Nuova Pac, accordo politico a tre gambe

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Nuova Pac, accordo politico a tre gambe
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[ PRIMO PIANO ]
Terra e Vita
n. 28/2013
13 luglio 2013
[ BUDGET PAC E BILANCIO TOTALE DELLA UE (%)
[ 2014­2020 ] L’intesa del 26 giugno fra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue. Dopo 50 incontri
Nuova Pac, accordo politico a tre gambe
[ DI BEATRICE TONI ]
Più flessibilità
e meno burocrazia
per gli agricoltori.
Parla
Paolo De Castro
[ Paolo De Castro.
A
lla fine Parlamento eu­
ropeo, Consiglio e Com­
missione hanno chiuso il
negoziato sulla Pac 2014­2020
raggiungendo quello che Paolo
De Castro, presidente della
Commagri del Parlamento eu­
ropeo, aveva anticipato: l’accor­
do politico.
Risultato, una riforma mi­
gliorata rispetto alla proposta
iniziale, con molti risvolti da ap­
profondire. Commenti entusia­
sti e anche cautele hanno dun­
que contraddistinto le prime rea­
zioni all’accordo trovato per la
nuova Pac. Molti aspettano an­
cora di capire meglio i contorni
della riforma. Ne parliamo con
De Castro.
Una Pac più verde? Più locale? Più giovane? Più equa? Meno burocratica? Come ricorderemo l’accordo del 26 giugno?
Certamente si tratta di una ri­
forma articolata, guidata da li­
nee guida importanti che si sono
tradotte in punti di forza. Possia­
mo dire con risolutezza che que­
sta Pac mette al centro il lavoro e
l’impresa. Con l’accordo dello
scorso 26 giugno abbiamo modi­
ficato in maniera sostanziale la
proposta della Commissione
proprio con l’obiettivo di ridare
centralità e nuova forza competi­
tiva al settore agricolo europeo,
pianificando e strutturando mi­
sure moderne, capaci di fare sin­
tesi delle istanze degli agricoltori
e del mutato scenario di riferi­
mento che segnerà il futuro del
comparto. Certamente avremmo
preferito lavorare su un altro im­
pianto legislativo. Ma parago­
nando il punto di partenza che la
Commissione ha messo sul tavo­
lo nel 2011 con il risultato del
negoziato finale, credo che gli
agricoltori europei possano dirsi
soddisfatti e guardare al futuro
con più ottimismo.
[ EUROPA RAFFORZATA
Quanta parte delle nuove regole è lasciata alla discrezione degli stati membri? Un 50%?
Senza indicare percentuali di
non facile determinazione, pos­
siamo senza ombra di dubbio af­
fermare che l’obiettivo che ci
eravamo prefissati in Parlamen­
to di introdurre una politica
agricola comune più flessibile
per rendere la vita degli operato­
ri più facile e meno burocratica è
stato raggiunto. Molte delle mo­
difiche che abbiamo approvato,
infatti, vanno in questa direzio­
ne come, solo per citarne alcune
tra le più importanti, la scelta dei
criteri di definizione degli agri­
coltori attivi (possibilità di ulte­
riore integrazione della black list)
e le regole della convergenza in­
terna, senza tralasciare il funzio­
namento delle opzioni d’inver­
dimento legate al nuovo sistema
di pagamenti diretti.
[ EFFETTO CODECISIONE
Dopo questi triloghi l’Europa
agricola è rafforzata o indebolita?
Nonostante le difficoltà con­
giunturali di questo periodo sto­
rico e i relativi effetti sulla dispo­
nibilità di risorse dell’Unione,
dai 50 incontri negoziali interisti­
tuzionali ­ tra Parlamento, Consi­
glio e Commissione Ue ­ degli
ultimi mesi, l’Europa agricola
esce senza dubbio rafforzata. Ba­
sti pensare alla definizione di
“agricoltore attivo” introdotta da
questa riforma, che destina i fon­
di solo agli agricoltori professio­
nali ed esclude altri soggetti giu­
ridici (black list) che non svolgono
attività agricola se non in modo
marginale (aeroporti, società im­
mobiliari e sportive, strutture per
[ PRIMO PIANO ]
n. 28/2013
13 luglio 2013
[ LITUANIA
Il rush finale
dei negoziati
«L
a Commissione agricoltura del
Parlamento europeo negozierà
con la neopresidenza lituana dell’Ue gli
ultimi temi ancora aperti della Pac rispet­
to all’accordo politico del 26 giugno». Lo
ha detto De Castro, dopo il via libero
politico dell’Assemblea all’accordo sul bilancio pluriennale Ue
2014­2020.
In base alla risoluzione approvata dal Parlamento europeo
ritornano all’esame della commissione Agricoltura i temi non
negoziati perché inclusi nell’accordo tra i capi di Stato e di
il tempo libero, per esempio).
Il nuovo meccanismo della
codecisione come ha modificato le sorti della trattativa?
In maniera sostanziale. Il
ruolo centrale affidato al Parla­
mento europeo dal Trattato di
Lisbona nella definizione delle
politiche comunitarie ha per­
messo, nel caso specifico della
Pac, di negoziare una riforma
più attenta alle reali esigenze
degli agricoltori europei e capa­
ce di rispondere con strumenti
adeguati alle nuove sfide che il
settore deve affrontare. Questo
grazie alla capacità di ascolto e
analisi dei contesti di riferimen­
to e all’attenzione nel definire
priorità e interventi necessari
che è propria del Parlamento,
unica istituzione europea eletta
direttamente dai cittadini e per
questo realmente vicina alle lo­
ro esigenze e richieste.
[ FILIERE
Alle Aop
crisi e contratti
In altri negoziati abbiamo
visto la contrapposizione fra
colture (paesi) mediterranee e
non. Questa volta?
Nella proposta originaria
della Commissione questa con­
trapposizione era ancora pre­
sente e molto marcata. Con il la­
voro in commissione Agricoltu­
ra e sviluppo rurale siamo
riusciti a eliminare il divario esi­
stente tra colture nordiche e me­
diterranee che avrebbe sicura­
mente danneggiato queste ulti­
me. Un esempio su tutti è
costituito dal greening, sul quale
siamo intervenuti per far sì che
le colture arboree (uliveti, vigne­
ti, agrumeti, ecc.) e le colture
sommerse (ad esempio il riso)
fossero esonerate dall’obbligo di
adempiere alle regole ambienta­
li previste dalla proposta Ciolos,
proprio in virtù della loro tipici­
tà grazie alla quale, by definition e
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Terra e Vita
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governo dello scorso febbraio: l’avvicinamento degli aiuti agricoli
Ue tra i diversi Stati membri (o convergenza esterna), l’introduzio­
ne di un tetto agli aiuti Pac, il livello del cofinanziamento naziona­
le, la flessibilità tra i finanziamenti destinati ai mercati agricoli e
quelli allo sviluppo rurale, la riserva finanziaria in caso di crisi.
Per De Castro il rush finale dei negoziati «conferma la volontà
del Parlamento di negoziare la riforma nel suo complesso, raffor­
zando il valore della co­decisione e il ruolo sempre più centrale
della stessa Assemblea». Questo è l’ultimo passaggio prima del
voto di settembre, in commissione Agricoltura e poi in plenaria,
che chiuderà definitivamente la riforma Pac.
nT.V.
al pari dei pascoli del Nord Eu­
ropa, offrono un contributo fon­
damentale all’ambiente.
Quali misure accomuneranno di più i vari paesi?
Le regole che abbiamo appro­
vato valgono per tutta l’Europa,
da nord a sud. Certamente, come
prima accennato, all’interno del
negoziato è stato cercato, e alla
fine trovato, il giusto equilibrio
tra le diverse agricolture che
compongono il sistema agroali­
mentare europeo. Ciò detto, ci
sono alcune misure all’interno di
ciascun dossier che prevedono
differenti opzioni come quella ri­
guardante la scelta tra regiona­
lizzazione o meno del sistema
dei pagamenti diretti (fatta salva
la cessazione dei riferimenti sto­
rici per ricevere i premi).
Ricerca, innovazione, tecnologia a chi competeranno?
Per il raggiungimento di
ome saranno rafforzate le filiere e il potere contrattuale degli
agricoltori?
Le misure previste nel dossier sull’Organizzazione comune dei mercati
(Ocm unica) vanno nella direzione del consolidamento e del rafforzamento
del ruolo delle associazioni di organizzazioni di produttori (Aop), con nuove
e più ambiziose attività e obiettivi nei programmi operativi. Fondamentale,
per quanto riguarda la gestione delle crisi e le perturbazioni di mercato, l’introduzione di una nuova
clausola di salvaguardia per consentire l’adozione di misure di emergenza e rispondere alle
situazioni di instabilità. In caso di gravi crisi di mercato, le organizzazioni di produttori o organizza­
zioni interprofessionali, in cambio di garanzie specifiche, potranno prendere misure temporanee
(ritiro dal mercato o deposito da parte di operatori privati, per esempio). Prendendo poi spunto dalle
regole introdotte nel settore lattiero (“pacchetto latte”), gli agricoltori avranno la possibilità di
negoziare collettivamente i contratti per la fornitura di olio d’oliva e carne di manzo, cereali e altre
colture, a determinate condizioni e garanzie.
nT.V.
questi obiettivi, è indubbio che
ancora molto si deve fare e che
non bisogna abbassare la guar­
dia sia in sede europea, e non
solo all’interno della Pac (si pen­
si alla più ampia strategia Ue
2020) sia in sede nazionale. Tut­
tavia, nel negoziato sulla rifor­
ma appena concluso non man­
cano interessanti novità a favore
del rafforzamento dell’innova­
zione e della ricerca in campo
agricolo. Un esempio su tutti,
sono le numerose disposizioni
settoriali (come nel caso del vi­
no e ortofrutta) contenute nel re­
golamento sull’organizzazione
comune dei mercati.
[ UN GREENING VIRTUOSO
Il greening fa ancora paura?
Non più. Grazie al lavoro
svolto in Comagri abbiamo mi­
tigato l’impatto delle misure
previste, adattandole alle esi­
genze degli agricoltori e crean­
do un equilibrio virtuoso tra so­
stenibilità ambientale e sosteni­
bilità economica. La messa in
pratica e il rispetto di pratiche
agricole che vanno a beneficio
del clima e dell’ambiente è sen­
za dubbio un impegno centrale
per il futuro dell’agricoltura
non solo europea. Gli Stati
membri dovranno destinare il
30% della loro dotazione nazio­
nale per il pagamento di queste
misure (da sommarsi ai paga­
menti di base). Le misure di ba­
se sono tre: mantenimento dei
pascoli permanenti, diversifica­
[ PRIMO PIANO/FLASH ]
10 Terra e Vita
[ SOSTENIBILITÀ
L’agricoltura
è strategica
I
l tema centrale di questi ul­
timi anni è la sicurezza ali­
mentare, produrre di più con
meno risorse, far coesistere
esigenze ambientali, econo­
miche e sociale: questa rifor­
ma incoraggia gli investimenti in agricoltura?
Oggi investire in agricoltura vuol dire investire nel
futuro. La sfida è proprio quella di produrre di più e meglio,
con meno risorse e inquinando meno. Tutto questo si
ottiene a patto di investire in agricoltura, riportandola al
centro del dibattito pubblico come motore di sviluppo e di
crescita economica e occupazionale, dando valore a un
comparto produttivo che, insieme all’industria alimentare,
rappresenta il primo settore manifatturiero d’Europa. È su
questa convinzione che il Parlamento ha costruito negli
ultimi due anni le sue controproposte, migliorando e rettifi­
cando una visione della Commissione che marginalizzava
le funzioni economico­produttive del settore, affermando
che l’agricoltura è un presidio ambientale e sociale impre­
scindibile, ma oggi anche un ambito produttivo molto più
strategico che in passato.
nT.V.
zione delle colture* manteni­
mento di un’area di interesse
ecologico di almeno il 5% della
superficie coltivate a seminativi
(tale soglia sarà aumentata fino
al 7% dal 2019 e in seguito alla
presentazione di una proposta
legislativa da parte della Com­
missione Ue). Da tale opzione,
come ricordavo prima, saranno
esonerate le aziende con super­
ficie inferiore ai 15 ha, tutte le
colture arboree, i prati perma­
nenti e le colture sommerse.
[ PER VERI AGRICOLTORI
Le associazioni ambientaliste
sono state dure e hanno parlato
di “sussidi a un’agricoltura industriale e a vecchi privilegi,
senza vere innovazioni per una
maggiore competitività e sostenibilità ambientale ed economica delle nostre imprese agricole”. Che ne pensa?
Penso che il tempo delle po­
lemiche pretestuose e senza
fondamento dovrebbe final­
mente lasciare il passo a un con­
fronto lucido e costruttivo sulle
reali esigenze e prospettive del
settore agricolo. Prospettive più
che positive, che parlano di im­
portanti occasioni di crescita e
di un ruolo di traino economico
per molti paesi dell’Unione, in
primis l’Italia. Con la riforma
della Pac post 2014 si premia la
‘vera’ agricoltura, il lavoro e
l’impresa, senza mai dimentica­
re, e premiare, lo straordinario
contributo ambientale del fare
agricoltura, nonché quello delle
tipicità e delle produzioni di
qualità che rendono questo set­
tore un eccezionale universo di
opportunità. Poi mi rendo an­
che conto che le oltre 600 pagine
di testo legislativo possano non
essere di immediata e facile let­
tura, ma rimangono un prere­
quisito fondamentale per l’ar­
gomentazione di eventuali, opi­
nabili, critiche.
n
(*) su superfici maggiori di 10
ha, gli agricoltori dovranno coltivare almeno 2 colture e almeno 3 sopra i 30 ha; la coltura principale
potrà occupare fino a un massimo
del 75% del terreno e le due principali almeno il 95%.
n. 28/2013
13 luglio 2013
[ ZOOTECNIA
Intesa interregionale
per la filiera suinicola
[ OGM
Decreto interministeriale
e coinvolgimento Regioni
È
stato siglato a Mantova il
protocollo d’intesa della fi­
liera suinicola. A sottoscrivere il
documento, voluto e sollecitato
dalle Regioni Piemonte, Emilia­
Romagna, Lombardia, Veneto e
Friuli­Venezia Giulia, numerose
organizzazioni economiche in
rappresentanza di allevatori e
macellatori, dai consorzi di tute­
la di salumi Dop, dalle associa­
zioni tecniche e, infine, dalle or­
ganizzazioni cooperative e pro­
fessionali agricole delle prin­
cipali Regioni del nord in ambi­
to suinicolo. L’esito del confron­
to rappresenta un caso quasi
unico di Regioni accomunate da
esigenze comparabili unite dal­
la volontà di affrontare sinergi­
camente le debolezze ­ sia eco­
nomiche che strutturali ­ della
filiera di produttori.
n
I
[ CRISI
Emilia­R., crolla la spesa?
No, è un refuso dell’Istat
[ NOMINE
Confermati Zonin (Uiv)
e i vice di Assobiotec
U
D
n refuso dell’Istat, e la
crisi che ha coinvolto an­
che la ricca Emilia­Romagna è
parsa diventare uno storico
crollo. Lo stesso istituto di sta­
tistica ha corretto i dati, spie­
gando che la spesa media
mensile, che nel bollettino del
5 luglio era di 2.384 euro, in
realtà è di 2.834. L’inversione
dei due numeri aveva indotto
l’Uecoop a parlare di crollo del
­16,5%, e di una spesa per la
tavola, fucina principe del Pil
regionale, franata da 460 euro
a 383. Il ritorno odierno del­
l’Istat al dato corretto ridimen­
siona l’allarme.
In Italia, nel 2012, la spesa
media mensile per famiglia è
stata pari a 2.419 euro, ­2,8%
rispetto all’anno precedente. n
ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, delle Politiche
agricole, Nunzia De Girolamo
e dell’Ambiente, Andrea Orlando, hanno affrontato in un in­
contro presso il Palazzo del­
l’agricoltura la questione della
coltivazione degli ogm in Italia.
I ministri hanno convenuto
sull’esigenza di promuovere
iniziative a livello nazionale e
comunitario, a partire dall’ema­
nazione di un decreto intermini­
steriale, per salvaguardare la si­
curezza delle coltivazioni e gli
elementi di biodiversità che le
caratterizzano.
Si è convenuto altresì di coin­
volgere le Regioni nella defini­
zione di un quadro normativo
che consenta di affrontare in
modo strutturale il problema
della coesistenza.
n
omenico Zonin si confer­
ma Presidente di Unione
Italiana Vini per il mandato
triennale 2013/15. Nominato
dal neoeletto Consiglio di Am­
ministrazione, l’imprenditore
veneto gestirà l’incarico, ricevu­
to ad interim a seguito della
scomparsa di Lucio Mastrobe­
rardino lo scorso gennaio.
In Assobiotec Riccardo Palmisano è confermato vice­presi­
dente delegato, così come Luca
Benatti vice­presidente.
Fanno parte del Comitato
del presidenza, oltre al Presi­
dente, Alessandro Sidoli, e ai
due vice­presidenti, Maurizio
Guidi (Eli Lilly Italia), Maria
Luisa Nolli (Areta Internatio­
nal) e Celmira Susana Sousa
(Basf Italia).
n