18 È primavera: tempo di S. Giorgio
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18 È primavera: tempo di S. Giorgio
CRONACA P A G I N A Como 18 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 2010 SCOUTISMO IN FESTA È primavera: tempo di S. Giorgio A destra mons. Macchi vescovo di Como con Andrea Ghetti e mons. Enrico Violi e padre Vittorino. Villa Erba aprile 1947. Sotto: Scout al Campo di S. Giorgio 1955 all'idroscalo di Milano. Torna il tradizionale appuntamento di primavera che vede i ragazzi di ogni età impegnati nel “giocare”l’avventura C on la primavera arriva la festa di san Giorgio. La tradizione lo vuole patrono dei “Coraggiosi per amore”. Lo è anche di quanti vivono il messaggio scout. Dalle scarne notizie della sua vita emergono la generosità, il coraggio, l’entusiasmo, virtù alle quali lo scoutismo vuole educare ragazzi e ragazze guidandoli a diventare persone responsabili, aperte al servizio, alla condivisione, alla carità. Un cammino vissuto con grande semplicità e serietà, alla scuola della natura, incontrata nella sua bellezza e ordine, sentita come creatura dell’amore e della sapienza di Dio, vera maestra. Gli scout “cercatori di tracce” amano guardare gli esempi di chi ha saputo vivere con rettitudine camminando alla scuola del maestro Gesù. Tra i santi anche alcuni venuti dallo scoutismo come il beato Marcel Callò, lo scout francese morto in campo di concentramento nazista, i beati coniugi Beltrame Qattrocchi. Tutti gli anni la festa di san Giorgio è vissuta con fraterne riunioni, “il Campo di san Giorgio”. In Lombardia, in anni passati, festosi e grandi incontri a livello regionale. Oggi più limitati su base provinciale. Lo sarà anche per gli scout e guide, lupetti, lupette e coccinelle delle provincie di Como, Lecco e Sondrio ai primi di maggio. Mentre si preparano questi gioiosi momenti, la mente corre alla storia dello scoutismo da noi, nella città, diocesi, provincia di Como. Un arco di tempo che comincia a essere importante. Le cronache ci parlano dei primi mesi del 1945. Già sul finire del duro 1944 affiorava, a Como e a Lecco, il desiderio di dar vita al movimento scout. Appena scoccata la Liberazione si vedono uniformi scout, guidoni, gruppi di ragazzi. Più tardi anche di ragazze. A Como nascono il reparto scout e il branco lupetti. Grande stimolo e aiuto è venuto da un’ “Aquila Randagia”, (come si chiamarono quei ragazzi che negli anni della dittatura non avevano accettato di rinunciare allo scoutismo e, clandestinamente, avevano continuato le loro attività). Era Virginio Binelli. Parecchi ragazzi aderiscono al “Reparto scout” che viene intitolato a Nino Verri, un ragazzo nato nel 1925 entrato nelle “Aquile Randagie” a Milano. Durante il tragico periodo della repubblica di Salò, dopo essere vissuto più mesi alla macchia, era stato irregimentato. Di stanza in Piemonte dopo l’addestramento in Germania, verso la metà di aprile del 1945, disertò insieme con altri. Durante il cammino per unirsi ai partigiani, fermatosi a soccorrere un compagno rimasto ferito, fu raggiunto, arrestato, sommariamente processato, fucilato la sera del 16 aprile. Il reparto scout Como 1 inaugurò ufficialmente la sua nascita il 14 luglio di quell’anno con una cerimonia nei cortili del Collegio Gallio, dal quale era venuto molto aiuto. Nel 1955, nello stesso Collegio, la domenica 17 aprile, veniva ricordato solennemente il decennio del reparto e il decennio del sacrificio di Nino Verri alla presenza dei suoi genitori. Nei sessantacinque anni ormai trascorsi lo scoutismo cattolico si è ben radicato nella città di Como, conoscendo uno sviluppo continuo. Oggi un gruppo scout è in città, un secondo presso la parrocchia di Camerlata, un terzo a Prestino. Ogni gruppo comprende fanciulli e fanciulle: lupetti, lupette, coccinelle; ragazzi e ragazze scout e guide; giovani fino ai vent’ anni nei noviziati e clanfuoco, ciascun gruppo con una viva “Comunità capi”. Alcuni importanti avvenimenti a dimensione internazionale, nazionale e regionale si sono celebrati a Como. Nella primave- ra 1947, nei giorni 25-2627 aprile, a Villa Erba un incontro internazionale ”il Campo dell’Arcobaleno”- in preparazione del grande raduno mondiale della successiva estate - il Jamboree - a Moissons, in Francia, con lo spirito di riconciliazione dopo il massacro della guerra. I giornali del tempo parlano di tremila ragazzi venuti dall’Italia settentrionale e da molti Paesi esteri. Fu visitato dal vescovo Alessandro Macchi. Era malato di cancro che lo avrebbe portato alla morte pochi mesi dopo. “L’Ordine” racconta che “fu accolto con festosità particolare e si è intrattenuto con i dirigenti e con gli scout, informandosi dettagliatamente sui particolari della vita di campo, i programmi, le speranze del futuro. Accettò di accomodarsi a una modesta tavola da campo assaggiando una AGESCI E CNGEI NELLA FEDERAZIONE ITALIANA SCOUTISMO Anche il CNGEI, Corpo nazionale giovani esploratori ed esploratrici, membro, con l’Agesci, della Federazione Italiana dello Scoutusmo (FIS) vivrà il suo campo di S. Giorgio con diverse attività sul territorio. Nato nel 1912 il CNGEI conta, oggi, circa 12 mila soci sull’intero territorio nazionale, e realizza, attraverso l’opera di volontari, un’azione educativa laica, indipendente da ogni credo religioso e da ideologie politiche, che impegna i giovani al conseguimento ed all’approfondimento delle scelte personali. L’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani (Agesci) conta oggi circa 176 mila soci in Italia. L’Agesci è nata, come iniziativa educativa liberamente promossa da credenti, nel 1974 dall’unificazione di due preesistenti associazioni, l’ASCI (Associazione Scout Cattolici Italiani), maschile, fondata nel 1916 e l’AGI (Associazione Guide Italiane), femminile, fondata nel 1944. porzione di pastasciutta preparata secondo la rustica ma eccellente arte culinaria scoutistica”. In un breve, paterno discorso disse ai ragazzi: “…è con grande gioia che anche a voi guarda la Chiesa come a una lieta primavera… Voi ci sembrate il segno di una nuova civiltà, la civiltà della lealtà, della giustizia, dell’onore e della carità”. Ai primi di maggio del 1956, ancora a Villa Erba, il “Campo di san Giorgio” degli scout e lupetti di Lombardia. Fu il vescovo Felice Bonomini a celebrare la Messa, in un clima di grande festa, il primo maggio. E, a metà marzo 1963, Como ospitò alla Villa dell’Olmo l’inizio del raduno nazionale di capi rover, quello che si chiamò “la Seconda Route dei Capi Clan d’Italia”. Nell’immediato dopoguerra lo scoutismo cattolico in Italia si esprimeva in due associazioni: Asci, associazione scoutistica cattolica italiana; AGI, associazione guide italiane. Dal 1974 raccoglie ragazzi e ragazze nella AGESCI: associazione guide e scout cattolici italiani. La Diocesi di Como ha guardato, lungo questi anni, con occhio attento e accompagnato con amore il movimento scout che è vivo anche a Sondrio e Morbegno, soprattutto con i sacerdoti, assistenti ecclesiastici. Non possiamo non ricordare con gioia che il vescovo Teresio Ferraroni è stato per molti anni l’anima dello scoutismo femminile a Lecco e il vescovo Diego Coletti assistente nazionale dell’Agesci. Per il Campo di San Giorgio 1979 monsignor Ferraroni diceva in un suo messaggio “…Vivete in questi giorni un momento forte di Chiesa che è occasione per verificare il vostro impegno scoutistico, illuminato da Cristo con il quale siete in sintonia. Fedeli al vostro ideale dovete maturare in voi la libertà autentica e la volontà di essere testimoni di un modo originale di vivere…”. Nel cammino della Chiesa Italiana, che ha scelto come priorità pastorale l’educazione della gioventù, lo Scoutismo cattolico sente di dovere lavorare con coraggio, fedeltà ed entusiasmo sempre maggiori, a quello che è lo scopo della sua esistenza. don Titino