Grande dizionario enciclopedico di omeopatia e bioterapia

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Grande dizionario enciclopedico di omeopatia e bioterapia
GRANDE DIZIONARIO ENCICLOPEDICO DI OMEOPATIA E BIOTERAPIA
Ivo Bianchi
Louis Pommier
Grande Dizionario Enciclopedico
di Omeopatia e Bioterapia
NUOVA IPSA EDITORE
Tutti i diritti riservati
Progetto grafico di Ugo Sepi
© 2007, Nuova Ipsa Editore srl, Via G. Crispi, 50, 90145 Palermo
Tel. 091.681.90.25 e-mail: [email protected]
ISBN 978-88-7676-338-0
IV
Presentazione
È con grande entusiasmo che ho accettato la proposta del collega ed editore Claudio Mazza di metter mano a una completa revisione della famosa opera dell’omeopata francese Louis
Pommier. Questo mi ha dato la possibilità di aprire un dialogo rivolto a tutti gli operatori della
salute, poiché la buona riuscita di una terapia, la guarigione di un malato, la conservazione
della salute dell’individuo e della società dipendono dalla collaborazione fattiva di tutti coloro
che a vario titolo e si occupano di salute.
I progressi della Medicina Accademica sono stati strabilianti negli ultimi anni, ma analogamente anche nell’ambito delle bioterapie sono stati fatti grossi passi avanti nella comprensione
del meccanismo d’azione di molti rimedi della Medicina Tradizionale o Naturale che dir si voglia. Moltissimi medici, oggi, sentono la necessità di rivedere e comparare asserzioni e metodiche antichissime e moderne. In questa opera si è voluto parlare delle cose nuove in termini
chiari e comprensibili ma si è anche voluto rivalutare in una chiave più scientifica e accettabile
metodiche diagnostiche e terapeutiche tradizionali.
Il testo consta di un dizionario di rapida consultazione, utile anche per il paziente. In questo
le diverse voci, riferite alle varie patologie, dalle più semplici alle più complesse, trovano una
chiara definizione e un’ampia proposta terapeutica di Medicina Naturale. Nell’ambito di questa
proposta, può essere poi individuato il farmaco o la strategia di cura adatta al singolo caso
clinico. Si tratta quindi di un vero e proprio Repertorio Terapeutico commentato, nel quale accanto al rimedio omeopatico è proposta la vitamina, l’aminoacido, l’oligoelemento, la tisana,
ma anche il consiglio ragionato. Infatti tutti noi sappiamo che non sempre è la medicina che
guarisce ma bensì, diceva Ippocrate, il “regime”. Ancora, ciò che mantiene la salute non è
tanto la continua assunzione di farmaci, ma la scelta di una corretta igiene di vita fisica e
mentale.
Inoltre nel testo, alcune voci sono vere e proprie monografie sui più importanti argomenti
della Medicina in generale. Quindi troveremo un capitolo dedicato alle Citochine e uno alla
Psiconeuroimmunoendocrinologia, accanto al capitolo dedicato all’Agopuntura, alla Medicina
Ayurvedica, all’Omeopatia, all’Antroposofia, all’Iridologia, alla Micoterapia, ai Sali di Schüssler e
così via. La mole del libro ci ha permesso di dare spazio a vari argomenti. Ciascuna di queste
monografie può essere una piacevole lettura e una esaustiva introduzione a una branca specifica della Medicina Naturale.
In particolare è stata curata la parte omeopatica e Fitoterapica e sono state opportunamente
inserite due Materie Mediche che danno una esauriente spiegazione di un gran numero di rimedi. Pertanto l’indicazione terapeutica reperita sotto un sintomo o una malattia, può essere
approfondita e compresa dal successivo studio del farmaco nella sua completezza.
Per riuscire a realizzare un’opera di tale portata, è stato necessario l’apporto di una schiera
di collaboratori, esperti delle varie branche, i cui nomi e qualifiche sono elencati di seguito.
Lo scopo di questa opera è quello di porre una pietra miliare su cui si fondare la comprensione prima e la collaborazione poi tra i medici di diverso indirizzo ed estrazione. Sono certo
che il “Grande Dizionario Enciclopedico di Omeopatia e Bioterapia” sarà un utile completo testo di consultazione per moltissimi di loro. A questo proposito e per facilitare non solo la lettura
dilettevole ma anche l’uso di questo testo “al letto del malato”, è stato anche inserito in questa
edizione un Cd-rom teso a rendere tutta l’opera di facile consultazione con qualsiasi computer.
Ivo Bianchi
Verona Luglio 2007
V
D IRETTORE
Ivo Bianchi
REDATTORE CAPO
Claudio Mazza
HANNO
COLLABORATO
Lorenzo Acerra
(Apiterapia)
Alessandro Arena
(LM)
Ivan Battista
(Psicosomatica)
Bodog Beck (1891-1942)
(Apiterapia)
Enrico Biffi
(Disbiosi)
Stefania Cazzavillan
(Micoterapia)
Gilbert Charette (1878-1953)
(Materia Medica Omeopatica, in ordine alfabetico)
George e Svetlana Crabbé
(Menopausa)
Massimo De Bellis
(Omeo-mesoterapia)
Carlo Di Stanislao
(Medicina Tradizionale Cinese, Shiatsu, Tecniche
corporee, Tuina)
Anna Fata
(Aromatologia, Ben-Essere, Bioenergetica dolce,
Biofeedback, Chakra, Cromoterapia, Floriterapia
[Fiori australiani], Ipnosi, Meditazione, Musicoterapia, Pet Therapy, Reiki, Respirazione consapevole,
Training autogeno, Visualizzazione creativa)
Giacomo Flati
(Tuina)
Sergio Maria Francardo
(Antroposofica, medicina)
Enzo Iasevoli
(Eutanasia)
Enrico Italia
(Omeo-mesoterapia)
Richard Kellenberger
(Sali di Schüssler)
Friedrich Kopsche
(Sali di Schüssler)
Rudi Lanza
(Naturopatia)
Giulio Martinelli
(Lingua, semeiotica della)
Dirk Meijer
(HLA, Immunologia)
Sabatino Meletani
(Elettroagopuntura di Voll)
Luigi Monsellato
(Omeosinergetica, medicina)
Raphaël Nogier
(Epidemiologia, Intolleranze alimentari)
Silvia Orofino
(Biografie)
Mario Palmaro
(Bioetica)
Elisa Palme
(Fitocosmesi)
Edmondo Palmeri
(Flebologia, Linfologia)
Fernando Piterà
(Fitoterapia e relativa materia medica in ordine alfabetico, Gemmoterapia)
Patrice Ponzo
(Iridologia)
Sergio Scialanca
(Somatopsicoenergetica)
Loretta Signoretto
(Depurazione, Dismicrobismo, Ritenzione idrica)
Cristina Valacchi
(Psicologia transpersonale e il Rebirthing, Tantra)
L’ EDITORE RINGRAZIA PER LA FATTIVA COLLABORAZIONE: Adriana Carluccio (Guna), Valentino Corradi (Imo),
Donatella Filipuzzi (Guna), Enzo Merogno (Laboratori Legren), Morena Molinari (Promo-Pharma), Nadia
Mondi (Guna), Alessandro Orlandini (Named), Alessandro Pizzoccaro (Guna), Rosa Quagliotti (Named),
Leonardo Restifo (Laboratori Legren), Giuseppe Ricchiuto (Specchiasol), Alessandra Rossi (Imo), Mauro
Sagripante (Freeland), Loretta Signoretto (Specchiasol), Silvia Vitturi (Solgar Italia).
VI
Consigli generali
Presentazione dei rimedi
I rimedi omeopatici si presentano il più delle volte sotto le cinque forme seguenti:
1. Liquidi, tinture-madri o diluizioni, in flaconi da 15 cm3 che possono impiegarsi sia puri che addizionati con acqua.
Nelle grandi città, dove all’acqua viene aggiunto il clorofenolo, conviene usare acqua minerale o distillata.
2. Tubi di granuli, che contengono dei confettini zuccherati imbibiti con una determinata diluizione di un dato rimedio,
di norma assunti a due a due oppure a tre a tre.
3. Dosi, in tubi che, contengono una polvere o minuscoli granuli denominati globuli, da prendersi in un’unica volta; da
qui il nome. Si presentano anche sotto forma di fiale bevibili (1) o di supposte-dose.
4. Triturazioni, in flaconi (o pacchetti predosati) contenenti una sostanza dinamizzata sotto forma di polvere, da
prendersi (a pizzichi o impiegando un misurino) in un po’ d’acqua.
5. Supposte.
Conservazione dei rimedi
Tenerli a riparo dalla luce, dal calore, dall’umidità e da qualunque fonte di profumo o esalazioni.
Sarebbe meglio riporli dopo l’uso nel loro imballaggio originario (tubo di plastica o di cartone), sistemato in un’apposita scatola.
Evitare di aprire i tubi in una stanza dove si è fumato o dove vi sono odori (sostanze chimiche, profumi).
Non mettere mai un rimedio in un tubo che è servito in precedenza a contenere un rimedio diverso o anche una
differente diluizione dello stesso rimedio.
Consigli di igiene generale
Abolire in maniera sistematica tutti gli alimenti o i prodotti contenenti: menta, mentolo o canfora (paste dentifricie,
pastiglie, caramelle o infusi a base di menta, ecc .)
Utilizzare i dentifrici, le pomate pettorali, le liquirizie, ecc.., preparate da vari laboratori omeopatici e che non ostacolano l’azione dei rimedi omeopatici; sarà meglio lavarsi i denti immediatamente dopo i pasti che non prima, visto che
quest’ultimo è il momento migliore per l’assunzione dei rimedi.
Astenersi da tutti i prodotti medicinali e in particolar modo da quelli contenenti canfora, menta, mentolo, chinino o
solfato di sodio, poiché tutte queste sostanze annullano l’effetto nelle diluizioni omeopatiche.
Astenersi quanto più possibile dal consumo di caffè, caffellatte, tè e tabacco.
È preferibile fumare più lontano possibile dall’assunzione dei rimedi, dunque la cosa più pratica è fumare immediatamente dopo i pasti, e poco.
Somministrazione dei rimedi
Non toccare i granuli – o le dosi – con le mani. Contare i granuli nel coperchio del tubo, o nel cappuccio forato a
seconda delle varie presentazioni; versarli sulla lingua e succhiarli a secco (lo stesso vale per le dosi, il cui contenuto
verrà vuotato per intero sulla o sotto la lingua) lentamente, al pari di caramelle.
La sostanza medicinale contenuta nei granuli viene rapidamente assorbita dalla mucosa della lingua e della bocca;
si evita così l’assorbimento a livello della mucosa gastrica e il rischio di perdere il rimedio nella massa del bolo
alimentare.
Orari: le gocce vanno prese in un po’ d’acqua almeno ¼ d’ora prima dei pasti. Non inghiottire il liquido d’un tratto, ma
“masticarlo”, in un certo senso.
Prendere i granuli e le dosi almeno mezz’ora prima o un’ora dei pasti.
1 Esistono anche le fiale iniettabili. Si tratta di una forma farmaceutica abbastanza diffusa all’estero, soprattutto in Germania (N.d.E.).
VII
In linea di principio, le dosi ad alta diluizione (7CH, 9 CH ...) si prendono al mattino a digiuno.
Come regola generale (tranne in certi casi urgenti) lasciare trascorrere almeno un’ora tra l’assunzione di un rimedio
e il successivo.
Osservazione fondamentale: la posologia indicata nel presente volume (vale a dire la quantità e la presenza dei
rimedi) è indicata per neonati, bambini e adulti perché innocua.
Se il malato è impossibilitato a succhiare i granuli o le dosi (cosa frequente in tutti i bambini piccoli), li si farà
sciogliere in poca acqua (minerale) e saranno somministrati mediante un cucchiaino pulitissimo.
La durata del trattamento dipende dal temperamento del malato, dal sesso, dall’età, dalle reazioni alla malattia e agli
agenti medicinali, ecc. Se si verifica un miglioramento soggettivo e oggettivo, si interromperà la cura finché il miglioramento si mantiene. Se lo stato rimane stazionario, continuare il trattamento (o modificarlo visto che possono
manifestarsi sintomi diversi).
Beninteso, è il medico il miglior giudice della durata del trattamento (su indicazione, se necessario, dei risultati di
varie analisi, di radiografie e così via).
Dunque, distanziare l’assunzione dei rimedi non appena si manifesta un miglioramento e sospenderla quando si
torna alla normalità.
Nei soggetti di sesso femminile, non sospendere il trattamento indicato durante il ciclo mensile; quest’ultimo costituisce, al contrario, un drenaggio supplementare dell’eliminazione tossinica avviata dalle diluizioni omeopatiche.
Per finire, quando un rimedio come Arsenicum album 5CH preveda l’assunzione alle ore 18 (orario in cui agisce con
la massima efficacia), si intende parlare di ora solare: in quei paesi dove è in vigore l’ora legale bisognerà dunque
regolarsi di conseguenza.
È bene segnalare che i medici omeopati prescrivono i rimedi con la loro denominazione latina, di modo che la loro
ricetta possa essere compresa senza rischio di errori dai farmacisti specializzati di tutto il mondo.
Omeopatia veterinaria
Le formule indicate nel Dizionario si adattano spesso all’omeopatia veterinaria, beninteso nella misura in cui gli
animali presentino malattie abbastanza simili alle nostre (ascessi, difterite, nefriti, piaghe, fratture, diarree, ecc.).
Si potrà dunque applicarle, a titolo d’urgenza; in seguito si potrà chiamare in aiuto un veterinario omeopata.
I lavori dei dottori veterinari Aubry, Bardoulat, Barracand, Charbonnier, Dehecq, Del Francia, Dutems, Faré, Menet,
Monteil, Peyrègue, Pigot, Roux, Thuiller, Peker, ecc., hanno chiaramente dimostrato l’efficacia e la rapidità d’azione
dei rimedi omeopatici impiegati sugli animali.
Nota riguardante le procedure di preparazione delle diluizioni omeopatiche centesimali
1. Procedimento di Korsakow
Modo di preparazione continuo realizzato all’interno di un unico flacone. Il procedimento si fonda sul principio che il
flacone, una volta svuotato del suo contenuto liquido, mantiene sulle pareti una quantità di liquido sufficiente alla
preparazione della diluizione centesimale hahnemanniana.
In pratica, si opera a partire dalla 3a diluizione centesimale hahnemanniana .
Si svuota il flacone, lo si riempie di solvente, si garantisce la miscelazione tramite scuotimenti e si ottiene la 4a
diluizione centesimale.
Si procede in questo modo per 27 volte se si vuole ottenere una 30a, per 997 volte se si vuole una 1000a e così via.
2. Procedimento di Hahnemann
Modo di preparazione discontinuo, realizzato in flaconi separati.
Un primo flacone contiene 1 parte del rimedio da diluire, cui si aggiungeranno 99 parti di solvente; si assicura la
miscelazione tramite un determinato numero di scuotimenti ritmici e si ottiene in tal modo la 1a diluizione centesimale.
Una parte di questa miscela viene posta in un secondo flacone, nel quale si versano 99 parti di solvente; si agita e si
otterrà la 2a centesimale.
Si va avanti per tante volte quante sono le diluizioni volute.
(Per quanto riguarda le diluizioni decimali, il modo d’azione è identico; 1 parte di rimedio per 9 di solvente).
VIII
Entrambi i procedimenti trovano degli accaniti sostenitori: non è possibile prendere posizione in una discussione che
trascenderebbe l’ambito di questa opera.
Qui di seguito sono indicate le corrispondenze, universalmente accettate, tra le due gamme di diluizioni centesimali.
Diluizioni Hahnemann
3 CH
4 CH
5 CH
6 CH
7 CH
9 CH
Diluizioni Korsakow
——————————————————
——————————————————
——————————————————
——————————————————
——————————————————
——————————————————
3
6
30
100
200
1000
Principali abbreviazioni impiegate nel Dizionario
D 2, D 3 (o 2 DH, 3 DH, o ancora 2x, 3x, 6x, ecc.) = N°
della diluizione decimale hahnemanniana (in gocce o triturazioni)
4 CH, 5 CH, 7 CH, 9 CH, ecc. = N° della diluizione centesimale hahnemanniana per i granuli e le dosi. (N.B. La
farmacopea tedesca prevede le diluizioni decimali anche per i granuli e le dosi).
aggr. = aggravamento
cp. = compressa, capsula, pillola
D. D. = diagnosi differenziale
f. = fiala, flacone
g = grammi
gg. = giorni
gr. = granuli
gtt .= gocce
h = ora ‘ = minuti
M. = Malattia o Morbo
migl. = miglioramento
M. M. = Materia Medica
p. = paziente
per os = per via orale
q.b. = quanto basta, e q.b.p = quanto basta per…
Sdr. = Sindrome
sens. = sensazione
sin. = sinonimo/i
T.M. = Tintura Madre
trit.= triturazione
v. = volte
→ = vedi
IX
NOTA DELL’EDITORE
Non è stato possibile citare tutta la bibliografia e le fonti internet fornite dagli Autori e dai collaboratori per
non appensantire ulteriormente l’opera progettata per essere pubblicata in un solo volume.
Nelle prossime edizioni, con una diversa progettazione grafica, sarà possibile corredare l’opera delle
necessarie indicazioni bibliografiche.
Vengono citate qui solo tre opere, affini per struttura e progetto, consultate dalla redazione:
1. AA. VV., Encyclopédie Médico-Chirurgicale, Homeopathie, Paris, aggiornamenti fino al 1987.
2. AA. VV., Enciclopedia medica italiana, USES, Firenze 1973-1998
3. P. Benigno, P. Li Voti, Lessico Medico Italiano, C. G. Edizioni Medico Scientifiche, Torino 1999.
a
ABADIE (Segno di Abadie)
→ Tendine di Achille, § 5.
ABASIA e ABASIA-ASTASIA
Aspettando il medico, chiamato d’urgenza, che curerà la perdita più o meno completa della facoltà di camminare, senza
alterazione della forza muscolare né della sensibilità.
N.B.: di solito l’Abasia coincide con l’Astasia, che è la perdita più o meno importante della funzione di conservare la
stazione eretta.
1. Conium maculatum 9CH, 5 gr. una volta.
Curare 5CH, Argentum nitricum 5CH, Physostigma 5CH,
Kali bromatum 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
2. Se si tratta di una fobia, di una mania, di una nevrosi, di
angoscia:
Ai rimedi del § 1 aggiungere quelli dell’Angoscia.
3. Se l’abasico è isterico:
Psicoterapia: distrarre l’attenzione dall’atto da eseguire, al
fine di rendere più facile l’esecuzione automatica degli atti
che non possono essere eseguiti senza angoscia.
4. Se si tratta di un’amnesia motoria, rieducazione: tentare,
con tutti i mezzi, di fare concentrare l’attenzione del paziente
sui movimenti da compiere.
ABBATTIMENTO o PROSTRAZIONE
Essere abbattuto, o prostrato, tecnicamente, significa sentire una notevole diminuzione delle proprie forze fisiche e delle proprie funzioni psichiche; l’abbattimento può essere più
o meno rapido, più o meno lungo. Le cause possono essere
suddivise in tre gruppi.
1. Cause organiche.
Essenzialmente possono essere una Febbre grave, una Emorragia prolungata, una malattia acuta allo stadio iniziale. Curare la causa.
2. Cause psicologiche.
Curare: Adinamia, Depressione, Malinconia, Neurastenia,
Nevrosi.
3. Surmenage.
Intenso sovraffaticamento fisico o intellettuale. → Stanchezza, Astenia.
4. Non sempre conviene attribuire la causa al tempo piovoso
o ad un affaticamento anormale, soprattutto se questo stato
si prolunga o si ripete: sarà meglio consultare il medico.
5. Nel bambino: se questo è abbattuto, e invece normalmente è un bambino vivace, gaio, sempre in movimento, può
darsi che stia “incubando” una febbre, l’influenza, gli orecchioni, una rinofaringite, il morbillo, la varicella, ecc.
Metterlo a letto, al caldo; cominciare ad annotare la sua temperatura (→ Febbre) e il suo polso (→ Polso); nutrirlo in
modo leggero (brodo vegetale, succhi di frutta) e sorvegliare
l’evoluzione: forse si tratta di un falso allarme, ma se il bambino presenta temperatura elevata, disturbi vari, dolori, un
esantema, ecc. chiamare subito il medico.
ABBRONZATURA e RAGGI ULTRAVIOLETTI
1. Ultravioletti naturali (U.V.A., U.V.B., U.V.C.).
Emessi dal sole, gli U.V.C. sarebbero i più pericolosi per l’uomo se non fossero filtrati dall’atmosfera.
Gli U.V.B. preparano l’abbronzatura della pelle e gli U.V.A. la
completano, risultando così indispensabili per abbronzarsi.
Gli eccessi provocano danni che vanno dall’eritema alla bruciatura (colpo di sole), per non parlare degli effetti ulteriori
(→ Insolazione).
2. Ultravioletti artificiali.
Sono usati dai medici per il trattamento della Vitiligine e della
Psoriasi.
Gli “Istituti di Bellezza” li usano per abbronzare la pelle dei
loro clienti tutto l’anno; recentemente si è diffusa questa
moda e così numerose società fabbricano e vendono delle
lampade abbronzanti; si trovano dal parrucchiere, nei club
sportivi e nelle case: basta seguire le avvertenze... e aspettare i risultati (assai frequenti, e più o meno lontani: pigmentazioni antiestetiche, cheratosi, invecchiamento precoce della
pelle, ecc.).
3. È molto più ragionevole abbronzarsi una volta l’anno, in
occasione delle vacanze, se ci si tiene tanto e, anche in questo caso, prendendo delle precauzioni (vedi l’importante N.B.
finale alla voce Insolazione).
ABORTO
E se non si può fare a meno di una pelle da “figlia del sole”
ricorrendo alle lampade abbronzanti, non iniziare prima di
avere consultato il medico o il dermatologo, soprattutto se si
ha una pelle fragile, sensibile alle allergie e se la circolazione
sanguigna non è normale.
Anti Age Sol, 3 gr. mattina e sera a partire da un mese prima
dell’esposizione al sole e per tutto il tempo dell’esposizione
(prevenzione dei danni: disidratazione, invecchiamento cutaneo, discromie cutanee).
Anti Age Bronz, 3 gr. mattina e sera a partire da un mese
prima dell’esposizione al sole e per tutto il tempo dell’esposizione (intensificazione dell’abbronzatura, prevenzione dell’eritema solare, del cloasma, delle discromie solari).
Farmaci complementari:
Dopo eccessiva esposizione ai raggi solari o alle lampade
UVA e UVB: Anti Age Pel, 3 gr. mattina e sera.
Insufficienza venosa: Anti Age Ven, 3 gr. mattina e sera.
Protezione dei capelli nei casi di bagni marini o in piscina;
capelli secchi e sfibrati: Anti Age Cap, 3 gr. mattina e sera per
30 gg. dopo esposizione al sole.
ABORTO
1. Minaccia di aborto. In attesa del consulto specialistico:
Arnica 5CH, China 4CH, Secale 4CH, Sabina 4CH, Plumbum
4CH, 2 gr. seguendo l’ordine dei rimedi, ogni mezz’ora, poi
distanziare, se c’è un miglioramento.
Ephynal, 100 mg, da 1 a 3 cp. al dì alternando con i rimedi
precedenti.
Riposo immediato e assoluto a letto (sollevare i piedi del
letto con zeppe), eliminare i cuscini. Ghiaccio sull’addome
(con un panno interposto).
Al 3° mese: Cimicifuga 4CH, ogni 3 h.
Al 5° o 7° mese: Sepia 30CH, ogni 4 h.
TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA:
Cinnamonum-Homaccord N, 8-10 gtt. alle ore 8 e alle 10.
Cuprum-Heel, 1 cp. alle ore 10, 14, 18.
2. C’è stato un aborto spontaneo.
China 4CH, Arnica 5CH, 2 gr. ogni mezz’ora, alternando.
Bioterapico Pyrogenium 5CH, 2 gr. 1 v. al dì, da intercalare.
Arnica Complexe n° 1 Lehning, 20 gtt. 3-4 v. al dì.
3. Segnaliamo le vitamine C, E, K, contro la “tendenza all’aborto” (trattamento omeopatico individualizzato, di competenza del medico).
La carenza precoce di vitamina C può portare all’aborto; il
consumo quotidiano di due arance (raccolte mature) assicura l’apporto necessario di vitamina C.
4. Dopo il trattamento.
Lombaggine che segue l’aborto.
Helonias 5CH, Kali carbonicum 5CH, Arnica 5CH, 2 gr. di
ciascuno al dì.
12
ABULIA
Assenza o diminuzione della volontà: il soggetto conserva
la chiarezza delle idee e si rende conto delle proprie difficoltà
ad agire, di non poter passare dall’idea all’atto.
Cause: Disturbi psichici, Ossessioni, a volte certe tossicomanie, da curare.
Baryta carbonica 7CH, Causticum 7CH, 5 gr. ogni 7 giorni,
alternando i rimedi.
Phosphoricum acidum 5CH, Conium maculatum 5CH, 2 gr.,
di ciscuno, giorni pari.
Acidum picricum 5CH, Opium 5CH, 2 gr. di ciascuno, giorni
dispari.
Biostenol, 1 f. per os al dì.
Ferolab, 1 cp. 2-3 v. al dì
V-C 15 forte, 1 f. per os al dì.
OLIGOELEMENTI, Rame-Oro-Argento, 1 v. al dì, al risveglio.
Psicoterapia; rieducazione metodica della volontà. Se necessario, cure termali.
ACARIASI
→ Scabbia.
ACER CAMPESTRE L.
(Acero Testuccio) - Famiglia Aceracee
• Generalità - Albero a foglia caduca con radici profonde che può raggiungere i 15 m, ma più spesso lo si rinviene come arbusto nei campi, nei boschi a latifoglie di
mare, pianura e colline d’Italia in terreni argilloso-calcarei.
• Parti usate - Corteccia dei rami giovani raccolti in primavera (marzo-aprile) tagliandola dai rami non molto vecchi e fatta essiccare al sole e riposta in sacchi di carta
quando è ben asciutta.
• Principi attivi - Tannini, fitosteroli, allantoina, colina.
• Proprietà terapeutiche - Astringente tannica intestinale e emolliente.
Indicazioni, preparazioni e dosi
Uso interno (astringente intestinale):
Decotto:
Acero - corteccia
3g
acqua
100 ml
Dosi: 2 o 3 tazzine al giorno.
Uso esterno (pelli arrossate):
Decotto:
Acero - corteccia
6g
acqua
100 ml
Modalità d’uso: applicare compresse di garza imbevute
di decotto sulle parti interessate, per 15 minuti.
Uso cosmetico:
Una manciata di corteccia nell’acqua del bagno dà beneficio a pelli particolarmente fragili e delicate.
ACETONEMIA
I. Acetonemia del bambino.
ACHILLEA MILLEFOLIUM
1. Senna 4CH, Belladonna 4CH, 2 gr. ogni 4 h, alternando.
Acetonum 4CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Diacure Lehning, 1 cp. 3 v. al dì.
Taraxacum D3, 5 gtt. in un po’ d’acqua, verso le ore 19.
Il giorno dopo, Lycopodium 4CH, 2 gr. alle ore 10 e 2 gr. alle
ore 17 (somministrare questo rimedio 2 v. alla settimana).
Succo di carote, da 50 a 100 g al dì, secondo l’età.
2. Mentre è in atto l’accesso (segni di nervosismo, prostrazione, agitazione, vomito), collocare il bambino in un ambiente calmo, immobile e dargli un cucchiaino da caffè di
acqua o di acqua di Vichy zuccherata al 20%, fredda o anche
gelata, ogni 10 minuti. Se non tollera le bevande, clisteri con
Acqua di Vichy o con bicarbonato di sodio (1 cm3 per 60-80
parti di acqua).
3. Se diarrea coleriforme, crampi addominali, aggiungere:
Veratrum album 5CH, Cuprum metallicum 5CH, 2 gr., 1 v. al
dì.
Dr. Reckeweg R 4, compresse, 2 cp. ogni tre ore.
4. Nei casi gravi, il medico valuterà l’opportunità del ricovero.
5. Per il dosaggio quotidiano del pH urinario: RegopH.
6. Terminata la crisi, riprendere un’alimentazione quasi normale, semplice, → Dieta ipotossica. Dieta vegetariana (verdure, frutta ma poco latte), farine; da 15 a 20 g di burro fresco
al dì.
VITAMINE: B1, C, → VITAMINE. Prendere 1 cucchiaino di Lievito di birra.
Alla fine: Lycopodium clavatum 7CH, una dose.
II. Complicazione del diabete, → Diabete, III e IV.
ACETONURIA
L’eliminazione di acetone attraverso le urine si riscontra in
alcuni diabetici, nei febbricitanti o carcinomatosi.
Usare i rimedi indicati alla voce Acetonemia e curare la causa.
ACHILIA (Acloridropepsia, Anacloridropepsia)
Assenza nella secrezione gastrica della pepsina e dell’acido
cloridrico. → pH, Ipocloridria.
Galium-Heel, 10 gtt. 2 v. al dì.
Nux vomica-Homaccord, 10 gtt. 2 v. al dì.
Digestopan (a base di papaina e di pepsina).
L’achilia può essere accompagnata da anemia ipocromica,
→ Anemia.
ACHILLEA MILLEFOLIUM L.
(Millefoglio) - Famiglia Asteraceae
• Generalità – Pianta erbacea perenne con rizoma gracile e strisciante, alta 30-60 cm. (sino a un metro) dal fusto
semplice, eretto o ramoso, solcato, duro, peloso e interamente fogliato. Le foglie aromatiche sono lunghe e
strette, finemente suddivise in segmenti lineari, tomentose, bipennatosette e frastagliate dall’aspetto simile a
un merletto. I fiori, tubulosi al centro, costituiscono dei
capolini bianchi, rosa pallido o rossi o lividi o grigiastri,
e sono disposti in numerosissimi corimbi terminali molto
serrati, densi e odorosi. Il frutto è un achenio oblungo e
liscio, biancastro e senza pappo. Fiorisce da maggio a
settembre.
• Parti usate – si utilizzano i fiori e le sommità fiorite.
Nelle preparazioni commerciali si usa generalmente secca. Le sommità fiorite si raccolgono da maggio a settembre tagliando ad un palmo dal colletto al momento della
fioritura. Si fanno dei mazzi o si mondano dagli scapi e si
essiccano all’ombra o in ambienti asciutti e ventilati in
strati uniformi; stagionatura per 3-4 giorni, rimuovendo.
Si imballano in teli. Resa del 26%.
• Principi attivi – Olio essenziale contenente borneolo,
camazulene, cariofillene, cineolo, l-canfora, eugenolo,
farnesene, guaiazulene, limonene, mircene, sabinene, terpineolo, tujone, terpineolo. Acidi acetico, achilleico, caffeico, formico, glutammico, isovalerianico, salicilico e
succinico. Acidi grassi: linoleico, oleico, palmitico. Alcaloidi: achiceina, betaina, betonicina, colina, stachidrina, trigonellina, ecc. Aminoacidi, composti azotati (achilleina, colina, stachidrina). Flavonoidi: apigenina, artemetina, casticina, glicosilflavoni (ciftosina, isosciaftosina, svertisina, vicentina), luteolina, quercitina, rutina,
schaftosina, swertisina, vicenina-2, vicenina-3, vitexina.
Curarine, Glicosidi cianogenetici, lattoni sesquiterpenici, mucillagine, polienine, resina, sali, saponine, steroli,
tannini idrolizzabili, triterpeni e zuccheri.
• Proprietà terapeutiche - Pianta antiemorragica e vulneraria, l’Achillea ha anche proprietà amaro-toniche,
stomachiche, antibatteriche, antipiretiche, antispasmodiche, astringenti, cicatrizzanti, coleretiche, diaforetiche,
emmenagoghe, emostatiche, eupeptiche, ipotensive e regolarizzanti il ciclo mestruale. Per uso topico ha proprietà emostatiche e antinfiammatorie. Localmente possiede
azione antinfiammatoria, citatrizzante e decongestionante.
Indicazioni, preparazioni e dosi
Uso interno
Amenorrea, dismenorrea, irregolarità mestruali, menometrorragie e oligomenorrea. Emorragie intestinali e diatesi emorragica. Anoressia, inappetenza. Difficoltà digestive da dispepsia atonica e/o fermentativa, atonia digestiva, spasmi gastrici e uterini, digestioni difficili. L’Achillea millefolium L. agisce infatti come amaro-tonico, come
un tonico efficace delle vie digestive di cui attiva le funzioni secreto-motrici e come antispasmodico nei disturbi gastrici, nella nausea e nella disappetenza. La pianta è
13
ACHILLEA MOSCHATA
inoltre indicata nella febbre, nei disturbi della circolazione e nell’ipertensione essenziale lieve. L’azione ipotensivante dell’Achillea è utile nel trattamento coadiuvante dell’ipertensione arteriosa con il Biancospino e il Vischio Con l’impiego prolungato di Achillea si ottiene un
graduale miglioramento generale della circolazione (flavonoidi) il cui effetto sarebbe persistente.
Estratto Fluido gr. 1-2 per 2 o 3 volte nelle 24 ore. Oppure 3-6 ml. pro dose.
Infuso 2-5%, una tazzetta pro dose 3-5 volte al dì o le pari
quantità a cucchiai nella giornata. Oppure: 1,5 g. della
pianta per tazza; preparare l’infusione poco prima dell’utilizzo. Bere più tazze al giorno.
Polvere: 100-200 mg. per capsula (in associazione con
altre piante).
Succo di pianta fresca ottenuto dalla compressione delle sommità fiorite verdi: 3 cucchiaini al giorno (antiulcerative, vulnerarie, cicatrizzanti, antiemorroidali).
Tintura 1:5 in alcool al 45°, 20 gocce da 2 a 3 volte al dì;
opp. 2-4 ml. pro dose. T.M. = 30-50 gocce, due-tre volte al
giorno, diluite in un po’ d’acqua, un quarto d’ora prima
del pasto. Per sinergismo d’azione va associata a Bursa
pastoris nelle diatesi emorragiche e nelle menometrorragie.
Vino macerato al 4-5%: da 2 a 3 bicchierini.
Uso esterno:
Viene utilizzata localmente in caso di emorroidi, emorragie emorroidarie, ferite, piaghe e ulcere varicose (uso
esterno). Le proprietà analgesiche astringenti, decongestionanti ed epiteliogena, la indicano come topico efficace nel trattamento di emorroidi, ragadi anali e del
seno. La pianta risulta utile, inoltre, nel trattamento di
ulcere varicose e ferite che cicatrizzano male. Acqua distillata come rassodante in dermocosmesi. Decotto: 3060 g. per litro (uso esterno). Decotto per uso topico, 40
g./litro per emorroidi e ulcere varicose. Infuso di 250 gr.
di sommità fiorite in 1-2 litri di acqua da unire all’acqua
del bagno come effetto rilassante. Infuso al 3-5% per
maschere astringenti e calmanti. L’olio essenziale calma
i dolori reumatici e le nevralgie. Soluzione al 10% in acqua sterile o soluzione fisiologica per impacchi. Sommità fresche pestate: emostatiche e calmanti.
ACHILLEA MOSCHATA WULF
(Achillea moscata) - Famiglia Composite
• Generalità - Pianta erbacea perenne con radice sottile,
alta 10-20 cm, quasi completamente glabra. Cresce nei
pascoli e sulle morene di alta montagna in terreni poveri
di calcio.
• Parti usate - Pinta intera, foglie e sommità fiorite raccolte all’inizio della fioritura, quando i fiori stanno per
sbocciare (inizio estate). Essiccare all’ombra e conser14
vare in barattoli chiusi al riparo della luce e dall’aria.
• Principi attivi - Olio essenziale, sostanze amare.
• Proprietà terapeutiche - Toniche, stimolanti le funzioni digestive, aromatiche, balsamiche, sudorifere, espettoranti e leggermente diuretiche.
Indicazioni, preparazioni e dosi
Uso interno (aromatizzante, amaricante, aperitivo e digestivo):
Infuso:
Achillea moscata - foglie e sommità fiorite
3g
acqua bollente
100 ml
Dosi: 2 tazzine al giorno prima o dopo i pasti principali.
Tintura:
Achillea moscata - foglie e sommità fiorite
20 g
alcol di 50°
100 ml
Macerazione di 10 giorni
Dosi: a gocce o a cucchiaini prima o dopo i pasti principali.
Elisir:
Achillea moscata - sommità fiorite
50 g
alcol di 50°
800 ml
zucchero
200 g
Macerazione di 15 giorni. Filtrare e aggiungere i 200 g di
zucchero.
Dosi: 1 bicchierino dopo i pasti principali.
Tintura vinosa:
Achillea moscata - foglie e sommità fiorite
5g
Vino rosso o bianco secco
100 ml
Macerazione di 15 giorni.
Colare e aggiungere eventualmente un cucchiaio di miele.
Dosi: 1 bicchierino prima o dopo i pasti principali come
corroborante.
Infuso (per la circolazione: beneficia l’elasticità e il tono
dei vasi sanguigni)
Achillea moscata - sommità fiorite
4g
acqua bollente
100 ml
Lasciare in infusione per 10 minuti.
Dosi: 2 tazze al giorno, tra i pasti.
ACHILLODINIA
→ Tendine di Achille.
ACIDIFICANTE
Alimenti prevalentemente acidi, classificati in ordine decrescente: uova, riso, pane bianco, carni, lenticchie, cavoli di
Bruxelles, pasta, fiocchi d’avena, lardo, burro, formaggi, pane
completo, piselli secchi, fagioli secchi, cacao, mirtilli.
ACIDI GRASSI NON SATURI
Acidco linoleico, acido arachidonico, acido vaccenico.
→ VITAMINE (Vit. F).
ACNE
ACIDITÀ GASTRICA
Nux vomica Iris, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
Chelidoxil, 10-15 gtt. o 3-5 gr. 2-3 v. al dì.
→ Ipercloridria.
ACIDO FOLICO
→ VITAMINE (Vit. L1).
ACIDO L-ASCORBICO
→ VITAMINE (Vit. C).
ACIDO LIPOICO
→ VITAMINE (Vit. N).
ACIDO OROTICO
→ VITAMINE (Vit. B13).
ACIDO PANGANICO
→ VITAMINE (Vit. B15).
ACIDO PANTOTENICO
→ VITAMINE (Vit. B5).
ACIDO PARA-AMINO-BENZOICO
→ VITAMINE (Vit. H2).
ACIDO TIOTTICO
→ VITAMINE (Vit. N).
ACIDO URICO
In eccesso (iperuricemia), → Gotta, Uricemia.
ACIDOSI
Alterazione dell’equilibrio acido-basico, dovuta ad un aumento dell’acidità del sangue, il cui il pH diventa inferiore a
7. → pH, § 1.
Curare la causa → Diabete (quasi sempre), Nefrite, affezioni
del Fegato, Influenza, Febbre tifoide, Vomiti in gravidanza,
Shock traumatico, Acetonemia (nel bambino), Insufficienza
respiratoria cronica, Intossicazione da narcotici.
Altra causa: diete dette “senza idrati di carbonio” (glucidi),
basate sul consumo esclusivo di proteine e lipidi (grassi),
diete consigliate – e seguite, purtroppo – a scopo dimagrante; talvolta anche il digiuno.
ACLORIDRIA
Assenza totale di acido cloridrico nello stomaco.
Usare i rimedi indicati alla voce Ipocloridria. → Achilia, pH.
ACNE
Affezione della pelle dovuta ad un’infiammazione delle ghiandole sebacee, il cui sebo in eccesso rende la pelle molto
grassa; le ghiandole si riempiono, poi comincia un processo
che inizia con i comedoni (“punti neri”) e continua con papu-
lo-pustole più o meno sporgenti, localizzate sul viso, sulla
parte superiore del torace, il dorso (quest’ultimo in particolare è colpito nell’uomo adulto).
Nell’eziopatogenesi intervengono vari fattori: genetici, ormonali e batterici.
L’acne volgare non si sviluppa in età superiore ai venti anni;
un’acne che comincia nell’età adulta deve far pensare a un
fattore scatenante o favorente.
I. Acne giovanile (Acne bottonosa, puntata o comedonica).
È la forma più frequente, che colpisce gli adolescenti di entrambi i sessi, tra i 15 e i 18 anni, per scomparire verso i 35
anni.
1. Trattamento generale e locale per entrambi i sessi.
a) Graphites 7CH, Thuja 7CH, 5 gr. ogni 7 giorni, alternando
i tubi.
Kali bromatum 4CH, Belladonna 4CH, 2 gr. 2 v. al dì, alternando.
Arnica 5CH, Pulsatilla 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
Anti IL 1 Guna, 10 gtt. 3 v. al dì (azione antinfiammatoria).
Macro Reg Guna, 3 gr. 2-3 v. al dì (azione antinfiammtoria e
antinfettiva).
BFX-Pulsatilla, 10-15 gtt. 3-4 v. al dì (nella fase puberale).
Maxiflor, 1 f. per os o 2 cps. al dì.
OLIGOELEMENTI: Manganese-Rame, se vi è un terreno artrotubercolare, o Rame-Oro-Argento, se diatesi anergica, 2 v.
alla settimana. → OLIGOELEMENTI, IV.
Applicazioni locali di Propoli Crema Vaillant.
Un’infusione di fiori di Violette selvatiche (al 10 per 100) a
digiuno.
TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA:
Arnica comp.-Heel, 1 cp. alle ore 8 e alle 16.
Silicea-Heel, 1 cp. alle ore 10 e alle 18.
Eventualmente associare:
Hormeel S (regolazione endocrina), Selenium-Homaccord
(acne conglobata), Psorinoheel (rimedio costituzionale, odori
sgradevoli della cute), Ceanothus-Homaccord (noduli blurossi), Aesculus comp. (circolazione periferica).
b) Localmente: Usare una parte dell’infuso di Violette selvatiche per applicazione di compresse tiepide, per una decina
di minuti. Non lasciare acqua sulla pelle, ma asciugarla delicatamente.
Schiacciare e frizionare i comedoni con un batuffolo di cotone imbevuto di alcool 75° e quindi stendere un leggero strato
di Arnica comp. pomata.
Nell’acne comedonica e microcistica, si potrà usare la soluzione Progestol Bruco, su pelle molto seborroica, 2 v. al dì,
dopo insaponatura.
La Vitamina A acida, Pomata Retin-A e altri prodotti possono essere usati, ma sotto sorveglianza medica.
In tutti i casi, non usare “sgrassanti” (acetone, alcool, canfora, etere, ecc.).
15
ACNE
Per la stimolazione trofica della cute, Anti Age Cut Guna, 3
gr. mattina e sera.
nando (e intercalando con la posologia di Graphites e Thuja
indicata al § 1).
c) Se acne pustolosa naso-frontale.
Ai rimedi del § 1, aggiungere, intercalando:
Bioterapico Staphylococcinum 9CH, una dose ogni 15 giorni.
Eugenia 4CH, 2 gr. 1 v. al dì.
3. Trattamento aggiuntivo per il sesso femminile.
G3 Guna, 10 gtt. 2-3 v. al dì..
Come per i ragazzi, l’endocrino-dipendenza è spesso colpevole, soprattutto nella pubertà. In questo caso, ai rimedi del
§ 1, aggiungere: Progesteronum 7CH, Ovarinum 7CH, Folliculinum 7CH, una dose (o 5 gr.) ogni 14 giorni, alternando (e
intercalando con la posologia di Graphites e Thuja indicata
al § 1).
Tuttavia, per le ragazze che prendono la pillola anticoncezionale, è meglio tralasciare questa aggiunta fino a che il medico
lo riterrà opportuno, poiché certi tipi di contraccettivi orali
favoriscono lo sviluppo dell’acne.
N.B. “Sposati e ti passerà” dicono a volte madri e amiche:
niente di più falso; o ancora “Metti al mondo un figlio e
scomparirà”, ugualmente inesatto, salvo per i pochi mesi che
precedono il parto; poi, l’acne ritorna... ed essere incinta
senza sosta non è certo una soluzione!
d) Se acne delle spalle, della schiena, pustole indolori, isolate sulle commessure delle labbra e delle guance; soggetto artritico con eliminazioni insufficienti.
Ai rimedi del § 1, aggiungere (intercalando):
Bioterapico Tuberculinum residuum (T.R.) 9CH, una dose
ogni 15 giorni.
e) Se si tratta di adolescenti affetti da stipsi cronica, aggiungere:
Bioterapico Enterococcinum 7CH, una dose ogni 15 giorni.
f) Dieta, consigli, cure termali.
Dieta: → Eczema. Sorvegliare stomaco e fegato. Mangiare
se possibile ad orari regolari, con tranquillità, lentamente;
masticare bene, bere poco, ma bere in grande abbondanza
acqua naturale tra i pasti. Ridurre il consumo di zucchero,
farinacei, formaggi fermentati, salse; eliminazione di alcool,
caffè, tabacco.
VITAMINE: A, B2, B3, B12, C, E, B6, → VITAMINE.
Consigli: Non spremere né “tormentare” un foruncolo ed
evitare nella maniera più assoluta di cercare di far uscire da
sé i comedoni con le dita o con una pinzetta: affidarsi ad un
dermatologo.
Accurata pulizia del corpo; tenere sempre pulite le mani e le
unghie; cambiare frequentemente la biancheria personale,
soprattutto dopo una doccia, che è sempre da preferire al
bagno.
Trattare eventualmente la disfunzione neurovegetativa; tenere conto dell’influenza dei fattori psichici, specialmente
l’ansia.
Se necessario, cure termali (chiedere consiglio allo specialista). Occorre sapere che il sole non è indicato per le pelli
acneiche, né le “lampade abbronzanti” (vedi N.B. della voce
Insolazione); le radiazioni ultra violette dei raggi solari, a
lungo andare, modificano la struttura della pelle, che diventa
rugosa e invecchia precocemente.
2. Trattamento aggiuntivo per il sesso maschile.
L’endocrino-dipendenza è spesso colpevole, soprattutto nella
pubertà. In questo caso, ai rimedi del § 1, aggiungere:
K2M Guna, 10 gtt. 2 -3 v. al dì.
Testiculus equi 7CH, Testosteroni propionas (Propionato di
testosterone) 7CH, una dose (o 5 gr.) ogni 14 giorni, alter16
TERAPIA SANUM:
Si consiglia il seguente schema posologico integrato:
Latensin D 4 capsule, 1 cp. al mattino il 1° giorno
Utilin D 4 capsule, 1 cp. al mattino il 3° giorno
Recarcin D 4 capsule, 1 cp. al mattino il 5° giorno
tale ciclo settimanale va ripetuto per 4 - 6 settimane a secondo del decorso clinico.
Sulla parte affetta, frizionare alcune gtt. di
Sankombi D 4, 5 gtt. 1 v. al dì.
II. Acne catramosa.
→ Pece (Malattia della).
III. Acne ipertrofica.
→ Rinofima.
IV. Acne medicamentosa e Acne professionale.
Acne bromica, clorica, cortisonica, iodica, degli oli minerali,
del tricloronaftalene, ecc. → Dermatosi da farmaci, Dermatosi professionali.
V. Acne miliare.
→ Miliaria.
VI. Acne rosacea (Acne eritematosa).
Non è un’acne, poiché questa è caratterizzata da una microcisti sebacea. → Couperose.
Psorinoheel, 10 gtt. 2 v. al dì + Hormeel, 10 gtt. 2 v. al dì +
Hepeel, 1 cp. 2 v. al dì.
VII. Acne sebacea concreta.
→ Cheratosi senile.
VIII. Cheratosi sebacea con ipertrofia (M. di Darier).
→ Discheratosi follicolare vegetante.
IX. Acne varioliforme di Bazin.
→ Mollusco contagioso.
ACONITUM
ACOLIA e IPOCOLIA
Mancanza o notevole riduzione di secrezione biliare o del
suo passaggio all’intestino, sovente clinicamente manifesta
per lo scolorimento delle feci.
Usare i rimedi indicati alla voce Insufficienza epatica.
ACONDROPLASIA
Nanismo che si manifesta essenzialmente agli arti; il tronco è
quasi normale, la testa è voluminosa. Usare, all’inizio, i rimedi indicati alla voce Crescita, § 2.
ACONITUM (M. M.)
Aconito napello, Ranuncolacee
A dosi tossiche provoca una congestione arteriosa, rapida e violenta, dei centri nervosi. Una congestione simile può essere prodotta da un colpo di freddo che, facendo contrarre le arteriole superficiali, spinge il sangue
verso i visceri e i centri nervosi.
Da qui l’importantissima indicazione di Aconitum, naturalmente a piccole dosi:
Tutte le affezioni, di qualunque natura e in qualsiasi
sede, dovute a un colpo di freddo, specie un colpo di
freddo secco, come quello che provoca il vento dell’Est.
Questa congestione dei centri nervosi è causa di una
loro eccitazione e ne deriva:
• agitazione mentale, con insonnia per iperideazione,
angoscia e paura, soprattutto della morte (che ritiene
prossima);
• agitazione fisica: il malato si gira e si rigira costantemente nel suo letto;
• parestesie varie, di cui le più comuni sono le sensazioni di torpore e formicolio;
• nevralgie con queste particolari sensazioni: acute, intollerabili, strazianti, mettono il paziente in agitazione e
in angoscia. Sono soprattutto nevralgie facciali, più frequenti a sinistra, odontalgie, otalgie. Nevralgia del trigemino recente o cronica, con crisi indotte da freddo secco o bevande ghiacciate (Guermonprez). La congestione dei centri nervosi si manifesta soprattutto al livello
del bulbo e ciò spiega la predominanza dei sintomi respiratori e cardiovascolari, che studieremo per primi.
Sintomi cardiovascolari
La circolazione è accelerata come se il cuore avesse
ricevuto un colpo di frusta. Ciò spiega l’aspetto del paziente: viso rosso, infiammato, spesso con una guancia
più rossa dell’altra (Cham.). Ha tendenza alla sincope
quando si siede e il suo viso diventa allora pallido. Ma,
coricato, è rosso con battito delle temporali e delle carotidi. Il polso è pieno, rapido, duro; la cute arida e bruciante. È indicato quindi nella febbre c.d. stenica.
Si registra eretismo cardiaco, con battiti violenti e dolorosi, di sede variabile, nella regione precordiale. Qual-
che volta le sensazioni dolorose si irradiano al braccio
sinistro. Se vi si aggiunge l’angoscia tanto caratteristica
del rimedio si comprende la sua indicazione nell’angina
di petto, soprattutto in quella che segue a colpo di freddo. Aconitum è anche un eccellente rimedio contro l’aortite. Diminuisce e spesso guarisce definitivamente l’ipertensione senza lesione (non prescrivere mai Aconitum
in una malattia in cui s’accompagna ipotensione).
È indicato anche nell’endocardite e pericardite (all’inizio) e nel cuore sportivo (Arnica, Rhus t.).
Vie respiratorie
L’azione di Aconitum si fa sentire a tutti i livelli dell’apparato respiratorio:
FOSSE NASALI: corizza con molti starnuti, dopo esposizione al vento freddo e secco. Epistassi esponendosi
al freddo.
LARINGITE: all’esordio con tosse crupale, dolorosa, che
sopraggiunge la sera prima di mezzanotte, soprattutto in
un bimbo pletorico che ha preso freddo durante il giorno (Bell., Hepar, Spon.). Altra indicazione di Aconitum,
nei bimbi, è la ritenzione d’urina all’inizio di uno stato
infiammatorio.
PLEURA: dolore puntorio fugace, che precede una pleurite.
POLMONE: bronchiti, emottisi dei polmonari congestizi, congestioni attive idiopatiche (forme Woillez, Potain,
Graucher). Aconitum predilige l’apice del polmone sinistro (Aconitum = lateralità sinistra) e si mostra particolarmente indicato in tutti gli stati infiammatori dei bronchi e dei polmoni e gli stati congestizi che sopravvengono bruscamente con manifestazioni violente nei soggetti pletorici e vigorosi.
Vie digestive
I disturbi digestivi sono spesso dovuti, anch’essi, a colpi di freddo o alla ingestione d’acqua ghiacciata. In particolare:
· dolori addominali acuti, violenti, coliche brutali, che
obbligano il paziente a piegarsi in avanti. La posizione
però non produce alcun miglioramento, contrariamente
a Colocynthis;
· le feci sono verdastre, come spinaci tritati, con muco e
qualche volta con sangue. Sono piccole, frequenti, con
tenesmo e bisogno urgente, ma l’evacuazione da sollievo al paziente, cosa che non fa Mercurius;
· a questi disturbi digestivi si aggiunge un’affezione del
fegato: l’ittero grave di cui Aconitum è, con Phosphorus, il miglior rimedio.
Sintomi genitali
Sono legati alle modificazioni della circolazione pelvica
nella donna. Questi sono disturbi cronici con rossore
del volto, palpitazioni, epistassi prima delle mestruazio17
ACROASFISSIA
ni, leucorrea abbondante nei giorni seguenti; ovvero disturbi acuti con amenorrea dopo un raffreddamento o
una grande emozione.
della miscela, in un po’ d’acqua, prima dei pasti.
Essaven, 1 cp., 3 v. al dì.
OLIGOELEMENTI: Cobalto, 1 f. per os 2 v. alla settimana.
Altre indicazioni
Aconitum è, per gli omeopati, uno dei principali rimedi
del reumatismo articolare acuto. Spesso è efficace sui
fenomeni locali, acuti, della diatesi reumatica: Lombaggine, Sclerite, Pleurodinia, Sciatica, ecc.
Colpo di sole. Effetti del calore eccessivo o da scirocco.
TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA
Aesculus compositum, 10 gtt. 3-6 v. al dì.
Se con geloni ed eritema, aggiungere:
Abropernol, 1 cp. 3 v. al dì.
Modalità
I disturbi che richiedono Aconitum s’acuiscono durante
la notte, verso mezzanotte, e con il calore; sono migliorati dall’aria aperta e dalla traspirazione.
Nota importante:
Aconitum, rapido e violento, è un rimedio d’invasione;
cioè è indicato all’inizio della maggior parte delle affezioni ad apparizione brusca, allorché si hanno dei disturbi
funzionali intensi, ma poche o nessuna lesione organica. Quando queste lesioni appaiono, l’indicazione d’Aconitum cessa ed è sostituita da quella dei rimedi che indicano i nuovi sintomi.
Le bevande acidule (limonate, succhi di frutta, caffè, alcool) annullano la sua azione.
ACROASFISSIA
Deficit di ossigenazione delle estremità per alterazioni vasomotorie.
→ Acrocianosi, Raynaud (m. di).
ACROCIANOSI
Colorazione bluastra delle estremità per ristagno di sangue
venoso. Questa affezione colpisce soprattutto il sesso femminile, ma gli adolescenti maschi non ne sono immuni (soprattutto agli arti superiori, a volte alle orecchie e al naso).
Nelle ragazze, si localizza prevalentemente negli arti inferiori;
si tratta in massima parte di ragazze timide, emotive, il cui
viso diventa rosso alla minima emozione.
1. Nei casi benigni:
Usare i rimedi indicati alla voce Livedo, e v. § 3 e seguenti.
2. Nei casi più gravi:
Lachesis 5CH, Carbo vegetabilis 5CH, 2 gr. un giorno l’uno,
un giorno l’altro.
Secale 4CH, 2 gr. al risveglio.
Pulsatilla 5CH, 2 gr. al risveglio.
Flavofruct, 1-2 cps. 2 v. al dì.
Hamelisir, 1 cucchiaio 2 v. al dì.
BFX-Secale, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
Barita-Iris, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
Paratiroide, Ipofisi L.P., Tiroide, Adrenalina alla D3, 10 gtt.
18
3. Ginnastica, frizioni asciutte, massaggi, docce scozzesi o
bagni alternati. Alimentazione abbondante. Non fumare. Vita
all’aria aperta, mare, ma evitare il freddo e l’umidità. Psicoterapia.
VITAMINE: A, B1, B3, C, B12; → VITAMINE.
Tenere sollevati gli arti inferiori, un quarto d’ora prima di
coricarsi.
Fare controllare la bocca (denti e tonsille), e curare, eventualmente: Tubercolinismo, Ipotensione, ecc. Se occorre, cura
termale a Salsomaggiore.
ACRODINIA INFANTILE
In un bambino inferiore agli 8 anni, compaiono dei disturbi
vasomotori alle estremità (arrossamento, edema, desquamazione delle mani e dei piedi), disturbi circolatori (tachicardia,
ipertensione arteriosa), disturbi psichici (comportamenti strani, indifferenza, ostilità). Tende alla spontanea guarigione,
senza postumi, entro qualche mese. Sulla eziologia si sono
formulate ipotesi diverse (virali, carenziali, tossiche).
Aspettando di chiarire la diagnosi:
Chamomilla 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
Sambucus nigra 4CH, Secale 4CH, Pulsatilla 5CH, 2 gr. di
ciascuno, 1 v. al dì.
Becozyme Roche, dosaggio elevato, un confetto al dì.
Pulizia della bocca (gargarismi) e del naso (Homéoplasmine).
Pulizia accurata del corpo, frizioni della pelle con Eau de Philae o Alcool a 90°, poi cospargere con la Polvere T.K.C.
Indossare abiti leggeri di cotone. Collocare il bambino in una
stanza assolata, se possibile con le finestre aperte secondo
la temperatura (fare attenzione al freddo). Alimentazione sostanziosa (succo di carne, fegato di vitello), varia, ricca di
vitamine (in particolare, B1, B2, B6), → Convalescenza, § 3.
Eliminare il mais, se il bambino ne consumava.
ACROFOBIA
Fobia dei luoghi elevati: apprensione irrazionale, paura morbosa di trovarsi in un luogo elevato (cima di una scala, balcone di un edificio, ecc.).
Gelsemium 5CH, Spigelia 4CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
Argentum nitricum 5CH, Sulfur 5CH, 2 gr., un giorno l’uno,
un giorno l’altro.
ACROMEGALIA
→ Crescita, § 4.
ACTEA RACEMOSA
ACROMIA
Decolorazione, depigmentazione della pelle.
1. Acromia ereditaria, → Albinismo.
2. Acromia acquisita, → Tinea flava, Vitiligine.
ACROPARESTESIA
Sens. di formicolii, intorpidimento, bruciore delle dita e della
mano, talvolta dolori all’arto superiore.
Trattare la causa: compressione delle radici del plesso brachiale, Artrosi cervicale, Coronarite, compressione dell’arteria succlavia, ecc. Nell’attesa del trattamento specifico:
Agaricus muscarius 4CH, Secale 4CH, 2 gr. di ciascun tubo,
2 v. al dì.
BFX-Secale, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
Barita-Iris, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
BioMag Lehning, 1 cp. 2 v. al dì, oppure Naturorange Mineral, 1 bustina al dì sciolta in un bicchiere d’acqua..
ACTEA RACEMOSA (M. M.)
Actea a grappoli - Ranuncolacee
Agisce in modo predominante sul sistema nervoso e
sugli organi genitali della donna. È il rimedio per eccellenza delle disfunzioni genitali femminili.
Le affezioni che guarisce, riflesse da disfunzioni uteroovariche, presentano questa fondamentale caratteristica: sono aggravate dalle mestruazioni, specialmente
quando il flusso è abbondante. I “momenti” di Actea
Racemosa sono le mestruazioni, la menopausa, la gravidanza. I sintomi importanti di questo rimedio rientrano
dunque nella sfera nervosa e genitale.
Sintomi cerebrali
Vediamo prima di tutto la sfera psichica: i sintomi sono
vari e cangianti: l’ammalata presenta fasi di allegria, di
esuberanza con loquacità alle quali subentra rapidamente
lo stato contrario: abbattimento, scoraggiamento,
malinconia(Ignatia). Fra i sintomi particolari di questa
fase notiamo: paura di diventare folle, sensazione come
se la testa fosse circondata da una nube pesante e densa che rende tutto confuso e oscuro. Pertanto Actea
Racemosa è prescritta con successo nella mania puerperale, nel nervosismo della gravidanza, in certe forme di
malinconia la cui caratteristica principale è l’insonnia permanente e, in generale, in quello stato inquieto e
infelice dello spirito tanto sovente associato a disturbi
uterini.
I sintomi mentali presentano questa curiosa alternanza: diminuiscono o spariscono quando appaiono i sintomi fisici, specie dolorosi, e reciprocamente, quando
questi ultimi spariscono, riappare lo stato mentale, a
meno che allora non si stabilisca un flusso derivativo,
come una diarrea.
Actea Racemosa soffre di cefalee: cefalee con sensazione di pressione dall’interno all’esterno come se la testa
si dovesse aprire nella parte superiore;
cefalea occipitale, dalla semplice pesantezza al dolore
intollerabile;
cefalea frontale, specie al di sopra dell’occhio destro,
che si estende alle tempie e all’orbita.
Sintomi midollari
Rimedio soprattutto femminile, Actea Racemosa agendo
sull’asse cerebro-spinale si troverà in certi casi di irritazione spinale da superlavoro che si manifesta, specie
nelle donne, con una sensibilità dolorosa delle apofisi
delle prime dorsali, dopo eccessi sportivi, pianoforte,
macchina per cucire o per scrivere.
Anche i soggetti maschi che presentano sintomi d’irritabilità nervosa esagerata dovuta all’abuso di alcool o
di lavoro intellettuale potranno trarre giovamento da
Actea Racemosa.
Sintomi spasmodici
È un grande rimedio degli spasmi e convulsioni isteriche, scosse muscolari spasmodiche che costituiscono
una vera corea che si manifesta soprattutto la notte, precede le mestruazioni ed è più frequente dal lato sinistro.
Sintomi dolorosi
I dolori d’Actea Racemosa, di solito in relazione a disturbi utero-ovarici hanno i seguenti caratteri generali:
sono acuti, folgoranti, fugaci.
a) Sfera genitale:
dolori che attraversano il bacino e l’utero da parte a
parte; nevralgie ovariche, specie a sinistra, che si estendono fino alla faccia anteriore delle cosce, dolore al
seno, specie a sinistra, acuti, e principalmente durante le
variazioni atmosferiche.
In generale, disturbi nervosi, mentali o spasmodici, nevralgici, in rapporto con una dismenorrea.
b) I dolori muscolari colpiscono soprattutto i muscoli
del collo: la testa è tirata indietro per la contrazione dei
muscoli della nuca.
Dolori tiranti nei muscoli lombari che si estendono fino
alle cosce. Questi dolori muscolari sono spesso d’origine reumatica: lombaggine, pleurodinia, dei quali Actea
Racemosa è un eccellente rimedio.
Altre indicazioni
1) Tosse d’origine mediastinica.
2) Dispnea nervosa.
3) Ronzio alle orecchie.
Modalità
Rimedio dei deboli, non ci si stupirà che i sintomi di
Actea Racemosa siano peggiorati dalle mestruazioni, e
19
ACUFENI
maggiormente se sono abbondanti; migliorati mangiando.
ACUFENI
Suoni percepiti in assenza di stimolazione fisiologico dei recettori cocleari. Quasi sempre soggettivi (fischi, ronzii, sibili), talora possono essere oggettivi (per es. se causati da
soffio vascolare).
Esempio tipico di disturbo da non prendere alla leggera.
1. Cause. Assicurarsi in primo luogo che non sia colpito l’orecchio, e verificare se non ci sia molto semplicemente un tappo
di cerume o un corpo estraneo che ostruisce l’orecchio; altrimenti, ricerca dei disturbi o delle lesioni dell’orecchio medio,
di un catarro, di una sclerosi dell’orecchio, ecc. Inoltre, ipero ipotensione arteriosa, aterosclerosi, anemia, nervosismo,
nevrosi, neurastenia, ecc.
Pensare alle cause nevritiche, influenza, herpes, orecchioni,
zona, ecc.; alle cause traumatiche: frattura del cranio, conseguenze di pesca subacquea, ecc.; alle cause tossiche: dopo
assunzione di alcoolici, barbiturici, oppio, chinino, salicilato
di sodio e derivati (la popolare aspirina), antibiotici (streptomicina), ecc.; alle cause riflesse, da alterazione degli organi
vicini: occhi, naso, seni, gola, denti (denti del giudizio bloccati), artrosi del collo, artrosi temporo-mascellare, ecc.
2. Trattamento sedativo molto provvisorio.
Natrum salicylicum 5CH, Chininum sulfuricum 5CH, Glonoin 4CH, 2 gr. di ciascuno, 2 v. al dì, alternando i tubi.
BFX-Gingkosim, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
Barita-Iris, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA:
Chininum sulfuricum Injeel, Chininum salicylicum Injeel
forte, 1 f. di ciascuno per os 3 v. la settimana.
TERAPIA SANUM:
Notakehl D 5 gtt. - 3 gtt. al di direttamente nell’orecchio.
Nigersan D 5 gocce - 3 gtt. al di direttamente nell’orecchio.
ADAMS-STOCKES (M. di)
→ Bradicardia.
ADDISON (M. di)
Insufficienza cronica primitiva della corteccia surrenale. Clinicamente si manifesta con astenia, ipotensione, iponatriemia, ipoglicemia, ipogonadismo, dimagrimento e pigmentazione cutanea (melanodermia), che ne è segno patognomonico.
Natrum muriaticum 7CH, 5 gr., ogni 10 giorni.
Phosphorus triiodatus 5CH, 5 gr. ogni 7 giorni.
Arsenicum album 5CH, Calcarea phosphorica 5CH, 2 gr. di
ognuno, 1 v. al dì, giorni pari.
Picricum acidum 5CH, Calcarea iodata 5CH, 2 gr. di ognuno, 1 v. al dì, giorni dispari.
20
Adrenalinum D3 trit., un pizzico la mattina, in un po’ d’acqua.
Cortico-surrenale D3, trit., un pizzico a mezzogiorno.
Vanadium D3, trit., un pizzico la sera.
Redoxon, 1 cp. 1 v. al dì.
Riposo, aria, alimentazione abbondante, non irritante (→ Dieta ipotossica). Ridurre gli alimenti contenenti potassio (→
OLIGOELEMENTI, § 1); a rigore, far bollire le verdure cambiando l’acqua due o tre volte per eliminare i sali di potassio.
Mangiare molto salato (→ Sodio), buona quantità di zuccheri e di miele. Se stipsi, blandi clisteri, evitare le purghe. Se
vomiti, bevande ghiacciate. Ben inteso, trattare la tubercolosi o altre patologie in causa (Cortisone, Idrocortisone,
A.C.T.H., ecc., prescritti, eventualmente, dal medico).
ADDOME
1. Dolori addominali con febbre, che insorgono bruscamente
e violentemente senza causa apparente:
Belladonna 4CH, 2 gr. immediatamente.
Bryonia 5CH, 2 gr., 1/2 h dopo.
Magnesia phosphorica 5CH, 2 gr., 1/2 h dopo. Ripetere la
serie.
Cuprum-heel, 1 cp. 3 v. al dì da sciogliere in bocca (nei casi
acuti anche ogni 15’ per 2 ore massimo), oppure Dr. Reckeweg R 37, 15 gtt. ogni tre ore.
Il paziente che accusa dolori al ventre da parecchie ore richiede molto spesso un intervento chirurgico urgente.
2. Se si tratta di dolori crampoidi:
Come sopra; ma sostituire Bryonia 5 con Cuprum 5.
In entrambi i casi, se i dolori continuano, chiamare con urgenza il medico.
Non purgare mai un bambino che ha mal di pancia; farne
analizzare le urine. Tenere conto che l’acetonemia può manifestarsi nel bambino in forma pseudo-appendicolare.
Se il dolore è “come una pugnalata”, pensare alla peritonite,
o ad una crisi tabetica gastrica, alla perforazione di un’ulcera
gastro-duodenale, all’interruzione di una gravidanza extrauterina, all’esordio di una pancreatite acuta, emorragica, ecc.
Ricovero ospedaliero immediato. Ogni minuto è prezioso.
3. Retrazione addominale.
L’addome appare retratto, “a barca”, contratto, incavato.
Questa condizione si osserva nel Colera e negli stati coleriformi, le Coliche saturnine, certe Diarree spossanti, una grave intolleranza gastro-intestinale, certi stati precancerosi.
a. Plumbum metallicum 5CH, 2 gr.
Hydrastis canadensis 5CH, 2 gr., 1/2 h dopo.
b. Se il fegato è ingrossato, dolente, la salivazione esagerata, con un gusto amaro, aggiungere: Ptelea trifoliata 4CH,
2 gr. ogni ora.
4. Traumi dell’addome.
Per le cure d’urgenza, → Schiacciamento degli arti.
ADENOPATIA
5. Nella sindrome dolorosa addominale dei primi mesi del
neonato (dai 15-20 giorni fino a 3 mesi circa), può trattarsi di
un neonato ipertonico con una madre ansiosa, animata da
sollecitudine eccessiva. → Madre-Bambino.
6. Nel bambino molto piccolo che si lamenta di mal di pancia
(dolori diffusi, falsi stimoli ad urinare e andare di corpo), si
pensi subito all’Appendicite; può trattarsi di rino-faringite o
di otite. Per quanto riguarda i dolori addominali ricorrenti
del bambino, sono intermittenti, talvolta quotidiani, talvolta
intensi, brevi e quasi sempre attorno all’ombelico.
Moltissime cause intervengono in bassa percentuale (Affezioni verminose, coliche, urologiche, ecc.), poiché in nove
casi su dieci, circa, la causa è psicosomatica, e dipende dal
bambino e dall’ambiente che lo circonda: la sua ansietà, la
sua introversione, i suoi rapporti familiari (mancanza di armonia fra i genitori, gelosie, lutti, ecc.) o scolastici (fobia del
bambino i cui dolori sono ritmati dalla scuola).
7. → Appendicite, Colica intestinale, Diarrea acuta, Diverticolite del colon, Dismenorrea, Indigestione, Ernia § 3 (ernia
strozzata), Intossicazione alimentare, Occlusione intestinale, Pancreatite I, Ulcera gastrica § 3, ecc..
ADENINA
→ VITAMINE (Vit. B4).
ADENITE
→ Adenopatia, § 3, 4.
TERAPIA SANUM:
1. In caso di linfonodi dolenti alla palpazione:
Nigersan D 3 supposte - 1 supp. alla sera associando
Utilin D 6 gtt. - 4 gtt. frizionate su i linfonodi interessati x 4
settimane
2. In caso di linfonodi non dolenti alla palpazione con l’affezione che si protrae nel tempo:
Latensin D 6 gtt. - 5 gtt. al risveglio e prima di coricarsi per 2
settimane, quindi passare a 5 - 8 gtt.
Utilin S D 4 cps - 2 capsule alla settimana per 6 - 8 settimane
a seconda del quadro clinico.
3. In caso di ingrossamenti linfonodali residuati da influenze:
Nigersan D 3 supposte - 1 supp. alla sera associata a
Notakehl D 5 gtt. - 5 gtt. al risveglio per 1 mese
ADENITE SUDORIPARA
Ascesso tuberoso dell’ascella. → Ascesso, I, § 9.
ADENOIDISMO e ADENOIDITE
1. Ipertrofia delle vegetazioni, → Vegetazioni adenoidi, § 1.
2. Infiammazione acuta, infezione, → Vegetazioni adenoidi,
§ 2.
Linfo-Iris, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
ADENOMA della PROSTATA
(Adenofibroma della prostata) → Prostata, II.
TERAPIA SANUM:
– Nelle prime 6 settimane, ripetere
Notakehl D 3 supposte - 1 supp. alla sera di Mercoledì e
sabato
Nigersan D 3 supposte - 1 supp. alla sera nei restanti 5 giorni
– Nella settima e ottava settimana
Notakehl D 3 supposte - 1 supp. al mattino
Nigersan D 3 supposte - 1 supp. alla sera
ADENOMA SEBACEO
→ Pringle (M. di).
ADENOPATIA
1. Ipertrofia dei gangli linfatici (ascellari, cervicali, inguinali).
Drosera rotundifolia 7CH, una dose ogni mese.
Euphorbia resinifera 7CH, Sulfur iodatum 7CH, una dose
ogni 10 giorni, alternando.
Cistus canadensis 5CH, Scrofularia nodosa 5CH, 2 gr. di
ciascuno, 1 v. al dì.
Linfo-Iris, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
Rexorubia, da 2 a 4 cucchiaini al dì, secondo l’età.
OLIGOELEMENTI Manganese-Rame e Rame-Oro-Argento, alternati ogni 2 o 3 giorni.
Dieta alimentare: → Convalescenza, § 3. Bere succo di ananas fresco.
Per una persona anziana, ai rimedi del §1, aggiungere:
Carbo animalis 5CH, Conium maculatum 5CH, 2 gr. un giorno l’uno, un giorno l’altro.
2. Adenolinfoidite acuta benigna, Febbre ghiandolare, →
Mononucleosi infettiva.
3. Adenite (infiammazione delle ghiandole e specialmente
delle ghiandole linfatiche) e Adenoflemmone (adenite suppurata, ascesso ghiandolare).
a) Bioterapico Pyrogenium 5CH, Naja tripudians 4CH, Cistus canadensis 5CH, Arnica 5CH, Scrofularia nodosa 5CH,
2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
Dr. Reckeweg R 26, 15 gtt. 3 v. al dì prima dei pasti.
OLIGOELEMENTI: Rame-Oro-Argento nelle forme acute; da
alternare con Manganese-Rame nelle forme aperte e fistolizzate.
In seguito spennellare ripetutamente la cute con Calendula
T.M. e, al momento di andare a letto, ungere localmente con
l’Unguento di Angelica Archangelica all’1% (salvo in caso
di suppurazione).
b) Se si tratta di un cacciatore, di un pellicciaio, → Tularemia. → Graffio del gatto (M. da).
21
ADERENZE
4. Adenite cervicale tubercolare (“Scrofolosi”).
Affezione oggi rara, tranne presso Nordafricani e negri d’Africa.
Sal marinum 7CH, Sulfur iodatum 7CH, 5 gr. ogni 7 giorni,
alternando.
Aestus P.C., Calcarea carbonica 5CH, 2 gr. un giorno l’uno,
un giorno l’altro.
Bioterapico Pyrogenium 5CH, Pulsatilla 5CH, Scrofularia
nodosa 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.,
Rexorubia, 1 cucchiaino sciolto in acqua o latte 3 v. al dì ai
pasti, bambini 2 cucchiaini al dì.
OLIGOELEMENTI: Rame-Oro-Argento, 1 v. al dì.
Dieta rimineralizzante, vitaminica (A, B1, B2, B3, D, E), →
Convalescenza, § 3. Bere succo di ananas fresco. Localmente, procedere come per l’Adenite, § 3.
Riposo, cura elio-talassoterapica, se non vi sono lesioni polmonari, in montagna (da 800 a 1000 metri di altezza).
Se occorre, cura termale, acque saline o sulfuree o arsenicali.
A casa, bagni di alghe.
5. Adenite sudoripara, → Ascesso, I, § 9.
6. Adenopatia tracheo-bronchiale.
(Ghiandole attorno alla trachea e ai grossi bronchi).
Natrum muriaticum 7CH, 5 gr. ogni 15 giorni.
Calcarea carbonica 5CH, 2 gr. al risveglio.
Pulsatilla 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Sulfur iodatum 5CH, 2 gr. ogni 7 giorni.
Rexorubia, 1-2 cucchiaini al dì, secondo l’età.
OLIGOELEMENTI: Manganese-Rame e Zolfo; nei casi gravi, in
continua evoluzione, aggiungere Rame-Oro-Argento.
VITAMINE: A, B1, B2, B3, D, E, → VITAMINE. Bere succo di
ananas fresco. Frizioni cutanee, bagni tiepidi. Ginnastica.
Condurre, se possibile, il malato in campagna o in montagna
(media altezza) o in una spiaggia riparata.
Se febbre ghiandolare, v. sopra, § 2.
Se occorre, cura termale.
Se l’adenopatia sopravviene dopo una vaccinazione con
B.C.G. (Adenite post-B.C.G.), → Becegite.
7. Adenite mesenterica.
Infiammazione dei gangli mesenterici della regione ileo-cecale. L’affezione colpisce il bambino e l’adulto in giovane età;
la sintomatologia è simile a quella dell’appendicite. Ai rimedi
del § 1, aggiungere:
Calcarea iodata 5CH, Arsenicum album 5CH, 2 gr. un giorno
l’uno, un giorno l’altro.
ADERENZE
1. Aderenze peri-appendicolari e peritoneali, → Operazioni chirurgiche, II, § 1.
2. Aderenze pleuriche. → Operazioni chirurgiche, II, § 1. Soggiorno in montagna; elioterapia. Ginnastica toracica e respiratoria.
22
TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA:
Graphites-Homaccord, 10 gtt. 2 v. al dì.
Nux vomica-Homaccord, 10 gtt. 2 v. al dì.
TERAPIA SANUM:
Frizionare in sede cutanea, in prossimità delle aderenze
Sankombi gocce -15 gtt. 2 - 3 volte al di
va associato per via orale
Nigersan D 5 capsule - 1 cp. al risveglio
oppure
Nigersan D 3 supposte - 1 supp. alla sera qualora l’aderenze
siano situate a livello addominale inferiore, bacino o pelvi.
ADERMINA
→ VITAMINE (Vit. B6).
ADIANTUM CAPILLUS VENERIS
(Capelvenere) - Famiglia Polipodiacee
• Generalità - Felce perenne, dalle piccole graziose foglie
a ventaglio, gracile ed elegante.
• Parti usate - Pianta intera.
• Principi attivi - Acido gallico, tannino, olio essenziale,
mucillagine e alcune sostanze amare.
Proprietà terapeutiche - Espettoranti, eupneiche (agevola la respirazione), emollienti e calmanti.
Indicazioni, preparazioni e dosi
Affezioni delle vie respiratorie, specie le forme catarrali,
solo o associato ad altre piante bechiche.
Infuso semplice (raffreddori, affezioni bronchiali):
Capelvenere - pianta intera
60 g
Acqua bollente
1000 ml
Infusione per 20 minuti, poi colare.
Dosi: 4-6 tazzine da caffè lungo il giorno, sempre molto
caldo, con aggiunta di latte, zucchero o miele, secondo
le preferenze. L’uso prolungato di questo infuso pare
agisca in modo favorevole sull’utero, regolando i flussi
mestruali.
Sciroppo (forme bronchiali):
Capelvenere - pianta intera
25 g
Acqua bollente
300 ml
Infusione per 24 ore, poi colare e metterlo al fuoco con
150 g di zucchero e 50 g di miele. Far bollire a piccola
fiamma fino a che il liquido avrà assunto la consistenza
dello sciroppo.
Dosi: 4 cucchiai al giorno, lontano dai pasti.
Tisana espettorante (in farmacia):
Capelvenere - pianta intera contusa
10 g
Poligala nostrana - pianta e radici contuse
10 g
Primula - rizoma contuso
10 g
Tossilagine o Farfara - foglie e fiori
20 g
Infusione di 1 cucchiaino di miscela in 150 ml di acqua
bollente per 20 minuti, colare per tela.
AEREO
Dosi: 3-4 tazze da caffè al giorno, molto caldo, con o
senza zucchero, con un cucchiaino di grappa o cognac,
salvo proibizione per gli alcolici.
ADINAMIA
Stato di estrema debolezza muscolare, con prostrazione fisica e mentale.
1. Arnica 7CH, 5 gr. tutti i giorni.
Galium-Heel, 10 gtt. 2 v. al dì.
Vita C-15 forte, una f. da bere al dì per un mese oppure
Biostenol, 1 f. per os al dì.
OLIGOELEMENTI: Manganese-Rame e Rame-Oro-Argento, un
giorno l’uno, un giorno l’altro.
Alimentazione corroborante, → Convalescenza, § 3.
2. Adinamia nei bambini.
Bebix: Sopra i 6 anni: 10 ml dopo i pasti principali. Sotto i 6
anni: 5 ml dopo i pasti principali, Sotto i 3 anni: 2,5 ml dopo i
pasti principali
3. Adinamia dopo preoccupazioni e dispiaceri.
Ai rimedi del § 1, aggiungere:
Phosphoricum acidum 5CH, Cocculus indicus 5CH, 2 gr. di
ciascuno, 1 v. al dì.
Gelsemium-Homaccord, 10 gtt. 2 v. al dì.
4. Adinamia post-traumatica.
Ai rimedi del § 1, aggiungere:
Phosphoricum acidum 5CH, Calendula 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
China 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
Arnica comp._heel, 1 cp. 3 v. al dì.
5. Adinamia dei convalescenti.
→ Convalescenza, § 1, 2, 3.
6. Adinamia senile.
Ai rimedi del § 1, aggiungere:
Selenium 5CH, Conium maculatum 5CH, 2 gr. di ognuno, 1
v. al dì.
Rexorubia granulato, 1 cucchiaino da caffè 3 v. al dì.
Selenium-Homaccord, 10 gtt. 2 v. al dì.
7. Se l’adinamia è accompagnata da stipsi, nausea, ipotensione, pensare a Ipopotassiemia.
8. Altre cause da trattare: affezioni del sangue (anemia, leucemia, ecc.), paludismo, tubercolosi, diabete, intossicazione
occasionale o professionale, insonnia, demineralizzazione,
diarrea, insufficienza endocrina, tifo, ecc..
ADIPOSI
Lipodreinol, 10 ml 2-3 v. al dì.
Liposuril, 15-20 gtt. 2-3 v. al dì
→ Obesità.
ADIPOSITÀ DOLOROSA (M. di Dercum)
Malattia caratterizzata da accumuli di grasso circoscritti, spesso simmetrici, dolenti. Possono essere presenti astenia e disturbi psichici. Più frequente in menopausa.
Hamamelis-Homaccord + Galium-Heel + Graphites-Homaccord, 10 gtt. di ciascuno 2 v. al dì.
ADIPOSITÀ LOCALIZZATA
Anti Age Dim Guna, 3 gr. mattina e sera (attivazione della
lipolisi e del drenaggio epato-renale, riduzione del tessuto
adiposo sottocutaneo).
Metatox 3 Guna, 40 gtt. prima dei pasti (stimolazione metabolismo di base e azione tonica sull’intero organismo).
Anti Age Cell, 3 gr. 2 v. al dì, lontano dai pasti.
Per frenare l’appetito è possibile aggiungere:
Anti Age Diet Guna, 3 gr. mattina e sera e 15 minuti prima dei
pasti.
Pilosella compositum, 15 gtt. 3 v. al dì, in caso di ritenzione
idrica.
OLIGOELEMENTI: Zn-Ni-Co, 1 f. per os a gg. alterni.
ADIPSIA
Anormale mancanza dello stimolo della sete.
1. Trattare la causa: encefalite, stato tifoide, alcune febbri,
alcune malattie mentali, intolleranza del neonato per il latte;
nella persona anziana, pensare ad un disturbo neurologico.
2. In caso di adipsia passeggera:
Pulsatilla 5CH, 2 gr.; un’ora dopo: Apis 4CH, 2 gr.
3. L’insufficienza di liquidi, soprattutto nelle donne, può essere causa di stipsi, cistite, litiasi renale, ecc.
AEREO (Mal d’)
1. Trattamento preventivo e curativo:
Gelsemium 5CH, Cocculus 5CH, Borax 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Dr. Reckeweg R 52, 2 giorni prima di intraprendere il viaggio, 15 gtt. 3 v. al dì; durante il viaggio, 15 gtt. ogni 2-3 ore,
oppure Cocculus-Heel, due gg. prima di intrapendere il viaggio 1 cp. 3 v. al dì; durante il viaggio 1 cp ogni 2-3 ore.
Melatonia 4CH, 10 gtt. ripetutamente durante il viaggio.
La vigilia della partenza: riposo relativo con alimentazione
leggera, povera di grassi, ricca di frutta e zuccheri.
2. Profilassi. Al decollo, all’atterraggio, succhiare lentamente una caramella; per ristabilire la pressione dell’orecchio,
stringere con forza le narici tra due dita, poi far finta di soffiarsi il naso. Portare occhiali neri, otturare le orecchie (Tappi
di cera o cotone idrofilo); sedersi se possibile vicino al finestrino o ad una presa d’aria, avanti; evitare i movimenti bruschi della testa. Alimentazione leggera (diminuire i grassi, le
salse), gli alimenti che fermentano (i gas addominali subiscono, quando si vola a 2.500 metri, un’espansione del 30%).
Non prendere l’aereo in caso di ipertensione, cardiopatia,
tubercolosi polmonare, pneumotorace, megacolon, gravidanza oltre il 6° mese, ecc..
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AEROCOLIA
I viaggi in aereo sono ben sopportati dai neonati (dare un
biberon al momento del decollo e della discesa, prima di atterrare), da molti malati (per i quali l’aereo è preferibile ad altri
mezzi di trasporto), dagli anziani.
AEROCOLIA
Eccessiva presenza di gas nel colon.
1. Thuja 7CH, 5 gr. ogni 10 giorni.
Carbo vegetabilis 5CH, 2 gr. al risveglio.
Kali carbonicum 5CH, 2 gr. alle ore 11.
Ignatia 5CH, 2 gr. alle ore 18.
Aeris, 2-3 cps. al dì, dopo i pasti principali.
Vitamine D, B6, → VITAMINE.
Agopuntura.
2. Trattamento fito-organoterapico (complementare).
Origanum majorana, da 30 a 50 gtt., 3 v. al dì, 5' prima dei
pasti.
Esofago 7CH, Diaframma 7CH, Stomaco 7CH, una supp.dose, 2 v. alla settimana, la sera andando a letto.
Diencenfalo 7CH, Parasimpatico 7CH, Simpatico 7CH, 1 f.
per os, 3 v. alla settimana.
Esercizi quotidiani di ginnastica per dare tono alla parete
addominale. In caso di ptosi organica, portare un cinto o una
fascia elastica.
Alimentazione semplice (→ Dieta ipotossica), ridurre le minestre ed eliminare le preparazioni di farinacei lievitati, latte e
latticini freschi, cipolle, rape, verze, bevande gassate. Non
bere durante i pasti.
AEROFAGIA e AEROGASTRIA
Deglutizione volontaria o involontaria di aria; quando supera i limiti fisiologici può causare turbe dispeptiche.
1. Kali carbonicum 5CH, Ignatia 5CH, Cuprum 5CH, Nux
moschata 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
Lycopodium 5CH, 2 gr. ogni tre giorni.
Nux vomica-Iris, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
OLIGOELEMENTI: Zinco-Nichelio-Cobalto, ogni due giorni.
FITOTERAPIA
Un infuso di Maggiorana dopo pranzo e un infuso di Finocchio dopo cena. Se si consumano i pasti fuori casa, la preparazione delle tisane non è facile. Sostituirle con:
Aeris, 2-3 cps. al dì, dopo i pasti principali.
2. Trattamento organo-terapico, → Aerocolia, § 2.
3. Se l’aerofagia è accompagnata da falsa angina pectoris,
stretta al livello del cuore, → Angina pectoris, II.
4. Evitare di deglutire la saliva; se occorre, tenere tra i denti
un bocchino per 1/2 h/1 h dopo i pasti, ginnastica addominale. In caso di forte crisi, coricarsi bocconi su un letto o
un divano. Ad ogni pasto, porre davanti al coperto del paziente un cartello con la scritta: “Mangia lentamente, mastica bene”.
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Mangiare tranquillamente, senza leggere, né guardare la televisione, se possibile in un luogo tranquillo. Eliminare il
tabacco, alcool, caffè forte. Evitare: salumi, ragù, cavoli, cavolfiori, radicchio, pane fresco (e soprattutto mollica di
pane), pizza (soprattutto a cena), patate, condimenti forti,
bevande gassate.
Non bere durante i pasti. Evitare cibi troppo caldi o troppo
freddi. Nei casi più gravi ricorrere eventualmente ad una dieta dissociata, che include, ad ogni pasto, un solo tipo di
alimenti, per esempio: lattedi soia e formaggi a pasta dura, la
mattina; carne o pesce, a pranzo; verdura e frutta cotta la
sera; in seguito, riprendere a poco a poco un’alimentazione
normale.
VITAMINE: D, B6, → VITAMINE. Agopuntura.
5. Nel neonato (aerofagia del).
Mettere il neonato in posizione verticale dopo i pasti, fino ad
eruttazione, poi distenderlo sul fianco sinistro.
6. Nel bambino, eliminare tettarelle, succhiotti, che provocano movimenti di deglutizione.
7. Pensare alle cause che possono provocarla: ptosi, appendicite cronica, ulcera, iperacidità, colecistite, colite, ecc.. Pensare anche che una cintura o un busto che comprimendo
l’addome può, spingendolo verso il torace, pressare sui polmoni e dare fastidio al cuore. Vi è una forma dispnoica che
può essere scambiata per asma; vi è anche una forma cardiaca con palpitazioni, ecc., che può essere presa per angina
pectoris.
AESCULUS HIPPOCASTANUM (M. M.)
Castagno selvatico, Sapindacee
Aesculus provoca congestione delle vene, donde i sintomi generali: sensazione di pienezza e di pulsazioni
negli organi come se fossero troppo pieni di sangue,
con rallentamento delle loro funzioni e conseguenti vari
disturbi che, naturalmente, saranno migliorati da tutto
ciò che favorisce la circolazione sanguigna di ritorno:
freddo, esercizio, e aggravati da tutto ciò che la rallenta:
sonno, bagno caldo.
Altro effetto d’Aesculus: secchezza delle mucose con
sensazione di bruciore, d’escoriazione.
Poiché è il circolo portale ad essere più intensamente
congestionato, è da questo che cominceremo:
il fegato dà una sensazione di pesantezza dolorosa;
emorroidi di colore rosso-blu, che sanguinano raramente, con pulsazioni e battiti, bruciore, sensazione d’una
piaga e come se il retto fosse pieno d’aghi.
Nello stesso tempo dolore sordo e costante al dorso
che colpisce il sacro e le anche, aggravato camminando
e piegandosi.
Varietà sovente riscontrata in emorroidari e varicosi: dolori molto vivi, pulsazioni, avvertiti dal paziente mentre
sale rapidamente una scala.
Stipsi con feci secche, che passano difficilmente, bru-
AFONIA
ciore e dolore lombare caratteristico.
In rapporto con tutto questo si riscontra un’infiammazione cronica della gola: la faringe è rosso-scura, con
dolore come da bruciatura, faringite follicolare. Vi è alternanza fra questi sintomi e i disturbi epato-emorroidari.
La congestione passiva del cervello spiega come il paziente sia peggiorato al mattino, dopo il sonno. Non può
lavorare né pensare. Migliora gradatamente col regolarizzarsi della circolazione.
L’utero è congestionato prima e dopo le mestruazioni, la
paziente sente di avere un utero (Helonias); d’altra parte
spesso è prolassato o spostato, per cui l’ammalata lamenta un dolore sacro-lombare che peggiora camminando e chinandosi, e migliora coricandosi o sedendosi.
Spesso il prolasso s’accompagna a leucorrea densa.
Questa congestione venosa generalizzata si ripercuote
sull’apparato cardiovascolare: il soggetto soffre di palpitazioni, sente che il suo cuore batte.
Aesculus ha due tipi di dolore:
– gli uni vivi, cambiano rapidamente sede, sempre alleviati dal calore, localizzati specie alle articolazioni della
mano, polso, gomito;
– gli altri venosi, profondi, accompagnati da una sensazione di pienezza e anche da pulsazioni nelle estremità: le vene sono ben visibili, bluastre, distese. Queste
dolori sono alleviati dal freddo.
Nota.– Questo stato di congestione venosa è dovuto
generalmente a tossine di cui l’organismo non riesce a
sbarazzarsi. Si dovrà allora prescrivere, con Aesculus,
Sulphur, nostro grande depuratore: cioè, Sulphur è il
cronico d’Aesculus.
AFASIA (motoria, sensoriale, ecc)
Disturbo parziale o totale della comunicazione, dovuto a lesioni del sistema nervoso centrale. Si distinguono due tipi di
afasia: quella motoria e quella sensoriale. La prima è un difetto della capacità di esprimere il pensiero verbalmente, per
iscritto o con i gesti, e le persone affette da questo disturbo
sono incapaci di nominare gli oggetti che vengono loro mostrati, pur sapendo di cosa si tratta; inoltre non riescono a
rispondere alle domande, pur comprendendole. Nell’afasia
sensoriale prevale, invece, un deficit della capacità di comprendere e analizzare i segni del linguaggio scritto, parlato e
gestuale, provenienti dall’esterno.
1. Trattare la causa: tumore, focolaio emorragico, rammollimento, embolia, emiplegia destra, ecc.
TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA:
Psorinoheel N, 8-10 gtt. 2 v. al dì.
Barijodeel, 1 cp. 2 v. al dì
Galium-Heel, 8-10 gtt. 2 v. al dì.
Come regolatore della circolazione periferica:
Aesculus compositum, 10 gtt. 3-6 v. al dì.
2. Se afasia per semplice disturbo nervoso:
Gelsemium 5CH, 2 gr. 2 v. al dì.
3. Afasia motoria verbale con sordomutismo.
→ Alalia idiopatica.
AFFANNO
→ Dispnea.
AFONIA
Perdita completa della voce per lesione organica o funzionale.
BFX-CR 4, il contenuto di 1 cps 2-3 v. al dì.
TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA
Phosphor-Homaccord, 8-10 gtt. 2 v. al dì.
Arnica-Heel, 8-10 gtt. 2 v. al dì.
1. Da raffreddamento:.
Arum triphyllum composé, da 5 a 10 gtt. 3 v. al dì.
Drenaggio fitoterapico, → Bronchite, I, § 2.
a) Se raffreddamento da tempo secco, aggiungere:
Causticum 5CH, Bromum 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
b) Se raffreddamento da tempo umido, aggiungere:
Ipeca 4CH, Dulcamara 4CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
c) Se in seguito a bagno freddo, aggiungere:
Antimonium crudum 5CH, 2 gr., 2 v. al dì.
2. Se afonia nel corso di una conversazione, una conferenza, aggiungere:
Ferrum picricum 5CH, Arnica 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al
dì.
Dr. Reckeweg R 45, 15 gtt. 3 v. al dì oppure Arnica comp.Heel, 1 cp. 3-6 v. al dì.
3. Se paresi, paralisi delle corde vocali.
a) Arum triphyllum composé, 2 cp., 3 v. al dì.
Causticum 5CH, 2 gr., 1 v. al dì.
b) Se paresi causata da viva emozione (afonia psichica, o
pitiatica), nervosismo, ipersensibilità, preoccupazioni,
sovraffaticamento, shock psicologico al momento dell’apparizione dell’afonia, ai rimedi del § a) precedente, aggiungere:
Gelsemium Complexe n° 70 Lehning, 15 gtt., 3-4 v. al dì
(iniziare la cura 4 gg. prima dell’evento causa).
Gelsemium 5CH, 2 gr., 2 v. al dì.
Se occorre, psicoterapia, rieducazione della voce.
4. In tutti i casi, per le cure, → Laringite.
5. Afonia con stravaso sanguigno da una corda vocale, →
Colpo di frusta laringeo.
6. Nel bambino, se soffocamento, tosse rauca, → Tosse, § 3.
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AFRODISIA
AFRODISIA
→ Eccitazione sessuale.
AFRODISIACO
Agente o rimedio naturale o sintetico che aumenta lo stimolo
e il tono dell’eccitazione sessuale.
AFTA
Termine generico attribuito a piccole lesioni ulcerative cutanee o mucose, superficiali, di forma rotondeggiante, con fondo ricoperto da una pseudomembrana giallastra, con margini
eritematosi, dolenti.→ Stomatite e gengivite, I e II.
E.P.I.D., 1 cp. 2-4 v. al dì, da sciogliere in bocca.
Localmente, per alleviare il dolore: E.P.I.D. Spray orale, 1-2
nebulizzazioni nel cavo orale, 3-4 v. al dì.
Defedril, 40-60 gtt. al dì.
TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA:
Arnica comp.-Heel, 1 cp. 3 v. al dì.
Nux vomica-Heel, 1 cp. 3 v. al dì.
TERAPIA SANUM:
1. In caso di interessamento linfoghiandolare somministrare per 8 settimane:
Sanuvis gtt. - 5 gtt. dopo i pasti.
Mucokehl D 5 gocce - 8 gtt. al risveglio e prima di coricarsi.
AFTOSI
→ Febbre aftosa.
AGALATTIA
→ Allattamento, II.
AGARICUS MUSCARIUS (M. M.)
Amanita muscaria. Falso ovolo
Azione fisiologica
I sintomi d’avvelenamento spesso sono evidenti solo 6,
8, 10 dopo l’ingestione della sostanza tossica; consistono in vomiti, diarrea dissenteriforme, feci mucose, ematiche. Se l’individuo è in piedi, oscilla come un ubriaco.
Aumento di tutte le secrezioni (come Jaborandi).
Il secondo periodo è caratterizzato da tremore, convulsioni tetaniformi ad accessi, che possono manifestarsi
udendo un rumore o per il minimo contatto, come nell’avvelenamento da stricnina.
Nel terzo periodo il polso e la respirazione rallentano,
infine le pupille si dilatano e il cuor si arresta in diastole.
A piccole dosi, il falso ovolo provoca uno stato di ebbrezza, delirio e allucinazioni analoghe a quelle provocate da Cannabis indica. C’è stato di ebbrezza talora triste,
talora allegra, con eccitazione delle forze fisiche, tremori
e persino attacco convulsivo.
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Anche a piccole dosi, il falso ovolo provoca sintomi di
paraplegia con sensazione di freddo negli arti, paralisi
degli sfinteri, dolori simili a punture d’aghi nei muscoli e
sul percorso dei nervi (Baumgartner).
Modalità
Aggravamento: All’aria fredda, dopo i pasti, dopo il coito, con lo sforzo mentale; prima del temporale. Miglioramento: Con il movimento lento, durante il sonno.
Caratteristiche
1. Spasmi muscolari in varie parti del corpo; contrazioni
involontarie, tremori, corea.
2. Diplopia. Spasmi delle palpebre. Nistagmo.
3. Sensazione come se si fosse trafitti da aghi di ghiaccio.
4. Bruciore, pruriti, rossore e gonfiore come da geloni,
specialmente alle dita delle mani e ai piedi.
5. Sussulta, sobbalza, e si risveglia soprattutto all’inizio
del sonno.
6. Dolori intensi da bearing-down, specie dopo la menopausa.
7. Sintomi mentali molto accentuati: Canta e parla costantemente senza rispondere alle domande che gli vengono poste. Nel tifo, risa e canti che contrastano con i
sintomi più gravi e la facies hippocratica.
Dolori: Vari, con sensazione di trafittura da aghi gelidi.
Feci.
Stipsi: Feci dure, con inutili sforzi violenti. Diarrea: Feci
poltacee con forti coliche e flatulenza.
Indicazioni principali
Spasmi muscolari per i quali è uno dei rimedi più importanti, dagli spasmi della faccia e specialmente quelli delle palpebre (blefarospasmo) fino ai casi più gravi di corea con questa indicazione speciale: le convulsioni cessano durante il sonno. Torcicollo.
Geloni che prudono e bruciano in modo intollerabile.
Epilessia.
Paraplegia.
Irritazione spinale e tutti i sintomi che ne derivano.
Ambliopia e amaurosi, diminuzione della vista, macchie
nere, fotofobia, contrazione poi dilatazione delle pupille.
Disturbi comportamentali e caratteriali degli etilisti (Nuxv., Lach.).
Acrocianosi, acrodinia delle mani, piedi, naso, orecchie.
Acne rosacea aggravata dal freddo.
Dolori conseguenti alle ipercheratosi dei piedi: calli, cipolle, occhi di pernice.
AGITAZIONE
1. Sintomo che si ritrova in numerose affezioni; occorre dunque curare la causa (malattia infettiva, alcune febbri, alcune
nevralgie, nervosismo, alcolismo, ecc.).
AGORAFOBIA
Pulvised, 1 cp. 2-3 v. al dì.
BFX-CR 6, il contenuto di 1 cps 2-3 v. al dì.
Zincoval, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
Zincoval, 5 gr. 2-3 v. al dì.
2. Se l’agitazione è accompagnata da una sens. di costrizione precordiale, con accelerazione del ritmo cardiaco,
con sudori freddi, volto pallido (ansietà), usare i rimedi indicati alla voce Angoscia.
3. Agitazione del neonato e del bambino.
Trattare il disturbo che ne è la causa: Dentizione, Febbre,
Insonnia, Vermi intestinali, incubazione di malattia esantematica, ecc.
Dr. Reckeweg R 14, 1 cp. da sciogliere in bocca 3-4 v. al dì.
Viburcol, una supp. prima di andare a letto.
Non confondere con i Tic, la Corea. Tenere presente che un
cattivo rapporto tra genitori potrebbe essere la causa dell’agitazione del bambino.
4. Agitazione mentale episodica, → Eccitazione cerebrale.
Veratrum album: volto pallido, cianosi, corpo freddo, sudori freddi (soprattutto in fronte). Sete di acqua ghiacciata, miglioramento col calore. Polso debole e accelerato.
2. Se vi è stupore, torpore, incoscienza, insensibilità:
Opium: volto rosso scuro, caldo, faccia e tronco con sudore
caldo; stertore (respirazione rumorosa), miosi (restringimento della pupilla).
3. Se vi è ansietà, angoscia. Spesso, in questo caso, sono
indicati:
Arsenicum album: paura della morte; prostrazione con agitazione; aggravamento dopo mezzanotte, meglio verso l’una,
o da mezzanotte alle 2 del mattino. Bisogno di aria fresca,
desiderio di essere coperto al caldo con le finestre aperte.
Tarentula cubensis: dolori brucianti, stati infettivi con prostrazione; aggravamento col movimento, il paziente gira la
testa sul cuscino; dita fredde; sudori prevalentemente notturni.
AGLIO
1. Aggravamento dopo aver mangiato aglio.
Allium sativum 5CH, 2 gr., 1 v. al dì.
Lycopodium clavatum 5CH, 2 gr. un giorno su due.
4. Si richiedono piccole attenzioni: coprire o scoprire il paziente se lo chiede, dargli da bere se ne sente la necessità o
rinfrescare le labbra con un panno umido se non può inghiottire senza correre il rischio di soffocare; la temperatura
della camera deve essere mantenuta mite, evitando le correnti d’aria. E vegliare...
2. Anafilassi all’aglio.
Allium sativum 9CH, una dose.
AGOPUNTURA
→ Medicina Tradizionale Cinese (MTC)
Aglio come rimedio → Allium sativum L.
AGORAFOBIA
Timore angoscioso, fobia degli spazi aperti. Il p. viene colpito dal panico, a volte anche al solo pensiero di doversi trovare in uno spazio aperto.
Hypothalamus 7CH, 1 dose ogni 10 giorni.
Aconitum 5CH, Argentum nitricum 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1
v. al dì, giorni pari.
Phosphoricum acidum 5CH, Gelsemium 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì, giorni dispari.
BFX-CR 6, il contenuto di 1 cps 2-3 v. al dì.
OLIGOELEMENTI: Rame-Oro-Argento e Litio, alternati ogni 2
giorni.
AGONIA
Periodo di transizione tra la vita e la morte, più o meno lungo
e doloroso; il rallentamento progressivo della circolazione
ha come conseguenza una irrorazione cerebrale insufficiente
e la progressiva diminuzione della conoscenza.
L’omeopatia, che protegge e cura l’uomo sin dalla nascita
può dare un po’ di sollievo nel momento supremo in cui la
morte sembra imminente.
Secondo i casi, si metterà (se è possibile), una dose (o 5 gr.)
alla 9 sotto la lingua del moribondo, di uno dei seguenti
rimedi, aspettando il medico:
1. Se c’è algidismo: raffreddamento delle estremità (mani,
unghie, orecchie, piedi), tendenza al collasso (brusca caduta delle forze e della pressione). In questo caso, spesso sono
indicati:
Carbo vegetabilis: facies ippocratica (volto profondamente
alterato e che annuncia una morte imminente); cianosi, corpo gelido, sudori freddi. Dispnea o oppressione con desiderio di aria fresca; aggravamento al calore, bisogno di essere
ventilato. Polso debole e filiforme.
TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA:
Anacardium-Homaccord, 10 gtt. 2 v. al dì.
Ignatia-Heel, 1 cp. 2 v. al dì.
Valerianaheel, 10 gtt. 2 v. al dì.
Evitare qualunque sovraffaticamento, mentale e fisico. Dieta
ricostituente, → Convalescenza, § 3.
Coinvolgimento psichico, metodico, chiedendo al soggetto
fobico degli sforzi all’inizio minimi, poi progressivamente più
impegnativi.
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AGRANULOCITOSI
AGRANULOCITOSI (M. di Schultz)
Si manifesta con febbre alta, alterazione improvvisa delle condizioni generali, ulcerazioni necrotiche della bocca e della
faringe; nozione di intossicazione professionale o da farmaci.
L’analisi del sangue mostra una diminuzione dei globuli bianchi (leucopenia).
1. In tutti i casi:
Lachesis 7CH, 5 gr. ogni 15 giorni.
BioMag Lehning, 1 cp. mattina e sera, oppure Naturorange
Mineral, 1 bustina al dì sciolta in un bicchiere d’acqua...
Dr. Reckeweg R 26, 15 gtt. a mezzogiorno.
Bioterapico Pyrogenium 5CH, Arsenicum album 5CH, 2 gr.
da ciascun tubo, 1 v. al dì.
Hydrastis composé (Chrysis) D2, 10 gtt. la sera.
Tamaris gallica D1, gemme, 20 gtt., 1 v. al dì.
Redoxon, 1 cp., 1 v. al dì.
Monazite D8, 1 f. per via orale, un giorno su due.
Pulizia della bocca. Riposo assoluto a letto.
Alimentazione ricca di vitamine, A, B1, B2, B3, B4, B6, I, C,
K (→ VITAMINE), soprattutto: fegato di vitello, lievito di birra,
latte crudo, germe di grano, succhi di frutta.
TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA:
Galium-Heel, 10 gtt. 3 v. al dì.
Belladonna-Homaccord, 10 gtt. 3 v. al dì.
Mercurius-Heel s, 1 cp. 3 v. al dì.
Arnica-Heel, 10 gtt. 3 v. al dì.
2. Agranulocitosi professionale.
Ai rimedi del § 1, aggiungere:
Intossicazione da benzolo: Benzolum 9CH, una dose ogni
15 giorni e, a partire dal giorno dopo, aggiungere Benzolum
5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Procedere allo stesso modo con Anthrakokali per l’intossicazione da carburi.
3. Agranulocitosi da farmaci, immunoallergiche.
Procedere come è stato appena indicato per Benzolum per
quanto riguarda:
Sulfamides (dopo trattamento con una specialità che ne contiene), Streptomycinum (se intossicazione da Streptomicina), Pyramidon (da amidopirina), Aurum metallicum (da sali
d’oro), Bismuthum (da sali di bismuto), Radium bromatum
(da trattamento prolungato con radiazioni), o fare preparare,
da un laboratorio omeopatico, alla 9CH e alla 5CH, delle diluizioni di fenilbutazone, del barbiturico in causa, di dinitrofenolo, dell’antitiroideo in causa, ecc.
N.B. Prendere anche una sola volta uno di questi prodotti
allopatici può scatenare l’agranulocitosi se sono già stati
assunti precedentemente.
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AGROPYRON REPENS P. B.
(Gramigna)- Famiglia Graminacee
• Generalità - Pianta perenne con un rizoma sotterraneo
ramificato e lungamente strisciante (raggiunge facilmente
alcuni metri di lunghezza).
• Parti usate - Rizoma, raccolto preferibilmente in primavera o in autunno; essiccato al sole e privato delle pellicole esterne per raschiatura; poi tagliato in pezzi e conservato in recipienti di vetro o ceramica.
• Principi attivi - Il fruttosano triticina, zuccheri, sali
minerali.
• Proprietà terapeutiche - Diuretiche, depurative, antinfiammatorie, rinfrescanti, dissetanti.
Indicazioni, preparazioni e dosi
Per aumentare la diuresi, rinfrescare, dissetare:
Decotto:
Gramigna - rizoma
4g
acqua
100 ml
La tisana è migliore se preparata in due tempi. Bollire per
due minuti, gettare l’acqua amara, pestare nel mortaio il
rizoma e preparare un altro decotto. Lasciare in infusione fino a raffreddamento, quindi colare.
Dosi: a tazzine più volte al giorno, dopo aver riscaldato
a bagnomaria.
Tintura
Gramigna - rizoma 20 g
alcol di 20°
100 ml
Macerare per 10 giorni. Filtrare spremendo.
Dosi: 3-4 cucchiaini al giorno.
Decotto composto (stitichezza):
Gramigna - radici fresche
30 g
Liquirizia - legno essiccato
10 g
acqua
1000 ml
Bollire le radici di gramigna a fuoco alto in poca acqua;
gettare via l’acqua della bollitura e versare sulle radici 1
litro di acqua; far bollire per 15 minuti a recipiente scoperto, aggiungere la liquirizia, filtrare.
Dosi: 3-4 tazze al giorno.
AIDS (Acquire immuno-deficiency syndrome)
→ Immunodeficienza, II.
AINHUM
Malattia tropicale (la causa è sconosciuta) caratterizzata dall’amputazione spontanea di un dito del piede, in genere il
quinto. Colpisce i maschi di razza nera. Sin.: sclerodermia
anulare delle dita dei piedi.
Usare i rimedi della → Sclerodermia.
ALALIA IDIOPATICA
Mutismo congenito, impossibilità di esprimere le idee, i sentimenti, con la parola, che non si accompagna a sordità e si
attenua con gli anni. → Ritardo mentale.
ALCOLISMO
ALASTRIM
Affezione determinata da un virus strutturalmente analogo a
quello del vaiolo ma con minore potere patogeno. Colpisce
in prevalenza soggetti negri.
Usare i rimedi del Vaiolo.
ALBINISMO
Nell’uomo e negli animali designa la mancanza di pigmentazione della cute e degli annessi. Patologia ereditaria legata a
deficit enzimatici, fra i quali il più frequente è il deficit di
tirosinasi, anzima che avvia la sintesi di melanina, il cui gene
è localizzato sulle braccia lunghe del cromosoma 14.
In tutte le forme cliniche di albinismo è costante la compromissione oculare con ipoplasia della fovea, nistagmo, fotofobia e riduzione dell’acuità visiva. In alcuni casi sono presenti anche segni di interessamento neurologico.
ALBUGINE
Macchie bianche sulle unghie, → Unghia, § 5.
ALBUMINURIA
→ Proteinuria.
ALCALINIZZANTE
Alimenti prevalentemente alcalini, classificati in ordine decrescente: Zucchero e derivati (marmellate, dolci, conserve),
limone, prugne, pomodori, insalate, carote, patate, fagiolini,
cavolo-rapa, spinaci, latte.
Alkimo polvere, 2 cucchiaini da tè al dì disciolti in un bicchiere d’acqua al mattino e alla sera.
ALCALOSI
Alterazione dell’equilibrio acido-basico, dovuta ad un aumento dell’alcalinità del sangue; il pH diventa superiore a
7,42; → pH.
Si distingue:
1. Alcalosi gassosa.
Trattare il Mal di montagna, l’intossicazione da ossido di
carbonio, l’ipocapnia degli aviatori.
2. Alcalosi da aumento della riserva alcalina (alcalosi non
gassosa).
L’organismo assorbe troppe sostanze o alimenti basici ed
elimina troppi acidi (è il caso dell’eliminazione dell’acido cloridrico dallo stomaco dovuta a vomiti ripetuti).
Per quanto riguarda lo squilibrio alimentare:
Juglans regia T.M., 10 gtt., 2 v. al dì.
Evitare le diete vegetariane rigide, alcalinizzanti (v. questa
voce). Dieta più ricca di carne e grassi, acidificante (v. questa
voce).
VITAMINE: B, D; aminoacidi (lievito di birra, carne).
Esercizio fisico, movimento; non dormire più di 8 ore.
ALCHEMILLA VULGARIS L.
(Alchemilla) - Famiglia Rosacee
• Generalità - Pianta vivace provvista di un rizoma che
termina in una rosetta di foglie a lato della quale spuntano i fusti fiorali alti fino a 40 cm.
• Parti usate - Le foglie raccolte durante l’estate senza
picciolo (recidendole con le unghie all’attaccatura del
lembo con il picciolo) e fatte essiccare all’ombra, in strati
sottili, rimuovendole più volte, e conservate in sacchetti
di carta. Si usano anche le foglie fresche.
• Principi attivi - Tannini, resine, fitosteroli, saponine,
acidi: ellagico, luteico, palmitico, salicilico e stearico.
• Proprietà terapeutiche - Astringenti, antinfiammatorie, cicatrizzanti, emostatiche, antidiarroiche, calmanti,
leggermente antisettiche e galattogoghe.
Indicazioni, preparazioni e dosi
Uso interno (come antidiarroico nelle enteriti)
Decotto:
Alchemilla - foglie
5g
acqua
100 ml
Dosi: 2-3 cucchiai al giorno o più.
Estratto fluido (in farmacia):
Alchemilla estratto fluido
Dosi: 2 grammi al giorno in poca acqua o in una tisana
qualsiasi nelle mestruazioni abbondanti e nelle leucorree.
Uso esterno (come astringente, antinfiammatorio, emostatico, blando antisettico).
Decotto
Achillea - foglie
10 g
acqua
100 ml
Far bollire per 10 minuti.
Modalità d’uso: fare lavaggi e applicare compresse imbevute di decotto sulle parti arrossate (pelle) e piaghe;
particolarmente efficace contro i pruriti anali, vulvari e
vaginali, diluire il decotto nell’acqua per lavarsi o in caso
di irrigazioni.
Pomata (preparazione galenica in farmacia)
Alchemilla estratto fluido
2g
Idrolato di rose
18 g
Lanolina
10 g
Vaselina
30 g
Applicare in loco nei pruriti vulvari.
Varie
Il succo delle parti aeree, schiacciate in un mortaio non
metallico e passate a garza sterile, può essere applicato
sulle lentiggini o macchie cutanee.
I montanari la mangiano in insalata.
ALCOLISMO
1. In caso di intossicazione acuta (ubriachezza): Caffè caldo molto forte e senza zucchero con aggiunta, se possibile,
di 10 gtt. di ammoniaca, per antidotare l’alcol.
29
ALFA-TOCOFEROLO
Se delirium tremens, aggiungere (dopo consulto medico):
Absinthium 4CH, 2 gr. ogni ora, poi distanziare.
Stramonium 5CH, 2 gr. una sola volta.
Cefalea dopo aver bevuto, → Cefalea, B § 1.
2. Alcolismo cronico:
Nux vomica 9CH, una dose.
Lachesis 5CH, 2 gr., 1 volta ogni 48 h.
Metaldehyde 5CH, 2 gr., 1 volta ogni 48 h.
Spiritus quercus glandium 4CH, 2 gr., 1 v. al dì.
VITAMINE: B1, B3, J, B12, → VITAMINE.
TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA:
Nux vomica-Homaccord, 10 gtt. al mattino.
Lamioflur, 10 gtt. a mezzogiorno.
Galium-Heel, 10 gtt. nel pomeriggio.
Chelidonium-Homaccord, 10 gtt. la sera.
3. Coma alcolico:
Aspettando il medico, mettere sulla lingua del paziente:
Opium 5CH, 2 gr., poi 1/2 h dopo:
Cuprum arsenicosum 4, 2 gr.
4. Polinevrite alcolica.
→ Nevrite.
Riposo a letto. Sollevare ad angolo retto il piede ciondolante, che rischia di assumere una posizione difettosa ed evitare, servendosi di un “cerchio” il contatto e il peso delle lenzuola. Chiaramente, divieto di qualunque bevanda alcolica.
VITAMINE: B1, B2, B6, B12, → VITAMINE.
5. Per provocare disgusto per il vino:
Aggiungere 2 o 3 gtt. di Capsicum T.M. in ogni litro di vino,
prima di darlo da bere al soggetto alcolizzato.
Angustura vera 4CH, 2 gr., 2 v. al dì.
6. Se si tratta di un alcolizzato “che ragiona”, che non si
ubriaca ma beve per bisogno, perché non riesce a lavorare
senza un bicchierino di alcol, che usa come stimolante:
Hyoscyamus niger 4CH, 2 gr., 2 v. al dì.
Lachesis 5CH, 2 gr., 1 v. al dì.
Dieci giorni dopo l’inizio della cura, somministrare:
Nux vomica 9CH, una dose (e continuare la cura).
7. Per sopportare più facilmente un leggero eccesso di vino
o di alcol nel corso di un pasto:
Ethylicum 5CH, 2 gr., 1 h prima e 1 h dopo il pasto.
Paullinia sorbilis 4CH, 2 gr., 1/2 h prima e 1 h e 1/2 dopo.
N.B. A proposito dei prodotti da toilette alcolici.
Poiché l’alcol è un solvente dei lipidi e un disidratante, può
superare la barriera cutanea; non bisogna usare dunque, per
la pulizia personale, né lozioni né acque profumate superiori
30
a 30° per un adulto e a 10° per un bambino, per evitare una
intossicazione alcolica.
ALFA-TOCOFEROLO
→ VITAMINE (Vit. E).
ALGIA
→ Dolore.
ALGODISTROFIA RIFLESSA
→ Spalla-mano (Sindrome).
ALIBERT (M. di)
Usare i rimedi dell’Epitelioma.
ALIMENTI
1. Intolleranza, sensibilità a certi alimenti (allergia), →
Aglio, Anafilassi alimentare, Intossicazione alimentare, XIII,
Orticaria, Fragole, ecc.
2. Intossicazione da alimenti avariati, non molto freschi, →
Intossicazione alimentare, Avvelenamento, C.
3. Ricchi di zuccheri, idrati di carbonio, → Glucidi.
4. Alimenti ricchi di grassi, → Lipidi.
5. Alimenti azotati, → Protidi.
6. Alimenti acidificanti e alcalinizzanti, v. queste voci.
7. Alimenti minerali e oligo-elementi: → Calcio, Sodio; per il
ferro, lo iodio, il fosforo, lo zolfo, ecc., → OLIGOELEMENTI, § 1.
8. Alimenti vitaminici, → VITAMINE.
9. Alimenti ricchi di colesterolo, → questa voce.
10. Alimenti tossici, irritanti, → Dieta ipotossica.
11. Alimentazione e fattori nocivi, → Coloranti alimentari,
Metaemoglobinemia, Inquinamento, Vitamine.
ALITO FETIDO, ALITOSI
Curare: carie dentaria, piorrea, imbarazzo gastrico, dispepsia,
vermi intestinali, stati infettivi, bronchite fetida, cancrena
polmonare, tabagismo, ecc.
Nitricum acidum 6 Alito cattivo, probabile conseguenza di
carenza di sonno. Ulcerazioni orali e labbra secche e spaccate. Gengive a volte sanguinanti. Sudorazione ascellare e delle estremità, 2 gr. 4-6 v. al dì.
Carbo vegetabilis 6 Paziente fiacco, con insufficienza circolatoria. Eruttazioni continue. Carie e disturbi gengivali. Ipersalivazione, spesso con ulcerazioni della mucosa orale. Alito
tipico da «postumi di una sbornia», 2 gr. 4-6 v. al dì.
Mercurius solubilis 6 Alito e cute maleodoranti. Salivazione
viscosa con gengive gonfie, che si ritraggono e sanguinano.
Lingua molle e impastata. Sapore metallico o di uovo marcio,
2 gr. 4-6 v. al dì.
Nux vomica 6 Alito maleodorante, causato probabilmente da
abusi alimentari, stress o indigestione. Peggioramento nelle
ore diurne o dopo assunzione di cibi, in particolare quelli
speziati. Paziente irritabile e litigioso, 2 gr. 4-6 v. al dì.
Pulsatilla 6 Alitosi ricorrente. Sapore amaro, disgustoso,
ALLATTAMENTO
bocca secca. Assenza di sete. Lingua impastata (patina bianca). Peggioramento dopo assunzioni di cibi elaborati, eruttazioni che emanano l’odore dei cibi ingeriti, 2 gr. 4-6 v. al dì.
Nei casi passeggeri senza causa apparente:
Bismuthum 5CH, Nux vomica 5CH, 2 gr. di ciascun tubo, 1 v.
al dì.
Confetti alla clorofilla; 2 confetti a pranzo e cena.
VITAMINE: C, P, → VITAMINE.
Digerisco, 1-2 cp. dopo i pasti, sciolte lentamente in bocca.
In una donna, durante le mestruazioni, aggiungere:
Sepia 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Lycoplexil, 1 misurino 2-3 v. al dì.
Maxiflor, 1 f. per os o 2 cpl al dì.
Non consumare per qualche tempo: latte, cioccolato, uova,
feculenti, aglio, cipolle. Non fumare prima di coricarsi.
→ Odore corporeo, 1.
ALKEKENGI
→ Physalis alkekengi L.
ALLATTAMENTO
I. Dolore e sensibilità delle mammelle:
1. Arnica 5CH, Chamomilla 5CH, Croton tiglium 4CH, 2 gr.,
2 v. al dì, alternando i tre rimedi.
2. Se mastite (infiammazione), → Mammella, § 1 e 2.
3. Se linfangite o ascesso, → Ascesso, Linfangite.
4. Screpolatura dei capezzoli, → Screpolatura della mammella.
5. Congestione del seno della nutrice, con dolori nell’intervallo fra le poppate (Galattoforite).
Phellandrium aquaticum 4CH, 2 gr., 2 v. al dì.
Dr. Reckeweg R 1, 15 gtt., 3 v. al dì.
6. Se decalcificazione della nutrice: Vitamina D3.
Dieta, → Decalcificazione.
7. Dolori dorsali.
Natrum muriaticum 5CH, Kali carbonicum 5CH, 2 gr., 1 v. al
dì.
II. Se diminuiscono la qualità e la quantità del latte (agalattia):
1. Per fatica, emotività:
Calcarea carbonica 5CH, Phosphoricum acidum 5CH, Causticum 5CH, Lachesis 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
2. Senza causa apparente:
Ricinus communis 4CH, Urtica urens 4CH, 2 gr. 2 v. al dì,
alternando i rimedi.
3. In entrambi i casi:
Alfalfa T.M., Avena sativa T.M., 10 gtt. del miscuglio, 1/2 h
prima dei pasti.
Vitamina E, 100 mg, 2 cp. al dì, fino a miglioramento, poi 1 al
dì, come cura di mantenimento.
Bevande in quantità (vino allungato, latte); farinacei (patate,
fagioli, lenticchie, ecc.), pane integrale, miele, frutta, carote,
finocchio, lievito di birra, arance.
Dieta ricca di proteine (carne ai ferri, pesci magri, formaggi
duri, uova).
Un bicchiere di succo di carote al giorno.
VITAMINE: A, C, D, E, B12, → VITAMINE.
OLIGOELEMENTI: Manganese, 2 v. alla settimana.
Infusi quotidiani di Finocchio e di Cumino.
Ravvicinare le poppate (poi distanziarle quando la secrezione si normalizza) e dare ogni volta tutte e due le mammelle.
Se l’agalattia persiste, malgrado il trattamento, aggiungere:
Ghiandola mammaria D3 trit., Placenta D3 trit., un pizzico
della miscela, ai due pasti principali.
Il dottor Ikoya Oka, giapponese, ha osservato che l’ascolto
di musica classica o di musica particolarmente melodica è
galattogeno (risultati favorevoli nel 95% dei casi); il jazz e la
musica pop invece diminuiscono la secrezione lattea.
III. Pericolosità, per il neonato allattato, dei rimedi presi
dalla madre.
Numerosi prodotti allopatici presi dalla nutrice passano in
parte nel latte, cosa che può essere più o meno pericolosa
per il neonato, soprattutto nelle prime settimane dell’allattamento. Anche i semplici salicilati presi dalla nutrice passano
in parte nel latte, o certi sulfamidici, bromuri (rischi di eruzioni cutanee, di sonnolenza). Tra i più pericolosi, citiamo soltanto: la streptomicina (possibili conseguenze sull’orecchio);
le tetracicline (rischio di disturbo della crescita dei futuri denti
e talvolta causa di ipertensione endocranica), il cloramfenicolo (che può provocare il rifiuto del latte da parte del neonato, o effetti tossici midollari). Evitare in particolare il gran
numero di medicine per il sistema nervoso (ipnotici, neurolettici, antidepressivi) tanto usate oggi, spesso senza controllo medico. La nutrice non deve in alcun caso usare un
rimedio che prendeva prima della gravidanza e che aveva
interrotto: occorre sempre chiedere consiglio al proprio medico.
IV. Per “far sparire” il latte alla nutrice al momento dello
svezzamento.
Calcarea carbonica 9CH, una dose (o 5 gr.), una volta.
Bryonia 5CH, Pulsatilla 5CH, Lac caninum 5CH, 2 gr. di
ciascuno, 1 v. al dì.
Due o tre infusi quotidiani di tisana anti-lattea fitoterapica
(ad es.: Follicoli di Sena, 3 parti; Fiori di Iperico, 2 parti; Fiori
di Caglio, 0,5 parti; Fiori di Sambuco, 0,2 parti).
Dieta asciutta. Fasciatura ovattata per comprimere le mammelle.
31
ALLERGIA
ALLERGIA
I. L’allergia è la modificazione dell’organismo a causa di
una sostanza capace di comportarsi come un antigene (cioè
di provocare anticorpi), sia che il soggetto divenga più sensibile ad una reinoculazione di questa sostanza, nel caso di
anafilassi (dunque diminuzione della resistenza), sia che reagisca in modo attenuato, nel caso di immunità (dunque aumento della resistenza).
L’anergia è la scomparsa dell’allergia in una persona colpita
da una malattia infettiva, che precedentemente si trovava in
stato di reazione positiva riguardo agli antigeni di questa
infezione; per es., un tubercolinico in stato di allergia diventa anergico se contrae un’affezione intercorrente, come il
morbillo, e non ritorna in stato allergico che dopo la guarigione da quest’ultima. → OLIGOELEMENTI, § 4.
II. Sostanze (antigeni) che determinano l’allergia, la reazione.
1. Antigeni inalati (polline, polveri, piume, peli e squame di
animali domestici), → Corizza spastica, Raffreddore da fieno,
Asma.
2. Antigeni ingeriti (alimenti, medicine), → Anafilassi alimentare, Intossicazione alimentare, Intossicazione da farmaci, Orticaria.
3. Antigeni che agiscono per contatto (prodotti di bellezza,
di pulizia, di lavaggio, ecc.), → Cheilite, Dermatosi professionali, Detergenti, Eczema, I, A, Intossicazione da farmaci,
Tintura per capelli.
4. Antigeni iniettati (medicinali, sieri, vaccini...), → Antibiotici, Intossicazione da farmaci, Puntura di insetto, Dermatosi
da farmaci, Malattia da siero, Vaccinazioni.
5. Antigeni endogeni (freddo, caldo, radiazioni solari), →
Attinite, Orticaria solare.
Profilassi e cura proposta dai Laboratori Legren:
TERAPIA DI FONDO
BFX-CR 1, il contenuto di 1 cps 1 v. al dì.
Peyer-Iris, 25 gtt. al dì.
FASE ACUTA
Zellen, 1 bustina 3 v. al dì + BFXCR3, il contenuto di 1 cps.
3 v. al dì.
Asma bronchiale
Blatta-Iris, 10-15 gtt. 3-4 v. al dì.
Pollinosi
BFXCR12, il contenuto di 2-3 cps. al dì.
Rinite allergica
BFX-Parietaria, 15 gtt. 3-4 v. al dì.
Bronchite cronica
BFXCR8, il contenuto di 2-3 cps. al dì.
ALLIUM CEPA L.
(Cipolla) - Famiglia Liliacee
• Generalità - Pianta erbacea coltivata.
• Parti usate - Bulbi (la cipolla vera e propria).
32
• Principi attivi - Olio essenziale a base di composti
organici solforati, acido solfocianico e solfocianato di
allile, grassi, zolfo, fosforo, calcio, sostanze fenoliche
(catecolo e acido protocatechico) dotate di proprietà antibiotiche, gli acidi glicolico, caffeico e clorogenico, alcuni enzimi (fosfatasi, pectinesterasi e perossidasi), composti flavonici, floroglucina, pirocatechina e tracce di
molte altre sostanze.
• Proprietà terapeutiche - Colagoghe, antisettiche, diuretiche eccezionali; aumenta fortemente l’acidità gastrica, se ingerita cruda, per cui è controindicata agli ipercloridrici.
Indicazioni, preparazioni e dosi
Gotta, renella, e in tutte le forme uricemiche nelle quali è
necessario un aumento della diuresi per aiutare l’organismo a disintossicarsi; dispepsie.
Dieta di cipolle crude (per chi le digerisce e sopporta):
Dosi: 100-200 g di cipolle crude, finemente tagliuzzate,
condite con olio e limone, come antipasto, metà a pranzo
e metà a cena, oppure solo a pranzo.
Vino (gotta, renella):
Cipolla - bulbi
300 g
Vino bianco a 16° 600 g
Miele liquido
100 g
Tagliare le cipolle a fette e passarle nel passaverdure,
versare il passato nella bottiglia del vino, unendovi pure
il miele; agitare bene e lasciare macerare alcuni giorni;
non colare.
Dosi: 2-4 cucchiai al giorno, prima dei pasti; agitare la
bottiglia prima dell’uso.
Tintura semplice (come diuretico e nelle dispepsie):
Cipolle - bulbi finemente tritati 300 g
Alcol etilico a 70°
300 g
Macerazione di 15 giorni, passare per tela e travasare.
Dosi: 1 cucchiaino due volte al giorno in poca acqua,
prima dei pasti; nelle forme dispeptiche, 1 cucchiaino
due volte al giorno, dopo i pasti.
La stessa cura è valida anche contro l’obesità.
Tintura (come diuretico e nelle dispepsie) (in farmacia):
Cipolla - estratto fluido 20 g
Alcol etilico a 80°
80 g
Dosi: come per la tintura semplice.
ALLIUM CEPA (M. M.)
Cipolla
Corizza con frequenti starnuti, secrezione acre e abbondante che corrode il labbro superiore e il naso. Lacrimazione pure abbondante ma non irritante. Allergia ai pollini, fieno, erbe tagliate, ecc. Riniti allergiche stagionali.
Bronchite con abbondante secrezione di muco; tosse
con molti rantoli. Nevralgie e nevriti con dolori filiformi.
Nevralgie e nevriti con dolori filiformi.
ALLUCINAZIONE
Piedi sensibili, escoriati, erosione dei talloni.
Intolleranza alle calzature (Lachesis, Sticta).
Aggravamento: in primavera ed estate; in serata; in una
camera calda; con il freddo umido e i piedi bagnati.
Miglioramento: la corizza migliora all’aria aperta.
ALLIUM SATIVUM L.
(Aglio) - Famiglia Liliacee
• Generalità - Pianta erbacea perenne
• Parti usate - spicchi (bulbilli) dei bulbi freschi
• Principi attivi - 25%-29% di olio essenziale, costituito
di bisolfuro di allilpropile, bisolfuro, trisolfuro e tetrasolfuro di diallile; allicina, vitamina A, B1, C; acido nicotinico, zuccheri, pectine, enzimi fermenti. L’odore caratteristico è dato dall’allicina.
• Proprietà terapeutiche - Ipotensive e cardiovascolari;
antisettiche, balsamiche, antireumatiche, colagoghe, vermifughe.
Indicazioni, preparazioni e dosi
Usato nella terapia dell’ipertensione, per l’azione vasodilatatrice che esplica sulle arteriole e sui vasi capillari.
Per le sue proprietà antisettiche è indicato nelle bronchiectasie, nell’enfisema polmonare, nelle bronchiti e nei
catarri bronchiali cronici. Utilizzato anche come vermifugo.
Uso interno (ipertensione lieve):
Alcolatura:
Aglio - spicchi mondati e pestati
40 g
Alcol rettificato a 60°
120 ml
Lasciare macerare 8-10 giorni e poi filtrare
Dosi: 20 gocce in poca acqua prima di pranzo e cena 2
giorni si e 2 no. Oppure: iniziare la cura assumendo 10
gocce al mattino a digiuno, in poca acqua, per una settimana, aumentare quindi di una goccia al giorno sino a
raggiungere 25 gocce, continuando così fino a consumazione del prodotto. Interruzione per 10 giorni, poi riprendere la cura con le stesse modalità, protraendola
per 3-4 mesi. Controllare la pressione arteriosa ogni settimana, per verificare i benefici.
Pozione balsamica (in farmacia):
Aglio - estratto fluido
20 gocce
Tiglio - estratto fluido
10 g
zucchero
10 g
acqua calda
80 ml
Sciogliere lo zucchero nell’acqua e aggiungere gli estratti.
Dosi: da sorbirsi caldo, 2-3 volte nelle 24 ore, lontano dai
pasti, per 10-15 giorni
ALLORO
→ Laurus nobilis L.
ALLUCE FLESSO
→ Dita del piede, § 7.
ALLUCE RIGIDO
Artrosi metatarso-falangea dell’alluce: impotenza funzionale
dovuta all’impossibilità di piegare l’articolazione.
Cause frequenti: indossare scarpe con tacchi alti, la danza.
Ledum cplx. Lehning, 20 gtt. 2 v. al dì.
Jalapa 5CH, Rauwolfia serpentina 5CH, Bryonia 5CH, 2 gr.
di ciascuno 1 v. al dì.
Contro il dolore, aggiungere: Hypericum perforatum 4CH, 2
gr. 3 v. al dì.
Adottare calzature di cuoio con sostegno plantare. Se necessario, artroplastica nell’adulto e nell’anziano.
ALLUCE VALGO
Deviazione verso l’esterno dell’alluce (frequente nella donna che calza scarpe con tacchi alti); d’altra parte, le scarpe
stringono troppo un piede detto “egiziano”, cioè quando il
primo dito è più lungo del secondo (quest’ultimo poi spesso
è “a martello”),
Usare i rimedi dell’→ Alluce rigido.
Indossare scarpe larghe con plantare ortopedico; se necessario, chirurgia.
ALLUCINAZIONE, ALLUCINOSI
“Percezione senza oggetto” (Lhermitte). In tutti i casi è necessario consultare il medico.
I. ALLUCINAZIONI CENESTETICHE
1. Idee fisse, v. questa voce.
2. Sens. di avere qualcosa di vivo nell’addome.
Usare i rimedi della Gravidanza nervosa.
3. Sdoppiamento della personalità, v. questa voce.
4. Allucinazioni motorie (illusione di volare, di fluttuare in
aria, di essere sollevato in alto).
Opium 5CH, Asarum europoeum 4CH, 2 gr. di ciascuno 1 v.
al dì.
5. Isteria.
a) Se sens. di palla che risale in gola, v. Bolo isterico.
b) Se isteria reale, v. questa voce.
6. Allucinazioni genitali, esibizionismo, v. Mania, § 2.
II. ALLUCINAZIONI ESTERNE
In tutti i casi:
L.72 Lehning, 15 gtt., 2 v. al dì.
1. Allucinazioni uditive (si odono rumori di campane, sibili,
ecc.).
Opium 5CH, Antipyrinum 5CH, Stramonium 5CH, 2 gr. di
ciascuno 1 v. al dì.
33
ALLUMINIO
2. Allucinazioni visive.
a) Visione di fantasmi.
Hyoscyamus niger 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
b) Visioni celesti.
Ai rimedi del § a), aggiungere:
Anhalonium 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
c) Visioni di animali (attorno a sé, sui muri).
Ai rimedi del § a), aggiungere:
Absinthium 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
3. Allucinazioni del gusto e dell’odorato.
Pulsatilla 5CH, Paris quadrifolia 5CH, Euphorbia amygdalis 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
4. Allucinazioni tattili (errori di percezione tattile, si crede di
toccare oggetti).
Stramonium 5CH, Opium 5CH, Paris quadrifolia 5CH, 2 gr.
di ciascuno, 1 v. al dì.
ALLUMINIO
1. In caso di intossicazione provocata dall’uso prolungato
di batterie da cucina di alluminio:
Aluminium 9CH, una dose ogni 15 giorni.
Aluminium 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Cadmium iodatum 5CH, 2 gr. a giorni alterni.
Non lasciare per troppo tempo cibi acidi o salati in pentole di
alluminio. È meglio usare stoviglie di materiale diverso (smalto, nickel, pyrex, terracotta, ecc.).
Aluminosi (da inalazione di polveri di bauxite, smeriglio) →
Pneumoconiosi, § 1, 2.
ALOE SOCOTRINA (M. M.)
Aloe soccotrina, Liliacee
L’Aloe è un purgante colagogo, ecco spiegati i numerosi sintomi intestinali presenti nella patogenesi.
Provoca congestione del sistema portale e quindi di
tutti gli organi contenuti nel piccolo bacino: retto, vescica, prostata, organi genitali.
1. Aloe è prima di tutto un rimedio del retto. Si deve
sempre pensare ad Aloe quale che sia l’affezione del
retto, ma particolarmente se sono presenti i seguenti sintomi:
a) emorroidi procidenti, brucianti, alleviate dall’acqua
fredda e alternati sovente con lombaggine o cefalea;
b) bisogno costante di defecare non solo dopo i pasti,
ma quando si alza, sta in piedi, urina. Non osa escutere
un gas per timore che gli sfuggano feci;
c) le feci passano senza che il soggetto se ne accorga.
Possono essere solide o diarroiche e accompagnate da
grandi quantità di muco, simili a gelatina, che fuoriescono dal retto inconsciamente;
34
d) prolasso anale soprattutto nei bambini;
e) diarrea tipica di Aloe: è la diarrea prandiale con bisogno improvviso, irresistibile, durante il quale il malato fa
una fatica immensa a trattenersi.
Secondariamente, possono essere feci diarroiche precedute da borborigmi, con coliche, gialle, brucianti come
fuoco e che lasciano l’ano dolorante (Sulphur).
A volte la diarrea presenta quest’altro carattere di Sulphur: bisogno imperioso che caccia fuori dal letto il malato nel primo mattino.
2. Congestione vescicale: bisogno frequente d’urinare
e talvolta emorragie vescicali.
3. Prostata: sensazione di pesantezza e ingrossamento
dell’organo.
4. Organi genitali: nella donna, mestruazioni troppo
frequenti e troppo abbondanti; è stato osservato anche aborto.
Nell’uomo: grande eretismo sessuale.
Tipo
Aloe è indicato negli individui grandi mangiatori, pletorici e intossicati dai loro sali d’urati e ossalati di calcio.
Hanno la faccia congestionata, le labbra rosse, come
Sulphur, colorito subitterico della cute. Avversano il lavoro intellettuale perché li stanca. Non amano muoversi. Cattivo umore, intolleranti alle contraddizioni, talora
depressi.
Caratteristiche principali
Aggravamento dopo aver mangiato o bevuto, con la
birra (Kali Bichromicum), le ostriche (Lycopodium).
Miglioramento col freddo che, eccitando la circolazione, migliora la congestiona venosa d’Aloe (Pulsatilla,
Aesculus).
Grande desiderio di succhi di frutta a causa delle necessità di sciogliere i sali in eccesso che l’intossicano.
Avversione per l’alimentazione e la carne quando un
grande mangiatore è ormai alla saturazione tossi-alimentare.
ALOPECIA
1. Alopecia diffusa progressiva.
1. Lachesis 5CH, Aurum metallicum 5CH, 2 gr. al risveglio,
un giorno l’uno, un giorno l’altro.
Thallium aceticum 5CH, Selenium 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1
v. al dì.
Cuoio capelluto 4CH, una supp., 3 v. alla settimana (agisce
soprattutto sulle donne).
Non farsi tagliare i capelli nel periodo di luna crescente e
tonificare il cuoio capelluto frizionandolo tutti i giorni con un
cotone imbevuto di lozione per capelli a base di succhi freschi di betulla e di equiseto: per es.: Succo di equiseto fre-
ALTHAEA OFFICINALIS
sco, Succo di Betulla fresco, Alcol a 90°, in parti uguali.
Agitare prima dell’uso.
Inoltre, coricandosi, se vi è seborrea, Lozione per capelli L.H.F.
Spazzolare e pettinare i capelli nel senso della radice, ma non
spazzolarli troppo energicamente o con una spazzola troppo
dura. Uscire a testa scoperta. Shampoo acido ogni tre settimane (→ Capelli).
OLIGOELEMENTI Manganese e Zolfo o, Manganese-Rame e
Zolfo, secondo la diatesi,
OLIGOELEMENTI:, IV.
Alimentazione ricca di vitamine (B1, B2, B3, B5, B6, I) e di
oligo-elementi (ferro, rame, manganese, magnesio, zinco,
zolfo, iodio, litio, ecc.), → Convalescenza, § 3.
II. Se pitiriasi secca, forfora, → Pitiriasi, I, § 2.
III. Se seborrea grassa, → Seborrea, § 2.
IV. Se alopecia localizzata in aree, → Alopecia areata.
V. Quanto alla calvizie acquisita, tre soluzioni: o la parrucca
(ve ne sono di eccellenti), o il trapianto (di capelli)... o la
filosofia.
ALOPECIA AREATA
1. Provare la formula del Dr. J. Tétau (per 3 mesi).
Phosphorus 5CH, 2 gr. 1 v. la settimana, al risveglio.
Thallium aceticum 5CH, Fluoricum acidum 5CH, 2 gr. 1 v. al
dì.
Vinca minor 3D, 10 gtt. prima dei pasti.
Localmente: Arnica compositum pomata, spalmare un leggero strato al dì.
Complesso vitaminico B (per es. Bevitin, 1 cp. al dì), più un
ciclo terapeutico con Lievito alimentare.
OLIGOELEMENTI: Zinco-Rame e Zolfo Labcatal, alternati ogni
due giorni.
TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA:
Psorinoheel N + Galium-Heel, 10 gtt. 2 v. al dì.
Selenium-Homaccord, 10 gtt. 2 v. al dì.
Ricercare la causa: dentaria nell’alopecia della barba; o epatica, digestiva, ovarica, e soprattutto tiroidea nell’alopecia
del cuoio capelluto. Pensare anche a una possibile eziologia
da “separazione”: cambiamento di domicilio o di lavoro, separazione sentimentale, lutto, soprattutto nei soggetti che
presentano una distonia neurovegetativa. Un’altra possibile eziologia può essere rappresentata da un trauma al volto.
ALOPECIE SECONDARIE
1. Alopecia a chiazze.
Trattare l’affezione generale da cui dipende (sifilide, spirochetosi, ecc.). Cominciare il trattamento con quello dell’Alopecia diffusa progressiva.
2. Alopecia traumatica, Alopecia da “chignon”, Alopecia
liminare frontale.
Schiave della moda o vittime di cure estetiche più o meno
ragionevoli (fare attenzione alle diete dimagranti troppo rapide), le donne ne sono responsabili e vittime: arricciature con
ferro caldo, acconciature e bigodini di materiale duro che
tirano troppo i capelli, “chignon” troppo stretti, ecc. Usare i
bigodini di stoffa o di nylon; non legare troppo spesso i
capelli a “coda di cavallo”; non pettinarli troppo spesso in
trecce; cambiare pettinatura.
Evitare permanenti e tinture (prendere due appuntamenti ogni
8 o 10 giorni). Trattamento locale e dieta → Alopecia diffusa
progressiva.
3. Alopecie accidentali.
Dopo malattie infettive o croniche (erisipele, febbre tifoidea,
anemia, polmonite, influenza, ecc.), gravidanza, sovraffaticamento, gravi shock nervosi o traumatici, ecc. Stesso trattamento che per l’Alopecia diffusa progressiva.
4. Alopecie delle dermatosi.
Trattare la causa: follicolite, sicosi, impetigine, foruncoli, antrace, lichen planus, lupus eritematoso, ecc.
5. Alopecie iatrogene (da farmaci).
Citiamo un certo numero di medicine allopatiche che possono agire negativamente sulla capigliatura: certi antibiotici
antitubercolari, antimitotici (che impediscono la proliferazione cellulare), anticoagulanti, contraccettivi orali, corticoidi,
estratti tiroidei, anoressizzanti, anticolesterolemizzanti.
Da tenere presenti anche i pericoli di certe diete ipocaloriche
(per lottare contro l’eccesso di peso), soprattutto se associate all’estratto tiroideo; l’intossicazione cronica al borace
contenuto in certi detersivi.
ALTHAEA OFFICINALIS L.
(Altea) - Famiglia Malvacee
• Generalità - Pianta erbacea perenne.
• Parti usate - Rizomi, lunghi 15-25 cm, cilindrici, fibrosi,
esternamente giallo-grigiastri, bianchi all’interno, inodori, dolciastri. Si raccolgono da settembre al marzo del
secondo anno. I fiori da maggio ad agosto.
• Principi attivi - Rizomi: 20%-35% di mucillagine costituita in prevalenza di glucosano, 11% di pectine; 37% di
amido; 2% di alteina; 10% di saccarosio; glucosio, olio
grasso, galattosio ecc. Fiori: mucillagine, glucosano, olio
essenziale, zuccheri.
• Proprietà terapeutiche - Emollienti, calmanti, pettorali
espettoranti, rinfrescanti e risolutive.
Indicazioni, preparazioni e dosi
Tossi convulse, catarri, broncopolmonari, infiammazioni acute gastrointestinali, catarri gastrointestinali, infiammazioni delle vie urinarie (reni, vescica).
Uso interno
Decotto semplice:
Altea - rizomi essiccati e contusi
acqua
25 g
1000 ml
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ALTERNANZE MORBOSE
Far bollire per 10 minuti, lasciare in infusione fino a raffreddamento, quindi passare per colatoio.
Dosi: 4 tazze al giorno, caldo, con aggiunta di 1 cucchiaino di zucchero o di miele. Lo stesso decotto è ottimo,
sotto forma di clistere (250-300 g per volta) da farsi al
mattino a digiuno e alla sera, prima di coricarsi, nella
cura delle infiammazioni intestinali. La cura va protratta
per alcuni giorni.
Decotto composto (catarri broncopolmonari):
Altea - rizomi
25 g
Liquirizia - radici
25 g
Malva - fiori
25 g
Anice verde - semi
25 g
Ridurre le parti di pianta medicinale in polvere grossa e
riporle in un vaso di vetro. Quando occorre, se ne prelevano 10-30 g, si fanno bollire in 1 litro d’acqua per 5
minuti, quindi si passa per tela fine.
Dosi: 4-5 tazze, caldo, lungo il giorno, lontano dai pasti.
Infuso di fiori (tossi convulse dei bambini):
Altea - fiori
6g
acqua
150 ml
Bollire l’acqua per pochi minuti, versarvi i fiori e lasciare
in infusione per qualche minuto, poi passare per colatoio.
Dosi: 3-4 tazze al giorno, caldo, lontano dai pasti.
ALTERNANZE MORBOSE
In omeopatia classica, le alternanze morbose sono chiaramente indicate nelle patogenesi dei rimedi. Si tratta di manifestazioni patologiche, sempre le stesse, che un soggetto
presenta periodicamente e l’una esclude l’altra (ma non sempre, come per es. nel caso di Aloe o Plumbum). Sono indicazioni utili ancora oggi, perché da una parte permettono di
alleviare le sofferenze dei pazienti e dall’altra perché sono
preziosi indicatori che possono indirizzare verso precise ipotesi eziologiche: immunitarie, infettive, genetiche, degenerative, ecc.
Asma e cistite: Cannabis sativa, Solidago.
Asma ed eruzioni: Arsenicum album, Dulcamara, Graphites,
Psorinum, Ptelea, Rhus tox., Sulphur, Manganum.
Asma e psoriasi: Dulcamara, Psorinum.
Asma e reumatismi: Benzoicum acidum, Kali iodatum, Lycopodium, Sulphur.
Asma e diarrea: Abrotanum, Crotalus, Dulcamara, Kali carbonicum.
Asma e cefalea: Bryonia.
Cefalea, emorroidi e lombaggine: Aloe.
Coliche e disturbi psichici: Plumbum.
Coliche e vertigini: Veratrum album.
Convulsioni, incubi e allucinazioni: Stramonium,
Hyoscyamus.
Diarrea e corizza: Sanguinaria.
Diarrea ed eruzioni: Croton, Rhus tox.
Diarrea e cefalea: Podophyllum.
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Diarrea e reumatismi: Abrotanum, Benzoicum acidum, Bryonia, Dulcamara.
Disturbi psichici e fisici: Cimicifuga, Crocus, Hyoscyamus,
Ignatia, Lilium, Platina.
Dissenteria e reumatismi: Kali bichromicum.
Eccitazione sessuale e misticismo: Lilium tigrinum.
Eruzioni e cefalea: Zincum, Aloe (emorroidi).
Eruzioni e litiasi: Sarsaparilla.
Eruzioni e tosse: Croton, Psorinum.
Gastralgie e reumatismo: Kali bichromicum.
Intorpidimento e dolori: Chamomilla, Graphites.
Intorpidimento e dolori uterini: Argentum nitricum.
Reumatismo, asma, eruzione: Kali bichromicum, Rhus tox.,
Sulphur.
Reumatismo, asma, disturbi urinari: Benzoicum acidum, Sarsaparilla.
Reumatismo e corizza: Kali bichromicum.
Reumatismo e cistite: Copaiva, Benzoicum acidum, Coccus.
Reumatismo e dolori cardiaci: Kalmia.
Reumatismo ed emottisi: Ledum.
Reumatismo ed eruzioni: Manganum, Rhus tox., Selenium,
Dulcamara, Staphysagria, Sulphur, Zincum, Mezereum (eruzione rientrata).
Reumatismo, eruzioni, litiasi: Sarsaparilla, Staphysagria.
Spasmi e paralisi: Ignatia, Stramonium.
Stipsi e diarrea: Antimonium crudum.
ALUMINA (M. M.)
L’ossido d’alluminio
Sistema nervoso
Psichismo: indecisione, incertezza, abulia; disturbi della
memoria; viscosità di pensiero; fobia dei coltelli e del
sangue.
Alumina provoca debolezza paretica generalizzata o localizzata (arti inferiori, vescica, retto) e, da ricordare, tutta una serie di sintomi che si riscontrano quasi in ogni
affezione midollare, in particolare nella tabe:
• ptosi, strabismo paralitico;
• vertigini, soprattutto chiudendo gli occhi;
• impossibilità di camminare con gli occhi chiusi;
• diminuzione dei riflessi;
• dolori folgoranti, sensazione di un ferro caldo sulle e
nelle vertebre;
• intorpidimento dei piedi che dà la sensazione di camminare su un terreno cedevole;
• paresi vescicale, rettale: si deve attendere a lungo e
fare sforzi per evacuare le urine e le feci.
• sensazione di tela di ragno o di colla sul viso;
• somministrato all’inizio dell’atassia locomotoria può
arrestarne l’evoluzione;
• invecchiamento prematuro (Lyc., Caust., Sil.).
AMBLIOPIA
Sulle mucose. Alumina provoca secchezza notevole:
1) Faringe: sensazione di puntura da lisca, inghiottendo.
È il rimedio dell’angina cronica dei vecchi cantanti bronchitici, degli oratori che hanno, con la raucedine, la sensazione di avere la gola a vivo e voglia di sputare, cosa
che non possono fare che in piccola quantità e dopo
sforzi;
2) Esofago: disfagia esofagea, con salivazione pressoché assente.
3) Secchezza dello Stomaco con perdita totale dell’appetito, indigestione per ogni minimo alimento (avversioni
per la carne e le patate, picacismo, spesso associate a
clorosi);
4) Secchezza dell’Intestino che dà alle feci l’aspetto di
sterco di capra (come Bryonia) e grande difficoltà d’espulsione. Da notare che le feci, anche se molli, sono difficili
da escutere, dato che c’è anche inattività del retto;
5) Aridità della Cute che non traspira mai.
Anche se questa caratteristica secchezza è dominante,
non si deve tuttavia dimenticare che Alumina può presentare catarro delle mucose, in particolare:
a) catarro nasale cronico (Pulsatilla);
b) catarro faringeo: mucosità aderenti, viscose, che costringono il malato a raschiare e tossire per schiarirsi la
voce;
c) catarro dello stomaco: con eruttazioni acri e amare;
d) catarro dell’utero con leucorrea profusa a tal punto
da colare talvolta tra le gambe (Luesinum).
Altre caratteristiche
Aggravamento la mattina.
Il tempo sembra che passi troppo lentamente. Impulso
al suicidio all’omicidio alla vista d’un oggetto tagliente
o di sangue.
ALVEOLITE
1. Periostite alveolo-dentale, → Denti, § 11.
2. Infiammazione degli alveoli polmonari, trattare: Cancro,
Polmonite (→ Bronchite, II e III), Pneumoconiosi, Pneumopatia da inalazione di antigeni organici, Tubercolosi.
ALZHEIMER (M. di)
È una delle forme di demenza che colpisce l’essere umano;
poiché è la più frequente, c’è la tendenza ad assimilarla al
rimbambimento. Colpisce più le donne che gli uomini e inizia
intorno ai 60 anni con le amnesie per i nomi propri e comuni,
mancanza di fissazione dei dati recentemente acquisiti e conservazione, anche a lungo, dei vecchi ricordi. In seguito il
malato si perde nelle strade del proprio quartiere, scambia la
notte per il giorno e finisce per non riconoscere più i propri
familiari.
Inoltre non sa compiere molti gesti quotidiani (non sa più
mangiare, vestirsi...) però spesso conserva alcune abilità che
dovranno essere attentamente ricercate per preservargli una
socialità residua. Infine terminerà miseramente la propria vita
nella paralisi.
I test psicologici scopriranno precocemente il disturbo, lo
quantificheranno e porteranno a fare eseguire una TAC o
una RMN.
I processi degenerativi (che causano una marcata riduzione
dei lobi parietali con processi atrofici) consistono in perdita
neuronale, presenza di placche senili costituite da agglomerati terminali assonali disgregati dall’accumulo di una proteina extracellulare detta amiloide.
All’inizio è possibile provare: Arsenicum album 7CH, 2 gr. la
sera, Gingko biloba 7CH, 2 gr. la mattina; dosi di Phosphorus
15CH e di Kali bromatum 15CH, una domenica l’uno, una
domenica l’altro.
Sembra che medicinali come Exelon, Aricept, frenino per qualche tempo l’evoluzione, se vengono somministrati all’inizio.
L’allungamento della vita umana, soprattutto quella delle
donne, rende questo temibile problema di salute pubblica dalle immaginabili conseguenze morali e materiali - sempre
più frequente.
AMBLIOPIA e AMAUROSI
Diminuzione (ambliopia) o perdita della vista (amaurosi) senza lesione o alterazione dell’occhio. Consultare con urgenza
lo specialista. Nell’attesa:
1. Phosphorus triiodatus 5CH, Stovarsol 5CH, Gelsemium
5CH, Pulsatilla 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
Vitamina A, → VITAMINE.
Mettere una benda o un vetro opaco sull’occhio malato.
2. Se conseguenza di un’intossicazione (alcool, tabacco);
in presenza di anemia o atrofia del nervo ottico:
Come al § 1, ma sostituire Gelsemium e Pulsatilla con Tabacum 5 e Nux vomica 5.
In entrambi i casi: né alcol né tabacco. Vitamina B2, Inositolo, Acido paraminobenzoico, → VITAMINE.
D.D. Dopo abuso d’alcool o di tabacco, (1) grande sensibilità generale e irritabilità; sensibilità alla luce; nausea mattutina, Nux vomica 3CH, 2h; (2) Dopo Nux vomica, nel caso di
visioni di colori differenti, leggendo le lettere appaiono rosse, Phosphorus 3CH, 2h, (3) cattiva visione a lume di candela; abbassamento della vista leggendo; fotofobia, Hepar sulphur 6CH, 8h.
3. Ambliopia crepuscolare. → Emeralopia.
4. Pensare alle cause che possono favorire l’insorgere della
malattia: azotemia, emicrania oftalmica, emorragia prolungata, diabete, sifilide, ecc. Se cecità improvvisa in un bambino
piccolo, pensare ai vermi intestinali; talvolta segno di meningite tubercolare.
5. Tenere presente che circa il 12% dei neonati è ambliope e
che non bisogna aspettare l’età dei due anni per una visita
specialistica; purtroppo, troppe famiglie sono prevenute nei
37
AMEBIASI
confronti dei difetti di vista dei bambini e non li fanno curare
in tempo. Tra le cause di cecità, si possono citare ancora:
Bilharziosi, Glaucoma, Tracoma, Incidenti d’auto, Incidenti
sul lavoro.
AMEBIASI INTESTINALE
→ Dissenteria, II.
AMENORREA
Assenza del flusso mestruale al di fuori dello stato di gravidanza e in una donna in età feconda.
I. Cause possibili.
Cause ormonali: Insufficienza ovarica, tiroidea, ipofisaria,
ecc.
Cause generali extra-genitali: Cardiopatia sierosa, Malattia celiaca, Nefropatia, Pneumopatia cronica, Tubercolosi,
Disturbi del sistema neurovegetativo, ecc.
Malformazioni: Imene non perforato, Stenosi del collo uterino, ecc.
Cause psicologiche: vi è un’amenorrea psicopatica che si
accompagna sia all’obesità sia alla magrezza. Una delle situazioni seguenti può essere particolarmente importante: immaturità della ragazza, paura di assumere la propria femminilità, conflitti familiari non risolti, ecc. Leggere alla voce Anoressia, § 6 (Anoressia mentale).
II. Trattamenti iniziali.
1. Caso della ragazza non ancora non mestruata; ritardo
di comparsa del menarca, sviluppo sessuale lento (mammelle, sistema pilifero), ipofollicolinismo.
Natrum muriaticum 7CH, 5 gr. ogni 15 giorni.
Pulsatilla 5CH, Ferrum phosphoricum 4CH, Manganum 5CH,
2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
Una supp. Ovaio 4CH, Ghiandola mammaria 4CH, andando
a letto, giorni pari.
Una supp. Ipofisi 4 - Tiroide 4CH, andando a letto, giorni
dispari.
BFX-Angelica, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
Hormeel, 15 gtt., 3 v. al dì prima dei pasti.
OLIGOELEMENTI, in una ipostenica: Zinco-Rame, a giorni alterni con Rame-Oro-Argento. → OLIGOELEMENTI, IV.
Céréales germées D1, 5 gtt. prima dei pasti.
Ginnastica, esercizi respiratori. Alimentazione varia, ricostituente, per le ragazze sottopeso, ma riduzione di zuccheri e
grassi per chi ha tendenza all’obesità. Eliminare: alcol, caffè,
tè, spezie, salse. Mangiare 2 0 3 cucchiaini da caffè di germe
di grano prima dei due pasti principali (o aggiungere al contorno o all’insalata un po’ di grano germinato).
Se leucorrea, aggiungere:
Senecio 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
2. Caso della ragazza o della donna già mestruata: mestruazioni in ritardo (al di fuori dello stato di gravidanza),
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irregolari (diminuzione della frequenza), o insufficienti
(troppo brevi, scarse).
Pulsatilla 5CH, Lachesis 5CH, Sepia 5CH, Ferrum phosphoricum 4CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
Pulsatilla Complexe n° 60 Lehning, 15 gtt. 3-4 v. al dì.
Salvia officinalis T.M., 30 gtt., 3 v. al dì.
K2F, 10 gtt. 3 v. al dì (regolazione della funzionalità neuroendocrina femminile).
G3, da 5 gtt. e incrementare fino a 10 gtt. 3 v. al dì (stimolazione della funzionalità endocrina ovarica e uterina).
BFX-Follicolinum, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
BFX-Angelica, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
OLIGOELEMENTI:, cfr. § 1.
Attenzione alle diete dimagranti, così come nell’obesità, spesso fattori scatenanti dell’ipomenorrea. Gli shock psichici, le
preoccupazioni, la fatica eccessiva, il cambiamento di ambiente, sono talvolta all’origine di questi disturbi.
Se epistassi vicariante (perdita di sangue dal naso complementare di mestruazioni insufficienti), aggiungere:
Senecio aureus 5CH, Bryonia 5CH, Erigeron 5CH, 2 gr. di
ciascuno, 1 v. al dì.
Se l’amenorrea segue una delusione sentimentale, iniziare
con:
Hypothalamus 9CH, una dose.
→ Ematemesi, Ematuria, Emorragia.
3. Interruzione brusca delle mestruazioni dopo aver preso
freddo, dopo un bagno freddo, dopo essersi bagnati i piedi
o anche dopo aver messo le mani in acqua fredda (amenorrea delle lavandaie).
Dulcamara 4CH, Antimonium crudum 5CH, 2 gr. 2 v. al dì,
alternando.
Pulsatilla 5CH, Conium maculatum 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1
v. al dì.
Pediluvio senapato ogni sera (125 g di farina di mostarda
sciolta in acqua fredda; aggiungere la quantità necessaria di
acqua tiepida).
4. Amenorrea dopo un’emozione, una grossa paura o una
collera violenta.
Hypothalamus 9CH, una dose, una volta.
Aconitum 4CH, Cimicifuga 4CH, Chamomilla 5CH, 2 gr. 2 v.
al dì, alternando.
Opium 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Pediluvio senapato, cfr. § 3.
5. Amenorrea dopo il parto.
Usare i rimedi del § 1. Ma se vi sono vampate di calore, può
trattarsi di una premenopausa o di una menopausa vera e
propria.
6. Amenorrea per cambiamento di clima e amenorrea secondaria ad esposizione al freddo (per esempio negli sport
invernali).
AMINOACIDI
Usare i rimedi del § 2. Vestirsi adeguatamente. Alimentazione
molto ricca di vitamine.
7. Amenorree episodiche.
Il trattamento della malattia che ne è la causa farà tornare le
mestruazioni (Tifo, Polmonite, Parotite, ecc.).
8. Amenorrea psicopatica (Anoressia mentale). → Anoressia, § 6.
9. In tutti i casi: Integrazioni di pappa reale e vitamine A, B1,
B2, B3, C, D, E, → VITAMINE.
AMIANTO (Pneumopatia causata da polveri di amianto)
→ Pneumoconiosi, § 1 e 5.
AMIDE NICOTINICA
→ VITAMINE (Vit. B3).
AMINOACIDI
Gli Aminoacidi sono sostanze organiche che contengono
nella loro molecola un gruppo amminico e un gruppo acido,
sono i costutuenti fondamentali delle proteine.
Gli aminoacidi sono formati da un atomo di carbonio centrale
(C) legato a un gruppo aminico (NH2), a un gruppo carbossilico (COOH), a un atomo di idrogeno (H) e a un gruppo laterale (R) (ogni aminoacido ha un R diverso).
Gli Aminoacidi contengono almeno il 16% di azoto, e questa
condizione li differenzia dai Carboidrati e dai Grassi.
Il sistema nervoso centrale non può funzionare senza gli
aminoacidi che agiscono da neurotrasmettitori o da precursori dei neurotrasmettitori, se gli aminoacidi non sono tutti
presenti la trasmissione dei messaggi risulterà alterata. Il fegato produce all’incirca l’80% degli aminoacidi necessari, il
rimanente 20% deve essere ricavato da fonti esterne.
Questi aminoacidi combinandosi formano le proteine e intervengono nei più importanti processi biologici, come la sintesi dei neurotrasmettitori, stimolano il sistema immunitario,
sono una valida prevenzione contro il cancro.
Qualsiasi funzione del nostro corpo si realizza solo in presenza di energia chimica prodotta attraverso il Metabolismo.
Dall’ambiente esterno, attraverso l’aria, l’acqua e il cibo, ricaviamo le nostre materie prime per poter vivere, e dal cibo
ricaviamo: i Carboidrati (polisaccaridi) i Grassi, (lipidi), le Proteine, che restituiamo, come scarto, all’ambiente sotto forma
di ammoniaca, acqua, anidride carbonica.
Le aree di assorbimento degli alimenti si hanno nelle parti
dell’intestino tenue. Glucosio: ultima parte del duodeno; Proteine: prima parte del digiuno, ultima parte del duodeno; Aminoacidi: 10% nello stomaco, ultima parte del digiuno, prima
parte dell’ileo, 28% nel colon (per un totale del 62%); Grassi:
ultima parte del duodeno, prima parte del digiuno; Ferro: nel
duodeno; Calcio: nel duodeno; Saccarosio: nel digiuno inferiore, ileo; Lattosio: digiuno, primo tratto dell’ileo; Maltosio:
digiuno, primo tratto dell’ileo; Vitamina D: digiuno primo tratto
dell’ileo; Vitamina B12; ileo.
L’assorbimento degli aminoacidi si realizza per l’11% a livello
gastrico, per il 60% a livello duodenale, per il 28% a livello del
colon, tale assorbimento è rapido nel duodeno e nel digiuno
(tratto dell’intestino tenue) e avviene lentamente nell’ileo.
Tutte le proteine che ingeriamo vengono assorbite sotto forma di aminoacidi.
Se ci sono patologie di tipo metabolico dovute a malnutrizione e a regimi sbilanciati dal punto aminoacido, occorre sommministrare preparati che abbiano un ampio spettro di aminoacidi.
Nelle patologie gastrointestinali, dove la funzionalità di assorbimento è alterata o dove la mucosa ha subito un danno,
si avrà un minore assorbimento degli aminoacidi (possibilmente utlizzare supplementi di Aminoacidi sotto forma di
capsule).
Gli aminoacidi sono composti strutturali delle proteine, le
quali hanno un ruolo importante per la pelle, i muscoli, il
sangue, gli organi interni, i capelli, le unghie; le proteine
sono determinanti, per la crescita e per lo sviluppo sessuale.
Sono i mattoni costitutivi delle proteine. Un certo numero
non è sintetizzabile dall’organismo e va quindi assunto con
la dieta (vengono definiti essenziali). Tutti gli aminoacidi
essenziali sono presenti nella carne ma variamente presenti
nei legumi secchi (piselli, ceci, fagioli, lenticchie). Pertanto,
una dieta puramente vegetariana prevede una saggia associazione di legumi secchi per assumere tutti gli aminoacidi
essenziali.
Alcuni aminoacidi hanno catena ramificata. Una supplementazione di aminoacidi viene associata all’assunzione di steroidi anabolizzanti per favorire la sintesi di massa muscolare.
D’altra parte vi è anche l’ipotesi che una maggior assunzione di aminoacidi stimoli una maggior produzione di testosterone e GH. In realtà, in seguito a supplementazione di aminoacidi, non si è osservato alcun aumento di GH, né di
potenza aerobica, né di performance in test di corsa. Analogamente, nessun miglioramento è stato riscontrato nei pesisti (integrazione con 20 aminoacidi).
Un certo interesse è suscitato dall’alanina; questo aminoacido è importante perché entra nel ciclo alanina-glucosio: in
pratica, quando manca glucosio nel corso del lavoro muscolare, il muscolo produce l’alanina e la mette in circolo; questa
raggiunge il fegato che, a partire da alanina, produce glucosio che, immesso in circolo, si rende disponibile per i muscoli. Pertanto si ha distruzione proteica nell’esercizio di resistenza prolungato. Tuttavia il fabbisogno giornaliero di proteine è di 0.8-1g per kg di massa corporea e diventa di 1.2 g/
kg nei soggetti dediti a sport di resistenza. Il fabbisogno è lo
stesso in atleti dediti a discipline di forza e potenza (sollevamento pesi).
In natura esistono molti tipi di aminoacidi, e tra questi soltanto 20 vanno a costituire le proteine. Negli aminoacidi proteici, i due gruppi acido e amminico sono entrambi legati a
un carbonio chiamato alfa, per cui sono detti anche α-ami39
AMIOTONIA
noacidi. A seconda di come gli altri carboni o gli altri gruppi chimici legati al carbonio alfa sono disposti nello spazio
rispetto ai gruppi acido e amminico, si distinguono gli Laminoacidi e i D-aminoacidi. Gli aminoacidi proteici sono tutti
L-aminoacidi.
Gli altri gruppi legati al carbonio α possono essere dei semplici idrogeni, e allora si avrà l’aminoacido più semplice, la
glicina. Oppure molecole cicliche, cioè una catena di carboni
chiusa ad anello, come la prolina; gruppi alcolici (-OH) come
nella serina o la treonina; gruppi contenenti zolfo come per
esempio nella cisteina o nella metionina; gruppi azotati come
nella glutammina o nell’arginina; gruppi carbossilici, acidi,
come nell’aspartato; gruppi aromatici, cioè molecole cicliche
con legami doppi tra i carboni, per esempio il triptofano;
oppure catene di carboni ramificate. Queste ultime si trovano negli aminoacidi leucina, isoleucina e valina.
I gruppi laterali sono molto importanti perché danno all’aminoacido specifiche caratteristiche chimiche, e permettono la
stabilizzazione della struttura tridimensionale della catena
proteica attraverso attrazioni e repulsioni deboli. Infatti, gli
amminoacidi sono legati tra di loro nella catena polipeptidica
dal legame peptidico, covalente, tra il gruppo carbossilico e
quello aminico. La sequenza degli aminoacidi è la struttura
primaria della proteina. La catena peptidica si ripiega poi in
talune zone in strutture tridimensionali secondarie obbligate, spesso ripetitive, dovute alla struttura tridimensionale
degli aminoacidi, come per esempio le alfa-eliche; e in strutture terziarie che sono un ulteriore ripiegamento dovuto sia
all’ingombro sterico, cioè spaziale, delle catene laterali che
alle attrazioni e repulsioni deboli, sia tra i gruppi laterali degli
aminoacidi che tra essi e il mezzo in cui la catena proteica è
immersa.
Gli aminoacidi ramificati, in particolare, sono molecole non
polari, e quindi respingono l’acqua. La maggior parte delle
proteine è immersa in un mezzo acquoso; ripiegandosi su sé
stesse, le proteine espongono all’esterno gli aminoacidi polari, che in contatto con il mezzo acquoso stabilizzano la conformazione proteica e mantengono all’interno del ripiegamento gli aminoacidi non polari. Le proteine immerse nelle
membrane biologiche, invece, espongono gli aminoacidi non
polari all’esterno del ripiegamento, nella porzione di proteina
che sta immersa nella membrana, dato che l’interno delle membrane biologiche è non polare.
Oltre ad avere funzione plastica e funzionale nella costituzione di proteine strutturali ed enzimi, gli aminoacidi entrano
anche nei processi cellulari di produzione dell’energia, soprattutto in condizioni di carenza di altre molecole di più
pronta demolizione, come gli zuccheri. Circa il 5-10% dell’energia prodotta deriva dalla demolizione degli aminoacidi.
Dei 20 aminoacidi proteici, l’organismo non è in grado di
sintetizzarne otto e deve quindi assumerli attraverso l’alimentazione. Essi sono quelli ramificati: valina, leucina, isoleucina e quelli non ramificati: alanina, prolina, fenilalanina,
triptofano, metionina.
40
I risultati di alcune ricerche mostrano che nel muscolo gli
aminoacidi ramificati vengono degradati durante l’esercizio
fisico e l’attivazione dell’enzima, che ne regola l’ossidazione, dipende dall’intensità dell’esercizio. Ciò ha suggerito che
un’integrazione alimentare con tali molecole possa fornire
“carburante” al muscolo e quindi migliorare la resa atletica,
evitando che gli aminoacidi necessari vengano ottenuti dalla
degradazione delle proteine muscolari. Tuttavia, altri studi
hanno evidenziato che la somministrazione di tali amminoacidi non modifica le concentrazioni di acido lattico nel sangue, né migliora la resa atletica quando l’intensità dell’esercizio è elevata, il che significa che vengono bruciati prevalentemente zuccheri e quindi l’integrazione è superflua.
Tuttavia, vi sono evidenze che la somministrazione di aminoacidi ramificati possa essere utile all’atleta durante esercizi prolungati ad intensità moderate che producano concentrazioni di acido lattico inferiori alla cosiddetta soglia di attività aerobica (quando cioè l’acido lattico prodotto è in equilibrio con quello demolito). Ciò viene spiegato con il fatto
che, al diminuire della concentrazione sanguigna degli aminoacidi ramificati (segno che essi vengono degradati) aumentano i livelli di un altro aminoacido, il triptofano. Esso
compete con gli aminoacidi ramificati nella fuoriuscita dai
capillari negli spazi intercellulari, ed entra in contatto con il
tessuto nervoso del cervello. Qui il triptofano viene trasformato in serotonina, che induce sensazioni di stanchezza
mentale e sonnolenza. Se i livelli di triptofano sono più elevati di quelli degli aminoacidi ramificati, l’atleta sentirà prima
la stanchezza, ma se vengono somministrate integrazioni di
aminoacidi ramificati la stanchezza tarderà a farsi sentire.
Ci sono anche sempre maggiori evidenze sperimentali che gli
aminoacidi ramificati forniti in supplemento facilitino la ripresa fisica dopo l’esercizio. Infatti, dato che essi entrano nella
regolazione del metabolismo proteico nel muscolo, se somministrati in supplemento la loro degradazione eviterà che
vengano intaccate le proteine muscolari, con conseguenti
minori danni ai tessuti.
AMIOTONIA
→ Atonia muscolare congenita del bambino.
AMIOTROFIA
→ Atrofia muscolare progressiva.
AMMONIUM CARBONICUM (M. M.)
Il carbonato d’ammonio
È un rimedio costituzionale. Il tipo manca di reazione.
Un sintomo comune alla maggior parte delle affezioni
curabili con Ammonium Carbonicum è la dispnea. Ammonium Carbonicum è anche un grande rimedio dell’uremia.
ANACARDIUM ORIENTALE
Tipo
Conviene particolarmente alle donne grasse, molli, indolenti, linfatiche, che per tutta la vita hanno sofferto
d’insufficienza ghiandolare. Loro caratteristica è la debolezza e fanno sovente ricorso ai sali inglesi per combattere i loro svenimenti. È facile differenziarle dalle isteriche per l’aspetto.
AMNESIA
→ Memoria (indebolimento della memoria).
Rimedio di reazione
Principalmente nel corso di una malattia acuta che sembra congelare di primo acchito la resistenza dell’organismo: difterite, scarlattina grave, meningite cerebro-spinale, ecc. Forme maligne delle malattie eruttive, con esantema abortivo.
3. Dolori ai monconi degli arti amputati:
Phosphorus 5CH, una dose.
Hypericum 5CH, Allium cepa 5CH, 2 gr. 2 v. al dì, alternando.
Symphytum 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
VITAMINE: B1, B6, B12, → VITAMINE. Ultrasuoni (miglioramento nel 60% dei casi).
Fare esaminare al chirurgo il moncone dolente.
Rimedio della dispnea
Nelle affezioni polmonari. Nei bronchitici enfisematosi,
con i bronchi dilatati, che sputano molto poco e con
difficoltà. In una camera troppo riscaldata hanno accesi
di dispnea asmatiforme. La tosse è spesso più insistente
fra le ore 3 e le ore 4 del mattino.
Nelle affezioni cardiache
Non soltanto nei periodi terminali dell’asistolia, ma anche nelle fasi iniziali dello scompenso cardiaco. Tachicardia, dispnea, sudori freddi, ansia al minimo movimento (Veratrum album).
Nelle affezioni renali e nell’uremia
Ammonium Carbonicum è il nostro miglior rimedio dell’uremia. Conviene in tutti i periodi e quali che siano le
sue manifestazioni. Non si rischia niente a prescriverlo
sistematicamente, e spesso se ne trarrà vantaggio. La 3
x sembra che sia la diluizione ottimale.
Si riscontrano spesso, in clinica, pazienti con dispnea
dovuta a queste tre cause riunite. Si tratta di vecchi in
stato di asistolia completa. I reni funzionano male e il
malato non riesce a liberarsi, per i polmoni che si congestionano, delle mucosità che ingombrano il suo albero
bronchiale. Compaiono gli edemi causati dalla disfunzione renale. Il paziente è più o meno cianotico, fortemente dispnoico e i medicamenti cardiaci non agiscono
più. (Si dovrà pensare in questi casi ad altre tre rimedi
che sembra siano indicati: Nat-m., Carbo-v., Ars.).
Altre indicazioni
La sua affinità per la gola, la sua azione sulle mucose che
irrita e può anche ulcerare e la produzione di rashes talvolta l’indicano nella scarlattina. La sua azione sul sangue, che è incoagulabile, l’ha fatto usare nelle emorroidi sanguinanti che protrudono dopo la defecazione e
sono aggravate camminando. Tutte le materie mediche
segnalano corizza con naso otturato ed epistassi lavandosi il viso, che io ho osservato solo quattro volte.
AMPUTAZIONE
1. Prima dell’intervento chirurgico: → Operazioni chirurgiche, I, § 1.
2. Dopo, v. Operazioni chirurgiche, II, § 3.
4. Se occorre, cura termale contro i postumi dolorosi.
ANACARDIUM ORIENTALE
Anacardio orientale, Terebintacee
Colpisce principalmente:
il Sistema nervoso;
lo stomaco;
la cute.
La sua azione sul Cervello è tanto forte che tutti i sintomi
psichici sono molto marcati; il soggetto presenta sdoppiamento di personalità: gli sembra di avere due volontà, di intendere due ordini contraddittori da due esseri
differenti, essere sballottato, insomma, fra due influenze
opposte ed essere quindi irresoluto e indeciso. Prova
un irresistibile desiderio di bestemmiare; si crede perseguitato e ha tendenza alla fuga.
Il lavoro intellettuale gli è difficile a causa della stanchezza cerebrale e della cefalea di cui risente al minimo
sforzo; perdita di memoria che nessun altro rimedio ha
in modo così netto.
Questo stato è dovuto, più spesso, agli eccessi di lavoro intellettuale, agli eccessi venerei, o semplicemente
alla senilità. Lo si usa con successo contro l’affaticamento cerebrale e la cefalea degli studenti in periodo
d’esame.
I dolori d’Anacardium Orientale hanno due caratteristiche:
di pressione che si paragona spesso a quella provocata
da un tampone in una parte interna del corpo;
di costrizione come da un cingolo che circonda le varie
parti del corpo, ma tutti i dolori diminuiscono mangiando.
Stomaco: vari sintomi di dispepsia: gastralgie violente,
sensazione di vuoto o, al contrario, di distensione, che
presentano questo carattere comune: sono alleviate
mentre il malato mangia.
41
ANACLORIDRIA
Anacardium Orientale ha stimoli inefficaci (tenesmo)
come quelli di Nux Vomica e la difficoltà di evacuare di
Alumina; Anacardium Orientale ha in proprio: sensazione, nell’ano, di massa o di tappo che non può essere
espulso.
Sulla Cute Anacardium Orientale determina l’apparizione di vesciche-pustole ombelicate che prudono terribilmente, con dolori brucianti tutt’attorno e anche lesioni
simili al lichen.
Non dimenticate che tutti i sintomi di Anacardium Orientale, mentali, sensoriali, fisici o funzionali, sono migliorati non appena il paziente mangia; nessun altro rimedio ha una modalità così marcata e nessun altro rimedio
ha una perdita di memoria così accentuata: il soggetto
dimentica anche ciò che è successo qualche istante prima.
ANACLORIDRIA
Usare i rimedi dell’Ipocloridria.
ANAFILASSI
È una reazione acuta d’ipersensibilità immediata che si osserva in seguito alla somministrazione di un antigene a un
soggetto precedentemente sensibilizzato. La reazione è causata dal rilascio di istamina e altre sostanze vasoattive, quando
l’antigene si lega all’anticorpo presente sulla superficie dei
mastociti o dei basofili. Alla seconda esposizione, l’antigene
si combina con almeno due molecole di anticorpo legate alla
superficie delle cellule e forma un ponte. La formazione di
quest’ultimo provoca una cascata di reazioni enzimatiche a
livello della superficie cellulare che determina l’attivazione
della cellula con espulsione delle ammine vasoattive.
N.B. La reazione generalizzata provoca lo shock anafilattico
con insufficienza cardiorespiratoria e broncocostrizione che
può portare alla morte. In questo caso la terapia si affida
imperativamente - possibilmente in ambiente ospedaliero all’adrenalina e ai cortisonici.
1. Anafilassi alimentare
Tutti conoscono i fenomeni di intolleranza causati, in certe
persone, da fragole, crostacei, tuorlo d’uovo, carne di maiale, ecc. In realtà, tutti gli alimenti possono essere allergeni,
anche i più comuni: tè, caffè, vino, spezie, cioccolato, miele,
carne, patate, latte materno, latte di mucca, ecc.
Tra i fenomeni anafilattici più comuni, citiamo: Orticaria, Eczema, Diarrea, Vomito, Emicrania, Edemi, Asma, ecc., da curare, aggiungendo:
Histaminum 5CH, 2 gr. 1 v. al dì, o meglio, come ha dimostrato il Dr. Dano:
Poumon-Histamine 5CH. Iniziare con una dose, alla 9CH.
OLIGOELEMENTI: Manganese, ogni due giorni.
VITAMINE: A, B1, (lievito di birra), B3, C, B6, B12.
Cercare di determinare l’alimento allergene (cosa spesso difficile); correggere, se è il caso, i disturbi digestivi (Parassito42
si, Colite, Ulcera), i deficit di carattere generale. Se non è
possibile determinare l’alimento nocivo, consultare il medico (desensibilizzazione generale).
→ Intossicazione alimentare, Allergia.
1. Anafilassi da farmaci
→ Intossicazione da farmaci, Dermatosi da farmaci, Allergia,
Antibiotici.
ANAFRODISIA
Assenza o diminuzione del desiderio sessuale. Numerose le
cause: Astenia, Anemia dei convalescenti, Shock psichico,
Cistite litiasica, Depressione, Diabete, Eccessi venerei precedenti, Idrocele, Intossicazione (alcol, tabacco, arsenico,
piombo), Metrite, Neurastenia, Prostatite cronica, Tabe, Trauma sessuale, ecc. Da non confondere con l’Impotenza, per
l’uomo, e con la Frigidità, per la donna.
Consultare il medico e tenersi alla larga da certe pubblicità
che reclamizzano prodotti afrodisiaci spesso pericolosi.
1. Trattamento di attesa per entrambi i sessi.
Conium maculatum 5CH, Caladium 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1
v. al dì.
Cinnamonum zeylanicum T.M., Turnera aphrodisiaca T.M.,
Aralia ginseng T.M., 15 gtt. di ogni T.M. in un po’ d’acqua,
1/2 h prima dei due pasti principali.
OLIGOELEMENTI: Zinco-Rame, a giorni alterni, alternato, secondo la diatesi, sia con Manganese-Cobalto, che con RameOro-Argento. → OLIGOELEMENTI, IV.
Alimentazione molto ricca in vitamine (A, B3, C, E), → Convalescenza, § 3. Tra gli alimenti ritenuti afrodisiaci, citiamo:
limone, asparagi, avena, caviale, sedano, ostriche, tartufo.
2. Per l’uomo, ai rimedi del § 1, aggiungere:
Heracleum spondylium T.M., 50 gtt., 2 v. al dì.
Amphosca H, 2 cp. 2 v. al dì.
Corteccia cerebrale/Ipotalamo 7 - Simpatico 7 - Mucosa nasale 7CH, 1 f. per via orale, 3 v. alla settimana.
3. Per la donna, ai rimedi del § 1, aggiungere:
Salvia officinalis T.M., 50 gtt., 2 v. al dì.
Amphosca F, 2 cp. 2 v. al dì.
Corteccia cerebrale/Ipotalamo 7 - Simpatico 7CH, 1 f. per
via orale, 3 v. a settimana.
OLIGOELEMENTI: Zinco-Rame più Manganese-Cobalto o
Rame-Oro-Argento, → OLIGOELEMENTI, IV.
ANALISI CLINICHE
I. I medici prescrivono di frequente le analisi cliniche (sangue, urine, ecc.), dai cui risultati traggono preziose indicazioni: conferma o precisazione della loro diagnosi, e dunque
migliore prescrizione dei rimedi e delle diete, controllo dell’evoluzione della malattia, ecc.
In proposito, è eccellente l’abitudine recente di esami siste-
ANEMIA
matici volontari (check-up). In questo dizionario sono indicate alcune delle analisi più comuni, allo scopo di completare
alcune voci.
Le cifre riportate riguardano in primo luogo le cosiddette
costanti biologiche (numero dei globuli rossi, percentuale
dell’urea, ecc.) con riferimento ai dati di un soggetto sano.
Che si sia in buona salute o malati, non bisogna lasciarsi
impressionare se le costanti biologiche subiscono delle modificazioni in più o in meno.
In tutti i casi il medico valuterà con cognizione di causa il
valore dei risultati e, molto spesso, rassicurerà il paziente;
non bisogna stupirsi se il medico resiste alle richieste del
paziente, che desidera far ritornare verso la normalità un valore alterato.
Procedendo in maniera troppo violenta e brusca si rischia di
distruggere una situazione di equilibrio a cui il corpo sembra
essersi adattato.
ANDROPAUSA
1. L’andropausa non rassomiglia alla “pausa” ormonale (con
diminuzione della libido) che conosce la donna in menopausa: nella donna si manifestano dei fenomeni di involuzione
neuro-endocrina che non esistono nell’uomo, nel quale vi è
diminuzione progressiva di testosterone; tuttavia, dato che
questa involuzione non si manifesta allo stesso modo in tutti
i soggetti, alcuni possono conservare a lungo un’attività
sessuale.
In molti uomini la diminuzione della libido ha per causa un
processo di invecchiamento più psichico che fisico; i motivi
sono due: in primo luogo, “non ci si sente più giovani”; poi,
si è vittime di un comportamento sociale che non ammette
che a partire da una certa età si possa avere ancora una vita
sessuale, a meno di non essere un vecchio vizioso.
BFX-PNEI-M, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
Biostenol, 1 f. al dì.
II. Analisi del sangue.
Globuli rossi, globuli bianchi, emoglobina, piastrine, ecc., →
Emocromo. → Antistreptolisina O, pH, Sedimentazione (velocità di eritro-). Percentuale dell’acido urico, → Uricemia;
dell’alcol, → Alcolismo; del Calcio, → questa voce; del Ferro, → questa voce; della glicemia (zuccheri), → Diabete; dei
lipidi (grassi), → Lipemia; del magnesio, → Ipermagnesemia,
Ipomagnesemia; del Sodio, → questa voce; dell’urea, → Uremia, ecc.
2. Un po’ di saggezza e di spirito di accettazione saranno
utili. D’altronde, il dr. G. Loublié ha potuto scrivere: “Un principio di base è valido nove volte su dieci. Il cittadino di
cinquant’anni, sedentario, mangia troppo, beve troppo alcol, fuma troppo e non si muove abbastanza”.
Il comportamento da adottare scaturisce da questa constatazione. → Cinquantina, Età critica, Senescenza, Sedentarietà.
III. Analisi delle urine.
→ Calcio, Diabete, Lipemia, Lipuria, pH, Sodio, Uremia, Uricemia.
ANANABASIA
Paura di cadere, camminando o in posizione eretta, con smarrimento e che accompagna certe nevrosi d’angoscia. → Abasia e → Angoscia.
ANASARCA
Edema generalizzato caratterizzato da cute pallida e lucida,
localizzato soprattutto al volto, genitali esterni, arti inferiori e
regione sacrale, sovente associato a versamenti pleurici, pericardici e ad ascite.→ Edema, § 3 e Ascite, § 1.
ANCHILOSI
Abolizione parziale o completa dell’escursione articolare. Può
essere congenita o esito di un’affezione od operazione chirurgica.
1. Anchilosi traumatica, → Contusione.
2. → Artrite acuta, Gonartrosi, Gotta, Reumatismo, V, § 1,
Sinovite.
ANCHILOSTOMIASI, ANCHILOSTOMIASI dei
MINATORI
→ Parassitosi autoctone ed esotiche, I, § 3.
ANEMIA
Termine con il quale si designa un’affezione le cui origini
sono molteplici ma i cui effetti hanno parecchi punti in comune; sono proprio tali effetti ad attirare l’attenzione dei genitori (se si tratta di un bambino) del paziente o di chi lo circonda: stanchezza progressiva, insieme ad indebolimento fisico
e mentale, pallore della pelle e delle mucose (ben individuabile guardando la congiuntiva dell’occhio). La progressione
del male conduce alla lipotimia, alle vertigini, alle palpitazioni, ecc. I risultati delle analisi del sangue permetteranno di
precisare diagnosi e terapia, → Emocromo.
I. Anemia ipocromica o emoglobinica
Diminuzione della ricchezza dell’emazia in emoglobina; il contenuto di ferro nel siero diminuisce, si abbassa il valore globulare (al di sotto di 1), un globulo rosso contiene meno
emoglobina del normale.
1. Anemia essenziale delle ragazze, Clorosi, Anemia dei
bambini.
Natrum muriaticum 7CH, ogni 15 giorni.
Dr. Reckeweg R 31, 10 gtt. 2 v. al dì oppure Ferolab, 1 cp. 23 v. al dì.
Rexorubia, da 1 a 2 cucchiaini, a pranzo e cena.
Polivitaminoterapia e apporto di ferro: secondo parere del
medico.
Emoglobina 4CH, una supp., 3 v. alla settimana.
43
ANEMIA
Tamaris gallica ID, gemme, da 20 a 30 gtt., 1 v. al dì.
OLIGOELEMENTI: Manganese-Rame, Cobalto, alternati 2 v. alla
settimana.
Frizioni (arti, colonna vertebrale), con Eau de Philae.
Se è il caso, opoterapia ovarica o tiroidea, secondo parere
del medico.
Alimentazione varia, ricca di vitamine, di ferro e verdure (poiché la clorofilla ristabilisce l’emoglobina), → OLIGOELEMENTI, § 1; Convalescenza, § 3; evitare però, cre-dendo di far
bene, la sovraalimentazione.
Se occorre, cura termale: acque ferrose.
2. Cloro-anemia del neonato, Oligosideremia o Anemia ferropriva o Anemia sideropenica.
Questa anemia colpisce i neonati da 12 a 20 mesi: pallidi,
gonfi, apatici, dispeptici; spesso sono prematuri o gemelli.
Apporto di sali di ferro con vitamine secondo il parere del
pediatra.
Ferrotone, 1 bustina al dì per 2-3 mesi, oppure Ferrogreen
Plus monodose, 1 f. al dì oppure Ferolab, 1-3 cp. al dì.
OLIGOELEMENTI: Rame, 1 f. ogni due giorni.
Emoglobina 4CH, 1 supp., 2 v. a settimana.
Aggiungere:
Interleuchina 3 4CH, 15-20 gtt. 2 v. al dì (stimolo dell’emopoiesi).
SON Formula, 5 cp. a integrazione dei pasti principali 8stimolazione delle sintesi proteiche).
Diminuire la razione di latte. Alimentazione ricca di ferro; dare,
per quanto l’età lo permette, succhi di frutta, verdure cotte,
pappe di grano, avena, tuorlo d’uovo, poi (12 mesi) purè
leggeri di piselli, fagioli, lenticchie, mescolati con spinaci,
succo di carne.
Se occorre, cura termale. Se si tratta di una gravidanza, trattare l’anemia ferropriva.
3. Anemia ipocromica tardiva.
Terapia, nell’insieme simile a quella del § 1. Se occorre, disinfezione nasale (sinusite, rinite cronica, ecc.) e intestinale.
4. Altri casi: Anemia dell’Ernia diaframmatica (molto frequente nella donna dopo la menopausa) e Anemia secondaria (Gravidanza, Tubercolosi, Parassitosi, Emorragie varie –
genitali, fibroma uterino, gastrite, ulcera gastro-duodenale,
emorroidi, ecc.).
II. Anemia ipercromica o globulare
Diminuzione del numero delle emazie mentre la loro ricchezza
in emoglobina è aumentata (al di sopra di 1): un globulo
rosso contiene più emoglobina del normale. Un esempio è
l’anemia di Biermer.
1. Anemia perniciosa progressiva, o Malattia di Biermer, o
Anemia ipercromica megalocitica.
Si manifesta dopo i 30 anni, con un inizio insidioso: astenia,
44
pallore poi, a poco a poco, palpitazioni, disturbi digestivi,
ipotensione arteriosa, ecc.
Un sintomo interessante: la lingua di Hunter, colorata a chiazze
e sensibile al contatto di certi alimenti (→ Glossite, 4 § a).
Rimedi di fondo, ad alte diluizioni.
Il trattamento iniziale consisterà in iniezioni di Vitamina B12.
Galium-Heel + Ferrum-Homaccord + Graphites-Homaccord,
10 gtt. 2 v. al dì.
Per l’ipocloridria: Lamioflur, 10 gtt. 3 v. al dì.
Cura continua di lievito di birra se non ci sono controindicazioni.
Alimentazione varia, ma pochi farinacei e grassi.
Da 100 a 400 g di fegato di vitello crudo o cotto appena a
fuoco vivo; condirlo con burro alle acciughe o tagliarlo in
piccoli pezzi e aromatizzarlo con limone.
Riposo assoluto in una camera ventilata, assolata.
2. Anemia da nutrizione, detta parabiermeriana.
Somiglia alla precedente, ma certe cause impediscono l’apporto, la secrezione o l’assorbimento dei fattori antianemici.
La si ritrova, in particolare, nella Pellagra, la Sprue (→ queste
voci). La malattia celiaca (→ Diarrea infantile, V), l’anemia
del latte di capra, l’anemia tropicale (anemia da carestia), ecc.,
e talvolta nei gastrectomizzati.
Trattamento di base come al §1.
III. Anemie secondarie
Sono più variabili delle precedenti nel loro substrato ematologico e il trattamento varia con i risultati delle analisi.
1. Anemie della gravidanza.
a) Generalmente ipocromiche microcitiche
Ferrotone, 2 bustine al dì a partire dal 4° mese, oppure Ferrogreen Plus monodose, 1 flaconcino al dì.
b) Talvolta microcitiche (Estratti di fegato, Acido folico, Lievito di birra);
c) Molto raramente emolitiche: trasfusioni.
2. Anemie da emorragie.
a) Piccole emorragie ripetute (epistassi, emorroidi, metrorragia, ecc.).
Al trattamento Ferro e Fegato, già visto, aggiungere:
China 4CH, Aceticum acidum 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al
dì.
Dieta, → I, § 1. Mangiare albicocche o buone marmellate di
questo frutto.
b) Anemia acuta per grande emorragia: trasfusioni.
3. Anemia parassitarie.
Trattare la causa: Anchilostomiasi, Botriocefalosi, Kala azar
(→ Parassitosi), Paludismo (v. questa voce).
Si ritrovano qui: Ferro, Vitamina B 12, Acido folico, Fegato.
ANGELICA
IV. Anemia aplastica
Per assenza di reazione del sistema emopoietico, cioè degli
organi in cui si formano i globuli: midollo osseo, tessuto
linfoide.
a) Metastasi: Malattia di Hodgkin, Osteosclerosi.
b) Anemie di origine tossica: da benzolo, sulfamidici, cloromicetina, oro, raggi. Essenziale: trasfusioni.
V. Anemia emolitica
Vi è distruzione dei globuli rossi e loro dissoluzione per un
fattore aggressivo apparso nel plasma (sostanza tossica,
parassita, microbo); si manifesta con pallore, ittero, splenomegalia (ipertrofia della milza).
a) Anemia emolitica acuta di Lederer-Brill: trasfusioni di
sangue dello stesso gruppo.
b) Anemia emolitica congenita di Minkowski-Chauffard,
dovuta a una fragilità costituzionale del globulo rosso, che
si trasmette ereditariamente (contemporaneamente, sono presenti affezioni oculari e ossee).
c) Anemia emolitica acquisita o maligna (Leucemia, Cancro, Malattia di Hodgkin), o di causa infettiva (Tubercolosi,
Setticemia, Infezione da virus) o tossica – fare attenzione,
soprattutto nell’adulto, alla causa tossica, in particolare all’abuso di analgesici (acetanilide, sulfamidici, fenacetina,
ecc.). L’analisi delle urine sarà probante (presenza di N-acetil-para-aminofenolo) – o di causa indeterminata.
VI. Anemia eritroblastica
Del neonato: trasfusione.
VII. Cure
Se possibile, soggiorno al mare o in montagna o, meglio ancora, cure ripetute al mare e poi in montagna. Se occorre,
cura termale.
In molti casi saranno utili i bagni con alghe, che si potranno
alternare con bagni aromatici: per es. Bain Lehning E (bambini) o A (adulti).
Controllo periodico, sistematico del sangue.
N.B: Questa voce – che non comprende tutte le forme di
anemia – vuole essere soprattutto un’informazione generale,
per richiamare l’attenzione dei genitori e delle famiglie. “è un
po’ anemico” si sente dire talvolta. Questo po’ può essere
molto; non si deve credere che passerà col riposo, alimentazione ricca o con un soggiorno al mare o in montagna. È
necessario approfondire la diagnosi.
“ANEMIA CEREBRALE”
1. Semplice fatica, sovraffaticamento cerebrale.
Usare i rimedi della Stanchezza, § 6.
OLIGOELEMENTI: Rame-Oro-Argento, 2 v. alla settimana.
Per un uomo, aggiungere una compressa di Amphosca H al
dì. Per una donna, Amphosca F.
3. Se vi è notevole disordine o deterioramento delle facoltà
mentali, → Rammollimento cerebrale, § 2.
ANEMIA INFANTILE PSEUDO-LEUCEMICA
(Anemia splenica del neonato, M. di Von Jaksh-Luzet)
Trattare il rachitismo, il paludismo o l’eredo-sifilide.
Ai rimedi dell’Anemia, I, § 1, aggiungere:
Ceanothus Americanus D6, 5 gtt., 1 v. al dì.
China 4CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Benzolum 5CH, 2 gr. al risveglio, i giorni pari.
Radium bromatum 5CH, 2 gr. al risveglio, i giorni dispari.
Dr. Reckeweg R 26, 10 gtt. prima di pranzo e cena.
ANEMONE DI MARE
→ Medusa.
ANERGIA
→ OLIGOELEMENTI, § 4; Allergia, § I.
ANEURINA
→ VITAMINE (Vit. B1).
ANEURISMA
Dilatazione circoscritta, fusiforme o sacciforme, di un tronco
arterioso, congenita o acquisita, determinata da un processo
patologico che interessa la parete del vaso e ne altera la
struttura e la resistenza alla pressione.
Il trattamento varia secondo la causa: Aterosclerosi, Sifilide,
pregresse malattie infettive (Reumatismo, Malaria, ecc.).
Aneurisma dissecante dell’aorta: usare inizialmente i rimedi
dell’Aortite cronica, § 2 e dell’Ipertensione arteriosa.
Barijodeel, 1 cp. 2 v. al dì.
Spigelia-Heel, 1 cp. 2 v. al dì.
Aurumheel N, 10 gtt. 3 v. al dì dopo i pasti.
ANGELICA ARCHANGELICA L.
(Angelica) - Famiglia Ombrellifere
• Generalità - Pianta erbacca bienne, alta anche 1-2 m.
• Parti usate - Frutti (semi), ma soprattutto le radici a
fittone, grosse, rugose, spugnose, lunghe 15 cm, esternamente brune, bianchissime come neve all’interno, di
gradevole odore aromatico, di sapore prima dolciastro,
poi caldo e amaro.
• Principi attivi - 0,35% a 1% di olio essenziale aromatico
costituito di vari terpeni e di diverse cumarine (ostenolo,
ostolo, angelicina, xantotossina, umbelliferone ecc.), sostanze resinose, tannino ecc. nelle radici essiccate.
• Proprietà terapeutiche - Tonico-amaro-aromatichc, antiacide, eupeptiche, digestive e carminative, emmenagoghe.
2. Negli anziani arteriosclerotici, → Aterosclerosi.
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ANGINA
Indicazioni, preparazioni e dosi
Meteorismo, flatulenza, dispepsia, crampi e bruciori di
stomaco.
Infuso (meteorismo, dispepsia):
Arcangelica - radice e frutti contusi
5g
acqua bollente
100 ml
Infusione di 15 minuti, poi passare per tela.
Dosi: 3-4 tazze, molto caldo, dopo i pasti e anche durante il giorno.
Decotto (cattive digestioni, crampi e bruciori di stomaco):
Arcangelica - rizomi e frutti contusi
15 g
acqua
200 ml
Bollire 10 minuti, lasciare in infusione fino a raffreddamento, quindi colare per tela.
Dosi: come per l’infuso.
Tintura semplice (digestivo, carminativo):
Arcangelica - radici raspate
20 g
alcol etilico a 80°
80 ml
Macerazione di 15 giorni poi passare per tela.
Dosi: 10-15 gocce di acqua calda e zuccherata, oppure
su di una zolletta di zucchero.
L’Arcangelica può anche essere sostituita dall’Angelica silvestre (Angelica sylvestris), spontanea nei luoghi
freschi, erbosi, nei boschi umidi che ha all’incirca le stesse proprietà.
Si utilizzano le radici (raccolte in ottobre-novembre, al
termine della vegetazione), e i frutti (raccolti in agostosettembre). Come per l’Arcangelica, le radici si conservano in sacchi di carta o tela, i frutti in vasi di vetro.
ANGINA
1. Trattamento per tutte le angine, dall’Angina rossa banale all’Angina pseudomembranosa (forme che può assumere
la Mononucleosi infettiva – vedi questa voce); se vi sono
pseudomembrane estese che raggiungono il velo palatino e
inguainano l’ugola, si tratta di Difterite (vedi questa voce).
Belladonna 4CH, Apis 4CH, 2 gr. 2 v. al dì, alternando.
Mercurius cyanatus 5CH, 2 gr. 2 v. al dì.
Kali bichromicum 5CH, Hydrastis 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1
v. al dì.
Arsenicum album 5CH, 2 gr. alle h 18.
E.P.I.D., 1 cp. 2-4 v. al dì, da sciogliere in bocca.
Dr. Reckeweg R 1, 15 gtt., 3 v. al dì.
BFX-CR 4, il contenuto di 1 cps 2-3 v. al dì.
Defedril, 40-60 gtt. o 1 cpr 2-3 v. al dì.
Per la prevezione delle recidive: IMO 10 Spray orale, 1-2
puff sublinguali 3-4 v. al dì.
Localmente, per alleviare il dolore: E.P.I.D. Spray orale, 1-2
nebulizzazioni nel cavo orale, 3-4 v. al dì.
È bene aggiungere ai rimedi sopra indicati:
Lycopodium 5CH, 5 gr. verso le 16 h e Mercurius protoioda46
tus 5CH, 2 gr., 1 v. al dì, se l’angina si localizza soprattutto a
destra; Lachesis 5CH, 5 gr. preferibilmente la sera, e Mercurius biiodatus 5CH, 2 gr. 1 v. al dì, se l’angina si localizza
soprattutto a sinistra.
OLIGOELEMENTI: Bismuto (salvo in caso di angina difterica),
una f. al mattino per tre giorni, Rame la sera (quest’ultimo
fino a guarigione).
TERAPIA SANUM:
Fase acuta:
Sankombi, 8 gtt. fatte inspirare dal paziente,
Nigersan D 5 gocce - 10 gtt. al risveglio e prima di coricarsi,
Notakehl D 5 gocce -10 gtt. alle ore 16.
2. Nel caso di un’angina sospetta, bisogna integrare il trattamento omeopatico con la tecnica citofilattica di difesa dell’organismo, del dr. Neveu, di Breuil-Magné.
In un litro d’acqua, sciogliere un sacchetto di 20 g di Cloruro di magnesio secco. Farne bere 125 cc (cioè 1/8 di litro) in
cinque minuti (in una o più volte); 2 ore dopo, seconda somministrazione di 125 cc. Questa dose va ripetuta ogni 6, 8 o 12
h, secondo la gravità del caso. Al di sotto dei 5 anni, anziché
125 cc della soluzione, darne, per ogni dose, 100, 80 o 60
secondo l’età.
Somministrare i granuli omeopatici mezz’ora prima delle dosi
di cloruro o un’ora dopo.
3. Riposo a letto finché persiste la febbre.
Nella fase febbrile: latte, latticini, brodo di legumi, succhi di
frutta, purè di legumi, composte, fette biscottate. Niente pane
né farinacei; salare poco gli alimenti. Il bambino grande e
l’adulto mangeranno alimenti ricchi di magnesio: cereali in
grani, patate, pesci, ostriche, cervello, gruviera. → OLIGOELEMENTI.
VITAMINE: A, B1, C, → VITAMINE. Gargarismi dopo i pasti.
In caso di angina, controllare la funzionalità renale (ricerca
dell’albumina) prima di riprendere un’alimentazione normale,
soprattutto se si tratta di un bambino (rischio di Nefrite, di
Nefrosi lipoidea).
4. Se, contemporaneamente all’angina vi è dolore all’orecchio, chiamare il medico e dare immediatamente:
Oscillococcinum 200 del dr. J. Roy, una dose, e → Otite.
5. Se angine a ripetizione, consultare lo specialista. Nel bambino, spesso segno di Vegetazioni; nell’adulto, Rinite ipertrofica, Sinusite, Poliposi, ecc.
ANGINA CRONICA
Usare i rimedi della Tonsillite lacunare cronica.
ANGINA FLEMMONOSA
→ Flemmone tonsillare.
ANGINA PECTORIS
ANGINA di LUDWIG
Varietà di flemmone del pavimento della bocca, con tumefazione della regione sottoioidea, di durezza lignea, che arriva
ad impedire la respirazione: stato generale grave.
Bioterapico Pyrogenium 5CH, 5 gr., 1 volta ogni 12 h.
Bioterapico Anthracinum 5CH, 2 gr. 1 h dopo, 1 v. al dì.
Arsenicum album 5CH, 2 gr., Tetanotoxinum-Injeel, 1 f. per
os, verso le ore 18, un giorno l’uno, un giorno l’altro.
Belladonna 4CH, 2 gr. ogni 4 h.
Passare dell’Etere sulla cute nella regione sottomascellare e
tenervi uno strato spesso di Calendula-Heel s.
ANGINA PECTORIS
Cardiopatia ischemica che si manifesta con sens. temporanea di dolore di solito alla regione toracica anteriore, secondaria a un’schemia miocardica transitoria. Oltre alla regione
retrosternale, il disturbo può essere avvertito anche o soltanto al collo, alle spalle, alla regione interscapoalre, alla mandibola, al braccio sinistro (meno frequentemente al destro),
all’epigastrio (purtroppo spesso confuso con disturbo dispeptico).
Fattori scatenanti: sforzo, freddo, emozione.
Prevenzione: lottare contro l’Aterosclerosi, l’Ipertensione
arteriosa, il Tabagismo. Curare, se è il caso: Diabete, Gotta,
Obesità, Disturbi endocrini, ecc.
Ridurre, per quanto possibile, le tensioni, gli stress professionali. Dieta ipotossica (v. questa voce), eliminare i grassi
animali (→ Aterosclerosi, II). Sintomi: → Cuore, II, § 2.
I. Angina vera, angor pectoris, angor major.
(Da disturbi cardiaci: endocardite, miocardite, infarto del miocardio; o da lesioni arteriose: aortite, coronarite).
TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA:
Cactus compositum, 10 gtt. 3 v. al dì.
1. All’insorgere della crisi:
Aconitum 7CH, una dose. Dieci minuti dopo:
Cactus grandiflorus D3, 5 gtt. in un po’ d’acqua, da intercalare con i seguenti rimedi:
Spigelia 4CH, Gelsemium 5CH, Glonoin 4CH, 2 gr. ogni mezz’ora, alternando i tre tubi e le gtt.. (In mancanza di Cactus
D3: Cactus 4 in granuli).
TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA:
Cactus compositun, 5-8 gtt. ogni 15’ (per un periodo massimo di due ore).
Spigelia-Heel, 1 cp. ogni 15’, oppure Pectus-Heel, 1 cp. ogni
15’ (per un periodo massimo di due ore).
2. Se l’accesso perdura per qualche ora nonostante il trattamento indicato, provare:
Tabacum 5CH, 2 gr., poi, un’ora dopo:
Latrodectus mactans 5CH, 2 gr., poi, un’ora dopo:
Cimicifuga 7CH, una dose.
Cralonin, da 15 a 20 gtt. (fino a 25-30 gtt.) 3 v. al dì.
3. In caso di grande nervosismo (con o senza aerofagia),
iniziare il trattamento con:
Aconitum 7CH, Ignatia 7CH, una dose di ciascuno, presi
insieme.
4. Formula semplice e molto attiva del dr. Léon Renard:
Cactus grandiflorus 7CH, 2 gr. andando a letto. Se i dolori
continuano, somministrare 2 gr. ogni 10 minuti e distanziare.
Se vi è angoscia, aggiungere:
Aconitum ferox 5CH, 2 gr. ogni ora.
5. Trattamento tipo (dr. Fortier-Bernoville) nell’intervallo
fra le crisi.
Aconitum 7/4CH, Cimicifuga 7/4CH, Ignatia 7/4CH, 3 dosi
di ciascuno. Prendere una dose ogni 4 giorni, alternando,
prima di andare a letto.
Latrodectus mactans 5CH, 2 gr. al risveglio.
Bryonia 5CH, Arnica 5CH, 2 gr. di ciascuno, da prendere
insieme, alle 11 h.
Dr. Reckeweg R 2, 10 gtt. a mezzogiorno
Lachesis 5CH, 2 gr. alle 16 h.
Aconitum 5CH, 2 gr. alle 18 h.
Cereus bomplandii D3, 5 gtt. prima di cena.
6. Mangiare lentamente, masticare bene, bere con la cannuccia. Succhi di frutta (limone, arancia), carote grattugiate o
succo di carote. Tabacco, tè, caffè, vino e alcol vietati. Non
contare sugli effetti “benefici” del whisky.
Riposare mezz’ora prima e mezz’ora dopo i pasti. Dieta, →
Aterosclerosi; pane tostato e fette biscottate più che pane
fresco.
VITAMINE: B1, B3, E, I, → VITAMINE (germe di grano, lievito di
birra, yogurt).
OLIGOELEMENTI: Manganese-Cobalto, 2 v. alla settimana.
Evitare le brusche variazioni di temperatura, l’esposizione al
sole, bagni e docce fredde o calde, il sovraffaticamento fisico e cerebrale, le emozioni; non portare pesi eccessivi, non
camminare troppo rapidamente, soprattutto in salita. Dormire con la testa sollevata su due cuscini. Se occorre, cure
termali.
7. Trattamento esterno, da seguire per parecchi mesi, tutte
le sere.
Immergere le braccia in acqua calda fino al gomito. Dopo
l’immersione, aumentare la temperatura del bagno, che durerà un quarto d’ora. Gli arti superiori devono uscire dall’acqua decisamente rossi.
La bicicletta è molto indicata, moderatamente, in pianura,
evitando le temperature estreme; oppure, a casa propria,
usare la cyclette, tenendo le finestre dell’appartamento bene
aperte.
47
ANGINA DI VINCENT
II. Angor minor, falsa angina pectoris, angina riflessa, di
origine viscerale (aerofagia, disturbi utero-ovarici, ernia diaframmatica, ecc.), o endocrina (gozzo esoftalmico), o diatesica (gotta, diabete, sifilide), o conseguenza di un’intossicazione (alcol, caffè, tabacco, piombo, ecc.).
Al trattamento dell’affezione in causa, aggiungere:
Ignatia 5CH, Gelsemium 5CH, 2 gr., un giorno l’uno, un giorno l’altro.
Tabacum 5CH, 2 gr., 1 v. al dì.
Cimicifuga 4CH, Cactus grandiflorus 4CH, 2 gr. 2 v. al dì,
alternando i tubi.
TERAPIA SANUM:
Trattare la disbiosi di fondo e seguire il seguente schema
posologico:
Mucokehl D 4 capsule - 1 cp. a giorni alterni
Latensin D 4 capsule - 1 cp. a giorni alterni
Notakehl D 5 gocce - 15 gtt. alla sera a giorni alterni
Sanuvis gocce - 15 gtt. alla sera a giorni alterni
ANGINA di VINCENT
La tonsilla è sede di un’ulcerazione a carattere necrotico ricoperta talvolta da una pseudomembrana grigiastra molle a
contorni irregolari e netti. Usare i rimedi dell’Angina.
Alimentazione liquida, bevande abbondanti e non acide, prese con una cannuccia.
Consultare in seguito lo stomatologo che verificherà se vi è
una Carie o una Piorrea alveolo-dentaria o delle alterazioni
gengivali a contatto con un dente del giudizio o un apparecchio di protesi difettoso (a titolo profilattico, fare controllare
la dentatura due volte l’anno).
ANGIOCOLITE e ANGIOCOLECISTITE
Flogosi delle vie biliari intra- o extraepatiche.
Usare i rimedi della Colecistite.
ANGIOMA CUTANEO
Tumore costituito da abnorme proliferazione di vasi sanguigni, con dilatazioni del sistema vasale intradermico. Può essere congenito o comparire dopo la nascita.
Provare il trattamento indicato alla voce Neo.
ANGIONEUROSI CUTANEA
→ Edema di Quincke.
ANGIOSPASMO
Contrazione spasmodica di un vaso sanguigno, cui consegue ischemia localizzata.
Trattare la causa: Sifilide o Eredo-sifilide, Diabete, Gotta,
Angina pectoris, Claudicatio intermittens, Acrocianosi, Malattia di Raynaud, Emicrania oftalmica, Disturbi endocrini,
ecc. In caso urgente:
Cuprum metallicum 5CH, Ignatia 5CH, 2 gr. un giorno l’uno,
un giorno l’altro.
Secale 4CH, 2 gr. 1 v. al dì.
48
Papaverina ritardo Houdé, 1 cp. 2 v. al dì.
Bagni tiepidi. Evitare il freddo o il caldo eccessivi. Eliminare
alcol e tabacco.
Vitamina B3, → VITAMINE.
ANGOR MINOR
→ Angina pectoris.
ANGOSCIA
L’inquietudine, l’ansia e l’angoscia sono tre fasi di uno stesso stato, che va crescendo, amplificandosi.
L’inquietudine è lo stato di chi è agitato per apprensione,
incertezza, paura.
L’ansia è lo stato di disturbo e agitazione intellettuale, con
sens. di costrizione precordiale, accelerazione del ritmo cardiaco.
L’ansia parossistica di Brissaud sopravviene talvolta di notte, bruscamente, accompagnata da pallore del volto, sudori
freddi e ricorda la crisi d’asma e l’angina pectoris.
L’angoscia è uno stato di ansia aggravata, con sens. di restringimento della regione epigastrica, malessere generale,
costrizione cefalica, accelerazione della respirazione e del
polso.
1. Casi occasionali di angoscia puramente nervosa.
Aconitum 5CH, Gelsemium 5CH, 2 gr. 1 v. al dì, giorni pari.
Arsenicum album 5CH, 2 gr., Ignatia 5CH, 2 gr., giorni dispari, alle ore 18.
L. 72 Lehning, 20 gtt. 3 v. al dì.
Tilia tomentosa, gemme, mac. glic. D 1, 30 gtt., andando a
letto.
Pulvised, 1 cp. 2-3 v. al dì.
BFX-CR 6, Il contenuto di 1 cps 2-3 v. al dì.
BFX-Stramonium, 10-15 gtt 2-3 v. al dì.
Lepidolite D 8, Glauconie D 8, una fiala, un giorno l’una, un
giorno l’altra.
BioMag Lehning, 1 cp. 2 v. al dì.
OLIGOELEMENTI: in tutti i casi, Lithium e aggiungere, se angoscia semplice con nervosismo, emotività: Manganese; se
angoscia con depressione, stato malinconico: ManganeseRame; se angoscia con atteggiamento di rinunzia, idee di
suicidio: Rame-Oro-Argento.
v. anche: OLIGOELEMENTI, IV.
Andando a letto, usare i rimedi dell’Insonnia, § 1.
Se l’ansioso è nello stesso tempo un epatico, aggiungere:
Lycopodium 5CH, 2 gr. ogni tre giorni.
Dieta atossica, → Dieta ipotossica (in particolare, eliminare:
caffè, tè, cioccolato, alcolici); fumare poco e soltanto dopo i
pasti. Controllare la funzionalità gastrointestinale ed epatica. Vitamine B1, E, B6, → VITAMINE.
Psicoterapia: comprendere l’ansioso, ridargli fiducia. Cambiamento di ambiente, viaggi. Se occorre, psicanalisi, cura
del sonno. Nei casi gravi, durante la crisi, isolamento (sorveglianza molto stretta). Trattare la situazione di base (disturbi
ANODINO
cardiovascolari, endocrini, simpaticotonia, vagotonia, ecc.).
Curare: Malinconia, Nostalgia, Ossessioni, ecc. Pensare ad
un’eventuale Colite.
2. Angoscia soprattutto in un luogo pubblico, → Agorafobia.
3. All’idea di subire un esame medico o un intervento chirurgico.
→ Operazioni chirurgiche, I, § 2.
4. Prima di un esame, un concerto, una conferenza, ecc. →
Trac.
5. Angoscia cardiaca, → Angina pectoris.
6. Il medico giudicherà sull’opportunità di prescrivere dei
tranquillanti, che devono essere presi soltanto dietro suo
consiglio.
ANGUILLULOSI
→ Parassitosi autoctona ed esotica, I, § 2.
ANICE VERDE
→ Pimpinella anisum L.
ANITE
→ Condiloma, Rettite.
ANNEGAMENTO
Il problema degli annegati è assai importante [in Italia, ogni
anno, sono numerose le vittime, in particolare bambini e giovani di età inferiore a 16 anni] ed è stato, in questi ultimi anni,
studiato con particolare attenzione dopo le osservazioni del
colonnello medico Lavigne, primario all’Ecole d’Entrainement
physique et militaire di Antibes.
I. Annegamento patologico.
Caso classico del nuotatore sportivo in buone condizioni
fisiche che, improvvisamente, senza un motivo apparente,
“va giù” (si è soliti parlare, in questo caso, di “congestione”,
ma sarebbe più opportuno usare il termine idrocuzione, ovvero il corrispondente, in acqua fredda, dell’elettrocuzione
alla corrente elettrica).
Prevenzione. Anche se si è un esperto nuotatore, è bene
tenere conto dei seguenti sintomi premonitori:
Arrossamento e calore della pelle, prurito sottocutaneo localizzato o generalizzato.
Sens. di vertigine o di ronzio alle orecchie, di cefalea frontale,
di dolore all’occipite; talvolta dolori violenti alla nuca come
per una bastonata. Comparsa di dolori nella regione addominale o negli arti (crampi muscolari), nelle ginocchia e nei gomiti, e disturbi oculari. Malessere generale improvviso.
In generale, passano circa dieci secondi tra il primo segnale
di allarme e la sincope dell’idrocuzione, per cui è possibile
uscire in tempo dall’acqua o chiamare aiuto.
II. Annegamento veramente accidentale.
a) Sia per sincope traumatica: caso del nuotatore che si
tuffa male e si procura un trauma alla nuca, al collo o alla
regione addominale, o trauma per ostacolo sottomarino. L’annegato per sincope presenta un aspetto bianco-cereo.
b) Sia per apoplessia: caso del nuotatore che lotta volontariamente per evitare di annegare e che rischia per lo sforzo o
per scarsa capacità (naufragati o nuotatori mediocri o imprudenti).
È un vero asfissiato, la cui cute assume un colore bluastro.
III. Condotta da tenere.
1. Drenaggio da posizione; trasportare l’annegato, con la
testa piegata, distenderlo su un piano inclinato. Trazioni ritmiche della lingua o meglio, se si sa praticarla, usare la tecnica della respirazione “bocca a bocca”, di grande rapidità ed
efficacia (certi apparecchi moderni evitano il contatto con la
vittima, ma è bene non usarli se ciò dovesse ritardare i soccorsi; è bene invece che tutti i nuotatori conoscano almeno
questa tecnica di respirazione). Il medico, chiamato con urgenza, praticherà, secondo i casi, insufflazione d’ossigeno,
salassi, massaggi cardiaci; iniezione intravenosa di cortisone, che può fare miracoli e che consente il trasporto al centro
di rianimazione più vicino.
2. Trattamento omeopatico.
Se possibile, mettere 2 gr., ogni mezz’ora, sotto la lingua dell’annegato, di Carbo vegetabilis 4 (in mancanza, Carbo vegetabilis 7CH, una dose, una volta).
IV. Prevenzione degli incidenti.
È bene non fare il bagno se si segue un trattamento contro
l’asma, l’epilessia, i disturbi circolatori o se si è irritati. Rispettare le indicazioni delle spiagge, evitare quelle non sorvegliate e non fare il bagno in fiumi che non si conoscono.
Non fare il bagno a digiuno né dopo aver consumato un
pasto abbondante; evitare di entrare in acqua subito dopo
aver preso un bagno di sole per lungo tempo. Inoltre, non
fare il bagno se si è molto sudati o se, appena entrati in
acqua, si hanno dei brividi.
A meno di non essere ben allenati, evitare di immergersi se
l’acqua ha una temperatura inferiore ai 18° per un adulto e
20° per un bambino.
Entrare in acqua a poco a poco; bagnare dapprima la nuca,
poi il torace e l’addome. Le prime volte, non restare in acqua
per più di un quarto d’ora e non allontanarsi troppo dalla
riva, soprattutto se si è soli.
ANNESSITE
Podophillum-Iris, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
→ Salpingite e della Salpingo-ovarite.
ANO
→ Retto.
ANODINO
Tipo di analgesico che calma o sopprime momentaneamente
il dolore.
49
ANORESSIA
ANORESSIA
Perdita o riduzione dell’appetito.
1. Anoressia (Trattamento provvisorio).
Natrum muriaticum 7CH, 5 gr. ogni 15 giorni.
Céréales germées D 1, o Dr. Reckeweg R 31, da 5 a 20 gtt.
secondo l’età, mezz’ora prima dei due pasti principali.
Lycopodium 5CH, 2 gr. ogni 8 giorni.
Rexorubia granulato, 1 cucchiaino da caffè 3 v. al dì.
Prendere un infuso forte di Camomilla, mezz’ora prima dei
due pasti principali (prendere la camomilla dopo il pasto,
come sostitutivo del caffè, è un controsenso dietetico, poiché non è un digestivo, ma un eccitante dell’appetito).
Biostenol, 1 f. per os al dì.
Bebix, 5-10 ml 2-3 v. al dì.
Ferolab, 1 cp. 2-3 v. al dì.
BFX-Stramonium, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
BFX-Sepia, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
2. Anoressia delle ragazze durante la pubertà.
Aggiungere ai rimedi precedenti:
Sepia 7CH, una dose ogni 15 giorni.
Ignatia 5CH, Nux vomica 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
3. Anoressia per sovraffaticamento generale.
Avena sativa T.M., Gentiana T.M., Menyanthes T.M., 5 gtt.
della miscela (in parti uguali), mezz’ora prima dei pasti.
Rexorubia granulato, 1 cucchiaino da caffè 3 v. al dì.
4. In tutti i casi, dieta equilibrata. Vitamine A, B1, B2, C, D,
H, O, → VITAMINE (soprattutto succhi di frutta, carote, pomodoro, spinaci) e Convalescenza, § 3.
Se occorre, polivitaminoterapia con Idroplurivit, 1 cp. al dì.
Pappa reale. Emulsione di olio di fegato di pesce, Haliborange, 1 cp. al dì.
Piloro 4CH - Stomaco 4CH - Fegato 4CH, una f. della miscela,
15' prima dei pasti.
5. Anoressia del neonato e del bambino.
Variare l’alimentazione per quanto possibile, succhi di frutta
e di verdure, polvere di carote, spinaci, pomodoro. Nel neonato alimentato artificialmente, cambiare la marca del latte
concentrato. Pasti ad orari regolari. Tenere presente che l’atmosfera familiare ha spesso la sua parte di responsabilità, sia
per la sollecitudine eccessiva sia per il nervosismo. Bagni
salati o Bain Lehning. Frizioni alcoliche o con Eau de Philae.
Rexorubia granulato, un cucchiaino da caffè 2-3 v. al dì.
Dr. Reckeweg R 31, 8-10 gtt. 3 v. al dì prima dei pasti.
Polivitaminoterapia con Idroplurivit, 6 gtt. 1 v. al dì.
L’anoressia spesso è il primo sintomo di una malattia generale da curare: Acrodinia, Anemia, Colibacillosi cronica, Nanismo renale, Costipazione, Affezioni del fegato, del sistema
nervoso, Eredo-sifilide, ecc.
N.B. Non dare “ricostituenti” al bambino che non vuole man50
giare; l’errore sta nella costrizione esercitata sul bambino e
la conseguenza è il rifiuto di mangiare.
È bene sapere che l’anoressia in sé non è un disturbo grave,
se non è sintomatica di una malattia grave. “I genitori non
capiscono che l’anoressia può essere la conseguenza del
loro comportamento. Da entrambe le parti, si instaurano precise abitudini: i genitori sanno che il bambino non mangerà,
il bambino sa che i genitori lo tempesteranno e supplicheranno, “ allora ancor prima loro si innervosiscono e lui vorrebbe
vomitare”.
Ecco allora i consigli del dr. J. Ratel, validi per bambini da 2 a
6 anni:
– i primi giorni si inseriranno nella dieta i cibi che il bambino
preferisce o che rifiuta di meno;
– dargli piccole portate, metterlo in condizioni di chiederne
ancora;
– il più presto possibile, lasciarlo mangiare da solo;
– togliergli il piatto, vuoto o pieno, contemporaneamente
agli altri;
– passare alle portate successive, senza eliminare il dessert o
altro;
– agire con la massima indifferenza.
6. Anoressia mentale.
L’anoressia mentale si riscontra molto spesso in ragazze tra
15 a 16 anni o più di 20. Il primo segno è spesso la scomparsa
delle mestruazioni o l’irregolarità di queste (nel periodo della
pubertà, ciò può assumere il significato di rifiuto della femminilità), si registra una perdita di peso superiore al 10% del
peso precedente. Bisogna evitare, in queste condizioni, di
banalizzare l’anoressia di quest’adolescente perché, in un
numero non trascurabile di casi, l’evoluzione può essere gravissima. È imperativo, se l’anoressia si prolunga, consultare
un medico che prenderà la decisione sull’eventuale ricovero
della paziente. L’anoressia mentale può riscontrarsi in ragazze troppo viziate, spesso figlie uniche, ossessionate dalla
preoccupazione estetica di dimagrire, o da uno shock sentimentale, o da un conflitto familiare irrisolto, che si sottomettono a diete drastiche.
Si propongono due trattamenti:
a) Helleborus niger 9CH, 5 gr. ogni 15 giorni.
Lycopodium clavatum 9CH, 5 gr. ogni 10 giorni.
Helleborus niger 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Hypothalamus 7CH, una supp., 2 o 3 v. a settimana.
b) Trattamento del dr. Seidengart:
Bromum 4CH, 2 gr. 1 v. al dì per 8 giorni, poi:
Hypophyse 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Hypophyse 7CH, 1 dose ogni 15 giorni, tre volte.
Angelica archangelica T.M., 10 gtt. in un po’ d’acqua, mezz’ora prima dei pasti principali.
OLIGOELEMENTI: Rame-Oro-Argento, Manganese-Rame, Lithium, alternati ogni 4 giorni, più, in caso non siano sufficienti, Zinco-Rame, intercalati con i precedenti, ogni 2 gg.
ANTIMONIUM CRUDUM
c) Isolamento della paziente. Stimolare l’appetito. Curare
l’anemia, la stipsi, il fegato, il nervosismo, l’eredo-sifilide, la
tubercolosi, ecc. Spesso i genitori sembrano (o vogliono)
prendere in considerazione solo gli aspetti digestivi dell’anoressia, i quali dissimulano l’anoressia mentale: certo, i disturbi digestivi possono essere importanti (nausee, vomiti, disfagia, ...) e possono anche diventare pericolosi (ipopotassiemia, disidratazione, ...), ma bisogna vedere le cose per
come sono realmente e non esitare a ricorrere a uno psichiatra e alla narcoanalisi.
7. In tutti gli anoressici, bisogna far trattare la causa: Tubercolosi, Dispepsia, Costipazione, ecc.
Pensare che per coloro che abitano in città la mancanza di
appetito può essere dovuta allo scarso movimento o alla
mancanza d’aria. Lavoro ed esercizio sono i migliori aperitivi.
Cambiamento d’aria spesso efficace, soprattutto in montagna.
8. Anoressia dell’anziano, → Senescenza e vecchiaia, A, §
8.
ANOSMIA
Perdita della sensibilità olfattoria che può essere congenita
o acquisita, totale o parziale, transitoria o permanente.
Trattare la causa: Corizza, Sinusite, Ozena, Polipo, ecc.
ANOSSIEMIA o IPOSSIEMIA
Deficit di ossigeno nel sangue.→ Ipersonnia, Mal delle montagne.
ANSIA
→ anche Angoscia, Trac (ansia pre-esame).
Sepia compositum, 10-20 gtt. 3 v. al dì.
Serotonina D6 + Melatonina 4CH + Triptofano D6 + ACTH
D30, 20 gtt. di ciascuno 2 v. al dì (stabilizzazione del tono
oppioide).
Pulvised, 1 cpr 2-3 v. al dì.
BFX-CR 9, il contenuto di 1 cps 2-3 v. al dì.
Zincoval, 10 gtt. o 5 gr. 2-3 v. al dì.
ANTIBIOTICI
Armi terapeutiche molto potenti e talvolta insostituibili, il
loro uso dovrebbe essere limitato ai casi molto gravi, con
pericolo di vita; purtroppo molto spesso si usa un maglio per
rompere una noce (vengono prescritti cioè per curare una
leggera influenza, una banale angina, ecc.).
Occupano i primi posti nella lista dei farmaci che causano
malattie (→ Iatrogena, malattia).
Il loro uso su vasta scala e spesso a forti dosi può portare
effetti tossici, idiosincrasici, allergici (talvolta, grande shock
anafilattico causato dalla penicillina), edema di Quincke, dermatosi varie, avitaminosi B, candidosi, disturbi digestivi e
intestinali (distruzione della normale flora intestinale), glos-
site, agranulocitosi, vertigini, sordità, affezioni sanguigne,
ecc.
Da alcuni anni, parecchi medici allopati hanno lanciato un
allarme sull’uso sconsiderato di questi pericolosi rimedi, tanto
nella pratica ospedaliera che in privato.
Non è un medico omeopata colui che ha scritto, ad esempio:
“... Si prescrive un antibiotico per accelerare di due-tre giorni
la guarigione di una diarrea infettiva (che sarebbe guarita da
sola), ma può seguire un’altra diarrea dovuta a lieviti e alle
conseguenze di un’avitaminosi. ”Certamente non è il caso di
privarsi del meraviglioso arsenale terapeutico rappresentato
dagli antibiotici; ma ci si può domandare, prima di prescriverli, se un beneficio minimo immediato non avrà delle reazioni a
catena...” (Prof. Maurice Dérot, dell’Accademia di medicina).
Anziché lasciare agli antibiotici il compito di difendere il nostro organismo contro l’infezione, si studia oggi come potrebbero essere stimolate le nostre difese naturali (immunologia) e si scrive che l’immunoterapia sarà la medicina del
futuro. Bene, è proprio ciò che fa l’omeopatia... da 200 anni.
Trattamento iniziale.
Sospendere la somministrazione dell’antibiotico in questione; chiamare con urgenza un medico omeopata in caso di
disturbi, dermatosi, ecc.
Penicillinum 9CH, (o altro antibiotico in causa), una dose.
Lactipan (adulti: 2-4 cp. al dì, bambini: metà dose) o Ferzym
Plus, 1 cps. 1-3 v. al dì o Maxiflor, 1 f. al dì.
Per la correzione delle carenze vitaminiche secondarie alla
cura con antibiotici, aggiungere:
Polivitaminico (ad es. Idroplurivit).
Terapie biologiche di sostegno in corso di antibioticoterapia:
Symbio Lact comp., 1-2 bustine al dìmper 3-4 settimane (ripristino della flora batterica intestinale) oppure Ferzym
Plus, 1-3 cps. al dì.
→ Colite, A, § 4, Dermatosi da farmaci, Diarrea acuta, III,
Intossicazioni da farmaci, Prurito.
ANTICONCEZIONALI (Metodi)
→ Contraccezione.
ANTIMONIUM CRUDUM (M.M.)
Il solfuro nero d’antimonio
È un rimedio digestivo, addominale, mentre l’Emetico
(Antimonium Tartaricum) è un rimedio respiratorio,
toracico. Ecco come differenziarli.
Antimonium Crudum è caratterizzato anche da sintomi
mentali:
1) il soggetto è prima di tutto tetro, musone, scontroso,
irritabile. I bambini sono brontoloni come Chamomilla.
Temono di lavarsi con acqua fredda;
51
ANTIMONIUM TARTARICUM
2) sono anche astenici, organicamente indeboliti, hanno disgusto per la vita sentita come un fardello, e a volte
si suicidano;
3) emotivi sentimentali – soprattutto le donne. Questo
stato è spesso sotto la dipendenza d’affezioni genitali,
soprattutto il prolasso. Compensazione alimentare dopo
delusioni amorose.
Sintomi digestivi
In generale si può dire: tutti i malesseri di Antimonium
Crudum si accompagnano a un cattivo stato dello stomaco e, reciprocamente, tutte le volte che lo stomaco
non è regolato, vari sintomi di questo rimedio possono
apparire. I sintomi principali sono:
1) la lingua bianca, più bianca di ogni altro rimedio. È
una caratteristica fondamentale di Antimonium Crudum:
2) l’odore degli alimenti è sufficiente a provocare nausee e vomito (Colch.);
3) sensazione di sovraccarico, di pienezza dello stomaco, avvertita anche se il paziente è a digiuno;
4) diarrea dopo variazione di regime con evacuazioni
frequenti, metà solide e metà liquide;
5) diarrea alternante con stipsi o falsa diarrea dei vecchi. Le feci diarroiche sono spesso costituite da acqua
miscelata a piccole masse di materia fecale. Pure nei vecchi, assopimenti continui accompagnati da disturbi gastrici;
6) emorroidi con scolo di muco che macchia la biancheria;
7) metastasi gottose allo stomaco e all’intestino. La gotta cessa tutta d’un colpo alle estremità e i sintomi gastrici o intestinali appaiono non meno rapidamente.
Rimedio soprattutto digestivo, come abbiamo visto, Antimonium Crudum presenta tuttavia qualche sintomo respiratorio.
Sintomi respiratori
Due meritano d’essere ricordati:
tosse spasmodica a crisi che decrescono progressivamente;
tosse che peggiora entrando in una stanza riscaldata
(Bryonia, Natrum Carbonicum).
Più importanti sono i:
sintomi della cute e unghie.
1. Eruzioni con croste dure (ipercheratosi), spesse, colore miele disseccato, si screpolano facilmente, sulla faccia e vicino alle commessure. Eccellente rimedio dell’eczema allorché è accompagnato da disturbi gastrici. Eczema dei lattanti, impetigine.
2. Screpolature agli angoli della bocca, commessure
labiali screpolate e dolenti.
3. Unghie che si spezzano e cadono e che ricrescono
deformate e meno lunghe. Sotto le unghie spuntano del52
le escrescenza cornee dolorose e soprattutto tendenza
all’ispessimento e all’indurimento della pianta dei piedi che diventa dolente.
Altre caratteristiche
Aggravamento per l’eccesso di calore, particolarmente
per quello del sole o d’una stufa (calore radiante), d’estate.
Fatto singolare: aggravamento di tutti i sintomi con un
bagno freddo. Quando un malato rapporta i suoi disturbi a un bagno freddo, a una caduta nell’acqua, a
una forte ondata fredda, pensare immediatamente ad
Antimonium Crudum.
Aggravamento per il vino, gli acidi, l’aceto (Zincum).
Emicrania immediatamente alleviata se c’è una eliminazione, quale che sia: corizza, vomito, diarrea, e provocata, al contrario, per la soppressione d’uno scolo o d’una
eruzione.
ANTIMONIUM TARTARICUM (M. M.)
L’emetico (tartrato di antimonio e potassio)
Esercita sul sistema cerebrospinale un’azione depressiva con perdita dei riflessi e indebolimento della forza
muscolare, per cui questa prima indicazione:
È la debolezza che reclama Antimonium Tartaricum.
Agisce anche sulle mucose che producono un catarro
intenso con secrezione molto abbondante. Antimonium
Tartaricum è un rimedio respiratorio essenzialmente centrifugo, che fa espettorare. Ma, a causa della debolezza,
questa secrezione, soprattutto se è bronchiale, non potrà essere espulsa che molto difficilmente e questi due
stati, catarro e debolezza di espulsione, si riscontrano
insieme soprattutto alle due estreme età della vita: nel
bambino e nel vecchio e a tutte le età in certe infezioni
gravi.
a) Nei bambini affetti da crisi frequenti di bronchite;
hanno raffreddori a ripetizione; il periodo acuto non è
mai violento, ma conservano sempre questi grossi rantoli mucosi
b) Nei vecchi molto depressi che hanno da molto tempo,
ogni inverno, un catarro di petto. “Tutte le volte che c’è
un accumulo di mucosità con respiro stertoroso che riempie tutto il petto, e nello stesso tempo difficoltà all’espettorato, si deve pensare ad Antimonium Tartaricum, quale che sia il nome della malattia”.
c) Ma è evidente che l’indicazione d’Antimonium Tartaricum si troverà molto spesso realizzata nelle forme vagoparalitiche delle affezioni broncopolmonari così frequenti
nell’influenza grave.
Presentano sempre uno stato grave, la loro intossicazione è profonda e a causa dell’interessamento polmonare
si manifesta con asfissia, cianosi; i tratti sono tirati, gli
ANTROPOSOFICA
occhi cerchiati e si manifestano sintomi coleriformi quando è colpito il tubo digerente. Nei due casi si ha abbassamento della pressione arteriosa e il malato può svenire. Narici dilatate e animate da rapidi movimenti, labbra
livide, faccia fredda. C’è cianosi, oppressione, sonnolenza, prostrazione. Tutto in Antimonium Tartaricum manifesta una lesione profonda dell’organismo e una asfissia progressiva di tutti i tessuti.
Bronchite acuta: Antimonium Tartaricum è un centrifugatore che fa espettorare: la sua azione è costante e rapida; nella polmonite e broncopolmonite soprattutto nei
bambini, con grande sopore ed epatizzazione polmonare
persistente dopo la polmonite.
Tosse spasmodica, soffocante, eccitata dal minimo assorbimento d’alimenti. È più intensa verso le ore 4 del
mattino, con nausee e vomito ma poca o nessuna espettorazione.
L’azione d’Antimonium Tartaricum sul simpatico dà numerosi sintomi digestivi, sempre con abbondante secrezione e difficoltà d’evacuazione:
vomito difficoltoso, penoso, che rigetta, oltre ad alimenti e bile, un muco bianco, viscoso, che si stira in lunghi
filamenti; secreto in grande abbondanza può riempire
l’esofago, la bocca, il naso e far soffocare il paziente;
nausee con questa caratteristica: nausee costanti con
ansia mortale e prostrazione;
diarrea con coliche spasmodiche.
Con questi differenti sintomi si trova sovente il malato
caduto in una sorta di stupore, di sonnolenza, ma con la
faccia pallida (e non rosso-scura come quella di Opium).
Indicazione storica: Antimonium Tartaricum sarà utile nel
vaiolo dichiarato perché, oltre alla eruzione, presenta
un dolore violento nella regione sacrolombare.
Altre caratteristiche
Desiderio per acidi e avversione per il latte che aggrava
la malattia, provocando nausea e vomito.
ANTISTREPTOLISINA (o ASLO)
Anticorpo che traduce la risposta dell’organismo all’aggressione dello streptococco emolitico.
Il valore non deve superare le 200 unità (U.A.S.) cm3 per un
adulto, 50 per un bambino.
Oltre queste cifre (che possono andare da 300 a 3000 UAS),
il risultato si dice positivo e interessa tutte le affezioni da
streptococco: Reumatismo articolare acuto (e ricerca delle
sue forme atipiche), Reumatismo infettivo, certe Angine,
Nefrite, Scarlattina, Setticemia, Endocardite infettiva, ecc.
ANTI-ULCERA
→ VITAMINE (Vit. U).
ANTRACE
Dermatite suppurativa a carattere diffusivo, che colpisce sog-
getti con deficienti difese generali (diabetici, immunodepressi). Nella sua evoluzione si determinano focolai di colliquazione e di necrosi che si aprono verso l’esterno mediante
orifici multipli.
Pyrogenium 5CH, 5 gr. immediatamente (ripetibile 1 v. al dì).
Un’ora dopo:
Hepar sulfur 5CH, 5 gr. (ripetibile 1 volta ogni 48 ore). Un’ora
dopo:
Arsenicum album 5CH, 5 gr. (e ripetibile 1 v. al dì).
Dr. Reckeweg R 1, 15 gtt. 3 v. al dì.
OLIGOELEMENTI: Rame-Oro-Argento.
Fasciatura con l’Unguento K.L.C. o con la pomata Cyrtopodium.
VITAMINE: A, B1, C, → VITAMINE (particolarmente Lievito di
birra).
Dieta, → Foruncolo.
N.B. Richiedere con urgenza un’analisi delle urine (ricerca
dello zucchero). Non spremere l’antrace.
→ Ascesso. Nella fase di cicatrizzazione, → Foruncolo.
ANTRACOSILICOSI
→ Pneumoconiosi, § 1 e 3.
ANTROPOSOFICA, medicina
La medicina antroposofica nasce intorno agli anni Venti
del secolo scorso, accogliendo le richieste dei medici discepoli di Rudolf Steiner (1861-1925), il fondatore dell’antroposofia, corrente di pensiero e di ricerca spirituale detta anche scienza dello spirito. Proprio l’approccio scientifico di ricerca consentì all’antroposofia di dare luogo a
numerose applicazioni pratiche che si sono diffuse in tutto
il mondo, come l’agricoltura biodinamica, la pedagogia
steineriana Waldorf, l’architettura organica vivente e nuove forme d’arte come l’euritmia o arte della parola visibile.
Un medico molto vicino a Steiner, la dottoressa Ita Wegman, volendo dare impulso al movimento medico antroposofico, fondò, con il sostegno di Steiner, la prima clinica di
medicina antroposofica, tuttora esistente ad Arlesheim (Basilea), con il nome di “Ita Wegman Klinik”.
Appare del tutto giustificata quindi l’affermazione che la
medicina antroposofica è nata accanto al letto del malato:
accogliendo i primi pazienti i medici antroposofi hanno
sperimentato le grandi possibilità che tale orientamento
offre per stare vicino all’uomo sofferente. Al giorno d’oggi
esistono numerose cliniche e grandi ospedali antroposofici soprattutto in Svizzera, Germania, Olanda, Svezia e Inghilterra. Contemporaneamente è sorto l’impulso farmaceutico antroposofico, volto a produrre nuovi farmaci per
la clinica e i suoi pazienti; questo impulso ha portato alla
creazione di una vasta farmacopea realizzata da importanti case farmaceutiche come la Weleda e la Wala, che
hanno sedi nei numerosi paesi del mondo dove la medicina
antroposofica si è diffusa. In Italia esercitano oltre centocinquanta medici antroposofi, membri della Società Italia53
ANTROPOSOFICA
na di Medicina Antroposofica.
Non ci sono ospedali ma esiste una struttura di soggiorno,
la Casa di Salute Raphael a Roncegno (Trento), che è un
grande centro di cure termali, fisioterapiche, artistiche e
mediche antroposofiche; inoltre a Milano è attivo il Centro Arte Medica, una struttura dove sono praticate le terapie mediche generali e specialistiche, le varie terapie artistiche e le fisioterapie e idroterapie antroposofiche.
Per informazioni sulla medicina antroposofica e sulla Società Italiana di Medicina Antroposofica(SIMA) si consulti il sito: www.medicinaantroposofica.it.
Riflessioni antroposofiche sulla medicina moderna
La distinzione tra medicina ufficiale e medicina non convenzionale è tuttora oggetto di vivaci discussioni e contrasti. In
questa sede a noi preme mettere in evidenza ciò che caratterizza il pensiero medico antroposofico che, nell’ambito della
scienza, oltre allo sviluppo della conoscenza pone particolare attenzione a un giusto atteggiamento interiore. Rispetto
alla medicina ufficiale che, in maniera considerata scientifica,
parte da una certa immagine o idea di materia per giungere
poi all’uomo, la medicina antroposofica, in maniera diversa
ma altrettanto scientifica, parte dall’uomo per avvicinare la
natura, la vita, la sostanza. Con tale differente approccio si
vuole valorizzare l’aspetto umano della medicina per integrare, risanandoli, gli aspetti più “freddi” della tecnologia applicata in campo medico. La medicina antroposofica, nata in
ambito ospedaliero, non si vuole contrapporre alla fisiologia
classica, ma vuole, senza negarla, ampliarla seguendo un
preciso metodo di ricerca, paragonabile a quello della scienza classica. In termini concreti, chiede al medico di autoeducarsi per cercare di sviluppare delle facoltà percettive in grado di ampliare la coscienza e renderla più sensibile verso
aree di ricerca non meno reali dei fenomeni indagati nelle
università. Il compito proposto è di affinare organi percettivi
così come il cardiologo affina il suo udito, il chirurgo il tatto
o il radiologo la vista. Il medico antroposofo deve quindi
sviluppare una specifica percezione dei processi vitali entro
l’organismo, delle realtà psichiche (animiche) legate alla corporeità e infine di quegli elementi individuali che si integrano
con la realtà fisica, vivente e animica, formandone un’unità
precisa: l’Io, l’individuo attore di una biografia.
L’orientamento antroposofico richiede, a chi voglia accoglierlo, una precisa metodologia di ricerca, segue propri criteri di studio ed elabora una propria terminologia. Come in
ogni ambito scientifico, la scienza dello spirito antroposofica segue una specifica disciplina, in assenza della quale non
si giunge a risultati ragionevoli, così come nessuno può
aspettarsi che chi non abbia una formazione matematica sia
in grado di affrontare la fisica quantistica. Mi preme sottolineare che a fondamento di tale metodologia ci sono i risultati
che Rudolf Steiner stesso aveva ottenuto applicando il suo
metodo di ricerca scientifico-spirituale. Egli non ha mai esercitato direttamente la medicina, ma i frutti delle sue ricerche
54
furono donati ai medici che iniziarono ad applicarli sotto la
sua guida spirituale. Tale metodo scientifico-spirituale ha
permesso di ampliare i confini delle scienze naturali grazie a
conoscenze precise del mondo spirituale e da esso sono sorte
numerose realizzazioni concrete. Ne cito una sola, l’agricoltura biodinamica: una terapia antroposofica della terra che
sta ottenendo risultati formidabili nelle situazioni più difficili.
Si pensi che in Australia oltre due milioni di ettari di terreno
desertificato dall’agricoltura e dall’allevamento industriali
sono stati restituiti alla vita. In seguito a questi risultati, il
governo australiano ha inserito nel proprio organico un
esperto in biodinamica, a rappresentarlo nei grandi convegni mondiali sulla salute della Terra, come quello che si è
tenuto a Rio de Janeiro nel 1992 o quello più recente in Sudafrica. In Italia un testimonial importante dell’agricoltura biodinamica è stato l’oncologo Umberto Veronesi. Rudolf Steiner ha sviluppato un sistema di autoeducazione che offre le
basi per orientarsi verso quella conoscenza che abbiamo prima caratterizzato: esso rappresenta un punto fondamentale
per ogni medico che intenda indirizzarsi alla medicina antroposofica.
Tale medicina si propone di valorizzare – oltre ai reperti sensibili, oggettivabili, misurabili, pesabili, esprimibili in numeri,
relativi all’uomo malato o all’organo indebolito con i suoi
valori alterati quegli elementi che esprimono la situazione
animica, biografica, caratterologica di ogni individualità, coinvolgendo l’ambiente sociale e culturale così da integrare tutti questi fattori nel momento della decisione terapeutica. Collegando questi ambiti di esistenza e di realtà con le considerazioni diagnostiche e le relative osservazioni, siamo di fronte a costellazioni individuali, uniche. Uno schema terapeutico prefissato è pertanto raramente d’aiuto. Tutti i pazienti
che si ammalano di polmonite, ad esempio, hanno alcuni sintomi tipici come febbre, tosse, produzione di catarro (escreato), dolori, malessere, mialgie, valori ematochimici alterati con
innalzamento degli indici infiammatori del sangue (come la
velocità di eritrosedimentazione o VES), reperti radiografici
caratteristici. Ogni paziente però sperimenta la malattia in
modo personale, in altre parole per ogni paziente la malattia
ha un significato diverso.
Ognuno è strappato da un certo ambito della sua vita, dall’attività professionale o dalla famiglia. Un paziente soffre
soltanto di questa malattia; un altro la patisce come fenomeno secondario o come conseguenza di un tumore o di un
intervento chirurgico. Un malato dispone di molte forze di
riserva, un altro era già indebolito prima di ammalarsi. Un
paziente è giovane, ha dei figli piccoli e vorrebbe guarire in
fretta; un altro è anziano, solo e, autosufficiente fino a quel
momento, desidererebbe morire piuttosto che dover, dopo la
malattia, andare in ospizio, e non sa quindi se vuole realmente guarire. Ad ogni malato di polmonite manca qualcosa di
specifico per tornare a sentirsi sano, in un rapporto armonico con l’ambiente. I farmaci naturalmente, sono la base
necessaria per ogni prescrizione medica, la scelta dipende
ANTROPOSOFICA
dalla specifica malattia, dalla sua gravità, dallo stadio della
stessa, se acuta o cronica, dall’età del paziente, dallo stato
delle sue forze, dalla costituzione, dalla collaborazione al processo di guarigione. Inoltre la prescrizione è soggetta alla
concezione che il medico ha della malattia.
Per esempio se egli considera quale causa della polmonite
soltanto i batteri, prescriverà un antibiotico come rimedio
causale. La prescrizione di antibiotici può rendersi necessaria anche per un medico antroposofo, quando ad esempio si
trova di fronte un paziente molto debilitato o anziano o pieno
di paure. Voglio ricordare che negli USA si registrano annualmente dai 40000 ai 70000 decessi per polmonite: questa
malattia si classifica al sesto posto tra le principali cause di
morte ed è la più frequente delle infezioni letali contratte in
ospedale. Dire che con gli antibiotici abbiamo eliminato la
morte per polmonite mi sembra trionfalistico. Il medico può,
in alternativa, considerare la diffusione dei batteri nei bronchi e nei polmoni come conseguenza di un alterato gioco di
forze all’interno dell’organismo malato, dove elementi liquidi
filtrano dal sangue attraverso la parete alveolare invadendo
lo spazio occupato dall’aria e creando così un terreno utile
per la proliferazione batterica. Egli cercherà allora di riportare
l’equilibrio eliminando l’alterazione primaria e stimolando le
forze di autoguarigione del malato. Ad esempio, per contrastare la perdita di calore avvenuta nel torace si possono
adottare misure esterne che cedono calore come i senapismi
oppure prescrivere rimedi antinfiammatori per via interna
come il fosforo; si potrà inoltre somministrare ferro dinamizzato per stimolare il processo respiratorio, antimonio per
riportare ordine sui processi proteici straripati dalle cellule
verso il liquido interstiziale, oppure altri farmaci in dose omeopatica, come l’aconito e la brionia, per ridare forma all’equilibrio dei liquidi organici (parliamo di “organismo liquido”).
La medicina antroposofica ha una sua originale farmacopea
basata sull’uso di minerali, metalli e piante opportunamente
elaborati in senso farmaceutico. Rudolf Steiner ha dato un
nuovo fondamento all’identificazione del farmaco. Egli ha
descritto in modo assolutamente nuovo la “parentela evolutiva” fra uomo e regni della natura, rendendo accessibili
alla conoscenza questi nessi, che naturalmente richiedono,
per essere compresi, un lungo studio e affinamento. Minerali, piante e animali possono essere studiati e conosciuti nello
stesso modo in cui si studia e si conosce l’uomo. Occorre
trovare la “chiave” per dare al singolo paziente quel qualcosa di specifico che gli manca, quel fiore che non fiorisce o
cresce poco nel “suo giardino”, o quel minerale che riequilibra quel “terreno”. Si tratta di applicare un modo di osservare qualitativo, rivolto alle qualità del vivente e del senziente:
caratteristiche, proprietà, forme d’espressione nell’ambito
fisico, chimico, biologico, spaziale e temporale. Nell’insieme
di questi fenomeni si manifestano le forze attive legate alla
natura essenziale di una pianta, di un minerale o di un metallo. Il farmaco identificato in questo modo, entro i regni della
natura, potrà essere poi usato in modo opportuno per cura-
re. Sia si voglia apportare calore oppure ridurlo, sciogliere un
crampo, o stimolare il ricambio oppure attenuarlo, la natura
offre sempre un rimedio valido: si tratta solo di individuarlo.
Il medico antroposofo ovviamente prescrive anche i farmaci
convenzionali, ad esempio una terapia sostitutiva ormonale
come l’insulina in caso di diabete. In generale, però, è data la
preferenza ai farmaci tratti dai regni della natura, con un rapporto terapeutico con l’uomo legato alla comune origine.
Questi rimedi sono attivati grazie ai diversi processi farmaceutici, anche molto complessi, tipici della medicina antroposofica.
L’impiego delle sostanze avviene in modo mirato per agire
verso l’uno o l’altro dei sistemi funzionali differenziati in tale
medicina; la scelta delle piante medicinali non dipende solo
dai principi attivi in esse contenuti, ma anche dalle loro condizioni di crescita e di coltura e dai metodi di rielaborazione
seguiti nel processo farmaceutico.
Ad esempio, se intendo agire sul sistema neurosensoriale,
che sta a fondamento della vita interiore dell’uomo, relativa
alla sfera del pensare, farò ricorso ad un rimedio applicato
per via esterna, come un impacco, e se uso una pianta sceglierò la radice; naturalmente il pensiero potrà essere educato e rafforzato esercitandolo adeguatamente.
Se intendo agire sul sistema del ricambio e delle membra –
il metabolismo e l’apparato locomotore – che sta a fondamento del volere, farò ricorso ad un rimedio assunto per via
interna, come una compressa o delle gocce, e se uso una
pianta sceglierò il fiore e i frutti, e per educarlo, trattandosi
del ricambio, utilizzerò misure riguardanti la dieta e un approccio sano al movimento.
Infine per agire sul sistema ritmico – principalmente il sistema respiratorio e cardiocircolatorio – che sta a fondamento
del sentire, farò ricorso ad un rimedio per via iniettiva, come
un’iniezione sottocutanea o endovenosa, e della pianta sceglierò la foglia e il fusto; prescriverò l’arte e la terapia artistica per curare la salute del sentire, per portare un giusto
ritmo nel tumulto delle emozioni. L’arte sperimentata concretamente nell’ambito animico svolge un ruolo completamente
diverso da quello di un’arte pensata o riprodotta da un libro
o da un video, che in realtà agisce solo sul pensare. Sarebbe
troppo restrittivo considerare la medicina antroposofica soltanto come un orientamento terapeutico che si serve di rimedi naturali. Essa si pone il compito di comprendere in un
tessuto conoscitivo più ampio queste esperienze, integrandole in un’immagine scientifica del rapporto tra uomo e natura, per tendere all’ideale di trovare per ogni condizione il
relativo rimedio. Quest’ultimo potrà essere: un rimedio naturale, uno convenzionale, il colloquio, una delle meravigliose
terapie artistiche antroposofiche o l’euritmia terapeutica,
arte del movimento capace di attivare le forze che stanno a
fondamento delle leggi interiori del linguaggio e dei suoni
musicali, importante per le malattie dell’apparato locomotore
come la scoliosi, i disturbi della vista, dell’udito e del linguaggio, meravigliosa nel trattamento dei bambini disabili.
55
ANURIA
Ciò che stupisce chi visita la Lukas Klinik, la famosa clinica
antroposofica svizzera per la cura dei tumori, vicino a Basilea, è vedere delle persone molto impegnate che passano da
un’occupazione a un’altra, ritrovarsele sedute accanto nel
ristorante della clinica, e scoprire poi che sono dei pazienti,
malati gravi di cancro. Attività quali una terapia artistica o
andare a teatro sono considerate altrettanto importanti quanto
un’iniezione o una pillola.
Ricordo, quando ero un giovane e acerbo medico, il sentimento di gioia e meraviglia che provavo nel vedere alla Lukas
Klinik un malato grave di cancro uscire dalla seduta di acquarello con i pomelli arrossati e mostrarmi entusiasta le sue
opere: un salto epocale rispetto al reparto di pneumologia
oncologica che frequentavo a Milano, dove vedevo solo
visi pallidi in un mondo in bianco e nero.
Sia chiaro che è degno del massimo rispetto ogni medico
che, nell’ambito della medicina tradizionale, cura con dedizione il malato, mettendo a frutto le proprie conoscenze
per lenire la sofferenza.
La critica che si può avanzare è sul piano del pensiero, quel
pensiero materialistico sostenuto da oltre un secolo dalla
visione positivista, che non riconosce una realtà che vada
oltre le molecole. Eppure la fisica moderna già da un secolo
ha superato la dimensione molecolare e atomistica: esistono
infatti infinite realtà e noi uomini ne percepiamo solo una
minuscola parte. Si pensi alle radiazioni o ai suoni di cui noi
ne avvertiamo solo un’infinitesima frazione. Occorre uscire
dalle angustie del laboratorio e percepire le mirabili e infinite
e sfavillanti sfumature del diamante ponendolo alla luce: al
buio o dal punto di vista molecolare è solo un fossile, un
granello di carbone!
Questo atteggiamento conoscitivo si rifiuta di comprendere
che un sorriso può rappresentare una cura più importante di
uno psicofarmaco. Lo sguardo innocente di un bimbo può
armonizzare la nostra anima, come la bacchetta di un direttore d’orchestra, e giungere nella sala macchine della biochimica, fino al complesso coro dei neurotrasmettitori che governano il nostro sistema nervoso: quell’emozione osservata,
pur priva di “concretezza” molecolare, opera fino in profondità. La dolcezza dell’azione dei nostri farmaci antroposofici scompare, si inaridisce, se manca da parte del medico
questo culto dell’umano.
Faccio un esempio pratico: la moderna medicina, a cui appartengo, si vanta a gran voce di aver ridotto la mortalità per
ipertensione.
Prende un uomo di 40 o 50 anni, che spesso ha delle abitudini di vita dannose, e si limita a ridurre nella sua dieta il sale e
i fritti, rinunciando ad agire su proposte vere, anche se faticose, come una dieta interamente riformulata e magari frequentare una scuola di ballo. Gli prescrive un antipertensivo
che quest’uomo dovrà prendere per tutta la vita. In futuro,
invecchiando, egli dovrà molto probabilmente prendere altri
antipertensivi, ma nel frattempo continuerà a mantenere le
sue abitudini errate. Un giorno, quando avrà un piccolo ic56
tus, sarà bacchettato perché ha saltato la pillola salvavita,
mentre la sua esistenza si appiattirà e lui si vedrà ingrigire:
diverrà allora un marito fedele, forse perché gli antipertensivi
lo hanno reso impotente; sarà allora un cliente per nuovi
farmaci atti a concedergli una vita sessuale. Sarà incapace di
emozionarsi per un concerto, perché questo comporta, per
essere gustato, un’emozione che provoca un aumento del
battito cardiaco, che il suo farmaco betabloccante non gli
concede.
Diverrà progressivamente un peso sulla coscienza di figli
aridi, che si preparano, senza saperlo, a percorrere la stessa
strada. Finirà, inghiottendo pillole, con l’aspettare una morte
rimandata in un ospizio, dove lo ha portato la sua incapacità
di percepire le proprie emozioni e una società che non ha
tempo per chi soffre.
Molti di voi forse già conoscono la favola di Tolstoj che
narra di un bimbo che vede i genitori dare al nonno, anziano
e debole, del cibo in una ciotola di legno, non ritenendolo
più degno della ceramica.
Poco dopo, questi vedono il loro bambino intagliare del legno. “Che fai?” gli chiedono. E lui: “Sto preparando la ciotola per quando sarete vecchi!”.
Se la vita perde di qualità, il salvavita non salva proprio nulla, è solo un imbroglio: una pillola contraccettiva contro la
morte vascolare. Ho visto uomini letteralmente rifiorire dopo
aver avuto il coraggio di abbandonare una terapia che è un’ingessatura dell’anima. Recuperare una vita degna di essere
vissuta: questa è la vera qualità di vita!
(Sergio Maria Francardo)
ANURIA
Assenza di urina nella vescica, dopo sonda vescicale; il malato non urina da 24 h. Si distinguono due tipi di anuria:
I. Anuria vera o anuria secretoria.
1. Vi è arresto della secrezione, il rene è bloccato e non produce più urina. Cause frequenti: Nefrite acuta tossica, avvelenamento da sali di mercurio, di piombo, da funghi (amanita
phalloides), inalazione di tetracloruro di carbonio o di idrogeno arsenicato, ecc.; talvolta incidente da trasfusione del
sangue (sangue incompatibile); insufficienza renale cronica,
o conseguenze di un grave trauma, uno shock ostetrico (aborto settico, parto difficile).
a) Anuria durante uremia, → Urea e Uremia, V, § 4a.
b) In caso di anuria con febbre e soprattutto se il soggetto è
tornato da poco da una regione sospetta, pensare al Paludismo.
2. Il medico sarà chiamato con estrema urgenza; molto spesso si riterrà necessario il trasporto del malato in un centro
ospedaliero specializzato.
3. Tuttavia, se nel frattempo la causa dell’anuria può essere
conosciuta, si potrà dare al malato una dose (o 5 gr.), alla
9CH, di uno dei seguenti rimedi:
AORTITE
a) Nefrite acuta:
Cantharis 9CH, bruciore alla vescica, sete.
Apis 9CH, nefrite con edema, assenza di sete, aggravamento
con il calore.
Helleborus niger 9CH, malato prostrato, assenza di sete,
miglioramento con il calore.
Mercurius corrosivus 9CH. con, in più, violento tenesmo
vescicale e talvolta rettale.
L. 8 Lehning, 20 gtt. 3-5 v. al dì.
b) Intossicazioni, avvelenamenti:
Plumbum metallicum 9CH, da piombo.
Mercurius corrosivus 9CH, da mercurio.
Carboneum tetramuriaticum 9CH, da tetracloruro di carbonio.
Arsenicum Hydrogenosum 9CH, da idrogeno arsenicato.
Amanita phalloides 9CH, da amanita falloide, o ovolo verde,
ecc.
c) Dopo intervento chirurgico (soprattutto genito-urinario):
Staphysagria 9CH, una dose.
Causticum 5CH, Arnica 5CH, 2 gr. 2 v. al dì, alternando.
d) Malattie infettive.
Si ritrovano qui le indicazioni, alla 9CH, di Cantharis, Apis,
Helleborus niger, Mercurius corrosivus (v. sopra, a).
II. Anuria escretoria o falsa anuria.
In questo caso vi è un ostacolo meccanico tra il rene e la
vescica. Cause frequenti: Litiasi (anuria litiasica, con dolori
simili a quelli della colica renale), Stenosi, Tumore pelvico,
da trattare in ambiente ospedaliero.
Tuttavia, aspettando il medico, si potrà dare:
1. Anuria escretoria da litiasi, calcolo urinario.
Lycopodium clavatum 9CH, una dose (o 5 gr.).
Pareira brava composé, 10 gtt. ogni h (o Pareira brava 4CH,
2 gr. ogni h).
Rubia Complexe n° 3 Lehning, 20 gtt. 3 v. al dì.
2. Anuria escretoria da paresi o da paralisi.
Causticum 9CH, una dose (o 5 gr.), se paralisi di origine
vescicale. Prima dell’anuria, il malato accusava già minzioni
difficili (talvolta più facili in piedi), o presentava incontinenza urinaria tossendo.
Conium maculatum 9CH, una dose (o 5 gr.), se paralisi di
origine midollare (che ha un rapporto col midollo spinale o
col midollo osseo). Il malato era già “lento” fisicamente e
psichicamente.
Opium 9CH, una dose (o 5 gr.), se paralisi di origine cerebrale. Il malato, indolente, appesantito, presentava già incontinenza urinaria e la sua sensibilità generale era diminuita.
N.B. Non confondere l’Anuria, in cui vi è assenza di urina
nella vescica, con l’Oliguria, in cui vi è una diminuzione
della quantità delle urine, e con la Ritenzione di urina, in cui
vi è urina nella vescica ma non può essere eliminata.
Sarà bene tuttavia consultare queste voci, che presentano
punti e rimedi comuni.
AORTITE
I. Aortite acuta.
Può essere causata da varie malattie infettive ed è accompagnata talvolta da endocardite; dolori precordiali, accessi di
dispnea.
1. Aconitum ferox 5CH, Arnica 5CH, Apis 5CH, Glonoin 4CH,
2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
Dr. Reckeweg R 2, 15 gtt. 3 v. al dì.
Se il malato è un accanito fumatore, aggiungere:
Tabacum 5CH, Caladium 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
Dr. Reckeweg R 63, 15 gtt. 3 v. al dì.
N.B. In mancanza di Aconitum ferox 5CH, usare Aconitum
5CH, 2 gr. 2 v. al dì.
2. Aortite infettiva.
Ai rimedi del 1, aggiungere:
Arsenicum album 5CH, Veratrum viride 5CH, Bioterapico
Pyrogenium 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
3. Riposo fisico e psichico. Interruzione dei rapporti sessuali. Dieta, → Dieta ipotossica. Caffè, tè, alcol e tabacco rigorosamente vietati. Evitare l’aerogastria, l’aerocolia, la dilatazione dello stomaco.
VITAMINE: B1, E, P, → VITAMINE.
4. Fare trattare la causa: Paludismo, Febbre tifoide, Reumatismo articolare acuto, Streptococcinemia.
L’aortite è spesso causa di angina pectoris; fare trattare le
lesioni frequentemente associate (cuore, fegato, sistema nervoso, reni). Se occorre, cura termale.
II. Aortite cronica.
1. Dipendente da ateroma e da sclerosi; cause frequenti:
intossicazione, sifilide.
Crisi di dolori retrosternali, accompagnate da dispnea.
Adrenalinum 7CH, 5 gr. ogni 15 giorni.
Tabacum 5CH, Cactus grandiflorus 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1
v. al dì.
Antimonium arsenicicum 5CH, Natrum iodatum 5CH, 2 gr.
un giorno l’uno, un giorno l’altro.
2. Aneurisma dell’aorta.
In dipendenza da aortite, eredità, malattie infettive anteriori
(reumatismi).
Adrenalinum 9CH, Bioterapico Luesinum 7CH, dosi da alternare ogni 10 giorni.
Coccus cacti 5CH, Cactus grandiflorus 5CH, Lycopus virginicus 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
57
APATIA
Se epatismo, aggiungere:
Lycopodium 5CH, 2 gr. a giorni alterni.
3. Consigli e dieta, → Aortite acuta, § 3.
APATIA
Incapacità di sentire emozioni e di reagire; il soggetto è indifferente a tutto, anche al piacere, in seguito ad uno stato di
depressione o a indolenza.
Aspettando il trattamento psicoterapico dello specialista:
Ambra grisea 5CH, Muriaticum acidum 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì, i giorni pari.
Anacardium orientale 5CH, Helleborus niger 5CH, 2 gr. di
ciascuno, 1 v. al dì, i giorni dispari.
Triptosind, 1 cp. 2-3 v. al dì.
BFX-CR 6, il contenuto di 1 cps 2-3 v. al dì.
OLIGOELEMENTI: Rame-Oro-Argento, un misurino al risveglio.
In una donna, la cui apatia coinvolge agli altri membri
della famiglia, ai figli, al marito, aggiungere:
Sepia 9CH, 5 gr. (o una dose), ogni 15 giorni.
Sepia Complexe n° 20 Lehning, 2 cp. 2 v. al dì.
Aggiungiamo le seguenti caratteristiche:
7) tendenza dei sintomi (particolarmente dei dolori e degli versamenti) a cambiare sede molto rapidamente;
8) crisi acute e improvvise;
9) assenza di sete (Puls., Gels.) con questa particolarità
che nella febbre è presente durante il brivido e sparisce
dopo;
10) lateralità destra molto netta.
Indicazioni generali:
1. Il soggetto Apis e spesso un tubercolinico;
2. Apis è indicato quando l’esantema d’una febbre eruttiva esce poco o rientra prematuramente, specie in caso
di scarlattina (Apis agisce sui reni e produce albuminuria), e quando ne risultano fenomeni meningei e cerebrali;
3. Se durante un’affezione acuta il malato è ora secco e
caldo ora in traspirazione, con assenza di sete, bisogna
pensare subito ad Apis.
APIS MELLIFICA (M. M.)
L’ape
Apparato cutaneo
Apis sarà allora il rimedio delle infiammazioni acute,
che evolvono con estrema acutezza, con edema e versamento.
Il tipo sarà realizzato nell’orticaria, in certe forme d’erisipela, in certi foruncoli.
Anche gli edemi si producono rapidamente nelle manifestazioni articolari e renali del rimedio.
Apis sarà generalmente indicato in una eruzione densa,
spessa, a volte rosea e d’una rugosità apprezzabile dalle
dita.
Riassumendo: quando c’è infiltrazione del tessuto cellulare, stato edematoso o idropico, Apis sarà il primo
rimedio al quale si deve pensare.
Quando un’ape punge la cute l’azione è brusca e violenta. Si sente un dolore puntorio bruciante, si infiltra
la cute con un edema più o meno abbondante, di colore
roseo. Se si tocca o si applicano compresse calde loco
dolenti si aggrava il dolore che è invece calmato da
applicazioni fredde.
Le sue grandi caratteristiche sono:
1) inizio molto brusco e violentissimo dei sintomi, sia
dei dolori, come dei versamenti o delle altre manifestazioni;
2) dolori brucianti come fuoco o come aghi arroventati;
3) miglioramento col freddo in generale e con applicazioni fredde;
4) aggravamento col calore soprattutto da applicazioni
calde, ma anche restando in una stanza calda o a letto;
5) estrema sensibilità al tatto;
6) congestione cutanea locale, edema e versamento sieroso.
Apparato mucoso
Presenta le stesse caratteristiche: flogosi ed edema con
qualche particolarità dovuta alla loro struttura e funzione:
Congiuntiva
Ogni affezione oculare con chemosi. Scollamento della
retina.
Apis previene la recidiva degli orzaioli. Manifestazioni
dolorose oculari dopo aver fissato una superficie bianca, per es. neve, senza la protezione di lenti scure.
Mucosa faringea
Angine molto rosse con edema. L’ugola pende come un
piccolo sacco pieno d’acqua.
Mucosa laringea
Improvviso edema della glottide che soffoca.
Mucosa intestinale
Diarrea: feci involontarie a ogni movimento, come se l’ano
fosse aperto.
API (punture)
Tre rimedi antidotano la puntura d’ape: Calendula, Carbolic Acidum e Guaco (tutte le punture d’insetti). Si usano
all’esterno in T.M. e per via interna in diluizione. Si può usare
il veleno d’ape in iniezioni sottocutanee 3 nel reumatismo
articolare acuto.
→ Puntura d’insetto.
58
APITERAPIA
Apparato sieroso
Pleura
Il versamento appare molto bruscamente ed evolve con
rapidità, con dispnea spesso molto intensa. Sensazione
come se ogni respiro fosse l’ultimo (anche senza affezioni toraciche).
Sinovie
Reumatismo con edema periarticolare o notevole versamento intraarticolare; l’articolazione è tesa, rosea,
estremamente sensibile al contatto, alla pressione, al minimo movimento. Aggravamento con applicazioni calde.
Miglioramento con freddo. Idrartrosi infiammatoria del
ginocchio.
Endocardio e pericardio: loro infiammazione.
Meningi
Il malato è molto rapidamente abbattuto, fino al coma;
gira la testa da un lato all’altro o l’affonda nel cuscino,
digrigna i denti, grido idrencefalico, si scopre costantemente, non porta mai le mani alla testa (aggravamento al
tatto e pressione); è aggravato dai bagni caldi e migliorato dalle compresse fredde.
Peritoneo
L’addome è timpanico, dolente al minimo contatto come
al minimo sforzo: ascite, idropisia, peritonite bacillare,
tifo grave. Enterite delle febbri eruttive quando ’eruzione è sparita improvvisamente.
Apparato urinario
Rene
Urine rare, albuminose, scure, anche sanguinolente. Edema che appare repentinamente alle palpebre, specie palpebra inferiore che pende come un sacco d’acqua; alle
estremità, alla faccia e si generalizza molto presto: anasarca.
Vescica
Dolori brucianti molto vivi urinando (a gocce). Ritenzione d’urina nei poppanti. Notare che con Cantharis sono
questi i fenomeni urinari che appaiono all’inizio, gli edemi in seguito; con Apis il contrario.
Apparato genitale
L’ovaio
Funziona male, donde amenorrea e dismenorrea.
Amenorrea con sensazione di bearing-down, disturbi nervosi, malinconia, incubi, scarsa coordinazione delle mani:
lascia cadere tutto quello che tiene. Bearing-down, ma
meno accentuato di quello di Sepia e di Natrum Muriaticum.
Dismenorrea con dolori da puntura, brucianti.
Cisti dell’ovaio, ovariti e in particolare ovarite dei tubercolotici. Insieme al dolore nell’ovaio destro c’è spesso
un dolore riflesso verso il seno, ma del lato sinistro.
Altre indicazioni
Flebiti, linfangiti e linfedema cronico o post-operatorio.
APITERAPIA
Storia del veleno d’api in medicina
La terapia con il veleno d’api è conosciuta da tempi remoti.
Ippocrate (460–377 a.C.), padre della medicina, usò il veleno
d’api e lo chiamò Arcanum, un rimedio davvero misterioso.
Esiodo (800 a.C.), Aristofane (450–388 a.C.), Varro (166–27
a.C.) e Columella (100 a.C.) già parlarono dei benefici di mantenere le api. Galeno (131–201 a.C.), padre della fisiologia
sperimentale, menzionò il veleno d’api nei suoi trattati sulla
medicina. Si pensa che Carlo Magno in persona si sia sottoposto a cure con punture d’api. Nel Corano (XVI: 71) il veleno d’api è descritto nei seguenti termini: “Dai ventri delle
api è prodotta una sostanza che è una medicina per gli
uomini”. Una descirzione delle virtù terapeutiche del veleno
d’api è presente nella Historia naturalis di Plinio il vecchio,
scritta nel 14 a.C.
Monfat (1600–1634) prescrisse api d’allevamento, tra le altre
cose, per problemi renali, per il rafforzamento del tratto urinario e un miglior flusso dell’urina. Nel 1859, il dottor Desjardins in Francia pubblicò il primo articolo scientifico sull’Abeille Medical, nel quale descrisse i suoi trattamenti a base di
punture d’api, che diceva di aver usato con successo in tutti
i tipi di condizioni reumatiche. Riportò persino due casi di
cancro della pelle che disse di essere stato in grado di curare.
Nel 1864, il professor Libowsky di San Pietroburgo in Russia, parlò nel Courier Medicale del suo successo con l’apiterapia, non solo nei reumatismi come tali, ma anche in casi di
nevralgia e febbre intermittente. Già a partire dal 1850 troviamo affidabili rapporti pubblicati su riviste scientifiche sui
buoni risultati nel trattare pazienti reumatici con punture d’api.
La nascita dell’apiterapia come scienza si fa risalire al dottor
Philip Terc di Marburg, in Austria. Deriso per tutta la carriera
dai suoi colleghi medici, egli applicò, in 25 anni di apiterapia
(1880–1905), 13900 punture d’api a circa 500 pazienti reumatici. Sulla sua scia e grazie all’immissione sul mercato di veleno d’api iniettabile (Kretschy, 1928), furono non pochi i rappresentanti di ospedali e cliniche in Europa che iniziarono ad
usare l’apiterapia nella loro pratica.
I ricercatori Yoannovitch e Chahovitch scrissero un interessante articolo che apparve nel giugno 1932 sul Bulletin Académie de Médecine. Oggetto dello studio: il trattamento di
tumori da laboratorio con veleno d’api. Essi prima produssero cancri sulle orecchie di un coniglio e poi li trattarono con
veleno d’api. “A seguito delle iniezioni di veleno d’api i
tumori si ammorbidirono, si contrassero in dimensione e
delle parti si staccarono con susseguente cicatrizzazione.
Il fatto che più attirò l’attenzione fu che il veleno d’api
ebbe un effetto anche sui tumori dell’altro orecchio, dimostrando così di avere non solo un’azione locale, ma anche
remota e cioè sistemica”.
Recenti studi hanno messo in evidenza la capacità del veleno d’api di bloccare la trasmissione di impulsi nervosi da una
cellula all’altra nei gangli del sistema neuro-vegetativo. Così
il veleno d’api può essere utile nell’ipertensione arteriosa,
59
APITERAPIA
nelle ulcere trofiche, nell’emicrania, nell’endoarterite obliterante delle estremità e altre malattie.
I lavori del Prof. Artemov, dell’Università di Gorki, Russia,
provano che il veleno d’api stimola le capsule surrenali inducendo un aumento del tasso di cortisone nel plasma sanguigno. Le ricerche fatte dal dottor Weissmann (New York State
University School) provano che la stimolazione delle ghiandole surrenali si ottiene a sua volta per stimolazione dell’ipofisi. La stimolazione delle ghiandole surrenali non è che una
delle reazioni immunologiche provocate dal veleno d’api.
Un’altra è l’aumento del tasso d’interferone. L’interferone,
agente anti-virale e anti-cancerogeno è oggi il principale oggetto di ricerche cliniche.
Oggi numerosi fautori dell’apiterapia affermano che il veleno
d’api è un ottimo rimedio per alleviare dolori cronici e per
trattare numerose patologie, tra cui malattie reumatiche nelle
quali ci sia infiammazione e degenerazione del tessuto connettivo, malattie neurologiche (emicranie, nefriti periferiche,
dolore cronico alla parte inferiore della schiena), malattie autoimmuni (sclerosi multipla, lupus) e affezioni dermatologiche (eczema, psoriasi, herpes, infezioni virali).
Il veleno d’api sblocca le condizioni patologiche che impediscono all’organismo di liberarsi dalle tossine. Il dottor Klinghardt negli USA da anni lo usa nei casi di avvelenamento
da mercurio delle otturazioni dentali. Dopo iniezioni di veleno d’api gli elementi tossici sono rilasciati dall’organismo
nelle urine in copiosa quantità.
Negli Stati Uniti sono oltre 5000 i malati di sclerosi multipla
attualmente in cura con veleno d’api. Molti sono già guariti
e ci sono alcuni libri che narrano come ciò sia avvenuto. Si
apre una porta su un’altra connessione peculiare, quella del
veleno d’api e delle malattie autoimmuni (che sono strettamente legate ad inquinamento e intossicazioni croniche). Già
nel 1923 Boinet aveva pubblicato sulla rivista Marseille Medicale “Due casi di guarigione di lupus con punture d’api”.
Bodog Beck
“All’inizio del ‘900 il dottor Maberly si recò da un pensionato che aveva sviluppato artrite cronica. Le gambe e le
braccia era fortemente piegate, il ricurvamento faceva sì
che il mento si trovasse all’altezza del petto, non era in
grado di aprire la bocca più di 3–4 cm. Il dolore non lo
lasciava mai. La sera stessa di quella visita, Maberly incontrò per caso un esperto di api che, dopo aver sentito del
caso dell’uomo, disse che quella era proprio una condizione che poteva essere trattata con veleno d’api. Il dottore
gli chiese di assisterlo a iniziare il trattamento d’api e, nel
giro di due mesi, questa terapia permise al paziente di alzare la testa, aprire la bocca completamente, mentre i dolori nei legamenti erano quasi tutti spariti”.
Ispira stupore e curiosità un’epoca in cui un apicoltore può
insegnare più dei libri di medicina, un’epoca in cui un medico
generico può diventare un pioniere.
Espressione di tale epoca è un dottore dell’Europa Centrale,
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Bodog Beck, contemporaneo di Freud (padre della psicoanalisi) e di Semmelweiss (padre dell’antisepsi). Nato intorno
al 1871 a Budapest, Ungheria, Beck fu affascinato dalla natura sin da ragazzo. Giovanissimo raccoglieva da solo il miele
delle sue arnie. La sua passione per le api sarebbe durata
tutta la vita e lo avrebbe portato ad una profonda esplorazione di tutti gli aspetti del loro mondo. Servì nell’esercito nazionale durante la prima guerra mondiale, alla fine della quale
emigrò negli Stati Uniti, sistemandosi a New York. All’inizio
degli Anni Trenta si era affermato come dottore tra l’élite
della parte nord-orientale della città. Sebbene lavorasse come
medico generico in un locale ospedale, il Saint-Mark, il suo
primo amore era stata l’apiterapia e fu a questa disciplina che
egli si dedicò assiduamente fino alla morte, avvenuta il 1
gennaio 1942.
Nessuno prima che Beck pubblicasse il libro Bee Venom Therapy nel 1935 si era preposto un obiettivo tanto ambizioso,
quello cioè di presentare sistematicamente tutto ciò che si
sapeva sul terreno dell’apiterapia, sia teoricamente che praticamente. Il dottor Beck si era dedicato per anni alla collezione di qualsiasi elemento pertinente alle api (monografie, articoli di giornale, appunti personali, materiale fotografico, rarità). Egli stesso parlava fluentemente tutte le lingue della sua
collezione, che oltre a moderne opere europee includeva scritti
antichi in greco e latino.
Beck si fece carico di raccogliere l’esperienza di colleghi praticamente di tutto il mondo e di tutte le epoche. Molti articoli
furono rintracciati tra la letteratura scientifica, altri tra la stampa
profana, molti casi gli furono inviati da apicoltori che riempirono un questionario distribuito da alcune riviste specializzate.
“Un tale lavoro di natura enciclopedica sull’argomento
non era mai stato tentato prima del 1935 e si può dire che
quest’affermazione valga anche oggi. Il dottor Beck non è
stato mai eguagliato nella sua abilità di gestire la disciplina dell’uso terapeutico del veleno d’api.” dottor Harold
Goodman, 1997.
“Questo libro è ancora il miglior testo sull’argomento”,
così scriveva nel 1981 Charles Mraz, padre dell’apiterapia
nel periodo post-Beck, introducendo una ristampa dell’opera.
Il lavoro fu riproposto di nuovo solo nel 1981, quarant’anni
dopo, dal dottore osteopata, L. A. Doyle, di Osage, Iowa. Da
allora il libro è stato ristampato numerose volte, poiché sembra che ogni edizione svanisca immediatamente dopo la sua
uscita. Le più recenti edizioni sono di Apitron Services (1996)
ed Health Resources Press (1997).
Questa traduzione dell’originale versione inglese intende
offrire un tesoro ineguagliato di informazioni agli apicoltori
italiani, nonché ai lettori appassionati di api, alle persone
afflitte dalle varie forme di artrite e reumatismo e, in generale,
a chiunque si chieda: “Che cosa può fare il veleno d’api per
me e per i miei amici?”
(Lorenzo Acerra)
APITERAPIA
La chimica del veleno d’api
Il veleno d’api è una sostanza prodotta da alcune speciali
ghiandole situate nell’addome dell’ape ed espulsa con l’aiuto dell’apparato del pungiglione. È un liquido acquoso limpido con un sapore pungente, amaro e un odore aromatico
(paragonabile a quello di banane mature), una sostanza decisamente acida. Il suo peso specifico è 1.1313. È facilmente
solubile in acqua e acidi, quasi insolubile in alcool. Contiene
il 30% di materiale solido. Il peso di una puntura d’ape media
è di circa 0.2 – 0.3 mg, cioè circa 1/500esimo del peso corporeo dell’ape. Il veleno si secca rapidamente a temperatura
ambiente. Asciugandosi si converte in una sostanza gommosa, senza alcuna perdita di virulenza. È molto termostabile, può infatti sopportare temperature di 100° C per dieci giorni senza perdere la sua potenza.
Il freddo, persino il congelamento, non distruggono i suoi
effetti. Il lievito non modifica il veleno, anche dopo esposizioni di molte ore. Non può essere dializzato attraverso membrana: ciò significa che è di natura colloidale.
Il veleno d’api è facilmente distrutto da sostanze ossidanti
come potassio permanganato o potassio solfato; elementi
alogeni, quali cloruro e bromuro, lo distruggono molto rapidamente; l’effetto dello ioduro è molto più lento. L’alcool
possiede un forte e distruttivo effetto sul veleno. Fermenti
digestivi e fermenti vegetali indeboliscono rapidamente il
veleno e, viceversa, il veleno d’api rapidamente ne compromette l’efficacia, in una parola, si distruggono a vicenda.
Quest’azione è anch’essa una caratteristica comune di entrambe le famiglie di fermenti verso altri veleni animali, per
esempio, il veleno di serpente.
L’ammoniaca e tutte le sostanze basiche neutralizzano prontamente e completamente il veleno d’api. Gli acidi forti e anche i forti antisettici lo distruggono rapidamente. Sporcizia,
fermenti autolitici e batteri sono altresì distruttivi per il veleno. Non ha effetto su pelle che non presenti ferite (a meno di
rarissimi casi di allergie in cui anche la vicinanza di materiale
apistico, un guanto o altro, può provocare dermatosi pruriginose).
La sua azione è potente invece sulle membrane mucose, ad
eccezione del tratto alimentare; i fermenti salivari, gastrici e
intestinali lo distruggono rapidamente. Per questo il veleno
d’api (come quello di serpente), se ingerito è di solito inefficace. Naturalmente se si succhia sulla ferita per assistere
una vittima di puntura d’api, non bisogna avere ferite od
infezioni del cavo orale. In molti casi, un tale tipo di soccorso
ha causato violenti sintomi al soccorritore.
Produce un effetto particolarmente forte sulla congiuntiva e
le superfici nasali. Una soluzione di veleno diluito 1 a 1000
produrrà immediatamente una netta reazione sulla congiuntiva di un coniglio (anzi tale reazione è così affidabile e costante che è usata per valutare la virulenza del veleno d’api
iniettabile). Il veleno secca subito. Se tenuto lontano da
umidità si conserverà per anni. Nella glicerina si conserva
indefinitamente senza perdere tossicità.
Secondo Langer, una soluzione allo 0.1% di veleno d’api
ritarda la crescita degli streptococchi (che si ritiene essere
importanti precursori dei problemi artritici).
Effetti fisiologici del veleno d’api
Il veleno d’api produce sull’organismo umano tre tipi di reazioni: effetti neurotossici, effetti emorragici, effetti emolitici.
Effetti neurotossici
Un’importante proprietà tossica del veleno d’api è la sua
azione distruttiva sui tessuti nervosi centrali. Il processo è
simile all’azione di altri veleni neurotossici, per esempio il
veleno di serpente. L’effetto neurotossico del veleno d’api
ha una azione molto marcata, specifica. Negli incidenti da
punture d’api multiple, gli effetti neurotossici delle punture
d’api entrano in gioco mettendo a rischio la vita della vittima:
tanto più elevato è il pericolo quanto maggiore la quantità di
veleno assorbita.
Mentre gli effetti emorragici ed emolitici (le due altre caratteristiche del veleno) hanno un’azione più estesa, generale,
l’effetto neurotossico produrrà un’azione centrale distruttiva che è poi seguita da disturbi periferici.
Il veleno d’api, come il veleno di serpente, ha una maggiore
resistenza quando è in forma secca rispetto a quando è in
soluzione, e lo stesso può essere detto della neurotossina.
L’effetto neurotossico del veleno essiccato non sarà distrutto a 190°C. I raggi solari hanno un forte effetto distruttivo sul
veleno in soluzione, ma non sul veleno essiccato.
Effetti emorragici
L’effetto emorragico è una delle caratteristiche più distinte
del veleno d’api.
L’emorragina porta i capillari a diventare permeabili al sangue. Il sangue fuoriesce da tutte le mucose e superfici sierose senza visibili lesioni. L’emorragina allo stesso tempo ha
un effetto depressivo sui vari centri nervosi e sulle terminazioni dei nervi, causando una rapida diminuzione di pressione sanguigna.
L’azione emorragica è prodotta dai proteidi e dalle globuline
del veleno (che sono precipitate ma non distruttte dall’alcool). L’entità dell’effetto emorragico del veleno è proporzionale alla quantità di questi corpi per natura simili a globuline.
Il riversamento ha luogo non per diapedesi (cioè passaggio
di cellule dal sangue attraverso le pareti intatte dei capillari),
ma per vera e propria rottura delle pareti, non coinvolge solo
i globuli rossi ma anche quelli bianchi.
L’emorragina invade il sistema nervoso centrale solo raramente. È il principale componente tossico del veleno di crotalo nonché di quello d’api. Questi due veleni hanno una
speciale affinità per le cellule endoteliali, delle quali le pareti
dei vasi sanguigni e linfatici sono costituite. Il veleno di
cobra, dall’altra parte, ha una speciale affinità per il sistema
nervoso, producendo scarsi mutamenti di altri tessuti. È forse un’affinità per la lecitina?
Gli esperimenti di Monac-Lesser, Taguet, Laignel - Lavastine
e Koressios, nel cercare di curare il cancro col veleno di
61
APITERAPIA
cobra, mi sembrano basati su un principio del tutto erroneo.
Non è sicuramente sorprendente notare il notevole effetto
analgesico (che supera di molto quella della morfina) che
essi registrano persino in casi incurabili, a causa dell’azione
neurotossica del veleno di serpente. L’affinità selettiva del
veleno per i fosfolipidi delle cellule nervose è fuori dubbio,
ma solo veleni con azione emorragica, quali il veleno di
crotalo o d’api, possono avere la possibilità di portare ad un
processo ricostruttivo. Infatti l’antiveleno di cobra ha effetti
antineurotossici ma non antiemorragici e, viceversa, l’antiveleno di crotalo ha effetto antiemorragico ma non antineurotossico. L’antiveleno di crotalo è stato usato con successo per contrastare gli effetti del veleno d’api.
Da un punto di vista clinico, l’emorragina del veleno d’api è
estremamente importante. Troviamo spesso nelle reazioni alle
punture d’api i tipici effetti emorragici. Molte fatalità furono
dovute ad emorragie cerebrali.
Effetti emolitici
Un’altra importante caratteristica azione fisiologica del veleno d’api sul sangue è il suo effetto emolitico, emotossico.
Il sangue ha di per sè una grande capacità antiemolitica, una
misura strettamente difensiva che è probabilmente dovuta al
suo contenuto di colesterolo. L’intera teoria dell’immunità
sembra basarsi sul fatto che quando un organismo è immunizzato da graduali dosi di un veleno o tossina, un automatico aumento di colesterolo nel plasma sanguigno agisce da
difesa neutralizzante, da sostanza antitossica. Già Phisalix
aveva affermato che la colesterina ha un effetto immunizzante sul veleno di serpente, e ne è un vero antidoto.
Se una piccola quantità di veleno d’api è aggiunta ad un
campione di sangue in una provetta, vi troveremo pochissimi eritrociti. Troveremo però emoglobina e, analizzando al
microscopio, metemoglobina. Il veleno d’api è un potente
veleno emolitico. L’effetto emolitico è prodotto dall’emolisina, che agisce non solo sui globuli rossi del sangue ma anche su quelli bianchi.
L’azione della lecitina è l’opposto di quella del colesterolo.
Se aggiungiamo la lecitina al veleno d’api puro la loro combinazione (lecitide) aumenterà notevolmente il potere emolitico del veleno. Morgenroth e Carpi scoprirono che la lecitide
del veleno d’api è 200–500 volte più emolizzante del veleno
stesso.
Le ricerche di Kyes e Sachs hanno un’importanza sulla scienza dell’immunità maggiore di quello che si potrebbe pensare.
Nel veleno di animale, essi affermarono, c’è una sostanza di
carattere ambocettore che è enormemente attivata da certi
complementi del siero (la lecitina è uno di questi attivatori).
Più veleno è presente, di meno lecitina si ha bisogno per la
completa emolisi, e viceversa.
Morgenroth e Carpi pensarono che valesse la pena di portare avanti ulteriori studi sulle caratteristiche della tossilecitide più che sulle altre tossine. La tossilecitide è un prodotto
a mezza strada tra la prolecitide, sostanza non caratterizzata
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chimicamente, di carattere ambocettore, e la lecitina. Molte
domande sulle conoscenze teoriche dell’immunità ci conducono alla tossilecitide come ponte delle tossine batteriche.
Artrite e veleno d’api
Sappiamo che la temperatura varia in diverse parti del corpo,
fatto che deve essere logicamente attribuito al contenuto di
sangue o alla maggiore o minore circolazione. Nell’artrite
unilaterale non solo c’è, occasionalmente, una temperatura
sul lato affetto diversa dal normale, ma si può a volte notare
una sua anormale fluttuazione nel tempo.
È facile comprendere perché sono usate cure per la vecchiaia
quali l’esercizio, il massaggio e il calore, in quanto queste
tendono ad aumentare la circolazione. Una corretta circolazione è un fattore importantissimo in ogni parte dell’organismo. La funzione dei nervi può anche cessare, ed è ciò che
succede nella paralisi: il sistema è, però, ancora in grado di
effettuare alcuni dei suoi compiti; invece, una circolazione
sospesa significa una distruzione dei tessuti che, per la mancanza di ossigeno, vengono soffocati.
Problemi circolatori
Goldschmidt e Light spiegarono che ci sono importanti influenze esterne e interne che condizionano il flusso del sangue attraverso le parti periferiche del corpo, la conseguente
variabilità del contenuto gassoso del sangue delle vene, la
saturazione di ossigeno e il contenuto di biossido di carbonio. Se il braccio è esposto ad alte temperature ne risulterà
dilatazione vascolare e l’aumentato contenuto di ossigeno
porterà alla saturazione, cioè 88% di ossigeno. Secondo Wells,
tessuti iperemici contengono più ossigeno e meno CO2 del
sangue normale.
La circolazione nei legamenti è in generale molto limitata. I
tendini hanno una povera circolazione del sangue e le cartilagini non ne hanno affatto. Una quantità minima di sangue
raggiunge i legamenti e le loro più immediate vicinanze attraverso finissimi vasi capillari. L’ossidazione e il metabolismo
sono limitati, anche in normali condizioni. In casi di mialgia;
se osserviamo con attenzione, troviamo che la maggior parte
dei punti sensibili si trovano all’inserzione dei tendini con le
ossa.
Il fluido sinoviale, una sostanza indispensabile in tutti i legamenti, è in strettissima correlazione con una buona circolazione. Un minimo disturbo funzionale in una parte importante dell’organismo può produrre danni incalcolabili. A volte
una semplice disfunzione meccanica può causare un danno
locale incomparabilmente maggiore. Possiamo dividere le
cause che producono queste modificazioni distruttive in due
classi: a. esogena; b. endogena.
Fattori esogeni – Qualsiasi piccola interferenza nella circolazione dei capillari produrrà importanti disturbi patologici
nei meccanismi del corpo. Se la circolazione è disturbata, i
legamenti e le loro coperture, i muscoli, i tendini, i nervi, sono
privati del loro nutrimento e della quantità necessaria di os-
APITERAPIA
sigeno. Anche i batteri crescono di più in mezzi poveri di
ossigeno. A volte può essere un’influenza meccanica, spesso anche termica: correnti d’aria, freddo, umidità, etc. Altre
volte, sfavorevoli condizioni occupazionali, industriali, sociali e domestiche: contadini, conducenti, addetti alle lavanderie o a stanze e cantine umide, spesso sono vittime di
artrite e reumatismi.
Sicuramente la gran parte delle condizioni artritiche e reumatiche sono dovute all’esposizione al freddo. Dormire in letti
freddi, umidi, stendersi sul pavimento, etc., producono spesso
febbre reumatica. Questo fatto può anche spiegare alcune
fasi della “febbre”. Il corpo umano non solo possiede una
certa quantità di calore, ma, secondo la legge della fisica, ne
irraggia anche. Se il corpo è raffreddato, questa perdita di
calore sarà compensata da un automatico aumento della temperatura. Le malattie reumatiche sono prevalenti in climi moderati. Nelle regioni molto fredde o tropicali, invece, sono
alquanto rare poiché le variazioni climatiche non sono così
estreme. Nelle nazioni fredde gli abitanti sono molto ben protetti da pellicce e vestiti caldi. Essi cambiano raramente tipo
di abbigliamento; il corpo è sempre mantenuto caldo. La loro
alimentazione contiene in abbondanza il grasso che è appunto utile alla produzione del calore necessario.
Le condizioni che possono assistere o ostacolare il processo di ossidazione sono parecchie. Una efficiente o insufficiente circolazione del sangue è sicuramente una considerazione primaria e vitale. Ci sono molte circostanze che influenzano l’efficienza o la deficienza circolatoria, alcune note, altre sconosciute o solo parzialmente evidenziate. Le condizioni atmosferiche, non solo la temperatura ma anche la pressione barometrica, l’umidità, persino la velocità delle correnti d’aria, sono fattori essenziali. L’eccessiva umidità non solo
influenza la funzione respiratoria della pelle ma anche l’afflusso di ossigeno attraverso le membrane dei polmoni e
persino la dissociazione dell’ossiemoglobina nei tessuti, tutte
condizioni risultanti in sottossidazione. L’estrema umidità o
correnti d’aria ritardano considerevolmente una corretta alimentazione, distribuzione e assorbimento di ossigeno, e senza dubbio l’eliminazione di CO2; perciò i reumatici e gli artritici sono sensibili persino all’avvicinarsi dell’umidità atmosferica, diventando svogliati, stanchi e perdendo appetito; il
loro dolore aumenta per la carenza di ossigeno, che può essere dovuta sia ad effetti ambientali che sistemici. L’esposizione del corpo al freddo è dannoso non solo per la contrazione della circolazione capillare, ma perché l’organismo è
privato del calore necessario che è indispensabile alla corretta ossidazione. L’eziologia del “comune raffreddore” può
essere spiegata dalla stessa teoria. L’esposizione al freddo
di qualsiasi parte del corpo priva i tessuti di una certa temperatura necessaria alla corretta ossidazione. La fase batterica
è solo incidentale, una pura complicazione.
Una perfetta ossidazione è finora la sola cura per la tubercolosi. I buoni risultati ottenuti nel trattare le tubercolosi di
origine chirurgica, per esposizione alla luce del sole, sono in
parte dovuti all’aumentata circolazione, in parte all’energia e
all’abilità dei raggi solari di creare emoglobina, il carrier dell’ossigeno.
Il potere curativo della febbre artificiale, come l’introduzione
di germi di malaria per la cura della paresi, etc., è basato sullo
stesso principio. Febbri create con le mani o con macchinari
sono importanti rimedi fisioterapeutici. Il funzionamento uniforme della pelle ha una generale importanza fisiologica. Molte
artriti e reumatismi sono causati da una carenza di capacità di
escrezione e ossidazione nella pelle. Se il potere respiratorio
della pelle e l’efficienza di secrezione delle ghiandole sudorifere e dei dotti sono impediti si arriva ad una disfunzione
temporanea o permanente producendo indirettamente effetti
dannosi su tutto l’organismo, soprattutto sui meccanismi
motori. A volte notiamo persino che l’artrite si sviluppa in
legamenti sui quali la pelle è stata distrutta da una precedente ferita traumatica, formando una cicatrice che non può adempiere alle normali funzioni della pelle. Vecchie condizioni strutturali difettose, quali la scoliosi, i piedi piatti, ferite da trauma, etc., spesso producono o peggiorano condizioni circolatorie difettose e causano indirettamente malattie reumatiche
e artritiche. È vero un antico detto: “Invecchiamo perché ci
curviamo, piuttosto che ci curviamo perché invecchiamo”.
L’elevata durezza dell’acqua potrebbe anche essere inclusa
tra le cause esogene. La prevalenza dell’artrite varia di molto
in località anche vicine, sulla base dell’acqua che si beve.
Ciò è dovuto chiaramente ad una mancanza di ioduri nel terreno che, tra l’altro, è la causa della carenza di ioduro nei
prodotti agricoli sia animali che vegetali. Gozzi e reumatismo
acuto o cardiaco coesistono in zone povere di iodio e non
sorprende che la somministrazione di ioduro sia di beneficio
ad entrambe le patologie. Mancanza di azoto, calcio e fosforo nel terreno e nell’acqua produce simili effetti avversi sulla
fauna e sulla flora di tali regioni; l’assenza di questi catalizzatori dell’ossidazione indirettamente favorisce le condizioni
reumatiche.
Fattori endogeni
Scorretta quantità e qualità di sangue, focolai infettivi, stagnazione causata dalla mancanza di esercizio, squilibri endocrini, gravidanze, menopausa, nefrite e molte altre condizioni
possono contribuire tutte al verificarsi delle patologie artritiche. Per esempio, tra 58 donne trattate con terapia ai raggi X
Aschner trovò 34 casi di artrite. La gotta durante la menopausa era già nota a Ippocrate. Molti anziani soffrono di
artrite. Nella giovinezza il processo costruttivo predomina;
nella vecchiaia i fenomeni distruttivi sono più attivi.
Nei casi di leggere artriti si possono avere irriggidimenti al
mattino mentre nel corso della giornata, quando si usa l’apparato motorio, la circolazione migliora e quindi il dolore scompare. Gli stati di convalescenza, polmonite, influenza, dissenteria, ferita da incidenti sono spesso forieri di poliartriti.
Sono questi i momenti in cui l’organismo è più soggetto a
tossine ed è soggetto ad un’impoverita circolazione.
63
APITERAPIA
La pressione del sangue degli artritici è generalmente bassa
o al massimo normale. Un’alta pressione sanguigna è per
loro un fatto eccezionale. Le donne a causa del basso contenuto di emoglobina nel sangue sono nettamente più colpite
da artriti croniche che non gli uomini. Secondo alcuni autori,
l’incidenza nelle donne di artrite cronica sarebbe 5 volte (secondo Llewellyn), 6 volte (secondo Bannatyne) maggiore
che negli uomini. Non c’è un’altra patologia dove il sesso
abbia una influenza così pronunciata.
Bannatyne trovò nel 95 % dei suoi casi di artrite reumatoide
un’anemia più o meno avanzata e una certa quantità di leucocitosi, che è già un meccanismo di difesa dell’organismo.
L’anemia non è certamente la conseguenza dell’artrite, ma è
vero il contrario. Nella maggior parte dei casi, i disordini metabolici, che secondo alcuni autori sono la causa primaria
dell’artrite, sono anche dovuti alla riduzione della circolazione generale. Sono nello stesso modo ingiustamente accusati
altri stati patologici.
Anche l’ipotiroidismo produce sottossidazione. La malattia
di Graves è spesso complicata da artrite cronica. La tirossina
è un potente ossidante. Llewellyn pensò che la carenza tiroidale e l’artrite reumatoide fossero strettamente legati, a causa dello squilibrio endocrino-autonomo che influenza il meccanismo simpatetico-ormonale, nel quale sicuramente partecipano le ghiandole adrenali e pituitarie. L’acidosi, che così
spesso troviamo nei pazienti artritici, ma più frequentemente
in condizioni infiammatorie reumatoidi, è anche dovuta a deficienza ossidativa. L’ipertiroidismo, che Kocher chiamò tirotossicosi, e la febbre potrebbero essere entrambi dei puri
mezzi di difesa dell’organismo.
La varicosità, che precede in molti casi le condizioni artritiche e reumatiche, è strettamente correlata con la presenza di
tali patologie. Non c’è bisogno di spiegare che in tali malattie
il ristagno della circolazione, direttamente, e l’ossidazione
ostacolata, indirettamente, sono le cause.
Una comune e importante sorgente di cattiva circolazione è
la costrizione vasomotoria dei fini vasi capillari prodotta dal
sistema nervoso simpatetico. Questa è una causa di artrite e
reumatismo (e probabilmente di ipertensione) più comune di
quello che immaginiamo. Le artropatie di Raynaud e di Charcot e le siringomielìe sono considerate di origine neurogenica.
Se uno spasmo arteriale o una risposta vasodilatatrice anormale siano condizioni primarie o secondarie, questo è un
altro problema. Molti casi di artrite accompagnano gli stati
nervosi. La psoriasi, la più comune malattia della pelle, finora
considerata non rispondente a trattamenti, è anche causata
dalla contrazione della circolazione capillare. Le estremità dei
nervi e i vasi capillari dell’epidermide sono difettosi; perciò
non è sorprendente che la psoriasi spesso accompagni l’artrite. L’eziologia della psoriasi è considerata alquanto dubbia. Alcuni autori preferiscono la teoria parassitica; altri dicono che è una condizione neurogenica, poiché la sua apparenza è generalmente simmetrica e spesso può essere fatta
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risalire a malattie nervose. Come al solito poi altri danno spiegazioni ereditario-genetiche.
Bourdillon, nel 1888, fu il primo a notare la correlazione tra
psoriasi e condizioni artritiche. La psoriasi artropatica (artrite psoriatica) è una combinazione frequente. La psoriasi e
l’artrite peggiorano di solito in primavera e in autunno.
Peschel descrisse ripetute ricadute di psoriasi e artrite esattamente allo stesso tempo. Anche Falk notò in 14 dei 29 casi
di artrite psoriatica lo stesso fenomeno. L’aumento dei rispettivi sintomi e anche le ricadute spesso avvengono insieme. D’altra parte, secondo Asberger, alcuni osservatori alla
clinica del dottor Bier notarono che quando la psoriasi migliorava l’artrite peggiorava, e viceversa. Dobbiamo sospettare che i cambiamenti concorrenti in entrambe le patologie
siano dovuti al sistema nervoso centrale. Persino topograficamente, in molti casi, c’è un parallelismo nella comparsa di
entrambe le malattie.
È un fatto alquanto caratteristico che mentre nelle donne
predomina l’artrite, la complicazione di artrite e psoriasi avviene più frequentemente negli uomini. Adrian riportò 87 casi
di combinata artrite e psoriasi, 68 dei quali erano uomini e 19
donne. Con percentuali quindi del 78 e 22 per cento rispettivamente. Falk, in 29 casi, trovò 22 di uomini e 7 di donne;
cioè il 76% di uomini e il 24 % di donne. La congruità delle
percentuali è degna di nota.
Bucky e Muller scoprirono, durante un lavoro di ricerca ai
raggi X, che c’è una speciale connessione tra la pelle e il
sistema nervoso autonomo. Come prova, quando iniettarono una proteina non-specifica nella pelle ne risultò una locale leucocitosi e una corrispondente dilatazione dei vasi aplancnici (non viscerali). Tagliando alcune estensioni dei nervi
simpatetici e iniettando aolan nella pelle che era originariamente controllata da queste estensioni, la leucocitosi questa
volta non appariva, mentre si sviluppava sulle superfici cutanee adiacenti.
Neuwirth e Weiss ottennero rimarchevoli risultati nel trattare
artriti climateriche stringendo le regioni addominali in fanghi
caldi di Pistany. Questi autori suggerirono che le intense e
protatte iperemie e ipertermie penetrano i tessuti più profondi e l’assorbimento parentale delle proteine del corpo promuove l’attività endocrina. Allo stesso modo, la stimolazione energetica della pelle influenza molto le ghiandole endocrine e il sistema nervoso vegetativo.
Una condizione angiospastica (cioè di costrizione dei vasi
sanguigni) dei capillari ipertonici risulterà in stasi e cattiva
nutrizione dei legamenti e dei muscoli, producendo quindi
cambiamenti metabolici negativi. Dopo gli individui astenici,
clorotici e linfatici, i tipi eccitabili a livello nervoso sono quelli
più esposti ad essere affetti da patologie reumatoidi. In tali
stati possiamo osservare fluttuazioni, manifestazioni di reazioni, per il meglio o per il peggio, e sebbene all’osservazione
superficiale la causa può sembrare essere oscura, può essere facilmente spiegata dall’alternanza delle condizioni neuropatiche. Molti autori attribuiscono razionalmente la causa
APITERAPIA
dell’artrite deformante all’influenza del sistema nervoso centrale, indotta da ansietà, prolungata tensione nervosa o improvviso shock.
La circolazione capillare è l’argomento favorito di molti ricercatori. È abbastanza sorprendente quanto l’influenza di riflesso sulla circolazione capillare sia ancora dibattuta nella
letteratura medica. Tutto ciò che si deve fare per provare
questa azione di riflesso è porre una mano in acqua fredda o
calda e notare la contrazione o dilatazione e l’aumento o
rallentamento della velocità della circolazione capillare dell’altra mano. L’oftalmòlogo comprende appieno il significato
di questa correlazione di riflesso.
Cause delle patologie artritiche
Metabolismo locale disturbato – Il disturbato metabolismo
locale dei muscoli e dei legamenti è un importante fattore,
insieme alla crescita batterica, nell’ostacolare la loro normale
funzionalità e nell’alterarne la struttura. L’aumento di concentrazione di CO2, la precipitazione degli elementi calcio e
magnesio, di latto-fosfato calcareo, etc. la conseguente ossificazione dei legamenti, sono le conseguenze delle cause
patologiche iniziali. Il flusso sanguigno al di là dell’area di
scarsa circolazione può poi tornare ad essere normale.
Mentre una temperatura normale o aumentata salva i tessuti
dai depositi dannosi di sali calcici e altri scarti metabolici,
una bassa temperatura conduce alla formazione di tali depositi, all’accumulo di acidi, persino a conglomerati calcarei,
producenti artriti, reumatismo, fibrosite, nefrite, gotta, etc.
La chimica colloidale dei muscoli e dei legamenti spiega la
patologia del reumatismo e dell’artrite. Innanzitutto i muscoli
giocano un ruolo più importante di quanto ci si renda conto.
Infatti, alcuni ricercatori affermano che nel 90% dei cosiddetti casi di nefriti sciatiche, lo stato patologico non è nei nervi
ma nei muscoli. Sappiamo che la maggior parte della mancanza di ossigeno, e quindi di emoglobina, è vicino alle ossa e ai
legamenti, mentre la maggior parte del metabolismo dell’organismo, oltre il 50% di tutti i processi fisico-chimici dell’organismo hanno luogo nei muscoli, inclusi il cuore, la muscolatura gastrointestinale e respiratoria.
Il meccanismo molecolare, chimico-termodinamico, dell’ossidazione crea la nostra energia. L’acido lattico, questo prodotto della metamorfosi dei tessuti, che è formato in modo
anaerobico (senza presenza di ossigeno) dai carboidrati è
facilmente ossidato ed è il più grande creatore di energia
muscolare. Le contrazioni muscolari sono prodotte attraverso processi osmotici. L’acido lattico “creato da glicogeno”
in contatto esplosivo con l’ossigeno, crea e fornisce non
solo il calore termico del corpo ma anche l’energia di movimento.
L’acido lattico, che ha un’intensa reazione acida, è facilmente neutralizzato dai sali, ed è il loro naturale solvente. La
maggior parte è ossidata, trasformata in CO2 e acqua, che
sono eliminate attraverso i polmoni e la pelle. Se l’acido lattico, che possiamo considerare come energia potenziale, non
è ossidato, in una parola, non consumato, formerà depositi.
I muscoli diventano rigidi, accorciati e contratti, specialmente quelli flessori, che sono più forti, causando notevole disfunzione e dolore. Questi stessi processi patologici influenzeranno i legamenti.
Circolazione difettosa e mancanza di ossigeno ritardano materialmente il consumo dell’acido lattico. La fatica non è altro
che l’accumulo di questa sostanza. Durante le convulsioni
epilettiche, una gran quantità di acido lattico è prodotto nei
muscoli; di conseguenza la vittima avverte grande stanchezza dopo gli attacchi. Sappiamo che in individui con debolezza muscolare, i muscoli e i legamenti diventano stanchi molto
facilmente a causa dell’eliminazione difettosa di questa sostanza, conseguente a circolazione difettosa (insufficiente
ossidazione).
La persona astenica ha anche un altro svantaggio nella maggior parte dei casi, quello cioè di essere meno protetta da
copertura grassa e, quindi, di essere privata del calore che
favorisce molto l’ossidazione.
Da un punto di vista patologico, non c’è migliore spiegazione per il reumatismo e l’artrite che l’accumulo (sotto-ossidazione) di acido lattico. Un muscolo rilassato è uno in cui
l’acido lattico è stato eliminato.
I sali sistemici (sodio, potassio, calcio, etc.) giocano un ruolo importante in questi processi metabolici nel neutralizzare
l’acido lattico. Se l’equilibrio dei sali dell’organismo è disturbato, la situazione può avere notevoli conseguenze dannose. Secondo alcuni autori (Peritz) l’insufficienza di sali produce, sebbene attraverso l’azione di riflesso del sistema nervoso simpatetico, una contrazione dei vasi capillari.
I disturbi circolatori producono anche una ridotta tolleranza
allo zucchero, con la conseguenza di diminuirne l’utilizzo.
L’organismo può utilizzare il glucosio sino una certa soglia
di tolleranza, poi il resto rimane nell’organismo. L’utilizzo difettoso di zucchero porta ad un ritardo o ad un blocco dello
stesso. Il glucosio, rimanendo per un periodo più lungo in
un tessuto, ha sicuramente effetti dannosi. La costrizione
dei vasi capillari, se prodotta da influenze esterne o interne,
porta ad una sottossidazione generale o locale e ad una ridotta rimozione di zucchero. Sappiamo che tre quarti degli
artritici soffrono di bassa tolleranza allo zucchero.
I fluidi dei legamenti sono inoltre in stretta relazione col sangue. Se c’è una incorretta glicolisi, ciò è dovuto alla mancanza di leucociti. Fluidi dei legamenti suppurativi hanno un
basso contenuto di zuccheri, alta acidità e abbondanti leucociti. Cajori, Crouter e Pemberton dissero: “I fluidi dei legamenti contengono sostanze nutritive e sostanze dannose.
Poco si sa della loro funzione; probabilmente hanno un ruolo lubrificante. La cartilagine contiene una notevole quantità
di glicogeno. Dopo l’ingestione di glucosio, l’aumento in
zucchero nel sangue è prontamente seguito dall’aumento di
concentrazione di zucchero nei fluidi dei legamenti”. Pemberton notò in un altro articolo: “I fluidi dei legamenti hanno
una stretta relazione con il flusso sanguigno. Lo zucchero
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APITERAPIA
ingerito dalla bocca può raggiungere i fluidi dei legamenti
quasi immediatamente e in concentrazioni tali da poter persino eccedere quello del sangue. Il glucosio è necessario per
nutrire la zona centrale della cartilagine articolare. È chiaro
che il glucosio e, presumibilmente, altri prodotti della normale digestione, possono raggiungere i fluidi dei legamenti”.
Cambiamenti nel fluido sinoviale porteranno scompiglio nei
legamenti. La sua composizione chimica, la sua viscosità (dovuta al contenuto di mucina), la sua concentrazione di zuccheri, CO2, acido urico, azoto, etc. sono tutte influenzate
dalla circolazione sanguigna.
Quando il sistema, per esempio, è lento a rimuovere acido
urico per ossidazione, ci saranno ritenzione e depositi. Lo
stesso vale per l’azoto, che sarà ritenuto da escrezioni ritardate e insufficienti.
Nella gotta troviamo monosodio urato nei legamenti. La gotta è una tipica disfunzione causata da sottossidazione. È una
artralgia chimica. Sebbene si pensi che sia causata da metabolismo insufficiente della purina o da idiosincrasie ad alcuni alimenti, spesso accompagnate da eczema, emicrania, etc.,
la causa originante indiretta è la sottossidazione. Lo stesso
metabolismo della purina dipende dall’azione degli enzimi
che sono forniti dal sangue. Individui gottosi hanno temperatura sotto la norma e in genere una pelle molto inattiva.
In Inghilterra, la gotta è molto prevalente, principalmente a
causa di abitazioni riscaldate male. Parte del corpo si trova
ad essere calda vicino al camino, mentre ad esempio i piedi
rimangono al freddo. Una qualsiasi anormalità del fluido sinoviale, sia in quantità che in qualità, depositi anormali di
glucosio o elementi minerali, contribuiranno a disfunzioni,
rigidità e dolore dei legamenti. Una diminuzione in quantità
porterà ad una mancanza di lubrificazione; un aumento porterà ad idroartrosi, che è anche un impedimento al corretto
funzionamento; i tessuti muscolari, tendinosi, pericapsulari
e nervini ne saranno tutti influenzati.
Alcuni medici iniettando una gran quantità di soluzione salina in prossimità della locazione della disfunzione hanno ottenuto risultati sorprendenti: ciò può essere spiegato come
un risciacquo attraverso tale soluzione delle sostanze tossiche e dei rifiuti metabolici.
Infine, vorrei ricordare che anche l’eliminazione di cellule
morte dall’organismo, può avere un effetto sulle condizioni
reumatoidi.
Crescita batterica
Circolazione inadeguata e abbassato potere difensivo favoriranno la crescita batterica, soprattutto nei legamenti, a causa della loro struttura anatomica. Ma la crescita batterica
non è la causa producente dell’artrite, è solo una conseguenza interdipendente dell’ossidazione insufficente e del
basso rifornimento di sangue.
Gli onnipresenti batteri, questi colonizzatori rimarchevoli,
possono essere paragonati agli opportunisti delle situazioni
sfavorevoli: quando e dove intravvedono una buona possi66
bilità, cercano di ottenerne vantaggio.
Gli streptococchi degli artriti cronici, confrontati con altri
streptococchi hanno sempre una virulenza minore; un aumento di circolazione e un conseguente innalzamento della
resistenza dell’organismo possono facilmente distruggerli.
Nelle artriti acute dei giovani, essi sono di tipo più fulminante. Le accompagnano brividi, febbri alte e dolori acuti. Nei
vecchi, essi sono solo la risultante manifestazione locale di
disordini sistemici.
Il trasferimento attraverso i vasi sanguigni e i canali linfatici
di sostanze infettive potrebbe portare, tra l’altro, ad invasioni endocardiali, meningee, pleuree o peritonee se le possibilità circolatorie e ossidanti di questi organi fossero altrettanto ridotte come nei legamenti. La rimozione di un focolaio
infiammato è spesso seguita dal recupero.
Le infezioni (nasali, faringee, dentali, quelle originate negli
organi respiratori o addominali o in qualsiasi altra parte) tenderanno a produrre assorbimento di sostanze tossiche e stati reumatoidi secondari ma potrebbero essere l’origine di un
altro meccanismo eziologico dell’artrite: mentre l’organismo
è preoccupato in uno sforzo difensivo per combattere queste invasioni, attraverso la mobilitazione delle sue scorte di
sangue come misura piretica o producendo anticorpi, c’è la
possibilità di una corrispondente dimenticanza per le altre
parti organiche che ha da gestire. In tali circostanze i legamenti sono privati della necessaria fornitura di sangue e linfa
a cui avevano diritto, soprattutto anche perché già ne ricevevano così poca a causa della loro costruzione anatomica.
Vorrei menzionare un altro aspetto peculiare, cioè che le tossine batteriche che contribuiscono alla produzione di condizioni reumatoidi mostrano particolare affinità per i nervi sensori e solo raramente per i nervi motori (come capita invece
con la difteria o il tetano).
La teoria batteriologica delle condizioni reumatoidi ha molti
sostenitori e un’ampia applicazione. Spesso, tempo prezioso
è perso amministrando vaccini, debilitando i pazienti, sprecando le energie e resistenze delle quali hanno così tanto
bisogno. Siamo ancora molto lontani dal successo nel curare
le malattie artritiche e reumatoidi, sia con l’immunizzazione
attiva di batteri isolati che con l’immunizzazione passiva dei
sieri. Il meccanismo difensivo così disturbato è più dannoso
delle infezioni circoscritte.
Influenze predisponenti – La costituzione individuale è spesso più importante dell’eziologia.
Possiamo classificare le influenze che conducono all’acquisizione di patologie reumatiche come segue:
1. Tendenze ereditarie
2. L’essere donna, che è il sesso più colpito
3. Un metabolismo limitato, uno squilibrio endocrino
4. L’astenia, l’anemia, una cattiva alimentazione
5. L’essere individui nervosi, irritabili
Effeti curativi del veleno d’api
Cosa può fare per noi l’ape con il suo veleno ? Non solo
APITERAPIA
rimuove le cause esogene ed endogene, ma fa di più. L’effetto emorragico del veleno d’api non solo coinvolge
un’azione potente sul sangue stesso, stimolando la circolazione, ma ha anche un’azione sui vasi sanguigni. Il veleno d’api dunque accelera e intensifica la circolazione, e dilata i vasi capillari. Ha una netta azione endoteliale, in misura tale che apre i muri capillari, permettendo alle cellule
del sangue di trasmigrare nei tessuti. Questo porterà ad un
maggior metabolismo e la maggior portata di ossigeno assicurerà adeguata ossidazione locale, fornitura addizionale
di calore, migliore eliminazione delle sostanze di scarico accumulate, distruzione della crescita batterica, in altre parole, il veleno d’api produrrà esattamente gli effetti che sono
richiesti per correggere le condizioni patologiche dannose
e restaurare il normale stato fisiologico.
Autopsie su animali dopo esposizioni a punture d’api multiple mostrano un’abbondante effusione di sangue in tutte le
cavità dell’organismo ed emorragie delle superfici mucose e
sierose, insanguinamento epatico e peritoneale.
Gli effetti fisiologici del veleno d’api possono essere paragonati a quelli dell’istamina, che produce una notevole dilatazione e un rilassamento degli arterioli e dei capillari, una
aumentata velocità circolatoria del flusso sanguigno, abbassando la pressione arteriale e aumentando quella venosa.
Dopo un’iniezione di istamina, persino ad occhio nudo sono
visibili i capillari dilatati sul viso e sulle unghie delle dita.
Nell’intero corpo, produce una sensazione che è comparabile a caldi sciacqui climaterici. Ruhmann pensò che l’orticaria
della pelle è dovuta all’effetto dell’istamina. Pogany provò
che l’istamina, somministrata endovenosamente in esperimenti su animali: (1) dilata gli arterioli e i capillari, aumenta la
pressione capillare, che influenza la pressione nelle vene; (2)
causa contrazione delle vene; (3) contraendo le vene dei
polmoni, produce stagnazione nella parte destra del cuore.
Pogani notò anche che tali sintomi erano simili a quelli della
malattia di Basedow e che tali condizioni esibivano grande
sensibilità all’adrenalina.
Deutsch, allo stesso modo, scoprì che l’istamina ha un netto
effetto vasodilatatore sui vasi piccoli, provocando allo stesso tempo irritazione del riflesso centrale. Pensò che finora
l’istamina superasse tutti i rimedi conosciuti nel trattamento
di artrite e reumatismo. Iniettata nei muscoli doloranti, ha un
netto potere alleviante, che non deriva da un effetto anestetico, ma semplicemente dall’azione vasodilatatrice. L’esposizione al freddo, specialmente in stati inattivi, porterà ad una
mancanza di istamina nelle cellule dell’organismo che, quando rimpiazzate, daranno sollievo a spasmi e dolore.
Harmer ed Harris usarono istamina-acido fosfato diluito
1:1000 in una soluzione salina, per le iniezioni effettuate nei
loro esperimenti. Gli effetti più sorprendenti furono la dilatazione dei minuscoli vasi sanguigni della pelle, associata con
una aumentata velocità del flusso sanguigno. L’arrossamento della pelle e l’aumento della sua temperatura erano i sintomi manifestati; l’aumento del volume dell’arto fu attribuito
alla stessa causa. Le vene sottocutanee assumevano un tono
aumentato. La pressione sanguigna diminuiva leggermente.
Il riversamento del sangue nei tessuti aumentava notevolmente, per la maggiore permeabilità dei vasi sanguigni. La
velocità del polso aumentava di circa venti battiti al minuto.
La velocità di respirazione non era di solito influenzata. Se
l’iniezione era endovenosa, gli effetti terminavano dopo circa tre o quattro minuti. Questi effetti si verificavano persino
in dosi 500 volte più piccole di quelle usate negli esperimenti
animali.
I noti trattamenti sintomatici di artrite e reumatismo con misure terapeutiche (massaggio, irritanti locali, trattamenti meccanici, termici, elettrici, etc.), hanno solo uno scopo, quello
cioè di aumentare la velocità di circolazione, produrre iperemia e istamina. La velocità circolatoria del reumatico o artritico è, di solito, limitata.
Gli effetti neurotossici sono come quelli di molti altri veleni
dello stesso tipo. Le teorie omeopatiche di Arndt-Schultz
erano che: (1) organi ammalati sono più sensibili alle malattie
di quelli in salute; (2) piccole dosi di veleno sono stimolanti
mentre ampie dosi paralizzano. Entrambi i punti non solo
sono plausibili, ma verissimi e applicabili in particolar modo
al nostro argomento.
Spesso troviamo che sostanze tossiche, se date in dosi attentamente graduate, producono un effetto sedativo sui centri
nervosi e agiscono da tonico mentale e fisico. L’emorragina,
un importante componente del veleno d’api, dilaterà i capillari li renderà permeabili al sangue. L’azione neurotossica è
simile, poiché per paralisi rilascia la costrizione capillare delle
estremità dei nervi del sistema nervoso simpatetico. Produce
un’anestesia intrarachidiana, paralizzando le terminazioni dei
nervi sensoriali. Inoltre ha un potente effetto tonico.
C. Flandin e i suoi collaboratori, in Francia, recentemente
ottennero ottimi risultati nel trattamento di artritici con l’agopuntura cinese. Il successo dell’autore francese fu tale che
essi pensarono che non dovesse solo essere dovuta all’azione
locale dell’ago, ma a qualche azione di riflesso del sistema
nervoso simpatetico.
Non è stato ancora provato che ci sia una speciale affinità
selettiva del veleno d’api col contenuto di zucchero nel sangue e nei legamenti. Finora, per quel che ne so, nessuno ha
fatto tale considerazione, ma io sospetto fortemente che il
veleno d’api possa avere qualche effetto fisico-chimico sul
glucosio dell’organismo, forse anche quello di catalizzatore.
Vorrei poter supportare sperimentalmente questa affermazione ma con mio dispiacere non posso e perciò devo lasciare
questo ancora una volta fertile campo ai biochimici.
I trattamenti
Nel descrivere i trattamenti, tre sono le considerazioni principali: la quantità di cc, la concentrazione della soluzione e gli
intervalli tra le iniezioni. Questi tre parametri varieranno di
caso in caso a seconda delle circostanze. L’esperienza è la
migliore maestra. Errori inevitabilmente si verificano all’ini67
APITERAPIA
zio, ma ad una attenta osservazione la necessaria conoscenza sperimentale sarà presto acquisita. Una corretta visione
globale e una condotta del trattamento sistematica e giudiziosa saranno estremamente utili.
È consigliabile eliminare, per quanto possibile, tutte le altre
medicazioni. È proibito l’uso di alcool durante i trattamenti,
persino in piccole quantità, perché distrugge gli effetti del
veleno. Per lo stesso motivo gli alcolizzati hanno una maggiore capacità di resistenza alle punture, così come le api
hanno una maggiore brama di pungerli. (D’altra parte, in casi
gravi d’intossicazione da veleno d’api l’assunzione di alcool
è un ottimo rimedio).
In casi di reazioni nervose estreme, sonno disturbato, etc., è
indicato del sedativo. Se la reazione locale è molto fastidiosa
e c’è notevole dolore, prurito, gonfiore, è consigliato un
astringente locale, quali alcool salicilico o pomata mentolata.
Ci sono altre misure che non solo non sono controindicate
ma possono essere considerate necessarie misure supplementari. Queste includono: trattamenti fisici, diatermia, raggi
ultravioletti, idroterapie, massaggi, esercizio per restaurare
la funzione perduta dei legamenti, per spezzare le adesioni,
per rieducare i muscoli persi, stimolare la reazione della pelle,
alleviare il dolore, etc.
Non è prevista una dieta speciale durante i trattamenti.
Per risultare più comprensibile dividerò questo paragrafo in
due parti:
I. Controindicazioni
II. Indicazioni, descrive il trattamento raggruppando le patologie in gruppi
Indicazioni
Le malattie di seguito riportate sono adatte alla terapia col
veleno d’api:
— Reumatismo muscolare, mialgia, miosite, etc.;
— Nefrite, nevralgia, emicrania, etc.;
— Febbre reumatica acuta ed endocardite;
— Artrite cronica e acuta;
— Artrite deformante;
— Infiammazione chirurgica cronica dei tessuti soffici od
ossei;
— Irite e iridociclite reumatica;
— Dermatosi.
Naturalmente è impossibile creare una routine standard predeterminata. I trattamenti come già detto, devono essere individuali, non schematici. I sintomi clinici e le reazioni in ogni
categoria sono diversi e i trattamenti devono essere modificati di conseguenza.
Per poter trovare il giusto modo di somministrare il veleno
d’api bisogna saper discernere alcuni particolari, osservare
attentamente e continuamente. Sicuramente si migliora in
questo con la pratica e l’esperienza. Dovrebbero essere mantenuti rapporti accurati, poiché essi sono utili sia nel controllo dei nostri casi che nella determinazione di programmi futuri. Dobbiamo considerare non solo il carattere delle malattie,
68
che possono essere molto diverse tra di loro, ma anche fare
attenzione agli stati costituzionali, alla sensibilità del paziente e a tutte le altre contingenze.
Controindicazioni
Una possibile controindicazione è il non sapere se il paziente
è allergico al veleno d’api o meno, cioè svilupperà uno shock
anafilattico (controllabile solo con cortisonici). Tale controindicazione però è facilmente superabile. O si va in uno dei
centri che testano per ipersensibilità al veleno d’api e conducono terapie di desensibilizzazione (questi sono indicati
nell’appendice III: Indirizzi utili) oppure ci si rivolge ad un
professionista di apiterapia che usa una fiala molto diluita di
veleno d’api all’inizio del trattamento.
Poco si sa sul potenziale pericolo che l’effetto emorragico
porta al feto nel grembo di una donna esposta al veleno
d’api. Per questo bisogna evitare assolutamente i trattamenti su donne nel periodo di gravidanza.
Bisogna avere un quadro preciso della situazione del paziente per escludere le seguenti patologie che sono decisamente controindicazioni al trattamento d’api.
Problemi renali, albuminuria e idropisia richiedono vigilanza
e discrezione. Casi con complicazioni cardiovascolari, di solito, non sono molto desiderabili, e se tali patologie sono in
uno stato molto avanzato, i trattamenti sono assolutamente
controindicati. A questo gruppo appartengono: miocarditi,
angina pectoris, arteriosclerosi, aneurismo dell’aorta e qualsiasi condizione cardiovascolare cronica. Infiammazione reumatica del cuore, endocardite, pericardite, acuta o cronica,
non solo non sono controindicate ma sono estremamente
adatte ai trattamenti col veleno d’api.
Naturalmente, fare attenzione al trio, bestia nera della terapia
del veleno d’api: tubercolosi, sifilide e gonorrea.
Il diabete è generalmente controindicato, ma i diabetici solo
raramente richiedono intensi trattamenti, poiché tra di loro
l’artrite è rara. Tutte le artriti causate da squilibrio endocrino,
quali le artriti climateriche, non rispondono bene al trattamento con veleno d’api perché il progredire delle cause scatenanti non viene interrotto.
Il British Medical Journal (292:378, 1986) ha riportato due
casi che possono interessare gli apicoltori che usano farmaci non-steroidei antinfiammatori. Secondo questo rapporto,
gli apicoltori precedentemente non ipersensibili al veleno
d’api o di vespe, prendendo questi farmaci antinfiammatori
lo divennero.
In uno di questi casi la vittima dovette essere portata in
ospedale. Dopo che il paziente arrestò il trattamento con
questi farmaci, il sistema immunitario si riprese e si manifestarono solo le solite reazioni locali a seguito delle punture
d’api o di vespe. Gli apicoltori, evidentemente dovrebbero
pensarci prima di iniziare qualsiasi trattamento con farmaci
antinfiammatori che contengano ibuprofene, naproxene, fenoprofene, sulindac, piroxicam, ketoprofene, tolmetin o suprofene.
APITERAPIA
Punture d’api: effetti e rimedi
Gli effetti locali delle punture d’api, proprio come gli effetti
generali, dipendono dall’ape e dalla sua vittima. L’intensità
dell’atto meccanico, la sua profondità, la quantità e la qualità
del veleno, la parte del corpo dove la puntura è stata inflitta,
lo stato costituzionale della vittima, eventuali condizioni patologiche, etc., tutti questi fattori influenzeranno il grado di
sviluppo degli effetti locali.
Di norma per le punture d’api non solo gli effetti locali e
sistemici non saranno uguali, ma ci potrebbe essere un grande contrasto tra i due. Una persona può essere punta sulla
palpebra o anche nell’occhio o nell’orecchio, con violentissimi effetti locali ma senza effetti generali. In altri casi una
puntura somministrata direttamente in una vena può causare violenti effetti costituzionali senza una reazione locale di
rilievo. Il pungiglione dell’ape causa una ferita avvelenata,
una combinazione di ferita chimica e fisica. Perciò dobbiamo
distinguere tra la più o meno dolorosa ferita meccanica causata dal pungiglione che gradualmente penetra nella pelle e
la straziante sensazione che accompagna la ferita ed è prodotta dall’azione chimica del veleno caustico che progressivamente irrita altri filamenti nervosi della pelle. È un dolore
caratteristico, ininterrotto, lancinante.
L’effetto fisiologico locale della puntura d’api è generalmente una violenta infiammazione, iperemia, edema, causato dalla fuoriuscita del plasma sanguigno, e un indurimento circolatorio leucocitico, nel centro del quale c’è spesso una necrosi. All’inizio si forma una pallida papula. Questa si estende gradualmente in circonferenza con maggiore o minore velocità (a secondo naturalmente della forza e quantità del veleno, della sensibilità individuale della vittima). Al centro è
visibile una piccola macchia rossa e, a volte, una minuta
goccia di sangue, risultato diretto della ferita meccanica. Intorno alla papula i tessuti iperemici ed edematosi si induriscono aumentano sia in grandezza che in spessore. L’area
risulta dolorante sotto pressione ma non molto sensibile al
contatto superficiale. C’è sempre una certa insensibilità nel
centro a causa dell’effetto anestetizzante dell’infiltrazione
locale.
La migliore prova dell’efficacia di questo anello difensivo
fagocìta creato è che Langer, persino due settimane dopo la
ferita, trovò una qualche quantità di veleno virulento nel
tessuto centrale necrotico. Presto la cute assume un aspetto
da pelle d’oca, seguito da un prurito di variabile intensità,
spesso accompagnato da un’orticaria più o meno estesa,
che non è sempre confinata solo alle immediate prossimità
delle punture ma che a volte copre l’intero corpo.
Abbastanza spesso, specialmente in una persona sensibile,
si instaura una distinta infiammazione da erisipela. Al centro
della papula, troviamo un piccolo corpuscolo marrone scuro. Questo è il pungiglione e i suoi annessi. Nel caso di una
ferita da pungiglione normale i sintomi locali gradualmente
scompaiono, nello stesso modo in cui si sono sviluppati:
prima il dolore, poi il prurito si attenuano, in seguito l’infiam-
mazione che dura vari giorni.
Possiamo distinguere tre fasi nella formazione e scomparsa
degli effetti locali: (1) Stadio di sviluppo; (2) Periodo stazionario; (3) Stadio regressivo.
Questi tre stadi hanno grande importanza, specialmente nel
corso del trattamento con veleno d’api iniettabile: i segnali
locali visibili ci guidano nel somministrare il giusto dosaggio
Classificare gli effetti generali delle punture d’api non è semplice. Incontriamo meno difficoltà nel trattamento con veleno d’api iniettabile perché seguiamo alcuni princìpi, regole e
standard; seguendo tali indicazioni possiamo controllare sia
la quantità che la forza della nostra soluzione, iniettarla sulla
parte dorsale del corpo, evitare le arterie, vene, tessuti linfatici e ghiandolari, in breve, eliminiamo molte possibili fonti di
complicazioni che le punture d’api possono apportare.
La tecnica chirurgica dell’ape è rozza. Tutto ciò a cui pensa è
di apportare quanto più danno è possibile. Così colpirà sulla
lingua, il palato, l’orecchio, la guancia, penetrerà la palpebra,
inietterà veleno nelle arterie, vene, senza fare prove.
Le influenze obiettive, quelle cioè esterne alla vittima sono:
1) Quantità del veleno: punture multiple, aggressività dell’ape, profondità e direzione della puntura
2) Forza del veleno: specie ed età dell’ape, tipo di polline,
temperatura e cambi stagionali
3) Complicazioni settiche e altro
La quantità di veleno
Il contenuto della sacca velenosa, contribuisce considerevolmente all’efficacia della puntura. La quantità del veleno
dipende da numerose circostanze. La specie di ape, la stagione dell’anno, la brama dell’ape di svuotare il suo contenuto di veleno, la qualità del polline di cui l’ape si alimenta, e
anche il fatto che l’ape sia indebolita e affamata o meno.
La specie di ape è molto importante. Le api egiziane o italiane
produrranno una grande quantità di veleno.
In primavera, quando l’ape comincia a raccogliere il polline,
la quantità di veleno nella loro sacca è molto bassa. In piena
estate, la quantità è massima. Le api sono capricciose, esse
sono caratteristiche per il loro comportamento. A volte quando sono arrabbiate, infuriate, o in vena di pungere, scaricheranno l’intero contenuto della loro sacca nella ferita. Anche
la direzione della puntura è importante poiché il solo modo
che l’ape ha di espellere il contenuto della sacca è di tenere il
pungiglione verticale alla superficie cutanea. Una puntura
obliqua non è mai efficace. In genere, le api possono pungere solo una volta; perciò il contenuto della sacca non si perde col tempo. Nel caso delle vespe che usano i loro pungiglioni ripetutamente, ogni puntura successiva è più debole
delle precedenti. Il tipo di fiori dai quali le api raccolgono il
nettare e il polline è anche un fattore importante. Alcuni pollini producono una gran quantità di veleno. Le api alimentate
con sciroppo di zucchero non producono mai tanto veleno
quanto le api che si nutrono di polline, perché la loro vitalità
è minore, la puntura non è molto profonda e il veleno è quat69
APITERAPIA
tro o cinque volte meno potente.
È naturale che la quantità e la qualità del veleno siano più o
meno correlate. Evidentemente punture multiple aumentano
proporzionatamente la quantità di veleno in gioco. Gli effetti
delle punture multiple è variabile. La sensibilità individuale,
la resistenza del corpo, la presenza di un qualsiasi stato patologico o causa costituzionale predisponente, persino il sesso delle vittime, nonché il peso, l’età, la razza, giocano tutti
importanti parti negli effetti prodotti.
La potenza del veleno
Diverse specie di api, diverse stagioni, condizioni del tempo,
diversi pollini raccolti dalle api, tutto ciò cambia la forza del
veleno. A volte lo stesso tipo di ape può pungere con effetti
diversi.
Il veleno varia da specie a specie. Nelle regioni tropicali le
punture hanno un effetto violento. Ed anche lì, i cambi di
temperatura alterano la loro efficacia. Nei giorni caldi anche
le punture diventano molto “calde”. Si potrebbe pensare che
le api impartiscano quegli impietosi e ardenti raggi solari alle
loro vittime. Le punture nei giorni in piena estate sono quelle
più violente. (Anche i veleni di serpente sono influenzati
nello stesso modo dai cambi di temperatura. I serpenti tropicali sono i più pericolosi, ma persino la forza del loro veleno
è influenzata dal grado di caldo raggiunto nella stagione o
anche durante la giornata. I serpenti affamati o poco nutriti
producono veleni meno potenti).
Il freddo e l’umidità attenuano la virulenza del veleno d’api.
Le punture di api giovani, vecchie, affamate, poco nutrite, o
quelle alimentate con sciroppo di zucchero invece che di
polline, hanno poca intensità. All’inizio della primavera, quando le api iniziano a raccogliere il polline, le punture sono
alquanto deboli. Aumentano in forza durante l’estate; diminuiscono di nuovo durante i giorni autunnali, hanno poco
effetto durante l’inverno. Tutte queste condizioni influenzano non solo la qualità ma anche la quantità del veleno.
I fiori dai quali le api raccolgono il polline determineranno in
parte la forza del veleno. Fioriture di frumento del basso bosco producono il veleno più potente. Persino la salute delle
api è un fattore da considerare, cioè la puntura di un’ape
dissenterica è più dolorosa.
Langer sperimentò con api appena nate che erano appena
emerse dalla loro larva; non erano capaci di pungere, ma la
sacca del veleno già conteneva una minima quantità di veleno. Il primo giorno di vita, con attenzione e cura si poteva
provocare una puntura, ma non lasciava quasi alcun segno.
Il terzo giorno si formava una papula ma non c’era infiammazione. Le api di cinque giorni, anche se capaci di pungere,
non mostravano una speciale inclinazione a farlo, non presentavano quell’attitudine che è caratteristica delle api. Langer concluse perciò che sarebbe una buona idea farsi pungere da api dai tre ai cinque giorni di vita, cosi da diventare
abituati ad esse, ed essere gradualmente immunizzati.
Complicazioni settiche e altro – La puntura d’ape non solo
70
è asettica, ma notoriamente antisettica, a causa della composizione chimica del veleno. Langer provò che il veleno ha un
effetto distruttivo sui microbi, particolarmente sugli stafilococchi. Non c’è bisogno di disinfettare una ferita da pungiglione. L’ape si è nutrita di puro nettare e polline dei fiori e
non è venuta mai in contatto con materiale animale in decomposizione, come capita invece alle vespe o ai calabroni che
sono insetti carnivori e uccidono le loro prede con l’intenzione di mangiarli.
Se mai si verificassero complicazioni settiche a seguito di
una puntura d’api, sono sempre dovute a qualche causa secondaria, mai alla conseguenza diretta di punture d’api. Per
esempio, considerando che la puntura d’ape è accompagnata da un estremo prurito, si può arrivare a grattarsi molto.
Una infezione da microbi può essere inoculata dalle unghia
delle dita o più tardi dai vestiti venuti in contatto con la terra
od altro materiale infetto. Il francese Legal suggerì che le
complicazioni settiche sono spesso dovute a trattamenti locali troppo energici, che producono lesioni della pelle che
sono poi una porta aperta per lo sviluppo successivo di
infezioni.
Le influenze soggettive sono relative a particolari situazioni
innate o acquisite dall’individuo che è punto, e dipendono
principalmente da:
1) Condizioni costituzionali predisponenti: età, sesso, peso,
etc. ed eventuali stati patologici, abbassamenti di resistenza,
idiosincrasia, anafilassi, o proprio il contrario.
2) Condizioni topografiche: la locazione della ferita, particolarmente sul viso (occhi, naso, bocca); iniezione del veleno
nelle arterie, vene, dotti linfatici, producenti rapido assorbimento, etc.
Condizioni costituzionali predisponenti
La costituzione, le condizioni patologiche, rare sensibilità,
idiosincrasia e stati anafilattici, influenzeranno moltissimo
gli effetti della puntura.
Le condizioni cardiache, arteriali e renali sono fattori importanti e possono aumentare la gravità delle punture.
Le persone che soffrono di arteriosclerosi, nefrite, e albuminuria non danno buoni risultati con la terapia al veleno d’api.
Quelle con un equilibrio circolatorio instabile, a causa della
loro diminuita resistenza, soffrono parecchio le punture d’api
e ne sono messi in grave pericolo. Sui diabetici, per esempio,
l’effetto del veleno è molto pronunciato. Una disposizione
neuropatica può considerabilmente aggravare i sintomi.
Bambini e anche adulti, del tipo catarrale, linfatico e ghiandolare non sono i migliori pazienti per il veleno d’api. Ogni
tipo di diatesi e discrasia può contribuire, non solo a produrre gravi effetti generali, ma anche intense reazioni locali. In
donne e bambini, le reazioni sono di solito più gravi, cosa
che è probabilmente dovuta non solo alla delicatezza e sensibilità della pelle, ma anche alla circolazione.
Le mestruazioni rendono le donne sensibili alle punture e la
APITERAPIA
stessa puntura ha un importante effetto sulle mestruazioni.
Le api sono molto attratte dalle donne durante i loro periodi;
sembra che ciò aumenti nelle api la brama di pungere.
Il veleno ha un forte effetto emorragico e circolatorio. Aisch,
un prete tedesco, riportò in un giornale sulle api che una
donna aveva abortito a seguito di una singola puntura d’api.
Keiter, collaboratore di Terc, notò, nel trattare le donne con
punture d’api, che i loro periodi cominciavano sempre prima
del solito. Questo, se vogliamo, prova l’effetto emorragico
del veleno.
Persino il peso di una persona influenza l’efficacia del veleno. Negli adulti il veleno è distribuito su un’area più ampia
rispetto ai bambini.
Come esempio di quanto la resistenza individuale sia importante nello sviluppo dei sintomi, citerò l’esperienza personale di Langer. Nel 1904 prese un periodo di vacanza proprio
dopo aver recuperato da un’operazione di appendicite.
Mentre era convalescente nella fattoria dei suoi genitori,
fu punto sul collo da un’ape. In pochi minuti riportò un’orticaria molto fastidiosa su tutto il viso e il corpo. Era stato
punto molte volte prima di allora da numerose api e vespe
senza mostrare alcuna reazione, così si convinse che poiché era in uno stato di convalescenza, la bassa alcalinità
del sangue aveva neutralizzato con meno efficacia l’effetto
acido del veleno.
I vecchi sono abbastanza resistenti al veleno d’api. Più avanzata è l’età, minore è la reazione. Questo sembrerebbe confermare la teoria, o piuttosto il fatto, che i reumatici e gli
artritici reagiscono poco o per niente al veleno d’api. Vero è,
però, che nel loro caso ci sono quasi sempre varie altre patologie allo stato avanzato.
Gli alcolizzati possiedono un forte resistenza al veleno d’api.
Eppure è un fatto curioso che le api abbiano una passione
per attaccarli. L’odore del liquore istiga la loro furia. Nothnagel parlò di questa eccezionale resistenza degli ubriachi alle
punture d’api. Hermann citò il caso di un contadino 74enne
che fu punto da circa 600 api. La vittima si riprese subito,
senza nessuna delle gravi complicazioni che potevano essere previste in quelle circostanze. Certo, c’erano tre cose
in suo favore: la sua età, la sua occupazione di apicoltore
e anche il fatto che fosse irrimediabilmente alcolizzato.
Ingerire alcool è uno dei rimedi più efficaci nel trattamento
degli effetti generali, soprattutto in gravi intossicazioni da
veleno d’api.
Condizioni topografiche
La regione del corpo dove la puntura è inflitta quasi sempre
influenza enormemente la reazione al veleno. La facilità di
assorbimento aumenterà e aggraverà i sintomi. Il veleno è
più efficace quando introdotto intracutaneamente. Sottocutaneamente, nei tessuti grassi, dove c’è meno circolazione,
viaggia più lentamente. D’altra parte, quando il veleno è iniettato in parti del corpo ricche di arterie e vasi linfatici gli effetti
aumenteranno notevolmente; anche la delicatezza della pel-
le, come quella dei bambini o delle donne, favorirà un rapido
assorbimento. Punture inflitte sul viso (labbra, naso, occhi,
orecchie) e sul collo o sullo scroto hanno di solito gravi
conseguenze locali e generali. Punture in bocca, sulla lingua,
palato, uvula ed esofago sono sempre estremamente pericolose. In tali casi non è sempre l’effetto diretto del veleno
d’api che causa problemi, ma spesso l’ostruzione meccanica
dei passaggi d’aria (in caso di gonfiori).
Misure da adottare per le punture d’api
Ho creduto opportuno dedicare molto tempo e attenzione
agli effetti delle punture d’api sul corpo umano perché tale
conoscenza è essenziale se vogliamo somministrare il veleno d’api per uso terapeutico. Lo studio degli effetti delle
punture d’api, inoltre, ha un notevole interesse medico in
quanto le ferite da punture d’api si verificano alquanto spesso. Eppure la comunità medica sembra temere l’argomento, e
in generale, i medici ne sanno meno di molti profani. La gestione relativa alle ferite da punture d’api è impostata su due
binari: attenzione a: (1) Gli effetti locali; e (2) Gli effetti generali.
Trattamento degli effetti locali
Localmente si possono compiere due tipi di operazioni: trattare gli effetti dell’infiammazione locale e distruggere o neutralizzare il veleno.
Trattamento dell’infiammazione locale – Per trattare l’infiammazione e controllare il suo stato di avanzamento sono
usate misure antiflogistiche. Disinfettare la ferita non serve
poiché il veleno d’api è antisettico di per sè. Sono utili l’applicazione di ghiaccio, acetato di alluminio, acqua di Cologne o alcool. Impacchi caldi aiuteranno molto ad alleviare il
dolore. I vecchi rimedi popolari sono: terra umida, patate
lesse, semi di papavero, miele, fichi, cipolle, aglio, cauterizzare le ferite con una sigaretta accesa o sigaro, filo metallico
riscaldato, o strofinando la ferita con un sigaro bagnato.
L’applicazione del ghiaccio non ha un effetto permanente
sulla ferita. Se si spruzza sulla ferita cloruro di etile, questo
congelerà e farà scomparire il dolore fin quando il suo effetto
dura, ma dopo di ciò si sentirà l’effetto del veleno nella sua
interezza.
Neutralizzare il veleno – Per prevenire l’assorbimento del
veleno a volte sono usati mezzi fisici (succhiare). La maggior
parte dei farmaci raccomandati sono di poca utilità. Il canale
che il pungiglione apre è così piccolo che dopo aver rimosso
il pungiglione persino quella piccola apertura si chiude e i
farmaci possono difficilmente raggiungere il veleno iniettato
per opporsi al suo effetto. Plinio ammise che egli non aveva
rimedi per la puntura d’api e persino oggi dovremmo ammettere che la situazione non è cambiata molto. Non è maggiore
la possibilità di prevenire l’assorbimento del veleno dopo la
ferita del pungiglione che quella di neutralizzare l’effetto soporifero della morfina dopo che sia stata amministrata intracutaneamente.
71
APITERAPIA
Gli alcali, specialmente l’ammoniaca e l’acqua di calce, o le
compresse di magnesio solfato sono considerate utili e presumibilmente si oppongono al veleno acido. I composti alogeni (cloruri, bromuri) distruggerebbero sicuramente il veleno se un contatto con lo stesso potesse essere ottenuto.
L’uso di agenti ossidanti, quali permanganato di potassio ha
una base scientifica. La procedura più logica sembra essere
l’iniezione con siringa ipodermica di una sostanza neutralizzante nella papula di arrossamento prodotta dalla puntura,
ma ciò risulterebbe probabilmente anche più doloroso. Inoltre i sintomi si sviluppano così rapidamente che se non c’è
un medico immediatamente disponibile queste applicazioni
sarebbero inutili. Di solito la gente si aspetta che gli effetti
delle punture scompaiano in qualche modo da soli, che non
ci sia bisogno di ricorrere a provvedimenti inutili o costosi.
C’è un vecchio detto: “Rimuovi il pungiglione, non strofinare e dimenticalo”. (Strofinare fa sì che il veleno si allarghi
più rapidamente e con più intenso dolore). Non dobbiamo
dimenticare che l’ape, dopo aver inflitto il pungiglione, nella
maggior parte dei casi lo lascia “ancorato”. Sebbene l’ape si
sia allontanata, il pungiglione, la sacca del veleno, le ghiandole e persino la copertura della chitina saranno lasciate sulla ferita. L’apparato automaticamente, senza l’ape, si apre la
strada all’interno della cute e la sacca del veleno, allo stesso
tempo versa il suo contenuto nella ferita, perciò la situazione
migliora quanto prima il pungiglione è rimosso. È meglio scacciarlo con un coltello o un’unghia lunga, mai con due dita,
perché così facendo probabilmente applicheremo pressione
sulla sacca e inietteremo il suo rimanente contenuto nella
ferita.
Trattamento degli effetti generali
Per soggetti molto sensibili in cui una o più precedenti ferite
abbiano causato già ripetuti sintomi allarmanti, non è consigliabile perdere tempo e aspettare la comparsa dei sintomi: è
meglio intervenire immediatamente per prevenire quelli che
presumibilmente saranno gravi effetti generali.
Nel caso per un individuo si siano già manifestate severe
reazioni alle punture d’api o shock anafilattico è d’obbligo
ricorrere all’’accorgimento preventivo consistente nella desensibilizzazione, che dà buoni risultati.
Il dottor Braun di Capetown desensibilizzò i suoi pazienti
con peptone o somministrazione endovenosa di calcio. Inoltre egli iniettò, ad intervalli, una soluzione diluita di veleno
d’api di tossicità standardizzata, aumentando gradualmente
la dose. Nel caso che avvenisse una forte reazione, egli usava adrenalina per opporvisi. Braun preparò una tossina
macinando il pungiglione in soluzione salina, poi la filtrò e
diluì fino ad un noto standard di tossicità. La standardizzazione fu fatta strofinando una goccia della soluzione sulla
area cicatrizzata (senza presenza di sangue) del paziente sensibile. Gli effetti furono osservati attentamente registrando
una certa reazione del paziente in un certo tempo. L’esperimento ebbe successo. Dopo la desensibilizzazione espose i
72
pazienti a punture d’api e, mentre prima essi avevano reagito
violentemente, dovette aspettare almeno dieci minuti per
vedere un qualche segnale di reazione, e persino questo fu
molto lieve.
W. R. Jones, di Seattle, ebbe anch’egli successo nel desensibilizzare i pazienti con dosi gradualmente maggiori di veleno
d’api. Egli suggerì che la dose iniziale dovesse essere meno
concentrata del veleno normale. Perrin e Cuènot allo stesso
modo ebbero successo nel desensibilizzare i pazienti che
erano estremamente sensibili agli effetti del veleno iniettando una soluzione diluita e aumentando gradualmente la sua
concentrazione. Questa precauzione, pensarono, potrebbe
essere molto utile in alcuni casi. Anche Ellis, Ahrens, Benson e Semenov immunizzarono con successo i pazienti ipersensibili agli allergeni delle api.
È interessante notare che il veleno d’api non protegge dagli
effetti del veleno delle vespe (tra l’altro il veleno delle vespe
è basico, al contrario di quello delle api che è acido).
Per prevenire l’assorbimento, in caso di sintomi gravi, dobbiamo usare le stesse misure di primo soccorso dei casi di
morsicature d’insetti: un piccolo taglio sotto anestesia con
novocaina, poi si può procedere a succhiare, con la bocca o
con un’apparecchiatura. Naturalmente il veleno non ha un
effetto tossico sulla lingua o nella bocca se non ci sono
ferite poiché i fermenti della saliva e quelli digestivi lo distruggono. Se la ferita è su un arto, può essere usata una
benda, stringendo sopra la zona della ferita, ma deve essere
allentata ogni dieci o quindici minuti, per un minuto circa
ogni volta. (Ci sono stati casi di effetti negativi relativi al
succhiare con la bocca).
Insieme allo sforzo di arrestare l’assorbimento del veleno, è
interessante notare l’importante esperimento fisiologico fatto da Czyhlarz e Donath, della Clinica Nothnagel di Vienna.
Essi strangolarono la gamba di un maialino di Guinea più in
alto del ginocchio, così stretta che non c’era la possibilità
che il sangue o la linfa fluissero in direzione centripeta. Essi
iniettarono poi una dose più che letale di stricnina sotto la
strangolatura, dose che normalmente avrebbe ucciso l’animale in un paio di minuti. La strangolatura fu mantenuta per
parecchie ore e poi fu rimossa, con l’animale che restò in
buone condizioni. L’esperimento di F.K. Kleine fu molto simile. Egli riuscì persino a notare, nonostante la notevole strangolatura dell’arto, tracce di stricnina nel fegato e nel sangue.
Forse ebbe luogo un’osmosi nonostante un restringimento
tanto stretto. Sembra che, proprio come nelle infezioni batteriche, alcune cellule si leghino alle tossine dando all’organismo il tempo di immunizzarsi attraverso la graduale esposizione a più basse quantità di veleno. In breve, quando tutta
la strangolatura fu tolta e l’intero effetto tossico del veleno
invase l’organismo, il sistema si era già immunizzato attraverso l’assorbimento osmotico.
Meltzer e Langmann fecero esperimenti simili col veleno di
serpente e dimostrarono che, avendo strangolato l’estremità
di un animale, dopo la rimozione della restrizione era ritardata
APONEUROSITE
nettamente l’azione fatale del veleno. Lo stesso metodo trasformava una dose efficace di stricnina in una dose subminima inefficace.
Se siamo troppo in ritardo per ricorrere a misure preventive,
il nostro dovere è di trattare i sintomi generali secondo la
loro importanza e urgenza. Ingurgitare alcool è il più utile
strumento di primo aiuto; whiskey e brandy sono di solito a
portata di mano. Caffé concentrato caldo o anche thé spesso
aiutano. Etere nitroso in alcool o alcool aromatico di ammoniaca, uno o due cucchiaini in acqua sono spesso efficaci; in
generale si troverà utile qualsiasi stimolante cardiaco (sparteina, olio canforato) tranne la caffeina, che aumenta molto la
pressione sanguigna e può causare emorragie. Nel caso sia
un imperativo l’urgente disintossificazione dell’organismo,
la seguente procedura è consigliata:
1. Bendare e/o succhiare se la ferita da pungiglione è su un
arto;
2. Ingestione di alcool;
3. Somministrazione endovenosa di una soluzione salina fisiologica;
4. Siero antiveleno o equivalente (per inibire l’effetto neurotossico e diminuire il grado di emolisi);
5. 20 c.c. di sangue di un apicoltore sano, immunizzato, iniettati nei muscoli del ferito.
F.J. Mainggolan di Batavia, in India orientale, riportò cinque
casi di vittime di numerose punture che furono notevolmente alleviati da iniezioni sottocutanee di 2 c.c. di Omnadin,
suggerendo il suo uso in qualsiasi avvelenamento da insetti.
T. Freedman in Sud Africa, parlò bene anch’egli dell’efficacia
dell’Omnadin. Fredman usò Omnadin per due anni in tutte le
infezioni acute. L’assenza di shock anafilattico e altri spiacevoli sintomi rende l’Omnadin molto adatto allo scopo poiché
sembra che riduca la temperatura e stimoli il paziente. L’Omnadin è un vaccino sarcino composto da vari grassi animali
e lipoidi della bile nonché una sostanza proteica derivata dai
prodotti metabolici di schizomiceti non patogeni. Contiene
anche gli elementi di base di tutti quegli antigeni che hanno
un ruolo nella funzione immunizzante delle malattie infettive.
Molti autori considerano l’epinefrina uno specifico per gravi
disturbi costituzionali causati dalle punture d’api, specialmente quando i sintomi corrispondono a quelli di tipici fenomeni anafilattici. L’adrenalina e la pilocarpina iniettate intracutaneamente otterranno un simile risultato. La pituitrina è
spesso utile. A.E. Malhood nel Lancet del luglio 1934, loda
l’uso di latte di magnesia che dà grande sollievo sia ai sintomi locali che a quelli generali.
Posso ancora solo accennare che sono stati suggeriti molti
rimedi da applicare sulla pelle per evitare le punture d’api. Il
principio è lo stesso di quando si usa citronella, fatto da erba
di Ceylon, che dà un pungente olio volatile, per il quale le
zanzare hanno un’avversione.
Fabre suggerì la seguente prescrizione:
– Etere acetico, 5 ml; Olio di eucalipto, 10 ml; Acqua di cologne, 40 ml; Tintura Pyretri, 50 ml.
– Da diluire di 5 volte in acqua. Strofinare sulla pelle prima di
esporsi alle api.
Gli steroidi ormonali, apparsi negli anni ’60, deprimono il sistema immunitario, lo addormentano. Quindi la loro indicazione principale è proprio (e dovrebbe essere l’unica) quella
di situazioni di shock anafilattico (quali quelli che possono
svilupparsi nell’ 1–2% della popolazione a seguito di punture d’api).
Da evitare, invece, le terapie con steroidi ormonali di patologie reumatiche e autoimmunitarie croniche, poiché a lungo
termine questi farmaci danno luogo a gravissimi effetti secondari, peggiori persino delle condizioni per cui sono usati:
squilibri ormonali, dipendenza, cambiamenti psichici, edema,
ipertensione, problemi cardiaci, insufficienze di potassio, infezioni spontanee, difficoltà di guarigione delle ferite, diabete, ulcere peptiche, ipotiroidismo, tromboflebiti, faccia ingrossata, irregolarità mestruali, osteoporosi, e molti altri.
(Bodog Beck)
APNEA NEL SONNO (Sdr. della)
Colpisce spesso i soggetti sovrappeso o obesi. Sindrome
caratterizzata da episodi di apnea, in numero superiore a cinque per ora, della durata di almeno 10 secondi e con forte
russamento. Ne consegue una carenza di ossigeno arterioso, dannosa soprattutto per il cervello e il cuore che può
manifestare aritmie. Il paziente si risveglia soffocando e ciò
provoca alla lunga una stanchezza cronica, ipertensione arteriosa. Complicanze possono essere l’infarto del miocadio e
l’ictus cerebrale.
È necessario perdere progressivamente peso (e non riprenderlo!). Se, mediante un tracciato poligrafico, si evidenzia un
numero di episodi di apnea allarmante, è indicata l’applicazione, durante il sonno, di una maschera che fornisce aria
pulsata al paziente.
Helleborus 5CJ, 2 gr. 2 v. al dì; Opium 5CH, 2 gr. andando a
letto; dosi di Aurum muriaticum 7 e Sulfur 9CH, 1 dose, una
domenica l’una, una domenica l’altra.
APOFISITE, APOFISITE TIBIALE ANTERIORE
(Osteite apofisaria di crescita)
Usare, all’inizio, i rimedi dell’Osteite.
APONEUROSITE
Lamina appiattita (detta anche fascia) costituita da fibre collagene addensate, che avvolge una o più formazioni muscolari con funzione contentiva o che costituisce il tendine membraniforme di un muscolo largo.
1. Aponeurosite palmare, → Dupuytren (Malattia di).
2. Aponeurosite plantare, → Ledderhose (Malattia di).
73
APOPLESSIA
APOPLESSIA
→ Emorragia cerebrale.
APPENDICITE
I. Appendicite acuta
Aspettando il medico, chiamato subito:
1. Bryonia 5CH, 2 gr., poi un quarto d’ora dopo:
Colocynthis 4CH, 2 gr., poi un quarto d’ora dopo:
Belladonna 4CH, 2 gr., poi un quarto d’ora dopo:
Bioterapico Pyrogenium 5CH, 5 gr., un quarto d’ora dopo:
Arsenicum album 5CH, 2 gr., poi un quarto d’ora dopo:
Ferrum phosphoricum 4CH, 2 gr., poi:
Bryonia 5CH, Belladonna 4CH, Echinacea 4CH, Colocynthis 4CH, Ferrum phosphoricum 4CH, 2 gr. 2 v. al dì, alternando i cinque.
(oppure, una dose (15 gtt.) al dì, di: Dr. Reckeweg R 1, R 24,
R 38).
OLIGOELEMENTI: Rame-Oro-Argento, 1 v. al dì.
Se occorre, continuare questi sei rimedi i giorni seguenti e
aggiungere:
Bioterapico Pyrogenium 5CH, 5 gr., 1 v. al dì.
Arsenicum album 5CH, 2 gr., 1 v. al dì.
Se vi sono vomiti intensi, intercalare con i rimedi precedenti:
Ipeca 4CH, Cocculus indica 5CH, 2 gr., 2 v. al dì alternando.
Riposo assoluto a letto. Non purgare né alimentare il paziente (dieta assoluta nelle prime 36 ore).
Borsa di ghiaccio sull’addome, con flanella interposta.
2. Prima dell’intervento chirurgico, → Operazioni chirurgiche, I, § 1 e seguenti.
3. Dopo l’operazione, → Operazioni chirurgiche, II, § 4.
4. Se vi sono dolori dovuti ad aderenze nei mesi che seguono l’operazione, → Operazioni chirurgiche, II, § 3.
N.B. a) Nel bambino, l’acetonemia può manifestarsi sotto
una forma pseudo-appendicolare.
b) Nelle donne mestruate, attenzione! Un’ovulazione dolorosa (dolori nella fossa iliaca destra, ecc.) può simulare un’appendicite acuta; ritrovare la data dell’ovulazione in rapporto
al ciclo.
II. Appendicite cronica
In caso di lontananza del medico curante o se l’operazione è
rimandata:
Ignatia 9CH, 5 gr. ogni 10 giorni.
Lycopodium 5CH, 2 gr. ogni 7 giorni.
Bryonia 5CH, Nux vomica 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì, i
giorni pari.
Kali carbonicum 5CH, Sulfur iodatum 5CH, 2 gr., 1 v. al dì, i
giorni dispari.
Dr. Reckeweg R 24, 15 gtt. 3 v. al dì.
Manganese-Rame e Rame-Oro-Argento, alternati ogni due
giorni.
74
Dieta prevalentemente vegetariana, carne alla griglia o arrostita, pesce bianco, zuppa di verdure, brodo, frutta ben matura.
Vietare: grassi, spezie, frutta acida o non matura, cioccolato,
pane fresco, salumi, selvaggina, conserve, uova, maionese,
formaggi stagionati, latte intero.
Evitare sforzi violenti; non prendere mai purghe energiche
(in proposito, → Stipsi, II).
Per prevenire la formazione di aderenze, → Operazioni chirurgiche, II.
TERAPIA SANUM:
Correggere la disbiosi e soministrare:
Rebas D 4 supposte - 1 supp. prima di coricarsi
1. Nella fase acuta:
Sanuvis gocce - 20 gtt. prima dei pasti
Fortakehl D 5 capsule - 1 capsula al risveglio a gg. alterni
2. Al termine della fase acuta si stabilizza il risultato somministrando per 4 settimane:
Sanuvis gocce - 20 gtt. prima dei pasti
Mucokehl D 4 capsule - 1 capsula al risveglio
APPETITO
1. Esagerazione dell’appetito, → Bulimia.
2. Assenza di appetito, → Anoressia.
3. Dopo una grave malattia, per recuperare le forze e l’appetito, → Convalescenza.
APTIALISMO
→ Asialia.
ARACNIDISMO
→ Puntura d’insetto, § 1 e 6.
ARANCIO AMARO
→ Citrus aurantium L. Var. Amara L.
ARAN-DUCHENNE (M. di)
→ Atrofia muscolare progressiva.
ARCTIUM LAPPA L.
(Bardana) - Famiglia Composite
• Generalità - Pianta erbacca bienne, alta anche 1 m.
• Parti usate - Radice, raccolta da piante del primo anno,
avanti la fioritura o nel tardo autunno.
• Principi attivi - Inulina (40-45%), olio essenziale (0,070,18%), fitosteroli, acidi palmitico, stearico e caffeico e
tracce di altre sostanze.
• Proprietà terapetitiche - Diuretiche, diaforetiche, depurative, colagogo-coleretiche e ipoglicemizzanti (antidiabetiche).
ARGENTUM NITRICUM
Indicazioni, preparazioni e dosi
Forme reumo-artritiche, gotta, varie malattie della pelle
con particolare riguardo alla foruncolosi; usata anche
nella terapia antidiabetica.
Decotto semplice (forme reumatiche e artritiche):
Bardana - radice essiccata e contusa
30 g
Acqua
500 ml
Far bollire a recipiente coperto sino a riduzione della
metà; spremere e colare per tela poi per carta da filtro.
Dosi: 1 bicchiere (100 g) di decotto caldo, al mattino a
digiuno, e un altro alla sera, prima di mettersi a letto.
Infuso vinoso depurativo (malattie della pelle, foruncolosi):
Bardana - radici essiccate e polverizzate 60-70 g
vino bianco secco a 16-18°
1000 ml
Infusione di 15 giorni, passare per tela fine e travasare in
bottiglia.
Dosi: 1 bicchierino da liquore 15 minuti prima di pranzo e
cena.
Depurativo composto
(cure depurative primaverili o autunnali, malattie del ricambio) (in farmacia):
Bardana - estratto fluido
4g
Carciofo - estratto fluido
4g
Tarassaco - estratto fluido
4g
Cascara sagrada o Frangola - estratto fluido
2g
Sena - estratto fluido
2g
Cicoria - estratto fluido
2g
Dulcamara - estratto fluido
2g
Sassafrasso - estratto fluido
2g
Liquirizia - estratto fluido
2g
Genziana - estratto fluido
0,40 g
Sodio bicarbonato
1g
Alcol etilico a 95°
10 ml
Acqua profumata alla menta o all’anice
200 ml
Dosi: 1 bicchierino da liquore prima dei due pasti principali.
ARCTOSTAPHYLOS UVA-URSI Spr.
Uva ursina - Famiglia Ericacee
• Generalità - Arbusto a foglie persistenti e sempreverdi; fusto prostato e abbondantemente ramificato, i rami
sono eretti.
• Parti usate - Le foglie ben sviluppate raccolte in luglioagosto, essiccate in strato sottile all’ombra in luogo ventilato; conservate in recipiente di vetro o porcellana.
• Principi attivi - Tannini, il triterpenico acido ursolico,
glucosidi (ericolina, arbutina e metilarbutina), sali potassici in prevalenza sugli altri sali.
• Proprietà terapeutiche - Astringenti, antinfiammatorie, antisettiche dell’apparato urinario. Va ricordato che
proprio i benefici principi attivi della pianta, se usati in
modo non appropriato, possono dar luogo a fenomeni
irritativi del tubo digerente e a veri e propri fenomeni
allergici, e l’uso dell’uva ursina va approvato e seguito
dal medico.
Indicazioni, preparazioni e dosi
Per purificare e decongestionare l’apparato urinario:
Infuso:
Uva ursina - foglie
1,5 g
acqua bollente
100 ml
Dosi: 2-3 tazze al giorno.
Tintura:
Uva ursina - foglie
20 g
alcol di 20°
100 ml
Lasciar macerare per 8 giorni.
Dosi: 2-3 cucchiaini al giorno,
ARDESIA (Malattia dei cavatori di)
→ Pneumoconiosi, § 1 e 11.
ARGENTUM NITRICUM (M. M.)
Il nitrato d’argento
Agisce principalmente sul sistema nervoso centrale e
sulle mucose.
Sistema nervoso
L’azione generale d’Argentum Nitricum è produrre uno
squilibrio che si manifesta in numerosi sintomi mentali e
fisici.
a) Sintomi mentali
Il soggetto Argentum Nitricum è:
1) agitato ansioso, fa tutto con sveltezza perché gli sembra che il tempo passi troppo rapidamente e ha paura
che gli venga a mancare;
2) emotivo, ha la diarrea se deve prendere parte ad una
cerimonia, prendere un treno, ecc. È pieno di malesseri
all’idea di dover incontrare qualcuno, di entrare in un
magazzino, di espletare una pratica;
3) fobico, teme di svoltare l’angolo di una strada, di camminare fra due file di case: crede che lo schiaccino. Predice la data prossima delle sua morte. È sovente un claustrofobo. La fobia può assumere un aspetto vertiginoso
(Guermonprez);
4) impulsivo, si sente sempre spinto a camminare velocemente (Lilium tigrinum) perché è perpetuamente ansioso. Se guarda da una finestra o passa sopra un ponte
si sente spinto a gettarsi nel vuoto e qualche volta lo fa;
5) ha incubi e particolarmente di serpenti (Lac caninum),
o sogna con frequenza di mettersi in urto con amici.
75
ARITMIA
b) Sintomi fisici
L’agitazione d’Argentum Nitricum, la sua ansietà e i suoi
timori perpetui lo spossano, così sembra prematuramente invecchiato. È sovente l’intellettuale che non può più
lavorare o è minato dalle preoccupazioni.
È anche il bambino emaciato, invecchiato (Calcarea fluorica).
Ha vertigini, con ronzii alle orecchie e tremori; la vista
di cose alte gli dà vertigini. Ha vertigine anche chiudendo gli occhi.
Grande debolezza degli arti inferiori. Sta in piedi con
difficoltà, ha un’andatura vacillante e non può camminare del tutto con gli occhi chiusi.
Sente dolori folgoranti soprattutto agli arti inferiori, alla
colonna vertebrale, specie a livello lombare.
È dunque frequentemente indicato nell’atassia locomotrice.
Lo si prescriverà nell’epilessia quando, qualche giorno
prima dell’attacco, le pupille si dilatano, e nelle convulsioni precedute da grande agitazione.
Dolore nella regione lombare quando è seduto: s’accentua quando si alza ma diminuisce quando sta in piedi
o cammina.
Cefalea congestizia con sensazione dolorosa d’espansione della testa, alleviata da un bendaggio stretto (Apis,
Puls.) Questa sensazione d’espansione si riscontra frequentemente in Argentum Nitricum. Può essere generalizzata o localizzata.
Azione sulle mucose
Ulcerazione con scolo profuso muco-purulento.
Mucose oculari
Blefarite, cheratite, dacriocistite, irite, congiuntivite acuta
con scolo muco-purulento abbondante (30 e 200). Fotofobia soprattutto in una camera calda. Disturbi dell’accomodazione.
Mucose digestive
Faringite con sensazione d’una scheggia di legno conficcata in gola. Accumulo, soprattutto al mattino, di mucosità dense e tenaci, che obbligano a raschiare e sputare.
La punta della lingua è rossa e dolente.
Ulcerazione della mucosa dello stomaco. Argentum Nitricum ne è il principale rimedio. Dolore nelle false coste
a sinistra. Aerofagia con emissione molto difficoltosa di
gas in seguito a spasmo dell’esofago.
Desiderio irresistibile di zucchero e pasticceria (Sulphur, Calc., Lyc., Medorr., Kali Carb.).
Aerofagia con palpitazioni. Meteorismo.
Diarrea verde come di spinaci tritati; le feci sono emesse bruscamente con emissione bruciante di gas (Calc.
Fluor.). Diarrea che appare soprattutto dopo aver mangiato cose dolci, anche nei poppanti quando la nutrice
ha mangiato molto zucchero.
76
Diarrea spesso dopo (subito) aver mangiato e soprattutto dopo aver bevuto.
Diarrea emotiva (prima di andare a teatro, di fare una
visita, di prendere il treno, di fare un esame, di incontrare
amici).
Colopatie funzionali diarroiche.
Mucose respiratorie
Catarro laringeo con perdita della voce. Ulcerazioni e
noduli nelle corde vocali. Laringite cronica dei cantanti.
Mucose urinarie
Emissione abbondante d’urina chiara con bisogno urgente. A un grado in più, incontinenza d’urina giorno e
notte; urina molto abbondante che può scorrere anche
senza che il malato ne abbia coscienza (Causticum).
Uretrite con scolo muco-purulento.
Mucose genitali
Esocervicite. Ulcerazioni del collo uterino. Metrorragie che appaiono spesso due settimane dopo le mestruazioni.
Le modalità sono fra le più importanti.Le modalità sono
fra le più importanti.
La prima è l’aggravamento di tutti i sintomi al momento
delle mestruazioni, come Actea Racemosa. Si nota spesso che tutti i sintomi scompaiono con le mestruazioni.
La seconda è l’aggravamento col calore non importa
sotto che forma, e miglioramento col freddo.
Abbiamo visto che il malato è affetto da claustrofobia.
Questa è dovuta da una parte ad uno squilibrio e dall’altra a questo aggravamento per il calore; soffoca in una
stanza calda, manca d’aria tra la folla, non può andare in
sale per spettacoli né in grandi magazzini. Al contrario
ama l’aria fredda, apre porte e finestre, s’espone al vento, anche con la testa scoperta, non prende che alimenti
e bevande fredde.
La terza è un aggravamento restando coricato sul lato
destro. Il soggetto che ha palpitazioni violente con ansietà aggravata dalla minima emozione, dagli esercizi fisici, pensandoci li vede aggravarsi in questa posizione.
Risente le pulsazioni e i battiti in tutto il corpo.
La quarta è l’aggravamento dei disturbi gastrointestinali con i pasticcini, di cui va matto.
ARITMIA
1. Aritmia extrasistolica (perturbazione accidentale).
Curare la causa: Flatulenza, Nervosismo, Aerofagia, Tabagismo, Intossicazione alimentare, Costipazione, Disturbi biliari, ginecologici, lesioni osteopatiche della colonna vertebrale, Colecistite, ecc. → anche: Palpitazioni.
ARNICA MONTANA
2. Aritmia cardiaca vera, trattamento d’urgenza:
Digitalis 4CH, Naja 4CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
Spigelia 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
Dr. Reckeweg R 66, 15 gtt. più v. al dì.
VITAMINE: B1, D, E, B6, → VITAMINE.
Eliminare: alcol, caffè, tè, coca-cola, tabacco. Evitare l’aerogastria, l’aerocolia (dunque i farinacei, le bevande frizzanti).
3. Aritmia completa (perturbazione permanente), → Asistolia.
4. Tachicardia parossistica: v. questa voce.
5. Polso lento, → Bradicardia.
ARNICA MONTANA L.
(Arnica montana) - Famiglia Composite
• Generalità - Pianta erbacea perenne.
• Parti usate - Fiori, di color giallo arancione, grandi
quanto una grossa margherita, dall’odore aromatico e di
sapore amaro; rizomi, con le radici, liberati dalle radichette laterali, sradicati a settembre, ed essiccati all’ombra in luogo aerato.
• Principi attivi - Olio essenziale (0,5%-3,8%) in maggior quantità nella pianta essiccata, e in dipendenza dell’epoca della raccolta, costituito dagli acidi oleico, laurico, palmitico ecc.; arnisterina, faradiolo, sostanze coloranti, carotinoidi e tracce di molte altre sostanze (inulina,
saccarosio, tannino ecc.).
• Proprietà terapeutiche - Antiecchimotiche, revulsive
e risolventi.
Indicazioni, preparazioni e dosi
La si adopera esclusivamente per uso esterno nella terapia di distorsioni, contusioni, traumi, ecchimosi e dolori
muscolari. Non usare se ci sono ferite o piaghe aperte
per la possibilità di provocare irritazioni locali, eruzioni
eczematose e fenomeni allergici o di sensibilizzazione in
soggetti predisposti.
Uso esterno
Tintura alcolica:
Arnica - radici e rizomi in polvere grossa
25 g
alcol etilico a 60°
250 ml
Macerazione di 20 giorni in vasetto di vetro, filtrare per
doppia garza e travasare in boccette di vetro.
Dosi: diluita al 10-20% in acqua precedentemente bollita, viene usata per applicazioni locali nelle ecchimosi,
traumi, contusioni e distorsioni. Gli impacchi non devono essere mantenuti per tempi troppo lunghi ma vanno
ripetuti frequentemente a brevi intervalli. Il preparato
non deve essere usato internamente.
La stessa tintura può essere preparata dal farmacista
usando l’estratto fluido come nella seguente ricetta:
Arnica - rizomi e radici estratto fluido 10 g
alcol etilico a 70°
70 ml
Dosi: diluita al 10-20% in acqua, dà una soluzione biancastro-lattiginosa, da usarsi come la precedente.
Gli impacchi vanno rinnovati frequentemente a brevi intervalli, all’inizio, e poi ogni mezz’ora-un’ora secondo la
gravità del caso, lasciandoli infine sulla parte dopo averli
fermati con bendaggio leggero e non stretto. Il preparato non deve essere usato internamente. Una avvertenza
importante per l’uso: la tintura di arnica non va mai impiegata pura, ma diluita con acqua o acqua con un po’ di
glicerina. Inoltre, le applicazioni vanno interrotte al primo sintomo di irritazione locale, onde evitare effetti secondari. Non si deve mai applicare la tintura di Arnica su
ferite o lesioni aperte a causa della possibilità di reazioni
allergiche.
L’uso interno è stato abbandonato perché l’ingestione
di preparati a base di Arnica sono considerati tossici
anche a dosaggi relativamente bassi, provocando irritazione gastroenterica, tremori, sudorazione fredda, tachicardia e paralisi dei centri nervosi (midollo spinale).
ARNICA MONTANA (M. M.)
Arnica montana, Composite
Per la sua azione elettiva sulle parti dell’organismo esposte a un trauma: cute, tessuto cellulare sottocutaneo,
muscoli, capillari e sistema nervoso, l’Arnica ha riprodotto, nelle sperimentazioni, tutti i sintomi che si osservano dopo un colpo o una caduta, dai più lievi, che si
limitano ad una leggera ecchimosi, ai più gravi che provocano uno stato di shock.
Le due grandi caratteristiche di Arnica saranno dunque
i due sintomi cardinali di ogni trauma violento:
sensazione di ammaccatura, di contusione in tutto il corpo;
stato di prostrazione, di shock, più o meno pronunciato.
Si prescrive allora Arnica:
1. In ogni trauma recente e in tutte le possibili sequele di
un trauma per quanto antico questo sia;
2. Nelle conseguenze degli sforzi muscolari, che altro
non sono che traumi attenuati (Rhus tox. – Aconitum);
3. Nelle emozioni profonde, gli eccessi di lavoro intellettuale che costituiscono per le cellule cerebrali dei veri
traumi.
Ma resta ben inteso che, secondo la grande Legge di
Similitudine, in ogni affezione indipendente da un trauma, ma che presenta i sintomi prodotti nella sperimentazione patogenetica, Arnica sarà indicato. Studieremo ora,
procedendo dalla superficie verso l’interno, l’azione di
Arnica su questi tessuti che, come abbiamo visto, sono
particolarmente interessati da un trauma.
77
AROMATERAPIA
Azione sulla cute e il tessuto cellulare sottocutaneo
Ecchimosi dopo il più leggero colpo o anche spontaneamente.
Foruncoli piccoli e dolorosi.
Acne a disposizione simmetrica.
Aggiungiamo che la cute di Arnica presenta una notevole iperestesia, e ciò spiega le due grandi caratteristiche:
Il letto sembra duro (è per questo che il malato si rigira
senza posa) e il paziente teme di essere toccato.
Azione sui muscoli
L’Arnica è il grande rimedio di ogni contusione e di tutti
i sintomi prodotti da quel trauma attenuato che è lo sforzo, ed è per questo che troviamo nella sua sintomatologia tutti i tipi di dolori muscolari:
–lombaggine
–pleurodinia
–afonia degli oratori
–dolori di ammaccatura delle pareti e dell’utero dopo il
parto
–gastralgia dopo un pasto frettoloso, poiché spesso si
tratta di una mialgia.
L’Arnica ha una rimarchevole azione su quel muscolo
cavo che è il cuore:
Dilatazione del cuore degli sportivi (Rhus tox. – Aconitum).
Angina pectoris con sensazione di costrizione (Cactus)
e soprattutto, ciò che gli è peculiare, sensazione di ammaccatura nella regione precordiale, con questo piccolo
segno: dolore al gomito sinistro.
Eretismo cardiaco con attacchi d’angoscia notturna: il
malato proclama che sta per morire, manda a chiamare il
medico, ecc.
Azione sui vasi
Arnica li dilata, soprattutto i capillari con, per conseguenza, congestione, ematomi, ecchimosi, emorragie,
porpora. Arnica sanguina facilmente.
–Epistassi dopo colpo, anche leggero, sul naso.
–Emottisi dopo tosse.
–Mestruazioni abbondanti con perdite continue nell’intervallo fra le mestruazioni.
La congestione è localizzata soprattutto nel capo, per
cui: testa calda mentre il resto del corpo resta freddo,
con queste due curiose caratteristiche: nella faccia, il
naso resta freddo e sensazione di acqua fredda versata
su tutto il corpo. E queste conseguenze: vertigini, ecchimosi palpebrali e sottocongiuntivali, apoplessia
dove Arnica è il primo rimedio da usare.
Azione sul sistema nervoso
Shock dovuto ad un trauma, ma anche a qualunque altra
causa: per esempio febbre infettiva grave: il malato in78
nanzi tutto chiede che lo si lasci tranquillo; è prostrato,
incontinente, risponde alla domanda che gli si pone e
subito ripiomba nel sonno o nello stupore.
Insonnia in seguito a traumi, sforzi muscolari prolungati, superlavoro intellettuale, emozioni depressive, delusioni.
Depressione reattiva: volontà spezzata da avvenimenti
penosi, con desiderio di solitudine e di silenzio, indifferenza a tutto ciò che prima si amava (da cibi e bevande
alle persone).
Arnica ha un’azione anche su apparati che, come i precedenti, non sono esposti a traumi.
Apparato digerente
La putridità di tutte le escrezioni è un grande sintomo
di Arnica: fetore dell’alito, dei gas intestinali, delle feci,
dovuta spesso ad un cattivo funzionamento del fegato
(come i foruncoli e l’acne già segnalati). Avversione per
la carne. Desiderio di aceto. Incontinenza fecale, soprattutto notturna.
Apparato respiratorio
Afonia dei cantanti. Emottisi. Tosse in seguito a grida o
pianti dei bambini.
Pertosse: il bambino piange prima dell’accesso perché
lo sente arrivare.
Nota. L’Arnica T.M. per via esterna è controindicata dalla presenza di una lesione di continuo; si userà invece
Calendula T.M. o Echinacea T.M.
AROMATERAPIA
→ Oli essenziali.
AROMATOLOGIA
Il termine aromaterapia è stato utilizzato per la prima volta nel
1928 da René Maurice Gattafossé per indicare le proprietà
antibatteriche degli oli essenziali e la loro capacità di diffondersi attraverso la pelle. In realtà, l’uso delle piante officinali
ha origini ben più remote nel tempo.
Oggi l’aromaterapia è un ramo della fitoterapia che usa gli oli
essenziali (oli eterici), cioè le sostanze fortemente odoranti
delle piante che vengono estratte di solito tramite:
• spremitura
• distillazione in corrente di vapore
• co-distillazione
• enfleurage
• estrazione con solventi
• estrazione con fluidi supercritici.
Gli oli essenziali sono miscele complesse di sostanze volatili
e odorose, liquide o solide, prodotte da molte piante e raccolte all’interno delle cellule vegetali sotto forma di minuscole goccioline dentro cavità dette vacuoli. Sono il risultato
dell’azione della luce e del calore del sole sulle piante.
ARSENICUM ALBUM
Più specificamente si dovrebbero definire “essenze”, mentre
gli oli essenziali sono tali essenze una volta estratte e dopo
aver subito le relative modificazioni chimiche.
Esse sono sostanze:
• oleose (cioè solubili in alcol, olio, ma non in acqua)
• volatili
• infiammabili
• odorose
• colorate
• concentrate (e costose)
• saporite (in genere: aspro, dolce, acre o bruciante).
Vi sono diverse tipologie:
• note di testa (o nota alta): molto volatili, rinfrescanti, con
azione dinamica, stimolante, euforizzante (ad es.: arancio,
bergamotto, limone, pompelmo, mandarino, lemongrass,
eucalipto, menta, verbena);
• note di cuore (o nota di centro): mediamente volatili, con
aroma floreale, azione armonizzante, sensuale, di grande apertura alla vita e alle relazioni (ad es.: camomilla, lavanda, neroli,
rosa, gelsomino, geranio, ylang-ylang, melissa, mirto,
petitgrain, salvia sclarea);
• note di base (o nota bassa): poco volatili, aroma forte, penetrante, con azione calmante, stabilizzante, tranquillizzante
(ad es.: abete, cannella, cedro, pino, legno di rosa, vetiver,
ginepro, sandalo).
L’aromaterapia si rifà ad una concezione olistica della natura
e dell’essere umano (hólos dal greco: tutto) che considera
l’essere vivente come una unità complessa. Il mantenimento
della salute, così come la cura devono fare leva contemporaneamente su più livelli: corporeo, psichico e spirituale. Per
tale motivo, nella scelta degli oli essenziali il terapeuta va
oltre il criterio sintomatico per cercare di apportare benefici
anche a livello più generale. L’obiettivo è armonizzare l’individuo, integrando le energie mancanti e scaricando gli eccessi. Vi è, inoltre, un riconoscimento tra la personalità della
pianta e quella dell’individuo in base al quale lo scambio
comunicativo che si può innescare tra i due può avere un
effetto terapeutico.
L’azione degli oli essenziali si esplica sul corpo, la mente e lo
spirito (aromaterapia sottile), attraverso il calore, l’olfatto, il
derma, il tatto e la frizione, e, per uso interno (ingestione) nel
caso dell’aromaterapia.
Le proprietà degli oli essenziali vanno ben oltre quelle biochimiche per connettersi alle energie legate al mondo dei
simboli, delle immagini, della forza evocativa dei profumi, in
grado di risvegliare ricordi, emozioni, di stimolare le attività
cerebrali, i comportamenti con ripercussioni anche a livello
organico. In questo senso, l’aromaterapia energetico-simbolica può essere utile nel caso di disturbi psicosomatici, per
il potenziamento delle risorse cognitive, emotive e spirituali.
I due approcci, classico, analitico-tecnico, e quello simbolico, analogico-intuitivo, non si escludono a vicenda.
(Anna Fata)
→ Oli essenziali.
ARSENICALISMO
1. Avvelenamento da composti dell’arsenico.
In caso di suicidio, avvelenamento criminale, o inalazione di
idrogeno arsenicato: disturbi nervosi e digestivi gravi in forma di colera.
Provvedimenti d’urgenza, → Avvelenamento, Asfissia.
Trasporto al Centro antiveleni più vicino.
2. Intossicazione cronica.
È essenzialmente una malattia professionale (fabbricazione
di prodotti antiparassitari, tinture, conce di pelli, ecc.) che si
manifesta con vomiti, diarrea, lesioni renali, epatiche, polmonari, disturbi nervosi e cutanei (in questo caso, può trattarsi
dell’arsenicalismo dei viticoltori del Beaujolais, discheratosi con evoluzione verso l’epitelioma). Il medico seguirà
l’evoluzione e, in tutti i casi, potrà aggiungere al trattamento:
Arsenicum album 9CH, 5 gr. ogni 15 giorni.
Chelidonium composé, 10 gtt. 2 v. al dì.
→ Dermatosi professionali, Cheratodermia, Osteite, § 5, Epitelioma.
ARSENICUM ALBUM (M. M.)
Anidride arseniosa, AS2O3
L’Arsenico, classificato tra gli alteranti, lede tutti i tessuti, sistemi o organi, dalla semplice irritazione fino alla
completa distruzione. Non ci si meraviglierà dunque di
vederlo indicato in casi di ben diversa gravità, dalla malattia più benigna fino alla cachessia terminale. Anche a
costo di ripeterci, diamo sin da ora le sette grandi caratteristiche di Arsenicum, che sono:
— sensazioni di bruciori;
— miglioramento con il calore;
— grande ansietà che provoca agitazione;
— aggravamento fra mezzanotte e le ore 3 con acme
alle ore 1;
— periodico ritorno dei sintomi;
— alternanza di eccitazione e depressione;
— escrezioni poco abbondanti, fetide e brucianti.
Si possono facilmente ricordare queste caratteristiche
annotando quanto segue:
1) L’Arsenico è un caustico violento, e come tutti i caustici, provoca dolori brucianti.
2) Distrugge le cellule e particolarmente i nuclei dei globuli sanguigni, determinando anemia per diminuzione
delle ossidazioni e sue conseguenze:
freddolosità, per mancanza di calore organico, per cui
necessità della “veste da camera”;
nello stesso tempo bisogno d’aria, per mancanza d’ossigenazione, per cui “finestra aperta”;
aggravamento la notte, quando le ossidazioni sono ul79
ARSENICUM ALBUM
teriormente diminuite per il normale rallentamento della
circolazione.
3) Si può considerare l’agitazione d’Arsenico come la
fase di difesa dell’organismo che, una volta esaurita, è
sostituita da una fase di depressione. Queste due fasi,
alternandosi, spiegano in parte la periodicità di certi sintomi di Arsenico.
Sistema nervoso
Arsenicum deprime le forze vitali e causa una depressione e una prostrazione estreme sproporzionate alle
cause che le provocano: il più piccolo sforzo, il minimo
esercizio, per esempio.
Ma Arsenicum è anche un agitato per ansietà, desidera
cambiare costantemente posto, ma per la sua debolezza
è obbligato a farsi aiutare, o a fermarsi dopo il più piccolo spostamento e restare tranquillo per riposarsi.
È soprattutto la notte che viene preso dai suoi accessi di
ansietà che lo obbligano ad alzarsi. Ha paura dell’oscurità, paura di rimanere solo, paura della morte.
Prostrazione, ansietà, agitazione sono veramente tre
grandi caratteristiche di Arsenicum.
È nelle malattie gravi, per esempio il tifo, che ritroviamo
questo quadro.
Aggiungiamo che Arsenicum, che teme il freddo, si copre e si rannicchia sotto le coperte e la “veste da camera”, ma siccome ha bisogno di respirare aria fresca, apre
la finestra.
Arsenicum produce ipersensibilità generale (Hepar) e
di tutti i sensi, e dolori brucianti come carboni ardenti o
aghi roventi che sono migliorati dal calore e dalle applicazioni calde. Provoca anche paralisi simmetriche, colpendo all’inizio le estremità: alluci e piedi, dita e mani,
risalendo a volte fino al ginocchio e al gomito senza
sorpassarli. Le retrazioni tendinee sono frequenti, sono
colpiti gli estensori e a volte l’atrofia è precoce. Arsenicum provoca tremori spasmi dei gruppi muscolari, movimenti coreiformi.
Mucose
Le mucose sono irritate, infiammate, rosse e secche, con
un essudato poco abbondante, ma estremamente escoriante e bruciante, tali sono le secrezioni della corizza,
della congiuntivite, dell’otite. Le feci sono diarroiche, in
piccole quantità, di odore cadaverico, spossanti. Sono
irritanti, provocano escoriazioni della cute attorno all’ano e può coesistere un eczema con prurito e bruciori.
La leucorrea ha gli stessi caratteri ivi compreso il cattivo
odore che si può constatare anche durante le mestruazioni. Notiamo che le mestruazioni possono essere di
quantità ridotta ma anche abbondanti e profuse.
Sierose
I versamenti sierosi, al contrario dei mucosi, sono abbondanti e di rapida formazione: pleurite e ascite. Poiché
80
il fegato e la milza sono ingrossati si comprende la frequente indicazione d’Arsenicum nelle cirrosi.
Cute
La cute è secca, come incartapecorita, con tendenza a
raggrinzirsi. Presenta le più varie eruzioni: bolle, vescicole, pustole, ecc. Accompagnate da dolori brucianti e
da prurito che si alternano incessantemente durante la
notte. Foruncolosi cronica.
Eczema che peggiora in inverno e migliora in estate. Ma
Arsenicum produce soprattutto delle eruzioni squamose, è un rimedio capitale della psoriasi, e delle ulcere con
queste caratteristiche: sono superficiali, brucianti, trasudano un liquido di odore abominevole e sanguinano
facilmente.
Edemi, soprattutto a livello delle palpebre inferiori che
pendono come piccoli sacchi d’acqua.
Sangue
Sia fra gli allopati che gli omeopati regna la più grande
confusione sull’azione di Arsenicum su ciascun elemento del sangue, ma ciò che è certo è che provoca un’anemia e dunque la guarisce a piccole dosi. Arsenicum ha
una grande tendenza a sanguinare, ma epistassi, ematemesi, melena, ematuria, emorragie genitali, lo richiedono
solo se ci sono bruciori, escoriazioni a livello delle emorragie con ansietà e prostrazione.
Azione di Arsenicum album sugli organi
Stomaco – L’Arsenicum ingerito provoca una violenta
gastrite acuta, così troveremo l’indicazione in uno stomaco estremamente irritabile con la sensazione di essere
a vivo, fino al punto che il minimo alimento o bevanda
provocano dolori e sono immediatamente seguiti da vomito o defecazione o le due cose insieme.
I dolori sono brucianti, atroci. Il soggetto ha intensa
sete d’acqua fredda, ma quest’acqua resta come un peso
sullo stomaco e finisce per essere vomitata. È per questo che beve poco alla volta, ma spesso. Disgusto per la
carne e il burro, a volte per tutti gli alimenti, dei quali non
può nemmeno sopportare l’odore.
Addome – Disteso e dolente, sensibile al minimo contatto. Ipertrofia del fegato e della milza, ascite. Emorroidi
brucianti come il fuoco e alleviate dall’acqua calda.
Polmone – Asma, i cui accessi sono soprattutto notturni, verso mezzanotte, con espettorato schiumoso, come
albume battuto, soprattutto quando quest’asma è apparsa dopo la soppressione di una eruzione cutanea.
Dolore fisso, lancinante, acuto, nel terzo superiore del
polmone destro. Tosse con sensazione di respirare vapori di zolfo.
Cuore – Battiti troppo forti e visibili (Spigelia).
Sensazione di costrizione (Cactus).
È spesso indicato nell’angina pectoris.
ARSENICUM IODATUM
Reni – Albuminuria con edemi localizzati o anasarca. Glomerulonefriti.
Sono state date due indicazioni generali:
1) da Teste che ritiene convenga in modo eccellente alle
affezioni endemiche presso gli abitanti di paesi paludosi. Arsenicum in effetti è un grande rimedio del paludismo, come avrà già fatto supporre la sua periodicità e
l’ipertrofia della milza. Conviene agli accessi incompleti,
mal definiti, con febbre elevata e grande sete, ma per
bevande calde;
2) da Jahr che trova sia indicato per le sequele dei raffreddamenti da acqua (Antimonium crudum).
Il tipo d’Arsenicum, per quanto riguarda il viso, è stato
ben riassunto in questi termini: “Pallido, gonfio o giallastro, cachettico; gli occhi sono cerchiati, le labbra pallide o livide. Quando i disturbi che richiedono il rimedio
sono meno pronunciati la cute è, al contrario, rosa; l’epidermide, soprattutto agli angoli delle labbra, si solleva
in fini squame che rassomigliano a grani di polvere di
riso”.
ALTRE INDICAZIONI
Canizie precoce. Calvizie ippocratica.
Atrofia ottica (alcool, tabagismo).
Otite acuta media (Chavanon), otorrea cronica.
4) Tubercolosi (Arsenicum – Iodium).
Arsenicum Iodatum agisce soprattutto sull’apice sinistro. È indicato: nei tubercolinici ossigenoidi (Iodium)
nei quali si sospetta l’evoluzione verso la tubercolosi.
Un quadro spesso riscontrato nelle ragazze è il seguente: amenorrea con palpitazioni, anemia e dispnea.
Nella tubercolosi incipiente quando c’è solo una leggera temperatura vespertina con disturbi che mostrano che
c’è un’intensa infezione: prostrazione profonda, polso
rapido, traspirazione, tendenza alla diarrea, emaciazione.
Nella tubercolosi cavitaria.
ARSENICUM IODATUM (M. M.)
Ioduro d’arsenico – AsI3
Sistema nervoso
Sensazione di bruciore (Arsenicum), di pulsazione, battito (Iodium).
Costrizione dei muscoli (Cactus). Mal di testa aggravato
la mattina, tipico degli studenti.
È indicato nelle diatesi sifilitica e tubercolinica.
Si possono distinguere in Arsenicum Iodatum sei fisionomie morbose principali:
1) Denutrizione (Arsenicum – Iodium).
Con dimagrimento, grande debolezza e depressione generale della forza vitale; esaurimento sproporzionato alle
cause che lo hanno prodotto, a volte semplice raffreddore di testa (Arsenicum); l’appetito è non solo conservato, ma talvolta il malato ha una fame canina e diventa
ansioso se non mangia (Iodium).
2) Catarri (Arsenicum).
Sono dominati da questa legge: “Ogni secrezione, senza
riguardo alla malattia o alla localizzazione, se è irritante e
corrode lì dove sgorga e i tessuti sui quali scorre, indica
immediatamente Arsenicum Iodatum”.
Particolarmente: leucorrea escoriante accompagnata da
ulcerazioni del collo dell’utero; diarrea cocente che lede
l’ano, frequente nei bambini piccoli.
3) Adenopatia (Iodum).
Ipertrofia e indurimento delle ghiandole. Gozzo. Adenopatia ghiandolare. Ipertrofia delle ghiandole sottomascellari.
5) Ipertiroidismo (Iodium).
6) Arteriosclerosi (Iodium – Arsenicum).
Con vertigini, degenerazione miocardica e aortica. Oppressione cronica. Debolezza generale, dimagrimento.
Neurastenia quando c’è arteriosclerosi cerebrale.
Modalità
Aggravamento: temperature estreme (Arsenicum lo è dal
freddo, Iodium dal caldo). Per il vento freddo e il vento
caldo del Sud (solo Ipeca ha questa doppia modalità
contraddittoria). Quando ha fame, ma migliora mangiando (Iodium).
Apparato digerente
Grande sete con grande desiderio d’acqua fredda (Arsenicum). Diarrea dei tubercolotici avanzati. Addome disteso. Dolori da colica che costringono a piegarsi in avanti (Colocynthis). L’espulsione dei gas allevia, anche una
defecazione.
Apparato respiratorio
Violenta corizza con scolo mucoso, irritante, infiammante il labbro superiore (Arsenicum). Tosse secca dei vecchi pleuritici che evolvono verso la sinfisi (dare in seguito Silicea).
Asma.
Raffreddore da fieno.
Infiammazione dei bronchi e dei polmoni con espettorato abbondante, giallo-verdastro, purulento.
Apparato circolatorio
Cuore di persone anziane, miocardiosclerosi e affezione
valvolari.Cuore di persone anziane, miocardite e affezione valvolari. Dispnea cardiaca. Aritmia del cuore senile (Strophantus). Polso debole, rapido e irregolare.
81
ARTEMISIA ABSINTHIUM
Apparato urinario
Spesso utile nella nefrite cronica.
Dosi: 1 cucchiaio o 2, prima o dopo i pasti, liscio o con
poca acqua.
Cute
Dermatosi persistenti soprattutto quando ci sono croste come miele seccato. Lichen planus. Eczemi lichenificati.
Esfoliazione marcata della cute in larghe squame.
Ittiosi.
Tè (disturbi epato-biliari, come colagogo e coleretico):
Assenzio maggiore - sommità fiorite, sbriciolate 10-15 g
acqua bollente
150 ml
Infusione di 2-3 ore, poi colare.
Dosi: 3 tazze calde al giorno (ore 7, 17, 22).
L’abuso di assenzio, l’uso smodato o troppo prolungato
può provocare epilessia.
ARTEMISIA ABSINTHIUM L.
(Assenzio maggiore) - Famiglia Composite
• Generalità - Pianta erbacea perenne, alta 0,80-1 m.
• Parti usate - Foglie e sommità fiorite (fiori e foglie).
• Principi attivi - Olio essenziale (0,2%-0,5%) costituito
di absintolo (b-tujone), tujolo, fellandrene, cadinene e
azuleni, e moltissimi loro derivati, contiene, inoltre, una
sostanza amara, l’absintina, risultante di quattro componenti amare (artamarina, artamaridina, atamarinina e
artamaridinina); fitosterolo, composti lattonici, vitamina
B6, vitamina C, tannino, moltissime tracce di altre sostanze.
• Proprietà terapeutiche – Amaro-toniche, stomachiche, aperitive, digestive, coleretiche, emmenagoghe, vermifughe e febbrifughe.
Indicazioni, preparazioni e dosi
Dispepsie nervose, atonia gastrica, digestioni difficili,
disturbi epato-biliari (aumenta la secrezione biliare di 34 volte), nell’amenorrea.
Vino composto
(dispepsie nervose, atonia gastrica, cattive digestioni) (in farmacia):
Assenzio maggiore - sommità fiorite
30 g
Genziana - radice contusa
20 g
Arancio amaro - buccia
20 g
Rabarbaro - radice contusa
30 g
Quassio - legno raspato
5g
vino bianco di 16°- 18°
900 ml
alcol etilico a 85°
100 ml
Macerazione di 15 giorni, colare, spremere e filtrare.
Dosi: 1 bicchierino o 2, da liquore, 10 minuti prima di
pranzo e cena.
Elisir tonico digestivo (in farmacia):
Assenzio maggiore - sommità fiorite
50 g
Arancio amaro - buccia
20 g
Calamo aromatico - radice contusa
10 g
Quassio - legno raspato
3g
Cannella - corteccia contusa
5g
alcol etilico a 85°
250 ml
vino bianco di 16°-18°
350 ml
Procedere come per il vino composto.
82
ARTEMISIA GENEPI
(Genepi) - Famiglia Composite
• Generalità - Pianta erbacea perenne.
• Parti usate - Sommità fiorite, raccolte all’inizio della
fioritura da luglio a settembre ed essiccate in strati sottili
all’ombra e appese, riunite in mazzi, in ambiente aerato,
evitando il sole e le alte temperature; si conservano in
recipienti di vetro o di porcellana al riparo della luce.
• Principi attivi - Olio essenziale (cineolo), sostanze amare.
• Proprietà terapeutiche – Amaro-stomachiche, digestive e stimolanti, balsamiche ed espettoranti, utile rimedio
sintomatico per raffreddori e influenze, cicatrizzante.
Indicazioni, preparazioni e dosi
Per stimolare la digestione, eliminare i gas intestinali,
sedare gli spasmi intestinali
Infuso:
Genepi - sommità fiorite
3g
acqua
100 ml
Lasciare in infusione nell’acqua bollente per 15 minuti.
Dosi: 1 tazzina dopo i pasti o all’occorrenza.
Infuso (per mestruazioni dolorose):
Genepi - sommità fiorite
2,5 g
acqua
100 ml
Lasciare in infusione nell’acqua bollente per 10 minuti.
Dosi: 2 tazze al giorno.
Il preparato va preso una settimana prima della data in
cui è prevista la comparsa delle mestruazioni.
Tintura:
Genepi - sommità fiorite 20 g
alcol di 60°
100 ml
Lasciar macerare per 5 giorni.
Dosi: mezzo cucchiaino o gocce generalmente dopo i
pasti o all’occorrenza.
ARTEMISIA VULGARIS L.
(Artemisia) - Famiglia Composite
• Generalità - Pianta erbacea perenne.
• Parti usate - Pianta intera, sommità fiorite e anche le
radici.
ARTERITE
• Principi attivi - Olio essenziale (0,02%-0,2%) costituito di composti terpenici (cineolo, tujone); rebracitolo,
artemisina, tannino e altre sostanze
• Proprietà terapeutiche - Tonico-amare, emmenagoghe,
sedative, antiisteriche e antispastiche (sommità fiorite e
parti aeree). Un tempo la radice era usata nell’epilessia,
nella corea e nel diabete per i suoi effetti anticonvulsivanti, ipoglicemizzanti e anche per la sua azione febbrifuga.
Indicazioni, preparazioni e dosi
Amenorrea, dismenorrea, ritardi dei mestrui.
Infuso semplice (amenorrea, dismenorrea, ritardi dei mestrui):
Artemisia - sommità fiorite
25 g
acqua bollente
1000 ml
Versare l’acqua bollente sulla droga, chiudere il vaso e
lasciare mezz’or in fusione, colare.
Dosi: 2-4 bicchieri di infuso caldo, al mattino a digiuno.
Questa cura va protratta per tutto il periodo delle mestruazioni dolorose Nelle mestruazioni scarse o abitualmente in ritardo, si consiglia di bere un bicchiere del
suddetto infuso, caldo, al mattino a digiuno, iniziandone la cura 3-4 giorni prima dell’epoca in cui dovrebbero
comparire i mestrui.
Sciroppo composto (ritardi mestruali, in farmacia):
Artemisia - estratto fluido
12,5 g
Cataria - estratto fluido
3g
Ruta - estratto fluido
0,5 g
Menta - tintura alcol - idrosolubile
1g
Cannella - tintura alcol - idrosolubile
2,5 g
Anice - tintura alcol - idrosolubile
2,5 g
sciroppo semplice
250 g
Aggiungere allo sciroppo semplice gli estratti e le tinture e agitare per ottenere una perfetta miscela.
Dosi: 2-3 cucchiaini al giorno, iniziando la cura sempre
alcuni giorni prima dell’epoca in cui si prevede che dovrebbero comparire i mestrui sospendere non appena il
ciclo mestruale sarà iniziato in modo normale.
Controindicata nelle gestanti.
ARTERIOSCLEROSI
→ Aterosclerosi.
ARTERITE degli ARTI INFERIORI (Arterite spastica e
obliterante, Aterosclerosi degli arti inferiori)
I. 1. Lesione arteriosa infiammatoria degenerativa che porta
all’ispessimento delle pareti e talvolta all’obliterazione (ostruzione) del vaso.
Normalmente, l’arterite comporta quattro stadi: I: latenza, in
cui niente attira specialmente l’attenzione; II: claudicazione
intermittente camminando; crampi che cessano se ci ferma; a
poco a poco, l’intervallo di assenza di dolore si restringe; III:
i crampi compaiono anche di notte, distesi sul letto (dolori da
decubito); IV: stadio di cancrena, con conseguenze gravi.
L’evoluzione è spesso lenta, con periodi di calma, ma talvolta l’obliterazione improvvisa di uno o dei due arti inferiori
esige provvedimenti immediati. In certi casi, il dolore è meno
caratteristico, il soggetto si lamenta di una fatica inconsueta
camminando in salita o col freddo, ha gambe pesanti, dolori
senza veri e propri crampi.
Nei guidatori di auto o di mezzi meccanici si può avere un
intorpidimento seguito da crampi dolorosi.
Ricordarsi dunque che un crampo, un dolore alla natica che
si manifesta camminando può essere il segnale d’allarme dell’arterite e non pensare soltanto ad un dolore sciatico. Per
verificarlo senza perdere tempo, distesi sul letto, sollevare
l’arto colpito (cosa possibile quando si tratta di arterite), che
è pallido quando si solleva e diventa rosso abbassandolo.
Il medico procederà agli esami complementari e preciserà la
localizzazione dell’affezione. Il dolore abitualmente ha sede
nel polpaccio (obliterazione della femorale superficiale o poplitea) ma può manifestarsi nella parte bassa della coscia
(femorale comune o femorale profonda), nella natica (asse
iliaco), nel piede (arteria del piede).
2. Cause: soprattutto l’aterosclerosi, con conseguenti disturbi
metabolici dei glucidi (diabete), dei lipidi (ipercolesterolemia); l’arterite può sopravvenire nel corso di una febbre tifoide, in occasione di un’influenza, di una rickettsiosi; l’invecchiamento generale dell’organismo ne è una possibile
causa, senza dimenticare l’obesità e l’intossicazione tabagica.
II. Trattamento d’urgenza (Arterite al secondo stadio).
1. Sulfur 9CH, Cholesterinum 9CH, Baryta carbonica 9CH,
Aurum metallicum 9CH, Bioterapico Luesinum 9CH, una
dose da prendere, nell’ordine, con 10 giorni di intervallo.
Sclerocalcine, 2 cp. mattina e sera per 10 giorni, pausa di 5
giorni.
Aurum metallicum 5CH, Ignatia 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v.
al dì, i giorni pari.
Plumbum iodatum 5CH, Cupressus 5CH, allo stesso modo, i
giorni dispari.
Populus nigra, gemme, mac. glic. D1, 50 gtt. a mezzogiorno.
Dosi-supposte da prendere la sera, andando a letto:
1a sera: Arteria femorale 7 - Arteria tibiale 7 - Collaterali
femorali 7 - Simpatico 7.
2a sera: Tiroide 5CH, Surreni 9CH.
3a sera: Fegato 5.
Sospendere la 4a sera; riprendere più volte la serie e rispettare il giorno di sospensione.
Flavofruct, 1 capsula 2-3 v. al dì.
Hamelisir, 1 cucchiaio 2 v. al dì.
BFX-Gingkosim, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
OLIGOELEMENTI: Cobalto, una dose il lunedì e il venerdì; e
Manganese-Cobalto, il martedì e il sabato. Il dr. H. Picard ha
83
ARTERITE
segnalato l’influenza che esercita Cobalto Oligosol in iniezioni intra o periarteriose (da 1 a 2 iniezioni alla settimana,
intrafemorali o perifemorali, secondo la gravità del caso).
2. Se crampi, spasmi, aggiungere:
a) Cuprum metallicum 5CH, Cimicifuga 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
b) Se crampi e intorpidimenti, freddo glaciale alle estremità malgrado dolori brucianti, dimagrimento, dolori camminando, aggiungere:
Secale 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
3. Se cianosi delle estremità, rigidità dolorosa dei polpacci camminando, diminuzione del calore vitale, ai rimedi del
§ 1, aggiungere:
Carbo vegetabilis 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
4. Se iperteso con vescica sensibile, predisposto a crisi di
colica epatica, ai rimedi del § 1, 1, aggiungere:
Cholesterinum 5CH, 2 gr. a giorni alterni.
5. Se sifilide ereditaria o acquisita, iniziare con:
Bioterapico Luesinum 9CH, una dose.
6. Se minaccia di cancrena, v. questa voce.
III. Dieta, → Aterosclerosi, II, § 1; eliminazione assoluta del
tabacco. Dieta del diabete in caso di glicosuria (da notare
che il diabete facilita o aggrava l’arterite); c’è una tendenza
alla trasformazione necrotica, alla diffusione rapida.
IV. All’inizio dell’affezione, ginnastica speciale del dr. Buerger: eseguire 3 v. al dì (mattina, mezzogiorno e sera) e almeno
tre volte questi movimenti: distesi sul letto, sollevare l’arto
colpito in verticale e mantenere questa posizione per due
minuti; poi sedersi e lasciare pendere il piede fuori dal letto
per 2 minuti, eseguendo contemporaneamente, con le estremità, dei movimenti di flessione (degli alluci sul piede, del
piede sulla gamba). Infine, distendersi in posizione di riposo,
per 5 minuti. Lottare contro il freddo (due paia di calze di lana
in tutte le stagioni e anche la notte, a letto, piuttosto che una
borsa dell’acqua calda). Sonno prolungato in un’atmosfera
calma, se possibile. Brevi passeggiate in terreno accidentato
(ad andatura moderata), interrotte da soste per sedersi e a
temperatura mite. Camminare sufficientemente, ma senza provocare dolore; le scarpe devono essere semplici e adatte.
Pulizia molto accurata dei piedi (bagni con sapone, asciugarli poi con cura e spargere borotalco).
Se occorre, cura termale.
ARTERITE delle ARTERIE CORONARIE (Coronarite)
→ Angina pectoris, Infarto del miocardio.
ARTERITE GIOVANILE (Malattia di Buerger)
→ Tromboangioite.
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ARTERITE TEMPORALE (Malattia di Horton)
Colpisce per lo più l’uomo che ha superato i 60 anni: cefalee
soprattutto alle tempie, le arterie temporali sono spesse, rosse, dolenti, lo stato generale è alterato, con febbre moderata.
Consultare con urgenza il medico, poiché può esserci la minaccia di serie complicazioni oculari. Aspettando:
Glonoinum 4CH, Secale 4CH, 2 gr. 2 v. al dì, alternando i tubi.
Aurum metallicum 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Dieta: → Aterosclerosi, II, § 1.
ARTICOLAZIONE
I. Dolori articolari.
→ Artrite, Reumatismo, Spalla, Ginocchio, Mani e Dita, Polso.
II. Deformazioni.
1. Se vi è trauma, caduta recente, → Contusione, Frattura.
2. Se la deformazione è progressiva:
a) In un bambino, con gambe arcuate (deformazione dei polsi e delle caviglie), → Rachitismo.
b) In un adulto, può trattarsi di Artrite, Gotta, Idrartro, Reumatismo; → queste voci.
ARTRITE
A. Artrite acuta
Definizione e rimedi di base, → Reumatismo, I e aggiungere:
I. Artrite e Periartrite non infettiva e senza edema.
Ferrum phosphoricum 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
Salicylicum acidum 5CH, Phytolacca decandra 5CH, 2 gr. di
ciascuno, 1 v. al dì.
BFX-CR 14, il contenuto di 1 cps 2-3 v. al dì.
Colchicum-Iris, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
OLIGOELEMENTI: Manganese e Zolfo, un giorno l’uno, un giorno l’altro, al risveglio.
FITOTERAPIA: LENI capsule, 2 cps al dì con un po’ d’acqua.
II. Artrite e Periartrite non infettiva, con edema.
Apis 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
Bryonia 5CH, Sticta pulmonaria 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
OLIGOELEMENTI: Manganese e Zolfo, un giorno l’uno, un giorno l’altro, al risveglio.
Dr. Reckeweg R 61 pomata, frizionare la parte interessata 2
v. al dì.
III. Se rigidità, contrazioni, anchilosi, → Reumatismo, V, §
1.
IV. Artriti, Artrosi, legate ad un’infezione o una diatesi. Artriti pseudo-reumatiche infettive.
Manifestazioni articolari che sopravvengono nel corso di
certe malattie infettive acute, dovute sia al microbo della malattia sia a un’infezione secondaria.
Secondo la diatesi, il microbo o il virus in causa, si aggiun-
ARTRITE
geranno ai rimedi precedenti quelli di uno dei paragrafi seguenti:
OLIGOELEMENTI: Manganese-Rame e Zolfo, alternati al risveglio, in tutti i casi.
13. Diabete, glicosuria, → Diabete.
1. Artrite blenorragica.
Appare soprattutto nella fase secondaria e si localizza spesso alle ginocchia.
a) Artrite: Medorrhinum 5CH, Thuja 5CH, 2 gr. un giorno
dell’uno, un giorno dell’altro.
b) Artrosi: Medorrhinum 9CH, Thuja 9CH, 5 gr. ogni 10 giorni, alternando i tubi.
In entrambi i casi, aggiungere:
Sarsaparilla 4CH, Kali iodatum 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al
dì.
15. Colibacillosi, v. questa voce e aggiungere:
Colibacillinum 9CH, una dose ogni 15 giorni.
2. Diatesi sifilitica.
Colpisce soprattutto le grandi articolazioni; nel periodo terziario può provocare fratture spontanee, un’artrite purulenta.
Luesinum 9CH, 5 gr. ogni 15 giorni.
Phytolacca decandra 5CH, Sarsaparilla 4CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
3. Tubercolinismo del bambino.
V.A.B. (ex BCG) 9CH, Drosera rotundifolia 9CH, 5 gr. ogni
15 giorni, alternando.
Pulsatilla 5CH, Sulfur iodatum 5CH, 2 gr. un giorno uno, un
giorno l’altro.
4. Tubercolinismo dell’adulto.
Tuberculinum residuum 9CH, Drosera rotundifolia 9CH, 5
gr. ogni 15 giorni, alternando i tubi.
Pulsatilla e Sulfur iodatum, come al § 3.
5. Tubercolosi e Reumatismo di Poncet.
Usare i rimedi del Morbo di Pott, → Pott.
6. Stafilococcia.
Staphylococcinum 9CH, una dose ogni 15 giorni.
7. Streptococcia.
Streptococcinum 9CH, una dose ogni 15 giorni.
8. Morbillo.
Morbillinum 9CH, una dose ogni 15 giorni.
9. Febbre tifoide.
Paratyphoidinum B 9CH, una dose ogni 15 giorni.
10. Scarlattina.
Scarlatinum-Injeel, una f. per os una volta ogni 15 giorni.
11. Diatesi urica, Gotta, → Gotta.
Ledum Complexe n° 81 Lehning, 10 gtt. 2 v. al dì.
12. Epatismo (colecistite, ecc.).
Chelidonium composé, 10 gtt. 2 v. al dì.
14. Disturbi cardiaci. Curare la malattia in causa e aggiungere: Dr. Reckeweg R 66, 20 gtt. 2 v. al dì.
16. Anemia. v. questa voce e aggiungere:
Ferrum protoxalatum 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
17. Diatesi ossalica.
Ai rimedi della Litiasi renale, II, § 3, aggiungere:
Berberis 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
18. Brucellosi osteo-articolare o Artralgia melitococcica.
Complicazione della febbre ondulante: artrite acuta, osteite,
ma soprattutto osteoartrite localizzata prevalentemente all’articolazione sacro-iliaca e al rachide.
→ Melitococcia, § 2.
19. Artropatie virali. Curare:
Febbre rossa, Febbre gialla, Febbre da pappataci, o Febbre
di tre giorni (le artropatie fanno parte della diagnosi), Influenza, Epatite epidemica, Mononucleosi infettiva, Orecchioni, Poliomielite, Rosolia, Vaiolo, ecc.
20. Artropatie nervose.
Trattare: Tabe, Siringomielia, Lebbra, Morbo di Parkinson,
ecc.
V. Per quanto concerne la localizzazione dell’Artrite o della Periartrite, → Reumatismo, II.
VI. → Reumatismo articolare acuto.
B. Artrite cronica
1. Se artrite o periartrite con accessi infiammatori, usare i
rimedi dell’Artrite acuta, I o II e riprendere poi i rimedi abituali.
2. Nel reumatismo infiammatorio cronico, è importante allontanare e neutralizzare i focolai infettivi: carie dentarie, piorrea alveolo-dentaria, tonsillite, faringite, rinite, sinusite, otite
cronica, infezione genito-urinaria (uretrite, prostatite, metrite, salpingite), enterocolite, colecistite cronica, dilatazione
dei bronchi, ecc. v. anche sopra: Artrite acuta, IV, per le diatesi.
OLIGOELEMENTI: Rame-Oro-Argento, ogni due giorni. Aggiungere: Potassio, 2 v. alla settimana, se la velocità di sedimentazione è alta.
3. Per quanto riguarda le localizzazioni, → Reumatismo, II.
4. Artrite (o Reumatismo) psoriasica.
Il reumatismo può attaccare adulti colpiti da psoriasi e può
avere forme localizzate (idrartro, artralgia) e generalizzate, con
deformazioni, anchilosi. Aggiungere al trattamento:
Manganum aceticum 5CH, Radium bromatum 5CH, 2 gr. di
ciascuno, 1 v. al dì.
85
ARTRITISMO
5. Artrite reumatoide, → Poliartrite reumatoide.
6. Spondilartrite anchilosante, v. questa voce.
ARTRITISMO
Necessità di un trattamento individualizzato (Obesità, Gotta,
Litiasi renale, ecc.). v. anche: Sedentarietà.
Aspettando, usare i rimedi, il drenaggio fitoterapico e seguire la dieta indicata alla voce Reumatismo. v. anche: OLIGOELEMENTI, IV. Se occorre, cura termale.
ARTROSI
Synphitum-Iris, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
BFX-CR 14, il contenuto di 1 cps 2-3 v. al dì.
BFX-Rhus tox, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
→ Reumatismo.
ARUM TRIPHYLLUM (M. M.)
Rapa indiana
Azione fisiologica
Arum triphyllum è un veleno violento che determina
un’infiammazione di tutte le mucose con distruzione dei
tessuti, provocando trasudazioni ematiche e secrezioni
maleodoranti particolarmente irritanti.
Il tubo digestivo è infiammato dalla bocca fino all’ano: la
mucosa orale è rosso vivo (paragonata ad una “bistecca
fresca”). La salivazione è estremamente abbondante, acida, fetida. Ulcerazioni e false membrane che, asportate,
lasciano la mucosa a vivo. Arum triphyllum ha prodotto
sulla cute delle macchie lenticolari e delle placche di
aspetto scarlattiniforme.
Modalità
Aggravamento: Stando coricato, con il calore.
Miglioramento: Dopo aver mangiato.
Lateralità: Sinistra.
Caratteristiche
1. Agitazione che, a causa della prostrazione nella quale generalmente si trova il paziente, si traduce solo in
movimenti incessanti della testa e delle estremità: “Il
malato affonda, a ogni istante, la testa nel cuscino; le
sue mani si agitano senza tregua e le sue dita grattano il
lenzuolo”.
2. Il paziente prova, a ogni istante, il bisogno di “pizzicare”, di grattare, di scorticare le ali del naso e le labbra, fino a farli sanguinare.
3. Mucose molto rosse, come scorticate.
4. Secrezioni mucose molto acide, irritanti e corrosive.
5. La voce si rompe quando il paziente prova a cantare o
a parlare con tono alto.
6. Sensibilità della laringe al tatto e alla deglutizione
(Spongia).
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7. Sensazione di bruciori e di ferita in varie parti.
Dolori: brucianti soprattutto a livello delle mucose.
Diarrea: acida, maleodorante, escoriante, molto irritante;
sensazione di bruciore nell’ano.
Indicazioni principali
Arum triphyllum presenta i segni principali della scarlattina: lingua lampone, angina rossa, temperatura elevata, stato adinamico. Può essere confrontato con Amm.
carb. e Ailanthus.
Arum triphyllum: gola di colore rosso vivo, narici e labbra escoriate, eruzione normale, stato tifoide.
Ammonium carbonicum: ostruzione nasale, difficoltà respiratoria, eruzione difficile.
Ailanthus glandulosa: eruzione livida e confluente, gola
livida ed edematosa, forma adinamica.
Laringite non difterica.
Afonia catarrale, dovuta alla flogosi acuta delle corde
vocali. È molto frequente in determinati soggetti e talvolta la guarigione è lunga e difficile. In questi casi Arum
triphyllum è il medicamento più indicato; talora è sufficiente per la guarigione. La sua azione è molto rapida;
alcuni cantanti hanno ritrovato la loro voce in meno di
24 ore. Lo si può alternare con Spongia.
Tosse secca con dolori attraverso la spalla sinistra.
ASBESTOSI (da polveri di amianto)
→ Pneumoconiosi, § 1 e 5.
ASCARIDIOSI (Ascaridiasi)
→ Parassiti autoctone ed esotiche, I e II, § 5.
ASCENSORE (Male da)
Aggravato dal movimento di traslazione. → Vertigine, § 22,
Aereo (Mal d’).
ASCESSO
Raccolta di pus che si forma nei tessuti (spesso il derma) o in
una cavità naturale (fegato, polmoni, ecc.) a spese dei tessuti adiacenti. Vi sono due categorie di ascessi secondo che vi
sia o no infiammazione.
I. ASCESSI CALDI
1. Ascessi caldi (in generale).
Ascesso del tessuto cellulare sottocutaneo; i trattamenti seguenti non riguardano le cavità ossee non drenate, né le
affezioni intratoraciche o addominali.
Accompagnato da: infiammazione, arrossamento, calore, tumefazione, febbre, dolore; la pelle che ricopre la zona dell’ascesso è tesa, il dolore diventa più lancinante a mano a
mano che l’ascesso matura. La tumefazione deriva dall’arrivo in massa dei leucociti (globuli bianchi) che si infiltrano
nei tessuti per attaccare i microbi (spesso lo stafilococco
ASCESSO
dorato, meno spesso lo streptococco; ancora più raramente
il pneumococco, il gonococco, ecc.).
Trattamento degli ascessi caldi, in generale:
Echinacea Complexe n° 40 Lehning, 20 gtt. 3 v. al dì.
Bioterapico Pyrogenium 5CH, 2 gr. Un’ora dopo:
Hepar sulfur 5CH, 2 gr. Un’ora dopo:
Belladonna 5CH, Apis 4CH, 2 gr. di ciascuno, 2 v. al dì, alternando.
Defedril, 40-60 gtt. o 1 cpr 2-3 v. al dì.
BFX-CR 4, il contenuto di 1 cps 2-3 v. al dì.
VITAMINE: Vit. C.
OLIGOELEMENTI: Rame-Oro-Argento, 1 v. al dì.
– Per far maturare più rapidamente l’ascesso, aggiungere
(intercalando) Lachesis 7CH, 2 gr. ogni 2 ore.
– Medicazione permanente con una pomata alla Calendula
(Atemaron R 30, Calendula-Heel s...). Se è preferibile una
medicazione umida, usare la proporzione di un cucchiaino da
caffè di Calendula T.M. per un bicchiere d’acqua bollita (miscelare solo quando è fredda). Quando il riassorbimento non
è più possibile perché l’ascesso è in uno stato avanzato,
l’Unguento K.L.C. o, in mancanza, la Pomata al Cyrtopodium (su un giradito, per esempio) farà fuoriuscire il pus
rapidamente; ma non usarla per l’Ascesso o Foruncolo del
naso o del labbro superiore.
In mancanza di qualunque rimedio, usare dei cataplasmi di
cipolla cruda o una cipolla cotta al forno, applicata a temperatura sopportabile.
– Se vi è infiammazione dei vasi linfatici, → Linfangite.
– Se vi è una tendenza alla setticemia, aggiungere ai rimedi
precedenti:
Echinacea T.M., 5 gtt. in un po’ d’acqua, ogni due ore.
Naja tripudians 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
– Quando l’ascesso è aperto e svuotato:
Calcarea sulfurica 4CH, Pulsatilla 5CH, 2 gr. 2 v. al dì, alternando.
2. Ascesso delle tonsille.
→ Flemmone della tonsilla.
E.P.I.D., 1 cp. 2-4 v. al dì, da sciogliere in bocca.
3. Ascesso dentario e Flussione dentaria.
Prima dell’estrazione: consultare senza indugio lo stomatologo. Nell’attesa, usare i rimedi indicati alla voce Dente, § 10
e 13.
– Dopo l’estrazione, → Denti e cure dentarie, §14.
TERAPIA SANUM:
Notakehl D 5 gocce, 10 gtt. in un po’ d’acqua e fare due
sciacqui al dì.
Notakehl D 5 compresse, 1 cp. al mattino e una alla sera x 7
giorni.
4. Ascesso del fegato.
In caso di massima urgenza, usare i rimedi dell’Ittero grave.
5. Ascesso del naso.
– Ascesso del setto nasale.
Bioterapico Pyrogenium 5CH, 2 gr. (da ripetere ogni giorno).
Un’ora dopo:
Phosphorus triiodatus 5CH, 2 gr. (da non ripetere). Un’ora
dopo:
Arnica 5CH, 2 gr. (da ripetere ogni giorno). Un’ora dopo:
Hepar sulfur 5CH, 2 gr. (da ripetere ogni due giorni).
Pomata nelle narici, v. § 1.
– Se foruncolo, → Foruncolo del naso e del labbro superiore.
6. Ascesso dell’orecchio (ascesso del condotto uditivo).
Ai rimedi degli ascessi, § 1, aggiungere:
Myristica sebifera 4CH, 2 gr. 3 v. al dì.
Picric acidum 5CH, 2 gr. 2 v. al dì.
– Se foruncolo, → Foruncolo del condotto uditivo.
7. Ascesso del polmone.
Trattato in ambiente ospedaliero con gli antibiotici scelti secondo il germe in causa (Stafilococco, Pneumococco, Friedlander, ecc.); questa affezione potrà in seguito trarre beneficio, oltre che dalla cinesiterapia (drenaggio di posizione), da
rimedi omeopatici che favoriscono l’espettorazione del pus:
Echinacea T.M., 5 gtt. in un po’ d’acqua, 2 v. al dì.
Bioterapico Pyrogenium 5CH, Calcarea sulfurica 5CH, Kreosotum 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Isopatico del pus 5CH, 2 gr. 1 v. al dì per 8 giorni, poi alla 7, 2
gr. ogni 3 giorni, per 15 giorni; poi alla 9CH, 2 gr. ogni settimana.
L’alcolismo, associato o no al tabagismo, può essere la causa di un ascesso di questo tipo.
8. Ascesso della mammella.
Pyrogenium 5 immediatamente, poi, 1 v. al dì.
Belladonna 4CH, Phytolacca decandra 5CH, Apis 4CH, Conium maculatum 5CH, 2 gr. ogni due ore, nell’ordine. Ripetere fino a consultazione del medico.
Vit. C, oligoelementi, cure, → I, § 1.
9. Ascesso tubercolare dell’ascella (Idrosadenite o Adenite
sudoripara).
Piccolo ascesso rotondo causato dall’infiammazione di una
ghiandola sudoripara, nell’incavo dell’ascella.
Trattamento interno e dieta, → Foruncolo; trattamento esterno, v. sopra, I, § 1.
II. ASCESSI FREDDI
1. Non si presenta nessuno dei segni di infiammazione segnalati al 1. Si tratta spesso, all’inizio, di un impercettibile
ingrossamento ricoperto dalla pelle; questo ingrossamento
si estende a poco a poco; si ulcera, fuoriesce una secrezione
granulosa, poi compare una fistola.
Cause: Tubercolosi ossea o ghiandolare, Micosi. Anche il
87
ASCITE
Morbo di Pott è una tubercolosi vertebrale che può produrre
degli ascessi freddi dislocati talvolta molto lontano dal focolaio osseo originario (→ Pott).
Se si tratta di ascessi freddi fistolizzati al collo (Scrofolosi),
→ Adenite, § 4.
Il trattamento indicato sotto fa riferimento ad un ascesso
aperto o fistolizzato.
Dr. Reckeweg R 1, 10-20 gtt. 3 v. al dì, in poca acqua.
Drosera 7CH, una dose una sola volta.
Calcarea sulfurica 4CH, Pulsatilla 4CH, 2 gr. 2 v. al dì, alternando.
Silicea 5CH, 2 gr. ogni tre giorni.
OLIGOELEMENTI: Rame-Oro-Argento, 1 v. al dì.
Localmente, applicazioni di Cistus canadensis T.M., o compresse con Calendula T.M.
Elioterapia generale e locale. Dieta sostanziosa. Vitamine C,
D, → VITAMINE.
2. Ascesso di Brodie, → Osteite, § 6.
ASCITE
Accumulo patologico di liquido nella cavità peritoneale che
quando supera il mezzo litro diventa clinicamente evidente a
causa della distensione addominale.
1. Ascite non cirrotica.
Cantharis 4CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Apis 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
Digitalis purpurea 4CH, Arsenicum album 4CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
Dr. Reckeweg R 58, 15 gtt. 3 v. al dì.
Bellis perennis T.M., 5 gtt. al dì in un po’ d’acqua.
TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA:
Apis-Homaccord + Lymphomyosot + Galium-Heel, 10 gtt. di
ciascuno 3 v. al dì.
Hepeel, 1 cp. 3 v. al dì.
Strofinare la cute dell’addome con Eau de Philae, 1 v. al dì.
Cura di Limoni, 4 al giorno, in mancanza, cura di Cipolle, se
si tollerano (6 cipolle medie crude, al dì). Dieta rigida (→
Dieta ipotossica), molto declorurata (→ Sodio), inizialmente
con pochissimi liquidi (in linea di massima, la quantità assorbita ogni giorno deve essere inferiore a quella delle urine
emesse nelle 24 ore) fino al riassorbimento degli edemi.
Soltanto il medico può stabilire la riclorurazione della dieta e
l’aumento dei liquidi.
VITAMINE: A, B1, B2, B3, C, D, E, B6, H, I, J, B12, → VITAMINE,
Miele al rosmarino.
2. Approfondire subito la causa, poiché può essere sintomo:
– nella prima infanzia: sarcoma del rene;
– nel neonato: eredosifilide;
– nella seconda infanzia e nell’adolescenza: peritonite tubercolare o sinfisi;
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– nell’adulto: cirrosi epatica, o sifilide epatica, sindrome di
Banti, pericardite tubercolare;
– nell’anziano: cancro secondario del fegato, cancro peritoneale.
3. Ascite della cirrosi, → Cirrosi.
ASFISSIA
In tutti i casi, indicazioni utili possono essere chieste, sia di
giorno che di notte al centro veleni più vicino. Nelle grandi
città, chiamare immediatamente il 118 o il Centro di Rianimazione più vicino.
I. Asfissia da gas
1. Da gas carbonico (non tossico, ma improprio all’ossigenazione del sangue). Cause: pericolo dell’aria limitata (pozzi,
miniere, fogne), di un luogo non aerato, soprattutto sotto
l’influenza di fuochi di combustione (cucina).
Sintomi: difficoltà di respirazione, cefalea, vertigini, nausee;
eccitazione, poi depressione, con congestione del volto.
Comportamento da adottare: aerazione immediata, porre il
malato verso l’aria pura, con la testa e il torace sollevati.
Se semplice lipotimia (la respirazione continua), inalazioni
di Carbogeno.
Più tardi:
Dr. Reckeweg R 67, 20 gtt. su una zolletta di zucchero.
Laurocerasus 4CH, 2 gr. 3 v. al dì, poi:
Carbo vegetabilis 9CH, 1 dose e seguire l’evoluzione.
Se grave (la respirazione è interrotta): respirazione artificiale,
inalazioni di Carbogeno.
2. Da ossido di carbonio, gas d’illuminazione. Intossicazione ossicarbonica acuta (gas tossico).
Cause: pericolo degli apparecchi per riscaldamento (a gas, a
carbone) difettosi, fughe di gas (apparecchi di cucina o per
riscaldamento, scaldabagni), camini crepati; gas di scappamento di motori a combustione; talvolta suicidio con gas di
illuminazione.
Sintomi: mal di testa intenso, ronzii alle orecchie, disturbi
della vista, nausee, vomiti; dal semplice stato ebbro (che
ricorda l’ubriachezza) al coma profondo.
Comportamento da adottare: Evitare la produzione di qualunque fiamma o scintilla. Aerazione immediata; trasportare il
malato in un luogo aerato, togliergli i vestiti che possono
disturbarlo; riscaldarlo (borse d’acqua calda).
Se semplice lipotimia (la respirazione continua), inalazioni
di Ossigeno.
Più tardi:
Laurocerasus 4CH, 2 gr. 3 v. al dì, poi:
Carboneum oxygenisatum 9CH, 1 dose; seguire l’evoluzione.
Se caso grave (la respirazione è interrotta): respirazione artificiale (metodo manuale e bocca a bocca), aspettando le inalazioni di Ossigeno (ossigenoterapia iperbarica, in camera, o
isobarica); salassi, se sovraffaticamento del cuore destro e
ASIALIA
minaccia di edema acuto al polmone; ma niente salassi in
soggetti inibiti o sincopati pallidi. Seguire l’evoluzione: rischi di complicazioni: polmonari (edema del polmone), renali
(albuminuria, uremia), cardiache (palpitazioni, aritmia), cutanee, nervose, ecc.
Carboneum oxygenisatum 9CH, 1 dose, per desensibilizzare.
Prevenzione: dormire in un luogo senza fonte continua di
luce o calore, con la finestra socchiusa. Fare attenzione al
mal di testa in inverno, quando le fonti di calore sono accese.
Verifica periodica degli apparecchi, della rubinetteria, dei condotti di caucciù (cucina, scaldabagni a gas, ecc.).
Aerazione assicurata, anche d’inverno, e soprattutto della
cucina; non lasciare un lume da notte acceso (uno spostamento d’aria può spegnere la fiamma e il gas si diffonde).
Attenzione alle stufe di ghisa, permeabili all’ossido di carbonio. Igiene industriale (ventilazione dei garage, ecc.).
Per l’intossicazione cronica, → Ossicarbonismo, § 2.
3. Da idrogeno solforato dei pozzi neri.
Riportare (con precauzione per i soccorritori), l’asfissiato all’aria aperta; lavarlo delle materie che lo insozzano, togliergli
i vestiti.
Respirazione artificiale; poi fargli respirare acqua clorata o
cloruro di calcio o un fazzoletto imbevuto di acqua di Javel.
4. Da gas soffocante (cloro, bromo, fosgene, vapori nitrosi,
ecc.).
Chiamare immediatamente il medico. Immobilità assoluta dell’intossicato (rischio di edema acuto al polmone); astenersi
da ogni tipo di manovra respiratoria, da ogni tipo di inalazione.
N.B. Talvolta è grave miscelare due prodotti di pulizia, sperando di ottenere un risultato migliore che con uno solo; per
esempio, mescolare acqua di Javel con alcune polveri per
lucidare il W.C. sprigiona cloro, pericoloso soprattutto in un
locale piccolo, chiuso e mal ventilato.
5. In tutti i casi, più tardi, se occorre, contro le conseguenze
di una intossicazione da gas, cura termale.
II. Asfissie meccaniche
1. Da sommersione, → Annegamento.
2. Da elettrocuzione, → Elettricocuzione.
3. Da corpi estranei nella laringe, → Corpi estranei, § 2.
4. Da compressione del torace (frana, schiacciamento da un
peso, ecc.).
Sollevare il più rapidamente possibile l’ostacolo. Mettere
l’asfissiato all’aria, respirazione artificiale aspettando il medico o il trasporto all’ospedale.
5. Asfissia meccanica del neonato, provocata da un oggetto
esterno (cuscino, coperta, ecc.).
Portare immediatamente dal medico o all’ospedale.
Profilassi: sistemazione corretta della biancheria nella culla
o nella carrozzella del bambino.
6. Da impiccamento, strangolamento.
Liberare la vittima. Respirazione artificiale se si arriva in tempo; trasporto all’ospedale.
III. Asfissie improvvise nel neonato, nel bambino piccolo
1. Da passaggio del latte nelle vie aeree, sia per errore di
deglutizione, sia per rigetto del latte dallo stomaco nelle vie
aeree.
Mettere il bambino con la testa bassa per facilitare l’espulsione, tirare la lingua, liberare la faringe introducendo il dito
in bocca. Se lo stato appare grave, chiamare con urgenza il
medico.
Profilassi: non distendere mai un neonato sulla schiena dopo
la poppata ma coricarlo su un lato, affinché non si strozzi in
caso di rigurgito. D’altra parte, non lasciarlo bere troppo
ingordamente; tenerlo quasi dritto durante la poppata, con
la testa un po’ sollevata e anche qualche minuto dopo.
2. Accessi asfissianti della pertosse.
Mettere il bambino bocconi. Chiamare il medico immediatamente.
3. Dispnea laringea dell’infanzia.
→ Laringite stridula, Crup. Per i sintomi, → Tosse, § 2.
4. Da spasmi della glottide.
Trattare la Spasmofilia.
ASFISSIA LOCALE delle ESTREMITÀ
→ Malattia di Raynaud.
ASIALIA (Aptialismo, Xerostomia)
Deficit della secrezione della saliva, secchezza della bocca.
I. Cause
1. Al di fuori di certi stati febbrili gravi (Tifo, Ittero grave,
Polmonite, ecc. e anche Parotite, all’inizio) o di dispersione
d’acqua (Gastroenterite del neonato), l’asialia può riscontrarsi nell’Aterosclerosi, l’Avitaminosi B1, B2, B3, il Diabete, l’Etilismo, certi disturbi endocrini (Menopausa), certe Paralisi facciali, il Tabagismo, molto spesso nell’anziano (per
involuzione delle ghiandole salivari), così come in certe forme di Malinconia e di Nevrastenia.
Esiste anche una Asialia iatrogena che può essere causata
da certi antibiotici, antidepressivi, tranquillanti, neurolettici,
sedativi, calmanti, antiipertensivi, antiparkinsoniani, sulfamidici ipoglicemizzanti (tutti farmaci il cui consumo oggi è
enorme).
Esiste ancora una iposialia radioterapica nella sfera O.R.L.,
così come una asialia “emotiva”.
2. Molte persone anziane (donne, soprattutto) si lamentano
di bocca secca, ma confessano che la quantità di liquido che
assumono è molto limitata. Al di fuori dei pasti, devono bere
89
ASISTOLIA
un litro d’acqua al dì e aumentare tale quantità quando c’è
caldo.
3. Se la carie dentaria può essere una causa di asialia, l’asialia
è una causa di carie dentaria, poiché la saliva ha un ruolo di
protezione dei denti. Normalmente, il pH della saliva è acido;
un pH alcalino testimonia la presenza di un’infezione. Da
considerare anche che l’asialia può derivare da intolleranza
ai materiali della protesi.
4. Con lo scopo di verificare sommariamente se la bocca è
secca, porre una zolletta di zucchero sulla lingua e non succhiarla; se non si scioglie in tre minuti, è secca.
II. Trattamento
1. Al trattamento dell’affezione in causa, aggiungere:
Alumina 5CH, Nux moschata 5CH, Bryonia 5CH, 2 gr. di
ciascuno, 1 v. al dì.
Sulfarlem, 1 cp. prima dei pasti.
Ogni tanto, lasciare sciogliere un po’ di sale da cucina su un
lato della lingua; masticare, se possibile, radice di Angelica.
Sciacquare frequentemente la bocca e i denti con acqua di
Vichy.
2. Se l’asialia è accompagnata da secchezza generale delle
mucose e delle congiuntive, → Gougerot-Houwers-Sjögren
(Malattia di).
ASISTOLIA
Turba circolatoria causata da insufficienza cardiovascolare,
che non si identifica necessariamente con l’asistole (arresto
cardiaco dovuto ad assenza di attività elettrica).
Chiamare il medico e, nell’attesa:
Digitalis 4CH, Strophantus 4CH, Cratægus 4CH, 2 gr. 2 v. al
dì, alternando i tre tubi.
Cratægisan Bioforce, 15-20 gtt. 3 v. al dì in poca acqua.
Miocardio 7/D3 trit., Rene 7/D3 trit., un pizzico del miscuglio,
al risveglio e andando a letto.
Riposo assoluto; tuttavia, muovere le gambe, per prevenire
una flebotrombosi.
Dieta semplice (→ Dieta ipotossica) e, se vi sono edemi,
priva di sali (→ Sodio); pochi liquidi. Poi, frutta, miele, riso,
patate. Vitamine B1, P → VITAMINE.
Soggiorno in pianura o in collina (non più di 500/700 m),
clima mite, lontano dal mare.
Pensare alle cause che possono favorire l’insorgere della
malattia: Avitaminosi, Aneurisma arterovenoso, Malattia di
Basedow, Ipertensione.
ASMA
Aumentata sensibilità dell’albero tracheobronchiale che clinicamente si manifesta, a causa del broncospasmo, con episodi recidivanti di dispnea parossistica, sibili e tosse.
A. Asma dei neonati
1. Trattamento della crisi acuta, aspettando il medico:
90
Chamomilla 5CH, Sambucus nigra 4CH, Ipeca 4CH, Belladonna 4CH, 2 gr. in un po’di latte, 2 v. al dì, alternando i
quattro tubi.
2. Se l’accumulo di muco nei bronchi rende la respirazione
difficoltosa, intercalare:
Antimonium tartaricum 4CH, 2 gr. 3 v. al dì.
3. Se domina la secrezione acquosa nasale, intercalare:
Allium cepa 5CH, 2 gr. 3 v. al dì, in un po’ di latte.
4. Nebulizzazione della camera, → Disinfezione.
B. Asma del bambino e dell’adulto
(Crisi acuta)
I. In tutti i casi.
Sambucus nigra 4CH, Ipeca 4CH, Antimonium tartaricum
4CH, 2 gr. ogni mezz’ora, alternando i tubi, poi diradare.
Dr. Reckeweg R 43, 15 gtt. ogni ora.
Inalazioni, nebulizzazioni nella stanza, → Disinfezione.
Il sollevamento con due mani, con una forte pressione, dei
visceri addominali, calma spesso la crisi in qualche minuto.
Applicazione massiva di ventose, o pediluvi senapizzati (con
effetto congestivo derivativo); riposo a letto. Psicoterapia
“rassicurante”.
Oltre a questi mezzi, spesso efficaci e in assenza di qualunque rimedio, certi autori raccomandano in caso di forte crisi
una tazza di caffè nero molto forte e freddo.
Se possibile, porre il paziente (e soprattutto il bambino) in
una stanza non troppo riscaldata, in cui starà solo e nella
quale non si faranno entrare animali domestici; evitare le
polveri.
N.B. Come trattamento semplice, d’attacco, il Prof. Nebel indica:
Lachesis 9CH, Hyoscyamus niger 9CH, Ipeca 9CH, 5 gr. ogni
dieci minuti, nell’ordine, e ripetere.
II. Tener conto di certe modalità particolari e ai rimedi
precedenti aggiungere, intercalando:
1. Se la crisi è accompagnata da agitazione, ansia:
Aconitum ferox 5CH, 2 gr. ogni 3 h (in mancanza: Aconitum
4CH, 2 gr. ogni 2 h).
2. Se asma con agitazione e ansia, ma il volto è pallido e
cianotico, freddo o coperto di sudore freddo:
Arsenicum album 5CH, 2 gr. 1 v. al dì, alle 18 h o all’1 del
mattino.
3. Se cianosi del volto e delle estremità:
Cuprum metallicum 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
4. Se l’asma obbliga a sedersi sul letto:
Kali carbonicum 5CH, 2 gr. 2 v. al dì.
ASMA
5. Se oppressione, fitte al torace, aggravamento con il movimento:
Bryonia 5CH, 2 gr. 2 v. al dì.
6. Se l’accesso è violento, tale da produrre svenimento:
Moschus 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
7. Se la crisi sopravviene al momento delle mestruazioni:
Cimicifuga 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
B. Dopo la crisi acuta
I. In tutti i casi.
Bioterapico Aviaire 7CH, una dose ogni 10 giorni.
Arsenicum album 5CH, Kali iodatum 5CH, 2 gr. 1 v. al dì, i
giorni pari, alle ore 18 o all’1 del mattino.
Antimonium tartaricum 5CH, Ammonium carbonicum 5CH,
2 gr. 1 v. al dì, i giorni dispari.
Santaherba, 15 gtt. 2 v. al dì (oppure Drosinula Bioforce, 1-2
cucchiai da tè, 3 v. al dì).
Polmone 7CH, una supp. il lunedì e il giovedì, andando a
letto.
Drenaggio, nebulizzazioni, → Bronchite, I, § 2 e 3 e Disinfezione. Alimentazione molto regolare, dieta atossica (v. questa voce) con un pasto leggero la sera, comprendente una
zuppa di aglio. Latte, brodo di verdure, succhi di frutta (arance, pomodori, pompelmi, limoni), conserve (albicocche, mele);
miele (se possibile di abete).
II. Asma che si accompagna a manifestazioni diverse. In
tutti i casi, il trattamento di base è quello del C, I. Aggiungere i rimedi seguenti e fare riferimento alle voci corrispondenti (cure, comportamento da adottare, dieta, ecc.).
1. Asma allergica.
Cercare con attenzione il fattore allergene o scatenante (conosciuto da un terzo degli asmatici) che rischia di passare
inosservato; vedi Allergia, Anafilassi: in questo modo si sono
scoperti dei casi di allergia alla polvere di dafnia per nutrire i
pesci rossi; è bene pensare spesso alle polveri dei locali di
abitazione (dermatophagoidi, forfore animali) o dei luoghi di
lavoro (e anche fumo, odori, ozono, anidride solforosa, toluene diisocianato – asma dei verniciatori -, insetticidi organofosforici, polvere di cotone, polvere di grano, ecc.).
In certi casi, prendere in considerazione anche la possibilità
di cambiare lavoro. Dunque, attenzione alla polvere! Non
usare biancheria da letto troppo vecchia; usare l’aspirapolvere e non la scopa; passare l’aspirapolvere sul materasso
ogni 15 giorni o sostituire il materasso di lana con uno sintetico o a molla. Non riscaldare troppo la stanza.
Altri fattori scatenanti: a) infettivi (virus sinciziale respiratorio); b) alimenti (latte, crostacei, lumache, che hanno scatenato episodi anche mortali di asma); c) agenti fisici (aria fredda, esercizio fisico); d) fattori endocrini (ciclo mestruale); e)
altri (reflusso gastroesofageo).
IMO 09 Spray orale, da 5 a 10 puff al dì lontano dai pasti.
BFX-CR 8, il contenuto di 1 cps 2-3 v. al dì
Blatta-Iris, il contenuto di una cps al dì.
BFX-CR 3, il contenuto di 1 cps 2-3 v. al dì.
Poumon-Histamine 9CH, 5 gr. una volta.
Poumon-Histamine 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
BioMag Lehning, 1 cp., 2 v. al dì, oppure Naturorange Mineral, 1 bustina al dì sciolta in un bicchiere d’acqua...
2. Asma iatrogena.
Certe medicine possono rivelarsi pericolose. Tra queste,
l’aspirina (che può provocare un’asma seria, con contrazioni
spastiche dei bronchi), i farmaci antinfiammatori non steroidei, i beta-bloccanti, i derivati dell’anilina (fenacetina, paracetamolo), alcuni additivi alimentari (tra cui la tartrazina e il
metabisolfito), i pirazoloni (antipirina, piramidone, indometacina), certi antibiotici.
Aggiungere al trattamento una dose, alla 9CH, del prodotto
in causa: Penicillinum 9CH, Antipyrinum 9CH, Salicylicum
acidum 9CH, ecc.
3. Se flusso dal naso, corizza:
Allium cepa 5CH, Sanguinaria 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Se a causa di irritazione nasale (polipo, ipertrofia dei turbinati, ecc.), aggiungere:
Lemna minor 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
4. Se catarro bronchiale:
Dr. Reckeweg R 48, 15 gtt. prima dei pasti, 3 v. al dì.
5. Se asma nervosa:
Dr. Reckeweg R 14, 10-15 gtt. prima dei pasti, 3 v. al dì.
6. Se disturbi gastrici:
Dr. Reckeweg R 5, 15 gtt. prima dei pasti, 3 v. al dì.
7. Se disturbi epatici:
Dr. Reckeweg R 7, 15 gtt. prima dei pasti, 3 v. al dì.
8. Se insufficienza cardiaca:
Aurumheel N Tropfen, in fase acuta 10 gtt. ogni 15 minuti; a
miglioramento, 10 gtt. 3-4- v al dì.
9. Se ipertensione arteriosa:
Dr. Reckeweg R 12, 15 gtt. prima dei pasti, 3 v. al dì.
10. Se sclerosi in un asmatico anziano:
Baryta carbonica 5CH, 2 gr. a giorni alterni.
Viscum album 4CH, 2 gr. 1 v. al dì.
11. Se asma in menopausa:
Lachesis 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
91
ASMA
12. Se disturbi venosi femminili:
Dr. Reckeweg R 42, o Hamamelis composé 15 gtt. prima dei
pasti, 3 v. al dì.
13. Se asma in un obeso:
Blatta orientalis 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
14. Se neuro-artritismo e reumatismo:
Rhus tox.-Homaccord, 1 f. da bere 1 v. al dì.
15. Se asma in un tubercolotico:
Pulsatilla 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Sulfur iodatum 5CH, 2 gr. a giorni alterni.
16. Se in un idrogenoide, sensibile all’umidità:
Natrum sulfuricum 7CH, 5 gr. ogni 15 giorni.
Dulcamara 4CH, 2 gr. 1 v. al dì.
17. Se asma in un demineralizzato:
Dr. Reckeweg R34, 10 gtt. mattina e sera.
Rexorubia, un cucchiaino prima dei pasti.
D. Trattamento gemmo-organoterapico
1. Ribes nigrum, gemme, mac. glic. D1, 10-20 gtt., secondo
l’età, 1 v. al dì.
Viburnum lantana, mac. glic. D1; procedere allo stesso modo.
Polmone 7CH, una f. per via orale, un giorno.
Corteccia cerebrale-Ipotalamo 7CH, una f. orale l’indomani.
Simpatico 7 - Parasimpatico 7CH, 1 f. per via orale, il 3°
giorno.
Interrompere il quarto giorno e riprendere la serie.
Se vi è insufficienza respiratoria, aggiungere:
Diaframma 4CH, 1 f. per via orale, 3 v. alla settimana.
2. Se si tratta di una ragazza o di una donna il cui stato è
aggravato nel periodo premestruale, ai rimedi precedenti,
aggiungere ogni due giorni, la sera, una f. di:
Folliculinum 9CH.
3. Se si tratta di un epatico, ai rimedi del § 1 aggiungere,
ogni due giorni, la sera, una f. di:
Fegato 4CH-Cistifellea 7CH.
20. Asma dei marinai (migliorata in mare, peggiorata mettendo piede a terra).
Bromum 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
E. OLIGOELEMENTI, cure termali e climatiche
1. OLIGOELEMENTI: se asma allergica, essenziale, asma vera
(da allergene esogeno: polline): Manganese, 2 v. alla sett..
Se asma artro-tubercolare, soggetto ipostenico, con fragilità bronchiale: Manganese-Rame e Zolfo, alternati ogni due
giorni; se asma intricata (associazione con bronchite, enfisema, sclerosi polmonare) che, tra le crisi, comporta la persistenza di tosse e sputi, talvolta abbondanti (asma umida):
Manganese-Rame e Manganese, alternati ogni due giorni;
se asma cardiaca: Manganese-Cobalto e Manganese, alternati ogni due giorni.
21. Beninteso, il medico stabilirà caso per caso i rimedi di
fondo: Psora (Sulfur, Psorinum, Graphites, Lycopodium),
Tuberculinismo (Natrum muriaticum, Pulsatilla, ecc.), Sicosi (Natrum sulfuricum, Thuja, Medorrhinum, ecc.). → §
2.
2. Se occorre cura termale o cura climatica: soggiorno ad
alta quota, soprattutto d’inverno, tra 1000 e 1500 metri, in
una regione assolata. A questa altezza, gli allergeni che favoriscono l’asma (polveri della biancheria da letto, pollini, ecc.)
sono a bassa concentrazione.
22. Far curare, se occorre, le affezioni del naso (Polipo,
Etmoidite, ecc.).
TERAPIA SANUM:
Verificare in primo luogo il tipo di alimentazione e lo stile di
vita.
Consigliare la Ginnastica respiratoria e associare il seguente
trattamento integrato:
1° settimana
Recarcin D 4 capsule, 1 cp. al risveglio
Fortakehl D 5 capsule, 1 cp. alla sera, con molta acqua
2° settimana
Latensin D 4 capsule, 1 cp. al risveglio
Fortakehl D 5 capsule, 1 cp. alla sera, con molta acqua, a
giorni alterni
3° settimana
Utilin S D 4 capsule, 1 cp. al risveglio
Fortakehl D 5 capsule, 1 cp. alla sera, a giorni alterni
18. Se asma dopo un’eruzione, un eczema “rientrato”:
Sulfur iodatum 5CH, Kali arsenicosum 4CH, 2 gr. un giorno
da un tubo, un giorno dall’altro.
19. Se asma di origine micotica:
→ Micosi.
23. Alimentazione molto regolare, dieta atossica con un pasto leggero la sera, comprendente una zuppa d’aglio. Latte,
brodo di verdure, tisane, succhi di frutta (arance, pomodori, pompelmi, limoni), conserve (albicocche, mele); miele di
abete.
VITAMINE: A, B5, E, C, D, B6, B12, → VITAMINE.
Se occorre, chinesiterapia respiratoria presso uno specialista. Sport sotto controllo medico; gli sport non violenti non
sono vietati: marcia, nuoto. Da notare che certi asmatici fumano sigarette speciali; alcune di queste sono in realtà a
base di belladonna e di datura e possono risultare pericolose
in caso di consumo continuo.
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ASTENIA
ASMA DA FIENO
→ Raffreddore da fieno.
ASMA DI MILLAR
→ Laringite stridula.
ASPERGILLOSI
(Degli addetti all’alimentazione dei piccioni, palafrenieri, mugnai, ecc.).
Una muffa, Aspergillus fumigatus, parassita delle vie respiratorie degli uccelli, può, nell’uomo, essere pericolosa per i
polmoni e per la pelle: sputi di sangue, sclerosi, arrossamenti
e pustole della pelle, ecc.
→ Micosi, Micosi cutanea, Micosi polmonare, Pneumopatia
da inalazione di antigeni organici.
ASPERMIA
→ Azoospermia.
ASSENZA
1. Casi leggeri.
Brevissima perdita di conoscenza, vuoto di memoria, improvviso stato di incoscienza; assenza causata da distrazione o
preoccupazione che cattura la mente o da lieve eccesso di
bevande alcoliche.
Un po’ di riposo, fisico e mentale, o alimentare, rimetterà il
soggetto in forma; se occorre, un po’ di psicoterapia di appoggio.
L. 72 Lehning, 20 gtt. in un po’ d’acqua, 3 v. al dì.
2. Casi gravi che si ripresentano.
Si presentano i sintomi elencati in uno dei primi stadi dell’Epilessia; v. questa voce, § 1. (È soprattutto in questo caso
che si parla oggi di “assenze”).
Pensare anche a un’alterazione, passeggera o no, dell’irrigazione cerebrale, → Aterosclerosi, Rammollimento cerebrale.
ASSOPIMENTO
Preludio frequente al sonno: diminuzione progressiva della
coscienza, con abbassamento del livello di vigilanza, rallentamento delle funzioni intellettuali.
→ Sonno, Insonnia. Due casi particolari saranno qui esaminati:
1. Assopimento dello scolaro in classe.
Cause: mancanza di sonno (per abuso di veglia, di televisione), stanchezza anormale, cattiva alimentazione; pensare alle
cattive condizioni dell’alloggio e dell’atmosfera (v. Insonnia,
A, § 1 e B, § 2) così come a possibili disturbi della vista e
dell’udito del bambino.
2. Assopimento dell’automobilista al volante dell’auto.
Vengono ritenuti responsabili il ronzio del motore (ma vi è
l’autoradio!), la monotonia della strada (e soprattutto dell’autostrada).
Bisogna fare attenzione alla stanchezza che può precedere la
partenza ed evitare soprattutto un pasto troppo abbondante
per strada, anche se con pochi alcolici.
Quindi, pasti semplici e riposo regolare. Se il tragitto è lungo,
è bene fermarsi nelle zone di sosta. Se si deve fare un lungo
tragitto, prendere dopo una o due ore una dose (o 5 gr.) di
Opium 9CH, che aiuterà a mantenersi svegli.
3. Per evitarlo nel corso di una riunione, una serata, quando si avvicina l’ora abituale di sonno (ricevimento, teatro,
ecc.) Opium 9CH, una dose (o 5 gr.) quando si sentirà arrivare.
ASSENZIO MAGGIORE
→ Artemisia absinthium L.
ASTASIA e ASTASIA-ABASIA
Aspettando il medico, che curerà l’impossibilità più o meno
completa di mantenere la posizione eretta e che coincide spesso con l’Abasia (usare i rimedi indicati sotto questa voce).
ASTENIA
I. 1. In tutti i casi, dalla stanchezza leggera, passeggera, alla
spossatezza, alla mancanza di coraggio; da non confondere
con l’Apatia (v. questa voce).
VC 15 forte fiale, 1 f. al mattino.
Acidum phosphoricum composé, 10 gtt. 2 v. al dì.
Biostenol, 1 f. per os al dì.
Klaiton, 1-2 compresse 2 v. al dì.
Ferolab, 1 cp. 2-3 v. al dì.
Bebix, 2,5-5 ml.2-3 v. al dì.
Essenza di Geranio, da 3 a 5 gtt. su una zolletta di zucchero,
1 v. al dì.
Plurivitaminoterapia. Alimentazione molto ricca di vitamine,
→ Convalescenza, § 3. Per quanto riguarda i momenti caratteristici, → OLIGOELEMENTI, IV. La “nevrosi dei telefonisti” (e
dei meccanografi), con impressione di testa vuota, la “malattia dei dirigenti”, che può terminare dopo un periodo di indifferenza, con una depressione di tipo malinconico, saranno
migliorate, in aggiunta al trattamento, da Rame-Oro-Argento (v. OLIGOELEMENTI, IV).
2. Dopo una malattia infettiva, per recuperare le forze e
l’appetito, → Convalescenza, Influenza, IV, § 2.
3. Astenie psicopatiche.
All’inizio, riposo completo, poi, molto rapidamente, semiriposo con una attività fisica moderata; vivere, se possibile, al
mare o in montagna.
→ Convalescenza e sopra, § 1. Curare: Malinconia, Nevrastenia, Nostalgia.
4. Astenia sessuale, → Anafrodisia.
5. Astenia muscolare, → Stanchezza, § 2 e 3, Miastenia.
6. Astenia della vecchiaia, → Senescenza.
93
ASTENOPIA
7. Astenia degli Europei sotto i Tropici.
Riposo controindicato: la fatica allontana la fatica. Aria aperta, idroterapia. Dieta leggera. Controllare il fegato. Spesso
l’astenia è associata in estate a sudori profusi; bisogna diminuire l’apporto di calorie limitando l’alimentazione e bevendo salato ogni tanto.
8. Se astenia muscolare, con stipsi, nausee, ipotensione,
pensare all’Ipocaliemia.
II. Beninteso, trattare la causa: Insufficienza di apporti alimentari (qualitativa e quantitativa), infezioni croniche (Paludismo, Tubercolosi, Amebiasi, ecc.), malattia del sangue, disturbi endocrini (Ipotiroidismo, Colite cronica, Insufficienza
epatica, Obesità), certe affezioni acute febbrili (Influenza,
Epatite infettiva, Melitococcia, Mononucleosi infettiva, ecc.),
Diabete misconosciuto o mal equilibrato, Pielonefrite cronica, ecc.
In generale, l’associazione Manganese-Rame-Cobalto, dà
buoni risultati; ma secondo le diatesi, → OLIGOELEMENTI, IV.
Se occorre, cura termale.
TERAPIA SANUM:
Accanto alla esatta determinazione eziologica si applicherà
a) se il soggetto è adolescente
Latensin D 6 gocce - 10 gtt. mattino e sera
Latensin D 4 capsule - 2 cp. alla settimana
b) Se il soggetto è astenico e presenta anamnesi positiva per
problemi epato-digestivi, sarà utile affiancare a
Latensin D 4 capsule - 2 cp. alla settimana
Mucokehl D 5 gocce - 10 gtt. mattino e sera
ASTENOPIA
1. Fatica dell’occhio dopo aver letto molto o dopo uno
spettacolo al cinema o alla televisione, o dopo aver effettuato un lavoro minuzioso. Irritazione causata dal vento,
la polvere, il fumo delle sigarette.
Arnica 6CH. Affaticamento dei muscoli ciliari, guardando a
distanza o la televisione per lunghi lassi di tempo. Sens. di
contusione, 2 gr. 4-6 v. al dì.
Calcarea Carbonica 6CH. I sintomi compaiono dopo aver
affaticato la vista, ad esempio dopo lunghi periodi di lettura.
Lacrimazione, infiammazione e prurito oculari. Sens. di camminare nella foschia, 2 gr. 4-6 v. al dì.
Euphrasia 6CH. Affaticamento e lacrimazione con offuscamento della vista. Spesso dolore e palpebre edematose. Fotosensibilità. Rimedio utile come collirio calmante (vedi anche «congiuntivite»), 2 gr. 4-6 v. al dì.
Gelsemium 6CH. Paziente che appare sonnolento con ptosi
palpebrale. Offuscamento della vista dovuto ad affaticamento oculare. Potrebbe risultare difficile e doloroso muovere i
bulbi oculari. Paziente che tende a tenere gli occhi socchiusi,
2 gr. 4-6 v. al dì.
Ledum 6CH. Molto utile per l’affaticamento generale e il dolore oculare. Sens. di «sabbia oculare». L’occhio sinistro po94
trebbe essere più colpito rispetto al destro. Rimedio utile in
presenza di ferite o infezioni concomitanti, 2 gr. 4-6 v. al dì.
Natrum Muriaticum 6CH. Affaticamento. Grande fastidio nel
muovere gli occhi in tutte le direzioni. Sens. «di sabbia oculare». Epifora, 2 gr. 4-6 v. al dì.
Phosphorus 6CH Spesso conseguenza di superlavoro e/o
tensione nervosa. Lacrimazione e bruciore oculari. Possibile
contrazione dei muscoli oculari. Possibile contrazione dei
muscoli delle palpebre. Talvolta offuscamento della vista, 2
gr. 4-6 v. al dì.
Ruta graveolens 6CH. Lunghi periodi di lavoro che impegna
molto la vista, per esempio cucito, lettura o lavoro al computer. Bruciore agli occhi, edema e prurito alle palpebre. Epifora
e fotosensibilità, 2 gr. 4-6 v. al dì.
Dr. Reckeweg Cineraria maritima collirio, 1-2 gtt. per occhio 3-5 v. al dì.
2. Oftalmia elettrica degli attori cinematografici o delle
persone che lavorano sotto una luce intensa; “colpo d’arco” degli elettricisti, dei saldatori; disturbi oculari del personale navigante, della marina e l’aviazione (riverbero del
sole), con lacrimazione, bruciori congiuntivali; tutte le oftalmie dovute agli ultravioletti naturali e artificiali.
Usare i rimedi del § 1.
Preventivamente, portare occhiali con vetri filtranti.
Se blefarospasmo, v. questa voce.
3. Astenopia dell’alpinista che ha percorso al sole accecante vaste distese di neve (oftalmia delle nevi).
Usare i rimedi del § 1 e 2.
Soggiorno in una camera scura per qualche ora e abituare
progressivamente il malato alla luce. In seguito, portare occhiali con vetri affumicati o gialli o meglio giallo-scuro (questi occhiali vanno portati a titolo preventivo); in certi casi
(ghiacciai), una protezione laterale è necessaria, con un largo passamontagna.
4. Sovraffaticamento degli studenti, con stanchezza visiva.
→ Stanchezza, § 6.
5. Astenia accomodativa dovuta ad un difetto di rifrazione.
(Pensarvi sempre in caso di fatica permanente dell’occhio).
Aspettando la diagnosi dello specialista:
a) Sovraffaticamento oculo-cerebrale dei miopi:
Natrum muriaticum 5CH, Lilium tigrinum 5CH, 2 gr. 1 v. al
dì.
b) Se sovraffaticamento oculo-cerebrale degli ipermetropi e
dei presbiti:
Conium maculatum 5CH, Causticum 5CH, Secale 4CH, 2 gr.
1 v. al dì.
c) Sovraffaticamento oculo-cerebrale degli astigmatici:
Physostigma 5CH, Tabacum 5CH, Sepia 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
d) Nei tre casi, Vitamine A, B1, B2, C.
Adaptinol, 2 cp. 2 v. al dì.
ATEROSCLEROSI
6. In certe professioni, proteggersi dai corpi estranei, dalle
polveri o particelle minerali con vetri circondati di pelle, panno o traliccio metallico.
7. Evitare di leggere con scarsa illuminazione o di leggere a
letto in posizione coricata, di tenere la sigaretta in bocca,
soprattutto lavorando.
Trattare, se occorre, l’insonnia e dormire nella massima oscurità possibile. Evitare le emozioni forti, l’abuso di alcolici. Le
persone con occhi chiari faranno attenzione al freddo intenso. Lozioni agli occhi, mattina e sera, con acqua fredda.
ASTIGMATISMO
Consultare l’oculista. Contro la fatica oculare degli astigmatici, → Astenopia, § 5, c; v. anche il § 7.
ASTROFOBIA
→ Temporale.
ATASSIA
Incoordinazione motoria (movimenti volontari) con difficoltà più o meno grande ad effettuare armoniosamente questi
movimenti; la forza muscolare tuttavia si mantiene.
1. Trattamento d’urgenza, aspettando la diagnosi medica:
Gelsemium 7CH, Conium maculatum 7CH, Argentum nitricum 7CH, 5 gr. ogni 7 giorni, nell’ordine; ripetere più volte la
serie.
Oxytropis campestris 5CH, Physostigma venenosum 5CH,
Astragallus 5CH, 2 gr. di ognuno, 1 v. al dì, i giorni pari.
Lathyrus sativus 5CH, Sulfonal 5CH, Conium 5CH, 2 gr. 1 v.
al dì, i giorni dispari.
VITAMINE: B1, P, → VITAMINE.
2. Atassia da difetto di coordinazione automatica, → Abasia-Astasia.
3. Atassia locomotoria progressiva, → Tabe.
4. Atassia psicomotoria, → Paralisi generale.
5. Atassia ereditaria, → Friedreich (Malattia di).
ATEROMA ARTERIOSO
Trattare la causa: Arterite cronica, Sclerosi arteriosa, Intossicazione (Alcolismo, Saturnismo), Infezione (Sifilide, Paludismo, ecc.). Aspettando la prescrizione medica, seguire i consigli della voce Aterosclerosi, II.
ATEROSCLEROSI (Arteriosclerosi)
Caratterizzata da depositi di colesterolo (ateroma) nella parete delle arterie (arteriosclerosi), può localizzarsi sulle arterie
coronarie del cuore (angina pectoris, infarto del miocardio),
del rene o degli arti inferiori (arterite).
Un trattamento strettamente individualizzato è d’obbligo.
Necessità, a partire dai 40 anni, di controlli sistematici (elettrocardiogramma, esame del fondo oculare, dosaggio del colesterolo, del glucosio, dell’urea nel sangue, ecc.). Anche
una biopsia del derma superficiale può far conoscere lo stato
di aterosclerosi, poiché il tessuto elastico si logora contemporaneamente per il derma, l’aorta e le coronarie.
Tenere conto dei fattori di rischio dell’ateroma, molto numerosi: l’eredità (vi sono famiglie ad alto rischio); il sesso (rischi più tardivi per la donna, circa 15-20 anni dopo rispetto
all’uomo); l’età; tuttavia, ai giorni nostri, si constata la presenza dell’aterosclerosi in adulti ancora giovani; i disturbi
del metabolismo (diabete, iperuricemia, iperlipidemia, ipercolesterolemia) possono dipendere da un’alimentazione squilibrata (troppo ricca, iperproteica, forte consumo di bevande
alcoliche, ecc.); l’obesità, il tanagismo; il modo di vita (sedentarietà, insufficiente attività fisica); la personalità, il riflesso della vita frenetica moderna, aggressività, ambizione,
competizione, posti di responsabilità, ecc.
Da notare la carenza di vitamina B6 che si riscontra nei paesi
“sviluppati” (in ragione dell’importanza dell’alimentazione
carnea, dell’apporto insufficiente di alimenti crudi, dell’abburattamento eccessivo delle farine).
I. 1. Trattamento iniziale e di attesa (preventivo e curativo).
a) Baryta carbonica 7CH, 5 gr. ogni 10 giorni.
ARD COGITON®, 1 flacone per os al dì per almeno dieci gg.
al mese.
Flavofruct, 1 cps. 2-3 v. al dì.
Barita-Iris, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
BFX-Gingkosim, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
Arteria 7CH, Vena 7CH, Capillari 7CH, in parti uguali, q.s.p.
una supp., il lunedì, mercoledì e venerdì, andando a letto.
b) Si potrà aggiungere a questo trattamento un regolatore
lipido-proteico.
c) Altri eventuali rimedi saranno aggiunti dal medico secondo il quadro clinico:
Anti Age Circ, 3 gr. 2 v. al dì (attivazione della circolazione
cerebrale).
Senectus F (nella donna) Senectus M (nell’uomo), 10 gtt. 23 v. al dì (decadimento delle funzioni neuroendocrine nell’anziano).
Necessario la supplementazione di antiradicali liberi: ARD
Stenovit®, Melagrana succo, Coenzima Q10, ecc.
Neurotrofine (azione sui neuroni danneggiati):
NT3 4CH, 15 gtt. 2 v. al dì.
NT4 4CH, 15 gtt. 2 v. al dì.
BDNF 4CH, 15 gtt. 2 v. al dì.
2. Se vi è ipertensione arteriosa.
Nell’insieme, stessi rimedi del I, § 1; tuttavia, al posto di
Baryta carbonica, prendere: Baryta muriatica 7CH, Plumbum iodatum 7CH, Sulfur 7CH, 5 gr. ogni 7 giorni nell’ordine
e continuare la serie.
B.O.P. (a base di atomizzati di olivo e betulla stabilizzati), 1
supp. il martedì, giovedì e sabato, andando a letto.
Per diverse modalità, → Ipertensione arteriosa.
95
ATETOSI
3. Se l’ipertensione non è notevole:
Nell’insieme gli stessi rimedi indicati al I, § 1; ma al posto del
solo Baryta carbonica, prendere: Baryta carbonica 7CH, Calcarea fluorica 7CH, Natrum iodatum 7CH, 5 gr. ogni 7 giorni,
nell’ordine, e continuare la serie.
Dr. Reckeweg R 12, 15 gtt. prima dei pasti, 3 v. al dì.
ARD COGITON®, 1 flacone per os al dì per almeno dieci gg.
al mese.
4. OLIGOELEMENTI: all’inizio: Rame-Oro-Argento e Manganese-Cobalto, alternati; se distonie circolatorie, precordialgie: Manganese-Cobalto, Iodio, Zolfo; se arteriosclerosi diffusa: Litio.
5. Aterosclerosi obliterante degli arti inferiori, → Arterite.
II. Dieta e comportamento da adottare.
Evitare ogni eccesso di zelo, poiché volendo fare troppo
bene, si recherebbe danno, e non seguire il consiglio di quell’umorista che diceva: “Eliminate tutto e non prendete che
moderatamente tutto il resto”.
1. Dieta semplice (→ Dieta ipotossica), ipoclorurata (→ Sodio), ma usare con moderazione sale marino o sale iodato.
Evitare gli alimenti ricchi di colesterolo (→ Colesterolo). Per
condire, usare un po’di burro fresco crudo (10-15 g al giorno), che evita una carenza di vitamine A, E, Coenzima Q, di
acidi grassi insaturi, poiché queste carenze sono esse stesse
precursori delle prostaglandine, più pericolose forse di un
eventuale aggravamento del colesterolo. Per condire usare
olio extravergine di oliva (anche olio di mais, di girasole, di
vinaccioli, purché premuti a freddo). Per cucinare usare olio
di oliva extravergine. L’olio delle fritture deve essere sostituito molto frequentemente (e non aggiungere olio fresco all’olio già usato), poiché tali procedimenti possono favorire
l’arteriosclerosi. → Olio da tavola e aterosclerosi.
Restrizione dei glucidi (v. questa voce), soprattutto dei glucidi concentrati (zucchero, marmellate, creme, pasticcini, cioccolato, ecc.).
Alimentazione ricca di vitamine A, B1, B3, C, E, B6, I, J, P (→
VITAMINE) – soprattutto lievito di birra – evitando però gli
alimenti ricchi di colesterolo (→ Colesterolo e iperlipidemie).
Drenaggio alimentare: aglio, limone, succhi di frutta, lievito
di birra, miele (di tiglio o di castagno), cipolla, porro, crescione, prugne, pomodoro, carote crude grattugiate o succo di
carote. Bere preferibilmente fuori dai pasti.
Seguire il consiglio della Scuola di Salerno: “Esercizi leggeri
e pasti moderati”.
2. Riposo relativo, soprattutto se si conduce una vita agitata, tesa, con frequenti shock emotivi (minimo alla settimana,
da 24 a 48 h; vacanze, 4 o 5 settimane).
Esercizio fisico moderato, marcia (“a piedi”, quasi dimenticata ai nostri giorni), giardinaggio non intenso. Bisognerebbe
usare l’automobile con molta moderazione, poiché tiene il
96
guidatore in uno stato di ansia continua; da considerare, in
generale, la necessità del riposo, della distensione, del relax.
Idroterapia: Bain Lehning A o bagni alle alghe o alternati.
Necessità di un sonno sufficiente e regolare (10 h di letto, di
cui da mezz’ora a un’ora dopo il pranzo).
TERAPIA SANUM:
Si consiglia di iniziare la terapia con
Utilin S D4 capsule - 1 cp. al risveglio 2 volte/settimana per
4 settimane, per la sua azione attivante le difese immunitarie
è dotato di forte azione rivitalizzante.
Dal 2° mese passare a:
Sankombi gocce - 15 gtt. al risveglio e prima di coricarsi per
altre 4 settimane.
Poi si riprende con:
Utilin S alternandolo ogni mese con Sankombi per 3 cicli
ATETOSI
Lesione neurologica extrapiramidale caratterizzata da movimenti (specialmente delle mani) continui, involontari, lenti,
irregolari, paragonati a quelli dei tentacoli di un polipo; sono
inoltre presenti ipertono muscolare e spasmi.
Chiamare con urgenza il medico. Nell’attesa, dare:
Lathyrus sativus 4CH, Causticum 5CH, Strychninum 4CH,
2 gr. 2 v. al dì, alternando i tre tubi.
VITAMINE: B1, B6, D, → VITAMINE. Rieducazione con esercizio metodico.
ATONIA INTESTINALE
Nux vomica-Homaccord, 10 gtt. 2 v. al dì.
Alumina-Heel, 10 gtt. 2 v. al dì.
Cotidierebe compresse, 1-2 cp. con un po’ d’acqua, la sera
prima di andare a letto.
ATONIA MUSCOLARE CONGENITA del BAMBINO
Per cominciare, usare i rimedi della Paraplegia, § 1 e aggiungere:
Sarcolacticum acidum 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Dieta ricalcificante, vitaminica (soprattutto B1), → Convalescenza. Idrolizzati di proteine. Sotto controllo medico, massaggi muscolari, rieducazione progressiva dei movimenti
volontari aiutandosi con giocattoli e oggetti che costringano il bambino a compiere degli sforzi per afferrarli. Buona
igiene generale, aria pura se possibile.
ATTENZIONE (turbe dell’)
BFX-Secale, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
ATREPSIA (Algidità progressiva del neonato)
Insieme dei disturbi della nutrizione dei neonati al di sotto
dei 4 mesi, privati del seno materno, che soffrono spesso di
diarrea cronica, cosa che crea uno stato di grande debolezza
dell’organismo.
Natrum muriaticum 7CH, 5 gr. ogni 15 giorni.
Silicea 5CH, 2 gr. ogni 3 giorni.
AURUM METALLICUM
Abrotanum 5CH, Calcarea carbonica 5CH, Baryta carbonica 5CH, Arsenicum iodatum 5CH, 2 gr. da ogni tubo, 1 v. al dì.
Plasma di Quinton D3, 10 gtt. prima dei pasti.
OLIGOELEMENTI: Rame-Oro-Argento, Manganese-Rame e
Fluoro, alternati al risveglio.
Dieta ricca di oligoelementi, di vitamine A, B1, B3, C, D, O,
→ Convalescenza, § 3; regolare bene l’alimentazione che
nella maggior parte dei casi è difettosa (iper o ipoalimentazione).
Vita in campagna, se è possibile.
Se occorre, cura termale. In mancanza, balneazione marina a
domicilio, → Anemia, VIII.
ATROFIA MUSCOLARE PROGRESSIVA
Degenerazione dei motoneuroni spinali caratterizzata da atrofia muscolare di tipo neurogeno, con fascicolazioni, che insorge tra il secondo e il terzo decennio di vita, a evoluzione
lentissima. Si distingue dalla sclerosi laterale amiotrofica perché mancano i segni di compromissione piramidale e bulbare.
Plumbum metallicum 7CH, 5 gr. ogni 15 giorni.
Phosphorus triiodatus 5CH, 5 gr. ogni 7 giorni.
Plumbum metallicum 5CH, Manganum metallicum 5CH, Pinus sylvestris 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì, i giorni pari.
Arsenicum album 5CH, Physostigma venenosum 5CH, Abrotanum 5CH, 2 gr. di ciascuno, i giorni dispari.
Ephynal, 1-2 cp. al dì.
VITAMINE: B1, B12, D, E, B6, → VITAMINE.
Alimentazione ricca di aminoacidi.
Elioterapia, massaggi, frizioni stimolanti all’Eau de Philae,
bagni caldi salati. Ginnastica rieducativa. Trattare immediatamente le affezioni della gola, del naso, delle orecchie. Se
occorre, cura termale.
ATROFIA DEL NERVO OTTICO
→ Ambliopia e Amaurosi, § 2.
ATROFIA degli ORGANI GENITALI ESTERNI delle
DONNE IN MENOPAUSA
→ Craurosi vulvare.
ATROFIA delle MAMMELLE
→ Mammella, § 6.
ATROFIA dei TESTICOLI
→ Insufficienza testicolare.
ATTEGGIAMENTO STEREOTIPATO
→ Catatonia.
ATTINIA
Affezioni cutanee causate dalle attinie (animali marini appartenenti ai Celenterati) nei bagnanti, nei pescatori di
spugne. Utilizzare i rimedi della Medusa.
ATTINITE, ATTINODERMATOSI
Dermatiti o dermatosi provocate dai raggi luminosi.
1. Da fotosensibilità endogena
Vedi: Efelidi, Idroa vacciniforme, Cheratosi senile, Melanosi,
Pellagra, Porfiria, Xerodermia, Vitiligine.
2. Da fotosensibilità esogena
Vedi: Astenopia § 2 e 3, Dermatite dei prati, Dermatosi da
farmaci (salicilati, sulfamidici, antibiotici, psicofarmaci) e alcune essenze profumate (bergamotto, acqua di Colonia), Insolazione, Radiodermite.
Arnica comp.-Heel, 10 gtt. 2 v. al dì.
Hepeel, 1 cp. 2 v. al dì.
AURUM METALLICUM (M. M.)
L’oro - L’elemento (Au)
Aurum anticongestivo
Il soggetto Aurum è in stato d’eretismo vascolare: ciò è
manifesto per il suo viso rosso, paffuto, battiti delle carotidi e delle temporali, dilatazione delle vene, sensazione di pulsazione in diverse parti del corpo ed elevazione
della pressione arteriosa.
a) IL CUORE presenta violente palpitazioni notturne e la
sensazione di un violento colpo di pugnale dopo un
arresto di qualche secondo. Sovraffaticato, si ipertrofizza, per cui Aurum è indicato nel cuore ipertrofico dei
soggetti anziani, corpulenti, sanguigni, pletorici. Lo si
usa anche nell’endocardite reumatica che segue la localizzazione migrante alle articolazioni.
b) I POLMONI, anch’essi sono iperemici, per cui al minimo sforzo “sensazione di un peso schiacciante sullo sterno” e una dispnea cardiopolmonare che non permette
di restare coricato, ma obbliga “a passare la notte in una
poltrona, col corpo piegato in avanti”.
c) Il FEGATO si congestiona ed è ptosico, dopo appare
la cirrosi con ascite (l’alcolismo è spesso rinvenuto nell’eziologia d’Aurum). L’ipertensione portale conseguente
produce emorroidi che sanguinano dopo la defecazione.
d) La congestione degli ORGANI SESSUALI comporta
sogni erotici; i testicoli, soprattutto il destro, aumentano di volume e diventano dolenti. Aurum è un eccellente
rimedio dell’orchite. Prolasso dell’utero. Diciamo qui che
Aurum ha guarito delle cisti dell’ovaia e numerose affezioni genitali che si esacerbano ad ogni periodo mestruale, e s’accompagnano a disturbi psichici, principalmente malinconia.
e) PSICHISMO. È a questo stato di congestione con
eretismo circolatorio che si deve attribuire uno dei tipi
d’Aurum: agitato, ansioso, eccitato che fa tutto in fretta,
perché ha un gran bisogno di attività fisica e mentale,
violentemente incollerito alla minima contraddizione.
Lo stato opposto è dovuto alla sifilide, alla mercurializ97
AUTO
zazione eccessiva o ancora alla depressione prodotta da
dispiaceri di varia natura della donna e, particolarmente,
da amore contrariato e da affezioni genitali.
Il soggetto d’Aurum è allora l’ipocondriaco tipo, il malinconico per eccellenza: vede tutto nero. Questa disposizione dello spirito lo conduce naturalmente alla disperazione, al disgusto della vita, all’idea di suicidio che
commette raramente, perché ha paura della morte.
Il tipo infantile d’Aurum è frequente, perché esso è un
eredo-sifilitico: soggetto che a 13 o 15 anni ha scarso
sviluppo testicolare, triste, senza energia.
Aurum antisifilitico
Se, come abbiamo visto, l’alcolismo si riscontra talvolta
nella eziologia del soggetto Aurum, più di sovente vi si
riscontra la sifilide o la mercurializzazione eccessiva.
Donde questi sintomi:
dolori osteocopi notturni (spondiloartrite anchilosante), specie nelle ossa corte;
produzione d’esostosi e ulcerazione (ossa del naso e
volta del palato); artrite tibiotarsica con deformazione
del piede.
fegato malconcio della sifilide.
AUTO, MAL D’
1. Tabacum 7CH, 1 dose (o 5 gr.) 1 h prima della partenza.
Cocculus 7CH (o 5 gr.) 1/2 h dopo Tabacum. In mancanza
della 7CH, usare la 5CH.
Cocculus-Heel, due gg. prima di intrapendere il viaggio 1 cp.
3 v. al dì; durante il viaggio 1 cp ogni 2-3 ore.
Melatonia 4CH, 10 gtt. ripetutamente durante il viaggio.
2. Per prevenire l’insorgenza del mal d’auto sono importanti
l’abilità di guida del conducente (andatura regolare senza
brusche frenate) così come la regolazione delle sospensioni.
L’abitacolo dovrà essere ben aereato e soprattutto senza
odori (essenze, tabacco, ecc.). Fermarsi ogni due ore per respirare all’aperto e sgranchirsi le gambe. Tranne se si tratta
di un bambino, il conducente farà sedere accanto a sé la
persona sensibile (che indosserà vestiti non troppo stretti) e
cercherà di attirare l’attenzione sui panorami o le case o gli
alberi ecc. visibili lungo il percorso. L’aerazione in ferrovia è
facile, in metrò mettersi vicino a una porta.
AUTOINTOSSICAZIONE
1. Dell’adulto:
Usare i rimedi della Sedentarietà.
2. Del neonato:
Questi stati dipendono dall’anafilassi o da stati molto simili.
Ricerca dell’alimento tossico e correzione della dieta.
AUTOMOBILISTA
1. Il guidatore dovrà fare attenzione all’uso di un certo nume98
ro di farmaci allopatici, soprattutto gli stimolanti (che potrebbero alterare il suo potere di decisione), i sedativi nervosi, i tranquillanti (che potrebbero portare una pericolosa
sonnolenza), gli antiistaminici (che potrebbero ridurre le sue
capacità di attenzione) e certi decongestionanti della mucosa nasale a base di naftazolina.
Non prendere sonnifero il giorno che precede un viaggio in
auto, anche se si beve un caffè molto forte prima di partire.
2. Per la colonna vertebrale, v. questa voce.
3. Cecità notturna del guidatore, → Esperanopia.
4. Nevralgia della spalla da “colpo d’aria”, → Cervicalgia,
Periartrite scapolo-omerale.
5. Paralisi facciale da “colpo di freddo”, → Paralisi facciale.
6. Aggravamento, malessere in automobile. → Auto.
7. Otalgia congestiva, → Otalgia, § 4.
8. Sonnolenza, → Assopimento.
AVITAMINOSI
1. Avitaminosi A, → Esperanopia, Cheratite (Xeroftalmia).
2. Avitaminosi B, → Beri-Beri.
3. Avitaminosi B3, → Pellagra.
4. Avitaminosi C, → Scorbuto.
5. Avitaminosi D, → Rachitismo.
→ VITAMINE.
AVVELENAMENTO
A. Avvelenamenti con prodotti chimici
Trattamento con i mezzi più semplici, aspettando il medico.
Mantenere la calma.
I. Acidi.
a. (Acido acetico, nitrico o acquaforte, cloridrico o spirito
di sale, solforico o vetriolo).
Niente vomitivi. Neutralizzare l’acido facendo assorbire l’acqua nella quale si è fatto sciogliere della Magnesia calcinata
o Liscivia di soda o Sapone di Marsiglia. v. sotto, III, § 3.
b. (Acido salicilico, tartarico e ossalico o sale di acetosa).
Niente vomitivi. Neutralizzare facendo assorbire acqua calda
a 30-37°, poi Olio di ricino. v. sotto, III, § 3.
II. Alcalini.
(Ammoniaca o Alcali, Carbonato di potassio, Calcio, Nitrato di potassio, Potassa o Soda caustica).
Né vomitivi né lavanda gastrica (rischi di perforazione). Neutralizzare l’alcalino con Aceto diluito (100 g per un litro di
acqua) o anche succhi di limone o di arance. v. sotto, III, § 3
e 4.
III. Veleni vari (spesso si ignora la natura del tossico).
1. Vomitivo.
Se si arriva in tempo (il veleno è stato appena preso o non
sono passate ancora due ore), fare vomitare solleticando
AYURVEDA
l’ugola (il fondo della gola) con le dita. Dare da bere acqua
calda o acqua salata (2 cucchiai di sale da cucina in un bicchiere di acqua calda) o anche sciogliere un cucchiaio di
mostarda in acqua calda. Se si riesce a procurarselo: 1 g di
Ipeca in polvere, sciolto in un po’ d’acqua.
Conservare il materiale vomitato (e la diarrea, se ce n’è) per
mostrarli al medico.
2. Purga.
Se l’assunzione del veleno risale a due ore e più, purgare con
Solfato di magnesio o Solfato di soda (30 g) o Olio di Ricino
(salvo, per questo prodotto, se il soggetto ha assunto canfora o cantaride). Clistere con Senna.
3. Lavande gastriche neutralizzanti ed emollienti.
Acqua albuminosa (10 bianchi d’uovo per 1 litro di acqua) o
Latte (salvo se il soggetto ha preso arsenico o fosforo; dare,
in questo caso, olio di noce o olio comune) o polvere di
Carbone animale (3 cucchiaini per un bicchiere di acqua) o
tisana di Orzo, tisana di semi di Lino.
4. Stimolanti.
La maggior parte dei tossici esercita un’azione stupefacente
o deprimente. Dare, quasi sempre, del Caffè forte e caldo, per
bocca e clisteri (1/2 litro) o Tè forte; Grog caldo, alcol (salvo
se il soggetto ha assunto canfora o timolo o se avvelenamento da funghi). Frizioni, calore alle estremità.
Docce fredde e calde alternate sul torace (dopo ingestione di
benzina, canfora).
Respirazione artificiale (dopo ingestione di aconito, belladonna, benzina, canfora, cloroformio, cicuta, cianuro, etere,
noce vomica, ecc.).
5. Bambini: le intossicazioni dei bambini (soprattutto dai 18
mesi ai 5 anni) con prodotti domestici o per riparazioni o con
farmaci per adulti sono molto frequenti.
I prodotti domestici rappresentano il 36%, cioè un terzo degli
incidenti; i prodotti farmaceutici il 52%, cioè la metà degli
incidenti.
I genitori devono conservare con cura i farmaci (compresa la
classica aspirina) lontano dalla portata dei bambini, se possibile in un armadietto chiuso a chiave.
I prodotti caustici, i prodotti per riparazioni, i prodotti infiammabili, ecc., devono essere conservati e chiusi in un armadio. Durante le vacanze e gli spostamenti, se la famiglia va
nei camping, sarà bene prendere delle precauzioni.
Infine, bisogna fare molta attenzione all’ambiente rurale: insetticidi di ogni genere, prodotti organofosforici (rischi di
paralisi), organoclorati (DDT e altro, con rischi di disturbi
vegetativi e manifestazioni neurologiche), ecc.
B. Asfissie, Intossicazioni da gas o sommersione
→ Asfissia, Annegamento.
C. Avvelenamenti, Intossicazioni alimentari
→ Intossicazione alimentare e anche: Anafilassi alimentare,
Caffè, Colica intestinale, Diarrea, Diarrea infantile, Fragole,
Ostriche, Tè, Orticaria, Vomito.
D. Varie
1. Avvelenamenti da Morso di Serpente, ecc., v. questa voce.
2. Intossicazioni da alluminio, piombo, ecc., → Alluminio,
Malattie professionali, Benzolismo, Saturnismo, Arsenicalismo.
AXEROFTOLO
→ VITAMINE (Vit. A).
AYURVEDA
I. L’approccio
In un tempo come il nostro nel quale sono nel fuoco della
discussione molti problemi di tipo scientifico e medico, è
certamente di stimolo per cerchie sempre più estese considerare e analizzare con attenzione lo spirito e il tesoro di esperienza di quell’antica cultura che il popolo indiano potè chiamare propria: l’Ayurveda.
Non fraintendiamoci. L’Ayurveda non appartiene all’Oriente
o all’Occidente, all’antichità o ai tempi moderni; essa è tutt’uno con la vita stessa, è un immenso patrimonio alla portata di tutti gli esseri viventi, una risorsa millenaria da cui attingere liberamente adottandola di volta in volta alle esigenze
individuali. L’India ne è la custode, amorosa e gentile “Dathreephala”, nutrice.
La medicina occidentale coesiste in Asia, in India e altrove
con diversi sistemi di medicina tradizionali a cui ha costantemente e progressivamente guardato con sempre maggior interesse; ciò ha portato senz’altro vantaggi non trascurabili
per le strategie proprie, ma ha anche senza dubbio creato
una certa sfiducia nell’efficacia terapeutica delle stesse. E a
torto.
L’O.M.S. che nel 1976 ha inserito chiaramente la medicina
tradizionale nei suoi programmi di sviluppo e di studio, con
particolare attenzione al sistema indigeno indiano, ha creato
le basi teoriche razionali per un suo futuro sviluppo a livello
conoscitivo. Ed è proprio questo il problema. La maggior
parte dei testi ayurvedici sono in Sanscrito. Nonostante gli
sforzi continui per tradurli nei linguaggi dei paesi vicini durante tutto il periodo medioevale, non è ancora stato fatto
alcun sforzo effettivo per tradurli in Inglese, o in qualche
altra lingua Europea o Asiatica.
L’India, nella quale nacque l’Ayurveda, è assai misteriosa
per noi. Sappiamo che la valle del fiume Indo forniva ricchezza e nutrimento ad una serie di città-stato sorte tra il 3.000 e il
1.500 a. C. Questa grande civilizzazione urbana era una delle
cinque culle delle civiltà: Egitto, Mesopotamia, Perù, Cina ed
India. Fra tutte le presenti grandi civiltà poco si conosce
della cultura indù, a causa della limitata quantità di scritti che
sopravvissero al susseguirsi dei tempi.
99
AYURVEDA
C’è un famoso dilemma di cui si valsero coloro che bruciarono la celebre biblioteca di Alessandria nei confronti dei suoi
custodi: “Se i libri contenevano ciò che era nel Libro Sacro,
erano superflui, e se contenevano qualcos’altro, erano sacrileghi. In entrambi i casi meritavano di essere distrutti”
Questo è esattamente l’atteggiamento dogmatico a cui il tesoro dell’Ayurveda ha dovuto sottostare per millenni.
“Ora che l’India ha ottenuto la completa indipendenza ed è
veramente una eguale in un gruppo di nazioni alleate, ha
molto da darci dal suo deposito di sapere antico”. (K. Walker)
La scienza dell’Ayurveda ha attirato l’attenzione fin dal XVIII sec.: William Jones ne raccomanda lo studio, perché gli
Europei possono trarne infiniti vantaggi. Sir Mortimer Wheeler, uno specialista in tradizioni indiane, definì la grande
civiltà indiana al suo nascere come “il più grande esperimento politico prima dell’avvento dell’Impero Romano”, tenendo presente dell’esistenza parallela della fiorente civiltà Egizia!
“Se alcuni occidentali potessero prendere coscienza di ciò
che fa loro difetto intellettualmente, se potessero direttamente o indirettamente essere condotti a studiare le dottrine
orientali, dove troverebbero conoscenze che non hanno
l’eguale in Occidente e accanto a cui le filosofie che passano
per geniali e sublimi non sono che passatempi infantili...” (R.
Guénon, Introduzione generale allo studio delle dottrine
indù)
Il sanscritista H. H. Wilson, un tempo chirurgo, constata che
la medicina degli antichi Indiani è paragonabile all’arte di
guarire propria di altre grandi civiltà dell’antichità; il medico
T. Wise afferma l’antichità e l’originalità dell’Ayurveda rispetto alla medicina ippocratica. È storicamente accettata la
versione dell’origine della Medicina da quella Grecia del V e
IV secolo antecedente l’era cristiana, quando l’influenza di
Ippocrate era suprema. Ma erroneamente. Perché viene così
facilmente accettata l’impressione storica che il sistema di
Ippocrate, che si manifestò nella patologia umorale fin oltre il
XIX secolo, fu il primo tentativo di medicina dell’Occidente.
Noi dobbiamo, in primis, cancellare questa distorsione storica. È un errore fondamentale, voluto e imposto in parte
dalla nostra forma mentis, che si rivela ancora dannoso come
ostacolo a una visione senza pregiudizi della medicina. È per
riaffiorare una visione non alterata affermiamo che le concezioni di Ippocrate che sopravvissero fino all’ultimo secolo,
non assurgono soltanto come inizio, ma sono invece in misura assoluta una conclusione e un sommario di concezioni
mediche più antiche.
Alla fine del secolo scorso, Sylvain Levi aveva presentito il
crescente prestigio degli studi ayurvedici, quando scriveva
al medico Gustave Lietard che, per capire il genio inventivo
dell’India, è necessario studiare tanto le sue opere letterarie
quanto la sua produzione scientifica.
L’uomo contemporaneo con un certo tipo di base scientifica,
considerando la teoria “umorale” Ippocratica, argomenta che
il mescolarsi e l’interagire di sangue, muco, bile gialla e bile
100
nera, nelle dovute proporzioni, deve produrre un effetto secondo le loro inerenti qualità conosciute alla chimica. E questo riduttivo giudizio è pensato essere l’essenza della patologia umorale; ma a torto, nuovamente.
Affinché la scienza Ayurvedica trovi la sua sede appropriata
e il relativo utilizzo nell’epoca moderna è necessaria, sine
qua non, una obiettiva valutazione di ciò che viene definito
scientifico e, in particolare, in medicina. La domanda generale che ci può venir più spesso posta è se l’Ayurveda sia
scientifica.
Charaka afferma: “Tutta la sofferenza che si radica al corpo e
alla mente ha alla base l’ignoranza, e per contro, ogni felicità
ha il suo fondamento nella chiara conoscenza scientifica”.
Questo indica, palesemente, che il sistema di Charaka non
era né dogmatico, né staccato dalla ricerca empirica; era infatti una valida combinazione di ipotesi razionali sostenute
dall’applicazione pratica e dalla sperimentazione.
Il concetto di scienza nell’epoca moderna copre ciò che è
dimostrabile, riproducibile in tempo e luogo determinato con
effetti statisticamente prevedibili. Oggi ci è dato di sapere
che gli effetti non possono essere noti e prevedibili con assolutezza. E ciò si riferisce agli aspetti clinico-fisici-patologici così largamente analizzati e per la cui affermazione è stata
utilizzata multidirezionalmente la tesi che fa del Cosmo e degli elementi in esso esistenti l’oggetto di una ricerca scientifica finalizzata a riprodurre e condizionare il fenomeno. Ma
questa è semplice utopia.
La medicina scientifica ha scoperto il microcosmo, microorganismo, microcellula, microelemento... estraendoli dal loro
contesto naturale, giudicandoli arbitrariamente sani o malati.
E lo scopo sarebbe quello di ripristinare lo stato di benessere
nell’organismo, ma non sempre efficacemente.
Il microelemento, il microorganismo, la microcellula sono inseriti in un tutto, responsabile e garante insieme di incomprensibili processi omeostatici. La medicina moderna vede
nell’individuabile e nel riproducibile la chiave del benessere,
ma se tale tesi fosse veritiera gli individui non dovrebbero
conoscere la malattia che invece, oggi più che ieri, miete e
semina sofferenze e morte.
Si può parlare qui di “cecità intellettuale”. Arbitrariamente.
Ed è qui che l’Ayurveda riacquista valore d’unicità, non tanto perché potrebbe costituire la panacea ai mali del mondo, e
tanto meno esserne una semplice e comoda alternativa, per i
propri caratteri essenziali e innovativi, ma perché l’Ayurveda è molto di più, perché malgrado l’impulso moderno vorrebbe acquisire tale scienza per soddisfare le proprie ricerche di laboratorio, è riuscita a superare tutte le barriere dell’ignoto e del tempo per spiegare in termini ovviamente simbolici ma affidabili la concatenazione della nascita, della vita
e della morte. E con successo.
Soltanto uno dei quattro “umori” Ippocratici, e il più chiaro
oggi, cioè la bile nera era creduto lavorare attraverso i suoi
reali attributi chimici sugli altri humores. Nel caso degli altri
tre elementi era credenza possedere oltre alle proprie caratte-
AYURVEDA
ristiche chimico-fisiche alcune qualità di origine esogena.
Caratteristica questa, che nel corso dell’evoluzione, la scienza occidentale ha perduto completamente. Per gli scienziati
di oggi vi è qualcosa di assolutamente utopistico ipotizzare
che l’acqua, un altro umore Ippocratico, non risponda solamente a quelle qualità chimico-fisiche verificabili e riconducibili a test chimici, ma anche a qualità appartenenti sempre
ad esso in quanto parte integrante dell’Universo.
Ma la ricerca sulla cultura Ayurvedica viene portata avanti
da Jilius Jolly che nel 1901 fa pubblicare la prima monografia
sulla medicina indiana, traccia di sicuro interesse filologico
prima della tesi di J. Filliozat sulla “ Dottrina classica della
medicina indiana”, lavoro magistrale che ha aperto le porte al
mondo culturale occidentale verso il tesoro della medicina
ayurvedica.
Nel nostro secolo è stato scoperto un papiro contenente
una trattazione di medicina, la quale prova come gli Egizi,
nella loro sapienza, fossero già pervenuti ad uno stadio piuttosto avanzato nella elaborazione del materiale medico, con
precise indicazioni e regole di alcuni nessi di causa ed effetto... elementi questi che ci fanno convenire esserne l’antecedente della medicina greca.
Gli studiosi egizi erano per la maggior parte sacerdoti, che
godendo della sicurezza e benessere dei grandi templi gettarono le basi della scienza egizia. Secondo le stesse leggende
egizie, le scienze erano state inventate verso il 18.000 a.C. da
Thoth, il Dio della sapienza, durante i suoi tremila anni di
regno sulla terra... I Greci celebrarono Thoth sotto il nome di
Hermes Trimegistus: Hermes (Mercurio) tre volte grande!.
La gloria della scienza egizia fu la medicina. Come quasi
tutto ciò che riguardava la vita naturale dell’Egitto, ebbe
appunto inizio presso i sacerdoti, e mantenne le caratteristiche delle sue origini magiche.
Un raffreddore, a esempio, poteva essere esorcizzato con
formule magiche come: “Allontanati, raffreddore, figlio di un
raffreddore, tu che spezzi le ossa, rompi il cranio e fai ammalare le SETTE aperture del capo!...”. Una cura probabilmente
efficace quanto gli attuali rimedi per questa antica malattia.
Da tali antiche pratiche superstiziose si sale in Egitto ai grandi medici, chirurgi o specialisti, che accettarono quel codice
etico-medico che passò poi nel famoso giuramento di Ippocrate, quel “ethos” o identità morale che deve sempre caratterizzare il medico.
Ci sono giunti svariati papiri dedicati alla medicina. Il più
pregevole, che prese il nome da Edwin Smith, suo scopritore,
è un rotolo lungo quattro metri e mezzo, e risale probabilmente al 1.600 a.C. ma si rifà, per le sue fonti, a opere molto
anteriori. Diverse cure in esso descritte per le più svariate
malattie passarono dagli Egiziani ai Greci, dai Greci ai Romani
e dai Romani a noi.
Il mito che si formò intorno alla figura di Ippocrate e la venerazione con la quale la sua opera fu considerata dai posteri
rendono difficile un’analisi storica veritiera. Risulta certo che
Ippocrate intraprese a scopo di studio lunghi viaggi, visitò
forse Atene, e fu allievo del ginnasta Erodico di Selimbria,
passò poi diverso tempo nell’isola di Taso, fu nella Tessaglia, nell’Egitto e nella Libia. E proprio Erodoto afferma che
gli Egizi “sono il popolo più sano del mondo dopo i Libici”
(Erodoto, II, 77)
Nulla dovrebbe far vergognare più profondamente lo studioso moderno del vedere quanto sia recente e quanto lacunosa la sua conoscenza dell’India. L’India che la scienza
moderna viene ora pazientemente rivelando, come un nuovo
continente intellettuale, a quella tipica mentalità occidentale
che solamente ieri considerava la civiltà come un’esclusività
europea.
“I problemi che riguardano la cronologia sono tra quelli che
imbarazzano maggiormente, e tale imbarazzo in genere è abbastanza giustificato. È il caso di documenti che, come gli
antichi annali cinesi, contengono una precisa descrizione
dello stato del cielo nell’epoca a cui si riferiscono, e il cui
calcolo storico della loro data esatta non si presta ad alcuna
ambiguità. Purtroppo questo non è un caso generale, anzi è
quasi eccezionale.
Gli altri documenti, quelli indù in particolare, non offrono per
la maggior parte niente di analogo per guidare le ricerche; la
qual cosa, in fondo, prova semplicemente che i loro autori
non si sono affatto preoccupati di fissare una data in vista di
una qualsiasi rivendicazione di priorità. La pretesa all’originalità intellettuale-scientifica è una cosa tipicamente occidentale. Si è tentato, per esempio di ringiovanire la Cabala
ebraica, in modo da potervi supporre un’influenza alessandrina e neoplatonica, mentre in realtà è avvenuto indubbia101
AYURVEDA
mente il contrario; e ciò sempre per la stessa ragione, ossia
perché si è convenuto “a priori” che tutto deve provenire dai
Greci, che essi hanno avuto nell’antichità il monopolio di
ogni sapere, di ogni conoscenza, come gli europei immaginano di averla ora, e che sono stati gli educatori e gli ispiratori
del genere umano.
Eppure Platone, la cui testimonianza in questo caso non dovrebbe prestarsi al sospetto, non ha avuto paura di definire
nel Timeo che gli Egiziani consideravano i Greci dei bambini”! (R. Guénon – Introduzione generale allo studio delle
dottrine indù).
Al tempo in cui gli storici ritenevano che la storia avesse
avuto inizio con la Grecia, l’Europa si accontentava di pensare che l’India fosse stata una calda terra di barbarie sino a
quando i cugini Ariani dei popoli europei non vi erano giunti
dalle spiagge del Caspio per portare le arti e le scienze a una
penisola selvaggia e immersa nelle tenebre...ma diverse ricerche hanno sconvolto questo quadro.
Nel 1924 il mondo della scienza fu messo a rumore da notizie
provenienti dall’India: Sir J. Marshall annunciò che i suoi
assistenti, in particolare R.D. Banerji, avevano scoperto a
Mohenjo-daro, sulla riva occidentale del basso Indo, resti
che sembravano appartenere a una civiltà più antica di qualsiasi altra conosciuta dagli storici. Qui, e a Harappa, alcune
centinaia a nord, si rinvennero negli scavi quattro o cinque
città sovrapposte, con centinaia di case e negozi solidamente costruiti in diversi piani in altezza.
“Queste scoperte stabiliscono l’esistenza di una vita cittadina molto sviluppata durante il quarto e terzo millennio a.C. e
la presenza in molte case di pozzi e di stanze da bagno con
102
sofisticati sistemi di fognatura, sono indizi di un tenore di
vita superiore a quello predominante nella Babilonia e nell’Egitto dello stesso periodo.. armi e strumenti di rame, e un
modello in rame di carro a due ruote, uno dei più antichi
esempi di veicolo a ruote, braccialetti, orecchini, collane e
altri gioielli d’oro e d’argento così ben eseguiti e levigati da
sembrare usciti da una moderna gioielleria di Bond Street,
piuttosto che da una casa preistorica di 5.000 anni or sono...!”
L’India dunque la civiltà più antica? Probabile. Verso il VI
secolo gli Indù erano di gran lunga più progrediti degli Europei nella chimica industriale, erano maestri nella calcinazione, nella distillazione, nella sublimazione, nell’evaporazione,
nella fissazione, nella produzione di luce senza calore, nella
combinazione di polveri anestetiche e soporifere, e nella preparazione di sali metallici, di composti e di leghe. L’India
antica raggiunse nella tempera degli acciai una perfezione
sconosciuta in Europa sino ai giorni nostri.
Si narra che il re Poro, abbia scelto come dono particolarmente prezioso per Alessandro non oro o argento, ma trenta
libbre di acciaio!
I mussulmani diffusero nel Vicino Oriente e in Europa gran
parte della scienza e dell’industria chimica; il segreto della
fabbricazione delle lame di Damasco, per esempio venne agli
Arabi dai Persiani, i quali l’avevano a loro volta appreso
dall’India.
Nel 1789 Sir W. Jones iniziò la sua carriera come uno dei
massimi indianisti traducendo la Shakuntala di Kalidasa e
questa traduzione, ritradotta in tedesco nel 1971, fece sentire
profondamente la sua influenza su Herder e Goethe. Nel 1805
il saggio di Colebroocke Sui Veda rivelò all’Europa la più
antica produzione letteraria indiana, e quasi nello stesso periodo, la traduzione fatta da Anquetil-Duperron di una traduzione persiana delle Upanishad fece conoscere a Schelling e
Schopenhauer quella che quest’ultimo chiamò la più profonda filosofia che avesse mai letto.
Gli studi hanno attirato medici e filologi e fra quest’ultimi si
trova anche M. Valluri, allievo di J. Jolly all’Università di
Wurzburg. Come il suo maestro tedesco, l’orientalista italiano, interessato al sanscrito tecnico, ha studiato, oltre all’Arthasastra, i testi medici, che gli hanno ispirato numerosi lavori. Ha pure indagato la corrispondenza del mercante fiorentino Filippo Sassetti, conosciuto per il commercio delle
spezie e spentosi a Goa nel 1588. Le sue lettere contengono
informazioni ayurvediche, in quanto in India le spezie non
sono estranee all’arte medica della guarigione, e proprio
Mario Vallauri ha contribuito notevolmente a far conoscere
in Italia l’Ayurveda verso i primi anni del ‘900.
Anticipando Weismann di 2.400 ani, Atreya (500 ca. a.C.)
sosteneva che il seme del padre è indipendente dal corpo di
esso e contiene in sé, in miniatura, tutto l’organismo paterno, e ancora nell’India antica veniva consigliato agli uomini
l’esame prematrimoniale della loro virilità e come suggeriscono le teorie più moderne, le scuole mediche indù del 500
a.C. consigliavano il controllo delle nascite basandosi sulla
AYURVEDA
teoria che la fecondazione è impossibile durante i primi dodici giorni del ciclo mestruale, e inoltre sostenevano che il
sesso del nascituro rimane per un certo periodo indeterminato, e si sosteneva che in alcuni casi il sesso dell’embrione
poteva essere influenzato dal cibo e dalle medicine. Già nel
VI secolo i medici indù descrivevano i legamenti, le suture, i
vasi linfatici, il plesso nervoso, i tendini, i tessuti adiposo e
vascolare, le membrane mucose e sinovali, e un numero di
muscoli assai superiore a quello che uno studente è capace
di rilevare nei cadaveri del nostro tempo.
L’ingresso dell’agopuntura cinese nell’ambito dei sistemi terapeutici di accettata utilizzazione segna un momento significativo in una linea di sviluppo più ampia.
Contemporaneamente al sempre maggior interesse suscitato
all’interno del mondo scientifico occidentale nei confronti
dell’Ayurveda che, insieme alle terapie Cinesi aveva molto
da offrire per l’uso effettivo, come ad esempio gli estratti
della radice del Ginseng in Cina e la terapia Rasayana in
India, ma avevano bisogno della validità e sperimentale e
clinica per arrivare alla completa accettazione medica, in tutto il mondo scienziati e medici iniziarono un approfondimento costante nell’ambito della scienza ayurvedica.
Fornendo dati precisi che furono meticolosamente raccolti
da diverse associazioni e istituti specializzati, veniva presentato un rimedio ayurvedico d’elezione in una pubblicazione
ben documentata “Experimental Evalution of Anti-stress Effects” del prestigioso Quarterly Journal of Crude Drug Research pubblicato ad Amsterdam nel 1979, ponendo sicure
basi per un processo di accettazione dell’Ayurveda alla luce
del positivismo scientifico occidentale.
Anche in medicina deve scomparire la divisione arbitraria
oriente-occidente, perché spiritualmente e culturalmente
trattasi di un’unica, indissolubile unità così congiunta che
soltanto di una tradizione si deve parlare...
(Prof. Giorgio Monaco, direttore del Centro di Medicina Tradizionale Asiatica dell’ISMEO)
Ed è proprio questo quanto l’Ayurveda va da millenni affermando, dolcemente.
Per il saggio il mondo intero è maestro, e per lo stolto
l’universo intero è pieno di nemici (Charaka, medico ayurvedico).
II. Ayurveda: Medicina della tradizione
Per poter tentare una corretta comprensione dell’Ayurveda
è indispensabile avere una precisa consapevolezza delle origini di questa scienza meravigliosa tanto sconosciuta quanto straordinaria nei risultati. Se attraverso l’ottica frettolosa
della mentalità occidentale questa comprensione sembra abbastanza facile non lo è invece dall’angolo visuale delle scienze tradizionali indù alla quale l’Ayurveda appartiene.
Deve essere subito messo in evidenza come il termine tradizionale non deve essere preso nel senso oggi usato di consuetudine ma conformemente al suo significato etimologico
di trasmissione.
E in questo caso si tratta di una vera e propria trasmissione
di principi etici-intellettuali, in altre parole, all’inizio di una
determinata civiltà alcuni esseri particolarmente qualificati
(Fo-hi per la Cina, Vyasa per l’India, Ermenete per l’Egitto e
così via) ricevono per volontà divina un corpus dottrinale
tale, in qualità e vastità, da essere il fondamento e la struttura
stessa di questa o quella civiltà.
Questi esseri definiti sacerdoti (da sacer = dotto) e spesso
descritti nelle forme tipiche della mitologia classica, trovano
la loro origine nella tradizione popolare, culla di ogni sapere.
Ogni mito raccoglie in sé le verità tramandate verbalmente
nei secoli, formando la saggezza su cui si fonderà l’esistenza
stessa del popolo.
Per questo Aristotele diceva che “L’amante dei miti è nel
contempo un amante della saggezza”
È questa saggezza, opposta all’opinione, è la stessa che esprime la radice verbale Vid = “sapere”, da cui Veda, e Vidya.
Nella metafisica e nella filosofia indiana, la Vidya sta ad indicare la conoscenza assoluta che si “ trova prima e dopo
l’incompleta conoscenza empirica (a-vidya)... velata dalla moltidudine di esperienze materiali...”
Conoscenza o saggezza nella tradizione indiana è VEDA, letteralmente “conoscenza”, un termine che viene particolarmente riferito alla “suprema conoscenza sacra” racchiusa
nelle quattro raccolte (samhita) dette appunto Veda: RigVeda, Yajur-Veda, Sama-Veda e Atharva-Veda.
La scienza medica o Ayur-Veda appartiene al Rig-Veda, corpus vedico originale, e nonostante i quattro veda possono
essere considerati opere a sé, trovano connotazioni comuni
nei contenuti e nelle forme espositive.
Il significato della parola Ayurveda si può tradurre con Ayur
= vita e Veda = scienza: Scienza della vita.
La tradizione attribuisce agli dei la formulazione dell’Ayurveda, mentre l’origine della sua metodologia va ricercata nell’Atharva-Veda che, nonostante tutti i limiti, è comunemente
riconosciuto come base della medicina hindu.
Secondo il racconto “meglio dire il mito”, tramandatoci dai
testi antichi, dell’evoluzione della medicina, Brahma, il creatore dell’universo, avrebbe spiegato il sistema dell’Ayurveda a Prajapati Daksha in centomila sloka, in mille capitoli.
Gli Ashwin, letteralmente “possessori di cavalli”, sono il nome
di due divinità che compaiono nel cielo prima dello spuntar
del giorno in un carro trainato da cavalli o da uccelli e a volte,
secondo la tradizione mitologica indiana, vengono considerate stelle gemelle e identificate con i Dioscuri greci e i Gemelli latini, che avrebbero imparato tale arte e scienza da
Daksha, e da loro Indra si sarebbe specializzato in quel metodo di medicina per poi divulgarne gli aspetti fondamentali
all’umanità... È sempre dal Principio supremo, in questo caso
Brahama, che il Principio ordinatore, Prajapati, il Signore degli esseri creati, mai distinto comunque da Brahama stesso,
che il sapere giunse alle facoltà umane...
Si tratta di concetti insoliti forse fastidiosi. Ciò è dovuto alla
difficoltà di chiunque a descriverli usando un linguaggio, il
103
AYURVEDA
nostro, che devia dai reali significati delle parole usandole
spesso a sproposito. Bisognerebbe innanzi tutto definire i
termini di mito, metafisica, saggezza, psiche, intelletto, ecc.,
ma ciò non è possibile nei limiti di questa voce enciclopedica.
Resta comunque il fatto che se non venisse formulata la
presentazione della medicina vedica in questi termini per adattare l’espressione alle correnti forme di pensiero, il lettore
sarebbe ingannato e sarebbe volgarizzato l’oggetto di questo studio.
Lo scopo di tutti i Veda è il Vedanta, il quale non tratta né di
filosofia né di religione ma del fine ultimo e supremo della
conoscenza tradizionale, dal quale ogni Veda deriva e tende
attraverso gli angoli visuali (darshana) di ciascuna scienza
particolare. D’altra parte il fine ultimo del Vedanta è ben chiaro: si tratta di oltrepassare i limiti di questo mondo transitorio di struttura empirica e di percezione empirica (Heinemann, PSPT, p. 12)
CREAZIONE o PARAMANUVADA
Secondo la teoria Samkhya, una delle sette dottrine hindu,
l’aspetto primo nella creazione dell’universo è quello di distinguere i due costituenti fondamentali dell’esistenza:
– Lo Spirito o PURUSHA
– La Materia o Sostanza o PRAKRITI
L’Ayurveda non è esclusivamente una scienza medica; è anche un corpus dottrinale che non possiamo definire filosofia
essendo questa soltanto una produzione mentale di un qualsiasi individuo. Questo antico sistema di medicina che si
prefigge il mantenimento e il potenziamento dello stato positivo di salute generale e la longevità, utilizza come campo
sperimentale d’osservazione oggettiva e soggettiva la natura e l’universo.
L’Ayurveda ha sposato la tesi vedica secondo la quale il
Microcosmo (l’individuo) e il Macrocosmo (l’universo) sono
basilarmente identici e l’interazione è un aspetto costante
per preservare costantemente gli esatti equilibri, nei quali
l’uomo non è altro che l’aspetto miniaturizzato dell’intero e
contrapposto universo.
Da qui l’interesse dell’Ayurveda verso le teorie relative all’evoluzione e alla creazione dell’Universo.
Questi concetti rendono l’Ayurveda estremamente attuale e
in sintonia con i concetti più avanzati delle scienza moderne
che individuano sempre più sottili meccanismi di regolazione a livello di organi e tessuti che individuati in maniera
analitica dalla scienza ufficiale erano stati intuiti in maniera
esatta dalla sintesi della scienza tradizionale.
E ciò è affrontato da diverse teorie indiane. Di queste sei
traggono origine e sviluppo dai Veda, e vengono definite
Darshana vedici, le altre lontane dall’accettazione vedica
come genesi hanno un ruolo secondario nell’interpretazione
e nell’illustrazione delle origini cosmiche dell’Universo.
Alla base della concezione dell’Universo si pongono fra tutte le due filosofie o Darshana vedici: Samkhya e Vaisheshika.
104
SAMKHYA (teoria)
L’importanza del Samkhya traspare da un esempio citato da
Charaka, destinato ad essere compreso un po’ da tutti: “Come
il sole è illuminante, così la conoscenza del Samkhya è illuminante”.
Tale dottrina ortodossa hindu, attribuita al saggio Kapila,
può essere definita in sintesi la teoria di realismo dualistico,
dove lo Spirito o Purusha e la Materia o Prakriti ne sono i due
aspetti fenomenici.
Il primo definito il principio intelligente (la cui essenza è la
coscienza) è l’aspetto necessario e indispensabile a Prakriti
o causa prima dell’Universo, principio eterno e privo di coscienza (jada), continuamente soggetto a mutamenti, affinchè possano associarsi in uno stato particolare (samyoga)
di non-equilibrio dove possa avere inizio la manifestazione
empirica dell’Universo con la sua continua evoluzione.
Ciò che determina quindi la manifestazione oggettiva non è
una situazione d’equilibrio dinamico, ma uno strano e imprevedibile mutamento delle parti costituenti la Prakriti, ovvero
i triguna:
– Sattwa
– Rajas
– Tamas
Come ogni altra realtà, la materia è composta dai tre principi
chiamati Guna i quali rappresentano la potenzialità di Prakriti
(che è un ruolo della Coscienza) nell’ordine delle produzioni,
nell’ordine della manifestazione, rivelandosi, in tal modo,
quale potenza creatrice di tutta la manifestazione grossolana
e sottile, corporea e psichica. I guna Sono di per sé indivisibili e possedenti caratteristiche ben precise, dove nessuno
di essi, singolarmente, è in grado di produrre alcunché, ma
dove il predominare o il diminuire eccessivamente uno di
essi determina la caratteristica o la qualità fondamentale di
ciascun individuo od oggetto. La mente dell’uomo manifesta, attraverso il guna dominante, la propria tendenza, il proprio orientamento che determina tutta la sua esistenza, il suo
carattere, il suo aspetto, la sua propensione materiale, emotiva, affettiva, sentimentale, intellettuale. Per certi aspetti queste “tendenze” rivelano e nel contempo velano la Coscienza
principiale modellandola, a livello sensibile cioè apparentemente, in una indefinità di forme che sono tutte le indefinite
possibilità di predominio di un guna sugli altri due. Ne deriva
che i guna devono necessariamente trovarsi in ognuno degli
elementi e sempre in proporzioni diverse tali da stabilire fra
questi elementi una specie di gerarchia che non è altro che
un riflesso nell’ordine che la concerne, della gerarchia logica
e ontologica di tutti i gradi dell’Esistenza universale. Non si
tratterrà quindi, ancora una volta di assegnare o collegare un
guna a un determinato elemento, ma a rilevare tra gli elementi
quello che prevale in questo guna.
La gerarchia alla quale ho accennato, è la stessa gerarchia
del macrocosmo che si riflette anche nel microcosmo, cioè
l’uomo, qualificando le sue stesse modalità, ordinandole secondo i precisi ruoli di causalità cioè di produzione nella
AYURVEDA
materia. La tradizione indù fornisce di tutti gli elementi necessari affinché si possa risalire ai guna attraverso la manifestazione dei loro effetti e di conseguenza al grado di trasparenza, o di oscurazione nei confronti della Coscienza Universale.
– SATTWA
Tendenza: ascendente, verso la conoscenza, verso l’intelletto.
Elemento dominante: Fuoco, in quanto è l’elemento luminoso. La forza ascendente è simbolizzata dalla tendenza della
fiamma ad elevarsi.
Colore corrispondente: Bianco. Questo guna si identifica
con la luce della conoscenza.
Qualità ontologica: Conoscenza intellettuale cioè la conoscenza dei Veda.
Comportamento: Essenzialità, purezza, comprensione, chiarezza, compassione, amore, modestia.
Casta corrispondente: Brâhmani; coloro che posseggono o
che hanno le qualità per possedere la conoscenza. Attraverso le loro qualità, sono facilitati sulla via di realizzazione meditativa, sulla concentrazione del Sé (Atm) piuttosto che sull’azione.
Gli esseri appartenenti a questo guna: Riflettono la chiarezza del cielo senza nuvole, sono mentalmente staccati dall’esistenza contingente e il loro le modalità mentale e corporea sono dominate da quella intellettuale in una pura tranquillità.
Da questo guna, derivano al soggetto in cui prevale, qualità
virtuose come la modestia, la fede, il senso del sacro, la devozione e il desiderio di devozione, di qualità intellettuali
(spirituali) e di allontanarsi dall’irreale.
Sattwa deriva dal termine SAT, essere.
– RAJAS
Tendenza: Espansiva, orizzontale.
Elemento dominante: Aria; questo elemento è dotato di movimento trasversale.
Colore corrispondente: Rosso.
Qualità ontologica: Sentimento; che deriva da una partecipazione emotiva, razionale, Bhaktico, della loro natura.
Comportamento: Movimento, agressività, extroversione,
sensualità.
Casta corrispondente: Kshatriyas; coloro che hanno le qualità per combattere e che in virtù di queste qualità realizzano
la loro natura attraverso un particolare modo di azione, il
combattimento appunto, svolto, almeno in principio, in conformità alla dottrina tradizionale e per gli scopi che essa prevede. In questa casta prevale la tendenza all’azione che è
una connotazione caratteristica dell’io, di Jivatmâ.
Partecipa in parte a questo guna anche la casta dei Vaishya,
i mercanti, ma non allo stato puro, bensì in mescolanza con
Tamas, il terzo e ultimo guna. Il colore dei Vaishya è il giallo.
Gli esseri appartenenti a questo guna: Sono irrequieti riflet-
tendo l’attività mentale nella sua orientazione espansiva nel
mondo; sono attaccati all’esistenza attraverso valori sentimentali, morali o etici, apprezzano la ricchezza materiale. Credono in Dio, ma possono avere bruschi cambiamenti di credenza, considerano importanti le questione politiche.
Da questo guna sorgono delle modificazioni mentali che portono ai desideri e ai dolori. Lussuria, collera, avidità orgoglio, odio, egotismo sono tutte tendenze tipiche di rajas.
Rajas è il principio dell’attività, senza il quale né Sattwa né
Tamas possono esercitare alcuna effettiva funzione. Non
possiede alcuna sottigliezza del Sattwa, e la sua attività viene paragonata a quella di un violento incendio di foresta o di
un vento tempestoso.
– TAMAS
Tendenza: Discendente.
Elemento dominante: Terra e acqua, ma soprattutto terra.
Colore corrispondente: Nero.
Qualità ontologica: Ignoranza, acritica, istintualità.
Comportamento: Pigrizia, inerzia, indolenza, sonnolenza, stupidità, pesantezza, abbondanza.
Casta corrispondente: Shûdra; coloro i quali in virtù di una
particolare costituzione e di mancanza di particolari qualificazioni non possono partecipare alle caste precedenti e partecipano alla tradizione attraverso lavori manuali o di servizio. In questa casta prevale una tendenza all’inerzia che è
quasi un riflesso invertito della concentrazione sul Sé, caratteristica della prima casta.
Gli esseri appartenenti a questo guna: Riflettono l’impulso
istintivo di una razionalità limitata e dominata dalle necessità
somatiche attraverso cui sono attaccati all’esistenza. Colui
che è affetto dal potere velante di tamas, non potrà, nonostante applicazione ed erudizione, cogliere la conoscenza
pura, intellettuale, nemmeno se eminenti maestri gliela esponessero in tutti i modi. In balia di questo potere di oscuramento della sua intima coscienza, questo soggetto tiene in
gran conto le cose che portano l’impronta dell’illusione e
dell’ignoranza e le ottiene per una disposizione della sua
natura. Vivrà costantemente nel dubbio e attuerà decisioni
contrarie alla verità. Sono esseri che scambiano una fune per
un serpente, il mondo, per la realtà ultima. Sono soggetti con
poco rispetto per gli altri e senza alcuna tendenza religiosa.
Tutte le loro attività sono orientate al loro interesse.
A questo guna corrisponde ciò che in Occidente viene chiamato “psiche inconscia”.
Per rendere maggiormente l’idea di come concetti dottrinali
indù possano aiutare nella comprensione anche della psicologia, riporto per esteso un brano molto significativo tratto
dallo “Srimad Bhagavatam”: “Quando sattwa, è puro e tranquillo, e che ha il potere di illuminare, supera gli altri due
guna, allora l’uomo è dotato di felicità, virtù e conoscenza.
Quando rajas, che guida l’uomo all’azione, che dà origine
all’attaccamento e causa la visione della molteplicità, supera
105
AYURVEDA
tamas e sattwa, allora l’uomo diviene attivo, trova ricchezza
e fama e soffre infelicità. Quando tamas, che è caratterizzato
dall’inerzia e che getta un velo di ignoranza sulla mente e fa
perdere il potere della discriminazione, super rajas e sattwa,
allora l’uomo è colpito da dolore e illusione; egli vive in un
sogno di speranza, diventa crudele, e cade nel sonno spirituale.
Un cuore lieto, le passioni soggiogate, un corpo calmo, una
mente distaccata, sono gli effetti di sattwa.
Un cuore inquieto, passioni non soggiogate, un corpo pieno
di frenesia d’agire e una mente irrequieta, sono gli effetti di
rajas.
Un cuore indolente e stolto, una mente ottusa e ignorante,
un corpo reietto e miserabile, sono gli effetti di tamas.
Quando predomina sattwa c’è una grande illuminazione;
quando predomina rajas c’è una intensa attività, e quando
predomina tamas c’è ottusità completa.
Sattwa può essere paragonato allo stato di veglia, rajas allo
sogno di sogno e tamas allo stato di sonno profondo.
Chi agisce senza attaccamento ai frutti dell’azione è sattwico.
Chi è accecato dall’attaccamento ai frutti dell’azione è rajasico.
Chi agisce incurante delle conseguenze è tamasico.
I cibi sani, e puri e facilmente procurabili sono sattwici; ciò
che è soltanto gradevole per il palato è rajasico e ciò che è
impuro e dannoso alla salute è tamasico”.
I guna, queste tre tendenze mentali, sono responsabili dei
nostri modi di comportamento che possono venire modificati e migliorati attraverso le discipline spirituali. Nelle vie iniziatiche occidentali tutt’ora accessibili sono ben evidenti i
riferimenti dottrinali e rituali ai guna e alla loro possibile modificazione. Vi è tutto un simbolismo, anche architettonico,
soprattutto nelle costruzioni medievali, che si riferisce al passaggio di un guna nell’altro nell’ascesi intellettuale.
Il medico ayurvedico può aiutare a raggiungere questa modificazione di comportamento. La determinazione del guna
predominante in un individuo gli consentirà di adeguare la
terapia e l’alimentazione a lui consona. Potrà, in tal modo,
assistere il paziente e aiutarlo a trovare uno stile di vita più
equilibrato sul piano mentale e fisico. Non bisogna dimenticare, che secondo la prospettiva della dottrina indù, tutto
questo non può avere un fine unicamente esistenziale, nel
senso di “questa esistenza”, ma la conformità di ciascuno al
Dharma (legge universale).
Per la creazione di qualsiasi sostanza nell’Universo è fondamentale il contributo di queste tre caratteristiche orientative.
I Triguna o Onnisostanze di per sé non presentano caratteri
materiali quali ruvidità, durezza, consistenza, fragilità, ecc. e
di conseguenza sono denominate sostanze non-materiali.
Per la creazione dell’Universo sono state necessarie due tipi
di sostanze: Materiali e Non-Materiali.
Secondo l’Ayurveda l’Universo si è sviluppato dal non-manifestato (Avyakta), sede di Prakriti (materiale primordiale) e
di Purusha (coscienza primordiale), grazie al Pensiero intel106
lettuale di qualcuno (l’Onnipotente), alla sua risistemazione
(Sattwa), interruzione di pensiero (Tamas) e successiva riorganizzazione (Rajas).
Questi guna si manifestano negli esseri umani nel loro temperamento, costituzione e comportamento formando la personalità e la loro individualità (Il Sè e l’Io; Atmâ e Jivatmâ).
VAISHESHIKA (teoria)
Il suo fondatore, il sapiente Kanada, soprannome mitologico
significante “mangiatore d’atomi”, apparteneva alla scuola
sacerdotale filosofica ortodossa hindu.
Nella sua opera Vaisheshikasutra, composta forse fra il 200
a.C. e l’inizio dell’era cristiana, Kanada sostiene che la conoscenza della realtà, delle cose così come si presentano, con
le loro caratteristiche (dharma), porta alla felicità. Ma che
cos’è la realtà?
Etimologicamente “Vaisheshika” deriva da Visesa, termine
che indica una “categoria” di conoscenza che comporti una
differenza fondamentale, una individualità o peculiarità.
Tali categorie o “Padartha” si ritenevano così profondamente differenti, che nessuna di esse avrebbe mai potuto assumere i connotati di un’altra.
Kanada afferma a chiare lettere che la realtà è l’insieme di sei
“categorie”, più una settima che ne è il fondamento primo.
Categorie primordiali: Padartha
1. SOSTANZA (Dravya)
2. QUALITÀ (Guna)
3. AZ IONE (Karman)
4. GENERALITÀ (Samanya)
5. PARTICOLARITÀ (Visesa)
6. INERZIA (Samavaya)
7. NON ESISTENZA (Abhava)
La settima categoria, quella della non-esistenza è la sostanza
che costituisce il fondamento delle prime sei categorie, e
dunque solo essa può dar loro significato.
Non deve essere stato tanto facile per gli autori ayurvedici
utilizzare gli insegnamenti di scuole in contrasto fra loro come
il Vaisheshika e il Samkhaya, i cui esponenti hanno polemizzato per secoli a colpi di sillogismi. Ne saremmo noi medici
occidentali in grado di leggerne le reali sfumature.
Senza entrare dunque nella diatriba e per meglio poter comprendere le linee principali del pensiero ayurvedico lasciamo
alla nostre spalle sottili differenze linguistiche, filosofiche o
di semplice concetto, limitandoci a sottolineare quanto affermato a proposito da un grande medico ayurvedico, Cakrapani: “Il corpo dottrinale (sastra) – cioè l’Ayurveda – ha delle
relazioni con tutti i gruppi; perciò, anche se espone contenuti contraddittori, secondo i diversi punti di vista, non vi è
reale contraddizione fra quanto si sostiene in un primo momento e quanto si sostiene in secondo momento”
La presenza dei greci sulle frontiere nord-occidentali dell’India e i contatti dei pellegrini buddhisti con Persia, Siria, Ales-
AYURVEDA
sandria e Cina stimolarono un certo scambio di idee, ma per
quanto potevano essere simili, erano troppo lontane per una
completa identificazione a causa di antichi pregiudizi e tradizioni di fondo sia religioso che mitico.
Il “Vaisheshika” riconosceva quattro tipi di atomi, mentre
Democrito uno soltanto. Il “Vaisheshika” inoltre, indicava
l’atomo come ultima e più piccola particella, secondo una
concezione che continuò a trovar credito negli ambienti scientifici fino ai primi anni del XX secolo, quando Rutherford
riuscì a scindere l’atomo.
Il “Vaisheshika” non poteva non approfondire il tema della
“sostanza”, poiché ogni categoria ne era un aspetto peculiare, una caratteristica precisa della sostanza eterna o Dravya.
La comprensione dell’origine dell’Universo è fondamentale
per l’Ayurveda al fine di pervenire ad uno stato di consapevolezza piena, e descrive quindi minuziosamente i vari aspetti del processo di creazione.
Secondo la teoria “Samkhya” i due aspetti primi nel grande
gioco cosmico sono Prakriti e Purusha, come per la teoria
Vaisheshika.
– PRAKRITI o forza creativa dell’azione
Etimologicamente “pra” sta ad indicare un procedimento o
stimolo naturale, e il suffisso “kriti” possiede un significato
sia attivo che passivo di causante e di causato.
“Prakriti” è dunque lo stimolo a produrre e possiede in sé la
qualità della produttività. “Prakriti” viene personificata come
il principio femminile attivo attraverso il quale giunge a manifestarsi l’inattivo principio maschile del cosmo o “Purusha”.
La loro unione da origine alla Natura e alla sua duplice capacità generativa e distruttiva. Nella mitologia indiana la “Prakriti” viene rappresentata come una dea, personificazione della
volontà o dell’energia cosmica all’interno del processo di
evoluzione.
Ogni soggetto e oggetto e i loro effetti sono immanentemente presenti nel cosmo e “Prakriti” ne è la comune causa materiale e efficiente.
– PURUSHA o l’immanifesto passivo senza forma
Letteralmente “uomo” o “maschio”, e in senso collettivo “genere umano” si tratta di un termine applicato in vari e diversi
contesti mitologici indiani. Seguendo una delle tante origini
“Purusha” viene indicato come una figura cosmogonica, strumento della creazione secondaria, dalle cui varie parti del
corpo ebbero origine il linguaggio, il respiro, la vista, l’udito,
la mente, ecc.
Nel sistema “Samkhya” il termine indica il completamento
passivo del principio attivo di creazione o “Prakriti” e non vi
è nulla al di là o più in alto del “Purusha” poiché rappresenta
la materia dalla quale è stato generato l’Universo.
Il Vaisheshika considera un certo numero di “Padartha”, come
altre filosofie hindu, ma ovviamente viene a determinarli secondo un differente punto di vista.
Innanzi tutto ne considera un settimo, “Abhava” o NonEsistenza, che comprende tutte le sostanze e tutti i loro attributi, che per correlazione oppositiva si può definire” bhava
“ o esistenza, ma in seno alla filosofia hindu.
Vaisheshika è più propriamente in senso aristotelico la “privazione” o Non-Esistenza.
– Dravya
Sostanza non in senso metafisico del termine è sempre lo
stesso elemento designante la funzione del soggetto logico
simile alla concezione aristotelica delle categorie.
– Guna
Lo ritroviamo già nel sistema “SANKHYA”, ma riportato qui
in modo differente. Sfuggendo dalla visione “VAISHESHIKA” degli attributi che risiedono nell’Essenza stessa di
ogni manifestazione, qui si limita a definire gli attributi degli
esseri manifestati.
– Karma
Karma o Azione non è altro una maniera d’essere della sostanza in movimento o in cambiamento.
– Samanya
È la generalità che prende forma quando la comunanza di
qualità si associa e il cui risultato è la sovrapposizione dei
generi.
– Vishesha
La particolarità è ciò che appartiene ad ogni sostanza affinche sia differente da tutte le altre.
– Samavaya
È l’inerzia che agisce da coesione fra la sostanza, di cui essa
stessa ne è un attributo, e i suoi attributi.
Pentadi primordiali o “Pancha-Mahabhuta”
I 5 costituenti materiali alla base della creazione esistenti
nell’Universo e nell’Uomo sono denominate sostanze Primordiali (Bhuta).
Il termine “Bhuta” è stato tradotto con elemento, ma solo in
senso lato. Perché non è un elemento nel senso chimico. Ciò
che noi consideriamo elemento è una visione lontana rispetto alla concezione mitologica indiana. Dove un atomo, elemento chimico, non ha un’esistenza libera e indipendente e
non è quello di cui noi ci serviamo per definire e visualizzare
un elemento quale ad esempio la terra o l’acqua. Non corrisponde cioè alla definizione originale di “Bhuta”, poiché esso
non è altro che l’elemento allo stato primigenio e puro, non
mescolato e inquinato con alcuna altra sostanza. Il pezzo di
terra (Prthivi) percepito, non è il principio elementale puro, il
Prthivi puro, ma un composto di Prthivi, Ap, Tejas e Vayu
cioè di terra, acqua, fuoco e aria.
Tali costituenti vengono percepiti attraverso i cinque organi
107
AYURVEDA
di senso e ogni “Bhuta” possiede sia caratteristiche essenziali che caratteristiche ausiliare, che vengono assimilate attraverso la pelle.
Le sostanze di questo gruppo sono diffuse in tutto l’Universo e proprio attraverso la capacità degli organi di sensi gli
elementi primordiali possono venir percepiti.
PRITHIVI - OLFATTO
E in relazione al corpuscolare in forma condensata o meno ed
è identificabile con l’elemento o “Bhuta”: TERRA
AP - GUSTO
Avendo la proprietà ausiliaria della fluidità ed essendo in
relazione alle variazioni semisolide e alle sue proporzioni è
identificabile con l’elemento o “Bhuta: ACQUA
TEJAS -VISTA
Essendo in relazione alle trasformazioni quali temperatura,
calore, colore e la cui proprietà principale è l’aspetto, è identificabile con l’elemento o “Bhuta”: FUOCO
VAYU - TATTO
La sua caratteristica ausiliaria è correlata alle vibrazioni ed è
strettamente relazionata a fattori dinamici quali la propulsione
è identificabile con l’elemento o “Bhuta”: ARIA
AKASHA - UDITO
L’essenza o mancanza di resistenza e la rarefazione della sostanza rispetto alla posizione iniziale sono le proprietà ausiliare che permettono di mettere in relazione tale aspetto con
l’elemento o “Bhuta”: ETERE
Il significato letterale dei cinque elementi o “Bhuta”, costituenti, il tutto è da ritenersi corretto solamente tenendo conto della difficoltà linguistica di trascrivere e rappresentare il
significato originale del singolo termine, ad esempio “Jala” o
acqua, o “Agni” o fuoco.
L’Ayurveda accredita la teoria secondo cui l’individuo è composto dai cinque elementi, i quali si trovano similarmente in
ogni oggetto e soggetto creato.
La relazione esistente fra uomo (microcosmo) e Universo
(macrocosmo) viene sostenuta dai continui scambi che avvengono fra Uomo e Natura, attraverso contatti esogeni ed
endogeni, come ad esempio il processo digestivo e il metabolismo, attraverso il bere, il mangiare, ecc. e il corpo umano
controlla costantemente che tali interscambi e interazioni
avvengano in uno stato di equilibrio.
– TERRA o Prithivi
Tra le sostanze quella che consiste di terra è pesante, solida,
dura, con la qualità principale dell’odorato o “profumo”. Corrisponde alla modalità corporea più condensata. In questo
elemento troviamo il più alto grado di gravità, che si manife108
sta nella discesa e nella caduta dei corpi. La qualità sensibile
dell’olfatto peculiare a questo elemento, risiede nelle particelle solide dei corpi le quali staccandosi entrano in contatto
con l’organo dell’odorato.
Gli effetti di questo elemento sul corpo umano sono quelli di
renderlo solido, pesante, forte, compatto e di aumentarne la
crescita.
Il suo gusto è leggermente astringente, ma per lo più dolce.
– ACQUA o Ap
Le proprietà caratteristiche di questo elemento sono il freddo, la densità o la gravità che ha in comune con la terra, e la
fluidità o la viscosità che è la qualità in virtù della quale si
distingue essenzialmente da tutti gli altri elementi.
La sua influenza sul corpo è quello di renderlo umido, compatto, con funzioni di far scorrere le parti liquide del corpo. Il
suo gusto è leggermente astringente, salato e acido.
– FUOCO o Agni
Si manifesta ai nostri sensi come luce e come calore. La qualità che le è propria è la visibilità.
Sotto all’aspetto di luminosità è il principio della colorazione
dei corpi. Infatti “i colori – secondo la dottrina pitagorica –
non sono altro che una riflessione della luce modificata in
diversi modi”.
Per quanto concerne l’aspetto calorico, il fuoco viene percepito dal tatto.
Il “fuoco” è secco, aspro, riscaldante, chiaro e sottile. Al
contrario della Terra che ha tendenza a scendere verso il
basso, essa è spinta naturalmente a salire. Il suo gusto è
lievemente acido e astringente, principalmente piccante. Tra
le sue peculiarità troviamo la funzione della digestione, combustione, mantenimento termico del corpo e il compito di
mantenerlo colorito.
– ARIA o Vayu
Il termine vayu deriva dalla radice vâ che significa andare o
muoversi. L’aria è dotata di un movimento trasversale secondo una direzione particolare, rettilineo. “Tale propagazione del movimento secondo certe direzioni determinate
implica una rottura dell’omogeneità dell’ambiente cosmico;
da quel momento si ha un movimento complesso, il quale,
non essendo più isotropo, dev’essere costituito da una combinazione o da una coordinazione di movimenti vibratori elementari. Un movimento del genere genera forme ugualmente
complesse, e poiché la forma è quella che riguarda in primo
luogo il tatto, la qualità tangibile può essere riferita come
appartenente in proprio all’aria, in quanto questo elemento,
in virtù della sua mobilità, è il principio della differenziazione
delle forme. È dunque per effetto della mobilità che l’aria ci è
resa sensibile; analogicamente d’altronde, l’aria atmosferica
che è un corpo”. (R. Guènon: La theorie hindoue des cinq
éléments).
L’elemento Vayu è principalmente secco, chiaro, leggero, fred-
AYURVEDA
do e tra le qualità principali c’è il controllo dei sentimenti. Il
suo sapore è leggermente amaro, per lo più astringente.
Al corpo umano porta leggerezza, siccità e non viscosità.
– ETERE o Akasha
L’etere occupa tutto lo spazio senza confondersi con lo spazio stesso “in quanto questo, non essendo se non un contenente, cioè insomma una condizione di esistenza e non una
entità indipendente, non può come tale essere il principio
sostanziale dei corpi, né dare origine ad altri elementi; l’etere
non è dunque lo spazio, bensì il contenuto dello spazio prima di qualsiasi differenziazione. In questo stato d’indifferenziazione primordiale, che è come un’immagine dell’indistinzione di Prakriti relativamente a quel dominio speciale di manifestazione che è il mondo corporeo, l’etere racchiude già in
potenza, non soltanto tutti gli elementi, ma anche tutti i corpi, e la sua stessa omogeneità lo rende adatto a ricevere tutte
le sue forme nelle sue modificazioni. Essendo il principio
delle cose corporee, esso possiede la quantità che è un attributo fondamentale comune a tutti i corpi; lo si considera
inoltre come essenzialmente semplice, sempre in virtù della
sua omogeneità, e come impenetrabile, in quanto è esso che
penetra tutto”. (R. Guènon: La theorie hindoue des cinq
éléments).
È penetrante, leggero, tenue, trasparente, con la qualità predominante del suono. I suoi effetti nel corpo umano sono:
porosità, leggerezza e morbidezza. Il sapore è indeterminabile.
– PARAMANU o subatomo, atomo e molecole.
I Guna “Manas” e “Rajas” si combinano insieme dando origine a 5 “TANMATRA” o quanti di energia, che a loro volta
producono i 5 “MAHABHUTA”. E sono presenti nella struttura di tutto il mondo materiale.
L’estremamente sottile o particella è definito PARAMANU.
Ogni Paramanu è costituito dal 50% del proprio Tanmatra o
quanti di energia, e dal restante degli altri quattro Tanmatra
in eque parti.
Ogni Atomo è dunque l’unione di differenti rapporti energetici dando prova così che energia e materia sono intercambiabili.
Ogni ANU o atomo è formato da tutti e cinque i PARAMANU, che insieme formano un ANU. Le molecole non sono
altro che combinazioni differenti di ANU in proporzioni e
associazioni varie.
III. Teoria dei Tridosha
L’Etere, l’Aria, il Fuoco, l’Acqua e la Terra, i cinque elementi
fondamentali o “Panchamahabhuta”, si manifestano nel corpo umano come tre principi base, o umori, conosciuti come
Tridosha.
La teoria umorale ippocratica e la teoria tridoshica indiana
sono molto simili.
VATA-dosha, PITTA-dosha e KAPHA-dosha sono i tre Do-
sha corporei, i quali nella terminologia Sanscrita, rappresentano i tre elementi base della costituzione umana. Essi governano tutte le funzioni biologiche, psicologiche e fisiopatologiche di corpo, mente e coscienza.
Nel passato gli scienziati dipendevano esclusivamente dagli
avvenimenti dell’Universo per interpretare e spiegare tutte
le funzioni del corpo; poi successivamente essi scoprirono
la relazione di alcuni fenomeni con l’intero Universo e con
l’Uomo.
Nell’antichità saggi e filosofi consideravano il sole, la luna e
il vento come tre fondamentali fattori governanti l’Universo.
Queste tre forze energetiche che presiedono a tutte le attività dell’Universo quali l’energia o calore, l’interscambio o l’interconnessione, il movimento o la propulsione sono rappresentate nei testi ayurvvedici come l’associazione degli elementi quali TEJAS o energia per il sole, PRTHIVI o coesione
e AP o massa per la luna, VAYU o moto e AKASHA o spazio
per il vento.
v. schema
Minuscole frazioni delle stesse energie sono presenti nel
corpo umano e governano inoltre come già detto, tutte le
funzioni dell’essere. Alla luce di queste possibili relazioni la
lettura degli antichi manoscritti ayurvedici può risultare più
comprensibile se cerchiamo di assumere come chiave di lettura ogni associazione tra l’Universo e l’Uomo.
Creazione, Organizzazione e Distruzione sono i tre aspetti
funzionali dell’Universo riconducibili per associazione a Brahma, Vishnu e Mahesha, le tre divinità indiane aventi le stesse
funzioni dei Tridosha.
La similiarità è un aspetto peculiare dell’Ayurveda.
I Tridosha sono analoghi alle definizioni che vengono date
in Omeopatia, riferendosi ai temperamenti quali caldi, freddi
e alle costituzioni:
ossigenoide
VATA
idrogenoide
PITTA
carbonitrogena
KAPHA
Sono umori corporei che possono modificarsi, uno o più di
essi causando il disagio fisico conosciuto come ROGA, o
109
AYURVEDA
malattia, o mantenersi in equilibrio, in un continuo e costante rapporto fra fattori intrinsechi ed estrinsechi, mantenendo
una stato positivo chiamato salute.
Il sistema Tridoshico corrisponde alle leggi di Hering secondo le quali la malattia scompare in senso inverso alla sua
comparsa, guarendo prima dalle malattie di più recente comparsa, e portando la guarigione principalmente dall’interno
verso l’esterno e dall’alto verso il basso.
Nella dottrina Tridoshica troviamo l’idea che la terapeutica
deve ristabilire il malato riportandolo al suo status quo al
suo equilibrio armonico considerando l’uomo come un essere dinamico e le malattie quali forze dinamiche causanti squilibri e disarmonie nelle normali polarità.
In Ayurveda queste sono appunto chiamate:
– VATA o vento
– PITTA o calore
– KAPHA o liquido
Soltanto uno studio analitico può esserci d’aiuto nel tentativo di riportare il più fedelmente possibile il significato originale attribuito ai termini occidentali Vata, Pitta e Kapha.
– VAYU o vento
– PITTA o bile
– KAPHA o flegma
L’accettata traduzione letterale dei termini Sanscriti, non dà
tuttavia l’autentico significato che essi portano con sé..
I Tridosha sono Dravya (sostanze), posseggono cioè proprietà fisiche e azioni corrispondenti e li ritroviamo nel corpo
umano in sedi particolari nonostante essi siano presenti
ovunque.
Ogni epoca possiede le proprie similitudini, i propri simboli,
un proprio linguaggio per rappresentarli.
Per meglio comprendere la strategia ayurvedica è essenziale
tener conto che non esiste mai una prescrizione o un consiglio generico, tutto è individualizzato a seconda di particolari caratteristiche esterne e ambientali, nonché della particolare costituzione dell’individuo.
Nella moderna fisica nucleare neutrone, elettrone e protone
sono simboli atomici che ritrovano un corrispondente nella
visione ayurvedica quando ad esempio il neutrone si unisce
all’elettrone modificando aspetti quali temperatura, forma,
aspetto o sapore creando la possibile similitudine con il Sole,
e ancor più con il corpo umano nel quale un medesimo tipo di
energia termogena provoca la trasformazione del cibo in tessuti e prodotti di scarto. Il Sole di color rosso e giallo brillante è responsabile della colorazione o pigmentazione e della
temperatura corporea e può essere associato al Dosha PITTA, ossia la natura termogena del corpo umano.
La mescolanza del protone al neutrone genera il freddo atomico la cui corrispondenza all’elemento Acqua è indispensabile per riprodurre l’associazione con il Dosha KAPHA, la
cui azione principale è quella di ostacolare o limitare le due
energie dinamiche quali il neutrone o VATA Dosha, principio
110
primordiale Aria, e l’elettrone o PITTA Dosha, fuoco o calore. Grazie alla presenza del KAPHA Dosha, principio del raffreddamento e della conservazione, l’equilibrio tridoshico
viene garantito naturalmente controllando la crescita, lo sviluppo di ogni individuo, e attraverso la secrezione di fluidi,
ogni trasformazione viene lubrificata e protetta.
L’elemento atomico neutrone corrisponde al VATA Dosha,
simile al vento, poiché letteralmente il termine Sanscrito
“Vayu” non trova miglior corrispondente linguistico, e ci
può ricordare l’effetto del vento in natura rifacendoci al sito
e alle funzioni espletate dal Dosha quali l’intestino crasso e
l’eliminazione dei prodotti di rifiuto.
Secondo la tradizione indiana il 3 è il numero perfetto e ogni
fenomeno e situazione può essere classificato in base a questa tripartizione che si realizza a tutti i livelli.
Esiste naturalmente anche una corrispondenza religioso-mitologica dove la tripartizione basilare la ritroviamo espressa
come:
•
•
•
Vishnu
Brahma
Mahesvara
Vishnu
Corrisponde all’Aria, VATA Dosha, e risiede nello spazio, e il
colore che lo rappresenta è il blu. È il difensore dell’umanità
ed è raffigurato come il preservatore
Braham
È l’energia vitale, di color rosso, simile al Sole, al PITTA
Dosha, corrisponde al calore o energia termogena. È il motore universale, il creatore.
Mahesvara
Il bianco distruttore del mondo, all’acqua o KAPHA Dosha,
che distrugge il fuoco e placa la furia del vento. Corrisponde
all’elemento Acqua o Kapha Dosha (flegma) e si pone al fine
del ciclo, nascita, crescita e morte.
C’è un costante richiamo, nell’analisi ayurvedica, ai fattori
temporali e alla correlazione tra macrocosmo esterno e microcosmo organico. Il tempo, come la materia, è sia misurabile
che mutevole. Il divenire temporale è oggetto di misurazioni
quali secondi, minuti, ore, giorni, settimane, mesi e anni.
È un fatto risaputo che a seguito dell’alternanza delle stagioni intervengono dei mutamenti atmosferici. Tali mutamenti
condizionano tutti gli esseri viventi, compreso l’uomo in
maniera positiva o negativa.
Come il tempo, gli umori corporei sono costantemente in
movimento. Le divisioni temporali quali mattina, mezzogiorno, pomeriggio, sera, stagioni sono solo il corollario di una
teoria che riguarda tutti gli aspetti dell’esistenza senza nessuna esclusione.
La teoria Tridoshica prende in esame anche l’ambiente in cui
l’uomo nasce, cresce e vive, perché ogni manifestazione ne è
AYURVEDA
una parte, tanto quanto ogni aspetto della vita. La malattia è
spesso di per sè incapacità di adattamento ai mutamenti ambientali, iporeattività e pertanto a seconda della dominanza
di uno dei tre elementi l’individuo modifica, volontariamente
e involontariamente, funzioni fisiologiche, psico-biologiche
e modelli comportamentali.
Continue e incessanti esposizioni a situazioni mutevoli vengono a produrre cicatrici chimiche che si accumulano, debilitando lentamente ma progressivamente le risorse limitate di
adattamento del nostro corpo. Il concetto di adattogeno non
è né nuovo né estraneo alla scienza Ayurvedica.
Già Walter Langdon-Brown in “Perché siamo uomini”, avvertiva che se non si considera l’individuo come un tutt’uno
e come un organismo vivente che reagisce ai mutamenti tanto dell’ambiente esterno, quanto di quello interno, si perde
una parte essenziale del suo essere come manifestazione universale.
Purtroppo questa voce non ha trovato altro che il proprio
vuoto eco in Occidente, dove l’arte dell’analisi, dello specialista o esperto del ramo, pone l’accento sull’analisi più che
sulla sintesi, allontanandosi sempre di più da una visione
globale dell’Universo dove Uomo e Natura sono in continuo
contatto.
Ancora una volta la saggezza millenaria dell’India ci viene
incontro con l’Ayurveda, che racchiude la conoscenza sacra
della “scienza della vita”, alla portata di tutti.
Ed è sempre estremamente importante considerare l’uomo
nella sua interezza e in rapporto all’ambiente in cui nasce e
vive.
I Tridosha sono la chiave di lettura dei fattori causativi della
formazione della materia, dove sostanza, forma ed energia ne
sono i pilastri, nati e sviluppati alla luce dei cinque elementi
fondamentali:
ARIA + ETERE
VATA
TERRA + ACQUA
KAPHA
FUOCO + ACQUA
PITTA
I Tridosha permettono una comprensione veramente profonda dell’Uomo e della sua fisiopatologia in relazione col
Mondo che lo circonda.
La produzione dei Tridosha mediante l’assunzione quotidiana di cibo è un processo ininterrotto.
“Conosci te stesso e conoscerai il mondo”
Così l’Ayurveda afferma nei sui antichi testi. L’uomo è parte
del mondo vivente, è il figlio della natura, il suo prodotto più
complesso, dove svolge attraverso il mutare di tempo e spa-
zio le proprie attività. Il mondo e i tempi cambiano, ma le leggi
fondamentali della natura restano immutate, validi insegnamenti per tutta l’umanità.
Ecco come l’Ayurveda appare oggi come impostazione attualissima del pensiero antico in un continuo stato di equilibrio interiore ed esteriore all’insegna dell’uomo e della natura per il fondamento di una vera Ecologia globale.
Secondo l’Ayurveda tutto è manifestazione tridoshica e ogni
cosa può essere meglio compresa se inquadrata secondo
questo concetto.
Scopriremo pertanto la grande importanza, evidenziata anche dall’Omeopatia, che si deve dare nell’inquadramento fisiopatologico, al fattore temporale.
Correlando le varie patologie con gli eventi temporali potremmo ipotizzare il concorso nella loro eziologia di un eccesso o di uno squilibrio dei tre elementi e potremmo pianificare una razionale strategia terapeutica.
Ogni individuo è la risultante dell’associazione di questi tre
elementi e la situazione ideale di equa tripartizione propria
dell’individuo che nasce con tutti i tre Dosha in egual misura, è felice quanto utopistica. Solo i grandi saggi e pensatori
possiedono tale equilibrio psico-somatico, ma la stragrande
maggioranza della gente comune nasce con un caratteristico
e peculiare prevalere dell’uno o dell’altro che condizionerà
tutta la vita l’atteggiamento fisico e psichico della persona
stessa. In alcuni vi è una maggior presenza di VATA, in altri
di PITTA o di KAPHA, o persino due di essi insieme, in
maggior o minor quantità.
Il tempo abbraccia non soltanto i movimenti planetari ma
anche i cicli della vita umana, dalla nascita alla morte. Secondo l’Ayurveda il ciclo vita è riconducibile alla teoria Tridoshica, secondo cui ogni aspetto è collegato ai tre elementi
base – VATA, PITTA, KAPHA – governanti ogni reazione
biologica, psicobiologica e fisiopatologica esistente in natura.
Tre sono i punti temporali fondamentali nello scorrere della
vita umana:
– infanzia
– maturità
– vecchiaia
VATA
Interessa il periodo della vita che corrisponde alla vecchiaia.
I processi catabolici accelerano e danno luogo a manifestazioni proprie di questa fase quali tremori, emaciazione, mancanza di respiro, artrite, perdita di memoria ecc.. Non a caso
la tradizione ayurvedica attribuisce 80 disturbi a Vata, il Dosha che di tutti e tre occupa la posizione dominante, poiché
la funzione normale del Vata Dosha è quella di sostenere il
corpo, ogni sua azione fisica e mentale.
È giustamente chiamato “ Tantra-Yantra-Dhara “, cioè ciò
che conserva il corpo umano e lo mantiene nel suo ordine
naturale.
111
AYURVEDA
PITTA
Dai 16 ai 50 anni è il periodo della maturità, dove le trasformazioni interiori e tutti i processi che coinvolgono trasformazioni quali digestione, pigmentazione, omeostasi ecc. sono
legate al tempo di PITTA Dosha, quando l’individuo è attivo
e pieno di vitalità.
40 sono i disturbi legati a questa fase, quali insonnia, problemi circolatori, cardiaci ecc.
KAPHA
Dalla nascita ai 16 anni è tempo di Kapha, dove i bambini
sono coinvolti soprattutto dalla forza funzionale di Kapha,
che fornendo la base strutturale e il sostegno dell’organismo in un tutt’uno, riunisce tutte le parti dell’individuo in un
continuo processo di crescita e sviluppo. È il periodo in cui
il Kapha Dosha aumenta per processo naturale coinvolgendo l’individuo in 20 disordini principali, quali sonnolenza,
costipazione, pallore della pelle, torpore, raffreddori, tosse,
congestione dei polmoni, ecc.
DISTURBI LEGATI AI DOSHA
Nel corso della vita è sempre lo squilibrio di uno dei tre Tridosha, Vata-Pitta-Kapha, indotto da più svariati fattori, età,
tempo, condizioni sociali, et al. a determinare la manifestazione patologica, o Roga, conosciuta come malattia.
Analizziamo ora in dettaglio singolarmente i tre Dosha:
• VATA DOSHA
VAYU o VATA, dalla radice Va = Gati = movimento e Gandhana = sensazione, è la fonte stessa della vita e corrisponde
all’anima dell’individuo. Finchèl’aria rimane nel corpo il polso vibra e la vita continua mentre appena essa lascia il corpo
sopravviene la morte. L’aria è un elemento estremamente miscibile e produce calore quando entri in contatto con la terra
e freddo qualora entri in contatto con l’acqua.
Enoto che alcuni yoghi sono stati sepolti per molti giorni
senza morirne; essi facevano prima della sepoltura un profondo inspiro e trattenevano quest’aria per giorni, mantenendo in loro la vita. La scienza del respiro (Pranayama) è un
aspetto fondamentale della disciplina dello Yoga.
La dottrina del respiro è molto antica: il “prana” (o soffio)
ègià menzionato nel Rgveda, oltre che nel Yajurveda, nell’Atharvaveda, nei Brahmana e nelle Upanisad antichi testi
in lingua sanscrita, madri dell’Ayurveda. Il vento o Vata Dosha viene distinto in cinque soffi, e spesso vengono designati collettivamente con il nome di “prana”, e hanno uno
speciale valore simbolico e rituale che ritroviamo spesso nella letteratura epica e puranica, nonché nelle opere filosofiche
e religiose.
Il “prana” è dunque il soffio o principio vitale che ritroviamo
molto probabilmente con il termine greco “psiche”, che dovrebbe aver significato un tempo - respiro - per poi giungere
ad indicare lo “spirito” o meglio l’anima essendo lo spirito
112
più identificato al noûs; o con l’antico dio egiziano Amon,
conosciuto come il “Nascosto” che si manifestava nel vento, e quanto misterioso principio quale il respiro ne era l’aspetto divino degli uomini e degli animali. Anche con il termine
ebraico “rueh” abbiamo la relazione con il Prana o respiro,
avendo il significato appunto di vento, o respiro.
Nella tradizione indiana il respiro ha identificato sempre il
soffio vitale, venendo a collegarsi con l’”Atmâ” o essenza
cosmica, e “Brahman” o creatore. L’associazione del respiro
con la vita, e della cessazione di questo con la morte, come
afferma Filliozat in “ Ancient and Medieval Science”, è così’
evidente che deve essersi rivelata all’uomo in un tempo molto remoto come testimonia la Genesi (II. 7, 19) “ e soffiò nelle
sue narici l’alito della vita “ quando Dio formò Adamo dalla
polvere.
L’elemento aria o soffio rappresenta la Forza vitale che pervade ogni organo e ogni cellula del corpo, come l’energia
divina pervade l’universo. L’aria è veloce ed è il propulsore
degli altri due dosha.
In accordo con la tradizione antica, l’aria può essere definita:
– secca
– luminosa
– fredda
– mobile
– leggera
– penetrante
Le sue caratteristiche sono proprie di una predominanza del
Guna Rajas, e inoltre non ha né sapore né colore.
I cinque tipi di Prana o soffi sono conosciuti come:
– Prana
– Udana
– Vyana
– Samana
– Apana
E sono tutti responsabili dei vari processi di movimento.
I cinque respiri vitali, o prana, operanti in diverse direzioni
all’interno del corpo umano e animale, sono definiti per mezzo di appropriati prefissi di moto associati alla radice verbale
“an”, respirare. Si ha così...
PRANA
Pra-ana, la respirazione in avanti (pra), attraverso il naso e la
bocca. Definito il soffio anteriore risiede nella testa, torace,
gola, lingua, bocca, naso e provoca l’espettorazione, lo starnuto, l’eruttazione, la respirazione polmonare, la deglutizione, ecc.
Definito “datore di vita” sostiene il cuore, la mente, i sensi e
l’intelletto. Infatti ogniqualvolta si recepisce un suono, un
sapore, un odore, ecc. con totale concentrazione, gli effetti si
manifestano sulla respirazione. La sua alterazione causa singhiozzo, bronchite, asma, raffreddore, raucedine.
Sharangadhara, uno degli esperti di Ayurveda, ha affermato
che:” il Prana Vayu, dopo essere penetrato all’interno del
AYURVEDA
cuore simile al loto, esce, attraverso la gola, a bere l’aria
esterna, il nettare dell’aria...”
UDANA
Soffio ascendente, ud-ana, l’e(x)-spirazione (ut), che risale la
gola e penetra nella testa, è strettamente collegato al precedente. La gola, l’ombelico, i polmoni ne sono pervasi. Sale
nella gola e nel naso e scende verso la Nabhi Pradesha o
regione obelicale controllando il linguaggio e la voce. Dà
luogo alla volizione, alla conservazione della forza fisica, al
colorito e rafforza la mente, la memoria e l’intelletto. La sua
alterazione provoca varie affezione oculari, malattie della gola,
naso e orecchio.
SAMANA
Il soffio equalizzatore o concentrato, da sam-ana, circolazione centrale (sam), localizzata nella cavità dell’ombelico ha la
sua sede elettiva appunto nella regione ombelicale ed èconnesso con la digestione, cioècon lo stomaco e l’intestino
tenue, dove il flusso dei succhi digestivi e della persitalsi
intestinale è facilitato e aumentato dall’azione del Samana
Vayu. Attivando gli enzimi digestivi, l’assimilazione dei prodotti finali utili ai vari elementi tessutali è responsabile in
caso di alterazione di problemi quali dispepsia, diarrea e problemi digestivi e d’assimilazione. Il suo campo d’azione è
quello d’aiutare la digestione nello stomaco e nel duodeno
con tutte le relative funzioni.
APANA
Ap-(a)-ana, la respirazione che va verso il basso e quindi via
(apa) è uno dei fattori più importanti del corpo umano, poichè se il suo movimento di discesa viene ad essere impedito
da diversi fattori e si trasforma in un movimento di salita,
dove elementi di rifiuto come urina, feci, ecc. risalgono, abbiamo la grave possibilità di disagi e malesseri, perdendo
ogni risorsa fisica.
Molto importante è poter determinare l’efficienza di questo
elemento per non incorrere come sottolineano antichi testi
ayurvedici ad imprecise interpretazioni patologiche qualora
si abbia un movimento anormale o innaturale di questa Apana Vayu, con spesso fattori collaterali gravi. La sua importanza è data dal fatto che esso è responsabile della gravidanza, mantenendo per i 9 mesi il feto nel grembo e favorendo il
parto con una spinta verso il basso. Una sua alterazione
provoca malattie dell’apparato urinario, dell’ano, dei testicoli, e dell’utero, nonché il diabete.
VYANA
Ciò che è diffuso (vy) in tutto il corpo. È infatti responsabile
del movimento dal centro alla periferia, il cuore la sua sede
primaria. Conosciuto come il soffio pervadente si muove con
velocità, trasmettendo in tempi reali gli impulsi dagli organi
sensori al cervello. Porta il Rasa (linfa) o liquido nutritivo e il
sangue per tutto il corpo. Possiede cinque tipi di azione:
–
–
–
–
–
contrazione
espensione
movimento discendente
movimento ascendente
movimenti generici
Regola l’apertura e la chiusura delle palpebre, provoca lo
sbadiglio e controlla la sudorazione. Si crede nella tradizione
ayurvedica che aiuti il movimento degli spermatozoi nella
cavità genitale e nell’utero, rendendoli capaci di unirsi all’ovulo.
Sue alterazioni provocano malattie febbrili, diarrea e disturbi
circolatori.
Il soggetto con squilibrio specifico di questo elemento Dosha ha alcune caratteristiche psico-comportamentali peculiari: persona molto sveglia, impaziente, che parla molto, talora a sproposito. Non ha carattere fermo, ha pochi amici ed è
instabile nelle amicizie e negli affetti. Non prende seriamente
alcun lavoro e spesso lascia incompiute le sue varie iniziative. Il suo umore è estremamente mutevole. cammina in fretta
e manifesta vari sintomi di nervosismo.
Corrisponde al giovinetto o all’adolescente tuttavia qualsiasi manifestazione correlata ad eretismo nervoso, somatizzazione o ipersensibilità deve essere ritenuta manifestazione di
un eccesso dell’elemento aria o Vata Dosha.
L’eccesso di VATA:
Si ripercuote e determina patologie a livello di:
– intestino crasso
– pelvi, vescica, pelle, ossa
– orecchie, naso,gola e coscie
determinando in generale:
– torpore di pensiero
– difficoltà di movimento
– problemi di vista e udito
L’eccesso di Vata si verifica per: paure, emozioni, ansie, su113
AYURVEDA
perlavoro mentale o fisico, viaggi lunghi ed estenuanti.
Trattenere necessità naturali, quali urine, feci, sudore, pianto, flatulenze, vomito e starnuti.
Eccessiva esposizione a luce elettrica, a radiazioni varie, a
raggi ultravioletti e eccessive fonti di calore.
L’eccessiva attività sessuale, il parlar troppo e troppo a lungo, con toni forti, il star desti fino a tarda notte, il digiuno
protratto a lungo o, all’opposto, il mangiar troppo o irregolarmente sono tutti elementi che aggravano il Dosha.
Alimenti amari, piccanti o astringenti, fare uso di riso e legumi in eccesso sono causa di squilibrio del Vata Dosha.
Il fattore temporale ne aggrava la sintomatologia in corrispondenza del periodo Vata quali le ore giornaliere comprese
fra le 14 e le 16 e le 2 e le 6 e le stagioni quale l’autunno e i
mesi molto ventosi e freddi. Aumenta naturalmente alla sera
o di notte, quando la digestione sta terminando.
L’eccesso di Vata si riequilibria con:
clisteri medicati, massaggi con oli medicati, bagni caldi e saune, occupando in attività rilassanti la mente, digestivi e seguendo un’alimentazione impostata su alimenti dolci-grassiacidi e salati. Olio di sesamo è l’alimento che maggiormente
riequilibria un’alterazione del Vata-Dosha.
PITTA DOSHA
Il Pitta Dosha, dalla radice tap = santapa = calore, governa
principalmente gli enzimi e gli ormoni. Ela fonte stessa del
calore e della forza, della vitalità. Pitta o fuoco: in sanscrito
èAgni, Il Dio del Fuoco. Il fuoco e il suo rapporto con il
sacrificio erano motivo dominante del culto del fuoco nel
periodo vedico. Il sacrifio era un rito di magia bianca, nel
quale veniva fatta un’offerta agli dei o “Deva”, controllori
celesti delle misteriose e potenti forze della natura, per assicurare la continuità delle condizioni favorevoli al genere umano. Perchè ciò avesse effetto era indispensabile che l’oblazione potesse raggiungere questi esseri onnipotenti e nessuno era adatto a fungere da messaggero più di Agni o fuoco, le cui fiamme tendevano sempre a salire.
Per la loro natura, divinità come Agni (fuoco) e Vayu (vento)
si prestano più alla metafora che a una descrizione antropomorfica.
Tant’è che Agni è descritto come fornito di un dorso di burro, di un volto di burro, sette lingue, capelli fiammeggianti,
denti d’oro, mille occhi, ecc... ma si tratta di epiteti che si
riferiscono più alle qualità che alla rappresentazione iconografica.
Le sue caratteristiche sono proprie di una predominanza dell’elemento Tejas.
In accordo con la tradizione antica, il fuoco può essere definito:
– caldo liquido
– amaro acido
– attivo
– viscido
114
le cui funzioni sono:
– colorazione o pigmentazione
– digestione, calore, intelligenza, vista
– fame, sete, morbidezza del corpo, splendore del corpo
– buon umore e coraggio.
Panchka, Ranjaka, Alochaka, Sadhaka e Bhrajaka tutti e cinque elementi di Pitta Dosha con funzioni di trasformazione.
PANCHAKA
Panchaka o Pancakagni, letteralmente “fuoco che cuoce”,
cioè “fuoco digestivo” è situata tra l’intestino tenue e lo
stomaco, sede principale il duodeno. È attivante della digestione e dopo le sue prime fasi separa le sostanze utili da
quelle di rifiuto.
Se come si è accennato, ogni cosa è Panchabhuta, anche
Pitta è Panchabhuta, ma vi è la predominanza del Guna Tejas
(fuoco). Facilita notevolmente gli altri quattro Pitta del corpo. Una sua alterazione causa l’arresta della digestione con
tutti i disturbi connessi.
RANJAKA
Ranjaka o Ranjakagni o “fuoco colorante” è caratterizzato da
un colore rosso vivo, piacevole. La sua sede è il fegato e la
milza e dà colore rosso appunto al Rasa o sangue. La sua
funzione è di manternere l’emopoiesi e quando il liquido alimentare giunge al fegato viene digerito dal suo stesso calore. Un suo disturbo causa anemia, itterizzia, ecc.
ALOCHAKA
Fuoco visivo o Alocagni è negli occhi (pupille) la sua sede
principale. Aiuta a mantenera una vista normale e permette di
percepire il colore. Si ritiene che anche oggetti dell’udito, del
tatto, del gusto e dell’odorato debbano subire una certa qual
trasformazione: Alochaka è responsabile di questi processi.
Una sua alterazione provoca disturbi visivi.
SADHAKA
Sadhaka o Sadhakagni è il “fuoco realizzatore” in quanto
ogni oggetto dei sensi, dopo essere stato percepito, viene
assimilato grazie a una particolare successione operata da
Sadhaka. Inoltre fornisce i mezzi per realizzare i propri desideri, perché rende chiara la mente e cooperando al giusto
funzionamento dell’intelletto e della memoria, respinge il Guna
Tamas (inerzia). Per le sue speciali qualità è considerato nella
tradizione ayurvedica il Pitta più importante. La sua sede è il
cuore. Un suo squilibrio porta a disturbi psichici.
BHARAJAKA
“fuoco che illumina” risiede nella pelle, contribuisce all’assimilazione delle sostanze terapeutiche usate nel massaggio
oleoso, nell’aspersione, nel bagno, nelle applicazioni esterne, ecc. La sua luminosità influisce sulla colorazione della
pelle, ne irradia il lustro. Alterazioni portano a disturbi quali
AYURVEDA
leucoderma, e diverse malattie cutanee.
Il soggetto con squilibrio specifico di questo elemento ha
alcune caratteristiche psico-comportamentali peculiari: persona calorosa e irritabile, anche se si calma molto rapidamente. Intelligenza sviluppata, di buona memoria ama accentrare
l’attenzione su di sé. È vigoroso e lottatore.
Ha spesso foruncoli ed eruzioni, suda molto e sa un cattivo
odore. Gli occhi hanno venature rosse, il palmo di mani e
piedi è caldo.
Corrisponde al soggetto in età matura e in qualche modo
infiammato a vari livelli. Tuttavia ogni infiammazione od ogni
manifestazione patologica che coinvolga l’apparato circolatorio èespressione di eccesso di Pitta Dosha.
L’eccesso di Pitta si ripercuote e determina patologie e livello:
– cuore
– fegato
– milza
– occhi
– pelle
– duodeno
– muscoli
determina in generale:
– problemi di digestione
– problemi di vista
– problemi di colore o pigmentazione epidermica
– problemi di calore corporeo
– problemi di circolazione.
L’eccesso di Pitta si verifica per: problemi di rabbia, paura,
dispiaceri, eccessivi sforzi fisici, indigestione ed errata alimentazione, eccesso di carne, pesce, uova, vino, eccessiva
formazione di acidi, abitudini sessuali innaturali.
E inoltre aggravato naturalmente durante periodo stagionali
quali l’estate, tra le 10 e le 14 e le 22 e le 2, e nel corso della
digestione (due ore dopo i pasti).
È naturalmente aumentato se viene seguita una alimentazione troppo acida, piccante e salata, facendo uso eccessivo di
alimenti quali mostarda, sesamo e olio di lino, pesce, gambi
di verdure, vino.
Una esposizione troppo lunga al sole e a fonti di calore son
elementi aggravanti il Dosha.
L’eccesso di pitta si cura con:
– purganti leggeri
– bagni e docce fredde
– vivendo e dormendo al freddo
– fragranze floreali
– ambienti piacevoli e rilassanti
– compagnie piacevoli
– musica rilassante
– bagni di luna
– evitando il riposo diurno
– seguendo una alimentazione dolce, amara e astringente.
Burro.
KAPHA DOSHA
Kapha o sleshma, radice slish=alingana= stretta o coesione,
regola gli altri due Dosha.
Le acque secondo la tradizione mitologica indiana del RigVeda sono personificate con le acque celesti e terrestri come
fanciulle che assicurano benefici e assistono alla celebrazione del sacrifico in loro onore. In quanto madri, esse danno
origine a tutte le cose e simboleggiano “l’insieme” delle divinità, e oltre a ciò, curano, purificano, mantengono e conferiscono immortalità a chi ne fa buon auspicio...
È il corrispondente del freddo in ogni sua forma. È l’elemento
che modera l’azione del fuoco e impedisce che questo consumi ed esaurisca l’organismo rapidamente, e l’azione deteriorante del vento (Vata-Dosha) con la sua impetuosità e
secchezza con la caratteristica “umidificante” o kledaka di
cui il Kapha-Dosha ne è il sostenitore.
Determina inoltre la generazione di nuovi tessuti e aumenta
resistenza, compattezza e pesantezza. In accordo con la tradizione antica, l’acqua può essere definita:
– densa
– viscida
– immobile
– pesante
– oleosa
– fredda
– molle
Corrisponde ad una predominanza del Guna Tamas.
Le sue principali funzioni sono di governare il legamento
delle giunture, di mantenere la solidità del corpo, il vigore
sessuale, la fermezza, la tolleranza, la pazienza.
La sua alterazione può provocare 20 specie di disturbi, fra i
quali la pigrizia, l’espettorazione di muco, l’anoressia nervosa, l’indurimento dei vasi sanguigni, la dispepsia, l’obesità,
il raffreddore e la bronchite, ecc.
Kledaka-Kapha, Avlambaka-Kapha, Bodhaka-Kapha, Tarpaka-Kapha e Shleshaka-Kapha: Cinque le sue sedi, specifica il torace.
KLEDAKA
Una volta ingerito il cibo e giunto allo stomaco viene inumidito grazie la presenza del Dosha noto appunto come Kledaka-Kapha, esplicando un’azione protettiva contro le sostanze eccessivamente calde, fredde o irritanti o da un ecceso del Pitta-Dosha Pachaka.
Esecreto sotto forma di schiuma, e fra tutti e cinque i tipi, è
considerato il principale, nutrendo con le sue proprietà umide (kledaka appunto) gli altri Dosha.
Inumidisce gli alimenti favorendone la digestione e una sua
alterazione porta all’arresto della digestione con i conseguenti
problemi.
115
AYURVEDA
AVLAMBAKA
“Ciò che sostiene” ha come sede il cuore e il torace. Protegge infatti il cuore da un eccesso di calore con una sua influenza rinfrescante, lo sostiene e da energia agli arti. Agisce
sul cuore attraverso il Rasa-Dathu, e uno suo squilibrio porta alla pigrizia e all’astenia.
–
–
–
–
–
–
BODHAKARA
Letteralmente “ciò che fa percepire” e infatti la sua funzione
è quella di percepire i gusti, inumidendo ogni sostanza che
viene a contatto con la lingua. La sua sede va dalla base
della lingua alla gola e per mezzo proprio di questo Dosha
quando vediamo un cibo che ci piace di più degli altri, questo Kapha viene secreto in eccesso (acquolina in bocca!).
Gioca un ruolo determinate nella sensazione di fame, aumentando l’appetito e il desiderio.
Alterazione o scomparsa del senso del gusto è il sintomo di
una sua modificazione.
Determina in generale:
– perdita di appetito
– pesantezza
– freddolosità
– piccoli foruncoli
– impaniamento della lingua
– gusto dolciastro in bocca
– perdita di forze
– indigestione
– gozzo
– obesità
– diabete
– urticaria
– stipsi
TARPAKA
Il “rinfrescante” o tarpaka ha uno speciale effetto lenitivo,
mediante il quale mantiene integri gli organi sensori. La traduzione più idonea è “ciò che soddisfa”, poiché la sua funzione è quella di placare o appagare gli organi di sensi. Fornisce inoltre le diverse sostanze nutritizie alle cellule celebrali
ed esercita un effetto sedativo sia sul cervello che sulla spina dorsale.
Una sua alterazione porta alla perdita o difficoltà di memoria
e diverse disfunzioni degli organi dei sensi.
SHLESHAKA
“il connettivo” o shleshaka è quel elemento Kapha che unisce l’articolazione di due ossa. Letteralmente ciò che mantiene insieme ha come sede le articolazioni con funzioni quali
lubrificazione, solidità. Protegge le giunture e le articolazioni
da un’eccessiva usura, dal calore eccessivo e rende ogni
movimento fluido e coordinato.
Dolori articolari e ogni alterazione delle funzioni articolari
sono effetti di una sua alterazione.
Il soggetto con squilibrio specifico di questo elemento ha
alcune caratteristiche psico-comportamentali peculiari: persona dolce, stabile, autocontrollata, ferma, comprensiva e
paziente, caritatevole e liberale. Non è egoista ed è dedito al
suo dovere e obbedisce ai suoi superiori. Tende a riposare
molto.
Ecostante nelle amicizie, ed èper natura un conservatore.
Accusa spesso tossi, raffreddori, tonsilliti, urinazione frequente e tendenza alla stipsi.
Corrisponde al soggetto anziano ma qualsiasi malattia, manifestazione di rallentamento o di degenerazione deve essere
considerata manifestazione di Kapha e curata in quanto tale.
L’eccesso di Kapha si ripercuote e determina patologie a
livello di:
116
stomaco
testa
gola
articolazioni
tessuto adiposo
torace
L’eccesso di Kapha si verifica per:
aumenta naturalmente in inverno e in primavera, al mattino,
dalle 6 all 10, subito dopo i pasti, alla sera dalle 18 alle 22 e
durante l’infanzia. Ne sono fattori aggravanti una completa
o preponderante mancanza di attività fisica, abitudini sedentarie, sonno diurno.
Una alimentazione ricca di cibi troppo dolci, acidi o salati, di
sostanze oleose o troppo pesanti per digerire, l’uso prolungato ed eccessivo quantitativamente di latte, cagliata, grasso, siero, frutta dolce, carne di animali acquatici sono causa
di aumento del Dosha.
L’eccesso di Kapha si cura con:
– forti purganti
– emetici
– bagni caldi
– massaggio secco
– esercizio fisico
– digiuno
– attività sessuale
– riduzione del sonno
– bevande alcooliche stagionate
– cibi secchi, magri, pungenti, amari, astringenti
– miele
IV. Dathu, Mala, Srota, Chakra
DATHU
Letteralmente ciò “che entra nella formazione della struttura
fondamentale dell’intero organismo” o che “ sostiene il corpo”. Nel famoso testo Ayurvedico Charaka-samhita, la conoscenza delle varie parti del corpo si ottiene osservando
attentamente la sezione del corpo, sia studiando i testi che
AYURVEDA
riportano la conformazione degli organi visibili e non visibili.
Definiti i Dathu come i sette componenti corporei, sono costituiti da tutti e cinque i Mahabhuta, ma, come già per i
Dosha, in ogni dathu prevalgono uno o due Mahabhuta.
Noti come:
– Rasa
– Rakta
– Mamsa
– Meda
– Asthi
– Majja
– Shukra
Nella tradizione ayurvedica, a volte, i Tridosha se si trovano
in uno stato di salute, vengono chiamati arbitrariamente Tridathu, tuttavia, Dathu, generalmente sta ad indicare uno dei
sette componenti costituenti il corpo umano. Ogni Dathu ha
una sua funzione distinta sul corpo umano.
RASA
Il suo aspetto è liquido, nasce infatti dal liquido nutritivo.
Ha effetto nutritivo e trova il corrispondente fisiologico nel
chilo, nella linfa e nel plasma. Possiede un effetto calmante
conferendo un senso di pace e di soddisfazione alla mente
Il suo aspetto secondario è presente nella donna: la formazione del latte materno per nutrire il bambino dopo ill parto; e
il sangue mestruale, evento ciclico che comporta una notevole attività di tale Dathu.
Prevale Ap-Mahabhuta.
RAKTA
Noto come Jivana o vita ed è responsabile delle normali attività vitali e il naturale splendore del colorito. Nutre i tessuti
muscolari.
Prevale tejas-mahabhuta.
MAMSA
Nutre il successivo dathu, il Meda. Eresponsabile del tessuto osseo, rivestendo le ossa stesse. Una sua presenza equilibrata conferisce forza fisica.
Prevale prithivi-Mahabhuta.
MEDA
Sempre legato alle ossa, ne contribuisce lo sviluppo e il mantenimento. Non solo, rinfresca l’intero corpo aiutandone la
traspirazione.
Prevale Prithivi-Mahabhuta.
ASHTI
Nutre il midollo osseo ed è fondamentale per il mantenimento dell’integrità fisica.
Prevale Vayu-Mahabhuta, Tejas-Mahabhuta e Akasa-Mahabhuta.
MAJJA
La sua funzione èquella di riempire le cavità e le porosità
delle ossa. Attraverso prorpietà di viscidità contribuisce a
mantenere la vitalità e a stimolare la forza fisica.
Nutre e promuove una regolare spermatogenesi.
Prevale Tejas-Mahabhuta.
SHUKRA
Ecausa del reale vigore fisico e della capacità di fecondazione. Viene emesso durante il rapporto sessuale.
Ogni attività e sensazione di soddisfazione dipendono dal
suo corretto funzionamento.
Prevale Ap-Mahabhuta in forma più nobile.
Patologia legate ai sette Dathu
RASA
Anoressia, avversione nel fare qualcosa, pigrizia, cattivo
gusto in bocca, febbre ricorrente, nausea, senso di pesantezza, sonnolenza, dolori nel corpo, febbre alta, svenimento,
pallore, ostruzione dei canali principali, impotenza secondaria, astenia, deperimento del corpo, perdita delle normali capacità digestive,
formazione prematura di rughe, comparsa prematura di capelli grigi.
RAKTA
Affezioni della pelle, erisipelia, papule, emorrargie interne,
menorragia, stomatiti, ingrossamento della milza, tumore fantasma, ascesso, mola blu, itterizzia, lentiggini, mola nera, tricofizia, particolari affezioni, leucoderma, scabbia, eruzione
cutanea.
MAMSA
Granuloma, tumore, verruca, porro, condiloma, affezioni dell’apparato oro-farigeo, tonsillite, gangrena, problemi epidermici, gozzo, adenite cervicale, stafilite.
MEDAS
Caduta dei capelli, sapore dolce in bocca, sensazione di bruciore nelle mani e nei piedi, bocca asciutta, palato secco,
gola secca, sete eccessiva, pigrizia ostinata, eccessiva produzione di escreti, aumento della produzione di fuoriuscita
dagli orfizi principali, sensazione di bruciore nel corpo, torpore diffuso.
ASHTI
Ipertrofia ossea, ipertrofia dentaria, dolori dentali, dolori ossei, dolori colici nelle ossa, pallore, condizioni patologiche
dei capelli, condizioni patologiche delle unghie.
MAJJA
Dolori alle giunture, dolori alle dita, vertigini, capogiri, frivolezza, svenimento, debolezza, leggerezza mentale, ulcere profonde situate tra le giunture.
117
AYURVEDA
SUKRA
Sterilità, impotenza, impotenza generandi, tendenza a generare prole debole, tendenza a generare prole deforme.
MALA (Prodotti di rifiuto)
Le varie scienze mediche impiegano una diversa nomenclatura per descrivere il corpo umano. L’Ayurveda illustra il
corpo umano in termini di Dosha - Dhatu e Mala.
Nel corpo umano esistono alcune sostanze che vengono
destinate, dopo diverse trasformazioni, all’eliminazione sotto forma gassosa, semisolida o solida. Un corretto processo
di eliminazione assicura al corpo umano stabilità, salute e
vitalità. La salute dipende anche dall’efficenza di evacuazione di tali elementi di scarto. Prodotti di rifiuto come l’urina
(mutra), le feci (sakrit) e il sudore (sveda) sono denominati in
Ayurveda: Mala.
Definiti anche con il termine sanscrito “Kitta” o ciò che deve
essere eliminato, hanno un effetto benefico o meno sia si
trovano in eccesso sia si trovano in difetto.
Nei testi ayurvedici vengono enumerati otto Mala:
– il prodotto secondario del Rasa-Dhatu, kapha o muco
– il prodotto secondario del Rakta-Dhatu, Pitta o calore
– orina
– sudore
– grasso fecale
– feci
– secrezioni dei genitali
– escrezioni degli orifizi del corpo
Se permangono troppo a lungo nell’organismo, possono dar
luogo ad effetti spiacevoli e originare la malattia (Roga).
SROTA (Canali di circolazione)
L’intero corpo umano è composto da diversi tipi di canali di
circolazione con diverse funzioni, quali trasportare elementi
nutritivi e di rifiuto dalla periferia al centro e viceversa.
La loro integrità strutturale e funzionale è fondamentale per il
mantenimento di uno stato di salute. Questi canali sono chiamati: Srota.
Gli Srota comprendono sia i grandi canali quali quello del
tratto gastro-intestinale, arterie, vene, vasi linfatici, tratto urogenitale, sia quelli piccoli quali i capillari.
Questi canali di circolazione giocano un ruolo importante
nella produzione di diversi disordini. Se il movimento o la
circolazione nei canali viene ostacolata od impedita sia da
fattori interni, che da fattori esterni, abbiamo come risultato
l’accumulazione in tali canali di elementi substrato nocivi e la
conseguente alterazione del metabolismo, prima locale, poi
basale.
Secondo l’Ayurveda 13 sono gli Srota con precise funzioni:
PRANA VAHA SROTA
È responsabile dell’apparato digerente attraverso l’arteria
addominale e la sua influenza arriva anche al cuore. La sua
funzione è quella di trasportare elementi vitali.
118
UDAKA VAHA SROTA
Controlla il palato e il buon funzionamento del pancreas.
Principalmente abilitato a trasportare l’acqua, la parte fluida
del corpo in ogni direzione.
ANNA VAHA SROTA
Ha come sede principale d’azione lo stomaco, trasportando
gli alimenti introdotti con il pasto.
RASA VAHA SROTA
La sua sede principale èil cuore e interessa tutta la circolazione coronarica, venendo a coinvolgere 10 vasi collegati al
cuore. Responsabile del chilo, della linfa e del plasma la sua
azione è considerata fondamentale.
RAKTA VAHA SROTA
Controlla il fegato e la milza, migliorando l’efficenza funzionale del fegato. Attraverso tale Srota viene trasportato il sangue e in particolare la sua frazione emoglobinica.
MAMSA VAHA SROTA
Tendini, legamenti e pelle sono gli organi che controlla, trasportando gli elementi nutritivi di cui necessita il tessuto
muscolare.
MEDO VAHA SROTA
I reni e il tessuto adiposo dell’addome sono controllati da
questo Srota le cui funzioni sono di portare il nutriente al
tessuto adiposo.
ASTHI VAHA SROTA
Le ossa dell’anca sono sotto il controllo dell’Asthi Srota.
Infatti la sua funzione è quella di fornire di ogni elemento
nutritivo il tessuto osseo.
MAJJA VAHA SROTA
Ossa e articolazioni vengono nutrite grazie a questo Srota.
In particolare asseconda i bisogni del midollo osseo.
SUKRA VAHA SROTA
Questo canale trasporta il liquido seminale, gli ovociti e gli
elementi necessari a questi.
MUTRA VAHA SROTA
partendo dai reni, e attraverso tutto l’apparato uro-genitale
esplica la sua funzione di trasportare l’urina.
PURISHA VAHA SROTA
Colon e retto con funzioni di espellere i rifiuti prodotti sono
controllati da questo Srota.
SVEDA VAHA SROTA
I follicoli piliferi e il tessuto adiposo con funzioni di trasportare il sudore sono a carico del Sveda Srota.
AYURVEDA
Ogni alterazione di un singolo Srota o canale porta a determinati disturbi:
Prana Srota
sintomi: respiro lungo, poco profondo e frequente in relazione all’asma.
eziologia: deperimento, notevole attività fisica durante il giorno, mancato soddisfacimento dei bisogni naturali, eccessiva
assunzione di lipidi.
Udaka Srota
sintomi: secchezza delle labbra, della lingua, del palato e della gola.
eziologia: indigestione da cibi troppo asciutti, eccessiva assunzione di alcool, sete eccessiva, dispepsia ed esposizione
prolungata a fonti di calore.
Anna Srota
sintomi: vomito, dispepsia e anoressia
eziologia: diminuzione delle capacità digestive, alimentazione irregolare e in eccesso, pasti pesanti e ricchi di cibi malsani.
Rasa Srota
sintomi: anemia, impotenza, ageusia, anoressia, disgeusia,
nausea, astenia, pesantezza e sonnolenza.
eziologia: pasti pesanti e in eccesso, cibi troppo freddi e
troppo grassi, ansia e proccupazioni.
Rakta Srota
sintomi: emorrargie, ascessi, infiammazioni dell’ano e dei genitali, malattie epidermiche di difficile trattamento.
eziologia: esposizione prolungata al sole e a fonti di calore,
alimentazione ricca di cibi troppo grassi, caldi e irritanti.
Mamsa Srota
sintomi: gotta, adenite, tonsillite, emorroidi, faringite, granuloma, mioma, varie specie di tumori begnini e maligni.
eziologia: alimentazione ricca di cibi pesanti, difficili da digerire, sonno diurno e più precisamente subito dopo i pasti.
Medo Srota
sintomi: diabete e affezioni all’apparato urinario.
eziologia: scarsa attività fisica, sonno diurno, alimentazione
ricca di cibi troppo grassi, eccesso di alcool.
Asthi Srota
sintomi: alterazioni all’apparato pilifero, dolori alle ossa, unghie e denti fragili.
eziologia: eccessivo sforzo fisico o moto, alimentazione ricca
di cibi troppo amari e piccanti.
Majja Srota
sintomi: ascessi profondi, svenimenti, perdita di memoria,
dolori articolari, veritigini, astenia.
eziologia: lesioni e urti a carico del midollo osseo, alimentazione ricca di cibi incompatibili quali pesce e latte, miele in
bevande calde.
Sukra Srota
sintomi: sterilità femminile, sterilità maschile, impotenza e
aborto.
eziologia: smoderata attività sessuale, rapporti sessuali promiscui.
Murta Srota
sintomi: pollachiuria, urina densa, eccessiva o scarsa minzione.
eziologia: assunzione di pasti o attività sessuale quando si
avverte il bisogno di urinare, trattenere a lungo il bisogno di
urinare.
Purisha srota
sintomi: produzione di feci dure, in quantità ridotta od eccessiva.
Eziologia: trattenere il bisogno di svuotare gli intestini, capacità digestiva ridotta, assunzione di pasti o bevande prima di
aver completamente digerito il pasto precedente.
Sveda Srota
sintomi: sensazione di bruciore della pelle, pelle ruvida e assenza o eccesso di traspirazione.
eziologia: prolungata esposizione a fonti di calore, eccessiva
attività fisica, angoscia, paura e depressione.
CHAKRA (Punti energetici sottili)
Le più recenti scoperte scientifiche, e i più antichi saperi
spirituali, stanno confermando che nell’universo tutto vibra,
tutto si muove, vive. Il macrocosmo è in risonanza con il
microcosmo, suonando entrambi le medesime note, ma con
strumenti differenti.
Gli esempi li abbiamo in Natura, dove ogni rimedio può essere finalizzato alla terapia, come ad esempio il prodotto omeopatico, che se dinamizzato e diluito con le regole ideate e
tramandateci da Hanhemann, rafforza sempre di più la propria azione terapeutica eterica, dimostrando come in esso
non sia importante la connessione terapeutica con sostanze
chimiche. E in questo l’Ayurveda è maestra. Il suo campo
d’azione è la natura stessa, inesauribile fonte di utili ed efficaci rimedi.
I Chakra o centri di energia compiono continui scambi energetici con l’esterno, mantenendo l’equilibrio energetico attraverso la funzione di stimolo od inibizione di diversi bisogni naturali. La più clamorosa scoperta scientifica degli anni
’80 è stata la prova irrefutabile dell’esistenza dei Chakra sulla
modalità sottile dell’uomo. Ipotesi e tesi già da lungo tempo
convalidate dalla medicina tradizionale indigena, dagli india119
AYURVEDA
ni Hopi d’America, dai popoli orientali, dai saggi dell’India.
La documentazione di tale affermazione ci è data dal lavoro
in merito del Dr. Motoyama di Tokyo in “Scienza ed Evoluzione della Coscienza”.
Analizziamo ora le possibile connessioni, e interferenze, teorizzate essere alla base di ogni relazione tra i Chakra, corpi
eterici, con gli organi, corpi fisici.
L’omeopatia e l’Ayurveda ci sono da guida.
Il primo Chakra:
MULDADHARA
Ha il corrispondente funzionale nel plesso coccigeo, controllando le funzioni escretorie e sessuali.
Il secondo Chakra:
SWADHISTAANA
Controlla tutti gli organi che si trovano tra la fine del midolleo spinale e il plesso sacrale. Attivante del sistema riproduttivo e renale, agisce anche sul plesso prostatico.
Il terzo Chakra:
MANIPURA
L’ombelico e il plesso solare sono le corrispettive zone di
interferenza di questo Chakra. Regola e controlla i processi
digestivi e regola la natura termogena del corpo umano.
Il quarto Chakra:
ANAHATA
Il cuore e il plesso cardiaco sono a suo carico, controllando
le funzioni cardiache e respiratorie.
120
Il quinto Chakra:
VISHUDDHA
Interferisce e regola le attività funzionali di gola, fossa giugolare, plesso cervicale. Controlla la tiroide, i plessi laringeo
e faringeo, nonché l’epiglottide.
Il sesto Chakra:
AJNA
La sua influenza si riversa sulla ghiandola pineale, controllando i movimenti volontari.
Il settimo Chakra:
SAHASRARA
La sua influenza è sul cervello, dirigendo pensieri, volontà e
desideri.
AZOOSPERMIA
Assenza di spermatozoi nel liquido spermatico.
1. Far trattare la causa che la provoca (compressione esercitata sui vasi o sul canale deferente da un tumore, varicocele,
orchite, ecc.).
2. Oltre a questi casi, provare:
Amphosca H, 1 cp. 2 v. al dì.
Aurum metallicum 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Dieta mineralizzante, vitaminica (→ Convalescenza, § 3) soprattutto ricca di vitamina E (→ VITAMINE).
AZOTEMIA E AZOTURIA
→ Urea e Uremia.
b
BAGASSOSI (dai residui della canna da zucchero)
→ Pneumopatia da inalazione di antigeni organici, § 1.
BAGNO
1. Bagno di mare, → Annegamento, Raffreddamento.
2. Bagno di sole, → Insolazione, § 5, N.B.
3. Bagno di vapore, bagno turco, sauna.
Utili nell’obesità, in certi reumatismi cronici, in certe affezioni
croniche della pelle.
Pericolosi in caso di insufficienza circolatoria, di insufficienza o di disturbi cardiaci (tachicardia in un simpaticotonico,
bradicardia in un vagotonico). Insistiamo sulla necessità di
consultare il medico, qualunque sia l’età, ma soprattutto per
chi ha superato i cinquant’anni, poiché l’esposizione al calore secco, intenso (fino a 90°) può provocare gravi rischi cardiaci, con una sincope brutale; pericolo, anche, in un diabetico insulino-dipendente.
BALANITE e BALANOPOSTITE
Balanite: infiammazione della mucosa del glande; se l’infiammazione interessa anche il prepuzio vi è balano-postite. Certi
farmaci possono causare una balanite: barbiturici, sulfamidici, amidopirina, fenilbutazone, ecc.
1. Sulfur 5CH, 5 gr. una volta soltanto.
Mercurius corrosivus 5CH, Nitricum acidum 5CH, Pyrogenium 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Defedril, 40-60 gtt. o 1 cpr 2-3 v. al dì.
Rame, Rame-Oro-Argento, Manganese-Rame, una f. o un
misurino, al risveglio, ogni giorno alternando.
Lozioni, 3 v. al dì, con Calendula T.M., 10 gtt. o, meglio, un
cucchiaino da caffè di Eau de Philae in un bicchiere d’acqua
bollita (miscelare solo quando è fredda) poi pomata Homéoplasmine.
2. Balanite da Candida albicans.
Aggiungere al trattamento un antimicotico.
3. Balanite da Trichomonas vaginalis.
Aggiungere al trattamento il chemioterapico specifico.
4. Se c’è glicosuria, trattare il Diabete.
5. v. la voce Contraccezione, I, N.B. 1.
6. Profilassi: Igiene quotidiana della regione, con semplice
sapone medicato, poi sciacquare con cura; igiene ancor più
necessaria nel diabetico.
BALANTIDIOSI
→ Parassitosi autoctone ed esotiche, I e II, § 5.
BALBUZIE
Si manifesta tra i 3 e i 7 anni, più spesso nei ragazzi che nelle
ragazze.
Stramonium 5CH, una volta ogni 48 h.
Gelsemium 5CH, Causticum 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
Rieducazione della respirazione; riempire i polmoni d’aria prima di cominciare una frase. Rieducazione della voce. Ginnastica ritmica; psicoterapia, se gli elementi ossessivi sono importanti. Non scoraggiarsi: Mosè, Demostene. Aristotele,
Tiberio, J.J. Rousseau, Darwin, S. Maugham, Leonardo da
Vinci, P. Valéry, L. Jouvet, W. Churchill, Giorgio VI, C. Chaplin...
balbettavano.
N.B. Due balbuzienti su tre sono dei “mancini contrariati”: la
rieducazione a qualunque costo dei bambini mancini è talvolta pericolosa. Non prendere mai in giro un balbuziente, il
quale spesso è un iperemotivo o un ansioso.
BANG (M. di)
→ Melitococcia.
BAPTISIA TINCTORIA (M. M.)
Indaco selvatico
Azione fisiologica
A dosi ponderali, Baptisia provoca un’intensa flogosi
nell’intestino: le feci diventano ematiche, con tenesmo e
determinano una considerevole astenia. Contemporaneamente, insieme alla temperatura alta, si manifesta un
particolare delirio: il paziente crede che il suo corpo sia
tagliato in parecchi pezzi che tenta invano di rimettere
insieme.
A piccole dosi, Baptisia ha provocato un rialzo di tempe121
BAPTISIA TINCTORIA
ratura con intensa sensazione di calore interno ed esterno, lingua asciutta e dolente, penose sensazioni di contusioni, soprattutto nella regione del sacro; vomiti, diarrea, urine molto colorate e brucianti, dolori e aumento
della sensibilità in tutta la parte destra dell’addome, angina con false membrane, fetidità dell’alito, adinamia. In
altri sperimentatori, la somiglianza dei sintomi con quelli
della febbre tifoide fu tale che Halle volle farne lo “specifico” di questa malattia. Ma gli “specifici” non esistono e Baptisia guarirà le febbri tifoidi, paratifoidi, gastriche o altre solo quando presenteranno le caratteristiche
che vedremo.
Modalità
Aggravamento: Con il movimento.
Miglioramento: Con il riposo.
Lateralità: Destra.
Caratteristiche
1. Notevole depressione nervosa che si manifesta attraverso: Stupore profondo; “quando lo si interroga si addormenta mentre risponde”.
2. Delirio particolare: “crede di essere doppio o triplo”,
“che sia rotto in pezzi e si agita nel letto per riunire per
riunire i suoi arti che crede dispersi”.
3. Questo adinamico è, in effetti, molto agitato, e per
un’altra ragione oltre al suo delirio; “in tutte le posizioni,
le regioni del corpo sulle quali riposa diventano dolenti e come rotte”.
4. I dolori tuttavia sono aggravati dal movimento e
migliorati dal riposo; sensazioni generali di rottura, di
contusione, nei muscoli che sono dolenti e che non possono sopportare la minima pressione; il paziente cambia
continuamente posizione, si gira ora su un fianco ora
sull’altro, talora si mette prono, talora supino.
5. Fetidità di tutte le secrezioni.
6. L’apparato digerente è il centro dell’azione di Baptisia, azione che si manifesta molto rapidamente. In poche ore il paziente presenta i sintomi seguenti che, sommati ai sintomi generali che abbiamo elencato sopra, formano il quadro di un vero stato tifoide:
a) La lingua è secca (ricorda quella del “pappagallo”),
talvolta con una stria mediana giallastra scura; mostrare
la lingua, che trema, è difficoltoso; le gengive sono dolenti, i denti fuligginosi; l’odore dell’alito è putrido e
insopportabile.
b) La faringe è infiammata, di colore rosso scuro e presenta ulcerazioni molto dolenti e spesso ricoperte da un
essudato putrido: la deglutizione è impossibile “passano soltanto i liquidi”, il più piccolo alimento solido determina spasmi dolorosi.
c) Tutto l’addome è disteso, “marcato timpanismo” con
borborigmi e sensibilità dolorosa acuta a livello della
fossa iliaca destra.
122
d) Le feci sono diarroiche, soprattutto al mattino; sono
putride, qualche volta nerastre ed ematiche.
È difficile non riconoscere in questo quadro una grave
febbre di origine intestinale.
Baptisia non è solo il rimedio di un tale tipo di febbre ma
di ogni stato patologico che presenta le caratteristiche
che abbiamo appena studiato, che si tratti di una grave
intossicazione o di una setticemia.
Dolori – È interessante notare che i dolori di Baptisia,
come quelli di Bryonia, sono aggravati dal movimento. È
sempre presente la caratteristica “sensazione di contusione nei muscoli che sono dolenti e che non possono
sopportare la minima pressione”.
Feci – Le feci sono liquide, ematiche o perfino costituite
da sangue puro; sono fetide, come tutte le secrezioni di
Baptisia. Il tenesmo non è sempre presente.
Mestruazioni – Anticipanti e abbondanti, Baptisia ha
anche provocato l’aborto.
Indicazioni principali
Rimedio per eccellenza degli stati infettivi acuti, nei quali
appaiono rapidamente tutti i segni di una intossicazione
grave, di forma adinamica, che indicano la lesione profonda dell’organismo.
Questo stato spesso si manifesta nelle febbri di origine
intestinale. Baptisia guarisce la febbre tifoide? Per Cartier “le febbri alle quali si oppone Baptisia non sono le
febbri provocate dai bacilli di Eberth; si tratta delle forme di febbre gastrica o gastrointestinale ad aspetto tifoide, ma spesso d’origine grippale”. Tuttavia Richard
Hughes ci sembra nel vero quando dice: “È lecito supporre che essendo conosciuto un medicamento perfettamente omeopatico nel primo periodo di questa malattia noi ce ne serviamo per guarire a questo stadio e prima
dell’apparizione dei sintomi tifoidi”.
Spasmi dell’esofago, quando si tratta di fenomeno riflesso sopraggiunto a un’affezione della faringe e quando non s’innesta su un cancro o un tumore sospetto. “È
indicato, dice Cartier, soprattutto per gli spasmi che si
manifestano all’inizio del pasto con una deglutizione difficoltosa dei primi bocconi, la quale in genere cessa durante e alla fine del pasto”. Resta l’indicazione di Baptisia nei vomiti più o meno abbondanti provocati da uno
spasmo esofageo. È ancora indicato nei rigurgiti originati solo dall’antiperistaltismo esofageo.
Faringopatie nervose. Il più delle volte queste faringopatie hanno un punto di partenza reale: leggera faringite, traumi da corpo estraneo (osso, lisca, ...). Calmata
l’irritazione locale, l’impressione persiste nei centri nervosi e i malati consultano medici e specialisti senza incontrarne uno che trovi nello stato dell’organo la spiegazione di questa sensazione. Cartier cita una guarigione completa ottenuta con Baptisia 6CH.
BARYTA CARBONICA
BARBA
→ Sicosi della barba e dei baffi, Alopecia. Per le donne, →
Ipertricosi.
BARBUGLIAMENTO
Difetto di pronuncia per il quale, nell’articolazione delle frasi,
il soggetto fonde l’ultima sillaba di una parola con la prima
della parola successiva.
Usare i rimedi della Balbuzie.
BARDANA
→ Arctium lappa L.
BARITOSI
→ Pneumoconiosi, § 1 e 6.
BARLOW (M. di)
→ Scorbuto.
BARRÈ- LIEOU
→ Cervicoartrosi, II. (Sindrome di) (Simpatico cervicale posteriore).
BARTOLINITE
Flogosi delle ghiandola del Bartolino dovuta a gonococco,
clamidia, herpes simplex, ecc. È una malattia trasmessa sessualmente. Trattamento di attesa:
Bioterapico Medorrhinum 7CH, una dose.
Bioterapico Pyrogenium 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Pulsatilla 5CH, Kreosotum 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì,
i giorni pari.
Mercurius corrosivus 5CH, Hydrastis canadensis 5CH, procedere allo stesso modo i giorni dispari.
TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA:
Arnica comp.-Heel, 1 cp. 3 v. al dì.
Eventualmente aggiungere:
Hormeel S, 10 gtt, 3 v. al dì.
VITAMINE: A, C, → VITAMINE.
Semicupi caldi in acqua con crusca o con un decotto di radici
di malva per 2 minuti, 3 v. al dì.
BARYTA CARBONICA (M. M.)
Carbonato di bario – BaCO3
Può essere chiamato il rimedio della puerilità.
Adulto, vecchio, bambino: Baryta Carbonica pensa e
agisce come un bambino. Ha un’azione elettiva sui tessuti linfatici di tutto il corpo: non importa in quale regione, le ghiandole si ipertrofizzano e si induriscono. Questa stessa azione si fa sentire su numerose ghiandole.
Infine sperimentalmente provoca contrazioni delle arteriole e ateromi.
Le conseguenze di questa quadruplice azione sono:
1°) Baryta Carbonica è di grande utilità nei bambini fisicamente e intellettualmente in ritardo: sono di piccola
taglia, hanno un grosso ventre, prendono facilmente freddo e hanno le tonsille molto ipertrofiche. Sudore fetido
ai piedi. Imparano tardi a camminare (Silicea, Cal. C.).
Ma Baryta Carbonica inceppa anche lo sviluppo psichico ed è la sua più grande caratteristica. I bambini sono
timidi, restano in un angolo senza giocare, non hanno
curiosità, non ritengono nulla, non comprendono, non
fanno progressi a scuola. Sono dei ritardati.
Più tardi verso il 20° anno si ritrova lo stesso ritardo
intellettuale: la ragazza, per es., gioca ancora con le bambole, dice puerilità, ha il contegno e la condotta del bambino.
ADULTI: conviene agli individui dai tratti immobili, poiché non hanno alcuna reazione e non possono essere
impressionati; mostrano cioè una espressione stupida
subito evidente, mancano completamente di giudizio e
sensibilità.
VECCHI: un simile stato si vede spesso; può succedere
ad un ictus.
A TUTTE LE ETà: indebolimento così marcato della
memoria che si perde nelle strade che frequenta abitualmente.
TIPO FEMMINILE: ha spesso l’aspetto mascolino dovuto a un’insufficienza ovarica associata all’ipersurrenalismo e più generalmente a disturbi ipofisari.
2°) L’AZIONE SUI LINFATICI spiega l’ipertrofia delle
ghiandole in tutto il corpo, collo, cavo ascellare, plica
dell’inguine, ghiandole tracheobronchiali e mesenteriche, e l’ipertrofia cronica delle tonsille, con infiammazione frequente e tendenza alla suppurazione.
Baryta Carbonica è il più sovente rimedio della tonsillite
acuta (3 X) e la si dà ad alte diluizioni e lunghi intervalli
per combattere le tonsilliti a ripetizione.
3°) LA SUA AZIONE SULLE GHIANDOLE l’indica nell’adenoma prostatico e ipertrofia dei testicoli.
4°) LA SUA AZIONE SUI VASI fa usare Baryta Carbonica nella:
a) ipertensione semplice;
b) arteriosclerosi cerebrale con cefalea sorda specie la
notte;
c) vertigini dei vecchi con apoplessia o minaccia d’apoplessia;
d) conseguenze lontane d’un ictus.
Altre indicazioni
Indurimenti cutanei, aponevrotici (malattia di Dupuytren).
Lipomi soprattutto a livello della nuca.
123
BASEDOW
Impotenza genitale.
Spasmi dell’esofago inghiottendo (Baptisia).
E nei vecchi: rantoli mucosi molto abbondanti che il soggetto non può espettorare (Ammonium carbonicum, Antimonium tartaricum).
Asma.
Polmonite migrante.
1. Se si presentano delle manifestazioni linfoghiandolari,
usare la seguente formula del Dr. P. Chavanon.
Drosera rotundifolia 7CH, una dose, una volta (salvo se il
bambino ha tendenza alle otiti).
Calcarea carbonica 5CH, 2 gr. al risveglio.
Arum triphyllum 5CH, Pulsatilla 5CH, 2 gr. verso le ore 18,
un giorno l’uno, un giorno l’altro.
Caratteristiche
Molto sensibile al freddo. Tutti i suoi mali sono aggravati ed esagerati dal freddo tranne, tuttavia, le cefalee
che sono migliorate dal freddo e aggravate dal calore.
Sensazione d’una tela di ragno sul viso.
2. Per prevenire la Becegite:
Bioterapico V.A.B. 7CH, una dose, immediatamente dopo la
vaccinazione.
Drosera rotundifolia 7CH, una dose, 5 giorni dopo.
Natrum muriaticum 7CH, una dose (o 5 gr.), 5 giorni dopo.
BASEDOW (M. di)
→ Gozzo esoftalmico.
Necessario consulto dello specialista endocrinologo.
TERAPIA SANUM:
Questa patologia risponde molto bene al farmaco d’elezione
di tutte le patologie tiroidee: Utilin S. È opportuno ricordare
che questo farmaco va somministrato con prudenza:
Utilin S D 4 capsule - iniziando con 1 cp. alla settimana al
risveglio,
qualora non si abbiano variazioni del quadro clinico, dopo
15 gg. si proseguirà con
Utilin S D 6 capsule - 2 cp. alla settimana per 2 mesi,
associando, a partire dalla 3° settimana, l’applicazione locale
mediante frizione di:
Utilin S D 6 gocce - 5-10 gtt. 2-3 v. alla settimana, nei giorni in
cui non si assumono le capsule.
BATTERIURIA
Cantharis-Iris, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
BFX-Thuya, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
Defedril, 40-60 gtt. o 1 cpr 2-3 v. al dì.
BATTITO CARDIACO
→ Palpitazioni, Tachicardia (accelerazione del ritmo), Bradicardia (diminuzione del ritmo), Aritmia (alterazione del ritmo).
BAYLE (M. di)
→ Paralisi progressiva.
BECCO DI PAPPAGALLO
→ Reumatismo, V, § 3.
BECEGITE (Adenite post-BCG)
Manifestazioni ghiandolari che possono prodursi nella zona
corrispondente al punto di inoculazione del vaccino B.C.G.;
si manifestano soprattutto nel neonato e nel bambino piccolo, da 15 giorni a 3 settimane (talvolta di più) dopo la vaccinazione, la cui dose può essere stata troppo forte, o quando la
vaccinazione è stata fatta agli arti inferiori.
124
BEHÇET (Malattia o sdr. di)
Rara affezione multisistemica a eziologia sconosciuta. Colpisce soprattutto soggetti maschi tra i 20 e i 40 anni. All’inizio
sono presenti afte orali e genitali cui seguono manifestazioni
cutanee papulopustolose, oculari (flogosi e altreazioni del
nervo ottico) e vascolari (tromboflebiti), fino a un quadro di
meningomieloencefalite. Decorso cronico, recidivante.
Per le afte e le irritazioni oculari: Borax 5CH e Mercurius
corrosivus 9CH, 3 gr. alternando ogni ora per i primi giorni,
poi distanziare in funzione del miglioramento.
Per le altre manifestazioni (uveiti, tromnoflebite, ecc.), vedi le
relative voci.
BELLADONNA (M. M.)
Belladonna - Solanacee
All’autopsia del soggetto avvelenato con Belladonna si
trova costantemente una violenta congestione del cervello e delle meningi; ciò spiega la più grande caratteristica di questo rimedio:
Belladonna è un rimedio della congestione cefalica.
Infatti, sul viso, il sangue sembra essersi portato interamente alla testa che è rossa, quasi porpora, molto calda;
le estremità sono invece fredde, gli occhi sono iniettati
di sangue, le pupille dilatate, le carotidi pulsanti e il soggetto prova una dolorosa sensazione di pienezza.
Belladonna sarà dunque un grande rimedio:
– della congestione cerebrale;
– delle cefalee congestizie.
Poiché questa congestione è particolarmente marcata a
livello della sostanza corticale, le zone psichiche saranno molto irritate, ed è per questo che Belladonna sarà il
grande rimedio:
– della mania acuta;
– della epilessia;
– delle convulsioni,
mentre la congestione delle meningi l’indicherà:
– nelle meningiti.
Inoltre Belladonna può essere qualificato come un rime-
BELLADONNA
dio encefalico per il seguente motivo: agisce meglio nelle affezioni che si determinano per un interessamento
del capo e che vanno dall’alto in basso (per es. dolori
articolari dopo aver avuto la testa esposta al freddo o
bagnata).
Belladonna, oltre alla corteccia, congestiona e irrita le
altre parti del S.N.C.: i nuclei striati e il cervelletto, donde
disordini della marcia che hanno fatto qualificare alcune
manifestazioni dell’intossicazione come “ubriachezza belladonata” e la corea; l’irritazione del bulbo spiega i fenomeni laringei: disartrie, tosse spasmodica, respirazione
stridula, ecc. L’irritazione del midollo giustifica il suo
uso:
– all’inizio delle mieliti acute. La Belladonna eccita anche il simpatico e ciò spiega perché nel soggetto Belladonna tutto è spasmodico: spasmo dei vasi sanguigni,
dei piccoli canali epatici, cistici, coledocici, organi cavi
(esofago, stomaco, intestino, vescica, utero), degli sfinteri.
Nello stesso tempo agisce come se paralizzasse il vago,
per cui si determinano fenomeni di accelerazione cardiaca, che vedremo in dettaglio al paragrafo dell’apparato
circolatorio. Tutti questi fenomeni presentano una caratteristica comune che può essere formulata così:
irritabilità di tutto il sistema nervoso, dovuta alla sua
congestione.
Più c’è congestione con Belladonna, più ci sarà eccitabilità e di conseguenza:
1) IPERSENSIBILITÀ DI TUTTI I SENSI alle sollecitazioni: al rumore, alla palpazione, al tocco, alle vibrazioni,
anche alla luce e alla minima aria fredda;
2) LA VARIABILITÀ DEI SINTOMI che passano rapidamente da un punto all’altro del corpo; durano poco e
sono causa di cambiamenti rapidi che si osservano nello
stato del paziente, ora eccitato e un momento dopo abbattuto, ecc.
Belladonna è dunque un rimedio essenzialmente nervoso.
Cinque altre caratteristiche completano la fisionomia generale di Belladonna. È un rimedio:
1) Acuto – Il paziente entra di colpo, senza prodromi,
nella malattia che raggiunge rapidamente il massimo della sua intensità.
2) Violento – Il malato soffre molto e invoca sollievo.
3) Improvviso – Fin dal momento in cui il paziente migliora, tutto sparisce rapidamente, la guarigione sopravviene presto come la malattia. Questa caratteristica è
ancora più marcata per i dolori, che sono di tipo folgorante.
4) Rosso – L’abbiamo già visto sul viso, ritroveremo questo carattere su tutta la superficie corporea.
5) Caldo – Per le congestioni locali c’è sensazione di
calore non solo soggettiva, ma obiettiva.
Per riassumere:
Belladonna è un grande rimedio nervoso, cefalico, acuto, rapido, violento, rosso e caldo.
Annotiamo che questi caratteri si riscontrano spesso
nei bambini e saremo in grado di capire perché Belladonna rivaleggia così spesso con Chamomilla.
Prima di passare in rassegna le principali affezioni dei
diversi apparati e sistemi, ne citiamo due che per il loro
quadro sintomatico sono tanto simili a Belladonna che
essa è il rimedio principalmente indicato:
1°) Gozzo esoftalmico – Tutti gli omeopati considerano
Belladonna come un rimedio frequentemente indicato
nella malattia di Graves-Basedow. Infatti sono presenti
la sporgenza dei globi oculari, le violente palpitazioni, il
polso accelerato, i battiti alle carotidi, i tremori e anche la
diarrea.
2°) L’avvelenamento con carni avariate che giustamente
certi AA., a causa della somiglianza dei sintomi, designano col nome di Atropinismo: Belladonna è un rimedio sicuro, rapido alla 3a X.
Sistema nervoso
Il DELIRIO di Belladonna è violento, acuto, selvaggio e
si manifesta con una viva eccitazione nelle parole e nei
gesti. Può essere ilare o furioso. S’accompagna sempre
ad allucinazioni dovute alla congestione dei centri sensoriali. Esse sono visive: il malato vede mostri, forme
bizzarre e spaventevoli, spesso colorate in rosso, alle
quali tenta di sottrarsi con la fuga o anche saltando dalla
finestra. Vuole picchiare, mordere, lacerare e presenta
idrofobia. Belladonna forma con Hyoscyamus e Stramonium il trio della mania acuta.
Convulsioni, soprattutto nei bimbi, dove la sdr. convulsiva è per sua natura simile all’epilessia, ma la cui condizione è uno stato di spasmofilia nella sfera di Belladonna e le cause determinanti: febbre eruttiva, dentizione e
vermi (Cina).
Epilessia, soprattutto quando l’aura consiste in sensazioni di reptazione nelle membra, calore che sale dallo
stomaco, percezione d’un suono musicale o in un disturbo visivo.
Meningite, ma solo all’inizio, quando non c’è ancora
afflusso di sangue; si presenta tutt’al più essudazione
sierosa ma non ancora essudazione leucocitaria o plasmatica.
Mielite, solo all’inizio, quando c’è ancora solo irritazione del midollo. Vi si penserà nella tabe, a causa dei dolori
folgoranti, ma occorre che ci sia ancora esagerazione dei
riflessi.
Cefalee, con pulsazioni dolorose, calore e sensazione di
pienezza, migliorate da un bendaggio stretto. Sensazione dolorosa come se la testa si allargasse.
Nevralgie atroci, lancinanti, terebranti che forzano a piegare il corpo dal lato del dolore come per comprimerlo,
con aggravamento iperestesico.
125
BEN-ESSERE
Vertigini al minimo movimento della testa e perfino negli occhi.
Insonnia con grande voglia di dormire.
Apparato circolatorio
L’azione generale di Belladonna è questa: dopo una breve fase di vaso-costrizione periferica e di rallentamento
del cuore, si instaurano assai rapidamente i fenomeni
inversi: accelerazione del polso che sale a 100, 120, 140
battiti al minuto e dilatazione dei piccoli vasi, placche
eritematose in diversi punti del corpo e per conseguenza: pulsazioni violente delle arterie in tutto il corpo e a
livello del cuore, polso pieno, deciso e duro “come granaglia di piombo”.
Apparato digerente
Bocca – Tre caratteristiche che dominano tutti i sintomi:
1) rossore;
2) secchezza;
3) costrizione.
Lingua, bocca, faringe, tutto è rosso, come verniciato,
ma tutto è pure secco poiché sono soppresse le secrezioni ghiandolari; nello stesso tempo si ha viva costrizione della faringe che, insieme alla secchezza, rende la
deglutizione dolorosa. Belladonna è per eccellenza il rimedio dell’angina rossa, non essudativa, e dell’angina
scarlattinosa.
Sottolineiamo che Belladonna ha una sete intensa (tranne durante la febbre), chiede acqua ma non può bere a
causa della disfagia.
Stomaco – Lo spasmo caratteristico del rimedio si traduce in violenti dolori costrittivi, crampoidi.
Addome – Timpanico, ipersensibile, dolente e caldo.
Belladonna può essere indicata nell’occlusione intestinale, l’appendicite, la peritonite allo stato iniziale, le coliche epatiche e le violente coliche dei bambini alleviate
sia piegandosi in avanti, come Colocynthis, sia curvandosi indietro, come Dioscorea.
Apparato respiratorio
I disturbi sono dominati da questa caratteristica: l’estrema sensibilità al freddo donde:
Corizza, soprattutto dopo freddo al cuoio capelluto, con
questa particolarità: ostruzione nasale la notte, scolo il
giorno.
Epistassi che allieva il mal di testa (Melilotus).
Tosse convulsiva: abbaiante, peggio la notte, con risonanza dolorosa e senza espettorato.
Laringite stridula (Spongia).
Tosse canina (asinina): attacchi soprattutto notturni e al
minimo movimento.
Apparato genitale
Le indicazioni sono ancora determinate dagli spasmi, l’irritabilità e l’iperestesia dell’utero.
126
Bearing-down. Mestruazioni anticipate, troppo abbondanti, calde, rosso vivo con coaguli neri.
Secchezza della vagina, come le altre mucose.
Dolori all’ovaio destro, che appaiono e spariscono bruscamente, tipico di Belladonna.
Mammelle dolorose, pesanti ipersensibili al minimo contatto, con pulsazioni. Strisce rosse linfangitiche che partono dal capezzolo.
Apparato urinario
Vi si ritrova lo spasmo (del collo, della vescica, dell’uretra), spasmo seguito da atonia (effetto secondario del
rimedio): emissione involontaria d’urine nelle donne
(Causticum, Dulcamara).
Enuresi, specie se c’è durante il giorno emissione d’urina chiara e abbondante.
Inizio di glomerulonefrite, con dolori lombari e urine rosse.
Cute
Mentre le mucose sono secche, la cute è umidiccia,
soprattutto sulle parti coperte.
Belladonna vi riproduce un eritema rosso scarlatto, levigato che ricorda la scarlattina della quale, infatti, è il
rimedio capitale.
Allo stesso modo: eritema dovuto a un’insolazione ed
erisipela.
Ma la cute è interessante da considerare soprattutto perché le sue infiammazioni presentano al massimo le caratteristiche di Belladonna.
Le flogosi: foruncoli, ascessi, flemmoni, s’accompagnano infatti a:
• ipersensibilità estrema (functio lesa),
• dolori vivi e pulsanti (dolor),
• tumefazione rapida (tumor),
• rossore intenso con strisce a raggi di ruota (rubor),
• calore vivo sia soggettivo che oggettivo (calor).
Occhi
Congestione interna (prescritta nel glaucoma, naturalmente a dosi infinitesimali). Congiuntivite localizzata all’angolo interno.
Fotofobia.
Uno dei principali rimedi dell’Irite.
Gli oggetti sembrano rossi.
Dilatazione pupillare dovuta all’eccitazione del simpatico e alla paralisi del III paio.
Paralisi dell’accomodazione che segue alla dilatazione
pupillare e causa disturbi ambliopici vari, fra i quali il più
frequente: leggendo sembra che le righe si accavallino.
BEN-ESSERE
È lo stare bene, in armonia con se stessi a livello di mente,
corpo e spirito. Non è solo essere fisicamente sani, in forma,
non è solo essere soddisfatti della propria vita relazionale e
BENZOIC ACIDUM
professionale, è anche avere delle linee guida per la propria
vita, una bussola interiore che indica dove ci troviamo, dove
vogliamo arrivare, e i modi più adeguati per farlo.
È quello che Aristotele definiva etica dell’eudaimonia, uno
stato di ben-essere che comprende la soddisfazione personale dell’individuo e la sua collocazione nel mondo, e che si
contrappone a quella dell’edonismo. La prima promuove la
soddisfazione intrinseca che deriva dal fare, dall’esserci in
ciò che si fa, che precede addirittura i risultati concreti che, in
genere, con una dedizione di tal sorta, non si fanno mai attendere. Laddove c’è l’essere, il fare scaturisce in modo fluido, naturale, ne è diretta espressione. È il bene supremo che
vale la pena di perseguire per se stesso. Non è una condizione che si limita all’individuo, ma implica anche un buon rapporto col mondo. Si deve prima risolvere la questione della
propria corretta collocazione nel mondo e poi si può parlare
di soddisfazione che ne deriva.
L’essere si fonda in primo luogo sui valori, sull’etica, questo
in ampia parte nella cultura occidentale, sul sentire, sull’essere presenti in modo pieno, consapevole, accogliente, non
giudicante, in particolare secondo le filosofie orientali. È possibile approdare ad un livello esistenziale più profondo e
autentico cercando per quanto possibile di coltivare e conciliare entrambi i versanti.
Il ben-essere è anche una forma di sintonia tra i vari piani
dell’essere (conscio, inconscio e preconscio), nonché tra
l’essere, il dire e il fare. È l’autenticità, la possibilità di essere
veramente se stessi e di esserci nel proprio agire. Queste
sono le basi per la soddisfazione, l’armonia e, in ultima analisi, per la felicità.
Questi aspetti di ben-essere si possono declinare in ogni
situazione e dimensione di vita, da quello personale, intimo,
privato, a quello pubblico, professionale, perché uno e l’individuo e la sintonia, la congruenza di fondo che dovrebbe
animarlo e orientarlo è ciò che lo fa stare bene.
Organismo azienda (o ben-essere aziendale)
Di fronte ai costanti mutamenti che la vita e le circostanze ci
propongono, è necessario introdurre un nuovo modello di
definizione e interpretazione della realtà aziendale, che tenga
in conto la multideterminazione, la multicausalità, l’interconnessione, l’interdipendenza. I modelli lineari, causali non sono
più in grado di spiegare la complessità dei fenomeni di vita, e
con essi anche dell’azienda, al punto che è necessaria l’introduzione di un approccio olistico che prende in esame tutte le sue componenti, fisica, emotiva, spirituale.
Al pari dell’individuo, anche l’azienda, o meglio, l’organismo azienda, è composto da una serie di elementi – le persone – con la loro unicità, specificità, autosussistenza, il cui
aggregato al suo interno dà luogo ad un unicum che è più
della mera somma delle singole unità. Vi è, infatti, una serie di
relazioni tra le singole parti che rende più complesso il quadro, lo arricchisce, apre le porte verso il contatto con l’esterno con il quale possono avvenire ulteriori scambi dal valore
arricchente. Come ciascun sistema, infatti, l’organismo azienda deve avere dei confini ben definiti, ma allo stesso tempo
permeabili, in grado di filtrare ciò che può lasciare entrare ed
uscire per una sana proliferazione.
Ogni organismo azienda ha il suo ciclo di vita: la fine non
viene considerata tale, ma una sorta di riconversione verso
una nuova forma di esistenza. È possibile rivedere, analizzare e riprendere alcune fasi della sua evoluzione, come ben
illustrato dal modello dei chakra, che possono risultare problematiche e dare così un nuovo slancio creativo all’intera
struttura. Si può anche trattare di una fase di espansione, di
un riassetto aziendale che impone di ripercorrere in modo
nuovo delle tappe evolutive.
La cura del ben-essere di un organismo azienda è di basilare
importanza: si parte dal singolo, dalle sue relazioni, per arrivare al complesso della struttura. Al centro vi è la persona,
che, se viene messa nelle condizioni di poter crescere, fare
fruttificare le sue potenzialità, in modo autentico, creativo,
consapevole, responsabile, maturo, e di aderire alla proposta aziendale per una intima consonanza di valori, potrà raggiungere livelli di soddisfazione, di motivazione, di felicità
ineguagliabili e allo stesso tempo offrirà un contributo inestimabile al contesto professionale di cui è parte, in quanto
l’appartenenza stessa assume un valore simbolico emotivo,
spirituale e non solo fisico (come nel caso di remunerazioni,
benefit, ecc.).
(Anna Fata)
BENZOIC ACIDUM (M. M.)
Acido benzoico
Azione fisiologica
Benzoic acidum, somministrato a piccole dosi, provoca
una grande irritabilità della vescica, dolori reumatici fugaci nelle articolazioni e infine accessi periodici di palpitazioni delle arterie temporali intorno alle ore 2 che impediscono il sonno.
Somministrato a dosi elevate, provoca un’emissione
d’urina molto colorata e di odore intenso, forse a causa
della presenza di una certa quantità di acido ippurico.
Modalità
Aggravamento: con il movimento; all’aria aperta.
Miglioramento: con il riposo; con il calore.
Caratteristiche
1) Urina poco abbondante, di colore bruno scuro ma
soprattutto avente un odore urinoso estremamente marcato, persistente dopo la minzione, che appesta l’ambiente e gli indumenti che ha intriso.
2) Comparsa di vari disturbi, non importa in quale organo o apparato, fin dal momento che le urine manifestano i caratteri descritti.
127
BENZOLISMO
3) Feci liquide, molto fetide, chiare, come acqua di sapone.
4) Scricchiolii articolari, quando si muove, specie nel
ginocchio (Nux vomica, Cocculus).
5) Dolore nel tendine di Achille.
Indicazioni
Indicazioni generali. Benzoic acidum è particolarmente
indicato per le costituzioni gottose, per la diarrea uricemica, per la costituzione litiasica; in tali soggetti sono
presenti disfunzioni renali. Quando l’urina è abbondante e lascia un notevole deposito di urati nel vaso, il soggetto sta bene; ma quando l’urina diminuisce e il suo
peso specifico è inferiore alla norma, il soggetto soffre
tanto a livello dei reni che delle articolazioni.
Con Benzoic acidum le metastasi sono frequenti: un individuo va e viene con più o meno dolori reumatici alle
articolazioni. Improvvisamente prende freddo e i suoi
dolori scompaiono; ma il giorno dopo è affetto o da gonfiore della lingua che s’infiamma, o da un’angina, oppure da dolori di stomaco e vomiti, da asma o da palpitazioni.
Cefalee di natura uricemica, molto variabili nella sede e
nella forma, ma soprattutto occipitali.
Reumatismo gottoso.
Catarro vescicale in seguito a una gonorrea mal curata.
Coliche renali.
Prostatici la cui urina cola goccia a goccia e appesta
letteralmente.
Palpitazioni cardiache verso le ore 2 con pulsazioni
delle arterie temporali e ronzii auricolari.
BENZOLISMO (o Benzenismo)
Intossicazione da benzolo (o benzene) che avviene di solito
per via respiratoria e interessa gli operai che lavorano nell’industria chimica.
1. Benzolismo acuto.
Ebrezza accompagnata da spasmi muscolari fino al collasso.
Mentre si attende il medico, praticare la respirazione artificiale. Carbogeno. → Asfissia.
2. Benzolismo cronico.
Lesioni soprattutto a carico del sistema emopoietico (agranulocitosi, anemia aplastica) e di quello vascolare (porpora).
Benzolum 9CH, una dose ogni 15 giorni.
Hydrastis composé D2, 10 gtt., 2 v. al dì.
Estratti di fegato e vitaminoterapia intensa (secondo le indicazioni del medico).
Midollo osseo 4CH, 1 supp., 3 v. alla settimana.
Dieta molto ricca di vitamine B2,C,H,L1; e di aminoacidi (cistina, metionina), soprattutto succhi di frutta, lievito di birra.
3. Porpora benzolica, → Porpora, § 5.
4. Profilassi. Ventilazione, copertura delle vasche, protezio128
ne delle mani, nelle industrie che utilizzano il benzolo e i suoi
derivati (vetreria, rotocalcografia, industria del caucciù, tintoria, pittura a spruzzo, ecc.).
BENZOPIRENE
È un prodotto, cancerogeno, dei fumi industriali, degli apparecchi da riscaldamento, dei gas di scappamento delle automobili, della combustione del tabacco. Lottare contro l’inquinamento atmosferico e il fumo. È meglio non abusare di
prosciutto affumicato, di salsiccia o pesci affumicati, come di
bistecche arrostite su legna, cotte sul barbecue.
Una ricerca sistematica effettuata in una provincia costiera
della Svezia ha rivelato che i pescatori che consumavano
molti pesci affumicati presentavano un’incidenza quattro
volte maggiore di cancro gastrointestinale rispetto ai loro
compatrioti dell’interno che ne consumavano molto meno.
Aggiungiamo ancora che, in seguito al traffico automobilistico intenso, il benzopirene dei gas di scappamento s’infiltra nei vegetali, sul bordo delle strade, nelle foglie e nelle
radici, e infetta gli animali e l’uomo.
BERBERIS VULGARIS (M. M.)
Crespino
La tintura si ottiene con le giovani radici fresche. La
patogenesi si trova nel Nouveau manuel de médecine
homoeopathique di JAHR.
Azione fisiologica
Negli esperimenti condotti in Germania, dal Dott. Hesse
e riferiti da Jahr, vengono descritti spesso le seguenti
fasi che mostrano l’effetto del crespino sul fegato e i
reni, e soprattutto il suo impiego nelle coliche epatiche e
renali: dolori lancinanti, violenti, ai reni, che si estendono fino alla vescica con dolore ai cordoni spermatici e
retrazione dei testicoli.
Tipologia
Insieme ai disturbi e ai dolori di si riscontra generalmente nei soggetti molta stanchezza con sensazione di debolezza al dorso, volto pallido, colorito terreo, guance
incavate, occhi infossati, occhiaie bluastre. Un segno
obiettivo singolare e interessante da notare, è che presenta al labbro superiore: “Rossore livido della faccia
interna del labbro superiore, con macchie rosse o bluastre vicino alle commessure della bocca”.
Modalità
Aggravamento: con il movimento, qualsiasi scossa improvvisa, la passeggiata a piedi o in automobile.
Miglioramento: con il riposo.
Lateralità: sinistra.
1. Sensazioni dolorose diverse nelle regioni renali e lombari
BILARZIOSI
La sensazione tipica è quella di “bubbling” o di ribollimento; bruciori e sensibilità dolorosa nelle stesse regioni, aggravate dal minimo movimento e soprattutto dai
movimenti bruschi, quando si esce fuori dall’automobile o ci si ferma improvvisamente “intorpidimento, rigidità, stanchezza e debolezza con sensazione di pressione
dolorosa nella regione renale e lombare”.
2. Lombaggine con dolore esteso agli arti inferiori e presenza di sabbia rossa nelle urine.
3. Stimoli irrefrenabili di urinare con dolori e bruciori
che si estendono al dorso, alle anche, agli arti inferiori.
4. Gli sembra che la testa sia aumentata di volume (Actaea, Bovista).
5. La saliva è densa come cotone (Nux moschata).
6. Stanchezza al risveglio come se non avesse dormito.
Sintomo singolare: nevralgie estremamente dolorose
sotto le unghia delle dita.
DOLORI: acuti, urenti o lancinanti, ma le due caratteristiche principali sono le seguenti: erratici e irradianti.
Erratici: il paziente ha dolori un po’ qui, un po’ là, in un
punto circoscritto, da dove si irradiano verso regioni
anche molto lontane. – Generalmente questi dolori sono
aggravati dal movimento, dalla deambulazione, dalle scosse brusche, come quelli di Belladonna.
MESTRUAZIONI: poco abbondanti, con dolori acuti e
urenti nelle regioni anale e vulvare.
URINE: di quantità variabile, talvolta abbondanti e frequenti, talvolta rare e scarse. Sostanzialmente mutevoli,
come i sintomi dolorosi del rimedio. Possono essere rosse, sanguinolente, “scure con muco denso e un sedimento rosso mattone”; gialle con un deposito gelatinoso trasparente, “muco denso mescolato con un sedimento gessoso e biancastro”.
Indicazioni principali
Considerando i sintomi, Berberis è perfettamente indicato nelle manifestazioni dette “artritiche”, reumatiche e
gottose.
Coliche renali con dolori localizzati talvolta a destra,
talvolta a sinistra, ma più spesso a sinistra. La “colica
renale sinistra” è tipica di Berberis come la “colica renale
destra con disuria” è tipica di Lycopodium. Berberis è
uno dei migliori rimedi per la litiasi renale, per i suoi accidenti dolorosi e le sue complicazioni emorragiche.
Coliche epatiche, aggravate dal movimento, dalla pressione, localizzate spesso nel lobo sinistro del fegato e
sotto le false coste sinistre, vicino la linea alba.
Dolori lombari dei gottosi. Il paziente fa fatica ad alzarsi dalla sedia o dal letto. Soffre anche coricandosi; qualsiasi affaticamento o movimento aggravano i suoi dolori; una scossa, una respirazione profonda bastano per
acuire queste sensazioni.
Eczema con prurito che provoca bruciori, che si aggrava
grattandosi e che generalmente migliora con applicazioni fredde: eruzioni molto pronunciate sul dorso delle mani
e sulla regione peri-anale. La guarigione inizia al centro
del rossore pruriginoso e un anello pigmentato persiste
a lungo (dermatosi circinate). Pityriasis versicolor.
Ragade anale con bruciori violenti. Stimoli frequenti di
defecare.
Fistola anale, in particolare la fistola tubercolare richiede Berberis.
Verruche piane (1a diluizione decimale).
Vaginismo (Thuja).
BERI-BERI
Malattia causata da carenza di vit. B1 (o tiamina). Caratterizzata clinicamente da polineurite, edema e miocardiopatia. È
endemica nelle aree che consumano preferenzialmente riso
bianco brillato.
1. Forme blande (nei grandi consumatori di conserve e di
alimenti sterilizzati, o nei neonati alimentati esclusivamente
da una nutrice beri-berica o alimentati con latte di vacca troppo riscaldato).
Vitamine, soprattutto B1. → VITAMINE. Correzione della dieta.
2. Forma grave (per esempio del soggetto nutrito esclusivamente con riso decorticato), che si manifesta con edemi, polinevrite, cuore ingrossato.
Phosphorus 7CH, 5 gr. ogni 10 giorni, alternando.
Natrum muriaticum 7CH,
Arsenicum album 5CH, Argentum nitricum 5CH, 2 gr. a giorni
alterni, alternando.
Ethylicum 5CH, Gelsemium 5CH, Apis 4CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
Dieta ricca di vitamine B1, B2, B4, C, B6, → VITAMINE. Sostituire il riso decorticato con riso integrale. Frizioni, massaggi.
BERILLIOSI
→ Pneumoconiosi, § 1 e 7.
BESNIER-BOECK-SCHAUMANN (M. di)
→ Sarcoidosi
BILARZIOSI (o SCHISTOSOMIASI)
Malattia causata da Bilharzia (o Schistosoma) quando si
cammina a piedi nudi o si fa il bagno in acque inquinate. La
schistosomiasi si propaga tramite le lumache che vivono in
acque inquinate. Si distingue:
1. Bilarziosi intestinale.
Dovuta allo Schistosoma mansoni; soprattutto in Africa Centrale, Madagascar, Antille, America Centrale, America del Sud.
Malattia con sindrome dissenterica e splenomegalica (iper129
BIOCLIMATOLOGIA
trofia della milza); complicazione: la splenomegalia egiziana,
che evolve verso la cirrosi del fegato. Trattamento: consultare il medico.
2. Bilarziosi ano-genitale.
Dovuta allo Schistosoma haematobium; soprattutto in Medio Oriente, in Africa (Egitto, Africa del Sud) e anche nel sud
Europa. Si manifesta spesso con ematurie.
3. Bilarziosi rettale e genitale.
Dovuta allo Schistosoma intercalatum; soprattutto in Africa (Camerun, Gabon, Congo).
4. Bilarziosi intestinale ed epatosplenica (o arterovenosa,
o cino-giapponese, o Schistosomiasi, o Malattia di Katayama).
Dovuta allo Schistosoma japonicum; imperversa in Estremo
Oriente (Giappone, Cina, Formosa, Filippine, Celebes).
Si manifesta con ipertrofia del fegato e della milza; diarrea,
ascite.
5. Profilassi: non immergere mani e piedi nelle parti basse,
morte dei corsi d’acqua tropicali, soprattutto vicino alle abitazioni.
Fare il bagno soltanto in acqua di mare o in corsi d’acqua
corrente o in piscine pulite. L’acqua da bere e per pulizia
deve essere sterilizzata con ebollizione o filtrata.
BIOCLIMATOLOGIA
→ Climatopatologia, Climatismo.
BIOENERGETICA DOLCE
Nasce dal lavoro di Eva Reich sulla base dello “stimolo minimo”, che lei ha declinato nel “massaggio farfalla”. Si tratta di
un metodo semplice, delicato, ma assai efficace e profondo,
che consente di entrare in contatto non solo col corpo, ma
anche con la sfera delle emozioni, col “vero sé”. La delicatezza del tocco (principio dello “stimolo minimo” o “dell’ostrica”) si giustifica col fatto che in caso contrario il corpo lo
vivrebbe come un nuovo attacco ed ulteriore energia verrebbe bloccata. Il fine del massaggio bioenergetico dolce è quello
di ristabilire il libero fluire delle energie vitali in tutto il corpo.
Le emozioni, infatti, sono forme di energia vitale (energia
orgonica) che, in condizioni ottimali, fluisce. Quando tale
energia non scorre, nel corpo si forma un blocco, un ristagno
sia dell’energia, sia della sensazione, similmente a quanto
avviene per il principio dello Yin e Yang. Il bilanciamento
energetico si effettua secondo i piani destro-sinistro e altobasso e prevede un inizio delle sequenze di lavoro a partire
dal lato destro del paziente.
Il massaggio bioenergetico dolce ha una finalità non solo
curativa, ma anche preventiva di quelle che vengono definite ‘biopatie’, cioè disturbi e blocchi emotivi, affettivi e
comportamentali. Secondo la Reich gli eventi emozionali,
anche quelli pre e perinatali restano impressi nelle strutture
130
biologiche dell’organismo e influenzano in modo indelebile
lo sviluppo successivo del cervello. Spezzare la catena di
traumi e violenze che si perpetra e trasmette di generazione
in generazione è uno degli obiettivi preventivi di tale massaggio.
Quando un bimbo viene sottoposto a stimoli troppo intensi,
sgradevoli, traumatici tende a sviluppare una ‘corazza muscolare’ (Wilhelm Reich), che si può assimilare al concetto di
‘difesa’ presente nella psicoanalisi, che nel tempo si consolida, cosa che ostacola il libero fluire delle energie. Il processo di corazzamento è fisiologico, ma diventa patologico nel
momento in cui si trasforma in immobilità, che procede di pari
passo con il soffocamento delle emozioni. Nel corazzamento
prima si irrigidisce la muscolatura liscia (muscoli involontari), poi se tale irrigidimento si ripete a causa di successive
esperienze di paura o dolore, si sviluppano i disturbi vegetativi. A quel punto si forma la corazza che è la fissazione della
nevrosi nel corpo, che comporta il blocco del flusso dell’energia vitale. La diagnosi oculare (osservazione della corazza), l’intuizione, la scarica e l’integrazione delle sensazioni ed emozioni sono tra gli elementi centrali.
Lavorare in modo dolce sulla corazza e sull’energia è possibile sia nel caso dei bambini, sia degli adulti, ma l’effetto é
tanto più efficace quanto più tempestivo é l’intervento dopo
un evento traumatico.
(Anna Fata)
BIOETICA
Negli ultimi vent’anni la medicina e più in generale le scienze
legate alla biologia hanno compiuto progressi enormi. Nello
stesso tempo, però, questi vorticosi cambiamenti hanno sollevato una serie di interrogativi di carattere morale e giuridico che alimentano ansie e paure rispetto agli scenari del prossimo futuro. Si è aperta una nuovissima fase della storia della
scienza nella quale l’uomo rischia di trasformarsi da soggetto a oggetto di manipolazione, sperimentazione incontrollata, trasformazione della sua più intima natura.
Di tutte queste inquietudini tenta di farsi carico una nuova
disciplina, la bioetica, nata all’inizio degli anni Settanta negli
Stati Uniti. Attraverso di essa filosofi, giuristi, psicologi, medici, teologi, sociologi cercano una risposta attendibile alla
domanda fondamentale: che cosa è giusto fare e in che modo
è lecito agire nell’esercizio della medicina?
Questa riflessione parte da un presupposto: non tutto ciò
che è tecnicamente realizzabile è per ciò stesso moralmente
accettabile. Per questo motivo, la bioetica può essere correttamente definita come quella parte della filosofia morale che
considera la liceità o meno degli interventi sulla vita dell’uomo, in particolare in ambito medico-biologico.
Ma se la bioetica, intesa come disciplina organica – a partire
dalla parola che la designa, “inventata” dall’oncologo Van
Rensselaer Potter nel 1970 – è relativamente recente, i suoi
contenuti, i suoi problemi e le sue risposte hanno in realtà
origini molto più antiche: già nel V secolo il greco Ippocrate
BIORITMI
elaborò un “giuramento” che conteneva l’indicazione dei
principali doveri di un buon medico. Questo giuramento è
rimasto per secoli il codice di deontologia per i medici di
tutto il mondo. Oggi la bioetica è chiamata a volgere il suo
sguardo sia in direzione del passato che in quella del futuro:
da un lato, riappropriandosi dei principi fondamentali tracciati da Ippocrate, e dall’altro dotandosi di strumenti capaci
di applicare questi principi alla pratica clinica di ogni giorno.
La bioetica - come ogni ambito del sapere umano - ha i propri
esperti e i propri “luoghi” di approfondimento specialistico.
Ma la bioetica è, anche e soprattutto, questione che interroga le persone comuni, che hanno il diritto e insieme il dovere
di partecipare a un dibattito così decisivo per il futuro della
nostra civiltà. Nessuno oggi può dire: la bioetica non mi
riguarda. In internet il portale www.portalebioetica.it – il primo in Italia interamente dedicato alla bioetica – è la più avanzata risposta al bisogno che la nostra società ha, oggi come
un tempo, di tornare a interrogarsi sull’uomo, sul suo destino, sul suo volto, sulla sua dignità.
(Mario Palmaro, da www.portalebioetica.it)
anche → Diritti del malato, Eugenetica, Eutanasia.
BIOFEEDBACK
Il termine biofeedack è stato coniato negli anni ’60 per indicare le procedure di laboratorio utilizzate a scopo sperimentale per addestrare delle persone a modificare alcune funzioni fisiche che normalmente non vengono controllate volontariamente (tra le più comuni: l’attività cerebrale, la pressione
sanguigna, il battito cardiaco) e quelle che pur essendo facilmente controllabili si sottraggono a tale controllo a causa di
un trauma o di una malattia.
Il biofeedback non è una cura, ma una forma di addestramento che si basa sul presupposto che noi possiamo agire su
alcune funzioni automatiche del nostro organismo, tramite la
nostra mente, grazie all’ausilio di strumenti che rilevano tali
funzioni, le trasformano in segnali sonori, visivi o di altro
tipo e le veicolano. Alle persone viene insegnato a “leggere”
tali messaggi, per favorire una maggiore autoconsapevolezza
dell’attività dei propri organi e muscoli e ad effettuare le modifiche necessarie per il ripristino delle condizioni ottimali di
attività dell’organismo.
I dispositivi principali di cui si avvale il biofeedback sono:
• l’elettromiogramma (EMG) che misura la tensione muscolare, tramite degli elettrodi posti sulla pelle;
• la misurazione della temperatura, tramite un sensore collocato sulla zona corporea da monitorare, che tende ad abbassarsi quando i muscoli si contraggono e in condizioni di
ansia;
• la risposta galvanica della pelle (GSH) o la risposta
elettrodermica (EDR), che misura la conducibilità elettrica
della pelle, associata all’attività delle ghiandole sudoripare;
• l’elettroencefalogramma (EEG), che monitora le onde cerebrali, che possono essere di vario tipo: alfa, nella condizione
di rilassamento, beta, al risveglio, delta, nel sonno profondo
e beta, nel sonno leggero;
• la misurazione del numero dei battiti cardiaci al minuto, che
aumentano in condizioni di stress;
• la misurazione degli atti respiratori al minuto, che diventano
più frequenti in condizioni di tensione.
Le sedute di biofeedback possono durare da 30 a 60 minuti,
in genere non sono superiori a 15 e hanno cadenza
monosettimanale. Al termine del periodo di addestramento la
persona é in grado, in particolari condizioni, di modificare
alcune funzioni fisiche, anche in assenza del dispositivo esterno che gli fornisce le informazioni. Il biofeedback, infatti, fa
molto affidamento alle capacità dei singoli individui di assumersi la responsabilità delle loro condizioni psicofisiche e di
agire per modificarle al meglio.
Il biofeedback permette di raggiungere ottimi risultati specialmente se associato all’insegnamento e alla pratica di alcune tecniche di rilassamento e/o di meditazione, tra le quali
il training autogeno e lo yoga.
Viene praticato da medici o psicologi appositamente formati
e si articola in tre fasi:
• la valutazione delle condizioni psicofisiologiche generali;
• l’addestramento tramite appositi strumenti di biofeedback;
• la generalizzazione alla propria vita quotidiana di quanto
appreso.
Il biofeedback è particolarmente indicato per alleviare:
• i dolori cronici muscolari e non, l’emicrania;
• disturbi gastrointestinali tra i quali: la sindrome del colon
irritabile, l’incontinenza urinaria e fecale, la stitichezza;
• i disturbi dell’attenzione, tra i quali il deficit da attenzione;
• i disturbi legati alle disfunzioni del sistema nervoso centrale tra i quali alcune forme di epilessia e di neuropatie.
Il biofeedback non è consigliabile a persone affette da severe forme di psicosi, depressione, nevrosi ossessiva.
(Anna Fata)
BIORITMI
Cronobiologia, Cronofarmacologia, Cronoterapia.
“Là dove vive qualcosa, esiste, aperto da qualche parte, un
libro in cui si inscrive il tempo”
(Henry Bergson, L’Evolution Créatrice)
I. PROFILO STORICO E INTRODUZIONE
La Cronobiologia è lo studio dei ritmi biologici dell’uomo,
degli esseri viventi e di certi fenomeni naturali: alcuni di questi ritmi erano già stati individuati da Ippocrate, ma prima di
lui se ne trova già un riferimento nella Bibbia. Nell’Ecclesiaste, Cohelet, figlio di Davide, dice (cap. III, 1,2): “Per tutto c’è
un momento e un tempo per ogni azione, sotto il sole. C’è un
tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sbarbare il piantato”.
Vari saggi dell’antichità (Pitagora, Aristotele, Plinio) si interessarono a diversi tipi di ritmi; poi vi fu un lungo periodo di
131
BIORITMI
stasi e questi studi vennero ripresi solamente nel XVIII secolo da Lavoisier ed Hufeland, per conoscere infine un’improvvisa ripresa di interesse a livello internazionale intorno
alla metà del XX secolo.
Tra i ritmi brevi (all’incirca di 24 h) noti già da moltissimo
tempo, si possono citare quelli della respirazione e delle pulsazioni; tra i ritmi un po’ più lunghi, quelli della febbre terzana e quartana (malaria); i “giorni critici” di certe malattie infettive, come li definì Galeno: il 9° giorno per la polmonite, il
21° giorno per la febbre tifoide, giorni che corrispondono
alla durata minima necessaria perché le difese naturali dell’organismo abbiano la possibilità di reagire.
Tra i ritmi più lunghi, ricordiamo il ciclo mestruale della donna, che in media è di 28 giorni, vale a dire all’incirca di un
mese lunare (ma vi sono anche cicli più corti, di 25-28 giorni
e altri più lunghi, di 28-33 giorni).
Tra i ritmi ancora più lunghi ricordiamo: quello della crescita
dei capelli, più rapido in estate (massimo in settembre) che in
inverno (minimo in gennaio); la crescita inoltre è più rapida
durante il giorno che di notte.
Sono stati individuati ritmi ancora più lunghi: quello – settennale – che corrisponde al rinnovamento delle cellule dell’organismo; quello di 11 anni corrispondente al punto massimo delle macchie solari, le quali provocano sulla terra una
recrudescenza delle epidemie (peste, colera, dissenteria, tifo,
ecc.) e un aumento delle malattie cardiache, mentali, ecc. per
non parlare degli sconvolgimenti sociali e politici. Sono stati
studiati anche dei ritmi economici di lunga durata (circa 23
anni), detti di Kondratiev, e altri cicli minori, di circa 40 mesi,
detti di Kitchinetc.
II. STUDI MODERNI DI CRONOBIOLOGIA
L’eredità del passato più o meno remoto è stata riesaminata
con l’ausilio della metodologia e delle apparecchiature scientifiche moderne ed estesa in molte direzioni. Al giorno d’oggi
si distinguono principalmente:
il ritmo circadiano, di 24 ore circa (il periodo varia da 20 a 28
ore e comprende un giorno e una notte). Segnaliamo che il
termine circadiano ha sostituito quello nictemerale, che è
un ritmo di 24 ore esatte;
il ritmo ultradiano, la cui durata varia da 30 minuti a 20 ore;
il ritmo circannuale, della durata di un anno circa.
Esistono ritmi di 2, 3, 7 giorni, trimestrali, ecc., oppure della
durata di secondi e frazioni di secondo (questi ultimi interessano i neurologi). Prima di affrontare sinteticamente lo studio dei ritmi che riguardano l’uomo (tralasciamo quello delle
maree, che ci porterebbe troppo lontano), riportiamo qualche notizia riguardo ai ritmi delle piante e degli animali (lavori
del Prof. Halberg, negli Stati Uniti, e di Alan Reinberg e coll.,
in Francia).
→ anche PNEI
A. Ritmi circadiani dei Vegetali.
Nel corso di 24 h (alternanza giorno-notte) si riscontra un
massimo di velocità di crescita dopo l’alba e un minimo a
132
tarda sera; la crescita è più consistente in estate che in inverno. Il tasso respiratorio della carota, della patata e dei fagioli
aumenta a cominciare dall’alba fino alle 7 del mattino, quindi
diminuisce per aumentare nuovamente a mezzogiorno; quindi, nuova diminuzione seguita da un altro aumento attorno
alle 18, poi il consumo d’ossigeno rimane basso per tutta la
notte. Sembra che le piante siano in possesso di ciò che
potrebbe definirsi un “orologio biologico” che interessa, a
parte la loro crescita, la quiescenza dei semi e dei germogli, la
fioritura, i movimenti dei vari organi; il movimento vegetale
(nictinastia) ha costituito l’oggetto di studi approfonditi sulla pratolina, la sensitiva, la bella di notte, il convolvolo, il
girasole, ecc.
Già agli inizi del XIX secolo, il celebre naturalista svedese
Linneo aveva stabilito un “orologio floreale” rimasto celebre. 6 h del mattino: si apre l’orecchio di gatto screziato; 7 h:
si apre la calendula africana; 8 h: si apre il fiore di cicoria; 9h:
si apre la liguliflora; 10 h: si chiude la lassana comune; 11 h:
si apre la stella di Betlemme; 12 h: si apre la passiflora; 13 h:
si chiude il garofano; 14 h: si chiude la primula rossa, ecc.
B. Ritmi circadiani degli Animali.
Come per le piante, anche per gli animali il ritmo circadiano si
ricollega all’alternanza giorno-notte e a quella delle stagioni.
Ecco alcuni esempi tra i tanti.
• I ricercatori dell’Università di Boston hanno scoperto che
i batteri hanno una durata di vita più o meno lunga a seconda
dell’ora del giorno: se nell’aria prelevata in pieno giorno un
batterio può vivere da 8 a 10 ore, esso sopravvive appena 2
ore dopo il tramonto.
• È stato constatato che la mortalità degli insetti varia con
l’orario di applicazione degli insetticidi, che un’applicazione
di raggi X può uccidere un animale ad un dato orario o lasciarlo in vita se l’irradiazione ha luogo 12 ore dopo.
• F. Halberg riferisce che la stessa quantità di una determinata tossina iniettata ad un gruppo di topi uccide, a seconda
degli orari, dal 10 all’80% degli animali. La percentuale elevata di mortalità è in relazione con la somministrazione avvenuta tra le 8 e la 12 h del mattino, mentre è di gran lunga inferiore
alle ore 24.
• Fatta eccezione per alcune specie cavernicole, l’attività dei
gamberi è più intensa di notte che di giorno, ecc.
• Lo studio delle migrazioni degli uccelli (che continua a
sollevare interrogativi) rivela che le loro ghiandole endocrine subiscono delle modificazioni prima e dopo il periodo
riproduttivo: la maggior parte degli uccelli emigra proprio a
quell’epoca. L’ipofisi dell’animale ha un proprio ritmo e sembra fungere da orologio avvisando che è giunta l’ora della
partenza.
C. Ritmi circadiani dell’Uomo.
Abbiamo appena visto che il ritmo circadiano delle piante e
degli animali si trova sotto l’influsso dell’alternanza giornonotte.
Lo stesso avviene per l’uomo; tuttavia sembra che al giorno
d’oggi a questo ritmo naturale (che è rimasto identico da
BIORITMI
30.000 generazioni) se ne sia sovrapposto un altro, imposto
dalle esigenze della vita sociale: auto-lavoro-letto.
Nella stesura della sua prescrizione, il medico tiene conto di
questo “ritmo sociale” (rimedi da prendere al risveglio, ai
pasti – prima, durante e dopo – oppure prima di andare a
letto), anche se è possibile che non siano quelli i momenti
più propizi. Ma per ora è sufficiente sollevare il problema,
senza dilungarsi oltre sull’argomento.
1. Le età dell’Uomo.
Insieme ad altri, il ritmo circadiano si trova inscritto nel patrimonio genetico umano, il quale è in qualche modo programmato.
Già prima di nascere, il bambino possiede un proprio “orologio biologico” che scandisce gli orari del riposo, della
veglia, ecc.
I bambini nati prematuramente, pur protetti all’interno delle
culle termiche, presentano alle ore 3 di ogni notte dei sintomi
di malessere e febbre.
Nei neonati, successivamente al manifestarsi di ritmi fisiologici brevi, si constata l’instaurarsi di particolari ritmi circadiani: quello che riguarda la temperatura corporea è già individuabile verso la terza settimana, mentre ne sono necessarie venti per osservare la comparsa del ritmo dell’escrezione
urinaria del potassio e del sodio, e così via.
I genitori di molti bambini sanno, per averlo sperimentato
empiricamente, che ognuno ha un proprio ritmo di crescita,
più veloce nel periodo primavera-estate e un aumento ponderale durante l’inverno. Certamente, esistono delle “norme” riguardo all’altezza e al peso rispetto all’età, ma si tratta
di valori medi. La crescita nei bambini procede a sbalzi: nel
giro di poco tempo, mentre la bambina è già diventata una
ragazzina, il bambino un po’ goffo assume le sembianze slanciate dell’adolescente. Poi ecco che fa la sua comparsa il
soggetto adulto, con tutti i suoi ritmi personali che stanno al
di qua o al di là dei valori “normali”, ritmi che, come abbiamo
già detto, potranno risultare modificati dal mestiere che si
esercita, dalle condizioni generali di vita, dai traumi emotivi,
dalle malattie, da alcuni rimedi allopatici, ecc.
2. Senescenza e vecchiaia.
Oltrepassato “il mezzo del cammin di nostra vita”, ci si avvia
verso la terza età, quindi verso la quarta. Anche l’invecchiamento è programmato; tuttavia, le aggressioni dell’ambiente (stress), le condizioni di vita e molti altri fattori ne
modificano il corso, conferendogli un carattere più o meno
aleatorio: a volte risulta difficile la distinzione tra l’invecchiamento fisiologico (studiato dalla gerontologia) da quello patologico (studiato dalla geriatria).
→ Senescenza e vecchiaia.
• Per alcuni autori, la senescenza ha origine già al momento
della nascita, dato che vivere non è altro che iniziare ad invecchiare, una volta che l’orologio biologico è già in funzione.
• Altri ritengono che la senescenza inizi all’età di 5 anni,
poiché è attorno a quell’epoca che comincia lentamente il
declino dell’accomodazione visiva e del metabolismo basale. A 40 anni, la capacità di accomodazione dell’occhio è un
quarto di quella che si aveva a 10; l’attività visiva raggiunge
grosso modo il suo apice tra i 20 e i 30 anni, per poi diminuire
fino ai 75 anni di età.
• La forza muscolare, in leggero aumento fino all’età di 30
anni, va quindi gradualmente diminuendo fino a 65 anni, per
accusare poi una caduta netta.
• L’attività sessuale dell’uomo raggiunge il suo punto massimo tra i 20 e i 30 anni, mentre successivamente regredisce
fino ai 75 anni, ecc.
Abbiamo visto che la crescita può procedere ad intervalli, a
sbalzi; bene, lo stesso può avvenire per la vecchiaia, donde
l’espressione: “invecchiare di colpo”.
3. Osservazioni varie.
• Da molto tempo è noto che la temperatura corporea di un
soggetto sano è in media di 37°C, ma può variare da 36°6 a
37°4 a seconda dell’età e dell’orario: è leggermente più elevata la sera che al mattino (minima alle 5h del mattino, massima attorno alle 17h: è questa infatti l’ora adatta per misurare
la temperatura ai malati).
Nella donna è stato dimostrato che la curva termica corrisponde al ciclo mestruale: durante la fase preovulatoria si
rileva una diminuzione lenta e regolare della temperatura che
è seguita immediatamente prima dell’ovulazione da una caduta netta, quindi – nell’intervallo tra l’ovulazione e il sopraggiungere del flusso mestruale – da una fase in cui la
temperatura rimane pressoché costante, con leggera tendenza all’aumento, e infine prima delle mestruazioni si manifesta
un nuovo sbalzo termico.
Ma non è questo il solo caso di ritmo collegato al ciclo mestruale: il ritmo cardiaco diventa più rapido veloce prima dell’ovulazione, mentre la velocità di eritrosedimentazione aumenta nel periodo mestruale, ecc.
• Al Congresso Internazionale di Cardiologia tenutosi a Buenos Aires nel 1974, il Professor L. Wertheimer ha confermato
che la pressione arteriosa varia a seconda dell’orario: nel
medesimo soggetto, la pressione è più alta tra le 16h e la 1920h, mentre è più bassa attorno alle 4-5h del mattino.
• Numerose statistiche, realizzate a lungo termine dai ricercatori dell’Ospedale Fernand Widal di Parigi, hanno rivelato
che i malati di insufficienza respiratoria morivano alle 24h,
di malattie infettive alle 6h del mattino, di lesioni vascolari
e cerebrali alle 18h (e soprattutto nel mese di febbraio), di
affezioni coronariche alle 20h, e così via; in linea di massima
(tralasciando i decessi dovuti ad incidenti) le morti sono più
frequenti tra mezzanotte e le ore sette del mattino e più in
particolare tra le 5 e le 6h.
• Le percentuali di ricoveri e di decessi per infarto al miocardio sono più alte in inverno se si tratta di soggetti oltre i 65
anni e in primavera per le persone più giovani.
133
BIORITMI
• Uno studio relativo ai decessi infantili svolto presso l’Ospedale per Malattie Infantili di Parigi nel periodo 1966-1975, ha
rivelato che il maggior numero di decessi si verifica durante
il periodo invernale e tra le ore 23 e le ore 8 del mattino.
• Fino a poco tempo fa, il travaglio di parto aveva inizio più
frequentemente a mezzanotte che non a mezzogiorno, nel
rapporto 2:1, e la maggior parte dei parti naturali si verificava
tra le 24h e le 6h del mattino, con un’ora di punta attorno alle
4h del mattino, orario in cui il ciclo metabolico raggiunge il
suo livello minimo.
Ho usato il verbo all’imperfetto perché “abbiamo cambiato
tutto”, come avrebbe potuto dire la Toinette del Malato Immaginario. Al giorno d’oggi si dispone di rimedi che rallentano o accelerano il travaglio (i cosiddetti “ossitocici”) e altri
ancora, tali da far sì che la donna possa partorire nelle “ore
d’ufficio”, insomma di avere un parto “su ordinazione”.
Ulteriori statistiche potranno forse rivelarci se tali pratiche
comportino dei pericoli per il bambino che vuole nascere
nell’ora che esige la congiunzione tra i propri ritmi biologici e
quelli della madre.
Negli ultimi decenni si constata un aumento delle nascite
durante i mesi di maggio, giugno e luglio. Le ragioni di questa alterazione del ritmo? Un astrologo parlerebbe della triplice congiunzione del congedo per maternità, delle ferie estive
e della sospensione intenzionale della “pillola” o di qualunque altro contraccettivo: e tutto pur di ottenere un periodo di
vacanza più lungo.
III. MODERNE ALTERAZIONI DEI RITMI BIOLOGICI
Le condizioni imposte dalla vita moderna, specie nelle nazioni cosiddette “ad alto sviluppo”, provocano spesso
un’alterazione dei ritmi biologici. Citeremo soltanto tre esempi
pratici.
Per molti lavoratori, il sistema industriale o amministrativo
dei 3/8, con sostituzione settimanale di squadre e funzionari,
impedisce il ristabilirsi di diversi ritmi biologici fondamentali
– riposo, sonno, temperatura, orario dei pasti, ecc. – il che a
lungo andare può avere serie ripercussioni (spossatezza generale, disturbi del sonno, ulcera gastrica, ipertensione arteriosa, ecc.); il periodo minimo necessario per il riadattamento
è di 4-5 giorni. Se le squadre fossero stabili, potrebbe verificarsi un adattamento dei ritmi circadiani, come avviene ad
esempio per gli agenti di polizia in bicicletta sempre in servizio notturno.
Molto meno grave, in quanto l’alterazione dura solo per poche settimane, è il caso dei conducenti notturni degli autobus, il cui ritmo sonno-veglia subisce un capovolgimento
durante i periodi non lavorativi.
2. Per quanto riguarda i viaggi aerei su grandi distanze, il
superamento nel giro di poche di più di cinque fusi orari (ad
esempio Roma-New York, Parigi-Tokio, ecc.) comporta un’interruzione del ritmo organico; ci vorranno così da uno a tre
giorni prima di ristabilire il ritmo sonno-veglia, 4-5 giorni per
134
ritrovare il ritmo di escrezione del potassio e del sodio nelle
urine, circa 7 giorni per recuperare quello della temperatura
corporea e circa 21 giorni per riportare alla normalità l’attività
della corteccia surrenale. Si possono così immaginare i disturbi più o meno duraturi nei quali incorrono certi uomini
d’affari, certi artisti come pure il personale viaggiante delle
linee aeree.
Per farci comprendere meglio, citiamo (dal Livre de la Santé,
di Joseph Handler, Ed. Rencontre) il caso del viaggiatore
parigino che arriva a Los Angeles per rimanervi una settimana. A Parigi, normalmente, quest’uomo va a letto verso le ore
22 e si sveglia alle 6, vale a dire al sorgere del sole. Il suo
aereo parte alle ore 20.
Una volta giunto a Los Angeles, dove rispetto a Parigi esiste
una differenza di fuso orario pari a meno 8 ore, avrà sonno
alle ore 14 (dato che a Parigi sono le 22). Poi, una volta arrivata la sera, il sonno sarà già andato via: il suo orologio biologico interno, ancora regolato sulla vita parigina, lo farà svegliare alle ore 22, ora locale (che corrispondono alle ore 6 del
mattino di Parigi).
Una settimana dopo, l’organismo del nostro viaggiatore comincerà ad adattarsi e il suo bisogno di dormire si troverà
quasi per intero compreso nelle ore notturne.
Ma all’ottavo giorno egli tornerà a Parigi e dovrà invertire
nuovamente il ritmo acquisito più o meno a fatica. Pensate
cosa significhi fare questa spola per 10 o 12 volte l’anno...
3. Anche le differenze climatiche (che vi sia o meno un cambiamento del fuso orario) producono un effetto ben determinato, ma meno grave. Se nel giro di poche ore, durante la
stagione invernale, si passa da Parigi e Niamey, oppure da
Leningrado a Nairobi, ciò può comportare qualche conseguenza, specie nei soggetti nefro- o cardiopatici; e anche per
un viaggiatore in buona salute, è necessario un periodo di
adattamento di almeno tre giorni.
4. C’è poi il caso, sempre più diffuso, del villeggiante che,
pur senza abbandonare il proprio paese, abbandona il domicilio abituale per andare a vivere per qualche settimana al
mare, in montagna od in campagna, dove arriva più o meno
stanco.
È consigliabile non esporsi al sole immediatamente dopo avere scaricato i bagagli o aver montato la tenda, né di avventurarsi in un’escursione in montagna, ecc.
Sarebbe bene cominciare le vacanze con un periodo di riposo intercalato da brevi passeggiate, in modo da adattarsi
progressivamente.
IV. OMEOPATIA E CRONOTERAPIA
Una prima, fondamentale osservazione ha stabilito che un
antiistaminico assunto alle ore 7 esercita un effetto moderato ma di lunga durata, mentre se lo stesso farmaco viene
assunto alle ore 19 produce un effetto violento che però
dura solo cinque ore.
BIORITMI
E così la Medicina accademica ha scoperto che la durata di
eliminazione di un farmaco dipende in parte dall’orario in cui
è stato assunto (in dose unica) dal malato.
E da allora le ricerche sono state intensificate. Il Professor
Jean Bernard, specializzato nella cura della leucemia, sottolineava nel novembre 1975 “che si dispone di prodotti sufficienti per combattere il male e basterebbe agire sull’aspetto
cronologico per pervenire a risultati migliori”.
Probabilmente in futuro vedremo il medico chiamato al capezzale del paziente arrivare munito, oltre che dello sfigmomanometro d’obbligo, anche di un mini-computer per lo studio dei bioritmi dei farmaci!
Grazie alle prime pazienti osservazioni di Hahnemann, dei
suoi allievi e dei loro successori (Kent, Batejat, Chavanon,
Dufilho, Duprat, Gesta, Renard, L. Vannier, Voisin, Zissu,
ecc.), è ormai quasi da cinquant’anni che i medici omeopati –
abituati per inclinazione alla minuziosa osservazione dei pazienti e all’accuratezza nella scelta terapeutica – accordano
molta attenzione ai ritmi orari, lunari, trimestrali e altri ancora
presentati dai loro pazienti, comportandosi di conseguenza
nella prescrizione dei rimedi.
Nel capitolo seguente il lettore troverà un elenco dei vari
rimedi in relazione alle ore solari, che però è ben lungi dall’essere esaustivo.
Va ricordato che si tratta dell’ora solare e non di quella legale, il cosiddetto “orario estivo” da alcuni anni in vigore in
vari paesi (per motivi di “risparmio energetico”).
V. RITMO CIRCADIANO DI 24 ORE
1. Ritmo quotidiano dell’uomo, della durata di circa 24 ore;
tale durata può variare da 20 a 28 ore e comprende un giorno
e una notte.
Il ritmo corrisponde alla rotazione che la terra compie attorno
al proprio asse e interessa tra l’altro la temperatura corporea,
l’attività cardiaca, quella nervosa e quella endocrina, come
pure la sensibilità ai rimedi.
Il medico omeopata prende in grande considerazione i ritmi
personali, già da molto tempo repertorizzati. Ad esempio, una
crisi d’asma che si manifesta chiaramente all’1 del mattino gli
farà pensare immediatamente ad Arsenicum album; se lo stesso succede alle 2, a Kali carbonicum; se alle 3, ad Ammonium carbonicum; se alle 4, a Natrum sulfuricum o a Thuja,
ecc.
“Gli farà pensare immediatamente”, abbiamo detto ma pensare non significa necessariamente prescrivere, a meno che il
paziente non presenti i segni di Arsenicum, di Kali carbonicum e così via (ma vi sono buone probabilità che ciò si verifichi).
Altro esempio: il senso di fame alle 11 del mattino, con spossatezza più o meno accentuata, orienta il medico verso Sulfur, Sulfur iodatum, Ignatia, Zincum, ecc.; ma sarà l’applicazione della legge di similitudine a determinare la prescrizione.
Repertorio degli aggravamenti orari, dalle 0 alle 24 h.
Riportiamo qui, accanto agli orari caratteristici, il nome dei
principali rimedi che manifestano un netto aggravamento
generale ad orari determinati; inoltre forniamo, per alcuni,
l’indicazione di alcune affezioni repertorizzate.
Se poi si legge ad esempio: 0 h: Aconitum, da 23 a 24 h, ciò
significa che l’aggravamento dei disturbi che corrispondono al rimedio in questione si avverte a partire dalle ore 23 e
raggiunge la sua intensità massima alle ore 24. Quando si
legge: 1 h: Arsenicum album, da 0 a 3 h, significa che l’aggravamento dei disturbi che corrispondono al rimedio si fa sentire dalle ore 24 (con un picco alle ore 1) e può durare fino alle
ore 3.
Abbreviazioni
A. = Asma; C. = Cefalea, Emicrania; Der. = Dermatosi; Dia.
= Diarrea; Dis. = Disturbi; Dol. = Dolori; F. = Febbre; I. =
Insonnia; N. = Nevralgia; T. = Tosse.
SCHEMA ORARIO
0 h (o 24 h, Mezzanotte): Aconitum, da 23 a 24 h: Dis. laringei, polmonari, Angor, Ansia, F.; Belladonna: F., Sudori;
Calcarea iodata, da 0 a 3 h; Cocculus: Dol. addominali;
Luesinum, da 0 a 6 h: I. assoluta; Drosera, da 23 a 4 h, specie
dopo 0 h: Accessi di T.; Luesinum, Nux moschata: Sciatica;
Rhus tox.: Dol., N. dentaria; Sambucus nigra, da 0 a 1 h: A.,
Laringite stridula, Palpitazioni, Dis. cardiaci; Sulfur: I.
1 h: Arsenicum album, da 0 a 3 h: Agitazione, Angor, Ansia,
A., Broncopolmonite, Der., Dia., Dol., Dispepsia, Eczema secco, F., F. intermittente, Prurito, Sciatica; Caulophyllum: Dia.;
Clorpromazina, da 1 a 3 h: I.; Lachnantes, da 1 a 2 h: F.;
Natrum muriaticum, da 1 a 3 h: Angoscia, A.; Psorinum, da
1 a 4 h: Dia. improvvisa, imperiosa; Tuberculinum, da 1 a 3 h:
I.
2 h: Ammonium muriaticum, da 2 a 3 h: Dis. respiratori; Asclepias tuberosa, da 2 a 3 h: Dia.; Benzoicum acidum, Butyricum acidum, da 2 a 5 h: Dol. addominali, Dispepsia atonica,
Flatulenza, I. di origine digestiva; Chloramphenicolum, da 2
a 5 h: I. e C.; Curare, Gingko biloba, da 2 a 3 h: I.; Iris, da 2
a 3 h: Dia., Dispepsia; Kali arsenicosum, da 2 a 3 h: A.; Kali
bromatum, Coliche addominali dei bambini, Terrori notturni;
Kali bichromicum: A., Dis. digestivi o respiratori; Kali carbonicum, da 2 a 4 h: Flatulenza, I., Dis. respiratori; Kali iodatum, da 2 a 5 h: A., Laringite, Dis. respiratori; Lycopodium, da
2 a 5 h: Flatulenza; Magnesia carbonica, da 2 a 3 h: I.; Mandragora, da 2 a 5 h: Coliche flatulenti, Dol. addominali, Dispepsia; Natrum muriaticum, Nitricum acidum: F., I.; Podophyllum, da 2 a 4 h: Coliche, Dia.; Pulsatilla, Rumex, da 2
a 5 h: A., T., Tracheite; Silicea: I.; Strontium carbonicum:
Dia.
3 h: Aethusa cynapium, da 3 a 4 h: Dis. digestivi infantili;
Ammonium carbonicum, da 2 a 5 h: A., T. irritante, Dis. respiratori; Antimonium tartaricum: A., Dis. polmonari; Baryta
carbonica: Dis. polmonari, Polmonite; Belladonna: F.; Bel135
BIORITMI
lis perennis, da 3 a 5 h: I.; Borax, da 3 a 5 h: I.; Bromum, da 3
a 4 h; Bryonia, Calcarea fluorica, da 3 a 5 h: I.; Causticum,
China: da 3 a 4 h: I.; Coccus cacti, da 3 a 4 h; Coffea: I.;
Cuprum metallicum: A., T. secca; Ferrum metallicum: F.;
Hedera helix: I.; Juglans cinerea: I. per Dis. digestivi; Kali
carbonicum, da 3 a 4 h: A., Dis. cardiaci, polmonari (Pleurite),
reumatici, digestivi (Dispepsia atonica, flatulenza), T.; Kali
nitricum: A., Rinite cronica, Dis. cardiaci, T.; Naja: C. congestiva; Nux vomica, da 3 a 4 h: I. per dis. digestivi; Oxalicum
acidum: Dol. addominali, Dia.; Pareira brava, da 3 a 4 h: Dis.
vescicali; Sulfur, da 3 a 5 h: I.; Tuberculinum: I. con depressione.
4 h: Alumina: F.; Arnica: F.; Asclepias tuberosa: Dol. intercostali; Aurum metallicum: F.; Borax, Causticum: Sudori in
tutto il corpo negli stati cronici; Cedron, da 3 a 4 h: F.; Chelidonium majus: Dispepsia, T., Dis. epatici, pleuro-polmonari; Ferrum phosphoricum, da 4 a 6 h: F., Dis. polmonari; Kali
cyanatum: C. temporale; Mercurius solubilis, Natrum sulfuricum, da 2 a 5 h: A., Coliche flatulente, Dis. respiratori (Polmonite, Bronchite cronica); Penicillinum: I., Dis. asmatiformi; Petroleum: Fame canina; Psorinum: Fame canina; Stannum, da 4 a 5 h: F. etica; Strophantus, da 4 a 6h: Dol.; Thuja,
da 3 a 5 h: C., Enterite, Dispepsia, Flatulenza, I. (4 h); Verbascum thapsus: I.; Xanthoxhyllum fraxineum: Dol.
5 h: Aloe, da 5 a 10 h: Dia. impellente; Apis: F.; Bovista: F.;
Cajuputum: Coliche flatulente; China: F.; Lilium tigrinum,
da 5 a 6 h, Luesinum: Dia.; Natrum carbonicum: Dis. digestivi, respiratori, sens. di fame; Sulfur (e alzandosi): Dia. impellente, F.; Tuberculinum: Dia. imperiosa.
6 h: Aloe (Dia.), Arnica: F.; Bovista: F.; Hepar sulfur, da 6 a 7
h: F.; Lycopodium: F.; Nepenthes: Dol, Nux vomica, da 6 a 7
h: F.; Stannum: F.; Veratrum album: F.; Veratrum viride: F.
7 h: Crotalus horridus, Eupatorium perfoliatum, da 7 a 9 h:
F., Influenza; Hydrastis: Dia.; Myrica cerifera: Dis. epatici;
Naja, Natrum muriaticum: N. facciale; Podophyllum: Dia.
mattutina fetida, F.; Plantago, da 7 a 14 h: N. facciale; Ptelea:
Dis. gastrici, epatici; Rumex: Coliche flatulente, Dia. mattutina imperiosa.
8 h: Eupatorium perfoliatum, da 7 a 10 h, Ferrum metallicum: Dia., Natrum sulfuricum, Dia.
9 h: Chamomilla, Bryonia, Drosera, Hydrastis, da 9 a 10 h:
Dol. addominali o frontali, Flatulenza; Kali carbonicum: C.;
Stramonium, da 9 a 15 h: C.; Verbascum thapsus, da 9 a 16 h:
Dol.
10 h: Aqua marina: Stanchezza; Capsicum, 10 h e 10,30 h: F.,
Paludismo; Borax, Carboneum sulfuratum: Crampi addominali; Chelidonium, Ferrum, da 10 a 11 h: A.; Gelsemium,
Ignatia, da 10 a 11 h: Dis. nervosi; Lobelia inflata: A., Magnesia phosphorica, da 10 a 11 h: C.; Medorrhinum: Corizza
cronica; Natrum muriaticum, da 9 a 11 h: Astenia, C. destra
alle 10, Corizza, Corizza spastica, F. alle 10 (brivido del paludismo dalle 10 alle 11), Sens. di fame (da 10 a 11 h), T.; Niccolum, da 10 a 11 h: C. sinistra degli intellettuali; Podophyllum:
Irritazione del duodeno, dell’intestino tenue, del fegato, Nau136
see; Rhus tox, Stannum: Bronchite cronica, F. etica.
11 h: Argentum metallicum, da 11 a 13 h: F. etica; Argentum
nitricum: Nervosismo; Asa foetida, Indium metallicum: Sens.
di vuoto nello stomaco; Asclepias tuberosa: Dia.; Baptisia:
Stati tifoidi; Cactus grandiflorus: F., Dis. cardiaci; Chininum
sulfuricum: F.; Chloramphenicolum, da 11 a 12 h: F.; Cocculus: F.; Gelsemium, Hydrastis, Ignatia: Sens. di mancamento risentita all’epigastrio; Ipeca: C., F.; Laurocerasus, da
11 a 13 h: C.; Natrum carbonicum, da 9 a 11 h: Insufficienza
digestiva, T.; Nux vomica: F.; Phosphorus, Reserpinum: Vertigini; Rumex: Rinofaringite, T., Tracheite; Sepia: F.; Sulfur,
da 10 a 12 h: A., Sens. di vuoto nello stomaco, la “perdita di
colpi” delle ore 11 (da 10 a 11 h); Sulfur iodatum: A., Sens. di
vuoto nello stomaco; Zincum, da 11 a 12 h: Fame canina con
sens. di avere le gambe deboli.
N.B. Oltre ai rimedi citati, più di 75 rimedi hanno, nella loro
patogenesi, il sintomo “fame” alle ore 10-11 del mattino.
12 h o mezzogiorno: Antimonium crudum: F.; Aranea diadema (N. con attacchi periodici); China: F.; Elaps corallinus, Kali bichromicum, Kali carbonicum, Lachesis: F.; Lobelia inflata: A.; Nux moschata, Spigelia: acme delle C. che
seguono il cammino del sole, aumentano fino a mezzogiorno
e diminuiscono verso il tramonto, la C. inizia all’occipite e in
genere si fissa al di sopra dell’occhio sinistro; Sanguinaria
nitrica ha il medesimo ritmo di Spigelia, ma la C. si fissa
sull’orbita destra. Quanto a Kalmia latifolia, questo ritmo
interessa le N. (fra le quali quella dell’herpes zoster), così
come i Reumatismi erratici; Silicea: F.; Stramonium, Valerianum, da 12 a 15 h: Zincum.
13 h: Arsenicum album, da 12 a 14 h: F.; Cactus grandiflorus: F.; Chamomilla, Cina: F.; Coffea: Dol.; Ferrum phosphoricum, Lachesis, da 13 a 14 h, Phosphorus, da 13 a 18 h,
Veratrum viride, da 13 a 14 h: Singhiozzo intenso.
14 h: Apis: F.; Badiaga, da 14 a 18 h: C.; Cedron: F.; Convallaria maialis, da 14 a 17 h: Dis. cardiaci; Eupatorium perfoliatum, Hepar sulfur, Latrodectus mactans, da 14 a 15 h: C.;
Lycopodium: F.; Natrum sulfuricum: F.; Nitricum acidum,
Nux moschata, Nux vomica: F.; Pulsatilla, da 13 a 14 h: F.;
Sanguinaria canadensis, da 14 a 15 h: F., Dis. polmonari.
15 h: Angustura vera: T. dei vecchi; Antimonium tartaricum: F.; Apis, da 15 a 18 h: F.; Arsenicum album: F.; Baptisia,
Belladonna, da 15 a 16 h: F.; Bromum, da 15 a 16 h, Bryonia:
F.; Cantharis, Causticum, da 15 a 16 h: Dis. respiratori; Cedron, da 15 a 16 h: F.; Cenchris contortrix: F., T.; Chelidonium, da 15 a 16 h: F., Dis. respiratori; Chininum sulfuricum:
F.; Clematis erecta, da 15 a 17 h: Astenia; Conium, da 15 a 17:
Astenia; Fagopyrum, da 15 a 18 h, Nepenthes, da 15 a 16 h:
Dispepsia con astenia; Reserpinum, da 15 a 16 h: Astenia;
Rheum, da 15 a 17 h: F.; Sabadilla: F. intermittente; Staphysagria: F.; Thuja: F.
16 h: Aesculus, Alloxane, da 16 a 17 h, Anacardium: F.; Apis,
da 16 a 18 h: F.; Calcarea phosphorica: Fame canina; Causticum, Cedron: F.; Chelidonium, da 15 a 16 h: C., Dis. epatici, pleuro-polmonari; Gelsemium, da 16 a 20 h: Depressione,
BIORITMI
stati acuti, F.; Helleborus, da 16 a 20 h: C., Depressione, Dis.
cerebrali; Ipeca: F.; Kali cyanatum: C.; Magnesia muriatica:
Dis. digestivi; Magnesia phosphorica, da 16 a 17 h: C.; Melilotus, Natrum sulfuricum, da 16 a 18 h: F.; Nux vomica,
Phosphorus, da 16 a crepuscolo: Agitazione, Ansia; Prionurus australis, da 16 a 20 h: F.; Verbascum thapsus: N. intercostale.
17 h: Apis: F.; Capsicum, Cedron: F.; China, Colocynthis:
Dol.; Gelsemium, Helleborus, da 17 a 19 h: F.; Ignatia: Dis.
nervosi; Kali bromatum: Dol. addominali nei bambini; Kali
carbonicum, da 17 a 18 h: Dis. digestivi; Lilium tigrinum, da
17 a 20 h: C., Dis. circolatori e cardiaci; Lilium carbonicum,
da 17 a 20 h: Dol.; Lycopodium, da 16 a 20 h: Ansia, C.,
Depressione, F., Flatulenza, Dis. addominali ed epatici, T.;
Natrum muriaticum: F.; Pulsatilla: Dol.; Rhus tox: F.; Tarentula: F.; Thuja: F.; Tuberculinum: F.
18 h: Ammonium muriaticum, Aqua marina: C. con vertigine; Belladonna, Carboneum sulfuratum: Dispepsia; Hepar
sulfur, da 17 a 19 h: F.; Hypericum perfoliatum, da 18 a 22 h,
Lachnantes, da 18 a 24 h: F.; Magnesia carbonica, da 18 a 19
h: Dispepsia acida; Mercurius solubilis, da 18 a 20 h: Debolezza con tremori; Nux vomica, da 18 a 19 h: F.; Petroleum: F.;
Rauwolfia serpentina, da 18 a 20 h: Depressione psichica,
Dia., Dispepsia, Flatulenza, Gotta, Reumatismi; Sepia, da 18
a 20 h: Carie dentaria molto dolorosa; Silicea: F.
19 h: Bovista, da 19 a 21 h: F.; Bryonia, Calcarea carbonica:
F.; Natrum sulfuricum, da 18 a 19 h: F., Vertigine; Pyrogenium, Rhus tox: F.
20 h: Calcarea carbonica, Causticum, Lilium tigrinum, Sulfur, Zincum.
21 h: Bryonia: F.; Cactus grandiflorus, Juglans regia, Aralia racemosa, 21 h e dopo, appena ci si corica: Dis. respiratori, T.
22 h: Carboneum sulfuratum: C.; Chamomilla, da 21 a 24 h:
Dol. che obbligano ad alzarsi e camminare, Laringite, T.; Chininum sulfuricum, Gelsemium.
23 h: Aqua marina: Dol. addominali; Aralia racemosa, da 23
a 24 h: A., Dis. respiratori, T.; Arsenicum iodatum, da 23 a 2 h:
A.; Belladonna: F.; Cactus grandiflorus: Dis. cardiaci; Carbo vegetalis, da 23 a 24 h; China, da 23 a 24 h: I.; Coccus
cacti, da 23 a 24 h, acme intorno alle 23,30 h: A., T. pertussoide; Cuprum metallicum, da 23 a 1 h: T. spastica; Drosera:
accessi di T.; Natrum carbonicum: Dis. gastrici; Phosphorus, da 23 a 24 h; Spongia, da 23 a 24 h: Crup, Laringite
stridula.
VI. ALTRI RITMI
1. Tutti i giorni, alla stessa ora.
Aranea diadema, D., F., N.; Cedron: C., F., N.; Chininum
sulfuricum: F. intermittente, N.; Illicium: Coliche flatulente;
Kali bichromicum: N.; Verbascum thapsus: N. facciale, mattina o pomeriggio.
I Repertori e le Materie Mediche omeopatiche indicano degli
orari meno precisi, come l’aggravamento al risveglio, nel po-
meriggio, al crepuscolo, durante la notte, ecc. Saranno consultati con profitto.
2. Al di là dei ritmi circadiani (v. anche i cap. VII e VIII).
Ogni 2 giorni: Arsenicum album: F. intermittente; Cedron:
F. intermittente, C., N.; China e Chininum sulfuricum: F. intermittente; Kali bromatum; Lac caninum (spesso il mattino
del primo giorno e la sera del secondo); Natrum muriaticum:
C.
Ogni 3 giorni: Arsenicum album: F. intermittente; Cedron;
Eupatorium perfoliatum: F.; Psorinum: Stipsi.
Ogni 4 giorni: Arsenicum; Natrum muriaticum: C.; Psorinum.
Ritmi circasettimanali: Agaricus: Epilessia; Arsenicum album; China; Conium maculatum: Spasmi, Corea; Crocus
sativus: Spasmi, Corea; Eupatorium perfoliatum: F.; Iris: C.,
Dis. epatici con vomito; Sanguinaria canadensis, Silicea,
Sulfur: C.
Ogni 8 giorni: Agaricus, Arsenicum album, China, Natrum
muriaticum: C., Corizza; Psorinum: C.
Ogni 15 giorni: Arsenicum album, Chelidonium majus: C.;
China, Niccolum: C.; Psorinum, Sulfur.
Ogni 2-3 settimane, per 2-3 giorni di seguito, dopo mezzanotte: Ferrum metallicum.
Ogni 3 settimane: Aurum metallicum: Dis. circolatori; Lycopodium: Dis. epatici; Magnesia carbonica: N., Dis. digestivi; Psorinum: C.
Ritmi circamensili: Lachesis, Magnesia muriatica: C.; Nux
vomica, Sepia.
Ogni sei settimane: Arsenicum album, Magnesia muriatica.
Ogni 2 mesi: Thlaspi bursa pastoris: mestruazioni abbondanti e dolorose, a mesi alterni, cioè ogni due cicli.
Ogni 6 mesi: Stramonium: Dis. nervosi ad ogni equinozio.
VII. RITMO LUNARE DI 28 GIORNI
Questo ritmo di 28 giorni e i suoi sottomultipli di 7, 14 e 21
giorni, corrisponde alle quattro fasi della luna; il ciclo femminile comporta quattro periodi di 7 giorni, che non coincidono
necessariamente con il ritmo lunare, altrimenti le donne sarebbero regolate tutte lo stesso giorno! Alcune donne presentano la Sindrome del 14° giorno, al momento dell’ovulazione (→ Mammella, § 2).
1. Aggravamento durante la luna nuova: Alumina: Prurito
anale causato da vermi intestinali; Calcarea carbonica: Spasmi; Causticum: Spasmi, Epilessia; Cina: T., Vermi intestinali; Crocus sativus: Emorragia uterina; Cuprum metallicum:
Spasmi, Convulsioni; Kali bromatum: Incubi, C., Epilessia,
Nervosismo; Sabadilla: Vermi intestinali; Silicea, Staphysagria: Nervosismo, Vermi.
2. Aggravamento nel periodo di luna crescente.
Arnica: Pletora venosa; Arsenicum album: Nervosismo; Cle137
BIORITMI
matis erecta: Der.; Iodum, Kali bromatum, Natrum carbonicum, Silicea: Nervosismo, Vermi; Staphysagria: Nervosismo,
Vermi; Sulfur.
3. Aggravamento durante la luna piena: Alumina: Der., Prurito anale causato dai vermi; Antimonium crudum: Emotività
e sensibilità accresciute al chiaro di luna; Bovista: Der., Eruzioni; Calcarea carbonica: Spasmi; Cina: Incontinenza di
urina, Dis. vari causati dai vermi intestinali, T.; Crocus sativus: Emorragia uterina; Cuprum metallicum: Convulsioni,
Epilessia; Hydrocyanicum acidum: Spasmi; Natrum carbonicum, Natrum muriaticum, Phosphorus, Psorinum, Rana
bufo: Epilessia; Sabadilla: Vermi intestinali; Sepia; Silicea;
Spongia; Staphysagria: Nervosismo, Vermi intestinali; Sulfur; Thuja: Dis. provocati dalla luce della luna.
4. Aggravamento nel periodo di luna calante.
Daphne indica: Dol.; Dulcamara; Iodum: Nervosismo;
Phytolacca: → Mammella, § 4; Thuja.
VIII. RITMO CIRCANNUALE
Ritmo annuale di 12 mesi; si tratta del temperamento dell’uomo, misurato dalle stagioni, che corrisponde alla durata della rotazione della Terra attorno al Sole.
1. Aggravamento in Primavera.
Allium cepa: Dis. respiratori; Ambra grisea; Antimonium
tartaricum; Belladonna; Bromum: Dis. respiratori; Calcarea phosphorica: Reumatismi cronici; Chelidonium: Dis. epatici; Cina: T.; Crotalus: Dis. epatici, Reumatismi; Dulcamara: Reumatismi; Gelsemium; Iris: Dia., Dis. epatici; Kali bichromicum: Dis. respiratori cronici, Reumatismi cronici; Kali
sulfuricum: Der., Reumatismi; Psorinum: Der.; Rhus tox: Der.;
Rhododendron: Dol.; Sarsaparilla: Der.; Sticta pulmonaria: Dis. respiratori; Taraxacum: Dis. epatici; Tuberculinum:
Der.; Urtica urens; Veratrum album.
2. Aggravamento in Estate.
Aethusa cynapium: Dia.; Aloe: Dia.; Alumina; Ambrosia: Dia.;
Antimonium crudum: Astenia; Argentum nitricum: Dis. nervosi; Belladonna; Bovista: Acne, Der., Dia.; Bryonia; Carboneum sulfuratum; Carbo vegetalis; China: Dia.; Chionanthus: Dis. epatici; Cinnabaris: Der.; Colchicum: Dia.;
Croton tiglium: Dia.; Cuphea: Dia.; Fluoricum acidum: Nervosismo; Gelsemium: Nervosismo; Glonoin: Aggravamento del temperamento congestivo; Graphites: Acne, Der.; Gratiola: Dia.; Iodum: Nervosismo; Kali arsenicicum: Dia.; Kali
bichromicum: Der., Dia.; Kali bromatum: Astenia; Lachesis:
Der., aggravamento del temperamento congestivo; Mercurius solubilis: Dia.; Mezereum: Der.; Natrum carbonicum:
Astenia, Dis. digestivi; Natrum muriaticum: Astenia; Podophyllum: Dia.; Pulsatilla; Sarsaparilla: Acne, Der.; Selenium: Astenia, Der.; Sulfur: Der.; Sulfur iodatum: Der.
3. Aggravamento in Autunno.
Antimonium tartaricum: Dis. gastrointestinali e respiratori;
Calcarea carbonica; China: A., Dis. gastrointestinali; Cina:
T.; Colchicum: Dia., Dol.; Dulcamara; Iris: Dia., Dispepsia;
Kali bichromicum: Dis. gastrointestinali e respiratori, Reu138
matismo cronico; Lachesis: Dis. circolatori; Mercurius corrosivus: Dia.; Mercurius solubilis; Rhododendron: Dol.;
Rhus tox: Dol.; Stannum: Dis. respiratori; Stramonium; Tuberculinum: Der.; Veratrum album: Dia., Dis. gastrointestinali.
4. Aggravamento in inverno.
Aconitum; Agaricus: Der.; Aloe; Alumina: Der. secche; Ammonium muriaticum: Dis. respiratori; Antimonium tartaricum: Dis. polmonari; Antimonium sulfuratum aureum: Dis.
respiratori, T.; Arsenicum album; Aurum metallicum: Dol.,
Ipertensione, Reumatismi, Dis. respiratori; Belladonna; Calcarea carbonica: Dis. respiratori; Causticum: Dol.; Cistus
canadensis: Der.; Dulcamara: Der., Dol., Reumatismi; Ferrum metallicum; Fluoricum acidum; Hepar sulfur: Suppurazioni croniche, Dis. respiratori; Hypericum: Dol.; Ipeca: Dis.
respiratori; Kali bichromicum: Dol.; Kali carbonicum: Dis.
respiratori; Lippia mexicana: T.; Luesinum; Manganum,
Moschus, Mezereum: Dol.; Nitricum acidum: Dis. respiratori
cronici; Nux moschata; Petroleum: Screpolature, Der.; Phellandrium: T.; Psorinum: Der.; Rhus tox: Der., Dol., Reumatismi; Rumex: T., Tracheite; Silicea; Stannum: T.; Sticta pulmonaria: Dis. polmonari; Viola tricolor: Der.; Viscum album.
IX. MOMENTI e PERIODI di MIGLIORAMENTO
Abbiamo raccolto gli orari e l’epoca di apparizione dei disturbi, del loro aggravamento e della loro periodicità.
L’elenco dei miglioramenti non offre le stessa precisione poiché l’attenuazione di un dolore, il miglioramento di un disturbo non iniziano in modo netto come una crisi d’asma, una
cefalea o un attacco febbrile.
1. Miglioramenti giornalieri e stagionali.
Dopo il sonno: Avena sativa, Arsenicum album, Caladium,
Carbo vegetalis, Colchicum, Kreosotum, Mephitis putorius,
Mercurius solubilis, Nux vomica (sonno non interrotto o
anche semplice siesta), Phosphoricum acidum (astenia),
Phosphorus, Sanguinaria (Epatismo, Menopausa), Sepia
(dopo sonno prolungato).
Il mattino: Calcarea carbonica (dopo colazione), Cantharis, Collinsonia, Kali carbonicum (dopo colazione), Kreosotum, Mercurius solubilis, Phosphorus, Sepia, Zincum
(astenia).
Durante la giornata: Apis, Hyoscyamus niger, Kali carbonicum, Luesinum.
La sera: Agaricus, Anacardium, Arnica (affezioni acute),
Borax, Cistus canadensis, Graphites, Ignatia, Lobelia inflata, Lycopodium (dopo le ore 20), Myrtus communis (dolori intercostali), Nux vomica (dalla sera a mezzanotte), Podophyllum.
La notte: Argentum nitricum, Borax, Cantharis, Medorrhinum (e fin dall’avvicinarsi della notte).
Dopo mezzanotte: Lycopodium.
Estate: Alumina (dermatosi), Aurum metallicum (reumatismi), Calcarea phosphorica, Ferrum metallicum, Petroleum
(screpolature, eruzioni secche, diminuzione della freddolosi-
BIOTINA
tà), Psorinum (dermatosi, eruzioni, diminuzione della freddolosità), Silicea (diminuzione della freddolosità).
2. Orari speciali di miglioramento terapeutico.
Alcuni medici omeopati hanno segnalato i momenti più adatti per la somministrazione del rimedio indicato per il paziente;
probabilmente entra in causa l’ “orologio biologico” proprio
del rimedio. E così, il dr. Chavanon ha segnalato che l’azione
terapeutica di Rhus tox. È migliore se preso al risveglio e alle
ore 14, quella di Causticum al risveglio, quella di Ferrum
phosphoricum alle ore 17 e soprattutto quella di Arsenicum
album alle ore 18.
Il dr. Dufilho (nella sua Geografia omeopatica) consiglia di
somministrare Ghiandola sessuale al mattino, Pancreas a
mezzogiorno e Surrenale la sera.
Il dr. Voisin ha notato l’azione più efficace di Ricinus e di
Myrica cerifera alle ore 16 (epatite); di Anacardium al risveglio e nella mattinata (disturbi dispeptici).
X. CONCLUSIONI E PROSPETTIVE
Riassumendo, oltre ai ritmi biologici dell’uomo in buona salute, esistono ritmi speciali che riguardano la malattia, il malato (che non è un robot e che con il proprio orologio biologico reagisce a suo modo) e il rimedio.
1. In Allopatia, nel corso del ritmo circadiano, ciascun paziente passa attraverso un periodo di più grande sensibilità
o vulnerabilità ai rimedi allopatici; abbiamo già segnalato
certi antiistaminici ma bisognerebbe citare qualche ormone,
l’acetilcolina, la prolattina, la popolare aspirina (il cui effetto
sembra più duraturo se presa alle ore 7 piuttosto che alle ore
19), certi corticoidi, ecc.
Come scrive Gay Gaer Luce: “... Il medico non dispone di
nessuna indicazione per quanto riguarda le ore di riposo o di
attività durante le quali l’azione del prodotto è più efficace, o
i momenti in cui una forte dose rischia di essere tossica”.
Tuttavia, lo studio dei ritmi biologici adesso è ben avviato e
numerose questioni ancora non chiarite saranno risolte in
avvenire.
Alain Reinberg va ancora più lontano e pensa che i pazienti
sapranno rilevare, in determinate ore della giornata, i ritmi del
loro corpo (o autometria): temperatura, apparizione e periodicità dei dolori, con il loro acme, il volume della secrezione
urinaria, le modificazioni del carattere (depressione o attività, ecc.), per informarne il medico.
Ma c’è ancora di più, poiché sarà necessario effettuare delle
ricerche sugli stessi rimedi. È così che Lyall Watson, nella
sua Storia naturale del Soprannaturale, ci fa conoscere
l’esperienza riportata da A. Fype, in Luna e Piante: “Esiste
un’antica tradizione secondo la quale si può preparare a partire dal vischio un rimedio contro il cancro, ma la sua efficacia dipende completamente dal momento in cui la pianta viene raccolta. “Un istituto svizzero di ricerca sul cancro ne ha
recentemente fatto la prova effettuando settantamila esperi-
menti su parti della pianta, raccolta con intervalli di un’ora, di
giorno e di notte.
Sono stati analizzati gli elementi costitutivi, è stato misurato
il grado di acidità, è stato provato l’effetto di tutte le preparazioni su topi bianchi. Non si è ancora scoperto un trattamento per il cancro ma si è constatato che le proprietà della pianta differivano totalmente non solo in rapporto all’ora locale e
alle condizioni meteorologiche, ma anche rispetto a fattori
extra-terrestri, come la fase lunare o il sopraggiungere di
un’eclissi. Niente resta simile da un istante all’altro”.
2. In Omeopatia, il problema è molto differente, perché la
conoscenza di numerose modalità orarie o stagionali guida
già il medico.
D’altra parte, la scelta del rimedio è fatta, in partenza, secondo i sintomi presentati dal paziente e non secondo l’etichetta della malattia.
Per un medico omeopata, Rhus tox. corrisponde ad un reumatico e non al reumatismo articolare in generale, mentre per
un allopata il fenilbutazone o l’aspirina evocano soltanto il
reumatismo.
È certo comunque che se un rimedio omeopatico prescritto
è veramente quello che conviene al malato, allora esso
agirà, allevierà, guarirà, qualunque sia l’ora di somministrazione (soprattutto per quanto riguarda le malattie acute).
Ma potrebbe agire ancora meglio all’ora “ottima” (specie per
quanto riguarda una cura di lunga durata o una malattia cronica).
Non ci stancheremo di ripetere che gli omeopati seguono la
legge di similitudine per prescrivere una terapia e non vengono asserviti dalla moda passeggera di un nuovo “farmaco
miracoloso”.
Rimane la questione della quantità, della posologia. Citiamo
un’ultima volta Alain Reinberg: con la sua onestà scientifica,
egli scrive che “l’interesse della cronoterapia non è tanto
quello di aumentare l’efficacia di un farmaco o di una terapia
strumentale per mezzo della scelta dell’ora in cui deve essere
effettuata, ma piuttosto di ridurre la posologia e di diminuire
gli effetti secondari “indesiderati, addirittura nocivi” (il
corsivo è nostro; ma senza volerlo, quale conferma dei pericoli della chemioterapia moderna!).
Il lettore sa che i nostri rimedi omeopatici (in 4, 5, 7, 9CH e
oltre) sono ultradiluiti, non pericolosi ma efficaci, contrariamente a numerosi rimedi allopatici efficaci ma molto spesso
pericolosi (→ Iatrogena, Malattia).
Ciò non vuol dire che non si debba rimettere in discussione
quanto fino ad oggi acquisito e fare nuove ricerche. Alla luce
degli studi moderni sui ritmi biologici va approfondito un
capitolo di questa “medicina umana”, secondo l’espressione del dr. Léon Vannier, che è anche, secondo il titolo di
un’opera del dr. Demarque, una “medicina dell’esperienza”.
BIOTINA
→ VITAMINE (Vit. H).
139
BIRRA
BIRRA
1. Disturbi dopo ingestione di birra (cefalea).
Kali bichromicum 5CH, Nux vomica 5CH, Cocculus 5CH,
Rhus tox. 5CH, 2 gr. di ciascuno, a un’ora di intervallo.
2. Se diarrea, → Diarrea acuta.
Piccolo consiglio pratico: evitare di bere birra dopo avere
mangiato frutta (soprattutto ciliegie).
Attenzione a consumare birra in certi paesi (soprattutto Belgio, Canada, Stati Uniti), in cui certi birrai aggiungono talvolta solfato di cobalto per ottenere, versandola, una schiuma
più bella. Se il consumatore ne beve molta, faccia attenzione
ai disturbi cardiaci!
BISSINOSI
→ Pneumopatia da inalazione di antigeni organici, § 2.
BLASTOMICOSI (o COCCIDIOIDOMICOSI)
Malattie umane e animali indotte da diverse specie di funghi
patogeni riuniti sotto il nome di Blastomyces.
1. Blastomicosi nord-americana o Malattia di Gilchrist.
Micosi grave causata da Blastomyces dermatiditis o Scopulariopsis americana, riscontrata in America del Nord e in
Africa.
La malattia assume forme cutanee (lesioni verrucose in placche sulla fronte, le mani e i piedi) e delle forme viscerali (fegato, milza, rene, ossa, polmoni soprattutto), simili alla tubercolosi e al cancro.
Trattamento in ambiente ospedaliero (Fungizone). Come trattamento di fondo, usare i rimedi della voce Micosi.
2. Blastomicosi sud-americana o blastomicosi brasiliana,
o Malattia d’Almeida, o Malattia di Lutz-Splendore-Almeida.
Micosi grave causata da Blastomyces brasiliensis, riscontrata in America centrale e in America del Sud.
La malattia inizia con ulcerazioni nella bocca, lingua, tonsille,
poi vi sono attacchi polmonari, intestinali, epatici, splenici.
Trattamento in ambiente ospedaliero (Fungizone).
3. Blastomicosi europea, → Criptococcosi.
4. Blastomicosi da funghi del genere Candida, → Candidosi.
BLEFARITE
I. Infiammazione del bordo libero della palpebra, gonfio e
rosso, che può assumere forme diverse (eritematosa, squamosa, crostosa) tra le quali la più comune è la blefarite ciliare,
in cui le ciglia aderiscono le une alle altre e talvolta cadono.
Da non confondere con l’orzaiolo, che è un foruncolo delle
ciglia.
La blefarite è un’affezione benigna ma spesso tenace.
II. Cause.
La blefarite può accompagnare un’affezione cutanea: Ecze140
ma, Impetigine, Sifilide (spesso è in causa una Stafilococcia),
o può sopravvenire in occasione di una malattia infettiva
(Difterite, Influenza, Morbillo, Scarlattina, Varicella, ecc.), di
una Parassitosi (Scabbia, Pitiriasi, ecc.), di una Micosi (nelle
forme che si trascinano), di un’Allergia (nelle forme recidivanti).
Nell’adolescente, pensare ad un’Acne rosacea, nel momento della pubertà, poiché in questo periodo certi fattori ormonali possono entrare in gioco.
In tutti, curare eventualmente: Corizza, Congiuntivite (spesso concomitante), Dacriocistite, far correggere i vizi di rifrazione. Trattare lo stato generale: linfatico, artritico, i fattori
metabolici, tossici, allergici. Può esservi una causa professionale. Pensare, in una donna, che la sua apparizione può
essere provocata dall’uso di matite per gli occhi o rimmel.
III. Trattamento della blefarite acuta.
Euphrasia 4CH, Belladonna 4CH, Apis 4CH, 2 gr. di ciascuno
2 v. al dì.
Mercurius corrosivus 5CH, Graphites 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
Bellaplex, 3 gr. 3 v. al dì.
Dr. Reckeweg Cineraria maritima collirio, 1-2 gtt. per occhio 3-5 v. al dì.
Lozioni con un infuso di Fiordaliso al 10% o di Camomilla (2
o 3 fiori per una tazza di acqua bollente che si lascerà raffreddare), o collirio Euphrasia D3, 2 gtt. per occhio 2 v. al dì (o
altro collirio consigliato dal medico).
IV. Trattamento della blefarite cronica.
1. Euphrasia 4CH, Apis 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
IL 6 4CH, 20 gtt. 2 v. al dì.
Defedril, 20-40 gtt. o 1 cpr 2-3 v. al dì.
Intercalare:
Graphites 5CH, Pulsatilla 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì i
giorni pari.
Staphysagria 5CH, Argentum nitricum 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì i giorni dispari.
Dr. Reckeweg Cineraria maritima collirio, 1-2 gtt. per occhio 2-3 v. al dì.
Lozioni e colliri, v. III. In caso di blefarite marginale seborroica o blefarite superinfetta, con forte congiuntivite, consultare l’oculista. Vitamine A, C, → VITAMINE.
2. Se si tratta di un bambino troppo grasso, pallido, rachitico,
con ipertrofia linfoghiandolare, con disturbi digestivi, aggiungere: Calcarea carbonica 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
4. Se vi è adesione dell’angolo delle palpebre, al risveglio,
con deposito biancastro, aggiungere: Silicea 5CH, 2 gr. 1 v.
al dì.
IV. In tutti i casi:
Evitare di leggere o di scrivere con illuminazione artificiale,
BORAX VENETA
luce troppo intensa, sole molto forte (portare lenti affumicate
o filtranti); evitare la polvere, il fumo. Eliminare alcol, caffè,
tabacco, i formaggi fermentati, → Dieta ipotossica. Se il paziente è un bambino (che porta spesso le mani alle palpebre)
lavargli spesso le mani e il viso.
BLEFAROPTOSI
→ Ptosi.
BLEFAROSPASMO
Contrazione spastica del muscolo orbicolare della palpebra.
Può essere permanente (b. tonico) o caratterizzato da ammiccamento rapido e ripetuto (b. clonico).
Zincum muriaticum 5CH, Magnesia phosphorica 5CH, Codeinum 5CH, Agaricus 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
VITAMINE: B1, B2, B6, → VITAMINE.
BLENORRAGIA
→ Uretrite, I, § 1-4.
BOCCA
1. Infiammazione, → Glossite e Stomatite.
2. Bocca asciutta, → Asialia.
3. Ipersalivazione, → Salivazione, § 1-5.
BOCCA-MANI-PIEDI (Sindrome)
→ Stomatite, II, § 4.
BOLO ISTERICO
1. Se semplice sens. passeggera di “bolo che risale in gola”
o che si ferma nella laringe.
Ignatia 5CH, 2 gr. al risveglio.
Hyoscyamus niger 5CH, Asa foetida 5CH, 2 gr. un giorno
l’uno, un giorno l’altro.
Pulvised, 1 cp. 2-3 v. al dì.
BFX-CR 9, il contenuto di 1 cps 2-3 v. al dì.
BFX-Stramonium, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
Zincoval, 10-15 gtt. o 3-5 gr. 2-3 v. al dì.
2. Se più grave, nevrosi, → Isteria.
3. Trattare: Disturbi digestivi, cardiovascolari, respiratori, ecc.
BORAX VENETA (M. M.)
Borato di sodio – Na2B4O7 10H2O
Azione fisiologica
Le lesioni che Borax provoca sono poco profonde, le
mucose digestive e genitali sono semplicemente toccate
e sono caratteristiche soltanto le afte e la dismenorrea
membranosa.
Al contrario, i segni soggettivi, sensitivi e sensoriali occupano nella sua patogenesi un posto importante: ansia, iperestesie particolari, agitazione.
Modalità
Aggravamento: con il movimento di inclinazione verso
il basso, con il rumore improvviso, anche leggero, con il
tempo umido e freddo.
Miglioramento: con la pressione; dopo la defecazione.
Lateralità: destra.
Caratteristiche
1. Il timore di ogni movimento in avanti: discesa da una
scala, da una montagna, del movimento in discesa di un
ascensore, che invece può essere preso senza inconvenienti in salita. In seguito, non può essere sopportato
nessuno movimento oscillatorio: barca, sedia a dondolo. Il bambino grida appena lo si inclina per coricarlo:
letteralmente urla e si aggrappa se lo si vuole dondolare
o cullare.
2. Iperestesia di tutti i sensi e soprattutto dell’udito; il
più piccolo rumore, specie quello che si manifesta bruscamente in modo acuto: grido, starnuto, sparo, sfregamento di un fiammifero, colpo di clacson… determina
nel soggetto, in particolare nel bambino, un accesso di
paura e ansia.
Ansia che aumenta fino alle ore 23, momento in cui scompare improvvisamente.
3. Afte nella bocca e sulla lingua. Herpes labiale e genitale, coesistente con le afte (Nat-m., Rhus-t.).
4. Il lattante rifiuta il seno o il biberon.
5. Il bambino grida prima di urinare (perché sa che la
minzione sarà dolorosa) e mentre urina.
6. Leucorrea densa, albuminosa, che dà la sensazione
“come se dell’acqua calda scorresse sulle cosce”, intermestruale.
7. Sensazione di tela di ragno sul volto, presente unicamente sul lato destro.
8. Dolore nella mammella del lato opposto, allattando.
Dolori: acuti e lancinanti: generalmente peggiorati dal
tempo umido e freddo e sempre alleviati dalla pressione.
Feci: la diarrea accompagna in genere le afte, le feci sono
“frequenti, molli, giallo chiaro, schiumose”.
Mestruazioni: anticipanti, molto abbondanti e molto dolorose, sempre precedute dalla caratteristica leucorrea.
Indicazioni principali
Stomatite dei lattanti: afte, bocca dolente (stomatite da
secchezza: Bryonia; da salivazione: Mercurius; da flogosi: Arum).
Diarrea polposa, di cattivo odore, dei bambini; le feci
contengono sempre muco; insieme alla diarrea è presente un’infiammazione aftosa.
Dismenorrea membranosa: Dolori lancinanti negli inguini durante il flusso.
Sterilità dovuta a una leucorrea cronica.
Raucedine: un pezzo di borace, grosso quanto un pisello, disciolto in bocca, agisce in modo magico restauran141
BORNHOLM
do la voce, in caso di improvvisa raucedine provocata
dal freddo.
Epilessia.
Pleurodinia, con piccole fitte attraverso il petto nella
parte superiore destra del torace.
Tosse violenta, con attacchi al mattino alzandosi o la
sera coricandosi, con espettorazione di muco che il gusto e l’odore di muffa, che accompagna un dolore vivido
nella parte superiore destra del torace (Kali carbonicum).
BORNHOLM (M. di)
→ (Mialgia epidemica)
BORRAGO OFFICINALIS L.
(Borragine) Famiglia Borraginacce
• Generalità - Pianta annuale con radice sottile e ramificata; fusto carnoso, alto fino a 60 cm, recante peli lunghi e
rigidi.
• Parti usate - Foglie, fiori, porzione aerea della pianta.
• Principi attivi - Antociani, mucillagini, resine, nitrati di
potassio.
• Proprietà terapeutiche - Emollienti, tossifughe, espettoranti, diuretiche, diaforetiche, depurative, antireumatiche, antinfiammatorie.
Indicazioni, preparazioni e dosi
Uso interno (emolliente, espettorante e sedativo della
tosse):
Infuso (diuretico e depurativo):
Borragine - fiori (o le sommità fiorite)
1,5 g
acqua bollente
100 ml
Dosi: 3-4 tazzine al giorno all’occorrenza.
Tintura vinosa:
Borragine - fiori (o le sommità fiorite)
3g
Vino bianco
100 ml
Macerazione per 5 giorni.
Dosi: 2-3 bicchierini al giorno.
Decotto:
Borragine - foglie
2g
acqua
100 ml
Dosi: 2-3 tazzine al giorno lontano dai pasti.
Uso esterno
(emolliente, lenitivo, antipruriginoso delle mucose boccali e della pelle):
Infuso:
Borragine - fiori, foglie, parte aerea della pianta 5 g
Acqua
100 ml
Modalità d’uso: lavaggi, sciacqui boccali; compresse
imbevute di infuso da applicare sulle parti interessate.
Uso cosmetico (Per pelli impure e irritate):
Borragine - fiori e foglie: una manciata nell’acqua del
bagno.
142
BORRELIOSI
→ Febbre ricorrente.
BORSITE
Ruxe, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
BFX-CR 14, il contenuto di 1 cps 2-3 v. al dì.
→ Igroma.
BOTRIOCEFALOSI
→ Parassitosi autoctone ed esotiche, I e II, § 7.
“BOTTONE”
Aspettando una definizione precisa, localmente pulire con
Eau de Philae, poi Pomata alla Calendula.
Dieta, → Eczema, V.
Non spremere mai i “bottoni” e non tirare le croste.
BOTTONE D’ALEPPO
(o BOTTONE di BISKRA, o d’ORIENTE o del NILO, o di
GAFSA, o di DEHLI, o ULCERAZIONE del SAHARA)
→ Leishmaniosi, § 1.
BOTTONE DA CALORE
→ Miliaria.
BOTTONE DA FEBBRE
Herpes catameniale che sopravviene nel periodo delle mestruazioni (all’estremità cutaneo-mucosa delle labbra, o sul
bordo delle narici, o sul mento) e che è la disperazione di
molte donne. Soprattutto non spremere i bottoni. → Herpes.
BOTTONE D’OLIO (o ELAIOCONIOSI)
Usare i rimedi dell’Acne. Lozioni sgrassanti, → Seborrea.
Malattia professionale che può colpire i fresatori, i pressatori, gli operai della tessitura dal lino, del cotone, ecc.
Profilassi: Sorvegliare la pulizia delle tute da lavoro, lavarsi
bene le mani prima
lasciare l’atelier, ecc.
BOTULISMO
→ Intossicazione alimentare, IV.
BOUCHET (M. di)
→ Leptospirosi, § 3.
BOUILLAUD (M. di)
→ Reumatismo articolare acuto.
BOUVERET (M. di)
→ Tachicardia, § 2.
BOWEN (M. di)
Epitelioma intraepidermico a cellule squamose, a lenta evoluzione, che si presenta come una placca irregolare, ricoperta
BRIVIDO
da squame o croste e che si estende soprattutto sul piano
superficiale. Necessaria l’exeresi chirurgica.
Thuja 5 e Arsenicum album 5CH, 2 gr. di ciascuno 2 v. al dì.
Thuja 9CH, 1 dose, 1 v. la settimana.
Se ulcerazione: Calendula T. M., pomata, localmente 2-3 v. al
dì.
BOXE
→ Ascesso, § 5; Encefalite, § 1; Parkinson, § 3.
BRACCIO
→ Brachialgia, Cervicalgia, Cervicoartrosi, Gomito.
BRACHIALGIA
1. Dolori delle braccia e del plesso brachiale (fatica, ecc.).
Colchicum-Iris, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì,
BFX-CR 13, il contenuto di 1 cps 2-3 v. al dì.
Arnica 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Actea racemosa 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
2. Dolori nevralgici, nevralgia brachiale.
Dr. Reckeweg R 11, 10 gtt. ogni1 ora; a miglioramento somministrare 10-15 gtt. ogni 2-3 ore.
Magnesia phosphorica 5CH, Kalmia latifolia 4CH, 2 gr. di
ciascuno, 2 v. al dì, alternando i tubi.
3. Dolori reumatici del braccio.
Ai rimedi del Reumatismo, aggiungere:
Rhododendron ferrugineum 5CH, 2 gr. 2 v. al dì.
4. Nei tre casi precedenti, tener conto delle localizzazioni
elettive.
a) Se localizzazione netta al braccio sinistro, aggiungere:
Rhodium metallicum 5CH, Carduus marianus 4CH, 2 gr. 1 v.
al dì.
N.B. – Non prendere per reumatismo quello che spesso può
essere un “campanello d’allarme”, il sintomo iniziale rivelatore di un’affezione cardiaca (angina pectoris, infarto del miocardio).
b) Se localizzazione netta al braccio destro, aggiungere:
Ferrum muriaticum 5CH, Sticta pulmonaria 5CH, 2 gr. di
ciascuno, 1 v. al dì.
c) Se localizzazione netta all’avambraccio destro, aggiungere:
Viola odorata 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
5. Se nevralgia cervico-brachiale (nuca e braccio), → Cervicalgia; se sono colpite le vertebre cervicali, → Cervicartrosi.
BRACHIBASIA
Anomalia della marcia: il soggetto cammina a piccoli passi.
Aspettando il consulto del neurologo, usare i rimedi dell’Abasia.
BRADICARDIA
Nella bradicardia sinusale, il ritmo cardiaco medio è inferiore
alle 60 pulsazioni al minuto e scende raramente al di sotto
delle 50. Ne esistono forme passeggere: infezioni (Orecchioni, Febbre tifoide, Reumatismo articolare acuto), intossicazioni (digitalina, chinidina, botulismo, ecc.), convalescenze
dopo malattie infettive, ittero da ritenzione, ecc.; forme permanenti: bradicardia costituzionale, familiare, Litiasi intestinale, Enterocolite, Costipazione cronica, Ulcera del duodeno, Vagotonia, ecc.; vi è una forma più grave da dissociazione atrio-ventricolare, nella quale il polso ha un ritmo di 40
pulsazioni al minuto con parossismi a 30, a 20 (Malattia di
Adams-Stokes).
1. Trattamento essenzialmente provvisorio:
Vinicard au cascarilla Lehning, 1 cucchiaio, dopo i pasti.
Digitalis purpurea 4CH, Kalmia latifolia 4CH, Bryonia 5CH,
2 gr. 1 v. al dì.
VITAMINE: A, B1, → VITAMINE.
2. Se bradicardia con dolori toracici, aggiungere:
Iberis amara 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
3. Se bradicardia con convulsioni, aggiungere:
Cicuta virosa 4CH, 2 gr. 3 v. al dì.
4. Se bradicardia in un epatico, aggiungere:
Chelidonium majus 4CH, Myrica cerifera 4CH, 2 gr. 1 v. al
dì.
5. Se bradicardia in un dispeptico, aggiungere:
Abies nigra 4CH, 2 gr. 1 v. al dì.
6. Se bradicardia dopo eccessi alcolici, aggiungere:
Lupulus humulus 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
7. Riposo fisico, o almeno riposo relativo. Evitare i viaggi in
aereo. Dieta alimentare leggera e non eccitante, declorurata
(→ Sodio).
8. Far curare la causa predisponente: Reumatismo articolare
acuto, Sifilide, Ittero, Convalescenza dopo malattie infettive
e, nelle forme croniche (polso lento permanente o Malattia di
Adams-Stockes) l’Aterosclerosi.
BRILL (M. di)
Usare i rimedi della Febbre bottonosa.
BRILLANTINA (Acne da brillantina a base di olio
minerale mal raffinato)
Usare i rimedi dell’Acne giovanile.
BRIVIDO
Tremore involontario, irregolare degli arti, che si accompagna spesso a battito di denti e “pelle d’oca”. È una reazione
di difesa che tende ad accelerare la circolazione periferica per
riscaldare il corpo.
143
BROCQ-DUHRING
1. Brivido di freddo, → Raffreddamento.
2. I brividi si riscontrano in numerose affezioni febbrili: Febbre; Influenza (nella quale i brividi, all’inizio della malattia,
sono ripetuti, ma spesso poco intensi); Setticemie (i brividi
si verificano ogniqualvolta c’è un’immissione di microbi nel
sangue); trauma molto violento, certe Diarree; Emorragia grave, ecc. I brividi abituali richiedono il trattamento della causa.
3. Se si tratta di un brivido unico e prolungato, che dura
mezz’ora o più, può indicare un attacco di Paludismo, Polmonite, Scarlattina, ecc.
Tosse crupale, con accessi improvvisi di soffocazione.
A proposito delle sottomascellari: l’azione secondaria
di Bromum si manifesta su tutte le linfoghiandole e
ghiandole, specie a sinistra e particolarmente sul testicolo e ovaio.
Una terza azione si manifesta sul cervello e il midollo
spinale: azione depressiva. Con i seguenti sintomi:
allucinazioni nell’oscurità;
vertigini alla vista dell’acqua che scorre;
emicrania a sinistra che appare verso le ore 15-16;
sensazione di tela di ragno sul volto.
BROCQ-DUHRING (M. di)
→ Dermatite polimorfa dolorosa.
Altre caratteristiche
Migliora al mare, specie l’asma (Nat-m., Med.).
Migliora andando a cavallo e in auto.
BROMIDROSI
→ Traspirazione, Odore corporeo.
BROMUM (M. M.)
Il bromo - L’elemento (Br2 )
Se respirato del Bromo apprenderete a vostre spese che
questo rimedio conviene alle infiammazioni acute e brutali delle vie respiratorie superiori, poiché determinerà
immediatamente e quasi contemporaneamente: lacrimazione, corizza, tosse e soffocazione.
Il bromo agisce violentemente sulle mucose delle vie
respiratorie superiori.
Mucosa nasale
Corizza. Lo scolo escoria le ali del naso e il labbro superiore, le narici sono escoriate e crostose (Arsenicum Album, Causticum).
Mucosa faringea
Infiammazione acuta della faringe che è rossa e gonfia
con dolore di piaga a vivo o di corpo estraneo fra i pilastri. Da ciò uno sbuffare continuo e una penosa deglutizione.
Le ghiandole sottomascellari e parotidi, specie a sinistra, sono aumentate di volume, dure come pietra e indolori.
Mucosa laringea
È un rimedio del crup: false membrane nella laringe e
trachea. Le false membrane di Bromium cominciano a
formarsi nei bronchi, poi nella trachea e laringe; insomma, salgono dal basso verso l’alto, mentre quelle di Lycopodium cominciano al naso e si estendono in basso.
C’è contrazione spasmodica della gola che impedisce di
deglutire e della laringe che impedisce di respirare. Da
ciò soffocazione: il malato parla con difficoltà ed è preso
da crisi parossistiche non appena vuole inghiottire.
144
Altre indicazioni
Noduli tiroidei freddi (Guermonprez).
Diarrea provocata dalle ostriche (Lyc.).
Dismenorrea membranosa (Borax, Lac can.).
Fatti curiosi: questo rimedio a lateralità sinistra è indicato nella tubercolosi dell’apice destro e nell’angina di
petto quando il dolore intorpidente invade il braccio
destro invece del sinistro.
BRONCHIETTASIA
Dilatazione circoscritta o diffusa dei bronchi; può essere diffusa o circoscritta.
Cause: la bronchiettasia a volte è congenita, ma molto più
spesso acquisita (sequele di pertosse, morbillo, bronchite
cronica, infezione della pleura, dei bronchi, dei polmoni, ecc.).
Si distinguono in b. secche (con secrezione bronchiale scarsa o assente), b. umide (abbondante secrezione bronchiale,
talora purulenta), b. follicolare (iperproduzione di tessuto
linfoide follicolare nella parete bronchiale).
Myosotis arvensis D 3, Balsamum peruvianum D 3, Cetraria islandica D 3, Eucalyptus globulus D 3, 10 gtt. della miscela, in parti uguali, 2 v. al dì.
Kali bichromicum 5CH, Arsenicum album 5CH, 2 gr. un giorno uno, un giorno l’altro.
Silicea 5CH, 2 gr. ogni tre giorni.
TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA:
Tartarus-Heel, 1 cp. 2 v. al dì.
Droperteel, 1 cp. 2 v. al dì.
Galium-Heel, 10 gtt. 2 v. al dì.
Fito-gemmo-terapia, → Bronchite cronica.
Docce calde, frizioni con guanto di crine. Proteggersi contro
le infezioni rinofaringee e influenzali. Igiene del naso, della
gola, dei denti.
Tutte le mattine e tutte le sere il paziente libererà i propri
bronchi (drenaggio posturale, cercare la posizione migliore:
BRONCHITE
genu-pettorale, con la testa declive, ecc.). Se possibile, vita
all’aria aperta o in montagna; quanto meno cercare di vivere
in un clima secco.
Alimentazione rimineralizzante, → Convalescenza, § 3.
OLIGOELEMENTI: Manganese-Rame e Zolfo, alternati ogni due
giorni.
Se necessario, cura termale.
BRONCHITE, BRONCHITE CAPILLARE, CONGESTIONE POLMONARE, BRONCOPOLMONITE
I. Bronchite acuta semplice, raffreddore di petto, tracheobronchite.
Bryonia 5CH, 2 gr. ogni ora: con tosse tenace, secca, dolorosa. Stimolo retrosternale. Migliora all’aria fresca; si aggrava in una stanza surriscaldata.
Rumex 5CH, 2 gr. ogni ora: con tosse che peggiora all’aria
fresca. Il malato mette la testa sotto il cuscino per respirare
aria calda. Lo stimolo alla tosse origina dalla gola.
Sticta pulmonaria 5CH, 2 gr. ogni ora: con tosse pruriginosa. Più si tossisce, più aumenta lo stimolo a tossire.
Ammonium carbonicum 5CH, 2 gr. ogni ora: quando dopo
un precedente raffreddore e solletico in gola segue una
tracheobronchite.
Verbascum 5CH, 2 gr. ogni ora: con tosse roca, forte. Raucedine. Laringite iniziale.
Hyoscyamus 5CH, 2 gr. 2 v. al dì e 2 v. prima di andare a letto:
con tosse che peggiora stando sdraiati. Compare spesso
nei bambini come tosse che li disturba principalmente durante il sonno della notte.
Conium 5CH, 2 gr. ogni ora: con tosse secca, pruriginosa
che ha origine nella laringe.
Pulsatilla 5CH, 2 gr. ogni ora: quando una tosse da raffreddamento, in un primo momento secca, fluidifica e viene
espulso catarro giallo.
Coccus cacti 5CH, 2 gr. ogni ora: tosse con catarro che fluidifica difficilmente, è viscoso in maniera non omogenea e
viene espettorato con molta difficoltà.
Causticum 9CH, 2 gr. 3 v. al dì: se assenza di motilità della
muscolatura delle pareti bronchiali, con impossibilità a
espettorare e ristagno del muco, dolori nel petto, perdita
di urine tossendo.
Elisine, 1 cucchiaio 2-3 v. al dì.
BFX-CR 3, il contenuto di 1 cps 2-3 v. al dì.
BFX-CR 8, il contenuto di 1 cps 2-3 v. al dì.
Defedril, 20-40 gtt. o 1 cpr 2-3 v. al dì.
Dr. Reckeweg R 1 e R 6, 15 gtt. di ciascuno, 3 v. al dì.
Sciroppo Mellito Vaillant, 4-6 cucchiai 2 v. al dì.
OLIGOELEMENTI: Rame, 2 v. al dì.
Redoxon o Cebion, 1 cp. al dì.
In mancanza: succhi di frutta ricchi di vitamine A e C (arancia, limone, mandarino, uva, ecc., → VITAMINE).
Una piccola zuppa all’aglio la sera.
TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA
Aconitum-Heel, 1 cp. + Tartephedreel, 10 gtt, alternando i
due rimedi ogni 1-2 ore.
Se da influenza con febbre: Aconitum-Homaccord, 10 gtt.
ogni una/due ore il primo giorno e diradare in seguito.
TERAPIA SANUM:
Notakehl D 5 gocce - 10 gtt. al mattino e 10 gtt. alla sera prima
di coricarsi,
Rebas D 4 supposte - 1 supp. alla sera prima di coricarsi.
In caso di tosse notturna:
Nigersan D 5 gocce - 10 gtt. alla sera prima di coricarsi.
Superata la fase acuta
Citrokehl gocce - 10 gtt. al risveglio per 4 settimane
2. Disinfezione nasale: instillazioni con Dr. Reckeweg R 96
Spray nasale, 1 nebulizzazione per narice 4-5 v. al dì.
Nebulizzazioni nella stanza, più v. al dì, di essenze aromatiche (→ Disinfezione).
3. Bronchite con enfisema, aggiungere:
Antimonium sulfuratum aurantiacum compr. D2, 1 cp. 3 v.
al dì.
Grindelia robusta 4CH, Naphtalinum 4CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Dr. Reckeweg R 48, 15 gtt. 3 v. al dì.
TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA
Cralonin + Galium-heel + Tartephedreel, 8-10 gtt. di ciascuno due v. la dì.
4. Se vi è affaticamento cardiaco, aggiungere al trattamento:
Crataegus oxyacantha 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
5. Nei casi che appaiono gravi subito: Cloruro di Magnesio,
procedere come per le angine.
6. Consigli pratici: Riposo a letto, finché c’è febbre. Revulsione toracica (ventosa, ovatta Termogene, cataplasmi, senapismi, pediluvi molto caldi).
Per quanto riguarda i bambini molto piccoli, non lasciarli coricati troppo a lungo nella culla o nel letto. Se si tratta di un
lattante, prenderlo in braccio ogni tanto e farlo passeggiare
nella camera (temperatura da 16° a 18°) dove sarà rinnovata
l’aria (evitando il raffreddamento dell’ambiente).
Se bronchite a carattere normale (febbre elevata, difficoltà
respiratorie, fitta toracica, ecc.), chiamare subito il medico,
può trattarsi di una congestione polmonare, di una polmonite, ecc.
II. Congestione polmonare e polmonite acuta.
(Vi è grande brivido prolungato, iniziale soprattutto nell’adulto, temperatura stabile a 40° sin dal primo giorno; rischio di
collasso cardiaco nell’anziano).
145
BRONCHITE CRONICA
1. Ai rimedi del § 1, aggiungere (intercalando):
Veratrum viride 5CH, Arsenicum album 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Sanguinaria 5CH, 2 gr. 2 v. al dì.
Non dimenticare il Cloruro di Magnesio (→ Angina).
Pyrogenium 5CH, 2 gr. all’inizio di ogni brusco rialzo termico.
Dr. Reckevweg R 6, 15 gtt. ogni due ore.
2. In caso di collasso cardiaco, aggiungere:
Naja tripudians 4CH, 2 gr. 1 v. al dì.
3. Malattia del Legionario (Polmonite del Legionario).
a) Polmonite grave che colpì i Reduci americani, nel luglio
1976, in occasione del Congresso di Filadelfia (29 decessi in
pochi giorni). In seguito, il microbo responsabile, Legionella pneumophila, è stata rilevata un po’ ovunque (oltre che
negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, Svezia, Spagna, Italia,
Francia) e in molti luoghi (pavimento delle cantine, letto delle
acque correnti e no, fino ai condotti di climatizzazione).
b) La malattia può assumere sia forme benigne (in questi casi
vi è diminuzione della temperatura verso il settimo giorno)
che forme gravi.
Debutta con uno stato pseudoinfluenzale, con indolenzimento, cefalea, malgrado la febbre alta (39°-41°), brividi, tosse
secca. Talvolta si manifestano disturbi digestivi (nausee, diarrea), confusione mentale. Nei casi molto gravi: difficoltà respiratoria, collasso cardiovascolare.
c) In caso di urgenza, i medici prescrivono, come molto attivi:
Eritromicina e Rifampicina.
III. Broncopolmonite. (C’è febbre alta e irregolare, cianosi,
dispnea).
1. Ai rimedi del § 1, aggiungere:
Tartarus-heel, 1 cp. 3 v. al dì, e non dimenticare il Cloruro di
Magnesio (→ Angina).
Se collasso cardiaco, stessi rimedi che al II, § 2.
2. Comportamento da adottare: Come al I, § 5, revulsioni,
soprattutto sotto forma di impacchi senapizzati. Impacchi
freddi (28°) se chiara ipertermia, o bagni inferiori di 2° rispetto alla temperatura del corpo, per 6'-10', ogni 4 h salvo durante il sonno.
IV. Bronchite capillare del neonato e del bambino piccolo.
(I polmoni sono pieni di rantoli, l’oppressione va sino all’asfissia).
1. Ai rimedi del § 1, aggiungere, intercalando:
Coccus cacti 4CH, 2 gr. quattro v. al dì.
Chelidonium majus 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
Non dimenticare il Cloruro di Magnesio (→ Angina).
146
2. Comportamento da adottare. Bagni tiepidi a 35°-36°, per
5'-10', o lenzuolo umido, o asciugamano di spugna immerso
in acqua a 29°-30°, ricoperto da un altro asciugamano, asciutto, e da una coperta di lana. Cambiare ogni 3 h finché la
temperatura resta al di sopra di 39°. Asciugare bene la pelle
in seguito.
V. Bronchite influenzale, → Influenza.
VI. Pleuropolmonite e Iperemia polmonare.
Rimedi della Congestione polmonare più quelli della Pleurite.
VII. Nel periodo di defervescenza di una di queste affezioni.
Pulsatilla 5CH, 2 gr. 1 v. al dì, per 15 giorni.
Il giorno seguente l’inizio del trattamento:
Sulfur iodatum 5CH, 5 gr. una volta. Otto giorni dopo:
Natrum muriaticum 7CH, una dose. Poi:
VIII. Convalescenza (per recuperare le forze e l’appetito), →
Convalescenza.
N.B. L’incidenza della bronchite e della polmonite, nei primi
anni di vita, è legata al tabagismo dei genitori.
BRONCHITE CRONICA
Alla cura dei sintomi polmonari (tosse, espettorazione) deve
aggiungersi, contemporaneamente, un trattamento eziologico, costituzionale e di drenaggio (i tubercolinici rappresentano l’80% dei casi, gli psorici il 10%, i sicotici e i luetici il
10%). Trattare se necessario: Asma, Gotta, Tubercolosi fibrosa, Allergia, Rinofaringite cronica, Sclerosi polmonare,
Sinusite, Sifilide, ecc. Fare esaminare le fosse nasali da uno
specialista. A titolo provvisorio:
1. Antimonium sulfuratum auranticum compr. D2, 1 cp., 36 v. al dì.
Tosse cronica. Tosse recidivante accompagnata anche da
febbre. Lo zolfo aureo dà sempre nuoni risultati nelle bronchiti croniche e nella predisposizione alla bronchite. Per la
maggior parte i pazienti sono bambini. Eventualmente deve
essere somministrato a lungo.
BFX-CR 8, il contenuto di 1 cps 2-3 v. al dì.
Tartarus-heel, 1 cp. 3 v. al dì (soprattutto se il paziente è un
fumatore).
Sciroppo Mellito Vaillant, 4-6 cucchiai 2 v. al dì.
BioMag Lehning, 1 cp. al risveglio e andando a letto, oppure
Naturorange Mineral, 1 bustina al dì sciolta in un bicchiere
d’acqua...
OLIGOELEMENTI: Manganese-Rame, 3 v. a settimana, per un
lungo periodo e intercalare con Zolfo, 2 v. a settimana, un
mese su tre.
2. Se paresi dei bronchi, paralisi respiratoria, aggiungere:
Antimonium tartaricum 4CH, 2 gr. 3 v. al dì.
BRUXISMO
Senega 5CH, Curare 5CH, Grindelia robusta 5CH, 2 gr. 1 v.
al dì.
3. Trattamento gemmo-organoterapico, complementare del
§ 1.
Alle due formule di drenaggio generale (→ Gemmoterapia, I,
§ 1, a e 2, c), aggiungere:
Corylus avellana, gemme, mac. glic. D 1, da 10 a 20 gtt. in un
po’ d’acqua a pranzo (le gtt. di Betula pubescens vanno prese la mattina, al risveglio).
Polmone 5CH, una supp., la sera andando a letto.
Fegato 5CH, Rene 5CH, una supp., la sera dopo, andando a
letto. Sospendere il terzo giorno e riprendere.
Se c’è dilatazione dei bronchi, aggiungere:
Cuore 4CH, 1 f. per via orale, 3 v. a settimana.
Se c’è inoltre un fattore infettivo, che si manifesta con rialzi
termici, ai rimedi precedenti aggiungere: Juglans regia, gemme, mac. glic. D 1, da 10 a 20 gtt. in un po’ d’acqua, la sera.
4. Evitare il più possibile il cattivo tempo, il vento, l’umidità,
la nebbia, i bruschi cambiamenti di temperatura, le polveri, gli
sforzi fisici. Vivere, se possibile, in una regione a clima secco,
soleggiato. Tabacco rigorosamente vietato.
VITAMINE: A, C, → VITAMINE. Alimentazione semplice, → Dieta ipotossica. Ginnastica respiratoria controllata e lontano
dagli accessi infiammatori.
Disinfezione nasale, nebulizzazioni (→ Bronchite, § 1, 2 e 3 e
Disinfezione).
Se occorre, cura termale.
N.B. Occorre insistere sulla cinesiterapia bronchiale, al fine
di favorire la fuoriuscita delle secrezioni bronchiali. Sotto
controllo medico, il bronchitico deve esercitarsi finché la tosse diventi volontaria, piuttosto che un fenomeno incontrollato. D’altra parte, la percussione del torace aiuta ad eliminare le secrezioni.
TERAPIA SANUM:
Bronchite cronica con frequenti recidive.
Fase acuta
Utilin S D 6 compresse - 1 cp. 2 volte alla settimana
Notakehl D 5 gocce - 10 gtt. mattino e sera
Nel mantenimento per 4-6 settimane a seconda dell’evoluzione:
Notakehl D 5 gocce - 15 gtt. mattino e sera
Nigersan D 5 compresse - 1 cp. al mattino a giorni alterni
Citrokehl gocce - 15 gtt. prima dei pasti
BRONCHITE DEI VECCHI
1. Aspettando la prescrizione dei rimedi sintomatici e di fondo, ai rimedi della Bronchite cronica, aggiungere:
Causticum 5CH, Baryta carbonica 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1
v. al dì.
BFX-CR 8, il contenuto di 1 cps 2-3 v. al dì.
2. Se cianosi permanente delle estremità (naso, labbra, orecchie), aggiungere:
Carbo vegetalis 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
3. Se disturbi cardiaci concomitanti, aggiungere:
Naja 4CH, Laurocerasus 4CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
BRONCOPLEGIA
Paralisi della muscolatura dei bronchi, che diventano inerti,
da cui ingombro dei bronchi per arresto dell’espulsione delle
secrezioni, serio disturbo respiratorio, talvolta grave. Trattare la causa: Intossicazione (da barbiturici, curaro, oppiacei,
tranquillanti, ecc.). Poliomielite a forma respiratoria, Trauma
toracico.
Aspettando il medico, che deciderà se ricoverare il malato:
Curare 9CH, una dose, mezz’ora dopo:
Antimonium tartaricum 4CH, Solaninum 4CH, Ammonium
carbonicum 4CH, Senega 4CH, 2 gr. di ciascuno, ogni mezz’ora, nell’ordine; ripetere.
Se il volto e le estremità sono cianotici e il corpo è freddo,
intercalare Carbo vegetalis 9CH, una dose (o 5 gr.).
BRONCOPOLMONITE
→ Bronchite.
BRONCORRAGIA
Emorragia dei bronchi, → Emottisi.
BRONCORREA
Secrezione patologica e abbondante (chiara o densa) dei bronchi.
Trattare: Asma, Bronchite cronica, Mucoviscidosi, Tabagismo cronico, ecc.
BRUCELLOSI
→ Melitococcia.
BRUCIORE, INFIAMMAZIONE DEL RETTO
→ Rettite.
BRUCIORE DELL’ESOFAGO
→ Esofago, § 1.
BRUCIORE DELLA LINGUA
→ Glossite.
BRUCIORI DI STOMACO
→ Gastrite, Ipercloridria, Ulcera gastrica.
BRUXISMO
Ignatia-Heel, 1 cp. 2 v. al dì.
Tanacet-Heel, 10 gtt. 2 v. al dì.
Se è presente spasmofilia:
Cuprum-Heel, 1 cp. 3 v. al dì.
147
BRYONIA
BRYONIA (M. M.)
Brionia bianca - Cucubirtacee
1°) fa essudare le sierose;
2°) secca le mucose;
3°) congestiona il fegato;
inoltre ha un’importante caratteristica: aggravamento
con il movimento.
Azione sulle sierose
Nessun altro rimedio colpisce le sierose in modo così
costante e intenso come Bryonia.
Agisce su tutte: pleura, endocardio, pericardio, sinoviali, meningi, peritoneo, ecc.
Deve essere prescritta al più presto al secondo stadio
delle infiammazioni sierose, quando si produce l’essudato, cioè quando Aconitum e Belladonna non hanno
impedito la sua formazione.
Azione sulle mucose
Sulle mucose Bryonia provoca l’effetto esattamente contrario: infiammazione acuta che resta allo stadio di secchezza e si traduce in dolori lancinanti e pungenti.
Sono colpite tutte le mucose. Su tutta la lunghezza del
tubo digestivo: le labbra sembrano abbrustolite, la lingua disseccata; secchezza della bocca e della faringe,
sete intensa di molta acqua fredda, stipsi con feci dure,
secche, come calcinate.
Apparato respiratorio: corizza secca, tosse secca con
irritazione della laringe e della trachea.
La secchezza della mucosa uretrale provoca dolore che
migliora con la minzione.
Azioe sul fegato
Tutto il fegato, in particolare il lobo destro, viene avvertito dal paziente come una pesante pietra; è sensibile
alla pressione.
È sede di dolori lancinanti, aggravati dal movimento,
migliorati dal riposo, specie coricandosi sul lato doloroso. Dolori anche alla spalla destra. L’insufficienza
del fegato è causa di disturbi gastrici: nausea, vomito di
bile; e di disturbi generali: ittero, stipsi, accesso d’asma.
In molti casi sembra che Bryonia rinforzi la difesa dell’organismo agendo su questa insufficienza epatica.
Bryonia agirà tanto meglio se una lesione organica è
situata in vicinanza del peritoneo.
L’aggravamento con il movimento
Tutte le volte che un malato sta meglio restando tranquillo, mentre soffre molto di più al minimo movimento,
Bryonia è il primo rimedio al quale si deve pensare. Qualunque sia l’organo o il tessuto colpito, qualunque sia il
nome della malattia, questa caratteristica ha un valore di
primo ordine. Così il malato di Bryonia odia il movimen148
to: desidera imperiosamente il riposo sia fisico che mentale; sta meglio in una camera oscura e silenziosa, tanto
più che ogni agitazione esterna l’aggrava.
Bryonia è tanto sensibile al movimento che girare gli
occhi aggrava la cefalea e che la diarrea – pressoché
eccezionale – è mattutina, provocata dal primo movimento. Perfino la respirazione stessa, nelle affezioni polmonari o addominali, aggrava grandemente i dolori.
Tipo – Questo rimedio del fegato agisce particolarmente
negli individui di aspetto bilioso, cute bruna, facilmente
irritabili e che vanno in collera per niente. La collera aggrava tutti i sintomi e può anche provocarne di nuovi.
Questo atrabiliare detesta la compagnia, desidera la solitudine, il riposo, la tranquillità.
Modalità – Ripetiamo ancora, data l’importanza di questa modalità: Bryonia è aggravato dal movimento; così il
fatto di alzarsi al mattino gli provoca diarrea e anche
vertigini e perfino sincopi, il cui solo trattamento è l’immobilità assoluta a letto. È anche aggravato dal calore,
ma si tratta soprattutto del calore in applicazione esterna: Bryonia ha bisogno di aria libera. Si trova a disagio
in chiesa, teatro, stanze riscaldate o mal aerate; apre le
finestre, si copre poco. Il calore locale può, al contrario,
migliorare certi sintomi gastrici, i dolori articolari e le
cefalee di natura non congestizia.
Ma ad eccezione dei casi particolari citati, Bryonia è
migliorato dal freddo sotto ogni sua forma. Presenta
pure delle ore di aggravamento, verso le ore 3 del mattino e verso le ore 9 di sera e il lato destro è colpito più
spesso del sinistro.
I dolori di Bryonia sono molto sensibili ad una pressione moderata, ma molto migliorati da una pressione forte.
È per questo che il malato si corica sul lato dolente che
in tal modo può essere anche immobilizzato.
Bryonia nei reumatismi
In effetti Bryonia è uno dei principali rimedi del reumatismo, sia articolare che muscolare. Nel primo caso si ha
notevole miglioramento con la compressione. Non dimentichiamo che Bryonia è il rimedio sovrano di tutte le
infiammazioni delle sierose che sono giunte allo stadio
dell’essudazione. Così Bryonia è utile nella sinovite provocata da un raffreddamento o da una contusione, oppure quando l’affezione è la manifestazione locale del
reumatismo. Nel reumatismo muscolare la sua indicazione è data soprattutto dalla localizzazione in gruppi muscolari determinati.
Apparato respiratorio
Corizza secca con dolore alla fronte. Tosse secca spossante, provocata da un solleticamento nella laringe, nella parte superiore della trachea.
Tosse secca, aggravata passando dall’aria aperta ad una
camera calda, dal movimento. Ogni volta che un malato
BULIMIA
tossisce non appena fa un movimento, è Bryonia che
bisogna dare. Ogni colpo di tosse s’accompagna a violenti dolori alla testa e alla gola che il malato comprime
per immobilizzarli.
Dolori acuti, lancinanti, pungenti nel petto (notiamo che
sono i dolori propri delle sierose infiammate). Quando il
malato è immobile ben tranquillo e respira superficialmente, i dolori possono diminuire e perfino sparire, ma
appena cerca di fare un’inspirazione più profonda, sono
subito aggravati.
Questi sintomi possono riscontrarsi nelle seguenti affezioni:
Bronchite acuta (il solleticamento alla biforcazione della
trachea è assolutamente caratteristico).
Bronchite reumatica o in reumatici.
Polmonite specialmente a destra. Localizzazione superficiale, pleuro-polmonite. Espettorato rugginoso. “Dinanzi a un malato che presenta, nel corso di uno stato respiratorio acuto o cronico con tosse secca aggravata dal
movimento, fenomeni digestivi con lingua giallastra, sete
intensa, fegato ingrossato, cistifellea sensibile, facies
giallastra, s’impone Bryonia”…
Pleurite secca.
Pleurite liquida prima dello stadio del versamento o fin
dal suo inizio.
Emicrania destra con nausea e vomito biliare.
Sciatica.
Nevralgia del trigemino aggravata parlando, mangiando, migliorata dalla pressione (Guermonprez).
Nevralgia cervico-brachiale con rigidità dei muscoli della nuca e del collo.
Apparato digerente
Lingua ricoperta di una spessa patina biancastra (una
delle lingue più sporche della Materia Medica).
Gusto amaro. Sete intensa per grandi quantità d’acqua.
Bradipepsia: sensazione di peso, come di una pietra nello stomaco dopo aver mangiato; avversione per gli alimenti, preferenza per le bibite acidule.
Inoltre Bryonia può presentare, come effetto alternante,
sintomi d’ipercloridria.
Stipsi con feci secche, durissime nere, come bruciate,
voluminose o al contrario come “feci di capra”. Megacolon (Guermonprez).
Diarrea mattutina (v. prima).
Occhi
Iriti reumatiche. Metastasi gottose agli occhi.
Bryonia nelle malattie infettive
Per es. il tifo. È indicata dalle labbra riarse, la lingua estremamente secca e anche da un particolare delirio: “Parla
costantemente dei suoi affari, delle sue occupazioni professionali, immagina di non essere a casa sua e vuole
uscire dal letto per ritornarvi”.
Sistema nervoso
Una cefalea congestizia con sensazione di pienezza della testa accompagna quasi tutte le affezioni acute o croniche di Bryonia.
Cefalea frontale con sensazione “come se la testa dovesse scoppiare”, che si estende fino all’occipite e discende anche lungo le spalle, il collo, il dorso.
Apparato genitale femminile
Dolori violenti nell’ovaio destro. Cisti ovariche, ovarite
sclerocistica.
Mastite e mastosi. Mastosi cistica e cisti isolate, liquide,
ben delimitate (Guermonprez).
Mestruazioni troppo precoci e troppo abbondanti. Possono scomparire ed essere rimpiazzate da epistassi vicarianti, ovvero la loro soppressione avrà come risultato
un mal di testa “fendente”.
Scomparsa delle mestruazioni per ogni minima causa con
perdita escoriante.
Perdite di sangue rosso scuro nell’intervallo fra le mestruazioni.
Apparato circolatorio
Bryonia sarà naturalmente il grande rimedio delle infiammazioni delle due sierose del cuore: pericardio ed endocardio.
BSE
→ Creutzfeldt-Jakob (M. di), Prione.
BUBA (Pian)
→ Leishmaniosi, A, § 2.
BUBBONE ULCEROSO
Antibiotici. Consultare lo specialista.
BUBBONE DELLA PESTE
→ Peste.
BUERGER (M. di)
→ Tromboangioite obliterante.
BULIMIA
Sensazione di fame abnorme e accessuale, che genera il bisogno di ingerire una grande quantità di alimenti.
1. Per calmare l’eccitazione del simpatico gastrico:
Hypothalamus 9CH, 1 dose (o 1 supp.) ogni 3 giorni.
Cina D 1, Oleander D 1, Abrotanum D 1, 10 gtt. della miscela,
in un po’ d’acqua, mattina e sera.
Chininum arsenicosum D 3 trit., Kali muriaticum D 3 trit.,
Calcarea carbonica D 3 trit., un pizzico verso le 12 h e verso
le 16 h.
149
BULIMIA
Lipodreinol, 10 ml 2 v. al dì.
Liposuril, 10-20 gtt. 2-3 v. al dì.
Pulvised, 1 cpr 2-3 v. al dì.
Klaiton, 1 bustina o 2 cpr 2-3 v. al dì
2. Se ipertiroidismo, ai rimedi del § 1, aggiungere:
Thyroidea 5CH, Iodum 5CH, 2 gr. un giorno l’uno, un giorno
l’altro.
3. Se ipotiroidismo, ai rimedi del § 1, aggiungere:
Thyroidea D 3 trit., un pizzico 1 v. al dì.
Antimonium crudum 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
4. Se insufficienza epatica e ghiandolare, aggiungere:
150
Phosphorus triiodatus 5CH, Lycopodium 5CH, 2 gr. ogni 4
giorni, alternando.
5. Se Bulimia essenziale, ai rimedi del § 1, aggiungere:
Sulfur 4CH, 2 gr. 1 v. al dì.
6. Se altra causa, trattarla: Malattia di Addison, Convalescenza, Ipercloridria, Fosfaturia, Senilità, Nevrosi, Isteria, Diabete. Nei bambini, pensare sempre ai vermi intestinali e, in
questo caso, trattare il Parassitismo intestinale.
7. La bulimia è frequente all’inizio della gravidanza. In
una ragazza può essere una reazione di difesa affettiva.
Nell’anziano può corrispondere ad una compensazione
psicologica.
c
CACHESSIA IPOFISARIA
A causa di una grave ipofunzione ipofisaria, causata da infezioni, tumori, irradiazioni. interventi chirurgici o congenita, si
manifesta con astenia, sonnolenza, perdita di peso, attenuazione della libido e atrofia dei tessuti; l’atrofia cutanea conferisce un aspetto d’invecchiamento precoce.
Hormeel S, 10 gtt. 2 v. al dì.
Galium-Heel, 10 gtt. 2 v. al dì.
Graphites-Homaccord, 10 gtt. 2 v. al dì.
CACOSMIA
Percezione abituale di un cattivo odore.
Tre casi:
1. Se soggettiva, negli isterici, → Allucinazione, II, § 3.
2. Se oggettiva, nel senso che l’odore può essere sentito da
una persona diversa dal malato, trattare la causa: affezione
delle vie aeree superiori o digestive (Ozena, Sinusite, fermentazioni gastriche, ecc.).
3. Se il senso olfattivo, deviato, porta ad amare certi odori
sgradevoli (odore di piedi sporchi, delle ascelle, odore di
putrefazione, ecc.), far trattare l’Isteria.
CACOSTOMIA
Cattivo odore dalla bocca.
Trattare, secondo i casi: Tonsillite, Angina, Bronchite fetida,
Carie dentaria, Dispepsia, Cancrena polmonare, Piorrea, Tabagismo, Vermi intestinali.
In tutti i casi passeggeri, senza causa apparente, → Alito
fetido.
CACTUS GRANDIFLORUS (M. M.)
Cereo notturno - Cactacee
Agisce sulle fibre muscolari circolari del cuore e dei vasi,
determinando una sensazione di “costrizione come da
un cerchio di ferro” che potrà essere considerata in non
importa in quale organo.
Cactus Grandiflorus, rimedio cardiaco, può essere indi-
cato in numerose affezioni e, prima di tutto, in quelle che
sono più o meno condizionate da una cardiopatia e che
presentano questi caratteri: costrizione, congestione,
emorragie.
Rimedio cardiaco
Quando la sensazione di costrizione s’accompagna ad
una irradiazione dolorosa nel braccio sinistro, nell’angor, è a Cactus Grandiflorus che si deve pensare subito.
L’indicazione di Cactus Grandiflorus si mostrerà ancora
quando c’è una azione esagerata del cuore con palpitazioni e dispnea. Le palpitazioni sono generalmente violente, aggravate coricandosi sul lato sinistro; si accompagnano a difficoltà di respirazione; infine possono risentirsi in tutto il corpo.
Cactus Grandiflorus agisce soprattutto bene negli stati
ipotensivi, nell’insufficienza cardiaca iniziale; l’apparizione d’un edema della mano sinistra indica spesso l’inizio dello scompenso.
Cactus Grandiflorus è pure indicato nel cuore sportivo
(Arn., Rhus t.).
Insomma, Cactus Grandiflorus è un eccellente rimedio
dei disturbi funzionali iniziali delle malattie cardiache. In
questo periodo può guarire ma quando si sono installate le lesioni può solo prolungare la vita e alleviare la
sofferenza.
Vie respiratorie
Cactus Grandiflorus è naturalmente il primo rimedio indicato nelle congestioni dei polmoni secondarie ad
un’affezione cardiaca, specie se c’è: dispnea con sensazione d’una corda fortemente serrata attorno alla parte inferiore del torace che impedisce al petto di dilatarsi,
o quando c’è sensazione di peso schiacciante sul petto.
Sputi rugginosi o vere emottisi. Tossi con emottisi quando c’è un’affezione cardiaca concomitante.
Testa
Cefalea congestizia con minaccia d’apoplessia negli
individui pletorici o in menopausa. Sensazione di costrizione ma anche di un peso sulla sommità della testa.
151
CADMIO
Altre indicazioni
Stomaco, retto, vescica, utero quando c’è sensazione
di costrizione, emorragie specie di sangue nero che coagula facilmente. Le mestruazioni di Cactus Grandiflorus hanno questi caratteri: sono abbondanti e cessano
di scorrere quando la malata è coricata (Caust.).
Aggiungiamo: dolori reumatici che cominciano dalle
estremità superiori, e accessi febbrili periodici alle ore
11 e alle ore 23.
CADMIO
→ Pneumoconiosi, § 1 e 8.
CADUTA
1. Cadute in generale: Contusione, Piaghe e Punture.
2. Caduta sul coccige, → Coccigodinia.
3. “Caduta” del retto, → Prolasso del retto.
4. Caduta sulla testa, → Contusione, § 8.
5. Cadute e malesseri della persona anziana, → Senescenza, A, § 9.
6. Cadute di peli, ciglia e sopracciglia, → Peli.
7. Caduta dei capelli, → Alopecia, Alopecie secondarie.
CAFFÈ, CAFFEISMO
1. Disturbi nervosi, palpitazioni, insonnia dopo abuso.
Coffea cruda 5CH, Chamomilla 5CH, 2 gr. di ciascuno, a 1/2
h d’intervallo. Ripetere, se occorre.
Se si è bevuta una tazza (o più tazze) di “caffè espresso”,
molto “stretto” (molto forte), si potrà sostituire Coffea cruda
5 con Cafeinum 5.
2. Se si tratta di un abuso cronico.
Coffea (o Cafeinum) 9CH, una dose.
Chamomilla 5CH, 2 gr. 2 v. al dì.
Gelsemium 5CH, Nux Vomica 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
3. Disturbi gastrici dopo abuso di caffè.
Nux Vomica 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Gratiola officinalis 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
Thuja 5CH, 2 gr. a giorni alterni.
4. Diarrea dopo aver bevuto caffè.
Cyclamen 4CH, 2 gr.
Thuja 5CH, 2 gr. 1/4 h dopo.
Aloe 5CH, 2 gr. 1/2 h dopo.
5. A titolo preventivo.
Coffea 5CH, 2 gr. 1/2 ora prima e dopo aver bevuto il caffè.
Abitudine curiosa, spesso efficace: far cadere 2 o 3 gtt. d’acqua fredda nella tazza di caffè. Se il caffè piace molto, usare
caffè decaffeinato.
Da notare che il caffè è talvolta per la donna l’equivalente del
tabacco per l’uomo.
152
6. Caffeismo del neonato.
Non dimenticare che il caffè assorbito dalle donne che allattano può provocare nel neonato la comparsa di manifestazioni nervose talvolta accentuate, insonnia, collera, talvolta
anche convulsioni.
CALAZIO
Affezione della palpebra causata dalla ritenzione del secreto
di una ghiandola tarsale di Meibomio. Si presenta come un
nodulo duro, circoscritto, indolore, sotto la cute o la congiuntiva tarsale. La grandezza varia da una capocchia di spillo a un cece.
Staphysagria 5CH, Rhododendron 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1
v. al dì, i giorni pari.
Thuja 5CH, Pulsatilla 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì, i
giorni dispari.
IL2 4CH Guna, 20 gtt. 2 v. al dì.
TNF 4CH, 20 gtt. 2 v. al dì (regolazione dei processi proliferativi).
Defedril, 20-40 gtt. o 1 cpr 2-3 v. al dìSe calazio infetto, aggiungere localmente:
Eubetal antibiotico o altro prodotto secondo consiglio dello
specialista.
TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA:
Staphisagria-Heel, 1 cp. 3 v. al dì.
Se è presente anche blefarite, aggiungere:
Graphites-Homaccord, 10 gtt. 3 v. al dì.
Nei casi cronico-recidivanti: Silicea-Heel, 1 cp. 3 v. al dì.
TERAPIA SANUM:
Mucokehl D 5 collirio, 1- 2 gtt. al risveglio + Notakehl D 5
gocce, 10 gtt. per os di alla sera prima di coricarsi fino alla
regressione dello stesso.
CALCANEODINIA
Dolore dell’osso del tallone, → Tallone § 1 e 10.
CALCAREA CARBONICA (M. M.)
Carbonato di calcio naturale, ricavato dallo strato
mediano del guscio d’ostrica
Il carbonato di calcio si riscontra in tutti gli organi, specie nel cervello, cuore, fegato, milza, e in tutti i tessuti,
principalmente nei denti e nelle ossa. Si comprende pertanto l’importanza del ruolo che svolge nella nutrizione
e il motivo per cui è indispensabile nel periodo della
crescita e dello sviluppo quando i processi metabolici
sono accelerati.
Calcarea carbonica è dunque uno dei rimedi principali
della giovane età, in particolare dell’infanzia. L’assimilazione e la distribuzione nell’organismo di questo sale
CALCAREA CARBONICA
possono diventare anomale sia per influenze ereditarie
(tbc, lue) sia per cause acquisite (intossicazioni e infezioni varie) ed è per questo che Hahnemann lo considerava uno die principali rimedi della psora. Una distribuzione non omogenea può tradursi in eccesso, con produzione di esostosi e concrezioni patologiche (calcoli
vari), ma è la carenza quella che si riscontra con maggiore frequenza. Questo comporta un rallentamento e una
insufficienza degli scambi organici e disfunzioni endocrine (insufficienza tiroidea, paratiroidea, genitale e ipofunzione del timo e del sistema linfatico).
Da quanto detto si ricavano i ‘tipi’ cui si adatta il rimedio: scrofoloso, rachitico, adiposo-genitale, spasmofilo.
Questi tipi sono così numerosi che è necessario studiarli accuratamente.
Ma prima di passare in rivista i tipi patologici, consideriamo nelle diverse età il tipo che si può considerare
normale, in cui la ripartizione del carbonato di calcio appare regolare anche se leggermente in eccesso.
Il bambino possiede una robusta impalcatura scheletrica. I denti talvolta sporgono in avanti, sono bianchi,
larghi, regolarmente impiantati. La testa è voluminosa e
il bambino tende a diventare troppo grasso.
L’uomo è vigoroso, largo di spalle, di fronte e di mascella. I denti sono larghi e resistenti alle carie. Ha una grande potenza genitale, di lavoro fisico e intellettuale.
La donna è ben piantata, con un buon equilibrio fisico e
mentale, ha i seni ben sviluppati e sarà sempre un’eccellente nutrice.
In linea generale, il tipo patologico di Calcarea Carbonica corrisponde al temperamento leucoflemmatico degli
antichi. È un soggetto linfatico, debole, lento e apatico
sia mentalmente che fisicamente; in lui tutto è tardivo: lo
sviluppo delle ossa e dei denti, dell’intelligenza. Si rilevano due particolari tipi infantili di Calcarea Carbonica:
il grosso, il magro, il gonfiato e l’atresico.
Il primo è grasso, paffuto, ma le carni non sono salde. La
testa ha un volume sproporzionato, la fontanella rimane
aperta: ha sudori parziali, specie alla testa, che bagnano
il cuscino. Il volto è pallido, gessoso, c’è ritardo di dentizione, spesso i denti sono zigrinati, i piedi viscidi e
freddi.
Questo bambino è soggetto ad eruzioni cutanee e infiammazioni trasudatizie della cute, soprattutto ad eczema del cuoio capelluto. Presenta infiammazioni auricolari, ipertrofia delle linfoghiandole cervicali (più di frequente microadeniti), catarro nasale cronico, con ali del naso
ispessite e ulcerate. L’addome è grosso; sempre in ritardo per imparare a parlare e camminare. Alcuni di questi
bambini hanno una cute fine e delicata dalla quale traspaiono le vene, le ciglia sono lunghe e di seta, i capelli
lunghi e lisci; Calcarea Carbonica impedirà loro di diventare tubercolotici.
Il tipo opposto è il bambino emaciato, la cui cute è flac-
cida e forme pliche.
Si tratta di un atresico per il quale Calcarea Carbonica è
il rimedio per eccellenza.
Dopo il bambino esaminiamo l’adolescente: è l’opposto
di uno sportivo, debole di muscoli, non chiede altro che
il riposo e la tranquillità. La ragazza è grassa, clorotica, si
lamenta di palpitazioni cardiache, dispnea e mal di testa.
Gli stessi caratteri si ritrovano nell’adulto, specie nelle
giovani donne che sono dolci, sensibili, indolenti, eternamente stanche per i mestrui troppo abbondanti e ravvicinati e che lamentano dopo i pasti vampate di calore
al viso e rossore alla punta del naso.
Psichismo
Si spiega con il suo stato di debolezza. Il soggetto è
malinconico, depresso, ansioso. A causa della sua debolezza mentale teme di diventare pazzo. Spesso si attarda su idee infantili, si preoccupa per dettagli o per cose
senza importanza. Può presentare agorafobia.
Le caratteristiche generali di un tale soggetto con metabolismo rallentato saranno naturalmente:
1) La debolezza – “Senso di stanchezza e di debolezza a
qualsiasi ora” riportano le Materie Mediche. Il soggetto
manca di resistenza fisica e avverte rapidamente stanchezza mentale, dovuta in parte alla difficoltà che incontra nel fissare la sua attenzione. L’aggravamento al minimo sforzo (anche viscerale, come quello richiesto, per
es., dalla digestione) è alquanto caratteristico.
2) L’anemia – Che si spiega con la insufficiente nutrizione delle ossa per cui viene alterata la funzione ematopoietica del midollo.
3) La freddolosità – Il soggetto di Calcarea Carbonica
prova un senso di freddo interno ed esterno. Dice che le
sue gambe gli sembrano avvolte da calze bagnate, di
avere sulla testa un pezzo di ghiaccio, che la minima
corrente d’aria fredda lo penetra. Naturalmente è aggravato dal freddo umido, dalle correnti d’aria. Calcarea Carbonica è un idrogenoide, il suo aspetto gonfio è dovuto
ad infiltrazioni dei tessuti. Sta meglio col tempo secco.
4) Traspirazione – Calcarea Carbonica suda facilmente,
ma presenta sudori parziali: sudori profusi alla testa, ma
localizzati al cuoio capelluto o alla nuca, al petto, alle
ascelle e alle ginocchia. Sudori notturni tipici dei tubercolinici, dei debilitati.
5) Un odore acre e aspro di tutto il corpo, delle feci e del
vomito.
Apparato digerente
I disturbi più importanti causati da carenza di Calcarea
Carbonica sono digestivi. Il malato presenta avversione
per la carne, il latte, i grassi, appetenza per le uova e i
dolciumi e anche desiderio di cose indigeste. I disturbi
più frequenti sono ovviamente quelli della gastroenterite dei rachitici, cioè vomito del latte coagulato, a zolle, e
153
CALCAREA FLUORICA
diarrea acida contenente latte non digerito. Vomito e diarrea presentano un odore acre e forte, caratteristico di
questo rimedio. Quando questa gastroenterite persiste,
conduce rapidamente alla atresia e sono innumerevoli i
casi di bimbi atresici che Calcarea Carbonica ha letteralmente risuscitati.
Negli adolescenti e adulti si riscontra più spesso: pirosi
con vomito acido, dispepsia atonica con gonfiore dell’addome soggettivo e oggettivo. Meteorismo gastrico
permanente (Carbo veg.). Le feci sono spesso dure, poi
pastose, quindi liquide. Il soggetto sta meglio quando è
costipato, il che significa che i disturbi diarroici e digestivi sono momentaneamente cessati. Il fegato è ingrossato, sensibile e dolente. Coliche epatiche.
Apparato respiratorio
Ricordiamo soprattutto, come caratteristiche:
la sensibilità del petto alla pressione, alla palpazione,
alla percussione e persino allo sfioramento; la localizzazione delle affezioni, specie tubercolari, alla parte
superiore e alla parte media del polmone destro.
Come indicazioni:
bambini scrofolosi che si raffreddano facilmente; tosse
con soffocamento e tendenza allo spasmo della glottide; bronchiti diffuse delle fini ramificazioni, tbc incipiens
e allo stadio etico.
Apparato genitale
Mestruazioni troppo abbondanti, troppo frequenti, di
lunga durata. La perdita riappare alla più leggera eccitazione mentale. Amenorrea dopo aver preso freddo o lavandosi con acqua fredda. Calcarea Carbonica è un rimedio eccellente nella pubertà allorché i mestrui hanno
difficoltà a regolarizzarsi specie quando appaiono troppo precocemente e sono troppo abbondanti.
Apparato urinario
Calcoli renali (come anche calcoli epatici).
Eccellente rimedio delle coliche renali (ad alte diluizioni).
Sistema nervoso
Spasmi specie respiratori. Epilessia il più delle volte notturna con esacerbazione degli accessi durante il plenilunio. Visioni orride, contorte mentre si addormenta. Vertigini salendo su luoghi alti, paura del vuoto. Cefalea con
senso di freddo glaciale in testa e all’esterno, che sopravviene di solito al mattino al risveglio.
Occhi
Dilatazione pupillare cronica. Fistola lacrimale. Opacità
e ulcere della cornea.
Cute
Abbiamo visto che è pallida, sudata, maleodorante. Ag154
giungiamo: eczema umido del cuoio capelluto con croste spesse. Croste di latte di cattivo odore. Fessure alle
mani e alle dita dei soggetti che lavorano nell’acqua.
Dolori
Dolori reumatici dopo esposizione all’umidità o dopo
essersi bagnato. Il cambiamento di tempo e soprattutto
il tempo piovoso provoca sempre delle manifestazioni
dolorose nel soggetto Calcarea Carbonica.
CALCAREA FLUORICA (M. M.)
Fluoruro di calcio
Il fluoruro di calcio che si trova in tutti i tessuti dell’organismo sembra essere l’elemento al quale è dovuta la
durezza dell’osso, la resistenza della fibra elastica; per
conseguenza presenta:
sviluppo viziato delle ossa;
cattiva nutrizione dei vasi, con varicosità e varici costituzionali;
ghiandole indurite;
rilassamento dei legamenti.
Tessuto osseo
Calcarea Fluorica provoca disturbi nella proliferazione
delle cellule ossee e nello stesso tempo alterazione o
distruzione del tessuto elastico.
Da questa doppia azione risultano deformazioni a volte
considerevoli:
Esostosi e deformazioni rachitiche: esostosi soprattutto a livello del cranio, articolazioni del tarso e carpo;
nodosità gottose delle dita.
Ipertrofia rachitica del femore nei bambini.
Tessuto fibroso: per l’alterazione, storte e lussazioni.
Tessuto elastico: dilatazione dei vasi sanguigni, emorroidi, varici.
Connettivo: dilatazione e ptosi degli organi. Ghiandole
e linfoghiandole indurite come pietra: particolarmente
noduli nel seno, nelle fasce, legamenti capsulari e tendini. Fessure e screpolature nel palmo della mano.
Denti: irregolari, mal piantati, smalto rarefatto, fistole dentarie, denti zigrinati: a volte gli incisivi largamente separati.
Occhi: uno dei principali rimedi della cataratta.
Orecchie: depositi calcarei sul timpano. Sclerosi degli
ossicini con sordità e ronzii. Suppurazione cronica dell’orecchio medio.
Tipo
Calcarea Fluorica è un tipo ben definito. È infatti un soggetto psorico più o meno affetto da sifilide ereditaria.
Questa eredità imprime al suo scheletro modificazioni
caratteristiche delle quali la principale è lo sviluppa mar-
CALCAREA PHOSPHORICA
cato in senso antero-posteriore.
Al livello della faccia si può notare una atresia delle
mascelle sulle quali i denti si trovano stretti o accavallati irregolarmente gli uni sugli altri. Si nota a volte una
altezza anormale della volta palatina con prognatismo dell’una o l’altra mascella.
Psichismo
Molto particolare: il soggetto Calcarea Fluorica è un indeciso, incapace di prendere nessuna risoluzione, importante o no. È un ansioso che teme soprattutto la rovina finanziaria.
Aggravamento: con tempo umido e freddo, in particolare dei dolori, che sono stiranti e lancinanti e nello stesso
tempo diminuiti dalle applicazioni calde.
Nota – Non agendo Calcarea Fluorica sostituirlo con
Fluoric Acidum.
CALCAREA PHOSPHORICA (M. M.)
Fosfato tricalcico
Il fosfato di calcio fa parte integrante di tutti i nostri
tessuti (tranne del tessuto elastico). In particolare lo si
trova: nel tessuto osseo. Nei liquidi organici: sangue,
saliva, latte, urina, ecc., e nei liquidi delle suppurazioni.
Disfunzioni dell’accrescimento
Favorisce l’accrescimento: forma la base principale dei
tessuti di nuova formazione. Poiché è abbondante soprattutto nel tessuto osseo si comprende bene che la
sua carenza o l’irregolarità della sua distribuzione causano:
disturbi della crescita ossea (queste sono infatti le sue
indicazioni principali);
formazione ritardata dei calli ossei.
Il bambino per cui è indicato Calcarea Phosphorica è
spesso un tubercolinico. Presenta i segni seguenti: ritardo molto caratteristico nella chiusura delle fontanelle, la colonna vertebrale è debole e tende ad incurvarsi;
la dentizione è lenta, e i denti si cariano poco dopo la
loro eruzione; la testa, coperta da sudori, non può essere tenuta dritta e spesso è inclinata; la faccia è pallida,
cerea, il ventre è flaccido, le gambe incurvate, c’è spesso ipertrofia cronica delle tonsille e delle vegetazioni
adenoidi.
I giovani sono alti, slanciati, longilinei essendosi lo
scheletro sviluppato nel senso della lunghezza. Hanno
il torace stretto e presentano difficoltà a stare dritti. I
denti sono lunghi e gialli, gli incisivi inferiori ricoprono
i superiori e si scalzano facilmente; la volta palatina è
ogivale.
La comprensione è difficile, la memoria cattiva e ciò ren-
de il lavoro intellettuale penoso. Cefalea al minimo lavoro mentale. Frequentemente questi soggetti sono anemici.
Hanno grande tendenza agli accidenti tubercolari polmonari, ossei o ghiandolari. In loro o negli adulti si trovano spesso delle associazioni: fistole anali emorroidi e
accidenti tubercolari.
Naturalmente questo sale sarà indicato negli stati di consunzione, nei periodi etici delle malattie croniche, principalmente nella tbc polmonare e quando il fosfato si trova in eccesso nelle urine.
Anemia
Può essere il rimedio più indicato, dato che questo sale
si trova nel plasma e stimola la nutrizione dei globuli.
Astenia e convalecenza
Nei casi di astenia risultanti da perdita di liquidi organici: diarrea e sudori spossanti, specie nei tubercolotici:
bronchiti con espettorato abbondante;
perdite seminali troppo ripetute;
giovani donne indebolite da gravidanze ripetute, dall’allattamento troppo prolungato.
Queste proprietà ematopoietiche e ricostituenti fanno di
Calcarea Phosphorica un rimedio prezioso nelle convalescenze che seguono le malattie acute e croniche.
Come indicazioni particolari segnaliamo:
stati coreici della pubertà;
diarree di feci verdi evacuate violentemente e con gas
fetidi;
albuminuria dei bambini e adolescenti, con aggravamento ortostatico (Calcarea Phosphorica ha un’affinità
molto marcata per l’albumina che costituisce il substrato organico nelle cellule);
tubercolosi renale;
litiasi fosfatica;
stati reumatici aggravati dall’umidità.
Aggravamento col freddo umido.
È la più importante modalità di Calcarea Phosphorica. Si
spiega perché i soggetti alti e magri sono poveri di grasso. Resistono meglio al freddo secco. Naturalmente sono
migliorati dal tempo caldo e secco.
Note – Come Phosphorus, si eviterà di somministrarlo
ad alte diluizioni nei tubercolotici. Si devono dare le basse triturazioni (3X, 6X).
Nei vecchi si eviterà, al contrario, una potenza troppo
bassa.
Si può schematizzare così l’azione delle tre Calcarea:
con Carbonica l’osso si sviluppa in larghezza e il soggetto è spesso un psorico;
con Fosforica l’osso si sviluppa in altezza e il soggetto
è spesso un tubercolinico;
con Fluorica l’osso si sviluppa nel senso antero-posteriore e il soggetto è spesso un sifilitico ereditario.
155
CALCIO
CALCIO
I. Calcemia.
È la quantità di calcio contenuta nel sangue. In media, è di
100 mg per litro di plasma nell’adulto (da 95 a 105 mg); da 50
a 115 mg nel neonato.
L’Ipercalcemia (al di sopra di 120 mg) può comportare una
Ipercalcia: Iperparatiroidismo primitivo, Ipervitaminosi A e
D (non dare, credendo di far bene, queste vitamine a bambini
piccoli, senza consultare il medico). Malattia di Recklinghausen; in altri casi: Insufficienza renale acuta, Insufficienza surrenale, Cancro secondario delle ossa, Osteomielite, Malattia
di Besnier-Boek-Schaumann, Acidosi, Leucemia, ecc.
Vi è anche il caso del soggetto giovane costretto ad una
immobilità assoluta, o del soggetto più anziano colpito dalla
Malattia ossea di Paget.
Molto particolare, la Sindrome del latte e degli alcalini o
Sindrome dei bevitori di latte: forti dosi di sali di calcio o
alcalini, o di latte in malati colpiti da ulcere gastroduodenali.
L’Ipocalcemia può comportare una Ipocalcia: Ipovitaminosi D, Ipoparatiroidismo, Rachitismo, Osteomalacia, Tetania,
Alcalosi.
II. Calciuria.
È la quantità di calcio contenuta nelle urine. Varia in funzione
della dieta e delle ore da 100 a 300 mg al dì nell’adulto, da 20
a 100 mg nel bambino.
L’Ipercalciuria si osserva nell’Ipertiroidismo, la Malattia di
Recklinghausen, l’Osteoporosi, ecc.
L’Ipocalciuria si osserva nell’Ipoparatiroidismo, l’Osteomalacia, il Rachitismo, la Malattia di Paget, certe Insufficienze
renali, glomerulari.
III. Tenore in calcio dei principali alimenti.
1. Alimenti molto ricchi di calcio (da 500 a 1000 mg su 100
g)
Latte in polvere, formaggi, chantal, comtè, emmenthal, groviera, olandese, parmigiano, pont-l’Evèque, roquefort.
2. Alimenti ricchi (da 200 a 500 mg su 100 g)
Mandorla secca, crescione, latte condensato zuccherato,
uovo intero (in particolare il tuorlo), semolino.
3. Alimenti abbastanza ricchi (da 50 a 200 mg su 100 g)
Albicocca secca, carciofo, bietola (foglie), fette biscottate,
nocciolina americana, camembert, carota, ribes nero, caviale,
castagna, cicoria (insalata), cavolo (di tutti i tipi), merluzzo,
panna, datteri, indivia, spinacio, fico secco, formaggio bianco, germe di grano, fagioli (bianchi e verdi), ostrica, gambero, latte (intero o scremato), lenticchia, limanda, cozza, noce
secca, cipolla secca, pan speziato, porro, sogliola, zucchero
di canna, yogurt.
Bevande: birra, cedro, vino.
4. Alimenti poco ricchi (meno di 50 mg su 100 g)
156
Quelli che non sono stati indicati sinora: le carni, il pollame,
la selvaggina, la tripperia, i salumi, i pesci; la maggior parte
delle verdure, delle insalate e della frutta, farine e derivati,
(salvo la semola), il burro, la marmellata, il miele, il bianco
d’uovo, il pane completo e, in minimo grado, il pane bianco.
Alcuni frutti, ananas, fragole, arance, prugne.
5. Alimenti senza calcio.
Oli, strutto, zuccheri raffinati, alcool.
6. Tener conto eventualmente della quantità di calcio contenuto in alcune acque minerali commerciali.
CALCOLO
→ Litiasi biliare, Litiasi renale, Ranula (litiasi salivare).
CALENDULA OFFICINALIS L.
(Calendula) Famiglia Composite
• Generalità - Pianta erbacea annuale o raramente biennale; il fusto può talvolta raggiungere i 70-100 cm. Tutta
la pianta è coperta da peli scabri e da ghiandole.
• Parti usate - Capolini, le sommità fiorite e foglie.
• Principi attivi - Caroteni, olio essenziale, mucillagini,
resine.
• Proprietà terapeutiche - Emmenagoghe, coleretiche,
antispasmodiche, antinfiammatorie, decongestionanti,
lenitive, idratanti.
Indicazioni, preparazioni e dosi
Uso interno (per favorire le regole mensili, per attenuare
i dolori addominali):
Infuso:
Calendula - fiori
1g
acqua bollente
100 ml
Dosi: 1 tazzina o 1 tazza al giorno.
Tintura:
Calendula - fiori
20 g
alcol di 25°
100 ml
Macerazione per 5 giorni.
Dosi: 20-40 gocce al giorno.
Uso esterno
(per pelli e mucose fortemente arrossate con vasi dilatati, scottature comprese quelle solari):
Decotto:
Calendula - fiori (o sommità fiorite e foglie)
6g
Acqua
100 ml
Modalità d’uso: fare lavaggi, sciacqui boccali, compresse da applicare per 30 minuti sulle parti interessate.
Uso esterno (per geloni e contusioni):
Tintura calendula - fiori (o sommità fiorite e foglie) acqua o alcol di 25° Diluire 10 volte con acqua o alcol.
Dosi: applicare compresse imbevute sulle parti interessate. Uso esterno (per le callosità dei piedi): calendula foglie fresche: applicare sulla parte tenendo a contatto il
CAMPHORA
più possibile, almeno 4 volte al giorno e sempre proteggendo la pelle circostante.
CALLOSITÀ
→ Durone.
Uso cosmetico (effetto addolcente, decongestionante,
idratante):
Calendula - fiori: una manciata (o il decotto) nell’acqua
del bagno.
CALORE
→ Colpo di calore, Soldato in campagna, Insolazione, Cefalea, C § 7.
CALENDULA (M. M.)
Medicamento antisettico, cicatrizzante e calmante. Da
usare soprattutto per via esterna (la TM in gocce o pomata) come: gargarismo, irrigazione vaginale, spennellature, medicazioni locali.
Indicato per le ferite, ulcere cutanee, le lesioni aperte,
anche anfrattuose e suppuranti. Disinfezione delle cavità naturali, delle mucose, della pelle. Ha anche un’azione
emostatica.
Utile anche nelle:
– punture di insetti (ne calma anche il prurito e il dolore);
– nelle otiti, sei gocce mattina e sera, cicatrizzano e alleviano l’otalgia.
CALLO
1. Callo osseo, → Frattura, § 5.
2. Callosità da sfregamento, → Durone.
3. Tiloma.
Piccola callosità localizzata in corrispondenza delle articolazioni interfalangee che provoca dolore.
Thuja 9CH, Antimonium crudum 9CH, 5 gr. ogni 7 giorni,
alternando i tubi.
Thuja 5CH, Antimonium crudum 5CH, Radium bromatum
5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Thuja T.M., in spennellature quotidiane.
O meglio, usare il callifugo del Dr. Renard:
Thuja T.M.: 50 cg, Chelidonium T.M.: 50 cg, Collodio elastico: 15 cm3.
Applicazioni con un miscuglio di Edera e di Barba di Giove,
se si è in campagna. Altrimenti usare un callifugo, o tagliare
o raschiare il tiloma, con prudenza, per evitare un’emorragia
(evitare se si è diabetici). Proteggere dagli sfregamenti la
regione sensibile con un cerotto spesso o con protezioni
tipo Cerottini Bertelli.
Profilassi: scarpe abbastanza larghe, senza tacchi alti. →
Piede (N.B.).
4. Tiloma molto dolente.
a) Ai rimedi del § 3, aggiungere:
Hypericum 4CH, 2 gr. 3 v. al dì.
Salicylicum acidum 5CH, 2 gr. 2 v. al dì.
b) Se i dolori sono aggravati dai cambiamenti di tempo e
dall’umidità, ai rimedi precedenti aggiungere:
Ranunculus sceleratus 5CH, 2 gr. 2 v. al dì.
CALVIZIE
→ Alopecia.
CALZATURA
1. Dolori da compressione e sfregamenti prolungati (scarpe strette, o nuove), → Piede
2. Scarpe femminili pericolose, → Piede, N.B.
CAMOMILLA COMUNE
→ Matricaria chamomilla L.
CAMPHORA (M. M.)
Laurus camphora
Azione fisiologica
“L’azione di Canfora sull’economia, dice Hahnemann, è
difficile da stabilire perché i suoi effetti primari alternano
troppo rapidamente e sono troppo facilmente confusi
con la reazione del principio vitale”. Infatti il brivido e la
depressione costantemente provocati dalla canfora sono
prontamente seguiti da sintomi di stimolazione che sono
effetti secondari.
Il Dr. Alexander di Edimburgo, dopo avere assunto tre
grammi di canfora, notò i seguenti sintomi: “Abbandono delle forze, ottenebramento dei sensi e dell’intelligenza, abbassamento della temperatura apprezzabile con
il termometro, diminuzione nella forza e nel numero dei
battiti cardiaci, sensazione di venire meno, ansia precordiale…”
Una donna che assunse la stessa dose di canfora in
un’ora presentò un abbassamento considerevole della
temperatura, torpore di tutte le funzioni vitali, pallore
cadaverico.
La canfora provoca anche congestione cerebrale acuta
con delirio, in qualche modo simile agli effetti dell’alcool
(si può riscontrare questo stato in seguito alla remissione di un esantema acuto come quello del morbillo), disuria, priapismo. Ma l’effetto ordinario e permanente della
canfora sugli organi genitali è deprimente: “Camphora
per nares castrat odore mares”.
Modalità
Aggravamento: con l’aria fredda, il movimento.
Miglioramento: con il calore, bevendo acqua fredda.
Caratteristiche
1. Raffreddamento completo del corpo con prostrazio157
CAMPI ELETTROMAGNETICI
ne profonda, stato di collasso e disturbi nervosi spasmodici. Prostrato e semicosciente, il malato esce dal
suo stato comatoso solo per presentare dei segni di agitazione caratteristici: paure, scosse nervose, delirio.
In Camphora tutto è freddo, questa sensazione è avvertita perfino in bocca, come se avesse succhiato delle
pastiglie di menta.
2. Il malato è molto sensibile al freddo e all’aria che
aggravano le sue sensazioni dolorose; tuttavia non sopporta d’essere coperto e rigetta tutte le coperte.
3. Sete insaziabile per piccole quantità d’acqua fredda
che rigurgita quasi subito dopo averla ingerita.
Indicazioni principali
In generale, la canfora è il rimedio di tutti gli stati che
iniziano improvvisamente, provocano una prostrazione
profonda con raffreddamento del corpo, il polso è piccolo e debole, il collasso imminente o già in atto. Questo
è il quadro clinico del colera, affezione per la quale Camphora è infatti un medicamento preziosissimo; ma può
riscontrarsi anche nella polmonite, la bronchite
capillare, in seguito a un raffreddamento, a un trauma,
alla remissione di un esantema, nell’avvelenamento da
mitili.
È indicato anche nelle affezioni provocate dal freddo –
dunque, in Camphora il freddo è insieme sintomo e causa. La diarrea coleriforme, la disuria, spesso sono la
conseguenza di un improvviso colpo di freddo. Pertanto
Camphora è un eccellente rimedio della corizza che sopravviene bruscamente e si accompagna a una sensazione di raffreddamento generalizzato che sembra paradossale, poiché il malato non cerca di coprirsi, al contrario: improvvisamente il malato si sente “ghiacciato”, ha
freddo, il naso è “tappato” e la testa è dolente a livello
dei seni frontali. Camphora dato immediatamente impedisce l’evoluzione della corizza e fa scomparire al più
presto questa sintomatologia molto sgradevole, che sopravviene soprattutto nel vecchio.
Certi casi di ritenzione d’urina: la vescica è piena ma
non si svuota come in Opium. L’urina è scarsa, rossa,
talora con sangue ed emessa goccia a goccia come in
Cantharis al quale Camphora si avvicina sia per il tenesmo vescicale abituale che per i sintomi genitali.
Dose
La canfora è quasi sempre impiegata, secondo i suggerimenti di Hahnemann, sotto forma di tintura o spirito di
canfora. Lo si somministra in gocce su zucchero.
CAMPI ELETTROMAGNETICI
→ Cellulari.
CAMPO VISIVO
→ Visione, § 1.
158
CANCRENA
→ Gangrena.
CANCRO
Le cipolle, l’aglio, il prezzemolo, il sedano, la barbabietola
rossa, il dragoncello, la carota cruda grattugiata, gli spinaci
crudi tritati, la frutta fresca, sono anticancerogeni; bere da 1/
4 a 1/3 di litro di succo d’arancia o di pompelmo al dì.
Dieta semplice, prevalentemente vegetariana, ipoclorurata
(→ Dieta ipotossica, Sodio). Lievito di birra, germe di grano.
Una sostanza grassa che “brucia e fa fumo” sul fuoco diventa cancerogena.
Consumare alimenti il più possibile “naturali” (zucchero rosso, olio extravergine di oliva o di mais o di girasole, pane
lievitato, acqua di sorgente, acqua da tavola (Evian, Volvic,
Mangiatorella, Baida).
Evitare alimenti ricchi di colesterolo (v. questa voce).
A titolo di drenaggio essenzialmente provvisorio, se si sospetta, aspettando la diagnosi del medico:
Cortisone 9CH, una dose ogni 30 giorni.
Carbo vegetabilis 7CH, una dose ogni 15 giorni.
Arsenicum album 5CH, Lachesis 5CH, 2 gr. a giorni alterni.
Milza 4CH, Epifisi 4CH, Surrene 4CH, 10 gtt. della miscela
(in parti uguali) 1 v. al dì.
Citofilassi con il Cloruro di magnesio secco, 1 cp. da 0,50 g,
sciolta in un po’ d’acqua, al risveglio.
Strontium composé, 10 gtt., 1/2 h prima di pranzo.
Dr. Reckeweg R 26, 15 gtt. prima di cena.
OLIGOELEMENTI: Rame, 1 f. andando a letto.
II. Contro i dolori, per tentare di attenuarli omeopaticamente.
In tutti i casi:
Dr. Reckeweg R 17, 15 gtt. prima dei pasti, 3 v. al dì.
1. Se dolori brucianti:
Arsenicum Album 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Euphorbia heterodoxa 3, 2 gr. 3 v. al dì.
2. Se sens. di dolori pungenti:
Apis 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
Nitricum acidum 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
3. Se dolori atroci del cancro aperto o ulcerato:
Calcarea oxalica 3CH, 2 gr. 3 v. al dì.
Carbo animalis 5CH, Bioterapico Anthracinum 5CH, 2 gr. 1
v. al dì.
4. In tutti i casi, si potranno aggiungere dei farmaci generali
di ipersensibilità al dolore, che si intercaleranno, 2 o 3 v. al
dì con i rimedi sopra consigliati come Coffea 4CH, o Magnesia phosphorica 5CH, o Chamomilla 5 (bisognerà fare delle
prove per trovare quello che apporta sollievo).
CANNABIS SATIVA
III. Alcuni consigli pratici sulla prevenzione di certe localizzazioni cancerose.
Lingua: Evitare i mozziconi, gli apparecchi di protesi difettosi, l’abuso di tabacco; curare le ulcerazioni della lingua (non
tenere la sigaretta tra le labbra).
Faringe e laringe: Evitare l’abuso di tabacco e di alcool.
Polmoni: Evitare l’abuso di tabacco e l’irritazione causata da
certe polveri (misure di igiene industriale). Attenzione alla
raucedine e alla tosse persistenti.
Esofago e stomaco: Evitare l’abuso di alcool, tabacco e spezie; masticare bene, mangiare lentamente; non bere né mangiare troppo caldo.
Fegato: Alimentazione equilibrata, non eccedere con i grassi.
Intestino: Evitare l’abuso di caffè, di alimenti indigesti, lottare contro il parassitismo intestinale.
Pelle: Pulizia; evitare di grattare le verruche; non abusare
con le insolazioni; igiene industriale; protezione contro i raggi X. Fare attenzione alla modificazione sensibile di una verruca o di una macchia della pelle.
Seno: Evitare il massaggio “estetico”. → Mammella, § 4.
Globuli bianchi (leucemia): Protezione contro i raggi X, igiene industriale, evitare l’inalazione frequente di benzolo.
Infine, non perdere di vista che c’è anche un’igiene mentale
preventiva del cancro (le prove morali, la depressione morale, la malinconia, le preoccupazioni prolungate e anche... la
cancerofobia sono cancerogeni.)
→ anche Carcinoma, Chemioterapia.
CANCROIDE
Usare i rimedi dell’Epitelioma.
CANDIDOSI (o Moniliasi)
Infezione causata da una specie di Candida albicans, fungo
microscopico, che può trovarsi un po’ ovunque.
1. Candidosi generali: Setticemia da Candida, certe Blastomicosi.
2. Candidosi orali: Mughetto, Herpes semplice.
3. Candidosi genitali: Balanite, § 3, Balanopostite, Contraccetivo orale, Vaginite e Vulvo vaginite, IV.
Natur 1 ovuli, 1 ovulo mattina e sera per 2 settimane; proseguire per 2 settimane con 1 ovulo solo la sera.
Micox, 10 gtt. 3 v. al dì per 30 gg., proseguire con 10 gtt. 2 v.
al dì per isuccessivi 30 gg.
Transfactor 2. Infezioni acute: 1 cps. al dì per 5 gg. consecutivi, per 4 settimane. Infezioni cronico-recidivanti: 1 cps. al dì
per 5 gg. consecutivi, per cicli di 3-4 mesi senxa interruzione.
Farmaci complementari:
Citomix, 3 gr. mattina e sera (potenziamento difese immunitarie).
Ferzym Plus, 1-3 cps. al dì (trattamneto della disbiosi intestinale).
TERAPIA SANUM:
Candidosi vaginale.
Fase acuta
Albicasan D 3 supposte - 1 supp. alla sera prima di coricarsi
per 10 sere Candidosi recidivanti dopo trattamento antibiotico:
Pefrakehl D 4 capsule - 1 cp. alla sera alternato a
Fortakehl D 5 capsule - 1 cp. alla sera per 2 settimane
Con mantenimento nei casi più ostinati:
Pefrakehl D 4 capsule - 1 cp. alla sera alternato a
Albicasan D 4 capsule - 1 cp. alla settimana x 4 settimane
Inoltre per applicazioni topiche
Albicasan D 3 pomata
e clistere da effettuarsi 2 volte a settimana per 4 settimane di
una soluzione contenente per litro d’acqua:
Albicasan D 5 gocce - 20 gtt.
Pefrakehl D 5 gocce - 10 gtt.
Notakehl D 5 gocce - 10 gtt.
Quentakehl D 5 gocce - 10 gtt.
4. Candidosi digestive: Anite, Diarrea, bruciori dell’esofago,
Gastroenterite, lesioni anali, ecc.
Maxiflor, 2 cps. al dì.
5. Candidosi dermatologiche: Eczematidi, Orticaria, Edema
di Quincke, Unghia, § 4, lesioni pitiriasiformi, Intertrigo, ecc.;
molto spesso un eczema è apparso o si è aggravato dopo la
somministrazione di antibiotici.
Micox, 10 gtt. 3 v. al dì per 30 gg., proseguire con 10 gtt. 2 v.
al dì per isuccessivi 30 gg.
6. Candidosi polmonari, cardiache: (l’Endocardite, rara, ma
molto grave), ecc.
CANIZIE
→ Capello, V.
CANNABIS SATIVA (M. M.)
Canapa coltivata
Azione fisiologica
I principali usi terapeutici del rimedio sono stati determinati sugli effetti patogenetici prodotti sugli organi urinari, sull’occhio, i polmoni e l’addome.
1. Cannabis provoca una irritazione eccessiva della mucosa vescicale, dell’uretra e perfino del prepuzio. Questo è rosso. scuro, caldo e infiammato: l’uretra brucia
intensamente, la minzione è dolorosa e difficoltosa, è
presente priapismo e una secrezione mucosa. In un caso
osservato da Morgagni e citato spesso, fu necessario
estrarre l’urina con l’aiuto del cateterismo e, più tardi,
non fu nemmeno possibile, essendo la sonda ostruita
dal muco-pus.
159
CANNON-DAVIS
2. Cannabis provoca una leggera albugine sulla cornea.
3. Infiamma i polmoni provocando del delirio con vomito
di “bile verde”.
4. Nella patogenesi di Cannabis Sativa si trova questo
sintomo: “Tumefazione particolare del ventre, come da
un’ascite incistata”. Richard Hughes dice di avere ottenuto, a tre riprese, il riassorbimento più o meno rapido e
completo di cisti dell’ovaio, somministrando la tinturamadre ad alte dosi.
Modalità
Aggravamento: stando coricato. Salendo su una scala.
Caratteristiche
1. Secrezione simile a pus, giallo, denso, dall’uretra.
2. Bruciore urinando che si estende alla vescica.
3. L’uretra è molto sensibile al tatto e alla pressione
esterna.
4. Dolore crampoide e a zig-zag lungo l’uretra.
5. Scosse dolorose nell’addome, con sensazione di qualcosa di vivo nel ventre.
Sintomo singolare: sensazione di una goccia d’acqua
che cadrebbe su diverse parti del corpo: testa, stomaco,
ano e soprattutto cuore.
Feci – Stipsi e feci dure.
Mestruazioni – Profuse.
Indicazioni principali
Blenorragia – È, per eccellenza, il rimedio con il quale si
deve cominciare il trattamento di questa affezione, a meno
che un altro rimedio sia particolarmente indicato, fatto
che è molto raro. Il sintomo più caratteristico è: “l’uretra
è molto sensibile alla pressione esterna”, tanto che il
soggetto non può avvicinare le gambe l’una contro l’altra.
Leucomi – Cannabis possiede a un certo grado, il potere
di togliere i leucomi conseguenti a un’oftalmia scrofolosa, a una qualunque ulcerazione della cornea.
Dispnea con asma, quando il soggetto non può respirare che stando in piedi o in posizione eretta.
Stipsi ostinata, provocando ritenzione d’urina, costrizione dell’ano.
Cannabis ha guarito delle nevralgie antiche, simpatiche
d’una affezione uterina.
Cisti dell’ovaio.
Posologia
Nella gonorrea, secondo l’esempio di Hahnemann, Jousset impiega la tintura madre alla dose di un grammo al
giorno in una pozione.
CANNON-DAVIS (Sdr. di)
→ Dismenorrea, § 2.
160
CANTHARIS (M. M.)
Cantaride o mosca di Milano
La Cantaride infiamma la mucosa urinaria dai reni
all’uretra.
1) Nefrite di ogni natura e origine. I sintomi sono: dolori
dei reni, urine sanguinolente, albuminuria, rare o soppresse.
2) Cistite acuta con questi sintomi: bisogno frequente e
pressante: l’urina cola goccia o goccia, dolori brucianti
e laceranti.
3) Cistite cronica: dove l’indicazione principale è: grande quantità di pus.
4) Blenorragia dopo l’uso di Cannabis; è individualizzato da: dolore alla minzione paragonabile a un ferro incandescente o a un rasoio, scolo puriforme e soprattutto erezioni violente.
Organi genitali
La Cantaride li infiamma causando flogosi delle parti
esterne e anche dell’utero, cosa che determina l’aborto.
Si nota priapismo, furore erotico. Le mestruazioni sono
troppo nere, troppo abbondanti.
Pleura
Vi agisce elettivamente, donde è indicata nella pleurite
al momento in cui, dopo lo sfregamento, si percepisce il
lento versamento.
Mucose
RESPIRATORIE: Cantharis ne aumenta la secrezione e
ci si deve pensare nelle affezioni delle vie respiratorie
quando il muco è viscoso, aderente.
DIGERENTI: violenta flogosi di tutto il canale gastroenterico, particolarmente del retto, donde il suo uso in certe dissenterie con bruciori, muco sanguinolento, coliche, tenesmo.
Cute
La sua azione sulla cute indica Cantharis nelle scottature che vanno fino alla vescicazione:
colpo di sole – erisipela vescicolare – zona – eczema.
particolarmente nell’eczema acutissimo che ha l’apparenza dell’erisipela e quell’eczema localizzato alle mani
detto rogna dei droghieri.
Le eruzioni di Cantharis bruciano come fuoco quando
le si tocca anche leggermente.
Sistema nervoso
La Cantharis produce delirio, convulsioni, coma.
Il delirio è molto particolare e rassomiglia a quello dell’idrofobia, poiché il soggetto ha parossismi di rabbia
durante i quali abbaia come un cane e cerca di mordere;
il più leggero tocco o la vista di un oggetto brillante,
CAPSICUM ANNUUM
come un bicchiere d’acqua, lo aggrava. Violenti spasmi
quando lo si tocca esternamente alla laringe o alla gola.
Come caratteristiche ricordiamo ancora: dolori che bruciano atrocemente non solo alla vescica, ma anche in
altri organi: iperestesia generalizzata; xantopsia.
CAPELLO, CUOIO CAPELLUTO
I. Cure di igiene quotidiana della capigliatura.
Tonificazione quotidiana del cuoio capelluto con la lozione
Vitanova lozione Derbe o Lotion Capillaire buxus verte, la
mattina. Lavaggio periodico dei capelli con uno shampoo
Derbe o con uno Shampoo buxus linea verde: o capelli normali, o capelli secchi,o capelli grassi, o antiforfora, secondi i
casi (tutti a ph 6).
Far seguire lo shampoo da un’applicazione di Lotion capillaire buxus linea verde.
Per i bebè: Blandissimo Derbe.
II.Caduta dei capelli e malattie del cuoio capelluto.
1. Alopecia diffusa progressiva, → Alopecia, § 1.
2. Se forfora (pitiriasi secca), → Pitiriasi, § 2.
3. Se seborrea grassa, capelli oleosi, → Seborrea.
4. Se alopecia localizzata, in aree, → Alopecia aerata.
5. Alopecia delle donne, → Alopecie diverse, § 2.
6. Alopecia dopo malattia infettiva o cronica, dopo gravidanza, sovraffaticamento, ecc., → Alopecie secondarie, § 3.
7. Eczema, → Eczema, II, III, B § 4.
8. Pruriti, → Prurito, I, II, § 6.
III. Micosi del cuoio capelluto.
Usare il trattamento interno della Micosi (in generale).
Frizioni quotidiane andando a letto, con la lozione seguente:
Balsamo di Fioravanti: 150 g, Tintura di China: 12 g, Tintura di Capsicum: 12 g, Resorcine: 5 g.
Dieta alimentare, → Alopecia. Eliminare il caffè.
IV. Incidenti causati da alcune tinture:
→ Tintura per capelli.
V. Incanutimento prematuro dei capelli, canizie.
Non si tratta di canizie dovuta a vecchiaia; si potrà provare
(con riserva di trattamento opoterapico, di competenza del
medico):
Lycopodium 5CH, 5 gr. ogni 15 giorni.
BioMag Lehning, 1 cp. ogni giorno, al risveglio, oppure Naturorange Mineral, 1 bustina al dì sciolta in un bicchiere
d’acqua...
Potaba, un confetto al dì. (Vitamina H’)
Becozym Roche, un confetto al dì (complesso vitaminico B).
Localmente, andando a letto, una frizione con la Soluzione di
Bépanthène Roche al 5%.
L’Albinismo (unico ciuffo bianco) è spesso di origine familiare. Niente da fare. D’altra parte è tavolta di moda, tra le
donne, farsi schiarire un ciuffo di capelli.
CAPELVENERE
→ Adiantum Capillus veneris
CAPILLARI, CAPILLARITE
→ Acrocianosi, Couperose, Geloni, Fragilità capillare, Gamba e coscia, VI, Malattia di Raynaud, Porpora.
CAPSICUM ANNUUM (M. M.)
Peperoncino, Pepe di Caienna - Solanacee
Si prepara la tintura con le capsule e i chicchi giunti a
maturazione. Le triturazioni si preparano con le stesse
parti seccate e polverizzate. La patogenesi di Capsicum
si trova nella Materia medica pura di HAHNEMANN.
Azione fisiologica
Capsicum produce un bruciore molto conosciuto nella
bocca, la gola, la faringe e lo stomaco, quando si inizia a
somministrarlo, e nelle vie urinarie attraverso le quali
viene eliminato. L’arrossamento delle mucose provoca
una secrezione eccessiva. Una commissione chiamata
dall’Accademia di medicina, verso la metà del secolo
scorso, sperimentò questo rimedio e constatò la sua efficacia contro i tumori emorroidali infiammati e dolorosi. Questa applicazione di Capsicum è completamente
giustificata dalla sua patogenesi e l’Accademia era stata
preceduta nello studio di questo rimedio da HAHNEMANN 50 anni prima. TILLAUX consiglia Capsicum
contro le emorroidi nelle sue eccellenti “Cliniche chirurgiche”.
Capsicum provoca sintomi febbrili che ricordano perfettamente gli accessi della febbre intermittente.
Modalità
Aggravamento: All’aria aperta, o essendo scoperto, con
un leggero contatto.
Miglioramento: Mentre mangia. Dal calore.
Caratteristiche
1. Sensazione di bruciore, come se del pepe rosso fosse
applicato sulle parti affette, bruciore non alleviato dal
calore.
2. Costrizione che colpisce la laringe, gola, torace, vescica, uretra, retto. La costrizione spasmodica bruciante come gli altri dolori sono più acuti durante la deglutizione.
3. Alito fetido, non solo al momento dell’espirazione, ma
tossendo e inspirando profondamente.
DOLORI. Aggravati dal minimo contatto.
FECI. Muco sanguinante con bruciore e tenesmo; dolore tirante nel dorso dopo la defecazione. Sete dopo la
defecazione con brividi.
MESTRUAZIONI. Emorragia uterina, al momento della
menopausa, con nausea.
161
CAPSULITE ORBITARIA
Indicazioni principali
Si deve pensare a Capsicum in tutte le affezioni accompagnate da bruciori alle mucose.
Ipercloridria, pirosi. Rimedio eccellente.
Dissenteria con estremo tenesmo che colpisce anche lo
sfintere vescicale.
Eccellente rimedio della bronchite fetida. Il paziente, che
ha le fibre elastiche e i muscoli deboli, non può eliminare
la secrezione bronchiale che si decompone.
Emorroidi che causano pruriti e forti dolori durante la
defecazione. Fuori uscita ematica dall’ano.
Pertosse, quando la tosse è ancora spasmodica ed è più
frequente di giorno che di notte.
Blenorragia.
Otite media acuta con mastoidite; apofisi mastoidea aumentata di volume e molto dolorosa al tatto.
Tosse con dolore alla testa come se stesse per scoppiare
(Bryonia, Natrum muriaticum, Sulphur). Tosse con
dolore negli organi lontani (vescica, ginocchia, gambe).
Tosse con alito fetido e nauseabondo.
Piressia. Sete prima del brivido. Il freddo comincia al
dorso: meglio col calore. Bisogna bere qualcosa di caldo.
Cefalea. Dolori cefalici emilaterali, pressanti, con nausee, vomiti. Aggravamento con il movimento, all’aria
aperta, miglioramento col calore e mentre il paziente mangia.
Posologia
Nel trattamento delle emorroidi e della dissenteria, si somministra Capsicum solitamente alla 3a diluizione. Bisogna spesso scendere alla tintura madre, da 3 a 6 gocce in
24 ore per le febbri intermittenti. Il tenesmo vescicale è
facilmente aumentato dall’utilizzo di questo rimedio, anche, nelle affezioni della vescica bisogna cominciare dalla
6a e anche 12a. Lo stesso, nelle affezioni gastriche.
CAPSULITE ORBITARIA
Dolori peri-orbitali, con diplopia, chemosi.
Consultare urgentemente l’oculista. Aspettando:
Dr. Reckeweg R 78, 15 gtt. 3 v. al dì.
Kalmia latifolia 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
Bryonia 5CH, Rhus tox. 5CH, Apis 4CH, 2 gr. 1 v. al dì.
CARATÈ
(Mal di Pinto, epidermomicosi dell’America equatoriale).
→ Micosi cutanea.
CARBONCHIO (Pustola Maligna)
Grave infezione causata da Bacillus anthracis e dalle sue
spore, che penetrano attraverso la cute e le mucose o, più
raramente, per via gastrica o polmonare.
Carbonchio esterno: la pustola maligna inizia come una pa162
pula eritematosa con edema circostante che si trasforma in
vescicola sierosa, poi ematica e quindi in escara.
Bioterapico Anthracinum 5CH, 2 gr. al risveglio.
Bioterapico Pyrogenium 5CH, 2 gr. verso le 12.
Arsenicum 5CH, Lachesis 5CH, 2 gr. un giorno da un tubo,
un giorno dall’altro, verso le 16.
Tarentula cubensis 5CH, 2 gr. andando a letto.
Dr. Reckeweg R 1, 15 gtt., 3/4 v. al dì.
Calendula-Heel s, applicazioni locali.
TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA:
Belladonna-Homaccord, 10 gtt. da alternare ogni 1-2 ore con
Arnica comp.-Heel, 1 cp.
Dieta e cure, → Setticemia, § 3. Vitamine A, C, → VITAMINE.
N.B. – Malattia professionale degli squartatori, cardatrici e
cernitrici di lana, fabbricanti di spazzole, pennelli, operai del
corno, dei fanoni delle balene, ecc.
Profilassi: incenerazione degli animali morti di carbonchio,
disinfenzione delle materie industriali dubbie. Indossare dei
porta-nuca se si trasportano sulla schiena dei carichi di pelli;
pulizia dei laboratori, ecc. Medicazione immediata delle piaghe, → Piaghe, punture.
CARBO VEGETABILIS (M. M.)
Carbo vegetale
Carbo Vegetabilis è uno dei più grandi rimedi “astenici”
di tutta la nostra Materia Medica. Questo stato è dovuto qui al rallentamento del flusso del sangue che ingorga le vene e i capillari venosi. Pertanto questo sangue,
non sufficientemente ossigenato, si carica di acido carbonico; chimicamente si manifesterà allora:
1) cianosi cutanea;
2) freddo diffuso a tutta la superficie corporea; e, se lo
stato si prolunga e si aggrava:
3) insufficienza bulbare (dovuta all’eccesso di CO2) con
paralisi cardiache e respiratorie, collasso, sincope.
Donde la grande indicazione tanto spesso verificata: Carbo Vegetabilis è il grande rimedio dell’agonia, che addolcisce, prolunga e perfino allontana definitivamente.
Lo si darà dunque nella fase terminale della malattia, quando sembra che il malato abbia esaurito tutte le sue energie vitali e che tutto sia perduto. Il paziente presenta
allora il seguente aspetto: giace immobile, la cute è fredda e bagnata di sudore freddo; il polso è piccolo, fuggente, intermittente, vi è cianosi delle labbra, ai pomelli,
alle dita delle mani e l’infelice non ha più la forza di parlare se non per reclamare di essere ventilato, poiché gli
manca l’aria e gli sembra di soffocare.
Questo stato può riscontrarsi al termine di qualsiasi malattia grave degli adulti (ma anche dei bambini): bronco-
CARBO VEGETABILIS
polmonite, tifo, stati uremici, sindromi cardio-renali, ecc.
Benché appaia stupefacente, questo potere del carbone
vegetale dinamizzato è tuttavia reale e non c’è omeopata, si potrebbe dire, che non gli debba la resurrezione di
qualche malato adulto o bambino, del quale si aspettava
la fine. A ragione dice Chargè: “Carbo Vegetabilis ci è
stato dato perché non disperassimo mai, per quanto
grave sia lo stato del malato”.
La seconda grande indicazione generale è la seguente:
soggetti che non si sono mai sbarazzati dalle sequele
di una malattia pregressa.
Ciò vuol dire che gli attuali disturbi o la malattia per cui
il soggetto viene a consulto sono apparsi in seguito ad
un’affezione precedente che sembra aver preparato il
terreno, ad es.: asma, comparsa dopo pertosse.
E quando sentirete dire al paziente: “Da quell’incidente,
quello strapazzo o quella malattia sono stato sempre
male”, pensate a Carbo Vegetabilis.
La terza indicazione è: la flatulenza.
Il rallentamento del flusso sanguigno venoso comporta
la congestione portale, la diminuzione della secrezione
gastrica e, senza dubbio, anche l’atonia delle pareti intestinali. Gli alimenti ingeriti allora vanno in putrefazione
con formazione di numerosi gas che si accumulano nello
stomaco e nella parte superiore dell’addome. Le eruttazioni, che sono maleodoranti (in questo caso non si tratta di aerofagia) danno sollievo solo momentaneamente.
Un forte dolore di stomaco, in rapporto con la flatulenza
che peggiora specie coricandosi, deve sempre far pensare a Carbo Vegetabilis.
L’ultima grande indicazione è: emorragie venose passive a livello delle mucose.
La fuoriuscita di sangue scuro e non coagulabile è lenta
ma continua. Si tratta piuttosto di una trasudazione capillare. Ad esempio scolo dalla vulva di modo che le
mestruazioni sembrano interminabili: dopo una ferita,
un’operazione e quando le arterie legate non sanguinano più, un trasudato venoso bagna di continuo la piaga
e ritarda la cicatrizzazione.
Non esiste propriamente un tipo Carbo Vegetabilis, tuttavia il rallentamento e la cattiva ossigenazione del sangue imprimono al soggetto alcuni tratti caratteristici che
lo fanno riconoscere facilmente.
Il colorito cianotico è più evidente al viso e particolarmente al naso; colorito che si accentua, singolarmente,
dopo ingestione di un eccitante qualsiasi, sia alimento
che bevanda. Un’altra conseguenza del disturbo di circolazione è il turgore, il gonfiore degli arti, che sono
pesanti, varicosi, dilatati. Anche il cervello risente dell’insufficienza di circolo; c’è una completa indifferenza
mentale.
Niente lo tocca, niente può arrecargli gioia o piacere.
Allo stesso tempo è ansioso, angosciato, ha avversione
per l’oscurità, paura degli spiriti, dei fantasmi. Quest’an-
sia si manifesta con maggiore intensità prima, durante e
dopo il sonno.
Caratteristiche generali
Segnaliamo subito: debolezza estrema, sensazioni di bruciori acuti interni, sensazione di freddo esterno, fetidità
delle escrezioni.
Apparato circolatorio
Ricordiamo solo i segni essenziali che abbiamo già visto: in seguito al ristagno di sangue venoso, specie nei
capillari, si formano le varici e il colorito cianotico del
viso, in particolare del naso. Si aggiungono vampate di
calore con rossore violento della faccia sotto l’influenza
del più piccolo eccitante, ad es. un bicchiere di vino.
La cattiva circolazione negli arti provoca spesso una
gangrena senile che inizia dalle dita dei piedi con dolori
brucianti (Secale). Altre due sono le indicazioni da ritenere: dispnea aortica e affezioni cardiache organiche con
Cheyne-Stokes, il che non sorprende, poiché conosciamo l’azione che esercita sul bulbo il sangue scarsamente ossigenato per il rallentamento venoso causato da
Carbo Vegetabilis.
Apparato respiratorio
L’azione fortemente astenica di questo rimedio si fa sentire sui muscoli bronchiali, donde: l’abbondanza delle
mucosità, che non potendo essere espulse, provocano
asfissia.
L’impiego di Carbo Vegetabilis (quando Tartarus emeticus ha fallito) è giustificato nelle affezioni bronchiali e
polmonari dei debilitati, in particolare degli anziani;
l’espettorato è spesso fetido e purulento.
Carbo Vegetabilis è pure il rimedio capitale in casi di
raucedine cronica che accompagna le diverse laringiti
benigne e gravi, catarrali e tubercolotiche, che peggiorano di sera con sensazione di bruciori laringei. Questa
sensazione di bruciore come da “tizzone ardente” accompagna spesso le diverse affezioni polmonari che richiedono Carbo Vegetabilis.
La soppressione di uno scolo cronico del naso è seguita
da congestione del capo.
Apparato digerente
Il principale sintomo, come abbiamo visto, è la flatulenza. Anche qui troviamo “la sensazione di bruciore” associata a vari disturbi gastrici e l’“odore fetido” delle
feci diarroiche, le quali possono essere seguite da bruciori.
Carbo Vegetabilis è il principale rimedio della “vertigo a
stomacho laeso”.
Apparato genitale
Anche là cattivo odore delle mestruazioni che sono troppo abbondanti e della leucorrea che precede le mestrua163
CARCINOMA
zioni ed è irritante. Carbo Vegetabilis calma spesso i dolori del cancro del seno che così spesso sono brucianti.
Cute
Ulcere atone, superficiali con dolori brucianti che peggiorano di notte e scoli maleodoranti. Gangrena (circolazione). Escara sacrale, affezione dei debilitati, molto spesso con i famosi dolori brucianti. Carbo Vegetabilis può
essere un buon rimedio dell’eczema rubrum (Mezereum).
Sistema nervoso
Già conosciamo:
l’astenia generale: fisica e mentale.
I due opposti disturbi della sensibilità, entrambi così
caratteristici: il “freddo esterno” e il “bruciore interno”.
Il sonno è interrotto dal freddo alle gambe, specie alle
ginocchia. I bruciori vengono avvertiti dappertutto, perfino nelle vene capillari.
Come fenomeni dolorosi abbiamo principalmente dolori
folgoranti lungo lo sciatico e il facciale.
Più importanti sono le cefalee, naturalmente congestizie
poiché si ha insieme sia il rallentamento del flusso ematico sia improvvisi orgasmi. Da ciò la sensazione di pesantezza, di pienezza, la testa sembra che sia troppo distesa e il cuoio capelluto troppo stretto per circondarla.
Un cappello è insopportabile apparendo troppo pesante
e troppo stretto. Le cefalee di Carbo Vegetabilis possono individualizzarsi per i seguenti caratteri:
aggravamento di sera, che è una modalità generale del
rimedio;
proiezione del dolore dall’occipite alla regione sotto-orbitaria;
coincidenza coi sintomi gastrici.
Sono da ricordare due piccoli segni oculari: mosche volanti, sensazione di un granello di sabbia nell’occhio
dopo un affaticamento oculare.
CARCINOMA DEL COLON
TERAPIA SANUM:
(post operatorio)
Fortakehl D 5 capsule - 1 cp. alla sera da sciogliere in bocca
Per regolare l’ambiente intestinale.
Associare
Mucokehl D 5 gocce o capsule - 8 gtt. o 1 cp. al risveglio
dalla 2° settim.
Mucokehl D 3 pomata - da applicare massaggiando sulla
parete addominale.
Sanuvis gocce - 10 gtt. prima dei pasti.
CARCINOMA DEL COLON
TERAPIA SANUM:
Si consigliano i seguenti cicli di terapia da ripetersi per 2
mesi:
164
Nigersan D 3 supposte - 1 supp. alla sera il 1° giorno
Pefrakehl D 3 supposte - 1 supp. alla sera il 2° giorno
Nigersan D 3 supposte - 1 supp. alla sera il 3° giorno
Mucokehl D 3 supposte - 1 supp. alla sera il 4° giorno
CARCINOMA GASTRICO
TERAPIA SANUM:
Associare alle tradizionali terapie il seguente ciclo:
Mucokehl D 5 compresse - 1 cp. la sera del 1° giorno
Latensin D 4 capsule - 1 cp. la sera del 3° giorno
Fortakehl D 4 capsule - 1 cp. la sera del 5° giorno
tale ciclo va ripetuto per 6 -8 settimane a seconda del miglioramento clinico.
CARCINOMA MAMMARIO
TERAPIA SANUM:
Proporre cicli una volta alla settimana per 5 settimane di:
Latensin D 4 capsule - 1 cp. alla sera il 1° giorno
Utilin D 4 capsule - 1 cp. alla sera il 2° giorno
Recarcin D 4 capsule -1 cp. alla sera il 3° giorno
Successivamenteper altre 5 settimane
Latensin D 4 capsule - 1 cp. al mattino e 1 alla sera il 1°
giorno
Utilin D 4 capsule - 1 cp. al mattino e 1 alla sera il 2° giorno
Recarcin D 4 capsule -1 cp. al mattino e 1 alla sera il 3°
giorno
Associare inoltre:
Citrokehl gocce - 20 gtt. applicate sulla sede tumorale 2
volte al dì.
CARCIOFI (Dermatite dei coltivatori di carciofi)
→ Dermatosi professionale.
CARCIOFO
→ Cynara scolymus L.
CARDIALGIA
1. Nelle forme leggere, mal caratterizzate, o se nervosismo
esagerato.
I rimedi del Nervosismo (v. questa voce). Vitamine B1, B2,
C, → VITAMINE.
Riposo fisico e morale, igiene alimentare, evitando ogni rischio di compressione del penducolo cardio-aortico causato da: dilatazioni, aerofagia, aerocolia, ecc.
2. Ma se forme che si riferiscono a un disturbo cardiaco,
consultare il medico, che tratterà: Angina pectoris, Aortite,
Insufficienza ventricolare sinistra, ecc.
CARDIOSPASMO
Nux vomica-Heel, 1 cp. 2 v. al dì.
Tartarus-Heel, 1 cp. 2 v. al dì.
Cuprum-Heel, 1 cp. 2 v. al dì.→ Esofagismo e cardiopatia.
CATALESSI
CARDO BENEDETTO
→ Cnicus benedictus Gaertn.
CARFOLOGIA
→ Delirio, § 5.
CARIE DENTARIA
→ Denti e cure dentarie, § 7 e 8.
CARIE OSSEA (in generale)
Phosphorus triiodatus 5CH, 5 gr. ogni 7 giorni.
Dr. Reckeweg R 34, 15 gtt. 2 v. al dì.
Angustura vera 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Asa foetida 5CH, Hekla lava 5CH, 2 gr. un giorno l’uno, un
giorno l’altro.
TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA:
Silicea-Heel, 1 cp. 2 v. al dì.
Calcoheel, 1 cp. 2 v. al dì.
Kalmia compositum, 10 gtt. 2 v. al dì.
Psorinoheel N, 10 gtt. 2 v. al dì.
Dieta rimineralizzante, → Convalescenza, § 3.
CARL SMITH (M. di)
→ Linfocitosi infettiva acuta.
CARNITINA
→ VITAMINE (Vit. O o Bt).
CAROTENE
→ VITAMINE (Provitamina A).
CAROTENEMIA E CAROTENODERMIA
→ Ipercarotenemia.
CARRION (M. di)
→ Febbre di Oroya.
CARTILAGINE INFIAMMATA (Condrite)
→ Osteite.
CASSONI (Malattia dei)
→ Sport subacqueo.
CASTANEA SATIVA L.
(Castagno) - Famiglia Fagacee
• Generalità - Albero a foglia caduca, alto fino a 30 m.
• Parti usate - Corteccia dei rami e foglie.
• Principi attivi - Tannini e piccola quantità di fitosterine.
• Proprietà terapeutiche - Tossifughe, fortemente astringenti, antispasmodiche.
Indicazioni, preparazioni e dosi
Uso interno (sedativo della tosse e blando antisettico
delle vie respiratorie):
Infuso:
Castagno - foglie essiccate
2g
acqua bollente
100 ml
Lasciare in infusione per 10 minuti.
Dosi: 2-3 tazzine al giorno lontano dai pasti.
Tintura:
Castagno - foglie
20 g
Alcol di 60°
100 ml
Macerazione per 5 giorni.
Dosi: 1-2 cucchiaini al giorno.
Uso esterno
Decotto (Per pelli fragili e delicate, arrossate):
Castagno - corteccia
6g
acqua
100 ml
Modalità d’uso: lavaggi e applicazione di compresse per
15 minuti.
Infuso (come astringente e blando disinfettante della pelle
e delle mucose):
Castagno - foglie
6g
acqua bollente
100 ml
Modalità d’uso: fare sciacqui e lavaggi; applicare compresse imbevute di infuso sulle parti interessate.
Uso cosmetico:
(come dopo shampoo per esaltare i riflessi dorati dei
capelli biondi):
Castagno - acqua di cottura delle bucce.
(come crema detergente del viso e per maschere a potere
emolliente e schiarente):
Castagno - polpa cotta e setacciata dei frutti.
CASTRAZIONE CHIRURGICA DELLE DONNE
→ Operazioni chirurgiche, II, § 34.
CATALESSI
I. Stato di rigidità, di immobilità e insensibilità dell’organismo, interrotto di tanto in tanto da movimenti spontanei.
Chiamare con urgenza il medico. Aspettando:
1. Moschus 4CH, 2 gr. sulla lingua del malato.
Opium 5CH, 2 gr. 1/2 h dopo.
Curare 4CH, 2 gr. 1 h dopo.
Instillare una goccia di Curare 6 in ogni occhio.
2. L’indomani, per prevenire un nuovo attacco (se non si è
rintracciato il medico):
Lobelia Complexe n° 74 Lehning, 10 gtt., 2 v. al dì.
Nella giornata, due cp. di Efedrina cloridrato.
3. Curare la causa: Diabete, Ipoglicemia, Obesità, Tumore
dell’Ipofisi, Sifilide cerebrale, Isteria, Parassitismo intestina165
CATALIZZATORI E CHINONI
le, Sindrome Parkinsoniana, o post-encefalica, Schizofrenia,
ecc.
II. Catalessi, Catatonia.
Catalessi con disturbi mentali, stupore, ecc. che si osservano in certe febbri (soprattutto tifoide), in tumore cerebrale,
certe intossicazioni. Con urgenza, usare i rimedi del § 1.
CATALIZZATORI E CHINONI
Mitocondrio
Un mitocondrio è un organulo cellulare di forma generalmente allungata, presente in tutti gli Eucarioti (con alcune eccezioni). I mitocondri sono gli organelli addetti alla respirazione cellulare. Sono costituiti da due membrane: la membrana
interna e la membrane esterna; lo spazio fra queste due membrane è detto spazio intermembrana. Lo spazio delimitato
dalla membrana interna è detto matrice mitocondriale; la
membrana interna si estende nella matrice formando delle
pieghe dette creste mitocondriali, dove si concentrano gli
enzimi respiratori. La funzione delle creste è aumentare la
superficie di membrana che permette di disporre un numero
maggiore di complessi di ATP sintetasi.
Le membrane del mitocondrio
Le due membrane mitocondriali presentano differenti proprietà a causa della loro diversa composizione.
La membrana esterna è composta per il 50% di lipidi e per il
resto presenta svariati enzimi dalle molteplici attività tra cui:
l’ossidazione dell’adrenalina, l’allungamento degli acidi grassi
e la degradazione del triptofano. Essa, inoltre, contiene porine: canali proteici transmembrana, fomati per lo più da foglietti â, non selettivi. Ciò fa sì che la membrana esterna sia
assai permeabile e permetta il passaggio di molecole di massa fino a 1000 Da. Quest’elevata permeabilità era già nota
all’inizio del XX secolo allorché venne notato il rigonfiamento cui i mitocondri vanno soggetti a seguito della loro immersione in una soluzione ipotonica
La membrana interna ha un rapporto proteine/lipidi che si
aggira su 3:1 (che significa che per ogni 15 proteine vi è un
fosfolipide) e contiene più di 100 molecole polipeptidiche.
Un’altra caratteristica particolare, in quanto propria delle
membrane batteriche, è la presenza di molecole di cardiolipina (difosfatidli-glicerolo) e l’assenza di colesterolo. La membrana interna, contrariamente a quella esterna, è assai impermeabile, in quanto priva di porine, ma possiede trasportatori
transmembrana altamente selettivi per ogni molecola o ione.
A seguito di ciò le due facce della membrana interna vengono chiamate, rispettivamente, versante della matrice e versante citosolico (in quanto viene facilmente raggiunto dalle
piccole molecole del citosol cellulare) oppure versante N e
versante P in ragione del diverso potenziale di membrana
(neutro nel versante citosolico e positivo nello spazio intermembranoso interno).
166
La matrice mitocondriale
La matrice mitocondriale ha consistenza gelatinosa a causa
della concentrazione elevata di proteine (circa 500 mg/ml).
Essa contiene, infatti, numerosi enzimi, ribosomi (più piccoli
di quelli presenti nel resto della cellula) e molecole di DNA
circolare a doppio filamento.
Il genoma mitocondriale
Il genoma mitocondriale contiene 16569 coppie di basi e possiede 37 geni codificanti per due RNA ribosomiali (rRNA), 22
RNA di trasporto (tRNA) e 13 proteine che fanno parte dei
complessi enzimatici deputati alla fosforilazione ossidativa.
È da notare, comunque, che il numero di geni presenti sul
DNA mitocondriale è variabile a seconda delle specie. In
ogni mitocondrio si trovano da due a dieci copie del genoma.
Il resto delle proteine presenti nel mitocondrio deriva da geni
nucleari i cui prodotti vengono appositamente trasportati.
Le proteine destinate al mitocondrio generalmente vengono
riconosciute grazie ad una sequenza leader presente sulla
loro parte N-terminale. Tale sequenza contiene da 20 a 90
amminoacidi, di cui nessuno carico negativamente, con all’interno alcuni motivi ricorrenti, e sembra che abbia un’elevata possibilità di dare origine ad una á-elica anfipatica. Esistono, tuttavia, proteine mitocondriali prive di tale sequenza
e che pertanto devono possedere segnali di riconoscimento
ancora non noti (non è esclusa la possibilità che alcune sequenze non tradotte dell’RNA messaggero funzionino per
questo scopo).
Circa 28 dei geni mitocondriali (2 rRNA, 14 tRNA e 12 proteine) sono codificati su uno dei due filamenti di DNA (detto
H, da heavy strand) mentre i rimanenti geni (8 tRNA e 1 proteina) sono codificati sul filamento complementare (detto L,
da light strand).
La presenza della catena di trasporto degli elettroni con la
sua capacità di produrre radicali liberi, la mancanza di istoni
e i limitati sistemi di riparo, rendono il DNA mitocondriale
facilmente danneggiabile e in effetti il suo tasso di mutazione
è circa dieci volte maggiore di quello nucleare. Ciò fa sì che si
possano avere sequenze mitocondriali differenti anche all’interno di uno stesso individuo. L’accumulo di mutazioni
nel corso dell’età si ritiene possa condurre a una diminuzione dell’attività del mitocondrio. Questo fenomeno è stato
per lungo tempo ritenuto uno dei possibili responsabili dell’invecchiamento anche se sembra essere smentito da recenti ricerche. La presenza di ribosomi permette al mitocondrio
di svolgere una propria sintesi proteica.
Una particolarità del codice genetico mitocondriale sta nel
fatto che esso è leggermente diverso da quello comunemente noto. Il codone UGA, normalemente codone di stop, codifica per il triptofano. I vertebrati, inoltre, usano la sequenza
AUA (e l’uomo anche AUU) per codificare la metionina (e
non l’isoleucina) mentre AGA ed AGG funzionano come codoni di stop. Si è visto, inoltre, che tra specie diverse vi
possono essere differenze nel codice mitocondriale che, di
CATALIZZATORI E CHINONI
tutto viene catalizzato dalla piruvato decarbossilasi: un grosso complesso multienzimatico. Successivamente l’acetilCoA
viene immesso nel ciclo di Krebs o ciclo degli acidi tricarbossilici o ciclo dell’acido citrico che permette di generare 3 molecole di NADH e una di FADH2 secondo la seguente reazione generale:
AcetilCoA + 2 H2O + FAD + 3 NAD+ + GDP + Pi → 2 CO2 +
FADH2 + 3 NADH + 3 H+ + GTP + HS-CoA
Tutti gli enzimi del ciclo di Krebs si trovano liberi nella matrice, fatta esclusione per la succinato deidrogenasi che è legata alla membrana mitocondriale interna nel versante N.
conseguenza, non è uguale per tutti.
Il DNA mitocondriale umano viene ereditato per via matrilineare in quanto durante il processo di fecondazione i mitocondri dello spermatozoo non penetrano all’interno della cellula uovo, anche se pare che un piccolo numero di essi possa farlo. Il genoma mitocondriale della prole sarà, di conseguenza, quasi uguale a quello materno (fatte salve eventuali
mutazioni).
Le funzioni del mitocondrio
Il mitocondrio è in grado di svolgere molteplici funzioni. La
più importante tra esse consiste nell’estrarre energia dai
substrati organici che gli arrivano per produrre un gradiente
ionico che viene sfruttato per produrre ATP. Gli altri processi in cui il mitocondrio interviene sono:
• l’apoptosi e la morte neuronale da tossicità da glutammato,
• regolazione del ciclo cellulare,
• regolazione dello stato redox della cellula,
• sintesi dell’eme,
• sintesi del colesterolo,
• produzione di calore.
La produzione di energia
È la funzione principale del mitocondrio e viene svolta utilizzando i principali prodotti della glicolisi: il piruvato e il NADH.
Essi vengono sfruttati in due processi: il ciclo di Krebs e la
fosforilazione ossidativa.
Il ciclo di Krebs
Le molecole di piruvato prodotte dalla glicolisi vengono trasportate all’interno della matrice mitocondriale dove vengono decarbossilate per formare gruppi acetili che vengono
coniugati con il Coenzima A (CoA) per formare acetilCoA. Il
Fosforilazione ossidativa: la catena di trasporto
degli elettroni
Vengono utilizzati sia il NADH che il FADH2 prodotti dalla
glicolisi e dal ciclo di Krebs. Attraverso un complesso multienzimatico avente le funzioni di catena di trasporto gli elettroni vengono prelevati da NADH e FADH2 e, dopo una
serie di passaggi intermedi, vengono ceduti all’ossigeno molecolare (O2) che viene ridotto ad acqua. Durante il trasferimento elettronico le varie proteine trasportatrici subiscono
dei cambiamenti conformazionali che consentono di trasferire dei protoni dalla matrice allo spazio intermembrana contro
un gradiente di concentrazione.
Nel mitocondrio si possono isolare ben quattro complessi
poliproteici responsabili del trasporto degli elettroni:
• Complesso I (NADH deidrogenasi) che contiene almeno 30
diversi polipeptidi, una flavoproteina e 9 centri ferro-zolfo e
per ogni coppia di elettroni fatta passare vengono trasferiti
tre o quattro protoni,
• Complesso II (Succinato deidrogenasi) che, oltre a catalizzare una reazione del ciclo di Krebs, consente il trasferimento di elettroni al FAD e all’ubichinone ma non permette il
passaggio di protoni,
• Complesso III (Citocromo c riduttasi) che contiene circa 10
polipeptidi e gruppi eme e un centro ferro-zolfo, permette il
passaggio di elettroni dall’ubichinone ridotto al citocromo c
e per ogni coppia di elettroni trasferisce quattro protoni,
• Complesso IV (Citocromo c ossidasi) che contiene almeno
13 polipeptidi permette il trasferimento di elettroni dal citocromo c all’ossigeno e anche lo spostamento dei protoni
anche se non ne è ben chiaro il numero (forse quattro per
ossigeno ridotto).
Successivamente i protoni vengono rifatti passare attraverso la membrana interna, in un processo di diffusione facilitata, tramite l’enzima ATP sintetasi che ottiene così l’energia
sufficiente per produrre molecole di ATP, trasferendo un gruppo fosfato a dell’ADP. Si è visto che una coppia di elettroni,
prelevati da NADH, è in grado di rilasciare un quantitativo
d’energia sufficiente a produrre tre molecole di ATP mentre
con una coppia elettronica ottenuta dal FADH2 se ne ottengono due.
Sia la glicolisi che la fosforilazione ossidativa permettono di
ottenere ben trentotto molecole di ATP per ogni glucosio
167
CATALIZZATORI E CHINONI
utilizzato (anche se questo valore può anche variare a seconda del rapporto [ATP]/[ADP] intracellulare).
Il mitocondrio e l’apoptosi
Il motocondrio funziona da centrale d’integrazione degli stimoli apoptotici. Essi possono essere di molteplice natura
(caspasi, ceramide, vari tipi di chinasi, ganglioside GD3, ecc...)
e sono in grado di determinare l’apertura di un complesso
poliproteico chiamato poro di transizione mitocondriale
(Permeability Transition Pore Complex, PTPC) localizzato in
alcuni punti di contatto tra le due membrane mitocondriali.
Quest’evento che fa cadere la differenza di potenziale, per
uscita dei protoni, e ingresso di molecole prima interdette
all’ingresso. Come risultato finale, il mitocondrio si riempe di
liquido e la membrana esterna scoppia liberando nel
citoplasma fattori stimolanti l’apoptosi come AIF (Apoptosis
Inducing Factor), che è in grado di raggiungere il nucleo e
attiva una via indipendente dalle caspasi in grado di degradare il DNA, e il citocromo c che si lega alle proteine Apaf-1
(apoptotic protease activating factor) e caspasi 9 e una molecola di ATP formando un complesso definito apoptosoma.
La caspasi 9 presente diviene in grado di attivare altre caspasi
che danno il via ad una cascata molecolare che si conclude
con la degradazione del DNA ad opera di fattori nucleari.
Il mitocondrio e la tossicità da glutammato
L’eccessiva stimolazione del recettore per la N-malonildialdeide (recettore NMDA), da parte del glutammato, è in grado
di produrre un ingresso massivo di calcio che può portare a
morte il neurone tramite diverse vie apoptotiche o per necrosi a seconda dell’intensità dello sitimolo. Una di queste vie
interessa anche il mitocondrio.
Il calcio in eccesso che affluisce, in effetti, va a sovraccaricare il mitocondrio, penetrandovi, determinando così perdita
del suo potenziale di membrana e diminuzione della produzione di ATP per disaccoppiamento della fosforilazione ossidativa con la sintesi di ATP. Ciò fa sì che le pompe di membrana ATP dipendenti responsabili del mantenimento della
depolarizzazione smettano di funzionare e ciò, in un circolo
vizioso, aumenta l’ingresso di calcio Viene, inoltre, stimolata
la produzione d’ossido nitrico che sembra possedere un’azione inibitoria sulla catena di trasporto mitocondriale.
Il mitocondrio e lo stato ossidoriduttivo della cellula
Durante la fosforilazione ossidativa può accadere che un
solo elettrone vada a ridurre una molecola di O2 determinando la produzione d’un anione superossido (O2•), un radicale
assai reattivo. Generalmente questo fenomeno viene evitato, tuttavia non è possibile evitarlo completamente.
O2• può essere protonato a formare il radicale idroperossido
(HO2•) che può reagire, a sua volta, con un altro anione superossido per produrre perossido di idrogeno (H2O2) secondo la seguente reazione: 2 HO2• → O2 + H2O2
La sintesi di radicali liberi è anche un processo che, se opportunamente controllato, può essere una valida arma con168
tro determinati microorganismi. Durante l’infiammazione, infatti, i leucociti polimorfonucleati sono soggetti ad una produzione massiva di questi radicali per attivazione dell’enzima NADPH ossidasi.
Per far fronte alla presenza di radicali liberi, che potrebbero
comportare dei gravi danni, la cellula deve utilizzare degli
specifici sistemi atti alla loro eliminazione:
• la catalasi che è un enzima che catalizza la reazione di eliminazione del perossido di idrogeno (2 H2O2 → O2 + 2 H2O),
• il glutatione (GSH) che determina l’eliminazione dei radicali
liberi sfruttando il gruppo sulfidrile nella sua forma ridotta
(H2O2 + 2 GSH → GSSG (omodimero di glutatione) + 2 H2O, 2
OH• + 2 GSH → GSSG + 2 H2O),
• vari antiossidanti quali l’ac. ascorbico e le vitamine A ed E,
• il gruppo delle superossidodismutasi.
La sintesi dell’eme
La sintesi delle porfirine è un processo enzimatico altamente
conservato che nell’uomo determina la sintesi del gruppo
eme mentre in altri organismi serve anche a produrre composti strutturalmente simili, come la cobalamina, le clorine e le
batterioclorine. All’interno del mitocondrio avvengono parte delle reazioni che portano alla sintesi dell’eme che poi
viene portato fuori nel citoplasma dove viene coniugato con
le catene polipeptidiche.
La prima tappa di questo processo consiste nella condensazione, catalizzata dalla acido d-aminolevulinico sintetasi,
della glicina con il succinilCoA che porta alla formazione di
acido d-aminolevulinico che poi esce dal mitocondrio. Successivamente due molecole di acido d-aminolevulinico si
condensano, per azione della acido d-aminolevulinico deidratasi, a formare il porfobilinogeno. Quattro molecole di
profobilinogeno, poi, si condensano per formare un tetrapirrolo lineare, per opera della porfobilinogeno deaminasi.
Il tetrapirrolo ciclizza formando uroporfirinogeno III che
dopo viene trasformato in coproporfirinogeno III, dalla uroporfirinogeno III decarbossilasi, il quale rientra nel mitocondrio. Successivamente, ad opera della coproporfirinogeno
III ossidasi, viene sintetizzata il protoprofirinogeno IX che,
dalla protoporfirinogeno IX ossidasi viene trasformato in
protoprofirina IX cui, dalla ferrochelatasi viene aggiunto
Fe2+ per formare il gruppo eme.
La sintesi del colesterolo
La sintesi del colesterolo è un fenomeno che avviene a livello del citoplasma cellulare e che parte con l’acetilCoA il quale
viene prodotto a livello mitocondriale durante il ciclo di Krebs.
La produzione di calore
Alcuni composti come il 2,4-dinitrofenolo o il carbonilcianuro-p-fluorometossifenildrazone sono in grado di creare un
disaccoppiamento tra il gradiente protonico e la sintesi di
ATP. Ciò avviene in quanto hanno la capacità di trasporatare
essi stessi i protoni attraverso la membrana mitocondriale
interna. Il disaccoppiamento creatosi aumenta il consumo di
CATALIZZATORI E CHINONI
ossigeno e la velocità con cui il NADH si ossida. Questi
composti hanno permesso di indagare meglio sulla fosforilazione ossidativa e hanno anche permesso di capire che il
fenomeno del disaccoppiamento ha la funzione di produrre
calore, in diverse condizioni, al fine di mantenere costante la
temperatura corporea: in animali in letargo, cuccioli appena
nati (tra cui anche l’uomo) e in mammiferi che si sono adattati
ai climi freddi.
Il disaccoppiamento avviene in un tessuto specializzato: il
tessuto adiposo bruno. Esso è, infatti, ricco di una proteina
disaccoppiante chiamata termogenina, formata da due subunità con massa complessiva di 33 Kd, che ha la capacità di
formare una via in cui i protoni possono transitare per entrare nella matrice mitocondriale e ciò determina produzione di
calore. Questo fenomeno è attivato dalla presenza di acidi
grassi che vengono liberati, in risposta a segnali ormonali,
dai trigliceridi cui si trovano attaccati.
Analisi del DNA mitocondriale
Vista la matrilinearità dell’ereditarietà del genoma mitocondriale, i genetisti e gli antropologi hanno utilizzato il DNA del
mitocondrio in studi di genetica delle popolazioni e d’evoluzionistica ma esso viene anche impiegato nel campo delle
scienze forensi specie in casi in cui il materiale biologico sia
molto degradato. L’analisi del DNA del mitocondrio permette di far luce sui gradi di parentela, sulle migrazioni e discendenze delle popolazioni e può venir usato anche per dirimere
casi di determinazione del sesso.
Le principali metodiche utilizzate nello studio del DNA mitocondriale sono:
• il southern blot dopo un taglio effettuato tramite enzimi di
restrizione,
• la marcatura terminale, che rispetto al Southern Blot consente di visualizzare frammenti di DNA molto corti che altrimenti sfuggirebbero,
• la PCR, che consente di amplificare anche pochissime sequenze di DNA.
L’origine del mitocondrio: la teoria endosimbiotica
Come si è visto precedentemente, il mitocondrio presenta
alcune caratteristiche tipiche dei batteri: presenza di molecole di cardiolipina e assenza di colesterolo nella membrana interna, la presenza di un DNA circolare a doppia eliche
e la presenza di ribosomi propri e di una doppia membrana.
Come i batteri, i mitocondri non hanno istoni e i loro ribosomi sono sensibili ad alcuni antibiotici (come il cloramfenicolo). In più i mitocondri sono organelli semiautonomi in
quanto replicano, per scissione binaria, autonomamente rispetto alla cellula.
Stante queste similitudini, la teoria endosimbiotica afferma
che i mitocondri deriverebbero da ancestrali batteri, dotati di
metabolismo ossidativo, che sarebbero stati inglobati dalle
cellule eucariote con conseguente mutuo beneficio. Successivamente i batteri avrebbero trasferito gran parte del loro
materiale genetico a quello cellulare, divenendo così, mitocondri.
Regolazione del ciclo
La velocità del ciclo di Krebs viene continuamente modulata per venire incontro alle esatte necessità energetiche della cellula. I siti primari di controllo sono gli enzimi allosterici, la isocitrato deidrogenasi e la alfa-chetoglutarato deidrogenasi.
La isocitrato deidrogenasi è stimolata allostericamente dalla
presenza di ADP, che aumenta l’affinità dell’enzima per il
substrato. I legami di isocitrato, di NAD+, di Mg2+, e di ADP
all’enzima sono mutualmente cooperativi in senso attivatore. Al contrario, il NADH inibisce l’enzima attraverso lo spiazzamento diretto di NAD+. Lo stesso ATP ha effetto inibitorio.
Il secondo sito di controllo del ciclo è posto presso la áchetoglutarato deidrogenasi. Alcuni aspetti del controllo di
questo enzima sono simili a quelli del complesso della piruvato deidrogenasi, come ci si può attendere dall’estrema
omologia presente tra i due enzimi. La alfa-chetoglutarato
deidrogenasi è dunque inibita dal succinil CoA e dal NADH,
i prodotti della reazione che catalizza. La alfa-chetoglutarato
deidrogenasi può anche essere inibita genericamente da un
alto livello energetico presente nella cellula. Ciò significa
che, in presenza di alti livelli di ATP, la cellula è in grado di
ridurre l’efficienza del processo di produzione di energia,
all’interno del quale il ciclo di Krebs ha una posizione centrale.
In molti batteri, è controllato anche l’ingresso nel ciclo delle
molecole a due atomi di carbonio. In essi, la sintesi di citrato
da ossalacetato e acetil CoA è la sede di una importante
regolazione. L’ATP, infatti, è un inibitore allosterico della citrato sintasi. L’effetto concreto dell’ATP è quello di aumentare la KM dell’enzima per l’acetil CoA. In questo modo, più
ATP è presente nella cellula, meno Acetil CoA viene immesso nel ciclo.
A monte del ciclo di Krebs
Il ciclo di Krebs è infatti il secondo stadio del catabolismo
dei carboidrati. La glicolisi degrada il glucosio (e altre molecole a sei atomi di carbonio) in piruvato (un á-chetoacido
contenente tre atomi di carbonio). Negli eucarioti il piruvato
è trasferito dal citoplasma (sede della glicolisi) nei mitocondri dove perde un atomo di carbonio e viene convertito in
acetil-CoA dalla piruvato deidrogenasi. All’interno del mitocondrio, l’acetil-CoA può entrare nel ciclo di Krebs, come
precedentemente descritto.
Per quanto riguarda le proteine, esse vengono degradate
con meccanismi detti di proteolisi attraverso enzimi detti proteasi, che le spezzettano nei costituenti fondamentali: gli amminoacidi. Alcuni amminoacidi possono costituire una fonte
di energia, poiché sono convertibili in alcuni intermedi del
ciclo stesso (ad esempio aspartato, valina e isoleucina). Altri, convertibili in molecole glucidiche, possono entrare nel
169
CATALIZZATORI E CHINONI
ciclo passando per le vie cataboliche tipiche dei glucidi (ad
esempio l’alanina, convertibile in piruvato).
Nel catabolismo lipidico, i trigliceridi sono idrolizzati da enzimi detti lipasi per formare acidi grassi e glicerolo. Negli organismi superiori, il glicerolo può entrare nella glicolisi a livello
epatico o essere trasformato in glucosio attraverso il diidrossiacetone fosfato e la gliceraldeide-3-fosfato seguendo
la via metabolica della gluconeogenesi. In molti tessuti, spe170
cialmente nel cuore, gli acidi grassi sono degradati attraverso un processo noto come beta-ossidazione, che produce
acetil-CoA, a sua volta internalizzato nel ciclo di Krebs. La
beta-ossidazione può anche generare propionil-CoA, che a
sua volta può essere reimmesso nella via gluconeogenetica
epatica a generare glucosio.
A valle del ciclo di Krebs
Il ciclo di Krebs è sempre seguito dalla fosforilazione ossida-
CATALIZZATORI E CHINONI
tiva, una catena di trasporto di elettroni. L’una non avrebbe
senso senza l’altra in quanto l’ATP e il GTP prodotto dal
ciclo in sé è scarso e la produzione di NADH e FADH2 porterebbe ad un’ambiente mitocondriale eccessivamente ridotto, mentre la sola catena respiratoria necessiterebbe di una
fonte di cofattori ridotti pena l’ossidazione dell’ambiente.
Questa respirazione cellulare estrae energia da NADH e
FADH2, ricreando NAD+ e FAD, permettendo in tal modo al
ciclo di continuare. Il ciclo di Krebs non usa ossigeno, che è
invece utilizzato nella fosforilazione ossidativa.
Catalizzatori intermedi del Ciclo di Krebs in
Omotossicologia
Sono un fondamentale apporto dell’Omotossicologia all’Omeopatia. Si è permesso, con l’introduzione di questi farmaci, l’utilizzazione pratica in ambito clinico di acquisizioni
relativamente recenti nel campo della biochimica cellulare.
Non dimentichiamo che Reckeweg era a Berlino negli anni
‘30 ed era coetaneo di Krebs che proprio allora scopriva la
presenza di quel ciclo di reazioni fondamentali del metabolismo intermedio che prese il suo nome. Solo una conoscenza profonda e diretta di tali problematiche biochimiche permise l’introduzione in terapia omeopatica dei vari catalizzatori del ciclo dell’acido citrico il cui eccellente funzionamento
in terapia deve del resto essere considerato una delle prove più eclatanti dell’efficacia della metodica preparativa omeopatica dei farmaci.
Il Ciclo di Krebs è la via finale comune attraverso cui vengono ossidati per produrre energia biodisponibile carboidrati,
lipidi e aminoacidi. Un blocco di questo complesso meccanismo a catena porta a gravi danni cellulari e determina la necessità, da parte della cellula stessa, di assumere atteggiamenti funzionali anomali, quali ad esempio quello della Glicolisi Anaerobica, tipici della cellula cancerogena o comunque
defettiva, molto antieconomici dal punto di vista energetico.
Farmaci complessi come Coenzyme compositum sono stati
studiati con una cura del tutto particolare. Si tratta del vero
farmaco omotossicologico di regolazione cellulare contenente
tutti i vari catalizzatori, coenzimi, vitamine e oligoelementi
necessari per il buon funzionamento della cellula. Le diluizioni di ogni sostanza sono scelte con grande cura: ad esempio,
non a caso Natrum oxalaceticum è presente in diluizione più
bassa rispetto agli altri catalizzatori. In realtà proprio questa
sostanza è il fattore critico di regolazione di vari punti del
ciclo, assai sensibile alle turbe metaboliche, la sua concentrazione mitocondriale è criticamente bassa e pertanto necessita una maggior quota biodisponibile che è soddisfatta
dalla minor diluizione nella quale appare nel farmaco.
La maggioranza delle Fasi di Impregnazione e comunque tutte le Fasi Degenerative e Neoplastiche sono caratterizzate da
disturbi della respirazione aerobica cellulare. La somministrazione degli acidi o dei sali del ciclo dell’Acido Citrico determina un impulso stimolante sulle funzioni intermedie della
catena respiratoria e compensa le lesioni metaboliche in atto.
Le somministrazioni di questi catalizzatori dovranno ovviamente essere continuative nelle Fasi Neoplastiche mentre
negli altri casi generalmente la somministrazione va fatta 1-2
volte alla settimana, distanziando col miglioramento del quadro. Se si manifestano Vicariazioni Regressive la somministrazione va interrotta fino all’esatta individualizzazione della nuova situazione clinica.
Bisogna ricordare che il Ciclo di Krebs è la principale fonte
da cui la cellula, tramite la formazione di ATP, ricava energia.
Un blocco enzimatico a qualsiasi suo livello determina un
blocco della respirazione mitocondriale e può essere la causa ultima di impregnazione o degenerazione della stessa. Nella
cellula cancerogena, il blocco del Ciclo dell’acido citrico porta all’accumulo di Acido lattico (prodotto del metabolismo
anaerobico dell’Acido Piruvico) e di molti altri catalizzatori
intermedi inutilizzati; analoghi effetti metabolici, sulle cellule
normali, crea la somministrazione di barbiturici: l’aggiunta di
opportuni catalizzatori omeopaticizzati ha un’azione di sblocco sul metabolismo cellulare e abolisce gli ingorghi.
Possibilità e Indicazioni prescrittive dei
Catalizzatori Intermedi
1. Un paziente dalla Fase Impregnativa in poi necessita sempre di un supporto cellulare con catalizzatori.
2. Possibilità di influenzare il ciclo di Krebs in varie modalità:
— Sblocco con il singolo catalizzatore o la coppia
— Stimolo globale e di riavvio con la Confezione Unica dei
Catalizzatori
— Supporto generale delle funzioni cellulari con Coenzyme
compositum
3. Possibilità di associare i catalizzatori con altri farmaci omotossicologici. Il catalizzatore è parte di quella strategia omotossicologica, con il Nosode, l’Omeopatico singolo, l’Organoterapico, che dovrebbe essere pensata specificamente per
ogni paziente.
4. Uno o più catalizzatori possono essere prescritti con modalità omeopatica, in base alla epertorizzazione omotossicologica dei sintomi del paziente.
Acido Piruvico
Le Dosi Ponderali
L’acido Piruvico è un chetoacido tricarbossilico prodotto
nella fase terminale della Glicolisi. A livello mitocondriale l’Acido Piruvico può essere sia ridotto a Lattato e liberato a livello del citoplasma che ossidato ad Acetil CoA e inserito nel
Ciclo di Krebs. Le ricerche hanno dimostrato che l’assunzione di Piruvato, il sale dell’acido Piruvico, può aumentare la
resistenza muscolare e promuovere la perdita di grasso. L’acido Piruvico sembra inoltre aumentare la quota di glucosio
assunta dalla cellula muscolare dal torrente circolatorio. Questa sostanza quindi aumenta l’energia cellulare prontamente
disponibile e favorisce l’accumulo di glicogeno nel muscolo
per le future richieste energetiche. Un recente studio ha dimostrato che l’acido Piruvico aumenta l’uptake muscolare
171
CATALIZZATORI E CHINONI
del glucosio del 300% e la sintesi muscolare di glicogeno del
50% dopo un’ora di esercizio fisico La forza a livello delle
braccia aumenta del 150%, delle gambe del 60%. Uno studio
condotto all’università di Pittsburgh ha rilevato che l’acido
Piruvico produce una significativa perdita di peso e di massa
grassa in donne obese in dieta liquida ipocalorica. Per spiegare questi dati ci si può riferire alla capacità dell’acido Piruvico di aumentare sia il metabolismo a riposo che l’utilizzazione di grasso.
L’acido Piruvico, soprattutto sotto forma di sale calcico, viene ampiamente utilizzato nelle diete dimagranti per lo stimolo
che esercita sul catabolismo del tessuto grasso. Contrariamente a quanto si pensava anche nelle terapie dimagranti
non servono, secondo il dottor Ronald Stanko dell’Università di Pittsburg, detto il “padre del piruvato”, grandi quantità della sostanza, sono sufficienti 5 grammi al giorno per
ottenere buoni risultati metabolici.
Secondo ricerche recenti il Piruvato stimola in maniera specifica, la perdita di massa grassa. In uno studio effettuato somministrando 6 mg al giorno di piruvato associato a 250 mcgr
di Cromo per 6 settimane in pazienti con dieta di 2000 calorie
giornaliere, ci fu un decremento del 12.4% della massa grassa corporea con un incremento corrispondente in peso della
massa magra. Questi stessi pazienti riferirono inoltre un aumento di energia e una diminuzione del senso di stanchezza
nel 71% dei casi.
Le Dosi Omotossicologiche
Il Natrum Pyruvicum è uno dei più utili e usati catalizzatori
del ciclo di Krebs in forma omotossicologica.
Esso si è dimostrato particolarmente utile nel drenaggio tossinico tissutale soprattutto quando questo sia correlato alla
presenza di una patologia metabolica cronica quale il diabete
o sia conseguenza di una patologia infettiva acuta.
Natrum pyruvicum injeel attiva la glicolisi anaerobica citoplasmatica e quindi l’utilizzazione del glucosio svolgendo
un ruolo importante nel diabetico soprattutto se si associa
all’altro catalizzatore stimolante il metabolismo del glucosio
ovvero l’acido DL Malico. Questa coppia di catalizzatori è
quindi specifica nel diabete di tipo secondo, senile. Se somministrata parenteralmente 2 volte a settimana antagonizza
molti dei danni metabolici del diabete che hanno la loro origine prima a livello del biochimismo cellulare. Ricordiamo che
sarà sempre buona cosa associare i catalizzatori intermedi
con un organoterapico e un rimedio omeopatico specifico
per effettuare quella associazione terapeutica sinergica che
è tipica dell’Omotossicologia.
DIABETE SENILE: Stimolo all’Utilizzazione del Glucosio
Natrum pyruvicum injeel - Acidum DL Malicum injeel –
Musculus suis injeel – Acidum sulphuricum injeel
Insieme intramuscolo o endovena 2 volte a settimana
Solo se c’è una corretta metabolizzazione di acido Piruvico
ad acetil CoA può innescarsi il ciclo dell’acido citrico e veri172
ficarsi la produzione di energia e di calore premessa dello
smaltimento tossinico a livello tissutale. Un buon livello di
produzione energetica permette inoltre all’organismo quella
protezione sulle strutture nucleiche che è essenziale perché
la malattia acuta, che spesso è un evento gravemente catabolico e debilitante a livello cellulare, sia superata con una
completa “ restituito ad integrum” della cellula e una ripresa
funzionale dal punto di vista biochimico.
È stato anche notato che il natrum Pyruvicum, particolarmente se associato con il Natrum oxalaceticum ha una azione
importante sul metabolismo tissutale dei grassi, in particolare l’iniezione sottocutanea dei due catalizzatori in forma injeel
con cadenza settimanale, si è rivelata utile nella steatosi epatica. Anche in questo caso sarà utile inserire i catalizzatori
appropriati nell’ambito di una specifica strategia terapeutica.
STEATOSI EPATICA: Stimolo del Catabolismo dei Grassi
Natrum pyruvicum injeel - Natrum oxalaceticum injeel –
Hepar suis injeel – Phosphorus injeel
Insieme sottocute a livello del fegato 1 volta a settimana
CONSIDERAZIONI GENERALI
Rimedio del deficit reattivo e della tendenza alla cronicizzazione e alla vicariazione progressiva verso forme patologiche più gravi e profonde. Il rimedio è utile sia per
dare forza reattiva all’organismo dopo una patologia acuta, sia per antagonizzare il deficit reattivo, premessa di
patologie croniche che si verifica inevitabilmente con l’invecchimento.
— Rimedio ad azione simpaticotonizzante.
— Rimedi affini: Natrum sulphuricum, Calcarea carbonica,
Thuja.
Posologia e diluizioni: le indicazioni organiche richiedono la
D6 o injeel forte ma solitamente nelle patologie più comuni è
efficace e utile la forma Injeel.
Acido Citrico
Le Dosi Ponderali
Isolato per la prima volta dal biochimico tedesco, Karl Wilhelm
Steele nel 1784, oggi l’acido citrico è usato in molte situazioni cliniche che vanno dalla fatica alle difficoltà digestive, dal
raffreddore, all’influenza e all’asma, dall’ipertensione all’aterosclerosi. L’acido citrico è, in diverse quantità, presente in
tutti i tessuti vegetali e animali. Ha un ruolo cruciale nel ciclo
di Krebs originando dalla reazione dell’ossalacetato con con
l’acido acetico che è una subunita dell’acetil CoA prodotto
dalla degradazione di grassi, glucosio e aminoacidi. Se non
c’è un corretto metabolismo dell’acido citrico questo tende
ad accumularsi e a creare problemi tra i quali l’anomalo assorbimento di metalli tossici quali l’Alllumio, implicato nella
patogenesi dell’Alzheimer. Se l’acido citrico non viene correttamente metabolizzato da parte dell’aconitasi e dell’isoci-
CATALIZZATORI E CHINONI
trico deidrogenasi, cosa che avviene in caso di carenza di
Ferro (Fe2+), l’ acido citrico si accumula e si determinano
danni importanti soprattutto a livello vascolare. Come suddetto infatti l’accumulo di acido citrico favorisce l’assorbimento di Alluminio e questo avviene in modo tanto più rilevante quanto più manca il Ferro poiché questi due elementi
condividono gli stessi sistemi di trasporto: in assenza di Ferro la Transferrina trasporta Alluminio. Non dimentichiamo
inoltre che l’acido Citrico è all’inizio della via biosintetica di
acidi grassi e colesterolo, pertanto un suo accumulo porta
inevitabilmente ad una aumentata sintesi di queste sostanze
e quindi esita in un maggior rischio di aterosclerosi.
Le Dosi Omotossicologiche
Acidum Citricum è uno dei più interessanti catalizzatori in
forma omotossicologica. E le sue indicazioni cliniche sono
del tutto razionali in base a quanto suddetto. In particolare
questo preparato ha un tropismo per le strutture nervose
che soffrono in caso di blocco della via anabolica dei lipidi di
cui sono costituite. Indicazioni specifiche sono quindi i danni neurologici in generale, in particolare se su base tossica,
cosa che si verifica frequentemente ad esempio nei soggetti
artitrici che infatti migliorano con una dieta estremamente
ricca di grassi. Altra indicazione neurologica specifica è anche l’incoordinazione motoria.
DANNI TOSSICI NEUROLOGICI: Stimolo del Trofismo Nervoso
Acidum citricum injeel – Cerebellum suis injeel – Cicuta
injeel
Insieme intramuscolo per via orale 2 volte a settimana
Inoltre il blocco della via biosintetica del colesterolo che si
verifica quando sia perturbato il metabolismo del citrato, porta
alla carenza di sostanze quali il DHEA, fondamentali per il
buon funzionamento dell’apparato immunologico. Questo
spiega perché l’acido citrico omotossicologico che va a stimolare questa tappa metabolica del ciclo di Krebs, sia indicato in situazioni quali: linfatismo, dimagramento, astenia e patologie allergiche.
L’acido citrico favorise l’assorbimento e l’utilizzazione del
calcio e quindi l’utilizzazione di acidum Citricum injeel, anche
in iniezioni locali, è estremamente importante laddove vi siano problemi osteoporotici o rachiti.
OSTEOPOROSI: Stimolo del Metabolismo Calcico
Acidum citricum injeel - Os suis injeel – Glandula Parathyroidea suis injeel - Calcium phosphoricum injeel
Insieme sottocute a livello di colonna o collo femorale 1 volta a settimana
CONSIDERAZIONI GENERALI
Rimedio del deficit e dell’ipofunzione, particolarmente utile per stimolare le secrezioni digestive e conseguentemente
i processi assimilativi. È tipicamente bimodale: ad una pri-
ma fase di iperfunzione e ipersensibilità segue la fase dell’esaurimento e del torpore che determina gran parte della
patologia succitata. Fondamentale farmaco di attivazione
cellulare e tissutale.
— Rimedio ad azione: Vagotonizzante.
— Rimedi affini: Bacillinum.
Posologia e diluizioni: le indicazioni organiche richiedono la
D4 mentre spesso nei bambini rachitici, nelle turbe del metabolismo fosfocalcico e dell’assimilazione in generale, sono
utili le alte diluizioni dilazionate.
Acido cis-Aconito
Le Dosi Ponderali
L’acido cis-Aconito è un metabolita intermedio della trasformazione di acido Citrico in acido iso Citrico e sembra rappresentare un passaggio obbligato del ciclo di Krebs anche se
la sua permanenza a livello tissutale è molto fugace.
Per questo tipo di reazione enzimatica sono essenziali i cluster Ferro Zolfo che in questo caso non agiscono da trasportatori elettronici come avviene a livello della fosforilasi ossidativa ma interagiscono direttamente con il substrato enzimatico convertendosi nella forma inattiva.
L’acido cis-Aconito è coinvolto nel metabolismo della Leucina e influenza la degradazione dell’RNAm a livello del citoplasma.
Nella Sindrome da Fatica Cronica è stato evidenziato un elevato livello di acido cis-Aconito cellulare ad indicare un cattivo funzionamento dei meccanismi enzimatici di utilizzazione. L’accumulo intracellulare di questa sostanza porta inoltre, secondo vari ricercatori, all’accumulo di clusters Ferro
Zolfo attivati che possono indurre gravi danni ossidativi a
livello delle strutture cellulari per eccessiva e/o anomala attivazione delle fosforilazioni mitocondriali.
Le Dosi Omotossicologiche
La forma omotossicologica dell’acido cis Aconitum riveste
una notevole importanza modulatrice su questa reazione biochimica. Tutta una serie di condizioni cliniche, dall’ipereattività, alle manifestazioni allergiche o febbrili violente e spesso sproporzionate rispetto alla causa scatenante, sono attenuate dalla somministrazione di questo preparato indicato
quindi soprattutto nel giovane e comunque nel soggetto eretistico a tutti i livelli da quello nervoso, a quello immunologico e a quello cardiaco.
CONSIDERAZIONI GENERALI
Rimedio tipico dell’ipereccitabilità nervosa, della tendenza alla somatizzazione, delle allergie, della sensibilità esagerata allo stress, ai tossici, agli stimolanti, al caldo, al
freddo. Tutti i sintomi sono violenti e improvvisi ma talora
periodici in relazione alla periodica presenza di sostanze
iperstimolanti nell’ambiente (pollini, polveri, muffe) e alla
periodicità naturale degli eventi che sono sempre correlati alle stagioni, alle fasi lunari, ecc. È un grande farmaco
173
CATALIZZATORI E CHINONI
della fase reattiva qualora essa sia esagerata.
— Rimedio ad azione vagotonica
— Rimedi affini: Acon. Berb. Cham. Coff. Nux v. Dipht. Granul. d. Gripp. Med. Mening. Poliom. Variol.
Posologia e diluizioni: Sono usate le diluizioni D6, D10, D30
e D200. La diluizione deve essere tanto più alta quanto più
c’è l’mplicazione psicosomatica e la componente funzionale.
I danni tissutali, in particolare se cronici e stabilizzati richiedono diluizioni basse somministrate frequentemente.
Acido Alfa Chetoglutarico
Le Dosi Ponderali
L’acido alfachetoglutarico rappresenta una tappa fondamentale del ciclo di Krebs. Fondamentale è il suo ruolo di precursore della sintesi dell’acido Glutammico, aminoacido non essenziale che l’organismo utilizza sia per la sintesi proteica
che per quella di glucosio. L’acido Glutammico quindi ha
l’importante funzione di stabilizzare i livelli ematici di glucosio, particolarmente durante l’esercizio fisico intenso, il digiuno o le diete caloriche molto ristrette. La sua supplementazione in dosi ponderali è importante per gli atleti che vogliano conseguire performances molto elevate. L’ammonio
viene assorbito a livello intestinale e veicolato direttamente
al fegato che lo depura. In condizioni normali il fegato estrae
completamente l’ammonio dal torrente circolatorio. Tuttavia
in caso di eccessivo assorbimento intestinale, di grande produzione a livello muscolare o di compromessa capacità depurativa epatica l’ammonio permane in circolo e tende a danneggiare il tessuto nervoso centrale. Nell’atleta allenato, a
livello muscolare viene prodotta e stoccata una maggior quantità di acido alfachetoglutarico che ha un effetto tampone nei
confronti dell’ammonio. Vari studi hanno dimostrato come
l’ammonio che si forma a livello muscolare durante l’esercizio fisico possa essere coniugato e inattivato con la somministrazione di acido alfachetoglutarico e di L-glutammato.
Questo permette uno sforzo muscolare assai più prolungato.
La somministrazione di alfachetoglutarato a pazienti dopo
interventi chirurgici è esitata in una ridotta perdita di massa
magra e in un effetto di risparmio azotato. Per analoghe ragioni la stessa sostanza può essere usata per incrementare la
massa muscolare degli atleti.
Le Dosi Omotossicologiche
L’acido alafachetoglutarico trova importanti applicazioni in
forma omotossicologica particolarmente in tutta una serie di
affezioni interessanti le strutture neuromuscolari. È soprattutto indicato nell’astenia, particolarmente quando, come nella
Sindrome da Fatica Cronica, tale condizione è indotta da un
problema virale che ha presumibilmente direttamente interferito con il metabolismo di questa sostanza a livello del ciclo
di Krebs. Altre indicazioni sono le problematiche posturali,
l’astenia cardiaca, la stipsi atonica o le alterazioni della contrattilità mucolare, dall’incontinenza allo spasmo sfinterico.
Tali sintomi potranno essere conseguenza di virosi, di intos174
sicazioni anche iatrogene o di stress, l’acido alfachetoglutarico omotossicologico sarà sempre d’aiuto.
A seconda dei casi si dovra scegliere la via endovenosa, per
un effetto generale, quale ad esempio è necessario nella Sindrome da Fatica Cronica, o la via sottocutanea locale quando si intenda trattare una specifica massa o struttura muscolare. La somministrazione intramuscolare avrà un effetto più
genericamente ricostituente e trofico per la muscolatura e
sarà particolarmente indicata negli atleti.
CONSIDERAZIONI GENERALI
Caratteristica del rimedio è l’iporeattività, l’anergia, la
tendenza all’esaurimento, dopo un fugace periodo di iperfunzione, delle strutture tissutali, talora in relazione a stress
psicologico tal’atra dopo malattie virali. Grande farmaco
di stimolo, è molto utile nelle malattie autoimmuni e nella
patologia degenerativa paucisintomatica e in generale
sempre dopo eventi ad effetto debilitativi che tendono alla
cronicizzazione o comunque a dare reliquati.
— Rimedio ad azione simpaticotonica.
— Rimedi affini.: Arnica, Hypericum, Silicea, Medorrhinum.
Posologia e diluizioni: le indicazioni organiche richiedono la
D6 mentre le fasi iniziali, funzionali rispondono bene alla D30.
La fase primitiva dell’iperfunzione è risolta dalle D200 somministrate settimanalmente fino a miglioramento.
Acido Succinico
Le Dosi Ponderali
L’acido Succinico rappresenta un passaggio chiave del ciclo
di Krebs perchè è la via di comunicazione diretta tra questo e
la fosforilasi ossidativa. L’ossidazione dell’acido Succinico
a Piruvico richiede la riduzione di una molecola di FAD proveniente dalla membrana interna del mitocondrio ove essa è
stata a sua volta ossidata dall’intervento del coenzima Q.
Pertanto se è presente una quantità inadeguata di coenzima
Q tali reazioni non possono avvenire, il ciclo di Krebs si
blocca a questo livello e troveremo nelle urine quantità anomale di acido Succinico. Anche la carenza di Riboflavina (vit.
B2) blocca ovviamente queste reazioni per il mancato rifornimento di FAD. Le conseguenze cliniche potranno essere
svariate andando dall’astenia muscolare, alle convulsioni, ai
sintomi cerebellari.
Se il ciclo di Krebs è bloccato a monte dell’acido succinico
avremo una carenza di tale fondamentale sostanza che l’organismo cerca di compensare sintetizzandola dagli aminoacidi Leucina ed Isoleucina. Tali reazioni richiedono la presenza di adeguate quantità di vitamina B12. Anche l’aminoacido GABA è coinvolto con il metabolismo dell’acido Succinico. Se il livello di tale sostanza è basso il GABA viene
ossidato ad acido Succinico, se è adeguato, viene ridotto a
GHB.
L’acido succinico ha un ruolo importante, tramite la sua trasformazione metabolica a Mevalonato, come stimolante del-
CATALIZZATORI E CHINONI
la secrezione di insulina a livello delle isole pancreatiche.
All’interno del mitocondrio avvengono anche parte delle
reazioni che portano alla sintesi dell’eme che poi viene portato fuori nel citoplasma dove viene coniugato con le catene polipeptidiche. La prima tappa di questo processo consiste nella condensazione, catalizzata dalla acido d-aminolevulinico sintetasi, della glicina con il succinil-CoA che
porta alla formazione di acido d-aminolevulinico che poi
esce dal mitocondrio. Successivamente due molecole di
acido d-aminolevulinico si condensano, per azione della
acido d-aminolevulinico deidratasi, a formare il porfobilinogeno. Quattro molecole di profobilinogeno, poi, si condensano per formare un tetrapirrolo lineare, per opera della
porfobilinogeno deaminasi. Il tetrapirrolo ciclizza formando
uroporfirinogeno III che dopo viene trasformato in coproporfirinogeno III, dalla uroporfirinogeno III decarbossilasi,
il quale rientra nel mitocondrio. Successivamente, ad opera
della coproporfirinogeno III ossidasi, viene sintetizzata il
protoprofirinogeno IX che, dalla protoporfirinogeno IX ossidasi viene trasformato in protoprofirina IX cui, dalla ferrochelatasi viene aggiunto Fe2+ per formare il gruppo eme.
Il corretto metabolismo dell’acido Succinico è quindi strettamente correlato con una buona funzione ematopoietica a
livello midollare.
Le Dosi Omotossicologiche
Il ruolo chiave nella produzione di energia a livello della Fosforilasi ossidativi, l’attività di stimolo della secrezione insulinica, il rapporto con la biosintesi dell’eme fanno dell’acido
Succinico un metabolica di grande interesse per i processi
anabolici e riparativi cellulari.
Esistono molte esperienze cliniche con un suo uso particolarmente in soggetti convalescenti e defedati in cui lo stimolo trofico (insulina), antianemico (eme) ed energetico (ATP)
è di fondamentale importanza. A seconda dei casi l’Acidum
Succinicun injeel sarà associato a Musculus suis injeel, a
Medulla ossiis suis injeel o a Cor suis injeel. Molto utile si è
rivelato l’impiego di questo catalizzatore in forma omotossicologica nei pazienti in chemioterapia, soprattutto per le conseguenze midollari della stessa.
CONSIDERAZIONI GENERALI
Grande rimedio delle conseguenze sull’organismo dello
stress, agisce attivando la reattività immunologica e la corretta produzione di corpuscoli sanguigni. Ha indicazioni
vastissime ed è un vero e proprio riattivatore tissutale.
— Rimedi omeopatici complementari e affini: Sel. Ferr. ph.
Ars. a. Calc. p. China Lach.
Posologia e diluizioni consigliate: È solitamente indicata la
forma ad accordo di potenza, tuttavia nello stress e nei postumi delle malattie virali sono particolarmente utili le alte
diluizioni (D30-200) mentre nelle malattie acute e nelle problematche squisitamente tissutali specie se localizzate sono
indicate le basse diluizioni (D6).
Baryum Oxalsuccinicum
In questo caso non si tratta di un vero catalizzatore intermedio fisiologico ma di un sale pensato da Reckeweg come
utile molecola di stimolo della funzione mitocondriale da utilizzare soprattutto nel paziente in fase di invecchiamento.
All’acido Succinico, molecola chiave sia per il ciclo dell’acido Citrico che per la Fosforilazione ossidativi, si associa il
Bario, tipico elemento di attivazione immunologia e metabolica, ben moto alla ricerca e alla clinica omeopatica. Il Calcio e
il Magnesio sono importanti minerali catalitici per varie reazioni enzimatiche mitocondriali, il Bario dello stesso gruppo
della Tavola Periodica, ha analoga funzione attivatrice che
svolge però solo se utilizzato in dose infinitesimale, omotossicologica.
Analogamente a tutti gli altri composti di Bario in diluizione
(Baryta carbonica, Baryta muriatica, Baryta silicata…) anche
Baryum oxalsauccinicum trova indicazione laddove si voglia
attivare una reazione, stimolare una funzione. In forma omotossicologica Baryum oxalsuccinicum è tipicamente indicato
in tutte quelle condizioni cliniche che sono correlate con
l’invecchiamento, quindi:
• Depressione involutiva
• Ipertensione arteriosa
• Deficit gonadico in menopausa od andropausa
• Sclerosi tissutale
• Osteoporosi
Il preparato sarà utilmente associato ad organoterapici specifici quali ad esempio Funiculus umbelicalis suis o Embryo
totalis suis e con unitari della senescenza quali: Lycopodium, Conium, Sepia, Plumbum o Selenium. Baryum oxalsuccinicum è quindi un potente attivatore dei preparati antidegenerativi ad azioni tissutale specifica o generale.
CONSIDERAZIONI GENERALI
Grande rimedio delle turbe metaboliche ed endocrine. La
correzione precoce di tali alterazioni che solitamente si
instaurano alla pubertà e nel periodo del cessare dell’attività sessuale previene le moltissime patologie correlate. Il
rimedio dovrebbe essere usato routinariamente nel periodo puberale e menopausale.
— Rimedi omeopatici complementari e affini: Sulph. Calc. c.
Ant. c. Puls.
Posologia e diluizioni consigliate: È solitamente indicata la
forma ad accordo di potenza, tuttavia quando vi siano i segni della tendenza degenerativa organica sono particolarmente utili le basse diluizioni (D5-D6), mentre le problematiche ormonali, puberali in particolare, sono controllate particolarmente bene dalle alte diluizioni (200, 300).
Acido Fumarico
Le Dosi Ponderali
L’acido Fumarico oltre ad essere un importante catalizzatore
del ciclo di Krerbs è anche un prodotto collaterale del ciclo
urea-arginina e della biosintesi purinica. È una sostanza far175
CATALIZZATORI E CHINONI
macologicamente molto promettente. È stata usata come: Acidulante, antidermatitica, antiepatocarcinogenetica, anti ossidante, antipsoriasica e antitumorale. Negli individui normali l’acido Fumarico è prodotto a livello cutaneo in seguito
alla esposizione solare grazie alle radiazioni ultraviolette. I
pazienti psoriasici hanno un difetto metabolico per cui producono acido Fumarico con grande difficoltà o necessitano
per questo di prolungata esposizione solare e si giovano dei
trattamenti PUVA.
Una importante concausa permissiva della psoriasi è quindi
la carente sintesi di acido Fumarico e il conseguente accumulo di metaboliti intermedi che sembrano essere la causa
prima del danno cutraneo. L’acido Fumarico è tuttavia una
sostanza metabolicamente molto attiva e quindi va somministrata con molta cautela per non determinare pericolose oscillazioni glicemiche soprattutto in senso ipo. Nella psoriasi si
sono ottenuti buoni risultati sia con la somminisrrazione dell’acido Fumarico per via generale sia con l’applicazione topica. Particolarmente attiva si è rivelata la forma metilata del
metabolica. La somministrazione di esteri dell’acido Fumarico in pazienti psoriasici ha portato a miglioramenti dell’ordine del 70% ma si sono verificati anche effetti indesiderati nel
60% circa dei pazienti sotto forma soprattutto di vampate e
di disturbi gastroenterici, sempre tuttavia dose-dipendenti e
attenuatesi nel corso della terapia.
L’acido Fumarico e i suoi esteri sembrano avere un netto
effetto a livello immunologico coreggendo lo squilibrio verso il Th1, della bilancia Th1-Th2 che determina una inibizione della proliferazione dei cheratociti.
Studi sull’animale da esperimento hanno confermato un netto effetto di inibizione delle spinte epatocarcinogenetiche
indotte introducendo nella dieta Tiocetamide quando venga
supplementato sempre nella dieta acido Fumarico anche in
piccole quantità.
Nonostante i proclami di grande efficacia, le dosi terapeutiche del farmaco convenzionale a base di esteri dell’acido
Fumarico, creano spesso gravi effetti secondari a livello epatico, renale e midollare.
Le Dosi Omotossicologiche
L’acido Fumarico in formaomotossicologica è risultato, in
vari studi clinici, di grande interesse. Al solito quando si
somministrano le piccole dosi di una sostanza, l’indicazione
non è così ampia e quindi l’acidum Fumaricum injeel non è il
farmaco di tutte le forme di psoriasi. La regolazione che il
preparato injeel apporta al metabolismo dell’acido Fumarico
è tale che vengono attivate varie vie biosintetiche quali quelle
della sintesi di Tiroxina e di Arginina che portano ad una
attivazione metabolica sia epatica che renale. La sintesi di
Tirosina e conseguentemente di Fenilalanina porta a quella
sensibilizzazione cutanea alla luce che è responsabile prima
del miglioramento del soggetto psoriasico. Deve essere chiaro
tuttavia che un conto è forzare con megadosi il metabolismo
dell’acido Fumarico, determinando accumuli tossici a vario
livello, un conto è attivare con un opportuno stimolo meta176
bolico una reazione biochimica. L’acido Fumarico injeel è
una ottima alternativa terapeutica, priva di effetti collaterali,
alle pericolose dosi massive allopatiche. Tale terapia sarà
particolarmente efficace quando la Psoriasi concomita con
un blocco dismetabolico e quindi si associa con ipercolesterolemia e cattiva funzione epatica.
Queste considerazioni di ordine biochimico spiegano anche
l’efficacia di questo catalizzatore omotossicologico in varie
situazioni morbose caratterizzate dall’accumulo di tossine
quali, oltre alle dislipidemie, l’ipertensione arteriosa, l’obesità, la depressione involutiva e così via. Anche le conseguenze di intolleranze alimentari possono essere tamponate dall’attivazione omotossicologica del metabolismo dell’acido
Fumarico, perché alla base di tali disfunzioni c’è spesso una
incapacità di metabolizzare alcuni substrati nell’ambito del
ciclo di Krebs e del ciclo dell’Urea, entrambi condizionati
dall’acido Fumarico.
CONSIDERAZIONI GENERALI
Formidabile strumento terapeutico per attivare il clivaggio delle tossine e il metabolismo dei grassi a tutti i livelli.
Èindicato in ogni situazione di impregnazione, di tendenza alla cronicizzazione, alla sclerosi e alla degenerazione
senile. Può rappresentare un’utile arma di prevenzione per
tutte le malattie degenerative.
L’accumulo tissutale di Ac. Fumarico determina ipertensione, la deplezione ipotensione. Sarà quindi necessario
scegliere accuratamente la diluizione da impiegare, la classica diluizione di stimolo è la D12, tuttavia si usi la D6 in
caso di chiari sintomi di eccesso e la D30-200 in caso di
carenza.
Sintomi di carenza:
Intolleranza ai grassi e alterazione del loro metabolismo;
pelle secca; alterazioni arteriose; stipsi; ipotensione. Secchezza delle mucose in particolare di naso e vagina; freddolosità. Spesso si associa carenza di ac. oxalacetico.
Sintomi di eccesso:
Ipopotassemia, ipertensione arteriosa. L’accumulo di grandi quantità di quest’acido che hanno fissato grandi quantità di tossine porta generalmente ad alterazioni del metabolismo dell’acido malico: per questa ragione nei sintomi
dell’alterazione del metabolismo dell’acido malico deve
sempre essere iniettato anche ac. fumarico.
L’azione dei catalizzatori omeopatici è molto rapida: essi
determinano lo sblocco delle tossine fissata ai catalizzatori fisiologici e il loro rapido rilascio iun circolo determinando aggravamenti regressivi anche violenti che scemano rapidamente se gli emuntori del paziente sono tenuti
efficenti con opportuna terapia.
— Rimedi omeopatici affini: Kali c.
Posoligia e diluizioni consigliate: Se vi sono sintomi di carenza si somministrano diluizioni D30-200. In caso di sintomi
di eccceso si utilizza normalmente la D6. La diluizione bilan-
CATALIZZATORI E CHINONI
ciata ha un effetto di riequilibrio utile praticamente in tutti. La
diluizione D12 ha un ottimo effetto di stimolo sul metabolismo dei grassi.
In caso di eccesivo accumulo di tossine nei tessuti e tendenza all’arteriosclerosi precoce si usano le diluizioni D12-D200.
Nelle affezioni cardiocircolatorie e nell’ipertensione sono
generalmente indicate le basse diluizioni (D6) associate con
Ac. malico D10. Nei soggetti obesi sono utili le alte diluizioni.
Acido Malico
Le Dosi Ponderali
L’acido Malico è un costituente naturale di molta frutta e
verdura e viene degradato nel momento in cui avviene la
fermentazione. A livello corporeo deriva sia dall’apporto dietetico che dalla sintesi nell’ambito del ciclo di Krebs. In condizioni aerobiche l’acido Malico viene trasformato in acido
Ossalacetico che innesca nuovamente il ciclo di Krebs. In
condizioni anaerobiche l’acido Malico viene metabolizzato
sia ad acido Succinico che Ossalacetico consumando il dannoso accumulo cellulare di fattori riducenti permettendo un
riavvio della glicolisi bloccata da tali sostanze. In alcune patologie, come la Fibromialgia, è proprio l’ipossia tissutale
che blocca la produzione di energia cellulare e induce i danni
tissutali.
Nell’animale da esperimento si è evidenziato che con l’esercizio fisico intenso viene consumato quasi esclusivamente
malato a livello tissutale. Ha quindi senso una sua integrazione ponderale negli atleti che vogliano massimizzare le loro
prestazioni fisiche. La carenza di acido malico tissutale sembra essere una delle cause principali della fatica fisica da
sforzo. La supplementazione, sempre nell’animale da esperimento, di piccole aquantità di acido Malico, ha portato all’incremento del malato miocondriale, della respirazione cellulare e della produzione di ATP. In condizioni anaerobiche aumenta la richiesta e il consumo di acido malico e questo viene fornito con l’attivazione della gluconeogenesi e del catabolismo proteico muscolare che porterà a riduzione della
massa e a danno muscolare. In un ulteriore studio sulla somministrazione orale di malato nel ratto, è stato constatato un
miglioramento nella resistenza allo sforzo anaerobico senza
aumento del consumo di carboidrati e ossigeno, suggerendo un effetto di risparmio di glucosio e di ossigeno grazie
alla somministrazione di malato.
L’acido Malico è l’unico metabolica del ciclo di Krebs positivamente correlato con l’attività fisica la quale induce un accumulo cellulare di acido malico. Nell’uomo un esercizio fisico costante induce un significativo incremento degli enzimi
coinvolti con il metabolismo malico. A causa delle evidenze
del ruolo giocato dall’acido Malico nella produzione di energia, soprattutto in corso di ipossia, si sono indagati gli effetti
della supplementazione ponderale di acido Malico nei soggetti affetti da Fibromialgia. Già dopo 48 ore dalla somministrazione di 1200-2400 mig di acido malico si è notato un
miglioramento soggettivo del dolore. In tali pazienti si associava anche Magnesio vista la tipica carenza di questo elemento in tale sindrome, tuttavia gli effetti sul dolore erano
chiaramente attribuibili all’acido Malico visto che esso si
ripresentava se questo veniva discontinuato.
In realtà ogni situazione ipossica, anche quindi legata a problemi circolatori o respiratori può beneficiare dalla somministrazione di acido Malico, utile quindi nella Sindrome da Stanchezza Cronica, nel diabete, nell’aterosclerosi e così via.
Le Dosi Omotossicologiche
L’acido DL Malico in forma omotossicologica è di grande
interesse soprattutto nelle patologie cronico degenerative e
in particolare nel paziente anziano e iporeattivo. Il diabete
senile con la sua complessa alterazione metabolica ove influisce in maniera fondamentale la molecola di acido Malico, è
una delle indicazioni chiave della fiala omotossicologica. Inoltre tutte le condizioni ove si debba riattivare sono indicazioni specifiche all’impiego di Acidum Malicum injeel. Talora la
riattivazione può essere brusca, il rimettersi in moto di tante
vie metaboliche tra loro concatenate può manifestarsi nel
paziente con sintomi quali febbre, vampate od irritabilità. Per
questo l’acido Malico injeel, soprattutto nell’anziano, va impiegato con cautela, meglio se associato all’acido Fumarico
per un più articolato e armonioso stimolo del metabolismo
intermedio.
Attivare il metabolismo dell’acido Malico vuol dire spesso
risolvere, come abbiamo visto, situazioni ipossiche anche
locali. Ecco quindi l’indicazione dell’iniezione omotossicologica nei punti di dolenzia fibromialgica o di sofferenza ipossica tissutale dovutaad ogni altra causa dal diabete, all’aterosclerosi, all’anemia. I risultati clinici sono spesso veloci e
sorprendenti soprattutto se il preparato viene associato ad
unitari e/o organoterapici opportunamente scelti in base al
singolo caso clinico.
CONSIDERAZIONI GENERALI
Rimedio che dovrebbe essere usato routinariamente in tutti i pazienti che dicono di star bene ma che in realtà sono
da considerare a rischio per qualche malattia cronico-degenerativa subdola.
Attiva specificatamente il trasporto di elettroni a livello
cellulare richiamando ossigeno in tessuti relativamente
ipossici. In caso di impregnazione avanzata o di Fase Neoplastica, fasi nelle quali l’organismo, fisiologicamente, riduce l’apporto di ossigeno per frenare la crescita cellulare, si può avere un danno generale dall’attivazione del
metabolismo. Le tossine tissutali tendono infatti ad assorbire una grande quantità di ossigeno accelerando la proliferazione cellulare. È utilissimo invece per proteggere tessuti sani e per questo devono essere fatte ripetute somministrazioni sempre, tuttavia, in associazione con acido fumarico. L’attivazione del metabolismo dell’acido malico attiva la funzione di disintossicante e di ossigenazione dei
muscoli. Ricordiamo che il drenaggio delle tossine prodot177
CATALIZZATORI E CHINONI
te dal lavoro muscolare si compie a carico di: Acido citrico, malico e succinico. Molte forme reumatiche sono legate
ad un blocco metabolico di uno di questi acidi.
Quando l’iniezione di ac. malico è seguita da febbre, questo è indice di alterazione del metabolismo glicidico (prediabete, diabete latente, alterazione cronica del pancreas). È un grande farmaco delle discrasie tissutali, dell’impregnazione e dell’infiammazione cronica. Ha effetto particolarmente favorevole a livello del miocardio.
— Rimedi omeopastici complementari e affini.: Ars. a. Ac.
Fum. Apis Thuja Hydr. Sil. Echin. Dipht. Scarl.
Posologia e diluizioni: Somministrato alla D6 in tutte le malattie infettive, al loro esordio, protegge il mesenchima. Nelle
fasi più avanzate sono utili diluizioni superiorio alla D10 o gli
accordi di potenza. Lo stimolo sugli organi e sulle varie strutture è ottimale con gli accordi di potenza.
Acido Ossalacetico
Le Dosi Ponderali
L’acido ossalecetico può dervivare dal catabolismo degli
zuccheri via Piruvato, dal catabolismo degli Aminoacidi o
dal Malato. Nei soggetti diabetici ove esiste incapacità di
utilizzare gli zuccheri o durante il digiuno, ci si trova con
una scarsa disponibilità di ossalacetato utilizzato per la gluconeogenesi. Anche la trasformazione di malato in ossalacetato, in presenza di scarso glucosio viene inattivata. Il ciclo di Krebs non viene attivato e l’acetil-CoA inutilizzato
viene usato per il catabolismo dei grassi ma in gran parte
per la formazione di corpi chetonici. Il sovraccarico di chetoni induce uno stato di acidosi metabolica che crea vari
problemi tissutali. In sintesi quando ci si trovi in presenza
di scarsa disponibilità di glucosio e grosse quantità di acidi grassi, si forma una eccessiva quantità di corpi chetonici
a livelo epatico. Bassi livelli di piruvato riducono la disponibilità anche di acido ossalacetico e sovraccaricano il ciclo di Krebs con Acetil-CoA derivato sia dalla degradazione dell’acido Piruvico che degli acidi grassi. Tali molecole
si combinano a formare acetoacetato che a sua volta viene
convertito in Betaidrosibutirrato o in acetone. Il fegato è
incapace di metabolizzare i corpi chetonici che vengono veicolati a muscoli e cervello. L’eccesso viene espulso dal rene
come chetonuria che è un indice di acidosi metabolica.
L’acetone non può essere utilizzato e viene espulso via polmoni. Il caratteristico odore acetonico di un soggetto, l’alito
che sa di frutta, indica anch’esso uno stato di acidosi metabolica.
Il cuore e le cellule nervose utilizzano come carburante glucosio e corpi chetonici trasformandoli in NAD e acetoacetato. Quest’ultima molecola può essere attivata dal succinil
CoA ad acetoacetil-CoA e succinato. L’acetoacetil-CoA reagisce con la tiolasi per formare 2 unità di acetil-CoA che
vengono metabolizzate nel ciclo di Krebs.
La disponibilità di ossalacetato condiziona il buon funziona178
mento del ciclo di Krebs e quindi la corretta utilizzazione
dell’acetil-CoA, antagonizzando l’accumulo di grasso e l’eccessiva produzione di corpi chetonici induttori di acidosi
metabolica.
Questo è il solo regime dietetico che offra un valido meccanismo di riduzione della massa grassa. Gli aminoacidi della dieta forniscono l’ossalacetato e sono utilizzati per la gluconeogenesi, il grasso viene utilizzato per produrre ATP nel ciclo
di Krebs. Un esempio di tale tipo di dieta potrebbe essere
quella basata su un largo consumo di carne e di pesce che
tuttavia non è priva di problemi. Il miglior modo per ridurre la
massa grassa rimane la dieta povera di grassi associata con
esercizio fisico.
CONSIDERAZIONI GENERALI
Catalizzatore chiave per innescare il ciclo di Krebs. Utile
in tutti quei casi in cui vi sia alla base del problema un
deficit immunologico e quindi vi sia una ricorrenza infiammatoria e morbosa.
— Rimedi omeopatici complementari e affini.: Kali bichromicum, Mercurius sol., Natrum muriaticum
Posologia e diluizioni.: Somministrato alla D6 in tutti i deficit
immunologici, è utile in forma injeel e injeel forte soprattutto
iniettato localmente in mesoterapia a livello del fegato per il
suo effetto di stimolo metabolico.
I CHINONI
I chinoni sono sostanze biochimiche caratterizzate da anelli
aromatici con due sostituzioni chetoniche. Essi sono ubiquitari in natura e sono sostanze caratteristicamente molto reattive. Sono le sostanze colorate responsabili dell’imbrunimento
ossidativo che notiamo sulla frutta e sulla verdura tagliata o
contusa e a livello della cute umana si ritrovano come intermedi nella sintesi della melanina partendo dall’aminoacido
tirosina.
Il passaggio da un chinone idrossilato alla sua forma ridotta
è una reazione abbastanza facile. La conoscenza dello specifico potenziale redox di ogni coppia di chinone è molto importante per capire il loro ruolo in biologia.
Da una parte abbiamo l’Ubichinone fisiologico (Coenzyma
Q) che è specifico per l’attivazione corretta della fosforilasi
ossidativa mitocondriale, dall’altra la vitamina K, altro chinone fisiologico il quale svolge il suo effetto antiemorragico
accelerando le ossidazioni tissutali e favorendo in tal modo
la coagulazione, ma anche, in quantità eccessiva, la degenerazione neoplastica. Esistono poi tutta una serie di altri chinoni che accelerano in maniera anomala le ossidazioni cellulari e per la conseguente produzione di grandi quantità di
radicali liberi si rilevano particolarmente pericolosi. L’aria inquinata, ad esempio, è molto ricca di sostanze chinoniche e
gran parte dei danni provocati a livello polmonare dalla polluzione atmosferica è determinata dagli alti livelli di stress
ossidativo indotti da queste sostanze con effetto pro infiammatorio e citotossico.
CATALIZZATORI E CHINONI
È stato dimostrato tuttavia che se si induce un basso livello
di stress ossidativo, ad esempio con piccole quantità omotossicologiche di chinone, si attivano viceversa le difese
antiossidanti a livello cellulare.
I chinoni non solo determinano la produzione tissutale di
una grande quantità di radicali liberi, ma sono anche capaci
di legarsi irreversibilmente con alcuni aminoacidi proteici
determinando l’inattivazione delle proteine stesse e la perdita della loro funzione. Per questa ragione sostanze chinoniche sono ampiamente usate come antimicrobici, antiparassitari e antineoplastici. Molti antrachinoni contenuti in comuni piante medicinali che noi usiamo per altri scopi, quali la
Cassia e l’Iperico, possiedono anche, proprio per queste considerazioni biochimiche, una potente attività antimicrobica.
Per capire a fondo il ruolo dei chinoni nel metabolismo cellulare e il possibile impiego di piccole quantità di queste sostanze in terapia, è necessario fare un passo indietro e analizzare in sintesi quel processo biochimico che si svolge a livello mitocondriale che porta all’utilizzazione dell’ossigeno e
alla produzione di energia, noto come Fosforilasi ossidativi.
L’NADH e l’ FADH2 formati nel corso del ciclo di Krebs e
della ossidazione degli acidi grassi nella matrice mitocondriale, sono molecole ricche di energia perché contengono
un’appaiata di elettroni con alto potenziale di trasferimento.
Quando questi elettroni sono usati per ridurre l’ossigeno
molecolare ad acqua si libera una gran quantità di energia
che può essere usata per generare ATP. La fosforilasi ossidativa è il processo biochimico nel quale viene formato ATP
come conseguenza del trasferimento di elettroni dal NADH
o dal FADH2 all’O2 da parte di una serie di trasportatori
elettronici. Questo processo è la maggior fonte di energia
per le cellule degli organismi aerobici.
Questo passaggio elettronico attraverso questi complessi
proteici localizzati nella membrana interna del mitocondrio
determinano il pompaggio di protoni all’esterno della matrice mitocondriale. La risultante redistribuzione protonica genera un gradiente di pH e un potenziale elettrico transmembranico che è la forza motrice dei protoni stessi. L’ATP è
sintetizzato quando i protoni rifluiscono nella matrice mitocondriale attraverso tutta una serie di complessi enzimatici.
La fosforilasi ossidativa è il punto culminante di tutta una
serie di trasformazioni enzimatiche che rappresentano nel
loro complesso la respirazione cellulare. Inizialmente il combustibile, glucosio, aminoacidi, grassi, è ossidato nel ciclo
dell’acido citrico per immagazzinare elettroni con alto potenziale di trasferimento. Poi questa forza motrice elettronica è
convertita in forza motrice protonica e finalmente la forza
motrice protonica è convertita in potenziale capace di legare
l’atomo di fosforo nell’ATP. Questo processo di immagazzinamento energetico nella molecola fosforica ha rappresentato il momento permissivo della vita sulla terra perché ha fornito il primo combustibile della materia vivente.
La trasformazione dell’energia elettronica in energia protonica è catalizzata da tre pompe:
1. NADH-Q ossido redattasi
2. Q-citocromo c ossidoreduttasi
3. Citocromo c redattasi
Questi grossi complessi transmembranici contengono dei
multipli centri di ossidoriduzione nei quali sono presenti chinoni, flavoni, clusters ferro-zolfo, emi e ioni rame.
Queste reazioni, dalla glicolisi alla formazione di ATP a livello
della fosforilasi ossidativa, avvengono nell’arco di circa un
millisecondo, il che significa che i due processi non possono
essere tra loro in nessun modo slegati e quindi, laddove si
voglia influenzare la produzione di energia a livello mitocondriale con prodotti omotossicologici, si dovrà agire contemporaneamente a livello del ciclo di Krebs con i catalizzatori
intermedi e a livello della fosforilasi ossidativa con l’opportuno chinone.
La velocità di queste reazioni, la conseguente utilizzazione
dell’ossigeno e la conseguente produzione di radicali liberi è
in relazione al potenziale redox di molecole quali i chinoni.
Fisiologicamente in una fosforilasi ossidativa che utilizzi regolarmente il proprio ubichinone vengono ugualmente prodotti una quota di radicali liberi che danneggiano sempre in
qualche misura la struttura mitocondriale. La respirazione
cellulare è un processo allo stesso tempo vitale e mortifero
perché viene prodotta da una parte energia importante per
ogni funzione vitale e dall’altra parte radicali liberi che progressivamente distruggono le strutture cellulari. Forse non
fu solo intuizione quella degli antichi medici ayurvedici che
cinquemila anni fa dicevano che l’uomo ha un numero prefissato di respiri e che la riduzione della respirazione attraverso le tecniche yoga porta ad un allungamento della vita.
Se si stimolano le funzioni energetiche di una cellula e di un
organismo, si è provato recentemente sulla Drosofila, si diminuisce corrispondentemente l’aspettativa di vita.
Pertanto la fosforilasi ossidativa è un meccanismo estremamente fine e delicato che deve essere non tanto stimolato,
come si fa con modalità allopatica somministrando grandi
quantità di Coenzyma Q ma riequilibrato somministrando accordi di potenza di chinone fisiologico laddove si intraveda
un rallentamento delle funzioni respiratorie cellulari. Tutta
una serie di patologie, molto frequenti, solitamente collegate
all’invecchiamento organico, sono in ultima analisi ascrivibili ad un rallentamento del processo della fosforilasi ossidativi che porta ad una diminuzione del metabolismo e quindi
alla comparsa di problematiche quali l’ipercolesterolemia, l’arteriosclerosi, l’ipertensione, la depressione. Ubichinon injeel
è il farmaco specifico di riequilibrio metabolico cellulare.
Esistono tuttavia alcune situazioni nelle quali ci si trova al di
fuori del fisiologico rallentamento senile, ma il danno mitocondriale è legato a tossici esogeni. In questi casi si dovrà
ricorrere a piccole dosi omotossicologiche dei chinoni corrispondenti che antagonizzeranno le spinte ossidative di questi chinoni anomali.
Pertanto nel paziente bronchitico cronico, in relazione all’in179
CATALIZZATORI E CHINONI
quinamento sarà indicato Naphtochinon injeel, nel paziente
intossicato da lassativi sarà indicato Antrachinon injeel e
così via.
ALTRE MOLECOLE COINVOLTE NELLA BIOCHIMICA
MITOCONDRIALE
ATP
L’Adenosintrifosfato o ATP. È una sorta di moneta di scambio energetico del nostro organismo. Può essere prodotta in
una parte della celllula per essere spesa in un’altra sede cellulare. Quando l’energia è stata utilizzata, si perde un atomo
di Fosforo e si produce ADP che ritorna al mitocondrioper la
ricarica. L’ADP è un vero e proprio shuttle dell’energia.
Approssimativamente il 90% dell’ossigeno introdotto con la
respirazione viene utilizzato dal mitocondrio per produrre
energia. Se non esistese il meccanismo del riciclaggio della
molecola di ATP, in una giornata di normale attività consumeremmo circa 40 chili.
Terapia omotossicologica delle alterazioni della fosforilasi
ossidativa
La scelta del chinone terapeutico, in Omotossicologia, deve
essere effettuata in relazione a due concetti fondamentali:
1. Individuazione della necessità di stimolare o di rallentare il
processo della fosforilasi ossidativa
Nel caso ci si trovi in presenza di eccessivi processi ossidativi somministreremo dei chinoni quali l’Hydrochinone che
ha spiccate capacità riducenti. Nel caso ci si trovi di fronte
ad un paziente estremamente iporeattivo che tenda quindi
ad accumulare tossine in relazione ad una carente ossidazione cellulare somministreremo chinoni con un alto potere ossidante quali il Parabenzochinon, l’Antrochinon e il Naphtochinon.
2. Valutazione del potenziale redox dei singoli chinoni. Passando dall’Antrachinon al Naphtochino, al Parabenzochinon il potenziale redox aumenta progressivamente. Tanto
più avanzata è la Fase della patologia tanto più elevato deve
essere il potenziale redox del chinone utilizzato in dosi omotossicologiche. Otterremo il duplice scopo di stimolare, come
suddetto i meccanismi di protezione nei confronti dei radicali
liberi, laddove la fosforilasi ossidativa sia accelerata da un
chinone tossico anomalo e di stimolare potentemente i processi ossidativi e quindi la produzione di energia cellulare
laddove ci sia un blocco della fosforilasi ossidativi; in quest’ultimo caso assoceremo comunque sempre degli antiossidanti quali la vitamina E.
Un’interessante modalità di scelta corretta del chinone è
quella di inquadrare il paziente dal punto di vista neurovegetativo: è logico stimolare le ossidazioni cellulari con un
chinone quale l’Naphtochinone nel soggetto carbonicoflemmatico che per altro va spesso incontro a problematiche infiammatorie a livello polmonare, mentre sarà più pru180
dente somministrare l’Hydrochinine nell’accelerato soggetto iroso fosforico.
L’Ubichinon compositum rappresenta un farmaco estremamente interessante di stimolo globale della funzione chinonica mitocondriale, rimedio antisenile per eccellenza. L’unione nel farmaco di chinoni potentemente ossidanti con discrete quantità di chinoni riducenti lo rende equilibrato e
globale nella sua azione. Poiché Reckweg aveva intuito l’interelazione specifica tra ciclo di Krebs e fosforilasi ossidativi, ha inserito in questo farmaco anche il Natrum oxalaceticum e il Coenzyma A fattori di innesco del ciclo di Krebs.
Tuttavia un’eccessiva stimolazione chinonica potrebbe comunque indurre un surplus di radicali liberi che potrebbero
determinare un danno genomico cellulare e quindi nel farmaco sono associati tutta una serie di fitoterapici in piccole
quantità che hanno un ruolo di protezione sulla struttura del
DNA, tra questi Colchicum, Podophyllum, Conium.
Il Ciclo del Glyoxal
In molti batteri, funghi e piante esiste una via semplificata di
catabolismo, alternativa al Ciclodi Krebs. In questa via si
passa direttamente dal Citrato al Malato.
La ragione per cui in alcune forme viventi si è sviluppata
questa via è da ricercarsi nella necessità di avere energia
anche in asednza diGlucosio, utilizzando quindi acidi grassi
e aminoacidi.
La somministrazione di Glyoxal in piccole dosi va a stimlar
anche nell’umano, a forzare questa via di approvvigionamento energetico, cosa estremamente utile nel diabetico, ove
c’è una carente possibilità di utilizzazione del glucosio per
carenza di insulina. Anche nel paziente cronico può essere
una via complementare di produzione di energia in mancanza
dei vari passaggi catalitici del Ciclo di Krebs.
Gli studi allopatici si sforzano di trovare farmaci che blocchino tale via metabolica per bloccare funghi e batteri molto
aggressivi. L’omotossicologia cerca di stimolare l’induzione
di tale capacità metabolica per superare carenze legate a problemi tossici o degenerativi.
I Glyoxali sono aldeidi che si formano a livello endogeno e
che aumentano in situazioni di niperglicemia o di carenza di
tiamina. Queste sostanze sono dei potenti fattori nello stress
ossidativi particolarmente dell’epatocita, che più facilmente
è sottoposto al consumo di glutatione da parte del perossidoi di idrogeno, interferiscono inoltre sui precessi di protezione antiossidante della cellula. Supplementando Tiamina
si protegge l’epatocita dal danno causato dal Glyoxakl.
Le Aldeidi
Le Aldeidi, che con i Chetoni sono dette anche composti
carbonilici per la presenza di un gruppo carbonile, intervengono in numerose reazioni chimiche. dove R e R’ possono
essere alifatici o aromatici.
CATARRO
Gli elettroni del doppio legame C=O, unendo due atomi di
elettronegatività molto diversa, sono addensati sull’atomo
più elettronegativo, l’ossigeno. In effetti il gruppo carbonilico è fortemente polarizzato: è stato calcolato che la carica
positiva sull’atomo di carbonio rappresenta circa il 47% di
una carica intera. L’ossigeno può agire come buon accettare
per formare legami a idrogeno.
Le Aldeidi, reagendo con le ammine formano basi di Schiff.
Tali composti organici agiscono a livello tissutale come potenti radicali liberi. La somministrazione di aldeidi in piccola
quantità, come suggerito dall’Omotossicologia, è uno stimolo alla dissociazione e quindi all’eliminazione emuntoriale
di questi pericolosi tossici tissutali.
CATAPLESSIA
Caduta brusca del tono muscolare statico, il soggetto si accascia; la cataplessia può essere generale o locale; di breve
durata, senza perdita di coscienza.
L’emozione (sorpresa improvvisa, risata) può avere una funzione scatenante. Questa affezione coincide spesso con la
narcolessia (esagerazione del bisogno di dormire). Consultare il medico e, aspettando, usare i rimedi della Narcolessia.
chio 3-5 v. al dì.
VITAMINE: A, B2, C, → VITAMINE.
TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA:
Galium-Heel, 10 gtt. 3 v. al dì.
Eventualmente aggiungere:
Staphysagria_Heel, 1 cp. 2 v. al dì.
Lymphomyosot, 10 gtt. 2 v. al dì.
2. Risulteranno utili i seguenti rimedi organoterapici:
Cristallino 7CH, Muscolo striato e liscio 7CH, Coroido-retina 7CH, Capillari 7CH, in parti uguali, q.b., una supp., a
giorni alterni, in cure di un mese si e un mese no (cure prolungate).
3. Si potrà alternare, se perturbazione paratiroidea, con:
Parathormone 7CH, una supp., o in caso di ipertensione
arteriosa, con Arteria 7CH, una supp..
4. Se soggetto sanguigno, gottoso, emorroidario, aggiungere:
Phosphorus triiodatus 5CH, 2 gr. ogni tre giorni.
CATARATTA
I. 1. Cause molteplici: Traumatismo (contusione, ferita, ferita da parabrezza dell’automobile), alterazione delle membrane dell’occhio (Glaucoma, Retinite, ecc.), discrasie (Albuminuria, Diabete, Ipercolesterolemia, ecc.), la vecchiaia
(Cataratta senile, la più frequente), l’eredità (cataratta
congenita);può essere una malattia professionale (operai
delle fonderie, saldatori, soffiatori del vetro, fabbricanti di
apparecchi per radioterapia, ecc.).
5. In un intellettuale stanco, se sovraffaticamento visivo, o
negli anziani:
Silicea 5CH, 2 gr. ogni tre giorni.
2. Per quel che riguarda la cataratta congenita, colpisce 1
bambino su 2.500 alla nascita. È o di carattere ereditario, o il
contraccolpo di una affezione contratta dalla madre durante
la gravidanza: la rosolia soprattutto, gli orecchioni, l’epatite
virale, la toxoplasmosi, la sifilide, ecc.
Bisogna segnalare che la cataratta senile, che può assumere un andamento ingannatore: il soggetto colpito pensa che
la sua vista migliori perché riesce a leggere il giornale senza
occhiali... invece l’acuità visiva diminuisce a poco a poco. Di
conseguenza, invece di gioire di questo “miglioramento”,
andare a consultare con urgenza l’oftalmologo.
N.B. – A titolo informativo, segnaliamo che dei ricercatori
americani hanno accusato gli yogurt scremati (yogurt industriali in commercio), in certi paesi, di predisporre alla cataratta. Nel dubbio, è meglio prepararli da sé, con del buon
latte... non troppo scremato...
II. Trattamento iniziale, o trattamento di mantenimento in
attesa dell’intervento.
1. Natrum muriaticum 5CH, Dinitrophenolum 5CH, 2 gr. di
ciascuno, i giorni pari.
Thiosinaminum 3CH, Lachesis 5CH, 2 gr. 1 v. al dì, i giorni
dispari.
Naphtalinum 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Chelidonium composé, 10 gtt. prima dei pasti.
Dr. Reckeweg Cineraria maritima collirio, 1-2 gtt. per oc-
6. In un anziano paralitico, nervoso, collerico:
Causticum 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
7. In una donna colpita da un’affezione ginecologica:
Magnesia carbonica 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
TERAPIA SANUM:
La terapia Sanum da sola o in appoggio ad altre terapie etiologiche e sintomatiche a base di:
Mucokehl D 5 collirio - 1 gtt. 2 v. al giorno per 6 mesi,
permette di ottenere spesso un netto miglioramento dell’acuità visiva senza effetti collaterali, grazie ad una azione
riequilibratice locale sul metabolismo oculare.
CATARRO
1. Catarro dei bronchi, → Bronchite.
2. Catarro nasale, → Corizza.
3. Catarro vescicale, → Cistite.
4. Catarro dello stomaco (pituita), → Dispepsia.
181
CATARRO
CATARRO ACUTO O CRONICO del CAVUM
Usare la formula del dott. P. Chavanon:
Hydrastis canadensis 5CH, 2 gr. al risveglio.
Kali bichromicum 5CH, 2 gr. verso mezzogiorno.
Corallium rubrum 5CH, 2 gr. verso le 18.
Pomata Homéoplasmine nelle narici, la sera, andando a letto.
CATARRO TUBARICO
Il catarro della tromba di Eustachio, nel bambino, può essere
all’origine di un ritardo intellettuale; non curato, è una delle
cause frequenti di sordità.
Trattare, se necessario, la Corizza o l’Angina.
Euphorbium compositum S, 10 gtt. 3 v. al dì.
Dr. Reckeweg R 96 Spray nasale, oppure Euphorbium compositum S spray nasale 1 nebulizzazione per narice 4-5 v. al
dì.
Ignatia 5CH, Arsenicum album 5CH, 2 gr. un giorno l’uno,
un giorno l’altro.
Kali muriaticum 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Cupressus australis D1, 10 gtt., 2 v. al dì.
Ferrum phosphoricum 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
Tromba d’Eustachio 7CH, una supp., 3 v. alla settimana.
Cerulisina gtt., da 1 a 3 v. al dì.
Pomata Homéoplasmine nelle narici, la sera, a letto.
Se occorre, cura termale.
CATATONIA
Una contrazione tonica delle masse muscolari dà al corpo o
agli arti delle posizioni stereotipate. Il medico tratterà: Demenza precoce, Paralisi generale, Schizofrenia, Tumore cerebrale, ecc. → Catalessi, II.
CATETERISMO URETRALE (dopo)
→ Operazioni chirurgiche, II, § 6.
CAUSALGIA
Sens. di bruciore cutaneo, con iperestesia, arrossamento della
cute e iperidrosi localizzata, provocata da una lesione nervosa regionale. Nella zona interessata la cute può assumere
l’aspetto di glossy-skin.
Arnica comp.-Heel, 10 gtt. 2 v. al dì.
Cuprum-Heel, 1 cp. 2 v. al dì.
Galium-Heel, 10 gtt. 2 v. al dì.
CAUSTICUM (M. M.)
Preparazione d’Hahnemann, a base di calcio e potassio
Le grandi indicazioni di Causticum sono:
debolezza, paresi, paralisi e stati reumatici.
1. Debolezza – “La sensazione di debolezza deve sempre essere presente per prescrivere Causticum” (Hahnemann).
182
Questa debolezza, indice d’uno stato deficiente, si rivela fin dall’inizio sul viso del paziente:
cute gialla, terrosa, grigio sporco;
labbra pallide o bluastre, mai rosse;
l’appiattimento dei tratti e l’aminia sono segni di mancanza di tono e di profonda depressione mentale;
la debolezza muscolare è notevole ed è presente anche
atrofia più o meno marcata.
Il bambino spesso è un piccolo scrofoloso, che somiglia
al piccolo silicea.
Ha un ventre grosso, oftalmie, otorree, eruzioni varie
soprattutto al cuoio capelluto e dietro le orecchie.
Il vecchio è l’emiparesico tremolante e stizzoso.
2. Le paresi possono riscontrarsi dappertutto: alle palpebre, ptosiche;
agli occhi, strabismo;
ai muscoli dei bronchi e della laringe che rendono difficile l’espettorazione;
al retto, con stipsi da atonia;
all’utero, che si contrae male durante il parto.
3. Le paralisi – Causticum agisce meglio sul sistema
nervoso periferico che sui centri: paralisi facciale;
paralisi della lingua con disturbi della parola e della deglutizione:
paralisi post-difterica;
paralisi saturnine.
Ma la sua azione sui centri, benché meno accentuata,
può far sì che Causticum sia un eccellente rimedio della
corea e dell’epilessia.
4. Gli stati reumatici – Causticum non lede le superfici
articolari né le sinoviali, ma solo i muscoli e i tendini, che
generalmente sono contratti e dolorosi, e sono come
raccorciati.
Quando, insieme a questo sintomo, si riscontra la grande modalità dello stato atmosferico, Causticum è quasi
certamente indicato.
All’infuori degli stati infiammatori reumatici, i tendini
sono deboli e rilassati, con possibilità frequenti lussazioni.
Grandi caratteristiche di Causticum
Aggravamento con il tempo freddo e secco.
Miglioramento col tempo umido e piovoso, l’aria calda.
Sensazione d’escoriazione, come se la mucosa fosse a
vivo, con sensazione d’indolenzimento.
Sensazione di bruciore, spesso a livello dei visceri come
da calce viva.
Dolori laceranti nei tessuti muscolari e fibrosi con deformazioni articolari e nelle affezioni nevralgiche. Lateralità
destra molto netta.
CAVOLO
PRINCIPALI INDICAZIONI DI CAUSTICAM
Sistema nervoso
Causticum è un grande rimedio della psicosi ansiosa
quando c’è: ansietà verso sera e paura dell’oscurità soprattutto nei bambini. È un buon rimedio della malinconia. Il soggetto è molto colpito dalle disgrazie altrui (per
es. piange leggendo).
Epilessia – Piccolo male con vertigini. Crisi durante le
mestruazioni; durante la luna piena e la luna calante;
spesso odore estremamente fetido del naso e della bocca dopo la crisi. Epilessia jacksoniana predominante a
destra.
Corea – Emicorea a destra e dopo uno spavento.
Vertigini – Con tendenza a cadere in avanti o sul lato
sinistro, dovuta a un’irritazione o una flogosi cerebrale.
Paresi oculari – Tutte le possibili paresi e contratture
dell’occhio. Causticum è il grande rimedio dei bambini
strabici. Ptosi della palpebra, frequente a destra. Il paziente ha spesso l’impressione d’avere “sabbia negli
occhi”.
Paralisi facciale – Reumatica o a frigore. In quest’ultimo caso Causticum sarà prescritto soprattutto se la paralisi persiste dopo l’uso d’Aconitum.
Nevralgie facciali – Hanno la stessa eziologia e sono
localizzate a destra. Sono accompagnate spesso da paralisi dei muscoli della faccia e da una dolorosa contrattura delle mascelle che impedisce d’aprire la bocca.
Sciatiche.
Crampo dello scrittore.
Ma occorre che insieme alla contrazione muscolare, ci
sia debolezza delle dita, per cui di tanto in tanto Causticum fa cadere la penna.
Apparato urinario
Causticum è un grande rimedio “urinario”:
• incontinenza da paresi dello sfintere;
• ritenzione da paresi della muscolatura vescicale.
L’una e l’altra possono essere dovute ad alterazione dei
centri nervosi.
Incontinenza d’urina parziale soprattutto nelle donne
che bagnano più o meno la loro biancheria ridendo, starnutendo, tossendo, facendo uno sforzo qualunque.
Incontinenza notturna d’urina specie durante il primo
sonno, più frequente durante l’inverno, è più rara in estate.
Ritenzione dopo il parto o dopo operazione.
Tabe: durante la minzione il malato non sente colare l’urina.
Caratteristica: qualche volta il malato non può urinare
che stando in piedi o durante la defecazione.
Apparato respiratorio
Tosse le cui caratteristiche, senza parlare dell’emissione
d’urina, sono:
• migliora bevendo acqua fredda;
• dolore all’anca destra.
Causticum sarà il migliore rimedio dell’afonia aggravata
al mattino poiché è dovuta ad una paresi che s’è accentuata durante la notte (Phosphorus ha una raucedine
che s’accentua la sera, dovuta alla congestione che naturalmente aumenta con l’esercizio delle corde vocali).
Irritazione a vivo lungo la trachea.
Asma aggravata dal tempo secco, migliorata dal tempo
umido.
Apparato digestivo
Causticum può essere indicato in tutti i sintomi digestivi che sono migliorati bevendo acqua fredda.
Lingua bianca sui bordi, rossa al centro.
Stipsi da atonia: le feci sono evacuate più facilmente
quando il soggetto sta in piedi.
Apparato genitale
Due caratteristiche opposte: 1) le mestruazioni si arrestano la notte; 2) mentre la leucorrea è notturna e s’arresta durante il giorno.
Un uso efficace: amenorrea dopo che Pulsatilla non ha
agito.
Cute
Causticum è un rimedio della sicosi: presenterà dunque
i sintomi che si ritroveranno nel grande rimedio della
sicosi: Thuja.
Corni cutanei.
Verruche larghe, profondamente incise, che sanguinano
facilmente: alle palpebre, sulla punta del naso, delle dita,
sotto le unghie.
Rimedio della psora, presenta eczema, soprattutto al cuoio capelluto e dietro le orecchie nei bambini scrofolosi.
È anche un buon rimedio delle suppurazioni interminabili, quando i
rimedi classici hanno fallito (Silicea, Hèpar, Calc., Sulf.).
È particolarmente raccomandato nelle fistole anali e dentarie.
Rimedio delle piaghe, dovute a una bruciatura, e delle
cicatrici consecutive.
CAVAPIETRE (Silicosi dei tagliatori di pietra)
→ Pneumoconiosi, § 1 e 9.
CAVIGLIA
→ Gamba e coscia.
CAVO POPLITEO
Dolori, → Ginocchio e cavo popliteo, II.
CAVOLO
1. I dottori Dufour, Leclerc e Chabalier hanno ricordato le
virtù di un topico eccellente, la foglia di cavolo, particolar183
CECITÀ
mente in: Ulcere varicose, Sciatica, Bronchite, Piaghe, Contusioni, Geloni, Distorsioni, Adeniti, Gotta, Paralisi degli arti,
Dolori reumatici, Nevralgie, ecc.
Lavare una foglia fresca di cavolo verde o di cavolo di Milano; eliminarne le nervature sporgenti; ammorbidirlo e pestarlo facendolo rotolare con un mattarello o una bottiglia. Immergerlo alcuni secondi a bagno maria (da 40 a 60 gradi, non
di più), scolarlo e ripetere l’operazione tre o quattro volte.
Asciugarlo con un panno molto pulito e ricoprire la parte
malata, o con la foglia intera o con una parte di essa, secondo il caso. Coprire la foglia con una compressa di tarlatana e
una fascia non troppo stretta. Cambiare quando la foglia
annerisce o si decompone. Poiché il cavolo è ricco di zolfo e
di sali minerali, si usa così, localmente, una sorta di Hepar
sulfur vivo.
Da usare se non si ha a portata di mano una pomata a base di
Calendula.
2. Disturbi digestivi dopo averne mangiato.
Bryonia 5CH, 2gr.
Petroleum 5CH, 2 gr. 1 h dopo.
Lycopodium 5CH, 2 gr. 1 h dopo.
CECITÀ
1. Cecità diurna, → Nictalopia.
2. Cecità notturna, → Esperanopia.
3. v. anche: Ambliopia e amaurosi, Visione.
CEFALEA
A. CEFALEA OCCASIONALE
Dr. Reckeweg R 16, 15 gtt. ogni 15/30', a miglioramento raggiunto diminuire la frequenza delle somministrazioni.
Menyanthes compositum, 15 gtt. più v. al dì.
Per certe localizzazioni e modalità particolari, → Nevralgia
facciale, § 2.
Un pediluvio caldo e, contemporaneamente, un asciugamano freddo sulla fronte.
B. CEFALEA TOSSICA
I. Da etero-intossicazione acuta.
In tutti i casi, ai rimedi del § A, aggiungere:
1. Cefalea da abuso di alcool e vino:
Paullinia sorbilis 5CH, Ethylicum 5CH, Nux vomica 5CH, 2
gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
v. anche: Indigestione.
5. Cefalea legata a spostamenti, → Aereo, Auto (mal d’).
II. Da auto-intossicazione (insufficienza funzionale del fegato, dell’intestino, dei reni)
Dieta semplice, → Dieta ipotossica, ricca di vitamine B1, C,
I, J, P (lievito di birra, frutta e verdure), → VITAMINE, Riduzione del sale (→ Sodio).
Curare la causa. Ai rimedi del § A, aggiungere:
1. Cefalea occasionale con disturbi della vista.
Kali bichromicum 5CH, Cyclamen 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1
v. al dì.
Pensare ai disturbi oculari, ai vizi di rifrazione.
2. Emicrania, v. questa voce.
3. Cefalea in un pletorico epatico (Artritismo e eccesso alimentare).
Sulfur 7CH, una dose.
Aurum metallicum 7CH, una dose 15 giorni dopo.
Nux vomica 5CH, Sanguinaria 4CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al
dì.
Lycopodium 5CH, 2 gr., ogni 5 giorni.
Dr. Reckeweg R 7, 15 gtt. 3 v. al dì prima dei pasti.
Dieta, → Dieta ipotossica. Vitamine C, B6.
4. Cefalea dei costipati cronici.
Indol 5CH, Skatol 5CH, 2 gr. un giorno l’uno, un giorno l’altro.
Alumina 5CH, Indium metallicum 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v.
al dì.
Cotidierbe compresse, 2 cp. la sera con un po’ d’acqua, prima di andare a letto..
5. Cefalea con sens. di chiodo conficcato in testa.
Ignatia 5CH, Coffea 5CH, Thuja 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al
dì.
C. CEFALEA CIRCOLATORIA
Ai rimedi del § A, aggiungere:
1. Cefalea prima delle mestruazioni:
Platina 7CH, una dose.
Kreosotum 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Cyclamen 5CH, 2 gr. 2 v. al dì.
3. Da abuso di tabacco, → Tabacco, § 2.
2. Cefalea durante le mestruazioni.
Pulsatilla 7CH, 5 gr.
Cimicifuga 4CH, Glonoin 4CH, 2 gr. 2 v. al dì alternando.
K2F, 10 gtt. 3 v. al dì.
4. Cefalea da aerazione insufficiente (soggiorno prolungato in un ambiente chiuso).
Carbo vegetabilis 5CH, 2 gr.; e un’ora dopo:
Pulsatilla 5CH, 2 gr.
3. Cefalea dopo le mestruazioni.
Lilium tigrinum 5CH, Pulsatilla 5CH, Sepia 5CH, 2 gr. 1 v. al
dì.
K2F, 10 gtt. 3 v. al dì.
2. Da abuso di caffè, tè o birra: v. queste voci.
184
CEFALEA
4. Cefalea da assenza di mestruazioni, → Amenorrea.
K2F, 10 gtt. 3 v. al dì.
5. Cefalea in età critica, → Menopausa.
6. Cefalea in seguito a perdita di liquidi organici. Curare la
causa: Spermatorrea, Leucorrea, Emorragie diverse, ecc.
Aggiungere sempre:
China 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
7. Cefalea da caldo eccessivo, o dopo esposizione al sole o
cefalea che va e viene col sole.
Natrum muriaticum 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Glonoin 4CH, Sanguinaria 4CH, 2 gr. 2 v. al dì, alternando.
v. anche: Colpo di calore, Insolazione.
8. Cefalea da temporale, → Temporale.
9. Cefalea da ipertesione
Il mal di testa a ripetizione può essere sintomo di una tensione arteriosa superiore al normale, il che si riscontra in un
terzo dei casi, circa; ma esiste anche una cefalea in caso di
tensione insufficiente (v. § 10, sotto).
Glonoin 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
Naja 4CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Dr. Reckeweg R 12, 15 gtt. 2 v. al dì.
OLIGOELEMENTI: Manganese, 2 v. alla settimana.
10. Cefalea degli ipotesi, dei demineralizzati o convalescenti.
Allium sativum 5CH, Arsenicum metallicum, 5CH, 2 gr. 1 v.
al dì.
Menyanthes D1, Alfalfa D1, Avena sativa D1, 10 gtt. della
miscela, o Céréales germées D1, 1/2 h prima dei pasti principali.
→ Dimagrimento, Convalescenza, Ipotensione.
4. Cefalea degli studenti, scolari, → Stanchezza, § 6.
5. Cefalea da fatica oculare, → Astenopia.
Anti Age Video, 3 gr. 3 v. al dì.
E. CEFALEA DELLE AFFEZIONI CRONICHE
Curare la causa. Ai rimedi del § A, aggiungere:
1. Cefalea da sinusite.
Bryonia 5CH, Ruta 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
Hypericum 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
Dr. Reckeweg R 49, 15 gtt. prima dei pasti, 3 v. al dì.
Secondo le modalità, → Nevralgia facciale, § 2.
2. Cefalea di origine reumatica o gottosa.
Colocynthis 4CH, 2 gr., 2 v. al dì.
Colchicum 5CH, 2 gr., 1 v. al dì.
Urarthone Lehning, 1 cucchiaio in acqua o in una tisana ben
calda al mattino a digiuno e prima di andare a letto.
Se c’è artrosi cervicale C5-C6 o C6-C7, o un’ernia del disco,
→ Cervicartrosi.
3. Cefalea di origine sifilitica.
Bioterapico Luesinum 7CH, una dose.
Aurum metallicum 5CH, Phytolacca 5CH, 2 gr. un giorno
uno, un giorno l’altro.
Sarsaparilla D3, 10 gtt., 2 v. al dì.
4. Cefalea dei nevrastenici.
Epiphegus 4CH, 2 gr., 2 v. al dì.
Ignatia 5CH, 2 gr., 1 v. al dì.
Melatonina 4CH, 20 gtt. 2 v. al dì.
VC 15 Sciroppo, 1 cucchiaino 3 v. al dì.
D. CEFALEA TRAUMATICA
Ai rimedi del § A, aggiungere:
5. Cefalea degli isterici.
Ignatia 5CH, Platina 5CH, 2 gr. un giorno da un tubo, un
giorno dall’altro.
Asa foetida 4CH, 2 gr., 1 v. al dì.
Paris quadrifolia 4CH, 2 gr., 2 v. al dì.
Dr. Reckeweg R 47, 10-15 gtt. 4-6 v. al dì.
1. Cefalea dopo colpo violento, shock, contusione.
Arnica 5CH, Hypericum 4CH, 2 gr. 2 v. al dì, alternando i due
tubi.
Natrum sulfuricum 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
6. Cefalea in un tubercolinico decalcificato e dimagrito.
Natrum muriaticum 7CH, 5 gr. ogni 10 giorni.
Pulsatilla 5CH, 2 gr., 1 v. al dì.
Dieta alimentare, → Convalescenza, § 3.
2. Cefalea da esercizio fisico stancante.
Arnica 5CH, Epiphegus 4CH, 2 gr. 2 v. al dì, alternando i due
tubi.
Calcarea Carbonica 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
7. Cefalea dei malarici. → Paludismo, § 3.
3. Cefalea dopo sforzo mentale.
Phosphoricum acidum 5CH, Picricum acidum 5CH, Cocculus
indicus 5CH, Anacardium orientale 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1
v. al dì.
Anti Age Stress, 3 gr. 3 v. al dì.
8. In certe forme di cefalea e di emicrania ribelli, si può provare, oltre ai rimedi indicati:
Histaminum 5CH, 2 gr. una volta ogni 48 h.
9. Cefalea periodica, aggiungere come trattamento.
Fegato 4/7CH, Cedron 7CH, 5 gr. ogni 8 giorni alternando.
Prendere nota dell’orario, la periodicità delle cefalee, per segnalarli al medico. → Bioritmi.
185
CEFALOEMATOMA
F. CEFALEA DEL BAMBINO
L’attenzione è concentrata soprattutto sulle cefalee acute e
croniche.
1. Cefalea acuta.
Spesso legata ad una malattia microbica (febbre tifoidea,
malaria, polmonite, ecc.) o virale (influenza, varicella, ecc.).
Attenzione alla sindrome meningea, → Meningite.
Pensare ad un’affezione dentale o sinusale, ad un’ipertensione arteriosa soprattutto nel corso di una glomerulopatia
(malattia dei reni che colpisce soprattutto i glomeruli).
In certi casi, intossicazione da ossido di carbonio, alcuni
prodotti domestici e diversi farmaci (Vitamina A, cicline, ecc.).
2. Cefalea cronica.
Molto spesso in causa: disturbi della rifrazione, (ipermetropia, astigmatismo), emicrania (può esistere un terreno emicranico familiare), le cui prime manifestazioni posso essere
state ignorate. Talvolta, anemia, tumore cerebrale.
Non bisogna dimenticare le cefalee di significato psicanalitico, che esprimono dei disordini affettivi, dei conflitti, ecc.
Questo genere di cefalea comincia verso i 5 anni, con una
frequenza massima tra i 10 e i 14 anni. → Emicrania (IV).
CEFALOEMATOMA
Raccolta di sangue sottoperiostea che si forma in una o più
ossa della teca cranica in conseguenza della pressione esercitata sulla parte presentata del feto durante il parto.
Proteggere contro i colpi la bozza sanguigna del bébé con
uno strato di cotone idrofilo sterilizzato.
Arnica 5CH, 2 gr. sciolti in un po’ di acqua Evian o di latte, 2
v. al dì.
Vitamina K Angelini, secondo le avvertenze.
CELIACHIA
→ Morbo celiaco
CELLULARI (Telefoni)
Strumento indispensabile in caso di urgenza, l’uso dei cellulari (o “telefonini”) oggi è smodato, e non solo da parte dei
giovani.
Oltre all’ovvia considerazione che è pericoloso guidare un’automobile con una sola mano e distraendo l’attenzione dalla
strada, numerose ricerche scientifiche suggeriscono di non
abusare di questi generatori di onde elettromagnetiche.
Bisogna ricordare che queste radiazioni da 30 KHz a 300
GHz sono prodotte anche dalle linee elettriche, dai loro trasformatori, dalle antenne e ripetitori rediotelevisivi, apparecchi elettrodiagnostici e telefono cellulari così come le loro
antenne di collegamento (non è raccomandabile fare installare un’amtenna di questo tipo nella propria abitazioe!).
L’effetto nocivo è doppio.
a) L’oscillazione delle molecole d’acqua sotto l’azione elettrica o per induzione, provoca un riscaldamento locale.
186
b) Vi è anche una migrazione verso la periferia di particelle
(magnetite, metalli come il ferro, l’alluminio, ecc.). La radiazione elettromagnetica rende permeabile la barriera ematoencefalica, normalmente stagna; d’altronde, in medicina ci si
serve di questa proprietà per fissare nel cervello delle sostanze anticancerose. Ciò che vi entra non ne esce più.
I rischi sono numerosi: modificazioni ormonali, tumori al cervello, lesioni dell’apparato uditivo, cataratta unilaterale, stati depressivi, insonnia, aborti, malattia di Alzheimer, anemie,
leucemie, aritmie cardiache, alterazioni cromosomiche, ecc.
Se l’appartamento è piccolo (ma non solo) è bene predisporre un sistema che disinserisca gli apparecchi elettrici durante
la notte. Esistono anche delle masse da disporre sui fili di
raccordo.
Il Dr. Raffaele Aloi suggerisce le seguenti precauzioni da
adottare contro le radiazioni emesse dai telefonini
1. Acquistare telefonini con un limite di potenza di 0,2 Watt;
2. Se si utilizza il cellulare prevalentemente in auto, acquistarne un modello veicolare, funzionante solo con antenna esterna, in quanto in assenza di essa i forti campi elettromagnetici
emessi dall’antenna incorporata vengono amplificati dalla
struttura metallica dell’automobile e possono, oltre ad irradiare maggiormente il nostro corpo, alterare l’elettronica di
bordo, ad esempio facendo scoppiare un air-bag o azionando l’ABS in piena corsa. Anche con antenna esterna possono esserci problemi, ad esempio se al centro del sedile posteriore siede un passeggero piuttosto alto;
3. Utilizzare un auricolare per il cellulare;
4. Evitare di tenere il cellulare a stretto contatto con il corpo,
ad esempio riponendolo all’interno della giacca;
5. Non superare mai i 10 minuti di conversazione e alternare
l’orecchio di ascolto ogni 2 minuti, evitando un eccessivo
surriscaldamento della scatola cranica;
6. Privilegiare i telefonini con antenna estraibile;
7. Non toccare l’antenna durante la conversazione.
Gli individui professionalmente esposti a campi elettromagnetici ad alta frequenza devono essere in età lavorativa, in
buone condizioni di salute, ed esposti al più per la normale
durata dell’orario di lavoro, che si suppone essere inferiore o
uguale a quaranta ore settimanali.
Tali individui devono essere consapevoli dell’esposizione
subita e dei rischi potenziali ad essa connessi; essi devono
essere al corrente delle precauzioni da adottare nell’uso di
sorgente di C.E.M.
CELLULITE
1. La cellulite è l’infiammazione dei tessuti cellulari, ma abitualmente si usa questo termine per indicare la cellulite sotto-cutanea, molto frequentemente al bacino e alle cosce.
È “una esclusività femminile”, caratterizzata dalla “tetrade di
Rennes”: aumento dello spessore della pelle, della sua consistenza, della sua sensibilità al pizzicamento; inoltre presenta un aspetto a “buccia d’arancia”. Sono predisposte alla
CERVICALGIA
cellulite le persone che soffrono di asma, di stitichezza cronica, di entero-colite, di insufficienza epatica, di gotta, di orticaria (insomma, “i neuro-artritici”).
Se su questo terreno predisponente si aggiungono un’alimentazione troppo ricca, veglie eccessive, mancanza di aria
aperta, ne risulta un’eliminazione insufficiente delle scorie di
combustione, che porta all’infiltrazione del tessuto connettivo.
A volte la moda ha la sua parte (guaine troppo strette, stivali
che stringono troppo); allo stesso modo, certe professioni
che richiedono di stare a lungo in piedi, camminando poco e
lentamente: commesse, parrucchiere, cameriere, ecc.
Nella sua opera Il problema della cellulite, il dr. Pierre Dukan
ha segnalato che il 12% delle celluliti si manifestano durante
la pubertà, il 19% sono il risultato della “pillola” contraccetiva, il 17% si manifestano durante una gravidanza, il 25%
nelle donne affette da una disfunzione endocrina (iperfollicolinismo) e il 27% si manifestano in menopausa.
La cellulite colpisce le donne fra i 18 e i 65 anni, con un
massimo fra i 25 e i 45 anni.
2. Trattamento.
Curare, se necessario: Obesità, Gotta, Stitichezza cronica,
Enterocolite, Insufficienza epatica, Asma, ecc. Aggiungere:
Badiaga Complexe n° 47 Lehning, 2 cp. 3 v. al dì in associazione con Urarthone Lehning, 1 cucchiaio in acqua o in una
tisana ben calda al mattino a digiuno e alla sera prima di
andare a letto.
Lipodreinol, 10-20 ml 2 v. al dì.
Liposuril, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
Linfo-Iris, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
Drenall, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
3. Dieta da adottare in tutti i casi: Artritismo, Stitichezza,
Ipercolesterolemia, Uricemia, ecc.
In tutti i casi, dieta semplice, → Dieta ipotossica.
Eliminare: Pane, fette biscottate, pasticceria, salumi, margarina, fritture, alcool, zucchero, succhi di frutta commerciali,
frutta molto zuccherina (banane, datteri, fichi, uva secca, ecc.).
Poco sale, → Sodio.
Da prendere in considerazione alcuni frutti “anticellulite”:
ananas (1/2 ananas fresco ad ogni pasto), pompelmo, pesche gialle, fragole, melone. Bere soprattutto nell’intervallo
fra i pasti (da 1 litro a 2 litri al giorno), acque minerali leggere.
Talassoterapia: Se si è al mare e se la cellulite è localizzata
alle gambe e alle cosce, camminare nell’acqua, immerse sino
al bacino. Le onde che si infrangono sugli arti inferiori sono
un ottimo massaggio, attivano la circolazione, tonificano le
pareti venose. A casa propria, si possono alternare bagni alle
alghe (Bain Thalgo o Sargasses) con bagni aromatici (Bains
Lehning A o Alghe alle Essenze).
Massaggi. Automassaggi con un apparecchio a sfere di bosso.
CEMENTO
→ Rogna del cemento.
CENUROSI
→ Parassitosi autoctone e esotiche, I e II, § 8
CEREBROSCLEROSI LACUNARE PROGRESSIVA
→ Rammollimento cerebrale, § 2.
CERUME (per scioglierlo)
Instillare nell’orecchio il seguente miscuglio:
Glicerina borata al 1/20: 20 g, Calendula T.M.: 7 g. O usare
Cerulisina.
Dopo l’estrazione del tappo di cerume, asciugare il condotto
poi mettere un po’ di cotone idrofilo nell’orecchio e lasciarvelo per 48 ore.
Soprattutto non cercare di estrarre il tappo di cerume con un
oggetto appuntito.
CERVICALGIA, CERVICOBRACHIALGIA,
NEVRALGIA CERVICOBRACHIALE
Dolore che ha sede a livello del rachide cervicale; i dolori si
irradiano da questa regione fino all’avambraccio, e tavolta
fino alle dita, assai spesso in seguito ad un colpo di freddo o
a una corrente d’aria (“nevralgia degli automobilisti”).
1. Per calmare il dolore:
Dr. Reckeweg R11, 15 gtt. 3 v. al dì.
Si aggiungerà, non appena possibile, alternando:
Hypericum 9CH, una dose (o 5 gr) 1 v. al dì.
Hypericum 4CH, Actea racemosa 4CH, 2 gr. di ciascuno, 2 v.
al dì.
Thallium sulfuricum 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
VITAMINE: B1, B6, B12 Roche, 1 cp. 2 v. al dì.
BioMag Lehning, 1 cp., 2 v. al dì, oppure Naturorange Mineral, 1 bustina al dì sciolta in un bicchiere d’acqua...
2. Se vi è rigidità della nuca, aggiungere:
Rhodium metallicum 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Risulterà utile aggiungere al trattamento, se la nevralgia continua e si irradia all’avambraccio:
Articolazione della spalla 7CH, 1 supp., 3 v. alla settimana.
O, se vi è localizzazione alta, con dolori sotto-occipitali:
Nervo d’Arnold 7CH, 1 supp., 3 v. alla settimana.
Riposo relativo, ma evitare soprattutto di portare pacchi pesanti; evitare se possibile l’esposizione al freddo o all’aria
umida. Per la notte, appoggiare bene la schiena e la nuca.
4. Algie cervicali psico-somatiche.
Kali carbonicum 5CH, 2 gr.; L. 72 Lehning, 20 gtt.; alternare
i granuli e le gtt., 2 v. al dì.
BioMag Lehning, 1 cp. 2 v. al dì, mattina e sera oppure Naturorange Mineral, 1 bustina al dì sciolta in un bicchiere d’acqua.
187
CERVICARTROSI
Corteccia cerebrale-Ipotalamo 7CH, Nervo d’Arnold 7CH,
una supp. andando a letto.
Dischi cervicali 7CH, un supposta l’indomani.
Interrompere la terza sera e riprendere più v. le 2 supposte.
5. Curare, se occorre: Cellulite, Diabete, Alcolismo, Artrite
della spalla, Periartrite scapolo-omerale, Pleurite apicale, Nevropatia.
6. Dieta semplice, → Dieta ipotossica, Vitamine B1, B6, B12.
Agopuntura, ultrasuoni, massaggi, trattamenti, cure, → Reumatismo.
N.B. – 1. Una nevralgia cervico-brachiale può essere l’unica
manifestazione clinica di un’angina pectoris o di un infarto
del miocardio.
N.B. – 2. Si tratta spesso, in effetti, di una lesione delle vertebre cervicali, come dimostrerebbe la radiografia della regione (lastre frontali, di profilo, a 3/4, a destra e a sinistra, soprattutto se il malato ha più di 40 anni).
CERVICARTROSI
I. La radiografia mostra la realtà di un reumatismo degenerativo, osteofitico della colonna cervicale (da C1 a C8) dove
sono frequentemente in causa C5/C6, C6/C7, poi C4/C5, C7/
C8, C8/D1, con deformazione dei corpi vertebrali, che provoca dolore al plesso-brachiale.
1. Contro un “attacco reumatico” doloroso:
Usare i rimedi della Cervicalgia.
2. Rimedi dell’Artrosi Cervicale (Cervicartrosi).
Ai rimedi del Reumatismo, § 1, aggiungere:
Actea racemosa, 4CH, 2 gr., 2 o 3 v. al dì.
Niccolum metallicum 5CH, Rhodium metallicum 5CH, 2 gr.
1 v. al dì.
Synphitum-Iris, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
BFX-CR 14, il contenuto di 1 cps 2-3 v. al dì.
BFX-Rhus tox, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
Se sono colpite le primissime vertebre, aggiungere:
Caesium 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
I rimedi organoterapici sono i seguenti: Dischi cervicali 7CH,
una sera.
Midollo osseo 7CH, una supp., l’indomani sera.
Sospendere il terzo giorno e riprendere.
Se la nevralgia è ben irradiata contemporaneamente alla
nuca e al braccio, aggiungere.: Nervo d’Arnold 7CH, 1 f. per
via orale, un giorno.
Plesso brachiale 7CH, 1 f. per via orale, l’indomani.
Interrompere il terzo giorno e riprendere.
3. Se vi sono osteofiti (“becchi di pappagallo”).
Vedi Reumatismo, V, § 3.
188
4. Lo specialista ridurrà il blocco e lo spostamento vertebrale. Occorre sempre essere molto prudenti per quanto riguarda le manipolazioni cervicali e le trazioni vertebrali. Il medico
e il chinesiterapeuta, sotto la sua direzione, procederanno a
delle sedute di rieducazione posturale per migliorare la tonicità dei muscoli para-vertebrali. Tenere a riposo la colonna
cervicale: evitare la fatica; i lunghi tragitti in auto vanno ridotti il più possibile (necessità di un poggiatesta), evitare di
portare pacchi pesanti, di tenere a lungo il collo piegato (cucitrici, dattilografe, ecc.). Almeno due o 3 v. al dì, riposo distesi (da 1/4 h a 1/2 h) mettendo sotto il collo un piccolo
cuscino gonfiabile a forma di diabolo, o molto semplicemente un asciugamani arrotolato. Lo stesso la sera, coricandosi.
Certi specialisti consigliano invece un cuscino comune, sufficientemente grosso e molle, affinché la testa e i collo possano appoggiarvisi bene. Non dormire bocconi né con un
traversino. Le posizioni prolungate di immobilità (televisione, teatro, o concerto in posti scomodi), il colllo teso, la lettura a letto, le correnti d’aria, vanno evitati. Il “training autogeno” risulterà molto utile, → Rilassamento.
5. Se algie cervicali psico-somatiche, vedi Cervicalgia, § 4.
II. SINDROME di BARRÉ e LIEOU
(Sindrome cervicale superiore).
Vi è cefalea localizzata alla nuca e all’occipite e artrosi C5/C6
o C6/C7; o ernia del disco; e anche: affaticamento, insonnia,
spasmi muscolari della faccia, ronzii alle orecchie, vertigini,
sintomi visivi (affaticamento leggendo, ecc.), disturgi laringei.
1. Ai rimedi della Cervicartrosi si aggiungeranno in primo
luogo dei calmanti:
L.72 Lehning, 20 gtt., 2 v. al dì.
Tilia Tomentosa, gemme, mac. glic. D1, 25 gtt. andando a
letto.
VITAMINE: B1, B6, B12.
2. Se vi sono spasmi muscolari della faccia, aggiungere a
questi rimedi:
Amanita Complexe n° 75 Lehning, 10 gtt., 2 v. al dì o Agaricus 4CH, 2 gr., 2 v. al dì.
3. Se vi sono contrazioni muscolari dolorose improvvise
(spontanee, o in seguito ad un movimento scatenante – pettinandosi, togliendosi una collana, ecc.)
Cuprum aceticum 4CH, 2 gr. subito.
Sarcolacticum acidum 4CH, 2 gr. 1/4 h dopo.
Riprendere i due rimedi, se occorre, 10 minuti dopo.
4. Se vi sono ronzii alle orecchie, v. Acufeni.
5. Se vi sono vertigini, aggiungere:
Conium maculatum 5CH, 2 gr. 1 v. al dì, i giorni pari.
Cocculus Complexe n° 73 Lehning, 10 gtt., 1 v. al dì, i giorni
dispari.
CHAKRA
6. Se vi sono disturbi laringei, aggiungere:
Phosphor-Homaccord, 10 gtt. 3 v. al dì.
7. La sindrome di Barré e Liéou può essere in correlazione
con una sindrome cerebrale (cefalea, ronzii alle orecchie,
ecc.): consultare il medico.
8. Cefalee, v. questa voce, E, § 2.
CERVICITE
→ Metrite, II.
CHAGAS (M. di)
→ Parassitosi autoctone ed esotiche, I e II, § 44 b.
CHAKRA
Il termine chakra, di origine sanscrita, significa ruota o disco
e indica l’attività, l’energia che si manifesta in modo incessante a partire dai gangli della colonna vertebrale. I chakra
sono dei trasmettitori energetici attraverso i quali l’energia
cosmica (o prana universale) viene filtrato, distribuito, immagazzinato. Essi vengono spesso raffigurati come fiori di loto
con un numero di petali che cresce a mano a mano che si sale
verso l’alto. Il significato simbolico del fiore di loto è il distacco dalle cose terrene, l’ascesa spirituale, ma è anche sinonimo del ciclo della vita, per via del suo sbocciare all’alba
e richiudersi al tramonto.
In ogni individuo vi sono sette chakra disposti lungo la colonna vertebrale che rappresentano le tappe della consapevolezza del cammino dalla Terra al Cielo.
I chakra non sono entità fisiche, ma rappresentano simbolicamente l’unione di aree del corpo, della mente e dello spirito. In questo senso più che mai un fattore emotivo ad esempio, è in grado di influire anche sul corpo, così come sullo
spirito.
Anche se i chakra non sono materialmente visibili, essi risultano evidenti a partire dalle nostre azioni, dal modo di affrontare la vita, dall’aspetto fisico.
Le loro dimensioni riflettono il grado di evoluzione spirituale
ed aumentano con la pratica della meditazione ed uno stile di
vita corretto, secondo i principi dello yoga e del buddismo.
In tal modo si verifica un aumento della coscienza. Inoltre, la
grandezza e la forma armoniosa corrispondono allo stadio
evolutivo attuale del loro possessore, inteso come insieme
di qualità psicoenergetiche. Quanto più i chakra sono grandi
e aperti, tanto più è intensa la forza vitale e più risorse si
hanno a disposizione per la guarigione spirituale. Allo stesso tempo, però, c’è il rischio di essere soggetti alle energie
negative, per questo per gestirle è necessario avere una personalità stabile.
Ogni chakra è correlato rispettivamente a stati di coscienza,
elementi archetipici, costrutti filosofici, psicologici, colori.
I chakra potrebbero essere paragonati a dei software, cioè
programmi che ci spingono a pensare, sentire ed agire in un
determinato modo, mentre il corpo è l’hardware che utilizza
tali programmi. Tale sistema per funzionare necessita di energia che fluisce da una parte dall’alto verso il basso (“corrente della manifestazione”), dall’altra in senso opposto, dal
basso verso l’alto (“corrente della liberazione”). Per un buon
funzionamento individuale è necessario un equilibrio tra tali
correnti.
È possibile che uno o più chakra si blocchino a causa di
traumi, condizionamenti, prospettive, convinzioni e abitudini limitanti. Questo, a sua volta, influisce anche sul corretto
funzionamento dei restanti altri.
In genere, uno squilibrio si manifesta in forma di eccesso,
oppure di difetto energetico che si concentra in uno o più
chakra specifici e che si riflette, ancora una volta, su tutti gli
altri.
Per sbloccare un chakra è opportuno agire su più livelli:
• comprendere le dinamiche specifiche di esso;
• esaminare la storia personale in relazione ad esso;
• avvalersi di esercizi e tecniche somatiche, psicologiche e
spirituali;
• bilanciare gli eccessi e le carenze.
Ad ogni chakra è associata una particolare identità, un diritto fondamentale inalienabile, un demone, una fase di sviluppo e una parte del corpo.
L’identità offre un significato, perché ci indica come agire.
Ogni identità contiene le identità degli stadi precedenti. Esse
possono essere paragonate agli strati del vestiario che coprono l’essenza sottostante dell’anima: riconosciamo di averli, ma non ci identifichiamo con essi, sono una parte di noi,
ma non il tutto.
I diritti esprimono il buon funzionamento dei chakra e il loro
recupero è indispensabile per la guarigione. Ad esempio, nel
caso del primo chakra il diritto di esistere è alla base della
189
CHAMOMILLA
propria sicurezza e sopravvivenza. Ad esso si affianca il diritto di avere ciò che è necessario a tale fine ed è basilare per
la capacità di tenere, contenere e mantenere.
Il demone è quella forza che si oppone alla naturale attività
del chakra. Se, da una parte, esso ostacola il buon funzionamento del chakra, dall’altra è un mezzo per diventare più
consapevoli di ciò che si sta facendo. Solo quando si è inconsapevoli dei demoni essi possono diventare degli ostacoli, ma quando se ne diventa coscienti stimolano a conoscere se stessi e ciò che motiva all’azione.
Lo sviluppo dei chakra durante l’infanzia avviene in modo
per lo più inconscio. Nell’età adulta si può verificare una
seconda fase di evoluzione personale attraverso i chakra, ad
esempio nel momento in cui ci si sente insoddisfatti dei copioni che si ripetono o quando ci si accinge a raggiungere la
propria indipendenza. Non in tutti gli individui questo si verifica, oppure tale nuovo processo si arresta allo sviluppo
dei primi due chakra che corrispondono grosso modo al
reperire i mezzi necessari per la propria sussistenza (primo),
all’instaurare relazioni sessuali che comportano la consapevolezza dell’altro (secondo).
(Anna Fata)
→ Ayurveda.
CHAMOMILLA (M. M.)
Camomilla comune - Composte
“Non si deve mai usare Chamomilla nei malati che
sopportano il dolore con pazienza e rassegnazione”
(Hahnemann).
Il soggetto Chamomilla è sempre un irritato nel senso
che presenta iperestesia sensoria e ipereccitabilità fisica
e mentale. Il malato Chamomilla, infatti, grida, urla, si
dibatte, invoca la morte a gran voce, tutto questo per
delle sofferenze che la maggior parte delle persone sopportano senza tanta reattività, come ad es. un mal di
denti. Inoltre è capriccioso, brontolone, di cattivo umore e va facilmente in collera.
Si capisce come un soggetto simile sarà peggiorato dal
caffè e talvolta anche dal tabacco.
Ebbene, quali sono i soggetti che sopportano difficilmente il dolore poiché il loro sistema nervoso è dominante e che, inoltre, sono d’ordinario capricciosi, se non
le donne e i bambini?
Dobbiamo allora studiare prima di tutto:
1) Chamomilla rimedio del dolore;
2) Chamomilla rimedio dei bambini;
3) Chamomilla rimedio delle donne.
Rimedio del dolore
Chamomilla è indicata in tutti i casi in cui il dolore è
insopportabile, sia per l’acutezza, sia, a maggior ragione, per l’iperestesia del soggetto, in qualsiasi parte del
190
corpo sia localizzato e qualunque sia il suo nome: nevralgia, nevrite, periartrite, ecc.
A questo carattere principale, s’aggiungono:
1) aggravamento la notte, dalle ore 9 a mezzanotte in
particolare;
2) aggravamento col calore;
3) sensazione di torpore della parte colpita alternata a
sudori.
L’odontalgia è migliorata dall’acqua fredda in bocca.
Chamomilla nei bambini
Si dice che è con Belladonna e Mercurius la provvidenza dei bambini.
Il bambino Chamomilla è capriccioso, sempre scontento,
mai soddisfatto. Per es. desidera un giocattolo e lo getta
non appena lo ha ottenuto; ne reclama subito un altro
che subisce la stessa sorte.
Presenta questa importantissima caratteristica: grida, si
dibatte ma si calma immediatamente non appena lo si
prende in braccio e lo si porta in automobile, e ciò non
è che l’estrema esagerazione di un fatto comune.
Chamomilla è il miglior rimedio della dentizione; non solo
del dolore, ma di tutti i malanni che a volte l’accompagnano come la diarrea, che di solito presenta questi caratteri: “Le defecazioni sono formate da muco viscoso e
da feci di colore giallo verde, come di uova con spinaci,
molto fetide (odore d’uova putride), con coliche. L’ano
è dolente dopo le scariche che sono escorianti”.
Rimedio della donna
Lo si chiama “parthenium” perché combatte la dismenorrea delle ragazze (ma anche delle donne) e “matricaria” perché è uno dei grandi rimedi del parto e delle sue
conseguenze patologiche.
Anche la donna ha, come il bambino Chamomilla, un
carattere irritabile e raggiunge il parossismo prima e durante le mestruazioni.
Queste ultime sono molto dolorose “come per partorire”. I dolori cominciano prima delle mestruazioni e possono accompagnarsi a vomito e nausee al mattino, come
se la donna fosse incinta. Inoltre sono abbondanti e
molto fetide, con coaguli e a volte membrane. C’è una
leucorrea irritante, più abbondante dopo i pasti.
Il seno dà l’impressione, anche nei periodi intermestruali, d’essere duro, teso, dolente. Al momento del parto
Chamomilla è un buon rimedio della rigidità del collo e
ovviamente dei dolori laceranti.
Sistema nervoso
L’iperestesia al dolore è la nota dominante di Chamomilla. Altra caratteristica di questo rimedio: vertigini che
scompaiono quando ci si corica e ritornano subito rialzandosi.
Disturbi del sonno: questo iperestesico può avere un’in-
CHELIDONIUM
vincibile sonnolenza: s’addormenta anche mangiando,
ma la notte non dorme oppure è molto agitato: grida,
urla, ma senza svegliarsi.
Iperestesia dell’olfatto e dell’udito.
Apparato digestivo
Chamomilla è con Belladonna e Ignatia il principale rimedio della gastralgia psicogena.
Molto indicato anche nelle coliche flatulente, eccessivamente dolorose, i gas sfuggono in piccole quantità
ma non migliorano il quadro.
I caratteri della diarrea della dentizione sono gli stessi
nelle gastroenteriti infantili e nelle varie coliche. I rutti
hanno odore d’uova putride e c’è avversione per il caffè
che aggrava.
Apparato respiratorio
La tosse di Chamomilla sopraggiunge la notte, sovente
fra le ore 21 e le ore 24 e presenta queste caratteristiche
può durare anche un quarto d’ora senza svegliare il malato.
Apparato circolatorio
Chamomilla presenta disturbi vasomotori: velocissimi alternarsi di caldo e freddo; una guancia per es. la destra,
è rossa e calda, l’altra pallida e fredda: qualche minuto
dopo s’osserva il contrario; i piedi bruciano; sudori caldi alla testa e alle mani, specie addormentandosi e dopo
aver mangiato e bevuto.
CHARCOT
→ Sclerosi laterale amiotrofica.
CHAUFFARD-STILL (M. di)
In un bambino (da 2 a 8 anni), vi sono: accessi febbrili, poliartrite deformante (assai simile all’artrite reumatoide), con anchilosi in flessione, splenomegalia (milza ipertrofica), adenopatia (infiammazione dei gangli linfatici), arresto della crescita e anemia.
Una sindrome analoga è stata descritta nell’adulto (sindrome di Chauffard). Trattamento iniziale, quello della Poliartrite
reumatoide, e aggiungere:
Scrofularia composé, 10 gtt., 1 v. al dì.
Dr. Reckeweg R 1, 15 gtt. 3 v. al dì.
Phosphorus triiodatus 5CH, 2 gr., al dì.
Dieta ricca di vitamine, → Convalescenza, § 3.
CHEILITE
Infiammazione acuta o cronica che interessa la mucosa labiale o lo spessore dei tessuti del labbro. Si ha macrocheilite
quando la tumefazione è grossa (per es. nella forma granulomatosa). Forma ghiandolare: da iperplasia delle ghiadole
mucose del labbro inferiore. Forma cronica ipercheratosica
punctata: da formazione di infiltrati attorno alle ghiandole
sebacee del labbro superiore. Forma esfoliativa: da desquamazione cutanea e formazione di spesse croste nerastre.
Natrum Muriaticum 7CH, 5 gr. una volta.
Capsicum annuum 4CH, 2 gr., 2 v. al dì.
Homéoplasmine, andando a letto, sulle labbra e intorno.
VITAMINE: B2 e B6, → VITAMINE (lievito di birra, un cucchiaio,
2 v. al dì).
OLIGOELEMENTI: Manganese, 2 v. alla settimana.
In certi casi, eliminare o cambiare il rossetto per le labbra, o
cambiare dentifricio, → Prodotti di bellezza. Le cheiliti possono essere causate anche dall’uso di certi saponi da barba,
da tabacco, o dalla materia plastica di uno strumento a fiato
ad ancia, ecc.
Ricordare che i pomodori, i ravanelli, il crescione, le arance,
le dentiere a base di resine acriliche possono provocare una
cheilite da contatto.
CHEILOFAGIA
Tic che fa mordere di continuo le labbra, → Tic.
CHELIDONIUM (M. M.)
Celidonia - Papaveracee
Chelidonium ha una netta lateralità destra. Esso lede
non solo il fegato ma il polmone, la pleura, il rene e tutta
la parete toracica destra; sono anche interessati la testa
e i piedi dello stesso lato.
Ma prima di tutto, Chelidonium è un grande rimedio
epatico.
Agisce sul protoplasma della cellula epatica e sui canalicoli biliari; colpisce particolarmente il lobo destro.
Può essere indicato in tutte le affezioni epatiche: ittero,
colemia familiare, ecc. Si penserà subito a Chelidonium
in presenza delle seguenti caratteristiche:
dolore sotto l’angolo inferiore della scapola destra;
colore giallo del palmo delle mani, delle feci, anche della leucorrea che tinge di giallo la biancheria;
lingua gialla che reca l’impronta dei denti;
odore fecaloide dovuto all’iperproduzione ed eliminazione dell’Indolo.
Chelidonium può essere indicato nelle diverse affezioni
in rapporto con una disfunzione del fegato.
vertigini con tendenza a cadere in avanti;
emicrania biliare che colpisce, naturalmente, il lato destro con dolore che può scendere alla nuca e alle spalle;
nevralgia facciale sotto-orbitaria destra con lacrimazione;
dolore occipitale molto forte che a volte può impedire
di sollevare la testa dal cuscino;
prurito violento all’ano;
polmonite della base destra abituale di disturbi epatici.
191
CHELOIDE
Altre indicazioni
Chelidonium, che ha dolori reumatici alle gambe e una
forte eliminazione di acido urico, può essere indicato
nella diatesi artritica e ciò senza dubbio a causa della
sua azione elettiva sul lobo destro del fegato al quale
sarebbero più specialmente devolute le funzioni nutritive.
Nella pertosse Chelidonium segue Corallium Rubrum:
“Tosse eccitata da un solleticamento nella laringe, da
una sensazione di polvere nella gola, trachea o dietro lo
sterno”.
Inoltre:
sensazione di costrizione, come corda, al livello del diaframma o negli ipocondri;
piede destro più freddo del sinistro;
miglioramento mangiando;
miglioramento con il calore (desiderio di alimenti caldi);
aggravamento verso le ore 4 e le ore 16.
CHELOIDE
Processo circoscritto di ipertrofia o distrofia degli elementi
connettivali del derma; può insoregre spontaneamente o su
una pregressa lesione cicatriziale.
Thiosinaminum 7CH, una dose, una volta.
Graphites 5CH, 2 gr. al risveglio.
Causticum 5CH, 2 gr. verso mezzogiorno.
Fluoricum acidum 5CH, 2 gr. verso le 17.
Silicea 5CH, 2 gr. ogni tre giorni.
VITAMINE: A, E, → VITAMINE.
Neve carbonica, elettrolisi, acido tricloracetico, ultrasuoni
(di competenza del dermatologo)
CHEMIOTERAPIA
In corso di chemioterapia sono consigliabili, come terapia
biologica di sostegno:
IL3 4CH, 20 gtt. 2 v. al dì (trattamento degli effetti collaterali della chemioterapia e della radioterapia; disturbi dell’emopoiesi.
Anti 2, 10 gtt. 2 v. al dì (drenaggio epatico).
Metatox 4, 30 gtt. durante i pasti 4 v. al dì (drenaggio metabolico).
Inoltre:
Anti Age Cell + Anti Age Ox + Anti Age Vit, 3 gr. di ciascuno
2 v. al dì (drenaggio cellulare a sostegno delle attività enzimatiche della cellula).
SON Formula, compresse o bustine, 0,4 g/Kg/die di peso
corporeo ideale (sostegno e ripristino delle strutture proteiche organiche).
Anti Age Cap + Anti Age Stress, 3 gr. di ciascuno 2 v. al dì
(protezione dei capelli in corso di chemioterapia).
Necessario la supplementazione di antiradicali liberi: ARD
Stenovit®, Melagrana succo, Coenzima Q10, ecc.
192
→ anche Coenzima Q10, Disbiosi, Dismicrobismo, Micoterapia, Oligoelementi.
CHEMOSI
Infiammazione della congiuntiva che provoca un edema accentuato.
→ Congiuntivite, III, § 4, Capsulite orbitaria.
CHERATITE
Processo flogistico di origine batterica, virale, micosica o
allergica che colpisce la cornea. L’agente patogeno può provenire dall’esterno o per via endogena, attraverso il circolo
ciliare anteriore e quello delle arterie ciliari posteriori lunghe.
Sintomi: arrossamento della congiuntiva, dolore, lacrimazione e fotofobia.
Consultare sempre lo specialista.
In tutti i casi, sotto controllo dello specialista:
Arniplex, in fase acuta: 3 gr. ogni ora fino a miglioramento.
In seguito 3 gr. 3 v. al dì. A completa remissione della sintomatologia, proseguire il trattamento con 3 gr. al dì per almeno
20 gg.
1. Cheratite traumatica.
Arnica 7CH, una dose (o, in mancanza, 5CH, 5 gr.); 1/4 h
dopo:
Hamamelis virginica 5CH, 2 gr. e 1/4 h dopo:
Conium maculatum 5CH, 2 gr. In seguito:
Calendula 5CH, Hypericum 4CH, 2 gr. 2 v. al dì alternando i
tubi.
Collirio Eparinovis, una goccia nell’occhio più v. al dì, per 2
giorni.
2. Cheratite flittenulare, cheratite eruttiva (abbastanza frequente nel bambino), → Congiuntivite acuta, IV, § 1.
3. Cheratite ulcerosa. Ulcera della cornea.
Bioterapico Pyrogenium 5CH, Kali bichromicum 5CH, Argentum nitricum 5CH, Cantharis 4CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v.
al dì.
Collirio Iducher, 2 gtt., 3 v. al dì.
Curare la causa (spesso Dacriocistite cronica).
4. Cheratite interstiziale e parenchimatosa. Xeroftalmia.
Phosphorus triiodatus 5CH, 5 gr. una volta.
Nitricum acidum 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Euphrasia Complexe n° 115 Lehning, 10 gtt. 2 v. al dì.
Arovit, 10 gtt., 2 v. al dì per i bambini o 1 cp. 2 v. al dì per gli
adulti.
Colliro Eparinovis, 1 gtt. 3 v. al dì, per 2 giorni.
Alimentazione ricca di vitamina A, → VITAMINE.
a) Se terreno linfatico, aggiungere:
Dr. Reckeweg R 34, 15 gtt., 2 v. al dì.
Calcarea carbonica 9CH, 5 gr. otto giorni dopo avere preso
Phosphorus triiodatus 5.
CHIMBERO
b) Se sifilide (ereditaria o acquisita), aggiungere:
Aurum metallicum 5CH, 2 gr. a giorni alterni.
c) Se artritismo, aggiungere:
Colchicum autumnale 4CH, Colocynthis 4CH, 2 gr., 1 v. al dì.
5. Cheratite rosacea delle donne affette da couperose.
Ai rimedi della Couperose, aggiungere:
Euphrasia Complexe n° 115 Lehning, 10 gtt. 2 v. al dì.
Colliri, v. § 1.
6. Descemetite (infiammazione della membrana interna della
cornea, Cheratite puntata).
Kali bichromicum 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Gelsemium 5CH, Conium 5CH, 2 gr. un giorno l’uno, un
giorno l’altro.
Collirio Iducher.
7. Opacità della cornea.
Argentum nitricum 5CH, Cannabis sativa 4CH, 2 gr. 1 v. al
dì.
Graphites 5CH, Calcarea carbonica 5CH, 2 gr. un giorno
l’uno, un giorno l’altro.
Dr. Reckeweg Cineraria maritima collirio, 1-2 gtt. per occhio 3-5 v. al dì.
8. In tutti i casi, vitamine A, B2, B3, D, → VITAMINE.
Se necessario, cura termale.
CHERATODERMIA
(CHERATOSI PALMARE e PLANTARE)
Trattare la causa (Sifilide, Blenorragia, Eczema, Psoriasi, Intossicazione iatrogena ecc.).
Rammollimento delle masse cornee con applicazione di impiastro di sapone nero, poi abrasione con rasoio o eliminazione con pietra pomice.
Hydrocotyle asiatica 5CH, Thiosinaminum 5CH, 2 gr. di ciascuno giorni pari.
Antimonium crudum 5CH, Elaies 5CH, 2 gr. di ciascuno, giorni
dispari.
Applicazioni di pomata Losalen, 2 v. al dì.
CHERATOSI PILARE
Secchezza della cute, asperità che danno l’impressione di
una raspa al contatto (sul dorso del braccio, la faccia interna
della coscia).
La sera massaggio con la seguente pomata:
Acido salicilico: 1 g, Resorcina: 1 g, Glicerolato d’amido
neutro: 30 g.
La mattina, pulizia con acqua calda e sapone acido e, durante
il giorno, applicare eventualmente una pomata consigliata
dallo specialista. Vitamine A, C. Dieta,
→ Convalescenza, § 3.
CHERATOSI SENILE (“Sporcizia dei vecchi”, Cheratosi
senile precancerosa di Dubreuilh)
Si manifesta nei soggetti che sono stati, per anni, esposti al
sole (marinai, montanari, coltivatori).
Ai rimedi di drenaggio del Cancro, aggiungere:
Thuja 7CH, 5 gr. ogni 15 giorni.
Cinnabaris 5CH, Conium maculatum 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Evitare di esporsi al sole. Vitamine A, C, B3.
Pomata Losalen, sulle regioni colpite, dopo aver passato un
po’ di cotone imbibito di Corydalis formosa D1 e lasciato
asciugare.
In mancanza, utilizzare crema di latte.
N.B. – Eliminato un eventuale problema di pulizia (sporcizia
dei vagabondi, dei barboni), queste macchie brune, secche,
rugose, che si osservano a volte dopo la cinquantina (sul
dorso delle mani, al collo, avambracci) sono l’indice di un
terreno precanceroso; consultare il medico (elettrocoagulazione, ecc.).
CHERION CELSI (o Cherion tricofitico)
Follicolite localizzata, suppurante, con sede prevalente al
cuoio capelluto.
Al trattamento della Tigna del cuoio capelluto, aggiungere:
Bioterapico Pyrogenium 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Hepar sulfur 5CH, 2 gr. a giorni alterni.
Medicazioni umide: Alcol iodato o Soluzione di Lugol a 1/
200°.
N.B. – La cheratodermia può essere una dermatosi professionale in alcuni lavoratori dell’industria; profilassi: indossare guanti di tela maneggiando oggetti metallici pesanti (leve,
utensili).
CHEYNE-STOCKES (Respirazione di)
→ Urea e Uremia, V, § 4.
CHERATOSI BANALE
1. Da compressione, → Callo, Durone.
2. Con ipertrofia delle papille dermiche, → Verruche.
1. Trattamento interno, → Micosi cutanea.
CHERATOSI delle MUCOSE (dei grandi fumatori, dei
sifilitici)
Utilizzare i rimedi della Leucoplasia della superficie interna
della guance.
CHIMBERO
(Micosi cutanea del Centro dell’America del Sud)
2. Trattamento esterno:
La mattina, lavare con il Liquore d’Hoffmann (→ Seborrea) e
frizionare con Alcool iodato (→ Tigna del cuoio capelluto).
La sera, dopo avere insaponato con un sapone acido, applicare la Pomata di Whitfield (→ Micosi cutanea).
Contro il prurito, → Prurito, A.
193
CHINA
CHINA (M. M.)
Corteccia di China - Rubiacee
China ha tre grandi indicazioni:
1) stati di debolezza e cachessia dovuti alla perdita di
liquidi organici;
2) emorragie;
3) affezioni periodiche.
Si conoscono i due differenti stati dovuti a un’importante perdita di sangue, a seconda se questa è stata improvvisa e abbondante, oppure lenta e in piccole quantità.
Nel primo caso abbiamo: svenimento, sincope, tintinnio
alle orecchie, amaurosi; nel secondo: faccia pallida, giallastra, occhi infossati e cerchiati di scuro, mal di testa
pulsanti, sudori notturni e al minimo movimento o lavoro.
Questi stati possono accompagnarsi a gonfiori, edemi e
anche idropisia, disturbi per i quali è pure indicato China.
Allo stesso modo le suppurazioni prolungate producono stati morbosi molto gravi: febbre etica, diarree, sudori notturni che contribuiscono a spossare il malato.
Emorragie
Nell’emorragia di China il sangue, non importa da quale
orifizio del corpo esca, è scuro e coagula con molta facilità. Si devono ricordare l’epistassi per la quale China è
con Phosphorus il migliore rimedio, e le metrorragie che
presentano oltre alla caratteristica del sangue, quest’altra grande indicazione del rimedio: la periodicità. Queste
emorragie si riproducono spesso ogni 48 ore e hanno
un’eziologia generale (psora, tubercolosi, paludismo).
Affezioni periodiche
Principalmente quelle che appaiono o peggiorano ogni
due giorni, che siano febbrili o apiretiche.
Si dà China nei casi composti da successioni regolari e
perfette di freddo, calore e sudori, soprattutto se la febbre procede per accessi terziari, settimanali o ogni 15
giorni spesso anticipanti. Allo stesso modo China è indicato negli accessi periodici che compaiono alla stessa
ora.
La grande caratteristica di China, ben marcata come la
periodicità, è l’iperestesia; è dovuta all’eretismo del sistema nervoso che, negli stati d’anemia, si mescola così
curiosamente alla debolezza. È proprio il caso di dire che
“i nervi sono più forti del sangue”. Il minimo tocco, un
semplice sfioramento, una corrente d’aria bastano per
esaltare i dolori ossei. Il cuoio capelluto è particolarmente sensibile e solo il toccare i capelli fa risentire dolorosamente la radice. Questi dolori, aggravati dal tocco leggero, sono migliorati dalla forte pressione.
Sono ipersensibili tutti i sensi: l’udito al rumore, l’olfatto
all’odore dei fiori, dei profumi, del tabacco.
194
L’eccitazione cerebrale produce un afflusso d’idee e di
progetti che impediscono il sonno.
Anche il psichismo presenta la stessa mescolanza di fenomeni di depressione ed eccitazione: apatico, indifferente, scoraggiato, che pensa al suicidio, ha delle esplosioni di collera con impulsi all’omicidio.
Sistema nerboso
Ai sintomi nervosi già descritti, aggiungiamo:
cefalee con violente pulsazioni delle carotidi e battiti
nella testa dovuti a perdite di liquidi organici o alla malaria: in questo caso sono periodiche. Aggravate dal più
piccolo toccamento e muovendo gli occhi;
nevralgie facciali, aggravate dal più leggero tocco o da
una corrente di aria fredda, periodiche quando sono malariche;
ambliopia e amaurosi da emorragie;
tremore delle mani scrivendo o al più piccolo movimento; vertigini di Ménière.
Apparato digestivo
Flatulenza estrema: sembra che tutti gli alimenti si trasformino in gas che distendono lo stomaco e l’intestino,
eruttazioni e venti estremamente fetidi.
Dispepsia gastro-epatica con atonia, pesantezza di stomaco, gastralgia.
Diarrea lienterica, indolore, ma che indebolisce moltissimo, diarrea prandiale.
Dolore e sensibilità del fegato che è duro, aumentato di
volume (si ha anche ipertrofia della milza).
A volte China è il rimedio dell’ipercolesterinemia.
Ascite dopo perdita di sangue.
Appetenza per i pasticcini.
Cute
Eruzioni eczematose ed erisipeloidi, il più sovente alla
faccia e alle parti genitali. Gangrena umida delle estremità.
CIANOCOBALAMINA
→ VITAMINE (Vit. B12).
CIANOSI
Colorazione bluastra assunta dalla cute e dalle mucose quando il tasso di emoglobina ridotta del sangue arterioso supera
i 5 g per ml (corrispondente a una saturazione sanguigna in
ossigeno inferiore al 70%). Cause assai numerose, da curare:
Intossicazione (da idrogeno solforato, anilina, ossido di carbonio, → Asfissia), da nitriti contenuti talvolta nelle carote,
→ Metemoglobinemia).
Anossiemia (Enfisema; Mal di montagna, Silicosi, ecc.).
Broncopolmonite cardiaca, Cardiopatia congenita detta cianogena (Morbo blu), Insufficienza cardiaca.
CICUTA
CICATRICE
1. Cicatrizzazione ritardata, → Piaghe e punture, § 5.
2. Cicatrice dolorosa, → Piaghe e punture, § 6.
3. Cicatrice aderente, → Piaghe e punture, § 9.
4. Prurito delle cicatrici, → Prurito, § 6.
5. Cicatrice ipertrofica, → Cheloide.
CICHORIUM INTYBUS L.
(Cicoria selvatica) - Famiglia Composite
• Generalità - Pianta erbacea annua, bienne o perenne.
• Parti usate - Radici: fusiformi, grosse 0,50-1,50 cm lunghe 10-30 cm, internamente bianche e ricche di un lattice
candido, intensamente amaro; foglie.
• Principi attivi - Nel succo lattucina e lattucopicrina
(sostanze terpeniche amare); un glicoside amaro, colina,
arginina, inutina (10%-15%), zuccheri e sostanze derivate; nelle foglie: cicoriina (glucoside dell’esculetina), inulina, colina, arginina, acido cicorico, levulosio ecc.
• Proprietà terapeutiche - Amaro-tonico-stomachiche,
depurative, diuretiche, blandamente lassative e colagoghe, ipoglicemizzanti.
Indicazioni, preparazioni e dosi
Imbarazzi gastro-intestinali, stitichezza, disturbi del ricambio.
Decotto:
Cicoria selvatica - foglie fresche 60 g
Acqua
1000 ml
Bollire in recipiente coperto, per 20 minuti; colare.
Dosi: 1 bicchiere di decotto caldo, ore 7 e ore 22.
Infuso semplice (stitichezza):
Cicoria - foglie triturate
25-30 g
Acqua bollente
500 ml
Infusione di 12 ore, poi passare per tela.
Dosi: 1 bicchiere di infuso caldo, al mattino a digiuno, e
un altro alla sera, prima di coricarsi.
Sciroppo composto (depurativo - malattie del ricambio)
(in farmacia):
Cicoria - estratto fluido
30 g
Bardana - estratto fluido 30 g
Arancio amaro - sciroppo 150 ml
Dosi: 3 cucchiaini da caffè: ore 7, 17, 22.
CICLITE
Varietà di irite localizzata alla corona ciliare. Usare i rimedi
dell’irite, → Uveite.
CICORIA SELVATICA
→ Cichorium intybus L.
CICUTA (M. M.)
Cicuta virosa
Azione fisiologica
Provoca ipersensibilità estrema nel sistema nervoso. Una
piccola pressione, perfino un semplice contatto su una
parte qualunque del corpo provoca convulsioni.
Tutti gli autori hanno segnalato, nell’avvelenamento da
cicuta virosa, convulsioni epilettiche i cui caratteri peculiari sono la frequenza del trisma e dell’opistotono.
Sulla cute, Cicuta provoca eruzioni pustolose con croste giallastre, colore di miele.
Modalità
Aggravamento: con il contatto, corrente d’aria.
Miglioramento: appena comincia a muoversi.
Caratteristiche
Violenza delle crisi nervose, epilettiche, convulsive o
isteriche.
Frequenza, durante queste crisi, di trisma e opistotono.
Le convulsioni vanno dall’alto in basso.
Fissità dello sguardo, più marcato che in qualunque
altro rimedio.
Pupille dilatate e insensibili.
Desiderio anormale di cose incommestibili.
Indicazioni
Epilessia – Oltre i sintomi classici e comuni a tutte le
crisi epilettiche, i sintomi particolari che portano alla scelta
di Cicuta sono soprattutto:
Prima della crisi, grande espressione di paura sul volto.
Il bambino, per esempio, afferra i vestiti della bambinaia
o della madre.
L’aura può essere costituita da una sensazione anormale nello stomaco.
Il trisma e l’opistotono si succedono con frequenza. La
crisi sopraggiunge in prevalenza di notte.
Convulsioni – Di qualunque origine: dentaria, verminosa, isterica, … con questi caratteri: un semplice contatto
è sufficiente a provocarle; vanno dall’alto in basso (Cuprum, dal basso in alto); sono estremamente violente; la
testa, il collo, la colonna vertebrale sono rovesciati all’indietro.
Isteria, sonnambulismo, catalessi.
Spasmi della faringe, dell’esofago, del diaframma. Singhiozzi, eruttazioni spasmodiche.
Meningite cerebrospinale. Il Dr Baker avrebbe ottenuto, in una epidemia, sessanta guarigioni, senza un solo
insuccesso.
Sequele di commozioni cerebrali o midollari. Lo strabismo è particolarmente frequente.
Vertigini – L’accesso sopravviene soprattutto rialzan195
CIFOSI
dosi dalla posizione orizzontale. Gli oggetti sembrano
dotati di movimento; si allontanano e si avvicinano, sembrano trasportati da destra a sinistra o girano in tondo.
Eczema con croste dure, di colore giallo miele.
Sicosi.
Impetigine.
CIFOSI e CIFO-SCOLIOSI
1. → Scoliosi.
2. Cifosi dolorosa degli adolescenti, v. Scheuermann (Malattia di).
3. Cifosi cervico-dorsale, → Trapezio.
CIGLIA
1. Caduta delle ciglia, → Peli, § 1.
2. Nevralgie, → Nevralgia oculare, § 3.
3. Se blefarite, v. questa voce.
CIMICIFUGA
→ Actea racemosa
CINA (M. M.)
Semi di Artemisia d’Aleppo - Composte
Agisce primitivamente sui gangli del simpatico addominale, poi per via riflessa sull’asse cerebro-spinale e, secondariamente, sul tratto digestivo e sulle vie urinarie.
In bassa diluizione, 3a per es., può far escutere ossiuri,
lombrichi, ascaridi.
Movimenti coreici dei muscoli della faccia e delle mani.
Accessi epilettiformi aggravati la notte: il bambino si
drizza improvvisamente sul letto, guarda fisso, il corpo è
in estensione rigida. L’accesso spesso termina con tosse. Movimenti convulsi delle palpebre.
Strabismo.
Apparato digestivo
Fame canina, prima e dopo i pasti, anche la notte. Alternanza di fame canina e di anoressia completa.
Vomito con lingua pulita. Desiderio di cose zuccherate.
Dolori addominali, soprattutto intorno all’ombelico, ma
che possono localizzarsi sul punto di Mac Burney e simulare, nei casi acuti, un’appendicite: ma il tipo Cina è
agitato, l’appendicolare immobile.
Rumori di gorgoglio. Accesso di tosse e soffocamento
inghiottendo.
Apparato respiratorio
Tosse secca con solleticamento della gola, aggravato la
notte.
Tosse convulsiva con tosse spasmodica, soffocazione
intensa.
La tosse si produce al minimo movimento, per questo il
bambino è immobile; termina spesso con espettorazione
di muco biancastro e viscoso.
Apparato urinario
Bisogno frequente d’urinare. Incontinenza notturna, durante la luna piena, soprattutto se le urine sono abbondanti e si scuriscono rapidamente.
Tipo
Bambino generalmente brontolare, tetro, arcigno, i suoi
occhi sono cerchiati, le pupille dilatate. La faccia presenta alternanza di pallore e rossore, ma allora v’è un
grande pallore intorno alla bocca e al naso. Gratta e sfrega il naso e l’ano dove sente vivi prudori, riflessi, dovuti
ai vermi.
È agitato con incubi e grida durante il sonno. I sintomi si
aggravano durante la luna piena, non dimenticano mai
di segnalare i genitori.
Febbre
Accessi passeggeri con alternanza evidente di ascesa e
discesa, che non si usa a cosa attribuire se non si pensa
ai vermi. Febbre ogni giorno alla stessa ora. Inizia spesso alle ore 13. Accessi di paludismo. Febbre quotidiana
o terziaria.
Non si deve limitare a pensare a Cina nei bambini,
verminosi o no, poiché questi sintomi possono essere
rivelati nelle più diverse affezioni.
Disturbi riflessi
Interessano principalmente:
1°) SENSIBILITÀ
Il soggetto Cina è ipersensibile: non può sopportare
che lo si tocchi (né che gli si avvicini o lo si guardi). La
testa e la colonna vertebrale non sopportano il più leggero contatto, per es. quello delle forbici del barbiere.
Cefalea aggravata soprattutto usando troppo la vista.
2°) MOTILITÀ
Convulsioni con scosse spasmodiche e con torsioni
degli arti.
CINEMA
Affaticamento oculare dopo una proiezione, → Astenopia, §
1.
196
CINETOSI
→ Aereo (M. d’), Auto (M. d’).
CINNAMONUM ZEYLANICUM (M. M.)
Emorragia di sangue rosso brillante aggravata dal minimo movimento.
CISTALGIA
Aggravamento: con l’esercizio fisico.
Miglioramento: con il riposo e dopo colazione.
CINQUANTAMILLESIMALI (Diluizioni)
→ LM
CINQUANTINA (Sindrome della)
Fare molta attenzione a questo periodo che segna il processo di involuzione più o meno precoce secondo il terreno, il
modo di vivere, le malattie anteriori, ecc. Questo periodo
vede spesso: cuore, fegato, reni, intestino, dare segni di affaticamento. Bisogna dunque prepararsi ad una vecchiaia
normale.
1. La cinquantina nella donna.
→ Menopausa.
2. La cinquantina nell’uomo.
“Un principio di base è valido nove volte su dieci. Il cittadino di 50 anni, sedentario, mangia troppo, beve troppi alcolici, fuma troppo e non fa abbastanza movimento.” (Dr. G. Loublié).
Il comportamento da adottare scaturisce da questa constatazione.
→ Andropausa.
Complicazioni di questo periodo: Arteriosclerosi, Ipertensione arteriosa, Infarto del miocardio, Ulcera gastroduodenale,
ecc.
CIPOLLA
→ Allium cepa L.
CIRCADIANO, CIRCAMENSILE, CIRCANNUALE
(RITMO)
→ Bioritmi.
CIRROSI EPATICA
Malattia caratterizzata da fibrosi e rigenerazione nodulare
del parenchima epatico. Le conseguenti alterazioni fisiopatologiche determinano ascite, ittero, emorragie esofagee e
gastriche, encefalopatia portosistemica. Le cause della cirrosi sono molteplici: abuso alcolico, epatiti virali croniche (soprattutto B e C), epatiti croniche autoimmuni.
1. Cirrosi atrofica alcolica del fegato.
Phosphorus 5CH, 5 gr. ogni 7 giorni.
Yucca Complexe n° 110 Lehning, 10 gtt. da ogni flacone, 2 v.
al dì, alternando.
Mercurius corrosivus 5CH, Ethylicum 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì, i giorni pari.
Spiritus quercus glandium 5CH, Arsenicum album 5CH,
procedere allo stesso modo, i giorni dispari.
Juniperus communis, gemme, mac. glic. D1, 30 gtt., al risveglio.
Corylus avellana, gemme, mac. glic. D1, 30 gtt., al risveglio.
Alnus incana, gemme, mac. glic. D1, 30 gtt. la sera.
Metioplex, 1 cp., 2 v. al dì.
Ornicetil, una f., 2 v. al dì.
TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA
Phosphor-Homaccord, 8-10 gtt. 2 v. al dì
Galium-Heel, 8-10 gtt. 2 v. al dì.
Hepeel, 1 cp. 2 v. al dì.
Vitamine: A, B1, B2, B3, C, D, E, B6, J, K, B12, → VITAMINE.
(Lievito di birra durante i pasti); mangiare ogni giorno, se
possibile, una fetta poco cotta di fegato di vitello, da 300 a
400 g di cavolo verde al dì, metà cruda, metà cotta.
Dieta rigida (→ Dieta ipotossica), declorurata (→ Sodio),
assolutamente senza vino (altrimenti tutto sarebbe inutile).
Alimenti permessi: glucidi (miele di rosmarino, zucchero, pane,
patate, pasta, riso, ecc.) in quantità tripla rispetto ai protidi
(carni alla griglia, senza sughi, pesce magro, formaggio bianco); verdure fresche cotte all’inglese (50 g di burro al giorno,
niente grassi animali), latte scremato (1 l al giorno).
Eliminare la carne non appena appare il minimo disturbo neuropsichico, poiché c’è il rischio di coma epatico da intossicazione ammoniacale.
Attività fisica e intellettuale moderata, 12 h di letto, almeno.
Distendersi 1/2 h dopo pranzo e 1/2 h prima di cena. Evitare
soggiorni in riva al mare.
2. Se ascite.
Ai rimedi del § 1, aggiungere (intercalando) quelli della voce
Ascite, § 1, compresa la cura di Limoni o Cipolle.
N.B. – Se il malato continua a bere vino (come spesso accade), per provocargliene il disgusto, aggiungere 2 o 3 gtt. di
Capsicum annuum T.M. in ogni litro di vino a sua insaputa.
3. Dieta, → Dieta ipotossica, strettamente declorurata. Iniziare con una dieta lattea zuccherata (1 litro di latte scremato
al dì in dosi da 150 g ogni 2 o 3 ore, lentamente), poi progressivamente: brodo di verdure, purè passati, pasta senza uova,
frutta; poi, dieta povera di sale.
TERAPIA SANUM:
Alle consuete terapie mediche è consigliabile associare
Mucokehl D 3 supposte - 1 supp. alla sera
Sanuvis gocce - 10 gtt. dopo i pasti
CISTALGIA
È una “falsa cistite”, poiché vi è disuria (difficoltà ad urinare,
accompagnata spesso da dolori all’atto della minzione) e
pollachiuria (frequenza delle minzioni), ma non vi è piuria
(presenza di pus nelle urine).
1. In caso di crisi acuta, per calmare il dolore:
Cantharis 4CH, 2 gr., poi 1 h dopo:
Mercurius corrosivus 5CH, 2 gr., poi 1 h dopo:
197
CISTI DENTARIA
Terebenthina 4CH, 2 gr., poi 1 h dopo:
Cannabis sativa 4CH, 2 gr.
Se occorre, ripetere 1 v. al dì.
(oppure Dr. Reckeweg R 18, 15 gtt., 3 v. al dì).
Nei casi urgenti o molto acuti, iniziare con:
Cantharis 9CH, una dose (al posto di Cantharis 4).
Non ripetere questa dose; non somministrare Cantharis 4CH,
ma gli altri tre rimedi, ai quali si aggiungerà Capsicum 4CH, 2
gr. 2 v. al dì.
Collo della vescica 4CH, 1 supp. andando a letto, i giorni
pari.
Corteccia cerebrale-Ipotalamo 7CH - Plesso ipogastrico 7CH,
1 supp., i giorni dispari.
Semicupi molto caldi o bagno caldo per tutto il corpo.
2. Curare la causa spesso psicosomatica, soprattutto nelle
donne: disturbi sessuali e affettivi, spesso difficoltà di adattamento coniugale o sociale, affezione ginecologica (prolasso, vaginite, malattia dell’utero, ecc.) allergia (asma, orticaria, ecc.), disfunzione ormonale, ecc.
CISTI DENTARIA
→ Denti e cure dentarie, § 10.
CISTI IDATIDEA
→ Parassitosi autoctone ed esotiche, I e II, § 14.
CISTI OVARICA
1. Aurum muriaticum natronatum D 3, un pizzico sulla lingua, ogni giorno, al risveglio.
Apis 5CH, Lachesis 5CH, 2 gr. 1 v. al dì, giorni pari.
Lycopodium 5CH, Thuja 5CH, 2 gr. 1 v. al dì, giorni dispari.
Podophillum-Iris, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
BFX-Pulsatilla, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
2. Cisti ovarica destra, aggiungere:
Dr. Reckeweg R 38, 15 gtt., 3 v. al dì.
3. Cisti ovarica sinistra, aggiungere:
Dr. Reckeweg R 39, 15 gtt., 3 v. al dì.
4. Se attacco acuto, utilizzare i rimedi dell’Appendicite acuta.
TERAPIA SANUM:
Data la natura eminentemente paratubercolare di questa patologia si consiglia di alternare:
Utilin D 4 capsule - 1 cp. al risveglio a giorni alterni con
Nigersan D 5 compresse - 1 cp. al risveglio
Alla sera per cicli di un mese ripetuti ogni 3, va soministrata
una supp. di
Mucokehl D 3 supposte
CISTI DELLA PALPEBRA
Platanus occidentalis D 1, 10 gtt. 1 v. al dì, al risveglio.
198
Staphysagria 5CH, Thuja 5CH, 2 gr. un giorno l’uno, un giorno l’altro.
Silicea 5CH, 2 gr. ogni tre giorni.
CISTI SEBACEA
→ Lipoma.
CISTI SINOVIALE
Localizzata spesso sulla superficie dorsale del polso (pianisti, scrittori), meno frequentemente sulla superficie anteriore
del collo del piede.
Cause: Contusione, Distorsione, Reumatismo, Torsione notevole del tendine vicino, ecc., da curare. Se la causa non è
chiara:
Kali iodatum 4CH, Benzoicum acidum 5CH, Sticta pulmonaria 4CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
Membrana sinoviale 7CH, una f. bevibile, 1 v. alla settimana.
Tentare, più volte al giorno, di ridurre la cisti comprimendola
con le dita contro il piano osseo del polso o del collo del
piede; è abbastanza doloroso. Più semplicemente, i D.ri Chavanon e Levannier consigliano di portare, per qualche tempo, giorno e notte, una polsiera di lana, togliendola solo per
lavarsi. Se necessario, estirpazione chirurgica.
CISTICERCOSI
→ Parassitosi autoctone e esotiche, I e II, § 9.
CISTITE
Caratterizzata da tre manifestazioni: disuria, pollachiuria e
piuria (→ Cistalgia), senza febbre né dolore lombare.
I. Cistite femminile (frequente).
1. Cause.
L’antibiogramma farà conoscere il germe responsabile; il più
frequente (nel 90% dei casi) è il Colibacillo, per il resto:
Proteus mirabilis, Stafilococco bianco, Klebsiella.
L’origine del batterio responsabile è spesso intestinale (talvolta vaginale), per cui, dopo l’evacuazione, in ragione della
morfologia femminile (e se ciò non corrispondeva all’abitudine precedente) occorre asciugarsi dal davanti verso dietro e mai da dietro in avanti, poiché quest’ultimo gesto porta
verso la zona umida e protettrice della vagina dei germi intestinali patogeni per la vagina.
Questa osservazione vale anche per certe forme di Vaginite.
2. Fattori che possono favorire la cistite.
– Il difetto tipicamente femminile (e soprattutto delle persone di una certa età), di ingerire una scarsissima quantità di
liquidi conduce naturalmente a diminuire la frequenza delle
minzioni, il che permette ai batteri di moltiplicarsi meglio.
– i disturbi intestinali con alternanza di stitichezza e di diarrea.
– i rapporti sessuali (da micro-traumi), dal momento che il
disturbo si scatena due o tre giorni dopo il rapporto.
– Cause locali: stenosi del meato uretrale, Ascesso sottouretrale, ecc., gli sfregamenti ripetuti, → Cistalgia, § 2.
CISTOCELE
II. Cistite maschile (molto rara).
Pensare sempre alla prostata (Prostata cronica, Adenoma o
cancro, Sclerosi del collo), alla vescica (Diverticolite, Cistocele, Litiasi, ecc.), all’uretra (Restringimento). Talvolta, Parassitosi (Bilharziosi). Nel bambino, la cistite può essere legata a una Fosfaturia, ma anche ad un’anomalia vescicale.
III. Cistite acuta.
1. Trattamento iniziale, in tutti i casi.
Anti IL 1, 10 gtt. con frequenza modulabile in relazione al
quadro clinico (i tempi di somministrazione non devono superare una settimana).
Cantharis 4CH, Cannabis sativa 4CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Dr. Reckeweg R 18, 10 gtt., 3 v. al dì.
Cantharis-Iris, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
BFX-Thuya, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
.
FITOTERAPIA:
Nocist Specchiasol, 1-2 cps. al dì, in un po’ d’acqua.
IV. Cistite cronica.
1. Aspettando di far cura curare la causa: diatesi urica o reumatica, tubercolinismo o tubercolosi, colibacillosi, prostatite
cronica, o l’origine parassitaria (cistite da schistomonas, da
trichomonas), ecc.
Anti IL 1, 10 gtt. con frequenza modulabile in relazione al
quadro clinico (i tempi di somministrazione non devono superare una settimana).
Cantharis-Iris, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
Defedril (come antibatterico ed immunostimolante), 20-40
gtt. o 1 cpr 2-3 v. al dì.
Vaccinium vitis Idaea, mac. glic. D1, 50 gtt. prima di pranzo.
Pilosella T.M., 50 gtt. prima di cena.
Rame-Oro-Argento, o Manganese, 2 v. alla settimana, secondo la diatesi, → OLIGOELEMENTI, IV.
Vescica 7CH, una supp. il lunedì, mercoledì e venerdì, andando a letto; e Rene 4CH, una supp., il martedì e sabato,
andando a letto.
2. Le urine sono muco-purulente. Aspettando i risultati delle
analisi, ai rimedi del § 1, aggiungere:
Populus tremuloides 4CH, Chimaphila umbellata 4CH, 2 gr.
di ciascuno, 1 v. al dì.
Uva ursi D3, 10 gtt., 1 v. al dì.
2. Se si tratta di una donna, aggiungere:
Eupatorium purpureum 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
3. Se vi è colibacillosi, v. questa voce.
3. Drenaggio e dieta, → Cistite acuta, III, § 9.
Regolarizzazione del transito intestinale; bere un litro e mezzo di liquidi (tisane) al dì, lontano dai pasti.
4. Se occorre, cura termale.
4. Se vi è prostatite, o ipertrofia della prostata, aggiungere:
Dr. Reckeweg R 25, 10 gtt., 2 v. al dì.
5. Se vi è litiasi (calcoli), aggiungere:
Rubia Complexe n° 3 Lehning, 20 gtt., 3 v. al dì.
6. Se vi è stafilococcia anteriore, aggiungere:
Staphilococcinum 9CH, una dose ogni 15 giorni.
Rame-Oro-Argento, un misurino tutti i giorni.
7. Se vi è blenorragia anteriore, aggiungere:
Medorrhinum 9CH, una dose ogni 15 giorni.
8. Se si tratta di una donna incinta, aggiungere:
Sepia 5CH, Eupatorium purpureum 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Può essere sintomo di una Pielonefrite.
9. Dopo la crisi, prendere un infuso di Orthosiphon stamineus (da 10 a 12 g per un litro di acqua) ogni giorno, e un
infuso di Tisana al Berberis, zuccherata con miele (di erica,
se possibile). Dieta sobria, → Dieta ipotossica. Non mangiare per un certo periodo alimenti diuretici (asparagi, crescione, porri, ecc.). Evitare gli alimenti troppo alcalini (→ Alcalinizzante). Esaminare le urine con cartina al tornasole: nove
volte su dieci, vi è un eccesso di alcalinità.
FITOTERAPIA:
Nocist Specchiasol, 1-2 cps. al dì, in un po’ d’acqua.
CISTOCELE
Ernia della vescica nella vagina e tavolta fuori dalla vulva
(colpocele anteriore) dove una parte della vescica è impegnata in un tragitto erniario.
Usare, all’inizio, i rimedi del Prolasso uterino e aggiungere:
Eryngium aquaticum 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
TERAPIA SANUM:
Alcalinizzare con sali di sodio
Fase acuta
Notakehl D 5 gocce - 5 gtt. al mattino e sera
Citrokehl gocce - 15 gtt. per via orale prima di coricarsi
Mantenimento per 6 - 8 settimane:
Latensin D 4 capsule - 1 cp. al mattino
Recarcin D 4 capsule -1 cp. alla sera
In caso di recidiva oltre alla summenzionata terapia in fase
acuta:
Utilin S D 4 capsule - 2 cp. alla settimana
In casi in cui la recidiva riguarda bambini sotto i 6 anni la
terapia di mantenimento è:
Nigersan D 5 gocce - 8 gtt. al risveglio
Notakehl D 5 gocce - 8 gtt. prima di coricarsi
199
CITOCHINE
CITOCHINE
La fase effettrice dei meccanismi aspecifici di difesa e dell’immunità mediata da T linfociti nei confronti di organismi
estranei, come batteri e virus, è in gran parte mediata da
proteine con azione di tipo ormonale, denominate Citochine, prodotte soprattutto dai linfociti T e dai macrofagi.
Le citochine costituiscono anche il linguaggio molecolare
per la comunicazione tra le diverse cellule del sistema immunitario e tra queste e altri sistemi.
Le citochine prodotte dai macrofagi sono chiamate anche
monochine, quelle prodotte dai linfociti linfochine, mentre
quelle dotate di proprietà chemiotattica sono denominate
chemochine; la nomenclatura attuale, considerando che la
maggior parte di esse è prodotta e agisce sui leucociti, le ha
definite interleuchine, contrassegnandole con la sigla IL
seguita da un numero (progressivo man mano che vengono
scoperte). Tra le interleuchine sono comprese anche le citochine non prodotte dai leucociti e che non agiscono su di
essi.
Caratteristiche generali delle citochine
Si tratta di una famiglia di molecole molto eterogenee, in cui
possiamo però identificare alcune caratteristiche comuni:
1. Alla pari di altri ormoni peptidici, esercitano la loro attività
legandosi a specifici recettori presenti sulla superficie delle
cellule bersaglio. La cellula bersaglio può essere la stessa
produttrice (attività autocrina), una cellula vicina (attività
paracrina) o, come nel caso di altri ormoni, una cellula lontana (attività endocrina). I recettori per le citochine hanno
un’affinità molto elevata (Kd = 10 -10 - 10 -12).
2. L’espressione dei recettori è regolata da specifici segnali
esterni alla cellula, in genere costituiti dalla stessa o da altre
citochine; o nel caso dei linfociti dal riconoscimento dell’antigene.
3. La secrezione delle citochine è un fenomeno breve e autolimitato: le citochine non sono accumulate in granuli, ma prodotte de novo in seguito allo stimolo.
4. Numerose citochine sono prodotte da diversi tipi cellulari.
5. Ciascuna agisce su tipi cellulari diversi (pleiotropismo).
6. L’attività delle citochine è ridondante (diverse citochine
esercitano lo stesso effetto).
7. Molte citochine agiscono come regolatrici della divisione
e della differenziazione cellulare.
8. Due citochine possono interagire tra di loro antagonizzandosi, avere effetto additivo o effetto sinergico (un risultato maggiore della somma degli effetti di ciascuna delle due)
Classificazione funzionale
Il gruppo delle citochine comprende una ventina di molecole. La classificazione che viene qui presentata è assai precaria e provvisoria, dato la gran mole di dati che su questo
argomento si accumulano continuamente.
200
A. MEDIATORI DELL’IMMUNITÀ INNATA
1. FATTORE DI NECROSI TUMORALE (TNF)
2. INTERLEUCHINA 1 (IL1)
3. INTERLEUCHINA 6 (IL6)
4. INTERLEUCHINA 10 (IL10)
5. INTERLEUCHINA 12 (IL12)
6. INTERLEUCHINA 15 (IL15)
7. INTERLEUCHINA 18 (IL18)
8. INTERFERONI TIPO 1 (INT1)
INTERFERON ALFA
INTERFERON BETA
B. MEDIATORI DELL’IMMUNITÀ SPECIFICA
1. INTERLEUCHINA 4 (B Cell Growth Factor - BCGF)
2. INTERLEUCHINA 5 (IL5)
3. INTERFERONE TIPO II
INTERFERONE GAMMA
4. LINFOTOSSINA (LT) o TNF-²
5. FATTORE DI CRESCITA TRASFORMANTE-²1(TGF-²1)
6. INTERLEUCHINA 13 (IL13)
7. INTERLEUCHINA 16 (IL16)
8. INTERLEUCHINA 17 (IL17)
C. FATTORI DI CRESCITA DEL SISTEMA
EMATOPOIETICO
I recettori per le citochine a loro volta possono essere raggruppati in 5 famiglie, in base all’omologia strutturale tra i
domini extracellulari. Alcune proteine recettoriali sono membri della super-famiglia delle immunoglobuline, altre fanno
parte della categoria dei recettori ematopoietici, altri ancora
sono membri del gruppo dei TNF e infine un gruppo appartiene alla famiglia dei recettori delle chemochine. Ciascuna
famiglia recettoriale è diversa dalle altre, e ciascun membro
all’interno di una famiglia è una variante proteica con caratteristiche strutturali proprie e capace di indurre una determinata funzione nella cellula che lo espone. Nella famiglia dei
recettori ematopoietici la catena ± spesso è responsabile per
la specificità di legame con la citochina, mentre la catena ²
trasferisce il segnale alla cellula. Nel gruppo dei TNF i ligandi
possono rimanere associati alla membrana piuttosto che essere secreti. Alcune di queste molecole fungono da modelli
anche per altri sistemi biologici. I recettori per le citochine
costituiscono un buon esempio di come la natura agisca come
un “bricolier” (non butta niente, e utilizza gli avanzi come
pezzi di ricambio): ogni molecola complessa costruita viene
impiegata, magari assemblata in altro modo, per tanti altri
scopi oltre quello principale.
1. INTERLEUCHINA 3
2. INTERLEUCHINA 7
(IL3)
(IL7)
Fattore di Necrosi Tumorale (TNF)
Prodotto dai fagociti mononucleati attivati, ma anche da linfociti T attivati, cellule NK e mastociti. Anello di congiunzio-
CITOCHINE
ne principale tra immunità e infiammazione. È il principale
mediatore della risposta dell’ospite nei confronti dei batteri
Gram negativi, ma probabilmente agisce anche nella risposta
ad altri patogeni. È il responsabile di molte manifestazioni
sistemiche che spesso complicano le infezioni. Possiede due
distinti recettori: TNF-RI che determina l’attivazione dell’apoptosi e in minor misura attivazione dei fattori di trascrizione; TNF-RII attiva fattori di trascrizione.
Caratteristiche generali
• pirogeno endogeno insieme all’IL1 (aumento sintesi pro-
staglandine da parte delle cellule ipotalamiche, inibita da aspirina)
• stimolo insieme all’IL1 e IL6 sugli epatociti alla produzione
delle proteine della fase acuta
• inibizione replicazione cellule midollari
• cachessia (soppressione appetito, soppressione sintesi lipoprotein lipasi, aumento catabolismo)
• diminuisce contrattilità del miocardio e il tono della muscolatura vascolare
• aumenta espressione da parte degli endoteliociti del “fattore tissutale”, potente attivatore della coagulazione con con-
201
CITOCHINE
seguente coagulazione intravascolare. La necrosi tumorale
provocata dal TNF è dovuta principalmente a questo meccanismo.
Indicazioni cliniche specifiche
— Obesità
— Ipertensione arteriosa
— Ipoglicemia
— Diabete mellito tipo II
— Iporeattività
— Deficit coagulativo
— Cancro
Considerazioni generali
A concentrazioni molto elevate induce shock settico con
collasso cardiovascolare, coagulazione intravascolare disseminata e alterazioni metaboliche
Molte delle azioni del TNF sono amplificate dalla contemporanea azione del IFN.
Dato il ruolo cruciale nelle reazioni infiammatorie in generale,
l’impiego di anticorpi neutralizzanti e di recettori solubili per
il TNF sembra una strategia molto promettente per controllare i fenomeni infiammatori in pazienti con patologie autoimmuni (artrite reumatoide, m. di Crohn, rettocolite ulcerosa).
Ad esclusione dei casi di neoplasia in cui deve essere fatta
una attenta valutazione globale, per le altre indicazioni, il
rimedio in bassa diluizione deve essere associato ad aspirina
o ad altro anticoagulante con controllo attento del tempo di
protrombina.
Interleuchina 1 (IL1)
Storicamente, l’IL-1 è stata “scoperta” tante volte, secondo
ciascuna delle sue molteplici azioni: il mediatore endogeno
della febbre, lo stimolo della risposta della fase acuta, il riassorbimento della cartilagine e dell’indebolimento muscolare
nelle malattie infettive. Solo recentemente tutti questi effetti
sono stati attribuiti a un singolo mediatore, l’IL-1. Diversi
tipi di cellule sono capaci di produrre IL-1: oltre che i macrofagi, la producono cheratinociti, neutrofili, cellule mesangiali
renali, epitelio corneale, linfociti B stimolati, LGL, fibroblasti
e cellule endoteliali.
Caratteristiche generali
• induzione alla proliferazione di timociti in presenza di mitogeni (PHA, ConA)
• induzione proliferazione di fibroblasti
• induce nelle cellule endoteliali l’espressione di molecole di
membrana in grado di mediare l’adesione dei leucociti
• ad alte concentrazioni esplica un’azione endocrina come il
TNF: pirogeno endogeno, induce sintesi proteine della fase
acuta, genera cachessia
• induzione alla produzione di IL-2 nei linfociti T helper
• agisce in sinergia ad altre interleuchine nell’indurre proliferazione dei B linfociti
• È nota la capacità della IL1 di indurre la comparsa della
202
febbre, probabilmente dovuta alla liberazione di prostaglandine a livello dell’area preottica e dell’ipotalamo anteriore.
• Azioni a livello del sistema nervoso centrale: sonno, anoressia. L’azione anoresizzante sarebbe mediata dalla sintesi
di prostaglandine, come dimostrato dalla riduzione di tale
effetto dopo assunzione di indometacina.
• Azione pro-coagulante della IL1 (come del TNF)
– Induzione di trombocitosi (attraverso la sintesi di IL6)
– Aumento della tromboplastina
– Inibizione della trombomodulina
– Aumento del Platelet Activated Factor
– Aumento dell’inibizione dell’attivatore del plasminogeo di
tipo 1
• Interviene nella patogenesi della rettocolite ulcerosa
• Ruolo patogenetico della IL1 è sospettato nella malattia di
Kawasaki, malattia da immunocomplessi caratterizzata dalla
comparsa di aneurismi vascolari specie coronarici.
• Azione protettiva nei confronti della malattia ulcerosa gastrica. La IL1 è infatti in grado di inibire la secrezione gastrica, di ritardare lo svuotamento gastrico e avrebbe un’azione
citoprotettiva. La IL1 sarebbe anche in grado di prevenire il
danno gastrico indotto dalla somministrazione di alcool.
Indicazioni cliniche specifiche
— Deficit immunologico
— Iporeattività
— Uso di Cocaina
— Abuso di cortisone
— Insonnia
— Bulimia
— Ipersideremia
— Iperzinchemia
— Ipercupremia
— Anemia
— Neoplasie
— Gastrite ipersecretiva
— Ulcera peptica
— Danni da alcool
Considerazioni generali
Le azioni dell’IL-1, IL-6 e TNF sono molto simili nonostante
agiscano su recettori completamente diversi; la spiegazione
di questo fenomeno risiederebbe nel fatto che i recettori delle due citochine trasducono il segnale utilizzando proteine
analoghe, e attivano gli stessi fattori di trascrizione.La secrezione di IL 1 è depressa dalla ciclosporina A, dal cortisone,
dalla cocaina e dalle prostaglandine. L’azione immunostimolante esercitata da una dieta ricca di arginina e provata negli
animali traumatizzati o con sepsi sembra essere dovuta ad un
aumento dell’IL1 alfa.
Elevati livelli di IL1 possono essere responsabili della cosiddetta anemia da disordine cronici, cioè di quel quadro anemico di gravità lieve-moderata che insorge in pazienti affetti da
malattie neoplastiche, infettive o infiammatorie croniche. Nelle
CITOCHINE
patologie più gravi, quali quelle tumorali, è la upregulation
della IL1 ad indurre la tipica cachessia.
Interleuchina 2 (IL2)
La IL-2 è il principale fattore di crescita autocrina per i linfociti T: la quantità di IL-2 sintetizzata dalle cellule CD4 attivate
rappresenta il più importante fattore nel determinare l’entità
delle risposte immuni.
La IL-2 è verosimilmente principalmente prodotta dai CD4+ e
in misura minore dai CD8+. Il recettore è invece presente in
diverse sottopopolazioni di T linfociti. L’azione di questa
citochina è prevalentemente autocrina, ma può esercitarsi in
maniera paracrina ad esempio sui precursori dei linfociti T
citotossici: l’occupazione dei recettori da parte del ligando,
infatti, determina la loro trasformazione in CTL. Le cellule
attivate da IL-2, potenzialmente citotossiche, prendono il
nome di LAK (lymphokine activated killer).
Caratteristiche generali
• Stimola nei linfociti T la transizione dalla fase G1 del ciclo
cellulare alla S; inoltre ne stimola la sopravvivenza inducendo l’espressione della proteina anti-apoptotica Bcl-2.
• Stimola i linfociti T alla produzione di IL-4 e IFN-³ e aumenta
l’espressione del suo recettore nella forma trimerica.
• Stimola i linfociti B alla proliferazione e alla produzione di
Ab.
• Stimola le cellule NK alla proliferazione e ne potenzia la
funzione citolitica.
• Alte concentrazioni potenziano la morte apoptotica dei linfociti T attivati dall’antigene. La stessa citochina, quindi, da
una parte stimola i linfociti T, dall’altra modula la risposta
ponendone fine quando il processo immune si prolunga (è
esemplificativo il fatto che topi knockout per l’IL-2 non hanno immunodeficit, ma malattie autoimmuni).
• Una stimolazione prolungata dei linfociti T porta alla liberazione in soluzione del suo recettore (IL-2R).
Indicazioni cliniche specifiche
— Senescenza precoce
— AIDS
— Cancro
— Malattie autoimmuni
— Sclerosi Multipla
— Sarcoidosi
— Anemia aplastica
— Diabete tipo I
Considerazioni generali
Le azioni dell’IL-1, IL-6 e TNF sono molto simili nonostante
agiscano su recettori completamente diversi. In pazienti con
leucemia a cellule capellute sono stati riscontrati elevatissimi livelli di Interleuchina 2, così come anche nella leucemia
linfatica. Analoghi elevati livelli sono stati rilevati nell’artrite
reumatoide. Il processo della senescenza sembra interferire
con la normale produzione di IL2. Esperimenti nel topo hanno dimostrato la diminuita capacità di sintesi di IL2 con l’età
senza però alterata capacità di risposta delle cellule all’IL2.
Nella fase precoce dell’epatite B acuta c’è un aumento di IL2.
La ciprofloxacina aumenta la produzione di IL2 da parte dei
linfociti umani
Interleuchina 3 (IL3)
È uno dei numerosi fattori che stimolano la formazione di
colonie da parte delle cellule staminali del midollo (colony
stimulating factors, CSF). Gruppo di molecole ancora di classificazione incerta, ad attività ormonale, attive a concentrazione estremamente basse.
L’IL-3, è un CSF multipotente, prodotta dai linfociti CD4 attivati dall’antigene. Agisce sulla maggior parte dei precursori
midollari immaturi. Costituisce il principale contatto tra il sistema immune e l’emopoiesi.
Caratteristiche generali
• Interviene nei processi infiammatori attivando neutrofili,
eosinofili e macrofagi
• Alte dosi stimolano la proliferazione cellulare a scapito della differenziazione
• Basse dosi favoriscono la differenziazione cellulare
• È stata usata in pazienti con anemia aplastica
Indicazioni cliniche specifiche
— Insufficienza Midollare secondaria (chemioterapia…)
— Sindrome Mielodisplasica
— Anemia Aplastica
Considerazioni generali
L’IL 3 prodotta dai T Helper per attivare i costituenti più
importanti del sistema immunitario, in particolare stimola la
proliferazione dei CD4, anche però di quelli infettati da virus.
Da una parte potrebbe quindi essere utile in pazienti affetti
da HIV, dall’altra pericolosa a meno che non si usi in associazione con antivirali quali l’AZT. Tuttavia si è visto che in
presenza di IL3 gli effetti tossici dell’AZT sono amplificati.
Pertanto nonostante essa aumenti tutte la proliferazione di
tutte le linee cellulari midollari fin dai primi stadi di maturazione, ne è controindicato l’uso in caso di virosi.
Interleuchina 4 (IL4)
La possibilità che la funzione helper dei T linfociti sia mediata da fattori solubili fu proposta inizialmente nel 1971 da
Dutton et al. Nel corso dei loro esperimenti con cellule B
spleniche di topo, questi ricercatori osservarono che la risposta dei B nei confronti di SRBC in animali privi di T poteva essere ripristinata con l’aggiunta di surnatante di culture
miste linfocitarie. Successivamente venne osservato che
anche i surnatanti di linfociti coltivati con PHA e ConA erano capaci di sostituire i T nell’effetto helper. I fattori presenti
in questi surnatanti vennero inizialmente denominati TRF (T
203
CITOCHINE
replacing Factors). In tempi successivi fu formulata l’ipotesi che il TRF non fosse altro che la IL-2: in altri termini, la
stessa molecola, IL2, avrebbe avuto una funzione di fattore
di proliferazione dei linfociti sia T sia B. L’esistenza di uno
specifico B Cell Growth Factor, distinto dalla IL-2, fu ipotizzata da Howard et al. nel 1982. Il BCGF venne successivamente indicato come IL-4.
Glicoproteina di 18 kD, è prodotta principalmente dai linfociti
T CD4+ appartenenti alla sotto-popolazione funzionale TH2,
ma anche dai mastociti e basofili.
Caratteristiche generali
• Stimola proliferazione dei linfociti B.
• Stimola switch isotipico verso la classe IgE e, almeno nel
topo, inibisce lo scambio verso gli isotipi IgG2a e Ig3.
• Inibisce attivazione macrofagica.
• Stimola lo sviluppo di cellule TH2 e per tali popolazioni si
comporta come fattore di crescita.
• Antagonizza l’azione dell’INF-³ sui macrofagi, inibendo le
reazioni immunitarie cellulo-mediate.
• Fattore di crescita per i mastociti.
Indicazioni cliniche specifiche
— Patologie autoimmuni
— Diabete
— Prevenzione del rigetto nei trapiantati
Considerazioni generali
L’IL4 media importanti funzioni pro-infiammatorie nell’asma
incluse l’induzione di un switch di un isotipo IgE espressione di molecole-1 (VCAM-1) di adesione alle cellule vascolari,
promuove la trasmigrazione degli eosinofili attraverso l’endotelio, la secrezione mucosa e la differenziazione dei linfociti T helper tipo 2 lymphocytes portando al rilascio di citochine. L’IL4 avrebbe dunque una azione facilitante la sintesi di
IgE al contrario dell’IFN gamma. La presenza di elevate concentrazioni di IL4 sembrerebbe alterare le difese anti infettive
dell’organismo per riduzione delle capacità citolitiche delle
cellule CD8+.Una intensa attività della IL4 ed IL5 sembra
precedere la comparsa dell’AIDS conclamato. La somministrazione di IL4 sembrerebbe interessante per ridurre la quantità di cellule citotossiche nei pazienti trapiantati riducendo
quindi il rischio di rigetto. La IL4 sembrebbe avere un ruolo
nella glomerulonefrite proliferativa sia ad IgA che non ad
IgA. Nei pazienti con Sindrome di Buckley caratterizzata da
aumentata produzione di IgE è stato riscontrato un aumento
dei cloni capaci di produrre IL4.
L’IL4, unitamente alla 10, hanno un ruolo protettivo contro il
diabete, anche in piccolissime dosi che sono comunque capaci di spingere la bilancia dei linfociti T verso i Th2, senza a
quanto pare determinare importanti effetti secondari.
Interleuchina 5 (IL5)
Omodimero prodotto dai linfociti CD4+ TH2 e dai mastociti
attivati. La principali azioni sono la stimolazione della proli204
ferazione e l’attivazione degli eosinofili.
L’IL-4 agisce di concerto con l’IL-5: la prima stimola infatti la
produzione di IgE che opsonizzano gli elminti, la seconda
attiva gli eosinofili che legano le IgE adese sulla superficie
dei microrganismi e operano un’attività killer.
L’IL-5 stimola anche la proliferazione dei linfociti B e induce
lo switch isotipico verso la classe delle IgA.
Caratteristiche generali
• È il più importante agente per la differenziazione e proliferazione degli eosinofili; induce attivazione degli eosinofili nel
sangue periferico con produzione di superossido
• Topi transgenici per per la IL5 presentano per tuttala vita
elevati livelli di IL 5 e un importante aumento dell’eosinofilia
• È stato rilevato che la IL5 è in gradon di regolare la crescita
e la differenziazione deelle cellule B, note per la loro capactà
di produrre auto-anticorpi è possibile quindi che la IL5 abbia
un ruolo nell’insorgenza delle malattie su base autoimmune
• Sembra responsabile della eosinofilia riscontrata in molte
patologie neoplastiche quali il melanoma, alcuni carcinomi.
La leucemia mieloide acuta e il morbo di Hodgkin, affezione
nella quale l’eosinofilia rappresenta un indice prognostico
positivo
• La capacità della IL5 di stimolare la sintesi di TNF da parte
degli eosinofili sembra responsabile per una sua ossibile aziona anti neoplastica
Indicazioni cliniche specifiche
— Morbo di Hodking
— Melanoma
— Neoplasie in generale
— Immunodeficienza
— Parassitosi
Considerazioni generali
L’IL5 agisce come co-stimolatore per la crescita dei linfociti
B attivati dagli antigeni. Promuove proliferazione differenziazione degli eosinofili immaturi e attiva gli eosinofili maturi.
Ha un ruolo quindi nella patogenesi dell’asma e nelle difese
contro i parassiti. Anche se sembra esserci un ruolo importante dell’IL4 nella genesi dell’asma, è stato tuttavia dimostrato che animali da esperimento geneticamente carenti di
IL5 non sviluppano asma e che altri animali trattati con anti
IL5, sottoposti a stimoli allergizzanti non sviluppano eosinofilia e iperreattività bronchiale.
Interleuchina 6 (IL6)
Prodotta da macrofagi, cellule endoteliali, fibroblasti in risposta all’IL-1 e in minor misura al TNF. Le cellule bersaglio
sono da un lato i linfociti B, dall’alto lato gli epatociti: negli
ultimi anni è stato dimostrato che l’IL-6 ha un ruolo importante, complementare a quello della IL-1, nella infiammazione
acuta. Essa determina, infatti, la sintesi da parte degli epatociti di una serie di proteine denominate “della fase acuta”:
proteina C reattiva, fibrinogeno, etc.
CITOCHINE
Caratteristiche generali
• Stimola la differenziazione e la proliferazione dei B linfociti,
induce la sintesi di anticorpi sia IgA che IgG da parte di
queste cellule
• Cofattore per la crescita dei linfociti T nel loro primo stadio
di differenziazione, rinforzando in questa fase l’effetto della
IL2 promovendo la differenziazione dei CD4 in T helper 2.
• IL6 attiva e stimola la funzione dei NK che divengono più
effettivi nella lisi dei patogeni
• Stimola la sintesi della proteina della fase acuta da parte
degli epatociti, in particolare
• Proteina C reattiva che stimola la fagocitosi batterica
• Fibrinogeno, favorendo la coagulazione
• Azione inibitoria sulla crescita dei fibroblasti
• Azione positiva sulla crescita dei blasti della leucemia mieloide
• Azione angiogenica
Recettori per l’IL6 sono presenti su molte cellule, incluse le
cellule T normali quiescenti, le normali cellule B attivate, le
cellule della linea mieloide, le cellule dell’epatoma, del mieloma e le cellule infettate da virus Epstein Barr. L’IL6 promuove
la stimolazione della crescita di tutte queste cellule.
L’IL6 diminuisce i livelli serici di albumina e transferrina
Ha un ruolo di stimolo su alcune cellule neoplastiche, in
particolare sul sarcoma di Kaposi e sul mieloma multiplo.
Il deficit di IL6 ha profondi effetti sull’apparato immunologico, incluso un deficit di reattività in corso di patologia acuta
e un’insufficiente produzione di IgA.
Al contrario l’eccessiva espressione del gene dell’IL6 porta
a proliferazione plasmacellulare e può determinare l’insorgenza di molte neoplasie linfatiche incluso il mieloma multiplo oltre che varie patologie autoimmuni.
Indicazioni cliniche specifiche
— Deficit immunologico
— Ricorrenze batteriche
— Patologie circolatorie
Considerazioni generali
Questo monomero di 184 aminoacidi viene rilasciata in risposta ad infezioni, ustioni, traumi e neoplasie, induce la sintesi
delle proteine di fase acuta e la differenziazione e crescita di
linfociti B e T. Ha azione sinergica e di antagonismo con altre
citochine e interagisce con i corticosteroidi. Agire su questa
interleuchina può voler dire influenzare il meccanismo dell’infiammazione acuta con tutte le sue implicazioni.
L’IL6 è presente in grande quantità nei pazienti con artrite
reumatoide e viene prodotta a livello del tessuto sinoviale di
tali pazienti. Numerosi studi hanno dimostrato che pazienti
con patologie autoimmuni epatiche, in particolare cirrosi biliare, hanno bassi livelli di IL6 oltre che di IL1 e TNF-b.
Per concludere e completare il panorama possiamo dire che
IL6 è:
• Aumentata nei pazienti con mieloma multiplo, dove potrebbe svolgere un’azione di crescita autocrina
• Patogenesi del linfoma follicolare, nel linfoma a grandi cellule, nella macroglobunemia di Waldenstrom, nella malattia
di Castelman
Azione patogenetica nella:
• Psoriasi attraverso la sua capacità di provocare la proliferazione dei cheratinociti
• Glomerulonefrite, potendo determinare la proliferazione delle
cellule mesangiali
• Patologie autoimmuni quali il LES.
Interleuchina 7 (IL7)
È una citochina pleiotropica sul sistema immunitario, influenza le cellule pre-B, i timociti, le cellule T mature, le cellule
killer attivate dalle linfochine (LAK), i monociti e i macrofagi.Il
normale mantenimento e la proliferazione delle cellule progenitrici del timo richiedono la presenza di IL7. La Ciclosporina
A, noto farmaco immunosopressore inibisce la trascrizione
di molte linfochine (ad esempio IL 2 e IL4) ma non influenza
l’IL7.
Caratteristiche generali
• Potente attivatore dell’azione antitumorale dei linfociti T
citotossici, sia in vitro che in vivo. In corso di sarcoma metastatizzato sembra agire in modo sinergico con la IL2
• Stimola la sopravvivenza e la proliferazione di precursori
immaturi destinati allo stipite T e B
Indicazioni cliniche specifiche
— Neoplasie
— Linfopenie da chemioterapia
— Trapianto midollare
Considerazioni generali
L’IL 7 ha una possibile azione patogenetica in alcune malattie linfoproliferative quali le leucemie acute a cellule B e T, il
linfoma di Sezary.
Nei ratti sottoposti a chemioterapia con ciclofosfamide, il
trattamento con IL7 permette di abbreviare la durata della
linfopenia senza che compaiano alterazioni delle cellule della
serie mieloide. La IL7 potrebbe dunque essere proposta in
corso di trapianto di midollo per favorire un più precoce ripristino della normalià cellulare linfoide.
Interleuchina 8 (IL8)
È una citochina mitogenica e chemiotattica per le cellule endoteliali. Nell’ambito delle patologie neoplastiche l’IL8 è secreta dalle cellule infiammatorie e neoplastiche. Questa interleuchina è iperespressa dalle cellule altamente maligne e metastatiche del carcinoma umano a cellule transizionali (TCC).
Vari studi hanno dimostrato che l’IL8 aumenta l’angioneogenesi inducendo a livello di matrice la sintesi di metalloproteinasi di tipo 9 e successivamente regola la genesi tumorale
e la produzione di metastasi spontanee.
205
CITOCHINE
Il tessuto adiposo, oltre a produrre IL6, produce anche IL8 e
le connessioni tra obesità e problematiche vascolari possono essere in parte spiegate dall’aumento di questa citochina.
Caratteristiche generali
Agisce nell’attivazione, migrazione e marginazione dei polimorfonucleati neutrofili. Ha azione chemiotattica per i linfociti T e per i basofili, da cui stimolerebbe il rilascio di istamina
e di leucotrieni. In presenza di IL3 è in grado di attivare anche
i B linfociti.
Ha spicata attività angiogenetica
Indicazioni cliniche specifiche
— Infezioni batteriche
— Cancro polmonare
Considerazioni generali
La IL8 è il più importante fattore capace di regolare la migrazione e la marginazione dei polimorfonucleati neutrofili
Stimola la liberazione dei granuli dei neutrofili con liberazione dei loro mediatori e aumento del loro metabolismo ossidativo e produzione di radicali liberi dell’ossigeno con capacità
battericida
Nelle donne gravide alti livello di IL8 sono stati associati con
un rischio maggiore di schizofrenia nel nascituro. Individui
schizofrenici con elevati livelli di IL8 rispondono meno ai
trattamenti anti psicotici.
L’organismo normalmente produce grandi quantità di IL8 in
corso di patologie batteriche acute, analogamente a quanto
succede per la proteina C reattiva. Entrambi questi elementi
diagnostici potrebbero essere utilizzati, particolarmente in
pediatria, per capire quando, in presenza di sintomi infiammatori acuti, abbia senso l’uso di antibiotici perché si è in
presenza effettivamente di patologia batterica.
Elevati livelli di tale interleuchina sono coinvolti in varie patologie:
• Sindrome da distress respiratorio
• Fibrosi polmonare idiopatica e l’asbestosi
• Infarto del miocardio
• Patologie infiammatorie gastrointestinali
• Pancreatite acuta
• Artrite reumatoide: i monociti producono elevate quantità
di IL8
• Psoriasi: alti livelli di IL8
• Sindromi settiche
• Rigetto del trapianto renale
• Reazioni da incompatibilità trasfusionale
• Schizofrenia
• Malattia granulomatosa cronica
Interleuchina 9 (IL9)
L’IL9, è una citochina Th2 che stimola la proliferazione dei
mastociti specie in presenza di IL3 e dei linfociti T helper.
206
Stimola la crescita di colonie BFU-E in presenza di eritropoietina
Caratteristiche generali
È coinvolta nello stimolo proliferativo di varie cellule linfoidi
ed emopoietiche. In particolare tuttavia essa sembra stimolare la produzione di IgE e quindi le reazioni allergiche in generale e l’ipereattività bronchiale in particolare.
Indicazioni cliniche specifiche
— Sindromi mielodisplasiche
Considerazioni generali
Fattore di crescita autocrino per le cellule linfomatose, come
dimostrato anche in topi transgenici. In vitro è stato anzi
rilevato che l’aggiunta di anticorpi monoclonati anti IL9 è in
grado di inibire la crescita di cellule di linfoma di Hodgkin.
Alterata secrezione di IL9 può essere importante per l’insorgenza delle sindromi mielodisplastiche. L’espressività genetica di tale citochina è associata alla patogenesi dell’asma
bronchiale e a varie infiammazioni tissutali di tipo eosinofilo.
Interleuchina 10 (IL10)
L’IL10 è una citochina dicotomica con proprietà sia immunostimolanti che immunosoppressive. La somministrazione di
questa citochina in molte malattie infettive, anche virali, blocca la progressione della malattia. L’IL10 attiva l’azione citolitica delli linfociti killer oltre che la memoria dei CD8+T. In una
seconda fase del processo infiammatorio l’IL10 secreta dalle
cellule dell’ospite lo protegge da una iperinfiammazione secondaria capace di danneggiare i tessuti. In alcuni casi di
infezione batterica o parassitaria questa citochina può favorire l’invasività della malattia. Nonostante questo, animali da
esperimento con iperespressione di IL10 risultano più protetti da alcune malattie infettive e tale interleuchina promuove il rigetto della maggior parte dei tumori sperimentali. L’IL10
sembra quindi regolare il meccanismo dell’immunità innata
importante per controllare le patologie microbica ed ha un
ruolo nella risposta infiammatoria cronica associata con la
cancerogenesi.
Caratteristiche generali
Inibisce la produzione di citochine da parte dei linfociti T
Helper 1, stimola la crescita dei mastociti, inibisce la proliferazione dei linfociti T e dei monociti, inibisce l’attività presentante l’antigene dei macrofagi, aumenta la sopravvivenza delle cellule B.
Esiste una netta azione dell’IL10 sui monociti e sui macrofagi:
• Modificazione morfologica, diminuzione dell’aderenza.
• Inibizione dell’espressione degli antigeni di cl. II del CMH
• Inibizione della funzione di presentazione dell’antigene
• Inibizine della produzione delle citochine indotte per lPS o
l’INF (IL-1α, IL-1β, Il-6, IL8, TNFα, GM-CSF, G-CSF)
CITOCHINE
• Innibizione della produzione di H202 e di NO
• Inibizione della capacità di uccidere microrganismi intra o
extra cellulari (Toxoplasma gondii e Schistosoma mansoni)
Indicazioni cliniche specifiche
• Tutte le patologie caratterizzate da eccesso di risposta immunitaria:
• Diabete mellito tipo I
• Artrite reumatoide
• Shock settico
• Morbo di Chron
• Psoriasi
• Rigetto di trapianto
• Patologie allergiche
• Sclerosi multipla per il suo effetto di antagonismo sulla IL
12
Considerazioni generali
Si suppone possa negativamente influenzare la risposta immune in corso di patologie allergiche.
L’azione immunosoppressiva esercitata dalla IL10, e in particolare la sua capacità di inibire la sintesi di INF gamma, potrebbe inoltre essere importante per spiegare la riduzione
dell’attività immunitaria cellulo mediata riscontrata in molte
malattie parassitarie che stimolano caratteristicamente la soppressione di tale citochina.
In corso di infezione da Trypanosoma cruzi esiste un aumento della produzione di IL10 e ciò potrebbe essere un
mezzo operato dal parassita per facilitare la sua sopravvivenza.
Un’aumentata produzione di IL10 potrebbe essere importante nello sviluppo dei linfomi follicolari e delle malattie autoimmunitarie.
È importante il suo ruolo di limitazione sull’infiammazione e
di contenimento del correlato danno tissutale.
La somministrazione di IL4 e 10 sembra avere un ruolo di
protezione nel diabete.
Interleuchina 11 (IL11)
Prodotta dalle cellule stromali del midollo
Caratteristiche generali
• Stimola la crescita di monociti, dei megacariociti e dei linfociti,
• Aumenta la sintesi di anticorpi e di proteine della fase acuta
Indicazioni cliniche specifiche
• Deficit immunologico
• Ricorrenze batteriche
Considerazioni generali
Una upregulation di tale citochina sembra essere coinvolta
nell’insorgenza dei plasmocitomi
Interleuchina 12 (IL12)
Prodotta da Macrofagi e B linfociti.
Caratteristiche generali
• Stimola la produzione di INF gamma dalle cellule T e dalle
cellule Nk.
• Aumenta la proliferazione dei linfociti periferici anche in
presenza di quantità sub-ottimali di IL2.
• Induce la differenziazione delle cellule T in T helper
• Inibisce la sintesi di IgE indotta dalla IL4 e puo’ quindi
essere utile nelle patologie allergiche
• IL12 è antagonista della IL4 e IL10
IL4 stimolo dei T Helper 2
IL12 stimolo dei T Helper 1
Indicazioni cliniche specifiche
• Patologia neoplastica in generale e in particolare melanomi
e carcinomi renali
• HIV
• Patologie allergiche
Considerazioni generali
Ha un possibile ruolo terapeutico nelle malattie allergiche,
poiché sopprime la sintesi di IgE. Ha una potente attività
antitumorale e antimetastatica aumentando la sopravvivenza di ratti affetti da melanoma e da adenocarcinoma renale.
Aumenta l’azione delle cellule NK nei confronti dell’HIV. Inibisce la crescita del criptococco.
La upregulation di tale citochina sembra essere fondamentale per insorgenza e progressione della Sclerosi Multipla, tipica patologia autoimmune e ci sono stati risultati, nella terapia di tale patologia, con l’uso di IL10 appunto per il suo
antagonismo con l’IL12 stessa. Anche i buoni risultati ottenutio con l’uso di INF-beta sono da ascrivere al suo ruolo di
inibizione dell’IL12.
Interleuchina 13 (IL13)
Prodotta dai Linfociti T Helper 2 è una glicoproteina di 15 kD
strutturalmente simile all’IL-4, prodotta dai linfociti TH2 e da
alcune cellule epiteliali. Il suo recettore è espresso principalmente su cellule non linfoidi quali i macrofagi ed ha un effetto inibitorio su di esse, antagonista rispetto all’INF-³. Mima
gli effetti dell’IL-4 su cellule non linfoidi.
Caratteristiche generali
Stimola la produzione delle cellule B e determina switch IgE.
Indicazioni cliniche specifiche
— AIDS
Considerazioni generali
Agisce precocemente sulla risposta immune e induce la crescita e la differenziazione delle cellule B in assenza di una
espansione delle cellule T. Aumenta la sopravvivenza dei
207
CITOCHINE
monociti in cultura, riduce la produzione di citochine proinfiammatorie (IL1, IL6, TNF alfa), inibisce la sintesi di IL12.
Inibisce la replicazione dell’HIV nei monociti pur non eradicando l’infezione
INTERFERONI
Gli Interferoni sono citochine glicoproteiche che giocano un
ruolo importante nella prima linea di difesa nei confronti delle infezioni virali. Essi sono parte del Sistema Immune Aspecifico e la loro sintesi è attivata nei primi stadi dell’infezione
virale, prima che il sistema immune specifico abbia tempo di
rispondere. Le cellule stimolate secernono gli interferoni nella matrice cellulare, quindi si legano alle cellule bersaglio e
inducono la trascrizione di 20-30 geni da parte della cellula
attivandone la resistenza al virus.
Tipi di interferone
INTERFERONI DI TIPO I:
Interferone-alpha (Inteferone Leucocitario) prodotto da leucociti infettati da virus, etc.
Interferone-beta (Interferone Fibroblastico) prodotto da fibroblasti infettati da virus o da cellule epiteliali infettate, etc.
Questi due interferoni, rappresentati da circa 20 proteine tra
loro correlate, sono molto potenti come agenti anti virali.
Non sono espressi nelle cellule normali ma una infezione
virale determina la produzione di interferone da parte della
cellula. Sia i virus RNA che DNA inducono la produzione di
interferone ma i virus RNA tendono ad indurre livelli maggiori di tali proteine. Anche altri stimoli quali l’immissione nel
medium di doppie eliche di RNA, liposaccaridi e alcuni componenti di certi batteri, possono indurre le cellule a produrre
interferoni.
INTERFERONI DI TIPO II
Interferon-gamma (Interferone Immunologico) è prodotto da
alcune cellule T attivate e dai NK
L’interferone gamma è prodotto in risposta a stimolazioni
antigeniche (inclusi i virus) o in seguito a stimolo mitogenico sui linfociti.
Interferone-alpha e Interferone-beta (Interferoni di tipo I)
Come già accennato, gli interferoni inducono la sintesi di
circa 20-30 proteine e la funzione di molte di queste non è
ancora nota. Tuttavia almeno tre delle proteine che inducono lo stato antivirale nelle cellule, sono state ampiamente
studiate ed è risultato un loro ruolo complesso tanto che è
chiaro quanto sia importante che esse siano sintetizzate solo
al bisogno. Il trattamento con interferone induce solo la sintesi della forma inattiva di tali proteine, potenzialmente tossiche, che vengono attivate solo se le cellule sono infettate da
virus e producono un particolare tipo di RNA. Solitamente
l’attivazione di tali proteine porta alla morte della cellula ma
l’infezione viene fermata.
Questo non è il solo meccanismo d’azione degli interferoni
che tutti determinano un aumento dell’espressione della clas208
se di molecole I MHC promuovendo quindi il riconoscimento da parte delle cellule T citotossiche. Tutti gli interferoni
possono attivare le cellule NK che a loro volta uccidono le
cellule infettate da virus. L’interferone gamma aumenta
l’espressione delle molecole di classe II MHC sulle cellule
presentanti l’antigene e pertanto e quindi attivano i linfociti
T helper. L’interferone gamma attiva anche la capacità dei
macrofagi di resistere all’infezione virale, ovvero la loro resistenza intrinseca, oltre a quella di uccidere cellule infette,
resistenza estrinseca. Gli interferoni hanno molti altri effetti
sull’espressione genetica, non tutti individuati. Deve essere
rilevato che alcuni virus hano sviluppato difese contro gli
interferoni e la risposta da loro indotta.
Usi terapeutici degli interferoni
Gli Interferoni alpha e beta sono stati usati per trattare varie
infezioni virali, in particolare casi acuti e cronici di epatite B e
C. L’interferone gamma è stato usato per trattare molte malattie in cui sia importante attivare i macrofagi: lebbra, leishmania, toxoplasmosi. Poiché gli interferoni hanno anche un effetto antiproliferativo, sono stati usati nella cura di vari tumori, in particolare il melanoma e il sarcoma di Kaposi.
Effetti collaterali degli interferoni
Effetti collaterali comuni sono: febbre, malessere, fatica cronica, dolori muscolari, depressione, tremori, convulsioni, mielosoppressione. Grosse quantità di interferone possono indurre sintomi tossici a livello di: rene, fegato, midollo osseo
e cuore.
Interferone Alfa
L’interferone Alpha è una sostanza naturalmente prodotta
dai macrofagi infettati da virus. L’effetto antivirale si esplica
in vari modi, in particolare tramite: attivazione dei macrofago,
dei natural killers, dei linfociti T CD4 e CD8 oltre che inducendo la sintesi di molecole MHC di classe I e II.
Indicazioni cliniche specifiche
— Epatite B cronica attiva
— Epatite C
— Condilomi acuminati
— Infezioni da papilloma virus umano
— Sarcoma di Kaposi
Considerazioni generali
A tutti sono noti gli effetti collaterali spesso gravi che si
hanno con l’uso di non fisiologiche grandi quantità di Interferone, si va dall’esacerbazione di problematiche neuropsichiatriche, alle patologie autoimmmuni, ai fatti ischemici, alle
infezioni anche gravi. Già in passato era stata osservata nell’ambito della medicina convenzionale l’utilità di piccole dosi
orali di interferone. Questo concetto viene ripreso dalla pratica clinica omotossicologica che nella sua strategia terapeutica di patologie molto complesse accosta l’uso degli
interferoni omeopaticizzati in basse diluizioni a quello degli
CITOFILASSI
organoterapici e dei catalizzatori intermedi.
Interferone Beta
Proteina prodotta da fibroblasti e altre cellule in risposta a
uno stimolo virale.
Caratteristiche generali
L’interferone beta (IFNb) influenza i processi immunitari coinvolti nella sclerosi multipla, agendo maggiormente sulla reazione infiammatoria e in minor misura sulla reazione di demielinizzazione. In particolare agisce sui linfociti T inibendone la
migrazione, l’attivazione e riducendo la produzione di citochine infiammatorie.
Indicazioni cliniche specifiche
— Sclerosi Multipla
Considerazioni generali
Proposto come nuova terapia per la sclerosi multipla e commercializzato come Mylimax è spesso associato al glatiramer
acetato, riduce la frequenza e gravità delle ricadute della malattia oltre che il numero di lesioni riscontrabili alla risonanza
magnetica. È stata recentemente introdotta in terapia la forma orale di tale interferone. Non si ottiene tuttavia una remielinizzazione o una guarigione, tuttavia si nota con questo
trattamento:
• Riduzione delle ricadute
• Prevenzione dei sintomi correlati con le ricadute
• Prevenzione dei deficit legati con la progressione della malattia
Interferone Gamma
Glicoproteina omodimerica contenente due subunità di 2124 kD; prodotto da cellule CD4 e CD8 attivati.
Caratteristiche generali
• Attività antivirale più modesta dell’interferone di tipo I.
• Potente attivatore dei macrofagi
• Aumenta espressione MHC I e anche II
• Stimola lo sviluppo dei linfociti TH1 e inibisce i TH2 (effetto
indiretto tramite induzione dei macrofagi a produrre IL-12)
• Promuove nei linfociti B lo switch isotipico verso le sottoclassi IgG in particolare IgG2, inibendo al contempo lo scambio verso le IgE e IgG1
• Potente attivatore neutrofili e cellule NK
• Attivatore cellule endoteliali favorendo l’adesione dei linfociti T alle pareti vasali e loro extravasazione a livello dei
focolai infiammatori (in concerto con TNF).
Indicazioni cliniche specifiche
— Infezioni gravi in pazienti con malattia granulomatosa
cronica
— Deficit immunologico
Considerazioni generali
L’attivazione dei macrofagi ottenuta dai prodotti dei linfociti
T, quali l’Interferone gamma, costituisce un formidabile mec-
canismo di difesa. I macrofagi attivati fondono i loro lisosomi in modo più efficiente con i fagosomi riversando sui microrganismi fagocitati gli enzimi lisosomiali dotati di attività
battericida. I macrofagi attivati producono inoltre derivati
tossici dell’ossigeno (perossido, superossido, ossigeno singoletto) e acido nitrico, potenti battericidi. Poiché i macrofagi attivati costituiscono un sistema di difesa così efficiente,
ci si può chiedere come mai essi non vengano mantenuti in
un costante stato di attivazione, invece di richiedere l’intervento dei mediatori elaborati dai linfociti T. Oltre al fatto che
un loro stato di attivazione continua costituirebbe uno spreco di energia, la principale ragione consiste nel fatto che i
macrofagi attivati possono indurre importanti danni ai tessuti.
CITOFILASSI
1. La fagocitosi è la proprietà che hanno certe cellule di cercare, inglobare e distruggere, digerendoli, dei micro-organismi più o meno gravi (microbi, virus) che sono penetrati nel
sangue. Incaricati di questa lotta sono le legioni di valorosi
leucociti (globuli bianchi), → Emocromo.
La citofilassi è l’azione esercitata da certe soluzioni saline
naturali (acque minerali) o artificiali sui globuli bianchi, e che
rinforza la loro azione.
Il Pr. Paul Delbet scoprì, nel 1915, il ruolo che poteva giocare
il Cloruro di magnesio sull’accrescimento del potere di difesa dei fagociti (più di 300%).
Il Magnesio non è un farmaco vero e proprio, ma un elemento prezioso nella lotta contro l’infezione; il suo interesse è accresciuto dalla povertà di magnesio nei suoli attuali,
come dalle tecniche alimentari moderne che ne riducono la
quantità nella nostra alimentazione (raffinamento del grano
e del riso, dello zucchero, ecc.), da cui derivano numerose
carenze.
2. Come procedere.
In caso di bisogno, procurarsi in farmacia due o tre sacchetti
da 20 g di cloruro di magnesio (si può tenerne nel proprio
armadietto dei medicinali, ma non in grosse quantità poiché
è igrometrico). Fare sciogliere il contenuto del sacchetto in
un litro d’acqua minerale leggera e, se vi è grande urgenza, di
acqua del rubinetto.
Dare al malato 125 cc (1/8 di litro) della soluzione, in cinque
minuti (in una o più volte).
2 h dopo, seconda somministrazione di 125 cc. Questa dose
è da ripetere in seguito ogni 6, 8 o 12 h, secondo la gravità del
caso.
Al di sotto dei 5 anni, ogni somministrazione della soluzione
sarà di 100 cc, o 80 cc, o 60 cc, secondo l’età.
Intercalare i rimedi omeopatici consigliati; dare i granuli o le
gtt. 1/2 h prima delle somministrazioni della soluzione e 1 h
dopo.
Nei casi in cui una citofilassi può convenire, dei composti di
magnesio sono segnalati nelle malattie in causa, BioMag
Lehning, Naturorange Mineral, ecc.
209
CITRUS AURANTIUM
3. Applicazione della citofilassi. Citiamo tra i numerosi casi:
Angoscia, Angina, Bronchite, Broncopolmonite, Cancro (eccetto il cancro digestivo), Corizza, Crampi, Difterite, Dismenorrea, Studente, Meningite, Faringite, Poliomielite, Prostata, Senescenza, Tetania, Verruche, Vertigine, Zona, ecc.
4. Contro-indicazioni (rare).
Cancro digestivo, Dispepsia, Ipercloridria, Insufficienza renale.
5. → OLIGOELEMENTI, cap. I e III, Iper- e Ipomagnesemia.
6. Letture consigliate: J. Durlach, Il Magnesio nella pratica
clinica, Nuova Ipsa Editore, 1988.
CITRUS AURANTIUM L. var. amara L.
(Arancio amaro) - Famiglia Rutacee
• Generalità - Arbusto o piccolo albero sempreverde,
alto 5-6 metri.
• Parti usate - Bucce essiccate dei frutti immaturi, foglie
e anche i fiori in boccio.
• Principi attivi - Olio essenziale (0,3%-4,8%) costituito
di d-limonene (92%), esteri (acetati di nerile, citronellile,
genarile ecc.), aldeidi, esperidina, auranziamarina, e diversi altri componenti.
• Proprietà terapeutiche - Eupeptiche, stomachiche, digestive, antispasmodiche, neuro sedative, tranquillanti.
Indicazioni, preparazioni e dosi
Inappetenza, dispepsie.
Infuso:
Arancio amaro - buccia essiccata o fiori 10 g (fiori 5 g)
acqua bollente
100 ml
Infusione 5-10 minuti, poi colare.
Dosi: tutto, bollente, subito dopo i pasti principali con
l’aggiunta, a piacere, di un cucchiaino di grappa o cognac.
Elisir eupeptico:
Arance amare fresche - bucce
4
(prive della parte bianca interna)
oppure
Arancio amaro - bucce essiccate 100 g
alcol etilico a 90°
200 g
zucchero fine
250 g
vino bianco a 16°-18°
2000 ml
Tagliuzzare o pestare le bucce, metterle in un grosso
vaso di vetro a chiusura ermetica assieme all’alcol e lasciare macerare per 8 giorni. Aggiungervi i due litri di
vino (dolce o secco secondo i gusti), e lasciar macerare
per 10 giorni. Colare, farvi sciogliere lo zucchero, passare per tela fine, spremere, e lasciar riposare per 15 giorni.
Travasare o filtrare per carta se si vuole un prodotto
limpido.
Dosi: 1 bicchierino da liquore prima dei due pasti principali.
210
Tè di fiori (digestivo e sedativo):
1 cucchiaino di fiori d’arancio amaro, essiccati, per ogni
tazza d’acqua calda. Infusione 5 minuti.
Dosi: 3-4 tazzine al giorno, secondo necessità, caldo.
Olio essenziale: dalla distillazione delle bucce fresche
dei frutti immaturi si ricava l’”essenza di bigarade”, usata nell’industria profumiera.
CLAUDICATIO INTERMITTENS
Impossibilità transitoria di camminare, dopo un certo percorso, per la comparsa, a livello di un arto inferiore, di dolore
crampiforme e d’impotenza funzionale, che regrediscono col
riposo. È segno di ipoafflusso di sangue arterioso al momento della maggiore richiesta.
Curare: Arterite, Aterosclerosi, Gotta, Mielite.
Aesculus compositum, 10 gtt. 3-6 v. al dì.
Secale-Heel, 10 gtt. 3. v al dì.
BFX-Secale, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
Barita-Iris, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
Localmente: Arnica compositum, pomata.
TERAPIA SANUM:
Trattandosi di una manifestazione di grave disbiosi si consiglia il seguente schema:
Mucokehl D 4 capsule - 1 cp. prima di pranzo e 1 capsula
prima di cena
Sanuvis gocce - 20 gtt. al risveglio
Nella plica flessoria delle ginocchia e nella piega inguinale si
possono inoltre frizionare al mattino e alla sera
Mucokehl D 5 gocce - 5 gtt. di aggiunte a
Sanuvis gocce - 15 gtt.
N.B. Una forma particolare è la c. i. di Roth, forma di dolore
alla coscia con angiosapsmo nel territorio del nervo femorocutaneo ma senza una patologia vasale organica.
CLAUSTROFOBIA
Etimologicamente, è la paura degli spazi chiusi (ambienti privi di finestre, cabina dell’ascensore, cabina telefonica, ecc.);
ai nostri giorni, il significato della parola si è esteso anche
alla paura di viaggiare in un scompartimento del treno, una
cabina dell’aereo; in una sala di proiezione, chi soffre di claustrofobia cerca un posto il più vicino all’uscita.
“Analogamente a tutte le fobie, questa può rappresentare
una tentazione temuta (p. es. una paura dell’eccitazione sessuale in alcuni p. si manifesta sotto forma di oppressione e di
sens. vegetative dolorose; o una paura delle fantasie di stare
nell’utero materno) o può rappresentare una punizione per
aver ceduto alla tentazione, o una combinazione di tutte queste paure” (Hinsie/Campbell).
Argentum nitricum: paura dei grandi spazi, dei luoghi elevati; paura di attraversare una strada o di svoltare a un angolo. Ma è anche calustrofobico.
CLIMATOPATOLOGIA
Pulsatilla: gli serve aiuto per uscire di casa, per fare una
passeggiata o andare al mercato. Se va a ballare o dal medico
avrà necessità di un accompagnatore.
Bryonia: teme il trac fino al punto che ritroverà la calma solo
se non andrà dove deve.
Lachesis: Non ama nulla che costringe il corpo (cinture, elastici, collane...) né essere confinato in un ascensore o in
metrò, soprattutto se fa caldo. Guermonprez ha indicato la
paura di circolare sulle autostrade nelle quali le uscite sono
distanti tra loro, pertanto alcuni fobici preferiscono percorrere la rete normale.
Natrum muriaticum: Ha paura del mondo e cerca a qualunque costo la solitudine. Tuttavia si rifugia nella sua camera e
teme oltremodo il ricovero ospedaliero. Spesso si tratta di
uno schizoide.
BFX-Lepidolite, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
BFX-CR 6, il contenuto di 1 cps 2-3 v. al dì.
smo, Rachitismo, Sovraffaticamento (salvo se si tratta di una
persona troppo nervosa, troppo eccitabile e in una zona marittima troppo ventosa), Tubercolosi extra-polmonare (tubercolosi ghiandolare, ossea, peritoneale).
Contro-indicazioni generali: Arteriosclerosi, Artritismo accentuato, Asma, Cancro, Cardiopatia, Colite cronica, Enfisema, Epatite cronica, Nevropatia, Tubercolosi polmonare (evolutiva o latente), vecchiaia avanzata (quanto meno per coloro che vivono in città), ecc.
Per quanto riguarda la Francia, il mar del Nord, la Manica,
l’Atlantico, vanno bene per i bambini rachitici, gli anemici;
questi mari fortificano i magri e fanno dimagrire i grassi; sono
sconsigliati, in linea di principio, a chi soffre di insonnia, ai
reumatismi, agli artritici, ai nervosi.
Il Mediterraneo va bene per gli anemici, i convalescenti, gli
obesi e i giovanissimi, ma è sconsigliato, in linea di principio,
ai cardiaci, agli ipertesi, ai reumatici.
CLEPTOMANIA
Tendenza impulsiva al furto, in assenza di motivazione cosciente. Ne sono segni caratteristici il lieve obnubilamento al
momento del furto e il deficit più o meno marcato di memoria
per l’atto compiuto durante l’accesso. Dal punto di vista
psicoanalitico si ritiene che il rubare ossessivo derivi dal
periodo della sessualità infantile: il ladro ruba oggetti che
possiedono per lui un valore libidico.
Di competenza dello psichiatra. Provare sempre (d’accordo
con il paziente):
Absinthium 7CH, una dose (o 5 gr.), ogni 15 giorni.
Tarentula hispanica 5CH, Platina 5CH, Oxytropis campestris 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
OLIGOELEMENTI: Rame-Oro-Argento, a giorni alterni.
2. I laghi.
Indicazioni generali: Asma, Cardiopatia, Insufficienza renale, Nefropatia, Nervosismo, malattie delle vie aeree superiori,
soprattutto se il lago è situato in montagna.
Contro-indicazioni generali: Reumatismo, Tubercolosi.
CLIMATERIO
BFX-CR 15, il contenuto di 1 cps 1-2 v. al dì.
BFX-Angelica, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
Pulvised, 1 cp. 2-3 v. al dì.
→ Menopausa.
CLIMATISMO
In medicina, il clima è l’influenza, sugli esseri organizzati,
delle condizioni meteorologiche alle quali una regione è sottomessa; la climatoterapia riguarda l’applicazione di questa
influenza alla cura delle malattie.
Anche se si è apparentemente in buona salute, la scelta di un
luogo per il riposo, le vacanze, non è sempre indifferente;
soprattutto se si tratta della convalescenza dopo una malattia acuta o di tonificare, modificare il terreno in caso di affezione cronica; è bene consultare in proposito il medico di
famiglia.
Quattro sono le grandi divisioni climatiche classiche:
1. Il mare.
Indicazioni: Adenopatia, Anemia, Convalescenza dopo numerose malattie infettive (Pertosse, Morbillo, ecc.), Linfati-
3. La pianura, la campagna.
Sedativa, dà riposo e calma a tutti e se non si può andare in
montagna, al mare o ai laghi: Artritismo, Epatismo, Nefropatia, Bronchite cronica con enfisema, Reumatismo cronico,
Tubercolosi
Evitare le pianure ventose o piene di nebbia.
4. La montagna.
È tonica dai 300 ai 500 m, stimolante dai 500 ai 1200 m (“la
montagna con i pascoli”), eccitante al di sotto dei 1.200 m.
Indicazioni generali: Buona, in linea di principio, dai 300
agli 800 m, per tutti.
Va bene per Anemia, Asma e Bronchite cronica, Laringite
cronica, Nevrastenia leggera, Obesità, Pre-tubercolosi, Tubercolosi, Sovraffaticamento.
Contro-indicazioni generali al di sotto dei 1.200 m: Angina
pectoris, Cardiopatia, Ipertensione arteriosa, Nervosismo
nelle forme particolarmente irritabili, Reumatismo articolare,
Tubercolosi (nelle forme sanguinanti), le età estreme della
vita.
La cura idrominerale, sia in pianura che in riva al lago o al
mare, o in montagna, si associa perfettamente alla climatoterapia.
CLIMATOPATOLOGIA
In generale, le persone in buona salute sono poco o per nulla
sottomesse alle variazioni atmosferiche; al contrario, altre
persone: amputati, gottosi, artritici, reumatici, ecc., sono sensibili e possono persino prevedere i cambiamenti in base ai
dolori delle loro articolazioni.
211
CLOASMA
I venti del sud rendono i soggetti nervosi apatici o irritabili.
Se troppo calda, la temperatura può produrre un colpo di
calore; se troppo fredda, può provocare: corizza, rino-faringite, angina, ecc. o rivelarsi pericolosa per certi cardiopatici,
ecc.
v: Colpo di calore, Febbre di Gulf-Stream, Foehn (Malattia
di), Temporale, Vento.
CLOASMA
1. Maschera gravidica, → Efelidi, Melanosi, § 2
2. A parte questo caso, il Cloasma (macchie pigmentarie più
grigie che marroni o scure, localizzate in faccia), si può riscontrare sia nell’uomo che nella donna, in: Anemia grave,
Cirrosi, Tubercolosi, Tumore maligno, ecc.; nella donna, in
caso di: disfunzione ovarica, fibroma, metrite, salpingite.
La “maschera” può essere provocata, nel periodo di esposizione al sole, dall’uso di contraccettivi ormonali, o di certi
farmaci (cicline, idantoina, griseofulvina, ecc.).
3. A differenza di certe melanosi, non vi è né desquamazione,
né atrofia, né prurito.
Da non confondere con la frequente Cheratosi senile e soprattutto con la Melanosi solare (o senile), → Melanosi, § 3.
CLORIDRATO DI COLINA
→ VITAMINE (Vit. J).
CLORO, CLOREMIA, CLORURIA
1. Cloremia. Quantità di cloro contenuto nel sangue. Normalmente, va da 3,45 a 3,75 g per litro di plasma (Cloremia
plasmatica); da 1,75 a 2 g per litro di globuli rossi (Cloremia
globulare); di 3 g per litro di sangue totale.
L’Ipercloremia rivela un disturbo dell’equilibrio acido-basico, e si riscontra nell’Eclampsia, nelle Nefrosi, ecc.
L’Ipocloremia si riscontra nelle gravi perdite saline: Colpo di
calore, Diarree profuse, Vomiti abbondanti, Traspirazione
considerevole, Intossicazioni (da mercurio, da funghi, ecc.),
Insufficienza renale, certi Traumi, Ustioni, dieta senza sale,
ecc.
2. Cloruria. Quantità di cloro contenuta nell’urina.
La quantità di cloro (da 10 a 15 g nelle 24 h) varia secondo
l’alimentazione.
L’Ipercloruria può tradurre un eccesso di sale nella dieta,
una Poliuria, ecc.
L’Ipocloruria traduce i risultati di una dieta declorurata, e si
constata in certe Cardiopatie, Nefriti e Cirrosi, Ustioni, Febbri, ecc.
CNICUS BENEDICTUS Gaertn.
(Cardo benedetto) - Famiglia Composite
• Generalità - Pianta erbacea annua, pelosa o lanugginosa, talvolta un po’ spinosa.
• Parti usate - Pianta intera, raccolta all’epoca della fioritura, privata della parte più grossolana del fusto e fatta
essiccare all’aria e all’ombra. Non ha odore ed è di sapore amarognolo - aromatico.
• Principi attivi - Un glicoside amaro, un principio amaro, la cnicina, acidi grassi e resinosi, tannino, sali minerali, vitamina B, e tracce di varie altre sostanze.
• Proprietà terapeutiche – Amaro- tonico-eupeptiche,
stimolanti, diuretiche e febbrifughe.
Indicazioni, preparazioni e dosi
Dispepsie, acidità gastrica, cefalee, inappetenza, febbre.
Infuso o tè (dispepsie, acidità gastrica, cefalee, inappetenza):
Cardo benedetto - fiori e foglie
5g
Acqua bollente
100 ml
Infusione di 5 minuti in teiera.
Dosi: da bersi tutto, molto caldo, senza zucchero, dopo
i pasti.
Infuso vinoso (dispepsie, acidità gastrica, cefalee, inappetenza):
Cardo benedetto - fiori
60 g
vino bianco a 16°
1000 ml
Macerazione di 20 giorni, colare, spremere e travasare in
bottiglia; non è necessario filtrare.
Dosi: 1 bicchierino da liquore o due cucchiai, 10 minuti
prima di pranzo e cena, oppure immediatamente dopo.
Tintura alcolica (febbrifugo e disturbi dispeptici):
Cardo benedetto - fiori e foglie
20 g
alcol etilico a 60°
100 ml
Macerazione di 8 giorni, passare per tela e spremere.
Dosi: 40-60 gocce, 2-3 volte al giorno, in poca acqua
calda o fredda, secondo la preferenza.
Tintura (febbrifugo e disturbi dispeptici) (in farmacia):
Cardo benedetto - estratto fluido
20 g
Alcol etilico a 25°
80 ml
Dosi: 1 cucchiaino da caffè, liscio o in pochissima acqua.
Vino tonico-eupeptico (febbrifugo e disturbi dispeptici):
Cardo benedetto - estratto fluido
20 g
vino marsala o bianco a 16°
180 ml
Dosi: 1 cucchiaio 10 minuti prima dei pasti.
CLOROSI (Anemia essenziale delle ragazze)
Utilizzare i rimedi dell’Anemia I, § 1.
COCCIGODINIA o COCCIDINIA
Sindrome dolorosa localizzata al coccige.
CLOROSI dei NEONATI
→ Anemia, I, § 2.
1. Dopo caduta sul coccige, traumatismo.
Arnica 5CH, Hypericum 4CH, 2 gr., 2 v. al dì, alternando.
Ruta 5CH, 2 gr., 1 v. al dì.
212
COENZIMA Q10
Arnica Complexe n° 1 Lehning, 20 gtt. ogni 1 ora; a miglioramento, 2-3 v. al dì.
Frizioni dolci con la Pomata alla Calendula.
2. Nevralgie del coccige.
Lachesis 7CH, una dose, 1 volta.
Causticum 5CH, 2 gr., 1 v. al dì.
Magnesia phosphorica 5CH, Cimicifuga 4CH, Paris quadrifolia 4CH, 2 gr. 2 v. al dì, alternando i tre rimedi.
VITAMINE: B1, B6, → VITAMINE.
Fare curare, se occorre, una lesione dell’ano o del retto (emorroidi, fessura anale); nell’uomo, la prostata, nella donna, le
malattie dell’utero o dei suoi annessi.
→ Nevralgia ano-rettale, I, § 1.
La coccigodinia è assai frequente nella donna dai 30 ai 50
anni, sia in seguito ad un parto particolarmente difficile, sia
in seguito ad un reumatismo della regione sacro-coccigea.
3. Reumatismo del coccige:
Al trattamento del Reumatismo, § 1, aggiungere:
Causticum 5CH, Ruta 5CH, Kali bichromicum 5CH, 2 gr. 1 v.
al dì.
COCCULUS INDICUS (M. M.)
Cocculus indicus - Menispermacee
Azione principale su tutto l’asse cerebro-spinale; provoca un’estrema irritazione del sistema nervoso che si
traduce in: convulsioni, contratture, tremori, accessi che
ricordano l’istero-epilessia, nevralgie, paraplegie e
un’iperestesia generalizzata.
Donde la sua indicazione nelle:
1) vertigini alzandosi dal letto che obbligano a ricordarsi o provando a sollevare la testa dal cuscino, spesso
associate a conati di vomito, nausee, mancamenti; migliorato dall’aria chiusa (contrario di Tabacum che migliora all’aria aperta);
2) tremori degli arti molto marcati, stando seduti, mangiando;
3) epilessia con accessi al mattino, non appena il malato
lascia il letto;
4) paraplegie e tutti gli stati paretici e paralitici: incoordinazione, tremori e dolori dopo ictus;
5) dolori diversi, particolarmente crampoidi e folgoranti,
che seguono il tragitto dei neri, con movimenti involontari, scosse nelle parti dolorose;
6) vomito e nausea da causa nervosa: ma soprattutto
andando in vettura, auto, battello.
Altra grande indicazione contraria alla precedente:
debolezza.
È dovuta all’esaurimento dei centri nervosi che fa seguito ad una loro eccitazione troppo intensa o troppo prolungata. Questa debolezza estrema di Cocculus si mani-
festa con una grandissima rilassatezza di tutto il corpo:
per stare dritto il malato fa un vero sforzo; testa inclinata
per debolezza dei muscoli cervicali; vero stato paretico
dei muscoli dorso-lombari e delle estremità; le ginocchia
sembra non ci siano più. Debolezza paralitica accompagnata da intorpidimento e formicolio.
Tutte le impressioni ed eccitazioni nervose sono lente a
colpire i centri psichici, sensitivi o motori, sente con
ritardo la sensazione d’una puntura; risponda lentamente
a una domanda, sembrando che prima vi mediti su.
Questo esaurimento nervoso può essere dovuto a cause midollari; sovraffaticamento e insonnia soprattutto
se sono accompagnate da inquietudine. Si nota allora
spesso una cefalea occipitale, con sensazione di vuoto
nella testa o sensazione bizzarra che l’occipite si apra e
si chiuda.
Sintomi digestivi:
1) Salivazione eccessiva con sete;
2) Avversione per tutti gli alimenti che sopravviene spesso al mattino, non appena il malato si alza;
3) Crampi allo stomaco con ansietà, dispnea, calore alla
faccia e freddo agli arti;
4) Distensione enorme dell’addome da flatulenza, con
sensazione che è pieno di pietre, coliche ventose.
Caratteristiche:
a) miglioramento restando coricato o seduto, apparizione o aggravamento dei sintomi dal momento che ci si
alza;
b) aggravamento su veicolo in movimento;
c) il tempo sembra passare troppo rapidamente: una
settimana è già terminata mentre gli sembra d’essere al
primo giorno;
d) impulso irresistibile a cantare;
e) sensazione che gli occhi siano tirati in avanti;
f) sensazione di vuoto nella testa.
COENZIMA Q10 (UBICHINONE)
Il coenzima Q10, detto anche ubichinone, ubiquinone, ubidecarenone, è un coenzima liposolubile, molto diffuso in natura, anche se si trova sempre in concentrazioni molto basse.
Per questo motivo è difficile estrarlo, e da qui il costo molto
alto della materia prima. Si trova sia nel regno vegetale che in
quello animale, ed è presente praticamente in tutte le cellule.
Il nome ubichinone infatti significa che è “ubiquo”, cioè che
si trova dappertutto. Il numero 10 sta ad indicare la forma
completa del coenzima, che viene costruito dagli organismi
in tappe successive, con coenzimi numerati progressivamente
dal Q6 fino al numero 10.
Fu scoperto nel 1957 dal professor Frederick Crane, dell’Università del Wisconsin, USA, che lo isolò per la prima volta
nei mitocondri del cuore di bue. Nel 1978 Peter Mitchell fu
213
COENZIMA Q10
insignito del premio Nobel per i suoi studi sul funzionamento
del coenzima Q10.
Il Q10 è importantissimo nella produzione e nel trasporto di
energia tra le cellule. All’interno delle cellule mitocondriali
contribuisce alla sintesi dell’ATP, principale fonte di energia
cellulare.
La degradazione delle macromolecole a funzione nutritiva
(polisaccaridi, lipidi, proteine) avviene ovviamente per stadi... Nel primo i polimeri vengono vengono degradati in monomeri, nel secondo i monomeri subiscono la trasformazione
in AcetilCoa, nel terzo dal ciclo di Krebs si produce CO2 e
FADH. La riossidazione del NADH conduce alla formazione
di ATP e H2O.
Nel ciclo di Krebs le otto reazioni enzimatiche ossidano l’AcetilCoa, che deriva dal Piruvato, in CO2 e H2O. NADH e FADH2
formatisi, per ossidazione originano ATP. La catena respiratoria ha sede nella membrana mitocondriale interna e rappresenta il principale tramite ossidativo per la formazione di ATP.
La sequenza dei sistemi redox nella catena respiratoria, viene
logicamente stabilita in funzione dei loro potenziali ossidoriduttivi. Il potenziale più negativo è quello del sistema NADH+
H+/NAD+, segue un sistema trasportatore sia di H+ sia di
elettroni che termina in un chinone: il coenzima Q.
La nostra dieta non è sufficiente a fornire il CoQ10 in quantità
necessarie: una dieta non vegetariana permette l’assunzione, in media di 5-10 mg di Coq10, mentre una dieta vegetariana ne apporta ancora meno. Per questo il nostro organismo
ha mantenuto la capacità di produrlo attraverso una complicata sequenza di 10 step enzimatici controllata da vitamine,
coenzimi ed enzimi. Ricerche scientifiche stimano che l’organismo produce di media 500 mg di CoQ10 al giorno.
Studi scientifici (Langsjoen PH et al. The clinical use of HMGCoa reductase inhibitors and the associated depletion of
Coenzyme Q10. A review of human and animal publications. Biofactors. 2003; Vol.18(1-4): 101-111 - Ma buchi H
et al. Reduction of serum ubichinol-10 ubiquinone-10 levels by atorvastatin in hypercholesterolemic patients.
J.Ather.Thromb. 2005; Vol.12(2): 111-119) hanno dimostrato che l’assunzione di statine, farmaci inibitori dell’enzima
HMG-CoA reduttasi utilizzati per ridurre l’ipercolesterolemia,
determinano una deplezione di CoQ10. In particolare uno studio effettuato presso la Columbia University (NY) ha dimostrato che l’assunzione di 80 mg/die di statine per 30 giorni
determina riduzione di CoQ10 del 50%, e un altro studio giapponese (Kanazawa University) ha dimostrato che dosi anche
inferiori (10 mg/die) dopo 8 settimane ne determinano una
riduzione del 40%.
Il CoQ10 è una molecola liposolubile, e pertanto andrebbe
assunta durante pasti contenenti olio o grassi, tuttavia alcuni ricercatori svizzeri hanno sintetizzato una nuova formulazione, idrosolubile e pertanto perfettamente assorbibile di
Ubichinone.
Grazie al ruolo centrale nella produzione di energia, è utile per
svariate cose, soprattutto per il cuore, come antiossidante,
214
per abbassare il tasso di colesterolo e per mantenere l’elasticità della pelle.
Il coenzima Q10, come è stato provato da centinaia di pubblicazioni scientifiche è innocuo, anche a dosaggi molto alti.
Non si conoscono casi di intolleranza o intossicazione. È
consigliabile una integrazione quotidiana di circa 20-40 mg,
insieme a vitamine e sali minerali, che ne completano l’azione.
Ha una forte azione antiossidante e protegge dai radicali liberi, specialmente se assunto insieme alla vitamina E, che ha
una struttura simile.
Il Q10 è sintetizzato dalle cellule, tuttavia la sua produzione
comincia a diminuire dai 35-40 anni, per abbassarsi sempre di
più col passare degli anni. Diminuisce anche con le malattie
croniche e con alcuni farmaci anti-colesterolo, le statine.
Le cellule del cuore hanno un’alta concentrazione di Q10, la
più alta in tutto il corpo. Questo è dovuto al fatto che il cuore
deve produrre energia in continuazione. È indicato nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, nell’insufficienza cardiaca, nell’angina pectoris.
Uno studio pubblicato dall’Università del Texas ne 1994 ha
evidenziato “un sensibile miglioramento in soggetti cardiopatici trattati con dosi di Q10 da 80 a 600 mg al giorno”.
Altre ricerche hanno dimostrato che gli attacchi cardiaci tendono a verificarsi quando le scorte di Q10 sono particolarmente ridotte. Somministrando elevate dosi di Q10 a persone
che hanno subìto un attacco cardiaco, contribuisce a ripristinare le funzioni cardiache. Inoltre è stata evidenziata la capacità di alzare le difese immunitarie.
Viene usato in medicina anche contro il cancro, specialmente
in tumori al seno e alla prostata.
È utilizzato contro varie malattie neurologiche degenerative
croniche quali la distrofia muscolare, il morbo di Alzheimer, la
sclerosi multipla, il morbo di Parkinson, e quello di Huntington. Aiuta a preservare le funzioni neurologiche, in quanto
protegge contro la diminuzione dell’attività dopaminergica.
È utile per chi pratica sport per dare energia, senza essere una
sostanza dopante. È stato fatto un esperimento con 25 sciatori fondisti finlandesi: il 94% di quelli che avevano assunto
Q10 dimostrarono un miglioramento nelle performances atletiche, contro solo il 33% del gruppo di controllo che aveva
assunto un placebo.
Serve inoltre per abbassare il colesterolo e per prevenire l’aterosclerosi.
È molto utile, contro le rughe e per mantenere l’elasticità della
pelle, in quanto agisce contro i radicali liberi che attaccano il
collagene e l’elastina della pelle. Agisce anche contro la psoriasi.
Un altro campo in cui il CoQ10 gioca un ruolo importante è
durante la chemioterapia con antracicline, in particolare doxorubicina (adriamicina) nella prevenzione della cardiotossicità. Questa classe di farmaci infatti ha forti limitazioni di dosaggio perché può portare a danni cardiaci irreversibili. L’utilizzo di CoQ10 (200 mg/m2) somministrato prima, durante e
dopo la chemioterapia con antracicline riduce notevolmente
COLCHICUM AUTUMNALE
i rischi di danno cardiaco, attraverso la protezione dei mitocondri delle cellule cardiache, senza interferire, anzi sinergizzando gli effetti antitumorali della chemioterapia (RW Moss.
Should patients undergoing chemotherapy and radiotherapy
be prescribe antioxidant? Integrative Cancer Therapies 2006;
5(1): 63-82)
Indicazioni terapeutiche:
• Malattie virali acute e croniche
• Malattie allergiche e autoimmuni
• Malattie neuro-muscolari
• Malattie dermatologiche
• Malattie cronico-degenerative
COFFEA (M. M.)
Caffè. Coffea cruda o arabica - Famiglia delle Rubiacee
Le tinture e triturazioni si ottengono con i semi crudi del
caffè Moka essiccati e polverizzati.
Azione fisiologica
Il caffè è un eccitante del sistema nervoso. I suoi effetti
sono molto conosciuti. Uno dei più evidenti è l’attività
cerebrale che è accompagnata da una grande attitudine
per il lavoro intellettuale e da insonnia. L’ansia epigastrica, un leggero tremore agli arti, un aumento della secrezione urinaria, un’accelerazione passeggera del polso e della respirazione sono fenomeni che si osservano
costantemente nelle persone di natura nervosa.
Un grado in più, e si manifesta un’eccitazione patologica di tutte le funzioni organiche. Aumento dell’azione
eccitomotrice, i riflessi sono esaltati si produce un sussulto quando il corpo viene sfiorato, come avviene con
la stricnina. L’irritabilità degli organi sensoriali aumenta,
la retina è più sensibile, l’udito più sottile, il gusto più
fine, la sensibilità esaltata; c’è anche una esagerazione
dell’attività nervosa degli organi digestivi e secretori,
da cui sensazione morbosa d’appetito eccessivo, aumento dello stimolo e facilità di evacuazioni alvine e di
minzione.
Modalità
Aggravamento causato da emozioni eccessive, narcotici, odori forti, rumore, durante il giorno o la notte.
Miglioramento in posizione supina, col calore.
Caratteristiche
1. Qualsiasi dolore è intollerabile nel malato di Coffea.
Non riesce a sopportare neanche il minimo dolore, che
causa grida e gemiti.
2. Iperattività fisica e mentale.
3. Insonnia a causa dell’eccitamento.
5. Iperacusia.
Indicazioni principali
Bisogna pensare a Coffea in caso di dolori intollerabili
e quando non si riscontra alcun sintomo particolarmente caratteristico.
Insonnia da sovraeccitazione dell’immaginazione; i pensieri sono talmente tanti che impediscono di dormire; il
paziente resta completamente sveglio, senza la minima
sonnolenza. Utile per i bambini durante la dentizione.
Cefalea unilaterale con sensazione di un chiodo conficcato nella testa (Ignatia), o come se il cervello fosse
lacerato o ridotto in frantumi. Le cefalee sono spesso
causate da iperattività mentale. Le cefalee iniziano generalmente la mattina e aumentano lentamente fino a diventare così insopportabili che il paziente grida e si lamenta.
Prosopalgia dovuta soprattutto a denti cariati.
Odontalgia che non è sopportabile tranne che non si
trattenga dell’acqua in bocca; si aggrava quando l’acqua si riscalda.
Dismenorrea con coliche estremamente dolorose.
Palpitazioni nervose.
Tosse che segue il morbillo (Sticta pulmonaria, Hepar
sulphur).
Posologia
Coffea è uno di quei rimedi che agiscono bene in tutte le
dosi; gli stessi casi sono stati guariti con attenuazioni
più basse o con la 200a.
COITO DOLOROSO
→ Dispareunia.
COLANGITE
Lycoplexil, 1 misurino 2-3v. al dì.
Lycopodium-Iris, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
COLCHICUM AUTUMNALE (M. M.)
Colchico o zafferano dei pascoli
Si prepara la tintura con il bulbo fresco estirpato in primavera.– Le triturazioni con il bulbo secco finemente
polverizzato.
Esiste nel Manuale di JAHR e negli Archivi di STAPF, la
patogenesi di Colchicum che non è stato sperimentato
da Hahnemann.
Azione fisiologica
Assunto ad alte dosi, il colchico è un irritante della mucosa gastrica; determina dolori acuti allo stomaco, nausee, vomiti, feci alvine, tremore agli arti, delirio, diminuzione del polso, la sua scomparsa e la morte.
Richter, Schwartz, Locher-Balber notano, oltre i sintomi
215
COLECALCIFEROLO
indicati, la salivazione, un tipo di colera, sudori freddi
alle estremità, svenimento.
Diversi autori (Willis, Carminati), dopo avere segnalato
la sua azione irritante locale, dicono che una volta assorbito, esercita un’azione deprimente sul sistema nervoso e, di conseguenza, sul sistema circolatorio.
Giacomini pensa che l’azione irritante locale non è nulla
paragonata all’azione dinamica che è in opposizione con
questa, e che la morte sia causata esclusivamente da
quest’ultima.
Dall’analisi dei fatti sembra che il colchico somministrato ai gottosi, aumenti in essi la proporzione di acido urico eliminato e che abbia un effetto curativo, mentre somministrato agli individui sani, sembra al contrario, che
diminuisca la formazione di questo prodotto di eliminazione. Comunque, se non si trova chiaramente, nella patogenesi di Colchicum, il tipico attacco di gotta all’alluce, ha prodotto molti sintomi di questa diatesi: dolori
muscolari, torcicollo, lombaggine, oftalmie (soprattutto
la cheratite artritica), dolori alle grandi articolazioni con
gonfiore, sensazione di bruciore, aggravamento al tatto.
Il suo impiego nelle manifestazioni gottose è sicuramente omeopatico.
Modalità
Aggravamento con l’odore del cibo, la perdita di sonno, il movimento, con lo sforzo mentale; la sera, dal tramonto al sorgere del sole.
Caratteristiche
1. L’odore di cucina provoca nausea fino allo svenimento.
2. Sudori freddi alla fronte (come Veratrum).
3. Violento bruciore o freddo come di ghiaccio allo stomaco.
4. Dolori addominali.
5. Prostrazione estrema, freddo intenso e tendenza al
collasso.
6. Tumefazione delle articolazioni, passa dall’una all’altra, spesso edematose, alla pressione si forma la fovea.
DOLORI - Laceranti: aumentano la sera, la notte e al
tatto.
FECI - Diarrea dissenterica con mucosità bianche, sanguinolenti, come pseudo-membranose. Prolasso rettale.
Bruciori e lacerazioni all’ano.
Stipsi, defecazione difficile con stimoli urgenti (effetto
secondario o reattivo).
Indicazioni principali
Gotta e le sua diverse manifestazioni, articolari, muscolari, oculari, sierose, ecc. Accessi di congestione polmonare nei gottosi, alla fine del loro attacco.
Reumatismo - È indicato soprattutto quando l’artrite è
senza gonfiore o dopo che il gonfiore è scomparso sotto
l’azione di Bryonia.
216
Dispepsia: pirosi gastrica e sensazione di freddo allo
stomaco e all’addome, meteorismo.
Dissenterie autunnali: scoli di muco bianchi o sanguinolenti, che sembrano brandelli, come se la mucosa intestinale fosse stata raschiata: molto tenesmo.
Edemi, che spesso guarisce dopo che Apis e Arsenicum
hanno fallito.
Stati tifoidei, in cui sembra combinare l’agitazione e la
debolezza di Arsenicum (senza ansia) con il timpanismo
di China.
Posologia
Le prime diluizioni centesimali e decimali sono quelle più
usate.
COLECALCIFEROLO
→ VITAMINE (Vit. D3).
COLECISTITE
1. Colecistite acuta.
Sintomi: dolori forti (soprattutto nelle donne) con febbre,
contrazioni, vomiti biliari, fitta di Murphy (dolore provocato
dalla palpazione profonda della regione colecistica quando
si inspira con forza).
Cause: Litiasi biliare infetta, malattia infettiva (soprattutto
Febbre tifoidea), Appendicite, Gravidanza, Volvolo (torsione) della vescica, ecc.
Trattamento d’urgenza:
1. Colocynthis 4CH, Bryonia 4CH, 2 gr. di ciascuno, presi
insieme.
Ricinus composé, 10 gtt., 1/4 h dopo.
Dr. Reckeweg R 7, da 10 a 15 gtt. in un po’ d’acqua, 3 v. al dì.
Nux Vomica 5CH, 2 gr., 1 v. al dì.
Redoxon, 1 cp., 1 v. al dì.
Belladonna D1: 5 g, Chamomilla D1: 5 g, Ignatia D1: 5 g,
Essenza di Rosmarino: 2 g, Alcool a 90°: q.b. per 125 cc, 2
cucchiai in un cataplasma di farina di lino caldo da porre
sulla regione del fegato.
Se i dolori sono molto violenti, aggiungere:
Magnesia phosphorica 5CH, Chamomilla 5CH, 2 gr. alternati
con i rimedi precedenti, da 2 a 3 v. al dì.
TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA:
Chelidonium-Homaccord, 10 gtt. 3 v. al dì.
Belladonna-Homaccord, 10 gtt. 3 v. al dì.
2. Al momento della crisi, riposo a letto, con una borsa del
ghiaccio sul ventre (avvolta in un panno), o calore locale,
secondo i casi; brodo di verdure.
Passata la crisi: dieta latteo-vegetariana, mangiare: tarassaco, carciofi, radicchio nero, brodo di verdure, pasta, purè,
poi aggiungere: verdure (tranne cavolo, pomodoro, verdure
COLESTEROLO
crude) cotte all’inglese, carni magre alla griglia o arrostite,
pesci magri, frutta.
Evitare gli alimenti ricchi di colesterolo (v. questa voce), e
qualunque alimento la cui digestione provochi dolori.
VITAMINE: A, B2, C, K, → VITAMINE.
Riposo relativo, ma evitare fatiche, emozioni, surmenage intellettuale.
N.B. – Per svuotare la vescica biliare dei residui che l’ingombrano, → Litiasi biliare. v. anche: Operazioni chirurgiche, 1, §
3 e 2, § 9.
Nelle colecistiti non litiasiche, la dieta può essere meno rigida.
ganismo; è contemporaneamente di origine endogena (sintesi nel fegato) e esogena (apporti alimentari).
COLERA
1. Colera asiatico, colera nostras, colerina, → Diarrea acuta, II e
2. Colera infantile, → Diarrea infantile, II.
1. Colesterolemia (o Colesterinemia).
È il tasso di colesterolo totale (colesterolo libero, più colesterolo esterificato) nel sangue.
Nell’adulto, le cifre normali vanno da 1,50 a 2,80 g per litro di
siero; il tasso aumenta provvisoriamente durante una gravidanza, e aumenta in maniera costante nell’adulto fino all’età
di 50/55 anni circa, poi si abbassa a poco a poco a partire dai
70 anni.
Nel bambino di 1 anno, il tasso di colesterolo totale va da
1,30 a 1,70 g e in quello di 12 anni, da 1,5 a 2 g per litro.
2. L’Ipercolesterolemia (al di sopra di 2,80 g ma che può
arrivare sino a 10 g) si riscontra nei disturbi del metabolismo
dei lipidi (grassi): Artrite, Ateroma, Aterosclerosi, Diabete,
Ipertensione, Ipertiroidismo, Ittero da ritenzione, Mixedema,
Nefrite cronica, Nefrosi lipoidea, Obesità ecc.
3. L’Ipocolesterolemia (al di sotto di 1,5 g) si riscontra in:
Febbre tifoide, Endocardite maligna, Ipertiroidismo, Insufficienze epatiche gravi, Ittero infettivo o tossico, Polmonite,
Rachitismo, Sprue, Tubercolosi, ecc.
4. Dosaggio del colesterolo libero e del colesterolo esterificato.
Il tasso medio di colesterolo libero va da 0,40 a 0,90 g per
litro, e quello di colesterolo esterificato da 1 a 1,90 g.
Il rapporto fra i due può variare da 0,50 a 0,75 g. La sua
conoscenza è utile nella cura degli Itteri, tanto più gravi quanto più le cifre sono basse (da 0,10 a 0,40 g).
5. Colesterolo, Trigliceridi e Lipidi totali.
I soggetti aterosclerotici, ipercolesterolemici, ecc., sono spesso obnubilati dal loro tasso di colesterolo, ma il medico sa
bene che questo tasso va interpretato tenendo conto del
dosaggio dei lipidi totali e dei trigliceridi. I lipidi totali (→
Lipemia, Lipuria e Lipidi) comprendono il colesterolo totale
ed esterificato, i grassi neutri (tra cui i trigliceridi), gli acidi
grassi liberi, ecc.
Il tasso normale dei trigliceridi del siero del sangue va da 0,50
a 1,30 g per 1000; il tasso patologico al di sotto di 1,60 g.
Il Pr. J.-L. di Gennes ha segnalato l’interesse del rapporto
colesterolo totale-trigliceridi, che normalmente deve essere
inferiore o uguale a 2,5.
6. Sintomi. Ronzii alle orecchie, mal di testa (spesso all’altezza della nuca, peggiorati di mattina o dopo pranzo), eccesso
di peso, ipertensione arteriosa, legata spesso a una deficienza epatica o digestiva, mosche volanti davanti agli occhi,
formicolii delle estremità, ecc. Un’arteria temporale contemporaneamente sinuosa e dura può rivelare un aumento del
tasso di colesterolo.
COLESTEROLO e IPERLIPIDEMIE
I. Storia antica del Colesterolo e della Colesterolemia.
Il Colesterolo (o colesterina) è una sostanza chimica che si
trova normalmente nelle cellule, i tessuti e gli umori dell’or-
II. Storia contemporanea dei Lipidi del sangue.
Il Pr. J.- L. di Gennes ha scritto: “Una ipercolesterolemia prima di ogni cosa non va curata, ma capita”. In effetti, in certi
casi, non è l’eccesso di colesterolo che si deve “attaccare”,
II. Colecistite cronica.
Cause: Litiasi biliare o infezione intestinale cronica (Enterocolite, Appendicite, ecc), Squilibrio neuro-vegetativo.
1. Sepia biliare 7CH, Phosphorus triiodatus 7CH, 5 gr. ogni
15 giorni, alternando.
Ricinus composé, 10 gtt. 2 v. al dì.
Bryonia 5CH, Nux Vomica 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
Yucca Complexe n° 110 Lehning, 2o gtt. 3 v. al dì.
Curcuma xanthorizza D1, 10 gtt. prima di cena (o infuso
della pianta, 20 g per litro di acqua).
Vescicola biliare (Cistifellea) 4CH, una supp. la sera, andando a letto.
Dotto cistico 9CH, - Coledoco 9CH, una supp. l’indomani.
Litrison (vitamine e fattori lipotropi), un confetto al momento
dei pasti.
2. Dieta, → Litiasi biliare, § 3.
3. v. la N.B. della voce Colica epatica.
TERAPIA SANUM:
Utilin S D 4 capsule - 1 cp. al risveglio il 1° giorno
Mucokehl D 5 gocce - 10 gtt. per os o frizionato nella regione
dell’ipocondrio destro al risveglio del 3° giorno
Fortakehl D 5 gocce - 10 gtt. per os alla sera prima di coricarsi il 5°giorno
Questo ciclo va ripetuto per 6 - 8 settimane
COLELITIASI
→ Litiasi biliare.
COLEMIA FAMILIARE
Usare i rimedi dell’Insufficienza epatica.
217
COLESTEROLO
ma secondo i casi, una insufficienza renale o tiroidea, una
nefrosi lipoidea, talvolta una contraccezione ormonale.
Inoltre, l’ipercolesterolemia idiopatica (che esiste in sé, senza dipendere da un’affezione), o primaria, l’identificazione
dell’iperlipidemia in causa indica la direzione della cura.
Ma c’è di meglio, o di più recente: è stato dimostrato che il
colesterolo non è “uno”, ma circola nel sangue sotto due
forme.
– lipoproteine alfa (sigla anglosassone HDL, alta densità)
considerato come un “buon” colesterolo, che non si fissa
sulle arterie.
– lipoproteine beta (sigla LDL, di più debole densità) considerato come un “cattivo” colesterolo perché favorisce l’aterosclerosi, pur proteggendo dall’embolia.
In tal modo, dopo essere stato uno degli elementi maggiormente presi in considerazione, preoccupazione dei medici e
terrore dei pazienti, il colesterolo è oggi considerato con minor inquietitudine.
Dal 1980 si ammette in generale che vi è rischio di ateroma se
il “buon” colesterolo HDL è inferiore a 0,35 per litro di siero,
o se il “cattivo” colesterolo LDL è superiore a 1,90 g per litro.
Tener conto soltanto della percentuale di colesterolo non
basta; il problema è stato completamente rimesso in discussione e le diverse categorie di lipoproteine sono state studiate meglio, in modo che non si può più, oggi, occuparsi
soltanto del colesterolo e l’analisi richiesta deve comprendere la ricerca dei lipidi totali, dei trigliceridi e del colesterolo.
Il lipidogramma effettuato dal laboratorio permette di rilevare, se occorre, le cinque categorie di lipoproteine del sangue
(classificazione di Frederickson), ma le tre categorie del Pr. J.
L. de Gennes elencate sotto corrispondono alla maggior parte dei casi di iperlipidemia.
1. Le Ipercolesterolemie essenziali (senza cause apparenti).
Il Colesterolo (CT) è aumentato, mentre i trigliceridi (TG) sono
normali, o aumentati di poco. Il rapporto CT/TG è superiore a
2,5.
2. Gli Ipertrigliceridi prevalgono.
Forma opposta alla precedente: TG/CT è superiore a 2,5; il
tasso dei trigliceridi è molto aumentato, mentre quello del
colesterolo è aumentato di poco o non è aumentato affatto.
Cause: esogene, per consumo di grassi, ed endogene, se
l’organismo stesso produce una quantità considerevole di
trigliceridi, ma bisogna tener conto dell’ingestione dei glucidi, dell’alcool, e degli effetti dell’obesità.
Una forma particolare nella quale i lipidi totali raggiungono
due o tre volte il tasso normale, il colesterolo è aumentato
(ma il suo tasso è almeno tre volte più debole di quello della
lipemia totale). È un aspetto della Sindrome di Ziève, rilevato
negli alcolizzati. La disintossicazione riporta il tasso alla normalità.
3. Iperlipidemia mista.
Vi è aumento del colesterolo, dei lipidi totale e dei trigliceridi.
218
I rapporti CT/TG, TG/CT sono inferiori a 2,5. Queste forme
sono molto legate alla dieta.
4. Le due forme di iperlipidemia più frequenti sono l’Ipercolesterolemia essenziale e l’Iperlipidemia mista.
III. Trattamento e diete.
A. IPERLIPIDEMIE SECONDARIE
Un certo numero di affezioni può scatenare una iperlipidemia, la cui cura sarà quella della causa.
Alcolismo (acuto o cronico) con cirrosi, Diabete, Gotta, Ipotiroidismo, Pancreatite, Ritenzione biliare, Sindrome nefrotica dell’adulto.
B. IPERLIPIDEMIE PRIMITIVE
Generalmente, sono malattie genetiche: si ritroveranno nella
famiglia dei genitori con problemi di colesterolo, dei diabetici, gottosi o obesi, ecc.
1. a) Trattamento delle iperlipidemie (trattamento iniziale).
Phosphorus 9CH, 1 dose (o 5 gr.) ogni 7 giorni.
ARD Lipiban®, 2 cp. mezz’ora prima dei pasti per 6 gg. la
settimana.
Coltrix, 1-2 compresse dopo i pasti principali.
Taraxacum D1, Cynara scolymus D1, Colchicum, D1, 10 gtt.
di ciascuno, 1/2 h prima dei pasti principali.
Orthosiphon stamineus D1, Curcuma xanthorizza D1, 10
gtt. di ciascuno, 2 v. al dì (o due infusi quotidiani di queste
piante: 10 g di ognuno per un litro d’acqua).
b) Se vi è ipercolesterolemia.
Alle gtt. alla 7, aggiungere Cholesterinum 7CH.
c) Nella donna, in menopausa, iniziare la cura con Luteinum
9CH, una dose, una volta. Phosphorus 9CH sarà preso sette
giorni dopo.
2. Dieta.
a) Iperlipidemia da colesterolo.
Dieta con pochissimi grassi animali e pochi grassi vegetali
cotti.
Aumentare il consumo di pesce, e diminuire di conseguenza
quello della carne. → Oli da tavola e grassi alimentari.
b) Iperlipidemia da trigliceridi.
Limitare i grassi animali. Attenzione, in questa forma, allo
zucchero e l’alcool: per lo zucchero, si tratta dello zucchero
raffinato, in zollette o in polvere, quello delle bibite, succhi di
frutta, bevande zuccherate (tutte ad assimilazione molto rapida); poca frutta, soprattutto frutta rossa; quanto all’alcool, eliminarlo se si tratta di alcool secco o di liquori zuccherati; consumo moderato di vino.
c) Iperlipidemia mista.
Poiché sono molto spesso causate dall’alcool e dagli idrati
di carbonio, diminuire in maniera più o meno drastica alcool
e zucchero, secondo i dati delle analisi.
COLIBACILLOSI
d) Consigli generali da adattare ai singoli casi.
Dieta semplice (v. Dieta ipotossica), evitare o ridurre, secondo i casi, le fonti importanti di colesterolo (v. sotto, IV), ridurre il consumo di zuccheri (→ Glucidi) e del sale (ma usare sale
iodato) → Sodio.
Consumare alimenti ricchi di magnesio e di alluminio (→ OLIGOELEMENTI, I).
Eliminare i grassi animali (salvo un po’ di burro fresco) e i
piatti grassi, come gli oli comuni. Usare per cucinare e per
condire o l’olio di mais o l’olio di girasole. Vitamine A, B1,
B2, B3, E, B6, I, P, → VITAMINE.
Aminoacidi, Lievito di birra.
Esercizi fisici regolari, respirare correttamente. Combattere la
sedentarietà.
Se occorre cura termale.
N.B. 1. – Non dimenticare che il colesterolo e gli altri lipidi
non provengono soltanto dai grassi alimentari e che l’organismo è capace di fabbricarne dagli zuccheri, dal pane, dalla
pasta, ecc.
I valori indicati all’inizio di questa voce sono soltanto indicativi; l’età, il sesso, il genere di vita, il cibo, possono determinare degli scarti non obbligatoriamente patologici. D’altra
parte la percentuale può variare da un giorno all’altro.
Per quanto riguarda lo zucchero, bisogna ridurne il consumo, sotto tutte le sue forme (zucchero, dolci, marmellate, dessert zuccherati, gelati, caramelle, bibite, ecc.).
Fino ai 50 anni, la percentuale di colesterolo aumenta regolarmente; dopo i 70 anni, la percentuale diminuisce progressivamente; con l’età, la frequenza dell’arteriosclerosi aumenta,
malgrado un abbassamento del colesterolo. Questo fatto
mostra bene che questa malattia “di moda” intorno agli anni
’60, comporta anche degli enigmi. Ciò che è certo è che le
emozioni, le tensioni nervose più o meno violente e ripetute,
le condizioni talvolta difficili e spesso frenetiche della vita
moderna (soprattutto nelle grandi città), possono avere un
ruolo fondamentale; non si è forse constatato che la percentuale di colesterolo aumenta quando si ricevono tasse da
pagare•
N.B. 2. – Il Pr. J.L. de Gennes ha attirato l’attenzione sul fatto
che gli sposi iperlipidemici per consumo eccessivo di materie grasse, non curati, rischiano di avere un bambino i cui
problemi cardiovascolari possono cominciare assai presto
tra i 15 e i 16 anni e diventare assai più gravi tra i 40 e i 60.
IV. Alimenti e colesterolo.
1. Alimenti ricchi di colesterolo.
Selvaggina, sanguinaccio, frattaglie, cervello, animelle di vitello, rognone, vitello e tutte le carni di animali giovani (agnello, ecc.), tuorlo d’uovo, latte di pesce, crostacei, molluschi,
sardine, acciughe, aringhe, gamberetti, grasso di bue, lardo,
burro, panna, margarina (tranne quella di girasole), formaggi,
funghi, brodo di carne, cioccolato, cacao, groviera, marroni,
castagne.
2. Meno ricchi.
Carne di bue, di montone, prosciutto magro, cozze, triglie,
merluzzo, salmome, filetti di aringhe, piselli secchi, lenticchie, mandorle, noci, nocciole, latte.
3. Poveri di colesterolo o del tutto privi (consumo libero).
Bianco d’uovo, condimenti vegetali, tutta la frutta fresca e,
come frutta secca, prugne, uve e fichi, tutte le verdure e le
radici, pesci magri, sedano, crauti, patate, riso, tutte le insalate, yogurt.
COLIBACILLOSI
Infezione provocata da colibacillo (Escherichia coli); di solito interessa le vie urinarie o le vie biliari.
I. Colibacillosi urinaria acuta (la più frequente).
1. Bioterapico Sérum anti-colibacillaire D3, una f. per via
orale a giorni alterni.
Cantharis 4CH, Formica rufa 4CH, Clematis erecta 4CH,
Mercurius corrosivus 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
Dr. Reckeweg R 18, 15 gtt. 4-6 v. al dì.
Ferzym Plus, 1 cps. 1-3 v. al dì.
Olio essenziale di Origano, da 2 a 4 gtt. su una zolletta di
zucchero 1 v. al dì.
OLIGOELEMENTI: Nickel-Cobalto, 2 v. alla settimana, più (intercalando): o Manganese-Rame, se ipostenia (due v. alla
settimana) o Rame-Oro-Argento (due v. alla settimana), se
anergia; → OLIGOELEMENTI, IV.
Drenaggio fitoterapico: un infuso di Mirtilli dopo cena.
(Per comodità, in viaggio, sostituire questo infuso con Pilosella T.M., 30 gtt. di mattina, e Myrtillus T.M., 20 gtt. di
sera.)
TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA:
Berberis-Homaccord, 10 gtt. 2 v. al dì.
Pareira-Heel, 1 cp. 2 v. al dì.
2. Un clistere quotidiano con una peretta di caucciù: decotto
di fiori e foglie di Malva, con un pizzico di Salvia e uno di
Timo.
3. Nella forma acuta, dieta liquida (succhi di frutta, brodo di
verdure), poi, semi-liquida, poi ritorno progressivo ad un’alimentazione atossica, → Dieta ipotossica. Mangiare spesso:
crauti crudi con barbabietola grattugiata, valerianella, cetriolo, mele, mirtilli. Sarà bene adottare spesso una dieta “a zig
zag”: 4 giorni alcalinizzante, 4 giorni acidificante, e così via
(→ Acidificante, Alcalinizzante).
Evitare: Caffè, tè, bevande gassate e alcoliche, latte; eliminare formaggi, grassi, yogurt commerciali, farinacei secchi, zuccheri.
Controllare molto regolarmente il pH urinario, cioè se le urine
sono alcaline o acide con la cartina al tornasole la quale, a
contatto con l’urina, diventa blu se le urine sono alcaline, o
rossa se sono acide.
219
COLICA BILIARE
Se è necessario, acidificare le urine, con un prodotto farmaceutico, sotto controllo medico.
VITAMINE: A, B1, B2, C, → VITAMINE. Lieviti.
4. Curare, se occorre: Pielonefrite, Litiasi dell’app. urinario.
5. Colibacillosi extra-urinarie.
Curare la causa: Bronchite, Broncopolmonite, Stitichezza,
Fermentazioni intestinali, Parassitosi (ossiuri, ascaridi, ecc.),
Endocardite, Meningite, Ascesso del polmone, Setticemia
da colibacilli, disturbi epato-vescicolari, ecc.
II. Colibacillosi cronica.
1. Bioterapico Colibacillinum 7CH, una dose-fiala per via
orale ogni 15 giorni.
Thuja 5CH, Sepia 5CH, 2 gr. un giorno l’uno, un giorno l’altro.
Formica Rufa composé, Dr. Reckeweg R 18, 10 gtt. di ciascuno, 1 v. al dì, alternando i due flaconi.
Cantharis-Iris, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
BFX-Thuya, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
In mancanza di questi rimedi, prendere:
Mercurius corrosivus 5CH, Formica Rufa 5CH, 2 gr. di ciascuno, un giorno l’uno, un giorno l’altro.
Berberis 4CH, Pareira brava 4CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
Ferzym Plus, 1 cps. 1-3 v. al dì.
Essenza di Eucaliptus, da 3 a 5 gtt. su una zolletta di zucchero, 1 v. al dì.
Vaccinium Vitis Idaea, gemme, mac. glic. D1, 30 gtt. al risveglio.
Pilosella T.M., 30 gtt., a mezzogiorno.
Calluna vulgaris, gemme, mac. glic. D1, 30 gtt. la sera.
2. Come rimedi di fondo provvisori, aggiungere:
a) Tuberculinum 9CH, 5 gr. ogni 15 giorni.
Nux Vomica 5CH, 2 gr. 1 v. al dì, soprattutto negli adolescenti: variabilità dei sintomi, emaciazione rapida.
b) o Tuberculinum residuum 9CH, 5 gr. ogni 15 giorni.
Rhus tox. 5CH, 2 gr. 1 v. al dì in un malato che lotta da tempo
contro questa infezione.
3. Se c’è astenia psichica, indebolimento della memoria,
idee fisse in un colibacillare. Sostituire Colibacillinum 7
con la 9CH, alternando ogni 10 giorni con Thuja 9CH, 5 gr.
OLIGOELEMENTI, dieta, drenaggio, → sopra, I.
Collo della vescica 4CH, 1 supp., andando a letto, 3 v. alla
settimana.
4. Il medico potrà prendere in considerazione un isopatico
urinario; le diluizioni saranno fatte alla 4, poi alla 5, poi alla
7CH, a partire dal terzo mese del trattamento sopra indicato.
(2 gr. 1 v. al dì alla 4CH, 1 volta ogni 3 giorni alla 5CH, 1 volta
ogni 15 giorni alla 7CH).
Se occorre, cura termale.
220
COLICA BILIARE
→ Colica epatica.
COLICA EPATICA
Da distinguere dalla colica renale per le sue irradiazioni dolorose verso l’alto (scapola, destra e collo), localizzazione nella
regione vescicolare.
1. Colocynthis 4CH, Bryonia 5CH, 2 gr., da prendere insieme.
Ricinus composé, 10 gtt., 1/4 h dopo.
Chelidonium majus 4CH, 2 gr. 1/4 h dopo.
In seguito, alternare ogni ora Colocynthis, Bryonia, Ricinus
composé, e Chelidonium.
Dr. Reckeweg R 37, 15 gtt. in un po’ d’acqua, 3 v. al dì,
oppure Cuprum-Heel, 1 cp. più v. al dì.
Redoxon o Cebion, 1 cp., 1 v. al dì.
Infuso leggero di scorza di Acacia, 1 v. al dì.
N.B. Nel caso in cui non si avesse a disposizione Ricinus
composé, sostituire questo rimedio con un “complesso” ottenuto mettendo insieme 2 gr. di China, Berberis, Ricinus
alla 4CH, Hydrastis alla 5.
Se i dolori sono molto violenti:
Magnesia phosphorica 5CH, Chamomilla 5CH, 2 gr. alternando con i precedenti.
2. Riposo assoluto a letto (la testa in posizione bassa può
talvolta evitare una crisi). Sull’addome, mettere delle compresse umide, calde o fredde secondo le reazioni, imbevute
con 5 gtt. di Hydrastis T.M., Chelidonium T.M., Bryonia
T.M., Berberis T.M.; rinnovarle più volte.
Agire con rapidità, per mantenere il calore o il freddo necessari. Molto spesso sarà usata la compressa calda; la fredda
(e anche la borsa del ghiaccio) sono più indicate nei casi di
infezione della cistifellea (contrattura della regione, febbre).
3. Formula di attacco del Pr. Nebel.
Berberis 7CH, Podophyllum peltatum 7CH, Leptandra virginica 7CH, 5 gr. ogni 10', nell’ordine, e ripetere. Si potrà in
seguito far riferimento al § 1.
4. Dieta idrica, poi passata la crisi: brodi di verdure, dieta
vegetariana. v. anche: Dieta ipotossica. Vitamine B2, B6, C,
K, → VITAMINE.
Sorvegliare l’evacuazione intestinale e per un certo tempo
prendere:
Lycopodium 5CH, 5 gr. ogni 3 giorni (tranne se vi sono dolori
all’orecchio o otite).
Ricinus composé, 10 gtt. prima di pranzo.
Dr. Reckeweg R 7, 10 gtt. prima di pranzo e cena.
5. La crisi può essere stata provocata da un forte shock morale o dalla collera, ma soprattutto da uno strappo alla dieta,
o dagli eccessi alimentari. Curare dunque l’insufficienza epa-
COLICA INTESTINALE
tica. Ma la crisi può essere stata la manifestazione di una
litiasi più o meno latente, che occorrerà curare, → Litiasi
biliare. L’esame radiologico preciserà il numero dei calcoli e
dove sono localizzati, se nella cistifellea o nel coledoco o in
entrambi.
N.B. – Per drenare o svuotare una cistifellea dalle sostanze
che l’ingombrano: per 3 settimane, prendere a digiuno una
fiala di Raphanus sativus Potier e, la sera andando a letto, un
infuso di Centauria.
In mancanza, prendere al risveglio, in un po’ di succo di
limone tiepido, 1 cucchiaino di Raphanus sativus T.M. I dottori Tétau e Bergeret consigliano quindi di coricarsi per 20
minuti, distesi sul fianco destro.
COLICA GASSOSA DEL LATTANTE
Chelidoxil, 3 gr. disciolti in un po’ d’acqua 2-4 v. al dì.
Cuprum-Heel, 1 supp. 1-2 v. al dì.
Calcoheel, 1 cp. 2 v. al dì.
COLICA INTESTINALE
Le coliche intestinali non devono essere confuse con la diarrea (frequenza e liquidità delle feci). Sono degli spasmi, delle
irritazioni dell’intestino, che si accompagnano o no all’enterite (irritazione dell’intestino tenue) o alla colite (irritazione
dell’intestino crasso). Vi sono dunque coliche con o senza
diarrea.
I. Coliche intestinali senza diarrea, “coliche secche”.
In tutti i casi:
Dr. Reckeweg R 37, 15 gtt., 3-4 v. al dì, oppure CuprumHeel, 1 cp. più v. al dì.
1. a) Caso banale di coliche causate dal freddo.
Colocynthis 4CH, Dulcamara 4CH, 2 gr. 2 v. al dì alternando.
b) Se c’è agitazione, aggiungere (intercalando):
Aconitum 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
c) Se c’è prostrazione, aggiungere (intercalando):
Belladonna 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
d) Se c’è miglioramento con una forte pressione, aggiungere:
Bryonia 5CH, 2 gr. 2 v. al dì.
g) Se c’è sensazione di freddo al ventre, aggiungere:
Tabacum 5CH, Menyanthes trifoliata 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
h) Se le coliche sono migliorate mangiando, aggiungere:
Anacardium orientale 5CH, Bovista gigantea 5CH, 2 gr. di
ciascuno, 1 v. al dì.
i) Se vi è miglioramento piegandosi indietro (modalità inversa di quella di Colocynthis, migliorato piegandosi in avanti), aggiungere (intercalando):
Dioscorea villosa 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
2. Coliche causate da abuso di alimenti stimolanti, piatti
piccanti, pasti abbondanti; ai rimedi del § 1, aggiungere:
Nux Vomica 5CH, 2 gr. 2 v. al dì.
3. Coliche molto violente, con debolezza, stato coleriforme;
ai rimedi del § 1, aggiungere:
Cuprum metallicum 5CH, Veratrum album 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
Nei casi molto seri, si potrà sostituire Cuprum metallicum 5
con Cuprum aceticum 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
OLIGOELEMENTI: Manganese-Rame.
Riposo distesi, soprattutto se c’è febbre. Calore sull’addome (borsa dell’acqua calda, cataplasma, ovatta, Thermogène, ecc.)
4. Se coliche con disturbi ano-rettali e ipertensione portale, ai rimedi del § 1, aggiungere: Sepia composé, 10 gtt., 2
v. al dì.
5. Coliche flatulente.
China 4CH, Raphanus sativus 4CH, Magnesia phosphorica
4CH, 2 gr. 2 v. al dì, alternando i tre tubi.
Aeris, 2-3 cps. al dì dopo i pasti principali.
Consigli pratici, → Aerocolia.
6. Coliche dopo intervento chirurgico, trauma addominale.
→ Operazioni chirurgiche, II, § 11.
7. Coliche saturnine.
→ Colica da piombo.
e) Se ci sono nausee e vomiti, aggiungere: o
Cocculus indicus 4CH, 2 gr. 2 v. al dì, se sens. di vuoto allo
stomaco, o Colchicum 4CH, 2 gr. 2 v. al dì, se nausee alla
vista o all’odore degli alimenti.
8. Coliche nei bambini. Come regola generale:
Chamomilla 5CH, Magnesia phosphorica 5CH, 2 gr. 2 v. al dì,
alternando.
Dr. Reckeweg R 37, 1 cp. da sciogliere in bocca 3-4 v. al dì.
Se acetonemia, aggiungere:
Senna 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
f) Se le coliche con sens. di contusione o di ammaccatura:
Sempre ai due rimedi del I, aggiungere:
Arnica 5CH, Bellis perennis 4CH, 2 gr. 2 v. al dì, alternando
i tubi.
Se vermi intestinali, aggiungere:
Cina 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Ben inteso, i rimedi del § 1 precedente possono essere usati,
secondo le loro modalità.
221
COLICA MESTRUALE
9. Coliche nei primi tre mesi del neonato.
Correggere gli errori alimentari, evitare l’aerofagia.
Chamomilla 5CH, 2 gr. sciolti in un po’ di latte, 1 o 2 v. al dì.
Calore sull’addome; un piccolo clistere con acqua calda. Uno
o due infusi leggeri di Finocchio o Issopo.
II. Coliche intestinali con diarrea.
Ai rimedi del § I, sopra indicati, aggiungere quelli della Diarrea acuta o della Diarrea infantile, scelti secondo le loro caratteristiche.
COLICA MESTRUALE
Usare i rimedi della Dismenorrea.
COLICA da PIOMBO
1. Ai rimedi della Colica intestinale, aggiungere:
Plumbum 5CH, Opium 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
Compresse calde sull’addome. Clistere con olio d’oliva.
Vitamina C, → VITAMINE.
2. Nelle persone che lavorano nell’industria dei carburanti,
pensare a:
Plumbum-tetra-ethylicum 5CH, 2 gr. al posto di Plumbum 5.
3. Saturnismo cronico, v. questa voce.
COLICA RENALE
Inizia con la sens. di peso lombare, parecchi stimoli di urinare. I dolori si distinguono da quelli della colica epatica per le
sue irradiazioni verso il basso (cosce e regione genitale),
localizzazione nella regione lombare; questi dolori sono accompagnati da difficoltà di urinare, talvolta emorragia; sono
parossistici, su un fondo doloroso permanente.
Calcarea carbonica 9CH, 5 gr. immediatamente (o Calculi
urinae 9CH, ripetere 1 o 2 volte se occorre).
Pareira brava 4CH, Magnesia borocitrica 4CH, 2 gr. ogni 1/
2 h poi ogni ora, alternando i tubi.
Berberis 4CH, Belladonna 4CH, 2 gr. 2 v. al dì, da intercalare
con i precedenti.
Si possono anche sciogliere questi granuli in mezzo bicchiere d’acqua e darne al malato un cucchiaino ogni 5 minuti.
Dr. Reckeweg R 27, 15 gtt. ogni ora, poi distanziare.
Un infuso leggero di Uva Ursi, 2 v. al dì.
Raccogliere sempre il calcolo espulso per analizzarlo, così
come le urine, per individuare la varietà di litiasi.
Passata la crisi, → Litiasi renale (circa il 90% dei casi)
Un pH inferiore a 6 è il più volte sinonimo di litiasi urica e
talvolta di litiasi cistinica; un pH superiore a 8 farà pensare a
una litiasi fosfatica; mentre un pH variabile, spesso alcalino,
può indicare una litiasi ossalica.
COLICA UTERINA (Colica mestruale)
Usare i rimedi della Dismenorrea.
222
COLITE e ENTEROCOLITE
A. Si caratterizzano per l’alternanza di diarrea con espulsione di muco o di muco-membrane e di stitichezza abituale,
accompagnate da dolori addominali. Questo stato è accompagnato da sintomi di intossicazione e, spesso, di neuroartritismo.
1. Rimedi e diete basati sui sintomi (stitichezza, diarrea, dolori) e i risultati dell’esame coprologico.
Neonati e bambini (rimedi e dieta), → Diarrea acuta, Diarrea
infantile, Colica intestinale, Stipsi.
Adolescenti e adulti, → Diarrea acuta, III, § 3, Stipsi.
Se sindrome dissenterica, → Dissenteria.
Se retto-colite emorragica, v. questa voce.
2. Coliti infettive, → Dissenteria, Febbre tifoide.
3. Coliti transitorie, → Dissenteria amebica, Parassitosi (lamblia, trichomonas intestinale, elminti).
4. Vi sono anche, ai giorni nostri, delle coliti causate da
trattamenti con antibiotici e talvolta anche dopo trattamenti con sulfamidici, il P.A.S.: diarree inodori, pastose, indolori, arancioni.
Iniziare il trattamento, secondo il caso, con una dose di Auréomycinum 7CH, o di Terramycinum 7CH, ecc. (→ Antibiotici).
Lactipan, da 1 a 2 capsule (neonati) o 2 (bambini) o da 2 a 4 al
dì (adulti).
Inuvital®, 1 bustina al dì durante il pasto principale (azione
antidegenerativa sulla mucosa intestinale).
Bisogna aggiungere che numerose coliti, (soprattutto spastiche), sono dovute ad abuso cronico di lassativi, soprattutto da parte delle donne.
B. Trattamento di base.
Se la stitichezza corrisponde alla pigrizia dell’intestino, la
colite corrisponde alla sofferenza di questo organo, caratterizzato da dilatazione, “mancanza di confort” addominale,
dolori sordi, ora a destra, ora a sinistra. Saranno raggruppate
qui: enterocolite muco-membranosa, tiflite, sigmoidite, il trattamento semplificato d’urgenza basato sui sintomi essenziali: dolori (coliche), flatulenza, feci irregolari. Questo gruppo
di affezioni richiede le cure del medico (rimedi di fondo indispensabili).
Dal momemto che può trattarsi di una Colopatia nella quale
l’elemento nevrotico ha un ruolo importante, ne deriva la
necessità di ristabilire l’equilibrio vago-simpatico; se occorre, psicoterapia.
Inoltre, nella colopatia riflessa, occorrerà trattare la causa
scatenante (distonia biliare, splenomegalia, epatomegalia,
adenopatia profonda, tumore).
I. Dolori.
1. Infiammazione.
Aloe composé (o, in mancanza, Aloe soccotrina 5) 2 gr., 3 v.
al dì.
COLITE
Sarà bene alternare spesso questo rimedio con quelli dei
seguenti.
Se infiammazione con tenesmo (tensione dolorosa e sens. di
bruciore), aggiungere:
Mercurius corrosivus 5CH, Cantharis 4CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
2. Spasmo.
Aloe soccotrina 5CH, Chamomilla 5CH, 2 gr. 2 v. al dì, alternando.
Nux Vomica 5CH, 2 gr., 1 v. al dì.
Se stato coleriforme, aggiungere.
Veratrum album 5CH, Cuprum metallicum 5CH, 2 gr., 1 v. al
dì.
II. Flatulenza. → Aerocolia.
III. Feci irregolari.
1. Alternanza di diarrea e stitichezza.
Chelidonium composé, 2 gr., 3 v. al dì.
Antimonium crudum 5CH, Nux vomica 5CH, 2 gr., 1 v. al dì.
2. Enterite muco-membranosa (feci contenenti brandelli di
mucosa).
Aloe composé, 2 gr. 3 v. al dì.
Argentum nitricum 5CH, Colchicum 4CH, China 4CH, 2 gr.
1 v. al dì.
TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA:
Nux vomica-Homaccord, 10 gtt. 3 v. al dì.
Galium-Heel, 10 gtt. 3 v. al dì.
Mercurius-Heel s, 1 cp. 3 v. al dì.
Veratrum-Homaccord, 10 gtt. 3 v. al dì.
3. Feci con sangue, ai rimedi precedenti aggiungere:
Mercurius corrosivus 5CH, Nux vomica 5CH, Nitricum acidum 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
IV. Dieta alimentare.
1. In caso di crisi acuta:
Dieta con brodo di verdure passate poco salato, tè leggero.
Poi, più o meno rapidamente, secondo lo stato generale, yogurt, succo d’uva, gelatina di frutta (cotogne, nespole, mirtilli). Cura di mele grattugiate, con la buccia (almeno 500 g al
giorno), o zuppa di carote, riso bollito e zuccherato, pappe di
farina di Carruba (o Arobon Nestlé, in tavolette, da 2 a 6 al dì
nel casi più gravi); poi, purè con acqua, fette biscottate, carne alla griglia, poi riprendere l’alimentazione normale; sarebbe meglio evitare il burro e il latte per qualche giorno.
VITAMINE: A, B1, B3, C, D, B6, H, K. Lievito di birra.
2. Poi, tener conto delle reazioni personali:
a) Se colite fermentativa, la più frequente (feci pallide, mucose, pastose, acide), sopprimere i farinacei e gli amidacei (pane,
pasta, pasticceria, legumi secchi), gli alimenti piccanti, frullati, certi alimenti crudi (cavolo, cetriolo, radicchio), i formaggi
fermentati, gli alcolici. L’alimentazione carnea compensa l’assenza di alimenti sostanziosi (carni magre, alla griglia o arrostite), pesci magri, formaggi non fermentati. → pH, § 4. Consumare frutta cotta (ma senza buccia né semi).
Trimalcina, da 1 a 2 cp. ai pasti, secondo l’età.
b) Se colite putrefattiva (feci nere o scure, putride, di reazione alcalina), sopprimere la carne e gli albuminoidi. Sopprimere il latte; ma lo yogurt è generalmente ben sopportato. A
parte queste differenze, la dieta è molto simile alla precedente (si può tuttavia aumentare la quantità di succhi di frutta, di
gelatine di frutta, l’olio d’oliva crudo, il burro fresco). → pH,
§ 4.
In entrambi i casi converrà ammorbidire la dieta, che tenderà
a poco a poco verso la normalità (queste diete non devono
per principio essere adottate per più di quindici giorni). Bisognerà inoltre evitare i pasti abbondanti e mangiare molto
lentamente.
Lactipan, da 2 a 3 v. al dì o uno dei lieviti citati.
c) Se colite a forma diarroica, evitare: ciliegie, fichi, ribes,
melone, pere, porri, prugne, uva, ecc.
d) Se colite con stitichezza, evitare: albicocche, ribes nero,
cotogne, mirtilli, nespole, riso, ecc.
e) Se colite allergica, sopprimere gli alimenti allergeni.
Aggiungere al trattamento Poumon-Histamine 5CH, 2 gr. 1
v. al dì.
f) Se colite emorragica, → Retto-colite emorragica.
g) Se colite parassitaria (l’esame coprologico rivela la presenza di amebe, di lamblia, ecc.), trattare: Dissenteria, Parassiti intestinali.
h) Se colite spastica, far trattare l’elemento nevrotico del
malato.
Consumare: patate, frutta molto matura, composte e succhi
di frutta, yogurt, latte, carni arrostite o alla griglia, senza condimenti, purè di verdure, formaggi cotti. Evitare i ragù e le
carni condite, i pesci grassi, i legumi secchi. Ridurre il consumo di pane; vietati pasticcini e creme; prudenza con le uova,
evitare le verdure con gambo fibroso e la frutta a polpa spessa.
i) Se colite tossica, dovuta quasi sempre all’uso eccessivo
di lassativi chimici, eliminarli e sostituirli con lassativi ad
azione meccanica (mucillagini, olio di paraffina).
In tutti i casi, evitare gli alimenti ricchi di cellulosa (pane
completo, fagiolini, zucca, cavolo, cavolfiore, pomodoro),
consumare moderatamente le verdure con cellulosa più facile da digerire (insalate, carote, rape, carciofi, asparagi), evitare alimenti irritanti o tossici (→ Dieta ipotossica), mangiare
poco pane fresco (da sostituire con fette biscottate), cipolle
e funghi; non consumare bevande ghiacciate.
223
COLITE ULCEROSA
j) Sarà bene aggiungere al trattamento:
Vitamina PP VIS, 1 cp. ai due pasti.
Aloe composé, 2 gr., 3 v. al dì.
OLIGOELEMENTI: Manganese-Rame e Zolfo, nel 75% dei casi
(soprattutto nei colitici del lato sinistro e i sigmoidei) e Manganese-Cobalto e Zolfo (colitici nella parte destra): alternare
ogni due giorni.
k) Se occorre, cura termale.
TERAPIA SANUM:
Per 20 giorni somministrare:
Fortakehl D 5 capsule - 1 cp. alla sera (adulti)
Fortakehl D 5 gocce - 8-10 gtt. dopo pranzo (bambini)
Fortakehl D 5 gocce - 5 gtt. dopo pranzo (bambini sotto i 6
anni)
dal 21° giorno per 2 mesi:
Pefrakehl D 5 gocce - 10 gtt. dopo i pasti.
IMPORTANTE: i controlli vanno effettuati ogni 2-4-6-8 settimane e si somministra, qualora i sintomi rimangano ostinati:
Utilin D 4 capsule - 2 cp. alla settimana al risveglio.
a) coliti con forte componente aerofagica
Alla terapia di cui sopra va aggiunto:
Zinkokehl D 3 gocce - 15 gtt. prima dei pasti per sostenere la
funzione pancreatica.
b) coliti di tipo stiptico
La 1° settimana:
Mucokehl D 5 gocce - 8 gtt. mattino/sera (bambini)
Mucokehl D 5 capsule -1 cp. mattino/sera (adulti)
Dalla 2° settimana
– se vi è un aggravamento dei sintomi, attendere la remissione dei sintomi e somministrare:
Mucokehl D 5 gocce - 5 gtt. al dì.
– se non vi è nessun peggioramento
Mucokehl D 4 capsule -1 cp. mattino e pranzo (adulti)
Mucokehl D 5 gocce - 10 gtt. mattino e pranzo (bambini)
associando inoltre
Nigersan D 5 gocce - 10 gtt. alla sera dopo cena.
COLITE ULCEROSA
Malattia infiammatoria ad andamento cronico della mucosa e
della sottomucosa del colon, del sigma e del retto. Si manifesta con emorragie rettali, dolori addominali crampiformi, diarrea, febbre, malessere generale e dimagrimento.
Si distinguono una forma lieve e una forma grave. Da notare
che nel corso della malattia possono essere coinvolti altri
organi: cute (eritema nodoso), articolazioni (sacroileite, artriti), rene (litiasi), fegato (colangite ed epatite), occhio (congiuntivite). Non rara l’evoluzione verso il cancro nelle forme
a lungo decorso. Per l’eziologia è stata prospettata l’ipotesi
che intervengano fattori psichici, infezioni batteriche o pro224
cessi autoimmunitari.
TERAPIA SANUM:
1. Si consigliano cicli ripetuti di circa 4 settimane nei periodi
acuti della patologia.
Fortakehl D 5 capsule - 1 cp. alla sera il 1° giorno
Recarcin D 4 capsule - 1 cp. alla sera il 2° giorno
Latensin D 4 capsule - 1 cp. alla sera il 3 ° giorno
Mucokehl D 3 supposte - 1 supp. alla sera il 4° giorno
Nel caso il paziente non gradisca la soministrazione in capsule si possono usare le formulazioni in gtt., iniziando con 10
gtt. e aumentando gradualmente il dosaggio fino a 20 gtt..
Si consiglia inoltre di associare
Sanuvis gocce - 1 cucchiaio ogni mattina per almeno 2 mesi.
2. Nelle fasi di remissione della patologia sono utili: misure
dietetiche e ripristino della flora batterica intestinale fisiologica.
Zinkokehl D 3 gocce -15 gtt. prima dei pasti
Mucokehl D3 supposte - 1 supp.
da alternare ogni sera con
Nigersan D 3 supposte - 1 supp.
Utilin S D 4 - 1 f. per os ogni 3 giorni al risveglio.
Tale trattamento deve essere protratto per un mese ogni trimestre.
“COLLANT”
→ Slip e collant.
COLLASSO
→ Sincope e lipotimia.
COLLERA
Contro i postumi della collera e gli effetti che ne risultano:
1. In generale:
Colocynthis 4CH, 2 gr.
Chamomilla 5CH, 2 gr. 1/4 h dopo.
L.72 Lehning, 10 gtt. prima dei pasti.
2. Se si tratta di una donna ipersensibile, ai rimedi del § 1,
aggiungere:
Ignatia 5CH, 2 gr.
3. Se si tratta di un uomo ipersensibile, ai rimedi del § 1,
aggiungere:
Nux vomica 5CH, 2 gr.
4. Se tendenza abituale alla collera, usare i rimedi del Nervosismo.
COLLO
1. Dolori ai muscoli, la regione del collo, → Cervicalgia,
Cervicartrosi (nevralgia cervico-brachiale), Torcicollo, Trapezio.
COLONNA VERTEBRALE
2. Se rigidità della nuca, con cefalea, febbre elevata, →
Meningismo, Meningite.
COLLO del FEMORE
→ Frattura, Senescenza e vecchiaia, § 9.
COLLO DEL PIEDE
Artrosi, → Piede, § 5.
COLOCYNTHIS (M. M.)
Coloquintide - Cucurbitacee
Agisce principalmente sui tronchi nervosi e sui plessi.
Tutta la sua azione è dominata da questa caratteristica:
dolori crampoidi che obbligano il malato a piegarsi in
due.
Azione sui tronchi nervosi
Colocynthis colpisce soprattutto:
nervo sciatico: dolori crampoidi che danno la sensazione di stretta da cerchio di ferro, seguiti da intorpidimento di tutta la gamba, alleviati dalla pressione forte (il
soggetto è coricato sul lato doloroso). I dolori vanno, in
generale, dall’anca al cavo popliteo soltanto. All’arto
inferiore segnaliamo ancora: dolore nella coscia destra
camminando e dolori all’anca, i nervi che circondano
l’articolazione coxofemorale sono particolarmente colpiti;
trigemino: è quasi sempre una nevralgia del mascellare
superiore sinistro o del nervo sotto-orbitario sinistro.
Dolori estremamente violenti con contrazioni dei muscoli
della faccia;
il deltoide e la spalla destra.
Azione sui plessi
Plesso intestinale: dapprima è la zona più interessata. Si
sa che a dosi allopatiche Colocynthis è un violento purgante, che infiamma la mucosa gastrointestinale fino all’ulcerazione e che irrita il peritoneo fino al versamento.
L’addome è disteso, è soprattutto sede di coliche eccessivamente violente che sono quasi sempre periombelicali. Sono migliorate piegandosi in due, camminando curvati in avanti o appoggiando qualcosa di duro sul
ventre.
Vomito, diarrea, gas sotto l’influenza del dolore che è
atroce.
L’azione di Colocynthis si estende fino al peritoneo e lo
si darà nelle peritoniti quando il dolore è migliorato dalla
pressione.
Nevralgie ileo-cecali con retrazione del testicolo. Colocynthis può essere indicato nell’appendicite, sempre
seguendo la sua caratteristica.
Il retto è ugualmente colpito: diarrea o feci prandiali dis-
senteriche in seguito al più piccolo alimento o bevanda.
Plesso solare:
dolori crampoidi, dolori da stretta, che sopravvengono
molto tempo dopo aver mangiato;
nausea e vomito che cessano con i dolori.
Colocynthis non digerisce le patate.
Plesso genitale:
l’ovaio sinistro è più particolarmente colpito: dolori perforanti, crampoidi: infiammazioni e cisti dell’ovaio e del
legamento largo sinistro.
Apparato urinario
Pollachiuria e tenesmo con bruciori urinando. C’è sabbia rossa nelle urine. È un grande rimedio della colica
renale alleviata piegandosi in avanti. È anche un rimedio dei gottosi.
Psichismo
È uno stato d’irritabilità quasi costante. Ha spesso accessi di collera violenta che può non solo accompagnare ma anche determinare le sue nevralgie e i suoi disturbi
digestivi.
COLON IRRITABILE
Chelidoxil, 10-15 gtt. o 3-5 gr. 2-4 v. al dì.
BFX-CR 11, il contenuto di 1 cps 2-3 v. al dì.
Maxiflor, 1 f. per os al dì.
COLONNA VERTEBRALE
1. Consigli pratici per la difesa della colonna vertebrale.
La colonna vertebrale, che sopporta una buona parte del
peso del corpo, è esposta ogni giorno a “mini-traumi” la cui
ripetizione le è pregiudizievole: si tratta di gesti eseguiti male,
sia nella vita comune che nella vita professionale, da quando
ci si alza a quando ci si corica.
I consigli che seguono hanno per scopo di aiutare ciascuno
a mantenere il rachide nella miglior forma possibile, e di lottare contro l’aggravamento degli attacchi vertebrali, se questi
si sono già manifestati, nell’arco di tutta la giornata.
– Non è bene alzarsi dal letto sedendosi, girandosi in seguito ad angolo retto, poi poggiando i piedi a terra e sollevandosi; è preferibile girarsi su un fianco, sedersi lateralmente
aiutandosi con le braccia, abbassando le gambe mentre il
tronco si solleva.
– Per mettere le calze, allacciare le scarpe, posare il piede
su una sedia o uno sgabello, e non inarcare troppo la schiena; oppure, sedersi nel centro della sedia, non sul bordo,
appoggiandosi bene alla spalliera.
– Abbassandosi (per raggiungere un oggetto, fare le pulizie),
flettere le ginocchia e non il busto; lo stesso per rifare il letto;
lo stesso anche per accendere il forno elettrico o il forno a
gas. Usando l’aspirapolvere, non stringere il manico troppo
in basso, ma il più in alto possibile.
225
COLOPATIA FUNZIONALE
– Camminando, portare il peso del corpo sui talloni e non
sulle dita dei piedi.
Portare buone scarpe che non si deformino camminando. Per
le donne, non portare scarpe a suola piatta o con i tacchi
troppo alti (il che inarca i reni e il petto e può essere all’origine di lordosi e di cifosi). → Piede, N.B.
– Per quanto riguarda gli automobilisti, ne esistono almeno
due tipi pericolosi (per la loro colonna vertebrale): il “teso”,
attaccato al volante, con la nuca rigida, la schiena curva, i
muscoli tesi (rischio di torcicollo); il “rilassato”, seduto sul
bordo del sedile, col le scapole appoggiate allo schienale
(rischio di lombaggine), o che guida con il gomito fuori dal
finestrino (rischio di artrosi della spalla e della nuca).
La scelta del sedile è molto importante; deve essere stabile,
inclinato indietro di 20° e non deve essere troppo basso; le
cosce devono poggiare interamente sul sedile, avvicinato,
per non dovere allungare troppo le gambe. Il sedile deve
essere disposto ad una distanza tale dai pedali che l’angolo
coscia-gamba sia superiore a 100°. Tenere presente che i
pedali, secondo la marca dell’auto, sono talvolta troppo alti
o troppo duri.
– Per salire le scale, piegarsi leggermente in avanti (come se
si salisse una collina), portando il peso del corpo sulla punta
dei piedi.
– Per sollevare da terra un bambino, un oggetto pesante,
non piegarsi; flettere leggermente le gambe, poi raddrizzarle
sollevando il peso, ma non tendere le braccia, poiché questo
aumenterebbe la flessione della colonna vertebrale.
– In qualunque lavoro eseguito da seduti, la sedia deve
essere ad una giusta altezza e sostenere la schiena, Il tavolo
da lavoro deve essere all’altezza del gomito e non si deve
essere obbligati a piegare la schiena per lavorare; per lo stesso motivo, se occorre, sollevare il tavolo con cui si stira; far
sollevare anche il lavello perché sia ad una altezza regolare
per lavare le stoviglie, ecc.
Non restare seduti parecchie ore consecutive; alzarsi cinque
minuti ogni ora, stiracchiarsi, respirare profondamente. Se si
è a casa propria, fare qualche movimento, camminare.
– Allo stesso modo, a teatro, alzarsi e camminare nell’intervallo; sul treno, camminare nel corridoio ogni tanto; in automobile, fermarsi per camminare un po’.
– Lavorare a maglia senza incrociare le gambe e tenendo il
lavoro ad una certa distanza, appoggiare bene i reni allo schienale, e quindi non lavorare sul metro o in treno, o in poltrona
guardando la televisione.
– È meglio portare un bambino sulla schiena, piuttosto che
in braccio; esistono parecchi modelli di sostegni speciali.
– Evitare il più possibile di portare pacchi pesanti, soprattutto se c’è un attacco vertebrale. Dividere il peso in due, o
cambiare regolarmente braccio portandolo.
– In discoteca, evitare le danze traumatizzanti, come il “twist”
e il “jerk”.
– Per coricarsi, procedere come per alzarsi, ma in senso inverso.
226
– Dormire sulla schiena, con le ginocchia sollevate (se non
si russa!) o dormire su un fianco, con le ginocchia piegate.
Non dormire mai sul ventre, poiché la testa è girata da un
lato, e la nuca resta contratta.
– Infine, ricordare che le preoccupazioni, le pene, la collera, i conflitti intimi, aggravano i dolori, essenzialmente nella
regione della nuca e del muscolo trapezio (soprattutto nel
sesso femminile, fortemente influenzato dal sistema nervoso
e dagli ormoni).
Ginnastica.
Piccoli esercizi facili: a casa propria o in campagna, camminare sulla punta dei piedi, tenendo in alto le braccia; più
volte al giorno, eseguire dei movimenti respiratori, in piedi,
con le gambe unite, sollevando e allargando le braccia per
respirare.
Ancora, senza scarpe, mettersi contro un muro; rientrare il
mento il più possibile, senza abbassare la testa; rientrare il
ventre. Tentare allora di “incollarsi” al muro con tutta la superficie della schiena; respirare con calma mantenendo questa posizione da due a tre minuti.
Il nuoto è eccellente contro il cedimento delle vertebre, soprattutto il crawl sul dorso, poiché mette tutta la colonna
vertebrale in estensione; nello stesso tempo, l’acqua massaggia e fortifica il collo. Si raccomandano anche la pallacanestro e la pallavolo.
– La ginnastica medica propriamente detta, gli esercizi di
rieducazione, fatti a casa, saranno eseguiti solo secondo le
prescrizioni del medico curante, le indicazioni del chinesiterapeuta, in ragione dello stato della colonna vertebrale, dell’età del soggetto, ecc.
2. Dolori della colonna vertebrale nelle dattilografe, le sarte, le pianiste, le telegrafiste.
→ Trapezio (sindrome dolorosa).
3. Nevralgie dorso-lombari, → Lombalgia.
4. Dolori della colonna vertebrale, → Rachialgia.
5. Deviazione e convessità posteriore (cifosi) e a convessità
laterale (cifoscoliosi), → Scoliosi, Scheuermann (Malattia
di).
COLOPATIA FUNZIONALE
Dopo una colite vera, o un’insufficienza digestiva, o un’affezione degli organi vicini.
Usare i rimedi della Colite.
COLORANTI ALIMENTARI
Il Prof. Gounelle de Pontanel ha dichiarato all’Accademia di
Medicina che “l’uso dei coloranti nell’alimentazione non presenta alcun interesse fisiologico né tecnologico; risponde
soltanto al desiderio di una migliore presentazione”.
Lo stesso professore e dei ricercatori francesi e stranieri hanno potuto dimostrare che certi coloranti azoici (l’amaranto,
l’eritrosina, il giallo arancio, la tartrazina) potevano scatenare delle reazioni di sensibilizzazione: manifestazioni di ortica-
COLPO DI FRUSTA
ria, arrossamenti oculari, rinite, raucedine, affaticabilità, irritabilità, manifestazioni con edema localizzato, difficoltà respiratorie (asma) e persino porpora.
Purtroppo, si utilizzano in Francia, oltre i coloranti naturali,
più di 150.000 chili di coloranti artificiali nelle caramelle, i
gelati, le marmellate, i succhi di frutta zuccherati, gli sciroppi
di frutta, le minestre e le salse pronte, gli yogurt definiti “alla
frutta”, e anche i budini “crème caramel”, i liquori, buona
parte dei salumi (per i quali occorre tener conto anche dei
nitrati), certi dentifrici colorati, ecc.
Queste righe sono state scritte alla fine del 1976. Dietro pressione di alcuni medici nutrizionisti e delle Assicurazioni dei
Consumatori, il divieto di usare numerosi coloranti sarebbe
stato assoluto a partire dal gennaio 1978. Alcuni produttori
hanno cominciato a non colorare più i loro sciroppi di granatina e di menta: un segno importante del potere dei consumatori informati. L’educazione del grande pubblico resta ancora da fare, in molti campi dell’alimentazione e dell’ecologia...
ma si è sulla buona strada!
COLPO
→ Contusione.
COLPOCELE
→ Cistocele.
“COLPO D’ARIA” degli AUTOMOBILISTI.
→ Nevralgia cervico-brachiale.
COLPO DI CALORE
I. Per luce diretta del sole.
→ Insolazione.
II. Per il calore irradiato dal sole. Sensibilità al calore intenso (depressione, cefalea). Anche, sensibilità al calore del fuoco (cuochi, operai di altiforni, vetrai, ecc.). Nei lavoratori all’aria aperta (coltivatori, operai, conciatetti, vigili urbani, ecc.),
soldati in marcia in una regione poco ventilata; o per innalzamento di temperatura in ambiente chiuso; o grande sensibilità a certi venti caldi (maestrale, foehn, ecc.); o ancora appartamento surriscaldato in inverno (soprattutto se il riscaldamento è fatto con piastre al soffitto o al pavimento); anche
il caso di automobile ferma in pieno sole.
Segni precursori: Stanchezza, malessere generale (tachicardia, tachipnea e sudorazione), desiderio di dormire; sete intensa, poi febbre (talvolta con delirio), ronzii alle orecchie,
prostrazione. Nei casi più seri: vertigini, nausee, vomiti, perdita di conoscenza.
1. Adulti e adolescenti.
Porre il malato al fresco, senza che vi sia un passaggio troppo brusco da una temperatura elevata ad una bassa temperatura, o all’ombra di un albero, se l’attacco ha luogo in campagna. Allentare i vestiti; lozioni fresche sul collo, il viso, il
petto o impacchi con un lenzuolo umido fresco (a 30°) in
tutto il corpo, da cambiare ad ogni ora. Se il malato desidera
bere, dargli acqua fresca, zuccherata, nella quale si sarà aggiunto un pizzico di sale.
Glonoinum 4CH, 2 gr.
Belladonna 4CH, 2 gr. 1/4 h dopo.
Lachesis 5CH, 2 gr. 1/4 h dopo.
Poi alternare ogni 2 h Glonoinum e Belladonna.
2. Casi gravi (coma, polso irregolare), mettere nella bocca
del malato:
Opium 9CH, 5 gr., poi 1/4 h dopo, Glonoinum 4CH, 2 gr. Poi
Glonoinun 4 e Belladonna 4CH, 2 gr. ogni ora alternando.
Se depressione persistente dopo il colpo di calore:
Natrum carbonicum 5CH, Gelsemium 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
3. Profilassi: alimentazione frutto-vegetariana nei soggetti
predisposti, soprattutto niente alcool. Se si ha molto caldo,
bere salato-zuccherato (una zolletta di zucchero e un pizzico
di sale per un bicchiere d’acqua) e non birra o pastis. Portare
abiti di tessuto leggero, che non stringano troppo il collo, i
polsi, la vita. Ventilazione degli ambienti in cui si soggiorna.
Aumentare le docce, bagni freschi.
4. Neonati e bambini piccoli.
Nei casi benigni, con agitazione, febbre, insonnia, sete (se
disidratazione, chiamare con urgenza il medico). Stessi rimedi e consigli pratici indicati nel § 1. Aggiungere:
Chamomilla 5CH, 2 gr. 2 v. al dì.
Da 800 a 900 grammi per litro di acqua Evian o di tiglio zuccherato, in piccole quantità.
Profilassi: non coprire le gambe del bimbo, non usare materassi di lanugine né fasce in caucciù durante la stagione
calda. Vestire e coprire leggermente i bambini e i neonati.
COLPO DI FREDDO
BFX-CR 4, il contenuto di 1 cps 2-3 v. al dì.
Defedril, 20-30 gtt. o 1 cpr 2-3 v. al dì.
→ Raffreddamento, Geloni.
COLPO DI FRUSTA LARINGEO
Argentum nitricum 5CH, Calendula 5CH, 2 gr. di ciascuno,
1 v. al dì.
Arnica 5CH, China 4CH, 2 gr. 2 v. al dì, alternati.
VITAMINE: K, P, → VITAMINE. Riposo vocale prolungato.
COLPO DI FRUSTA MUSCOLARE
Usare i rimedi della Miosite.
COLPO DI FRUSTA del POLPACCIO
Chiamare con urgenza il medico (poiché generalmente è dovuto ad una varice profonda). Aspettando: immobilizzazione
assoluta del malato, disteso, con l’arto sollevato (mettere
due mattoni o qualche libro spesso sotto i piedi del letto).
227
COLPO DI PUGNALE
Localmente, posare un quadrato di garza sterile sulla quale si
metterà dell’ovatta, imbevuta di Calendula T.M. (20 gtt. per
un bicchiere di acqua bollita, raffreddata), poi fasciatura stretta.
China 4CH, 2 gr. immediatamente.
Arnica 5CH, 2 gr. mezz’ora dopo.
Poi, alternare Arnica 5CH, e Hamamelis composé, 2 gr. ogni
1/2 h.
“COLPO DI PUGNALE” (dolore come un)
1. Nel petto, → Cuore.
2. Nell’addome, → Peritonite, Addome, § 2.
COLPO DI SOLE
→ Insolazione, Colpo di calore.
COLPO di SOLE OCULARE
(dei saldatori, degli artisti e tecnici degli studi cinematografici, di music-hall, degli alpinisti), → Astenopia, § 2 e 4
COLZA (olio di) e ATEROSCLEROSI
→ Oli da tavola e Grassi alimentari.
COMA
Vi è perdita simultanea di coscienza, sensibilità, mobilità volontaria, ma persistenza della respirazione e della circolazione. In tutti i casi, chiamare immediatamente il medico.
1. Coma degli “attacchi di paralisi”, Coma con emiplegia,
Ictus apoplettico.
→ Emorragia cerebrale.
2. Coma da colpo di calore o insolazione.
→ Colpo di calore, Insolazione.
3. Coma diabetico, → Diabete, III.
4. Coma post-epilettico. Rispettare il sonno del malato. Poi,
curare la causa.
5. Coma ipoglicemico, → Ipoglicemia.
6. Coma tossico, → Avvelenamento.
7. Coma delle emorragie meningee.
Ghiaccio sulla fronte del malato, oscurità, silenzio; clistere
purgativo. A titolo d’urgenza, dare i rimedi dell’Emorragia del
neonato, § 2, aspettando il medico.
8. Coma alcolico, → Alcolismo, § 3.
9. Coma uremico, Uremia, II, § 4 e 5.
10. Coma asfittico, → Asfissia.
11. → Agonia.
COMEDONE
Usare i rimedi dell’Acne giovanile.
N.B. – Pensare ai “comedoni d’olio” per uso di brillantine a
base di olio minerale impuro.
COMMOZIONE CEREBRALE, SHOCK PSICHICO
Sdr. clinica caratterizzata da perdita di coscienza transitoria,
228
la cui durata non sia superiore a dieci minuti circa, e immediatamente conseguente a un trauma cranico di cui non residuano esiti permanenti.
1. Arnica 5CH, Gelsemium 5CH, Opium 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
Hypericum 4CH, 2 gr. 3 v. al dì.
OLIGOELEMENTI: Rame-Oro-Argento, Litio.
Isolamento, riposo fisico e cerebrale. Sopprimere gli eccitanti (alcool, caffè, tè, tabacco).
2. Contro le conseguenze più o meno lontane, → Stanchezza, § 9.
COMPLESSISMO
In Omeopatia, tecnica di preparazione e somministrazione di
farmaci ottenuta da miscele di più rimedi unitari (sinergici o
complementari) in un unico veicolo, liquido o solido.
CONDILOMA
Condilomi della vagina e dell’utero, Condilomi acuminati (creste di gallo), Condilomi dell’ano.
Di probabile origine virale, sono vegetazioni non corneificanti
trasmissibili per contatto sessuale.
Transfactor 11, 1 cps. al dì dal lunedì al venerdì per 2-3 mesi
(stimolo immunologico specifico contro l’HPV; blocco della recidività e ricorrenza dell’infezione).
Thuja 7CH, Bioterapico Medorrhinum 7CH, 1 dose ogni 15
giorni, alternando i rimedi.
Thuja 5CH, Nitricum acidum 5CH, 2 gr. 1 v. al dì, i giorni pari.
Kreosotum 5CH, Calcarea fluorica 5CH, 2 gr. 1 v. al dì, i
giorni dispari.
Cinnabaris 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Applicare Thuja T.M., sulle creste, 1 v. al dì.
Se occorre, applicazione, 2 v. al dì, della pomata:
Resina di Podophyllum: 2 g, Olio di vasellina: 6 g.
Lasciare a contatto 3 ore, poi insaponare con acqua calda.
Per la prevenzione.
NK Reg, 3 gr. 2-3 v. al dì.
Difesal, 1-2 cp. al dì con un bicchiere d’acqua.
N.B. – I condilomi acuminati peri-anali sono sempre più frequenti; questo in relazione diretta con l’aumento della sessualità (sifilide anale, gonococcia ano-rettale).
CONFUSIONE MENTALE
1. Le cause sono spesso quelle indicate alla voce Coma, più
Polmonite, Febbre tifoide, Trauma, Sovraffaticamento fisico
o intellettuale, Psicastenia, spesso Alcolismo. Questa sindrome di obnubilazione intellettuale (disturbi della coscienza, della percezione) con stato si stupore, delirio allucinatorio, può portare verso il coma o segnare una tappa verso la
sua fine.
La confusione mentale può essere una malattia iatrogena,
soprattutto nei vecchi, dopo un trattamento con barbiturici,
CONGIUNTIVITE
antidepressivi, cortisonici, sonniferi, anti-parkinsoniani, antiepilettici, ecc.
2. Trattamento iniziale (aspettando la diagnosi medica), soprattutto in caso di sovraffaticamento, fisico o mentale.
Opium 9CH, una dose (o 5 gr.) seguita, il giorno dopo, da
Phosphoricum acidum 9CH, una dose (o 5 gr.). Sin dal primo
giorno del trattamento:
Phosphoricum acidum 5CH, Opium 5CH, Hyoscyamus niger 5CH, Lactuca virosa 4CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
Intercalare:
OLIGOELEMENTI: Rame-Oro-Argento, 1 v. al dì.
VITAMINE: B1, C, → VITAMINE.
Riposo. Idroterapia tiepida ripetuta. Se febbre con stupore:
lenzuolo umido o bagni senapizzati. Buona igiene generale.
Dieta latteo-vegetariana.
CONGELAMENTO
1. Non frizionare gli arti gelati con neve o panni umidi ma non
esporli troppo presto al calore. Dopo aver liberato il corpo
dall’abbigliamento che lo stringe (scarpe, stivali, pantaloni
ecc.), riscaldamento progressivo con il contatto della pelle
umana (metodo degli Esquimesi), dopo frizioni leggere. Se è
possibile, bagni locali con acqua a 42°. Fare compiere movimenti passivi agli arti congelati. Sollevare leggermente l’arto
colpito per facilitare la circolazione. Bevande calde. Ricoverare, il più presto possibile, in un centro di rianimazione.
Camphora 4CH, Secale cornutm 4CH, 2 gr. alternando ogni
ora, fino a miglioramento.
Intercalare:
Histamine 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
Se screpolature, medicazione con pomata Homeoplasmine.
Luce blu, raggi infrarossi.
Malattia professionale talvolta nei cantonieri, coltivatori, scavatori, guardiani notturni, doganieri, guide alpine ecc.
Profilassi: Protezione dei vestiti, calzature adatte; evitare l’immobilità nel freddo o nel fango.
2. Se placche di gamgrena: → Gangrena.
“CONGESTIONE DEI BAGNANTI”
È l’idrocuzione. → Annegamento.
CONGESTIONE CEREBRALE
→ Emorragia cerebrale.
CONGESTIONE EPATICA
1. Forma attiva (congestione acuta).
Phosphorus triiodatus, 5 gr. una volta.
Nux vomica 5CH, Chloroformum 5CH, 2 gr. un giorno l’uno,
un giorno l’altro.
Podophyllum 4CH, Berberis 4CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
Dr. Reckeweg R 7, 10 gtt. prima dei pasti.
Lycoplexil, 1 misurino 2-3 v. al dì.
Lycopodium-Iris, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
Vitamine: B2, K, H, → VITAMINE.
Dieta idrica (con latticello) per 24 ore, poi brodo di verdure,
zuppe di cereali, succhi di frutta.
2. Congestione passiva (fegato cardiaco).
Ai rimedi del § 1, aggiungere i rimedi suggeriti dal medico.
CONGESTIONE PELVICA
Dolori che sopravvengono nel corso del ciclo femminile, tranne nel periodo delle mestruazioni (in questi caso vedi Dismenorrea)
Cimicifuga Complexe n° 21 Lehning, 10 gtt. prima di cena.
Lachesis 5CH, Ustilago 5CH, Staphysagria 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
Podophillum-Iris, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì,
BFX-Pulsatilla, 10-15 gtt. 2-3 v. al dì.
Al bisogno, stesso rimedio, ma sotto forma di supposte, 1
supp. andando a letto, 10 giorni al mese.
CONGESTIONE POLMONARE
→ Bronchite e Bronco-polmonite.
CONGESTIONE della RETINA
→ Retina, § 4.
CONGIUNTIVITE
I. Congiuntivite acuta.
L’arrossamento dell’occhio non implica sempre la diagnosi
di congiuntivite.
Se congiuntivite in una persona sulla quarantina (e oltre)
– vi è tuttavia un glaucoma infantile – che presenta, oltre
all’occhio arrossato: dolori oculari, battiti arteriosi insoliti sul fondo dell’occhio, paresi dell’accomodazione, attacchi di vertigini, disturbi visivi (visione molto diminuita o
abolita, sens. di annebbiamento più o meno intensa) può
trattarsi di una ipertensione intra-oculare, → Glaucoma.
In assenza di infezione o di uveite, l’esistenza di occhi rossi
dovrebbe portare a cercare una insufficienza renale.
II. Congiuntivite catarrale (da freddo, polveri, corrente
d’aria, lunga passeggiata in auto scoperta, ecc.).
Belladonna 4CH, Euphrasia 4CH, 2 gr., 2 v. al dì, alternando.
Argentum nitricum 5CH, Mercurius solubilis 5CH, 2 gr., 1
v. al dì.
Dr. Reckeweg Cineraria maritima collirio, 1-2 gtt. per occhio 3-5 v. al dì.
Bagni oculari con Optrex.
Se vi è viva sensibilità generali alle correnti d’aria, aggiungere Silicea 5CH, 2 gr. ogni 3 giorni.
Non prendere mai dall’armadietto dei medicinali un collirio
contenente cortisone per instillarlo nell’occhio arrossato prima di avere scartato con certezza la possibilità di un herpes.
229
CONGIUNTIVITE
III. Congiuntivite traumatica.
Arnica 5CH, 2 gr. 2 v. al dì.
Hamamelis 5CH, Calendula 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
Se ecchimosi (“occhio nero”), aggiungere:
Ledum palustre 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
Collirio Oftalzina.
Collirio Cloramfen.
Isolamento del malato. Pulizia rigorosa delle mani e degli oggetti da toilette.
Proteggere l’occhio sano; le persone che circondano il malato devono prendere molte precauzioni (lavaggi prolungati
delle mani prima e dopo le cure, ecc.), → Disinfezione.
IV. Ai rimedi del § II, aggiungere (intercalando):
1. Se congiuntivite flittenurale (Cheratite eruttiva, forma
assai frequente nel bambino).
Apis 4CH, Spigelia 4CH, 2 gr. 2 v. al dì, alternando.
Rhus vernix 5CH, 2 gr., 1 v. al dì.
Collirio Iducher, 1 goccia nell’occhio, 2 v. al dì.
Curare i fattori generali: scrofula, sporcizia del corpo, impetigine della faccia, eczema del naso, vegetazioni adenoidi, disturbi mestruali, pensare ad una possibile allergia oculare
(da polveri, polline, ecc.).
Dieta rimineralizzante, → Convalescenza, § 3.
7. Congiuntivite blenorragica (oftalmia gonococcica).
Ai rimedi del II, aggiungere:
Bioterapico Gonotoximum 7CH, una dose.
Mercurius corrosivus 5CH, sostituirà Mercurius solubilis.
Consigli pratici, v. § 6.
2. Se lacrimazione intensa.
Apis 4CH, Centaurea cyanus 4CH, 2 gr. 2 v. al dì.
9. Congiuntivite tubercolinica.
Sulfur iodatum 5CH, Pulsatilla 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Consigli pratici, v. § 6.
3. Se suppurazione (oftalmia purulenta), o panoftalmia (oftalmia purulenta totale, flemmone dell’occhio).
Argentum nitricum 7CH, una dose.
Bioterapico Pyrogemium 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Hepar sulfur 5CH, 2 gr. a giorni alterni.
Pulsatilla 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Sostituire Mercurius solubilis con Mercurius corrosivus
5.
Collirio Cloramfen, secondo prescrizione medica.
Consigli pratici, v. § 6.
4. Se chemosi (infiammazione edematosa della congiuntiva).
Apis 4CH, 2 gr., 2 v. al dì.
Rhus tox. 5CH, 2 gr., 1 v. al dì.
Compresse fredde sugli occhi.
5. Se congiuntivite follicolare (nidi di follicoli sul fondo delle palpebre), causata spesso dall’acqua delle piscine.
Euphrasia Complexe n° 115 Lehning, 10 gtt, 2 v. al dì
Natrum muriaticum 5CH, Sepia 5CH, 2 gr. un giorno l’uno,
un giorno l’altro.
Collirio Cloramfen, secondo prescrizione medica.
6. Se congiuntivite granulosa (Tracoma).
Presenza di granulazioni biancogrigiastre sulla congiuntiva,
con infiammazione della congiuntiva bulbare, che può portare a lesioni della cornea (ulcera) e alla diminuzione della vista.
Non lasciare mai una congiuntivite senza cure.
Kali bichromicum 5CH, Aurum muriaticum 5CH, Conium
maculatum 5CH, 2 gr. di ciascuno 1 v. al dì, da intercalare con
i rimedi del § II.
230
8. Congiuntivite sifilitica.
Bioterapico Luesinum 7CH, una dose.
Aurum metallicum 5CH, Kali bichromicum 5CH, 2 gr. un
giorno l’uno, un giorno l’altro.
Consigli pratici, v. § 6.
10. Congiuntivite causata dai bruchi processionari.
Euproctis chrysorrea 5CH, 2 gr. 1 v. al dì.
Collirio Solprene, secondo prescrizione medica.
11. “Congiuntivite delle piscine”.
Usare i rimedi del § II e se occorre dei seguenti.
12. Congiuntivite allergica.
a) È caratterizzata da crisi di pruriti tenaci, che sopravvengono durante la bella stagione; questa congiuntivite si accompagna ad altre manifestazioni allergiche (orticaria).
Da mettere in evidenza l’aspetto granulare caratteristico della congiuntivite.
Al trattamento della Congiuntivite, II, aggiungere, intercalando: Poumon-histamine 5CH, Kali iodatum 5CH, Apis 4CH,
2 gr. di ognuno, 1 v. al dì.
Apisplex, 3 gr. ogni ora fino a miglioramento, poi 3 v. al dì.
BFX-CR 12, il contenuto di 1 cps 2-3 v. al dì.
Zellen, 1 bustina 3-4 v. al dì.
Ogni giorno, al risveglio, Manganese o Manganese-Cobalto,
secondo la diatesi, → OLIGOELEMENTI, IV.
Per preservare gli occhi dalla polvere, dal polline, portare
occhiali sfumati e chiusi lateralmente.
b) Vi sono allergie endogene, da micosi o parassitosi (tenia,
ecc.) da curare; → Micosi, Parassitosi.
c) Esistono anche delle allergie da farmaci, sia in seguito
all’applicazione locale di un farmaco (atropina) sia dopo iniezione (ioduri, ecc.).
CONTRACCEZIONE
13. In tutti i casi, alimentazione ricca di vitamine A, B1, C, →
VITAMINE.
Nel neonato e nel bambino piccolo, da 1 a 3 cucchiai di succo
di arancia, pesca, uva, ecc., al dì.
Nel bambino e nell’adulto: verdure e frutta crude, carne cruda al sangue, burro fresco.
A titolo di urgenza, per la A: Arovit in gtt. (posologia secondo l’età, vedi le avvertenze) e per la B1: Benerva, 1/2 cp. per
il bambino, 1 cp. intera per l’adulto.
OLIGOELEMENTI: Manganese-Rame, Zolfo, alternati ogni due
giorni.
14. Vedi la voce Astenopia, se congiuntivite di origine cronica (stando al sole, ecc.).
V. Congiuntivite cronica.
Rimedi di fondo indispensabili. Aspettandone la prescrizione:
Euphrasia Complexe n° 115 Lehning, 10 gtt., 2 v. al dì.
Argentum nitricum 5CH, Pulsatilla 5CH, 2 gr. un giorno
l’uno, un giorno l’altro.
Hepar sulfur 5CH, 2 gr. a giorni alterni.
OLIGOELEMENTI: Manganese-Rame e Manganese, alternati
ogni due giorni.
Colliri, cure e vitamine, → Congiuntivite acuta.
Se occorre, cura termale.
CONIUM MACULATUM (M. M.)
Cicuta maggiore - Ombrellifere
Colpisce i centri nervosi a vari gradi di gravità.
Al primo grado, il meno elevato, difficoltà a camminare,
tremore, con perdita improvvisa di forza passeggiando,
rigidità dolorosa delle gambe nei vecchi.
Al secondo grado appaiono, progressivamente, scosse
muscolari, tremori, intorpidimenti, paresi che evolvono
dal basso verso l’alto negli arti inferiori.
Al grado più elevato: paralisi progressiva ascendente
preceduta da convulsioni, come la morte di Socrate.
È il nostro grande rimedio della poliomielite.
La sua azione elettiva sul midollo lombosacrale spiega la
sua efficacia nei disturbi sfinterici con ritenzione di urina e feci.
Inoltre paralisi del III, IV, VI paio, donde il suo uso nelle
paralisi dei muscoli dell’occhio e della palpebra superiore (ptosi).
Vertigine girando la testa di lato e girandosi nel letto.
Muovendo leggermente la testa perfettamente immobile. Cammino da ubriaco, segno di Romberg.
Si usa ancora nella debolezza sessuale: erezioni corte,
eiaculazione precoce, emissione involontaria alla vista o
pensiero di una donna.
Per la sua azione sulla laringe e nervi laringei, Conium
produce la costrizione della faringe e dell’esofago con
sensazione di corpo estraneo che obbliga ad inghiottire
costantemente.
Conium agisce pure sui tessuti ghiandolari e particolarmente sulle ghiandole mammarie che diventano voluminose e dolorose a ogni periodo mestruale. Sono di
una durezza lignea così come i testicoli. Tumori del seno
soprattutto quando sembra che un trauma ne sia l’origine.
La prostata è ipertrofica con scolo d’urina intermittente
a goccia.
Conium ha sintomi allo stomaco: vomito di materie scure, come grani di caffè bruciato con dolore intenso, che
l’hanno fatto usare nel cancro.
Ipercloridria migliorata mangiando. Il malato si lamenta
di bruciori che localizza sempre a livello dello sterno.
Si usa inoltre Conium nell’oftalmia scrofolosa con questa caratteristica: la fotofobia è intensa e sproporzionata
rispetto ai segni obiettivi dell’infiammazione.
Nelle affezioni (specie l’ipocondria) dovute all’astinenza in entrambi i sessi.
Caratteristiche
Non appena chiude gli occhi, traspira (Sambucus il contrario).
Desiderio sfrenato di sale. Avversione per il latte.
CONTINENZA (Disturbi provocati dalla continenza)
1. Nell’uomo.
Conium maculatum 5CH, Orchitinum 5CH, 2 gr. di ciascuno, 1 v. al dì.
2. Nella donna.
Conium maculatum 5CH, Ovarinum 5CH, 2 gr. di ciascuno,
1 v. al dì.
CONTRACCEZIONE
I. Contraccezione orale (“la pillola”).
1. Casi in cui è controindicata.
Disturbi della circolazione sanguigna e della circolazione venosa, cardiopatia, diabete, fibroma, ipertiroidismo, insufficienza epatica, percentuale troppo elevata di colesterolo e di
trigliceridi, peso superiore alla norma, tendenza alla depressione, ecc.
2. Disturbi riscontrati più di frequente in chi ne fa uso.
Dermatosi acneiformi, problemi al cuoio capelluto (seborrea,
alopecia), disturbi della pigmentazione cutanea in caso di
esposizione prolungata al sole (melanosi, cloasma frequente
-dunque, non “arrostirsi” sulla spiaggia), crescita di peli sul
labbro superiore, sul mento, nelle gambe (irsutismo); disturbi digestivi (digestioni difficili, diarrea); aumento della viscosità sanguigna, tendenza alla pinguedine e alla cellulite,
litiasi biliare, galattorrea, vaginite metrorragia, candidosi vul231
CONTRACCEZIONE
vo-vaginale, nevrite ottica, disturbi del carattere (irritabilità,
ansia, modificazione della libido), disturbi del sonno, ipomagnesemia; ecc. Converrebbe seguire i consigli del proprio
medico curante, di consultarlo regolarmente e subito in caso
di disturbi.
Questi rischi vanno diminuendo con la diffusione di “nuove
generazioni” di contraccettivi orali.
– Le mini-pillole, con basse dosi di estrogeni.
– Le micro-pillole, che contengono soltanto progestativi,
raccomandate soprattutto alle donne di 40 anni.
– Le pillole medio-dosate, la cui formula tiene conto dei
rischi causati dalle “mini”, le quali per altro erano molto meno
tollerate del previsto.
“La pillola non ha liberato la donna. Ha liberato l’uomo e
caricato la donna di ulteriore responsabilità”. (Dr. Germaine
Stegg, 1976).
3. L’eliminazione del componente estrogenico da certi contraccettivi, annullando gli effetti della pillola, può essere causata dall’assunzione di certi farmaci: fenilbutazone, rifampicina, certi barbiturici e antiepilettici, ecc.
N.B. 1. Occorre tenere presente che anche gli uomini possono essere vittime della “pillola”. Poiché la flora vaginale risulta modificata, dopo un certo tempo, dall’uso regolare di
contraccettivi orali, le donne sono talvolta colpite da disturbi provocati dalla proliferazione di candida albicans (Candidosi)... e così dei casi di balanite sono stati riscontrati
nell’uomo.
In questo caso, si comporterà come la sua partner: prenderà
delle compresse di Mycostatin oltre ai rimedi per la balanite
(→ Vaginite, IV, Balanite).
N.B. 2. La contraccezione orale è in parte responsabile dell’aumento delle malattie veneree fra i giovani, perché sopprime l’uso dei preservativi.
N.B. 3. Sembra utile ricordare la riflessione del Dr. L. Moreau:
“è molto più facile per una donna avere dei bambini prima dei
25 anni che più tardi. È dunque preferibile per una donna che
desidera dei bambini averli quando è ancora giovane; ed è
preferibile usare i contraccettivi solo dopo avere avuto i bambini che si “desiderano”.
II. Prevenzione dei disturbi dovuti all’uso di un contraccettivo orale.
1. Al fine di prevenire i disturbi venosi e psicosessuali, i
dott. Bergeret e Max Tétau indicano la formula seguente:
Sorbus domestica, gemme, mac. glic. D1, 50 gtt., Citrus limonum, gemme, mac. glic. D1, 50 gtt., Coriandrum T.M. 20
gtt., da mescolare prima dei tre pasti, in un po’ d’acqua.
2. Nei disturbi venosi, pesantezza delle gambe, si potrà aggiungere:
L. 28 Lehning, 30 gtt. 3 v. al dì.
Si consiglia di assumere Riven, 2 cp. al dì come integratore
vitaminico utile per il trofismo del microcircolo e applicare
localmente Riven crema più v. al dì.
232
3. Nei disturbi della libido, ai rimedi del § 1 si potrà aggiungere:
Actea racemosa 7CH, 1 dose (o 5 gr.) ogni 7 giorni.
L.72 Lehning, 20 gtt. in un po’ d’acqua, 2 v. al dì.
4. Se vi è aumento di peso, pletora agli esordi.
Natrum sulfuricum 7CH, 1 dose (o 5 gr.) e Thuja 7CH, 1
dose (o 5 gr.), alternati ogni 7 giorni.
Sepia 5CH, Graphites 5CH, 2 gr., un giorno l’uno, un giorno
l’altro.
Fucus Complexe n° 111 Lehning, 2 cp. 2-3 v. al dì in associa

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