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Indiocesi.it Parrocchie quando? Il fondatore di questi seminari è l'iniziatore del cammino neocatecumenale Kiko Arguello. Questi non aveva intenzione di fondare nessun seminario, lo ha fatto per una richiesta specifica del Papa Giovanni Paolo II intorno al 1984. Perché un "Redemptoris Mater" a Pinerolo? È nato un seminario a Pinerolo sotto richiesta del Vescovo Monsignor De Bernardi, il quale nel gennaio del 2003 ne ha fatto erezione formale ad esperimentum. Questo seminario viene a rispondere a un problema della Diocesi dì Pinerolo, ossia la mancanza di vocazioni sacerdo- tali locali. I seminari missionari diocesani Redemptoris Mater sono attualmente 53 in tutto il mondo e accolgono le vocazioni sorte all'intemo delle comunità neocatecumenali. I seminaristi del seminario di Pinerolo sono 9 e provengono da vari paesi e continenti: Italia, Svizzera, Haiti, Brasile, El Salvador, Ucraina. Attualmente frequentano lo studentato teologico interdiocesano con sede a Fossano. Dove verrà costruita la struttura fisica? Dopo che Monsignor De Bernardi ha bussato a Indiocesi.it CALENDARIO DIOCESANO Parrocchia di San Giacomo - Luserna Il Seminario “Redemptoris Mater” Cosa sono i seminari "Redemptoris Mater"? I Seminari Redemptoris Mater sono seminari diocesani missionari internazionali per la nuova Evangelizzazione Diocesana. Sono eretti dal vescovo e si reggono secondo le norme vigenti per la formazione e l'incardinazione dei chierici diocesani. I sacerdoti che in essi vengono formati sono disponibili a essere inviati dal Vescovo in ogni parte del mondo. I seminaristi provengono da paesi e continenti diversi, sia come segno della cattolicità, sia come disponibilità a essere mandati ovunque. Chi li ha fondati e Settembre 2005/Pag.12 OTTOBRE 2 0 0 5 www.indiocesi.it diverse porte, improvvisamente si è aperta la possibilità di essere ospitato presso le suore “Figlie della Carità di San Vincenzo” a Luserna. I seminaristi vi andranno ad abitare appena la casa sarà idonea allo scopo. Parrocchia di San Lazzaro - Pinerolo La home page del sito web della parrocchia di San Lazzaro La nostra parad La pagina della Diocesi su “San Lazzaro On Line” riferiti attività, rocchia è per noi un riferimento spirituale gran- ne. incontri, tematiche in discussione. de ed anche un luogo fisico dove Nello spazio che segue troverete: Le decisioni riguardanti i rapporti incontrarci volentieri. le informazioni e gli appuntamenti Parrocchia/Diocesi vengono asafferenti la zona e la Diocesi; i sunte in seno al Coordinamento Viviamo però in un contesto più ampio: la città con le altre sue par- verbali delle riunioni del Consiglio della Parrocchia e potete trovarle rocchie, la Diocesi che raggruppa Pastorale Zonale e del Consiglio nello spazio riservato al coordinatutte le parrocchie delle varie zo- Pastorale Diocesano; documenti mento stesso. 02/10/Do Giovani, Giornata degli animatori, iniziative e tema-guida dell'anno: "la speranza", Monte Oliveto Famiglia, Corso formazione per famiglie. Attenzione alla crescita di ogni familiare, Seminario 04/10 Ma Liturgico, Corso di formazione liturgica e tecnica per lettori, Museo Dioc. 07/10 Ve Corso di teologia, docente don C.lo Cravero. Abramo e Isacco. Fede in Dio e amore per il figlio: chi scegliere? IMI 08/10 Sa Liturgico, Corso di arte floreale per la Liturgia, Seminario 09/10 Do Liturgico, Incontro Ministri straordinari di Comunione, Museo Dioc. 11/10 Ma Liturgico, Corso di formazione liturgica e tecnica per lettori, Museo Dioc. 14/10 Ve Corso di teologia, docente don C. Cravero. Giacobbe. I lati oscuri del patriarca, IMI 15/10 Sa Liturgico, Corso di arte floreale per la Liturgia, Seminario 18/10 Ma Liturgico, Corso di formazione liturgica e tecnica per lettori, Museo Dioc 20/10 Gio Giovani, Inizio degli incontri Vivere il fidanzamento, IMI 21/10 Gio Corso di teologia, docente don Carlo Cravero, Giuseppe. La difficoltà di essere fratelli, IMI 22/10 Sa Liturgico, Corso di arte floreale per la Liturgia, Seminario 23/10 Do Missioni, Giornata missionaria mondiale sul tema Donne e uomini di speranza, S.Maurizio Diocesi, Incontro gruppi, movimenti, associazioni ecclesiali, Seminario 25/10 Ma Liturgico, Corso di formazione liturgica e tecnica per lettori, Museo Dioc 26/10 Me Scuola teologia, Aggiornamento per Presbiteri/Religiosi/Diaconi. Relatore don Michelangelo Priotto. Miseria e misericordia si baceranno: il sacramento della Riconciliazione nella Sacra Scrittura, Casa della giovane 28/10 Ve Corso di teologia, docente don Carlo Cravero, Giuseppe. Fede e politica: possibili insieme?, IMI 29/10 Sa Vocazioni, Adorazione Eucaristica per le vocazioni (alunni IMI), S. Rocco Liturgico, Riprendono i corsi per Organisti liturgici, S. Maurizio NOVEMBRE 2 0 0 5 04/11 Ve Corso di teologia, docente don Giuseppe Alluvione Il Figlio di Dio mi ha amato e ha dato se stesso per me! (Gal 2,20). Il “perché” della vita di Paolo, IMI Il programma trimestrale completo è su: www.centrogiovani.net/principproposte.htm Indiocesi.it, Notiziario dell’Ufficio Scuola Insegnanti di religione SMI/SMS della Diocesi di Pinerolo, Direttore responsabile Davide Aimonetto, Autorizzazione n. 1 del 10.01.2005 del Tribunale di Pinerolo. Redazione c/o Antonio Denanni, Via Goito 20, 10064 Pinerolo, 0121397226. Stampato in proprio Il clown A volte il credente si trova nelle più assurde situazioni come quella del clown descritta da Kierkegaard nel suo apologo, ripreso da J. Ratzinger nel suo libro Introduzione al cristianesimo. «Capitò, tanto tempo fa, che in un circo viaggiante in Danimarca si sviluppasse un incendio. Il direttore mandò al vicino paese il clown già abbigliato per lo spettacolo. Il clown arrivò affannato al villaggio, e supplicò i paesani di accorrere per dare una mano a spegnere l’incendio, che rischiava di propagarsi alle stesse case del paese. Ma le grida del clown furono interpretate come un astuto trucco del mestiere: lo applaudivano e ridevano fino alle lacrime. Il povero clown tentava inutilmente di spiegare che non si trattava affatto di una finzione, di un trucco, bensì di un’amara realtà, e li scongiurava ad andare. Il suo pianto non faceva altro che intensificare le risate. La commedia continuò così finché il fuoco s’appiccò realmente al villaggio e ogni aiuto giunse troppo tardi: sicché circo e villaggio andarono entrambi distrutti dalle fiamme». Testimoniare la fede a volte può ingenerare equivoci, ma fa anche superare gli ostacoli ed apre alla speranza. Antonio Denanni Notiziario dell’Ufficio scuola insegnanti di religione della Diocesi di Pinerolo, Via Vescovado 1, Pinerolo: Direttore Antonio Denanni. Direttore responsabile: Davide Aimonetto Anno 1, n.5 settembre 2005 Intervista a Romano Penna, biblista Gesù, maestro che dà senso alla vita Il cuore del suo messaggio: “Amatevi come io ho amato voi” Romano Penna, prete della diocesi di Alba, è professore ordinario di Esegesi del Nuovo Testamento alla Pontificia Università Lateranense di Roma. Tiene corsi anche in altre università pontificie romane e all'Università di Urbino. È relatore da anni della Settimana Biblica che si tiene nel mese di agosto alla Casalpina di Pragelato (To). Lo sviluppo della scienza e della tecnica ha ampliato enormemente le possibilità umane di viaggiare e di incontrare persone appartenenti ad altre culture, ma ha anche indebolito le identità creando una specie di spaesamento. Qual è il centro dell’identità cristiana? E’ Gesù Cristo, è la nostra adesione a Lui. Non tanto e non soltanto come maestro esterno che ti dice cosa fare, ma come maestro interno che dà senso alla tua vita. Il fatto e la parola di Gesù che più esplicitano la sua vita e la nostra? La morte, in continuità omogenea con la vita vissuta di donazione agli altri. Come parola quella G. Alluvione e Romano Penna alla Settimana Biblica di Pragelato di Matteo “Ama il prossimo tuo re. Al contempo è un giudizio su come te stesso” (Mt 22,39) e di Lui e su ciò che ha operato per l’altra di Giovanni “Amatevi co- noi. me io ho amato voi” (Gv 13,34). Quale metodologia usare oggi La fede si alimenta più di senti- per presentare il messaggio di mento o di intelletto? Gesù? Il termine sentimento è troppo La pedagogia fondamentale è epidermico. Bisogna combinare imperniata sulla comunicazione insieme l’aspetto fiduciale con verbale, che è l’annuncio dell’equello intellettivo. La fede è un vangelo. La fede nasce come riaffidamento di se stessi al Signo- sposta ad una comunicazione segue a pag.2 In questo numero On line per gli altri www.zanichelli.it….. “Benvenuti nella scuola italiana” è il titolo del sito nato con lo scopo di aiutare gli studenti immigrati ad inserirsi nella scuola e nella società italiana. www.webforthefuture.net. Sito dove si raccolgono idee, progetti e scenari per una rete del futuro tesa a migliorare i rapporti tra uomini e popoli www.clerus.org. Sito della Congregazione per il Clero ricco di documenti e materiale bibliografico. Nella sezione teleconferenze è possibile sia visionare le lezioni pubbliche, sia scaricare i singoli testi dei teologi intervenuti http://parrocchie.diocesi.torino.it/parr325/Materiale.html Condivisione di testi e materiale pastorale da utilizzare in incontri e conferenze. Una chiesa da raccontare pag. 2 La fede di Pietro pag. 2 Stato e libertà religiosa pag. 3 Un cristiano impegnato pag. 4 La storia di Adriano pag. 5 Per un’etica mondiale pag. 6 I miei 90 anni con la Bibbia pag. 8 Note di lettura Il cammino alla santità pag. 8 pag. 10 Dal 16 al 23 ottobre 2006 Il Convegno ecclesiale di Verona Estratto del documento preparatorio della CEI Cristo è Risorto. Questa è la fede della Chiesa. Questa è la speranza che illumina e sostiene la vita e la testimonianza dei cristiani. In questo inizio di millennio, carico di sfide e di possibilità, il Signore Risorto chiama i cristiani a essere suoi testimoni credibili, mediante una vita rigenerata dallo Spirito e capace di porre i segni di un'umanità e di un mondo rinnovati. La prima lettera di Pietro, un documento di rara bellezza e di grande efficacia comunicativa, orienterà i passi della Chiesa italiana, perché si lasci trasformare dalla misericordia di Dio, «per una speranza viva, per una eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce» (1Pt 1,4). Mentre celebra i quarant'anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II, la Chiesa vuole riprenderne gli intenti e lo slancio per annunciare il vangelo della speranza. La «speranza viva» affonda le radici nella fede e rafforza lo slancio della carità. In essa s'incontrano il Risorto e gli uomini, la sua vita e il loro desiderio. In questo orizzonte si colloca il IV Convegno Ecclesiale Nazionale, che si terrà a Verona dal 16 al 20 ottobre 2006. Inserendosi nel cammino pastorale di questo decennio, dedicato alla comunicazione della fede in un contesto storico segnato da profondi mutamenti, il Convegno vuole porre al centro dell'attenzione delle nostre comunità cristiane la virtù teologale della speranza. Si è, infatti, consapevoli che «non è cosa facile, oggi, la speranza. Non ci aiuta il suo progressivo ridimensionamento: è offuscato se non addirittura scomparso nella nostra cultura l'orizzonte escatologico, l'idea che la storia abbia una direzione, che sia incamminata segue a pag.2 Supplemento d‘anima TAKASHI NAGAI Takashi Nagai, definito il “Gandhi giapponese”, già radiologo e professore universitario a Nagasaki, dopo quel 9 agosto del 1945 in cui trovò incenerito il corpo della moglie Midori, a seguito dell’esplosione atomica, si è quasi interamente dedicato alla scrittura. Viveva a Urakami, il rione di Nagasaki abitato in maggioranza da cristiani. Il quartiere dove c’era la più bella cattedrale dell’Estremo Oriente che fu anche l’epicentro della deflagrazione atomica, che ucciderà 72 mila persone. Una delle due campane quel giorno venne danneggiata. L’altra fu estratta intatta dalle macerie divenendo poi il simbolo della continuità della vita nella città martoriata. A queste campane s’ispirò Takashi Nagai nello scrivere il suo libro “Le campane di Nagasaki”, che divenne un best-seller mondiale per la forza del suo messaggio di pace, così pure la riduzione cinematografica. L’influenza di Takashi Nagai è stata soprattutto spirituale: coi suoi scritti e con la sua testimonianza di malato terminale di leucemia (per via del suo lavoro di radiologo prima e dell’esplosione nucleare poi) ha lavorato per far crescere la positiva disposizione interiore verso un avvenire di pace. Con le sue opere (in quattro anni ha pubblicato 15 volumi), attraverso la sua esperienza eccezionale e la sua competenza, si è proposto innanzitutto di fare un resoconto fedele dell’esplosione atomica, quindi di operare all’instaurazione della pace, convinto che una pace duratura si può fondare soltanto sullo spirito d’amore. Alla fine del libro “Le campane segue a pag.2 Indiocesi.it Pag.2 assolutamente normale, simile ad Subito dopo ordinò ai ognuno di noi, che per questo può discepoli di salire sulla essere fondamento e modello perbarca e di precederlo fettamente imitabile. sull'altra sponda, menIl racconto ci stimola a ripensare tre egli avrebbe congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, la fede: aver fede significa fidarsi in tutto e per tutto di Gesù. Questo solo, a pregare. Venuta la sera, egli è l'atteggiamento degli apostoli se ne stava ancora solo lassù. La riscaldati dalle parole «Coraggio, barca intanto distava già qualche sono io, non abbiate paura». Quemiglio da terra ed era agitata dalle sto è anche l'atteggiamento di Pieonde, a causa del vento contrario. Verso la fine della notte egli venne tro, che anzi vuole esagerare, coverso di loro camminando sul mare. me gli capita spesso. Lo stesso I discepoli, a vederlo camminare sul Pietro però subito dopo barcolla, mare, furono turbati e dissero: «È un lacerato dal dubbio (è consolante fantasma» e si misero a gridare dal- vedere che anche i Grandi attrala paura. Ma subito Gesù parlò loro: versano questa palude). Gli capita «Coraggio, sono io, non abbiate esattamente ciò che può succedere paura». a noi, che lasciamo svanire in fretPietro gli disse: «Signore, se sei tu, ta l'entusiasmo e da incendiari comanda che io venga da te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pie- diventiamo pompieri. Subentrano tro, scendendo dalla barca, si mise a così incertezza e paura, ci si sente camminare sulle acque e andò verso affondare e non si esita troppo ad abbandonare i grandi progetti, Gesù. Ma per la violenza del vento, proprio come l'evangelista Matteo s'impaurì e, cominciando ad affondescrive poche pagine prima nella dare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù stese la mano, lo afferrò parabola del Seminatore (Mt.13,3-9) e gli disse: «Uomo di poca fede, Siamo dunque nella stessa situaperché hai dubitato?». (Mt.14,22-31) zione di Pietro: ci lasciamo travolPietro appare in questo brano gere dall'acqua della quotidiana davvero simpatico! Ci sono senza normalità (ognuno di noi può ricodubbio mille ragioni importanti noscere l'acqua in cui affonda). per essere stato presentato come la Tuttavia, e qui sta la grandezza di roccia su cui fondare la Chiesa, Pietro, si può trovare la forza di ma trovo eccezionale la sua carat- reagire e urlare: «Signore, salvateristica qui presentata di persona Carlo Gonella mi!». Pennellate bibliche Le fede di Pietro Approfondimenti Pag.11 Settembre 2005 segue da pag.1 verbale. A questa va aggiunta la comunicazione come testimonianza. Sono da combinare insieme. Qual è il punto della ricerca sulla vita di Gesù più discusso tra gli studiosi? Il problema fondamentale è di sapere quali parole attribuite a Gesù risalgono effettivamente al Gesù terreno. La critica storica ci dice che non tutte le parole dei vangeli sono state pronunciate da Gesù. Nonostante ciò le frasi del vangelo hanno tutte uguale valore canonico. L’esegesi critica non è l’ultima parola su Gesù. Qual è stato il ruolo dell’apostolo Paolo nella diffusione del cristianesimo? Determinante. Ha spinto al largo verso le culture, soprattutto quella greca, la barca della Chiesa. Ma è stato anche originale, perché la sua opera è consistita in una reinterpretazione dell’evangelo, nel senso di una fede più pura, esente da scorie. Qual è la difficoltà maggiore che ostacola il cammino ecumenico? L’ o t t u s i t à d e gl i u o m i n i e Takashi Nagai… segue da pag.1 di Nagasaki” ha scritto: «L’umanità sarà felice nell’era atomica, oppure misera? Di quest’arma a doppio taglio nascosta da Dio nell’universo ed ora scoperta dall’uomo, che farne? Un buon uso farebbe progredire a grandi passi la civiltà; un cattivo uso distruggerebbe il mondo. La decisione sta nel libero volere dell’uomo. Egli tiene in mano il proprio destino. Pensandoci, ci si sente assaliti dal terrore Intanto l'Azione Cattolica diocesana era soprattutto Aurelio Bernardi, il presi- UNA dente, il Prof. Frassino prima di lui, poi quel trio formidabile con cui ho lavorato gomito a gomito che era Fava, Calliero e Buttiero e da cui ho imparato molto. Nel campo della Gioventù femminile bastano due nomi: Giovanna Moretti e Carla Reita. Forse è per questa ragione che io ho sempre patito molto un certo clericalismo in tutti i suoi risvolti non ultimo una certa sfiducia verso il laicato, una conduzione pastorale tutta incentrata su un solo ministero che concentrava in sé tutti i ministeri. Come vice assistente con particolare responsabilità per il movimento aspiranti avevo come superiore diretto (ma i rapporti erano più che fraterni) don Mario Tardivo che era l'assistente, spirito pratico, duttilità diplomatica, presenza non asfissiante. Don Tardivo era anche vicecancelliere e solo più tardi apprezzai questa scelta da parte del vescovo Binaschi che dell'Azione Cattolica era il più entusiasta di tutti. Infatti Tardivo conosceva bene i preti, che pe Barra che apprezzava l'Oasi di sant'Agostino più CHIESA DA RACCONTARE – 4 di molti nostri coetanei, don Falco ad Abbadia un dovevano tutti per un motivo o per baluardo, don Barral di Perosa, don l'altro passare in Curia, e dopo tutto Paolasso a Pinasca, don Manzon a sembrava dire che l'Azione Cattolica Bibiana a cui io guardavo come a non fosse laterale alla vita della una bella copia, il piccolo ma intelliChiesa ma centrale come la Curia. gente don Mondon di Luserna forniTardivo frequentava i preti di tutte to di una grande biblioteca e che nel le generazioni fra cui spiccava allora suo intuito riuscirà a fare esplodere quel nucleo più anziano che aveva il carisma di don Priolo, come Bosofferto due guerre, era vissuto in natto in Seminario ci ha regalato un tempi di acceso anticlericalismo, can. Gabriele Mercol (anche lui imalcuni poi erano stati i pionieri del- pegnatissimo nell'Azione Cattolica e l'Azione Cattolica ai tempi di Cuat- in molte altre cose), don Barale a to. Ricordo questa generazione di Torre Pellice, don Manina a san preti per le loro grandi doti di uma- Secondo, don Brignone a Buriasco, nità, di intelligenza, duttili perché don Caffaro a Baudenasca che pesperimentati, molto amici fra di loro scava i suoi vice-parroci fra i giovasalvo qualche eccezione che risaliva ni professori del seminario, i canoniad antica data, allorché Cuatto aveva ci Ottonello, Rayé (buon biblista e subito la visita apostolica da Roma ottimo educatore di giovani fra cui il sollecitata da una denuncia da parte duo Borra-Priolo), Baronetto il penidi un gruppo molto particolare e tenziere dall'indole mistica e monalimitato. Come non ricordare don cale. Una generazione superlativa Matteo Giraudo parroco di san Do- fra cui anche quel teologo Avaro a nato sempre presente e in strada a Bricherasio con cui ero entrato in visitare la sua gente soprattutto i più assidua familiarità. (4.Continua) poveri, il grande cancelliere Giusep- V.Morero, Pinerolo a memoria Pinerolo a memoria Settembre 2005 e, per conto mio, credo che un vero spirito religioso sia l’unica garanzia in questo campo… In ginocchio nella cenere del deserto atomico, preghiamo perché Urakami sia l’ultima vittima della bomba». Antonio Denanni l’attaccamento esclusivistico alle proprie tradizioni, che implica anche una mancanza di capacità di rinuncia alle stesse se necessario; la mancanza di un’apertura magnanima agli altri. Una formula breve della fede? 1 Cor 12,3: “Cristo è Signore”, inteso non solo in senso cosmico, ma soprattutto personale: salvando la signoria di Cristo si salva anche la propria. Davide Aimonetto Antonio Denanni Convegno di Verona segue da pag.1 verso una pienezza che va al di là di essa» (Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia). Obiettivo, pertanto, del Convegno Ecclesiale è chiamare i cattolici italiani a testimoniare, con uno stile credibile di vita, Cristo Risorto come la novità capace di rispondere alle attese e alle speranze più profonde degli uomini d'oggi. Domande acute sorgono dai mutati scenari sociali e culturali in Italia, in Europa e nel mondo, e ancor più dalle profonde trasformazioni riguardanti la condizione e la realtà stessa dell'uomo. Nel tramonto di un'epoca segnata da forti conflittualità ideologiche, emerge un quadro culturale e antropologico inedito, segnato da forti ambivalenze e da un'esperienza frammentata e dispersa. Nulla appare veramente stabile, solido, definitivo. Privi di radici, rischiamo di smarrire anche il futuro. Il dominante “sentimento di fluidità” è causa di disorientamento, incertezza, stanchezza e talvolta persino di smarrimento e disperazione. In questo contesto i cristiani, «stranieri e pellegrini» nel tempo (1Pt 2,11), sanno di poter essere rigenerati continuamente dalla speranza, perché le tristezze e le angosce del tempo sono «gettate» nelle mani del «Dio di ogni grazia» (1Pt 5,7.10). Essi accolgono pertanto con gioia l'invito evangelico, rinnovato dalla lettera apostolica Novo millennio ineunte, a “prendere il largo” (cfr Lc 5,4). Dobbiamo essere riconoscenti al Santo Padre Giovanni Paolo II che ha ravvivato in molti modi la coscienza cristiana e il suo traguardo di santità, aiutandoci pure a scoprire i santi che sono in mezzo a noi, anche oggi, in ogni condizione e stato di vita: coloro cioè che hanno «mantenuto e perfezionato» la santità ricevuta nel Battesimo (cfr Lumen gentium, 40), vivendo in fedeltà a Dio e all'uomo. Perciò la Chiesa italiana a Verona per prima cosa dirà grazie allo Spirito per i doni che si sono resi visibili nella vicenda di queste sorelle e fratelli. Testo completo: www.chiesacattolica.it Scheda - 2 Il Concilio Vaticano II NOTIZIE FLASH La “Lumen Gentium” È istruttivo l’ordine con cui si susseguono gli otto capitoli della Lumen Gentium, un ordine al quale si approdò dopo una lunga e difficile gestazione. Dopo aver trattato del mistero della Chiesa (cap. I) e del popolo di Dio (cap. II), cioè delle realtà comuni a tutti i credenti, la costituzione si sofferma sulle differenziazioni interne dell’unico popolo di Dio affrontando i temi della costituzione gerarchica della Chiesa (cap. III), dei laici (cap. IV), della chiamata universale alla santità (cap.V), dei religiosi (cap. VI). Quindi dell’indole escatologica della Chiesa (cap. VII) e di Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa (cap. VIII). Il disegno globale della Lumen Gentium Il più autorevole commentatore della costituzione sulla chiesa, il teologo belga G. Philips, legge gli 8 capitoli della costituzione raggruppati a due a due attorno a quattro temi: la chiesa è mistero e si presenta come popolo; è organicamente strutturata; sua vocazione è la santità; suo destino è il regno della gloria oltre la storia di oggi. Il mistero della chiesa. La chiesa viene considerata anzitutto nella sua realtà invisibile, rivelata, che affonda le sue radici nel mistero tripersonale di Dio (nn. 2-4). Così la chiesa è il mistero di Dio, della sua vita di relazione, sperimentato in forma umana per suo volere. Per chiarire il significato di questo mistero nascosto in Dio e manifestato in Cristo si ricorre a varie immagini: la chiesa è il regno di Dio già presente in mistero; di questo regno la chiesa non è che inizio e germe, ne è sacramento per tutto il mondo. In questo disegno di salvezza sono compresi tutti gli uomini (n. 13). Eppure la chiesa si sente mandata ad annunciare questo progetto di Dio, perché tutti gli uomini vi rispondano con libertà e con disponibilità (n. 17). Questo mistero sussiste nella chiesa cattolica, ma non si esaurisce in essa. La necessità di appartenervi non significa impossibilità di salvezza per quanti non la conoscono, ma obbligo di accoglierla per quanti l'hanno incontrata (n. 14). Quella salvezza che Dio offre a tutti come possibilità che appella alla responsabilità personale, raduna gli uomini che credono e ne fa un popolo, che ha come caratteristica di avere come capo Cristo, come condizione la dignità e la libertà dei figli di Dio, come legge quella di amarsi a vicenda, e come fine il regno di Dio (n. 9). Tutto il popolo è reso partecipe della profezia, della regalità e del sacerdozio del suo capo, Cristo (nn. 10-12). La chiesa è popolo di Dio, strutturato in pastori e laici: gli uni e gli altri hanno in comune l'appartenenza a titolo di figli di Dio, innestati in Cristo e partecipi delle sue caratteristiche fondamentali, ma gli uni e gli altri in modo complementare a seconda delle rispettive funzioni. I vescovi sono costituiti per reggere l'intero popolo di Dio con la parola, i sacramenti e il governo pa- storale, finalizzati a far crescere l'unità e la pluralità nella chiesa, nella fedeltà ai doni del Signore. La chiesa è retta dallo Spirito, che agisce mediante i successori degli apostoli, ai quali è affidato il supremo dovere di guidare la chiesa. Al collegio dei vescovi, succeduti agli apostoli mediante il rito sacramentale, l'ordinazione episcopale conferisce la pienezza dell'ordine (nn. 19-29). I laici partecipano anch'essi alla missione della chiesa, nell'ambito propriamente secolare: loro specifica vocazione è quella di cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio (n. 31). Nell'ambito di questo impegno i laici rendono presente la chiesa, e con questo esercitano il loro sacerdozio, la loro profezia e la loro libertà regale (nn. 34-36). Una vocazione comune alla santità caratterizza tutti i membri della chiesa. Nessuno nella chiesa è chiamato alla mediocrità. Il battesimo inaugura e segna in tutti i credenti il dono dello Spirito che ci fa figli di Dio, e ci rende partecipi della natura di Dio, e perciò realmente santi (nn. 39-40). Se tutti sono chiamati a vivere in pienezza la carità, nella quale consiste essenzialmente la santità, alcuni sono chiamati ad imitare più da vicino la vita di Cristo e a mostrare più vividamente la novità del regno già inaugurato da Dio sulla terra, mediante l'assunzione dei consigli evangelici con voto riconosciuto dalla chiesa. Tale professione dei consigli evangelici appare come un segno che attira efficacemente tutti i membri della chiesa a compiere con slancio i doveri della loro vocazione cristiana (nn. 43-47). L'orizzonte della chiesa trascende quello terreno e temporale: l’indole escatologica della chiesa proietta la chiesa oltre i limiti attuali. La speranza non fa dimenticare il peso della storia, ma aiuta a portarlo fino al compimento finale, senza stancarsi. Inoltre la chiesa si sente in comunione con i figli già nella gloria, e questa comunione l'avverte come grande forza per perseverare nel cammino. Anche il pensiero che ciascuno si presenta al giudizio di Dio per ricevere in sovrabbondanza quanto ha fatto, di bene o di male, finché era nel corpo, diventa motivo di maggiore responsabilità, lungi dal bloccare nella paura del castigo (n. 48). E in Maria, la chiesa ha la sua icona: l'immagine di ciò che è chiamata ad essere oggi in terra, è anticipo di ciò che la chiesa sarà nel futuro. Per intanto la chiesa vede in Maria un segno di speranza per il popolo che, pellegrino, anela alla gloria della rivelazione piena della Trinità. Con questo accenno alla Trinità divina, vista come termine ultimo, si chiude la LG che si era aperta nel segno della Trinità, sua origine. A.d. Run4unity Domenica 9 ottobre 2005, dalle ore 11.00 alle ore 12.00 in tutti i fusi orari, ragazzi di etnie, culture e religioni diverse correranno uniti la staffetta sportiva mondiale “Run4unity” attraversando i luoghi più significativi del pianeta per stendere simbolicamente sul mondo un arcobaleno di pace. Da Gerusalemme a Kinshasa, dal Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite ai confini di Paesi in guerra, centinaia saranno le città di 182 nazioni che vedranno impegnati migliaia di ragazzi dei cinque continenti per testimoniare il loro impegno a costruire l'unità e la pace. Le isole Fiji nel Pacifico saranno la prima tappa della corsa. Poi il testimone passerà, durante la giornata in varie località delle diverse latitudini, dove prenderanno il via corse con ogni mezzo e competizioni di vario tipo. Il testimone passerà da un fuso orario all'altro attraverso un collegamento via Internet, che permetterà anche di seguire le diverse tappe della gara. Inoltre, ora dopo ora i ragazzi comporranno il messaggio finale della manifestazione. In ogni località toccata da “Run4unity” la parola sarà data ai ragazzi: coreografie, giochi ed esperienze di vita vissuta testimonieranno che la fraternità non solo è possibile, ma è già una realtà in molte parti della terra. Organizzata nel quadro della Settimana Mondo Unito, dai Ragazzi per I’Unità del Movimento dei Focolari, l'attività sportiva sarà anche gara di solidarietà per finanziare borse di studio per i giovani dei Paesi in guerra o in difficoltà. Formazione all’impegno sociale e politico Sala Casa Famiglia Via Sommeiller, 5 - Pinerolo Martedì 18 Ottobre 2005, ore 21.00 “Il regno di Dio è per i poveri: fedeltà a Dio e agli uomini nell'annuncio del vangelo" (Riflessione biblica) Rinaldo Fabris - biblista Giovedì 27 Ottobre 2005 (in due momenti) “Globalizzazione e annuncio cristiano” (Riflessione etico – teologica) Enrico Chiavacci - teologo moralista Ore 18.00: Il bene comune della famiglia umana alla luce della Gaudium et Spes e l’attuale tragica realtà della globalizzazione Ore 21.00: Pluralità di culture e costruzione dell’unità della famiglia umana Venerdì 4 Novembre 2005, ore 21.00 “Cristiani e politica: percorsi storici e prospettive attuali" Maurilio Guasco - storico Lunedì 21 Novembre 2005, ore 21.00 “Nel concreto dell’impegno politico: testimonianze” Intervengono: Teresio Delfino, Davide Gariglio, Guido Tallone DIOCESI DI PINEROLO Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro Ufficio Pastorale dei giovani e dei ragazzi Religione&scuola Pag.10 Settembre 2005 RIFLESSIONI sulla TV sul GIORNALE degli STUDENTI del LICEO SCIENTIFICO “CURIE” di PINEROLO CINEFORUM Film per la catechesi e l’irc “WHAT WOMEN WANT” di Nancy Meyers, 2001 La televisione La scatola che domina la nostra vita Nik è un pubblicitario di succesChe si può dire della televisione odiema? Mah, la m od if ic h e so. La sua vita lavorativa e sentivarietà di programmi è migliorata, ma la qualità delle che possomentale va a gonfie vele. La ditta trasmissioni stesse? Esistono servizi di un certo livel- no dare un per cui lavora sta cercando un nuolo e ne esistono altri ideati per scopo non divulgati- significato vo direttore creativo e Nik è sicuro vo; esistono fra questi quelli seri e quelli per niente diverso ai di essere il prescelto. Invece si veseri,che cercano di ottenere il massimo dell'audience c o s i d d e t t i de soffiare la promozione da nel modo peggiore: non proponendo argomenti, sog- "fatti". I tg sono solo alcune delle tante trasmissioni Darcy, una bella donna in carriera. getti, materie interessanti o che possano interessare per mezzo delle quali la televisione esercita un forte Incredulo, chiede spiegazioni al qualcuno, ma ideando delle vere e proprie stupidag- controllo sulle masse e le influenza negativamente; direttore che gli comunica la nuova gini e sciocchezze. Fra questi il "Grande Fratello", molti programmi distolgono la mente dello spettatore politica aziendale: basta con la mitico reality-show, che mi ha quasi mandato in co- dai temi importanti su cui riflettere e la indirizzano in pubblicità maschilista, si deve an- ma perché non capisco come facciano così tante per- modo sottile su futilità e sciocchezze; alcuni prodare incontro ai gusti delle consu- sone a seguire un programma del genere per più di grammi mettono in testa alle ragazzine che il sogno matrici donne. una edizione e comprare ancora la rivista ufficiale, più ambizioso può essere quello di diventare velina, Una mattina, mentre sta facendo che ha inoltre molto successo. Altro esempio di rea- che in realtà non vuol dire ballare ma far finta di balil bagno, il fon acceso cade lity-show è "L'isola dei famosi", di cui almeno si lare e di essere acqua e sapone. Nel Medioevo per nell’acqua. Miracolosamente Nik comprende il sapere la quantità di famiglie presenti sul territorio si rimane vivo, ma il giorno dopo, successo: ai calcolavano il numero di camini e ad una certa quansi accorge di sentire nella pro- Un senso fan piace tità di camini corrispondevano una certa quantità di pria testa strane voci. All’inizio Voglio trovare vedere i pro- famiglie. Oggi non si potrebbe fare la stessa cosa con pensa d’esser diventato pazzo, un senso a questa sera pri idoli e la televisione, il moderno camino attorno al quale si in seguito capisce che quelle anche se questa sera star (alcuni riunisce la famiglia, perché risulterebbero più famivoci non sono altro che i pensie- un senso non ce l’ha. praticamente glie di quelle reali: molti hanno due, tre, anche quatri delle donne che lo circondano. Voglio trovare sconosciuti; tro televisioni nella propria casa, una in soggiorno, Grazie a questo, scopre di poter un senso a questa vita ma dove li una nella camera da letto dei genitori, una nella caprevenire le loro mosse e dire anche se questa vita prendono?) mera da letto del figlio, un'altra in cucina, insomma, cose che fanno loro piacere. Sa- un senso non ce l’ha. in difficoltà. ci manca solo la TV in bagno; del resto, mica fanno rà anche l’arma vincente per Voglio trovare La televisio- così tanta pubblicità proprio per lasciare il tempo di sbaragliare la concorrente un senso a questa storia ne è uno dei più im- andare in bagno, no? Dal mio canto in casa abbiamo Darcy, divenuta nel frattempo anche se questa storia portanti mass-media: una sola televisione in, soggiorno, che si può vedere, sua intima amica. Riuscirà così un senso non ce l’ha è la principale fonte di quando vogliamo, anche dalla cucina, una televisione a rubarle le idee spacciandole Voglio trovare informazione per tutta così vecchia che credo abbia circa la mia età, se non per sue. Tutto va bene finché un senso a questa voglia la popolazione; il di- di più. Però ci basta. Non sento il bisogno di avere Darcy viene anche se questa voglia fetto consiste nel tipo una TV tutta per me in camera mia. Averla anche lì licenziata per un senso non ce l’ha di informazioni che sarebbe come ammettere al mondo intero che non so scarso rendivogliono "rifilare" stare senza quella scatola che domina a volte la noSai che cosa penso? mento. Nel che se non ha un senso ogni tanto i tg. Ogni stra vita, guardandoci dall'alto come se fossimo sotf r a t t e m p o domani arriverà... telegiornale ha la sua tomessi a lei. Ebbene, per far sì che questo non accaperò Nick, domani arriverà lo stesso. tendenza politica, e da sarei disposta anche a rinunciarci; ho che, grazie bisogna ammettere sentito di persone che vivono senza telealle voci, ha Senti che bel vento che esistono informa- visione in casa. Sarebbe forse un'idea non basta mai il tempo cambiato tanto cattiva? Elena Biglia, domani un altro giorno arriverà... zioni filtrate o arricatteggiamen“Tipi sospetti”, Liceo Curie chite di particolari e to verso le Voglio trovare un senso donne, sapu- a questa situazione L’anchorman televisivo di “Quinto Potere” to del licen- anche se questa situazione ziamento, confessa tutto e le un senso non ce l’ha. “Ammazzare la noia è il nostro mestiere” dichiara il suo amore. Darcy Voglio trovare un senso sorpresa e frastornata dalle rive- a questa condizione E allora a noi non resta che evocare la mai la verità vera!». E così conclude lazioni, dopo un primo momen- anche se questa condizione memorabile predica dell’anchorman il suo ruvido sermone: «Noi vi direun senso non ce l’ha. to di disappunto lo bacia. televisivo, interpretato da Peter Finch mo… qualsiasi fesseria vogliate sentiSai che cosa penso? Anche se il genere è quello nel film “Quinto potere” del regista re. Noi commerciamo illusioni: niente leggero-brillante della comme- che se non ha un senso Sidney Lumet: «La televisione non è di tutto questo è vero. Ma voi tutti ve dia americana, il film offre degli domani arriverà la verità! La televisione è un maledet- ne state seduti là, giorno dopo giorno, domani arriverà lo stesso. spunti di riflessione riguardo to parco di divertimenti, la televisione notte dopo notte, di ogni età, razza, alle differenze di identità, gene- Senti che bel vento è un circo, è un carnevale, una troupe fede... In nome di Dio, siete voialtri la re e ruolo tra maschi e femmine. non basta mai il tempo viaggiante di acrobati, cantastorie, realtà: noi siamo le illusioni. Quindi domani un altro giorno arriverà... Altro elemento importante nel ballerini, cantanti, giocolieri, fenome- spegnete i vostri televisori, spegneteli domani un altro giorno... ormai è film è l’apertura verso il prossini da baraccone, domatori di leoni, ora, spegneteli immediatamente, spequa! mo: l’accorgersi del disagio di giocatori di calcio! Ammazzare la gneteli e lasciateli spenti, spegnete i Voglio trovare alcune persone che gli vivono noia è il nostro solo mestiere. Quindi, televisori proprio a metà della frase un senso a tante cose accanto, dalla figlia all’impiese volete la verità, andate da Dio, an- che vi sto dicendo adesso, spegneteli anche se tante cose gata candidata al suicidio, e il date dal vostro guru, andate dentro subito!». un senso non ce l’ha… farsi carico dei loro problemi. voi stessi, amici, perché la televisione Peter Finch, dal film Quinto Potere Vasco Rossi Piergiorgio Dana Borga è l’unico posto dove non troverete (Network) - 1976 di Sidney Lumet. Dall’album “Buoni o cattivi”, 2004 Pag.3 Cultura La Chiesa, è Un intervento di Mons. Giovanni testimonianza di un ambito della realtà umana e sociale, che non è determinata solo da lontà dei soggetti, la tutela della categorie intramondane; essa è la libertà religiosa mira – nella sua "città sopra il monte" che vive in prima origine e nel suo ultimo fiuna dimensione diversa ed irradia ne – alla tutela dei rapporti tra la una luce propria, che non può non persona umana e Dio: rapporti che, essere vista. Dice una estensione per il credente, sono di tutti i più della realtà umana, ma anche un importanti, e quelli che logicamente limite della realtà politica. condizionano ogni suo altro rapporÈ la presenza stessa dei cristiani. Se to personale. la comunità politica è giustamente La seconda: il rispetto dell’identipreoccupata della propria coesione tà religiosa. Essa è indissolubilmensociale, ciò non può avvenire disco- te legata alla prima conseguenza, noscendo una realtà profonda dei ma dice qualcosa di più: dice che suoi cittadini: la loro appartenenza l’essere e l’apparire del credente, religiosa. Qualunque essa sia. E ciò che si manifesta come tale nell’amcomporta, per la comunità civile, bito secolare, profano, o laico che una duplice conseguenza. dir si voglia, non può essere consiLa prima: la tutela della libertà derato come un’apparizione di un religiosa dei suoi cittadini, nelle sue elemento eterogeneo all’essere somanifestazioni individuali e sociali. ciale (se non addirittura alquanto Se la tutela della libertà è, generica- curioso), ma come parte connaturamente, la tutela di rapporti interper- le del contesto sociale concreto. sonali nel loro dipendere dalla vo- Quanto detto vale, o dovrebbe vale- re, beninteso, ovunque e nei confronti di tutti, dei credenti di qualsiasi religione; ma in Europa, senza possibilità di riserve, nei confronti dei credenti cristiani, essendo le cifre che li riguardano le seguenti: nell’Unione Europea attuale, su di una popolazione di 456.581.000 i cristiani sono 368.870.000 ed i cattolici 262.690.000; nell’ambito del Consiglio d’Europa su di una popolazione di 821.429.000 i cristiani sono 476.082.000 e i cattolici 284.092.000. Nell’ambito dell’Osce 1.202.129.000 i cristiani sono 727.902.000 e i cattolici 357.772.000. In breve, il peso della presenza dei cristiani, e specificamente dei cattolici, nella compagine europea non può essere disconosciuto con il pretesto di una cosiddetta laicità della comunità politica. Lajolo Settembre 2005 Dizionario interculturale Stato e libertà religiosa GLOBALIZZAZIONE Con globalizzazione si indica il processo di internazionalizzazione e di multinazionalizzazione dell’economia e della finanza. Quindi è la crescente espansione geografica esponenziale di attività economiche. La globalizzazione è la chiave di lettura più adeguata per descrivere il nostro tempo storico, il dinamismo delle economie di mercato. Tutto oggi è diventato globale, ormai appartiene allo spirito del nostro tempo. La globalizzazione però non può prescindere dalla trasparenza di bilanci, dalle regole del sistema crediEstratto da un intervento di mons. Gio- tizio ecc… In educazione alla monvanni Lajolo, ministro degli esteri del dialità è necessario educare all’etica dell’economia. Nella sua complessipapa, a Cracovia il 9.09.05 tà, questo fenomeno, può comportare nuove potenzialità espansive, ma anche nuove forme di dipendenza. Il Emilio Alberich: per un rilancio del cristianesimo criterio di valutazione è sicuramente l’attenzione al bene comune e la dignità della persona umana. Sembra esserci la convinzione, o ta, a misura umana, capace di rap- particolari e dei "L’uomo contemporaneo ascolta più almeno il sospetto, che l'attuale porti umani veri. Di qui l'anelito carismi laicali, volentieri i testimoni che i maestri". verso una ricomposizione del tessus u p e r a m e n t o crisi della fede cristiana sia sopratPaolo VI, Evangelii Nuntiandi tutto di ordine culturale. Non sa- to comunitario della Chiesa, sotto delle discrimirebbe in crisi il cristianesimo in sé, forma di comunità piccole, di base, nazioni intraecFONDAMENTALISMO quanto una sua cristallizzazione comunità dal volto umano. Si parla clesiali, sopratIl fondamentalista o integralista storica, culturalmente condizionata di parrocchie e di diocesi come tutto nei confronti dei laici e delle crede di essere l’unico detentore e quindi modificabile. Un ripensa- «comunità di comunità». Ma siamo donne, ecc. della verità e combatte chi non si lontani dall'aver trovato le soluzioOggi si sente pure l'urgenza di mento dell'esperienza cristiana in adegua acriticamente alla sua positermini culturalmente accettabili ni giuste: nel pullulare attuale di una svolta decisa verso un nuovo zione o ne relativizza i contenuti. oggi si traduce, concretamente, molti gruppi e movimenti comuni- orientamento pastorale nell'azione Ogni altra verità o sua formulazione nella ricerca di un nuovo modello tari sono frequenti tendenze dei credenti. Ci vuole, per dirlo con viene ritenuta falsa e quindi persedi cristiano, di un nuovo tipo di «settarie», le tensioni e le lacera- Luigi Pirandello, «una rivoluzione guibile. In taluni casi, il fondamentazioni del- della strategia pastorale». C'è tutta lismo tenta di giustificarsi maschecomunità cristiana e di un nuovo l'unità. una prassi pastorale tradizionale randosi dietro le figure della religioprogetto di Chiesa. Anzitutto la Nel pullulare attuale centrata prevalentemente sulla sa- ne e della politica. Il fanatismo è la S'imporicerca di una nuova identità, del bisogno di una nuova spiritualità di molti gruppi e mo- ne poi la cramentalizzazione e sulla pratica conseguenza del fondamentalismo e, cristiana, della necessità che il vimenti comunitari promozio- religiosa, che non ha un'opzione in esso, vengono viste come assolute cristiano del futuro sia un sono frequenti ten- ne di un veramente evangelizzatrice né ri- le forme di identità soggettive e di "mistico" (Karl Rahner). Si con- denze settarie, ten- n u o v o sponde alle sfide delle nuove cultu- cultura etnica (tradizioni, costumi, stata che è in crisi il modello sioni e lacerazioni p r o g e t t o re. L'appello per l'evangelizzazione modelli religiosi ecc…). L’altro didi Chiesa. proietta tutto il lavoro pastorale in venta infedele e nemico. I processi tradizionale del "buon cristiano", Di fronte una prospettiva missionaria, per la di globalizzazione, i flussi migratori il modo abituale di essere credenti, che è diventato per molti uo- alla generale crisi di credibilità del- quale non si è preparati. Al centro internazionali, la perdita di certezze mini e donne di oggi improponibi- l'istituzione ecclesiale, avvertita si trova il dialogo sincero tra fede e tradizionali, il relativismo esasperasoprattutto dai giovani, si chiede cultura, in un atteggiamento di sim- to, il potere dei mass-media possono le, privo di senso, insignificante. Il cristiano ipotizzato come mo- con insistenza una riforma in pro- patia e di comprensione nei con- diventare la base per il fenomeno dello convincente dovrà avere un fondità dell'istituzione e l'attuazio- fronti del mondo d'oggi, senza ri- fondamentalista. nuovo rapporto con la fede, con la ne coraggiosa delle prospettive ec- nunciare peraltro al doveroso com- La pedagogia della mondialità deve Chiesa, con la cultura, con la socie- clesiologiche del Vaticano II: pri- pito del discernimento evangelico. promuovere l’idea della verità relazionale cioè che scaturisce tà. Dovrà essere soprattutto mato della fraternità e della comu- Ma tutto questo richiede l'abbandodall’incontro e dal dialogo. no senza rimpianti di ogni visione nione, atteggiamento disinteressato «credente impegnato» là dove priMaria Luisa Demarchi ma appariva prevalentemente di servizio del Regno nel mondo, ecclesiocentrica e di ogni desiderio opzione preferenziale per i poveri, di rivincita e di riconquista delle «fedele praticante». Siamo anche alla ricerca di un coraggiosa riforma istituzionale e posizioni perdute. Emilio Alberich tipo di comunità cristiana, spazio di superamento del clericalismo, ricofraternità vissuta e di parola libera- noscimento effettivo delle Chiese docente di Catechetica all’UPS Il cristiano dev’essere un “credente impegnato” Pag.4 Con il brevetto di pilota acrobatico Spiccare il volo in carrozzina E' il primo e unico disabile italiano pilota acrobatico d'aliante. Seduto sulla sua sedia a rotelle, Stefano Zuccarini, avvocato, è la tenacia fatta persona. Con il suo sguardo mite e dignitoso, racconta la sua storia, l'incidente in moto nel '91, la sedia a rotelle, la voglia di farcela, il sogno (realizzato) di pilotare un aliante. Riassume: «Dopo l'incidente, il 30 settembre del '91, ho trascorso un lungo e terribile periodo di depressione. La degenza in ospedale, l'inappellabile verdetto dei medici e quel senso di impotenza di fronte all'ineluttabilità del mio destino di disabile, mi avevano fiaccato le energie. Mi sembrava di impazzire», E' stato a quel punto che Stefano ha giurato a se stesso che avrebbe reagito: «Avevo bisogno di muovermi, di provare ancora le stesse intense emozioni di un tempo». «Perché - sorride quando ti si paralizzano le gambe, mica ti si paralizza anche il cervello». Giusto. Apre un cassetto ed estrae il certificato di idoneità di volo rilasciato dall'Aeronautica Militare: «Era l'11 agosto del '94 e non dimenticherò mai quel giorno. Il giorno in cui, con in mano il nullaosta per la prova tecnica di volo su aliante, ho riacquistato la libertà». Stefano, una laurea con lode in giurisprudenza, ha vinto la sua più grande battaglia legale. Le difficoltà, le resistenze e i pregiudizi non hanno fatto altro che acuire il suo desiderio di volare. Diventato realtà grazie a un codicillo, l'articolo 37 del Dpr 566 del 18 novembre 1988, che, prevedendo una clausola di flessibilità in presenza di problemi psicofisici stabilizzati e non evolutivi, ha di fatto consentito di eludere la babele di norme che fino ad allora aveva impedito che un paraplegico conseguisse il brevetto di volo. E' l'inizio del suo sogno. Anche se da buon avvocato, pragmatico quanto basta, sa che ci sono almeno un altro paio di ostacoli da superare. Reperire il velivolo, in primis. È l'Aeroclub di Viterbo a venirgli incontro, offrendogli il suo miglior aliante in vetroresina. Restano le modifiche e gli adeguamenti necessari, essenziali per poter solcare il cielo. Ma nemmeno questa volta Stefano si perde d'animo. Percorre chilometri di strada per raggiunge le rive del Reno dove l'azienda costruttrice gli modifica l’aliante, dotandolo di comandi manuali. Dopo l'omologazione, il corso di addestramento: tredici ore di volo di cui otto da solista. L'allenamento è sfiancante, ma Stefano, sostenuto da una ferrea volontà non si risparmia e corona il suo sogno. Il secondo brevetto, quello di pilota acrobatico, arriva due anni dopo, nel '98. Altro record: Stefano è l'unico paraplegico al mondo a sfidare le correnti ascensionali in aliante, esibendosi in performances acrobatiche. Partecipa ai campionati italiani e li vince, classificandosi primo nella categoria promozione. Molti applausi e una certezza. Aveva ragione lui: per volare le gambe non servono. Ed ora Stefano medita di accedere alla categoria superiore, l'ultima, quella degli «illimitati». E illimitato è proprio l'aggettivo giusto per uno che non ha più perimetri ne frontiere da quando, paraplegico, ha imparato a volare. Da LaStampa, giugno 2005 Cronaca bianca Settembre 2005 Dialogo fra civiltà (Belfast, Irlanda del Nord) Il Progetto per il Muro della Pace del Mount Gilbert Community College (Belfast) ha avuto inizio quando i bambini hanno scritto ad alcune eminenti personalità del mondo intero chiedendo loro di inviare dei messaggi di pace. Margaret Gibney, all’epoca quattordicenne, scrisse al Primo Ministro britannico Tony Blair, e nella sua lettera gli raccontò che in tutta la sua vita aveva conosciuto un unico anno di pace. Il Primo Ministro fu talmente ispirato dalla sua richiesta e dal Muro della Pace che menziono la sua lettera in occasione di una intervista televisiva negli Stati Uniti e, come conseguenza, Hillary Clinton chiese di incontrare Margaret quando si recò a Belfast, nel 1997. Da allora Margaret ha ottenuto un gran numero di riconoscimenti per la sua attività in favore della pace, fra cui un Champion Children Award, e ha viaggiato in tutto il mondo in qualità di Giovane Ambasciatore dell’UNICEF. Nel Luglio 1998 Margaret si è recata a New York per prendere parte al Forum per la Leadership Giovanile e ai Goodwill Games organizzati da Ted Turner. E’ stata una dei 36 giovani provenienti da tutto il mondo che si sono riuniti per celebrare l’inizio dei Goodwill Games. Margaret è stata inoltre uno dei tre Giovani Ambasciatori che hanno preso parte alle riprese televisive in diretta dei Giochi ed è stata intervistata sul ruolo che ha avuto nel processo di pace nell’Irlanda del Nord e sul Muro della Pace www.onuitalia.it/news/giornate/ annodialogo/UNDial01g.htm La felicità stà nel senso di quello che fai «La clausura è un pugno allo stomaco dell'uomo che cerca la felicità nell'apparire. E invece la risposta è proprio lì, nel fatto che una persona dietro la grata, apparentemente priva di tutto, è felice. Vuol dire che la felicità non sta nelle cose che uno possiede, ma nel senso che tu dai a quello che fai. L'uomo occidentale ha tutto, ma non ha il senso del tutto. È questo che manca alla sua felicità. È la disperazione che si legge nell'Urlo di Edward Munch tela di bellezza straordinaria, perché coglie la disperazione dell'uomo contemporaneo, il relativismo assoluto. Tutto precipita nel caos. L'uomo di Munch ci dice che chi smette di cercare non ha cammini davanti a sé, ma solo fughe. Nel Cristo di Georges Rouault, invece, il grido raccoglie ogni grido umano e dà pace. È il volto pacificante della Chiesa, che segna il passaggio da Munch a Rouault». Suor Gloria Riva, monaca di clausura LA BASILICA DI SANT’ANTONIO DA PADOVA Tra i monumenti di Padova spicca la Basilica di S. Antonio, detta semplicemente “il Santo”, edificio gotico che si compie nella rotondità bizantina delle cupole. La costruzione risale al XIII sec. e si può definire come chiesa di pellegrinaggio, voluta per accogliere i pellegrini desiderosi di onorare il Santo e di affidare alla sua intercessione le proprie angosce e speranze. Come tale la configurano, tra l’altro, l’ampio deambulatorio con le cappelle radiali e, fra le cupole, il tiburio con copertura piramidale, che nelle coeve chiese di pellegrinaggio francesi richiamava il Santo Sepolcro. Anche oggi la basilica è caratterizzata dal susseguirsi delle La chiesa del Volto Santo celebrazioni e dallo sciamare ininterrotto dei fedeli, provenienti da ogni Paese: luogo di devozione popolare, di comunione e ancora luogo dello Spirito di Cristo, che opera meraviglie nei suoi santi. Mosso dall’anelito al martirio, il giovane Antonio da Lisbona si sentiva chiamato ad annunciare Cristo nel Marocco, donde era appena giunta notizia dei primi martiri francescani; ma una tempesta spinse la nave su cui era imbarcato sulle coste della Sicilia. Di lì Antonio giunse ad Assisi nel 1221 in occasione del Capitolo delle Stuoie, dove conobbe Francesco, e fu poi umile frate presso Forlì. Presto però i confratelli ne scoprirono le capacità oratorie e la scienza teologica e ne fecero un grande predicatore e il primo maestro di teologia dell’Ordine francescano. Ma più che come dottore della Chiesa Antonio, indicato dalla liturgia come “insigne predicatore e patrono dei poveri e dei sofferenti”, è noto come il santo taumaturgo cui generazioni Riapprendere Cos’è la felicità e quando si realizza? «La felicità è un'esperienza di straordinaria ricchezza, non è possibile circoscriverla in una formula. Se vogliamo in qualche modo descriverla, direi che è la capacità di espandersi in vista del bene di tutti: come fa il lievito con la pasta che la fa crescere. La felicità non è fatta di momenti, ma coincide con la vita intera, la possibilità di cogliere, in ogni momento, la pienezza del bene». Salvatore Natoli, filosofo Angela Salinitro Vende pomodori per aiutare gli orfani dell’AIDS Da tranquilla pensionata a fondatrice di un centro per l’accoglienza di bambini orfani in Uganda il passo è stato breve per Angela Salinitro, ex commerciante, che per raccogliere i 50.000 euro necessari alla costruzione di una Welcoming house per i bambini di Kampala ha rivoluzionato la sua vita, mettendo a dura prova il suo carattere schivo e riservato. Ha organizzato feste, piazzato un banchetto a ogni manifestazione di paese, ha venduto pomodori destinati al macero perché troppo cari. Ha creato anche un’associazione Onlus, "Abbracci senza frontiere" (via Torrenuova 85, Ragusa), tramite la quale è possibile adottare a distanza madri sieropositive, consentendo loro di curarsi. In questa sua scelta la svolta è stato un viaggio in Uganda nel marzo scorso. Angela, con il figlio Demetrio, biologo di 38 anni, è volata a Kampala per incontrare Francis, Sono le passioni che fan- orfano dodicenne, da sette anni ano vivere l’uomo; la dottato a distanza dall’ex commersaggezza lo fa vivere più a ciante ragusana. Grazie all’invio di lungo e meglio (Anonimo) Settembre 2005 Turismo, estetica e spiritualità Le storie di “eroi che non vengono celebrati” Margaret Gibney Orizzonti aperti Pag.9 una piccola quota di sostegno, il ragazzino, che ha perso i genitori per colpa dell’Aids, in questi anni ha potuto sopravvivere e studiare. Ed ecco scoccare la scintilla della solidarietà. «Lì ho incontrato Rose Busingye, una giovane infermiera ugandese di 34 anni che si occupa dei malati di Aids delle baraccopoli - racconta –. Quando ho chiesto cosa potevo fare per loro, mi ha spiegato che il suo sogno era quello di costruire un edificio per ospitare i 200 bambini orfani d i cui si o ccupa ». «All’improvviso dentro di me ho ricevuto come una "chiamata". A maggio abbiamo iniziato la raccolta fondi. Non sapevamo nemmeno da chi andare per avviare la raccolta di fondi, così ho cominciato coinvolgendo gli amici della palestra che frequento. Per fortuna, abbiamo trovato sempre le porte aperte e tutto è stato più facile». Angela Salinitro nel 2003 è stata insignita del premio "Servitor Pacis" dalle Nazioni Unite. Simona Bruera L'ordine del mondo uscito dalla Seconda guerra mondiale (quello che, nella sua drammaticità, ha comunque accompagnato gli ultimi cinquant'anni del Novecento con la divisione del mondo in due blocchi), non è più proponibile, seppure lo volessimo. Non resta altro che incamminarci verso la convivenza pacifica. Ed è qui pertanto che bisogna concentrare gli sforzi: riapprendere e ripraticare l'arte del convivere che per secoli è stata una realtà in tante aree geografiche. E come ogni arte, anche questa richiede disciplina interiore, conoscenza e comprensione reciproca, superamento di pregiudizi e valori condivisi. Ma c'è una convinzione alla base: nel fondo dei popoli e delle religioni ci sono le energie per la convivenza, così come le forze bieche e violente. Si tratta di sconfiggere queste ultime e far crescere le prime. Per avviare la costruzione di un futuro che veda la convivenza tra i popoli di fede e cultura diverse c'è bisogno da parte di tutti di più religione e di più ragione. Vincenzo Paglia di credenti dalla fede semplice si sono rivolti fra le angustie della vita. Ai miracoli che gli si attribuiscono in vita se ne aggiunsero di assai più numerosi dopo la morte, avvenuta a soli quarant’anni presso Padova il 13 giugno 1231, al punto che Papa Gregorio IX lo volle canonizzare neanche un anno dopo. Sul lato sinistro della Basilica un ampio prospetto corinzio inquadra la Cappella dell’Arca del Santo, rinascimentale, dove i pellegrini toccano devotamente l’arca in marmo verde che custodisce le spoglie di S. Antonio, accompagnati nel percorso da rilievi raffiguranti i suoi miracoli più celebri: il cuore dell’avaro, il neonato che parla in difesa della madre, il risuscitamento del bambino annegato, la predica ai pesci Tra le opere d’arte che impreziosiscono la Basilica ricordiamo i bronzi di Donatello all’altar maggiore, la Madonna che si alza dal trono col Bambino per esporlo all’adorazione dei fedeli; la Cappella del beato Luca Belludi; la Cappella della Madonna Mora... Franco Betteto Blocca un ladro povero e gli compra una bicicletta Un ragazzo ruba una ruota di bicicletta perché non ha i soldi per comprarla, viene scoperto e fermato dalla polizia, ma il proprietaimprendirio - un tore -, una volta capito perché quel ragazzino dal l ' ar ia spaurita fosse arrivato a rubare, non solo ha deciso di non denunciarlo alla magistratura, ma gli ha comprato addirittura una bicicletta nuova. È accaduto a Frosinone. Un gesto d’altri tempo, da libro «Cuore», quello messo in atto dall’imprenditore di Frosinone che, terminata la telefonata con un amico, ha trovato la sua mountain bike priva della ruota posteriore. Un quindicenne, armato di chiave inglese, era infatti riuscito a smontare la ruota e si stava allontanando con la refurtiva sotto il braccio. Il proprietario con lla richiesta d’aiuto al 113 l'ha bloccato, ma quando ha capito che il giovane era uno squattrinato, di famiglia povera, ha rinunciato alla denuncia e lo ha portato in un negozio di sport, dove gli ha comprato una fiammante bicicletta, facendosi promettere che mai più ruberà. Europa e cristianesimo PERCHÈ NON POSSIAMO NON DIRCI CRISTIANI Dal celebre saggio di Benedetto Croce: «Il Cristianesimo è stato la più grande rivoluzione che l'umanità abbia mai compiuta: così grande [...] che non meraviglia che sia apparso o possa ancora apparire un miracolo, una rivelazione dall'alto, un diretto intervento di Dio nelle cose umane che da lui hanno ricevuto legge e indirizzo nuovo. Tutte le altre rivoluzioni, tutte le maggiori scoperte che segnano epoche nella storia umana non sostengono il suo confronto, parendo rispetto a lei particolari e limitate. Tutte, non escluse quelle che la Grecia fece della poesia, dell'arte, della filosofia, della libertà politica, e Roma del diritto: per non parlare delle più remote della scrittura, della matematica, della scienza astronomica, della medicina, e di quanto altro si deve all'oriente e all'Egitto... E le rivoluzioni e le scoperte che seguirono nei tempi moderni, in quanto non furono particolari e limitate al modo delle loro, ma investirono tutto l'uomo, l'anima stessa dell'uomo, non si possono pensare senza la rivoluzione cristiana... perché l'impulso originario fu e perdura il suo. La ragione di ciò è che la rivoluzione cristiana operò nel centro dell'anima, nella coscienza morale, e conferendo risalto all'intimo e al proprio di tale coscienza, quasi parve che le acquistasse una nuova virtù, una nuova qualità spirituale, che fino allora era mancata all'umanità. Gli uomini, gli eroi, i geni, che furono innanzi al Cristianesimo, compirono azioni stupende, opere bellissime, e ci trasmisero un ricchissimo tesoro di forme, di pensiero, di esperienze; ma in tutti essi si desidera quel proprio accento che noi accomuna e affastella, e che il Cristianesimo ha. dato esso solo alla vita umana». B. Croce Arabia, islamici illustri contro donne al volante Più di cento fra leader religiosi musulmani, sceicchi, eruditi dell'isiam, professori universitari e magistrati hanno sottoscritto un accordo che v o r r eb b e togliere ogni possibilità per le donne di guidare un'automobile. Come si legge sul quotidiano " A r a b news", certe concessioni «priverebbero la donna de! grande ruolo che le viene assegnato daila religione islamica». Le attuali leggi di Riad vietano già ora alle donne di porsi alla guida, e addirittura di salire su un’auto se non provviste di permesso scritto da parte di un componente maschile della famiglia. I leader religiosi vogliono impedire un cambiamento della ìegge, e sostengono che non permettere alle donne di guidare significa «chiudere le porte che conducono alla corruzione». ball'Occidente si levano continuamente voci di dissenso verso la condizione in cui sono costrette le donne nel regno saudita, private di un gran numero di diritti.Accuse smentite dai firmatari del manifesto, che ribadiscono la necessità di seguire i principi della legge coranica, la sharia. Filosofia&Giustizia&Religione Pag.8 La democrazia nel mondo occidentale si è evoluta con il tempo. La chiesa cattolica, per quanto difficilmente si possa dire democratica al suo interno, ha contribuito al suo emergere insistendo sulla separazione fra autorità imperiale e divina, primo essenziale passo verso una concezione pluralistica del governo. Secoli più tardi la Riforma ha istituzionalizzato il pluralismo religioso, e in un certo senso anche quello politico, esaltando il ruolo della coscienza individuale. L’Illuminismo ha fatto il passo successivo insistendo su un’analisi basata sulla ragione. L’era delle grandi esplorazioni ha allargato gli orizzonti. Il capitalismo ha fatto dell’iniziativa individuale il motore del successo economico. I concetti di istituzioni rappresentative, separazione dei poteri e sistema di controllo si sono evoluti da una ricca tradizione. Nessun’altra cultura ha fatto qualcosa di simile. Henry Kissinger, La Stampa 13.04.2004 Perché i giovani abbandonano la pratica religiosa? IL CAMMINO VERSO LA SANTITÀ La storia di Adriano “Tu puoi”, per questo sei grande. La porta è aperta Che ha incominciato a raffreddarsi in prima superiore La qualifica di Santo è nella Scrittura precipuo attributo della perfezione di Dio; esso si comunica alle creature ma secondo modalità profondamente diverse a seconda che ci si riferisca all’uomo o ad un altro essere. Gli esseri diversi dall’uomo sono “santi” quando Dio li sceglie, e perciò solo li coinvolge nella Sua Santità; così Santo è il Monte, Santo è il Tempio, santo è il Giorno del Signore. Oppure possono essere santificati per un atto dell’uomo che consacra quel bene, quell’animale a Dio; un animale può esser “santo” perché consacrato all’Eterno dal suo proprietario (Lv 27,14). L’amore s’impara molto tardi Del resto le opere del creato lodano Dio per il mero fatto Oggi si vede sprecare la vita su cose che della loro esistenza: lo lodano non contano. Avvicinandosi la morte si co"mostri marini e tutti gli abissi, glie il senso di legare la vita solo all’esfuoco e grandine, neve e nebbia, senziale. Resta solo l’amore e nessun’altra vento di bufera che obbedisce giustificazione. Ma l’amore si impara molto tardi, e si impara tardi anche che poche alla sua parola" (Salmo 146). cose danno tante illusioni come l’amore. Gli uomini e gli angeli invece L’amore realizzato è la bellezza. E questa si sono santi perché rispondono trova specialmente nella carne di Dio, nel ed in quanto rispondono - alla corpo di Cristo. Quello delle tre del Venerdì volontà di Dio: “Eccomi”, come santo, quando era tanto mal ridotto che non Abramo all’inizio del sacrificio di Isacco (Gen 22,1), come Giacobbe (Gen. 31,11; 46,2), come Mosè davanti al roveto ardente (Es. 3,4), come Samuele, chiamato nella notte (1 Sam 3,4), come Isaia (Is. 6,8). “Eccomi” non è una parola di passiva accettazione di pura scienza. Dice l’Apostolo Giacomo: “Tu credi che c’è un Dio solo? Fai bene; ma anche i demoni lo credono e tremano! La fede senza le opere è senza calore”. “Eccomi” è una parola di disponibilità, che prepara l’azione. E Dio chiede ad Abramo, a Giacobbe, a Mosè, a Samuele, di credere e di fare, di rispondere. Alla conclusione dell’episodio del (mancato) sacrificio di Isacco Iddio loda Abramo: “ora so che mi temi”. Nota De Benedetti che di fronte alla libertà umana Dio sembra quasi perdere i suoi attributi. La onniscienza: “ora so che mi temi”; e non lo sapeva prima? Sembra perdere la sua Onnipotenza, scommette su Saul e resta deluso. Scommette su Giobbe con Satana, poteva perdere e doversi riconoscere sconfitto avanti alla Sua Corte celeste. Dunque la santità dell’uomo è una risposta libera. Afferma il Siracide: "Egli da principio creò l’uomo e lo lasciò in balìa del suo proprio volere. Se vuoi, osserverai i comandamenti; l’essere fedele dipenderà dal tuo buonvolere" (15,11). Avanti alla tua tenda dice Dio a Caino sta il tuo peccato che cerca di afferrarti, tu puoi vincerlo: tu puoi, ma non è detto che ciò accada. Parole insieme terribili e piene di speranza, cui i quattro saggi cinesi del già citato racconto di Steinbeck furono lieti di dedicare anni di studio; e quando conclusero che la parola ebraica "timshel" significa proprio"tu puoi" ritennero che fosse la "parola più importante mai pronunciata", che rende grande un uomo e gli attribuisce la statura degli dei. Mario Cicala, Consigliere della Corte di Cassazione L’articolo completo su: www. giustiziacarita.it/bibbia/santita. htm poteva guardarsi… La Chiesa è bellezza quando è realtà di comunione fra persone. Marko Rupnik, padre gesuita e artista Dialogo tra religioni e culture La fede non è più affare privato Un decalogo dell’etica del dialogo La società italiana, come quella europea, è costretta ogni giorno di più a fare i conti con l’altro da sé. Maggiori sono gli elementi di diversità, maggiore è il rischio di un conflitto di valori. Per questo la politica non può tirarsene fuori: è obbligata a dare risposte alle domande incalzanti degli elettori. Ha ragione il filosofo Jürgen Habermas quando parla di società postsecolare, la fede non è più affare privato, ma pubblico. In questo quadro si collocano i referendum sulla fecondazione assistita, il dibattito sulla omosessualità… La difficoltà della politica è mediare tra una visione sociale di lungo termine e l’interesse immediato. Giuliano Amato Il percorso dei valori Il nostro percorso alla ricerca dei valori, compresi quelli della fede, è precedente all’avvento di Bush. Quindici anni fa, quando la religione sembrava molto meno importante di oggi, papa Giovanni Paolo II contribuì in modo sostanziale all’evoluzione della geopolitica internazionale e alla caduta del muro di Berlino. E in seguito, conquistata con il suo carisma la platea mediatica, riportò alla ribalta i temi della famiglia, del valore della vita, della fede. Chris Patten, commissario europeo, ultimo governatore di Hong Kong Cronaca&Esperienze&Religione Pag.5 Un magistrato interpreta la Bibbia HANNO DETTO Lo sviluppo della democrazia Settembre 2005 Primo: l’altro esiste "per" ciascuno di noi. E l’altro è il musulmano, l’altro è l’emarginato, l’altro è il marito, l’altro è il bambino, il mondo ecc. Una specie di superamento inconscio del solipsismo. Secondo: l’altro esiste come soggetto e non soltanto come oggetto. Esiste a sé stante e non mi ha chiesto il permesso di esistere. Neanche la pietra, gli alberi, gli animali. In altre parole: non si possono trasformare le pietre in pane. Terzo: l’altro non è oggetto di conquista, di conversione, di studi: è soggetto con diritti propri, con lo stesso diritto di interpellarmi, di interrogarmi, che ho io. La relazione è, quindi, biunivoca: il dialogo è dialogo perché non è monologo. Non è soltanto domandare, ma lasciarsi anche interpellare. Per questo c’è una necessità di ascolto, di umiltà, di u g u a g l i a n z a . Quarto: anche se io penso che l’altro (e l’altro può essere un sistema religioso o culturale) sbaglia, devo entrare in contatto con lui, altrimenti non c’è dialogo e senza dialogo non c’è pace. Quinto: la disposizione a dialogare è il principio etico supremo. Se ci si nega al dialogo, si finisce con il divorzio, con la guerra, con la bancarotta, con il disastro. Sesto: il dialogo deve essere totale. Come dicono gli inglesi: non c’è niente di "nonnegocial". Tutto deve essere messo sul tappeto, altrimenti non è dialogo dialogale, non è dialogo umano, è dialogo diplomatico. Si mira a vincere. Settimo: l’etica è collegata al politico, dipende dal religioso ed è frutto di una cultura. Tutto ciò relativizza l’etica, ma la rende concreta ed efficace. Ottavo: l’etica scaturisce dal dialogo religioso e allo stesso tempo ne è la sua causa. È un circolo vitale come tutte le cose ultime. Nono: nessuno ha il diritto di promulgare un’etica. L’etica non si promulga. Si scopre. E si scopre nel dialogo. Inoltre in un contesto mondiale qual è quello di oggi a nessuno viene riconosciuto il diritto di promulgare un’etica universale ed assoluta. Decimo: l’etica contemporanea deve confrontarsi con un "novum" che non si era mai verificato nella storia: il "novum" di tanta gente che muore di fame, di sete, di stenti, di violenza. E che attende una redenzione concreta: non annuncio di principî etici, ma un comportamento operativamente salvifico, purificato di ogni pretesa messianica" Raimundo Panikkar http://panikkar.splinder.com/ Il blog si occupa di proporre dei percorsi di analisi filosofica, sociale, culturale, politica all'interno dei quali collocare la riflessione sui valori della civiltà tecnologica presente e futura La storia di Adriano, diciott'anni, steva. Ma restava un po' è emblematica rispetto al percorso in fondo alla chiesa, in di tanti giovani che dopo la Cresi- atteggiamento piuttosto ma perdono i contatti con la comu- passivo. Il parroco l'avenità cristiana. va anche interpellato L'iter è abbastanza comune. I simpaticamente alcune grandi propositi ribaditi in terza volte, per un aiuto in Media al momento di ricevere ap- oratorio. Adriano aveva punto il dono dello Spirito si sono ab-bozzato un po' di sbiaditi ben presto. Alla ripresa scuse, per defilarsi. autunnale in prima Superiore, ANon sapeva forse neanche lui driano già per il fatto di doversi perché tutto questo stava scivolanspostare nella città vicina e poi per do via dalla sua vita di adolescente via dell'orario pomeridiano in due inquieto e vivace ma pure sballotgiornate, si è trovato con ritmi ab- tato da mille richiami. Una sorta di bastanza nuovi con cui combinare distacco impercettibile ma insial meglio la settimana. Lo studio stente, da un mondo che aveva l'ha preso un po' di più, le lezioni frequentato fin da piccolo, si stava di judo e le ore di piscina gli hanno imponendo attraverso innumerevosottratto altro tempo. Restava il li segnali. La mamma, che ne era sabato. Ma dopo un po' di volte, preoccupata, non riusciva a trovare all'incontro del cosiddetto "dopo- le parole giuste per vincere questa Cresima" si è stancato. Ha preferito diffidenza senza nome preciso. Lo i nuovi amici conosciuti sul bus ed assillava perché andasse in parroca scuola. Per lui era più facile bi- chia. Ed otteneva l'effetto contraghellonare in centro il sabato po- rio. Così anche in casa comeriggio, con una puntata in pub minciavano a sorgere dissapori. ed in birreria. Insomma lo snodo delicato è staAnche la Messa della domenica to questo primo anno delle superiocominciava a perdere di attrattiva. ri. Poi l'allontanamento è stato proCi andava perché la mamma insi- gressivo, senza più grandi ritorni. I nostri figli non sono nostri, ma figli del loro tempo. E’ una affermazione drammatica che già faceva andare in tilt Mao Tse Tung, ai tempi della Rivoluzione Culturale. Anch’io con la saggezza, almeno presunta tale, che spesso si riduce nel ripetere a pappardella frasi o detti usati nel passato, ho sempre ritenuto vero l’adagio latino: talis pater talis filius. In parole povere, a dare la giusta dritta ai figli, sono i genitori. Per cui se uno ha dei buoni genitori, state tranquilli cresce bene. Là dove invece non c’è la famiglia... Questo criterio è stato smentito non tanto da alcune eccezioni, che confermano la regola, ma da frequenti delusioni, provenienti proprio da quelle radici familiari che sembravano inattaccabili. Oggi sembra che il “Talis pater, talis filius” abbia ceduto il posto ad un’altra massima: chi trova un amico trova un tesoro… Dio li fa e li accompagna… oppure l’amicizia trova uguali o fa uguali… Il vero luogo educativo è il gruppo degli amici: sono essi a condiziona- Persino l'ora di religione a scuola ha perso, poco per volta, di interesse. Adriano preferiva non rompere con i genitori, rimanendo in classe, ma con la testa altrove. Le moto, i computer, gli amici, il judo, la discoteca... erano il suo vero mondo. Certo, a Natale, alla Messa di mezzanotte, Adriano è tornato. Ci sono andati tutti. Ma già a Pasqua ha poi scelto un prolungato "ponte" da spendere con gli amici. A suo tempo forse si sposerà in chiesa. Dipenderà da tanti fattori. Ma sarà nelle condizioni di troppi che non sanno spiegare appieno l'interruzione di un contatto con la vita cristiana. La spina è stata staccata e non se ne sa dire la ragione. O chissà, la ragione è chiara, fin troppo. Ma diventa difficile parlarne. d.a. del gruppo è questa: “quelli con cui esco…”. Esco dove? A fare che cosa? I figli del nostro tempo Quando? re i pensieri, le scelte, le iniziative. Alla panchina, in pizzeria; in diSono loro a dare sicurezza quando scoteca… Per questi obiettivi si invado a scuola; quando vado a sciare; staurano accese discussioni e litigate quando vado al campo, a giocare. Le in famiglia per strappare un orario imprese in solitaria sono ritenute decente per il rientro a casa, o com“sport estremo”. promessi e contratti a cui i genitori, Dal punto di vista pastorale le spesso nolenti, cedono. Viene da chiedersi se in questi conseguenze sono enormi, perché l’asse portante della formazione si “gruppi” nascono anche ideali. Ma deve spostare dalla famiglia ai scherziamo: ideali? Chi se ne frega: gruppi o alle associazioni. studio tutta la settimana! Al gruppo bisogna anzitutto apDiscorsi seri: o che barba, che partenere, cioè costruire amicizie. noia! Che cosa è che conta? Avere Poi si tratta di aderire, dove è deter- con sé soldi, il motorino o l’auto, e minante non la decisione della ra- alcuni elettrodomestici indispensabigione e della volontà, ma quella del li; un look alla moda; una bella precuore. Dopo di che il gruppo diventa senza e non rompere più di tanto. il luogo in cui ci si riconosce e al Una simile impostazione di vita, quale si dà retta. In esso esistono le che riflette e contiene gran parte gerarchie. La guida, il capo, il prete, della fragilità e dell’insicurezza dei il vescovo, il papa, non valgono per ragazzi è dettata e governata da un il messaggio che trasmettono, ma “occhio implacabile e micidiale” nella misura in cui generano consen- che non lascia nulla al caso, nonosi, emozioni, favori, stati emotivi stante sprizzi sapori di libertà e probelli, diversi e frequenti. Il gruppo è gresso. tanto più appagante quanto più ti Chi è costui? Talis frater, magnus prende e ti conduce a conclusioni frater; talis puer, rincopuer rapide ed esaltanti. Una frase che è la carta di identità Settembre 2005 Le tre S Che bello se i protagonisti del 2005 non fossero i Personaggi, ma le Persone. Se alle tre S delle pulsioni elementari - Sesso Sangue Soldi - ci affiancasse un trittico più evoluto: Sobrietà Speranza Sacralità. La Sobrietà arride a chi apprezza i piaceri del consumismo senza diventarne vittima. La Speranza è l'antidoto alla vecchiaia dello spirito perché sostituisce la paura di perdere ciò che si possiede con il desiderio di conquistare tesori nascosti. Ma sobrietà e speranza resterebbero parole secche, se non le irrigasse la sacralità. La riscoperta del sacro non coincide necessaria-mente con le religioni. E' un modo profondo di guardare la vita che agita già l'intuito di molti, ma scorre sotto la superficie dei media, perché la maggioranza degli influenti che bivaccano in tv e sui giornali rimane ancora prigioniera dei cascami di una cultura che, dopo aver staccato la testa dal cuore, fa fatica a dare un senso alle cose e si rifugia nel cinismo. Invece le cose, comprese le terribili, un senso ce l'hanno. Sono sempre di più coloro che lo dicono e che indicano ai depressi un alternativa all'alcool e ai farmaci: accettare la vita come una sfida, valorizzando la dimensione spirituale e ridando peso ai riti: il rispetto dei patti, il legame con la natura, l'amore di sè e dunque degli altri. Massimo Gramellini La testimonianza di un animatore Stratten Wuren? Con me c'è tutto Signore, porto tutto con me: la mia paura, la mia solitudine, insuccessi e tristezza, la mia debolezza e le mie tendenze indegne. Anche il mio coraggio, i miei successi, la mia gioia d'esistere, il mio amore e la mia fiducia, in modo che niente possa cadere dalle tue mani. Porto con me anche il mio scoraggiamento, sento con evidenza quanto io sia debole. Poi penso di non farcela più, tutto si intristisce, non posso né sentirti né dimostrare che esisti. Magari non ci sei... Tuttavia, credo che sia tu colui che poi mi aiuta a rialzarmi, che fa succedere qualche cosa che rende contenti. ( da uno scritto di ELKE FISCHER Documenti Pag.6 Settembre 2005 P. Xavier Leon-Dufour Parlamento delle religioni mondiali - Chicago DICHIARAZIONE PER UN'ETICA MONDIALE Questo testo è la sintesi della più ampia “Dichiarazione per un’etica mondiale”, che è stata approvata dal Parlamento delle religioni mondiali nel 1993 a Chicago. Il testo completo su: www.liceoporporato.it/ Introduzione Il mondo è in agonia. Questa agonia è così incombente e pervasiva che noi ci sentiamo spinti a indicarne le forme di manifestazione così da poter mettere in chiaro la materiali/Per_un'etica_mondiale.htm profondità della nostra inquietudine. La pace ci Appello ai capi di Stato sfugge - il pianeta viene distrutto - i vicini vivono nella Nel gennaio 2002 si svolgeva ad Assisi la Giornata di paura - le donne preghiera per la pace nel mondo. Dai partecipanti di e gli uomini sodiverse religioni e nazioni ha avuto origine un no reciproca"decalogo"per la pace inviato ai capi di Stato. mente estranei 1. Ci impegniamo a proclamare la nostra ferma con- i bambini vinzione che la violenza e il terrorismo si oppongono muoiono. al vero spirito religioso e, condannando qualsiasi ri- Tutto ciò è orcorso alla violenza e alla guerra in nome di Dio o ribile. della religione, ci impegniamo a fare tutto il possibile Noi condanniaper sradicare le cause del terrorismo. mo l'abuso del2. Ci impegniamo a educare le persone al rispetto e l'ecosistema delalla stima reciproci, affinché si possa giungere a una la nostra terra. coesistenza pacifica e solidale fra i membri di etnie, Noi condanniadi culture e di religioni diverse. mo la miseria 3. Ci impegniamo a promuovere la cultura del dialo- che soffoca la go, affinché si sviluppino la comprensione e la fidu- possibilità di cia reciproche fra gli individui e fra i popoli, poiché vita; la fame che tali sono le condizioni di una pace autentica. mina i corpi; le 4. Ci impegniamo a difendere il diritto di ogni perso- disuguaglianze na umana a condurre un'esistenza degna, conforme economiche che alla sua identità culturale, e a fondare liberamente minacciano di una propria famiglia. rovina tante fa5. Ci impegniamo a dialogare con sincerità e pazien- miglie. za, non considerando ciò che ci separa come un muro Noi condanniainsormontabile, ma, al contrario, riconoscendo che il mo il disordine confronto con la diversità degli altri può diventare sociale delle un'occasione di maggiore comprensione reciproca. nazioni; il di6. Ci impegniamo a perdonarci reciprocamente gli sprezzo della errori e i pregiudizi del passato e del presente, e a giustizia, che sostenerci nello sforzo comune per vincere l'egoismo emargina i cittae l'abuso, l'odio e la violenza, e per imparare dal pas- dini; l'anarchia sato che la pace senza la giustizia non è una pace ve- che invade le ra. nostre comunità; 7. Ci impegniamo a stare accanto a quanti soffrono e la morte assurper la miseria e l'abbandono, facendoci voce di quanti da dei bambini non hanno voce e operando concretamente per supe- provocata dalla rare simili situazioni, convinti che nessuno possa es- violenza. In parsere felice da solo. ticolare condan8. Ci impegniamo a fare nostro il grido di quanti non niamo l'aggressi rassegnano alla violenza e al male, e desideriamo sione e l'odio in contribuire con tutte le nostre forze a dare all'umanità nome della relidel nostro tempo una reale speranza di giustizia e di gione. pace. Questa agonia 9. Ci impegniamo a incoraggiare qualsiasi iniziativa deve cessare. che promuova l'amicizia fra i popoli, convinti che, se Essa deve cessamanca un'intesa solida fra i popoli, il progresso tec- re perché già nologico espone il mondo a crescenti rischi di distru- esiste il fondazione e di morte. mento di un'eti10.Ci impegniamo a chiedere ai responsabili delle ca. Quest'etica nazioni di compiere tutti gli sforzi possibili affinché, offre la possibia livello nazionale e a livello internazionale, sia edifi- lità di un migliocato e consolidato un mondo di solidarietà e di pace re ordine indivi24 gennaio 2002 duale e globale e fondato sulla giustizia. Il Decalogo di Assisi per la Pace allontana gli uomini dalla disperazione e le società dal caos. Noi siamo donne e uomini che aderiscono ai precetti e alle pratiche delle religioni del mondo. Noi confermiamo che nelle dottrine delle religioni si trova un comune patrimonio di valori fondamentali, che costituiscono il fondamento di un'etica mondiale. Noi confermiamo che questa verità è già nota, ma deve essere ancora vissuta con il cuore e nei fatti. Noi affermiamo che esiste una norma incontestabile e incondizionata per tutti gli ambiti della vita, per le famiglie e le comunità, per le razze, le nazioni e le religioni. Esistono già antichissime linee direttrici per il comportamento umano, che possono essere trovate nelle dottrine delle religioni del mondo e sono la condizione di un duraturo ordine mondiale. Noi dichiariamo: Noi tutti dipendiamo gli uni dagli altri. Ognuno di noi dipende dal benessere della totalità. Perciò dobbiamo avere rispetto per la comunità degli esseri viventi, degli uomini, degli animali e delle piante, e avere cura della salvaguardia della terra, dell'aria, dell'acqua e del suolo. Noi portiamo la responsabilità individuale di tutto ciò che facciamo. Tutte le nostre decisioni, azioni e omissioni hanno delle conseguenze. Noi dobbiamo comportarci con gli altri come vogliamo che gli altri si comportino con noi. Noi ci impegniamo a rispettare la vita e la dignità, l'individualità e la diversità, così che ogni persona venga trattata in maniera umana - senza eccezioni. Dobbiamo praticare la pazienza e l'accettazione. Dobbiamo essere capaci di perdonare, imparando dal passato, senza però mai permettere che noi stessi rimaniamo prigionieri dei ricordi dell'odio. Aprendoci a vicenda il nostro cuore, noi dobbiamo abbandonare, per amore della comunità mondiale, le nostre ostinate controversie e, quindi, praticare una cultura della solidarietà e della reciproca appartenenza. Noi consideriamo l'umanità come la nostra famiglia. Dobbiamo sforzarci di essere cordiali e generosi. Non possiamo vivere soltanto per noi stessi, dobbiamo piuttosto servire anche gli altri e non dimenticare Orizzonti aperti Pag.7 mai i bambini, gli anziani, i poveri, i sofferenti, gli handicappati, i rifugiati e le persone sole. Nessuno deve essere considerato o trattato o, non importa in quale modo, sfruttato come un cittadino di seconda classe. Tra uomo e donna dovrebbe esserci un rapporto fondato sulla parità dei diritti. Non possiamo approvare nessuna forma di immoralità sessuale. Dobbiamo lasciarci alle spalle tutte le forme di dominio o di sfruttamento. Noi ci impegniamo in favore di una cultura della non violenza, del rispetto, della giustizia e della pace. Noi non opprimeremo né danneggeremo, né tortureremo e tanto meno uccideremo altri uomini, ma rinunceremo alla violenza come mezzo di composizione delle differenze. Noi dobbiamo mirare a un ordine sociale ed economico giusto, nel quale ognuno ottenga uguali possibilità di realizzare tutte le proprie potenzialità umane. Dobbiamo parlare con sincerità e agire con simpatia, trattando tutti con gentilezza ed evitando i pregiudizi e l'odio. Noi non possiamo rubare. Dobbiamo piuttosto superare il predominio della sete di potere, prestigio, denaro e consumo, al fine di creare un mondo giusto e pacifico. La terra non può essere trasformata in meglio se non cambia prima la coscienza dei singoli. Noi promettiamo di ampliare la nostra capacità di percezione, disciplinando il nostro spirito con la meditazione, la preghiera o il pensiero positivo. Senza rischio e senza disponibilità al sacrificio non ci può essere un cambiamento radicale della nostra situazione. Ci impegniamo perciò per quest'etica mondiale, per una reciproca comprensione e per forme di vita socialmente aperte, promotrici della pace e rispettose della natura. Noi invitiamo tutti gli uomini, religiosi o no, a fare lo stesso. Parlamento delle religioni mondiali I miei 90 anni con la Bibbia P. Xavier Leon-Dufour guarda l’albero di senapa del giardino con occhi che vanno oltre quello che vedono, riflette e dice:”Quel granello di senapa su quell’albero tanto grande è come la nostra vita, piccola cosa che cresce con la potenza di Dio. Siamo terra animata dallo Spirito”. Con semplicità spiega la Bibbia, ripercorre il senso dei sacramenti, commenta il male nel mondo e la concezione antropologica da lui maturata, toccando il valore della comunicazione nei nostri giorni. Parla di ieri e racconta di oggi, riannodando quel filo che lega strettamente passato e futuro: un filo che è l'opera di Dio nel quotidiano e che il gesuita cerca di riavvolgere in quella grande matassa della nostra realtà. “Studio la Bibbia ed ora il mio compito è aiutare la gente a comprenderla. E’ Dio che me ne dà la forza, attraverso la preghiera”. In che modo la Bibbia parla ancora all’uomo di oggi? “La Bibbia dice che la salute viene da una semplice dipendenza dell’uomo da Dio: siamo tutti sospesi al soffio di Dio e per questo non dobbiamo sentirci dominatori del Creato, ma dipendenti dal nostro Creatore”. Una concezione che appare difficile da riscontrare oggi, dove tutti si sentono “onnipotenti”. “Ma Dio continua a manifestarsi attraverso le occasioni della vita al fine di concederci una migliore esistenza. Egli ci dice che vuole con noi stipulare un’alleanza che, però, ci obbliga a rispettare delle condizioni. E questo perché desidera che noi siamo veramente uomini, nel senso più elevato del termine. Dio parla da sempre,dalla creazione. E con Gesù, che è venuto sulla terra, la Parola è diventata carne per esprimersi come l’uomo può capirla”. Eppure, nonostante Dio voglia per noi una vita “piena”, il mondo sembra dominato dall’ingiustizia. “Ma il male che appare all'uomo come un problema è per il cristiano un mistero. Noi siamo vittime e autori del male. Questo concetto è ben espresso dalla vicenda della Torre di Babele: quando l'uomo vuole costruire da sé la divinità e non si riconosce dipendente dal suo Creatore, allora compie il peccato fondamentale. Dio, però, ha voluto farsi uomo. In Gesù, diviene egli stesso, come dice S. Paolo, peccato, condannato a morte. Allora, il male non è più un problema: esso è il mistero della Croce, che significa che dobbiamo, anche noi, morire alle nostre pretese. Occorre avere rispetto per la propria persona. Del reDichiarazione Universale sto, noi ci esprimiamo con il corpo, pladel Cittadino del Mondo smato con la terra. Io credo che l’anima sia lo spirito che, con la morte, torna a Io cittadino del mondo mi impegno a sostenere Dio che ci concede un corpo nuovo non ovunque mi trovi i valori di: più fatto di terra, ma che è Cristo stesso”. Ma allora perché, nonostante il deUMANITA’ siderio di Dio di entrare in relazione con Humanity - Humanite - Humanidad Riconoscendo ad ognuno l'uomo, c'è nel mondo di oggi tanta il valore e la dignità del suo essere uomo mancanza di comunione? “L’uomo non crede più che Cristo è il legame tra lui e GIUSTIZIA il Padre. La tentazione più terribile è Justice - Justice - Justicia ancora quella di essere separati da Dio Rispettando le leggi e ripudiando e denunciando con perché, se non c'è Lui, non c'è comuniocoraggio le ingiustizie e le diseguaglianze ne”. Ma Cristo, presente ancora nel DEMOCRAZIA mondo, ce lo ricorda. “Sì, Gesù è vivenDemocracy - Democratie - Democracia te ma non in maniera tattile. S. GiovanVivendo attivamente la libertà di cui godo e rivendicando tale diritto per chi lo vede negato ni lo riconosce nella tomba vuota, a Maria di Magdala, che voleva abbracciargli PACE i piedi, il Gesù spiega che deve andare Peace - Paix - Paz verso i fratelli: per lei il vuoto è lasciare Costruendola con il coraggio e la forza del dialogo i piedi di Gesù. Anche S. Tommaso fa e ripudiando guerre e violenze questa esperienza del vuoto: egli deve rinunciare alla sua razionalità. Ecco, il SOLIDARIETÀ Solidarity - Solidarite - Solidaridad Signore è vivo nel prossimo, nei fratelli. Stando dalla parte degli ultimi e degli oppressi Ma è vivo anche nei sacramenti di cui senza rimanere neutrale l'uomo è chiamato a scoprire il senso profondo. Quasi impossibile oggi, dove RESPONSABILITÀ tutto è ridotto a rito. In effetti oggi non Responsability - Responsabilite - Responsabilidad Informandomi sui problemi del mondo con senso critico e c’è più il senso simbolico. Del resto, se vivendo con sobrietà ed essenzialità le scelte quotidiane non si crede in un altro mondo, non si può parlare di sacramento. E’ soltanto la RISPETTO PER L’AMBIENTE fede che può farci credere. Una fede che Safeguard of the environment è come un granello di senapa; qualche Respect de l’environnement Respeto hacia el hambiente granellini nero si disperderà nell’aria. E Amando la terra e la natura poi, alto, crescerà un nuovo albero”. ImpegnaMondo e vivendole come fossero la mia casa http://www.focsiv.it/camp/camp_index.htm www.mascioli.info/imiei9oanniconlabibbia.html Settembre 2005 NOTE DI LETTURA L’11 settembre visto da Orazio di Andrea Balbo Seamus Heaney, scrittore cattolico nordirlandese e premio Nobel 1995 per la letteratura, è celebre poeta e saggista profondo e raffinato. In un recentissimo volume appena pubblicato da Interlinea editore ed intitolato Fuori campo egli propone l’accostamento tra una poesia di Orazio (Odi I, 34) e le tragedie dell’11 settembre e delle guerre scaturite da quell’infausto giorno. Nella sua opera il poeta latino riflette sul proprio rapporto nei confronti della divinità, che, improvvisamente, ha scagliato un fulmine; il tuono è rimbombato nel cielo sereno ed il prodigio ha sconvolto l’intero mondo: di fronte ad esso, Orazio dichiara di essere costretto a seguire nuovamente la strada della devozione agli dei, dato che Giove è capace di “cambiare ciò che è più basso con ciò che è più alto, rendere privo di valore l’uomo grande e far emergere ciò che è oscuro” (vv. 12-14) e la sorte è così forte che può togliere la corona a un re e posarla sul capo di un altro. Secondo Heaney si può ritrovare una “corrispondenza inquietante” fra questi versi e le “immagini oniriche e ferali delle Torri Gemelle del World Trade Center” (cito dalla traduzione del curatore del volume Massimo Bacigalupo); addirittura i versi di Orazio avrebbero potuto essere scritti a Baghdad e il lampo di Giove scenderebbe sulla terra come “pioggia radioattiva”. Heaney chiude le sue pagine proponendo di tradurre i versi latini 12-14 con “tutto può accadere”, una forma che esprime “le improvvise casuali desolazioni degli anni iniziali del nuovo millennio”. E’ bello e naturale che l’artista moderno ricorra al testo antico, lo rilegga e se ne avvalga per esprimere un contenuto forte: è segno, se mai ce ne fosse bisogno, del legame profondo mai interrotto tra il mondo moderno e la cultura classica. Vorrei però approfondire la questione, in quanto il luogo comune del capovolgimento della realtà operato dalla divinità si trova anche in un testo forse più noto, il cantico della Vergine del Vangelo di Luca 1, 46-55, in particolare 51-53: “Ha dispiegato la potenza del suo braccio e ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha deposto i potenti dai troni e ha esaltato gli umili; ha riempito di beni gli affamati e ha rimandato i ricchi a mani vuote”. C’è una differenza enorme: Orazio trema di fronte alla potenza divina, che ha scompaginato le sue convinzioni: infatti secondo Epicuro, di cui ha sempre dichiarato di seguire l’insegnamento, non esistono fulmini senza nuvole; Maria trova invece nella potenza divina sostegno e conforto. Il canto tremante di Orazio, che oscilla tra la conversione religiosa e l’affermazione della drammatica solitudine dell’uomo di fronte alla sorte (le interpretazioni divergono), ci dà, grazie all’acuto recupero di Seamus Heaney, l’immagine di una divinità a cui si ricorre per paura; ma, forse, noi uomini del terzo millennio abbiamo soprattutto bisogno di quella speranza che ci giunge dal canto di Maria. Andrea Balbo