Un sorriso e un aggettivo: esplosiva. E` questa la

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Un sorriso e un aggettivo: esplosiva. E` questa la
Intervista a una delle muse di Almodovar ed amatissima attrice nella sua natia Spagna. L'incontro col regista, le lotte per i diritti della professione, l'amore per la Carrà. Il lato B della grande
Loles Lèon. di Cristina Muntoni
Un sorriso e un aggettivo: esplosiva. E’
questa la reazione degli spagnoli quando citi Loles Léon. L’attrice catalana, classe 1952,
diretta da Pedro Almodòvar ("Légami!", 1989, "Donne sull’orlo di una crisi di nervi", 1987),
Marco Risi ("Tre mogli", 2001), Fernando Trueba ("La niña dei tuoi sogni", 1998) e Vincente
Aranda ("L’amante bilingue", 1992), ha calcato le scene di cinema e teatro ricevendo nel 2004
il premio come migliore attrice al Festival del Cinema di Girona.
Ma è con i telefilm e i numerosi programmi televisivi – tra cui "Hola Raffaella!" con Raffaella
Carrà e circa 66 produzioni tra film e programmi – che è entrata nelle case degli spagnoli
facendosi conoscere per il suo carattere vulcanico e irriverente. Ma all’intervista arriva
sobriamente elegante, con un completo nero disegnato dalle sue amiche Monica e Penelope
Cruz, e con risposte misurate.
L’abbiamo vista in molti film, adesso
sta recitando a teatro con "Por los pelos", agli inizi della sua carriera ha fatto cabaret e
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lavora spesso anche in televisione. Qual è la dimensione in cui si sente più a suo agio?
Mi sento bene con tutti questi mezzi. Ognuna di queste dimensioni richiede tecniche di lavoro
completamente diverse, però mi piacciono tutte e la mia passione e dedizione è sempre uguale
in tutte. Posso dire che mi sento assolutamente a mio agio in ognuno di questi mezzi senza
distinzione.
Qual è il ruolo che ha preferito interpretare in tutta la sua carriera?
Mi sono piaciuti tutti. Ho dedicato ad ogni ruolo tutta la mia energia!
Com’è stato lavorare con Raffella
Carrà nella trasmissione Hola Raffaella?
Raffaella è una maestra. Lei mi ha insegnato tutto quello che so della tv. Io la adoro è una delle
donne migliori che ho incontrato nella mia vita. Potrei raccontare mille aneddoti, ma la prima
cosa che mi viene in mente è che è una bravissima cuoca. Da lei mangio la migliore pasta al
mondo!
Ha cominciato la sua collaborazione con Pedro Almodòvar quando la scelse per "Donne
sull’orlo di una crisi di nervi". Si dice che lo incontrò in piena movida madrilena. Si
ricorda il vostro primo incontro?
La movida è stata un’esplosione di immaginazione e arte: molto ingegno e moltissima libertà.
E’ stato un momento unico. Pedro è venuto a vedere uno spettacolo teatrale in cui recitavo e,
alla fine, si e avvicinato per conoscermi. Abbiamo iniziato così.
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Lei
e
Almodòvar
fortissimi, entrambi eccentrici, spontanei e provocatori. Come riuscivate ad andare
d’accordo durante le riprese?
Lui è una persona molto esigente con tutti, ma soprattutto con se stesso. Andare d'accordo è
questione di professionalità.
Almodòvar sostiene di aver sempre incontrato più buone attrici che buoni attori
annoverandola tra queste. Come mai non lavorate più assieme?
Perché a lui piace sperimentare con nuove attrici che hanno un registro simile al mio, ma con
cui può trovare, di volta in volta, un altro tipo di realizzazione.
Ha visto il suo ultimo lavoro, "Los abrazos rotos"?
No l'ho ancora visto, ma credo che sia piuttosto diverso da tutto quello che Pedro ha fatto
finora.
E’ stata sempre molto attiva
politicamente dichiarandosi critica, idealista e combattente. Con "La Casa dell’attore" ha
cercato di attirare l’attenzione del Governo sulla professione degli attori sostenendo
che, anche se nell’immaginario collettivo si tratta di persone circondate dal lusso, si
tratta di persone che vivono di un lavoro precario. Le sue battaglie hanno prodotto
qualche risultato?
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La Casa del actor è un progetto difficile. Le istituzioni non ci aiutano e sarà molto costoso
andare avanti.
Lei è dichiaratamente femminista. Qual è la sua ricetta affinché le donne abbiano gli
stessi diritti degli uomini?
Dobbiamo continuare a lottare. Abbiamo acquistato la legge della uguaglianza qui in Spagna,
ma dobbiamo continuare a lottare per acquistare in tutto il mondo i diritti delle donne. E’ il
nostro lavoro, non molleremo mai e lotteremo per tutte le donne del mondo. Se lottiamo unite ce
la faremo, perché ci sono tantissimi uomini evoluti che ormai lottano insieme a noi e lottano per
gli stessi diritti.
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