Arte Navale n° 73 - Fratelli della Costa
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Arte Navale n° 73 - Fratelli della Costa
R E C E N S I O N I A cura di Giuliano Luzzatto Il 50° anniversario della Costa Smeralda, tra mare, rocce e mondanità E ra il 14 marzo del 1962, e tanto per cambiare tirava un vento gelido da nord-ovest che sollevava i lembi dei cappotti dei sei giovani uomini che, tenendosi i cappelli, entravano nel palazzo al civico 193 di Corso Umberto, Olbia, Sardegna. “Davanti a me dottor Mario Altea, notaio in Olbia…” Così aveva iniziato a leggere il notaio Altea, sul cui tavolo quel giorno c’erano le decine di atti di compravendita che in un anno avevano fatto cambiare proprietà a 1800 ettari prevalentemente sulla costa, e un documento da firmare che sanciva la nascita del Consorzio Costa Smeralda. Quel giorno formalmente andò a morire L’Unfarru , l’inferno dei pastori, e nacque il paradiso 154 dei turisti. Tra i 6 gentiluominifondatori attorno al tavolo del notaio Altea vi era il principe Karim Aga Khan, allora poco più che ventenne: lui e gli altri 5 “giovani illuminati” avevano deciso di scommettere sulle potenzialità turistiche di un lembo di costa sarda a quei tempi praticamente vergine e inospitale, senza strade, acqua o elettricità. Solo zanzare e macchia mediterranea punteggiata di rocce granitiche modellate dai venti. Mezzo secolo da quel giorno, Porto Cervo festeggia i sui primi 50 anni. Lo ha fatto con eventi speciali come il concerto di Elton John a giugno, e lo ha fatto attraverso alcune pubblicazioni che hanno ripercorso e raccontato, ognuna a modo suo, quella svolta che ha cambiato la storia e la società della Sardegna tutta. Tra i vari progetti editoriali, ne abbiamo scelti due, diversi, e complementari tra loro. Costa Smeralda. 1962-2012. Storia, cronaca, mito di Giovanni Gelsomino, 240 pagine per 12 capitoli, introduzione di Gian Carlo Busiri Vici, è forte di un’ottima impostazione storiografica, e innesta la vicenda della nascita della Costa Smeralda in un contesto regionale, sociale e economico. Foto d’epoca, documenti d’archivio - molti inediti - testimonian- ze a tutto tondo. Com’era la Sardegna prima della nascita della Costa Smeralda? Come si viveva, come si moriva, cosa si sperava? Com’era considerata dagli abitanti quella parte della costa gallurese improvvisamente oggetto dell’attenzione dei “signori di fuori”? Il nucleo dei montimolesi (ndr, gli abitanti della località detta “Monti di Mola”, che per primi cedettero le loro terre agli investitori stranieri) che la abitavano, la sentivano “ingrata, priva di valore, povera”. Un centinaio di pastori vi conduceva una vita grama, il mare era visto come una maledizione o, meglio, come il nulla. Abitare queste terre era il segno ultimo di povertà e isolamento, vissuti comunque con grande dignità. La corsa alle coste sarde comincia da qui, da questa aspra realtà. Da questi 55 chilometri di costa che persino la toponomastica voleva sinistra: “L’Infarru”, “Vaddi Mala”, “Monti Canaglia”, “Tre monti”, “Pulcariccia”… Un lembo di terra ai confini col nulla o, come disse un contadino del luogo, con la maledizione del mare. Poi, la scoperta. L’investimento, il consorzio, il comitato d’architettura, lo “stile Costa Smeralda”, le grandi regate veliche, l’età dell’oro. Emblematica l’immagine del giovane principe che si ferma a parlare con i pastori e gli operai dei “suoi” cantieri. Secondo il settimanale femminile francese Elle, nel 1963, impegnati a “svegliare la bella addormentata”. Di diverso tenore e di diverso fascino è il secondo libro, Costa Smeralda. 50 anni di Dolce Vita in Sardegna, edito da Rizzoli, in italiano e in versione inglese. Si tratta di un libro fotografico che regala le emozioni della scoperta della costa più ammirata ed esclusiva del Mediterraneo attraverso gli scatti d’epoca che hanno immortalato Ringo Starr e Grace Kelly, Brigitte Bardot e Bettina Grazia- ni, Catherine Deneuve, Peter Sellers, Dolores Guiness, la principessa Soraya, Paola di Liegi, Maria Pia di Savoia fino alle celebrities dei nostri anni, tutti immortalati sullo sfondo di qualche angolo di Costa Smeralda: mare cristallino o scorcio architettonico che sia. Barche famose, grandi alberghi o ville esclusive. Brevi testi di Cesare Cunaccia danno ritmo al portfolio fotografico di oltre 200 pagine, le cui prime immagini in bianco e nero hanno davvero il sapore del “tributo al mito della Costa Smeralda”. Curatrice d’eccezione al libro, presentato a metà agosto in una delle location più chic della Costa Smeralda (il Bar Pontile dell’hotel Cala di Volpe), la signora Laurel Beebe Barrack, moglie del finanziere Tom Barrack che ha recentemente passato le sorti della “Costa” al fondo sovrano del Qatar. Slim Aarons, Henry Clarke, Nello di Salvo, Marco Glaviano, Carlo Borlenghi, Paolo Costanzi, Paolo Curto, Riccardo Frezza e Salvo La Fata sono solo alcuni dei fotografi che negli anni hanno immortalato e quindi reso eterno quel mix speciale di meraviglie naturali, celebrità internazionali, sport e divertimento, stile, moda e poesia. Questa è la loro Costa Smeralda. Maria Luisa Farris R E Superstizioni, Tradizioni E Curiosita’ Marinare I l rapporto uomo-barca-mare è carico di fascino e di mistero. Un rapporto rimasto immutato nell’animo di chi vive il mare come professione o per passione profonda, mentre sta andando a perdersi presso il popolo dei diportisti. Talune tradizioni rimangono, ma in genere non se ne conosce la provenienza che invece l’autore indaga, forse con una prospettiva un po’ troppo legata al golfo di Napoli e unicamente agli aspetti animistici e religiosi. Caputo, napoletano, è un perito navale e attrezzatore di barche d’epoca con una sua attività pubblicistica. Il libro è probabilmente una raccolta dei suoi articoli più che un testo organico, ma offre davvero tanti spunti, curiosità e informazioni. Tra le tante, solo apparentemente non legata al mare, la frase attribuita a Gesù: “E’ più facile che un cammello passi nella cruna di un ago…” Simpatici, inoltre, i detti napoletani con traduzione e i racconti sui gatti. Giovanni Caputo La Gente di Mare Mursia - pp 181 -€ 12,50 C E N Folco Quilici Racconta S I O N I Barche Che Hanno Incontrato La Storia Volare Sulle Onde er chi ricorda, giovane adulto o ancora bambino, la televisione allora in bianconero che trasmetteva i documentari di Folco Quilici, questo libro rappresenta un tuffo nel passato. Il grande giornalista, fotografo, cineasta, divulgatore offre in queste pagine il racconto di una vita intensa, trascorsa a curiosare, talvolta indagare il mondo sottomarino e, in particolare, tutto quello che l’uomo, per scelta o per disgrazia, ha lasciato cadere sui suoi fondali nella sua millenaria storia. Quasi come un nonno che racconta ai nipoti, per trasmettere loro l’infinita passione per il mare e la necessità della sua salvaguardia, Quilici ci prende per mano e inizia a raccontare di come nacque questa passione, per poi portarci sui galeoni spagnoli carichi d’oro fino alle tristi storie di carrette del mare piene di veleni tossici. Al centro del volume, in carta patinata, splendide immagini scattate dall’autore. S e navigando in alto Adriatico, magari alla Barcolana, doveste incontrare un Koala 39, linee tipiche degli anni ’70, dal nome di Felipe, sappiate che quella barca è stata protagonista di un grande trasporto d’armi destinate alle Brigate Rosse. Era il ’79 e la barca portava il nome di Papago, da qui il titolo del libro. Il racconto è avvincente, frutto della testimonianza raccolta dalla voce di un protagonista di quei fatti degli anni di piombo. Per qualche ragione, però, l’autore ha aggiunto altri tre racconti meno coerenti con il primo: la storia romanzata della Rainbow Warrior di Greenpeace, le vicende vere dei barcaioli fiorentini durante l’alluvione del ’69 (storie di uomini, non di barche) e soprattutto una stucchevole sviolinata alla memoria di Giulio Bollati, il grande intellettuale che, bontà sua, nel fatidico giorno dell’8 settembre ’43 si trovava su un Dinghy abbonacciato nel lago di Como… la deriva di Cockshott non passerà alla storia per quello. S Folco Quilici Relitti e Tesori Mondadori - pp 243 - € 20,00 Andrea Cappai Papago Nutrimenti - pp 94 - € 14,00 Lucilla Aglioti Kitesurf Nutrimenti - Pag 125 - € 16,00 P i tratta di un manuale di kitesurf, il nuovo sport olimpico che da Rio 2016 dovrebbe, salvo cambiamenti dell’ultimo, sostituire il windsurf, suo malgrado. Apparentemente lontanissimo dalla tradizione dello yachting, il mondo dei kiter è in realtà una community molto legata ai valori del mare, del vento e della natura, esattamente come i velisti. L’autrice pratica infatti la vela sia in regata che in crociera e ama il mare in tutti i suoi aspetti: dal salvamento in mare al canottaggio, sport che l’ha vista atleta olimpica a Londra 2012 nel 4 con. Senza nascondere le sue ambizioni per una partecipazione a Rio nella specialità kitesurf, con questo volumetto vuole far conoscere a 360° il mondo del kite. Sono molto ben spiegate le manovre e le attrezzature, una significativa importanza è data alla sicurezza (l’autrice stessa fu vittima di un grave incidente), affascinante la sezione sugli spot più belli del mondo e davvero interessante la storia dell’aquilone da trazione scritta in apertura del libro. 155