relazione finale arsenale ITA_2

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relazione finale arsenale ITA_2
Visualizzazione digitale della storia dell’Arsenale di
Venezia
Visualizing the history of the Arsenale of Venice
Responsabile: prof. Donatella Calabi
Assegnista: Caterina Balletti
Report (16 settembre 2013)
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Visualizzazione digitale della storia dell’Arsenale di Venezia
Responsabile: prof. Donatella Calabi
Assegnista: Caterina Balletti
Relazione finale (16 settembre 2013)
Obiettivi
Le tecnologie digitali sono in grado di fornire un contributo innovativo ai processi che si svolgono nel settore dei beni
culturali, prestandosi ad essere utilizzate per differenti finalità: studio e ricerca, diagnosi, restauro, tutela, gestione,
comunicazione-divulgazione, formazione e fruizione del patrimonio culturale.
Le attuali tecnologie dell’informazione e comunicazione (ICT) forniscono gli strumenti per supportare processi di
formazione, comunicazione e informazione in numerosi ambiti conoscitivi.
Grazie all'innovazione tecnologica informatica ed alla multimedialità infatti diventa possibile integrare le tradizionali
modalità di avvicinamento alla conoscenza con metodologie alternative basate sull'e-learning e sulle altre numerose
potenzialità di utilizzo dell'ICT a fini culturali e didattici.
In questo ambito si inserisce appieno l'incontro fra nuove tecnologie digitali e storia.
L'obiettivo principale della ricerca è stato l'identificazione e lo sviluppo di strumenti digitali funzionali alla
visualizzazione della crescita e trasformazioni che si sono susseguite dell’Arsenale di Venezia, delle sue tecniche
costruttive, delle innovazioni che si sono sperimentate e delle relazioni con la città.
L’Arsenale, proprio per la complessità di sviluppo sia in termini urbani che temporali, è stato inoltre inserito nei casi
studio affrontati nel progetto più esteso Visualizing Venice, progetto di ricerca internazionale e interdisciplinare che
coinvolge un nutrito gruppo di ricerca1.
Il progetto, ideato per testare l'applicazione dell’ICT per la storia urbana con due scopi fondamentali: da un lato,
fornire a studiosi nuove conoscenze attraverso strumenti di ricerca diversi da mezzi tradizionali; dall'altro, creare nuove
forme di comunicazione attraverso il quale gli storici possono aiutare anche un pubblico non specialista a capire le
ricerche sulla storia urbana.
Le attività dell’assegno hanno visto l’uso di nuove tecnologie non solo per valorizzare la storia del complesso
attraverso la rappresentazione virtuale delle sue trasformazioni nel tempo, ma anche per verificare come si coniuga la
ricerca storica con le più avanzate strategie di comunicazione e divulgazione digitale multimediale, attraverso forme
attuali di narrazione che fanno uso di immagini statiche e animate.
La ricerca ha quindi sia un significato applicativo concreto al caso “Arsenale” sia una valenza metodologica.
Le ricostruzioni virtuali infatti delle fasi principali di espansione dell’Arsenale possono essere uno strumento di lavoro
per studiosi e addetti oltre che essere usate in un processo più esteso di divulgazione.
I risultati ottenuti, descritti attraverso rendering dei modelli 3d delle trasformazioni macroscopiche (dell’intera area) e
microscopiche (delle singole architetture), cartografie provenienti da diversi archivi italiani e internazionali, foto
d’archivio ed altre fonti iconografiche, verranno infatti presentati mediante l’uso di postazioni interattive all’interno
dello spazio espositivo della Torre di Porta Nuova oppure visualizzati e resi consultabili tramite dispositivi mobili.
Una breve storia
L'Arsenale si configura come l'espressione più tipica degli interessi marittimi della Serenissima, non solo in quanto
complesso urbano composto da tezoni, magazzini ed abitazioni, ma soprattutto come luogo attraverso cui la
Repubblica curò e seguì l'evolversi dei suoi interessi sul mare, che riuscì a conservare per ben undici secoli.
Quello che però fa dell'Arsenale un luogo unico al mondo è la sua architettura: ovvero la razionalità
, l'eleganza
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1
!Il gruppo vede coinvolte competenze differenti fornite dall’Università Iuav di Venezia, (Prof. D. Calabi), dall’Università degli Studi
di Padova, ( Prof. A. Giordano) e dalla Duke University di Durham - NC, USA, ( Prof. C. Bruzelius), con la volontà di mostrare come
lo spazio urbano si evolve nel tempo. Il progetto è didattico e sperimentale e mira a diventare una regola di sensibilizzazione del
pubblico per può spiegare luogo e lo spazio come un processo in continua evoluzione. Visualizing Venice fornisce una serie di
indagini atte a dimostrare come il cambiamento sociale ed economico abbiano plasmato la città di Venezia nel corso dei secoli.
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pur nella semplicità delle sue imponenti fabbriche, collocate oltre l'impenetrabile muro di cinta e nessuno dei grandi
arsenali delle potenze del passato è giunto fino a noi in simili condizioni.
Una particolarità dell'Arsenale era quella di avere tutti i tezoni coperti da tetto, così che la produzione potesse
continuare anche in caso di intemperie, e potendo anche mantenere le scorte di legno al riparo dalla pioggia.
Per tutto il Quattrocento l'Arsenale è luogo pratico piuttosto che decorativo, diviene lentamente un luogo
monumentale per celebrare un passato glorioso e per illudersi che esso si prolunghi nel presente: l'architettura
dell'Arsenale è l'architettura che celebra la grandezza e la potenza dello Stato veneziano.
La primitiva sobrietà si veste, nella seconda metà del Cinquecento, di decorazioni in pietra, di modanature, di finte
colonne;; tanto più vulnerabile diviene la flotta del leone alato sul mare, tanto più ricercata diviene l'architettura della
sua principale base militare.
Fino al 1866 l'Arsenale si estendeva su una superficie minore, pari a mq. 274.000, raggiungendo gli attuali mq.
318.240, in seguito agli estesi interramenti che vennero intrapresi per la costruzione dei tre bacini di carenaggio e le
successive integrazioni, sul lato a nord-est, che comporteranno l'inglobamento dell'isola dove sorge il convento di le
Verzene e dell'area del monastero di San Daniel.
L'attuale superficie dell'Arsenale è di mq. 318.240, di cui circa mq. 90.000 sono rappresentati dal grande specchio
d'acqua della darsena interna. Questi pochi dati aiutano a comprendere quanto sia esteso il complesso industriale in
rapporto all'intera città, che misura in tutto circa 670 acri.
Fasi della ricerca
Il programma di ricerca si è articolato in alcune fasi principali non disgiunte tra loro:
1. la raccolta di tutti i materiali per l’analisi e lo studio del complesso;
2. archiviazione e catalogazione dei materiali iconografici in un database;
3. gestione dei dati raccolti in un sistema informativo come base rigorosa delle ricostruzioni della storia
dell’Arsenale;
4. la rappresentazione delle vicende costruttive attraverso modelli che sintetizzano l’analisi e l’interpretazione dei
dati;
5. l’individuazione e definizione dei metodi di comunicazione attraverso attuali dispositivi digitali (filmati per
postazioni fisse, App per dispositivi mobili).
1. Raccolta Dati
La prima fase che concorre all’analisi delle trasformazioni riguarda la raccolta delle cartografie e dei disegni che
illustrano l’evoluzione morfologica dei sistemi edilizi dell’Arsenale. L’obiettivo è stato documentare sinteticamente le
trasformazioni dell’assetto morfologico e spaziale dell’Arsenale, rappresentando l’incidenza di tali trasformazioni
rispetto alla situazione attuale. La raccolta di questi materiali si è resa necessaria per rendere visibile e accessibile un
patrimonio documentale spesso di difficile fruizione e disperso in biblioteche e archivi veneziani e europei.
Come si può desumere dagli studi di alcuni storici della città2, l’evoluzione delle trasformazioni fisiche dell’Arsenale di
Venezia, strettamente correlate all’evoluzione dei sistemi produttivi della cantieristica navale, permette di individuare
alcuni momenti rilevanti nell’evoluzione storica del nucleo edilizio dell’Arsenale precisamente riferibili alla fine del XV
e del XVIII secolo, entrambi caratterizzati da un processo di espansione aggregativa. Un terzo periodo significativo è
identificabile tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo ed è caratterizzato invece da vaste modificazioni demolitive
interne e da ulteriori espansioni limitrofe.
Così come la città è il risultato di interventi umani che, attraverso processi a lungo termine, hanno determinato la sua
forma, la storia dell’ Arsenale può essere costruita solo se si indaga questi processi, attraverso la ricerca e lo studio
delle fonti, la loro analisi e interpretazione. Luoghi e fatti sono parte della città e la loro storia è caratterizzata da due
concetti: lo spazio e il tempo.
I materiali raccolti, che concorrono alla realizzazione di una documentazione completa delle suddette fasi, sono
assolutamente eterogenei, e possono essere sinteticamente classificati nelle seguenti tipologie.
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!E.!Concina,!L’Arsenale!della!Repubblica!di!Venezia,!Electa,!Milano,!2006!
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1> sintesi
delle fasi
evolutive
1.1 Cartografie storiche e attuali
La cartografia storica costituisce una base concreta per un’analisi diacronica della città. Lo scopo dell’analisi
storica attraverso la cartografia è quello di cercare di capire l’assetto attuale del territorio, frutto di scelte antiche, e
valutarne criticamente la dinamica evolutiva: l’intervento esercitato nel passato condiziona l’assetto del presente, così
come gli interventi attuali possono condizionarne il futuro.
I principali momenti evolutivi dell’Arsenale sono ben documentati da quattro fondamentali rappresentazioni
cartografiche:
1 – la veduta prospettica di Venezia, realizzata nel 1500 da Jacopo de’Barbari, che ritrae la situazione esistente
dell’Arsenale caratterizzata dalla Darsena Vecchia e dalla Darsena Nuova. Si può notare inoltre l’iniziale formazione
dell’Arsenale Nuovissimo, realizzato a più riprese, con successive aggregazioni avvenute all’interno dei terreni paludosi
a nord della Darsena Nuova.
2 – Le vedute prospettiche di Gian Maria Maffioletti (1798), conservate presso il museo Navale di Venezia, che
rappresentano il più dettagliato rendiconto iconografico dell’Arsenale prima delle grandi trasformazioni
ottocentesche.
3 – Il “Piano generale delle opere per l’Arsenale” redatto da Felice Martini nel 1888, che testimonia le imponenti
opere di trasformazione e modificazione dell’assetto fisico e delle funzioni dell’Arsenale: lo sbancamento dell’Isolotto
con la demolizione dei cantieri con l’obiettivo di unire la Darsena Nuova e Nuovissima mediante la creazione della
Darsena Grande, la costruzione di due bacini di carenaggio nella zona paludosa a nord della Porta Nuova, nella
demolizione di cantieri nell’area della Novissimetta e di parte dell’edificio degli Squadratori per la realizzazione di due
grandi scali scoperti; l’annessione dell’area della Celestia e dell’isola delle Vergini attraverso l’interramento del rio
della Guerra.
4 – Il riferimento alla situazione attuale è fornito dalla sequenza CTCN (carta tecnica comunale numerica, assunta
come base cartografica del GIS), integrata con i rilievi più recenti in parte svolti anche dal laboratorio di
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fotogrammetria dell’Università Iuav, e dagli ultimi voli aerei, che documentano gli ultimi interventi eseguiti nel XX
secolo: la realizzazione del terzo bacino di carenaggio nell’area nord e la formazione dell’area delle casermette.
Le altre cartografie acquisite (dalle vedute prospettiche conservate presso il Museo Correr, al fotopiano di Venezia
1911), non meno importanti, rappresentano stadi intermedi che contribuiscono alla narrazione. Molte di queste sono
state recuperate dal’archivio digitale della Cartoteca dell’Università Iuav.
2> alcune
cartografie che
rappresentano le
fasi più
significative
dell’Arsenale
Per ottenere delle riproduzioni in formato numerico ad alta risoluzione, sono stati presi i contatti con alcune istituzioni
che conservano i principali documenti che illustrano l’evoluzione morfologica dei sistemi edilizi dell’Arsenale.
In particolare sono stati presi contatti con i seguenti archivi:
Museo storico navale di Venezia: riproduzione digitale ad alta risoluzione delle cartografie dell’abate Gian
Maria Maffioletti (1798), conservate presso il museo Navale di Venezia, che rappresentano il più dettagliato
rendiconto iconografico dell’Arsenale prima delle grandi trasformazioni ottocentesche Riproduzione di alcune tavole
tratte da “Piano generale delle opere per l’Arsenale” redatto da Felice Martini nel 1888, che testimonia le imponenti
opere di trasformazione e modificazione dell’assetto fisico e delle funzioni dell’Arsenale;
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3> riproduzioni
digitali delle piante
del Maffioletti
Museo Correr di Venezia: riproduzione digitale di planimetrie redatte da Casoni, autore di numerosi interventi
costruttivi e di estese demolizioni. Vi sono numerose fonti sull’Arsenale presso questo ente, ma per completare le
descrizioni contenute nella Guida di Casoni3, si è data priorità alle piante che ne potevano accrescere il valore
descrittivo
4> riproduzioni digitali delle planimetrie del Casoni
British library: riproduzione de the plan of the Arsenal of Venice. (fol 47v-48r) tratto da A voyage into
the Mediterranean Seas, containing by way of journal the views and descriptions of such remarkable lands, cities,
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3
!Casoni,!G.,!!Guida&per&l'Arsenale&di&Venezia!,!Venezia,!G.!Antonelli,!1839
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towns, and arsenals, their several planes and fortifications, with divers perspectives of particular buildings which came
within the compass of the said voyage: together with the description of 24 sorts of vessells of common use in
those seas, designed in measurable parts, with an artifical shew of their bodies, not before so accurately done; finished
in the year 1685, by Edmund Dummer," [afterwards Surveyor of the Navy]
Ca Foscari, Biblioteca area Umanistica (BAUM): copia digitale della pianta contenuta nella Guida
all’Arsenale di Venezia di Casoni; Riproduzione delle tavole contenute in F. Martini, Progetti e lavori pel riordinamento
ed ingrandimento dell'Arsenale marittimo di Venezia. Parte 1a. - Venezia : tip. G. Antonelli, 1877. FERRARA Misc
Ferrara 3504
Archivio del Genio a Roma: riproduzione digitale delle tavole del Piano Generale dell’Arsenale 1873- 1880 del
maggiore Felice Martini. La campagna fotografica è stata svolta il 20-21 maggio 2013 con il supporto del laboratorio
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di fotografia dello Iuav. Soprattutto per queste planimetrie, visto l’evidente stato di decadenza in cui versa l’archivio,
la riproduzione digitale ad alta risoluzione diventa indispensabile soprattutto come forma di documentazione sicura
1.2 Rilievi in formato cartaceo e numerici
Negli ultimi anni sono state svolte molte campagne di rilievo da parte dello Iuav negli spazi dell’Arsenale. Inoltre,
sempre lo Iuav, possiede un ricco archivio digitale (raster) di rilievi svolti da studenti per i corsi di Disegno o di
Restauro.
Si è reso necessario un lavoro di editing dei rilievi acquisiti anche da Arsenale spa oltre che dall’Università Iuav. I
disegni, seppur già in formato digitale, sono stati editati e georeferenziati per renderli geometricamente congruenti ai
dati già inseriti nel Gis, ma soprattutto strutturati (individuazione dei moduli ripetitivi in base alla tipologia
architettonica), puliti e modificati in funzione della modellazione 3d
5> rilievi
architettonici (scala
1:200-1:50)
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1.3 Foto d’archivio (aeree e da terra) ;
Centro Studi Arsenale e Archivio del Genio a Roma: riproduzione di alcune fotografie (1903) che
documentano i lavori di trasformazione delle tese della Darsena Novissima e dei Bacini.
1.4 Testi (pubblicazioni, relazioni, studi)
Si riporta di seguito le fonti bibliografiche fondamentali che sono state maggiormente considerate nella ricostruzione
delle fasi evolutive del complesso.
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Casoni, Giovanni, Guida per l'Arsenale di Venezia, G. Antonelli, 1839
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• Martini, Felice, Progetti e lavori pel riordinamento ed ingrandimento dell'Arsenale marittimo di Venezia, memoria
del Maggior generale Felice Martini redatta al incarico del Ministero della Marina, Stabilimento Tipografia di G.
Antonelli, 1877
• Dalla Costa, Mario, L' Arsenale, bene ambientale e architettonico di Venezia - Venezia: Stampato in proprio, 1983
• Bellavitis, Giorgio, L' Arsenale di Venezia: storia di una grande struttura urbana, Venezia, Marsilio, 1983
• Stefinlongo, G.B. (a cura di), Arsenale, ambiente, architettura: materiali per il restauro, Padova, Centro editoriale
veneto, 1992
• Gennaro, Paola, Le fabbriche dell'Arsenale: per una operante indagine sull'architettura degli antichi cantieri di
Venezia, Milano, CittàStudi, 1996
• Dina, Ambra (a cura di), Venezia. La rinascita dell'Arsenale: la fabbrica che si trasforma Venezia, Venezia, Marsilio,
2004
• Concina, Ennio, L’Arsenale della repubblica di Venezia, Milano, Electa, 2006
2 Database
Il database (DB) realizzato segue lo schema strutturale già definito nel progetto Visualizing Venice, di cui utilizza cioè
lostesso tracciato record. Scopo del DB è quello di raccogliere i dati (testuali e iconografici) sulle trasformazioni
urbane o di un singolo edificio e di collegarlo, tramite un codice, alle feature che lo definiscono geometricamente nel
GIS (vd paragrafo 3).
Il DB relazionale è stato creato in FileMaker 11 in grado di manipolare direttamente entità come tabelle di ricerca,
schermi, rapporti, ecc.. File Maker è conosciuto per la stretta integrazione del database e dell'interfaccia grafica e per
essere un database che combina potenza e facilità d'uso. Per questo motivo si presta non solo per questa prima fase
di acquisizione, ma anche per una futura fruizione da parte di studiosi. Il DB è depositato in un server Iuav in modo
che tutti i possibili ricercatori afferenti al possano registrare i loro dati simultaneamente. Ogni record corrisponde ad
un evento o un documento, entrambi i quali sono collegati al “cantiere” dell’Arsenale.
Ogni record archiviato contiene dei sottocampi che riportano dati archivistici, dati bibliografici per ciò che è già stato
pubblicato, immagine per quanto riguarda le fonti iconografiche e il link ai dati geografici. In questo modo sarà
possibile identificare il documento o l’evento connesso alla trasformazione dello spazio urbano e degli edifici.
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6> screenshot del database FileMaker
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7> Thumbs di alcuni dei 180 record inseriti
3 Il Sistema informativo
Venezia, contrariamente a quanto si pensa comunemente, non è una città statica, ma è cambiata molto nel corso
tempo. Ciò si evidenzia con chiarezza nel momento in cui vengono messe a confronto diverse rappresentazioni.
Collegare immagini, disegni, mappe, tematismi a grandi archivi di informazioni, così come si presenta il cantiere
dell’Arsenale, permette una conoscenza molto approfondita e comparata della nostra città; la scelta finale di
rappresentazioni anche simboliche (come accade normalmente in cartografia) codifica anche un certo valore
semantico delle informazioni geografiche (utilizzo dei segni per attribuire funzioni, ranghi o gerarchie).
Lo strumento più appropriato per la gestione delle informazioni riguardanti i concetti di spazio e tempo è GIS
(Geographical Information System), in quanto si basa sui dati temporali, spaziali, qualitativi e quantitativi. E’ un
software che è già stato ampiamente testato e adottato in altre discipline umanistiche, come in archeologia, ma
difficilmente viene ancora adottato nella ricerca storica.
I GIS sono il risultato di una tecnologia digitale integrata per l’archiviazione, l’analisi, l’organizzazione e la
comunicazione di dati spaziali georeferenziati: in pratica tutto ciò che è integrabile con una base cartografica o
topologicamente riferita.
Considerando che rappresentare significa soprattutto conoscere, le funzioni più importanti di un GIS, risiedono nella
capacità di visualizzare, interrogare e, come si usa dire, “incrociare” i dati, creando nuovi contesti e nuove
rappresentazioni delle informazioni.
Tutto ciò si realizza principalmente secondo due indirizzi di elaborazione: la sovrapposizione dei dati e le elaborazioni
spaziali multifattoriali che tengono conto contemporaneamente di numerose informazioni e variabili.
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La conoscenza attraverso la sovrapposizione deriva dalla proprietà di visualizzazione contemporanea dei diversi livelli
informativi (distinti per temi e geometrie). La conoscenza attraverso le elaborazioni spaziali deriva invece dalla
costruzione di nuovi modelli geografici a partire dalla connessione dei dati (modelli predittivi, pattern, interrogazioni).
Cartografie, rilievi, foto aeree e dati descrittivi dell’Arsenale sono stati inseriti e georeferenziati in ArcGIS, prodotto
software di Esri, che rende disponibili una vasta gamma di strumenti GIS evoluti che consentono di individuare i
modelli, le relazioni e le tendenze che caratterizzano i dati geospaziali, evidenziando ciò che spesso non è facilmente
deducibile da un database, un foglio di calcolo e un strumento di analisi statistica. Oltre alla visualizzazione dei dati
come elementi geometrici su una mappa, ArcGIS permette la loro gestione e integrazione, l'analisi spaziale avanzata,
la modellazione. Risulta essere uno strumento molto efficiente in grado di gestire le trasformazioni anche da un punto
di vista cronologico: a partire dallo stato attuale (descritto dalla carta tecnica comunale e dalle planimetrie in scala
architettonica, risultato di recenti rilievi) il geodatabase (GdB) relativo alle unità edilizie è state integrate con le
informazioni temporali desunte dalle carte storiche, ripercorrendo all’inverso la storia del complesso.
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8> sccreenshot
da Arcgis dove
si legge la
sovrapposizion
e tra la
cartografia
attiuale e
quella storica
georeferenziata
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9> screenshot
da ArcScene
con visualizzati i
diversi layer e la
tabella attributi
delle unità
edilizie
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4 . la rappresentazione delle vicende costruttive attraverso modelli
Nella nostra società, nella quale la comunicazione visiva ha assunto un ruolo fondamentale per la diffusione delle
informazioni, il modello 3d, opportunamente adeguato dalle possibilità tecnologiche dei nostri tempi, può costituire
un messaggio facilmente percepibile ed estremamente incisivo nella comunicazione delle informazioni che riguardano
il territorio e la città.
Per la ricerca è stato realizzato un modello per ognuna delle 10 fasi di espansione dell’Arsenale partendo dalla base
cartografica fornita dal Gis (CTC + cartografia storica georeferenziata) all’epoca analizzata. I volumi delle architetture
sono stati costruiti incrociando il dato cartografico attuale, con i rilievi, con le mappe e le iconografie raccolte. La scala
di rappresentazione scelta(1:200) presenta un livello di dettaglio, e di conseguenza di complessità, sufficientemente
accurata per caratterizzare ciascun edificio attraverso cornici, conci, finestre, porte, tipologie di tetti, ma abbastanza
semplificata per non appesantire eccessivamente il modello finale.
I modelli sono stati realizzati, in ambiente Autocad, a partire dallo stato di fatto, accuratamente documentato dai
rilievi più recenti. Per ogni architettura è stata identificata la struttura originaria e le aggiunte o modifiche che ne
hanno caratterizzato le trasformazioni. In questo modo è stato possibile ricostruire a ritroso la storia dell’edificio, in
una sorta di reverse engineering dell’architettura.
10> screenshot da Autocad del modello
georeferenziato e strutturato in layer
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Un esempio: le Tese della darsena Novissima (tese Nord) sono state modellate riconoscendo i setti murari originali con
ampie aperture ad arco, ora tamponate, poggianti su colonne in pietra d’istria con capitello a foglia d’acqua, le
murature che costituiscono i fronti di chiusura verso la Darsena, i tetti. Nel loro processo di ricostruzione del passato
(precedente agli interventi del 1903 che hanno visto una loro riduzione in altezza e lunghezza e la chiusura del
fronte), i setti sono stati alzati con un’altra fascia di arcate a rappresentare l’innalzamento delle murature che fu
richiesto dall’aumentata stazza del naviglio che vi si doveva ormeggiare oltre che allungati a filo della banchina
(1680), eliminati i tamponamenti e il fronte sull’acqua e ricostruita le caratteristiche copertura a quattro falde. Lo
stato originario (1544) è stato realizzato eliminando la seconda fascia di archi, quindi abbassando la quota di gronda
e le coperture.
11> rendering del modello dello stato attuale (3dStudio Max)
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12> rendering del modello
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Le fasi modellate sono:
Fase X: rappresenta lo stato più attuale, basato sulla cartografia attuale e sui rilievi più recenti, con la presenza
dell’area delle Casermette.
Fase IX: realizzazione del grande bacino di carenaggio, Principe di Piemonte (1910). La cartografia di riferimento è il
fotopiano del 1911 e il catasto austro italiano.
Fase VIII: realizzazione dei bacini di carenaggio con la conseguente deviazione del canal Biria. Si vedono ancora gli
ultimi 3 tesoni dell’isolotto sull’attuale piazzale dell’Impero, le tese nord si affacciano direttamente sulla darsena.
Aggregazione dell’Isola delle Vergini. La cartografia di riferimento è la planimetria redatta dal Martini, nel 1881, come
documentazione dell’avanzamento dei lavori di riordino dell’Arsenale.
Fase VII: annessione del complesso della Celestia (1810). Per disporre di una macchina atta ad alberare e disalberare
a grandi altezze viene costruita la Torre di Porta Nuova, davanti all'ultimo dei quattro tezoni bassi a Loreto.
Il progetto è firmato dell'Ingegnere Lessan. Apertura del varco di Porta Nuova. Riferimento cartografico: Casoni e
Maffioletti.
Fase VI: Formazione della Darsena delle Galeazze (1569). Planimetria del Dummer e di un Anonimo conservata
all’ASV.
Fase V: aggregazione del recinto delle polveri, collocata all’estremità nord-occidentale dell’Arsenale Nuovissimo, per le
attività di lavorazione e stoccaggio delle polveri da sparo. L’area viene successivamente collegata con l’Arsenale
Vecchio dopo l’acquisizione di altri terreni dal convento della Celestia (1564).
Fase IV: l’Arsenale Nuovissimo viene realizzato a più riprese fino al 1573 in seguito a successive aggregazioni di
terreni paludosi a nord della Darsena Nuova e alla creazione di una terza darsena detta Nuovissima.
Fase III: terzo ampliamento. Formazione dell’Arsenale Nuovo in seguito all’acquisto di alcuni terreni paludosi e del
lago di San Daniele, situati a levante dell’Arsenale Vecchio. Si è realizzato un modello copia della veduta del de
Barbari, per indicare l’inizio dei lavori che si completeranno nella IV fase.
Fase II: secondo ampliamento: aggregazione dei terreni a levante del perimetro fortificato, la costruzione dei palazzi
dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso, rimaneggiati nel XV.
Costruzione di nuovi cantieri e delle strutture murarie della fabbrica trecentesca. Costruzione di officine per la
fabbricazione dei remi, di depositi della pece, cavi, sartiame, legnami, chiodi, ancore e catene nella fascia meridionale
della darsena nuova, detta Campagna, di raccordo con il rio dell’Arsenale
Fase I: il nucleo. Il primo documento che testimonia l’esistenza dell’Arsenale Vecchio costituito da due file di cantieri
coperti allineati attorno ad una darsena comunicante con il bacino di San Marco attraverso il rio dell’Arsenale e cinto
da mura merlate, rappresentato nella mappa trecentesca della Chronologia Magna.
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Fase 10
Fase 9
Fotopiano di Venezia, 1911
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fase 8
Fase 7
Casoni, Piano dell’arsenale di Venezia, 1829
[Museo Correr}
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Fase 6
Anonimo, Pianta dell’arsenale, XVII
Fase 5
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Fase 4
Fase 3
Jacopo de Barbari, Veduta, 1500
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fase 2
Fase 1
Fra Paolino, Chronologia Magna, xiii secolo,
ridisegnata ed incisa su rame dall'architetto
Tommaso Temanza nel 1781
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dettaglio fase 10
dettaglio fase VIII
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dettaglio fase VII
dettaglio fase III
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5 Comunicazione
Le nuove tecnologie si prestano a dare il loro contributo ai processi di studio e ricerca, comunicazione-divulgazione,
formazione, e fruizione.
Nel caso dello studio e della ricerca svolta, l'ICT è in grado di fornire le applicazioni necessarie ad integrare in un
tutto coerente informazioni sull’Arsenale derivanti da fonti differenti e spesso non comunicanti fra loro;
Il ruolo di strumenti digitali risulta poi estremamente innovativo nei processi di comunicazione-divulgazione,
formazione e fruizione nel settore dei più esteso dei beni culturali; si tratta di processi strettamente collegati fra loro
rispetto ai quali le nuove tecnologie possono fornire un contributo trasversale.
Nell'ambito della comunicazione e divulgazione e della fruizione le possibilità offerte sono legate principalmente ai
seguenti ambiti:
1. ricostruzioni virtuali: partendo dal presupposto che i diversi media sono di fatto l’organizzazione di una vista dei
dati raccolti e archiviati nel database, si tratta di applicazioni, soprattutto in grafica 3D, che permettono di ricostruire
virtualmente le condizioni originarie di città, architetture, opere d'arte, di navigare virtualmente luoghi non più
visibili, come gli spazi dell’Arsenale.
In architettura, il termine modello ha anche un’accezione materiale che lo contraddistingue assieme alla tecnologia
costruttiva, al grado di dettaglio e alla propria genesi.
Plastici e maquette richiamano indubbiamente un alto livello di manualità. Il legno o il gesso che li costituiscono ne
determinano non solo la forma, ma anche le possibilità espressive e comunicative. I modelli lignei, perfetti nel loro
assemblaggio e nei loro dettagli, hanno l’effetto di cristallizzare il pensiero e di anticipare la realtà. In passato, essi
aiutavano l'architetto a prefigurare per se stesso e per il committente l’edificio ancor prima del suo completamento.
Se tradizionalmente la maquette ha lo scopo di comunicare il progetto, di soddisfare il desiderio di “vedere in
anticipo”, nel caso dell’Arsenale, i modelli realizzati hanno lo scopo di “vedere il passato”. Inoltre nella tradizione
marinara, molti sono i modelli lignei di fortezze o di porti.
Proprio queste considerazioni hanno portato alla renderizzazione dei modelli “alla maniera de” i modelli lignei
conservati presso il Museo Storico Navale.
I rendering sono stati realizzati usando Felix Render, sistema di renderizzazione professionale che integra come motore
di rendering Maxwell Render.
2. Applicazioni multimediali interattive: prodotti multimediali finalizzati a promuovere la conoscenza dell'arte
destinati al pubblico generico (adulti, studenti, ecc.) costituiti dalla raccolta di immagini prodotte (rendering, carte
storiche, testi, riproduzioni di iconografiche) strutturate in una presentazione interattiva. Questo tipo di applicazione è
da considerarsi come parte del museo virtuale che dovrà prendere sede nella Torre.
3. Web: Internet è lo strumento principale per diffondere, comunicare e valorizzare il nostro patrimonio. Si consideri
che le più recenti rilevazioni statistiche riportano che il tempo trascorso navigando in Internet ha superato quello di
permanenza davanti alla televisione. Le risorse presenti sulla rete infatti sono immediatamente accessibili da tutto il
mondo e non hanno costi di distribuzione. Internet in sostanza attualmente rappresenta un "museo virtuale"
visitabile potenzialmente da tutti gli utenti del mondo; La ricerca svolta sull’Arsenale potrebbe essere facilmente
pubblicata sul web direttamente, direttamente dal portale dell’Arsenale spa, del progetto Second Chance o
dell’Università.
4. Applicazioni per palmari e apparecchi mobili: si tratta della nuova frontiera nel settore dell'integrazione di arte e
tecnologie. Queste applicazioni sono in grado infatti di integrare in un unico dispositivo risorse conoscitive che
solitamente sono disponibili separatamente (informazioni derivate da siti Web, audioguide e brochure distribuite
all'interno dei musei, giochi educativi, chat, acquisti on line, ecc.);
Proprio in questo settore è stata sviluppata un’App che utilizza i dati cartografici su venezia e in particolare quelli
dell’Arsenale. Il progetto “cartografia storica su dispositivi mobili” prende origine dalla possibilità offerta dai moderni
dispositivi mobili (smatphone, iphone, tablet) di geolocalizzare, tramite il ricevitore GPS interno, la posizione del
dispositivo stesso e quindi fornire informazioni di vario genere relative alla posizione individuata. Numerose
applicazioni software utilizzano queste potenzialità, per offrire funzionalità di geolocalizzazione utilizzando basi
cartografiche che visualizzano il territorio rappresentandone gli aspetti topografici, geomorfologici, infrastrutturali,
ecc., in relazione, generalmente, alla situazione attuale. Obbiettivo generale del lavoro è quello di studiare un metodo
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Visualizzazione digitale della storia dell’Arsenale di Venezia
Caterina Balletti
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per determinare in tempo reale su una carta storica le posizioni corrispondenti a localizzazioni geografiche provenienti
da sistemi GPS.
L’applicazione potrà poi essere implementata con I contenuti dei rendering per ottenere un’applicazione di realtà
aumentata.
6>Contributo
contenuto nel
Giornale Iuav
dedicato alla
mostra
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Caterina Balletti
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Partecipazione a convegni, seminari e mostre
Il progetto è stato presentato a:
International Conference
Second Chance From Industrial Use to Creative Impulse
Venezia, 25 ottobre 2012
8th International Workshop
Digital Approaches to Cartographic Heritage
Roma, 19-20 september 2013
Exhibitions
Visualizing Venice new technologies for urban history
> 5-21 dicembre 2012
Cotonificio veneziano, Università Iuav di Venezia
spazio espositivo Gino Valle
> 1-22 marzo 2013
Istituto Italiano di Cultura
Zagabria
> 8-26 aprile 2013
Ufficio Regionale dell’UNESCO per la Scienza e la Cultura in Europa
Palazzo Zorzi
Venezia
> aprile 2013
Duke University
Durham (US)
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>13 giugno – 12 luglio 2013
Spazio Espositivo Santa Verdiana, Università degli Studi di Firenze
Piazza Ghiberti, 27
Firenze
>13 settembre- 12 ottobre 2013
Palazzo Ducale
Zara
Seminario didattico
La storia dell’Arsenale
Corso di Composizione architettonica, corso claMarch, prof. S. Rocchetto
Pubblicazioni
Giornale Iuav 123
Calabi D.(a cura di), Built city, designed city, virtual city. The museum of the city, Croma, Roma, 2013
In corso di pubblicazione
Balletti C., Fuerra F., Mazzanti M., Walking through historical maps of Venice, e_perimetron (The international
quarterly e-journal on sciences and technologies affined to history of cartography and maps)
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