Ciao Vito, spero di farti cosa gradita nell`inviarti alcuni appunti miei

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Ciao Vito, spero di farti cosa gradita nell`inviarti alcuni appunti miei
Ciao Vito, spero di farti cosa gradita nell'inviarti alcuni appunti miei sul la lingua barese: Fammi sapere se sono gradti: Utriusque Agli inizi degli anni 70 (72 o ‘73), Giacomo Devoto (glottologo e linguista, che con Carlo Oli fu autore del Vocabolario della lingua italiana) tenne una conferenza al palazzo della Provincia di Bari, sulle etimologie dei dialetti italiani, spesso carichi di storia e costume (nel ‘72 aveva pubblicato I dialetti delle regioni d’Italia. Sansoni, Firenze 1972, con Gabriella Giacomelli). In quella occasione, ricordo, che spiegò l’origine della parola barese Utriusque, derivata dal latino. Nasceva da un editto (o clama o bando o grida) che, annullando un editto (o...) precedente (che vietava alle donne di bere vino in pubblico), terminava con la frase “Utriusque generi bibere licet”. Le donne quindi alzando il bicchiere ricordavano agli uomini che era lecito ad entrambi: ricorda Utriusque. E gli uomini dicevano: Uhmm... a te piace utriusque! Donde è rimasta la locuzione a tè te piasce Utriusque, ad indicare il bere vino e non solo. Molti, credendo che U sia l’articolo indeterminativo maschile, lo staccano da triusque, creando problemi, perché triusque non significa nulla. Molte altre parole della lingua o dialetto barese provengono dal latino, come mò: che significa sia adesso, sia fra un po’ (Mò addavenì -­‐ Sì, sì mò veng), stessi significati nel latino mox; auè, da ave, che in latino si leggeva aue, essendo la v e la u la stessa lettera e pronunciata sempre u; suppinne, costruzione aggiunta sul terrazzo, da super pinnas, sopra i comignoli; cra, piscrà, piscrìde e piscrùde, da cras, post cras, post cridie e post crudie, stessi significati: domani, dopodomani, il giorno dopo dopodoman, ecc.; filecenza ((parola magica che interrompeva i giochi dei bambini sino agli anni ‘50) da fiat licentia, sia data licenza, facciamo pausa. Ho letto in un sito in Internet che il significato della parola barese Filecenza, che, sino agli anni ‘50, i bambini usavano per interrompere i giochi, è di provenienza oscura, qualcuno nello stesso post avanzava l’ipotesi che derivasse dall’inglese “free license”. Io invece so che deriva dal latino “fiat licentia” cioè sia licenza, tregua, appunto. Molte sono le parole baresi di diretta derivazione latina. Un’altra è il nostro saluto “auè”, da AVE, che i latini pronunciavano proprio aue, o i giorni della settimana: iòsce, cra, pscrà, pscride e pscrude, da hodie, cras, post cras, post cridie, post crudie; suppinne, cioè sopraelevazione di un caseggiato, da super pinnas: sopra i comignoli, ecc. Anche nella lingua barese si usava un tempo la locuzione napoletana “Cap’e zì Vicienze” (o più barese “Cape de zì Vincinze) per dire “un bel niente”: “Ti ià dà cap’e zì Vincinze”, non tenghe... Ho saputo che deriva dalla locuzione latina “Caput sine censu” o Capite sine censu” , cioè persona senza reddito (per cui non paga le tasse, come gli schiavi), nullatenente. Barivecchia non è un borgo. Borgo non è sinonimo di quartiere. Borgo è una estensione di abitazioni fuori dalle mura, quindi è borgo il cosiddetto murattiano (che sarebbe più giusto chiamare ferdinandeo, in quanto Murat, dopo aver promulgato l’editto (1813) che consentiva alla città di Bari di edificare fuor dalle mura, dopo due anni morì (1815), il resto fu edificato sotto Ferdinando di Borbone (a partire dalla Chiesa di San Ferdinando). Dal vocabolario Treccani: Bòrgo 1. Centro abitato di media grandezza e importanza. 2. Estensione della città fuori delle antiche mura; con questo sign. la parola denomina attualmente, in alcune città, quartieri sorti originariamente all’esterno delle mura e poi compresi in recinzioni più recenti. 1 Bari per due secoli fu capitale dell’impero bizantino. Da Vito Ricci: “Bari, per quasi due secoli, fu il principale centro e la sede della massima autorità bizantina nei territori occidentali dell’Impero romano d’Oriente. Dopo la fine dell’emirato arabo e una breve parentesi longobarda, nel 876 la nostra città diventò il capoluogo del “ Thema di Longobardia ”, provincia che comprendeva la Puglia e i territori campani sino a Benevento contesi ai principati longobardi. Il Thema era governato da un funzionario imperiale detto stratega. Nel 970 Bari divenne la sede del Catapanato d’Italia retto da un nuovo funzionario d’alto rango: il Catapano che aveva giurisdizione su tutti i possedimenti bizantini nella penisola italica.” http://www.mondimedievali.net/Rec/baribizantina.htm