N° 25 del 28/06/2008

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N° 25 del 28/06/2008
AGROPOLI
A G RO P O L I
CA
CA PA C C I O
VA L LO D E L L A LU C A N I A
RO C C A DA S P I D E
DIANO
Il castello è degli
agropolesi
Allevatori di bufale
senza contratto
Sepe al Decennale della
Madonna delle Grazie
L’opposizione
attacca Auricchio
Ecco l’organigramma
della Valdianese
DANIELA DE MARTINO pag.2
ORESTE MOTTOLA pag. 4
NICOLA NICOLETTI pag. 5
FRANCESCA PAZZANESE pag. 6
CARMINE MARINO pag. 12
Ann o X n°25 - www.unicosettimanale.it - 28 giugno 2008 € 1,00
Editore: Calore s.r.l. Sede Legale: Via S. Giovanni, 86 - Villa Littorio - Laurino (Sa); Sede Redazionale: Via della Repubblica, 177 - Capaccio-Paestum (Sa) - Poste Italiane - Spedizione in a.p. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Dir. Com. Business Salerno -Abb. annuale 25,00€
Comunità Montane:
vi spiego perché
devono rimanere
PROCESSO AL MARE DI PAESTUM
di Vincenzo Luciano
Lasciateci lavorare…la montagna ha
più da dare che da ricevere…. , e chi
ha la ventura di avere un ruolo qualsiasi in una qualsiasi comunità montana d’Italia, vorrebbe continuare a
lavorare, senza le mille dichiarazioni
che si rincorrono quotidianamente da
tempo, nel panorama politico e mediatico del nostro Paese.
Basta ricordare le recentissime dichiarazioni del ministro Tremonti e
poi , il rincarar la dose, del ministro
Brunetta, che avevano tentato di
“cancellarci” per decreto. Non più
tagli, come quelli già subiti in questi
anni, non più razionalizzazione, riordino, rilancio, ma…..abrogazione,
annullamento. Non più avviare una
profonda ristrutturazione dello Stato,
e per dirla con Gian Antonio Stella e
Sergio Rizzo (che scrivono di nuovo
di noi) “ serve una loro riforma. Invece, sono diventate il boccone da
buttare ad una folla urlante, il più demagogico e qualunquista possibile,
per placarne la rabbia”. Il “capro
espiatorio” di una risposta demagogica ad una domanda strumentale. Se
la questione politica che si intende
porre è l’ammodernamento dello
Stato, riformando Parlamento, Governo, Consigli regionali e Istituzioni
locali per migliorare l’efficienza del
sistema economico e la competitività, bisogna finirla con la demagogia e creare condizioni di
convergenza tra forze politiche e sociali. In tutto questo, gli amministratori della montagna , unitamente ai
tanti lavoratori forestali, alla nostra
gente appare anche …abbiamo l’obbligo di difenderci dai demagoghi
che inquinano la politica italiana e,
al contempo, accettare la sfida al rinnovamento. E’ quello che stiamo facendo in ogni Regione d’Italia in
funzione di dare attuazione a quanto
disposto dalla finanziaria vigente.
Legge, che giova ricordare, già fortemente penalizzante per le nostre
istituzioni montane, ma che demandava alle Regioni- competenti costituzionalmente in ciò- e all’interno di
un quadro di compatibilità economica prefissata, il riordino delle Comunità montane. Che ne sarà di
questo percorso avviato, anzi alle
battute finali ( v. scadenza del 30 di
questo mese) ? Un percorso sofferto,
ma fortemente innovativo, senza
conservatorismi, senza nessun ombrello protettivo, senza nessuna zona
franca. Abbiamo fatto, in ogni Regione, la nostra parte fino in fondo,
CONTINUA A PAGINA 14
...CI POSSIAMO FARE IL BAGNO ?
A RT I C O L O A PA G I N A 3
Fra di noi il principe senza regno
Filiberto il 4 e 5 luglio ospite a Paestum e Palinuro
A quasi un anno dalla visita nell’Agro-nocerino sarnese, Emanuele Filiberto di Savoia torna in Campania per ammirare le
bellezze del nostro territorio.
L’erede di casa Savoia sarà a Capaccio ed a
Palinuro i prossimi 4 e 5 luglio per una visita guidata alle bellezze paesaggistiche e
culturali della zona. Ad accompagnare il
Principe nel tour cilentano ci sarà l’amico
Massimo D’Onofrio, presidente del
consiglio comunale
di Pagani.
Il 4 luglio Emanuele Filiberto sarà
a Paestum per una
visita guidata ai
Templi ed al Museo
Archeologico Nazionale. Prevista la
presenza del Principe, che sarà ospitato dalle famiglie
Natale e D’Alessio,
anche presso il Caseificio Rivabianca, cooperativa di allevatori di bufale piana di Paestum. In serata, poi, è in programma una
cena di gala con gli esponenti politici del
territorio. Il 5 luglio Emanuele Filiberto
sarà a Palinuro, accolto dalla locale amministrazione, per una visita alle rinomate
grotte naturali della cittadina cilentana.
DI CHE PASTA
È FATTO MASTROLIA
ABBONAMENTO ANNUALE UNICO: Italia €25,00, Estero € 90,00 intestato a Calore s.r.l.
su C/c postale IT 24 R 07601 15200 0000 53071494 o
C/c bancario EUR IBAN IT55 Y083 4276 1400 0401 0040 585
IN ALLEGATO AD
UNICO
“IL SELE”
N°25 28 giugno2008
A g ro p o li
2
Il castello è degli agropolesi, Alfieri festeggia, Domini indaga
Pesca e Malandrino dichiarano: “Una scelta scellerata”
Grande corteo e grandi festeggiamenti per l’acquisto del castello: ”E’
un coincidenza questa che vede celebrati insieme la festa per il primo
anno di amministrazione -esordisce
il sindaco di Agropoli, durante la cerimonia dell’acquisto del manieroNoi abbiamo avuto il coraggio di
fare ciò che molti altri non hanno
fatto, riconsegnando al patrimonio
pubblico un bene di assoluto valore
storico, culturale e sociale- continua
Franco alfieri- l’acquisto del castello
era nel nostro programma elettorale,
a dimostrare che noi le promesse le
manteniamo, e le manterremo.”
L’opposizione protesta, i consiglieri
di Forza Italia-Pdl Mario Pesca ed
Emilio Malandrino dichiarano “scellerata” la scelta di Alfieri in tempi di
difficoltà economica come questi:
“Eravamo entusiasti quando, con la
visita di Rutelli ad Agropoli, sembrò
che il Castello venisse donato dai
Beni Culturali al Comune, ma gli acquirenti sono divenuti tutti i cittadini
agropolesi, sulle cui spalle andrebbe
a gravare la spesa verosimilmente
per i prossimi trent’anni”. Anche
perché, continuano, “la delibera C.C.
n. 31 del 20/03/2008 ha preventivato, nel piano triennale dei lavori
pubblici, una spesa di 11 milioni di
A parer mio
euro per la ristrutturazione. Ma
l’esperienza dell’acquisto ci insegna
ad essere critici sulle possibilità che
questi soldi possano giungere con finanziamenti europei e regionali”.
Dopo la notizia della firma dell’accordo preliminare per l’acquisto dell’ex Sindaco Antonio Domini scrive
un esposto indirizzato al Segretario
Comunale, al Presidente Collegio dei
Revisori dei Conti, al Prefetto di Salerno, alla Sovrintendenza Baas e
alla Sovrintendenza archeologica,
per chiedere spiegazioni in merito a
taluni interrogativi che riguardano
l’acquisizione della fortezza. E ne
suo esposto pone i seguenti quesiti:
1. L’importo definito per l’acquisto
del castello da parte del Comune di
Agropoli è di € 3.000.000,00, mi
chiedo come si è giunti a questo
prezzo se da nessun atto si evince
che vi sia stata una stima precisa e
puntuale da parte di un tecnico competente?
2. Perché l’Amministrazione comunale di Agropoli decide di procedere
all’acquisto con questa metodologia
di Catello Nastro
La colonna infame
Ovverossia” Che pacche rint all’acqua”
Alcuni secoli fa la giustizia, a Napoli
ed in molti altri luoghi della nostra
amata Repubblica Italiana, veniva amministrata in maniera molto diversa
da oggi.
Diversa a tal punto che il cittadino
medio si porge la spontanea domanda “ Stavamo meglio allora oppure oggi?”.
Certamente a questa domanda non
si può dare una risposta obiettiva o
quanto meno oculata.
Oggi se commetti un reato, anche
non importante, puoi usufruire delle
offerte speciali, degli indulti, dei condoni, degli sconti di pena, della
buona condotta, dei rinvii a giudizio
e magari, con una buona raccomandazione o con una bustarella, puoi
anche trovare un surrogato alla
pena. Tutti devono pagare le loro
colpe. Ma i termini sono molto aleatori.
Ci sta chi paga col carcere, chi paga
con una multa, una contravvenzione,
una sanzione, un concordato, un
compromesso o un patteggiamento,
eccetera, eccetera. Alcuni secoli fa
esisteva, in Piazza Mercato, a Napoli,
una colonna cosiddetta infame. Si
trattava di un monumento al crimine,
di solito fatto di marmo di Carrara,
alto un metro e mezzo circa, qua-
drata di centimetri ottanta per ottanta di base, sul quale dovevano sedere i “criminali” giudicati da un
tribunale del tempo per reati che
oggi la legge dello stato democratico
definisce “minori”.
La maggior parte di questi reati
erano i debiti contratti da persone
che per un caso o per l’altro non
avevano potuto sanare gli impegni
presi per pagare il fitto al padrone di
casa, il pane dal fornaio, il vino dal
pizzicagnolo, o la dote alla figlia che
andava in sposa.
Un tribunale sommario, ma efficiente
e lontano dalle lungaggini burocratiche odierne, condannava seduta
stante questi presenti malviventi a
sedere, per giorni interi sopra questa
colonna, di solito al centro della
piazza, e quindi esposti al pubblico
ludibrio. La gente che passava poteva
deridere, offendere, magari sputargli
in faccia proprio perché li riteneva
persone “non socialmente utili”, per
usare una terminologia odierna
tanto cara ai sindacati ed alle associazioni di categoria ed ai tanti carrozzoni comunali, provinciale e
regionali.
Insomma queste persone dovevano
sopportare le offese solo perché
non avevano potuto soddisfare i loro
creditori e mantenere fede agli impegni. A furia di stare seduti per intere giornate su questa colonna,
muovendo le miserabili e contaminate chiappe, la parte centrale di
questa colonna di marmo veniva gradatamente consumata, incavata per
alcuni centimetri e quando pioveva
si riempiva d’acqua.
Ed allora, cari lettori, immaginate
questi poveri disgraziati costretti a
convivere col liquido piovano che
rinfrescava la parte posteriore somatologica, volgarmente detta
anche “culo”, se venivano condannata durante l’estate. Ma pensate un
poco come doveva essere dura la
condanna se venivano condannati
nel mese di gennaio.
Napoli, in effetti, è “’O paese d’ò
sole”, ma a gennaio veramente no.
Da qui, cari lettori, ad indicare una
persona che si trova in una indigenza
tale da non poter pagare i debiti
contratti, a vario titolo, naturalmente, ancora oggi si usa la pittoresca – e terribile – frase: “ Chillo sta’
ch’e pacche rint’allacqua!!!”.
ed esborsando la cifra di €
3.000.000,00 e non di procedere all’esproprio del bene proprio in considerazione del valore storico che lo
stesso ha, risparmiando in tale modo,
probabilmente molti soldi?
3. La decisione di far acquistare il castello alla società AGROPOLI STU
srl non è un modo per aggirare la
norma sul patto di stabilità considerato che comunque l’eventuale rata
di un eventuale mutuo dovrebbe
sempre pagarla il comune di Agropoli? 4. Come mai all’interno del
preliminare di acquisto del castello
di Agropoli, sottoscritto tra i componenti del CdA della soc. AGROPOLI
STU srl e l’attuale proprietario viene
indicata come data ultima del rogito
il 30/10/2008 e non viene indicato
come e dove si prenderanno i soldi
per pagare il bene?
5. Come può una società come la
AGROPOLI STU srl che ha un capitale soc. di soli € 10.000,00 e non
possiede alcun patrimonio far fronte
ad una cifra così grande?
6. Visto che da alcune voci pare che
la soc. AGROPOLI STU srl intende
far fronte alla spesa con un mutuo mi
chiedo quali garanzie possa fornire
una società che ha un capitale di soli
€ 10.000,00 ed è costituita da pochi
mesi? Forse sarà il comune di Agropoli a garantire?
Le proteste e i dissensi di questo acquisto erano già stati palesati prima
della cerimonia di consegna, e durante quest’ultima Alfieri aveva dato
già delle risposte ai manifesti della
minoranza di centrodestra, commentando: “E’ vero, l’ex viceministro
Rutelli ci aveva lasciato intendere
una disponibilità del suo ministero
dei Beni Culturali all’acquisto del
Monumento. Ma noi fin dall’inizio
avevamo messo in conto di poterci
fidare solo delle nostre forze e della
nostra volontà, dunque la caduta del
governo e l’allontanamento di Roma
da questa iniziativa non ci ha spaventato. L’opposizione ci accusa di
aver creato un forte debito, ma il nostro è semmai un investimento, non
un debito. I cittadini sono ben lieti di
contribuire nei limiti del possibile a
realizzare obiettivi che per primi desiderano, anche se, sia chiaro, questo
acquisto non indebolirà affatto le
loro tasche”. Infine chiarisce sul
ruolo della STU: “Per comprensibili
motivi riguardanti il patto di stabilità,
abbiamo deciso di utilizzare un
modo totalmente legale per effettuare il contratto di compravendita,
ovvero rendere acquirente la Società
di Trasformazione Urbana, della
quale però il Comune possiede il 100
% e continuerà a possederlo”. Dopo
l’esposto di Domini si aspettano ulteriori risposte dall’amministrazione
comunale e dall’attuale sindaco.
Daniela De Martino
N°25 28 giugno2008
C a p a ccio
Gli studenti del “Piranesi” misurano la febbre al nostro mare
La balneazione è assicurata, almeno per il momento
Alessandro Sorgente*
Una dozzina di studenti del liceo
Scientifico G. B. Piranesi di Capaccio, capaci e volenterosi, animati da
uno spirito critico e desiderosi di conoscere, attraverso una indagine
scientifica, lo stato delle acque costiere del litorale di Capaccio–Paestum, ha realizzato un progetto dal
titolo “Analisi delle acque di balneazione del litorale di CapaccioPaestum”.
Come viene stabilito il livello di qualità delle acque di balneazione? Quali
sono i parametri chimico- fisici e
quali i loro valori per avere una
buona qualità delle acque? Come si
eseguono le analisi?
Una ricerca per essere credibile e per
avere valore scientifico deve descrivere in modo inequivocabile la procedura sperimentale adottata e la
strumentazione usata e deve fornire,
infine, dopo elaborazioni di modelli
matematici, un dato numerico relativo alla grandezza misurata. Per effettuare le nostre indagini abbiamo
seguito questa metodologia.
Abbiamo scelto per le nostre misurazioni quattro siti in vicinanza della
confluenza di corsi d’acqua o fiumi
in mare. Il primo sito è stato scelto a
circa 400 m. dalla sponda del fiume
Sele nel territorio di Capaccio, il secondo sito nelle vicinanze del pontile
della Laura, il terzo sito dopo il lido
Athena dove si osserva un corso
d’acqua confluire in mare, e infine il
quarto sito nella zona Licinella, alle
foci di Capo di Fiume.
In ogni sito o stazione di rilevamento
sono stati effettuate circa quaranta
misure con una sonda multiparametrica che rileva contemporaneamente
i seguenti parametri in studio: temperatura, salinità, ossigeno disciolto,
pH, potenziale redox, conducibilità
elettrica; la sonda è stata impostata in
modo da rilevare una misura ogni
due minuti. I dati sono stati registrati
PERDIFUMO
Premio alla carriera
al preside Angelo Capo
In una straordinaria cornice di
pubblico, qualificato e numeroso
ed importanti personalità della
cultura, si è celebrato il “VII Meeting della Fede” intitolato al giovane
Dario
Prisciandaro
prematuramente scomparso.
Il premio, col patrocinio della Presidenza della Repubblica, del Senato e della Camera dei Deputati
oltre che dalla Regione, Provincia,
dal Museo di Vatolla, dal Parco del
Cilento è organizzato dall’Associazione “Dario Prisciandaro
ONLUS” in collaborazione con il
Comune di Perdifumo.
Il premio alla Carriera dei Presidenti della Repubblica e del Senato è stato attribuito anche al
Preside Angelo Capo del Liceo
scientifico “Piranesi” di CapaccioPaestum di cui è stato il fondatore
ed il responsabile dal 1972 ad
oggi.
Oltre ad essere stato membro del
Consiglio Scolastico Provinciale
per tre consiliature.
Segretario nazionale di un sindacato autonomo dalla Scuola e Segretario Provinciale della CGILScuola di Salerno, nonché Assessore e Sindaco di Capaccio-Paestum dal 1970 al 74, ha sempre
collaborato con la cattedra di Storia Economica dell’Università di
Salerno. Specializzato nella storia
moderna di Capaccio – Paestum,
è autore di dieci volumi adottati
nelle Università italiane ed in sei
straniere.
nel datalogger dello strumento e successivamente elaborati nel laboratorio di informatica del nostro Liceo,
grazie a dei sofisticati programmi di
calcolo e di gestione dei file.
La fase delle misurazioni in situ è
stata particolarmente delicata e faticosa in quanto una errata misurazione produrrebbe grossolani errori
che potrebbero deviare notevolmente
la misura dai valori aspettati.
Per evitare errori sistematici nelle
misure è stato necessario compiere
una taratura delle singole sonde
ognuna delle quali rileva un parametro diverso. Successivamente si
effettuano le misure, posizionando la
sonda a diverse profondità per valutare la eventuale variazione dei parametri con la profondità, e in uno
specchio d’acqua piuttosto ampio.
Le misurazioni sono state effettuate
in due giorni consecutivi, all’inizio
del mese di giugno, nelle ore pomeridiane in modo da avere la massima
stabilizzazione della temperatura.
Queste operazioni sono state eseguite
dagli allievi, coadiuvati da un valido
e professionale staff costituito dai
tecnici della nostra scuola.
La tabella sintetizza i risultati della
nostra ricerca
La prima osservazione rilevante riValori medi dei parametri misurati nei vari siti
Condut. Spec. mS/cm
Ossigeno disciolto
mg/l
pH
Pot. Redox
mV
Salinità
ppt
Temperatura
°C
Foce Sele
0.125 8.290
7.520 197.00 0.057 24.5
Pontile-Laura 0.763 7.813
7.345 194.00 0.376 21.0
Lido Athena
0.806 8.434
7.419 188.00 0.396 19.7
Lido Marilena-Licinella 0.825
8.434 7.414 190.00 0.421
18.5
guarda la salinità e la conduttività decrescenti partendo dalla stazione di
foce Sele verso la Licinella. Tale andamento potrebbe essere attribuito al
fatto che i prelievi effettuati vicino
al fiume Sele contengono prevalentemente acqua dolce, quindi la componente salina è minima così pure la
conduttività elettrica che è determinata dalla concentrazione di ioni disciolti in acqua.
L’ossigeno disciolto è un indice della
quantità di ossigeno presente nell’acqua. Nelle acque superficiali, valori
elevati superiori a 10mg/l indicano
un eccessivo sviluppo di microalghe.
I valori medi normali variano da 6- 8
mg/l . Il Ph è una misura della basicità o acidità dell’acqua. Nelle acque
marine di superficie ( fino a 1-2 m di
profondità) il valore medio di pH si
aggira intorno a 8.2. I valori più alti
(soluzione basica) ( 8. 9) coincide
con valori elevati di clorofilla e di
ossigeno. Questi valori possono variare nel tempo e quindi cambiare la
situazione ambientale da un giorno
all’altro. Per questo motivo è necessario compiere accertamenti ispettivi
e analitici da parte delle Asl o delle
agenzie regionali per la protezione
dell’ambiente con frequenza almeno
quindicinale nel periodo di campionamento (1 aprile-30 settembre)
come è stabilito dal DPR 470/82.
I risultati elencati nella tabelle precedente sono soddisfacenti perché sono
conformi al giudizio di idoneità delle
acque di balneazione da parte degli
Enti accreditati secondo la normativa vigente; tuttavia la nostra analisi
è parziale e incompleta e ha solo valore didattico. Un’indagine esaustiva
prevede analisi chimiche per stabilire
la percentuale di elementi chimici disciolti nell’acqua, un’analisi microbiologica e batteriologica per
confermare o meno l’assenza di microrganismi patogeni e un periodo di
monitoraggio di almeno trenta giorni.
Noi ci ripromettiamo di continuare
questa indagine negli anni venturi
per assecondare la vocazione ambientalista della nostra scuola,
quando avremo il nuovo istituto e dei
laboratori più completi e idonei per
le nostre ricerche. La Scuola ha
adempiuto a due doveri fondamentali, il primo è quello di aver istruito
dei giovani studenti a cimentarsi con
una ricerca impegnativa che ha richiesto una capacità di analisi della
mole di dati raccolti e anche di un
serio approfondimento dei contenuti
dei programmi scolastici; secondo è
quello di fornire utili notizie alla popolazione, ricavate da una accurata
indagine scientifica, sulla salute dell’ambiente e di aver stabilito quel
collegamento sinergico tra l’istituzione scolastica e il suo territorio che,
credo, sia l’humus per lo sviluppo di
tutte le società.
*Docente di Matematica e Fisica
del Liceo Scientifico Piranesi
3
L’OPINIONE
Una brutta
estate
di Enzo Sica*
Nel ringraziare Maurizio Paolillo
sempre attentissimo alle problematiche locali debbo constatare il
reale stato di abbandono di tutto il
Paese ormai in piena estate.
Debbo inoltre con rammarico registrare che mentre il Sindaco è intento a costituire inutili società di
gestione che di fatto si riveleranno
utili solo a gestire sottogoverno e
clientelismi , molte sono le opere
inspiegabilmente irrealizzate nonostante avessimo lasciato soldi e
progetti approvati .
Mi riferisco al progetto Arcus che
prevedeva l’abbattimento delle
barriere architettoniche nell’area
archeologica e la realizzazione di
servizi igienici al centro di Paestum.
Avevamo ottenuto i finanziamenti
, i pareri, ma oggi l’amministrazione
ha di fatto arenato tutto. Altra
opera incompiuta l’oasi dunale a
Foce Sele , da me fatta progettare
e finanziare, dopo la realizzazione
è stata lasciata nella totale incuria.
Così la raccolta differenziata ,
scesa pericolosamente a livelli bassissimi, nonostante l’avessimo lasciata ad un ottimo livello di
realizzazione.
La stazione di Paestum: avevamo
preso in fitto alcuni locali per realizzarci un info point gestito da
qualche associazione da selezionare tramite apposito bando pubblico. Per Torre di Mare avevamo
inserito uno stralcio progettuale
nel riuso dei residui del por 2.1
prevedendone l’esproprio ed il restauro conservativo pensando ad
un museo dello sbarco: nulla di
fatto , tutto abbandonato .
Sembra che finalmente la sovrintendenza abbia accordato il parere
per l’allocazione a 600 mt dalle
mura, del sottopasso di Paestum,
previa analisi geognostica, ma di
fatto allo stato le procedure dormono. Pericoloso inoltre lo stato
di incuria in cui stanno precipitando i depuratori : gia in pieno
sviluppo le terrificanti ondate maleodoranti che dopo tre anni sono
tornate a far compagnia agli abitanti ed ai turisti di quella zona.
Altro risultato di questa incuria il
mare sporco: ricordo che con la
mia amministrazione furono fatti
notevoli sforzi ed investimenti per
riattivare il ciclo depurativo che
trovammo allo stato di quasi totale
imballo.
Nulla nemmeno sul settore sfalci :
era pronto un sistema di raccolta a
chiamata dei residui della pulizia
dei giardini.
Via Terra delle Rose, abbiamo lasciato progetto approvato e soldi :
i lavori sono iniziati con ritardi
continua a pag. 15 .
C a p a ccio
4
L’Heraion a Paestum: che bella scoperta!
Urgente è la definizione di un progetto di rilancio culturale
Non c’ero mai stato. Molto spesso la
presunzione di pseudointellettuali
come me fa perdere completamente
il rapporto con certi pezzi della nostra memoria che vivono nel silenzio
e che proprio per questa ragione
quelli come me dovrebbero ... Ascoltare di più. Per il futuro, faccio ammenda starò più attento! Sabato
scorso, invitato dagli amici dell’Associazione Daltrocanto, sono andato
a un concerto di musica popolare che
si è tenuto proprio nell’area antistante il Museo Heraion di Paestum.
Scelta di grande intelligenza bisogna
darne atto a Antonio e Mariella Giordano e a Marina Cipriani un Dirigente
della
Soprintendenza
responsabile dell’area che conosco
da tempo e che reputo persona di eccezionale autorevolezza e competenza. La serata è stata piacevole, la
gente era contenta e la contaminazione composta attorno alla musica
e ai reperti, alle voci della storia e nel
ritmo della taranta, dei profumi della
terra, del sibilare poco distante del
CREATIVITÀ
DA SPIAGGIA
questo era proprio Marina Cipriani...
Altro positivo conforto perché lei ha
il metro della situazione e io leggevo
nel suo calmierare le velleità di tutti
quelli che come me si sentivano
presi dal sacro fuoco dell’impegno
(avvertito molto estemporaneamente
nel mio caso... ) la consapevolezza di
un progetto che
già tendeva e
tende a rendere
Andrea Iovino
ancora
più
Sele e dei sapori di quel cibo
fruito questo bel
offerto da un ristorante poco
Museo.
distante dal Museo, ha
Da qui a breve –
creato un ambiente particoabbiamo saputo
lare, inusuale... Colto!
quella sera – ci
E quanto ci manca la cultura
sarà una gara e,
in questo tempo barbaro
dunque, si indifatto di spazi barbari, goverviduerà
una
nati di barbarie e vilipesi di
nuova gestione
media/megafoni già imbarche avrà lo speEsterno del Museo Narrante
bariti da tempo... Ho avuto il
cifico mandato
bene di incontrare il mio amico Ser- stro contributo per renderla ancora di mettere a reddito la struttura e rengio Vecchio, uomo vero prima che maggiormente sistema di riferimento derla, appunto, maggiormente fruita.
ottimo artista, ho ritrovato il buon per il territorio e le nuove genera- Però... Mi permetto di dire molto
Bartolo, ho incontrato tanti maestri e zioni. La meno preoccupata di tutto sommessamente e forse senza avere
alcun diritto di parola rispetto a ciò:
non sarebbe meglio ancora prima di
bandire la gara far sedere attorno al
tavolo più istituzioni territoriali per
verificare se è possibile mettere in
campo un progetto comune per la valorizzazione di questo sito? E cosa
significa concretamente mettere a
reddito il Museo? Il Parco, l’Amministrazione di Capaccio, l’Ente provinciale per il Turismo, l’Azienda di
Soggiorno, le Associazioni del territorio ... Il mondo della scuola innanzitutto! Potrebbero, o no, questi
soggetti, provare a mettere in campo
un progetto comune perché questo
sito assurga concretamente al ruolo
di catalizzatore e laboratorio culturale della Piana del Sele? Insomma,
va tutto bene, anche la gara ma io avLo staff del locale
verto il rischio (ripeto lo affermo
voce, di intendere il suo linguaggio 2008, la repubblica del Dum Dum molto sommessamente e magari le
che racconta di storie e di mondi approda alla produzione discografica. mie sono preoccupazioni del tutto
lontani. La Dum Dum Republic di Nata dalla creatività degli Induè, inutili) dell’individuazione asettica
Paestum è la repubblica di chi è ve- gruppo composto dai musicisti Enzo di un gestore che magari snaturi il siramente capace di amare il mare e Bavuso e Pietro Ciuccio, e con la gnificato di Heraion che a mio avda questo amore ha tratto, ormai da collaborazione di tantissimi musici- viso deve avere, invece, una valenza
oltre un decennio, la linfa vitale per sti della nostra terra la cui fama ha culturale sempre più forte e specile tante proposte di divertimento, superato i confini nazionali, come ad fica. Penso a un museo didattico in
musicali, artistiche e gastronomiche esempio Antonio Onorato, e di mu- cui le scuole si incontrano e trovano
capaci di coinvolgere un pubblico sicisti di altre aree del Mediterraneo, i segni della civiltà che ci ha attrasempre più vasto.
ad esempio il cantante marocchino versato ... penso insomma alla caratDopo il concorso letterario dedi- Dudù, la nuova produzione disco- terizzazione di un sito museale di
cato alle scuole sul tema del mare grafica ispirata proprio al Mare No- tipo europeo in cui l’identità è eled’inverno, che ha prodotto un bellis- strum sarà presentata al lido Dum mento motore per l’intercultura e
simo volumetto in cui unica prota- Dum nel mese di luglio,con un me- penso ancora a un luogo in cui i
gonista è la creatività dei ragazzi gaconcerto che vedrà in scena tutti segni del passato trovano la forza per
ispirata dalle suggestioni del mare, i musicisti coinvolti. Il cd sarà poi di- essere pietre miliari del futuro del
dopo le tantissime feste che fanno sponibile in tutti i maggiori negozi nostro territorio. Basterà una gara
ballare ed uniscono gli spiriti di mi- d’Italia. Ancora una volta protagoni- perché questo si concretizzi? Me lo
gliaia di giovani, dopo il festival del sta il connubio musica/mare per un auguro. Altrimenti ... Sono disponisole, le happy hour, i concerti che appuntamento live che promette di bile a dare il mio piccolissimo conhanno visto sempre il mare come in- regalare ancora a chi sarà presente tributo (si tratta di bassa carpenteria,
beninteso).
sostituibile anima, dopo la notte di tante fantastiche suggestioni.
Andrea Iovino
tarante che ha inaugurato la stagione
Domenico Tanza
Allevatori bufale:
“Ci disdettano i
contratti”
professori... Per un momento ho trovato inopportuno il consueto rimando dei famosi quattro amici al
bar di Gino Paoli... Eravamo molti di
più e tutti insieme eravamo d’accordo sul fatto che quella struttura
fosse una gran bella struttura e che
tutti avevamo il dovere di dare il no-
Mare d’inverno e mare d’estate al Dum Dum
Ci sono tanti modi di vivere il mare.
Il mare lo si associa spesso alla tintarella, al sole, al relax, al divertimento.
Lo si associa alla spensieratezza delle
vacanze. Lo si associa alle migliaia di
bagnanti chiassosi, alle lunghe distese
di ombrelloni, alle vele, agli aquiloni
colorati. Chi ama veramente il mare,
però, sa bene che non è soltanto
questo. Il mare non può essere
chiuso in una definizione. Il mare è
un’anima, un luogo, uno spazio che
sfuma nell’orizzonte e che rimanda
a sentimenti, a viaggi, a scambi culturali, a commerci, ad avventure.
Amare il mare vuol dire essere capaci di liberare la propria mente, la
propria sensibilità, la propria fantasia
di fronte alla grande distesa d’acqua
ora placida e silenziosa, ora livida e
impetuosa. Amare il mare vuol dire
essere capaci di ascoltare la sua
N°25 28 giugno2008
Antonio Orlotti leader
degli allevatori
I postini stanno recapitando a getto
continuo le “disdette” dei contratti
di fornitura del latte di bufala spedite
dai caseifici della Piana del Sele ai titolari degli allevamenti della zona. Il
mercato nazionale ed internazionale
della mozzarella non si è ancora ripreso dopo la crisi della diossina, è la
tesi dei trasformatori. No, preferiscono lavorare i grossi stock di latte
congelato nei mesi scorsi, accusano
gli allevatori. E tutti assieme si lamentano di non aver ancora ricevuto gli indennizzi che furono allora
annunciati dall’assessore regionale
Cozzolino così come dal ministero
dell’agricoltura. I trasformatori chiedono di portare il prezzo alla stalla a
80 centesimi di euro al litro, contro
l’euro e mezzo pagato un anno fa.
Di contro il prezzo delle materie
prime necessarie per far alimentare
le bufale continua a correre all’impazzata. “Un quintale del concime
base per il mais, in un solo anno, è
schizzato da 30 a 66 euro”, racconta
Giovanni Mottola, allevatore di Altavilla. Contenuto in una media del
35% l’incremento delle altre materie
prime, con i carburanti ormai a
prezzi proibitivi.
Se i ricavi calano della metà e le
spese di gestione degli allevamenti
sono vicine al raddoppio, è evidente
che i bilanci delle aziende sono al
rosso fisso. Molti allevatori lamentano anche ritardi di oltre quattro
mesi nei pagamenti della fornitura di
latte al caseificio.
continua a pag. 15
N°25 28 giugno 2008
C ile n to
5
Vallo della Lucania festeggia il decennale della Madonna delle Grazie
Il cardinale Sepe unisce. La Tatangelo divide
Un avvenimento storico, decennale,
per Vallo della Lucania e per il Cilento. La festa del decennio nel santuario della Vergine delle Grazie
testimonia, immutata e viva nonostante le sfide laiciste e relativiste
odierne, un ritorno alla famiglia, ai
valori della tradizione cristiana e alla
condivisione fraterna. La statua della
Vergine e del Bambino, realizzata nel
1571, offre il suo seno, lo stesso che
nutre il Figlio, a chi necessita di sostentamento e aiuto. Le grazie di ieri
– un buon raccolto quando la siccità
minacciava il Sud e la pace – si aggiungono a quelle di oggi: l’unità
della famiglia, la conversione e la
pace del cuore. Tra le sue braccia i
vallesi si sono ritrovati il 23 giugno,
quando, nella mattinata, le campane
hanno salutato l’intronizzazione della
statua lignea. Alle 19 l’effige di san
Pantaleone, patrono della città e della
diocesi, è stata portata nel santuario
in processione. Prima il convegno
mariano in occasione dei 150 anni
dalle apparizioni di Lourdes e poi la
concelebrazione presieduta da mons.
Favale, hanno sottolineato l’importanza della figura di Maria nella popolazione del Cilento. Alle 22.30 i
“Fiati d’Europa” hanno offerto il
concerto di musica classica. La novena in preparazione al 2 luglio, giornata in cui si celebra la solennità
della Vergine, è caratterizzata dalla
presenza di numerose comunità religiose legate alla Madonna: “i Padri
dei Sacri Cuori, i Domenicani, i Servi
di Maria, i missionari de La Salette, i
Monfortani e la celebrazione in rito
Bizantino, caratterizzano sera per
sera la preparazione al grande evento
in cui – spiega don Ottavio Sicilia,
parroco del Santuario – ci sentiremo
più vicini alla Piena di Grazia per seguire il suo splendido esempio”. C’è
grande attesa per il cardinale Crescenzio Sepe, protagonista indiscusso
nella lotta alle gravi carenze civili e
di vivibilità della realtà napoletana,
che il 2 luglio, alle 11.30, presiederà
la concelebrazione in piazza Vittorio
Emanale. Il concerto di Anna Tatangelo divide il pubblico dei vallesi.
Quasi in controtendenza con il messaggio di unità familiare, semplicità
e purezza che questa festa, prima
centenaria e poi decennale, continua
a tramandare al popolo cilentano.
Nicola Nicoletti
PAESTUM, EX HOTEL AMBASSADOR
Stanzione: “La Provincia lo ha pagato un terzo del valore reale”
Presto diventerà una scuola alberghiera
Lo scorso 23 giugno nell’aula Consiliare di Palazzo Sant’Agostino si è tenuto il Consiglio Provinciale di
Salerno. All’ordine del giorno il question time: un acceso confronto su
otto tematiche che ha tenuto impegnati per circa un’ora il Presidente del
Consiglio, Carmine Pignata, il consigliere provinciale di Democrazia Federalista Verso il Popolo della Libertà,
Antonio Lubritto ed i consiglieri cui
quest’ultimo ha posto le varie interrogazioni. Presenti in aula, tra gli altri,
il presidente della provincia Angelo
Villani, il vice presidente Giovanni Iuliano, i consiglieri non direttamente
interrogati. Il numero totale, infatti,
copriva di gran lunga un terzo richiesto per tali convocazioni. All’appello
del Presidente del Consiglio erano 19
i convenuti, (ma già 12 ne sarebbero
bastati) raggiunti poco dopo da altri
consiglieri. Il Presidente della Provincia ha voluto ricordare il giovane sottotenente dell’Arma dei Carabinieri
Marco Pittoni, ucciso lo scorso 6 giugno a Pagani in un conflitto a fuoco,
nel tentativo di sventare una rapina
all’ufficio postale della cittadina e il cui
assassino è un diciassettenne, figlio di
un boss della camorra di Torre An-
nunziata. La prima interrogazione (prima all’ordine del giorno,
ma la numero 47 del 2008 nel
Registro delle Interrogazioni
della Provincia di Salerno) Antonio Lubritto l’ha posta in merito
alla delibera di Giunta Provinciale numero 132 del 16.04.2008 avente per
oggetto l’ex hotel Ambassador.
“Chiedo a distanza di un anno quanto
si è speso fino ad oggi – ha detto –
se il patrimonio immobiliare risulta
abbandonato, quali programmi sono
stati previsti, perché spendere ulteriore denaro pubblico per la custodia
e altro, perché non si cede a privati e
senza che sia stata fatta nessuna programmazione dell’immobile a breve
termine”. All’interrogazione ha risposto l’assessore alla scuola ed edilizia scolastica Pasquale Stanzione:“La
Provincia ha acquistato all’asta l’immobile che vale il triplo del costo pagato ed è in stato di abbandono
perché in stato di custodia giudiziaria
che non ha l’onere di manutenzione.
E’ nostro interesse evitare che lo
stato peggiori, si pensa di utilizzarlo
per attività di formazione scolastica”.
Non soddisfatto della risposta, Lubritto ribatte che è solo uno spreco
di denaro senza valide motivazioni.
Altra interrogazione n48/2008,
delibera di G.P. numero 135 del
16.04.2008 avente per oggetto la
questione del Meridionale Multiservice s.p.a.- proroga di affidamento
servizio di guardania/sorveglianza sui
siti mussali provinciali prescelti ed attività connesse. Lubritto chiede i motivi a lui non chiari nell’atto
deliberativo per prorogare dal
01/01/2009 al 31/12/2012 la convenzione protocollo numero 1131 del
03/10/2006 per un costo annuo a carico dell’Ente di euro 1.279.200,00.
Risponde l’assessore alle attività produttive, formazione professionale,
beni e attività culturali Gaetano Arenare: “La proroga di affidamento è
stata necessaria per aprire i plessi
mussali che sono ben sette in provincia e la giunta si è attivata per evitare la chiusura dei siti mussali forniti
in media di tre unità”. Lubritto ritiene eccessiva una proroga così protratta nel tempo e fa riflettere sul
fatto che si tratta di investimento di
denaro pubblico.
Interrogazione n49/2008 relativa alla delibera di G.P. numero 123
del 16.04.2008 circa la vertenza della
Provincia di Potenza c/Provincia di Salerno +1 - resistenza e costituzione
in giudizio – incarico legale – esecutiva. Si vuol sapere quali sono le motivazioni del Presidente della
Provincia di Potenza nel chiedere
l’annullamento della delibera del
Consiglio Provinciale numero 135 del
21/12/07 avente ad oggetto “Emergenza rifiuti in Campania, individuazione siti di discarica provinciale”, se
è vero che il sito prescelto per la discarica nel Comune di Caggiano risulti zona sismica di prima categoria.
Risponde l’assessore ai trasporti, mobilità, infrastrutture e contenzioso
Rocco Giuliano:“Le motivazioni sono
nella citazione della Provincia di Potenza. Per Caggiano, questo consiglio
ha scelto il sito in questione che va
difeso, la maggioranza si è rivolta a un
legale di fiducia per curarne le procedure”. Lubritto: “Dal 21 dicembre ad
oggi non è detto che Bertolaso abbia
scelto il sito, è una zona sismica e le
scelte tecniche non sono definitive.
Bisogna orientarsi verso altre scelte e
non perdere altro tempo”. Interrogazione n50/2008 delibera del
G.P. n144 del 16.04.2008. Oggetto:
vertenza dottor Salvatore Aversano
c/Meridionale Multiservice e Provincia di Salerno – domanda di accesso
arbitrale – provvedimenti – esecutiva
per sapere quali sono le controversie insorte in seguito della delibera
dell’assemblea ordinaria e straordinaria della Meridionale Multiservice
(già Salerno Manutenzioni) s.p.a, se
era legittimo, invocando l’articolo 22
dello Statuto sociale, revocare la nomina del Presidente del Consiglio di
amministrazione della suddetta società, se vi sono responsabilità da
parte della società nell’iter procedurale adottato. Risponde ancora Giuliano: “Non è il Consiglio che deve
decidere riguardo il caso Aversano”
– Lubritto: “Restano grossi punti interrogativi. Non mettiamoci lo statuto e i regolamenti sotto i piedi”.
Interrogazione n51/2008, a
detta dei giornali la Soprintendenza
ha bloccato il secondo lotto dell’Aversana, Lubritto chiede chiarimenti ed il Sindaco di Agropoli,
Assessore ai Lavori Pubblici Franco
Alfieri risponde: “Il 93% dei lavori del
secondo lotto è stato fatto. Sul progetto generale c’era il parere della
Soprintendenza. E’ un fatto molto
grave perché l’Amministrazione Comunale viene danneggiata dal fatto.
Comunque ora i lavori sono in corso
ed è stato appaltato anche il terzo
lotto per 16 milioni e mezzo di euro.
Si arriverà fino a Santa Cecilia”. Lubritto chiede una verifica a 360 gradi
poiché molte le opere non appaltate
ed altre ferme. La seduta si è conclusa
con la richiesta di Lubritto di una
copia del progetto e dei rilievi fotografici e all’occorrenza, di consequenziali provvedimenti. Gli oneri
non mancano, come si può vedere.
Maria Laura Pirone
PARCO DEL CILENTO
Sperimentato il fuoco
prescritto
Fiamme controllate per
prevenire gli incendi
L’estate è appena iniziata e il parco
Nazionale del Cilento e Vallo di
Diano si è preparato ad affrontare, dal punto di vista della prevenzione, la piaga ambientale,
economica e sociale degli incendi
boschivi.
L’Ente Parco ha infatti deciso di avviare un’azione di prevenzione che
consiste nel cosiddetto “fuoco
prescritto”. Si tratta di una tecnica
utilizzata già da diversi anni e con
successo in molti paesi europei, introdotta in Italia solo di recente e
in poche regioni, e questa è la
prima volta che viene sperimentata in un parco nazionale.
Si utilizza un fronte di fiamma controllato, che si fa transitare sul territorio interessato, con l’obiettivo
di ridurre per quanto possibile la
biomassa bruciabile e prevenire
così gli incendi, riducendone l’intensità e favorendone una minore
propagazione e una più facile
estinzione.
La tecnica è prevista nel Piano Antincendi Boschivi 2008 (Aib) redatto dall’Ente Parco e recepito
nel corrispondente Piano Aib della
Regione Campania. La sperimentazione, che ha riguardato l’intero
territorio del Parco, ha visto impegnato il personale del Corpo
Forestale dello Stato del Parco ed
è stata coordinata da Stefano Mazzoleni, docente all’Università degli
Studi di Napoli Federico II, e da
Francisco Rego, docente dell’Istituto Superiore di Agronomia dell’Università di Lisbona, tra i
massimi esperti internazionali del
settore, con la partecipazione
anche di un gruppo di ingegneri
portoghesi, altamente specializzati
nell’applicazione di questa tecnica,
coordinati da Antonio Salgueiro,
del Servizio Forestale Nazionale
del Portogallo. La sperimentazione
è iniziata con un’attività sul campo
necessaria ad individuare i siti idonei da sottoporre al fuoco prescritto.
Si è tenuto poi un seminario incentrato sui principi ecologici e
metodologici della tecnica, che ha
anticipato la sua messa in pratica. Il
fuoco prescritto, oltre che per la
prevenzione degli incendi, può
anche rappresentare una valida
soluzione per la gestione e conservazione di habitat di prateria e
di arbusteti, di particolare interesse naturalistico, e che nel territorio del parco rischiano di
scomparire per l’abbandono delle
tradizionali attività agro-silvopastorali.
Antonella D’Alto
6
R o cca d a sp id e
Infermieri sotto organico
N°25 28 giugno 2008
Manifesto dell’opposizione
De Vita impone nuovi orari “Sindaco costoso ed inefficiente”
Pochi e non utilizzati al meglio: ecco
come si sentono gli 88 infermieri in
servizio presso l’ospedale di Roccadaspide. E le difficoltà aumentano in
coincidenza con il periodo estivo.
“Tutti farete 12 ore in più e risolviamo
il problema delle ferie, dei riposi e
della malattia”: questa è stata la proposta del direttore sanitario Adriano
De Vita, accompagnato da Carlo Madaio, il responsabile degli infermieri.
L’opzione è arrivata dopo che già attraverso le procedure della mobilità è
arrivato nuovo personale infermieristico. “Li hanno chiamati proprio per
risolvere i nostri problemi di organico.
Che fine hanno fatto? Perché qui ne
abbiamo visti solo 6, dei 15 previsti, e
ad Agropoli sono ben 15?”, si chiede
un paramedico che preferisce mantenere l’anonimato. Un’altra strada poteva essere quella di ridurre, seppur
temporaneamente, i posti – letto dei
vari reparti. Ma i primari non ne hanno
voluto sapere. Come si potrebbero ri-
chiamare gli infermieri attualmente
impegnati negli ambulatori dell’Asl.
Troppo difficile, hanno ragionato De
Vita e Madaio, meglio “spalmare” su
tutti l’eccedenza degli orari. “Ma la
maggioranza ha da tempo strappato il
diritto a lavorare solo di mattina, e
questo significa solo che io – racconta
il nostro infermiere – ed altri colleghi
di prima linea, continueremo a fare le
30 ore in più. E le nostre ferie, i riposi
e l’eventuale malattia?”. La matematica, d’altro canto, neanche all’ospedale di Roccadaspide può essere
sovvertita. “Ci sono delle graduatorie
aperte. C’è gente che vuole lavorare.
Invece di promettere a noi altro straordinario aprite gli organici, sia pur
provvisoriamente!”, si chiede il nostro. Nella Valle del Calore del 2008
c’è qualcuno che rifiuta di fare gli straordinari? E perché, mica siamo sicuri
che ce li paghino… dice la nostra vocina. Sembra che nel passato molti
degli infermieri siano stati già scottati
e così adesso temono pure l’acqua
fredda. Di fronte alla freddezza degli
astanti la reazione di De Vita non si è
fatta attendere. “Chi non vuole collaborare può lasciare la stanza”, ha
detto. Linea dura allora? Saranno fatte
scelte d’imperio? “Chiediamo solo di
essere coinvolti nelle decisioni che ci
riguardano”, conclude il nostro anonimo interlocutore.
Ormo
Nei manifesti affissi in paese, il
gruppo di minoranza di Roccadaspide “Collegialità e partecipazione”, guidato da Donato De
Rosa, esprime giudizi negativi sull’operato dell’amministrazione
Auricchio. Nel documento firmato,
oltre che dal capogruppo, anche
da Domenico Francione, Pasquale
Galardo, Giovanni Tabano e Antonio Miano, l’opposizione elenca le
iniziative contestate e promosse
dalla maggioranza.
La lista comprende l’aumento
degli stipendi da parte del sindaco
Girolamo Auricchio e dei suoi assessori, che ammontano, rispettivamente, a 2500 e 1100 euro
mensili.
Mentre nella precedente consiliatura, l’ex sindaco Giuseppe Capuano percepiva circa 800 euro e i
suoi assessori 350, si legge nel
manifesto.
Poi l’elenco continua con le opere
pubbliche realizzate dalla maggioranza, ma finanziate e concepite
durante l’amministrazione Capuano che, secondo l’opposizione,
comprendono: i lavori di riqualificazione del centro storico; il parcheggio di via Mazzini; la
sistemazione del campo sportivo;
le progettazioni della sala teatro
polivalente presso il viale degli
Ulivi e del palazzetto dell’ufficio
di collocamento in via S.Rosa.
L’opposizione, inoltre, contesta la
chiusura della scuola elementare
di Carretiello; la scelta di nominare vicesindaco Giuseppina
Musto, moglie del consigliere
Aniello Marigliano; l’aumento
dell’addizionale Irpef e dell’Ici
per gli studi professionali, locali
e seconda casa.
E si conclude con la mancata
continua a pag. 11
L’A.S.D. Castel San Lorenzo conquista la prima categoria
Ed è subito festa per il presidente Giuseppe D’Attilio
Per la prima volta, dopo due anni,
l’Associazione Sportiva Dilettantistica di Castel San Lorenzo si è classificata al primo posto al campionato
di calcio ed è passata dalla seconda
categoria, girone R, alla prima categoria.La compagine castellese, tuttavia, anche negli altri anni, si è
sempre mantenuta tra i primi posti
della classifica senza mai riuscire nel
salto di categoria. Quest’anno, nonostante le schiaccianti vittorie sulle
altre squadre, mediamente, infatti, i
castellesi centravano otto reti a partita, non poche sono state le difficoltà che hanno dovuto affrontare.
Dapprima lo spiacevole episodio durante la partita Castel San LorenzoCapo di Fiume, quando a causa di un
madornale errore dell’arbitro la
squadra rischiò di essere ritirata dal
campionato e subì la perdita di ben
tre punti. In seguito l’infortunio di alcuni dei migliori giocatori del campionato. Malgrado tutto però
l’impegno e il comportamento sportivo della squadra ha saputo premiare. Orgogliosissimo dei risultati
riportati si è dimostrato il presidente della squadra Giuseppe D’Attilio, tant’è che, come affermato
ironicamente da Roberto D’Angelo,
curatore del sito internet della compagine: “Ogni giorno mi telefonava
per farmi aggiornare il sito con le
pubblicazioni dei risultati che ottenevamo”. Anche gli altri componenti
della dirigenza, quali Adriano Di Stasi,
Giovanni D’Amato e Luigi Valiante,
hanno espresso il loro compiacimento. “Qualche squadra ci ha, addirittura, preso in giro dicendo che
noi “montanari” non eravamo in
grado di competere” ha affermato
Valiante con il tono di chi è riuscito,
finalmente, a togliersi una soddisfazione. Tra i castellesi, è già grande
festa; il paese è colmo di bandiere
rosa e nere, colore della squadra.
Il merito della vittoria è da attribuire
anche all’instancabile volontà dell’allenatore Rosario Oristanio che, durante tutto il campionato, ha sempre
cercato di trasmettere ai suoi ragazzi la calma, la grinta, e, contemporaneamente, la tecnica necessaria
per affrontare le altre formazioni in
maniera corretta. Ma alla domanda:
“Qual è il segreto della vittoria?”
Oristanio ha risposto modestamente “Ho ricevuto tantissimi complimenti, i ragazzi sono corsi ad
abbracciarmi al termine dell’ultima
partita che ci ha confermato il salto
di categoria, ma il merito non è solo
mio ma anche e soprattutto della
squadra. Sono stati tutti i ragazzi ad
essere uniti, educati e forti tanto da
arrivare primi”. Sarà stata proprio
questa umiltà il segreto? Probabilmente sì, a premiare la compagine è
stata la loro grande semplicità insieme alle loro, altrettanto grandi,
motivazioni. A riconfermarlo è stato
il capitano del Castel San Lorenzo
Giuseppe Peluso, quarantaquattro
anni, veterano d’eccezione, oltre ad
essere il più grande della squadra si
è rivelato anche un esclusivo marcatore. “Sono il più “vecchio” della
squadra, probabilmente non giocherò più ma esco da questa formazione pienamente soddisfatto e con
un immensa gioia nel cuore. Mio
padre ha creduto nell’A.S.D. di Castello da quando questa è nata. Ora
che lui non c’è più voglio dedicargli
questa vittoria. Per un paese piccolo
come il nostro giocare in prima categoria è davvero tanto” ha affermato commosso Peluso. E con tutta
questa allegria e con tanto entusiasmo i castellesi stanno provvedendo
per organizzare i festeggiamenti ufficiali nel paese. Tengono molto alla
festa poiché, come affermato dai dirigenti, i loro paesani, che talvolta li
hanno seguiti persino in trasferta,
meritano di condividere con loro
questo successo. D’altronde sia i
calciatori, sia i tifosi hanno saputo dimostrare, davvero, durante il campionato, che il calcio è uno sport
che unisce, che porta alla condivisione di emozioni, ma, soprattutto,
uno sport che va inteso, prima di
tutto come divertimento e poi
come sana competizione.
Alessandra Pazzanese
Giugno 2008
Anno VI N.1 nuova serie
EBOLI
L’INCHIESTA
SCOPPIA IL CASO DELLE 8MILA CAUSE
DEL GIUDICE DI PACE DI
SANT’ANGELO A FASANELLA
BATTIPAGLIA
POLITICI SBATTUTI IN CODA
ALLA PROCESSIONE
IL PD HA FATTO MALE I SUOI CONTI
Oreste Mottola a pagina II
Ritorno a Sele
di Oreste Mottola
“Non c’è bisogno di fare
chiasso per trovare la verità”.
Hai mai letto Leonardo
Sinisgalli?
Era un poeta ingegnere lucano, il più famoso degli sconosciuti del Novecento.
“La verità come le streghe
fugge via a colpi di scopa. Per
trovarla bisogna star quasi
immobili”.
E’ un dialogo fra i due protagonisti del bello ed inquietante
libro di Diego Cugia Un amore
all’inferno 2005 ediz. Mondadori.
Tutto questo lungo incipit serve
per dire che si ritiene particolarmente utile, nei primi giorni
dell’estate del 2008, qui nella
Piana del Sele, aver ridato spazio ad un giornalismo che si
fermi a riflettere sulla realtà e
metta i punti e virgole dove essi
vanno messi.
E di come tutto questo, nell’epoca di Internet, non abbia
niente di eroico.
Per questo non raccontiamo dell’epica impresa di chi ritiene di
aver prima fondato e poi rifondato un giornale ma bensì della
più modesta impresa di aver
semplicemente riformulato uno
spazio dove esercitarsi a dare
nuova linfa ad un poligrafismo
vecchio stile, di quello buono,
abituato a lavorare sulle notizie
e sulle storie.
Sì, ci muove anche la voglia di
riscoprire antiche radici culturali.
Messe da parte quelle artificiali
imposte dalla scelta di burocrazie, pensate alle comunità montane o ai distretti scolastici,
ognuno di noi si interroga sempre più spesso sulle identità di
vallata e di comprensorio.
E scopre che è bello essere cilentano, dianese e degli Alburni.
O del Sele che è sia una piana,
con epicentro tra Eboli e Capaccio, oppure una Valle, con paesi,
monti e colline come quinte teatrali, da Calabritto a Foce Sele.
Di questa specie di grosso canale, autostrada dei tempi antichi, che offriva valido asilo alle
imbarcazioni sorprese da tempesta ed anche un facile approdo
ad ogni tipo di piccolo naviglio.
Con l’Heraion, il grande santuario arcaico, e tra il mare e il
tempio, il Portus Alburnus, approdo dei tempi mitici, usato già
dagli indigeni prima che vi giungessero i Greci nel VI sec. a.C..
Vorremmo stare dentro alla le-
Continua a pag. II
I
Direttore responsabile Oreste Mottola
COMUNE. BILANCIO ANCORA
FUMATA NERA. MANO TESA DI ZARA
RIFIUTO DI BARLOTTI
Valerio Calabrese a pagina IV
Francesco Faenza a pagina III
Il campagnese Angelo Mastrolìa, (nella foto a sinistra) ha comprato la Buitoni. Che affianca al marchio
Corticella, a Polenghi e a Giglio. Ma nel suo passato
affiorano delle ombre…L’Espresso le tira fuori tutte.
L’obiettivo recondito non è quello di fargli un favore
DI CHE PASTA
È FATTO MASTROLIA
“Il quinto gruppo alimentare italiano ha sede in un brutto
palazzotto marrone scuro alla periferia di Lugano”, inizia così l’articolo di Vittorio Malagutti, a pagina 144,
del n.25 dell’ultimo numero de “L’Espresso”. Il nuovissimo quinto gruppo alimentare italiano, per l’appunto, come si evince dalla successiva narrazione,
comincia ad andare sotto le lenti d’ingrandimento della
stampa e dei potenti che contano. Con esiti assai contrastanti. Da una parte c’è il riconoscimento dell’audacia dell’imprenditore e dall’altra, illuminando le “radici”
salernitane, o meglio della Piana del Sele, si cerca di tirarlo dentro a vicende e personaggi foschi tipici di un
periodo, quello della camorra – imprenditrice, che dalle
nostre parti sono stati archiviati solo di recente. “Una
torre in vetrocemento con una targa al primo piano: Tmt
group.
E’ questo il nome della holding di Angelo Mastrolia, 43
anni, un imprenditore di Salerno che ormai da anni ha
trasferito in Svizzera residenza e conti in banca. I suoi
affari, invece, adesso come in passato, fanno rotta sull’Italia. L’ultimo della serie – scrive Malagutti - porta
l’insegna gloriosa della pasta Buitoni. Quelli della Nestlè, la multiazionale elevetica, hanno deciso di tenersi
lo storico marchio solo per i surgelati e i prodotti freschi, cedendo a Mastrolia, il resto, cioè lo stabilimento
di San Sepolcro, in provincia di Arezzo. I 450 dipen-
denti no l’hanno presa bene. Dal giorno dell’annuncio
della cessione, giovedì 12 giugno, non fanno che protestare. Mastrolìa però tira dritto”.
E tornano i primi passi di Mastrolia sulla scena dell’imprenditoria che conta. Sembra passato un secolo da
quando a bordo della sua Citroen Pallas il giovane Mastrolia scendeva da Campagna per raggiungere Eboli.
Già allora, alla fine degli anni Ottanta, non passava certo
inosservato con i suoi abiti sartoriali e l’aria di chi sa già
cosa vuole dalla vita. Carattere deciso e approccio da
sfrontato che gli hanno consentito di scalare le vette
della finanza seppure non senza interrogativi, che in
tanti continuano a porsi. Imprenditorialmente è Eboli la
città che lo ha portato alla ribalta della scena economica
regionale e nazionale.
L’oggi è di assoluto prestigio: “Ferrero, Barilla, Parmalat, Granarolo e poi ci siamo noi con oltre 500 milioni i ricavi”, esulta il fondatore e amministratore unico
del gruppo Tmt. Una scalata velocissima la sua. Un paio
di anni fa, sempre dalla Nestlè, ha comprato la pasta
Pezzullo di Eboli. Che va ad aggiungersi, ancora nel settore spaghetti ed affini, ai marchi Corticella (Bologna) e
Guacci (Campobasso).
I colpi più importanti, però, arrivano quest’anno.
Ad aprile, per imposizione dell’Antitrust, la nuova
Continua a pag.II
A Parer mio...
Telecom Italia s’è desta
di Ernesto Giacomino
Non ci credevo fin quando non
l’ho sperimentato. Era da un po’,
voglio dire, che parenti e amici
s’intestardivano a consigliarmi di
seguire un po’ le registrazioni dei
consigli comunali battipagliesi trasmesse da TeleSalernoUno, in
questi orari comodi variabili dalla
seconda serata alla prima mattinata. Dicevano, loro: nottata difficile? Bimbo con le colichette? Tu
con le colicone? Turno di guardia
all’auto sotto casa giacché hai lo
sportello chiuso a scotch? E be’:
altro che Zelig o Colorado Caffè,
o il solito misto-Totò di Canale
21, guardati un po’ le simpatiche
avventure di ‘sti quattro elettrici
eletti, e anche tu stenterai a credere che non abbiano un copione
scritto da Gino e Michele.
Così, poco da farci, alla fine è successo. Sabato notte, verso le tre
e mezza ti torno da una breve
notte brava, e come sempre occhi sbarrati insonni causa decorso del tempo utile per l’approccio a una dormita canonica faccio zapping col telecomando:
gli amarcord della Rai, lo shopping
su Mediaset, i chiamami-amamiguardami-campami delle meretrici
in topless delle reti private. Poi, all’improvviso, come per magia ti
compaiono sul video i consigli di
‘sti consiglieri seduti in una tavolata stile matrimonio paesano,
presieduti dalla Presidente e sindacati dal Sindaco.
Mi dilungherei sui contenuti, ma
conterebbe poco. Solita solfa del
sindaco proclamatosi indipendente, della vecchia maggioranza
caduta in minoranza, e gli appoggi
di partito e le spallate degli amici.
Votiamo, non votiamo, favorevoli
o sfavorevoli. E si danno tutti del
lei, anche l’usciere con la moglie, il
barman col vassoio, il tavolo con
le sedie.
Non so neanche che data porti,
‘sto consiglio, se sia di questa amministrazione o di altre pregresse:
Continua a pag II
II
L’in ch ie sta
Giugno 2008
S. Angelo a Fasanella, ottomila cause dal giudice di pace
La piccola fabbrica dei ricorsi seriali
Ottocento abitanti per ottomila
cause. Per la precisione, 7765 cause
contro l’Enel, tutte intentate presso
l’ufficio del giudice di pace di S. Angelo a Fasanella. Ed altrettanti ricorsi
alle sentenze che sono andati ad ingolfare il primo tribunale competente, che è quello di Eboli. “No. C’è
sicuramente un errore e tranne quelli
di Castelcivita per i confini dei terreni qui nessuno va volentieri dall’avvocato”, raccontano gli anziani
che se ne stanno davanti al bar. Infatti, la maggior parte della clientela
non arriva da qui o da un altro dei
paesi degli Alburni. Ma da tutta l’Italia. Il paese non supera ottocento
abitanti, ed il bacino d’utenza dell’ex
pretura (“ah che bei tempi, quando là
c’era Ernesto Luongo. E tenevamo
pure il carcere”, sospira un altro)
comprende Bellosguardo, Corleto,
Castelcivita, Ottati e Roscigno. Ottomila cause è un record nazionale
che ha attirato l’attenzione de “Il
Sole 24 ore” che vi ha dedicato
un’inchiesta di un suo inviato e poi
di “Libero”. Il giudice di pace qui è
ospitato presso il grande convento
dove c’è il municipio. Ci siamo arrivati accompagnando l’inviato del
giornale diretto da Vittorio Feltri.
Poco prima di arrivare gli raccontiamo dell’incanto paesaggistico di
questo paese dove tutto è straordinariamento bello o ricco di suggestioni
storiche. Nella grande piazza dove
troneggia una fontana monumentale
così simile a quella di Roscigno vecchia. Lo stadio che ci ricordavamo
imponente non c’è: “Ci stanno facendo dei lavori, sapete com’è di
quelli che iniziano e non finiscono
mai”, raccontano gli anziani. Però
uno dei bar è diventato l’enoteca
“Rosso di Sera” e da “Segnali di
fumo” (regali, profumi, detersivi)
SANT’ANGELO A FASANELLA
L’inviato di “Libero” mentre
intervista gli abitanti.
In alto a destra, l’avvocato
Mario Manzo
passa gran parte del commercio
del paese. La cultura è invece
tradizionalmente di casa al “Bar
degli Alburni”. “La preoccupazione principe dei residenti –
scrive Peppe Rinaldi su “Libero”
del 22 giugno – è sopportare il
peso di una presenza abnorme di cinghiali, favorita dalla vincolistica del
Parco Nazionale del Cilento nel cui
immenso perimetro ricade il minuscolo centro”. Il meccanismo, spiegato su “Il Sole 24 ore” del 21
giugno da Lionello Mancini. La giustizia italiana è lenta, costosa, inefficiente. «Specialmente nel Sud», ha
appena ripetuto il Governatore della
Banca d’Italia. Tutti d’accordo. Capita, però, che alla scarsità di risorse
e alle falle organizzative si aggiungano strani fenomeni di superlavoro
che mettono in crisi uffici già in difficoltà: fenomeni che difficilmente
possono essere ricondotti alla casualità. Nel Salernitano, ad esempio, alcuni avvocati sembrano seguire una
consolidata trafila dai risultati devastanti proprio perché si fonda e si
Contina da pag.I
A Parer mio...
di Ernesto Giacomino
Telecom Italia s’è desta
le facce, baffo più baffo meno, sono
quelle di sempre. Comunque
quando comincio a guardare pare
abbiano posato da poco la parola
Anzalone e Barbato. Di fatto l’ha
presa Liguori, dice ‘sta storia del Pd
che al ballottaggio dell’anno scorso
s’è schierato anonimamente con
Barlotti, quindi niente chiacchiere a
dire che mo’ è un appoggio di responsabilità. Buhu: invettive, urla,
proteste. Poi la prende Motta, dice
più o meno lo stesso. Per cui buhu:
invettive, urla, proteste. E poi Falcone, idem. E invettive, urla eccetera. Però qua succede pure un’altra
cosa: cioè, nella foga di dimostrare
quanto certe cariche istituzionali, ufficialmente di schieramenti avversi,
abbiano di fatto contribuito all’elezione di Barlotti, finalmente scappa
un numero. Forse è il mio sonno ritrovato che me ne confonde la percezione, forse è lui che legge male,
forse è la fonte che è sbagliata. Insomma, ci voglio mettere tutti i
forse possibili pur di non crederci:
tabulati alla mano, cioè, parrebbe
che il comune di Battipaglia nel
2007 abbia speso trecentocinquantamila euro di telefonate. Se vera (e
ammesso, voglio ripetermelo, di aver
capito bene), si tratterebbe di una
cifra assolutamente ingiustificata e
ingiustificabile, a meno che non
avessimo l’Apollo 13 in orbita e ci si
fossero rotte le ricetrasmittenti.
Cioè, parliamo di una media di più
di mille euro al giorno: più di quanto
sborsa Briatore per l’ombretto della
Gregoraci o Platinette per le parrucche; metà della penale che dovremo dare a Donadoni per
rimandarlo sui campetti di C2 (pagando noi lui, quando dovrebbe essere il contrario). E poi, ammesso
pure che gran parte delle telefonate
siano partite per sollecitazioni di
voto in occasione del ballottaggio,
voglio dire, a chi diamine s’è chiamato? Ai residenti all’estero per il
voto domiciliare? Al Pronto Pagine
Gialle, per flirtare col famoso Luca
amico di Bisio mentre ci dava l’indirizzo di un motel discreto? Al 4844,
per scaricarci tutto il cd di suonerie
dell’interprete di “non ti lascio sola,
bella topolona”? Frattanto però è
albeggiato, e sull’ultima arringa di
Zara, per la verità, ho dovuto sventolare bandiera bianca e cedere al
sonno.Tanto, avevano comunque un
po’ tutti cambiato argomento, s’è
visto che sotto sotto quella cifra
non sconvolgeva più di tanto. Come
dire: con i buchi di bilancio che ci ritroviamo, le falle sotto il milione appartengono all’ordinaria
disamministrazione.
somma allo stato esangue della macchina giudiziaria. La trafila è la seguente: si mira un bersaglio dalle
casse piene (Telecom Italia, Enel,
Philip Morris) e lo si cita per danni;
ottenuta dal giudice di pace una decisione favorevole, si presentano migliaia di ricorsi-fotocopia per
strappare altrettante sentenze-fotocopia; si incassa e si riparte con altri
bersagli, altri danni da rimborsare,
magari altri uffici da costipare di fascicoli. Risultato: per ogni citazione,
qualche decina di euro finisce nelle
tasche del ricorrente, qualche centinaio in quelle dell’avvocato, mentre
milioni di euro escono dalle casse
statali per le spese di giustizia.
L’articolo del Sole 24ore del 21
giugno scritto da Lionello Mancini
Sant’Angelo a Fasanella (Sa) non
arriva a 900 anime. È un borgo piazzato nel cuore del parco del Cilento,
a circa 90 chilometri dal capoluogo.
Fino al 2005, il locale ufficio del
giudice di pace viaggiava a una
media di 58,5 fascicoli per ciascuno
dei due magistrati, a servizio di un
bacino di 6.545 persone. Numeri un
pò scarsi, tanto che nel 2006 il ministero ne proponeva l’accorpamento al vicino ufficio di
Roccadaspide
.
Il 22 gennaio 2005, si presenta in
cancelleria un giovane avvocato di
Albanella, Mario Manzo, con un
pacchetto di citazioni contro Enel distribuzione Spa: chiede circa mille
euro per ognuno dei suoi clienti
come risarcimento del «danno esistenziale» subìto in occasione del
black out del 28 settembre 2003. Richiesta accolta dal giudice di pace,
Katia Pellegrino, di Matinella. In
poco tempo, i ricorsi di Manzo diventeranno 600, il carico di almeno
5 anni per quell’ufficio. Situazione
pesante, ma il peggio doveva ancora
venire: a raffica, e nel solo 2005,
un’altra decina di avvocati depositeranno 2.579 citazioni contro Enel,
e circa 300 contro Telecom Italia per
faccende di pali su terreni privati.
Totale: tra il 2005 e il 2007, le cause
iscritte a Sant’Angelo a Fasanella
sono diventate 7.765.
Nemmeno se tutti gli abitanti del bacino di competenza dell’ufficio firmassero un ricorso, si potrebbe
raggiungere queste cifra. E infatti gli
«attori» venivano soprattutto da
fuori zona. È la legge che da qualche anno lo consente: quando si
tratta di consumatori, il Foro di
competenza
è
quello in cui si domicilia l’«attore».
Così, avvocati e
clienti si domiciliano presso studi
legali dell’area di
competenza del giudice di pace scelto
ed ecco che gli avvocati Ugo Maria
Cristoforo Caponigri, Gaetano del
Chierico, Rosario
Guglielmotti, Gennaro Ippolito - solo per citare i più
attivi, in base alle risultanze fanno base chi a Castelcivita, chi a
Bellosguardo, chi nella stessa Sant’Angelo. Il domicilio-fai-da-te potrebbe
essere
disinnescato
dall’opposizione del convenuto,
ma non sempre le sue ragioni vengono accolte dal giudice e il ricorso va avanti. Magari poi cade
in appello, anche se – fatti i conti –
a volte le società condannate non
ricorrono perché spenderebbero di
più che non liquidando il danno.
Quando in un ufficio come quello di
Sant’Angelo a Fasanella arriva una
valanga di pratiche da smaltire, sia
pure seriali, ovvero tutte uguali, succede che i controlli di legge vanno in
tilt, compresi quelli sull’identità e
l’età dei ricorrenti; che le cancellerie già povere di organico rischiano
il collasso. Succede che le sentenze
ritardano: nel triennio considerato,
circa 4mila decisioni sono state depositate 4 mesi dopo il termine di
legge. Succede, infine, che le spese
di indennità dovute al giudice di
pace (36 euro a udienza, 56 a sentenza) esplodono. Fino al 2004, le
indennità per il Gdp di Sant’Angelo
stavano fra i 3mila e i 6mila euro
annui, ma nel 2005 sono stati liquidati 70.500 euro e 72mila sia nel
2006 sia nel 2007. Date le pratiche
giacenti, inoltre, anche il 2008 arriverà al plafond di legge (72mila
euro). Una spesa che si sobbarcheranno i contribuenti da Aosta a Lampedusa mentre - stando ai conteggi
di un avvocato “filonista”, come li
chiamano - a fronte dei 1.033 euro
di risarcimento richiesti (sotto questa soglia vale il giudizio “secondo
equità”, cioè non con il codice alla
mano e si paga meno di contributo
unificato), un centinaio di euro finiscono al cliente e circa 250 al legale.
a cura di Oreste Mottola
Continua dalla prima
Ritorno a Sele
di Oreste Mottola
zione del tedesco Philipp Cluver,
Cluverio, il fondatore della geografia storica, il quale amava
verificare sul posto quanto tramandato dai documenti, servendosi dei mezzi di trasporto che
la civiltà del suo tempo offriva:
quadrupedi e, molto più spesso,
le proprie gambe.
Che camminò sulle sponde del
vecchio Silaros, in epoca tardo
medioevale, dove non correvano
più né la nave degli Argonauti,
né restavano alla fonda i navigli
dei mercanti greci.
Altri capitoli di una lunga storia
sarebbero stati scritti in seguito:
c’è anche molta di quella che
tocca a noi riscoprire e svelare.
Giugno 2008
III
Eb o li
Politici sbattuti in coda alla processione
Il Pd ha fatto i conti senza l’oste
Mese della cultura controversa a
Eboli. Tra mostre, grandi bufale e
bontà enogastronomiche, i politici
restano sugli scudi. A dire bugie
(Martino Melchionda). A candidarsi
a sindaco (Mario Conte). A lanciare
propositi ecumenici (Cosimo Cicia).
A bacchettare le pastette nel Partito
Democratico (Savonarola Capaccio).
Ma andiamo per ordine. La prima
iniziativa è di Francesco Bello, voto
7. Prendendo spunto dalle grandi
città, Bello promuove Libri in Giro.
Dodici romanzi e saggi molto gettonati tra i lettori, sono in giro per
Eboli, nei luoghi pubblici, passano di
mano in mano, per stimolare i ragazzi tariconati a leggere di più e a
defilipizzarsi di meno. Impresa
ostica, Bello ci ha provato. Anzi promette di rilanciare il progetto. Per ora
i libri in giro sono solo 12. Bello intende raddoppiarli. Se la giunta Melchionda non pesca da cilindro uno
studio di fattibilità sulla lontra di
Serre, qualche spicciolo in tasca a
Bello resterà. Continua così.
Respira soddisfatto l’assessore Cosimo Mimmo Maglio. Mentre Melchionda e Cicia gareggiano nel dire
bugie su Vissi d’Arte (si farà a ottobre, ha detto il sindaco, si farà a novembre, ha replicato Cicia),
preferiamo la “caporettica” sincerità
di Maglio: “Vissi d’Arte non si farà”.
Figuraccia per tutti, certo. Meglio la
verità, rispetto a teatrini fallaci e infantili. Poteva sbattere i pugni sul tavolo, l’assessore Maglio. Poteva
urlare un do di petto indignato. Muto
Maglio. Il suo nuovo mentore, Massimo Cariello, lo ha riportato a miti
consigli: “Resta muto su Vissi
d’Arte. Accontentati di Eburum
Eboli”. Se Cariello ordina, Rifondazione obbedisce. Più che un partito
di massa, Rc somiglia sempre di più
a un esercito di piccoli e muti soldatini. Coraggio Maglio, fallo quest’acuto ribelle. E lasciala dire a
Melchionda la stupidata dell’Ici, in
assenza della quale, a Eboli non si
fanno più le iniziative di...Rifondazione. Coraggio Maglio. Senza cinema, nè teatro sotto le stelle,
saremo costretti ad emigrare, in questa povera estate ebolitana. Ma non
ti far scippare con scuse banali e
senza senso. E’ poi ritornato nell’agone l’ex assessore Damiano Capaccio. Il Partito Democratico aveva
fatto i conti senza l’oste. Sgroia segretario, Di Dio capogruppo, Vastola
forse in giunta, Bisogno ancora
fermo un giro. Era tutto pronto, per
la farsa nel Pd. A minacciare tuoni e
fulmini è arrivato Damiano Capaccio. “Voglio un congresso regolare,
se no denuncio tutto ai vertici provinciali e regionali”. Che i vecchi
diessini preferiscano un congresso
con un solo candidato, è davvero una
bulgarata triste. Che dai nuovi soci
imbarcati nel partito imparino a resuscitare morti e defunti, è una pratica disonorevole. A Capaccio, voto
7. Per il coraggio. Di denunciare e
smascherare le vergognose divisioni
della casta Pd.
Attribuiti tre voti positivi (7, 7 e 7 a
Bello, Maglio e Capaccio) arrivano
ora i supereroi bocciati. La new entry
imprevedibile è Mario Conte. Persona equilibrata e stimata, lucida e
preparata, Conte ha deciso di fare il
politico. A tutto tondo. Troppo stetti
i panni istituzionali, l’equilibrio a
tutti i costi è noioso e irritante. E così
Conte si candida a sindaco. Iniziando
la campagna elettorale con gravi errori. Come prima mossa attacca l’ex
sindaco Rosania: “ci ha lasciato un
buco in bilancio”. Complimenti per
l’originalità obsoleta. Cadere nella
grande bufala di Melchionda e dei
suoi corifei, non è costume di Mario
Conte. La bugia del buco in bilancio
è stata smentita 140 volte. Dopo tre
anni, è paradossale e ridicolo ripeterla. La lasci dire a Melchionda e ai
convenzionati zerbini che lo circondano. Scendere in campo così, è
come inserire Del Piero all’ultimo
minuto, insignificante, che non trova
nemmeno il coraggio di tirare il calcio di rigore. Seconda mossa harakiri
di Conte, l’attacco contro Paolo Polito. Il commercialista del Pd denuncia il mal costume delle commissioni
consiliari: “non si possono riunire
per 15 minuti e far spendere 350 euro
al comune”. Rampogna sacrosanta,
quella di Polito (voto 7). Il candidato
Conte prova a smentirlo (voto 4): “in
segue da pag.I
Di che pasta è fatto Mastrolia?
Parmalat di Enrico Bondi ha venduto a Mastrolia la
Newlat spa, cioè le aziende che producono latte targato Polenghi, Giglio, Matese e Torre in Pietra.
Prezzo simbolico: un euro, perché il
gruppo passato di mano, oltre a 300
dipendenti e 150 milioni di ricavi, si
portava in dote anche 36 milioni di
debiti. Infine, nei giorni scorsi, è arrivata la sorpresa Buitoni.
Mediobanca, impegnata al fianco di
Nestlè come consulente, ha spalancato le porte al gruppo Tmt, che ha
battuto concorrenti come il gruppo
umbro di Angelo Colussi. Così,
adesso dal suo ufficio luganese, Mastrolìa può descriversi come “il secondo produttore di pasta al
mondo”, dietro solo a Barilla.
Questa però è soltanto l’ultima puntata di una carriera turbolenta e ricca
di colpi di scena.
Prima di finire sotto i riflettori delle
cronache come “mister mangia –
marchi”, l’imprenditore campano –
racconta Vittorio Malagutti – è stato
costretto per anni a fare lo slalom tra
sospetti, accuse e processi. Un percorso a dir poco accidentato, una
quindicina di anni fa, lo costrinse
perfino a rifugiarsi all’estero per
sfuggire all’arresto. Le cronache
dell’epoca raccontano del suo rientro in Italia, nel 1994, dopo una latitanza durata poco più di un anno.
L’arresto venne revocato nel giro di
pochissimo tempo, la vicenda però
era destinata a trascinarsi ancora a
lungo. […].
A questo l’articolo de “l’Espresso”
tira dentro i suoi rapporti con i fratelli Angelo ed Antonio Meluzio, residenti a Battipaglia ma originari di
Nusco, noti per le loro disavventure
giudiziarie. “Sono vecchie storie”, si
difende Mastrolia. “Il mio gruppo –
dichiara a “L’Espresso” – non ha
niente a che vedere con i Meluzio”.
Da allora, in effetti, l’imprenditore
Ritaglio tratto da L’Espresso
partito da Salerno ha fatto molta
strada. A Lugano tira le fila di una
costellazione di società tra cui la
Xom, commercio di mobili e arredamenti, e la Standa, titolare dei diritti per la Svizzera sul famoso
marchio della grande distribuzione.
Tale attività fanno da contorno al
cuore del gruppo, cioè le aziende
alimentari italiane.
due anni abbiamo più che dimezzato
i costi del consiglio comunale”. Ok,
siamo d’accordo, ma la denuncia di
Polito era un’altra. Male la prima,
candidato sindaco, Mario Conte.
E veniamo all’immancabile, nostro
amato sindaco. Dopo la bugia sui bagnini pubblici “sempre presenti sulle
nostre spiagge libere” (voto -3), il
sindaco Melchionda scopre che la
Multiservizi non riesce a gestire i
parcheggi “Siamo in perdita anche su
quello“. Il premio Pinocchio, questa
volta, glielo danno gli operai della
Multiservizi: “i parcheggi sull’ospedale sono più che sufficienti per pagare gli stipendi”. Ma noi siamo
andati oltre. E al nostra amato e burlesconiano sindaco, chiediamo:
“come mai nessuno più controlla i
grattini sul viale Amendola? Come
mai abbiamo l’unico tribunale in Italia senza parcheggio a pagamento?
Come mai in via Ripa non si paga
più? Orsù, nostro amato sindaco,
prima di sparare cifre a casaccio,
parli con gli operai. E dalla bocca le
uscirà qualche verità. Garantiamo
noi. La burla più stupida, però, l’ha
raccontata Pierino Infante. Il San Sebastiano di Santa Cecilia, pur di difendere la raccolta differenziata
(nelle periferie è un flop), spara la dichiarazione più stupida: “i cumuli di
immondizia a Campolongo sono da
attribuire ai turisti”. Spontanee ci
sorgono parecchie osservazioni: ma
la sparata sul 67 per cento di differenziata, chi se l’è fatta? Ma i cumuli
di spazzatura in pieno centro a Eboli,
Sant’Infante ceciliota, lei è l’unico
che non li nota? MA lo sa che sabato
scorso hanno incendiato i rifiuti di
fronte la caserma dei carabinieri? Ma
lo sa che in via Adinolfi, via San Cataldo, via Apollo XI, parliamo del
cuore della city, vicino le campane
per il vetro ci sono cumuli di rifiuti?
Cosa risponde, assessore Infante, che
sono i cittadini incivili di Campagna
che vengono a scaricare a Eboli. Che
non è possibile che si tratti di ebolitani incivili? Che le plurideclamate
telecamere di Marra ancora non
hanno scoperto un responsabile del
lancio del sacchetto? Come per Melchionda, per il genuino Infante, vale
un accorato invito: basta fesserie.
Pensar di fare i Putin del Sud Italia
non è la migliore scelta di vita. Ahinoi, politica. Dite la verità. Altrimenti, alla prossima processione
finirete di nuovo in coda al corteo.
Complimenti sinceri al comitato di
quartiere di Santa Cecilia e a don Daniele Peron. La processione di san
Vito al Sele è un appuntamento serio,
non una sfilata per i patanielli. Volete
partecipare, cari politici? In coda,
please, insieme alla gente che rappresentate, che vi ha votato e che ora
si sta mordendo i gomiti per il kamikaze gesto.
Francesco Faenza
Giugno 2008
B a ttip a g lia
IV
COMUNE
Bilancio: ancora
una fumata nera
Sessanta ore nette di consiglio comunale non sono bastate ad approvare il bilancio. Quattro sedute,
durate ognuna circa quindici ore,
sono servite a discutere appena di
due terzi dei punti all’ordine del
giorno. La maggioranza, retta ormai
sostanzialmente dall’adesione del
Pd, lamenta “un bieco ostruzionismo” da parte del Pdl, “motivato più
che da scelte politico-amministrative,
da interessi di tipo personalistico o al
massimo lobbystico”. Ciò che viene
fuori dopo quattro sedute con a tema
il bilancio, è un’assise cittadina rissosa, poco disponibile al dialogo e
spaccata da motivi personali. Così va
spiegata anche la rissa scoppiata in
una via del centro tra il consigliere
comunale del Pdl, Gerardo Motta, e
l’esponente della Dc, Giuseppe Fiorillo. Non sembra sia nata da questioni di politica internazionale e
nemmeno dal più modesto “lodo
Schifani”, l’animata discussione di
cui si sono resi protagonisti i due.
Fatto sta, però, che la vicenda ha
avuto pesanti ripercussioni politiche
in relazione all’assetto del Consiglio
comunale, con la decisione dei due
consiglieri del gruppo Dc-Repubblicani, Dante e Terribile, di manifestare la loro fuoriuscita dalla
coalizione di opposizione, attraverso
la dichiarazione d’indipendenza, nell’ultimo civico consesso.
Ad agitare, poi, il sonno del sindaco
Gennaro Barlotti si è aggiunta la surroga del consigliere Romeo Leo con
il primo dei non eletti Rocco Delle
Donne. Dalle prime dichiarazioni, il
neo consigliere sembra essersi posizionato all’opposizione avendo dichiarato, nel suo primo intervento da
consigliere comunale, di restare fedele al proprio partito (l’Udeur), a
Battipaglia trasferitosi in blocco con
a capo il suo leader Fernando Zara,
nel costituente Pdl.
Con la dichiarazione d’autonomia
dei consiglieri Dante e Terribile, i numeri che si prevedono alla fine della
discussione dovrebbero consentire
alla giunta Barlotti di approvare il bilancio 2008. Il Pd ha più volte manifestato l’intenzione di astenersi in
caso di autosufficienza del gruppo
facente capo al Sindaco, o in caso
contrario di votare a favore. I due
Dante e Terribile, si avviano anch’essi ad astenersi, così come si
pensa faccia il neo consigliere Delle
Donne, che non ha avuto nemmeno il
tempo di leggersi gli incartamenti del
bilancio. Nella penultima seduta, poi,
va segnalata la boutade tra il serio e
il faceto di Fernando Zara, che ha invitato ancora una volta il Sindaco a
stringere un patto per governare insieme la città. Chiaramente, il Sindaco ha definito la proposta
“irricevibile”, soprattutto alla luce
della guerra per bande scoppiata
negli ultimi mesi, con a capo dei rispettivi schieramenti proprio i due
protagonisti della querelle. Querelle
che si è poi conclusa con la notizia
riferita da Zara che la trasmissione
televisiva del consiglio comunale sul
canale Tele Salerno 1, raggiunge
ormai cifre da record, con la presenza
davanti al video di alcune migliaia di
cittadini battipagliese e non, dei quali
- come ha dichiarato lo stesso Zara –
fa parte pure il Sindaco di Pontecagnano, Ernesto Sica. Cosa si può
chiedere di più alla vita?
La pagella a ...
POSTE ITALIANE: voto 3.
Rinviata di altri 15 giorni la riapertura dell’ufficio centrale delle Poste,
chiuso a settembre 2007 per lavori
di ammodernamento. In più, resta inspiegabilmente chiusa la saletta d’attesa ricavata dalla mensa dell’ex
scuola De Amicis. Da gennaio è
pronta per accogliere gli utenti in fila
sotto il sole o la pioggia, ma è rimasta aperta solo pochi giorni. Sul problema s’è registrato il solito
scaricabarile tra Poste e Comune.
Intanto si continua a svenire nell’attesa che si concludano i lavori.
CARABINIERI IN CONGEDO: voto 8.
Premiati i Carabinieri in pensione
che hanno svolto il servizio volontario di vigilanza davanti alle scuole.
Alla luce del successo dell’iniziativa
di vigilanza, dagli inizi di giugno l’Associazione Nazionale Carabinieri di
Battipaglia, su richiesta del parroco
don Ezio Miceli, ha assicurato assistenza al personale del Centro
d’Ascolto della chiesa S.Maria della
Speranza durante la distribuzione ai
meno abbienti degli indumenti raccolti dai fedeli.
LEGAMBIENTE: voto 7+.
Un’azione di monitoraggio del fiume
Tusciano si terrà a fin e mese nei comuni di Battipaglia e Olevano. I volontari di Legambiente del
costituendo circolo cittadino, coadiuvati da quelli dei paesi limitrofi ed
insieme ai militari del nucleo ambientale della Polizia di Stato, presidieranno e monitoreranno gli argini
del fiume che anticamente segnava il
confine sud del territorio Etrusco. I
volontari segnaleranno eventuali
scarichi abusivi, nonché la presenza
di discariche lungo il corso d’acqua.
SIMER: voto 2.
L’azienda battipagliese ha sospeso
l’operaio che, in seguito al crollo di
una pesantissima pressa, ha richiesto
un’ispezione per verificare la sicurezza sul luogo di lavoro. La Simer,
industria produttrice di pastiglie per
freni, che già nel 2005 dovette raccogliere al suolo e senza vita il giovane operaio Nunziante Panico, ha
sospeso per tre giorni l’operaio che
ha denunciato l’assenza sul posto di
lavoro di adeguate misure di sicurezza, reo – secondo l’amministrazione aziendale - d’aver “portato
all’esterno documenti privati dell’azienda”.
LAV: voto 8.
La lega antivivisezione di Salerno
promuoverà a Battipaglia un banchetto informativo nelle giornate di
sabato 28 e domenica 29. I volontari
della Lav saranno in via Italia per sostenere i diritti degli animali e sensibilizzare la cittadinanza contro
l’abbandono dei cani, tanto frequente in questo periodo dell’anno.
Per l’occasione saranno poi donati
anche dei piccoli cuccioli salvati dalla
strada e in cerca di un nuovo padrone.
Pagina a cura di
Valerio Calabrese
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inviare il libro.
N°25 28 giugno 2008
Sa le rn o
Impronte...
11
Storie di cilentani a Salerno
Mariella Pasca, passione per la natura e i beni culturali
Lo storico Salvatore Settis, nel libro
intitolato “Italia Spa ”-L’assalto al
patrimonio culturale-, reca spunti
pungenti e sintomatici intorno all’odierno ruolo del patrimonio artistico-architettonico.
A tal proposito afferma che il campo
dei Beni culturali è compromesso da
svariati fattori, quali l’ingresso delle
nuove tecnologie, l’equilibrio talvolta precario tra pubblico e privato e
la rilevanza economica dello stesso
patrimonio culturale.
Abbiamo incontrato una persona che
di cambiamenti e “trend” del settore
senz’ altro s’intende: Mariella Pasca,
originaria di Stio Cilento, a tutt’oggi
in servizio presso la Soprintendenza
per i Baaas di Salerno e Avellino con
la qualifica di direttore di Biblioteca.
Dopo la laurea in Lettere Moderne,
conseguita con il massimo dei voti
presso l’Università degli studi di Salerno, si specializza in Biblioteconomia e Bibliografia con diploma
post-laurea conseguito presso l’Università degli Studi di Napoli e con diploma rilasciato dalla Biblioteca
Apostolica Vaticana.
La nostra intervistata, intanto, si racconta con dolcezza e affabilità e con
un pizzico di commozione nel ricordare la sua prestigiosa famiglia d’origine, discendente dai baroni Pasca.
Il nonno Paolo Pasca, celebre avvocato, si trasferì a Salerno quando, a
causa del fascismo, venne chiuso il
Tribunale di Vallo della Lucania.
Stessa professione perseguì suo padre
Cesare, al quale rimane particolarmente legata da un ricordo imperituro. Moglie del conosciuto Antonio
Bottiglieri, dirigente RAI, il quale, altrettanto appassionato del Cilento, ha
ricevuto la cittadinanza onoraria in
quel di Gioi Cilento…
Qual è di preciso il suo ruolo presso
la Soprintendenza per i Baaas di Salerno e Avellino?
Dopo aver svolto servizio presso la
Biblioteca Nazionale di Napoli, dal
1981 sono responsabile dell’attività
didattica, della divulgazione e delle
attività culturali ed editoriali. Oltre a
curare la pubblicazione di volumi ed
opuscoli, mi occupo di mantenere la
costante collaborazione nella comunicazione della Soprintendenza con
gli Enti Locali, le scuole e la stampa.
Dirigo il museo didattico della
“Scuola Medica salernitana”.
Come organizzatrice di eventi culturali, quali sono state le manifestazioni più rilevanti che ha curato?
Ho curato l’organizzazione di importanti mostre internazionali, quali “La
fortuna di Paestum e la memoria moderna del dorico” in collaborazione
con il Dipartimento di analisi delle
componenti culturali del territorio
dell’Università di Salerno, che si è tenuta a New York, Padula e Roma, e
“La scuola medica salernitana”: Storia, immagini e manoscritti dall’XI al
XIII secolo”, allestita a Salerno,
Roma, Montecassino, Londra,
Adelaide (Australia) e Tolosa (Francia).
In quali attività sfocia il suo impegno per la valorizzazione del nostro
territorio?
Ho ideato e coordino un programma
di valorizzazione del territorio denominato “Genius loci” che si propone
di divulgare la conoscenza del patrimonio storico-artistico, ambientale
e demoetnoantropologico del territorio, soprattutto attraverso le giovani
generazioni, attraverso seminari, percorsi tematici e quant’altro.
Ho realizzato, ad esempio, percorsi
tematici sui siti longobardi delle province di Salerno e Avellino con relativa mostra, un cd rom e un sito web.
Ho realizzato e coordino i laboratori
didattici “Se faccio, capisco” che
riguardano le tecniche esecutive
delle opere d’arte,
il restauro e i progetti di educazione
al
patrimonio in collaborazione con le
scuole. Sono più
recenti il restauro
della scultura lignea di San Luigi
Gonzaga e della
statua di San Sebastiano a Controne.
Lo stato di salute del nostro patrimonio ambientale e architettonico?
E’ un patrimonio da salvaguardare e
da tenere sotto osservazione… Non
abbiamo gallerie e musei, né opere
che possano eguagliare i pregi architettonici del Colosseo, pertanto conviene salvaguardare quanto abbiamo.
Molti centri storici sono stati deturpati, con interventi in maniera episodica, senza rispetto per le tradizioni:
il ruolo della Soprintendenza dovrebbe essere tale da sviluppare una
sempre maggiore sensibilità verso tali
tematiche. Le opere di restauro devono essere praticate nel modo meno
invasivo possibile, nel rispetto della
valenza ambientale. Il nostro problema è farci intendere dagli amministratori: ogni no della Soprintendenza
è un guadagno per il nostro territorio.
Bisogna costruire e restaurare nei limiti del paesaggio ambientale, con
volumi e materiali compatibili.
Prossimi progetti?
Il primo luglio avverrà la presentazione dei laboratori didattici di cui
parlavo, prima a Gioi Cilento, poi
a Cardile.
E’ stato difficile per lei conciliare
carriera e vita privata?
Il mio lavoro mi ha richiesto continui
viaggi e spostamenti. Per la crescita
delle mie figlie, devo dire che sono
stata sostenuta da mia madre che poi,
con l’andare del tempo, ho dovuto accudire io fino alla sua dipartita. Certo,
ho dovuto sopportare alcune rinunce:
se avessi continuato ancor più nella
carriera, forse sarei stata un dirigente
nel campo del Ministero, chissà!
Che tipo di architetture e paesaggi
predilige?
Le architetture e le sculture classicoromane, le architetture minori con le
case a corte, i portali, le torri come
quelle di Torchiara e i paesaggi rurali.
Magari del nostro Cilento?
Sì, preferisco le zone collinari, perché
mi appartengono di più, con gli odori,
l’aria e i profumi inconfondibili, ma
anche quelle aree mediterranee con
presenza di archeologia, come Velia e
Paestum, i cenobi basiliani, la Badia
di Pattano. Del nostro Sud, per esempio, adoro la Sicilia…
Quali contraddizioni caratteriali si
porta dietro?
Sono talvolta indecisa, accondiscendente, aperta, mediatrice.
Che tipo di adolescente era?
Ero una ragazzina vivace e curiosa.
Amavo tanto la natura e ogni forma
di civiltà contadina. A Stio, nel pollaio di casa mi prendevo spesso le
pulci, perché mi piaceva
il contatto con le galline. Mi piaceva
andare nel granaio e tuffarmi nelle
montagnole di grano… E quando si
festeggiava S. Pasquale, nell’ultimo
weekend, come ogni anno ad agosto,
era una vera gioia, perché la mia famiglia ospitava perfino la banda musicale…
Dice basta a …
Vorrei che fosse riconosciuto di più
l’impiego nella pubblica amministrazione… Sono stata in Francia e ho assistito gratuitamente ad una mostra,
esibendo la tessera di funzionario dei
Beni culturali, mentre al Vittoriano ho
dovuto pagare.
Mi piacerebbe che qui da noi si
avesse un maggiore senso dello
Stato…
Rossella Oricchio
segue da pag. 6
Roccadaspide, manifesto dell’opposizione
“Sindaco costoso ed inefficiente”
realizzazione delle piazze di Carretiello, Fonte e Tempalta insieme alla ristrutturazione delle
scuole elementari di Fonte e
Tempalta, opere che sarebbero
già state finanziate nella consiliatura precedente, di cui l’attuale opposizione faceva parte.
Esattamente un anno fa, sempre
il gruppo di minoranza aveva firmato un altro manifesto contro
l’operato dell’amministrazione
Auricchio. In quel periodo, l’opposizione aveva contestato l’as-
senza della maggioranza al consiglio comunale da lei promosso.
All’ordine del giorno, c’erano
degli argomenti di pertinenza
della minoranza e la maggioranza disertò il consiglio, suscitando le rimostranze del gruppo
di Donato De Rosa.
«Mai in trent’anni di consiliatura si è praticato un tale ostruzionismo
ai
danni
dell’opposizione e la relativa indecenza istituzionale che la maggioranza ha permesso si
verificasse», aveva affermato il
capogruppo di minoranza.
E adesso, come allora, sia la
maggioranza che l’opposizione
esporranno le rispettive posizioni in consiglio comunale.
Francesca Pazzanese
N°25 28 giugno 2008
D ia n o
12
La lettera.
“Perchè è bloccato il processo
per i fatti di Monte San Giacomo?”
.La storia della strada-autostrada a
1100 metri sul livello del mare in
piena zona 1 del Parco Nazionale del
Cilento e Vallo di Diano la conoscono tutti, ormai. Il 18 Agosto del
2006 mezzi cingolati venivano portati all’interno del territorio di Monte
San Giacomo per sventrare una
montagna e per ricavare una comoda
strada per arrivare ad un casolare da
ristrutturare da parte di un privato, in
una zona bellissima ai piedi del
Monte Cervati. E, anche se sembra
che, a memoria d’uomo, in quel
posto non v’era alcuna strada, ecco
che qualcuno pensa che in demanio
pubblico si può autorizzare un privato benefattore a fare quello che
non avrebbe potuto fare nemmeno
nel suo proprio terreno.
Subito intervenivano esponenti dell’amministrazione locale sulla
stampa, dopo che la questione risaltò
su alcune testate giornalistiche, per
dire che tutto era in regola e che chi
strillava per lo scempio ambientale
era un millantatore. Della serie: la
verità ufficiale siamo noi! Il resto
taccia, così come si vede succedere
spesso da ultimo in questi luoghi. I
giornalisti? Da imbavagliare!
Tuttavia, a dimostrazione che nulla
era in regola, vi è stato il sequestro
del cantiere (di ben due cantieri!) da
parte della magistratura, opportunamente sollecitata da una nostra denuncia e da quella del “Comitato 18
agosto di Monte San Giacomo”, il
cui presidente è Caporrino Pietro.
Infatti, i benefattori con le ruspe
erano tornati alla carica a settembre,
forti del consenso degli amministratori locali, si immagina, i quali andavano affermando che il fatto che i
lavori fossero ripresi era indice che
tutto è in regola. Per evitare ulteriori
danni alla natura abbiamo allora
fatto ricorso alla magistratura, denunciando il fatto lo stesso settembre 2006.
E adesso il procedimento giudiziario. Tre rinvii a giudizio: per il committente, il direttore dei lavori e la
ditta appaltante.
Non ci interessa fare i nomi: è il fatto
che conta e il modo in cui vengono
affrontati tali problemi localmente.
Secondo il nostro avviso, qualcuno
mancava nella lista dei rinviati a giudizio; tuttavia, eravamo fiduciosi
nella celebrazione del processo.
Prima udienza fissata il giorno 09
gennaio 2008. Arriva gennaio, ma
un difetto di notifica ad uno degli
imputati fa saltare l’udienza. Rinvio
al 10 giugno 2008. Arriva giugno e,
incredibilmente, un motivo simile fa
saltare anche questa udienza, rinviata adesso al prossimo 12 novembre 2008: i benefattori con le ruspe,
così, hanno guadagnato circa un
anno di tempo. Il decreto di citazione da notificare allo stesso imputato, 60 giorni prima dell’udienza,
secondo quanto prevede la legge, è
stato notificato solo 59 giorni prima
dello scorso 10 giugno. Ecco come
vanno le cose: il processo non è ancora iniziato! Una sospensione de
facto? Così sembrerebbe! Un anno
guadagnato.
Quello che un cittadino si chiede,
tuttavia, è se questo sia solo frutto di
una cattiva organizzazione dell’ufficio notifiche (fatto di per sé già
molto grave), o se i problemi siano
di altra natura.
Ma, come ci insegnava Russell, è
difficile indurre un controllo sul controllore, così come è difficile che un
altro barbiere possa fare la barba all’unico barbiere di questa malandata
e ormai decadente vallata.
Roberto De Luca
Codacons di Sala Consilina
Valdianese, per la vittoria del territorio
Presentato l’organigramma societario della
squadra di calcio di Promozione
Lo sport della nostra vallata
prova ad interrogarsi sulle sue diramazioni future.
L’occasione per confrontarsi su
questo terreno è stata propiziata
dalla presentazione del nucleo societario della Valdianese, squadra
che giocherà nel prossimo campionato di calcio di Promozione
(Gruppo D). Frutto dell’aggregazione del Comprensorio Valdianese e della Futura Sala Consilina,
la società realizza un’ambizione
particolare del territorio: poter
competere con altri club di elevata tradizione provinciale e regionale, con il preciso scopo di
vincere il suo torneo di pertinenza già quest’anno.
Quest’uscita ufficiale della dirigenza (il cui capogruppo è Nicola
Viscido) coincide con una riflessione sul passato calcistico della
nostra area, che poté fregiarsi di
una lodevole esperienza tra i professionisti grazie al Valdiano calcio,
progetto affermatosi nella seconda metà del decennio degli
Ottanta.
Quella stagione di gloria e di nobilitazione del calcio locale, capace di affermarsi nei tornei di
portata nazionale, trovò il suo
nerbo nella forza politica ed istituzionale del partito socialista, in
grado di raccogliere un diffuso
consenso in tutti i nostri comuni.
Una volta esauritasi quella spinta
- il che dimostrò anche l’immaturità del tessuto economico ed imprenditoriale di allora - il Valdiano
naufragò tristemente, senza che il
nostro territorio sia riuscito a
fondare e maturare un’innovativa
cultura dello sport, affrancata dal
giogo politico e promossa da virtuosi interpreti delle attività produttive del Diano.
Nel decennio dei Novanta, furono
sì sperimentate non dissimili iniziative (si pensi al Vallo di Diano
che giocò in Eccellenza), senza
che, in realtà, trovasse credibile
attuazione un modello d’investimento ed impiego delle risorse
che puntasse a raggiungere un
profilo manageriale intraprendente e giungesse ad aggregare, se
non le singole comunità, perlomeno i suoi protagonisti in campo
economico.
La nascente Valdianese sta provando a far propri questi due
principi, affinché, al posto del tornaconto individuale, si persegua
un’identità vincente, a costo di rinunciare all’ingenuo romanticismo dei presidenti delle squadre
di un tempo.
Non è un caso che, parallelamente al gruppo sportivo, sia
prossima al completamento la
compagnia “Valdiano eventi”: essa
avrà il fine di promuovere manifestazioni di matrice extrasportiva,
le quali consentiranno di delineare un tracciato che aiuti le nostre zone ad organizzare più
risolutamente l’offerta ricettiva
ed a fornire un’occupazione - ancorché temporanea - ai più giovani.
Carmine Marino
In farmacia
Una nuova alga
per sconfiggere
l’obesità
Ormai l’obesità colpisce ad ogni età, in
qualunque classe sociale, in tutte le regioni e senza fare
distinzione tra i sessi
o l’età, e, come se non bastasse, è
in aumento.
Anche se dieta e sport sono le
prime regole da seguire, alcuni integratori per dimagrire possono
essere utili. Da molti decenni gli
organismi marini sono oggetto di
intense ricerche volte ad individuare nuove molecole farmacologicamente attive e potenziali fonti
alimentari a basso impatto ambientale; le alghe rappresentano in
questo senso una risorsa straordinaria. Tra le specie di alghe brune
spiccano per importanza l’Undaria
pinnatifida (wakame), la Laminaria
japonica (kombu) ed il Sargassum
fulvellum molto apprezzate in
Giappone, Corea ed altre aree del
sud-est asiatico. Le alghe insieme
ad altri fattori dietetici sono entrate nel mirino di numerosi studi
epidemiologici che hanno trovato
un collegamento tra consumo alimentare di alghe marine e minor
incidenza di patologie come obesità e diabete. In particolare la fucoxantina è una delle molecole
farmacologicamente più interessanti del pattern fitochimico delle
alghe brune. In laboratorio ha mostrato una buona efficacia nel ridurre la deposizione di grasso
addominale inibendo la formazione
delle cellule adipose e stimolando
la lipolisi in questo tessuto.
Esiste in commercio un estratto di
Undaria titolato in fucoxantina al
10%, un ingrediente innovativo per
formulare prodotti salutistici mirati al trattamento complementare
del sovrappeso e dell’obesità in associazione alla restrizione dietetica
ed all’esercizio fisico.
E’ stato un gruppo di ricercatori
dell’Università di Hokkaido ad ipotizzare l’azione antiobesità della fucoxantina ed a formulare ipotesi
interessanti sui meccanismi di tali
effetti biologici.Vediamo di approfondire il meccanismo. A livello
cellulare sono state isolate un
gruppo di proteine con un ruolo
chiave nei processi di termogenesi
e ritenute molto importanti come
target per combattere l’obesità, il
diabete e le iperlipidemie. E’ ampliamente dimostrato che negli
animali è una proteina detta UCP1
a regolare la spesa energetica del
grasso bruno, contrariamente a
quanto accade negli uomini nei
quali tale proteina scarseggia. Nel
controllo del peso, dunque, è sicuramente implicata la proteina
UCP1 che quando viene opportunamente stimolata riduce il grasso
di deposito specie a livello addominale.
Quel che si è visto, ed è molto
promettente, è che la fucoxantina
stimola la produzione della proteina UCP1 direttamente nel
grasso bianco di deposito. Se questi risultati fossero confermati nell’uomo la molecola potrebbe
essere utilizzata per ridurre la
massa addominale grazie ad una
maggiore dissipazione energetica
dei lipidi.
Alberto Di Muria
[email protected]
N°25 28 giugno 2008
A lb u rn i
13
Sicignano, Pizzicara condannato per il caso Scaramella
Si conclude con una sentenza di tre
sapere che le sentenze seguono peranni e sei mesi a carico di Domenico
corsi che non possiamo immaginare.
Pizzicara, ex sindaco, il processo di
La sentenza risponde ad un convinprimo grado in Corte d’Assise che lo
cimento interiore dei giudici. È un
ha visto accusato di vessazioni converdetto che non potevano fare pertro un dipendente comunale morto
ché non c’erano le prove per arrivare
suicida.
a tale decisione, ma con libero conLa sentenza ha previsto per Pizzicara
vincimento si può tutto. Attendiamo
anche l’interdizione per cinque anni
fiduciosi la sentenza di appello». Dedai pubblici uffici nonché il risarciluso anche il legale rappresentante
mento immediato di 30mila euro
del Comune di Sicignano, l’avvocomplessivi per due tre tre figli della
vittima, costituitisi parte civile.
Condannato anche il Comune di Sicignano ritenuto responsabile civile.
Una sentenza accolta con le lacrime
dalla famiglia di Davide Scaramella,
l’uomo che ha accusato in una lettera
d’addio i tre ex amministratori co- Davide Scaramella
munali. «Svolgo questo lavoro da Scaramella sono stati quelli
dieci anni – ha dichiarato l’avvocato che lo hanno portato a suiciGianluca Iaione che ha difeso la darsi. Ora anche i figli hanno
madre della vittima – e per quanto ri- una motivazione che gli restimane intatta la professionalità non si tuisce una visione del padre
è potuto non sentire la commozione che ha subito tanto per arrivare
Domenico Pizzicara
dei familiari che all’atto della sen- a questo gesto».
tenza hanno finalmente dato un volto Dal canto suo l’avvocato Silverio cato Antonio Turco, per il quale: «Il
al responsabile della morte del loro Sica che in questi otto mesi ha difesa comune non può tollerare un evencongiunto.
l’imputato Domenico Pizzicara ha tuale risarcimento danni perché si
Noi la riteniamo una giusta sentenza dichiarato che: «Non c’è delusione. dissocia dai comportamenti inclusi
perché gli episodi denunciati dallo Abbiamo abbastanza esperienza per nel capo d’imputazione.
SALA CONSILINA
Per due giorni capitale dei giornalisti di guerra
Mimmo Candito (Presidente Reporters sans frontières), Toni Capuozzo
(TG5),Vittorio dell’Uva (Il Mattino),
Daniele Mastrogiacomo (La Repubblica), Ettore Mo (Corriere della
Sera), Alberto Negri (Il Sole 24 ore),
Giovanni Porzio (Panorama) ed Ugo
Tramballi (Sole 24 ore): questi alcuni
dei giornalisti inviati di guerra che
parteciperanno alla IV edizione del
Premio Nazionale di giornalismo
“Lamberti Sorrentino –cronisti di
guerra”- in programma a Sala Consilina il 3 e 4 luglio prossimi. Il Premio, promosso dalla Provincia di
Salerno in collaborazione col Lions
club Sala Consilina-Vallo di Diano,
mira sia a ricordare la figura di uno
dei cronisti di guerra di punta della
prima metà del ‘900, Lamberti Sorrentino, sia a premiare i giornalisti,
inviati di guerra, che raccontano i
conflitti armati di ogni angolo del
mondo.
Un appuntamento che coinvolge alcuni dei più grandi nomi del giornalismo italiano, i quali onoreranno la
memoria di Sorrentino, originario di
Sala Consilina, che Indro Montanelli
definiva “decano degli inviati speciali
italiani, e forse non solo italiani”.
“Siamo orgogliosi, sottolinea l’assessore provinciale, Angelo Paladino, di
ospitare per due giorni giornalisti di
così alto spessore.
L’iniziativa vuole essere un giusto riconoscimento a quei professionisti
che, a rischio della propria vita, ci descrivono
le guerre che hanno
luogo in ogni parte del
mondo.
La presenza, inoltre, del
decano degli inviati di
guerra, Ettore Mo e Vittorio dell’Uva, testimo-
nia l’importanza dell’evento che è,
anche occasione di promozione per
l’intero Vallo di Diano”. Il Premio si
divide in due sezioni, l’una dedicata
ai cronisti della carta stampata, l’altra
agli inviati radio-televisivi. L’edizione
2008, coordinata dai giornalisti Rai,
Attilio Romita e Tiziana Ferrario è
dedicata alle tematiche concernenti
la guerra al terrorismo internazio-
nale. Corposo il programma: si inizia giovedì, 3 luglio, ore 16,30, con
l’inaugurazione della mostra documentaria su Lamberti Sorrentino,
presso la Grancia.
Alle 17,30, aula magna delle scuole
elementari di via Matteotti, saranno
presentati, dagli stessi autori, tre libri
che raccontano diverse esperienze
vissute dai cronisti di guerra. Si tratta
di “Dispacci dal Fronte”, autori i
giornalisti di Reporters sans frontières - presentazione di Mimmo Candito – Presidente di Reporters sans
frontières; “Cronache dalle Terre di
Nessuno”, autore Giovanni Porzio di
Panorama; e “Israele: il sogno incompiuto”, autore Ugo Tramballi del
Sole 24 ore.
Venerdì 4 luglio alle 18,30 piazza
Umberto I, una tavola rotonda sul
tema: “Sette anni di guerra al terrorismo”. Interverrà, fra gli altri, il giornalista Igor Man che ricorderà la
figura di Lamberti Sorrentino. A seguire: cerimonia ufficiale di consegna
del Premio-edizione 2008. Il presidente della Provincia di Salerno, Angelo Villani, ed il Governatore del
distretto 108 YA - Lions Club, Aldo
D’Andrea, su indicazione della giuria,
proclameranno i vincitori e consegneranno loro i rispettivi premi. A
conclusione un concerto musicale
del compositore Mogol.
Antonella Citro
Le vessazioni, i maltrattamenti sono
da considerare atti personali non giustificabili. Di sicuro impugneremo le
motivazioni non appena saranno depositate». Felice Troisi e Vito Antonio Capece sono stati invece assolti
dalla medesima accusa, quella di
abuso dei mezzi di correzione perché
il fatto non sussiste. Il loro difensore
è stato l’avvocato originario di Polla
Sebastiano Tanzola che nel corso
delle sue conclusioni ha messo in
evidenza diverse contraddizioni.
A partire dal fatto che Davide Scaramella avesse partecipato attivamente a delle riunioni sindacali
qualche settimana prima di togliersi la vita. «Una persona che si
sente minacciata o che sta attraversando una fase di depressione ha dichiarato il legale Tanzola può mai intervenire decine di volte
con proprie considerazioni nel
corso di riunioni sindacali che richiedono attenzione e impegno ma
soprattutto determinazione sulle
affermazioni che vengono pronunciate?».
Tra novanta giorni verranno depositate le motivazioni intanto l’unica
cosa certa è che il caso Scaramella si
conclude con una condanna e due assoluzioni.
Termina così un processo che ha portato sul tavolo fatti dolorosi e privati,
che ha coinvolto ottanta testi e una
schiera di avvocati.
Romina Rosolia
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Iscritto all’Unione Stampa
Periodica Italiana
N°24 21 giugno 2008
C u ltu ra
14
Ebner, il medico che restituì l’identità storica al Cilento
Dedicati a lui gli “Annali della Scuola Medica Salernitana“
Medici, studiosi, docenti universitari,
semplici appassionati di storia. Un
pubblico davvero eterogeneo quello
che ha affollato venerdì scorso il Salone delle Conferenze dell’Ordine
dei Medici di Salerno in occasione
della presentazione degli “Annali
della Scuola Medica Salernitana“.
Una nuova collana edita nell’ambito
della rivista ufficiale dell’Ordine
“Salerno medica“ allo scopo di ricordare e riscoprire i momenti più significativi della storia della
medicina, che a Salerno celebra i
fasti della millenaria e memorabile
tradizione della Scuola Medica.
La gigantesca figura di Pietro Ebner
è protagonista assoluta di questo
primo volume che infatti raccoglie
gli atti di un convegno tenutosi a Salerno nel novembre del 2005 e dedicato proprio alla memoria del medico
e storico cilentano. Gli atti comprendono una serie di interventi di firme
prestigiose (Vincenzo Filpi, Italo
Gallo, Giuseppe Lauriello, Antonio
Cestaro, Pasquale Natella, Mario Infante), riconducibili a due diverse tipologie, una rivolta a delineare il
profilo biografico e scientifico di
Ebner, l’altra aperta ad alcuni approfondimenti tematici di più ampia na-
tura. Sullo sfondo di questi lavori
prepotente è la presenza del Cilento, un territorio al quale Pietro
Ebner fu sempre intimamente legato, non solo per un attaccamento
istintivo, naturale, ma anche per la
consapevolezza della sua pregnanza storica e per lo straordinario patrimonio archeologico e
paesaggistico in esso racchiuso.
Una terra omaggiata da una vita intera dedicata agli studi e da una vastissima produzione storica con
ponderosi volumi dati alle stampe,
su tutti la sorta di trilogia che comprende “Storia di un Feudo del
Mezzogiorno”, “Economia e società nel Cilento Medievale” e
“Chiesa, Baroni e Popolo nel Cilento”. Migliaia e migliaia di pagine,
fittissime, ricche di dati, documenti
inediti, saggi rigorosissimi, teorie rivoluzionarie come quella che vuole
una scuola medica nata a Velia e migrata nell’epoca buia delle invasioni
barbariche verso Salerno, progenitrice quindi del celeberrimo studium
di medicina salernitano. Una passione per la storia, quella del medico
condotto originario di Ceraso, nata
sui banchi di scuola: «la ricerca storica -confidò lo stesso Ebner in
Pietro Ebner, ( il secondo da sinistra), in visita a Velia
un’intervista rilasciata al “Mattino”
nel 1983- è come mangiare tante ciliegie, più ne mangi e più ne vorresti
mangiare». La sua era una ricerca
minuziosa, condotta sul campo, ovvero negli archivi storici di chiese e
di enti che al suo arrivo si aprivano
“magicamente”. Ma soprattutto era
una ricerca che spaziava a trecentosessanta gradi, secondo il suggestivo
paragone di Carmine Troccoli che
definì lo stesso Ebner “uno scalatore
che man mano che si avvicina alla
cima spazia con il suo sguardo compiaciuto su nuovi orizzonti, osserva,
gode di nuovi panorami, comuni-
cando agli altri le sue gioie”. La presentazione degli atti del convegno è
stata anche l’occasione per un ricordo collettivo da parte di quanti lo
hanno conosciuto e ne hanno apprezzato le indubbie qualità di medico e
di studioso, ma soprattutto di uomo.
«Eravamo agli inizi degli anni ’80 -la
testimonianza di Maria Galante, Preside della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di
Salerno- All’epoca ero una giovane
ricercatrice, quando ricevetti una lettera del dottor Ebner che mi sosteneva nel proseguire negli studi e
nella edizione di quelle fonti docu-
mentarie centrali per la ricostruzione
storica del suo Cilento. Inutile dire
quanto le parole di quell’autorevole
studioso mi lusingarono e mi sollecitarono a proseguire lungo quel percorso scientifico». Personale e ricco
di aneddoti l’intervento di Mario
Mello, ordinario di storia romana
presso l’ateneo salernitano, che ha
chiamato al suo fianco un commosso
ed emozionato figlio del dottor
Ebner: «Mi piace ricordare i 25 anni
di amicizia che mi hanno legato a
Pietro Ebner, anni che mi hanno visto
testimone privilegiato del suo essere
medico e storico. Frammenti di vita
mi ritornano in mente, il primo incontro che abbiamo avuto presso il
museo di Paestum, le continue visite
che ci scambiavamo, il suo studio
pieno di libri di ogni genere, i dettagli del suo straordinario modus operandi. Ovvero una minuziosa ricerca
manuale dei documenti presso gli archivi parrocchiali per sostenere le
sue teorie sempre argute e originali.
Un uomo straordinario e al tempo
stesso semplice e modesto che
amava infinitamente la sua terra. “So
scrivere solo del Cilento“ era solito
dire, quasi per giustificarsi».
Raffaele Avallone
dalla prima
Comunità Montane: vi spiego perché devono rimanere
accettando la sfida se la riforma da
mettere in campo aveva il timbro del
rispetto della montagna e delle sue Istituzioni, della democrazia, senza pregiudizi e senza sconti. Non ci si può
venire a dire adesso abbiamo scherzato, fermi tutti. Che ne sarà delle migliaia di lavoratori forestali impegnati
nel presidio territoriale con attività di
difesa del suolo e di prevenzione, sempre in prima linea perché i nostri versanti non franino rovinosamente a
valle? Che ne sarà delle innovazioni
introdotte nell’ultima contrattazione
nazionale del settore forestale che disegnava un nuovo status dei nostri lavoratori per una montagna più
moderna e competitiva? Le questioni
energetiche e le fonti rinnovabili che
avevamo individuato, anche nelle contrattazioni regionali, come un asset
strategico per le nostre montagne nell’interesse generale del Paese. Investire
in questi settori significa far ripartire la
macchina Italia e liberare nuove energie e nuove risorse, quali acqua, energia, aria, legno, pietra, foresta, tutti
capitoli di una nuova economia della
montagna in grado di produrre reddito,
nel pieno rispetto dell’ambiente. E’
quindi avevamo previsto, che in sede
di attuazione del Piano Forestale Na-
zionale e di quelli Regionali, ci fosse
la più ampia partecipazione di tutti gli
attori dello sviluppo forestale. Dalle
istituzioni locali, anzitutto Comuni
montani e Comunità montane, con un
piano di formazione e stabilizzazione
dei lavoratori forestali, ma anche dei
proprietari, utilizzatori, gestori forestali
e industriali, promuovendo la qualità
dei prodotti e dei servizi legati alla foresta di montagna e definendo piani di
gestione forestale multifunzionale.
L’Unione Europea ha posto il suo
obiettivo “ tre volte 20 per il 2020” al
centro della sua politica energetica e
della politica di mitigazione del cambiamento climatico: si tratta quindi, per
quella data, di ridurre del 20% i gas
serra, di aumentare del 20% l’efficienza energetica e di produrre il 20%
dell’energia da fonti energetiche rinnovabili. Al centro della nostra riflessione, quindi, i sistemi di gestione
territoriale che valorizzano le risorse
ambientali per il risparmio energetico,
l’assorbimento delle emissioni nocive
e la produzione energetica da fonti rinnovabili, i patti per la compensazione
di prossimità tra aree urbane, che consumano risorse, e quelle montane, che
invece le rigenerano. Sullo sfondo, lo
scenario di grandi e medie città in de-
ficit ambientale, che si accordano con
le circostanti Comunità montane per
acquistare i crediti al carbonio grazie
alla loro capacità ambientale di compensare il deficit.
Vorrei, anche quì, ricordare che il sistema montagna ( energie rinnovabili,
legno,filiere lattiero-casearie, turismo)
produce, già oggi, il 17% del Pil nazionale, ospita tra i più importanti distretti produttivi del Paese, concorrono
ad un segmento significativo del “
made in Italy” culturale ed ambientale
e rappresentano, per le cose dette, un
giacimento ancora inesplorato in termini di capacità di utilizzo delle risorse
naturali presenti.
E vorrei ricordare, per contro, a beneficio di chi in queste ore, a destra come
a sinistra, pensa di lavarsi la coscienza
con la soppressione delle Comunità
montane, che si creerà una situazione
di grave ripercussione per gli oltre tremila piccoli comuni , lasciati soli e sul
lastrico di fronte a problemi complessi.
E ricordare, inoltre, che le Cc. Mm.,
costano allo Stato 154 milioni di euro
(destinati a diventare 120 il prossimo
anno) e producono servizi e investimenti per 2,2 miliardi di euro. Costano
quindi il 7% di quanto producono, al
contrario dello Stato governato da Brunetta che si mangia il 50% del Pil per
funzionare. Diamo allo Stato centrale
in imposte infinitamente di più di
quanto ci restituisce. In più il lavoro
avviato con le Regioni faceva stimare
un decurtamento di circa 150 Comunità montane sulle 355 esistenti, con
un numero rilevantissimo di comuni in
meno. E allora, noi montanari siamo
un costo o un investimento? Le riforme non si fanno sulla pelle dei piccoli comuni di montagna dove ci sono
i valori fondanti della nostra democrazia. Le Comunità montane hanno
come unica colpa quella di rappresentare un’alternativa al pensiero unico
metropolitano e salottiero. Qui c’è chi
fa il forte con i deboli e il debole con i
forti. Altro che Robin Hood, quì siamo
in presenza di sceriffi di Nottinghan! I
montanari meritano rispetto e non staremo certo né fermi né zitti, né resteremo inermi a farci mettere sulle
nuove liste di proscrizione. Difenderemo la nostra dignità contro il tentativo centralista e consociativo di
soggiogarci ed ulteriormente indebolirci, per impossessarsi delle nostre risorse dopo averci annullata la
soggettività politica. Chiudere le Comunità Montane significa tagliare il
ramo sul quale è seduto il 20% degli
italiani.
L’Uncem è qui, ancora sul campo, per
chiedere alle Regioni, ai Sindaci, alle
Organizzazioni
sindacali,alla
gente…non solo di montagna, di essere ancora una volta al nostro fianco.
Dateci una mano, con la consapevolezza comune che la debolezza della
montagna italiana dipende da scelte
politiche inadeguate assai più che dalle
condizioni oggettive
Vincenzo Luciano
Resp. Settore forestale- UNCEM
Nazionale
V Presidente UNCEM Campania
N°24 21 giugno 2008
L’ OPINIONE
Una brutta
estate
pachidermici. Un coraggioso piano
del traffico aveva dato ordine al sistema di parcheggi afferenti all’area
commerciale di Capaccio Scalo .
Con la spugna del populismo si è
cancellato tutto : il risultato è un
grave disordine in tutta l’area del
centro di Capaccio Scalo con ulteriori danni ai gia supertartassati
commercianti oltre che ai cittadini
che nell’impossibilità di un posto di
sosta , preferiscono spostarsi “altrove”.
Dunque una brutta estate quella
che ci si presenta, se a questa miriade di gravi e pericolose carenze
si associa il riflesso negativo della
crisi rifiuti di Napoli.
Questo stallo amministrativo peserà gravemente sull’economia di
quello che resta di un turismo
ormai ridotto al lastrico e quello
che delude di più è la rassegnazione della gente, degli operatori.
La restaurazione del governo di
Marino ha di fatto spento anche le
speranze.
Ma c’è da confidare nella determinazione di quei cittadini che stanno
gia tirando le somme dopo una
inutile luna di miele politico amministrativa dell’anno che abbiamo
alle spalle.
*Già sindaco di Capaccio
15
C u ltu ra
BATTIPAGLIA
segue da pag. 4
Al via la II^ edizione del
Premio Letterario Internazionale “Mediterranea”
“E vanno gli uomini ad ammirare le
vette dei monti,
ed i grandi flutti del mare, ed il lungo
corso dei fiumi,
e l’immensità dell’Oceano, ed il volgere
degli astri …
e si dimenticano di se medesimi”
Sant’Agostino
Gli uomini nella dimensione della
propria vita quotidiana e quindi nell’ordine degli anni e poi dei secoli e
dei millenni, hanno seguito percorsi
svariati ed infiniti attraverso i luoghi
del corpo e assecondando le esigenze dello spirito sì da aprire varchi
e strade, introdurre colture e tradizioni, costruire città e santuari che
hanno saputo in molti casi giungere
fino a noi ed entrare a far parte del
nostro vissuto.
Il melograno, votato in seguito a lunghi pellegrinaggi presso il santuario
extra-urbano di Hera Argiva a Poseidonia, ha mantenuto il suo valore
spirituale tra le mani della Madonna
del Granato, quale icona dell’abbondanza in ogni tempo auspicabile
nella piana del Sele. Eppure oggi gli
uomini, dimentichi di sé stessi e del
patrimonio di culture e di tradizioni
di cui sono portatori, lasciano che
tanta feracità e bellezza di una regione così ambita nei secoli da tutte
Chi cer ca...
tr ova!
le genti sia umiliata ed offesa dai percorsi dell’era moderna, quella degli
avanzi e dei rifiuti tossici, che determinano l’apertura di nuovi crocicchi
nelle discariche che macchiano la
nostra bellissima provincia di Salerno e la regione tutta.
Sembra ancora di sentire il battere
cadenzato della mano di una Baccante sul timpano dei culti dionisiaci,
di vedere le vesti che si modulano
intorno a corpi in preda a furore
estatico e uomini e donne che si
corteggiano si inseguono si lasciano
andare quasi in segno di protesta e
ribellione ai legacci degli schemi sociali … sembra di rivivere tutto questo quando suona una tammorra,
quando balla una donna campana
bella devota alle sue Sette Madonne
e sensuale o quando dalla voce di un
uomo si leva un canto di protesta,
l’espressione di uno sdegno o il lamento generato dal duro lavoro.
Oggi abbiamo paura del diverso perché ci sfuggono le differenze, non
cogliamo le sfumature, ci barrichiamo dentro le nostre case,
quando la nostra terra è stata sempre oggetto di interesse, meta del
cabotaggio di genti Fenice e Micenee, dei commerci degli Achei e
sede delle attività artigianali degli
Etruschi. Abbiamo imparato a convi-
vere con i Saraceni e conosciuto i
Normanni ed i Longobardi, sangue
misto scorre nelle nostre vene di
Lucani duri e spigolosi come la terra
fiera del Cilento e del Vallo di Diano,
ma questo non basta per evitare di
chiudere i ponti e di serrare i cuori.
La II edizione del Premio Letterario
Mediterranea si propone di parlare
degli uomini per far parlare gli uomini,
proporre riflessioni e destare opinioni costruttive e coraggiose intorno ad una terra ed un patrimonio
culturale ricco e perciò stesso
degno della migliore delle considerazioni.
“Da Punta Campanella a
Capo Palinuro: le rotte degli
uomini, i percorsi degli dei”,
è il tema che l’Associazione Culturale Aut Aut propone per la edizione
del 2008, invitando, dopo il successo
della precedente, poeti e scrittori ad
inviare i propri elaborati entro il 31
Ottobre 2008 agli indirizzi consultabili sul sito www.associazioneautaut.it. Il concorso è gratuito ed i
migliori elaborati confluiranno in
un’antologia del premio impostata
come una guida turistico-letteraria,
un diario di viaggio alla scoperta dei
luoghi della nostra terra.
Valentina Del Pizzo
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Allevatori bufale:
“Ci disdettano i
contratti”
In primo piano da sinistra Franco
Vairo e Nicola Cacciapuoti
Di tutto questo si è discusso qualche sera fa in un’assemblea pubblica indetta a Capaccio da
“Agrisviluppo”, la cooperativa alla
quale aderiscono la maggioranza
degli allevatori di bufale della Piana
del Sele. Così gli allevatori hanno
potuto constatare come lo stato di
crisi che li attanaglia è sfruttato
abilmente da emissari di nuove
aziende agricole che stanno sorgendo in Puglia e Basilicata che vengono a comprare bufale a prezzi di
realizzo nella Piana del Sele. “Un
animale che fino a pochi mesi fa valeva 3mila euro oggi te lo pagano
metà.
Molti colleghi svendono perché
non sanno più come andare avanti.
Il latte non sai quando te lo pagheranno e a quanto”, è il racconto –
fotocopia. “Comprano le nostre
bufale ed offrono già il latte ai caseifici a prezzi scontati.
Per mettere su le loro aziende
hanno usato i fondi europei, vedrete fra qualche anno compreranno direttamente i caseifici”,
aggiungono.
La rabbia è palpabile, chi predica
calma è Antonio Orlotti, allevatore
di Capaccio: “Ci possiamo salvare
tutti se i caseifici riconosceranno
agli allevatori un nuovo contratto
basato sulla qualità. E noi dobbiamo
delegare ai nostri rappresentanti i
pieni poteri per la trattativa.
Con i colleghi delle altre regioni ci
dobbiamo andare a parlare, solo
così possiamo bloccare gli sciacallaggi sulle nostre disgrazie”.
Intanto scoppia il caso degli allevatori che alla fine d’aprile non avevano contratti fissi con i caseifici e
quindi non furono sottoposti allo
screening sulla diossina.
Devono subire il controllo ma quel
che è più grave – come denuncia
Nicola Cacciapuoti, allevatore di
Capaccio, sborsare subito oltre
1400 euro e fermarsi per 25 giorni:
“Una punizione eccessiva per nessuna colpa da espiare, così chiudiamo”, dice il giovane allevatore.
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Oreste Mottola