linee guida per gli educatori

Transcript

linee guida per gli educatori
LINEE GUIDA PER GLI EDUCATORI E I RESPONSABILI
PUNTATA 2
Per i bambini
Il primo giorno di Grest è importante aiutare i bambini e farli entrare nella storia di Bastiano facendo
attenzione a non disgiungere la loro vita reale da quella fantastica di Fantasia.
Fondere e non scindere, unire e non disgiungere, la fantasia va calata nella realtà (per evitare possibili
traumi o dicotomie-separazioni che i bambini e i ragazzi possono fare). Gesù chiama a sé i bambini come gli
animatori invitano i bambini attorno a loro per entrare nell’avventura di Bastiano. L’animatore è colui che
indica Gesù ai bambini; è importante richiamare la figura del genitore (anche se vi fosse situazioni
irregolari:due padri o due madri) come colui che è presente e cammina con il bambino nell’avventura della
vita. Buona cosa è portare i bambini in chiesa e far loro vedere il libro della Parola di Dio che viene
proclamata ogni domenica. In questo Libro c’è la storia della loro vita che conosceranno negli anni presenti
e futuri.
Per i ragazzi
Dal punto di vista psicologico è il periodo dell’inizio delle loro avventure, delle loro prime scoperte,del
mettersi in gioco e dello sfidarsi sia a livello personale sia in gruppo.È il periodo, inoltre, del vivere la scuola
come un dovere mentre i piaceri e le gioie sono altrove. In questa prima giornata è importante portarli a
riflettere su questo punto: in tutto quello che i ragazzi vivono c’è una verità da scoprire e accogliere (una
verità di loro stessi, del gruppetto, della famiglia). In quella parola di Gesù “lasciate che …” il Signore dice di
non forzare la mano con i ragazzi (si ottiene il contrario, sempre!) ma di farsi loro compagni nel cammino.
Ecco l’avventura della scoperta del libro: loro stessi. Anche per i ragazzi è importante indicare la Parola di
Dio come il libro-puzzle che ogni giorno consegna a ciascuno di loro un pezzetto di se stessi.
PUNTATA 3
Per i bambini
Porre l’attenzione sulla responsabilità nelle piccole cose e faccende che i genitori gli affidano. Si sentono
chiamati, da propri genitori, a contribuire al bene della famiglia. Si sentono hiamati dalla comunità cristiana
a scoprire che cosa Dio ha in mente per ciascuno di noi, quale sarà quel semino che Dio ha gettato nel loro
cuore, sino a spuntare nella vocazione maturata negli anni. Come animatore si abbia l’attenzione con i
bambini nel ricordare loro che ogni impegno (piccolo o grande che sia) che viene loro affidati è un
rispondere alla chiamata che Dio rivolge a loro attraverso le persone che pone accanto.
Per i ragazzi
Nel periodo delle medie i ragazzi, specie le ragazze, iniziano a fantasticare sul loro futuro.
I social network gli proiettano troppo rapidamente nel domani e nel mondo dei sogni, facendoli perdere il
contatto con il reale quotidiano. Pelleverde risponde ad una chiamata precisa e concreta che gli viene
avanzata dall’Infanta Imperatrice. Anche Gesù chiama i discepoli a seguirlo ora, adesso, senza anticipargli
nulla della loro vita e tanto meno mettergli in mano il libretto del loro futuro! È un punto importante,
questo, perché educa i ragazzi a vivere l’oggi vivendo e facendo bene ciò che viene richiesto (la chiamata
quotidiana). Da ogni chiamata quotidiana si inizia a capire la chiamata con la “C” maiuscola.
PUNTATA 4
Per i bambini
I bambini, solitamente, hanno paura del buio e, nel contempo però, ne sono affascinati perché è una cosa
nuova e vivono delle sensazioni non frequenti. Gesù è l’unico che può portare la luce nel nostro buio, nelle
nostre paure. Che cosa fa una mamma quando vede il suo figlio piccolo che ha paura? Gli dona la sua mano.
Si sente al sicuro. La luce è fonte di sicurezza perché permette di vedere. Gesù è fonte di salvezza perché
ama di un amore in finito,eterno,misericordioso. La figura del saggio,per i bambini,spesso è indicata nei
nonni.
Per i ragazzi
Anche con i ragazzi delle medie è importante parlare delle figure di riferimento nella loro vita e che donano
loro una bella testimonianza. Parlare della saggezza come l’arte di saper essere sapienti, ovvero, di saper
vedere le cose, situazioni, persone da diversi punti di vista, senza
fermarsi mai alla prima impressione (che non sempre è quella vera). La saggezza è sinonimo di esperienza.
Qui si può agganciare alla storia dei propri genitori e propri nonni, invitandoli a raccontare esempi concreti
di momenti difficili (bui) e di come ne sono usciti fuori, traendone
ricchezza interiore (luce).
PUNTATA 5
Per i bambini
I desideri sono il pane quotidiano dei bambini. Ma il più delle volte desiderano cose che non servono
realmente, ma soddisfa solo le loro “voglie”. Buona cosa, in questa giornata, è aiutare i bambini a ricercare
la vera sorgente del desiderio e comprendere, come dice l’etimologia di desiderare, ciò che non abbiamo
rispetto a quello che ho. Aiutarli a capire la differenza dall’assenza delle cose (“non ho quell’oggetto uguale
al mio amico di scuola”) dall’assenza dei valori (“non ho perdonato il mio amico perché mi ha offeso e per
questo ho un muso come un cane cattivo”).
Per i ragazzi
In questa fase di vita i preadolescenti avvertono molto il paragone tra gli amici nel modo di vestirsi, di
parlare, di avere l’iPhone, l’iPod. Si scatena una sensibilità molto accentuata sui vari desideri che si
desiderano (e verso i quali i genitori che ben educano pongono limiti ben marcati). Il concetto di ricerca può
essere affrontato parlando del valore dell’amicizia, dell’uso del cellulare, di Facebook e portarli a capire se,
in queste cose che vivono e ricercano, si sentono realmente appagati o meno.Accompagnarli nella ricerca di
ciò che loro desiderano, mostrando loro la radice interiore da dove nasce il desiderio, al fine di scegliere se
una cosa vale la pena desiderarla (perché importante) o se conviene lasciar perdere perché è una delle
tante voglie che non portano a nulla.
PUNTATA 6
Per i bambini
I bambini sono il simbolo del chiasso e del rumore allo stato puro! Ma è un chiasso dove esprimono tutto di
loro stessi e tante cose che comunicano nel “far chiasso” non riusciamo a captarle, ad intercettarle e a
comprenderle. Gesù cammina con i due discepoli sconsolati e alla fine lo riconoscono. Aiutare i bambini a
capire che le buone azioni e i gesti di servizio che compiono sono il luogo dove Gesù diventa viva e
dona vita. I bambini sono portatori sani di Gesù. Con i bambini fare memoria (per chi lo ha celebrato) del
sacramento della Prima Comunione: da tanti chicchi di grano nasce la farina. Dall’insieme di tanti bambini
nasce il Regno di Dio per il bene di tutta la comunità.
Per i ragazzi
Il periodo delle medie è il tempo decisivo per la scelta o meno della partecipazione alla S. Messa. Nel
periodo delle superiore ci può essere un recupero e una riscoperta, ovviamente.
Ma è nel periodo preadolescenziale che si gioca la partita dell’affezione o meno alla S. Messa, all’Eucaristia.
Buona cosa, durante le singole giornate del Grest, prima di terminare la giornata portare i ragazzi davanti al
Santissimo Sacramento nel tabernacolo ed educarli ad un breve momento di adorazione (ripetere nel
proprio cuore una preghiera, una frase breve di amore verso Gesù, ecc). piccole cose che educano e nel
tempo se ne vedono i frutti.
PUNTATA 7
Per i bambini
Quando i bambini sono malati attirano molta compassione e generano in noi pietà, sofferenza (soprattutto
quando sono affetti da malattie rare e gravi). Parlare ai bambini della malattia è un valore aggiunto, ovvero:
non può mancare dalla dimensione educativa integrale della persona. Un bambino che nella sua fase
infantile non vive mai l’incontro – seppur mediato, preparato da genitori, insegnanti, animatori – con la
malattia e il dolore, sarà un bambino povero, debole, fragile negli anni avvenire della sua vita.
Per i ragazzi
Stesso invito agli animatori nei confronti dei ragazzi, preadolescenti. Con un passaggio ulteriore: far capire
ai ragazzi che la loro età può essere motivo di “guarigione”: nell’aiutare un ragazzo giunto da poco in città
ad integrarsi nel gruppo, nel non escludere nessuno dalla propria amicizia, aiutare un compagno a scuola
che fatica nello studio, ecc. Piccoli gesti, ma che insegnano ai ragazzi a sentirsi parte vive nella famiglia,
nella comunità, per la società.
PUNTATA 8
Per i bambini
Dire le bugie, fare i dispetti, non ubbidire ai genitori: sono alcuni modi per aiutare i bambini a far capire
cosa significa tradire. I concetti difficili, come il tradimento, hanno bisogno di essere declinati e tradotti in
immagini e gesti vissuti dai bambini nella loro giornata e settimana. In che modo un bambino comprende
l’importanza della speranza?
Quando vive l’esatto contrario dei tre esempi poc’anzi riportati. La speranza, allora, non è un concetto o un
qualcosa che sta sulle nuvole, ma si fa concreto e reale, perché passa nella loro piccola vita, ma
significativa.
Per i ragazzi
L’amicizia è il luogo simbolo dove i ragazzi sperimentano il tradimento e la fiducia. Sono capaci di piangerci
per diversi giorni, pur di manifestare all’estremo il risultato di un tradimento subito. È importante, però
d’altro canto, aiutarli a capire che cosa si prova quando il tradimento è causato proprio da loro. Non deve
essere una forma di accusa o un processo alla sbarra, ma un servizio importante di aiutare i ragazzi a capire
dove sta la molla che li ha spinti ad attivare il tradimento, a tradire la fiducia, svelando un segreto
confessato tra amici divenuto di dominio pubblico. Partire da esempi concreti per arrivare all’obbiettivo:
anche nel gesto sbagliato del tradimento, Gesù è sempre pronto a buttarci le braccia al collo per
perdonarci. Come Gesù ha fatto con noi, anche noi non tardiamo a perdonare e a far rinascere la speranza
con l’acqua della pace.
PUNTATA 9
Per i bambini
È opportuno con i bambini richiamare il primo sacramento della fede cristiana: il Battesimo.
Si può chiedere ai bambini di portare, il giorno seguente, una foto del loro battesimo e attaccarle in un
cartellone.Educare i bambini,mediante le immagini (in una società figlia dell’immagine) a ringraziare i propri
genitori che hanno chiesto alla comunità cristiana che il proprio figlio ricevesse il sigillo della fede cristiana,
che sarà confermata negli successivi con la Cresima.
Per i ragazzi
Con i preadolescenti sarà bene ricordare il motivo per cui abbiamo ricevuto il Battesimo: per una missione
da compiere. Come Gesù ha ricevuto il battesimo da Giovanni per vivere la sua missione di Figlio di Dio,in
completa umiltà e obbedienza al Padre, così ogni ragazzo – soprattutto in questa stagione della vita,
l’adolescenza – va aiutato a scoprire e vivere la sua missione di cristiano in ogni ambiente dove vive. Come
il Battesimo immerge la persona nella Grazia di Dio, così ogni ragazzo si immerge nella vita quotidiano non
come un anonimo, ma come figlio e figlia di Dio.
PUNTATA 10
Per i bambini
Il valore del coraggio va ben spiegato ai bambini, perché viene confuso con la forza e, in una connotazione
negativa, con la prepotenza e la spavalderia. Non di rado (ed è la realtà) genitori, allenatori e altre figure di
riferimento per i bambini, ricordano loro di “non farsi mettere la testa sotto i piedi”,“di farsi sempre
rispettare e, se serve, dando anche un pugno”. Non così dovrà essere e fare l’animatore, mai. Il coraggio, a
dimensione di bambino, è il non avere paura di fare un gioco anche se non si sente sicuro, di fare un
lavoretto a mano anche se non verrà al top! Educare i bambini a vivere il coraggio non mostrando i muscoli
del braccio o con gancio destro e sinistro dei pugni, ma con la forza di mettersi in gioco, di buttarsi, di
provare a fare una scelta soprattutto quando richiede sacrificio e impegno.
Per i ragazzi
Il coraggio è l’elemento coagulante nella dimensione del gruppo. Per il preadolescente un po’ pauroso,
timido e riservato, il gruppo è la sua valvola si salvezza per imparare ad essere sbruffone, volgare,
maleducato, tutte caratteristiche non sue, ma trasmesse dal
gruppo. Educare al coraggio un gruppo di preadolescenti significa far capir loro che la loro forza non è la
lingua (parole grosse, volgari, ecc.) e nemmeno le mani (gesti violenti verso persone, cose pubbliche, ecc.),
ma se ognuno di loro tira fuori il meglio di sé (non il peggio). Anche i difetti e gli sbagli sono un occasione
per capire (e far capire come animatori) che non sono la strada che porta alla maturità e alla responsabilità.
Quando il bene di ognuno viene condiviso, nasce il vero coraggio. Quando la paura di ognuno viene
condivisa, nasce la codardia.
PUNTATA 11
Per i bambini
I bambini dell’era 2.0 sono figli di play station e consolle di ultima generazione. Per loro il concetto di
salvezza cristiana non sanno che cosa sia perché non si è ancora strutturata la griglia per interpretare e
capire questo concetto, come tanti altri connessi ad esso. La salvezza, per i bambini, è il non venire uccisi
durante la gara in video gioco con un amico; riuscire a sconfiggere il mostro e il cattivo di turno che si
presenta loro nella play. Educare i bambini alla salvezza in Gesù significa aprirli e introdurli nel quadro della
presenza, della vicinanza, dell’essere insieme. La famiglia (anche quella separata, ma dove i genitori
continuano a essere presenti per i loro figli) è un quadro che può essere valorizzato per spiegare la salvezza;
la parrocchia e la comunità cristiana sono un passaggio successivo verso le quali portare i bambini.
Per i ragazzi
Con i ragazzi può essere utilizzato il personaggio di Linus che si tiene stretta la sua coperta.
È il richiamo alla sicurezza che Linus trova in quella coperta, al bisogno di stringersi a qualcosa perché non
c’è qualcuno – in persona – con il quale farlo. La fede è il mantello – la coperta sulla quale riflettere con i
ragazzi, offrendo loro la possibilità di esplorare le loro attuali “coperte – salvezze” alle quali si stringono e
cercare di scoprire chi/che cosa
manca realmente. Presentare la preghiera di gruppo, vissuta con la comunità parrocchiale (la preghiera
delle Lodi,dei Vespri,ecc.) è una possibile pista concreta per chiedere insieme a Dio il dono della salvezza
non solo per se stessi, ma per tutte le persone.
PUNTATA 12
Per i bambini
Zaccheo desiderava vedere Gesù e anche Gesù ha desiderato incontrare Zaccheo. Per i bambini il desiderio
è come l’aria che respirano: essenziale. Desiderano tanto, molto, sempre e non sempre, ovviamente, è
bene dare e concedere ciò che desiderano. Un punto sul quale lavorare può essere quello di educare al
desiderio come un cammino progressivo a tappe ed una meta. I bambini impareranno, pertanto, a guardare
al desiderio non come una pretesa passiva o un loro diritto, ma come il frutto di un cammino che li vede
coinvolti attivamente. Il gioco di squadra, per esempio, può rappresentare una valida forma per
concretizzare il concetto della progressione, tappa dopo tappa, imparando anche a superare delle prove,
degli ostacoli. Il concetto di sacrificio e di sudore è collegato al desiderio.
Per i ragazzi
Con i ragazzi preadolescenti la figura di Zaccheo può essere uno spunto utile per aiutarli a comprendere, e
vivere, il valore della condivisione e della fraternità. Zaccheo dice:“Ecco, Signore, io do la metà di ciò che
possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco
quattro volte tanto”. Non deve essere un incentivo a rubare, ovviamente, ma lo sprono a guardare
l’adolescenza come una stagione della vita dove si può fare tanto del bene e si può donare tanto tempo
perché il bene fiorisca. Il periodo delle medie è ricco di tanto tempo a disposizione del ragazzo dopo aver
assolto i doveri della scuola e i servizi in casa. Far capire ai ragazzi che non possono vivere di solo sport,
hobby, passioni che vanno a riempire il tempo vuoto dopo la scuola, ma che c’è tanto da fare a servizio dei
deboli, dei disabili, di coloro che non avuto fortuna nella vita. È un invito ai preadolescenti per farli
scendere dal loro “sicomoro del gruppetto chiuso con le cuffiette alle orecchie e le vasche nella via del
paese” e andare ad incontrare chi nessuno incontra. Dal sicomoro del gruppetto alle tante case, come
quelle di Zaccheo, che attendono di essere visitate dai preadolescenti, piccoli profeti di Gesù.
PUNTATA 13
Per i bambini
I bambini e i ragazzi del terzo millennio non conoscono cosa sia la malattia della lebbra. Per loro è una
malattia sconosciuta.Per aiutarli a comprendere l’importanza della formazione dell’identità nel corso del
tempo si può ricorrere alle espressioni che si sentono
spesso ripetere da genitori, maestri e altre figure educative. Pensiamo all’espressione “questo non si
dice…”,“questa cosa non si fa…”. E il bambino si chiede: perché non si dice, non si deve fare? Perché questi
atteggiamenti “scarabocchiano” il disegno della loro vita che si sta formando. L’immagine della lebbra
legata a parole brutte, offensive, gesti sbagliati, scorretti e quindi da togliere, evitare, correggere,
purificare.
Per i ragazzi
La diversità può essere il punto di aggancio per far comprendere ai ragazzi il suo valore e la sua ricchezza. Si
pensi all’arrivo di tante nazionalità nel proprio paese e nella propria comunità parrocchiale. Non è sempre
facile per un ragazzo, che arriva da un paese diverso dall’Italia, integrarsi con facilità. Far capire ai ragazzi i
valori positivi della globalizzazione (non solo i negativi) e che l’identità di ciascuno si forma nell’incontro,
nella conoscenza e nello scambio reciproco.
PUNTATA 14
Per i bambini
I gesti sono l’alfabeto dei bambini. Imparano facendo. La seconda parte del vangelo è una sintesi di gesti
belli e profondi che la donna compie verso Gesù in forma silenziosa, senza dire nulla. Se a un bambino
chiedete quanto voglia bene al suo papà e alla sua mamma, lui compie il gesto di allargare le
braccia,dicendo:“Molto,tanto così”.Il genitore ha un ruolo decisivo nell’introdurre i propri figli all’incontro
con l’altro, con i bambini della sua classe, del suo gruppo di catechismo. Il bambino si apre agli altri nella
misura in cui vede,e tocca con mano, il valore dell’accoglienza vissuto in casa e testimoniato dai suoi
genitori. Una famiglia accogliente,aperta,che incontra diverse tipologie di persone è un terreno molto
favorevole perché i propri figli siano espansivi, liberi, facili all’incontro.
Per i ragazzi
Nella fase dell’adolescenza i ragazzi vivono con forte intensità il linguaggio non verbale: il modo di vestirsi,
di truccarsi, di camminare, il taglio dei capelli, ecc. La donna peccatrice compie verso Gesù diversi gesti
importanti ma silenziosi, senza dire nulla. È un legame espressivo, con la donna, per aiutare i ragazzi a
capire il valore e l’incisività del loro comportamento, a volte dato per scontato. Ma non lo è. Ritornare a
dare peso e spessore ai gesti che si compiono, alle scelte di comportamento. Le gesta dei ragazzi sono le
loro parole mute, non dette ma esternate.
PUNTATA 15
Per i bambini
Il racconto, la narrazione è un punto di forza per approcciarsi ai bambini. Il loro modo di raccontare passa
mediante il disegno, i colori. Si può chiedere ai bambini di portare (anche il giorno successivo) una foto dei
loro bisnonni e/o nonni. Il passato è il legame con il presente, la cerniera per guardare al futuro. In questa
storia che li ha preceduti inserire la figura di Gesù, ponendo l’accento con i bambini su questo concetto:
Gesù è stato il compagno di viaggio nella vita dei bisnonni, dei nonni, di tutte le persone che sono vissute
prima di loro. E continua oggi a essere il loro compagno di cammino, nella storia presente e in quella futura.
Sempre.
Per i ragazzi
Nel periodo dell’adolescenza possono iniziare a manifestarsi le prime ferite vissute nel tempo dell’infanzia
(la separazione dei genitori, la morte di una persona cara, ecc.). Ritornare a questi ricordi significa non
dimenticare e imparare a ricordare in modo diverso, nuovo, più fruttuoso. I ragazzi (come gli adulti)
tendono a rimuovere ricordi negativi e dolorosi. Rimuovere non serve a crescere, né a maturare un’identità
nuova. Ricordare la propria storia significa riportare al centro, al cuore della propria vita, l’insegnamento
per il mio presente. Bastiano rischia di non poter più tornare nel mondo degli umani perché
perde i suoi ricordi.
PUNTATA 16
Per i bambini
Certamente non è facile parlare e spiegare ai bambini il diavolo, Satana! L’immaginario comune lo
rappresenta come una persona con le corna, la coda, il forcone in mano e il volto rosso come fuoco. Al di là
di queste rappresentazioni grafiche è importante far capire ai bambini che nel mondo esiste il bene e anche
il male; le persone che lavorano per la pace e altre per la guerra. Un esempio concreto, e a loro vicino, può
essere il seguente: quando sono a letto con la febbre i bambini si sentono deboli, stanchi, senza forze. La
mamma dà la medicina, prepara loro dei cibi particolari. E grazie all’amore della mamma che si manifesta
in diversi modi, essi ritrovano pian piano le forze. La preghiera, la partecipazione alla S. Messa, un gesto di
attenzione verso un amico in difficoltà e tanti altri esempi possono essere il cibo necessario per vincere la
debolezza, per sconfiggere il male.
Per i ragazzi
Il tempo della preadolescenza e dell’adolescenza è caratterizzato dal rifiuto delle regole, dal voler assumere
una propria indipendenza (manifestata in tanti modi) rispetto alle figure forti come i genitori, gli insegnanti,
ecc. I ragazzi nel loro crescere si sentono tentati dal potere di essere dei piccoli dei, onnipotenti, dominatori
(pensiamo alle baby gang che la cronaca spesso racconta). Pensano di avere il mondo in tasca. La non
conoscenza piena di ciò che affrontano gli porta ad essere sprovveduti, superficiali, a sbattere la testa, a
sbagliare. Raccontare alcuni episodi che gli ha visti protagonisti nell’errore, può essere educativo per tutti,
imparando dallo sbaglio e dotandosi di buoni strumenti per affrontare le prove nella vita (chiedere consiglio
a un adulto, all’animatore, all’educatore).
PUNTATA 17
Per i bambini
Gli amici sono un dono, un regalo che la vita ci fa. Con gli amici i bambini passano la maggior parte del loro
tempo durante l’infanzia. Nascono delle amicizie così belle e sincere che crescono e perdurano negli anni
della vita. Aiutare i bambini a vivere l’amicizia come un dono: che si riceve e che si offre. Come l’acqua tra
due vasi comunicanti: uno è un bene per l’altro. Richiamare l’immagine di Gesù che chiama i bambini a sé
perché è lui l’esempio dell’amicizia e di cosa significa vivere, coltivare, crescere nell’amicizia. Fare l’esempio
delle feste di compleanno e con quali criteri sono “scelti” gli amici da invitare.
Aiutare i bambini a non fare distinzioni, di non essere paralitici e bloccati sui soliti amici, ma aprirsi
soprattutto a coloro che nessuno invita alle feste o in altre occasioni di ritrovo.
Per i ragazzi
Bastiano non capisce la vera intenzione che Atreiu e Fùcur hanno nei suoi confronti. I veri amici sanno
essere anche duri a parole per scuotere un loro amico sordo, che non vuole sentire, che vuol fare di testa
propria, testardo. Aiutare i ragazzi a vivere l’amicizia come un tempo di crescita che coinvolge tutti. È un
tempo prezioso dove imparare la responsabilità, la verità delle parole che si dicono e il loro spessore, il
significato profondo dei gesti senza mai banalizzarli. Far capire ai ragazzi che sono importanti anche i tempi
di contrasto e di frizione tra amici; nella riflessione personale si capisce quanto l’orgoglio può rovinare un
amicizia e quanto l’umiltà può rafforzarla più di prima.
PUNTATA 18
Per i bambini
Se un bambino sbaglia ripetutamente, pensiamo che ha dei problemi. Attenzione: non cadiamo nell’errore
di conclusioni affrettate. Ogni bambino ha bisogno di trovare la sua forma di vita, potremmo dire il suo
codice linguistico e gestuale per potersi esprimere e farsi capire. Non serve a nulla dire ad un bambino di
aver sbagliato e metterlo in punizioNe. Lo sbaglio è pedagogico, è motivo di riflessione comune e condivisa
tra il bambino e il genitore, tra il bambino e l’animatore. Dentro uno sbaglio c’è sempre la soluzione del
cambiamento e del miglioramento. Bisogna essere abili e attenti nel saper educare (educere, tirar fuori) da
ciascun bambino la sua soluzione. La conversione, per il bambino, è il cambiamento in meglio, è il ricordarsi
dell’errore come occasione e non come macigno di senso di colpa. La colpa uccide, l’errore apre alla novità.
Per i ragazzi
La maturazione di un preadolescente prevede anche cadute, sbagli, errori. L’animatore saggio è colui che
non solo preserva e previene il ragazzo dallo sbagliare, ma che sa attendere con pazienza e senza forzare i
tempi del ragazzo. In questa ottica la conversione necessaria è più dell’animatore che del ragazzo, per
solitamente l’animatore si pone nell’ottica del “tutto so e conosco”, quando invece non è così. Sono i
ragazzi, e i loro errori, a muovere nell’animatore saggio un processo di conversione educativa e
riformulazione dei criteri formativi. Il vangelo del padre misericordioso parla chiaro: il padre si converte al
figlio che ritorna e lo ricopre di abbracci. Nel contempo il padre avverte su di se tutta la sofferenza del figlio
maggiore chiuso in se stesso. Ad ogni animatore il compito di tirare la conclusione sul proprio servizio
educativo.
PUNTATA 19
Per i bambini
I bambini sentono molto il giudizio dei genitori, dei loro amici, degli altri. Lo sentono come un qualcosa di
sbagliato perché, alla loro età, si sentono nel giusto senza errori (anche da adulti capita così!). Sentendo
molto forte l’essere giudicati, sono portati a controbattere a volte in modo forte e duro. Invece il giudizio va
presentato in forma positiva, è l’aiuto che viene dato ai bambini paragonato all’insegnamento nel fare i
primi passi dopo i primi mesi di vita. Il cambiamento avviene sia con l’errore sia con l’ascolto. Aiutare i
bambini all’arte dell’ascolto verso gli adulti. Gesù non condanna, ma richiama alla verità; non giudica, ma
offre la mano del perdono; non proclama la sentenza finale, ma annuncia la speranza per ogni uomo e
donna sulla terra. È importante offrire ai bambini il volto misericordioso di Dio come vera possibilità di
cambiamento, in un mondo abituato a giudicare, condannare, colpire per il gusto di ferire. Anche i bambini
vedono il telegiornale, ascoltano le notizie, rimangono colpiti dalle immagini di violenza. Bisogna offrire
delle giuste lenti per interpretare ciò che vedono, invitandoli sempre ad essere operatori di pace e
perdono.
Per i ragazzi
È tipico del periodo adolescenziale il mutamento multiforme: cambio della voce, crescita del corpo, scelta
esigente dei gusti, ecc. Il cambiamento, per gli adolescenti, viene vissuto come una sorta di “cambio della
pelle”: sfilarsi l’abito del bambino piccolo, sempre accanto ai genitori, a passare il tempo con i suoi giochi.
L’adolescente è il primo recettore ad accogliere i veloci cambiamenti che la società propone: li fai suoi,
Senza capirne in profondità il significato e la valenza. È importante educare i ragazzi a capire che a un
cambiamento esteriore deve poter corrispondere un cambiamento interiore. L’animatore, in modo
particolare il catechista e l’educatore degli adolescenti, per favorire questa trasformazione interiore non
potranno più accontentarsi dell’incontro settimanale, ma bisogna mettere in un’ottica di pastorale
ordinaria, continuata, h24.
PUNTATA 20
Per i bambini
Il Centro estivo sta volgendo a termine, è il penultimo giorno. Il tema della memoria può essere valorizzato
aiutando i bambini a ripensare, nel suo insieme, all’esperienza di Estate Ragazzi. Nelle attività educative,
come nella pastorale in genere, vi è un dirupo del quale non sempre si è consapevoli di cadere: quello del
fare senza verificare. Fermarsi a riflettere sul gioco vissuto con i bambini, sull’attività svolta è la parte più
importante dell’intera esperienza. Senza verifica si rischia di perdere tante energie spese e tanto
investimento di persone e di soldi. La verifica aiuta a capire il metodo, la memoria insegna a trattenere i
ricordi più importanti, le parole più incisive, le esperienze più toccanti. Educare i bambini a fare memoria
significa donare loro la visione d’insieme della loro vita, allenandoli a camminare in avanti ma con lo
sguardo grato e sincero verso il passato.
Per i ragazzi
Questo penultimo giorni di Grest che i ragazzi vivono può essere l’occasione per fare memoria
dell’esperienza vissuta insieme mediante un’attività di sintesi: chiedere ai ragazzi di ripensare alla storia di
Bastiano nella Storia Infinita e, giorno dopo giorno, sintetizzare in una frase – slogan quello che hanno
capito come valido per la loro vita. Tutte queste frasi i ragazzi le scrivono su alcuni cartelloni, altre su
lenzuola bianche utilizzando spray colorati, altre ancora su pietre e mattoni utilizzando la vernice, ecc. Fare
memoria sarà l’attività che prepara l’attività di domani, ultimo giorni di Estate Ragazzi.
PUNTATA 21
Commento per i FantAnimatori
Per i bambini
In questo ultimo giorno di Grest, ricco di emozioni, sentimenti, stanchezza assieme a
tanta soddisfazione e gratitudine, invitiamo gli animatori a pensare un gesto concreto da
proporre ai bambini da vivere nei prossimi giorni estivi, sino alla ripresa delle attività in
parrocchia. Un gesto che i bambini possono fare quotidianamente dopo che il Grest è
finito; può essere un gesto, un canto, una poesia da loro inventata, un ritornello, un qualcosa
che quotidianamente gli riporti ai giorni del Grest, come invito a mettere in pratica
l’esperienza vissuta. È questa la consegna che Gesù fa a Maria, sua madre e a Giovanni, il
discepolo. Pensate a quale «consegna» (in che modo e forma) il Grest lascia ai bambini
a voi affidati.
Per i ragazzi
Rapportato ai ragazzi e agli adolescenti è valevole la proposta pensata per i bambini.
Un salto in avanti, per i ragazzi, può essere la proposta di rivedersi dopo il Grest per
rivivere insieme le esperienze e le emozioni vissute (guardando le foto, mettendo a
posto il materiale negli scatoloni, tutto serve per rinnovare la memoria e guardare in
avanti).Anche per i ragazzi è bene che vi sia una «consegna» del Grest vissuto insieme.
L’ambiente sociale dove vivete, le esigenze della parrocchia, della città, le tante necessità
che emergono possono essere uno stimolo per pensare la «consegna» giusta per i vostri
ragazzi del Grest. Perché non rimanga solo una bella esperienza. Il Grest continua a
vivere e a operare.