Anno 6 - Numero 1 - Luglio2014

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Anno 6 - Numero 1 - Luglio2014
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Lettera
n u o v i
s t r u m e n t i
p e r
c o m u n i c a r e
Anno VI numero 1 - Luglio 2014
TNT Post cambia nome e diventa Nexive
Il primo operatore privato italiano si presenta con un nuovo logo
TNT Post è diventato Nexive. Il primo
operatore privato postale italiano si
presenta con un’identità nuova e
fortemente distintiva, che riassume
tutti i valori che lo hanno sempre
contraddistinto nei servizi ai clienti e nel
segno dell’innovazione. Dal 19 maggio di
quest’anno, la società ha cambiato nome
e logo, senza però rinunciare al suo colore
caratteristico, l’arancione. Nexive , che ha
la sua sede principale a Milano, nasce nel
1998 in seguito a una serie di acquisizioni
di aziende private di recapito e altre società
di produzione e servizi nel settore, tra
cui lo storico marchio milanese Rinaldi
L’Espresso. Ora, nel 2014, si è arrivati alla
grande svolta di Nexive, un cambio di nome
che esprime la vision aziendale di “essere
la piattaforma postale per eccellenza nel
recapito della posta e dell’e-commerce”. Il
cambio di nome deriva dalla separazione
societaria del gruppo TNT, datata 2011, che
ha portato alla nascita del gruppo PostNL,
di cui Nexive fa parte, e ha reso doveroso
sciogliere ogni legame con la sigla TNT, per
evitare confusione.
Il nome Nexive vuole evidenziare la
propensione al futuro, a quanto c’è
dopo, prendendo ispirazione dalla parola
inglese “next”. Questo però non vuole
dire perdere i propri valori, quelli su cui
si è basata la società in questi anni di
lavoro che l’hanno portata a diventare il
primo competitor privato di Poste Italiane,
piuttosto l’obiettivo è trasferirli nella
nuova identità, capitalizzando la propria
storia per costruire le basi per il futuro.
Per farlo, Nexive si presenta con tutte le
caratteristiche per connettere il Paese: un
modello cooperativo di impresa fatto di una
rete di partner che presidiano il territorio e
ascoltano le esigenze delle realtà locali; 12
bacini, 12 centri smistamento e 600 filiali
dirette e indirette sul territorio; tecnologie
all’avanguardia nel settore postale che
offrono ai clienti un servizio di gestione
Una nu
È il momento
La nostra soc
Da maggio 2
la nostra foc
e che innove
Perché
Dopo la sepa
del Gruppo P
con la sigla T
di confusion
Il cambiame
documentale a ciclo completo esclusivo;
un’organizzazione fatta di oltre 5.500
addetti che rappresentano il vero valore
dell’azienda. Grazie a questi numeri Nexive
raggiunge ogni giorno il 74% delle famiglie
italiane attraverso oltre 500 milioni di buste
movimentate ogni anno.
L’ad Luca Palermo: “Ci rafforziamo per il futuro”
Per informare le famiglie italiane lanciata una campagna da 12 milioni lordi
“Nexive segna un cambiamento di passo”. È il commento di Luca
Palermo, amministratore delegato di Nexive. “Il passaggio al nuovo
nome – spiega – ha un importante valore strategico: significa
connessione, modernità e futuro. Diventare Nexive per noi significa
rafforzare il nostro essere la piattaforma postale per eccellenza
nel recapito della posta e dell’e-commerce e questo lo facciamo
e lo faremo attraverso soluzioni intelligenti, innovative e semplici
per creare luoghi fisici e digitali di connessione fra aziende e
consumatori e tra pubbliche amministrazioni e cittadini”. La genesi
della svolta la ricorda Valentina Pavan, responsabile Corporate
Communication Nexive: “Il viaggio verso Nexive è iniziato a marzo
scorso quando sono partite le prime buste a doppio logo. Il punto
di arrivo è stato il 19 maggio, il giorno dello switch off, quando oltre
2.300 insegne e vetrofanie, le divise di 4mila postini e 2mila veicoli
sono diventate Nexive”. Per informare i milioni di italiani che per anni
sono stati abituati a ricevere posta con il marchio TNT Post, continua
Valentina Pavan: “In contemporanea è partita una campagna
pubblicitaria da oltre 12 milioni di investimento lordo, un grande
sforzo economico per raggiungere davvero tutti”. Una campagna
fatta di 112 avvisi stampa su 32 testate quotidiani con 52 milioni di
contatti lordi, oltre a 1.200 spot sui maggiori network nazionali per
164 milioni di contatti stimati.
Nuovo impulso
al settore
Lo Stato privatizza
Poste Italiane
Previsto lo sbarco in Borsa del 40%
della società controllata dal Tesoro
Vincenzo Visco Comandini
“Dalla privatizzazione di Poste
Italiane ci potranno essere
ricadute positive per l’intero
mercato postale italiano”. Ne è
convinto il professore Vincenzo
Visco Comandini, docente
di Economia delle istituzioni
all’Università degli studi di Roma
“Tor Vergata”, secondo il quale
una delle conseguenze del
processo potrebbe essere “una
modernizzazione dei servizi
postali, grazie a risorse fresche da
investire, con un effetto traino per
l’intera industria”. La quotazione
“dell’intero gruppo, ovvero servizi
finanziari e bancari - che sono
in utile - e servizi postali - che
invece sono in perdita - potrebbe
permettere una rimodulazione
dell’offerta postale”, continua
Visco Comandini, sottolineando
che tra le aree di crescita ancora
poco esplorate c’è “l’e-commerce,
che in Italia non è ancora
particolarmente sviluppato, sia
come vendite che come trasporto
fisico: solo il 13% degli acquisti
on-line sono beni fisici consegnati
al destinatario”. Tuttavia,
sottolinea il docente, “in questo
comparto Poste Italiane dovrà
confrontarsi con i concorrenti,
che stanno facendo bene”. Il
rischio che la privatizzazione
possa rappresentare “una battuta
d’arresto per la liberalizzazione,
come spesso accade”, dovrebbe
essere scongiurato, anche
perché “il mercato il italiano è già
liberalizzato e la rimanente riserva
sulla consegna degli atti giudiziari
e delle multe nei prossimi anni è
prevedibile che verrà abolita al di
là della privatizzazione”.
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Lettera
Proprietario ed Editore
Il Sole 24 ORE Spa
Direttore responsabile: Lorenzo Lanfrancone
In redazione: Flavia Carletti
Il processo di privatizzazione di Poste
Italiane è entrato nel vivo. Il ministero del
Tesoro, che ne controlla il 100%, punta a far
sbarcare a Piazza Affari il 40% del capitale
della società. Il consiglio dei ministri ha
varato il decreto che contiene i criteri per la
privatizzazione a metà maggio. Per quanto
sull’operazione ci sia il massimo riserbo, si
parla dell’autunno prossimo, tra la fine di
settembre e novembre. In ogni caso, non
si dovrebbe finire oltre il 2014. L’obiettivo è
di incassare non meno di 4 miliardi di euro,
arrivando possibilmente ai 5 miliardi, se
non oltre.
Le cifre al momento non sono definitive, in
quanto non è stato ancora stabilito il prezzo
della quotazione e molto dipenderà dalla
domanda. Di certo c’è che il comunicato
stampa della presidenza del consiglio
parla della “alienazione di una quota della
partecipazione non superiore al 40%,
disponendo che tale cessione - che potrà
essere effettuata anche in più fasi - si
realizzi attraverso un’offerta pubblica di
vendita rivolta al pubblico dei risparmiatori
in Italia, inclusi i dipendenti del Gruppo
Poste Italiane, e/o a investitori istituzionali
italiani e internazionali”.
Per i dipendenti è prevista una
incentivazione: ovvero avranno diritto
a “quote dell’offerta riservate (tranche
dell’offerta riservata e lotti minimi
garantiti)”, oppure vantaggi in termini di
prezzo (“ad esempio - recita il comunicato
- come in precedenti operazioni di
privatizzazione, bonus share maggiorata
rispetto al pubblico indistinto”) o ancora
di privilegiate modalità di finanziamento.
Indubbiamente si tratta dell’Ipo più
importante dell’anno che coinvolgerà
molti risparmiatori e che potrebbe attrarre
l’attenzione verso l’Italia dei grandi fondi
internazionali.
Lo scopo dell’operazione è abbassare
il debito pubblico, per quanto l’incasso
previsto appare una goccia nel mare di
fronte ai 2.100 miliardi che pesano sui conti
dello Stato. In questi mesi advisor e analisti
Sede Legale e redazione:
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Il Sole 24 ORE
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Periodico Trimestrale
Reg. Trib. Milano n. 425 del 3 luglio 2008
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valuteranno gli asset di Poste Italiane per
arrivare a un prezzo che possa essere il
“giusto” possibile, che permetta sì un buon
incasso al Tesoro e che allo stesso tempo
possa garantire anche una crescita in Borsa.
In Gran Bretagna ci sono state non poche
polemiche dopo la quotazione di Royal Mail
da parte del governo. Il titolo ha conosciuto
una impennata che ha fatto alzare più di
una critica sul prezzo dell’Ipo, giudicato a
posteriori troppo basso ai danni dello Stato
e in favore degli investitori privati.
E l’esempio britannico viene guardato
anche per quanto riguarda il futuro
dell’azienda. Dopo meno di sei mesi dalla
quotazione, la Royal Mail ha annunciato
1.600 tagli al personale. In Italia non c’è
alcuna previsione di questo tipo e c’è
anche da dire che Poste Italiane fattura
26 miliardi di euro contro i 9,2 miliardi di
sterline della Royal Mail (11 miliardi di
euro). Il gruppo, inoltre, è composito e
vede l’80% dei propri ricavi arrivare dalle
attività di raccolta e gestione del risparmio,
specie in ambito assicurativo. Le aree
tradizionali, come la corrispondenza e
le spedizione, al momento sono voci in
perdita ma potrebbero beneficiare dello
sviluppo dell’e-commerce, che in Italia ha
una penetrazione del 2% contro un 15% di
quella nel Regno Unito.
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L’e-commerce continua la sua ascesa
Il nostro Paese però è ancora in ritardo rispetto alla Gran Bretagna
“
Il nostro Paese
si pone al sesto posto
in Europa per valore
delle vendite online
con un controvalore
di 12,7 miliardi di euro
nel 2013
“
In Italia l’e-commerce continua a crescere.
Gli utenti internet sopra i 15 anni che non hanno
mai fatto un acquisto in rete ormai sono appena
un terzo del totale. Lo ha rilevato nell’aprile di
quest’anno l’e-commerce Index di NetComm
e Human Highway. Inoltre, gli utenti che
comprano su internet abitualmente sono
cresciuti del 22,8% nell’ultimo anno, anch’essi
poco più di un terzo del totale. Il nostro Paese
si pone al sesto posto in Europa per valore
delle vendite online con un controvalore di
12,7 miliardi di euro nel 2013. Tuttavia, il
ritardo rispetto ai primi in classifica è ancora
grande. I primi tre Paesi (Gran Bretagna,
Germania e Francia) rappresentano il 79%
del totale dell’ecommerce del Vecchio
Continente e il confronto con Regno Unito in
particolare evidenzia numeri da distanza
siderale. In Uk l’85% di chi acquista lo fa anche
online e il valore dell’e-commerce ha raggiunto
quota 66 miliardi di euro, escluse le assicurazioni
(su 352 miliardi in totale nell’Unione Europea),
come risulta dai dati presentati all’”e-Commerce
Netcomm Forum”, l’appuntamento promosso
per il nono anno consecutivo dal Consorzio
Netcomm e dedicato al commercio
elettronico. Non bisogna però vedere il
bicchiere mezzo vuoto. Nel 2011 i consumatori
che facevano acquisti in rete in Italia erano 9
milioni, ora sono 14 milioni e si prevede che a
fine 2014 saranno saliti a 18 milioni. Il fenomeno
è quindi in netta espansione, nonostante il
Paese sia reduce da anni difficili sul fronte dei
consumi interni. Il ritardo, comunque, non è
solo “colpa” degli acquirenti.
In Italia, secondo l’Osservatorio e-commerce
B2c Netcomm-Politecnico di Milano, le Pmi
che si sono attrezzate per vendere i propri
prodotti e servizi online sono appena il 5%
del totale, quando i consumatori che usano
l’e-commerce acquistano per il 37% (sul
fatturato complessivo) da siti di italiani, per il
28% da siti di filiali italiane di multinazionali,
per l’8% da multinazionali senza base
societaria in Italia (ma con un team dedicato
al mercato) e, infine, per il 27% da siti di
imprese straniere globali. Tale limite da parte
delle imprese italiane è un freno non solo allo
sviluppo del commercio elettronico ma
anche del Paese.
Stando al rapporto “Crescita Digitale”
realizzato da Marco Simoni della London
School of Economics, infatti, la diffusione
dell’economia di internet ha un effetto
positivo sull’occupazione, in particolare su
quella giovanile. In media, risulta dalla
ricerca, un aumento della diffusione di
internet del 10% determina un aumento
dello 0,44% sull’occupazione complessiva e
dell’1,47% su quella giovanile. In Italia, però,
c’è un fattore che sta alimentando le vendite
online: l’elevata diffusione di smartphone,
che sta alimentando una robusta ascesa del
mobile commerce. Gli acquisti fatti con i
nuovi telefoni e con i tablet sono in crescita
del 255% in un anno.
Sistema completo, un pieno di servizi per il B2C
Per la spedizione merci una nuova proposta ricca di optional
Nexive sviluppa la sua offerta nel recapito
pacchi B2C in tutta Italia. In questa ottica
è nato il servizio “Sistema completo”, ricco
di optional inclusi nel prezzo, che altri
operatori fanno pagare come extra. La sua
principale caratteristica è la semplificazione
della spedizione di merci, cui si aggiungono
efficienza di consegna e trasparenza nei
costi. Con Nexive si può dire addio al “peso
volumetrico”, ovvero invece di complicati
calcoli peso/volume per valutare il prezzo
della spedizione, si può scegliere liberamente
tra cinque taglie per volume o per peso.
Una volta deciso come procedere, in caso si
voglia seguire l’opzione volume, si può anche
acquistare direttamente da Nexive una scatola,
nelle tre taglie X-small 1 (20x15x10 cm),
X-small 2 (27x22x5 cm) e small (31x21x15
cm). La soluzione è rivolta agli operatori
e-commerce, per chi vende a catalogo o
tramite i canali televisivi e per chiunque vuole
spedire merci. Il pacco può anche essere
ritirato presso la sede del mittente e in ogni
caso contrassegnato da un codice a barre che
lo identifica e ne permette la tracciabilità. Il
portale dedicato permette infatti di controllare
ogni singola spedizione in qualsiasi momento,
facendo la ricerca per numero di spedizione
- nome del destinatario - data di consegna.
Inoltre, il portale consente anche di inserire
file di destinazione, controllare le giacenze
e di preparare lettere di vettura. Per quanto
riguarda la consegna, il servizio prevede
il contatto con il destinatario entro 24 ore
(Sicilia, Calabria, Sardegna: entro 36/48 ore),
la consegna in tre giorni (5 giorni per le Isole,
Calabria e zone disagiate), la consegna al piano
(fino alle 19.00), e due tentativi di consegna
concordati. In caso questa non dovesse andare
a buon fine, non ci sono costi di giacenza fino
a 10 giorni. Inoltre, a supporto dell’avviso
cartaceo lasciato al destinatario, in caso questo
risulti assente gli viene inviato anche un sms o
una email, come ulteriore forma di avviso.
Lo sapevate
che...
Festa grande per celebrare Nexive
Svelato il nuovo logo tra musica e tanti ospiti
Una stanza interamente
tappezzata di francobolli.
L’idea è venuta a Valerie
Howkins, una gioielliera
81enne in pensione di Norfolk,
in Inghilterra,
che ha creato un
piccolo Museo
della Memoria
in ricordo del
figlio David.
Tutte le pareti
della stanza
sono ricoperte
di francobolli,
alcuni dei quali
di notevole
importanza
storica, come il
Penny Black, ma
non solo, l’opera
di “copertura”
comprende anche gli
oggetti, dalle sedie al
tavolo, dall’orologio a
un busto, perfino il pianoforte.
alcune dei quali di notevole
importanza storica, come il
Penny Black.
Asta milionaria da Sotheby’s
a New York per l’unico e
leggendario British Guiana
One-Cent Magenta. Il
francobollo ha una valutazione
tra i 10 e i 20 milioni di dollari
e proviene dalla proprietà
di John Du Pont, che lo ha
acquistato nel 1980. Si tratta
del francobollo più raro al
mondo, una unica emissione
nel 1856: ognuna delle tre
volte che è stato battuto
in un’asta nel passato ha
stabilito nuovi record per un
francobollo. Scoperto da un
ragazzino scozzese
di dodici anni in Sud
America nel 1873,
è passato nelle più
prestigiose collezioni
private di francobolli
del mondo.
le mitiche biciclette
arancioni
let’s dance together!
Il 16 maggio, al Palazzo del
Ghiaccio di Milano, è stato
festeggiato il passaggio a
Nexive. Artisti di strada, la
musica di Rosario Pellecchia
e uno show di Enrico
Brignano hanno allietato
la serata a 700 ospiti, tra
clienti, partner, fornitori,
manager e dipendenti.