10 All`Italiano nel `79

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10 All`Italiano nel `79
 Dissi al TEMPESTI che avrei corso nel 1979 ancora con LT 50 ma bisognava svilupparla molto perché le moto UFFICIALI avevano preso un bel margine, e le moto che vendevano i concessionari andavano meglio della mia. Arrivò la prima gara di Campionato Toscano al CIOCCO: ero preparato fisicamente, mi sentivo veramente bene. Il giorno prima della gara aveva nevicato e la domenica mattina partimmo con la neve sul percorso. Partii tra gli ultimi della mia cilindrata 50cc, cominciai quasi subito a riprendere i conduttori che erano partiti davanti a me, il percorso era molto duro a causa della neve. Quel giorno mi sembrava di volare da quanto andavo bene: non c’era difficoltà che mi mettesse in crisi. Prima di arrivare al primo controllo orario avevo ripreso tutti gli altri piloti partiti davanti a me. Arrivai al primo controllo orario con qualche minuto d’anticipo. Al primo controllo orario oltre ai miei genitori c’era sempre ONELIO CIPRIANI, il quale appena mi vide mi venne incontro, per dare l’assistenza necessaria a me e alla mia moto. Istintivamente con lo sguardo cercavo i miei genitori fra i meccanici e cronometristi, ONELIO si accorse quello che stavo cercando. Mi disse che stavo guardando nella direzione sbagliata, per vedere quello che cercavo, dovevo guardare in cielo e mi abbracciò. Quell’abbraccio mi diede una carica indescrivibile. A ONELIO dissi solamente TRE parole: “OGGI VINCO IO”. Arrivai all’ultima prova speciale ed ero sempre al comando della gara. L’unico pilota che poteva impensierirmi era GRAZIANI MARIO con il suo GORI (ufficiale). Iniziai la prova speciale e all’improvviso la mia moto si ammutolì. Con tutto il fango che avevo accumulato durante i giri non fu semplice svitare la candela senza far cadere all’interno del cilindro il fango. Questa operazione mi costò il primo posto, ma riuscii a conservare il secondo posto. Di solito quando mi succedevano queste cose andavo nei MATTI e spesso sciupavo tutto quello di buono che avevo fatto in gara. Dopo quella gara del Ciocco avevo capito le mie potenzialità e chi aspirava a diventare Campione Toscano in quell’anno avrebbe dovuto vedersela con me. Volevo assolutamente riprendermi la rivincita su GRAZIANI MARIO su moto GORI UFFICIALE che alla Prima prova del Toscano al CIOCCO mi aveva messo dietro. La seconda prova del Campionato Toscano si svolgeva a Castiglion Fiorentino Preparai la gara con molta attenzione: ero stato a provare la settimana prima e avevo deciso di partire il Venerdì per conoscere meglio il percorso. Quando comunicai al TEMPESTI che sarei partito il Venerdì mattina per andare a Castiglion Fiorentino, il TEMPESTI mi chiese di partire il Sabato, il giorno prima della gara. Mi vedeva molto teso e quando ero teso spesso combinavo delle grosse caz.te Il Venerdì mi presentai in officina dal TEMPESTI per caricare la moto per andare a Castiglion Fiorentino. Quel giorno il mio compagno di viaggio era il DE FELICE ANTONIO (fratello di MARCO campione Italiano Junior). Arrivammo sul posto della gara e trovai il mio amico MEONI. Appena lo vidi, gli chiesi informazioni sul percorso, mi rispose che la gara si sarebbe decisa nelle prove speciali e mi portò a provare le speciali (in quel periodo era lecito provare le prove speciali). Mi diede anche qualche dritta e mi disse: “Se vuoi vincere NON CAVARE MAI IL GAS.” Sempre troppo buono il MEONI. Cominciai a provare le speciali, ma come aveva previsto il TEMPESTI arrivò la caz.ata: arrivai lungo su un curva e la mia corsa si arrestò contro un terrapieno dove c’era un sasso appuntito che mi si infilò nella spalla sinistra (ancora oggi porto i segni). Il DE FELICE mi portò all’Ospedale dove mi diedero tre punti di sutura. Ero disperato non riuscivo ad alzare il braccio, tornammo in albergo e decisi di non tornare a casa; speravo che il SABATO mattina la ferita mi facesse meno male. Passai la nottata molto agitata, non vedevo l’ora che arrivasse la mattina perchè volevo vedere come avrei guidato la moto. Arrivò la mattina del Sabato, presi la moto e andai a provare il percorso con molta meraviglia mi accorsi che il braccio non mi faceva male. Chiesi al DE FELICE di non raccontare a nessuno quello che mi era successo. Durante la gara il mio braccio non mi faceva male e riuscivo a guidare normalmente, ma dopo la prima prova speciale il GRAZIANI era già al comando e io al secondo posto con qualche secondo di svantaggio. Nelle restanti prove speciali il distacco aumentava perchè non riuscivo a tenergli testa e a malincuore decisi che forse era meglio accontentarsi del secondo posto. Mancavano ormai una decina di KM al traguardo e con l’animo in pace per il secondo posto mi avviavo alla fine della gara, quando all’improvviso mi ritrovai in terra, senza una spiegazione. Nel cadere picchiai nuovamente la spalla dove mi avevano dato i punti e mi si riaprì la ferita. Sentivo un male boia e da solo non riuscivo a far ripartire la moto. Poco dopo passò un concorrente, che mi diede una mano nel far ripartire la moto. Arrivato al traguardo mi venne incontro il TEMPESTI. La prima cosa che fece mi portò dalla guardia medica per la medicazione. La seconda mi disse che sapeva dal venerdì che mi ero fatto male. (Meno male che avevo pregato DE FELICE di non raccontare nulla al TEMPESTI) Per la cronaca il GRAZIANI vinse la gara e io arrivai nuovamente secondo, il mio nervosismo aumentava. Arrivò la terza prova a MONTEPULCIANO. Come al solito il TEMPESTI mi aveva messo a disposizione una moto ben preparata. A me bruciavano quelle due vittorie del GRAZIANI e avevo solamente un pensiero: metterlo dietro ad ogni costo. Dopo la prima prova speciale il GRAZIANI era al comando della gara e come al solito lo seguivo a pochi secondi. Arrivato al II Controllo Orario dove c’era il TEMPESTI per l’assistenza, il mio nervosismo era arrivato alle stelle. Avevo pensato di essere andato forte e quei secondi che avevo preso mi bruciavano tremendamente. Da come ero nervoso, mentre stavo mettendo la benzina nel serbatoio della moto e nello stesso tempo il TEMPESTI era accovacciato intorno alla mia moto per vedere se tutto era in regola, invece di buttare la benzina nell’imbuto, la rovesciai sulla testa del TEMPESTI (non vi sto a dire quello che mi disse). Con la coda tra le gambe ripresi la gara. Arrivato alla seconda prova speciale che si svolgeva su un lungo fettucciato vidi partire il GRAZIANI, cercavo di guardare da dove passava per vedere se LUI avesse delle traiettorie più favorevoli delle mie. Mentre guardavo le sue traiettorie che non mi sembravano proprio il massimo, ma visto che fino all’ora mi aveva messo dietro decisi di fare anch’io le sue traiettorie. Partii con il gas a battuta e come spesso mi capitava con il CERVELLO SPENTO. Presi una marea di rischi e finii la prova speciale senza cadere ma avevo preso altri secondi dal GRAZIANI. Arrivato al Controllo Orario dove c’era il TEMPESTI non ci scambiammo neanche una parola: era ancora arrabbiato per la doccia di benzina. Non mi chiese neanche se avevo recuperato lo svantaggio nella prova speciale o se avessi preso altri secondi. Arrivato alla terza prova speciale, ormai ero rassegnato all’ennesimo secondo posto. Vidi nuovamente partire il GRAZIANI con le sue traiettorie che a me non piacevano, ma il tempo parlava chiaro le sue erano le migliori delle mie. GRAZIANI aveva una guida molto pulita sembrava che non facesse strada, ma quando usciva dalle prove speciali spiccava sempre degli ottimi tempi. Partii rassegnato a prendere altri secondi guidai quasi svogliato e arrivato in fondo alla prova speciale avevo dimezzato il distacco. Non riuscivo a credere a quello che ero riuscito a fare. Tornai al Controllo Orario, dove c’era il TEMPESTI e non vedevo l’ora di dire al TEMPESTI che ero riuscito a dimezzare il distacco dal GRAZIANI. Appena spensi la moto per il rifornimento il TEMPESTI si avvicinò per controllare che la moto fosse a posto, gli dissi: “Oggi il GRAZIANI arriverà secondo. Ho dimezzato il distacco”. Il TEMPESTI non mi rispose e questo mi fece incaz.are. Per tutto il rifornimento non ci dicemmo una parola. Prima di ripartire per l’ultimo giro mi avvicinai al TEMPESTI e gli dissi: “TEMPESTI fino a oggi non avevi ancora fatto una doccia con la benzina. Cosa vuoi che sia!!”. Mi guardò con i suoi occhi blù e mi disse che se anche oggi fossi arrivato SECONDO, avrei fatto anche io la doccia con la benzina. Arrivato nella prova speciale dell’ultimo giro non vidi la partenza del GRAZIANI. Ero concentrato sul percorso della prova speciale e cercavo nella mia mente di ripassarmi i passaggi che ritenevo importanti per recuperare quei secondi che ci dividevano. Mentre mi avvicinavo al cronometrista per la partenza della prova speciale, avevo il cuore in gola, avevo paura di non riuscire a colmare il distacco fra me e il GRAZIANI. Chitignano 1979 LT 75cc Arrivato in fondo alla prova speciale spiccai un bel tempo. Mentre aspettavo che mi comunicassero se ero riuscito a recuperare i secondi mancanti da GRAZIANI, si avvicinò il fratello (GRAZIANI MARCO fortissimo pilota di cross e di regolarità) e mi disse che questa gara l’avrei vinta io perchè suo fratello aveva avuto problemi con la moto e aveva preso minuti di ritardo ad un controllo orario. Ripartii per arrivare al traguardo senza che mi venisse comunicato se ero stato in grado di recuperare quei secondi al GRAZIANI. Non sono mai venuto a conoscenza se la gara l’avrei vinta ugualmente perchè ero riuscito a recuperare lo svantaggio o per la sfortuna del GRAZIANI. (Ho sempre pensato di aver recuperato lo svantaggio) Dopo 33 anni devo ammettere a me stesso che il GRAZIANI andava un POCHINO più forte di me. Inoltre vi devo confessare che quella fu l’unica volta che sono riuscito a mettere alle mie spalle il GRAZIANI nelle gare valevoli per il Campionato Toscano. Riuscivo a vincere invece le gare interregionali perchè..........GRAZIANI non ci parecipava. Dimenticavo: il TEMPESTI non mi fece la doccia con la benzina, ma con una bella bottiglia di spumante. E alla fine del Campionato Toscano arrivai secondo dietro al GRAZIANI. Nel 1978 le moto LT 50 cc ebbero in Toscana un vero successo e cominciarono a frequentare nell’officina del TEMPESTI una nuova generazione di PILOTINI quindicenni. Questi ragazzi che venivano in officina dal TEMPESTI avevano nei miei confronti una vera venerazione, qualunque cosa che vedevano sulla mia moto la volevano anche loro. Questa cosa mi faceva sentire un GRANDE PILOTA PROFFESSIONISTA. Fra questi ragazzini che frequentavano l’officina c’erano quattro PILOTINI che secondo il mio modesto parere potevano a livello Toscano primeggiare nelle gare di Regolarità: erano MARZOCCHI LORENZO, CECCARINI BRUNO, DE FELICE MARCO e MURATORI LUCA. Quando iniziai a correre io non c’era nessuno che mi potesse dare dei consigli come affrontare le gare. Visto che questi ragazzi spesso uscivano con me per allenarsi, cominciai a dare dei consigli di come io avrei affrontato certe difficoltà. Questo ruolo mi cominciò a piacere sempre di più: passavo più tempo a spiegare a questi ragazzi dove sbagliavano che allenarmi. Di questi quattro ora è facile dire che il più dotato era DE FELICE MARCO (Campione Italiano Junior). ma vi posso garantire che già allora si vedeva che aveva delle doti che nè io nè gli altri ragazzi avevamo. Riusciva a fare delle cose impensabili. Una volta eravamo in Calvana un posto dove andavamo ad allenarci; c’era un discesone con pietre e solchi, molto profondi. Ero sceso da questo discesone per primo per far vedere ai PILOTINI dove secondo me si doveva passare. Ero sceso da questa discesa in terza e a volte riuscivo a mettere la quarta, mi era sembrato di essere sceso abbastanza veloce. Arrivato in fondo a questo discesone feci un cenno ai PILOTINI che adesso toccava a loro scendere . Uno a uno cominciarono a scendere. Il DE FELICE partì per ultimo e cominciò a scendere da questo discesone ad una velocità che era il triplo rispetto agli altri ragazzi e il doppio della mia discesa. Il bello o il brutto e nonostante scendesse il doppio della mia velocità e non prendeva neanche un rischio, scendeva come se per lui le buche e le pietraie non ci fossero state . Dal fondo del discesone vedevo il DE FELICE che scendeva velocemente e non riuscivo a capire come facesse a non prendere neanche un rischio. Arrivato in fondo dove ero io ad aspettarlo chiesi se dalla parte dove era sceso la strada fosse più agevole. La risposta mi ghiacciò il sangue: “Sono sceso da lì perché mi sembrava ancora più impegnativa la discesa”. Fra me pensai che il DE FELICE mi prendesse in giro. Presi la moto e tornai in vetta alla salita per vedere se da dove era passato la strada fosse migliore. Arrivato in vetta alla salita presi la stessa strada che aveva preso il DE FELICE: mi accorsi subito che le difficoltà erano maggiori. Preso dal mio orgoglio volevo far vedere ai MIEI PILOTINI che anche io sarei andato alla sua stessa velocità e forse più forte. Grosso sbaglio, perché poco dopo mi misi la moto per cappello. Risultato un taglio sulla fronte e setto nasale rotto, spalla lussata. ED ERO QUELLO CHE DOVEVA DARE DEI BUONI CONSIGLI! Sempre per la cronaca divennero Campioni Toscani: MARZOCCHI LORENZO, CECCARINI BRUNO, DE FELICE MARCO. Questo vinse anche il CAMPIONATO ITALIANO, mentre per MURATORI LUCA avevo toppato in pieno. 1975 Lt 50 Arrivò GENNAIO del 1979 e in quel mese con il TEMPESTI facevamo sempre la programmazione per la nuova stagione agonistica. Avevamo deciso di portare in gara la LT 50 cc sia nel CAMPIONATO TOSCANO ENDURO che in quello ITALIANO, ma non ero convinto di correre con quella cilindrata perché la moto non era più all’altezza delle moto ufficiali, pensavo che sarebbe stato difficile primeggiare in Toscana figurarsi nel Campionato Italiano. Ero stato così convinto di correre nella 125cc che avevo iniziato la preparazione al nuovo passaggio di categoria già alla fine del 1978: andavo in palestra per acquisire una massa muscolare maggiore di quella che avevo per reggere allo sforzo della categoria superiore. Mi ero accorto che guidare un 125cc era decisamente più faticoso, in quel periodo pesavo 55 KG (uno SCHELETRO viaggiante). In quel periodo non so se avevo trovato una preparazione giusta o ero io che stavo cambiando il modo di guidare. Quando uscivamo per gli allenamenti in moto mi riusciva tutto semplice, e quando scendevo dalla moto dopo una giornata di un duro allenamento non sentivo la fatica. Mentre fisicamente stavo bene, con la moto non ero soddisfatto: ero sempre a GAS spalancato e nonostante il GAS spalancato non prendevo mai dei rischi, mi sembrava di andare piano, pensavo che con una moto più potente avrei potuto andare più forte. Un Sabato mattina mentre ero in officina dal TEMPESTI, si avvicinò il rappresentante della Minarelli e mi chiese se me la sentivo di correre con la trasformazione POLINI 75 cc, Guardai il rappresentante della Minarelli con l’aria di quello che pensa forse questo Tizio mi sta prendendo in giro e gli dissi: “Hai presente come vanno i motori 75 cc del FANI? Ecco io non ho nessuna voglia di correre con il Polini per farmi sverniciare la moto.” Si mise a ridere e andò a parlare con il TEMPESTI. Il Lunedì seguente il TEMPESTI mi disse che il rappresentante della Minrelli ci avrebbe dato due trasformazioni POLINI 75, una per il Minarelli mentre l’altra trasformazione era per il Sachs. Quella con il Minarelli ci avrebbe corso CIOLINI GIANLUCA mentre quella con il Sachs ci avrei corso io. Arrivarono le due trasformazioni di 75cc da POLINI con tutto il KIT per montare un 75 cc MINARELLI e uno con il motore SACHS. Il buon TEMPESTI si mise subito di buona lena ad elaborare i cilindri per cercare di ricavare qualche cavallo in più. Il primo motore 75 cc ad essere montato ed elaborato fu il mio e lo montammo sulla ciclistica dell’LT 50 cc con la quale ci avevo corso l’anno precedente. IL TEMPESTI che è anche un gran burlone mi disse: “MUZINO (quando mi chiamava con il diminutivo voleva dire che era in una giornata di grazia e voleva divertirsi un po’alle mie spalle) volevi correre in una cilindrata maggiore? ECCOLA.” Provai la mia moto LT 75 cc per la strada, per una ventina di KM, poi tornai in OFFICINA per riferire le mie sensazioni, ricordo ancora che mi stava aspettando sulla porta, era ansioso di sapere come era andata la MOTO. Misi la moto sul cavalletto e il mio sguardo andò a incrociare i suoi occhi celesti, che spettavano un mio cenno di affermazione positiva, ma quel cenno non arrivò. Dissi al TEMPESTI che la moto andava bene ma non era nulla di particolare e che le moto AIM 75 cc FANI ci avrebbero sverniciati ad ogni gara, quindi dovevamo fare un accordo con il carrozziere per portare a verniciare le moto dopo le gare. Il suo sguardo si fece minaccioso, prese la mia moto per provarla lui personalmente. La mise in moto, e partì, PRIMA, SECONDA, TERZA, QUARTA ed a un certo punto si sentì la moto GRIPPARE. Tornò spingendo la moto senza dire una parola, la mise in officina, mi chiamò accanto a lui, e mi disse: “VUOI SCOMMETTERE CON ME CHE FARO’ ANDARE LA TUA MOTO PIU’ FORTE degli AIM 75 cc FANI?” Gli dissi che se riusciva a far andare la moto, quanto quelle del FANI avremmo vinto il CAMPIONATO ITALIANO . Il TEMPESTI si fece mandare un nuovo cilindro da POLINI e cominciò a lavorarci sopra. Alla fine la moto LT 75 cc non andava forte come le AIM 75 cc del FANI, ma ci arrivò molto vicino, inoltre la mia moto rispetto alle AIM 75cc girava benissimo ai bassi regimi. Dopo diverse prove trovammo un bel compromesso, ero felicissimo di come andava la moto. Il venerdì mattina il giorno prima della partenza per la prima prova del CAMPIONATO TOSCANO all’ISOLA D’ELBA, mentre eravamo in officina a preparare la moto, il TEMPESTI mi disse che avrebbe fatto una modifica al pistone, perché secondo lui avrebbe reso ancora meglio. Smontammo la testa e cilindro, tolse il pistone e cominciò a modificarlo. Di solito questo lavoro lo faceva la mattina presto, quando l’officina era chiusa e soprattutto lontano dalle gare. TEMPESTI CON SUA MOGLIE Dopo le modifiche al pistone rimontammo il tutto e andai a provare la moto, rimasi colpito da come andava ………………………………….PIANO . Il TEMPESTI era sulla porta dell’officina che mi aspettava. Appena mi fermai, senza neanche che io parlassi mi disse: “So già che la moto non va. L’altro giorno mentre elaboravo il pistone mi è scappato il flessibile e l’ho rovinato. Ho chiamato POLINI per farmi spedire il pistone nuovo ma fino a metà della prossima settimana non arriva, quindi domenica dobbiamo arrangiarci e correre con quello che abbiamo. Il TEMPESTI tornò al suo lavoro, mentre io rimasi seduto sulla moto a pensare alle parole che mi aveva detto. Poco dopo il TEMPESTI tornò fuori dall’officina, perché mi vide che ero ancora seduto sulla moto a riflettere, e mi disse: “So che la moto va piano ma sono sicuro che riuscirai a portare a termine la gara nelle primissime posizioni.” Quelle parole mi fecero aumentare il mio nervoso e risposi al TEMPESTI stizzito: “O LAMBE! QUI’ CI VUOLE UN MIRACOLO PER PORTARE A TERMINE LA GARA, FIGURARSI ARRIVARE NELLE POSIZIONI CHE CONTANO!” A sua volta il TEMPESTI mi rispose: “Sai cosa facciamo? Restiamo a casa!!!” Il TEMPESTI sapeva benissimo che sarei andato a correre anche con una moto a pedali. Dopo un pò di manfrina tornai sui miei passi , e con la coda tra le gambe risposi al TEMPESTI che avrei corso ugualmente anche con la moto che non andava. Arrivò il giorno della gara, e come al solito il TEMPESTI mi accompagnò a ritirare la moto al parco chiuso. Mi accompagnava al parco chiuso perché cercava di farmi stare calmo e per controllare la moto che tutto fosse in regola. Mentre aspettavo il mio turno di partenza, avvilito come un cane bastonato, IL TEMPESTI mi disse: “Mi fai un piacere? E sorridi! vedrai che tutto si aggiusta.” Mentre mi stava dicendo quelle parole, mi chiamò il cronometrista per la partenza, spinsi la moto sulla linea di partenza, il cronometrista mi diede il via ma la moto non si accendeva. Mi voltai verso il TEMPESTI, i miei occhi sprigionavano tutto il nervoso che avevo, il TEMPESTI si avvicinò e mi ricordò di sorridere. GLI RISPOSI INCAZZATO. La gara era appena partita e io avevo già preso delle penalità perché la moto non si avviò. La gara per mia fortuna non era dura e ai controlli orari avanzava una decina di minuti agli altri piloti, mentre a ME avanzavano pochissimi minuti. Riuscivo a malapena a mettere la benzina nel tempo imposto. La gara si decideva nelle prove speciali. Le prove speciali erano due: un fettucciato dove prendevo delle sonore paghe, ma quando passavo alla seconda prova speciale che era una linea in discesa, riuscivo a riportarmi a ridosso dei primi alla fine della gara arrivai in quarta posizione. Alla fine della gara il TEMPESTI mi disse: “Visto che la moto non andava così piano?” Gli dissi solamente: “TEMPESTI, quando monteremo il nuovo pistone, le gare le vincerò tutte io!” Il TEMPESTI si mise a ridere, ma io ero convinto di quello che avevo detto. Arrivò il famigerato pistone e dopo le dovute modifiche, venne rimontato sulla mia moto che riprese a viaggiare forte e bene come prima. La seconda gara era una gara Interregionale a Camugnano; decidemmo di andare a fare quella gara per vedere come si comportava la mia moto LT 75cc. Arrivammo alla gara la Domenica mattina. Come capitava poche volte ero tranquillo, la gara era molto viscida perché aveva piovuto il giorno prima. Dopo le operazioni preliminari e dopo che il TEMPESTI aveva controllato che la moto fosse in ordine, mi presentai alla partenza. Partii tranquillo la moto andava che era una meraviglia, poco dopo sentii un rumore dietro alle mie spalle, mi girai e vidi il mio amico CIOLINI con il suo LT 75 cc Minarelli che partiva un minuto dietro di me. Mi aveva ripreso. Da tranquillo passai subito a nervoso, si fece un bel pezzo di strada insieme a tutto gas, riprendendo parecchi piloti che erano partiti prima di noi. Verso la fine del primo Controllo Orario, il CIOLINI che mi seguiva perse il contatto con me. Arrivato al Controllo Orario, avendo qualche minuto di anticipo mi fermai dal nostro cronometrista ONELIO CIPRIANI, mi rivolsi verso di LUI dicendogli che oggi avrei vinto io, l’unico che mi preoccupava era il mio compagno di squadra CIOLINI. Località LE SIECI (FI) 1978 CIPRIANI mi disse: “MUZIO la gara è appena partita, ci sono ancora tre giri da fare hai un bel coraggio a dire questo”. Mentre parlavo con ONELIO guardavo con ansia il perché il mio amico CIOLINI non arrivava. Mentre stavo per ripartire per andare al Controllo Orario, lo intravidi arrivare. Visto che io partivo un minuto prima, capii che anche lui era riuscito a girare a zero penalità. Timbrai la mia tabella di marcia al Controllo Oriale e ripresi la mia gara senza che il CIOLINI questa volta riuscisse a riprendermi, arrivato al secondo Controllo Orario con diversi minuti di anticipo, trovai il TEMPESTI che mi chiese come andava la moto. Risposi che la moto andava bene e forte, che la gara l’avremmo vinto io o il CIOLINI. Mentre ero intento a controllare che la moto fosse in ordine, arrivò anche il CIOLINI. Mise la moto sul cavalletto, si avvicinò e mi chiese come mai nel primo tratto di gara era riuscito a riprendermi e quando pensava di andarsene da solo verso il primo Controllo Orario, avevo cambiato passo ed avevo cominciato, secondo lui ad andare forte. Lui non era più riuscito a tenere la mia ruota. Risposi: ”Pensavo di andare forte , ma non riesco a darti una spiegazione”.
Per circa due giri solamente il CIOLINI riusciva a fare i miei tempi nelle prove speciali, ma alla fine la sua moto lo lasciò a piedi e vinsi la gara. Il lunedì andai in officina dal TEMPESTI, dovevo essere contento della gara vinta, ma invece avevo l’amaro in bocca, perché continuavo a pensare alla gara: non riuscivo a capire perché andavo a corrente alternata. Di questo mio problema ne parlai al TEMPESTI. La sua risposta fu molto semplice, mi disse: “Guida la moto come il cervello ti comanda in quel momento. Se i tempi verranno, bene. Altrimenti ti rifarai in un’altra gara”. Il problema era... sapere dove era il cervello. Quelle erano parole di circostanza, non mi piacevano. Dovevo capire dove sbagliavo, per fare quel salto di qualità per entrare in quella cerchia di piloti che forse un domani si potevano giocare il Campionato Italiano Regolarità. Dopo aver vinto tutte e tre le selezioni del Campionato Italiano Cadetti vinsi anche la seconda prova del CAMPIONATO TOSCANO. Il TEMPESTI cominciò a elaborare una serie di cilindri per vedere se riusciva a trovare qualche cavallo in più, perché a forza di leggere i risultati di FUMAGALLI aveva capito che per batterlo ci voleva una moto che volasse e forse non sarebbe bastato. In quel periodo nel mio piccolo, a livello Regionale avevo un momento di celebrità: alcuni concessionari di moto cominciarono a contattarmi per correre con le loro moto nell’anno seguente. Fra alcune richieste ci fu una proposta molto allentante da parte del concessionario FORCONI che vendeva DKW . Il FORCONI conosceva il padrone dei caschi MDS e riuscì a farmi sponsorizzare: dovevo correre con il casco MDS e lui si impegnava a sostenere le mie trasferte per il Campionato Italiano. Se alla fine del Campionato fossi arrivato nei primi tre, avrei percepito un’ulteriore premio in denaro. Questa sponsorizzazione mi fece capire che dovevo impegnarmi al massimo per non deludere lo sponsor e anche che il TEMPESTI stava facendo salti mortali per darmi una moto vincente per il Campionato Italiano. Avevo preso talmente seriamente la faccenda che mi allenavo quattro giorni a settimana, tra palestra e corse a piedi e i restanti tre giorni andavo in moto. Arrivammo verso la meta di Luglio e partecipai alla terza prova del Campionato Toscano. Questa gara cadeva proprio a pennello per testare la moto in vista della prima prova del CAMPIONATO ITALIANO che si svolgeva a SIRACUSA nel periodo di AGOSTO. Anche a questa gara arrivai primo. Dopo questa gara scattò in me la consapevolezza di poter vincere il Campionato Italiano, perché oltre ad andare forte (lo dicevano gli altri) non commettevo più le MUZIATE. Ero tranquillo, sereno e alla fine delle gare non sentivo la stanchezza. Arrivò il mese di Agosto e con il mese di Agosto arrivò il giorno della partenza per il Campionato Italiano. Oltre a me nel gruppo di piloti che seguiva il TEMPESTI erano riusciti a qualificarsi per le fasi finali del Campionato Italiano altri due piloti: FANCIULLACCI PAOLO su ANCILLOTTI 100 cc e CECCARINI BRUNO su LT 50 cc. Per andare a SIRACUSA partimmo di martedì con due furgoni. Il TEMPESTI per la gara mi aveva preparato due moto LT 75 complete, due blocchi motori, quattro o cinque marmitte. Con il TEMPESTI avevamo programmato di arrivare giovedì mattina per vedere il percorso e fare delle prove con la moto, per non lasciare nulla al caso. A Siracusa arrivammo come programmato il giovedì mattina. Il parco chiuso era situato nel campo sportivo, trovammo un angolo dove montammo le nostre tende. Il pomeriggio con la seconda moto andai a vedere il percorso di gara con i due compagni d’avventura: CECCARINI e FANCIULLACCI. Nel primo pomeriggio del giovedì mentre visionavamo il percorso con IL FANCIULLACCI e CECCARINI, FANCIULLACCI cadde dalla moto. Sembrava la solita scivolata innocua. FANCIULLACCI rimontò in moto ma dopo pochi KM alzò il braccio perché ci fermassimo. Mise la moto sul cavalletto e si avvicinò dicendomi che sentiva un dolore ai reni e sentiva il bisogno di urinare. Si sganciò i pantaloni e nel momento di urinare, non usciva nulla. FANCIULLACCI diventò bianco dalla paura e dal dolore che sentiva. Gli dissi di rimontare in moto che saremmo tornati al paddock dove c’era il TEMPESTI. Uscimmo dal percorso di gara e prendemmo la statale per tornare al paddock. Arrivammo in breve tempo al paddock dove c’era il TEMPESTI e gli raccontammo quello che era successo. Il TEMPESTI accompagnò il FANCIULLACCI in bagno e poco dopo vidi uscire dal bagno il TEMPESTI che correva verso gli organizzatori perché chiamassero un’ambulanza per portare il FANCIULLACCI all’ospedale. Arrivò l’ambulanza e trasportò il FANCIULLACCI, il TEMPESTI e la moglie del TEMPESTI all’ospedale. LT 50 cc 1976 A sera tarda tornò il TEMPESTI al paddock e ci informava che FANCIULLACCI era stato operato d’urgenza a causa di una emoragia interna e che sua moglie era rimasta all’ospedale per dare assistenza al FANCIULLACCI. Ricordo che quella sera nessuno di noi riuscì a parlare e a dormire: eravamo arrivati con un entusiasmo a mille e di colpo tutto quell’entusiasmo era volato via. La mattina di venerdì andammo a trovare il FANCIULLACCI all’ospedale per vedere le sue condizioni. Quando entrammo nella stanza dove era stato ricoverato trovammo il FANCIULLACCI che parlava abbastanza sereno con la moglie del TEMPESTI e questo ci fece tranquillizzare un po’. Tornammo al paddock e cominciammo a provare il percorso mentre, il pomeriggio del venerdì, con il TEMPESTI, ci dedicammo nella messa a punto della moto. Il nostro furgone nel paddock era parcheggiato davanti al furgone di FRIGERIO, dove c’erano in bella mostra le PUCH e come potete immaginare c’erano diverse persone che guardavano quei gioielli di moto. FRIGERIO incuriosito nel vedere due matti (io e il TEMPESTI) che smontavamo e rimontavamo la moto per cercare il massimo dalla messa a punto, si avvicinò al nostro furgone e si mise a guardare la moto. Poi chiese informazioni sulla moto al TEMPESTI. Vidi gli occhi del TEMPESTI illuminarsi dalla contentezza, FRIGERIO rimase colpito positivamente della moto, ma soprattutto fece i complimenti al TEMPESTI per la realizzazione del telaio della moto. Mentre andavo in su e giù per il paddock per mettere in carburazione la moto, mi passò FUMAGALLI con il suo Puch e poco distante da me fece uno zero con i piedi sopra le pedane ad una velocità pazzesca. Ancora oggi mi chiedo come fosse possibile fare quella manovra a quella velocità e se fece quella manovra per impressionarmi o la fece solamente per il gusto di farla, comunque rimasi impressionato. Il TEMPESTI che aveva visto quella manovra mi chiamò subito al furgone perché aveva paura che combinassi qualche MUZIATA. Tornai al furgone e il TEMPESTI, che nel frattempo mi aveva preparato la seconda moto, mi disse di andarla a provare. Partii per l’ennesimo giro di gara ma questa moto non andava bene come quella che io chiamavo PRIMA MOTO. La moto che stavo provando a circa metà del percorso di gara si fermò e non voleva saperne di ripartire. Cominciai a spingere la moto imprecando e ad un certo punto si fermò un ragazzo con una SWM 50 cc e mi chiese se avessi avuto bisogno di una mano. Risposi che ero in mezzo ad un mare di m.rda e non sapevo come uscirne. Con il suo aiuto tornai al paddock. Quel ragazzino era EDY ORIOLI. Il SABATO notte non riuscivo a dormire dalla tensione che avevo: un minuto mi pareva un’ora, mi sembrava che il tempo si fosse fermato, non facevo che ripassare mentalmente il percorso e spesso pensavo a FUMAGALLI. Mi chiedevo se FUMAGALLI andasse più forte di me. Ero diventato come MARZULLO: mi facevo la domanda e mi rispondevo. Mi dicevo che fino a quel giorno a tutte le gare che avevo partecipato le avevo vinte tutte, quindi IO ERO IL PIU’ FORTE. Dopo un’eternità di tempo arrivò la Domenica mattina. A quella gara io e FUMAGALLI partivamo nello stesso minuto di partenza. Il TEMPESTI conoscendomi bene mi seguiva come un’ombra e mi consigliava di non pensare a FUMAGALLI, che la gara era lunga e tutto poteva accadere; bastava finire la gara che un bel il risultato sarebbe arrivato sicuramente. Il TEMPESTI parlava ma io non capivo quello che mi diceva da come ero concentrato. Ci consegnarono le moto dal parco chiuso e ci avviammo verso la partenza. Seguivo FUMAGALLI, prima di partire volevo vedere negli occhi FUMAGALLI. Spingendo la moto verso la partenza mi affiancai e con i miei occhi cercavo i suoi. Si voltò e i nostri occhi si incontrarono....... negli occhi di FUMAGALLI vidi il fuoco che ardeva. Di colpo la mia sicurezza di andare più forte, svanì di colpo. Entrai nella fase di insicurezza . Arrivò il nostro minuto di partenza , il mio respiro si fece affannoso, il cuore mi batteva a mille lo stomaco mi faceva male. Non capivo cosa mi stesse accadendo….. ERA LA PAURA che mi stava attanagliando, non volevo deludere IL TEMPESTI. Anche se non lo diceva pensava che la gara l’avrei vinta io. Ci diedero il VIA e partimmo, FUMAGALLI avanti e io dietro. Prima di arrivare nel sentiero che ci avrebbe portato al primo controllo orario dovevamo fare un paio di KM su strada. Dalla tensione che avevo e da come ero rigido sulla moto facevo fatica a girare lo sterzo. Mi dicevo di stare calmo e piano piano riuscii a tranquillizzarmi: sentivo che le braccia che si stavano sciogliendo e il cuore aveva ricominciato a battere regolarmente. Arrivammo nello sterrato che ci portava dentro il greto del fiume, FUMAGALLI cominciò a dargli del gran gas e io sempre dietro. Stando dietro riuscivo a vedere le sue traiettorie , ma mi accorsi subito che quello non era il mio passo, perché stavo andando al di sopra delle mie possibilità, stavo prendendo troppi e grossi rischi, MA NON VOLEVO MOLLARE! Volevo dimostrare a me stesso che andavo forte come lui. Si fece un bel pò di KM finchè non presi un’imbarcata da paura che mi fece pensare alle parole del TEMPESTI: “ricordati che la gara è lunga tutto può accadere.” A quel punto chiusi il gas e FUMAGALLI si allontanò. Cercai di resettare il cervello, avevo preso il mio passo ero tranquillo, non stavo rischiando nulla. Ma come al solito la sfortuna era dietro a una curva: feci la curva e senza sapere il perché mi trovai in terra. Tirai su la moto e vidi che il serbatoio della moto si era rotto e stavo perdendo benzina. Dopo pochi secondi il serbatoio si vuotò senza che io potessi fare niente. Mi disperavo e mi chiedevo come fosse potuto accadere visto che non stavo tirando. Poco dopo passò il CECCARINI con il suo ANCILLOTTI 50 cc che avevo ripreso durante il percorso, si fermò per darmi una mano e mi offrì il suo serbatoio, provammo a montare il serbatoio del suo ANCILLOTTI su il mio LT ma non ci stava e facendo così compromisi anche la sua gara. CECCARRINI ripartì per la sua gara e io rimasi solo con i miei pensieri. Non ricordo il tempo che sono stato fermo a guardare la mia moto con il serbatoio rotto e non mi davo pace. Mi ripetevo di continuo che non stavo tirando, perché ero caduto? Alla fine mi decisi di tornare al paddock dal TEMPESTI, presi la moto e cominciai a spingerla per riportala al paddock . Arrivato al paddock il TEMPESTI mi venne incontro, non mi disse nulla, con la testa mi fece un cenno per indicarmi di guardare verso il furgone di FRIGERIO, c’era la moto di FUMAGALLI con la ruota posteriore rotta. La gara la vinse LUMINA con l’AIM 75 cc e CECCARINI arrivò 13° . Nel tragitto di ritorno verso casa, continuavo a chiedermi come avessi fatto a cadere in quel modo, cominciai a farmi una serie di domande, e la conclusione fu che io non ero adatto a questo sport. Cercavo di darmi delle giustificazioni, ma tutte le risposte che cercavo, mi portavano al punto di partenza “NON ERO TAGLIATO PER QUESTO SPORT”. COLLINA disse agli inizi della mia carriera di pilotino che mi mancava la cosa più importante: il CERVELLO. Arrivato a casa passarono alcuni giorni prima che io tornassi in officina dal TEMPESTI perché dovevo sapere se avevo ancora la voglia di continuare a correre. Parlai con il TEMPESTI della mia voglia di smettere di correre. Il TEMPESTI cercava in tutti i modi di farmi coraggio ma nel mio piccolo cervello mi era entrato il tarlo e continuavo a ripetermi che era meglio SMETTERE DI CORRERE. Dopo quel giorno che parlai al TEMPESTI passarono altri tre o quattro giorni prima che io rimettessi piede in officina. Ricordo che era un sabato mattina e mi presentai in officina dal TEMPESTI. Appena entrai vidi che il TEMPESTI stava lavorando alla mia moto, mi disse che aveva fatto delle modifiche al cilindro e voleva provarle nel Crossodromo di POLCANTO. Nel primo pomeriggio partimmo per il Crossodromo di POLCANTO. Nel viaggio che ci portava a POLCANTO non parlammo mai della gara della Sicilia e della mia voglia di smettere di fare le gare. Arrivammo al Crossodromo e il TEMPESTI mi preparò la moto per farmi scendere in pista, presi la moto e cominciai a girare. Mentre provavo la moto, mi accorsi che non avevo più il feeling che avevo prima di partire per la prova di Campionato Italiano, (come sapete io parlavo alla mia moto). Mentre guidavo chiesi alla mia moto, come mai non riuscivo più a guidarla come prima della partenza per la Sicilia, ma la moto non rispose alla mia domanda. Per tutto il pomeriggio nonostante le chiedessi di rispondermi lei non mi parlò mai. Finite le prove dissi al TEMPESTI che non avevo trovato nulla di speciale nelle modifiche alla moto, anzi gli dissi che le modifiche che aveva fatto, la moto andava peggio. IL TEMPESTI con la sua solita calma mi disse che lui non aveva fatto nessuna modifica alla moto, mi aveva portato a POLCANTO solamente per vedere se mi tornava la voglia di guidare la moto. A quelle parole rimasi di sasso. Ricordo che gli dissi solamente: “TEMPESTI, non ti aspettare più nulla da me a livello di pilotino, perché adesso non riesco neanche più a capire se la moto va bene oppure no”. Tornammo a casa, e prima di scendere dal furgone mi disse che la domenica successiva saremmo andati a fare una gara nel Bolognese in località CAMUGNANO. Diverse gare già vinte le avevo perdute perché il cervello aveva fatto TILT, ma dopo pochi giorni
mi passava la delusione e riprendevo a guidare la mia moto, come se nulla fosse accaduto, ma la
gara della SICILIA, mi aveva lasciato una grossa delusione e non riuscivo a superare la crisi.
La crisi mi aveva fatto passare la voglia di guidare la moto, il BUON TEMPESTI, cercava in tutti i
modi di farmi uscire dal tunnel dove ero finito.
Arrivò la DOMENICA della gara di Camugnano, e in quella gara partivo nello stesso minuto del
mio amico CIOLINI.
Il TEMPESTI per quella gara aveva allestito per il CIOLINI una moto LT 75 CC con il motore
minarelli con la trasformazione Polini., mentre IO guidavo la mia moto LT 50 sachs.
Appena ci diedero il via per la gara feci andare avanti il CIOLINI , dopo pochi KM mi resi conto
che la moto del mio amico andava abbastanza più piano della mia moto, siccome lo vedevo
concentratissimo nella guida mi dispiaceva passarlo , decisi di stargli per un po dietro.
Il CIOLINI ogni tanto si voltava per vedere se ero sempre dietro a LUI, e tutte le volte che si girava
gli facevo segno di tirare.
Arrivammo al primo controllo orario con qualche minuto di anticipo, andai da LUI per sentire le
sue impressioni sul nuovo motore che aveva preparato il TEMPESTI, mi rispose che la moto
andava bene ma non aveva velocità.
Ripartimmo per il secondo controllo orario e IO ormai avevo deciso di stargli dietro per tutta la gara
anche perché mi divertiva vederlo impegnato , arrivammo quasi alla fine della gara sempre insieme,
mancava circa un giro e due prove speciali quando la moto del mio amico si ruppe, provammo a
farla ripartire, ma tutti gli sforzi erano vani, alla fine gli dissi di prendere la mia moto, gli avrei
cambiato i porta numeri, così avrebbe finito la gara, mentre IO gli avrei portato la sua moto vicino
al traguardo e avremmo ricambiato la moto prima di portarla al parco chiuso.
CIOLINI preso dall’eccitazione della gara acconsentì di fare questo passaggio di moto, ma mentre
eravamo intenti a cambiare i porta numeri ci ripensò e mi disse di continuare la mia gara, gli dissi
che non si doveva preoccupare per ME ero ben felice se LUI finiva la gara.
Non riuscì a fargli cambiare idea,ripartii e a fine gara mi ritrovai primo in classifica, per curiosità
andai a vedere i tempi delle prove speciali prima dell’ultimo giro, se non avesse rotto la moto la
gara l’avrebbe vinta CIOLINI.
Mentre caricavamo le moto sul furgone per tornare a casa chiesi il perché della sua scelta di non
prendere la mia moto, mi rispose che aveva avuto PAURA, CHE IL NOSTRO SOTTERFUGIO
POTESSE ANDARE MALE ,se scoperti saremmo stati squalificati per diversi mesi.
Mi disse che aveva avuto paura soprattutto per ME perché se squalificato non avrei avuto la
possibilità di andare a fare la SECONDA PROVA DEL CAMPIONATO ITALIANO a FIRENZE.
Queste parole mi commossero.
Nel tragitto di ritorno verso casa pensavo alle belle parole che aveva avuto CIOLINI nei miei
riguardi, pensai che non era giusto tradire la fiducia che qualche AMICO aveva nei miei riguardi,
ripresi ad allenarmi di brutto, per ben figurare alla SECONDA PROVA D’ITALIANO…