Numero 37

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Numero 37
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L’Improbabile
[email protected]
Samizdat Berico
Né pecora, né pastore
email:
!
n° XXXVII
Anno 59 d.I.C.
L’evoluzione dell’uomo: la donna moderna
Donna:
mammifero
di
sesso
femminile appartenente alla specie
homo sapiens. Il termine mammifero
deriva dal fatto che questa categoria
di animali allatta i propri cuccioli. La
femmina dei mammiferi, infatti, è
stata progettata dalla natura per
accogliere in grembo il figlio fino alla
nascita e per nutrirlo fino a quando
sarà capace di prendersi cura di se
stesso. L’uomo, homo
sapiens
di
sesso
maschile, madre natura
l’ha fatto pieno di
muscoli, un tantino meno
perspicace, atto alla
caccia e alla rissa. Gli
uomini primitivi pare
vivessero in gruppi a
struttura
matriarcale,
dove cioè il capobranco
era una donna. Le
principali funzioni di procacciamento
di cibo erano affidate agli uomini
appunto, mentre la donna si è
evoluta come “colei che si prende
cura della prole e del focolare”. Devo
ammettere che a quei tempi la donna
non era certo un fiore di bellezza:
con quella fronte a balconcino, la
scucchia e i peli che la ricoprivano
come il più peloso degli uomini
moderni, ma di certo svolgeva le
proprie mansioni con dedizione.
Col passare delle ere, delle dinastie,
dei casati, dei regimi e delle
dittature, la specie umana ha subito
grandi differenziamenti. L’homo
sapiens è passato dalle caverne a
vivere in grandi metropoli, dal
mangiare bacche e carne cruda, ora
si nutre di prelibatezze, beve vino e
coca-cola, veste Armani o Cavalli; al
posto di tribolare nella savana
africana, lavora per ottenere danaro
che, a differenza delle antilopi (le
quali vivadio sono solo semplici
antilopi) può trasformarsi in ciò che
desidera. Forse ci sfugge il momento
preciso
in
cui
avvenne
il
cambiamento da società matriarcale
a patriarcale (la cosa dev’essere
sicuramente avvenuta prima che le
donne potessero organizzarsi con
una forma di scrittura per lasciare
storia di ciò). E’ probabile che ad un
certo punto l’uomo, quotidianamente
sopraffatto dai sermoni delle donne
della tribù, abbia messo in moto i
muscoli contro di loro per metterle a
tacere. Credo proprio che sia andata
così.
Ciò che salta agli occhi dei tempi
moderni è come l’uomo, nella sua
semplicità, nella sua esistenza
binaria fatta di 1 e 0 sia, nella
sostanza, rimasto come mammà
natura l’aveva fatto. La meraviglia si
palesa ai nostri occhi quando invece
spostiamo la nostra attenzione sulla
donna la quale, a un certo punto della
storia (quello in cui le menti
potevano essere aperte dallo studio
in numero sufficiente da creare una
rivoluzione) la sopracitata donna tira
fuori le sue doti mentali, per
riaccendere l’atavico conflitto tra
muscoli e cervello. Ci sono voluti
centinaia, forse migliaia d’anni
perché lo scontro gender si potesse
scatenare di nuovo, perché homo
sapiens, in formato donna sapiens,
potesse
escogitare
il
suo
contrattacco
alla
matriarcalità
perduta. Così avvenne che l’uomo
fece l‘imprudenza di lasciare alla
donna delle piccole soddisfazioni,
unico scopo sempre e solo quello di
non sentirla più ronzare: la scuola
prima, poi le passeggiate a cavallo,
poi il tè con le amiche. Le donne
hanno preso in mano la loro vita,
“suffraggette a noi” hanno ottenuto il
diritto di voto, mettendo a frutto le
loro evidenti doti mentali. Hanno
ottenuto la lavatrice, la lavastoviglie
e quindi tanto tempo libero da
dedicare a un impiego. Non solo sono
entrate a spallate nel mondo del
lavoro ma hanno preso posto in
ogni suo angolo, ogni nicchia,
anche quelle così deliziosamente
maschili.
Sono
diventate
manager di grandi imprese,
astronaute,
macchiniste,
falegname ed elettriciste. Hanno
imparato le lingue, viaggiato,
ottenuto gli stessi (quasi) diritti
della loro controparte ma nella
foga di surclassare, umiliare,
spodestare hanno dimenticato di
tutelare la loro essenza, quella che la
loro madre suprema gli aveva
donato. La donna sapiens italianis
rappresenta un gruppo di sesso
femminile che, come il suo alter-ego
maschile, mostra particolari doti
artistiche, è piena di allegria, colore,
vivacità e, ahinoi, superficialità.
Nella corsa alla nuova matriarcalità,
la donna italianis si è dimenticata di
essere donna, mammifero di sesso
femminile, con un utero per
alloggiare la sua prole, il latte per
sfamarlo e il prendersene cura. Già,
la donna moderna lavora, ma non ha
più tempo per crescere suo figlio, la
donna moderna va sulla luna e ha il
latte in polvere per sfamare la
discendenza, la donna moderna è
fisica nucleare ma dopo aver
partorito deve lasciare il neonato ad
una sconosciuta che pagherà con il
frutto del suo lavoro. E tutto questo
perché? Perché nella sua scalata al
potere, all’uguaglianza (utero vs
pisello…come potremmo mai essere
uguali?) si è dimenticata di tutelare
se stessa e per la legge del
contrappasso,
soprattutto
se
autonomis partiti vis, non ha nessun
genere di tutela per la maternità, per
la progressione della specie che in fin
dei conti è l’unico progetto che la
natura ha su ognuna delle sue
creature.
Celda Donadi
Microelzeviro dal Fronte
Partiamo
dal punto
di vista
che ogni
errore
prevede
una
lezione.
A
seconda
dell’errore ci sarà una diversa
lezione. Detto ciò, quel che succede
adesso è che noi dell’Occidente
pensiamo di avere appresa la lezione,
dopo duemila anni di massacri di
tutti i tipi e di tutti i gusti. E non
basta, perché questa stessa lezione
ora vogliamo impartirla a genti e
luoghi che non necessariamente
hanno fatto i nostri stessi errori e
quindi non necessariamente si
meritano la stessa lezione. Una
lezione che tra l’altro non scaturisce
nemmeno da un loro errore. In più,
nel passato, quando spesso eravamo
in errore, eravamo comunque
convinti di stare nel giusto: quello
stesso concetto del giusto che
abbiamo inculcato con la spada per
duemila anni. E quindi chi ci assicura
che il nostro fondamentalismo
democratico a tappe forzate non sia
anch’esso un errore? Chi altri, se
non noi stessi? É tutto un punto e a
capo. Venghino signori, venghino!
Grandi e piccini! Altro giro, altra
corsa! Ricchi premi e cotillon!
Beppe Sardella
L’ESPRIT DE
L’ESCALIER
La maleducazione è una piaga
terrena con cui bisogna convivere in
quanto impossibile da debellare,
peggio persino del raffreddore o del
diffuso desiderio di procreare. La
mancanza di buone maniere, questo
triviale strumento di vanto per
alcuni soggetti diversamente educati,
è destinata a sopravvivere a
qualsiasi
tentativo
di
ammaestramento
socio-culturale,
poiché in grado di offrire notevoli
vantaggi a chi la sa utilizzare con
destrezza: lunghe code aggirate con
nonchalance per mezzo di trucchi
illusionistici, parcheggi riservati
Ogni riferimento a persone, fatti o cose è totalmente frutto dell’immaginazione
Segue a pag. 2
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sottratti con manovre dispotiche,
!"#!$!%%&'#()(&*&+!),%&'
! quote non pagate per improvvise e Non avrete un mese !migliore di questo. Finalmente un'estate degna di questo nome, sole bollente, il frinire delle
dubbie amnesie, partecipazione a
eventi privati attraverso l’arte
dell’autoinvito e così via. Una delle
forme più infime di scortesia è
certamente
l’insulto
gratuito,
soprattutto se indirizzato a un
emerito sconosciuto per futili motivi
di spacconeria. Di sicuro è capitato a
molti, magari a una festa, di essere
apostrofati in malo modo dal genio di
turno, di fronte a una platea di facce
più incuriosite che sorprese, e di non
riuscire a replicare con prontezza e
sufficiente abilità linguistica, perché
nella maggior parte dei casi la
concitazione del momento spinge il
calunniato a proferire la prima
sciocchezza che gli fuoriesce dalla
corteccia
cerebrale,
dando
praticamente ragione al provocatore.
Solo in seguito, quando ci si avvia
pensierosi all’uscita scendendo gli
ultimi gradini, prende corpo il
cosiddetto “spirito della scala”,
espressione di origine francese che
sintetizza quella tipica situazione in
cui la risposta vincente a
un’aggressione verbale si forma nella
mente in ritardo, quando ormai si è
in fondo alla scalinata. La lampadina
si è accesa fuori tempo massimo,
aggiungendo al danno pure la beffa:
l’inciviltà ha vinto di nuovo e un
cuore affranto torna a casa con la
magra consolazione di poter usare la
frase perfetta, se le condizioni lo
permetteranno, in un prossimo
futuro. In alternativa, ci si può
iscrivere a un corso terapeutico di
kickboxing.
Ken Folle
38%%/,&,7$¶352*5$662 !
T i senti piccolo, vile e meschino?
L e suolette PI G M E US
Daranno slancio al tuo ego
facendo da cric per la tua nascosta
gr andez z
a!
cicale già di primo mattino e pochi vestiti addosso. Ma attenzione: con le alte temperature la capacità di
mascherare il tuo temperamento spigoloso viene meno e ti riveli per quello che sei.
"-./.'$01.22.'
Trentola Ducenta, Caserta, Nord Africa: Luciano Pezzella, secondino presso il carcere di Secondigliano, 49 anni,
stremato dal perpetuo andirivieni del furgone del vicino fruttivendolo, ha risolto la questione con la sua 15 colpi
d'ordinanza; l'ortolano Michele, la moglie e il figlio ora si trovano in un posto migliore.
Nigeria, oleodotto Tebidaba-Clough Creek: indiscriminati atti di sabotaggio operati sull'oleodotto per sottrarne il
greggio, hanno causato un incendio, il bilancio è di 13 vittime; l’Eni lavora con le autorità locali per acciuffare i
responsabili; un testimone chiave dichiara "ho visto degli individui installare una valvola per l'estrazione del
petrolio nel luogo in cui è avvenuto l'incendio, erano neri, con abiti sbrindellati e di una magrezza statuaria".
345/-'6.2'7.8.'
San Culotto - Protettore dei disobbedienti
San Guisuga - Manutengolo di spregevoli sfruttatori
#424//-.'6-'8/49-05.
Ipertermia: ovvero colpo di calore, è una condizione che induce un forte aumento della temperatura corporea. Tra i
sintomi più comuni: vertigini, mal di testa, agitazione, aggressività, allucinazioni. Si tratta di un disturbo causato
da una temperatura troppo alta (dovresti indossare pantaloni corti ma ti vergogni delle tue ginocchia, quindi
squagliati!), da un elevato tasso di umidità (bevi molta birra, il sudore è parte del processo di acclimatazione
corporea, sfoggialo con orgoglio) e da mancanza di ventilazione (fatti un giro in moto, chiuditi in casa con l'aria
condizionata a 20 °C, fuggi il cemento, trova l'ombra di un albero e sdraiati sull'erba, buttati col paracadute,
rifugiati in montagna e se non trovi pace, rallenta il respiro, un altro po', ancora un pochino, trattieni il fiato e
pazienta finché non arriva il freddo liberatore).
Disturbo istrionico di personalità: al vasto regno dei disturbi della personalità appartiene il gruppo detto
"drammatico-imprevedibile". La patologia presenta affinità con l'isteria, è diffusa esclusivamente in contesti di
stampo occidentale, motivo per cui viene ufficiosamente denominata "malattia del benessere". I sintomi sono
molteplici, eccone alcuni: disagio quando non si è al centro dell'attenzione, interazione con gli altri caratterizzata
da atteggiamenti sessualmente seducenti, espressione delle emozioni mutevole e superficiale, eloquio ridondante
ma privo di dettagli, incapacità di valutare la reale intimità delle proprie relazioni. Ad oggi l'unica cura ad aver
riportato risultati positivi è la permanenza (si consiglia non meno di un mese) presso un giacimento minerario
congolese.
+:0;08-/Se sei una persona artefatta, il caldo non è una buona idea: va a finire che un piccolo fastidio degeneri in un
improvviso, ingestibile, dirompente eccesso d'ira. Guardati da soggetti lamentosi, quindi guardati soprattutto da te
stesso. Non puoi dare sempre la colpa alle temperature elevate, un po' di onestà e riconosci che hai un carattere
schifoso. Così come in inverno senti la necessità di proteggerti dal gelo, in questo periodo devi disfarti dei fardelli
inutili; ma è a questo punto che la tua nudità può generare attriti. Tempo di mare, costume e spiaggia, tieni in
dentro la pancia ma con quest'afa non resisti che qualche secondo, il tuo addome erompe, il vicino ridacchia, ti
senti umiliato. Non vivi serenamente la tua corpulenza, non hai fatto la prova costume, vorresti nascondere le tue
vergogne ma c'è chi ne ride; valuta di eliminarlo e non indugiare, a questo punto non ti rimane altro da fare.
Magari rideva della tua magrezza, hai notato che pesa un quintale abbondante? Forse ride per una battuta di quel
cetaceo della moglie spiaggiata a fianco? Ma se per te non è abbastanza caldo e ti manca il fegato, compra una
camicia firmata dal vucumprà e vai al bar ad affogare la tua ira in qualche gallone di mojito, ché in fondo tutto è
bene ciò che finisce in bere.!
,5/.:1-8/4'4'<5'48/.7-0'
Vorremmo ringraziare il gentilissimo
signor A, che si è offerto per
un’intervista a L’Improbabile. Il
signor A soffre da anni di una
gravissima forma di analcolismo e
per questo garantiamo il suo totale
anonimato. Scopriamo con lui i
meandri di questa pericolosissima
malattia.
- Signor A, quando ha scoperto di
essere astemio?
- L’ho scoperto, mio malgrado, in
tenerissima età. La mamma mi diede
una torta al rum e la sputai
immediatamente. Avevo tre o quattro
anni. Il babbo, preoccupato, provò più
volte a farmi bere vermut e Campari,
ma i suoi tentativi furono vani.
- La malattia le ha mai dato
problemi? Si è mai sentito
discriminato?
- Come no! Fin dalle scuole medie fui
schernito e insultato. Alle superiori,
mentre i miei compagni bevevano e
pomiciavano con le ragazze, io me ne
stavo in disparte, a bere Coca Cola e
a contare le crepe sui muri. Per
inciso, non ho mai trovato una
compagna e, ora, ho quarant’anni
suonati.
- Ha mai provato a contrastare
l’analcolismo?
- Ho provato moltissime volte.
Purtroppo è più forte di me. Qualsiasi
sostanza alcolica mi metta in bocca
la sputo. Ho tentato con qualsiasi
tipo di alcolico, dal più forte al più
leggero, dal “Latte di Suocera” alla
birra, ma non riesco a risolvere il
problema. Mi sono arreso qualche
anno fa.
- È vero che, come dicono in molti, gli
astemi cronici percepiscono i colori
in modo differente da noi?
- Questo non glielo so dire con
assoluta certezza. Non so cosa
vedete voi. Quel che so è che
memorizzo i semafori in base alla
posizione della luce accesa: parto
quando la luce è quella sotto, mi
fermo quando la luce è quella sopra.
- Dicono anche che percepite i gusti
in modo diverso dai normo-alcolisti.
- Anche questo è difficile da
appurare. Le posso semplicemente
dire che, per me, un hamburger da
McDonald’s ha lo stesso gusto di una
bouillabaisse. Spesso mi nutro a
crackers e Fonzies. (Bluaah… NdR)
- Si sente di dire qualcosa a chi ha il
suo stesso problema?
- Se ce la fate bevete, bevete come se
non ci fosse un domani. L’alternativa
è una vita fatta di acqua naturale,
pochi amici, poco sesso, molte crepe
sui muri, crackers e Fonzies.
Gigi Trombetta
La domandina del buon figliuolo:
mamma, ma la lobotomia è una
malattia contagiosa? Certo, figliuolo.
Ti sei mai chiesto come mai sei così
intelligente?
Ogni riferimento a persone, fatti o cose è totalmente frutto dell’immaginazione
Adonias Filho
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I N V I S I B I L I
semplice: non era il momento giusto
! Passeggiando con il cane sento due per incontrare l'altra! persona. Ma
vecchietti
che
dibattono
su
un'antenna della telefonia mobile,
dove, inerpicato su una gru, un
operaio sta facendo dei lavori. Si
chiedono se c’era già, ieri, e nessuno
dei due sa se l’ha mai vista prima.
Nemmeno io, a
pensarci bene.
Anzi,
sono
convinta che sia
nuova. Eppure,
si scopre che
quell'antenna è
posizionata da
otto
anni
esattamente dove, improvvisamente,
è comparsa ai nostri occhi. Così
accade, spesso, anche con le persone.
“Ma come mai non ci eravamo mai
incontrati??” si chiede a qualcuno
che compra le pere al nostro stesso
supermercato, bar, quartiere, magari
con cui abbiamo amici in comune.
Con cui abbiamo frequentato le
scuole da ragazzi, o nella stessa isola
greca, proprio dal 7 al 14 agosto
dell'85, alla stessa festa in spiaggia,
tutti e due dalla stessa parte, vicini a
quello scoglio, sì, quello che pareva
uno squalo. Ma come mai,
improvvisamente, appaiono oggetti e
persone che abbiamo sempre avuto
sotto il naso, e che non avevamo mai
“visto” prima?
Nel caso di un amore, la risposta è
nel caso di cose, o di persone diverse
dell'innamorato/a?
(mettiamoci
dentro anche gli stronzi, i fetenti che
ti fregano, quelli che ti tamponano e
scappano, o la vicina di casa, che
vive due palazzi in là, ti vede in
divieto
e
chiama i vigili)
Che sia che
tutti,
quando
arrivano
a
bussare
alla
porta
della
nostra
vita,
hanno
uno
scopo preciso? (anche la vecchia con
le pattine che vive da trent'anni sul
tuo pianerottolo, e mai l'hai trovata
neanche sulla tromba delle scale?)
Che sia, come dicono certi habitué
della new age, che tutti hanno un
messaggio da consegnare, al
momento
opportuno?
Vedendo
l'antenna, infatti, mi sono ricordata
che devo cambiare operatore
telefonico,
che
devo
andare
dall'oculista a settembre, e che mio
nonno, con quegli occhi pieni di
guerra,
era
affascinato
dal
progresso,
e
che
sorrideva
mostrandomi le scie degli aerei, con
buona pace di quelli che oggi pensano
che le scie siano colpa di tutto, anche
delle angurie quadrate.
Amanda Lear
Il Freddurino
Cosa viene a una serpe facendo gli anagrammi? L’erpes
Swurz
Il piatto preferito dal tossico: pescespada e ossobuco
Manu
L’unica ragazza difettosa è una ragazza… fallata
Mr.Ph
Qual è lo sport più diffuso in Colombia? Il tiro col narco
Mogul
Salsa pungente: burro d’aracnidi
Gianfiore Manero
La telenovela preferita dagli animali? Anche i ricci piangono
Swurz
Le ultime parole di Adolf nel bunker della morte? Toglietemi tutto ma
non il mio Ebreil
Mr.Ph
Il superalcolico preferito dai pesci? Il Branchia Menta
Gianfiore Manero
LO STELLONCINO *
Le porte del male sono sempre spalancate. La buona accoglienza
cameratesca è sempre assicurata, pacche sulle spalle, gustose battutacce,
grasse risate e simpatiche coltellate, non c’è di che annoiarsi e tutto è
gratis, splendidamente gratis, niente pallosissimi padri nostri e sfiancanti
ave marie, non ci vuole il passaporto e non esiste il foglio di via. Ahhh, un
vero e proprio paradiso!
Nursultan Nazarbayev
! " # $ %# &' ( %% ( $ # &) * &"+ &$ ( )# % %, $ ( & L'errore in cui sono scrittura, può dimostrare affezione
Cari sudati e ignari improbabili,
in seguito alla presa visione del
bilancio annuale, ho pensato fosse
doveroso condividere alcune cifre
con chi abbia un cuore tanto grande
e generoso da poterle accogliere. Da
mesi in redazione si travaglia in
un'atmosfera
di
incoraggiante
ottimismo; dall'ufficio stampa la
notizia che l'indice di gradimento del
giornale è in ascesa, la pagina
facebook fatica a contenere i 'Mi
Piace'
che
aumentano
inesorabilmente e questo ci gratifica
di ogni fatica. Ma come diceva il mio
amico Giovanni 'la realtà supera di
gran lunga la fantasia', e,
nonostante ghignasse mentre la
pronunciava, aveva il tono beffardo
e il sorriso rigato d'ironia. Ecco
infatti il realismo finanziario e allora
capisco. La solidarietà dimostrata
con un così largo apprezzamento,
compiacimento, consenso, favore,
piacere, soddisfazione, purtroppo
non ci aiuta a pagare tasse, pizzo,
tangenti, mazzette e lo strozzino
non sembra concedere sconti.
incappato è sintattico, dimostrare
significa 'rendere manifesto con
fatti', ma ci sono fatti e fatti. Con
alcuni ci si pagano i conti mentre
con altri non è possibile. Alcuni fatti
si dimostrano, altri, invece, si
mostrano semplicemente. Quindi, il
punto è questo…, con il rischio di
apparire miserabile, la controcultura ha bisogno di aiuto: chiedo la
cortesia di dimostrarci il vostro
supporto concreto. In che modo?
Suggerirei di usare il nostro
indirizzo di posta elettronica per
contribuire con un articolo, una
freddura, una rubrica, ma capisco
che è difficile aver qualcosa da dire e
questa testata ne è la prova; oppure
usate il medesimo indirizzo per
richiedere delle copie supplementari
da distribuire ai vostri amici, parenti
stretti, una copia al vostro peggior
nemico, il salumiere ne avrebbe
bisogno, avrete un'amica che soffre
di stipsi a cui potreste prescriverlo,
insomma veicoliamo. Per chi non
avesse tempo da dedicare alla
pratica obsoleta e demodé della
partecipando all'asta Improbabile:
Primo Articolo - Pennino in argento,
calamaio, scrittoio e quaderni
d'appunti di Artemio Gola - base
d'asta 380,00 €; Secondo Articolo Sospensorio e borotalco di Sandro
Mazzola - base d'asta 512,00 €;
Terzo articolo - Rene, anca in titanio
e dentiera in marmo di carrara di
Uguccione Sommaruga - base d'asta
1.300,00 €; Quarto articolo - Due
flaconi di botulino con apposita
siringa, fondotinta biologico terra di
siena e dildo usato di fresco di
Amanda Lear - base d'asta 620,00 €;
Quinto articolo - Ferrari Maranello
in pasta di mais ecologica di mio
suocero - 90.000,00 €; Sesto articolo
Savoir
faire,
fascino,
intraprendenza, rubrica telefonica,
amante pressante e da felicitare,
baffi finti, mocassino di Ken Folle.
Noi ci spendiamo al limite estremo
delle nostre possibilità per tenere il
vita il giornale, anche privandoci di
beni preziosi, come il tempo. l
banditore scalpita, affrettatevi.
Antonio Langella
Calcio di rigore
Per certa gente pare quasi che la
felicità dipenda dal fatto che non ci
sono eventi, che non succede nulla,
proprio nulla, niente che possa tirare
un rigo nero, un rigo, ma che dico?
No, troppo! Uno sfrego colorato sulla
spianata bianca dei suoi giorni fatti
di piccioni, e per conseguenza di
becchime, fatto di giornali locali con
la lista dei morti, fatto di lavori in
corso, di chi ha mollato chi, e poi
chiaramente si pensa bene al
risparmio e a una sinistra zero
grassi ma con i fermenti attivi e
possibilmente coi cereali, poi tutti da
Ikea, il cui fondatore era un nazista.
E il battiscopa, sempre lui,
assolutissimamente in noce, mi
raccomando, però sono buono perché
io ai muratori ci offro gentilmente
anche il caffè, ma che cacchio
vogliono di più? E non bestemmio,
perché bestemmiare è volgare e fuori
luogo, lo lascio fare ai grezzi, cioè a
loro, ai muratori, che domani
difenderò a spada tratta sulle focose
barricate di finissima bresaola che
risplendono al centro del mio
intelletto di uomo dalla moderata
calvizie spirituale.
Sandro Mazzola
Ogni riferimento a persone, fatti o cose è totalmente frutto dell’immaginazione
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!
V o c i
d i
c o r r i d o i o
!
Pare che, nella prossima enciclica, il
papa enucleerà il germe primo ed
unico che il Principe del Male ha
immesso nel corpo tremolante del
nostro rachitico paese: l’Inter. Noi,
per una volta, saremo d’accordo con
il santo padre e, poiché siamo
persuasi che con appena un minimo
di ratio, di senso civico e d’urbanità,
la
criminalizzazione
gratuita
dell’Inter dovrebbe essere un dovere
sancito dalla costituzione, riteniamo
inoltre che pene severe dovranno
essere comminate senza tema né
indugio. Queste pene saranno
emanazione di un pacchetto di legge
denominato “Interismo 41 bis a vita”
che prevederà senza possibilità di
appello:
cronica
perversione
dell’animo
combinata
con
putrescenza del cuore, prolassi acuta
di meschineria, sfiga perenne, bando
dal consorzio umano, esilio morale,
peritonite al cervello, afasia spastica,
partecipazione obbligatoria a tutti i
concerti dei Pooh e di Gianni
Morandi, gogna iraniana perpetua,
grigiore
sinaptico,
depressione
inguinale, infantilismo parossistico e
gaytudine metastatica.
Artemio Gola!
A L K A S E L T Z
Ora gli sportelli di Trenitalia quando
sono aperti non mettono più il
cartello che dice “aperto”, no, ce ne
mettono uno con su scritto
“operativo” e proprio sotto c’è scritto
aperto in inglese, cioè “open”. Ne
deduco che in inglese open significa
ancora semplicemente aperto e
perciò, con un impalpabile ma
prezioso scatto di sinapsi, anche
operativo, mentre con tutta evidenza
questo sottilissimo nesso logico in
italiano è scomparso.
Cerutti Gino
Corner: è stato dimostrato che
certe patatine san di fritto più di
altre.
C R U C I V E R B A
Le parole di 4 o più lettere contengono almeno una bugia
ORIZZONTALI
1. Provò a fare il cantautore, ma
senza risultati.
15. Un flop della Nintendo.
16. Inizio e fine dello stuntman.
18. Metropoli francese.
19. Annichilire, distruggere.
20. Sono annesse alle case coloniche.
21. Venditori di carni.
23. Albero d’alto fusto, nativo del
mediterraneo.
25. Lo erige l’assediante.
26. Particelle prive di carica elettrica.
28. Le usa il pollivendolo per liberare
le galline.
29. Così inizia un motto dannunziano.
30. E’ simile al reggae.
32. Fiume del sud Italia.
35. Una provincia marchigiana.
37. Iniziali del poeta Landolfi.
38. In mezzo alla sfogliatella.
40. Il raggio con cui l’Enterprise
allontana i nemici.
41. Farmaci che favoriscono la
circolazione sanguigna.
45. Non si dice mai con tric.
46. Diminutivo maschile.
47. I panini senza pani.
48. Successo della Kawasaki su
due ruote.
51. Disgustoso centro toscano.
VERTICALI
1. Calma, serenità.
2. Settaria, faziosa.
3. Umano e ragionevole.
4. Sono pari nella prora.
5. Deflagrazione.
6. Piccolo paesino croato.
7. Austera severità.
8. … un toccasana per le piante.
9. Il Gerrit di “Donna anziana che
legge la Bibbia”.
10. Studiosi dell’Islam.
REBUS (7 8)
11. Con arrò… ferma il cavallino.
12. Il Gallagher dei Blur.
13. Il Darmstadtio per il chimico.
14. Si azzardano prima dell’esame.
15. Così comincia lo sregolato.
17. Non più in carica.
18. Satolli di cibo.
20. Il Luca, difensore della
Sampdoria.
22. Fan delle paste un pastone.
24. Servono per piantare alberi.
27. Nota Integrativa.
31. Il Wojtyla, parroco di campagna.
33. Scrigni per ninnoli.
34. Tessuto ruvido.
36. Si occupa di ricerche scientifiche.
39. Miagolano.
42. Serve per… guardarci dentro.
43. Si trova a Boston.
44. Produce una famosa Acqua.
49. Arte senza vocali.
50. Si ripetono a Copenaghen.
REBUS VENETO (2 2 4)
Bruno Conti
Il Canton del Fromboliere
Se, in principio, fossimo stati tutti
veramente uguali, non ci sarebbe
stata evoluzione. E invece, essendo
stata la differenza tra arancia e
mandarino il pomo della discordia, la
gente si è scannata per millenni fino
ad arrivare, col cuore curvo come
una banana e teso come l’arco di
Ulisse nell’affrontare i Proci che
insidiavano la fredda e solitaria
bellezza della sua sposa, al pacifico
mandarancio, peraltro riconosciuto
da tutti i trattati internazionali. Su,
continuiamo a tessere e ritessere la
solita speranza, sempre che qualche
misera spanna di filo ancor ci
avanzi. Credo che, tra furia e
rassegnazione, non ci resti altro da
fare.
O p i G n I o n i
Soluzioni n. XXXVI - 49 dopo Éric Daniel Pierre Cantona
di Leopoldo Boffalora
REBUS (6 6): S Quad; Ramo; Bile = SQUADRA MOBILE Dopo non so quanti anni di cruccio e pensiero,
ricapitoliamo: perché siamo nati, perché viviamo, dove REBUS (9 5): C'Era L'Acca R; Ossa = CERALACCA ROSSA
andiamo e cosa vogliamo? La risposta mi pare che sia
ancora un solido e tragico BOH. E allora, invece di
indurirci in sterili arti quali possono essere la religione, il
dubbio, il domani o d’indugiare negli squallidi, mercificati
inghippi di sapore new age che suppliscono malamente
alla nostra personalità, perché non ci rilassiamo in riva
ad un bel mare con una bella bionda che ci dica sì e solo
sì, sì ancora e così, oppure, per le signorine, con un bel
moro che ci faccia vedere e comprendere le stelle, tutte le
stelle, ma proprio tutte, del firmamento della goduria? Ma
Uguccione Sommaruga ci vuole poi proprio così tanto per arrivarci?!
!
Ogni riferimento a persone, fatti o cose è totalmente frutto dell’immaginazione
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