco…”. Esco dove?
A fare che cosa?
I figli del nostro tempo
Quando?
re i pensieri, le scelte, le iniziative.
Alla panchina, in pizzeria; in diSono loro a dare sicurezza quando scoteca… Per questi obiettivi si invado a scuola; quando vado a sciare; staurano accese discussioni e litigate
quando vado al campo, a giocare. Le in famiglia per strappare un orario
imprese in solitaria sono ritenute decente per il rientro a casa, o com“sport estremo”.
promessi e contratti a cui i genitori,
Dal punto di vista pastorale le spesso nolenti, cedono.
Viene da chiedersi se in questi
conseguenze sono enormi, perché
l’asse portante della formazione si “gruppi” nascono anche ideali. Ma
deve spostare dalla famiglia ai scherziamo: ideali? Chi se ne frega:
gruppi o alle associazioni.
studio tutta la settimana!
Al gruppo bisogna anzitutto apDiscorsi seri: o che barba, che
partenere, cioè costruire amicizie. noia! Che cosa è che conta? Avere
Poi si tratta di aderire, dove è deter- con sé soldi, il motorino o l’auto, e
minante non la decisione della ra- alcuni elettrodomestici indispensabigione e della volontà, ma quella del li; un look alla moda; una bella precuore. Dopo di che il gruppo diventa senza e non rompere più di tanto.
il luogo in cui ci si riconosce e al
Una simile impostazione di vita,
quale si dà retta. In esso esistono le che riflette e contiene gran parte
gerarchie. La guida, il capo, il prete, della fragilità e dell’insicurezza dei
il vescovo, il papa, non valgono per ragazzi è dettata e governata da un
il messaggio che trasmettono, ma “occhio implacabile e micidiale”
nella misura in cui generano consen- che non lascia nulla al caso, nonosi, emozioni, favori, stati emotivi stante sprizzi sapori di libertà e probelli, diversi e frequenti. Il gruppo è gresso.
tanto più appagante quanto più ti
Chi è costui? Talis frater, magnus
prende e ti conduce a conclusioni
frater; talis puer, rincopuer
rapide ed esaltanti.
Una frase che è la carta di identità
Settembre 2005
Le tre S
Che bello se i protagonisti del 2005
non fossero i Personaggi, ma le Persone. Se alle tre S delle pulsioni elementari - Sesso Sangue Soldi - ci
affiancasse un trittico più evoluto:
Sobrietà Speranza Sacralità. La Sobrietà arride a chi apprezza i piaceri
del consumismo senza diventarne
vittima. La Speranza è l'antidoto alla
vecchiaia dello spirito perché sostituisce la paura di perdere ciò che si
possiede con il desiderio di conquistare tesori nascosti. Ma sobrietà e
speranza resterebbero parole secche,
se non le irrigasse la sacralità. La
riscoperta del sacro non coincide
necessaria-mente con le religioni. E'
un modo profondo di guardare la
vita che agita già l'intuito di molti,
ma scorre sotto la superficie dei media, perché la maggioranza degli
influenti che bivaccano in tv e sui
giornali rimane ancora prigioniera
dei cascami di una cultura che, dopo
aver staccato la testa dal cuore, fa
fatica a dare un senso alle cose e si
rifugia nel cinismo. Invece le cose,
comprese le terribili, un senso ce
l'hanno. Sono sempre di più coloro
che lo dicono e che indicano ai depressi un alternativa all'alcool e ai
farmaci: accettare la vita come una
sfida, valorizzando la dimensione
spirituale e ridando peso ai riti: il
rispetto dei patti, il legame con la
natura, l'amore di sè e dunque degli
altri.
Massimo Gramellini
La testimonianza di un animatore
Stratten Wuren?
Con me c'è tutto
Signore,
porto tutto con me:
la mia paura,
la mia solitudine,
insuccessi e tristezza,
la mia debolezza
e le mie tendenze indegne.
Anche il mio coraggio,
i miei successi,
la mia gioia d'esistere,
il mio amore
e la mia fiducia,
in modo che niente
possa cadere dalle tue mani.
Porto con me
anche il mio scoraggiamento,
sento con evidenza
quanto io sia debole.
Poi penso di non farcela più,
tutto si intristisce,
non posso né sentirti
né dimostrare che esisti.
Magari non ci sei...
Tuttavia, credo che sia tu colui
che poi mi aiuta a rialzarmi,
che fa succedere qualche cosa
che rende contenti.
( da uno scritto di ELKE FISCHER
Documenti
Pag.6
Settembre 2005
P. Xavier Leon-Dufour
Parlamento delle religioni mondiali - Chicago
DICHIARAZIONE PER UN'ETICA MONDIALE
Questo testo è la sintesi della più
ampia “Dichiarazione per un’etica
mondiale”, che è stata approvata
dal Parlamento delle religioni mondiali nel 1993 a Chicago. Il testo
completo su: www.liceoporporato.it/
Introduzione
Il mondo è in agonia. Questa agonia è così incombente e pervasiva che noi ci sentiamo spinti a indicarne le forme di manifestazione
così da poter mettere in chiaro la
materiali/Per_un'etica_mondiale.htm
profondità della nostra inquietudine.
La pace ci
Appello ai capi di Stato
sfugge - il pianeta viene distrutto - i vicini
vivono
nella
Nel gennaio 2002 si svolgeva ad Assisi la Giornata di paura - le donne
preghiera per la pace nel mondo. Dai partecipanti di
e gli uomini sodiverse religioni e nazioni ha avuto origine un
no
reciproca"decalogo"per la pace inviato ai capi di Stato.
mente estranei 1. Ci impegniamo a proclamare la nostra ferma con- i
bambini
vinzione che la violenza e il terrorismo si oppongono muoiono.
al vero spirito religioso e, condannando qualsiasi ri- Tutto ciò è orcorso alla violenza e alla guerra in nome di Dio o ribile.
della religione, ci impegniamo a fare tutto il possibile Noi condanniaper sradicare le cause del terrorismo.
mo l'abuso del2. Ci impegniamo a educare le persone al rispetto e l'ecosistema delalla stima reciproci, affinché si possa giungere a una la nostra terra.
coesistenza pacifica e solidale fra i membri di etnie,
Noi condanniadi culture e di religioni diverse.
mo la miseria
3. Ci impegniamo a promuovere la cultura del dialo- che soffoca la
go, affinché si sviluppino la comprensione e la fidu- possibilità
di
cia reciproche fra gli individui e fra i popoli, poiché vita; la fame che
tali sono le condizioni di una pace autentica.
mina i corpi; le
4. Ci impegniamo a difendere il diritto di ogni perso- disuguaglianze
na umana a condurre un'esistenza degna, conforme economiche che
alla sua identità culturale, e a fondare liberamente minacciano di
una propria famiglia.
rovina tante fa5. Ci impegniamo a dialogare con sincerità e pazien- miglie.
za, non considerando ciò che ci separa come un muro
Noi condanniainsormontabile, ma, al contrario, riconoscendo che il mo il disordine
confronto con la diversità degli altri può diventare sociale
delle
un'occasione di maggiore comprensione reciproca.
nazioni; il di6. Ci impegniamo a perdonarci reciprocamente gli sprezzo
della
errori e i pregiudizi del passato e del presente, e a giustizia,
che
sostenerci nello sforzo comune per vincere l'egoismo emargina i cittae l'abuso, l'odio e la violenza, e per imparare dal pas- dini; l'anarchia
sato che la pace senza la giustizia non è una pace ve- che invade le
ra.
nostre comunità;
7. Ci impegniamo a stare accanto a quanti soffrono e la morte assurper la miseria e l'abbandono, facendoci voce di quanti da dei bambini
non hanno voce e operando concretamente per supe- provocata dalla
rare simili situazioni, convinti che nessuno possa es- violenza. In parsere felice da solo.
ticolare condan8. Ci impegniamo a fare nostro il grido di quanti non niamo l'aggressi rassegnano alla violenza e al male, e desideriamo sione e l'odio in
contribuire con tutte le nostre forze a dare all'umanità nome della relidel nostro tempo una reale speranza di giustizia e di gione.
pace.
Questa agonia
9. Ci impegniamo a incoraggiare qualsiasi iniziativa deve cessare.
che promuova l'amicizia fra i popoli, convinti che, se Essa deve cessamanca un'intesa solida fra i popoli, il progresso tec- re perché già
nologico espone il mondo a crescenti rischi di distru- esiste il fondazione e di morte.
mento di un'eti10.Ci impegniamo a chiedere ai responsabili delle ca. Quest'etica
nazioni di compiere tutti gli sforzi possibili affinché, offre la possibia livello nazionale e a livello internazionale, sia edifi- lità di un migliocato e consolidato un mondo di solidarietà e di pace re ordine indivi24 gennaio 2002 duale e globale e
fondato sulla giustizia.
Il Decalogo di Assisi
per la Pace
allontana gli uomini dalla disperazione e le società dal caos.
Noi siamo donne e uomini che
aderiscono ai precetti e alle pratiche delle religioni del mondo.
Noi confermiamo che nelle dottrine delle religioni si trova un comune patrimonio di valori fondamentali, che costituiscono il fondamento di un'etica mondiale.
Noi confermiamo che questa verità è già nota, ma deve essere ancora vissuta con il cuore e nei fatti.
Noi affermiamo che esiste una
norma incontestabile e incondizionata per tutti gli ambiti della vita,
per le famiglie e le comunità, per
le razze, le nazioni e le religioni.
Esistono già antichissime linee
direttrici per il comportamento
umano, che possono essere trovate
nelle dottrine delle religioni del
mondo e sono la condizione di un
duraturo ordine mondiale.
Noi dichiariamo:
Noi tutti dipendiamo gli uni dagli
altri. Ognuno di noi dipende dal
benessere della totalità. Perciò
dobbiamo avere rispetto per la comunità degli esseri viventi, degli
uomini, degli animali e delle piante, e avere cura della salvaguardia
della terra, dell'aria, dell'acqua e
del suolo.
Noi portiamo la responsabilità
individuale di tutto ciò che facciamo. Tutte le nostre decisioni, azioni e omissioni hanno delle conseguenze.
Noi dobbiamo comportarci con
gli altri come vogliamo che gli
altri si comportino con noi. Noi ci
impegniamo a rispettare la vita e la
dignità, l'individualità e la diversità, così che ogni persona venga
trattata in maniera umana - senza
eccezioni. Dobbiamo praticare la
pazienza e l'accettazione. Dobbiamo essere capaci di perdonare,
imparando dal passato, senza però
mai permettere che noi stessi rimaniamo prigionieri dei ricordi dell'odio. Aprendoci a vicenda il nostro cuore, noi dobbiamo abbandonare, per amore della comunità
mondiale, le nostre ostinate controversie e, quindi, praticare
una cultura della solidarietà e
della reciproca appartenenza.
Noi consideriamo l'umanità
come la nostra famiglia. Dobbiamo sforzarci di essere cordiali e generosi. Non possiamo
vivere soltanto per noi stessi,
dobbiamo piuttosto servire anche gli altri e non dimenticare
Orizzonti aperti
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mai i bambini, gli anziani, i poveri, i sofferenti, gli handicappati, i
rifugiati e le persone sole. Nessuno
deve essere considerato o trattato
o, non importa in quale modo,
sfruttato come un cittadino di seconda classe. Tra uomo e donna
dovrebbe esserci un rapporto fondato sulla parità dei diritti. Non
possiamo approvare nessuna forma di immoralità sessuale. Dobbiamo lasciarci alle spalle tutte le
forme di dominio o di sfruttamento.
Noi ci impegniamo in favore di
una cultura della non violenza, del
rispetto, della giustizia e della pace. Noi non opprimeremo né danneggeremo, né tortureremo e tanto
meno uccideremo altri uomini, ma
rinunceremo alla violenza come
mezzo di composizione delle differenze.
Noi dobbiamo mirare a un ordine
sociale ed economico giusto, nel
quale ognuno ottenga uguali possibilità di realizzare tutte le proprie
potenzialità umane. Dobbiamo
parlare con sincerità e agire con
simpatia, trattando tutti con gentilezza ed evitando i pregiudizi e
l'odio. Noi non possiamo rubare.
Dobbiamo piuttosto superare il
predominio della sete di potere,
prestigio, denaro e consumo, al
fine di creare un mondo giusto e
pacifico.
La terra non può essere trasformata in meglio se non cambia prima la coscienza dei singoli. Noi
promettiamo di ampliare la nostra
capacità di percezione, disciplinando il nostro spirito con la meditazione, la preghiera o il pensiero
positivo. Senza rischio e senza
disponibilità al sacrificio non ci
può essere un cambiamento radicale della nostra situazione. Ci
impegniamo perciò per quest'etica
mondiale, per una reciproca comprensione e per forme di vita socialmente aperte, promotrici della
pace e rispettose della natura.
Noi invitiamo tutti gli uomini,
religiosi o no, a fare lo stesso.
Parlamento delle religioni mondiali
I miei 90 anni con la Bibbia
P. Xavier Leon-Dufour guarda l’albero di senapa del giardino con occhi che vanno
oltre quello che vedono, riflette e dice:”Quel granello di
senapa su quell’albero tanto
grande è come la nostra vita,
piccola cosa che cresce con la potenza di
Dio. Siamo terra animata dallo Spirito”. Con
semplicità spiega la Bibbia, ripercorre il senso dei sacramenti, commenta il male nel
mondo e la concezione antropologica da lui
maturata, toccando il valore della comunicazione nei nostri giorni. Parla di ieri e racconta di oggi, riannodando quel filo che lega
strettamente passato e futuro: un filo che è
l'opera di Dio nel quotidiano e che il gesuita
cerca di riavvolgere in quella grande matassa
della nostra realtà. “Studio la Bibbia ed ora il
mio compito è aiutare la gente a comprenderla. E’ Dio che me ne dà la forza, attraverso la preghiera”. In che modo la Bibbia parla
ancora all’uomo di oggi? “La Bibbia dice
che la salute viene da una semplice dipendenza dell’uomo da Dio: siamo tutti sospesi
al soffio di Dio e per questo non dobbiamo
sentirci dominatori del Creato, ma dipendenti
dal nostro Creatore”. Una concezione che
appare difficile da riscontrare oggi, dove
tutti si sentono “onnipotenti”. “Ma Dio continua a manifestarsi attraverso le occasioni
della vita al fine di concederci una migliore
esistenza. Egli ci dice che vuole con noi stipulare un’alleanza che, però, ci obbliga a
rispettare delle condizioni. E questo perché
desidera che noi siamo veramente uomini,
nel senso più elevato del termine. Dio parla
da sempre,dalla creazione. E con Gesù, che è
venuto sulla terra, la Parola è diventata carne
per esprimersi come l’uomo può capirla”.
Eppure, nonostante Dio voglia per noi una
vita “piena”, il mondo sembra dominato
dall’ingiustizia. “Ma il male che appare all'uomo come un problema è per il cristiano
un mistero. Noi siamo vittime e autori del
male. Questo concetto è ben espresso dalla
vicenda della Torre di Babele: quando l'uomo vuole costruire da sé la divinità e non si
riconosce dipendente dal suo Creatore, allora
compie il peccato fondamentale. Dio, però,
ha voluto farsi uomo. In Gesù, diviene egli
stesso, come dice S. Paolo, peccato, condannato a morte. Allora, il male non è più un
problema: esso è il mistero della Croce, che
significa che dobbiamo, anche noi, morire alle nostre pretese. Occorre avere
rispetto per la propria persona. Del reDichiarazione Universale
sto, noi ci esprimiamo con il corpo, pladel Cittadino del Mondo
smato con la terra. Io credo che l’anima
sia lo spirito che, con la morte, torna a
Io cittadino del mondo mi impegno a sostenere Dio che ci concede un corpo nuovo non
ovunque mi trovi i valori di:
più fatto di terra, ma che è Cristo stesso”. Ma allora perché, nonostante il deUMANITA’
siderio di Dio di entrare in relazione con
Humanity - Humanite - Humanidad
Riconoscendo ad ognuno
l'uomo, c'è nel mondo di oggi tanta
il valore e la dignità del suo essere uomo
mancanza di comunione? “L’uomo non
crede più che Cristo è il legame tra lui e
GIUSTIZIA
il Padre. La tentazione più terribile è
Justice - Justice - Justicia
ancora quella di essere separati da Dio
Rispettando le leggi e ripudiando e denunciando con
perché, se non c'è Lui, non c'è comuniocoraggio le ingiustizie e le diseguaglianze
ne”. Ma Cristo, presente ancora nel
DEMOCRAZIA
mondo, ce lo ricorda. “Sì, Gesù è vivenDemocracy - Democratie - Democracia
te ma non in maniera tattile. S. GiovanVivendo attivamente la libertà di cui godo
e rivendicando tale diritto per chi lo vede negato ni lo riconosce nella tomba vuota, a Maria di Magdala, che voleva abbracciargli
PACE
i piedi, il Gesù spiega che deve andare
Peace - Paix - Paz
verso i fratelli: per lei il vuoto è lasciare
Costruendola con il coraggio e la forza del dialogo
i piedi di Gesù. Anche S. Tommaso fa
e ripudiando guerre e violenze
questa esperienza del vuoto: egli deve
rinunciare alla sua razionalità. Ecco, il
SOLIDARIETÀ
Solidarity - Solidarite - Solidaridad
Signore è vivo nel prossimo, nei fratelli.
Stando dalla parte degli ultimi e degli oppressi
Ma è vivo anche nei sacramenti di cui
senza rimanere neutrale
l'uomo è chiamato a scoprire il senso
profondo. Quasi impossibile oggi, dove
RESPONSABILITÀ
tutto è ridotto a rito. In effetti oggi non
Responsability - Responsabilite - Responsabilidad
Informandomi sui problemi del mondo con senso critico e c’è più il senso simbolico. Del resto, se
vivendo con sobrietà ed essenzialità le scelte quotidiane non si crede in un altro mondo, non si
può parlare di sacramento. E’ soltanto la
RISPETTO PER L’AMBIENTE
fede che può farci credere. Una fede che
Safeguard of the environment
è come un granello di senapa; qualche
Respect de l’environnement
Respeto hacia el hambiente
granellini nero si disperderà nell’aria. E
Amando la terra e la natura
poi, alto, crescerà un nuovo albero”.
ImpegnaMondo
e vivendole come fossero la mia casa
http://www.focsiv.it/camp/camp_index.htm
www.mascioli.info/imiei9oanniconlabibbia.html
Settembre 2005
NOTE DI LETTURA
L’11 settembre visto da Orazio
di Andrea Balbo
Seamus Heaney, scrittore cattolico
nordirlandese e premio Nobel 1995 per la
letteratura, è celebre poeta e saggista profondo e
raffinato. In un recentissimo volume appena
pubblicato da Interlinea editore ed intitolato
Fuori campo egli propone l’accostamento tra
una poesia di Orazio (Odi I, 34) e le tragedie
dell’11 settembre e delle guerre scaturite da
quell’infausto giorno.
Nella sua opera il poeta latino riflette sul
proprio rapporto nei confronti della divinità, che,
improvvisamente, ha scagliato un fulmine; il
tuono è rimbombato nel cielo sereno ed il
prodigio ha sconvolto l’intero mondo: di fronte
ad esso, Orazio dichiara di essere costretto a
seguire nuovamente la strada della devozione
agli dei, dato che Giove è capace di “cambiare
ciò che è più basso con ciò che è più alto,
rendere privo di valore l’uomo grande e far
emergere ciò che è oscuro” (vv. 12-14) e la sorte
è così forte che può togliere la corona a un re e
posarla sul capo di un altro.
Secondo Heaney si può ritrovare una
“corrispondenza inquietante” fra questi versi e le
“immagini oniriche e ferali delle Torri Gemelle
del World Trade Center” (cito dalla traduzione
del curatore del volume Massimo Bacigalupo);
addirittura i versi di Orazio avrebbero potuto
essere scritti a Baghdad e il lampo di Giove
scenderebbe sulla terra come “pioggia
radioattiva”. Heaney chiude le sue pagine
proponendo di tradurre i versi latini 12-14 con
“tutto può accadere”, una forma che esprime “le
improvvise casuali desolazioni degli anni iniziali
del nuovo millennio”.
E’ bello e naturale che l’artista moderno
ricorra al testo antico, lo rilegga e se ne avvalga
per esprimere un contenuto forte: è segno, se
mai ce ne fosse bisogno, del legame profondo
mai interrotto tra il mondo moderno e la cultura
classica. Vorrei però approfondire la questione,
in quanto il luogo comune del capovolgimento
della realtà operato dalla divinità si trova anche
in un testo forse più noto, il cantico della
Vergine del Vangelo di Luca 1, 46-55, in
particolare 51-53: “Ha dispiegato la potenza del
suo braccio e ha disperso i superbi nei pensieri
del loro cuore; ha deposto i potenti dai troni e ha
esaltato gli umili; ha riempito di beni gli
affamati e ha rimandato i ricchi a mani vuote”.
C’è una differenza enorme: Orazio trema di
fronte alla potenza divina, che ha scompaginato
le sue convinzioni: infatti secondo Epicuro, di
cui ha sempre dichiarato di seguire
l’insegnamento, non esistono fulmini senza
nuvole; Maria trova invece nella potenza divina
sostegno e conforto. Il canto tremante di Orazio,
che oscilla tra la conversione religiosa e
l’affermazione della drammatica solitudine
dell’uomo di fronte alla sorte (le interpretazioni
divergono), ci dà, grazie all’acuto recupero di
Seamus Heaney, l’immagine di una divinità a
cui si ricorre per paura; ma, forse, noi uomini del
terzo millennio abbiamo soprattutto bisogno di
quella speranza che ci giunge dal canto di Maria.
Andrea Balbo