La concezione medievale del tempo
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La concezione medievale del tempo
La concezione medievale del tempo 1. Il tempo ciclico Ourobòros Lavori agricoli in una miniatura medievale • Fu probabilmente l'osservazione della regolarità del moto degli astri e della costanza dei ritmi biologici a conferire, per estensione, un'analoga struttura ciclica al tempo nel suo complesso: come le stagioni si ripresentano sempre uguali, nulla accade che non sia già accaduto, il futuro perpetua il passato. • Il pensiero classico pagano si è rappresentato il tempo secondo l'immagine di una ruota o di un cerchio che ritorna su se stesso sotto l'azione del movimento degli astri che ne regolano il corso. Di qui il tempo ciclico è detto anche cosmico; esso è determinato e misurato dalla rivoluzione delle sfere celesti e, per il suo svolgersi ordinato, è l'immagine mobile dell'eternità immobile e sua imitazione (Platone Timeo) Ciclicità del tempo in Oriente Calendario atzeco I lavori dei campi in un manoscritto tedesco degli inizi del XIII sec. agosto ottobre novembre dicembre • Calendarium (Prayer calendar), Latin Bible selections: Liber Psalmorum, Cantica with prayers; Hymns, etc., Southern Germany, about 1200 • This codex from southern Germany is composed of two parts bound together in one German binding in 1569. The first part of the manuscript contains about a hundred leaves from the 12th and 13th centuries. • It begins with a calendar featuring numerous constellations and full page illustrations. Following are prayers and liturgical songs. The second part consists of thirty leaves containing a series of Latin prayers in carefully wrought late 14th century Gothic script. • Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 30 Sapresti identificare i lavori qui raffigurati? Il ciclo scultoreo dei mesi della cattedrale di Modena (XII sec.) Il ciclo scultoreo dei mesi dell’Antelami Parma, Battistero (inizi XIII sec.) Il ciclo dei mesi nel rosone della cattedrale di Notre Dame di Lausanne (XIII sec.) Particolari della vetrata del rosone centrale della cattedrale di Notre Dame di Lausanne (XIII sec.). Il rosone rappresentava spesso l’universo. Questo contiene le quattro stagioni, i quattro elementi, i quattro venti, i quattro fiumi del paradiso, i lavori dei dodici mesi e i segni zodiacali. Il ciclo dei mesi nel castello del Buonconsiglio di Trento (inizi XV sec.) gennaio aprile maggio giugno luglio agosto ottobre novembre Il Ciclo dei Mesi si trova nella Torre Aquila del Castello del Buonconsiglio di Trento. Risale all'inizio del Quattrocento e costituisce una delle prove più eccelse a livello europeo del Gotico Internazionale. Sono raffigurati undici mesi (il mese di marzo è perduto) che rappresentano gli svaghi dei nobili a fianco delle attività lavorative del popolo legate al mondo agricolo. dicembre Les Très riches haures du duc de Berry sec.XV, mm. 290 x 210, gotico. Agosto. Castello di Etampes, caro al duca. Un cavaliere conduce due coppie alla caccia con il falcone. I contadini sui pendii raccolgono il grano; bagnanti nell'acqua. • Cosa ricaviamo da questi documenti riguardo alla concezione del tempo nel medioevo? • Qual era la funzione di questi calendari figurati? Origine dei calendari figurati • Gurevič ricorda che già presso i Germani nell’alto medioevo i mesi portavano i nomi delle attività agricole svolte nelle diverse stagioni (luglio = mese della falciatura, settembre = mese della semina, aprile = mese delle erbe) come lo spazio, così il tempo non è astratto, ma legato a quanto in esso si svolgeva. • Carlo Magno nel IX sec. tentò di introdurre queste denominazioni nel calendario ufficiale, ma non riuscì a realizzare il progetto, perché nelle varie regioni questi nomi si applicavano a mesi diversi. • Il calendario pagano, che rifletteva i ritmi naturali, viene adattato alle necessità della liturgia cristiana (molte feste sono situate nei momenti di svolta del ciclo annuale, come quelle pagane, ad es. 15 agosto, festa di Artemide festa della Madonna) • I cicli figurati dei mesi conobbero un periodo di elevata produzione fra il XII e XIII secolo e principalmente nelle chiese romaniche e gotiche in Italia e in Francia. Numerose testimonianze ci sono pervenute in ogni forma artistica: scultura, pittura, mosaico, miniatura, tappezzeria (Tappeto di Gerona). • Analizzando questi Cicli è possibile rilevare come alcuni temi siano generalmente ricorrenti anche in aree geografiche molto diverse fra loro per caratteristiche naturali e di popolazione. Il grano e l'uva ricoprivano un'importanza fondamentale nell'economia agricola e i lavori legati a queste colture sono presenti nella maggior parte dei cicli medievali. • A seconda del clima, influenzato dalla latitudine e dall'altitudine, questi mestieri possono essere anticipati o posticipati di un mese rispetto alla media, ma sono comunque presenti. • Si riscontrano due tipi di rappresentazioni nei calendari medievali: la prevalente riguarda le attività agricole specifiche che venivano svolte nel mese rappresentato, ma sono individuabili anche le figure allegoriche che evidenziano la caratteristica principale di alcuni mesi o il loro legame con antiche credenze pagane come nel caso del Giano bifronte, personificazione di Gennaio, retaggio della cultura romana. (il mondo classico raffigurava i mesi con simboli astrologici o figure umane statiche) Parma, Battistero, Giano bifronte Quale funzione ricoprivano i Calendari figurati medievali e a chi erano destinati? • 1. 2. • Molti ritengono che i cicli figurati avessero una doppia funzione: ricordare alla classe contadina la periodicità dei lavori secondo un rituale tramandato di generazione in generazione; riconoscere il lavoro dei più umili, che contribuivano attivamente alla rinascita delle attività produttive e commerciali. Il progressivo miglioramento delle condizioni lavorative dovute alla introduzione di innovazioni tecnologiche, come il giogo per gli animali da tiro e i mulini ad acqua, portò un maggiore sfruttamento qualitativo e quantitativo della superficie coltivabile e quindi anche un incremento della produzione agricola. Chartres, ciclo dei mesi • La rinascita economica medievale tuttavia era ancora molto fragile; a periodi di abbondanza potevano seguire annate di carestia. Era indispensabile conoscere con precisione i tempi per le operazioni da compiere per ricavare i migliori frutti dalla terra e a questo contribuivano i proverbi tramandati di padre in figlio, ma anche i calendari figurati posti negli edifici di culto. [fonte di queste ultime quattro pagine: ricerca scolastica su 40 calendari figurati, da internet ] 3. Gurevič ricorda che i calendari ( in cui i mesi sono personificati da uomini attivamente operanti al cospetto del mondo celeste) regolavano anche i termini di esazione dai contadini delle rendite e dei tributi feudali. • Altri studiosi, come C.A.Quintavalle, attribuiscono ulteriori significati ad alcuni calendari figurati, come quelli di pietra (nella cattedrale di Modena decorano un portale, analoga destinazione dovevano avere nella cattedrale di Parma i mesi dell’Antelami, inizi XIII sec.) 4. Essi sottolineavano, secondo lo studioso, l’importanza delle opere dell’uomo per la salvezza, contro l’eresia càtara allora diffusa e combattuta dalla Chiesa. Parma, Battistero, Novembre La concezione medievale del tempo 2. Il tempo lineare La freccia del tempo Illustrazione riprodotta dal Liber figurarum di Gioacchino da Fiore (XIII sec.): ad ogni rettangolo corrisponde un’epoca della storia; sulla freccia è indicato il punto raggiunto dal tempo nel suo irreversibile andare. • Per la tradizione ebraica e cristiana il tempo è legato alla creazione (Genesi: "In principio Dio creò il cielo e la terra".) • Il tempo è creato con il mondo: si configura come una serie di momenti che dalla creazione dell’uomo e dal peccato originale vanno fino al giudizio universale; momento cruciale è la venuta di Cristo (il tempo storico si divide in due epoche, prima e dopo Cristo) • E’ S.Agostino (354 - 430) che nella Civitas Dei presenta la concezione lineare e dimostra quanto quella ciclica sia fallace (specialmente per quanto riguarda la teoria della reincarnazione delle anime). • La sua concezione, come detto, è anticipata dalla tradizione precedente, ebraica e cristiana. Cfr. Antico Testamento e Apocalisse di S.Giovanni. • Il tempo ha un inizio e avrà una fine: è compreso fra due punti e tra questi due estremi scorre la storia del mondo come su una linea retta; • è rappresentato perciò da una linea o da una freccia. • È abbandonata la figura del cerchio come l’idea del ripetersi eterno degli avvenimenti; la storia dell’uomo non è sottoposta ad alcun fato, ma è governata da Dio storia provvidenziale (la storia terrena è la storia della salvezza dell’umanità) • Si delinea anche la differenza tra il tempo e l'eternità. Prima del tempo e dopo il tempo non c'è che Dio nella simultaneità della sua esistenza eterna. Miniatura dal Commentario dell’Apocalisse del Beato di Liébana Quale delle due era la concezione medievale del tempo? Festa del venir d’autunno Quale era la concezione medievale del tempo? • Col passaggio al cristianesimo, l’atteggiamento arcaico verso il tempo (tempo ciclico, eterogeneo, misurazione imprecisa e antropomorfa) non fu abbandonato e per secoli si combinò con la concezione lineare, di un tempo irreversibile, distinto nettamente in passato, presente e futuro. • L’affermazione nel tardo medioevo della civiltà urbana portò con sè esigenze nuove ci si avviò verso una misurazione del tempo più precisa e meno antropomorfa: dal tempo della chiesa si passò al tempo del mercante (Le Goff). • Questo contribuì all’affermazione della visione lineare del tempo anche a livello di coscienza sociale. (Ma si deve aspettare la seconda metà del XIX sec. con l’industrializzazione per vedere l’abbandono in Occidente del tempo ciclico, che oggi sopravvive nel ricorrere di feste come il Natale o il Ferragosto, che hanno perso per molti il significato religioso) • Il cambiamento dell’idea di spazio (vedi nuovi mappamondi più realistici) si accompagna a quello del concetto di tempo: la ripresa dei viaggi non amplia solo la conoscenza dello spazio geografico ma anche gli orizzonti culturali, costringendo ad un confronto con visioni del mondo estranee al cristianesimo 1) contatti con la cultura araba e bizantina 2) recupero delle opere di Aristotele. • • • • • S.Tommaso nel XIII sec. tenta di armonizzare la Bibbia con l’astronomia e la fisica aristoteliche, rivalutando la ragione e l’esperienza sensibile. Si comincia a mostrare interesse per l’aspetto naturale dei fenomeni. La visione più realistica della natura è anche frutto della concretezza dello spirito cittadino. La nuova arte gotica è un’arte urbana, che esprime, nel suo slancio verso l’alto, una concezione più ottimistica della vita. Il passaggio dal romanico al gotico segna anche il passaggio dalla rappresentazione simbolica a quella allegorica La misurazione del tempo Dalla clessidra all’orologio • Una scoperta notevole fu fatta circa 5000 anni fa quando ci si accorse che, osservando il variare delle ombre dei corpi, si poteva valutare e quantificare lo scorrere del tempo. • Il primo rudimentale orologio, regolato sul moto del Sole, è stato lo gnomone (dal greco, "che fa conoscere"), costituito da un'asta posta verticalmente sul piano. • Lo gnomone è uno strumento semplice da costruire e facile da usare. Quando la sua ombra è la più corta, lo gnomone indica il mezzogiorno, cioè il momento in cui il Sole ha percorso metà del suo cammino, ma segna anche la linea meridiana (dal latino meridies , 'mezzogiorno'), una linea di fondamentale importanza per l'orientamento. I fisici insegnano che per misurare il trascorrere del tempo è necessario riferirsi al movimento di un corpo: se questo movimento è uniforme, la misura del tempo viene ricondotta a quella dello spazio percorso dal corpo preso in considerazione. Dunque per definire il tempo si assume il movimento. Fra i più antichi strumenti usati per misurare il tempo si possono ricordare le clessidre ad acqua, nelle quali il trascorrere del tempo veniva indicato dall'abbassamento del liquido contenuto in un recipiente e fatto defluire lentamente attraverso un piccolo foro; le prime di esse sono dovute agli Egizi e risalgono al XVI secolo a.C., mentre sono molto più recenti (IX secolo d.C.) le clessidre a sabbia. Nel corso della storia si produssero altri strumenti per misurare il tempo quali i bastoncini combustibili - più tardi le candele marcatempo. • Degna di nota è poi la meridiana, indicata per consuetudine anche come quadrante solare. • La meridiana rappresentò la prima e più arcaica soluzione e, dato il suo basso costo di produzione e la sua essenziale semplicità, continuò ad essere ampliamente usata, nel corso dei secoli, venendo progressivamente perfezionata per tener conto delle diverse esigenze locali riguardo alla longitudine e alla latitudine. • I quadranti solari sono costituiti da un piano verticale rivolto verso Sud, nel quale è infissa un'asta (chiamata stilo) parallela all'asse di rotazione terrestre: illuminata dal Sole, l'asta proietta sul quadrante un'ombra la cui posizione varia con il variare delle diverse ore solari; queste ultime sono opportunamente segnate sul quadrante medesimo. • Gurevič ricorda che gli strumenti di misurazione del tempo fin qui nominati erano una rarità nell’alto medioevo, un oggetto di lusso. • L’uso della candela (testimoniato alla fine del IX secolo sotto il re inglese Alfredo, che in un viaggio fece bruciare una dopo l’altra delle candele di uguale lunghezza) è attestato anche nella Francia di Luigi IX, XIII secolo, e Carlo V. • I monaci si orientavano a seconda del numero di pagine lette nei libri sacri o di quello dei salmi che riuscivano a pronunciare fra due osservazioni del cielo. • Per la massa della popolazione il principale punto di riferimento era il suono delle campane della chiesa. Le giornate erano divise in una serie di horae canonicae, di solito sette. (Giovanni di Garlandia XIII sec. etimologia della parola “campana” “Campanae dicuntur a rusticis qui habitant in campo, qui nesciant indicare horas nisi per campanas”) • Non c’era interesse per calcolare con più precisione le ore, e tanto meno i minuti (neppure dopo l’invenzione dell’orologio meccanico esistette per lungo tempo la divisione in minuti) Basso medioevo: rinascita delle città, nuova visione del mondo. Il nuovo spirito borghese è ben esemplificato dal quadro de Il cambiavalute e sua moglie (1514) del pittore fiammingo Quentin Metsys (1466-1530) Quale rapporto puoi istituire fra queste due immagini? • La parola "orologio" deriva dal greco horológion “quello che dice l'ora" composto di hora e lógion dal tema di légo "io dico". • L'orologio meccanico è un'invenzione cinese e non serviva tanto a misurare il tempo quanto a meravigliare, era infatti un oggetto di mirabilia proprio come la polvere da sparo. • L'orologio meccanico nacque dopo il viaggio in Oriente di Marco Polo. Gli studiosi per comune consenso situano la comparsa dei primi orologi verso la fine del Duecento. Era quella l'età in cui le città stavano espandendosi rapidamente e la nuova civiltà urbana si stava affermando. • Tra la fine del Duecento e i primi del Trecento apparvero anche le prime artiglierie: l'orologio meccanico e il cannone comparvero quasi contemporaneamente, entrambi frutto di un notevole sviluppo nella capacità di lavorare i metalli. • Nel 1309 Milano fu la prima città ad avere un orologio meccanico in ferro, posto sul campanile della chiesa di S. Eustorgio. • I grandi orologi pubblici sono costruiti per volere delle autorità civili: accanto al campanile del duomo appare la torre del comune, il cui orologio scandiva la vita cittadina e rispondeva a nuove esigenze (per es. il pagamento a ore degli operai delle prime imprese artigiane, v. a Firenze “l’arte della lana”) • Inizialmente la dimensione di questi orologi era notevole, così come la loro imprecisione, ma in seguito saranno miniaturizzati e perfezionati. • Per Gurevič la creazione di un meccanismo per la misurazione del tempo contribuì a cambiare l’atteggiamento dell’uomo verso di esso (un flusso uniforme, suddivisibile in unità equivalenti, prive di qualità: un tempo che va risparmiato e riempito di azioni utili all’uomo). • Importanti furono anche i viaggi per mare del XV e XVI secolo: contribuirono a mutare la concezione dello spazio, ma anche a far riflettere sul tempo (vedi slide 33) • Nel diario del veneto Pigafetta, imbarcato con Magellano nella circumnavigazione del mondo, è annotata una scoperta per l'epoca sconcertante. Quando a termine del viaggio verso ovest approdarono a San Lucar si accorsero di aver perso un giorno. • Per la prima volta gli europei si interrogarono sull'effettiva natura del tempo, prima ritenuto proprietà di Dio (per es. nel XIII sec. San Tommaso disapprovava l’usura, perché sfruttava il tempo) • Nel XVII secolo, le nozioni di ‘tempo' e ‘spazio' divengono concetti scientifici suscettibili di formulazione matematica e di misurazione; prima di allora erano argomenti di speculazione teologica e morale.