IDéeSse InForma 20 - Centro Documentazione Storica Citroen
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IDéeSse InForma 20 - Centro Documentazione Storica Citroen
Anno X Numero 20 12/12/199 La rivista non contiene informazione publicitaria. Eventuali messaggi presenti sono stati scelti dalla Redazione perché rappresentativi della comunicazione dell’epoca. I numeri arretrati sono disponibili salvo esaurimento dietro richiesta scritta al costo di cinquemila lire per rimborso spese Le richieste devono essere indirizzate al Tesoriere Camillo Cotti Via Bastone, 20 43015 Noceto Finito di stampare nel dicembre ‘99 presso la «Bottega Tipografica» (AR) Tel. 0575911515 In copertina: «Tramonto il Val d’Arbia», foto di Maurizio Marini. Editoriale E Sono Dieci! Sergio Cerreti, Presidente dell’IDéeSse Club Questa o Quella Lui, Lei e l’Altra (2a parte) Maurizio Marini, Segretario dell’IDéeSse Club Tecnica Alta Pressione a cura del Centro Documentazione IDéeSse Appunti di Viaggio La Minigonna Ovvero «Come Sergio Cerreti corruppe i casti costumui fiorentini» di e con Sergio Cerreti 3 5 10 15 15 Spazio SM Consigli per gli Acquisti 21 Modelisme Model D isme 22 di Maurizio Baiocchi, Presidente SM Club Italia di Maurizio Venturino Note a Margine In Forma! a cura della Redazione IDéeSse InForma Bollettino periodico del Registo Italiano Auto Storiche Citroën, dell’IDéeSse Club, e dell’SM Club Italia. Comitato di Redazione: Marco Centomo Sergio Cerreti Maurizio Marini Maurizio Venturino Direttore Responsabile: Maurizio Marini Ha Collaborato a questo numero: Maurizio Baiocchi Redazione Loc. Ripa di Olmo 69/L 52040 Arezzo Tel./Fax./Q 0575 959331 e-mail [email protected] E Sono Dieci! Riflessioni davanti ad una torta con dieci candeline. di Sergio Cerreti, Presidente dell’IDéeSse Club. dell'IDéeSse Club in quanto qTre dicembre 1989, Saltino: "qui comincia l'avventura...", si potrebbe iniziare parafrasando la classica didascalia della prima immagine delle storielle del Signor Bonaventura, così come sono state impresse nella memoria dell'infanzia di molti di noi, leggendo il "Corriere dei Piccoli". Si, l'abbiamo scritta, detta e riscritta tante volte questa data che segna l'inizio dell'avventura dell'IDéeSse Club, una storia che si avvia a celebrare i suoi primi dieci anni. Dieci: tanti quanti ne sono già trascorsi da quella Domenica soleggiata, quando un gruppetto di innamorati della Déesse alla follia si riunì al desco dell'Hotel "Moderno", scaldandosi alla fiamma di un grande camino e al calore saporoso del Chianti. E proprio da quei fumi della fiamma e del vino- con alcuni p i s a n i caduti (sotto il tavolo...) a simulare il rischio che corre la splendida Torre e con le ragazze a scaldarsi il fondo schiena vicino al braciere, li fu evocato lo spirito ancora in germe ed informe del Club: che non poteva sapere che lo avremmo chiamato IDéeSse e scritto con questa grafia raffinata da veri cultori-patiti della ID e della DS, per non far torto a nessuna delle due divinità. Così come tanta acqua è passata sotto ai ponti, da allora tantissimi appassionati sono passati sotto le ali dell'IDéeSse, o vi hanno fatto il nido come Soci fedeli, convinti, certe volte anche delusi, ma saldamente ancorati alla rossa ellisse che delinea il logotipo del Club; dalla diecina di quel primo incontro al Saltino, dai quasi quaranta dell'Assemblea costitutiva di Sammezzano due mesi più tardi, dai più di sessanta partecipi da tutta Italia alla presentazione ufficiale della Associazione nel successivo mese di maggio, fino agli oltre trecento Soci effettivi di oggi! Alcuni di essi anche all'estero. Cito Leonardo Bertoni per tutti, figlio del grande Flaminio che creò l'opera magica che desta oggi la nostra passione! Non solo: possiamo contare da allora ben oltre cinquanta raduni e manifestazioni, dalle semplici "gite fuori porta" alle iniziative di grande respiro e portata come gli anniversari DS (il 35° a Sammezzano ed il 40° a Siena), la celebrazione ufficiale dei 75 anni di Citroën per conto della Filiale italiana organizzata a Parma, l'omaggio a Flaminio Bertoni (il più vasto raduno Citroën svoltosi nel nostro paese!), la "Journée DS" a Vairano Amarcord Primo Saltino: Queste due polaroid sbiadite (mal sviluppate a causa del freddo) sono state scattate al Saltino di Vallombrosa in quella prima domenica di dicembre del 1989 da Maurizio Marini e ritraggono le vetture partecipanti al primo incontro del Saltino, si riconoscono (da sinistra a destra) la DSuper di Francesco Ughi, la DSpécial di Alessio Gironi, la ID19P di Sua Presidenza Sergio Cerreti, la DS21Pallas di Maurizio Marini, la DSuper5 di Saverio Rossi e la DS23ie di Antonio Romeo. Temperatura abbondantemente sotto lo zero. 3 organizzata assieme a Citroën Italia e a Ruoteclassiche, le "Citroën ai Castelli di Jesi" approntato congiuntamente all'SM Club Italia poche settimane fa. Eppoi l'"IDéeSse InForma", il notiziario del Club giunto con questo al numero venti (e chi l'avrebbe mai scommesso quel 5 ottobre del '90, quando fu presentato ai Soci ed agli appassionati timidamente fotocopiato in quattro facciate su fogli A3?), ora stampato su carta patinata e con pagine riservate all'SM Club Italia ed alle altre associazioni che vorranno usufruire di questo veicolo di diffusione dell'attività Citroënstoriche; ed il "Foglio Notizie-Le Citroën", da qualche numero composto in tabloid per dare maggiore spazio all'informazione; ed il Centro Documentazione sui modelli DS, nel quale la stessa Citroën Italia ha fatto confluire il proprio materiale storico-documentario; ed ancora dall'anno scorso il bel calendario Citroën, edito grazie al contributo finanziario della Casa ed all'interesse dimostrato verso la nostra attività sociale e culturale da parte del responsabile Citroën Italia alle P.R. dottor Walter Brugnotti. Ed ancora il Registro 4 Storico, il R.I.A.S.C.; già evocato anch'esso sin dal primissimo incontro nell'89, a Marina di Pisa, e nato in seno all'IDéeSse Club per effetto delle sollecitazioni e dell'appoggio della stessa Citroën Italia, che lo ha riconosciuto come Registro ufficiale delle vetture storiche della Casa francese in Italia, e perciò unico. Una struttura tecnica che, passo dopo passo, si sta qualificando come reale punto di riferimento e di aggregazione degli appassionati dei vari modelli ultra ventenni del double chevron (ne è testimonianza il recente accordo con l'SM Club Italia) e che ha ora ripreso il proprio cammino per soddisfare le richieste dei Soci che hanno già chiesto il censimento delle loro vetture. Ora, finalmente, anche la sede di servizio che ci consentirà di organizzare in modo più soddisfacente le attività operative, tecniche ed amministrative del Club. Certo, rovesciando il lato della medaglia, accanto a questi risultati non possiamo né vogliamo sottacere anche certe cadute di tensione che vi sono state in questo stesso arco di tempo, sia in ragione del dover comprendere di volta in volta il nostro ruolo nel panorama Citroën e DS, gli obiettivi da perseguire, i principi da sostenere con fede, sia per gli inevitabili effetti di crescita; come da ragazzi, che quando si cresce troppo in fretta si rischia di venire su esili e gracili. La più seria di queste cadute di tensione si è verificata in questo primo semestre dell'anno ed ha disorientato (e scontentato) non poco i nostri Soci, facilitando l'attecchire di dicerie e false notizie (il Club è in crisi, il Club si è sciolto, Cotti e Cerreti hanno litigato tra loro, o baggianate simili) che sono quanto di più assurdo si possa dire della nostra associazione e dei suoi dirigenti e Consiglieri. Frutto, a mio personale avviso, di casualità, di pigrizia ad informarsi, anche di piccole gelosie o invidie che si agitano da sempre nel mondo dei diessisti e del citroënismo storico. Una caduta di tensione della quale mi assumo in prima persona la responsabilità. Ora superata anche grazie alla grande, appassionata disponibilità dei Consiglieri e di altri Soci, che si sono anch'essi rimboccati le maniche a fronte della improvvisa, quasi totale indisponibilità del sottoscritto per gravosi impegni di lavoro coincisi con inaspettati oneri, doveri ed "incrementi" a livello familiare. Questo è accaduto in coincidenza con un periodo di forte crescita sociale e di ampliamento degli scopi e degli impegni dell'Associazione; ma è servito a dimostrare quanto fosse ormai asfittica la struttura organizzativa che aveva fatto decollare il Club alle origini (si sentiva questo, ma si andava avanti lo stesso mettendo una pezza qua e una là), che stentava ormai a sorreggerne il volo senza nuovi motori. L’Assemblea Sociale di Corte Palasio ha riconfermato la propria fiducia al gruppo dirigente che ha condotto sin qui l'IDéeSse Club ed ha contribuito a risolvere gran parte dei problemi organizzativi e di struttura sociale: ne ha dato notizia il Foglio Notizie 5/99 di agosto, purtroppo non ancora con la tempestività che sarebbe stato opportuno (il peggior male per noi è di non riuscire ad informare il corpo sociale con ragionevole tempismo). Tant'è: ma dobbiamo ancora una volta ripetere che in ogni caso e con qualsiasi struttura, anche la più efficiente, il nostro lavoro nel Club è e resta assolutamente volontario, fatto per passione, e che spesso questo va a collidere con gli spazi da dedicare alla famiglia o ai propri interessi, invadendoli inevitabilmente. Cercheremo tuttavia di non essere piantati in asso dalle nostre gentili e pazienti compagne e di fare quanto più possibile per rispondere al meglio alle richieste e ai diritti dei Soci sanciti dallo Statuto; ma non possiamo - e non vogliamo nemmeno, per carità! - fare miracoli. Dobbiamo confidare nelle nostre forze, non c'è dubbio, ma anche nella partecipazione e nell'aiuto dei Soci, nella loro pazienza che è senz'altro immensa e l'hanno dimostrato in questa occasione incresciosa; e se qualcun altro vuol darci una mano per fare meglio e prima, sostenerci con l'apporto delle idee, con la collaborazione, con la presenza fisica e manuale (perché ci vuole anche questa), ben venga: la porta è aperta, sarà il benvenuto! Ci spiace per quei Soci qualche decina - che sembrano, invece, aver preferito risolvere i problemi del Club non confermandogli la loro fiducia, almeno per il momento: una fuga che ci lascia un po' di amaro in bocca, ma che ci sprona anche a trovare i modi per fare domani meglio di oggi e di ieri. Lui, Lei e L’altra Ovvero: Manuale per tradire la propria amata con la Ragione invece che col Cuore di Maurizio Marini, Segretario dell’IDéeSse Club. (segue da IDéeSse InForma 19) Anche per ciò che concerne le parti di carrozzeria della 2Cv e della Dyane ci sono pochi problemi di reperibilità ricambi; per la Mehari esiste addirittura una azienda in Francia (la Mehari Club Cassis) che riproduce praticamente tutto: dalle parti in plastica della carrozzeria al telaio sino a una dozzina di modelli di capote in grado di accontentare sia i patiti dell'originale che i meharisti dai gusti più esotici. Un'alternativa economica ai ricambi nuovi di fabbrica è quella dei mercatini: se ne tengono diversi all'anno in Italia e praticamente più di uno alla settimana; in Francia, sono ricchissimi e vi si può trovare le cose più rare a prezzi ragionevoli. Altra risorsa sono le demolizioni: vi ricordate quante Dyane viaggiavano nel traffico delle nostre città? Tutte quelle che non vedete più sono possibili banche d'organi per le nostre bicilindriche. Purtroppo la recente legge sugli incentivi alla demolizione ha costretto gli autodemolitori a pressare moltissimi veicoli per far posto ai nuovi, compiendo alle volte danni notevoli: un demolitore maremmano ha pressato questo luglio una Sahara funzionante! All'estero la situazione è diversa ed in Francia -ad esempio- è facile imbattersi in interi campi che paiono più una concessionaria Citroën che non un autodemolitore, ricchi di "tesori" da noi introvabili. Vediamo quindi pregi e difetti dei vari modelli derivati dalla 2Cv. Dyane Prodotta a partire dal '67 col semplice nome di Dyane presso gli stabilimenti della sussidiaria Panhard, mossa dal 425cc mutuato della 2Cv dell'epoca, doveva inserirsi nella gamma Citroën tra la 2Cv e la Ami6, con l'intento di sostituire entro breve la 2Cv stessa. Nel 1968 ottenne un incremento di cilindrata (435cc) ed un alternatore al posto della dinamo divenendo commercialmente Dyane4; quasi contemporaneamente venne affiancata dalla Dyane6 (Dyanissima in Italia) dotata del motore 602cc della Ami6 che la spingeva alla nuvolarica velocità di centodieci chilometri all'ora; altra modifica dei modelli '69 era l'aggiunta della terza luce laterale alla fiancata. L'evoluzione meccanica dei modelli Dyane ha seguito quella della 2Cv: vari incrementi di potenza, l'adozione nel '78 dei freni a disco con liquido LHM (adottati sulla 2Cv con due anni di ritardo), vetri a scorrimento verticale (con una squisita maniglia simil-DS) a partire dall'83, sino alla scomparsa del modello nel millesimo successivo. Sostanzialmente la Dyane non è sopravvissuta al mo- dello che doveva sostituire, finendo fuori produzione a causa del progressivo contrarsi della domanda. A fronte di una carrozzeria piuttosto anonima (se confrontata con la 2Cv) offre un buon livello di comfort acustico, una notevole riduzione degli spifferi, un comodo portellone di carico posteriore ed una ottima affidabilità meccanica. Gli interventi più onerosi sono quelli relativi all'impianto frenante, specie sui modelli a tamburo (una revisione completa con sostituzione dei cilindretti e regolazioni varie costa all'incirca cinquecentomila lire); pochissimi L’Acadyane Dalla campagna pubblicitaria Dyane 5 Ami 6 Prima serie: anno 1961 problemi invece per l'impianto elettrico (semplicissimo) e per la carrozzeria. Per la meccanica vale quanto detto per al 2Cv nel numero scorso. Una variante interessante è l'Acadyane: veicolo da trasporto derivato direttamente dalla filosofia della AK (muso 2Cv, motore-freni Ami6 con cassone posteriore) consiste nel frontale della Dyane accorpato ad un ampio cassone quasi cubico ove caricare ogni genere d'orpello. Semplice, affidabile ed economico è un mezzo di lavoro eccellente per tutti coloro che non hanno fretta quando si 6 spostano. Derivato dalla Acadyane è invece il Paguro della Laverda: la fabbrica italiana di roulotte e camper agli inizi degli anni ottanta ha prodotto un microcamper per giovani avventurosi basandosi sul pianale della Acadyane ed accorpandoci un modulo abitativo ad-hoc rigorosamente azzurro. Davvero raro a trovarsi, è un'alternativa eccellente alla canadese per le vacanze duecavallistiche! Ami6 Il progetto Ami nasce alla fine degli anni cinquanta quando la direzione della Citroën si accorge di avere una gamma veicoli composta esclusivamente dalla 2Cv e dalla DS che -in Francia specialmente- rappresentano il minimo ed il massimo delle aspirazioni dell'automobilista. La mancanza di un veicolo intermedio spinge la Casa francese a studiare una specie di “mini-DS” da presentare al pubblico entro la prima metà degli anni sessanta. Il team di progettazione è lo stesso che ha partorito sia la TA, la 2Cv e la DS: Bertoni è lo stilista, Lefebvre il coordinatore e Becchia il "motorista". Gli studi partono da un nuovo pianale, dotato di sospensioni idropneumatiche ed un motore quattro cilindri boxer derivato non dal motore della 2Cv quanto dal sei cilindri raffreddato ad aria che doveva equipaggiare la DS. Posta di fronte ai costi di sviluppo di un modello completamente nuovo, la Direzione decide però di ripiegare su di una vettura basata sul telaio 2Cv, dotata di equipaggiamenti lussuosi e di un motore potenziato basato sul classico bicilindrico (che aveva allora 425cc di cilindrata). Bertoni, messo alla prova da specifiche richieste relativamente all'ingombro della vettura (il telaio era quello 2Cv) ed al fatto che doveva obbligatoriamente disegnare una "tre volumi", partorì quello che doveva essere il più discusso dei suoi figli. Lo stile morbido ed armonioso delle linee della Traction e della DS lascia spazio ad un design contorto e barocco: i fregi sui fianchi, il cofano che pare sciogliersi sui parafanghi come fanno gli orologi nei quadri di Dalì, fanno da contorno al curioso lunotto rovescio che permette a quattro persone di abitare agevolmente una vettura lunga circa tre metri e ottanta e dotata di un ampio bagagliaio. Per quanto riguarda la meccanica c'è molto di nuovo: motore più potente e morbido (in assoluto il più silenzioso dei bicilindrici Citroën), freni più grandi ed efficienti, trasmissione omocinetica e sospensioni rinforzate. Per il resto si tratta di una mini-DS: cruscotto a cavallo tra la ID e la DS, volante monorazza grigio chiaro con corona rivestita nera e bocchettone cromato, interruttori della plancia dorati, pomelli del cambio, fari e frecce bianchi, riscaldamento migliorato (rispetto alla 2Cv), ampi sedili reclinabili su alcune versioni, pannelli imbottiti alle portiere, maniglie interne ed esterne tipo DS, tetto in vetroresina imbottito internamente ed un ampio parabrezza fanno sentire il diessista come a casa sua. L'evoluzione del modello è piuttosto semplice: la potenza è passata dai 22cavalli dei primi esemplari (novanta/cento all'ora) ai trentatré degli ultimi (centoventi/centotrenta), nel '68 è arrivato l’alternatore al posto della dinamo mentre l'impianto elettrico è passato da sei a dodici volt. Modelli particolari sono quelli costruiti in Belgio (allestimento Comfort) ottimamente rifiniti e quelli francesi della serie tiche esterne alle tappezzerie. Provate a chiedere una ganascia anteriore Ami6 e guardate che faccia fa il ricambista! C'è il rischio di comprare una seconda DS, da tenere in garage accanto alla prima, acquisto consigliato solo a chi poi si compra anche qualcosa d'altro per viaggiare tutti i giorni! P.S.: non andate a cercarne una: se la trovate e la provate finisce che vi innamorate. Pubblicità Citroën su Quattroruote, 1972 "Club": una sorta di Ami Pallas. Parallelamente esistevano due versioni break: la Ami6 Break e la Ami6 Service (quest'ultima non importata in Italia), rispettivamente a cinque e tre porte con caratteristiche meccaniche e di equipaggiamento analoghi ai modelli berlina. Il motore parte facilmente tirando l'apposita manetta, gira silenzioso e morbido a tutti i regimi, i freni sono progressivi e resistenti mentre la visibilità è eccellente. Non fosse che tutti ti guardano come se tu fossi uscito da un disco volante (o dal manicomio di Collegno) sarebbe un piacere andarci in giro tutti i giorni! Qui il drammone sono i ricambi: quasi tutti specifici ed introvabili, dalla carrozzeria ai fanali, dalle plas- Ami8 Quoi de huit? Questa scritta campeggiava nel 1969 su tutti i muri di Francia, grandi cartelloni pubblicitari chiedevano ai francesi cosa ci fosse di otto in circolazione. Alcuni mesi di suspance e venne presentata al pubblico la Ami8: sorta di Ami6 dalla linea semplificata (banalizzata?), si presentava come restyling del modello precedente sostituendolo immediatamente con una versione berlina ed una break molto simili tra loro (cambia l'inclinazione del portellone). Cruscotto semplificato, vetri anteriori a discesa verticale (e posteriori vecchio tipo) e subito dopo freni a disco anteriori. Le uniche varianti interessanti di questo modello sono la AmiSuper e la M35. La prima è una Ami8 con telaio rinforzato, gomme allargate, freni potenziati e soprattutto- un motore quattro cilindri mutuato direttamente dalla GS. Il successo in Francia fu di proporzioni molto inferiori alle aspettative: costava poco meno di una GS ed era una Ami8, aveva però il vantaggio fiscale di essere una 9 cavalli e non una 11 (secondo l'ordinamento fiscale d'oltralpe). In Italia e negli altri paesi ove è stata esportata ha raccolto ancor meno consensi e trovarne una è davvero difficile. Su strada è però davvero una bomba: l'equilibrato quattro cilindri fischia a centoquaranta e più chilometri all'ora consumando quantità assolutamente modeste di benzina e lascia con un palmo di naso coloro che si vedono sorpassare da una Ami8 lanciata che pare un Concorde. La M35 è sicuramente l'Ami più rara: ne sono state costruite tra il '70 ed il '71 circa duecentosettanta sulle trecentocinquanta previste. Si tratta di un "banc d'essai" per collaudare le caratteristiche del motore Wankel da destinarsi alla GS ed alla futura CX. Sul telaio AmiSuper venivano montate le sospensioni idropneumatiche, una carrozzeria coupé a due porte ben pro- filata con uno sportivo interno in pelle nera ed un motore monorotore Wankel che la spingeva ad una velocità compresa tra i centoquaranta ed i centocinquanta all'ora. Le vetture furono vendute esclusivamente in Francia a clienti selezionati. Un servizio di assistenza era pronto ventiquattr'ore al giorno a soccorrere i clienti in panne con una vettura sostitutiva mentre la M35 veniva ricoverata presso la Citroën per vedere cosa non aveva funzionato e perché. Il test fu interrotto come dicevamo dopo circa duecentosettanta vetture che complessivamente per corsero trenta milioni di chilometri. In Francia se ne trovano alcune a prezzi non esattamente popolari che tuttavia valgono l'acquisto. Dimenticavo di dire che il monorotore Wankel durava circa trentamila chilometri, un po' pochino per pro porne l'uso quotidiano. Mehari Un'idea eccezionale: prendete una Ami6, dotatela di una carrozzeria in colori sgargianti realizzata in ABS (un tipo di plastica abbastanza morbida da assorbire un urto di media intensità ed abbastanza dura da non piegarsi sotto al sole), fatela con un tetto rigorosa- 7 mente in tela e facilmente asportabile, gli sportelli metteteli solo per accontentare il codice della strada, alzatela un tantino da terra ed otterrete una Mehari. Lanciata nel ‘69 con un nome da cammello (i Mehari sono appunto una razza di dromedari nordafricani) questo veicolo concepito dalla società SEAB per conto del Governo francese per le colonie, piacque immediatamente alla Direzione della Citroën tanto da acquistarne i brevetti e porlo immediata- mente in produzione. Il successo fu notevole e duraturo dal 1970 le vendite di questo cammello di plastica non sono mai diminuite e tutt'oggi è richiestissimo sul mercato dell'usato mantenendo un valore di mercato ragguardevole (Ruoteclassiche valuta la Mehari cinque milioni ma difficilmente troverete un buon esemplare sotto ai sei/sette). L'uso quotidiano della Mehari è possibile a patto che accettiate un veicolo assolutamente rumoroso (a capote chiusa sembra d'essere dentro al cofano) e non abbiate paura del freddo. A queste condizioni potete andare ovunque (meglio d'estate) con qualche litro di benzina e tanta pazienza. Altro lato negativo é la capote: diabolica nei suoi meccanismi di blocco/sblocco (almeno dieci minuti per aprire e richiudere il posteriore), è fragile ed onerosa da sostituire anche se di facile reperimento. Le versioni più difficili da trovare sono la serie spe- La Mehari in una foto Citroën del 1970 8 Citroën ed il «Progetto Wankel» Nel 1964 viene costituita a Ginevra la società «Comotor» a capitale misto Citroën ed N.S.U. per studiare una vettura a motore Wankel. Il processo Wankel, ideato da Felix Wankel nel 1924, prevede un pistone triangolare detto trocoide che ruota all’interno di un cilindro sagomato.I vantaggi principali sono una grande semplificazione del sistema (pochissimi componenti) e l’eliminazione dei moti alternati e quindi delle vibrazioni (la M35 era dotata di un avvisatore acustico che permetteva al conducente di avvertire il «fuori giri», tanto era silenzioso il motore). Nel 1973 Citroën presentò al pubblico la «GSBirotor», berlina derivata dalla GS di cui conservava carrozzeria e sospensioni, dotata di un motore a due rotori Wankel capace di portarla ad oltre centosettanta all’ora. Il difetto di base del motore a pistone rotante era tuttavia la scarsissima durata dei segmenti posti all’estremo del trocoide: circa trentamila chilometri intercorrevano tra una revisione motore e l’altra. I consumi erano comunque elevatissimi sia in termini di carburante (15 litri per cento chilometri) che di lubrificante. Il momento sfavorevole dovuto alla crisi petrolifera costrinse Citroën a sospendere la produzione della Birotor e a ripiegare sul motore DS più piccolo (il 1985cc) per la sua nuova CX che avrebbe dovuto ospitare un Wankel a tre rotori. (A lato) Alcune viste della M35 Visa Club , 1979 ciale Azur e la ambita quanto costosa 4x4, capace davvero di andare dappertutto. Prodotta in un buon numero di esemplari è di facile reperimento: da controllare lo stato della carrozzeria che invecchia piuttosto male e -come per tutte le bicilindrichel'impianto frenante (da preferire a dischi). Visa/LN/LNa Visa inteso come visto sul passaporto, veicolo per andare ovunque. Nei documenti riservati inviati ai concessionari al momento del lancio, si consigliava al venditore di far provare il veicolo lontano dalle salite. Primo frutto dell'unione Citroën-Peugeot è stata disegnata da Robert Opron, padre -tra le altre- della CX e della SM. Possibile che l'allievo di Bertoni abbia progettato la Visa? Eppure se la si guarda bene molte delle sue linee sono tipicamente Citroën: il taglio del parafango posteriore e il parabrezza avvolgente con tergi monospazzola paiono rubati alla CX, il disegno del muso col grande paraurti in plastica che incorpora la mascherina viene direttamente da prototipo della GS coupé del centro stile Citroën. Certo l'insieme è ben poco armonico, forse anche perché proprio a metà dell'opera di progetto Opron passò alla Renault per disegnare la Fuego, lasciando orfana della matita che la aveva iniziata l'opera Visa e derivate. La LN, la LNa e la Visa condividono il medesimo telaio che è -udite udite- quello della Peugeot 104. La LN monta il motore 602cc della Dyane mentre la LNa e la Visa montano un motore 650cc espressamente progettato e dotato di un sofisticato sistema computerizzato di accensione elettronica costituito da un'insieme di captatori ed una centrale di calcolo. L'accensione elettronica ed il carburatore doppio corpo spingono brillantemente il rospetto Citroën oltre ai centotrenta all'ora in tutta sicurezza ed in maniera discreta e tuttosommato silenziosa. Il motore è certamente molto più equilibrato del 602 che equipaggia tutte le altre bicilindriche sebbene sia un po' meno parco nei consumi. La Visa Super e la Super E montano invece un tradizionale quattro cilindri in linea orizzontale di fabbricazione Peugeot che equipaggia la 104. Rumoroso, esoso nei consumi e sgradevolmente brusco nell'uso è forse il peggior propulsore montato da Citroën negli ultimi tempi. Il prezzo di mercato di una Visa (se ne trovate di scampate alla demolizione di massa) è bassissimo, non deve superare il milione anche se in ottime condizioni: prima degli incentivi, se volevi prendere una Visa, non spendevi più di duecento/trecentomila lire. Tutte le versioni sono affidabili e di semplice manutenzione, i ricambi sono disponibili sia presso Peugeot che presso Citroën a prezzi onesti e chiunque sa riparare questi veicoli. Il Citroënista D.O.C. avrà il buon gusto di cercarsi una Visa Club (la versione 650cc meglio rifinita) con il vec- chio cruscotto (quello coi satelliti). Visa, invece dell'auto. (segue sul prossimo numero) Campagna stampa per il lancio Visa (1979) 9 Alta Pressione Iniziamo la pubblicazione a puntate di un interessante documento della Citroën risalente al 1969 ed utilizzato per i corsi ai meccanici. Si tratta di un volume intitolato «Impianto Idraulico - Principi di funzionamento» ed illustra i meccanismi degli organi che compongono l’insieme idropneumatico. a cura del Centro di Documentazione I - DISPOSIZIONE DEL CIRCUITO Gli organi costituenti l'origine ("fonte") della pressione sono: il serbatoio idraulico, la pompa Alta Pressione (A.P.), il congiuntore-dis giuntore e l'accumulatore principale (sfera). Per assicurare un funzionamento corretto degli organi idraulici, deve essere mantenuta una pressione minima nei circuiti di utilizzazione. Per evitare l'arresto e la messa in marcia della 10 pompa ad ogni richiesta di liquido in pressione, si "immagazzina" un certo volume di liquido ad una pressione superiore alla pressione mini ma. Durante tutto il tempo in cui la pressione rimane compresa tra la pressione di "immagazzinamento" e la pressione minima, la p o m p a c o ntinua ad erogare, pero senza pressione, direttamente al serbatoio idraulico; questo e il tempo di riposo della pompa. L'" immagazzinamento "del liquido in pressione e assicurato dall'accumulatore (sfera) principale. Le pressioni minime e massime sono ottenute tramite il congiuntore-disgiuntore che dirige l'erogazione della pompa: sia verso l'accumulatore principale (erogazione in pressione), sia verso il serbatoio idraulico (erogazione senza pressione). II - SERBATOIO IDRAULICO Descrizione: Recipiente metallico con livello esterno minimo-massimo. pressione atmosferica per mezzo di un foro praticato sul tappo di riempimento. Esistono 2 tipi di serbatoio: uno per i veicoli D a comando meccanico delle velocità (DS21M, DS20M, ID19, ID20 e versioni precedenti DS19MA, ID19, nonché Break nelle versioni a comando meccanico del cambio). L'altro tipo è per i veicoli D a comando idraulico del cambio. Questi serbatoi differiscono dai precedenti per la presenza di due ritorni situati nella parte superiore (regolatore centrifugo, correttore della frizione) e un ritorno supplementare nella parte inferiore (correttore di reinnesto frizione). Il serbatoio è diverso internamente, con paratie per permettere una decantazione del La leggiadra fanciulla adagiata sull’acqua simbolegliquido e per giava l’unione degli elementi nel depliant DS del ‘59 evitare i movimenti di liquido. Si trova a III - POMPE ALTA PRESSIONE Esistono due tipi di pompa ad alta pressione. Pompa monocilindrica: su ID19 e ID20 di serie senza servosterzo. Questa pompa, fissata sul monoblocco, è comandata dall'albero della distribuzione. Pompa a 7 pistoni: Su tutti gli altri tipi. Questa pompa, fissata sulla campana frizione, è trascinata da cinghie a metà della velocita di rotazione del motore. Solo la pompa A.P. a 7 pistoni verra esaminata in dettaglio. Descrizione: la pompa e composta di 7 elementi identici disposti circolarmente. Un piattello oscillante comanda il movimento dei pistoni a mezzo di astine. L'insieme pistonecamicia è montato senza guarnizione di tenuta; quest'ultima viene ottenuta con una lavorazione mecca- mandata, sono intercomunicanti e sono collegati al sistema di utilizzazione. Funzionamento: depressione si trasmette alla campana e provoca l'aspirazione del liquido dal serbatoio. b) Compressione e mandata: La compressione inizia quando gli orifici d'aspirazione sono otturati. Quando la pressione nel cilindro diventa superiore a quella che regna nel circuito di utilizzazione, la valvola si a) Aspirazione e riempimento: Durante il movimento di ritorno, assicurato da una molla di richiamo, il pistone crea una depressione nella camicia. Quando gli orifici d'aspirazione sono scoperti, il liquido contenuto nella campana della pompa è aspirato nel cilindro. Questa apre e il liquido è erogato. La valvola poi si richiude, sollecitata dalla molla. L'azione della pressione stabilita nel circuito di utilizzazione mantiene la valvola (dischetto) premuta sulla sua sede. c) Corsa del pistone: Quando 1'asse della pompa Per evitare il trascinamento delle astine, il piattello oscillante è fermo in rotazione e pertanto trasmette unicamente il suo movimento oscillante. IV - POMPA ALTA PRESSIONE A 7 PISTONI Generalità: è' una pompa volumetrica: la cilindrata resta costante qualunque sia la pressione. Essa è equipaggiata di più pistoni in modo da assicurare una erogazione di liquido continua e ripartire nel tempo lo sforzo necessario alla compressione del liquido. Il numero dispari dei pistoni e stato scelto in base a considerazioni idrauliche (miglioramento del coefficiente d'irregolarità). Il numero 7 è stato scelto per ragioni di lavorazione (diametro dei pistoni, ad esempio) e d'ingombro. effettua un mezzo giro, il pistone si sposta di un valore rappresentante la corsa totale. Un giro completo dell'asse realizza dunque un ciclo (aspirazione-mandata) per ciascun pistone. Portata: le tolleranze di lavorazione dei pezzi costituenti la pompa impongono un posizionamento del pistone nella camicia, per ottenere una portata corretta. Per questa regolazione, la corsa utile del pistone fa si che la portata della pompa è massima. La regolazione consiste nel lasciare tra valvola e fondo del pistone un gioco di 0,5 mm che viene ottenuto montando delle astine di lunghezza differente. La portata per ogni giro della pompa e di 2,80 cm2, ossia 840 cm2/min. con il motore al regime di 600 giri/min. Questi valori si riferiscono ad una pompa nuova. La pompa alta pressione a sette pompanti nica di alta precisione. La camicia è provvista di 4 fori: essi costituiscono le aperture o orifici d'aspirazione. Ciascun insieme è munito di una valvolina di mandata (compressione) applicata sulla sua sede a mezzo di molla. Tutti gli orifici per la Pressione: a) Pressione minima: durante il funzionamento a vuoto, è la pressione necessaria per mandare il liquido nel serbatoio, attraverso il congiuntore disgiuntore. b) Pressione massima: Non vi è limite teorlco alla pressione massima. In pratica, la pressione massima è lim- 11 12 itata a valori prestabiliti dal congiuntore-disgiuntore. V - ACCUMULATORE (SFERA) PRINCIPALE Generalità: l'accumulatore migliora I'elasticita di funzionamento: fornendo rapidamente liquido al momento di una richiesta importante. Permettendo un tempo di riposo della pompa ed evitando le congiunzioni e disgiunzioni frequenti. Evitando i colpi idraulici ( "colpi d'ariete") durante l'impiego (funzione di paracolpi). Descrizione: è una sfera divisa in due parti da una membrana. Una di esse è piena d'azoto sotto pressione, 1'altra, collegata al congiuntore-disgiuntore, riceve il liquido. a) La sfera: essa e composta da due semi-sfere avvitate. La sollecitazione che tende a separare le due semisfere è sopportata da un passo di vite a fianco diritto (profilo a dente di sega). b) La membrana: è in gomma sintetica; fissata tra le due semi-sfere, ne assicura la tenuta. c) L'azoto: è introdotto dal tappo di riempimento. In assenza di liquido occupa tutto il volume, preme la membrana sulla parete e lo scodellino della sua sede. La sua pressione in tal caso, coincide con la pressione di taratura dell'accumulatore. Punti particolari: quando l'accumulatore è caricato, il liquido occupa una parte notevole di volume alla pressione di utilizzazione. E' grazie alla comprimibilità dell'azoto che la caduta di pressione non è elevata e brusca quando si ha consumo di liquido. Il liquido è respinto dall'azoto che si espande progressivamente fino alla pressione di taratura. A questo punto, la pressione cade molto rapidamente. Scelta dell'accumulatore: la taratura dell'accumulatore è determinata in funzione del ruolo a cui è destinato. Taratura elevata se si desidera che l'accumulatore restituisca una grande quantità di liquido unicamente tra due pressioni: tra pressione di disgiunzione e congiunzione, per esempio. Taratura piu debole per ottenere una più grande quantita di liquido "immagazzinato" utilizzabile: accumulatore principale utilizzato come riserva di frenatura per esempio. Identificazione degli accumulatori: gli accumulatori sono contrassegnati da una cifra punzonata sul tappo dell'apertura di riempimento. 40 per i veicoli a frenatura con dosatore ID19B (DV) - ID20 (DT) e precedente ID19 Super [ndr: nonché DSpécial e DSuperDSuper5). 65 per tutti gli altri veicoli D. VI - CONGIUNTORE DISGIUNTORE Generalità. Il congiuntoredisgiuntore fissa: -una pressione minima necessaria al corretto funzionamento degli organi; -una pressione massima per ottenere un volume di "immagazzinamento" sufficiente nell'accumulatore e per limitare la pressione massima fornita dalla pompa. Descrizione: esso è composto essenzialmente da tre camere collegate tra loro da due valvole. Camera A: collegata all'alimentazione. Camera U: collegata all'accumulatore e all'utilizzazione. Camera R: in collegamento col serbatoio. Valvolina anti-ritorno: lascia passare il liquido solo da A verso U. Valvola tra le camere A e R: comandata dalla pressione esistente nella camera U a mezzo di un pistone che preme sulla sferetta B della valvola. Vite di espansione: permette la eventuale messa in comunicazione dell'utiliz zazione (accumulatore) con il serbatoio. Funzionamento: a) Messa in pressione: la pressione sale nella camera A, alza la valvolina antiritorno e sale nell'accumulatore U. La pressione è nulla nella camera R. La pressione agente sulla superficie s della sferetta genera una forza f = P x s che tende a premere la sferetta sulla sua sede. Questa stessa pressione si esercita sul pistone (camera U) e genera una forza F = P x S che tende a staccare la sferetta dalla sua sede. La superficie S essendo superiore ad s, la risultante di F e f: (F - f) staccherebbe la sferetta dalla sua sede sin dalla messa in pressione. Per trattenere questa sferetta fino alla pressione determinata (pressione di disgiunzione), sotto la sferetta e posta una molla T. b) Disgiunzione: quando la risultante (F - f) diventa superiore a T, la sferetta B si stacca dalla sua sede. La pressione cade nella camera A, la valvolina antiritorno si chiude. Diventando nulla la pressione nella camera A, la 13 forza f diventa ugualmente nulla, aumentando così la preponderanza di F su T, ciò che rinforza e mantiene l'effetto della disgiunzione. La pompa eroga liquido senza pressione al serbatoio. c) Congiunzione: Il consumo di liquido determina un abbassamento di pressione nell'accumulatore e la forza F diminuisce. Quando T diventa preponderante, la sferetta B si assesta nella sua sede. La pressione allora sale nella camera A, generando nuovamente una forza f che aumenta cosi la preponderanza di T. La pompa eroga liquido in pressione nelle camere A e U. Identificadone dei congiuntori-disgiuntori: I congiuntori-disgiuntori montati sui veicoli equipaggiati di pompa a 7 pistoni e di pompa monocilindrica differiscono unicamente nelle pressioni di funzionamento: C.D. per pompa monocilindrica, riferimento: senza gola nella parte inferiore del tappo. Pressioni: disgiunzione: 130 a 140 Kg/cm2 congiunzione: 100 a 110 Kg/cm2 C.D. per pompa a 7 pistoni, riferimento: gola circolare nella parte inferiore del tappo. Pressioni: disgiunzione: 150 a 170 Kg/cm2 14 congiunzione: 130 a 140 Kg/cm2 Osservazione: A partire da Febbraio 1969 il congiuntore-disgiuntore montato sui veicoli DV e DT (ID 19 B e ID 20 di serie), senza servosterzo (con pompa A.P. monocilindrica) è del medesimo tipo di quello montato sui veicoli con servosterzo (con pompa A.P. a 7 pistoni) ed avente perciò la stessa taratura delle pressioni di congiunzione e disgiunzione. Sto rientrando da La Minigonna Ovvero come Sergio Cerreti ha corrotto i costumi fiorentini importando nel capoluogo toscano sconce mode d’oltremanica. Appunti di Viaggio del nostro Presidente Montecatini Terme, dove ho accompagnato di prima mattina i miei genitori: scesi all'Ercolini Savi per "passare le acque" secondo una consuetudine curativa annuale di mio padre. Due settimane da trascorrere nella quiete rilassante dei grandi parchi termali del Tettuccio e della Torretta, scandite dai classici cinque bicchieri d'acqua mattuttini, dal concertino al tempietto della musica, dalla immancabile colazione con i croissants fragranti di burro e il cappuccino; e dalle lunghe file necessarie per restituire alla natura il prodotto del ciclo biologico della vita, azione stoica e molto intima immortalata dall'ironia di Odoardo Spadaro nella sua celeberrima e un po' invereconda "Alle terme". E' il 2 settembre 1964, la ID scorrazza ormai da quattro mesi: ne siamo pienamente soddisfatti, entusiasti del confort ineguagliabile di questa automobile che con la recente apertura dell'Autostrada del Sole fra Firenze e Roma ci consentirà di spostarsi fra le due città in tempi rapidi parendo di stare nel salotto di casa. Il rodaggio è terminato e il rientro a Sesto sull'Autostrada del Mare mi pare l'occasione adatta per provare appieno la macchina, verificarne le prestazioni, la velocità di crociera, i consumi. Le condizioni sono ottimali: giornata bellissima, traffico pressoché inesistente a quest'ora, non sono neppure le dieci. Imboccata l'autostrada, lancio la ID alla ricerca del massimo delle sue possibilità: oltrepasso il casello di Pistoia con la lancetta del tachimetro oltre i 150 all'ora, il motore romba costante nell'abitacolo e invita alla velocità ... D'un tratto il cervello elabora un'immagine impressa sulla retina: o cos'è quella sul bordo della carreggiata col braccio teso e il dito alzato? Certo, una che fa l'autostop. Ma com'è vestita? ... Mi sbaglio o indossa una minigonna!? Colpo d'occhio nel retrovisore, conferma immediata dell'immagine percepita d'un soffio, colgo già in lontananza la figura snella della ragazza e un paio di gambe scoperte, lunghe da fare impressione! Certo, quella è in minigonna, la prima che vedo dal vero, sicuramente una straniera: da noi l'orlo delle gonne è ancora fermo - a voler esagerare - appena sopra il ginocchio, la nuova moda lanciata da Mary Quant non ha ancora rotto certi principi nella mentalità e nei costumi delle nostre ragazze. Anche se Zizi Jeanmarie e le gemelle Kessler, mostrando alla TV le loro splendide gambe, hanno già cominciato a sconvolgere i pensieri degli uomini e a indispettire mogli e fidanzate, mettendo in crisi certi principi moraleggianti di casa nostra. Istintivo colpo di freni (la miglior prova per misurare la loro efficacia e la assoluta stabilità della ID tenendo il volante con due dita!), stridore di gomme, l'auto si ferma qualche centinaio di metri oltre la ragazza. Mi sorprendo con me stesso, non sono uso a dare passaggi ad estranei. Ma non importa: mi volto indietro, innesto la retromarcia, intravedo la ragazza che ha raccolto il suo sacco e si avvia verso di me, solo ora percepisco l'intruso di un compagno di viaggio. Comunque accellero per quanto possibile, ad evitare che qualche altro automobilista possa farsi venire la mia stessa idea. Raggiungo la ragazza, seguita a qualche metro di distanza dal suo compagno, le apro la portiera di destra: lei si china leggermente e si affaccia, i lunghi capelli biondi, fluenti in avanti, le incornicano il volto ovale, chiara la pelle, occhi celesti, la bocca esile atteggiata in un sorriso gentile, un po' accattivante (sintetizzo subito che mi piace, sì: mi piace davvero!). Mi chiede in inglese se vado a Firenze: certo che vado a Firenze, ci andrei apposta in un caso così! Salgono ambedue, lei davanti lui dietro, con i loro zaini: il solo bagaglio che li accompagni nel loro girare il mondo. Siamo ripartiti, ma ora non ho più alcun motivo per correre, anzi il tempo deve essere rallentato a prolungare questa occasione d'incontro (e penso, scocciato, agli impegni che non possono essere rinviati ... Porca miseria! Possibile che non si possa mai disporre di se stessi secondo le esigenze più imprevedibili?). Intanto scruto il più possibile la biondina seduta alla mia destra tentando di parlare con lei tramite quel poco di inglese scolastico che ricordo a stenti e con pena; loro sono olandesi, comprendo che hanno in programma un giro per l'Italia, fino alla Sicilia. Mi volto continuamente dalla sua parte, tenendo un occhio alla strada ed uno a lei, alle sue gambe ... Indossa davvero una minigonna, la prima ch'io possa apprezzare dal vero e così da vicino; vista finora solo in televisione o sulle riviste, questa moda considerata "osé" stenta ad attecchire fra le ragazze italiane, in forte ritardo rispetto ai costumi di certi paesi europei cosiddetti "evoluti". Intanto, nel sedersi l'orlo 15 della gonna le è salito un bel pezzo in su mostrando le gambe affusolate e ben tornite, forse un po' magre, ma la ragazza è esile, longilea. Giovanissima - così sembra - e assolutamente disinvolta sta seduta un po' di traverso, le ginocchia inclinate verso di me: cosicché il mio sbirciare è magnetizzato dall'ombra della gonna che maliziosa evidenzia il cavo formato dalle gambe, invitandomi a fantasticare sulle grazie che si celano poco più su... E mi sento attratto dagli sguardi intensi di lei, parlando. Mi domando quanto tempo dovrà trascorrere perché anche le nostre donne cancellino il tabù delle gambe scoperte, cacciando via dalla testa degli uomini certe curiosità morbose, distorcenti, facendo tabula rasa di detti come quello che "per vedere le gambe a mia moglie ho dovuto sposarla!". Agli uomini della nostra generazione sarà dato di poter apprezzare tutto, o quasi, anche prima del matrimonio? E cosa resterà allora da scoprire del pianeta-donna e dei suoi misteri? Quali saranno le nuove armi della seduzione femminile: andare in giro nude (ma è proprio seduzione questa?) o sbatterci subito in faccia i loro attributi? E i maschietti 16 cosa faranno da grandi? Idee, domande che frullano in testa alla rinfusa, senza senso apparente ... E intanto cerco di apprezzare quanto più sia possibile quel piccolo tesoro apparso al mio fianco come d'incanto e he desta in me sensazioni assolutamente nuove. Senza essermene reso conto, ecco gli ultimi metri dell'autostrada, stiamo entrando in città, è apparso il cartello FIRENZE che ha destato l'entusiamo dei due giovani, sembrano non stare più nella pelle. Non hanno una destinazione precisa, per loro va bene di essere portati in centro. Percorriamo via Baracca, Porta al Prato, i lungarni (cerco di dar loro qualche spiegazione a mezze parole per quel che vedono della città), la ragazza sta a bocca aperta come scoprisse il mondo. Ed ecco Ponte Vecchio: "the Old Bridge!" esclama la ragazza puntando l'indice come per cogliere la certezza materiale di immagini colte solo sui libri, o sulle guide. Fermo la ID all'imbocco del Ponte: i ringraziamenti, una forte stretta di mano, il suo nome (toh, non ci avevo nemmeno pen- sato!) "my name is Margarethe", un sorriso luminoso, grande che penetra dentro. Le portiere sono state richiuse, la biondina resta lì come stordita, quasi statuaria, alta nella sua minutezza, calamitata dalla città che le sta intorno: io e la ID non esistiamo più anche se resto lì ancora qualche secondo, senza ripartire, non so nemmeno perché. In quegli stessi istanti colgo lo sguado incur i o s i t o , fors'anche sorpreso, di molti passanti, anche di donne ... Un fatto è certo: la minigonna ha fatto colpo immediato! La minigonna nel depliant dei modelli D stampato per gli USA Consigli per gli acquisti Guida all’acquisto, manutenzione e restauro della Citroën SM Di Maurizio Baiocchi, Presidente dell’SM Club Italia INTRODUZIONE Riceviamo diverse richieste di informazione circa la manutenzione, il restauro e la disponibilità di ricambi da parte di proprietari di SM e di appassionati che intendono acquistarne una o che si avvicinano ad essa per la prima volta. Riteniamo pertanto utile fornire alcuni consigli pratici ed indicazioni generali in merito, tratte (con alcuni adattamenti) da specifici articoli apparsi sulle seguenti Riviste francesi: Retroviseur n. 133-9/99, Auto Retro n. 208-3/98, Retromania n. 4-8/94, Revue SM Club de France n.46-7/99. Le note seguenti non sono certo esaustive dei vari argomenti che possono essere meglio approfonditi rivolgendosi ad uno specialista di questa vettura, ed integrate con le diverse esperienze personali di chi usa da tempo la Citroën SM. Si consiglia anche di consultare libri, riviste e documentazione tecnica sulla SM, la cui bibliografia è stata pubblicata sul n. 19 di IdéeSse Informa. Cogliamo l'occasione per ricordare a tutti i proprietari di SM, di compilare la Scheda Censimento SM per il R.I.A.S.C., da richiedere e restituire all' SM Club Italia, o all' IdéeSse Club. ASPETTI BUROCRATICI E VERIFICHE PRELIMINARI IN CASO DI ACQUISTO La vettura è completa? E' usata regolarmente o ferma da tempo? Quali interventi di riparazione o restauro si prevedono necessari? Verificare che i documenti (Carta di Circolazione e Foglio Complementare o Certificato di Proprietà) siano in regola, che il bollo sia stato pagato e che vi sia un'assicurazione in corso : questi ultimi due elementi , insieme alla data dell'ultimo cambio olio danno un'idea circa l'uso della vettura. E' importante verificare che l'auto sia in regola con la Revisione periodica : nel 1999 devono essere revisionate le auto la cui revisione precedente è stata fatta entro il 1995. Qualora l'auto sia radiata o priva di documenti, per procedere alla reimmatricolazione è necessario richiedere all' ASI (tramite un Club ad esso federato) il "Certificato delle caratteristiche tecniche", con il quale sarà poi possibile avviare la pratica presso la Motorizzazione. L'SM è omologabile ASI, ente tramite il quale allo scadere del trentesimo anno dalla sua costruzione, potrà essere richiesta l'esenzione dal bollo, a meno che non sia prossimamente approvata la proposta di legge che dovrebbe portare all'esenzione automatica dal bollo (o al pagamento di un bollo simbolico di 50.000 Lire) per tutte le auto di oltre 30 anni, indipendentemente dall'omologazione ASI. Possono in ogni caso essere stipulate apposite Polizze assicurative per autostoriche, a prezzo molto conveniente rispetto alle normali tariffe. MOTORE E COMPONENTI MECCANICI Il V6 Maserati si caratterizza per la reputazione di fragilità della sua distribuzione (catene e tendicatena). In effetti, numerose vetture hanno subito, specie nei primi anni in cui la SM era in vendita, gravi danni al motore, comportanti spesso la sostituzione completa prima di 50.000 km. Col tempo e con gli interventi successivi per migliorare l'affidabilità, la situazione è migliorata, e per gli esemplari attualmente in buono stato non si dovrebbero temere grossi problemi al propulsore. Attualmente tra i proprietari di SM vi sono, specie in Francia, due correnti di pensiero in merito. La prima consiglia di acquistare solo SM di cui si può verificare che vengono usate spesso e su lunghe distanze. Infatti l' SM è un'auto che deve viaggiare, l'immobilità è la cosa più deleteria che le possa capitare . Quindi, secondo molti proprietari che la usano abitualmente o che la hanno acquistata all'epoca, non bisogna temere esemplari che abbiano dei chilometri (ciò prova che l'auto viene usata), mentre è meglio diffidare di vetture ferme da anni. Si consiglia quindi di controllare il gioco e la tensione delle catene secondarie (anteriori) ogni 20.000 km., con sostituzione di tutte le catene di distribuzione ogni 60.000/80.000 km., verificando anche l'usura del pattino tenditore. La durata di vita di un motore così mantenuto può raggiungere, nel caso di una SM usata regolarmente, anche i 200.000 km., specie se si hanno le 17 normali accortezze per un'auto di quasi trentanni (ad es. non tirando troppo le marce o sfruttando sempre a fondo il motore, far scaldare il motore prima di iniziare a tirare). Il secondo orientamento è più allarmista. Alcuni professionisti raccomandano di sostituire il tendicatena originale con uno meccanico rinforzato o idraulico, messo in pressione dall'olio motore (modifica poi impiegata dalla Maserati per lo stesso motore montato sulla Merak, ma non adottata ufficialmente dalla Citroën, se non per iniziativa di singoli proprietari), e montando un albero di comando della pompa dell'olio più resistente, rivedere le bielle e sostituire le valvole di scarico cave al sodio con altre piene (controllo gioco valvole ogni 30.000/40.000 km.). Costo medio di questi lavori: 30.000 Franchi Francesi (circa 9 milioni). Quanto al rifacimento completo del motore, esso costa quasi quanto l'intera vettura: intorno ai 50.000 F.F.(circa 15 milioni); basti pensare che il solo smontaggio richiede 20 ore di lavoro ed altrettante per reinstallarlo nell'auto. In caso di interventi rilevanti sul motore, si consiglia intervenire sin d'ora anche 18 su testate e sedi valvole per adeguarle all'uso della benzina senza piombo. Dopo aver valutato lo stato generale del motore del proprio esemplare, ecco alcuni consigli utili, validi in ogni caso: 1) Ovviamente deve essere sempre curata la normale manutenzione periodica: sostituzione olio motore e filtro (ogni 5.000 km), pulizia e sostituzione filtro aria , candele, livelli liquidi, regolazione puntine, stato di carica della batteria, ecc. 2) Fare attenzione allo stato dell'impianto di raffreddamento (controllando le corrette temperature d'eser cizio): verificare il corretto funzionamento di pompa acqua, termostato radiatore, ventilatori di raffreddamento. Infatti, specie nella marcia in colonna o in salita, possono verificarsi dei surriscaldamenti con possibili gravi conseguenze per le guarnizioni della testata e per il basamento in alluminio. E' utile montare un comando aggiuntivo che azioni direttamente i ventilatori in caso di necessità o di guasto del termostato. 3) Verificare il tasso di compressione (9:1) ed il valore della pressione dell'olio (6 bar a 3.000 giri). 4) Sulle versioni a iniezione, esaminare lo stato dei condotti di alimentazione della benzina, da sostituire periodicamente, dato che col tempo possono fessurarsi con perdite di carburante e conseguente rischio di incendio. 5) Controllare lo stato dei tubi dell'olio, da sostituire se rovinati o arrugginiti. 6) Per ridurre lo sforzo sull'albero motore e quindi sulla catena primaria, può essere utile inserire un interruttore aggiuntivo che comandi l'inserimento del compressore del condizionatore solo quando si vuole l'aria condizionata fredda, mentre in origine il compressore si attacca sempre all'inserimento del ventilatore interno, anche quando si vuole solo aria calda. 7) Controllo regolazione carburatori: ogni 10.000 km.. 8) Verificare lo stato dell'impianto di scarico; specie le marmitte posteriori ed i relativi quattro tubi tendono ad arrugginirsi , in particolare in caso di uso limitato. Esistono ricambi sia in ferro normale, sia in acciaio inox , di produzione inglese e francese, che garantiscono maggior durata. Un impianto completo inox costa però oltre 2 milioni più il montaggio. 9) Consumi medi d'uso: Carburatori = 12,5-13,5 l/100km.; Iniezione = 1214 litri; Olio motore = 1 litro ogni 2.000-3.000 km. TRASMISSIONE Cambio e frizione sono nel complesso piuttosto affidabili e duraturi. Controllare comunque il gioco dei giunti cardanici ed il gioco della 4a e della 5a; gli ingranaggi del pignone della 5a possono usurarsi. Verificare periodicamente il livello dell'olio del cambio, specie se vi sono perdite o trafilamenti. Controllare la regolazione della frizione. IMPIANTO ELETTRICO E CLIMATIZZAZIONE Verificare che l'alternatore carichi regolarmente e il regolatore di tensione funzioni bene. Controllare: i cavi e le connessioni elettriche; i cavi delle candele; la calotta dello spinterogeno; stato e tensione delle cinghie di alternatore e condizionatore; il corretto funzionamento dei fari che, specie gli anabbaglianti originali, sono poco efficaci e la cui parabola tende ad opacizzarsi o arrugginirsi (la Valeo ha rifabbricato nuovi proiet- tori, con una buona resa luminosa). Verificare il corretto funzionamento dei fari girevoli, il ci meccanismo è pressoché introvabile da nuovo. Controllare il corretto funzionamento anche dei vetri elettrici (spesso tendono a bloccarsi), della radio e dell'antenna elettrica, nonché dell'impianto di climatizzazione in generale che, se ben funzionante, ha un discreto rendimento. In mancanza del condizionatore, l' SM è certo una vettura piuttosto "calda" d'estate, ma che si apprezza d'inverno. E' possibile il montaggio dell'accensione elettronica (Lumenition), utilizzata soprattutto all'estero, al posto delle puntine di serie (soggette ad usura e sregolazioni), che garantisce maggiore regolarità di funzionamento, miglior equilibrio tra le bancate, partenze più facili e minor consumo. IMPIANTO IDRAULICO Il circuito idraulico, che comanda sospensioni, freni e sterzo, richiede un adeguato controllo e manutenzione periodica (livello e sostituzione periodica liquido LHM). Prestare attenzione ad eventuali perdite di liquido idraulico dal congiuntore/disgiuntore, dalle cuffie parapolvere delle sospensioni, e da sotto il pedale del freno; verificare che la pompa HP carichi correttamente. Controllare lo stato di carica e sostituire le sfere idrauliche o le loro membrane ogni 40.000-50.000 km. o ogni 5-6 anni, in caso di ridotto chilometraggio. Verificare il funzionamento dello sterzo, la corretta centratura ed il relativo gioco dei giunti. CARROZZERIA Il telaio a piattaforma ed i longheroni richiedono un esame attento, così come le saldature dei punti di fissaggio dell'avantreno. Rischi di ruggine all'interno delle lamiere, specie nelle seguenti zone: - Parafanghi anteriori, sopra il paraurti al limite del passaggio ruota e verso la base della porta; parti inferiori delle portiere; parafanghi posteriori sopra il passaggio ruota. - Fondo del bagagliaio, bordo del lunotto e base del parabrezza. - Carenatura anteriore, sotto il paraurti, interno passaggi ruota e lamiere di protezione dei cilindri delle sospensioni anteriori. - Alloggiamento della batte- ria. INTERNI L'interno in tessuto, tipico di quegli anni, tende ad usurarsi maggiormente (specie le cuciture dei sedili e delle portiere anteriori, nonché la seduta del posto guida) rispetto al rivestimento in pelle (che va comunque curato con appositi prodotti per mantenerlo nel tempo). Un rifacimento dell'interno o un interno in pelle non costa meno di 3,5-4 milioni. Verificare il corretto funzionamento dei vari meccanismi di regolazione dei sedili. E' consigliabile montare cinture di sicurezza anteriori omologate , necessarie in caso di Revisione. La radio originale Autovox o Continental Edison , con antenna elettrica e i 3 altoparlanti, completano adeguatamente l'interno. PNEUMATICI Verificare attentamente lo stato dei pneumatici e curarne scrupolosamente la manutenzione (pressione, equilibratura, inversione periodica ogni10.00015.000 km.) per garantire una durata di almeno 40.000 km. per ogni treno, dato che gli XWX originali sono oramai inseriti nel Catalogo Pneumatici d'Epoca della Michelin, ed hanno un prezzo attuale di listino di circa 1.300.000 CADAUNO. Le ruote in Resina Rinforzata, disponibili dal 1971 come optional, sono reperibili presso alcuni rivenditori francesi ad un prezzo di circa un milione l'una. DISPONIBILITA' RICAMBI Pur se i ricambi specifici per l' SM non sono quasi più reperibili presso la normale rete Citroën, alcuni specialisti ne hanno ancora una discreta disponibilità per interventi di manutenzione e restauro (…a prezzo adeguato). Si possono comunque trovare anche diversi pezzi di occasione, mentre altri ricambi (ad es. alcune componenti di freni, cambio, impianto idraulico, ecc. sono intercambiabili con la DS e con altre Citroën più recenti. Comunque, in questi ultimi anni è stata avviata (in Francia e in Inghilterra) la rifabbricazione di molti pezzi che sono quindi reperibili abbastanza agevolmente (ad es. fari, pastiglie freni, impianto di scarico, cinghie, vetri dei fari, ecc.) . In particolare, l' SM Club de France dispone di un ampio stock (con oltre 500 referenze) di ricambi originali, d'occasione e rifabbricati, che coprono buona parte delle necessità di meccanica, idraulica, componentistica; di altri pezzi sarà prossimamente avviata la rifabbricazione, mentre è un pò più ridotta la disponibilità di pezzi e lamierati di carrozzeria. Tali ricambi vengono forniti, a prezzo di costo, SOLO ai membri dell' SM Club de France, di cui fanno parte anche i nostri Soci dell' SM Club Italia, che possono quindi ordinare direttamente in Francia i ricambi necessari e riceverli per posta. Quindi, complessivamente, la disponibilità dei ricambi è piuttosto buona, certamente migliore rispetto a 10-15 anni fa, e consente di far fronte tranquillamente alle normali necessità per manutenzione e restauro. QUOTAZIONE Tenendo conto delle sue particolari caratteristiche e della tecnica, all'epoca all'a- vanguardia, l' SM ha ancora quotazioni piuttosto basse, dato anche che in Italia è poco conosciuta e quindi vi è una domanda ancora limitata, ma con un interesse in aumento da parte di nuovi appassionati; nei prossimi anni si prevede comunque una adeguata rivalutazione, in linea con il contenuto tecnico e storico di prim'ordine della SM. Il restauro e la manutenzione sono invece piuttosto costosi (dato il prezzo di alcuni ricambi e della manodopera specializzata), e quindi è certamente preferibile un esemplare già in buone condizioni, senza necessità di interventi particolari, anche se di prezzo più elevato, che non un'auto a basso prezzo ma bisognosa di lavori rilevanti o di un restauro totale. In tal caso può essere opportuno iniziare con gli interventi necessari per il buon funzionamento generale della vettura (meccanica, idraulica, ecc.) consentendone il normale uso su strada, rinviando gli interventi di dettaglio o di perfezionamento estetico in tempi successivi. In Italia, Ruoteclassiche riporta una quotazionebase di 17 milioni, da considerarsi però un prezzo minimo per un discreto esemplare, mentre una SM in buono stato può certa- 19 mente raggiungere, per i motivi sopra esposti, una valutazione dai 20 ai 30 milioni(in funzione delle effettive condizioni), o anche oltre per esemplari pressoché perfetti, riportati a nuovo o da concorso. L'eventuale omologazione ASI può contribuire ad aumentare il valore dell'auto. In Francia la quotazione per una SM in buono stato è i 75.000/80.000 F.F. (22-24 milioni), ma si leggono spesso annunci per oltre 100.000 F.F. (30 milioni). In Inghilterra, dato il numero più ridotto di esemplari ivi esistenti e la sterlina alta, la quotazione è ancora superiore. La meccanica della versione «injection» Motore con alimentazione ad iniezione fax 051/4292061. Per ogni altra informazione, potete rivolgerVi all' SM Club Italia, ai seguenti indirizzi: Presidenza presso: Baiocchi Maurizio Viale Trento, 81 61100 Pesaro; tel. 0721/67553 (ab.) tel. 0721/30615 (uff.); fax 0721/30618; E-mail: [email protected] Segreteria presso: Ugolino Ugolini Via Mazzini, 26 40138 Bologna tel. 051/344897 20 La meccanica della versione «carburatori» Propulsore alimentato con tre carburatori Model “D” isme Prontuario per il cacciatore di piccole Citroën A cura di Maurizio Venturino. Seconda parte (segue da IDéeSse InForma 19) Con questa puntata concludiamo il capitolo dedicato alla produzione della spagnola Paya, spostandoci in avanti di circa quattro anni, dal 1963/1964 al 1968/1970. Seguendo gli aggiornamenti stilistici subiti dall'originale passata nel 1967 da "monofaro" a "bifaro", anche la Paya mise in produzione in due anni una serie di ben dodici riproduzioni comprendenti berline, break e cabriolet, come di consueto in scala 1:12. Nel 1968 venne presentata la DS21 berlina in plastica e metallo con carrozzeria rossa e tetto beige (foto 1), filoguidata, dotata di telaio in lamiera, provvista di vetri ed interni, con cornici dei vetri e maniglie e paraurti cromati. Da notare che in questo modello, come nei successivi, i rostri anteriori, peral- tro appena accennati, erano anch'essi cromati, dando l'impressione di trovarci di fronte ad un paraurti delle prime serie. Questa riproduzione era inoltre munita di pneumatici con fascia bianca e fari anteriori e lampeggiatori posteriori funzionanti che la rendevano nel complesso ben riuscita. L'anno successivo entrarono in produzione tre DS21 cabriolet la prima delle quali partiva dal telaio in lamiera della berlina, aveva carrozzeria in plastica azzurra, gli interni bianchi, mentre l'imitazione della capote in posizione aperta era color crema. Era infine dotata di comando filoguidato con clacson funzionante. La seconda versione (foto 2) si potrebbe definire semplificata. Venne utilizzato infatti lo stesso stampo cambiando però l'abbinamento dei colori della carrozzeria, ora rosso con capote crema ora blu con capote sempre crema. Era presente un omino seduto al posto di guida. La differenza sostanziale stava nella trazione: non più a batteria con comando a filo bensì a frizione. Tale realizzazione aveva inoltre degli orrendi cerchioni neri provvisti di piccoli copriruota bianchi addirittura piatti. La terza variante della DS21 cabriolet uscita nel 1969 è definibile… a spinta! Era provvista di un comando semirigido, terminante in un volante, che, entrando dal lunotto posteriore, permetteva ai bambini di… guidarla. Aveva copriruota cromati e clacson funzionante ed era interamente in plastica. Il 1970 è un anno eccezionale per i pargoli dell'epoca: vennero com- mercializzate ben 8 ID21 break, alcune di plastica altre con pianale in lamiera e carrozzeria in plastica. Si iniziò con un modello interamente in plastica di colore verde, portellone apribile, interni stampati termicamente e provvisti dei due soli sedili anteriori. Come ormai d'abitudine i paraurti, i coprimozzi, le maniglie delle porte e le cornici dei vetri erano cromati. I pneumatici avevano il bordo laterale bianco. Venne quindi il tempo delle "speciali": sei modelli dedicati ai pompieri, croce rossa spagnola e polizia municipale (vedi foto 3,4 e 5). Ognuno di questi fu commercializzato in due versioni: una filoguidata ed una semplice cioè non provvista di alcun sistema di trazione e con ruote anteriori non sterzanti, tutte con telaio in lamiera e carrozzeria in plastica, con faro lampeggiante (non funzionante) sul tetto, rosso per prime due e blu per la terza. La fattura di queste automobili era pregevole anche se gli interni erano provvisti solamente dei sedili anteriori, tranne che per la "pompieri" dotata anche di panchetta posteriore abbattibile. Portellone apribile su Foto 1 Foto 2 Foto 3 Foto 4 21 In Forma! La nuova veste grafica A cura del Comitato di Redazione Foto 5 tutte quante. Dettagliato e ben riprodotto il cruscotto. I colori erano ovviamente rosso per i pompieri, bianco per l'ambulanza, blu con porte bianche per la polizia municipale. Dotate di delcalcomanie di identificazione sulle porte e sui cofani, l'ambulanza aveva inoltre una croce rossa sul tetto e sul vetro posteriore. Infine una curiosità: la Paya per facilitare la scelta ai bambini più esigenti ed innervosirne i genitori, mise in commercio una scatola di montaggio comprendente la scocca del tipo filoguidato e quattro carrozzerie intercambiabili dell'ID21 break nei colori verde, rosso, bianco, blubianco, da costruire in base ai gusti ed alle scelte delle… piccole pesti. (segue sul prossimo numero) 22 Il cinque ottobre 1990 tra i gessi barocchi del Castello di Sammezzano e le aerodinamiche sagome delle nostre berline, in occasione del Raduno organizzato per celebrare i trentacinque anni della DS, veniva presentato l'IDéeSse InForma. Voluto fortemente fin dall'inizio come strumento fondamentale per la comunicazione tra i Soci, InForma nasce da uno studio accurato sia relativo ai contenuti che al formato di stampa. Il primo Comitato di Redazione è diretto da Marco Gulli, giornalista pubblicista e comunicatore di professione e comprende Sergio Cerreti e Maurizio Marini per la parte tecnica e storica. Il numero uno della rivista contiene tre articoli firmati ciascuno da un membro del Comitato di Redazione: apre Sergio Cerreti con un titolo emblematico "Un sogno divenuto realtà" riferito proprio all'uscita del nostro periodico, segue Maurizio Marini con la cronaca della presentazione DS il cinque ottobre '55 e Marco Gulli con un piacevole pezzo sulla riscoperta della DS come auto da collezione (era proprio dieci anni fa che le nostre vetture passavano ad essere da "auto vecchie" a "auto storiche"). Il numero due di InForma usciva il dieci marzo del '91; completamente rivisto nella sua veste grafica (che manterrà inalterata sino al numero sei) cresceva in numero di pagine e contenuti. Dal numero tre e con la sola esclusione dei numeri quattro otto e nove arrivava la "bella di copertina", si istituiva cioè la regola verbale dell'avere una dea di carne accanto alla divina di ferro. Tra le donne in copertina di IDéeSse InForma troviamo Jayne Mansfileld, Gina Lollobrigida, Brigitte Bardot, Jane Birkin sino alle gemelle IDéeSse di questo numero, oltre ad altre meno note ma non per questo meno carine signore. Dal numero sette al dodici il Comitato di redazione si sposta a Firenze: a causa di sopraggiunti impegni di lavoro, Gulli prima (di fatto dal numero tre) e Marini poi lasciano al già oberato Presidente (che ha fatto veri miracoli) il compito di redarre, comporre e persino stampare e spedire l'InForma. La macchina da stampa aretina coordinata da Maurizio Marini riprende a girare solo il ventitre giugno del '96 con l'uscita di InForma 13: copertina a colori, netto miglioramento della qualità di stampa di testo e foto (composizione interamente elettronica) e nuova veste editoriale. Il cambio d'abito non è una rivoluzione: resta il formato 21/29.7 (il classico A4) e l'impaginazione a tre colonne ereditata dal numero uno, vengono solo impostate quelle regole che consentiranno a partire dal numero sedici di entrare in tipografia per la stampa. Col presente numero di IDéeSse InForma, tirato ormai in un numero di copie dieci volte superiore alla prima uscita, abbiamo deciso di sfruttare a fondo gli strumenti della moderna stampa tipografica. E' cambiata radicalmente l'impostazione, il formato, il carattere e l'incolonnamento, tutto ciò che insomma forma l'aspetto di una rivista. Si è passati dal formato verticale (assai poco Citroën) a quello orizzon- tale, simile nella forma e nel carattere ai depliant della Casa francese ed ai familiari libretti di uso e manutenzione. Le immagini hanno finalmente una didascalia (ci voleva tanto?) e la quantità di informazioni (testo) a parità di pagine è cresciuta del 30%. Un'altra novità è costituita dal cambio di contenuti: l'IDéeSse InForma esce due volte all'anno (cercheremo di aumentare la frequenza, ma questo richiede tempo ed energie) non è quindi il luogo idoneo ad ospitare la cronaca (vi immaginate se La Repubblica fosse un "quotidiano a cadenza semestrale"!). Tutti i resoconti dei raduni e delle manifestazioni, gli avvisi urgenti, il mercato e l'agenda passa perciò sul «Foglio Notizie-Le Citroën» che, uscendo più o meno mensilmente, raggiunge in modo tempestivo tutti i Soci. 23 Publicité Con questo simpatico pescione su zampe da trampoliere (l’aria e l’acqua, ricordate?) chiudiamo la serie di copertine dedicate alla pubblicità disegnata da André François per la sospensione idropneumatica delle ID/DS. Dal prossimo numero di IDéeSse InForma troverete riprodotte in ultima di copertina le più belle immagini a colori della pubblicità Citroën.