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GLI USA COMPLOTTANO CONTRO IL VENEZUELA DEL DOPO-CHAVEZ
Il think-tank della grande finanza, l’American Enterprise Institute (AEI), ha dichiarato nella sua “lista dei doveri
post-Chavez per i politici degli Stati Uniti” che gli Stati Uniti devono muoversi rapidamente per riorganizzare il
Venezuela secondo gli interessi degli USA.
Il think-tank della grande
finanza, l’American Enterprise Institute (AEI), ha dichiarato nella sua “lista dei doveri post-Chavez per i
politici degli Stati Uniti” che gli Stati Uniti devono muoversi rapidamente per riorganizzare il Venezuela
secondo gli interessi degli USA. Al momento le “esigenze fondamentali” della loro lista sono:
• La cacciata dei narco-boss che ora occupano posti di responsabilità nel governo
• Il rispetto di una successione costituzionale
• L’adozione di significative riforme elettorali per garantire una equa campagna e un trasparente
conteggio dei voti per le attese elezioni presidenziali
• Lo smantellamento delle reti iraniane e di Hezbollah in Venezuela
In realtà, AEI sta parlando di smantellare del tutto gli ostacoli che hanno impedito agli Stati Uniti e agli
interessi delle imprese finanziarie che li dirigono, di installare un regime cliente e di estrarre del tutto le
ricchezza del Venezuela, mentre ostacolano e smantellamento i progressi e l’influenza geopolitica
realizzata negli anni dal Presidente Hugo Chavez in tutto il Sud America, e altrove. La “lista” dell’AEI,
continua affermando: “Ora è il momento per i diplomatici degli Stati Uniti di avviare un dialogo silenzioso
con le principali potenze regionali, per spiegare gli elevati costi del regime criminale di Chavez, compreso
l’impatto della complicità chavista con i narcotrafficanti che seminano caos in Colombia, America Centrale
e Messico. Forse allora saremo in grado di convincere i leader regionali a mostrare solidarietà verso i
democratici venezuelani che vogliono ripristinare l’impegno allo stato di diritto e ricostruire un’economia
che può essere un motore per la crescita del Sud America”.
Naturalmente, per “democratici venezuelani”, l’AEI intende i fantocci di Wall Street come Henrique
Capriles Radonski e la sua facciata politica Primero Justicia, due entità che i media occidentali si stanno
già preparando a sostenere in vista delle elezioni anticipate.
L’occidente ha già posizionato i fantocci per spolpare il Venezuela del dopo-Chavez
Primero Justicia è stata co-fondata da Leopoldo Lopez e Julio Borges, che come Radonski, furono gestiti
per quasi un decennio dal dipartimento di Stato degli USA. Primero Justicia e la rete di ONG dai
finanziamenti esteri che la supportano, hanno avuto sostegno sia diretto e indiretto dall’estero, per almeno
altrettanto tempo.
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Immagine: Il documento del dipartimento di Stato USA che illustra il ruolo svolto dalle ONG finanziate
dal National Endowment for Democracy (NED) nel sostenere gli esponenti dell’opposizione in Venezuela.
Gli Stati Uniti evitano regolarmente di indicare in modo trasparente chi ottiene gli ampi finanziamenti che il
NED fornisce ai gruppi di opposizione in Venezuela, quindi, documenti come questo forniscono uno
sguardo unico sui nomi e le dinamiche effettivamente operanti. Come si sospettava, il NED invia denaro
alle reti che supportano l’attuale candidato alla presidenza, Henrique Capriles Radonski. In questo
documento particolare, i problemi legali di Sumate, finanziato dal NED, sono descritti in relazione al suo
tentativo di difesa di Radonski. Al momento della stesura di questo documento, Radonski era in carcere in
attesa di giudizio per il suo ruolo di supporto al fallito golpe del 2002, sostenuto dagli USA, contro il
presidente Hugo Chavez. Il documento è ancora on-line presso il sito ufficiale del dipartimento di Stato
USA.
Tutti e tre i co-fondatori si sono laureati negli USA; Radonski ha frequentato la New York Columbia
University (spagnola), Julio Borges il Boston College e Oxford (spagnola), e Lopez Leopoldo la Harvard
Kennedy School of Government (KSG), di cui è considerato un ex-alunno (qui). La Harvard Kennedy
School, che ospita il noto Centro Belfer, comprende le seguenti facoltà e gli alunni di Lopez, co-fondatore
dell’attuale opposizione filo-Stati Uniti in Venezuela: John P. Holdren, Samantha Power, Lawrence
Summers, Robert Zoellick, (tutti nella facoltà), così come Ban Ki-Moon (’84), Paul Volcker (’51), Robert
Kagan (’91), Bill O’Reilly (’96), Klaus Schwab (’67), e letteralmente centinaia di senatori, ambasciatori e
amministratori di Wall Street e di Londra, l’attuale crema dell’ordine globale internazionale.
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La Harvard Kennedy School of Government (KSG) è chiaramente una delle diverse università che
costituiscono il fondamento della politica globalista-internazionale guidata dalla grande finanza, e che
creano le legioni di amministratori per gestirla. Per comprendere pienamente le implicazioni dell’istruzione
di Lopez, aiuta a capire la leadership e i principi guida la dichiarazione di missione di Harvard, ben
esemplificata dal Belfer Center della KSG che, fino ad oggi, offre il suo sostegno pubblico a Lopez e al suo
partito di opposizione Primero Justicia.
Immagine: John P. Holdren (con la barba, a sinistra), sostenitore della riduzione della popolazione
attraverso la sterilizzazione forzata, supervisionata da un “regime planetario”, è solo uno dei tanti caratteri
“colorati” che si trovano nelle aule della Harvard Kennedy School of Government, dove il co-fondatore
di Primero Justiciadel Venezuela, Leopoldo Lopez, si è laureato. Fino ad oggi, KSG fornisce consulenza
negli sforzi dell’opposizione filo-USA nel prendere il potere in Venezuela.
Denominato da Robert Belfer, della Belco Petroleum Corporation e, poi, direttore della fallimentare Enron
Corporation, il Centro Belfer si definisce come “il fulcro della ricerca della Harvard Kennedy School,
nell’insegnamento e nella formazione nella sicurezza degli affari internazionali, nelle questioni ambientali
e risorse, e nella scienza e tecnologia.” Robert Belfer è ancora membro del Consiglio internazionale. Il
direttore della Belfer, Graham Allison fornisce un esempio di corporativismo che trae vantaggio guidando
la politica degli Stati Uniti. E’ stato uno dei fondatori della Commissione Trilaterale, direttore del Council on
Foreign Relations(CFR), consulente della RAND Corporation, direttore di Getty Oil Company, Natixis,
Loomis Sayles, Hansberger, Taubman Centers Inc., e Belco petrolio e gas, nonché membro dei comitati
consultivi di Chase Bank, Chemical Bank, Hydro-Québec e della losca International Energy Corporation,
tutto secondo la sua biografia ufficiale del Centro Belfer.
Altri personaggi discutibili e alunni della Belfer sono Robert Zoellick, membro del CFR e della Goldman
Sachs, ed ex-presidente della Banca Mondiale. Al consiglio di amministrazione vi è l’ex-membro del CFR
ed ex consulente di Goldman Sachs, Ashton Carter. C’è anche l’ex direttore di Citigroup e Raytheon, ex
direttore della CIA e membro del CFR John Deutch che ottenne il perdono da Clinton per evitare il
processo su una violazione della sicurezza, mentre armeggiava nelle sue funzioni nella CIA. Nel frattempo
vi sono anche Nathaniel Rothschild diAtticus Capital e RIT Capital Partners, Paul Volcker della Federal
Reserve e l’ex segretario della DHS, Michael Chertoff, tutti “consiglieri” del Centro Belfer.
Ultimo ma non meno importante, vi è John P. Holdren, anche membro del Council on Foreign Relations,
consigliere scientifico sia del presidente Clinton che del presidente Obama, e co-autore con Paul Ehrilich
dell’ormai famigerato “Ecoscience”, quando Holdren non promuove la “distruzione climatica”, con cui
sogna un governo totalitario globale malthusiano che sterilizza forzatamente la popolazione mondiale.
Teme, erroneamente, che la sovrappopolazione ponga fine dell’umanità. Aveva sostenuto con piena
superbia, nel suo scadente libro, “La società senza crescita“, che entro il 2040 gli Stati Uniti avrebbero
avuto una popolazione pericolosamente insostenibile di 280 milioni di abitanti, definendola “esagerata”.
La popolazione attuale degli Stati Uniti è di oltre 300 milioni di abitanti, e nonostante la leadership e le
politiche azzardate, resta ancora sostenibile.
Si potrebbe sostenere che l’istruzione di Lopez risieda nel suo passato, indipendentemente dalle sue
attività politiche attuali, tuttavia gli interessi che guidano l’agenda del Centro Belfer ancora dimostrano il
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suo sostegno agli sforzi del partito Primero Justicia a prendere il potere in Venezuela. Lopez, Radonski e
Borges fino ad oggi continuano a ricevere ingenti finanziamenti e sostegno dalle reti di ONG finanziate
direttamente dal National Endowment for Democracydel dipartimento di Stato USA, e sono chiaramente
favoriti dalla stampa occidentale. Inoltre, CFR, Heritage Foundation e altri gruppi di riflessione guidati
dalle aziende finanziarie sostengono tutti Radonski e Primero Justicia nel loro tentativo di “ripristinare la
democrazia” in stile statunitense in Venezuela.
Con la morte di Chavez, i nomi di queste figure dell’opposizione diventeranno i pilastri della
comunicazione occidentale in vista delle elezioni anticipate, di cui l’occidente è ansioso tenere; elezioni in
cui l’occidente è ben posizionato nel manipolarle in favore di Lopez, Radonski e Borges. Qualunque cosa
si possa avere pensato del presidente venezuelano Hugo Chavez e delle sue politiche, ha nazionalizzato il
petrolio della sua nazione, cacciando le multinazionali straniere, ha diversificato le esportazioni
riducendone la dipendenza dai mercati occidentali (con le esportazioni verso gli Stati Uniti al minimo in 9
anni), e si era apertamente opposto al neo-imperialismo delle aziende finanziarie in tutto il mondo. E’
stato un ostacolo all’egemonia occidentale, un ostacolo che ha provocato un palese depravato giubilo nei
suoi avversari, al momento della morte. E mentre molti critici sono pronti a definire le politiche del
Presidente Chavez un “fallimento”, sarebbe utile ricordare che gli Stati Uniti hanno schierato le loro vaste
risorse, sia apertamente che segretamente, contro il popolo venezuelano nel corso degli anni, per
garantirsi che qualsiasi sistema al di fuori della sfera di influenza occidentale fallisca inevitabilmente.
Davanti, giorni oscuri
Giorni bui, in effetti, attendono il Venezuela, con la “lista” dell’AEI che prefigura una “rivolta”,
affermando: “Mentre i democratici venezuelani lottano contro il chavismo, i leader regionali devono mettere
in chiaro che una repressione in stile Siria non sarà tollerata nelle Americhe. Dobbiamo difendere il diritto
dei venezuelani a lottare democraticamente per recuperare il controllo del loro Paese e del suo futuro.
Solo Washington può chiarire ai leader cinesi, russi, iraniani, cubani che sì gli Stati Uniti si preoccupano se
si cerca di sostenere un regime non democratico e ostile in Venezuela. Qualsiasi tentativo di sopprimere la
sua autodeterminazione con contanti cinesi, armi russe, terroristi iraniani o teppismo cubano, riceveranno
una risposta coordinata regionale.”
Consiglieri militari e forze speciali degli Stati Uniti sono stati catturati mentre operavano in giro per il
Venezuela. Così come ci sono stati segnali di avvertimento in Siria, anni prima che nel 2011 il conflitto
iniziasse; le intenzioni degli Stati Uniti di spargere sangue e provocare un cambiamento di regime in
Venezuela risalgono al 2002. Proprio come la Siria ora affronta una guerra per procura ideata
dall’occidente, lo stesso sarà per il Venezuela, con l’AEI che ha già svelato i piani degli Stati Uniti per
condurre una guerra per procura, sul modello siriano, in Sud America.
L’AEI ricorda anche ai lettori che il racket di Hugo Chavez aveva espulso dal Venezuela i falsi diritti
umani, “sviluppo economico” e “promozione della democrazia” dell’occidente, diffondendosi in altre
regioni del Sud America, e il desiderio dell’occidente di ripristinarle: “Le agenzie di sviluppo degli Stati Uniti
dovrebbero cooperare con gli amici della regione, in modo da formare una task force di rappresentanti
dell’industria privata, economisti e ingegneri, per collaborare con i venezuelani per identificare le riforme
economiche, gli investimenti in infrastrutture, sicurezza, assistenza e negli aiuti umanitari che saranno
necessari per stabilizzare e ricostruire il paese. Naturalmente, l’aspettativa sarà che tutti i costi di queste
attività saranno a carico di un’industria petrolifera restaurata nella produttività e nella redditività. Infine,
abbiamo bisogno di collaborare con le nazioni che la pensano come noi, per dare nuovo impulso alle
organizzazioni regionali impegnate alla democrazia, ai diritti umani, lotta contro la droga, cooperazione e
solidarietà emisferica, e che sono state castrate dall’agenda distruttiva di Chavez.”
Mentre gli Stati Uniti finanziano, armano e sostengono apertamente al-Qaida in Siria, eseguono sequestri
globali, gestiscono un arcipelago internazionale di centri di tortura, e solo ora conclude un decennio di
stragi e assoggettamento in Iraq e in Afghanistan, continuando a mietere vite e a mettere a repentaglio il
futuro di milioni di persone, finora resta difficile discernere a chi si rivolga l’AEI. E’ molto probabile a chi
sa leggere tra le righe: gli avvoltoi delle corporation finanziarie in attesa del momento giusto per spolpare il
Venezuela fino all’osso.
Il destino del Venezuela è nelle mani del suo popolo. La destabilizzazione occulta deve essere affrontata
dal popolo venezuelano, mentre i media alternativi devono fare del loro meglio per svelare le bugie già
snocciolate nelle tanto a lungo pianificate operazioni per il “Venezuela post-Chavez”. Per il resto di noi,
dobbiamo individuare gli interessi aziendali-finanziari che guidano questa agenda; interessi che
probabilmente frequentiamo ogni giorno, boicottandole e sostituendole in modo permanente, erodendo
l’influenza indebita che hanno e continueranno ad utilizzare contro il popolo venezuelano, così come
contro i popoli di tutto il mondo.
Land Destroyer - 6 mar 2013
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Traduzione di Alessandro Lattanzio - SitoAurora
Fonte originale: http://landdestroyer.blogspot.it
Fonte italiana: http://aurorasito.wordpress.com
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