II serie/anno 5 - n.12 - Giugno 2008
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II serie/anno 5 - n.12 - Giugno 2008
Centro Forestazione Urbana Sentieri in città IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE AL CMP ROSERIO PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE PREVIO PAGAMENTO RESI Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n°46) art.1, comma 2, DCB Milano Notiziario di Boscoincittà e Parco delle Cave II serie/anno 5 • n. 12 • giugno 2008 editoriale Dire, fare, partecipare I cantieri di lavoro volontario sono un appuntamento ormai noto alle famiglie dell’area milanese che, la domenica, decidono di dedicare qualche ora del proprio tempo libero alla cura del parco (prossimi appuntamenti a pagina 3). Il tema è altrettanto caro a quelle classi che ogni anno aderiscono all’attività di educazione ambientale Il parco cresce con noi: piantagioni, pulizie, piccoli lavori di carpenteria. È invece meno conosciuto da quelle aziende che propongono ai propri dipendenti giornate di volontariato in campo sociale o ambientale, abbinando al ‘servizio’ un’occasione di socializzazione tra persone che, pur fre- quentando lo stesso ambiente di lavoro, possono realmente avere poche occasioni per conoscersi a causa dei più svariati motivi come, ad esempio, le dimensioni aziendali, i diversi ruoli ricoperti, il decentramento delle sedi. Il Community Day di Levi’s o il Google Serve sono le due esperienze che hanno avvicinato il nostro Centro a questa esperienza, dimostrando che il parco, grazie alla regia e all’impegno dei suoi operatori, è un luogo ideale, un laboratorio flessibile, adattabile alle esigenze di coloro che organizzano giornate di volontariato aziendale: una buona occasione, dunque, per le aziende e per il parco stesso. Questa modalità di interazione tra aziende e realtà locali è molto interessante, come del resto lo è quella più conosciuta delle sponsorizzazioni che, negli anni, hanno consentito a enti e associazioni di fare ricerca, organizzare campagne e promuovere iniziative in campo ambientale, culturale o socio-assistenziale, al fine di migliorare la qualità della vita dei cittadini. Con le sponsorizzazioni le aziende hanno contribuito, e contribuiscono ancora, alla vita culturale e associativa del Paese, con il volontariato aziendale costruiscono relazione con la società. MILENA BERTACCHI Lavori in corso Per fare un bosco Ci vogliono i terreni, gli alberi e gli arbusti, le persone che lo piantano e lo curano: a novembre con i cantieri di volontariato che coinvolgeranno famiglie, scuole e scout pianteremo oltre 13.000 nuove piante on è la festa degli alberi ma un bosco vero per i milanesi intitolavano le locandine utilizzate a metà degli anni ’70 per chiedere ai cittadini di partecipare alle piantagioni organizzate dal Gruppo giovani di Italia Nostra per cominciare a realizzare quello che in pochi anni sarebbe diventato il Boscoincittà. Un’area di trentacinque ettari e una cascina disabitata sono, nel 1974, il nucleo originario del parco che oggi si estende su una superficie di oltre centoventi ettari. Il primo progetto è datato 1973: mentre un’equipe di Italia Nostra (agronomi, forestali, architetti, paesaggisti e urbanisti) lo produce, il Comune di Milano concede all’associazione il fondo San Romano per realizzarlo. Il bosco costituisce l’elemento principale del progetto che si connota come la prima esperienza di forestazione urbana in Italia, antesignana della normativa di riferimento e di molte altre esperienze suc- N cessivamente realizzate sul territorio nazionale. Nelle attività di piantagione vengono coinvolte soprattutto le scuole e gli scout, ma anche i cittadini che singolarmente o in famiglia partecipano alle domeniche di volontariato. Vengono utilizzate le piante disponibili presso i vivai del Corpo Forestale dello Stato, in particolare quelle specie caratterizzate da un rapido accrescimento come la quercia rossa, l’acero montano, l’acero negundo, l’olmo e il frassino. Parallelamente viene allestito un semenzaio e un vivaio per la raccolta di semi e la produzione di piante autoctone da impiegare nella realizzazione dei successivi lotti di bosco. È così che, pian piano, viene messa a punto la tecnica di forestazione urbana poi sempre utilizzata nel parco, tecnica che prevede l’impiego di specie dell’associazione vegetale querco-carpineto essendo il modello di riferimento quello del bosco planiziale a dominanza di quercia. 2 La struttura di un bosco è generalmente suddivisa in uno strato principale di alberi ad alto fusto (50%), in uno strato intermedio di alberi di media grandezza (25%) e in uno strato arbustivo (25%). Nello strato principale vengono piantate farnie, cerri, frassini, pioppi neri, ciliegi selvatici, olmi campestri e tigli nostrani; in quello intermedio carpini bianchi, aceri campestri, padi, meli e peri selvatici; in quello arbustivo prugnoli, noccioli, sanguinelli, viburni, rose canine, ligustri, saliconi, frangole, evonimi e biancospini. Dunque, il prossimo autunno, le piantagioni saranno occasione di partecipazione e volontariato, ma anche di conoscenza delle specie arboree e arbustive che compongono i nostri boschi. Pianteremo giovani piante di uno o due anni di età che all’inizio avranno bisogno di alcune cure colturali a garanzia del proprio sviluppo: nell’immediato e nel corso dei primi tre/quattro anni dall’impianto avranno bisogno di interventi di lotta contro le infestanti e di irrigazioni, negli anni successivi anche di diradamenti selettivi per permettere al bosco di svilupparsi in maniera equilibrata e di raggiungere una piena maturità, caratterizzata dalla capacità di ospitare un grande A fronte: volontari al lavoro in una foto degli anni ’70. Oggi come allora le piantagioni sono occasione di partecipazione alla vita del parco. Sopra: 1974, la prima locandina realizzata per invitare i cittadini a piantare gli alberi di Boscoincittà. A destra: indicazioni per effettuare una corretta piantagione numero di interazioni tra organismi vegetali e animali e di rinnovarsi naturalmente: il bosco è un ambiente vivo, dove alberi, arbusti, erbe spontanee e fiori ospitano uccelli e altri animali selvatici. Ma nel parco non ci sono solo boschi, ci sono anche prati, corsi d’acqua, zone umide, aree agricole coltivate, orti assegnati ai cittadini che li coltivano con grande cura. C’è anche un laghetto. Numerosi sentieri conducono alla sua scoperta: alcuni si inoltrano tra i campi coltivati di Trenno e Figino, altri congiungono il Bosco con il Parco delle Cave e di Trenno. Vi invitiamo a visitarlo, utilizzando la mappa a pagina 14, oppure partecipando alla campagna di volontariato di novembre, quando, dopo le piantagioni vi proporremo alcuni percorsi di visita guidata. MILENA BERTACCHI Cantieri di lavoro volontario ■ Per tutti domenica 9 e 16 novembre 2008 appuntamento: ore 9 - Boscoincittà, cascina San Romano, via Novara 340 Milano ■ Per scolaresche e gruppi scout prenota il tuo cantiere telefonando al Centro per la Forestazione Urbana (02 4522401) 3 Appunti di viaggio Paris nature: la natura diffusa nella capitale francese Paris Nature rappresenta un complesso di iniziative di educazione alla cittadinanza promosse a partire dalla metà degli anni ’80 da un Servizio dedicato dell’amministrazione parigina. In ragione della più che ventennale esperienza, Paris Nature offre una serie di spunti interessanti in termini di innovazione, organizzazione, creatività e integrazione delle proposte La natura diffusa: una prospettiva per la città Belleville, Parigi: un quartiere noto perlopiù per l’ambientazione delle poco ordinarie vicende di Malaussène e della sua bizzarra famiglia, raccontate da Daniel Pennac. Comincia qui questo breve resoconto di ricerca di cui si vuole dare notizia. È qui infatti che ‘flaneggiando’ per le strade del quartiere è possibile visitare tre Jardins partagés1 (Giardini condivisi), sorti molto vicini tra loro ma alquanto diversi: ci offrono vari spunti per illustrare una delle iniziative di Paris Nature. Si tratta di piccoli-grandi luoghi di aggregazione sociale e di natura diffusa, un poco nascosti tra i palazzi: occupano spazi lasciati inconsapevolmente liberi dagli edifici e dal cemento, spesso abbandonati, in attesa di nuove progettualità, dismessi ed emarginati. Grazie al programma comunale Main Verte, la comunità locale organizzata in associazione, si impegna ad animare tali luoghi tramite l’organizzazione di varie attività: orticoltura, floricoltura, allevamento di piccoli animali, di api con la produzione di miele, riciclo di rifiuti e realizzazione di compost, corsi, concerti, incontri di scambi di semi, educazione ambientale, etc. Non solo i residenti sono impegnati in questa iniziativa: una convenzione sottoscritta con il Comune di Parigi assicura la concessione in uso dello spazio, la preparazione del suolo per adattarlo alle esigenze colturali, l’eventuale bonifica, l’approvvigionamento idrico, etc. Su iniziativa dei residenti, sono stati creati 30 Jardins partagés, diffusi soprattutto nei quartieri periferici, dimostrando ancora una volta la vitalità e la risposta di questi margini cittadini spesso non adeguatamente considerati. L’incontro con gli estensori del progetto ha permesso di evidenziare i punti di forza dell’esperienza: la volontarietà, le potenzialità di aggregazione e di in- clusione sociale e la funzione per così dire auto-educativa di piccoli spazi gestiti in condivisione. Pare che, nonostante alcuni scetticismi iniziali, l’autogestione di tali luoghi, accompagnata dalla creazione implicita di una convivialità sulle attività di coltivazione, abbia creato una maggior conoscenza vicendevole e della natura stessa, tanto da incrementare il rispetto nei confronti della componente vegetale e della risorsa condivisa. L’apertura alla cittadinanza viene promossa indirettamente evitando, laddove possibile, la parcellizzazione del terreno (che di fatto ne comporterebbe l’appropriazione individuale), organizzando l’accessibilità in alcuni giorni della settimana e ogniqualvolta un membro dell’associazione incaricata 4 della gestione si trovi all’interno dell’area. Infine, non solo la realizzazione dei Giardini condivisi è stata l’occasione per la nascita di nuovi attori associativi e quindi di nuove comunanze, ma anche un’opportunità raccolta da soggetti locali già attivi nel territorio. Le prime esperienze di Jardins partagés emergono verso la metà degli anni ’90. Non sono estemporanee, nascono piuttosto nel quadro di un processo di evoluzione del Servizio Paris Nature che, in questo percorso, ha coinvolto tutta la Direzione Spazi Verdi e Ambiente2 del Comune di Parigi, alla quale afferisce. Nella capitale dell’Hexagone, sebbene rinomata per i giardini all’italiana, tanto curati quanto frutto di ‘artificializzazione’ permanente, sono stati sperimentati altri approcci, volti a una gestione ecologica degli ambienti, favorendo la crescita spontanea e le specie vegetali più comuni. Si è così constatato, a fronte delle iniziali resistenze rispetto a una natura meno ‘ordinata’, un manifesto consenso da parte dei cittadini che ha coinciso, di fatto incrementandone la misura, con un aumento dell’interesse rispetto al giardinaggio3 e alla conoscenza delle tematiche naturalistiche. L’aspetto in questione attiene alle trasformazioni del ‘percepito’ da parte delle società urbane: dal pittoresco al sauvage apprivoisé (selvaggio addomesticato), dall’ammirazione per i ‘quadri’ bucolici ai rapporti culturali, sportivi, comunque consapevoli con la natura laddove essa si mostri più spontanea. Così anche nei giardini storici (Jardin des Plantes, Bois de Boulogne) la Direzione del Verde ha avviato sperimentazioni in tal senso: ecosistemi acquatici che ospitano specie migratrici, aree destinate al bird watching, etc. L’obiettivo è quello, quindi, di ricreare una ‘natura di prossimità’ che favorisca la circolazione non solo degli umani, ma anche delle specie animali (cfr. Donadieu et al., 2001). Appunti di viaggio “ Siamo un servizio pubblico che lavora per i parigini. Parliamo loro della natura che esiste a Parigi. Il nostro compito è quello di individuare questa natura e in seguito di renderla evidente agli abitanti, affinché essi possano sul lungo periodo prendersene carico ” Claude Frison, vice-direttrice della Division à l’écologie urbaine; in Lizet et al., 1997 All’origine dell’esperienza L’evoluzione dell’idea di natura che ha generato i Giardini condivisi è da ricercare in una maggior conoscenza delle componenti vegetali e animali promossa da Paris Nature a partire dalla metà degli anni Ottanta. Una vera passione e dedizione per la biodiversità di Parigi, ritenuta una delle città più ‘minerali’ d’Europa, ha animato i primi passi, con la realizzazione di inventari4 e di Sentieri Natura (attualmente una ventina), itinerari alla scoperta della natura in città. Questa operazione ha permesso di conferire pari dignità di ‘patrimonio’ alla vegetazione spontanea e non solo ai più tradizionali giardini. Un progetto di Casa della natura è all’origine dell’istituzione di Paris Nature che negli anni si è sviluppato a tal punto da gestire una rete di 14 siti (tra i quali bus e barconi attrezzati, orti e giardini, ecomusei, biblioteche, etc.) e da accogliere annualmente fino a mezzo milione di persone (circa un quarto della popolazione registrata nel comune parigino), delle quali 26.000 tra bambini e ragazzi (anno scolastico 2006-2007) nell’ambito di attività offerte gratuitamente alle scuole e ai centri di aggregazione e di vacanza. Negli anni l’esperienza ha ampliato il proprio pubblico di riferimento, dalle scuole a tutte le fasce della popolazio5 ne, e ha notevolmente diversificato le attività toccando temi variegati, come l’atmosfera nella Casa dell’aria a Belleville o il risparmio delle risorse nella gestione casalinga come nel caso delle due strutture denominate Clos des Blancs Manteaux e Pavillon à clé. La potenzialità di Paris Nature è espressa anche dalla volontà di fare rete tra varie iniziative sociali, culturali e naturalistiche, alla ricerca di un benessere condiviso e diffuso. Molteplici, ad esempio, sono le iniziative che coinvolgono eventi musicali e teatrali ambientati nei vari spazi (si cita il caso del Paris Jazz Festival) oppure i momenti di coordinamento e di formazione tra le numerose associazioni Appunti di viaggio Per approfondire ■ Baudelet L., Les jardins partagés: un nouveau espace public?, Urbanisme, n. 343, 2005, pp.42-43 ■ Donadieu P., Loridan S., La production de la nature dans les villes. Une construction materielle et symbolique, in Chapuis J.L., Barre V., Barnaud G. (a cura di), Récréer la nature – Réhabilitation, restauration et création d’écosystèmesPrincipaux résultats scientifiques et opérationnels, Ministère de l’Aménagement du Territoire et de ■ Lizet B., Frison C., Nature urbaine, pédagogie et communication, Paris-Nature, Direction des Parcs, Jardins et Espaces Verts, in dossier Lizet B. (a cura di), Sauvages dans la ville, Journal d’agriculture traditionnelle et de Botanique Appliquée, Muséum national d’histoire naturelle, vol.39, n. 2, 1997, pp. 357-371 ■ Mariotti A., Gli spazi verdi nella città globale – il caso di Parigi, in Gaddoni S. (a cura di), Spazi verdi e paesaggio urbano, Geografia e organizzazione dello sviluppo l’Environnement-Muséum National d’Histoire Naturelle, Juillet 2001, pp. 166-172 ■ Cottino P., La città imprevista. Il dissenso nell’uso dello spazio urbano, Eleuthera, Milano, 2003 ■ Illich I., La convivialità, (edizione originale 1973), RED, Como, 1993 ■ IGVP-Inspection générale de la Ville de Paris, Rapport annuel de l’Inspection générale de la Ville de Paris – Audit organisationnel de la Direction des Parcs, Jardins et Espaces Verts, 2006, pp. 1-54 territoriale, Studi regionali e monografici, n. 28, Patron Editore, Bologna, 2002, pp. 283- 295 ■ Moret J., J’ai déjà vu des renards et des orchidées à Paris, intervista a cura della redazione del Journal du Net, http://www.journaldunet.com/ science/environnement/intervi ews/06/moret/chatmoret.shtml, 2007 ■ Région Île de France, Charte régionale de la biodiversité et des milieux naturels, Région Île de France, décembre 2003 Climat) e in una procedura interna di Agenda 21, con la finalità di adeguare il proprio stile di vita lavorativa prima di proporne la diffusione al pubblico. In conclusione, il contesto parigino risulta molto ricco di risorse territoriali di qualità (in termini di diversità degli ambienti, di ricchezza in specie, di strutture) nell’ambito delle quali è possibile realizzare un’offerta articolata come quella proposta da Paris Nature. nate in molte città francesi con la finalità di promuovere la gestione di spazi verdi in condivisione. In questi mesi è in corso una riorganizzazione all’interno dell’amministrazione parigina che vedrà l’esperienza di Paris Nature 5 confluire in una più articolata struttura denominata Educazione all’Ecologia Urbana. Tale operazione avrebbe la finalità di coordinare meglio il complesso di attività, offrendo così un migliore servizio alla cittadinanza. Si segnala, inoltre, che gli uffici sono attualmente impegnati nel percorso cittadino volto all’adozione di misure di contenimento delle emissioni di gas serra (Plan CHIARA PIROVANO Geografa, si occupa di processi partecipati [email protected] Paris Nature: un’esperienza educativa e sociale Ricerca realizzata nell’ambito del progetto Per una gestione partecipata nell’ovest Milano: integrazione del sistema irriguo e volontariato cittadino (Centro per la Forestazione Urbana - Italia Nostra per Fondazione CARIPLO). L’articolo costituisce una breve sintesi dell’indagine, disponibile presso la Biblioteca del CFU. Ai fini della sua realizzazione sono stati effettuati sopralluoghi e interviste (2007 e 2008). Si ringrazia, in particolare, l’équipe di Paris Nature: Hélène Strag, Claude Frison, Magali Drutinus, Michel Giry, Antoine Cassard e George Lehou, oltre ai referenti della DEVE (Direction des Espaces Verts et Environne- ment) Ghislaine Jeffroy e Murièle Le Marquand 1 Creati sull’esempio del modello nord americano dei community garden (cfr. Baudelet, 2005) e dei jardins familiaux (nati nei primi decenni del XX secolo, “concepiti come strumenti di azione igienica, atti a fronteggiare i numerosi problemi sociali della classe operaia”, terreni concessi alle famiglie per la coltivazione di prodotti per l’autoconsumo, Mariotti, 2002, p. 284) 2 La Direzione Spazi Verdi e Ambiente è incaricata della gestione di 455 giardini, oltre degli arredi di 20 cimiteri e di 1.500 spazi verdi interni a strutture pubbliche. Il personale alle sue dipendenze conta 4.230 effettivi, dei quali 2.600 tecnici del verde, giardinieri e potatori (IGVP, 2006) 3 In questa luce, il giardinaggio viene considerato come “una modalità moderna di prendersi carico della natura” e aree come il Jardin naturel e il Jardin sauvage risultano particolarmente graditi ai visitatori che hanno iniziato ad apprezzare il contenuto ecologico e non solo estetizzante degli ambienti, manifestando interesse e curiosità anche per le specie minori 4 Risulta molto complesso disporre di un quadro completo della biodiversità a Parigi: se- 6 condo il botanico del Museo di Storia Naturale, Jacques Moret, ogni giorno si scoprono specie nuove: tra il 2001 e il 2005 sono state segnalate 217 specie animali e 981 vegetali (Moret, 2007). In rapporto alle altre città, sembra che Parigi sia particolarmente permeabile all’introduzione di nuove specie, in ragione della forte circolazione di persone e di merci che giungono da ogni parte del mondo 5 Gli investimenti complessivi ammontano a 12.210.591 euro (1986-2007). Il personale coinvolto consta di 85 impiegati nel complesso, dei quali 45 educatori ambientali Itinerari Un piano per Milano Il censimento dei ciclisti milanesi è un’iniziativa di FIAB Ciclobby per monitorare l’andamento dei flussi di biciclette a Milano. Dal 2007 viene realizzata in sinergia con il Comune di Milano e con il supporto tecnico dell’Agenzia Milanese Mobilità Ambiente, autori anche del piano ciclistico per la città Quando, come e dove I risultati Mercoledì 19 settembre 2007, settima edizione: l’area interna alla cerchia dei Navigli è stata suddivisa in venti sezioni dove, dalle 7.30 alle 9.30 e dalle 10.30 alle 12.30, sono stati raccolti i dati tramite schede di rilevazione compilate da volontari, opportunamente formati nel corso di tre incontri preparatori. In sette sezioni il monitoraggio è stato prolungato fino alle 19.30. Il censimento 2008 è stato effettuato mercoledì 14 maggio. I risultati verranno pubblicati prossimamente sul sito internet www.ciclobby.it Nell’arco della mattinata (13 sezioni) sono state contate 9.582 biciclette, con una flessione del 10,7% rispetto all’anno precedente (2006). Tuttavia, considerando solo la fascia oraria di punta del mattino (7.309.30) la diminuzione è meno significativa a riprova che gli spostamenti sistematici in bicicletta (recarsi al posto di lavoro, a scuola o all’università) non sono variati significativamente rispetto allo scorso anno. Nell’arco dell’intera giornata (7 sezioni) sono state contate 27.000 biciclette circa, con un calo del 12,9% rispetto al 2006. Ciclisti in ingresso e in uscita dalla cerchia dei Navigli (7.30-9.30 e 10.30-12.30): andamento 2002-2007 Confrontando l’analisi dei sei anni di censimento (2002 - 2007), a parità di condizioni atmosferiche, si evidenzia una iniziale tendenza alla crescita dei flussi di biciclette che si è assestata a partire dal 2004, quando si raggiunsero 30.000 passaggi in entrata e uscita. D’altra parte, in tutta l’area urbana, il numero dei ciclisti è complessivamente aumentato come risulta da un’indagine svolta nel 2005 dall’Agenzia Milanese Mobilità Ambiente, dove emerge che rispetto al 1995 (indagine similare svolta dall’ATM) il numero dei milanesi che usano la bicicletta è passato dal 2% al 6,4% rispetto al totale degli spostamenti. Resta Ciclisti in ingresso e in uscita dalla cerchia dei Navigli (7.30-19.30): andamento 2002-2007 Andamento del flusso di biciclette (7.30-19.30): somma dei passaggi relativi alle 7 postazioni rilevate 7 Itinerari In Italia, ogni giorno, sempre più persone usano la bici. Il solo rispetto del Codice della strada non garantisce l’incolumità di chi usa la bicicletta. Prudenza e buon senso aiutano ad evitare i pericoli presenti sulle strade come suggerisce FIAB Ciclobby a ciclisti, pedoni e automobilisti a cura di Donata Schiannini attivista Fiab CICLOBBY COSA PUOI FARE TU CICLISTA ■ Buona norma è considerarsi alla pari di tutti gli altri mezzi circolanti. Hai gli stessi diritti e doveri. Evita incertezze, soggezioni e senso di inferiorità: sono causa di manovre incomprensibili agli altri veicoli perciò a volte pericolose ■ Indossa il casco: protegge la parte più preziosa di te stesso. È particolarmente raccomandato ai più piccoli ■ Controlla costantemente il perfetto funzionamento dei freni, delle luci (anteriori e posteriori), dei catadiottri (posteriori e laterali su ruote e pedali), del campanello e dei pneumatici della tua bicicletta ■ Invia segnali precisi e con buon anticipo agli altri utenti della strada: - usa il braccio destro/sinistro per segnalare una svolta, ma soprattutto quando ti sposti al centro della strada per superare auto parcheggiate - usa il campanello: scegline uno molto rumoroso che possa essere udibile a distanza ■ Sii sempre vigile nel traffico: - cerca di prevenire le manovre degli altri veicoli stabilendo un contatto visivo con i guidatori e assicurandoti che ti abbiano visto - tieni sotto controllo con la coda dell’occhio o con l’udito anche ciò che avviene alle tue spalle - non distrarti con cuffie, iPod, cellulare ■ In un incrocio semaforizzato difficile puoi svoltare a sinistra anche in due tempi: attraversa l’incrocio stando sulla destra, attendi il verde nell’altra direzione e prosegui. Non passare mai con il semaforo rosso ■ Cerca di non percorrere strade dissestate o molto trafficate: preferisci un percorso più lungo ma sicuro ■ Usa i marciapiedi solo se sono larghi a sufficienza, educatamente, andando piano e fermandoti tutte le volte che è necessario: sei un ospite. Ogni volta che condividi degli spazi con i pedoni non dimenticare che anche loro, proprio come te, sono utenti deboli della strada: presta loro attenzione e non spaventarli ■ Renditi ben visibile anche quando l’illuminazione è scarsa, magari indossando qualcosa di fluorescente ■ Tieniti a distanza dai mezzi pesanti come furgoni, autocarri, autobus: spesso non ti vedono ■ Attenzione! - alle rotaie: la tua ruota può incastrarsi dentro e farti cadere. Passaci sopra di traverso, con un angolo di almeno 30 gradi, senza frenare bruscamente quando piove - ai veicoli parcheggiati con qualcuno alla guida che potrebbe aprire la portiera o muoversi in quel momento - a scooter e motorini che spesso superano a destra COSA PUOI FARE TU AUTOMOBILISTA ■ Ricorda che il mezzo metro adiacente al marciapiede è normalmente lo spazio per il transito delle bici: lascialo sempre libero e comunque prima di accostare verifica se hai un ciclista sul fianco destro ■ Non parcheggiare in seconda fila perché così obblighi i ciclisti ad andare in mezzo alla strada, con il rischio di essere investiti da dietro ■ Prima di aprire la portiera non limitarti a verificare che non arrivino macchine: nel solito mezzo metro, alla tua destra e alla tua sinistra, passano anche i ciclisti e una ‘sportellata’ può fare molto male, oltre a danneggiare la portiera ■ Prima di ripartire controlla se hai un ciclista alla tua sinistra ■ Rispetta i limiti di velocità: la velocità uccide ■ Ricorda che il modo più ‘sicuro’ per ammazzare un ciclista (e un motociclista) è guidare un mezzo a motore, avere il ciclista alla propria destra al semaforo e svoltare a destra mentre lui procede dritto. Fino a quando non ci saranno anche a Milano le linee d’arresto delle biciclette avanzate rispetto a quelle dei mezzi a motore, per favore guarda ■ E infine due richieste ai pedoni, anche se ‘disarmati’ come i ciclisti: - non considerate il primo mezzo metro di carreggiata come un prolungamento del marciapiede, sul quale potete scendere senza guardare: è il solito mezzo metro nel quale passano i ciclisti - se volete camminare sulle poche piste ciclabili esistenti, fatelo pure, ma non in gruppi che le occupano completamente, non con i cani anche se al guinzaglio o con i bambini non tenuti per mano l’impressione che si stia consolidando una fase di assestamento nel trasferimento modale a favore della bicicletta rispetto ad altri mezzi di trasporto. Il risultato complessivo del censimento 2007 non deve essere considerato negativo, bensì una conferma dell’importanza della bicicletta come mezzo ideale per spostarsi in città. In effetti, si tratta di un risultato positivo se si considera che in questi anni poco è stato fatto dall’amministrazione comunale per favorire l’uso della bicicletta. Analizzando i dati raccolti per ogni singola sezione di conteggio è possibile rilevare alcune particolarità. Il calo dei flussi ha riguardato molte postazioni di conteggio, fatta eccezione corso Italia (+10%), via Mercato e corso di Porta Ticinese. La diminuzione dei transiti è rilevante, in termini percentuali, in via Brera (-27,9 %), in via Correnti (-20,9%), in corso Monforte (-21%) e in via Wittgens – via della Chiusa (-30%). La sezione più trafficata in assoluto dalle biciclette è corso di Porta Venezia dove in quattro ore di conteggio sono stati totalizzati 1.191 passaggi; nell’ora di punta (8.30-9.30) sono stati rilevati 547 passaggi, di cui 402 in entrata. GIAN PIETRO VISCONTI Fiab CICLOBBY 8 Itinerari IL PIANO DELLA MOBILITÀ CICLISTICA MILANESE È il documento di indirizzo inerente le tematiche della ciclabilità: oltre a porre le basi per la realizzazione di una rete cittadina diffusa e interconnessa, costituisce la base di partenza per una politica della ciclabilità in costante sviluppo e miglioramento, sia per quanto riguarda l’estensione della rete ciclabile che per le iniziative collaterali e di supporto alla ciclabilità in senso più esteso. Il Piano ha coinvolto l’Agenzia per la Mobilità, il Politecnico di Milano, la Fondazione CARIPLO e FIAB Ciclobby. Il programma degli interventi prevede la realizzazione di una rete di percorsi ciclabili che, entro il 2011, prolungherà gli attuali 67 chilometri fino a 130. La realizzazione del primo tratto di ampliamento (16,3 km) è previsto nel 2008. Il progetto di maglia ciclabile di Milano risulta articolato in quattro componenti con differenti funzioni e/o ambiti di pertinenza: ■ rete dei Raggi Verdi e dei Sistemi Verdi di Cintura: maglia di itinerari dedicati alla mobilità pedonale e ciclabile, finalizzati oltre che alla fruizione delle zone verdi anche al soddisfacimento dei collegamenti ciclabili tra centro e periferia ■ rete del centro storico: itinerari radiali di relazione piazza Duomoperimetro centro storico, itinerari tangenziali e di gronda, associati a interventi viabilistici finalizzati a creare condizioni tali da permettere una ciclabilità diffusa ■ rete di adduzione e supporto: maglia finalizzata a coadiuvare in termini di connettività la rete radiale individuata dai Raggi Verdi e a completarne il sistema delle relazioni ■ rete di completamento: maglia di distribuzione della mobilità ciclistica caratterizzata dalla realizzazione di interventi di moderazione del traffico sulla viabilità locale II Piano prevede anche la posa di nuove rastrelliere diffuse su tutto il territorio cittadino e l’attivazione del bike sharing, servizio noleggio biciclette con punti di accesso distribuiti capillarmente: saranno messe a disposizione 5.000 biciclette in 250 stazioni. Il servizio, già diffuso in molte città europee, permetterà a milanesi e turisti di muoversi nel rispetto dell’ambiente, ma anche in modo pratico, noleggiando una bicicletta solo per il periodo di tempo necessario allo sposta- Le mappe sono state estratte dal Piano della Mobilità Ciclistica, a cura di Comune di Milano e Agenzia Milanese Mobilità Ambiente. In alto: rete ciclabile esistente. A lato: rete ciclabile di progetto per il centro storico. Interventi prioritari: Duomo - Porta Monforte Duomo - Porta Nuova Castello - Porta Nuova Duomo - Porta Sempione Castello - Porta Ticinese Duomo - Porta Ticinese Duomo - Porta Romana Università Statale - Porta Romana. Trattasi di raccordi ciclabili con gli itinerari radiali attestati alla cerchia dei Bastioni e di interventi finalizzati a favorire la ciclabilità diffusa su tutto il centro storico milanese mento. Negli intenti del Comune di Milano resta anche la realizzazione di velostazioni intese come strutture attrezzate per offrire al ciclista servizi di manutenzione e riparazione, noleggio e sosta custodita; come prime localizzazioni sono state ipotizzate Lambrate F.S., Greco Pirelli F.S. e Certosa F.S. G.P.V. 9 Il libro della giungla Le vespe Con i loro nidi che assomigliano a veri capolavori di architettura sono, contrariamente alla loro reputazione, insetti dall’indole mite che diventano aggressivi solo se minacciati e vespe sono fra gli insetti più conosciuti e famigerati, benchè la quasi L totalità delle persone sappia in realtà pochissimo su questi insetti appartenenti all’ordine degli imenotteri e spesso non sia in grado di riconoscerli correttamente. Esistono infatti moltissimi insetti appartenenti a vari ordini (ditteri, lepidotteri, coleotteri) che imitano nella colorazione e anche nei movimenti le vespe, sfruttando proprio questa somiglianza per difendersi dai predatori, dato che il pungiglione delle vespe è ben noto e temuto In alto: vespa cartonaia. Sopra, in senso orario: nido di calabrone, nido di vespa germanica e nido di vespa cartonaia 10 nel regno animale. Il fenomeno è noto come mimetismo batesiano. Anche quando ci imbattiamo in una vera vespa dobbiamo ricordarci che questi insetti sono aggressivi solo in prossimità del nido (3-4 mt), diversamente sono di indole più mite di quanto si pensi e pungono solo se vengono maneggiati incautamente. Le comunità di vespe sono sempre annuali: la regina fecondata, dopo avere superato l’inverno in un luogo riparato, fonda la nuova colonia in primavera che si sviluppa sempre più rapidamente con il procedere della stagione calda, aumentando il numero di operaie (tutte femmine sterili) che partecipano alla sua costruzione; raggiunge il massimo nella tarda estate (agosto-settembre) quando nel nido vi possono essere anche alcune migliaia di vespe. A questo punto compaiono i maschi, destinati ad accoppiarsi con le nuove regine, e comincia il rapido declino della colonia, dovuto alla morte dei suoi membri che non vengono più rimpiazzati. I vecchi nidi non vengono mai riutilizzati. I nidi di vespa sono costituiti da cellulosa impastata e sono dei veri capolavori di architettura. A seconda delle specie variano le dimensioni, la forma e anche la posizione. Possono essere appesi in zone visibili come rami di alberi o grondaie oppure all’interno di cavità (cavi di grandi alberi, tane sotterranee di animali). La scarsità di vecchi alberi ricchi di anfratti fa sì che nelle aree urbane alcune specie spesso usino spazi artificiali (cassonetti delle tapparelle, intercapedini dei muri, camini, solai, cassette nido per uccelli), creando non poca preoccupazione fra gli abitanti delle case ‘prescelte’. In realtà molte volte è possibile convivere per tutta l’estate con una colonia di vespe nelle vicinanze senza correre particolari pericoli. Le vespe adulte si cibano di alimenti zuccherini (nettare, frutti maturi), mentre alimentano le proprie larve con prede vive; sono quindi da considerarsi utili per la grande quantità di insetti molesti che catturano, soprattutto mosche, bruchi e cavallette. La puntura delle vespe è certamente dolorosa ma non pericolosa, eccetto nelle rare persone allergiche che possono incorrere in gravi shock anafilattici. In ogni Il libro della giungla Regina di calabrone (Vespa crabro) Testi e foto sono dell’entomologo Nicola Pilon (via Capri, 11/3 20153 Milano) che sul sito www.elitron.mi.it propone un’ampia galleria di immagini e informazioni relative a vespe e altri insetti caso il loro veleno non è più tossico di quello delle api che da sempre possiedono un migliore ‘ufficio stampa’. L’applicazione di ghiaccio rimane il rimedio migliore in caso di incontri sfortunati. Situazioni realmente pericolose e meno rare di quanto si creda possono capitare quando questi insetti si introducono all’interno di lattine di bibite o cibi lasciati momentaneamente incustoditi, con rischio di punture all’interno della bocca. NICOLA PILON [email protected] Vespa cartonaia Vespa germanica Calabrone (Polistes dominulus) operaie mm 13-15 regine mm 13-17 (Vespula germanica) operaie mm 12-16 regine mm 17-20 (Vespa crabro) S L’ È i distingue dalle altre vespe per l’addome affusolato, dal contorno ovale e raccordato al torace da un peduncolo ben visibile. Ancora più facile da riconoscere è il suo nido, di piccole dimensioni (1015 centimetri di diametro massimo), senza involucro esterno (le cellette sono quindi ben visibili), appeso a qualsiasi sporgenza che possa fornire riparo dalla pioggia (davanzali, cornicioni, tettoie, tegole). Le comunità sono sempre composte da poche decine di individui, in compenso, nei posti favorevoli si possono trovare anche parecchi nidi vicini. È una specie molto mansueta, tanto che muovendosi con cautela è possibile avvicinarsi fino a pochi centimetri dal suo nido senza suscitarne la reazione. aspetto generale è molto più tozzo, con l’addome troncato di netto anteriormente e quasi ‘saldato’ al torace. Esistono molte specie simili, distinguibili da piccoli particolari del capo e della colorazione, ma questa è la più comune. Il nido, di forma sferica, è fatto di diversi favi sovrapposti rivestiti da un involucro ed è posto sempre all’interno di una cavità (fori nel terreno, intercapedini di muri); il più delle volte non è visibile ma si osserva il continuo ‘via-vai’ di insetti dal foro di comunicazione con l’esterno. All’apice della stagione in una colonia possono esserci oltre 3.000 individui. Questa specie è attratta da sostanze sia zuccherine che carnee ed è quella che più spesso si rende molesta nei pic nic all’aperto o anche in pasticcerie, mercati del pesce, etc. 11 operaie mm 18-24 regine mm 25-35 il gigante fra le vespe europee, le sue dimensioni e il forte ronzio generano spesso il panico fra le persone, ma si tratta in realtà di una bestiola tranquilla, salvo quando sente minacciato il proprio nido. La colorazione della parte anteriore del corpo è bruno-rossiccia, senza alcun disegno giallo. È un instancabile cacciatore di insetti, soprattutto mosche, ed è indifferente all’uomo e ai suoi cibi. Il nido, che può superare i 60 cm di diametro, di solito è realizzato nel cavo di un albero, ma più spesso in cavità artificiali (cassonetti delle tapparelle, camini, intercapedini); eccezionalmente può essere posto fra i rami di alberi o cespugli. A fine estate una colonia ospita in media 500 individui. In alcuni paesi europei il calabrone è specie protetta. Per approfondire ome si presenta oggi al viaggiatore frettoloso, o all’osservatore meticoC loso, o al fotografo intenzionato a registrare la sostanza, il paesaggio a sud di Milano che comprende quella vasta area situata tra Adda e Ticino? La fine del millennio, ormai prossima, ci fa assistere alla sua ultima trasformazione. La bassa pianura, che è la tipologia costante e omogenea di questo territorio, una volta quasi esclusivamente dedicato alla coltivazione, ha via va nel tempo cambiato fisionomia. L’era dell’industrializzazione, sviluppata in modo intensivo nell’immediato dopoguerra, e poi l’era post-industriale con il fenomeno recente della città diffusa, hanno modificato parzialmente l’identità di questa vasta pianura, saldando lungo le grandi strade di accesso, in uniche grandi conurbazioni di cemento, periferie urbane, medi e piccoli comuni, frazioni e villaggi, frantumando così le aree agricole e boschive, occultando alla vista i corsi d’acqua e sovrapponendo ai luoghi una ragnatela intricata di percorsi stradali. Depositi, falsamente provvisori, di manufatti e materiali abbandonati, addossati a magazzini o capannoni artigianali, piccole discariche abusive che si possono scorgere zigzagando per la campagna, sono ormai segni che insieme alla segnaletica stradale, sempre di più marcano il paesaggio. Le cascine, un tempo luoghi di intensa vita sociale e collettiva, soffrono l’aggressione fisica dell’espansione urbana e i rari casi di manutenzione e di restauro di alcune, sommati allo stato di abbandono e di incuria di altre, dimostrano una patologica difficoltà alla convivenza col nuovo. Non vi è più traccia della campagna felice, oggetto delle orgogliose esternazioni di Carlo Cattaneo e dell’ammirazione estetica per il paesaggio lombardo di Stendhal, né dell’ordine geometrico dei campi coltivati, di memoria rinascimentale, che aveva incantato il viaggiatore inglese Charles Burney. L’identità del paesaggio, che da sempre poggia sul rapporto dialettico tra natura e cultura, ci presenta oggi un equilibrio alterato che vede lentamente la sparizione della natura ad opera di una cultura che riusciamo a stento a definire ancora tale. GABRIELE BASILICO, 1999 Gianni Berengo Gardin: dintorni della cascina Guzzafame, Gaggiano In bianco e nero Dedicato al Parco Agricolo Sud Milano, un reportage fotografico che racconta, con immagini suggestive raccolte in un libro, il paesaggio di un parco in divenire Gabriele Basilico: Conterico, Paullo 12 Per approfondire Gabriele Basilico: cascina Castello, Settala (sopra). Gianni Berengo Gardin: paesaggio di Zibido San Giacomo, Noviglio (sotto) ella mia lunga esperienza di fotografo in giro per il mondo ho avuto modo di N vedere una infinità di periferie di grandi città e di quei territori agricoli che ancora sopravvivono intorno alla cintura urbana, e il più delle volte l’impressione è stata negativa. Quando mi è stato proposto dalla Provincia di Milano di fare questo lavoro di documentazione sul Parco Sud avevo dunque qualche fondato timore su quello che mi aspettava. Invece con mio grandissimo piacere ho scoperto a pochissimi chilometri dal centro di Milano una vitale realtà agricola e umana, probabilmente sconosciuta, come lo era a me, alla maggioranza dei milanesi. Una campagna ricca e curata, cascine di straordinaria bellezza architettonica e conservate in modo esemplare (ad essere sincero però anche alcune in stato di grande abbandono e in rovina), boschi bellissimi, rogge, canali, mulini, allevamenti. Il mio lavoro è stato dunque facilitato dalla suggestione dei luoghi che ho visitato e dall’interesse per la possibilità di documentare una realtà ancor così viva. Devo però segnalare come unico dato negativo lo sconforto di molti agricoltori per le difficoltà che incontrano nel fare il loro lavoro, perché ostacolati da una burocrazia pesante e dai problemi legati ai prezzi di mercato, e quindi decisi ad abbandonare la campagna. Sarebbe un vero peccato che tutti gli sforzi del Parco Sud per mantenere questo straordinario patrimonio agricolo, architettonico e umano si rivelassero alla fine vani. GIANNI BERENGO GARDIN, 1999 Parco Agricolo Sud Milano Fotografie di Gabriele Basilico e Gianni Berengo Gardin Provincia di Milano Parco Agricolo Sud Milano Prometheus Editrice, Milano 1999 Il libro, che contiene 100 fotografie d’autore in bianco e nero, è disponibile presso: • il Centro Forestazione Urbana Boscoincittà cascina San Romano via Novara 340, 20123 Milano tel. 02 4522401 [email protected] - www.cfu.it • la rete dei Punti Parco (www.provincia.milano.it/parco sud/punti_parco/index.html) (fino ad esaurimento scorte) 13 P Fermate mezzi pubblici Campi basket Parcheggi Campi calcio Boschi Orti urbani Campi bocce Area giochi bimbi Prati e radure Aree cani µ ƒ Servizi igienici Aree agricole ✁ Boscoincittà, Parco delle Cave e Parco di Trenno sono parchi pubblici del Comune di Milano, inseriti nel perimetro del Parco agricolo sud Milano. I primi due sono curati quotidianamente dal Centro per la forestazione urbana (associazione ItaliaNostra). Il Bosco è aperto tutti i giorni dell’anno, nelle ore diurne, secondo gli orari affissi agli ingressi. Il Parco delle Cave e il Parco di Trenno sono sempre aperti. Notizie in breve ■■ Papaveri e fiordalisi La reintroduzione di fioriture spontanee nelle aree coltivate a cereale è un tema di grande attualità in tutta Europa; nel biennio 2006-2007 è stato avviato un test anche in alcune aree di Boscoincittà che a maggio si sono colorate di rosso, blu e bianco entusiasmando persone di tutte le età con le splendide fioriture di papavero, fiordaliso e camomilla. Il test, avviato dal Centro per la Forestazione Urbana in concerto con l’ente Parco Sud, il Comune di Milano e il Centro per la Flora Autoctona del Parco del Monte Barro, è ancora in corso. In autunno hanno aderito 19 aziende che hanno messo a disposizione fasce di terreno per seminare papaveri e fiordalisi con lo scopo di favorire la biodiversità negli ambienti agricoli periurbani, migliorare persone al paesaggio agrario attraverso la scoperta della cultura contadina, delle aziende agricole e dei loro prodotti. la qualità del paesaggio, sensibilizzare amministratori e cittadini sul tema del consumo del suolo causato da una eccessiva urbanizzazione, riavvicinare le Aziende agricole che hanno aderito al progetto: • cascina Isola Maria, Albairate • cascina Murnee, Busto Garolfo • agriturismo l’Aia, Cassinetta di Lugagnano • cascina Nuova, Cesano Boscone • cascina Forestina, Cisliano • cascina Roncaglia, Cisliano • cascina Scanna, Cisliano • cascina Guzzafame, Gaggiano • Tre cascine, Lodi • cascina Maiocca, Mediglia • cascina Gaggioli, Milano • cascina Selva, Ozzero • cascina Roverbella, Pantigliate • G. A. Borromeo, Peschiera Borromeo • G. C. Borromeo, Trucazzano • cascina Bullona, Pontevecchio Magenta • cascina Cirenaica, Robecchetto con Induno • podere la Vigna 27, Settimo milanese • cascina Resta, Vittuone Appuntamenti Avventure nel Bosco Vacanze di natura in città per bambini e bambine dai 6 ai 10 anni Alcuni posti ancora disponibili nel turno di settembre Iscrizione obbligatoria Contributo 135 euro L’avventura dura cinque giorni, da lunedì 1 a venerdì 5 settembre, ma può re- Sentieri in città Quadrimestrale Tiratura: 7.000 copie Editore: ItaliaNostra Onlus, via Sicilia 66 Roma. A cura del Centro per la Forestazione Urbana – Boscoincittà, cascina San Romano via Novara 340 20153 Milano tel 02 4522401 Direttore responsabile: Luca Carra Comitato di redazione: Milena Bertacchi (coordinamento), Silvia Cestaro, Giovanni Fossati, Anty Pansera, Sergio Pellizzoni, Maria Luisa Sangiorgio Hanno collaborato a questo numero: ItaliaNostra Milano: Luca Carra (presidente) Centro Forestazione Urbana: Silvio Anderloni, Milena Bertacchi, Silvia Cantù, Paola Pirelli, Silvia Rondina Fiab CICLOBBY: Vanna Bartesaghi, Donata Schiannini, Gian Pietro Visconti e inoltre: Nicola Pilon (Elitron srl), Chiara Pirovano Foto e tavole: Archivio CFU, Chiara Pirovano (pp. 4, 5, 6) Nicola Pilon (pp. 10, 11) Illustrazioni: Roberta Ferrario (pag. 8), Elena Pelizzoli (pag. 14) Grafica: Stefano Montagnana/Laboratorio srl Stampa: Arti grafiche Passoni, via Monti Sabini 11, Milano. Registrazione n. 118 del 01/03/2004 del Tribunale di Milano stare nei ricordi anche per tutta la vita: arrampicarsi su un albero, costruire oggetti con i materiali naturali, trascorrere una giornata in bicicletta sui sentieri che attraversano il parco, preparare il pranzo e la merenda, trascorrere una notte in tenda o in foresteria sono esperienze ‘straordinarie’ per chi vive in città, uniche nella loro estrema semplicità. Quale migliore occasione dei giorni prima dell’apertura delle scuole per riempire le giornate con un po’ di avventura? Da ottobre a maggio Educazione ambientale Iscrizione obbligatoria Per alcune attività è richiesto un contributo I grandi spazi di natura e agricoltura che caratterizzano gli 800 ettari di verde della periferia ovest di Milano rendono Bo- scoincittà e Parco delle Cave luoghi privilegiati per l’educazione ambientale. I numerosi sentieri, la diversità degli ambienti naturali, le aree attrezzate permettono a scuole e gruppi di auto-organizzare la propria giornata. Ma è possibile scoprire i due parchi anche con gli animatori del CFU. I percorsi proposti possono impegnare da poche ore a un’intera giornata, alternano momenti di esplorazione, gioco e studio per scoprire l’ambiente naturale e il paesaggio agricolo, con l’obiettivo di far della natura e dei parchi pubblici urbani. La possibilità di pernottare presso la foresteria rende interessante l’esperienza anche per le classi che provengono da lontano e intendono fermarsi qualche giorno per approfondire i temi della natura in città e del paesaggio agricolo della pianura padana. Il calendario completo degli appuntamenti è disponibile sul sito www.cfu.it Per informazioni e iscrizioni: [email protected] • www.cfu.it • tel. 02 4522401 CFU-Boscoincittà - cascina San Romano, via Novara 340 - 20153 Milano 15 PARCO DELLE CAVE natura, agricoltura, spazi di libertà Parco delle Cave è un parco del Comune di Milano. Insieme a Boscoincittà è progettato e curato dal Centro Forestazione Urbana dell’Associazione ItaliaNostra, con il contributo del volontariato cittadino Si trova a pochi chilometri dal Duomo, nella cintura verde ovest Milano. È facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici ■ Per sostenere la realizzazione di questi due parchi cittadini puoi diventare socio di ItaliaNostra ■ Per disdire il proprio abbonamento si prega di inviare una comunicazione alla segreteria del CFU ■ Per ricevere gratuitamente Sentieri in città basta inviare una richiesta (via fax, posta o mail) al CFU Il notiziario è consultabile anche sul sito internet www.cfu.it Per informazioni [email protected] • www.cfu.it • tel. 02 4522401 CFU-Boscoincittà, cascina San Romano via Novara 340, 20153 Milano