ECONOMIA | REFERENDUM UE
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ECONOMIA | REFERENDUM UE
STEFANO MICOSSI - 16/06/2016 ore 12:00 ECONOMIA | REFERENDUM UE Come non farsi male Il dibattito su Brexit non è più un dibattito solo inglese, è un dibattito che sta coinvolgendo l’opinione pubblica di tutti i paesi dell’Unione europea, perché la presenza quasi ovunque di forti partiti e movimenti anti-europei rende la questione direttamente rilevante per la politica domestica. Esponenti dei partiti dei paesi continentali, di entrambi gli schieramenti, stanno accorrendo in Inghilterra a fare campagna a favore della propria parte. Così, esponenti del partito euroscettico olandese GeenPeil aiutano la campagna euroscettica di Nigel Farage (che nell’aprile scorso era andato in Olanda per aiutare nel referendum contro la ratifica dell’accordo europeo di associazione con l’Ucraina). L’argomento che GeenPeil porta nel dibattito inglese è che l’Europa è antidemocratica, perché il governo non ha dato seguito al risultato del referendum olandese, a larghissima maggioranza contrario alla ratifica dell’accordo, e sta guadagnando tempo al riguardo in attesa del referendum britannico (ma anche della fine della presidenza olandese dell’Unione a fine giugno). Qualcosa di simile rischia di succedere anche con il referendum inglese, che di per sé non ha effetti legalmente vincolanti. Una vittoria dei favorevoli all’uscita farebbe cadere il governo, aprendo un regolamento di conti per la leadership di esito incerto tra i Tory, che potrebbe addirittura portare a nuove elezioni. Inoltre, a meno che il governo inglese non sospenda con atto unilaterale tutte le norme emanate dall’Unione europea – cosa che chiuderebbe al Regno Unito la porta di molti importanti mercati –, anche l’esito del referendum inglese potrebbe essere seguito da una lunga fase di incertezza e di confusi negoziati. Affidare a referendum scelte complesse di politica economica non è in generale una gran buona idea. Ma una volta che si fanno, non dar seguito al risultato è un’idea anche meno brillante, perché aggrava la sfiducia nelle istituzioni. Commenta la notizia sul sito InPiù