Comunicato stampa - Politecnico di Milano
Transcript
Comunicato stampa - Politecnico di Milano
Le emissioni di CO2 dipendono da reddito ed efficienza energetica Pubblicato su Nature Climate Change lo studio che aiuta a definire politiche climatiche migliori Milano, 20 gennaio 2017 - Lo studio “Sensitivity of projected long-term CO2 emissions across the Shared Socioeconomic Pathways” è stato recentemente pubblicato on line da Nature Climate Change. Lo studio ha evidenziato come nel lungo termine, le variazioni di emissioni globali di CO2 dipendano principalmente da variazioni future di reddito ed efficienza energetica. La crescita economica e l'intensità di energia saranno le determinanti più importanti per il futuro delle emissioni di CO2 stando agli scenari socioeconomici recentemente codificati e condivisi dalla comunità scientifica sotto il nome di Shared Socioeconomic Pathways, o SSPs. Le emissioni di CO2 prodotte dalla combustione di energia sono il motivo principale del cambiamento climatico indotto dall’uomo, e sono state in crescita nel corso degli ultimi decenni. Per capire dove stiamo andando, è quindi indispensabile comprendere meglio come nel lungo termine tali emissioni dipendano dall’evoluzione delle diverse forze demografiche, economiche e tecnologiche che caratterizzeranno la nostra società. Un nuovo studio pubblicato su 'Nature Climate Change' lo ha appena compreso. Incrociando 6 diversi modelli di energia-economia-clima di altrettanti istituti di ricerca europei, lo studio ha ricondotto i livelli futuri di emissioni di CO2 ai suoi principali fattori: popolazione, reddito, intensità energetica, disponibilità di risorse fossili e di tecnologie energetiche a basse emissioni. Lo studio ha confrontato 3 possibili mondi futuri: uno sostenibile, uno più oneroso per l’ambiente, e uno a metà strada. Questi scenari rappresentano delle assunzioni di riferimento per esplorare le crescenti sfide di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Utilizzando metodi quantitativi avanzati, lo studio ha districato l'impatto sull’inquinamento atmosferico di CO2 di ciascuno dei fattori menzionati sopra, sia singolarmente che nel loro interagire gli uni con gli altri. “I risultati - spiega Giacomo Marangoni, ricercatore presso la Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM) e il Politecnico di Milano e Ufficio Relazioni con i Media Politecnico di Milano Piazza Leonardo da Vinci 32 20133 Milano T +39 02 2399 2443 C. +39 366 6211434 [email protected] www.polimi.it Responsabile dello studio - indicano chiaramente reddito ed efficienza energetica come fattori determinanti delle emissioni future. Variazioni nella popolazione prevista sembrano invece meno determinanti. Il ruolo di combustibili fossili e tecnologie energetiche a basse emissioni di CO2 si colloca a metà strada. Questi risultati tendono a rimanere validi per diversi modelli, in diversi orizzonti temporali, e anche in presenza di una politica climatica. Vanno poi considerate le interazioni tra i vari driver: per esempio una maggiore ricchezza economica porterà a un minore aumento di emissioni se realizzata in un contesto più sostenibile, e vice versa. Trascurare queste interazioni porterebbe a ranking non accurati”. Massimo Tavoni, co-autore dello studio, coordinatore alla FEEM e docente al Politecnico di Milano, afferma che lo studio ci aiuta anche a pensare a come il cambiamento climatico può essere risolto: “La crescita economica è una priorità politica ed è necessario, in particolare nei paesi emergenti e in via di sviluppo. Ma ci sono alcune politiche che possono rendere questo obiettivo compatibile con emissioni più basse: incentivare l'efficienza energetica e disincentivare le risorse fossili, soprattutto il carbone. Il cambiamento climatico sarebbe un’alternativa sicuramente peggiore”. Questo studio aiuta a meglio definire le priorità nella individuazione delle migliori politiche climatiche, spostando parte della attenzione dal tradizionale settore della produzione di energia ai temi dell’efficienza energetica e della crescita economica. Lo studio è stato svolto da ricercatori di: Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM), Politecnico di Milano, Università Bocconi, National Technical University of Athens, International Institute for Applied Systems Analysis (IIASA), PBL Netherlands Environmental Assessment Agency, Utrecht University, Centre International de Recherche sur l'Environnement et le Développement (CIRED), Ecole des Ponts e University College London. L’articolo è consultabile all’indirizzo: http://rdcu.be/oAfZ