I fattori di contesto_la famiglia

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I fattori di contesto_la famiglia
I fattori di contesto. La famiglia.
Caratteri e trasformazioni.
Il caso italiano
Corso di Politiche Sociali
Facoltà di Scienze della Formazione
Università Milano Bicocca
Anno Accademico 2011-12

La famiglia – intesa come contesto
socio-economico primario nel quale
l’individuo è inserito – rappresenta
(con il lavoro) uno dei principali
elementi al centro del mutamento
sociale.

Ruolo strategico rispetto alla sua
valenza istituzionale e al suo ruolo
nella strutturazione della società.

Come prima istituzione, modella
comportamento,
aspettative
e
desideri degli individui

Come soggetto di decisioni, la
famiglia è un attore che partecipa alla
vita quotidiana della società e dei sui
mutamenti

A differenza dei rapporti di lavoro, i
rapporti familiari non sono rigidamente
strutturati su uno scambio calcolato fra
lavoro e salario, nondimeno essi sono
istituzionalmente regolati da una forma
contrattuale: il matrimonio.

La sostanziale differenza fra le due forme
di regolazione è che nel contratto
matrimoniale si intrecciano norme, culture
e codici morali.

Nella sua essenza la famiglia “industriale” è
un luogo di potere prevalentemente
incentrato sulla figura maschile.

La predominanza maschile si è sostanziata
col processo di industrializzazione, che
delega al marito/padre il ruolo di unico
percettore di reddito definendo così il modello
male breadwinner, che ha caratterizzato e in
alcuni casi caratterizza ancora, molti contesti
nazionali come quello italiano.
Le teorie della famiglia nella società industriale
hanno evidenziato come il declino dell’attività di
mercato di tipo familiare, anche, e soprattutto, a
causa dell’ascesa del ruolo dell’impresa nella vita
delle persone, abbia determinato due particolari
processi:
 Segregazione delle donne a un ruolo puramente
domestico ed alla loro esclusione dalla forza
lavoro
 Definizione
della
famiglia
quale
luogo
prevalentemente destinato ai legami affettivi ed
emotivi
Differenti analisi hanno messo in luce come il
processo di urbanizzazione e lo sviluppo
della fabbrica come luogo predestinato del
lavoro salariato, producendo lo sviluppo di
nuove tecnologie e l’intensificarsi dei flussi
migratori dalla campagna alla città, abbiano
introdotto nuove forme di divisione del lavoro.


Analisi sociologiche anni 50 e 60 hanno
definito un modello che giustificava le
differenze di genere nella gestione delle
attività familiari, teorizzando la separazione
dei ruoli all’interno della famiglia.
Modello duramente criticato negli anni 60
da sociologi e antropologi: relatività storica
e geografica:
– ricerche etnografiche: tra culture
differenti cambia l'organizzazione
delle funzioni che noi consideriamo
interne alla famiglia.

Meno viziati da giudizi di valore sono le
analisi socio-storiche, che spostano il
fuoco dalle funzioni alla struttura della
famiglia come tipologia di convivenza

Si studia il tipo di vincolo che lega i
membri in una convivenza, sia esso di tipo
affettivo, di sangue, di matrimonio o di
discendenza
Vincoli: distinzione
relazioni:
fra
struttura
e
struttura: regole attraverso cui una
convivenza si forma e si trasforma, la sua
composizione e la sua ampiezza
relazioni: rapporti di autorità e di affettività
all’interno del gruppo di persone che
convivono

Distinzione fondamentale in relazione ai
cambiamenti avvenuti nelle dinamiche
familiari a seguito delle più recenti
trasformazioni socio-economiche

A partire da questa lettura si può
affermare come gli elementi che meglio
definiscono la famiglia nelle società
contemporanee siano la co-residenzialità
e la presenza di un bilancio comune.

Nel contesto europeo, la famiglia ha vissuto varie
evoluzioni che hanno visto il passaggio dal modello
di famiglia multipla, del gruppo di parenti, fino alla
famiglia coniugale moderna.

Come molte altre istituzioni economico-sociali,
anche la famiglia ha vissuto, nel tempo, ciclicità
definite da momenti di crisi e di espansione.

Nel corso di questi mutamenti essa si è ridotta in
termini di dimensioni ma non ha perso rilevanza in
termini di rete. Non si vive più sempre tutti insieme,
ma si rafforzano i legami parentali o, per lo meno,
sono tali legami a fare la differenza
Le trasformazioni più recenti

Dal dopoguerra ad oggi, la famiglia, intesa
nella duplice accezione di forma di
parentela e di aggregato domestico, ha
subito profondi e significativi cambiamenti
sotto la spinta dei mutamenti demografici
e socio-economici.

Aumento del numero di famiglie molto più
consistente dell’aumento complessivo
della popolazione.

Determinante impatto dei flussi migratori
(soprattutto in Italia)
Crescita occupazione femminile
 Riduzione dei tassi di fecondità
 Progressivo
incremento
della
popolazione anziana
 Aumento dei tassi di separazione e
di divorzio
hanno
determinato
i
profondi
cambiamenti nelle strutture e nelle
dinamiche familiari.



Numero medio dei componenti per famiglia
diminuito e in tutti i paesi europei una simile
tendenza risulta in crescita.
I motivi di tale diminuzione: calo delle nascite,
mutamenti nelle relazioni familiari (genitori
anziani non coabitano più coi figli; in alcuni
contesti questi escono prima dal nucleo
familiare).
 Questo ultimo aspetto non vale, in
particolare, per i paesi mediterranei:
tendenza è spesso contraria sia per ragioni
economiche che per ragioni culturali.

Dalla fine della seconda guerra mondiale forte
aumento dei tassi di natalità, che ha determinato
il baby boom, destinato a protrarsi fino alla meta
degli anni Sessanta, quando è cominciata una
fase di decrescita.

Le differenze tra le famiglie europee si sono
evidenziate nel giro di 30 anni:
 a metà del secolo scorso il numero medio di
figli era di quasi 2,5
 modello tipico oggi 2 figli nei paesi
settentrionali e in Francia; nel nord della
Spagna e nel nord dell’Italia figlio unico

Il tema della transizione all’età adulta,
come in generale molti dei temi che
ruotano attorno alla questione
demografica è fondamentale per
comprendere la struttura delle nuove
composizioni familiari.
5 eventi-transizioni fondamentali
A) uscita dal sistema scolastico
B) ingresso nel mondo del lavoro
C) uscita dalla famiglia di origine
D) inizio prima unione coniugale
E) nascita del primo figlio
Cavalli e Galland (1996) identificano 3 diversi
modelli di transizione alla vita adulta e
formazione della famiglia:
Modello mediterraneo: tardiva uscita dalla
famiglia di origine e sincronizzazione tra
uscita di casa e matrimonio
Modello francese e Nord europeo: transizione
attraverso il passaggio prima nella
condizione di single, che precede la
formazione della famiglia
Modello inglese: transizione scuola/formazione
avviene presto, ma la formazione della
famiglia avviene più tardi
La famiglia forte mediterranea



Il modello mediterraneo di famiglia forte, (“forte” si
riferisce all’intensità dei legami), si caratterizza per una
differente gestione degli eventi critici che interessano la
famiglia.
Il più importante: modalità organizzative a sostegno dei
soggetti deboli e vulnerabili. Nelle società mediterranee
il sostegno viene principalmente dalla famiglia, mentre
nel resto d’Europa questo compito è demandato ad
istituzioni pubbliche o private.
ESEMPIO: in caso di instabilità occupazionale la
famiglia forte fornisce ai giovani adulti un supporto sui
due fronti che definiscono un fattore critico nella
transizione alla vita adulta, quello economico e quello
abitativo.
Il modello di famiglia forte risultato di lungo
processo evolutivo di pratiche sociali ed
economiche:
- Co-residenza di un solo figlio con la famiglia
d’origine (regola che trova oggi condizioni
straordinariamente favorevoli: figlio unico che
subentra alla guida della “cassa” di famiglia
senza esigenza di uscire e formarne una propria)
- Impegno a sostenere con le proprie forze i soggetti
deboli (figli, anziani, malati, disoccupati).
- Centralità del nodo di sangue, genitore (madre) –
figlio
Ragioni della ritardata transizione nel
modello mediterraneo
Fattori di carattere
culturale



Religione
(l’educazione
cattolica)
Norme sui modi di
formazione famiglia
Orientamento di valori
e
norme
sulla
solidarietà
intergenerazionali e
familiare
Fattori di carattere
istituzionale



Mercato del lavoro
Mercato
immobiliare
(accesso alla casa)
Politiche sociali e
welfare
Il modello di famiglia sud europeo può
essere scomposto in due varianti:
 più radicale: trova realizzazione nella
definizione
di
famiglia
forte
mediterranea, che interessa il sud Italia
e il sud della Spagna.
 meno radicale: a causa dell’influsso
della matrice culturale nord europea, che
interessa il nord dell’Italia e della Spagna
e il centro sud della Francia.

I mutamenti avvenuti negli ultimi
decenni hanno influito sulle sue
dinamiche mettendo in crisi, in
particolare, il nodo centrale del patto
generazionale

In particolare è entrata in crisi la
reciprocità: adulti si occupano della
cura dei propri genitori e al contempo
accudiscono i figli, consapevoli che
prima di loro i loro genitori si sono
comportati così e che i loro figli così
faranno in futuro.

La ridefinizione del patto genera gli
attuali cambiamenti nelle forme di
riproduzione
sociale,
e
tale
ridefinizione emerge ancora di più in
situazioni di criticità

Questi eventi hanno avuto un impatto
molto forte sui modelli di welfare che
hanno nella famiglia un elemento
strutturante
Ma cosa è cambiato quantitativamente?
Quali gli snodi critici della realtà italiana?
Famiglie per numero di componenti (%)
1961
1971
1981
1991
2001
1
10,6
12,9
17,9
20,6
24,9
2
19,6
22
23,6
24,7
27,1
3
22,4
22,4
22,1
22,2
21,6
4
20,4
21,2
21,5
21,2
19,0
5
12,6
11,8
9,5
7,9
5,8
6 e più
14,4
9,7
5,4
3,4
1,7
3,6
3,3
3
2,8
2,6
n. medio di
componenti
Fonte: ISTAT Censimenti
n. componenti
Separazioni e divorzi in Italia
90.000
80.000
70.000
60.000
Fonte: ISTAT
50.000
40.000
30.000
20.000
10.000
0
1995
1996
1997
1998
1999
Separazioni
2000
Divorzi
2001
2002
2005
Fonte: ISTAT