OPI Weekly Report 18-24 settembre 2016

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OPI Weekly Report 18-24 settembre 2016
N°22, 18-24 SETTEMBRE 2016
ISSN: 2284-1024
I
www.bloglobal.net
Weekly Report
Osservatorio di Politica Internazionale (OPI)
© BloGlobal – Lo sguardo sul mondo
Milano, 25 settembre 2016
ISSN: 2284-1024
A cura di:
Davide Borsani
Eleonora Bacchi
Giuseppe Dentice
Danilo Giordano
Antonella Roberta La Fortezza
Giorgia Mantelli
Fabio Rondini
Maria Serra
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Parti di questa pubblicazione possono essere riprodotte, a patto di fornire la fonte nella seguente forma:
Weekly Report N°22/2016 (18-24 settembre 2016), Osservatorio di Politica Internazionale (OPI), Milano 2016,
www.bloglobal.net
Photo Credits: Son.tv; CNN; Reuters; United Nations; KremlinRussia_E.
FOCUS
LIBIA ↴
Continua l’avanzata delle milizie fedeli al Generale Khalifa Haftar, le quali, dopo
aver conquistato i quattro porti-terminal petroliferi di Sidra, Ras Lanuf, Marsa e
Brega, hanno preso anche la città di Harawa, 50 Km a est di Sirte, avvicinandosi così
alle milizie di Misurata, alleate del governo di Tripoli, impegnate ancora nella lotta
contro le ultime postazioni dello Stato Islamico (IS). L’avanzata verso Sirte delle
truppe di Haftar potrebbe avere come obiettivo quello di aumentare il prestigio dello
stesso Generale a danno di Tripoli, eliminando al contempo gli ultimi fronti di resistenza dell’IS nella città costiera.
La tensione tra Tobruk e Tripoli resta infatti alta: il 22 settembre il Consiglio di Stato
di Tripoli ha annunciato, per voce del suo vice Presidente, Mohamed Muazeb, che si
sostituirà al Parlamento di Tobruk nell’esercizio del potere legislativo. Immediata e prevedibile la reazione di Abdallah Belihak, portavoce della Camera dei
Rappresentati di Tobruk, che non ha esitato a definire la decisione di Tripoli un “tentativo di golpe” in aperta contraddizione con quanto voluto dal popolo libico con l’elezione del 2014 dalla quale emerse, appunto, l’attuale composizione dell’istituto parlamentare della città cirenaica.
Intanto, come già annunciato dalla National Oil Corporation (NOC), è ripresa l’esportazione del greggio dal terminal petrolifero di Ras Lanuf. Il 21 settembre la petroliera
maltese Sea Delta è partita dal terminal con 720 mila barili di greggio destinati all’Italia. Il nostro Paese è al centro delle vicende libiche anche per il rapimento di due
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connazionali, Bruno Cacace e Danilo Calonego – dipendenti della società di costruzioni piemontese CON.I.COS e operativa in Libia – rapiti con un collega canadese
nella mattinata del 19 settembre nei pressi di Ghat, città vicino al confine algerino a
sud ovest della Libia, nel Fezzan. Non si hanno ancora notizie certe sul rapimento né,
sembrerebbe, vi siano state richieste di riscatto o rivendicazioni. Secondo il colonnello
Ahmed al-Mismari, portavoce delle forze armate libiche legate ad Haftar, i due italiani
sarebbero «nelle mani di una banda criminale dietro la quale ci sarebbe l’impronta di
al-Qaeda». Il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha, al contrario, precisato che al
momento non possono farsi ipotesi certe sulle motivazioni del rapimento né
sui responsabili dello stesso. Secondo quanto riferito dalle autorità della zona, infatti, il sequestro sarebbe opera di un gruppo di criminali locali, tra l’altro già noto
alle forze di sicurezza, e avrebbe meramente finalità estorsive. Sebbene quest’ultima
sembrerebbe essere la pista investigativa più accreditata, non si può tuttavia escludere che, anche qualora si trattasse di un sequestro a scopo meramente estorsivo, i
due prigionieri non possano diventare comunque merce di scambio con gruppi terroristici legati all’IS o ad al-Qaeda. Proprio in seguito al rapimento, secondo alcune
fonti, l’Italia avrebbe chiesto o sarebbe in procinto di chiedere il supporto dei droni
francesi nella ricerca dei due italiani. I francesi hanno, infatti, una base avanzata
a Madama, in Niger, non lontano dal confine libico e dalla zona interessata. Non si
può, infine, non sottolineare che il rapimento giunge proprio nel momento in cui l’Italia ha dato il via alla missione Ippocrate: mercoledì 21 settembre è infatti sbarcato in
Libia il grosso del contingente militare italiano coinvolto nell’operazione per la costruzione a Misurata dell’ospedale da campo.
L’Italia è stata poi protagonista anche dell’incontro ministeriale avente come oggetto la situazione libica tenutosi il 22 settembre a New York. Nella dichiarazione finale del summit, presieduto dal Ministro Gentiloni e dal Segretario di Stato
USA John Kerry, si richiede al Consiglio presidenziale di Tripoli di procedere con la
nomina di una nuova lista di Ministri e alla Camera dei Rappresentanti di Tobruk di
votare il nuovo gabinetto. La comunità internazionale chiede, inoltre, con forza che
si giunga alla nomina di un’Assemblea Costituzionale e alla conseguente stesura di
nuova Costituzione da approvare entro il 2017 e da sottoporre poi a referendum.
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STATI UNITI ↴
Tra il 17 e il 19 settembre, gli Stati Uniti sono stati attraversati da una serie di
attacchi – non tutti di espressa matrice terroristica e non necessariamente
collegati tra loro –che hanno visto come epicentro delle azioni la città di New York,
la periferia del New Jersey e Minneapolis. Se i fatti nella Grande Mela e nel vicino
New Jersey sembrerebbero ricollegabili ad un’unica fattura, ma con storie e motivazioni tutte da accertare e approfondire, soltanto quelli in Minnesota sono sicuramente
riconducibili ad un caso di auto-radicalizzazione comprovata che trova nello Stato
Islamico (IS) il suo ispiratore.
Nella serata del 17 settembre, nel quartiere residenziale di Chelsea, a New York
City, un ordigno rudimentale è esploso per strada intorno alle 21, causando il
ferimento di 29 persone, tutte dimesse nel giro di poche ore. La deflagrazione, avvertita in più zone della City, è stata causata da una bomba artigianale nascosta
dentro un cassonetto dei rifiuti. L’ordigno classificato dalle autorità come un modello
molto rudimentale di IED (improvised explosive device) era costituito da un detonatore radiocomandato all’interno di una pentola a pressione, colma di chiodi e altri
oggetti metallici. Le forze di sicurezza (polizia e reparti speciali) intervenute sul posto
hanno poi rinvenuto e disinnescato un altro ordigno, molto simile al precedente, in
una zona poco distante di Chelsea. Il sindaco Bill De Blasio ha rilasciato una conferenza stampa in cui definiva l’esplosione come un “attacco intenzionale”, non
arrivando però a classificarlo come “terrorismo”, tesi sostenuta anche dal Governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, il quale ha spiegato inoltre che
l’ordigno inesploso e il materiale non del tutto deteriorato sono stati requisiti dall’FBI
per essere esaminati dai reparti scientifici del Bureau a Quantico, insieme ai filmati
delle telecamere a circuito chiuso della zona. Solo poche ore prima, nella mattinata
del 17 settembre, dall’altro lato del fiume Hudson, era stato rinvenuto un ordigno
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nel Seaside Park. Secondo la polizia, la bomba sarebbe dovuta esplodere al passaggio di una maratona benefica per una raccolta fondi in favore dei marines reduci
di guerra. Non è chiaro ancora se il congegno non sia esploso per un difetto di fabbricazione, per una rinuncia da parte del presunto attentatore o in virtù di altre considerazioni al vaglio degli inquirenti, che hanno però evidenziato analogie profonde
tra i due fatti e un ulteriore ordigno ritrovato presso la stazione ferroviaria di
Elizabeth, sempre in New Jersey, il 18 settembre.
La svolta nelle indagini è giunta nella giornata del 19 settembre, quando la polizia di
New York ha diffuso le immagini delle telecamere di sorveglianza di Chelsea in cui si
notava un uomo aggirarsi con fare sospetto nell’area dell’esplosione. Il soggetto è
stato identificato in Ahmad Khan Rahami, un 28enne con cittadinanza statunitense, ma di chiare origini afghane. Dopo dieci ore di ricerche forzate e dopo un
conflitto a fuoco tra lo stesso Rahami e le forze di polizia del New Jersey, l’uomo è
stato ferito in maniera lieve e poi arrestato dalle forze dell’ordine. Mentre le autorità
approfondiscono le indagini sulla vita di Rahami, le motivazioni che si celano dietro i
falliti attacchi e le sue possibili connessioni con ambienti violenti e radicali dentro e
fuori il Paese, nelle ore successive l’FBI ha arrestato nei pressi di Elizabeth cinque persone, ritenute collegate all’esplosione di Chelsea.
Secondo gli investigatori il timore più grande è che Rahmani e gli arrestati facessero
parte di una presunta cellula terroristica, composta da più soggetti e attiva nell’area
di New York e del New Jersey. Infatti, le bombe di Chelsea, del Seaside Park ed Elizabeth hanno fin da subito evidenziato similitudini con gli IED fabbricati dai fratelli Tsarnaev – cittadini statunitensi di origini russo-cecene – ed esplosi nell’ottobre
del 2013 durante la maratona di Boston, provocando 6 vittime. Al momento è interesse degli inquirenti analizzare e capire se Rahami sia un autodidatta, se abbia ricevuto una qualche forma di insegnamento o addirittura se abbia conseguito un addestramento specifico nella preparazione di questo tipo di ordigni. Proprio chiarendo
questi punti oscuri sarà più facile intuire che tipo di correlazioni esistano tra l’arrestato e gli ambienti radicali che potrebbe aver frequentato o conosciuto indirettamente durante i suoi viaggi in Afghanistan e Pakistan.
Le autorità locali hanno dunque elevato il livello di allerta in città, nello Stato e nelle
cittadine limitrofe, per scongiurare il ripetersi di simili eventi in un momento in cui
New York accoglie i leader mondiali per le lunghe sessioni di lavoro dell’Assemblea
Generale delle Nazioni Unite.
Se i fatti di New York e del New Jersey risultano essere ancora poco chiari e coperti
da una certa precauzione investigativa, quanto avvenuto invece in Minnesota si
è fin da subito manifestato come un atto di terrorismo. A condurlo è stato un
cittadino statunitense di origine somala, Dahir Adan, che ha attaccato i passanti all’interno di un centro commerciale nella città di Saint Cloud, a pochi chilometri da Minneapolis. Secondo le ricostruzioni della polizia, l’aggressore, che indossava un’uniforme da guardia giurata di una società privata operativa nel mall, è stato ucciso a
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colpi d’arma da fuoco da un poliziotto non in servizio, che si trovava casualmente sul
posto. L’attentato, che ha portato al ferimento di nove persone, è stato rivendicato
poche ore dopo dallo Stato Islamico (IS), che ha definito l’attentatore un soldato
islamico che ha agito in nome del Califfato. Sebbene l’atto abbia trovato una minore
cassa di risonanza sui media nazionali e internazionali, i fatti di Minneapolis confermano tuttavia una forte connessione tra ambienti radicali della più
grande comunità somala degli Stati Uniti e il terrorismo legato all’IS, che ha
visto anche nel recente passato casi di radicalizzazione molto importanti in termini
numerici all’interno della stessa comunità. Infatti, nell’aprile 2015, l’FBI in un’azione
congiunta con la polizia locale e quella di San Diego in California aveva condotto una
maxi operazione che aveva portato all’arresto di sei giovani di Minneapolis che tentavano di unirsi all’IS per andare a combattere in Siria.
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BREVI
ONU, 19 SETTEMBRE ↴
Sono
iniziati
i
lavori
della
71esima
sessione
dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite al
Palazzo di Vetro di New York. I temi in agenda sono
stati elencati in 170 articoli e prevedono discussioni
su pace e sicurezza internazionale (con un focus
particolare sulla guerra in Siria e sulla crisi libica),
crescita economica e sviluppo sostenibile, disarmo, controllo della droga e
coordinamento dell’assistenza umanitaria. A latere dei lavori dell’Assemblea, il 19
settembre, si è tenuto il Vertice per Rifugiati e Migranti, al termine del quale è stata
firmata la Dichiarazione di New York, contenente forti impegni nei confronti di queste
due categorie di persone da proteggere. È stata inoltre ratificata l’entrata nel
consesso delle agenzie dell’ONU di una nuova organizzazione: l’IOM (Organizzazione
Internazionale per i Migranti). Il 20 settembre, con l’avvio del dibattito annuale di
una settimana sul tema «obiettivi di sviluppo sostenibile: una spinta universale per
trasformare il nostro mondo», sono iniziati anche gli incontri tra Capi di Stato e di
Governo. Un altro importante tema all’ordine del giorno in questa sessione
dell’Assemblea è la nomina del successore di Ban Ki-moon a Segretario Generale
delle Nazioni Unite. Il mandato di Ban Ki-moon scadrà, infatti, il 31 dicembre
prossimo e il Consiglio di Sicurezza prima di proporre la candidatura ufficiale deve
condurre una serie di consultazioni e sondaggi con lo scopo di vagliare il supporto ai
vari candidati. Il 26 settembre pertanto si terrà una prima simulazione di voto, che
sarà seguita da una seconda nel corso della prima settimana di ottobre. Tra i nove
candidati attualmente in corsa per la massima carica dell’ONU figurano i nomi di Irina
Bokova,
Direttore
Generale
dell’UNESCO,
Helen
Clark,
ex
Primo
Ministro
neozelandese e ora a capo del Programma per lo Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP),
e Antonio Guterres, già Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati e Primo
Ministro del Portogallo.
RUSSIA, 18 SETTEMBRE ↴
Con il 54,2% dei voti – il 4% in più rispetto alle
consultazioni del 2011 –, Russia Unita, il partito del
Presidente Vladimir Putin e guidato dal Premier Dmitry
Medvedev, ha vinto le elezioni per il rinnovo della
Duma di Stato (la Camera Bassa dell’Assemblea
Federale della Federazione Russa), conquistando 343
seggi sui 450 disponibili rispetto ai precedenti 238. Malgrado i sondaggi avessero
previsto una sostanziale riconferma del risultato del 2011, la crescita di consensi di
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Russia Unita è avvenuta ai danni di tutte le altre maggiori formazioni politiche:
secondo la Commissione Centrale Elettorale (TsIK), il Partito Comunista di Gennady
Zyuganov, arrivato secondo, ha raccolto il 13,34% dei voti e 42 scranni, perdendo
circa il 7% rispetto alla tornata del 2011 e ritornando ai livelli di consenso del 2007;
il Partito Liberaldemocratico (LDPR) di Vladimir Zhirinovsky ha raccolto il 13,1% dei
voti (+1,4%) ma 39 seggi, 17 in meno rispetto alla precedente composizione della
Duma in virtù dell’introduzione della nuova legge elettorale – approvata nel 2015 –
che prevede in metà dei seggi l’applicazione di un sistema proporzionale a liste
bloccate in ogni distretto elettorale federale e, nell’altra metà, un sistema
maggioritario in collegi uninominali. Nonostante con la nuova legge sia stata
abbassata la soglia di sbarramento dal 7% al 5%, tutti gli altri partiti minori di
opposizione non sono riusciti ad entrare in Parlamento, eccetto Russia Giusta – che
appoggia Putin – di Sergej Mironov, che ha raggiunto il 6,22% (il 7% in meno rispetto
alle legislative del 2011). Benché le opposizioni abbiano accusato la formazione del
Presidente di brogli e di irregolarità (sarebbero stati infatti divulgati video in cui gli
scrutatori aggiungevano nelle urne ulteriori schede), il rapporto dell’OSCE ha definito
il voto russo sostanzialmente “ordinato e trasparente”. Nonostante la netta vittoria
di Russia Unita e il largo sostegno di cui godrà il Presidente all’interno della Duma, il
dato sull’affluenza resta significativo di uno certo calo di fiducia nei confronti dello
stesso Putin, tuttavia presumibilmente intenzionato a ricandidarsi alle elezioni
presidenziali del 2018: il 47,8%, il 13% in meno rispetto al 2011 quando appunto il
risultato dello stesso partito fu considerato un successo a metà e quando si
registrarono una serie di manifestazioni popolari, è oltretutto comprensivo degli
elettori in Crimea (dove Russia Unita ha ottenuto il 74,2%), il cui voto è stato
contestato dall’Ucraina e dagli USA.
SIRIA-IRAQ, 19-23 SETTEMBRE ↴
Nel corso della giornata di venerdì 23 settembre
l’aviazione governativa siriana, insieme al supporto
delle
truppe
russe,
ha
condotto
una
serie
di
bombardamenti sulla città di Aleppo che hanno
causato la morte di almeno 80 persone, tra le quali
molti bambini. L’intensificarsi dei bombardamenti
scaturisce dalla volontà del Presidente siriano Bashar al-Assad di voler riprendere il
controllo della città con un’offeniva finale che porti ad una conquista quanto rapida
possibile, utilizzando sia le truppe di terra sia quelle aeree. Benchè l’esercito abbia
pre-avvisato la popolazione di tenersi lontana dalle zone controllate dai gruppi ribelli,
nella realtà i bombardamenti dell’aviazione hanno colpito indiscriminatamente 30
quartieri situati nell’area orientale della città, colpendo anche alcuni centri della
protezione civile, i White Helmets. La nuova campagna aerea siriana è la naturale
conseguenza del fallimento degli accordi di cessate il fuoco che Stati Uniti e Russia
avevano faticosamente raggiunto il 9 settembre scorso a Ginevra. La tregua è saltata
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a causa di due eventi che si sono susseguiti nel giro di poche ore: il 18 settembre
alcuni aerei dell’alleanza a guida statunitense hanno, per errore, bombardato alcune
zone dove stazionavano le truppe siriane uccidendo 62 soldati, mentre il giorno
seguente, un convoglio di aiuti dell’ONU è stato attaccato da strike aerei, secondo gli
USA condotti dai russi, causando la morte di almeno 20 operatori umanitari. Secondo
le Nazioni Unite i recenti raid russo-siriani hanno aggravato la crisi umanitaria in atto
in Aleppo, soprattutto alla luce della distruzione di una stazione di pompaggio di
acqua pulita che rischia di assetare circa due milioni di persone in città. Il Segretario
di Stato USA John Kerry, parlando ad un incontro dell’International Syria Support
Group (ISSG) il 22 settembre a New York, si è detto determinato a voler restaurare
il cessate il fuoco, chiedendo a Damasco e a Mosca di fare altrettanto; alla fine della
giornata di incontri nessun accordo è stato raggiunto e il Rappresentante ONU in
Siria, l’italiano Staffan de Mistura, ha definito l’incontro “lungo, doloroso e inutile”.
FRONTE OPERATIVO AD ALEPPO E NEL NORD EST DELLA SIRIA – FONTE: INSTITUTE FOR THE STUDY OF WAR
Sul fronte iracheno l’esercito di Baghdad, sostenuto dalla coalizione a guida
statunitense, è pronto a sferrare l’offensiva decisiva per la riconquista della città di
Mosul, roccaforte dello Stato Islamico in Iraq. L’offensiva delle truppe irachene è
cominciata il 21 settembre con l’avvicinamento alla città di Shirqat che, situata a 100
Km da Mosul, è considerata una testa di ponte importante nella conquista del
bastione degli estremisti islamici. Nel frattempo, la situazione politica interna si fa
sempre più complicata, dopo che il Parlamento ha sfiduciato il Ministro delle Finanze
iracheno, Hoshyar Zebari. È il secondo Ministro costretto a lasciare il suo incarico
dopo che ad agosto era già stato dimissionato il collega della Difesa Khalid al-Obeidi
a causa di alcune accuse di corruzione e traffico di armi.
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ALTRE DAL MONDO
GERMANIA, 18 SETTEMBRE ↴
Risultato molto deludente per Angela Merkel alle elezioni regionali tenutesi nel land
di Berlino per il rinnovo dell’amministrazione locale. L’esito ha infatti confermato il
netto calo di consensi sia dei cristiano-democratici della CDU della Cancelliera, sia dei
socialdemocratici della SPD del sindaco uscente Michael Müller. I primi si attestano
al 17,5% dei voti, conquistando così solo 31 seggi, segnando il peggior risultato di
sempre nella capitale. La SPD si conferma ancora come il partito più votato, ma così
come la CDU, registra una perdita di circa sei punti percentuali dalle elezioni del 2011.
Die Linke si colloca al 15,6%, seguita a breve distacco dai Verdi con il 15,2%. Esulta,
invece, il partito populista e xenofobo Alternativa per la Germania (AfD) che raggiunge il 14,1% dei voti e 25 seggi. È la seconda pesante sconfitta elettorale subita
dalla CDU nelle ultime settimane dopo le consultazioni in Meclemburgo-Pomerania.
RISULTATI ELETTORALI A BERLINO – FONTE: THE TELEGRAPH
GIORDANIA, 20 SETTEMBRE ↴
Più di quattro milioni di giordani sono stati chiamati alle urne per votare il rinnovo del
Parlamento di Amman. Le presenti elezioni legislative si sono svolte con una legge
elettorale nuova, che prevedeva, tra le altre cose, l’introduzione di un sistema di
rappresentanza proporzionale. Secondo il sovrano Abdallah II, tale sistema rappresenterebbe un passo verso il rafforzamento dei partiti politici in favore dei rapporti
clanico-tribali, spesso espressione politica delle istanze monarchiche. I risultati delle
consultazioni hanno confermato l’ingresso in Parlamento dei Fratelli Musulmani attraverso la propria rappresentanza partitica, l’Islamic Action Front (IAF), che è tornato a concorrere per i seggi parlamentari dopo anni di boicottaggi. I risultati preliminari hanno assegnato allo IAF almeno 16 delle 130 poltrone in palio. Anche sul
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fronte dell’uguaglianza di genere, si segnalano positivi e incoraggianti passi in avanti:
a entrare in Parlamento saranno almeno 20 donne. In Giordania, 15 seggi parlamentari sono riservati alle rappresentanti donne, uno per ogni governatorato. Quest’anno,
si sono presentate al voto 252 candidate: delle 226 liste di partito solo sei non includevano candidate donne, mentre due erano composte esclusivamente da candidate
donne.
REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO, 19-20 SETTEMBRE ↴
A Kinshasa e nelle principali città del Paese si sono registrati violenti scontri tra la
polizia e i dimostranti contrari alla prosecuzione del mandato del Capo di Stato Joseph
Kabila, in scadenza a fine novembre. Le tensioni e le violenze sono progressivamente
aumentate da quando Kabila ha reso manifesta la sua intenzione di mantenere la
carica anche dopo la scadenza naturale dell’incarico presidenziale. Il Ministro della
Giustizia Alexis Thambwe Mwamba aveva inizialmente annunciato che, alla scadenza
del mandato, sarebbe stato formato un governo ad interim in cui sarebbero entrati
anche alcuni membri dell’opposizione e che le elezioni sarebbero state rinviate fino
alla metà del 2017. Tuttavia, molti dei partiti di opposizione avevano boicottato tali
negoziati perché ritenevano inattendibili le promesse dell’esecutivo.
STATI UNITI, 20 SETTEMBRE ↴
Continuano le proteste razziali nel Paese a seguito di un nuovo caso di violenza che
ha coinvolto la polizia e un ragazzo afro-americano, poi deceduto. L’episodio è accaduto in Nord Carolina, a Charlotte, dove da giorni vi sono manifestazioni di piazza,
spesso sfociate in violenza, provocando feriti e anche vittime. Il Governatore dello
Stato ha dichiarato lo stato d’emergenza, chiamando la guardia nazionale e affiancandovi la polizia in assetto anti-sommossa. A Baltimora, nel frattempo, si è verificato
un ulteriore caso di decesso di un afro-americano a seguito di colluttazioni con i poliziotti. La questione razziale si proietta così ad essere tema di discussione nel corso
del primo dibattito tra i candidati presidenziali che si terrà il prossimo 26 settembre.
UNIONE EUROPEA-AFRICA, 22 SETTEMBRE ↴
In occasione della sessione plenaria del Comitato economico e sociale europeo (CESE)
il Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Junker ha esortato gli Stati
membri dell’UE ad aderire al piano di investimenti nelle economie africane, in accordo
pressoché totale con le posizioni espresse dall’Italia nella sua proposta di Africa Compact. Junker ha sottolineato l’estrema importanza di agire in modo tempestivo ed
efficace, dato che al momento oltre 200.000 profughi africani sono in attesa di attraversare il Mediterraneo dalle coste libiche. Il piano potrebbe mobilitare in Africa 88
miliardi di euro di investimenti nel caso in cui i 27 dell’UE accompagnino la misura.
Secondo Junker, è un obbligo dell’Europa investire di più in Africa, al fine di far prosperare e sviluppare un continente già molto ricco, ma con ricchezze mal sfruttate.
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ANALISI E COMMENTI
L’EVOLUZIONE DELL’ORIENTAMENTO STRATEGICO DEGLI STATI UNITI:
DAL “MOMENTO UNIPOLARE” AL “LEADING FROM BEHIND”
SIMONE ZUCCARELLI ↴
Quando ci si pone l’obiettivo di comprendere gli attuali posizionamenti degli Stati – e
delle grandi potenze – sullo scacchiere globale, due variabili si mostrano imprescindibili per studiare l’evoluzione dell’orientamento strategico degli stessi: innanzitutto,
risulta di cruciale importanza l’analisi dei mutamenti occorsi nella distribuzione effettiva del potere all’interno del sistema internazionale; secondariamente, è fondamentale esaminare quanto profondamente le alterazioni nella distribuzione del potere
influenzano la percezione della minaccia avvertita dal Paese oggetto dello studio. Se
è naturale, infatti, che uno Stato più potente sia maggiormente capace di allarmare
altri attori rispetto a uno meno forte, non sempre – e soprattutto dal post Seconda
Guerra Mondiale in avanti – tale regolarità è rispettata: la percezione, precisamente,
essendo legata alla sfera sensoriale, è condizionata da un numero elevatissimo di
variabili secondarie e, conseguentemente, per via di esse, la stessa modificazione a
livello della distribuzione del potere non susciterà la medesima reazione in due Stati,
momenti storici o policy maker differenti. Per questa ragione, il suddetto studio terrà
come variabile cardinale la prima riportata – in quanto parsimoniosa e basilare nello
spiegare il mutamento – ma non prescinderà in nessuna occasione dall’integrazione
della suddetta in un prisma interpretativo molto più ampio, essenziale per aggiungere
profondità al lavoro nel suo complesso e meglio spiegare le dinamiche che verranno
qui analizzate. Coerentemente con quanto appena esposto, il presente lavoro seguirà
l’evoluzione della distribuzione del potere a livello globale e la percezione della minaccia legata alla stessa negli ambienti preposti allo studio, all’interpretazione e alla
produzione della grand strategy americana in vista dell’obiettivo di comprendere il
mutamento dell’orientamento strategico statunitense nel corso degli ultimi venticinque anni di storia. In particolare, si cercherà di spiegare il legame tra “momento
unipolare”, volontà di instaurazione di un nuovo ordine liberale globale e percezione
della minaccia come proveniente da gruppi terroristici o “Stati canaglia”; si vedrà, in
seguito, come tale logica muti al mutare delle variabili studiate fino a riportare la
minaccia principale avvertita nell’alveo di una più classica rivalità tra Stati. Si proverà,
infine, a delineare il possibile sviluppo futuro sia dell’orientamento strategico americano sia del sistema internazionale nel suo complesso (…) SEGUE >>>
A cura di
OSSERVATORIO DI POLITICA INTERNAZIONALE
Ente di ricerca di
“BLOGLOBAL-LO SGUARDO SUL MONDO”
Associazione culturale per la promozione della conoscenza della politica internazionale
C.F. 98099880787
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