Bologna dichiara guerra

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Bologna dichiara guerra
Bologna dichiara guerra
agii aeroporti tosc
Ecco un bus navetta che collega dieci volte al giorno il " arconi" con Firenze
il segnale è chiaro, vogliono conquistare i passeggeri dell'area fiorentina
dl Paolo Toccafondl
1 PISA
La notizia di per sé non è niente di clamoroso. Da ieri c'è un
bus-navetta che collega dieci
volte al giorno l'aeroporto di
Bologna con Firenze. Ma il segnale che arriva al sistema aeroportuale toscano suona forte e chiaro come uno squillo di
tromba, come una dichiarazione di guerra. L'ha recepito
subito Gina Giani, amministratore delegato della Sat, la
società che gestisce il Galilei
di Pisa, una che ha le antenne
ben dritte. «Bologna ha dissotterrato l'ascia di guerra - dice
senza tanti giri di parole - Ë la
prima volta che esprime con
chiarezza la sua volontà di
conquistare passeggeri in Toscana». Niente che non fosse
già noto da tempo, ma stavolta c'è un atto concreto che rende chiara la strategia. Il
"Marconi" strizza l'occhio a Firenze e alla nostra regione, ai
suoi residenti, agli imprenditori, soprattutto ai turisti che
hanno comunque la Toscana
come obiettivo principale.
Ora con l'Appennino Shuttle
(l'iniziativa di un imprenditore senese, Stefano Ricci) si parte dall'aeroporto bolognese e
si ai-riva diretti a Firenze. «Il
pullman di per sé non è una
gran cosa - chiarisce Giani Da Firenze a Pisa ci sono dai
16 ai 22 collegamenti giornalieri in autobus a 4-6 euro
(quello tra Bologna a Firenze
costerà 19 euro per un adulto)
oltre al treno che in un'ora
porta dall'aeroporto alla stazione di Santa Maria Novella.
Ma è il segnale che conta. Bologna guarda alla Toscana perché sa di trovare due piccole
società virtuose, ma divise. Al
suo posto farei anch'io così».
In ballo c'è un bacino di 12
milioni di passeggeri stimato
per questa area da qui al 2025.
Pisa e Firenze insieme sono a
6,5 milioni (il Galilei da solo è
oltre 4,5 e cresce ancora). Gli
altri 5,5 sono una bella fetta su
cui ha messo gli occhi anche il
Marconi per forza di cose.
Bloccato a nord da due giganti
come Save-Venezia e Sea-Milano, Bologna sa che l'unico
sbocco per trovare nuovi
clienti è la Toscana, dove può
contare sulle divisioni tra Pisa
e Firenze e sulle incertezze del
Vespucci legate alle nuova pista. «Un punto deve essere
chiaro - prosegue Giani - se Firenze e Pisa non si mettono insieme sarà sempre più difficile
reggere la concorrenza e chi ci
rimetterà sarà la Toscana. Perché se i passeggeri si abituano
a scendere a Bologna per arrivare in Toscana, poi un bel po'
del loro budget lo spenderanno in Emilia Romagna, è inevitabile».
La Regione ha ben chiaro il
problema. Il governatore Enrico Rossi va ripetendo da tempo che un'integrazione tra i
due scali è necessaria e urgente. Pochi giorni fa l'ha ripetuto
in un'intervista in maniera perentoria. «Si va avanti sulla
progettazione della nuova pista fiorentina - ha detto - ma
prima chiedo a Firenze e Pisa
di fare un passo avanti chiaro
sulla strada dell'aggregazione.
Aspetto da tempo una risposta, chi si tira indietro non vuole il bene della Toscana». Enac
è stato altrettanto chiaro. Nel
piano aeroportuale nazionale
si parla di Firenze e Pisa come
due scali «a sviluppo correlato». Vuol dire che possono crescere solo insieme.
Il consiglio comunale di Pisa votò a sul tempo un ordine
del giorno a favore di un'integrazione tra le due società. Da
allora sono passati quasi due
anni e non è successo altro.
«Ma questo orientamento è
stato riaffermato anche dal
Comitato del patto sociale di
controllo di Sai - dice il sindaco Filippeschi che ne è il presidente - E anche i soci privati
non hanno mai sollevato obiezioni». Dunque per Pisa vale il
via libera. L'ipotesi attuale è
quella di una holding tra le
due società, Sai e Adf. Per capire perché non si faccia un passo avanti bisogna dunque rivolgersi a Firenze? Ma anche il
cda di Adf ha ribadito in più
occasioni di volere un processo di integrazione. E allora chi
è che tira i remi in barca? Tutti
aspettano una mossa dal Comune di Firenze che finora ha
prodotto intenzioni ma nessun documento ufficiale. 1 privati dentro Adf vorrebbero ribaltare il concetto espresso da
Rossi: per loro prima si fa la pista e poi l'integrazione. E il Comune si dice sia perplesso su
un'unione che lo vede in questo momento in posizione più
debole rispetto a Pisa. Ma in
queste incertezze Bologna si
muove come un treno. Anzi,
per ora, con un autobus.
©RIPRODU7IONE RISERVATA
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L'area dei check-in all'aeroporto di Bologna
GinaGiani:
senza integrazione non
si regge la concorrenza