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Il problema dello stile “Stilfragen” - 1893 • Solo un’epoca profondamente ossessionata dalla mancanza di uno stile proprio, com’era l’Ottocento e in particolare la sua seconda metà, poteva porsi in maniera così urgente e consapevole il problema dello stile, istituendo apparati categoriali e interpretativi tanto complessi. • È nei paesi di lingua tedesca che si sviluppa una importante riflessione teoretica e storiografica di carattere sistematico sul concetto di stile. • Tre sono i nomi che spiccano: l’architetto e teorico tedesco Gottfried Semper, l’austriaco Alois Riegl e lo svizzero Heinrich Wolfflin, entrambi storici dell’arte. I restauri tedeschi, pur nella linea dei riferimenti francesi e inglesi, si distinguono per la rigorosa fondazione su studi storico-tipologici. La volontà d’arte “Kunstwollen” • … fino ai primi dell’Ottocento … si credeva nell’esistenza di un valore artistico assoluto, per quanto fosse difficile formularne esattamente i criteri, e si spiegava l’alta stima per i monumenti antichi affermando che nei tempi passati ci si era accostati al valore artistico assoluto più di quanto non fossero in grado di fare i moderni. • solo agli inizi del XX secolo giungemmo quasi unanimemente alla convinzione della inesistenza del valore artistico assoluto … → Se il valore artistico è relativo allora esiste la possibilità che le opere delle generazioni precedenti vengano apprezzate non solo in quanto testimonianza della vittoria della creatività umana sulla natura ma anche in ragione della loro particolare e specifica concezione, forma e colore. 1 a ogni tempo la sua arte • Esiste una volontà superiore che conduce gli uomini, nelle diverse epoche e regioni, alla produzione artistica: questa volontà è la volontà d’arte “kunstwollen”. L’opera d’arte che appartiene al passato può avere in comune con la moderna “volontà d’arte” solo singoli aspetti. • Se la kunstwollen contemporanea non coincide con quella antica, gli aspetti dell’opera d’arte a noi graditi si affermano con tale intensità che quelli sgraditi passano in secondo piano. → crolla il pregiudizio estetico nella valutazione di intere epoche artistiche; → ripensamento del rapporto opera d’arte-fruitore, importanza della percezione dell’opera e della sua storicità. estetica e storia dell’arte • L’estetica è fondata su paradigmi percettivi. Non tanto estetica come riflessione teorica e filosofica sull’arte e sul bello, quanto come teoria della sensibilità e delle condizioni di possibilità dell’esperienza sensibile. Le indagini storico-artistiche fanno ricorso al corpo senziente e alle sue prassi (dell’occhio, della mano, …) per individuare la condizione di possibilità della manifestazione stilistica, della produzione e della fruizione degli stili. È questo il significato profondo della cosiddetta storia dell’arte senza nomi. • Non è nel gesto della grande personalità geniale, che realizza un unicum, che va cercato il segreto dello stile quanto piuttosto nell’inconsapevole operatività anonima del corpo proprio che abita il mondo e vi si correla. • Gli schemi di lettura adottati da Riegl sono visivi, dedotti dalla estetica della pura visibilità: – visione tattile (punto di vista ravvicinato) e non solo visione ottica (punto di vista lontano); – visione plastica oltre a quella coloristica; – visione spaziale o di profondità assieme a quella planimetrica. • L’opera d’arte è vista non più solo come rappresentazione ma come oggetto di fruizione e percezione. 2 ALOIS RIEGL (1858-1905) Studia diritto, storia e filosofia. Ordinario di Storia dell’arte all’università di Vienna. Fa parte della Commissione dei monumenti storici ed è conservatore del Museo d’arte decorativa di Vienna. La “pulizia” dei dipinti alla National Galley: vignetta di John Leech su Punch Magazine (1847) ALOIS RIEGL (1858-1905) Fu incaricato dalle autorità asburgiche di mettere a punto un progetto di legge per la riorganizzazione del servizio di tutela dei monumenti pubblici nell’Impero. Riegl chiarisce che principi e metodi del restauro non possono eludere il concetto di valore e inizia compilando una sorta di esegesi dei valori ma muore prima di arrivare a produrre il corpus normativo. Il restauro non può prescindere dalla considerazione della fitta rete di valori riconoscibili nell’opera. Conseguentemente, l’azione pratica non potrà mai fare a meno di compiere scelte. 3 ALOIS RIEGL (1858-1905) Der Moderne Denkmalkultus, 1903 (Il culto moderno dei monumenti antichi) ... Negli ultimi anni si è verificato un profondo cambiamento nelle nostre concezioni sulla natura e sulle esigenze del culto dei monumenti … Per MONUMENTO, nel senso più antico e originario, si intende un’opera fatta dalla mano dell’uomo, creata allo scopo di mantenere sempre presenti e vive, nella coscienza delle generazioni future, azioni o destini umani singoli ovvero collettivi... OPERA D’ARTE è ogni opera umana tangibile, visibile e udibile, che presenti un valore artistico (esperienza sensibile). ALOIS RIEGL (1858-1905) … Si chiama STORICO TUTTO CIO’ CHE E’ STATO E CHE OGGI NON ESISTE PIU’ ... Tutto ciò che è stato rappresenta l’anello insostituibile e inamovibile di una catena di sviluppo … tutto quello che ha avuto luogo dopo è condizionato da ciò che è stato prima e non si sarebbe potuto verificare senza l’anello precedente. Il nocciolo di ogni concezione storica moderna è l’IDEA DELLO SVILUPPO. Qualunque monumento d’arte è, senza eccezioni, anche un monumento storico, perché rappresenta un certo stadio dello sviluppo dell’arte figurativa. Il monumento artistico rappresenta, in questo senso, un MONUMENTO STORICO-ARTISTICO. 4 ALOIS RIEGL (1858-1905) • Per Riegl la definizione di monumento aveva provocato una selezione “aristocratica” che non ha più ragione di esistere dal momento in cui si considera essenzialmente l’antichità del monumento. Ciò che importa sono i segni evidenti dell’età e una sufficiente compiutezza individuale grazie alla quale esso si definisce nei confronti dell’ambiente e del resto del mondo. • La vera e propria fonte di tutti gli equivoci è la valutazione del valore dei monumenti con la categoria del “bello”. • Il monumento produce sull’osservatore moderno una sensazione indefinibile che si esprime nel desiderio inappagabile di guardare qualche cosa di “antico”. Ma l’osservatore, non volendo ammettere di non potersi spiegare la sensazione che lo prende di fronte al monumento, si illude che un monumento gli piaccia perché è “bello” o storicamente interessante. • È un impulso irresistibile e non una passione storica ed estetica che ci spinge al culto dei monumenti. ALOIS RIEGL (1858-1905) I MONUMENTI sono distinti in: • monumenti intenzionali, costruiti dall’uomo con lo scopo di tramandare un evento alle generazioni future; • monumenti non intenzionali o involontari che, al di là delle intenzioni dei costruttori, sono riconosciuti dai posteri come monumenti con valore storico o artistico o storico-artistico. … Tali classi si presentano come fasi successive di un processo di generalizzazione crescente del concetto di monumento; l’antichità ha conosciuto solo il concetto di monumento intenzionale, cioè dell’opera che, per volontà del proprio creatore, deve far ricordare un preciso momento del passato; il Rinascimento ha fatto emergere il concetto di monumento involontario, cioè quel monumento la cui scelta dipende dalla nostra volontà soggettiva; la modernità quello di monumento antico, intendendosi con questo termine qualunque opera della mano dell’uomo, senza riguardo al suo significato e alla sua destinazione, che mostri soltanto di essere esistita da prima del tempo presente. Ogni classe risulta parte della successiva: così i monumenti intenzionali rientrano tra quelli involontari e tutti tra gli antichi … (Casiello, 1996) 5 ALOIS RIEGL: valori storico della memoria dell’antico intenzionale VALORI d’uso della di novità contemporaneità d’arte artistico relativo ALOIS RIEGL: valori della memoria VALORE STORICO: CONSISTE NEL FATTO CHE UN MONUMENTO RAPPRESENTA UN GRADO PRECISO DELLO SVILUPPO DI QUALCHE CAMPO CREATIVO DELL’UMANITA’. Qualunque attività della quale ci sia pervenuta testimonianza (qualunque monumento d’arte) può rivendicare un valore storico. VALORE DELL’ANTICO: SI RIVELA A PRIMA VISTA IN QUANTO APPARENZA NON MODERNA. ... QUESTO ASPETTO ANTIQUATO NON SI FONDA TANTO SULLA FORMA STILISTICA ... SI RIVELA PIUTTOSTO IN UN’IMPERFEZIONE, IN UNA MANCANZA DI ORGANICITA’, IN UNA TENDENZA AL DEGRADO DELLA FORMA E DEI COLORI. Il riconoscimento non presuppone alcuna esperienza ma è comune a tutti gli uomini senza distinzione di formazione culturale. VALORE INTENZIONALE: ESISTE SIN DALLA COSTRUZIONE DEL MONUMENTO; HA LA FUNZIONE DI NON PERMETTERE CHE IL MONUMENTO DIVENTI PASSATO, DI CONSERVARLO SEMPRE PRESENTE E VIVO NELLA COSCIENZA DEI POSTERI. 6 ALOIS RIEGL: valori della contemporaneità Hanno le loro radici nella capacità dei monumenti di appagare i bisogni pratici o spirituali degli uomini. VALORE D’USO, SODDISFA BISOGNI PRATICI : ... UN EDIFICIO ANTICO CHE ANCORA OGGI VIENE UTILIZZATO, DEVE ESSERE CONSERVATO IN UNA CONDIZIONE TALE CHE POSSA ALLOGGIARE GLI UOMINI SENZA METTERNE IN PERICOLO LA SALUTE. ... Il valore d’uso nella maggior parte dei monumenti non può essere eliminato. VALORE D’ARTE, SODDISFA BISOGNI SPIRITUALI: VALORE DI NOVITA’, IL CARATTERE CONCLUSO DEL NUOVO CHE SI MANIFESTA NELLA FORMA CONTINUA E NELLA POLICROMIA INTATTA. VALORE ARTISTICO RELATIVO, LA QUALITA’ DELL’OPERA NELLA SUA RELATIVITA’ STORICA. La volontà d’arte antica non può essere identica a quella attuale e questa differenza si manifesta nella parzialità di elementi dell’opera che ci sono graditi. VALORI DELLA MEMORIA E IL CULTO DEI MONUMENTI VALORE DELL’ANTICO: DALLA MANO UMANA ESIGIAMO LA PRODUZIONE DI OPERE CONCLUSE COME SIMBOLI DEL DIVENIRE NECESSARIO E REGOLARE; DALLA NATURA, CHE AGISCE NEL TEMPO, ESIGIAMO INVECE IL DEGRADO DI QUEL CARATTERE CONCLUSO COME IL SIMBOLO DELL’ALTRETTANTO NECESSARIO E REGOLARE TRASCORRERE DEL TEMPO. NELLE OPERE UMANE RECENTI DISTURBANO I SEGNI DEL TRASCORRERE DEL TEMPO NELLO STESSO MODO IN CUI NELLE OPERE ANTICHE DISTURBANO I SEGNI DI UN NUOVO DIVENIRE (RESTAURI VISTOSI) DEVE ESSERE EVITATO L’INTERVENTO ARBITRARIO DELL’UOMO SULLA CONSISTENZA RAGGIUNTA DAL MONUMENTO: ESSO NON DEVE SUBIRE NE’ UN’ADDIZIONE NE’ UNA RIDUZIONE NE’ IL COMPLETAMENTO DI QUANTO SI E’ DEGRADATO CON L’ANDAR DEL TEMPO AD OPERA DELLA NATURA, NE’ DI QUANTO SI E’ AGGIUNTO AL MONUMENTO DEFORMANDONE AL CONTEMPO LA FORMA ORIGINARIA CONCLUSA. 7 VALORI DELLA MEMORIA E CULTO DEI MONUMENTI PER IL VALORE STORICO LE ALTERAZIONI E LE DEGRADAZIONI SONO UN’AGGIUNTA SGRADITA E DI DISTURBO. IL COMPITO DELLO STORICO E’ QUELLO DI RIEMPIRE, CON TUTTI I MEZZI DISPONIBILI, I VUOTI CHE CON L’ANDAR DEL TEMPO LE INFLUENZE DELLA NATURA HANNO PRODOTTO NELLA CREAZIONE ORIGINALE. MA TUTTE LE SPECULAZIONI E LE RICOSTRUZIONI UMANE SONO ESPOSTE ALL’ERRORE; DUNQUE IL DOCUMENTO, COME UNICO DATO CERTO, DEVE RIMANERE CONSERVATO IL PIU’ INTATTO POSSIBILE PERCHE’ LE GENERAZIONI FUTURE POSSANO CONTROLLARE I TENTATIVI DI RICOSTRUZIONE ED EVENTUALMENTE SOSTITUIRLI CON ALTRI MIGLIORI E PIU’ FONDATI. ULTERIORI DEGRADAZIONI DEVONO ESSERE EVITATE DECISAMENTE PERCHE’ OGNI ULTERIORE DEGRADO RENDE PIU’ DIFFICILE LA RICOSTRUZIONE SCIENTIFICA RELATIVA ALLA OPERA UMANA NEL SUO STATO ORIGINARIO. CONFLITTO TRA VALORE DELL’ANTICO E VALORE STORICO GLI INTERESSI DEL VALORE DELL’ANTICO E DEL VALORE STORICO SI SEPARANO NETTAMENTE SUL PUNTO DECISIVO DELLA TUTELA DEI MONUMENTI. COME SI RISOLVE QUESTO CONFLITTO? Il valore dell’antico ammette un rallentamento del processo di degradazione Il valore storico necessita di un completo arresto del processo di degradazione QUALE DEI DUE VALORI DOVREBBE ESSERE SACRIFICATO ALL’ALTRO? IL CONFLITTO PUO’ ESSERE RISOLTO SOLO CON LA REALIZZAZIONE DI UNA COPIA, SE QUESTA NON SI PRESENTA COME APPARATO AUSILIARIO PER LA RICERCA SCIENTIFICA MA COME COMPLETO SOSTITUTO DELL’ORIGINARIO CON LA PRETESA DI APPREZZAMENTO STORICO-ESTETICO ATTRAVERSO LA RIFLESSIONE E LA DESCRIZIONE. 8 VALORI DELLA MEMORIA E CULTO DEI MONUMENTI VALORE D’USO: CONFLITTO TRA VALORE D’USO E VALORE DELL’ANTICO Si presentano tre livelli diversi di possibile conflittualità: 1- monumenti che hanno perduto ogni possibilità di utilizzo pratico. Non esiste conflitto poiché il valore dell’antico ha il sopravvento; 2- monumenti che hanno continuato a conservare la loro funzione pratica. Il valore dell’antico dovrà accordare quelle concessioni alla “manutenzione” che sono opportune; 3- monumenti che sono al limite tra quelli utilizzabili e quelli che non utilizzabili. Qui si manifesta il vero conflitto. La vittoria spetterà a quel valore, le cui richieste sono sostenute dagli altri valori. CONFLITTO TRA VALORE D’USO E VALORE STORICO Il valore d’uso è indifferente al trattamento che subisce il monumento. ALOIS RIEGL (1858-1905) RESTAURO DEL DUOMO DI SANTO STEFANO A VIENNA … Riegl sul restauro del Duomo di Vienna, invece di prendere posizione a favore di coloro che propugnavano un restauro stilistico dei due portali della chiesa o a favore di coloro che si schieravano per la conservazione delle difformità stilistiche, analizza le motivazioni sia degli uni sia degli altri; quindi … … chiarito il proprio obiettivo, cioè tutelare, tramandare l’opera al futuro nella maniera più integra possibile, consiglia la conservazione dei portali … 9 ALOIS RIEGL (1858-1905) In sintesi… - ha messo in evidenza il fatto che ogni forma artistica è legata alla società che l’ha prodotta; - qualsiasi giudizio è inevitabilmente soggettivo, in quanto non esistono criteri definitivi, immutabili su cui fondare il giudizio stesso; -ogni singolo monumento, ogni singolo oggetto antico ha un suo valore per la comprensione e lo studio di quel passato da cui proviene; - il culto del valore storico ammette valore alla copia. Il tema del valore alla fine del XIX secolo • … in generale, ciò che deve essere oggetto di preferenza o di scelta… (N. Abbagnano) • La fortuna del termine “valore” si deve a Nietzsche e allo scandalo che suscitò la sua pretesa di invertire i valori tradizionali. Nietzsche puntava su … spiriti forti e abbastanza indipendenti da dare impulso a giudizi di valore opposti, da riformare e invertire i valori eterni … questo atteggiamento è stato letto come relativismo che fu difeso per la prima volta da W. Dilthey. … la storia è essa medesima la forza produttiva delle determinazioni di valore, degli ideali, degli scopi in base ai quali si determina il significato di uomini e di avvenimenti … Valori e norme pertanto nascono e muoiono nella storia e non sussistono al di fuori e al di sopra di essa. Non esistono valori assoluti e sono valori quelli che in determinate condizioni gli uomini riconoscono come tali. 10 Bodo Ebhardt (1865-1945) • Non fornisce alcuna definizione di monumento ma indica che il suo valore si basa sulla sua importanza storica. Secondo la teoria di Ebhardt la tutela dovrebbe salvaguardare un monumento perché esso perpetua ai nostri occhi un’immagine, a suo modo definita, di una cultura precedente. • Il valore storico del monumento non si basa tanto sul materiale e sulla sua lavorazione, quanto piuttosto sulla forma. Se dall’osservazione di un castello restaurato riceviamo l’impressione che tutte le sue forme corrispondano agli usi e alle esigenze del XIII secolo, allora nasce in noi l’agognata sensazione di soddisfazione di fronte a un’immagine di cultura medievale così ricreata e non ci accorgiamo nemmeno delle integrazioni avvenute. Per valorizzare al massimo la rovina occorre integrare il più possibile le parti mancanti e colmare le lacune: il castello in rovina deve essere ricostruito. Il restauro deve imitare rigidamente le forme che precedentemente esistevano oppure, nel caso in cui ciò non possa più stabilirsi con precisione, esso deve essere almeno copiato o riprogettato secondo modelli autentici di quel periodo. Koenigsbourg- Alsazia 11 • Egli non nega il fascino della rovina ma essa è un male necessario che accetta solo nel caso in cui manchino i mezzi per restaurarla. • La migliore conservazione è il restauro: … tutti i tentativi di conservazione senza restauro sono risultati finora artisticamente orripilanti … Accorgimenti operativi: – Stuccature sottofilo di 3-4 cm per salvare quell’ombra così preziosa e insostituibile che è determinante per l’aspetto psicologico. – I punti della muratura che hanno subito integrazioni vanno contraddistinti con un segnale differente secondo il grado di approssimazione all’autentico. Pur avendo tali attenzioni Ebhardt è assolutamente convinto che il restauro debba essere opera di un artista. 12