Fisiologia Anatomia Dermatologia - Schede 71
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Fisiologia Anatomia Dermatologia - Schede 71
REGIONE SICILIANA Progetto cofinanziato dal Piano straordinario per il lavoro in Sicilia: opportunità giovani - Priorità 3: Formazione giovani Anno Formativo 2013-2014 - Progetto Occupazione - Corso Consulente d'Immagine/Acconciatore - Sede Alcamo Scheda 71 APPARATO DIGERENTE(2) STOMACO Come descritto nella scheda precedente, lo stomaco è collegato all'esofago tramite il cardias. La parete dello stomaco è ricca di muscolatura involontaria liscia che, con le sue contrazioni, favorisce il rimescolamento con il succo gastrico dando inizio alla digestione. Il succo gastrico è prodotto dalle numerose ghiandole gastriche presenti nella mucosa dello stomaco. Il succo gastrico è formato da acqua (99%), acido cloridrico (0,5%) enzimi, gastrina (un ormone che stimola la contrazioni gastriche), muco (che protegge le pareti dello stomaco dall'azione dell'acido cloridrico) e Sali. Il processo di digestione dura in media 3 ore (dipende dalla composizione e dalla quantità di cibo) e qui il bolo si trasforma in chimo in quanto subisce profonde modificazioni fisiche e chimiche per continuare il cammino all'interno dell'apparato digerente. INTESTINO E' un lungo tubo raggomitolato nella cavità addominale avente il compito di completare la digestione e assorbire i principi nutritivi. Si divide in intestino tenue lungo circa 7 metri e intestino crasso lungo circa 1,5 metri. L'intestino tenue svolge la funzione di completamento della digestione o chilificazione, il chimo proveniente dalla della digestione gastrica si mescola alla bile, il succo pancreatico e il succo enterico o succo intestinale. Qui la digestione dura 5 o 6 ore. Il succo enterico è prodotto dalle numerose ghiandole della mucosa intestinale dalle ghiandole enteriche ed è formato da acqua, enzimi, muco e sali. Un'altra funzione dell'intestino tenue è la funzione di assorbimento e ciò è consentito dalla presenza di numerosissimi villi intestinali, delle sporgenze che aumentano notevolmente la superficie assorbente. All'interno di ciascun villo si trovano poi numerosi capillari sanguigni. INTESTINO CRASSO La parte terminale dell'intestino è detta intestino crasso e solge le seguenti funzioni: assorbimento di acqua e Sali minerali, eliminazione degli scarti che vengono poi eliminati all'esterno tramite lo sfintere anale, produzione di vitamine K e B, grazie alla presenza della flora intestinale. L'intestino crasso è detto anche intestino pigro in quanto per svolgere la sua funzione impiega circa 10 ore. Modulo didattico: Fisiologia Anatomia Dermatologia Dispensa a cura del formatore: Dott. Mario Giurlanda - [email protected] - www. profmarioonline.altervista.org REGIONE SICILIANA Progetto cofinanziato dal Piano straordinario per il lavoro in Sicilia: opportunità giovani - Priorità 3: Formazione giovani Anno Formativo 2013-2014 - Progetto Occupazione - Corso Consulente d'Immagine/Acconciatore - Sede Alcamo Scheda 72 APPARATO DIGERENTE(3) FEGATO Il fegato è la ghiandola più grossa dell'organismo umano, pesa circa 1,5 Kg ed è posto sotto il muscolo diaframmatico. Può essere considerato un laboratorio biochimico in quanto produce numerose sostanze e regola altrettante funzioni: • secrezione di bile: liquido giallo verdastro depositato nella cistifellea e riversato, tramite il coledoco, nell'intestino al momento della digestione. La bile ha lo scopo di emulsionare i grassi (renderli in minutissime goccioline); • metabolismo dei glucidi: immagazzina il glucosio in eccesso sottoforma di glicogeno e lo rilascia quando necessario; • metabolismo dei lipidi: sintetizza il colesterolo; • metabolismo delle proteine; • deposito di vitamine e ferro; • demolizione di composti tossici. PANCREAS E' una ghiandola posta dietro lo stomaco e davanti la colonna vertebrale. Ha forma allungata ed è lungo circa 20 cm. Si divide in: • pancreas esocrino: produce il succo pancreatico che contiene diversi enzimi fra cui la tripsina (enzima che taglia le proteine in aminoacidi) e la lipasi (enzima che taglia i grassi) che riversa nell'intestino tramite dei dotti escretori; • pancreas endocrino: questa parte si trova nella cosiddette isole di Langherans e produce ormoni che vengono immessi nel sangue (fra questi l'insulina e il glucagone). INTERESSE PROFESSIONALE La conoscenza dell'anatomia dell'apparato digerente, del processo digestivo e le principali nozioni di scienza dell'alimentazione e dietologia sono oggi di fondamentale importanza anche per chi opera nel settore estetico professionale. Gli alimenti che ingeriamo ed assimiliamo sono infatti, insieme ad altri fattori, tra i responsabili del perfetto funzionamento del nostro organismo e dello stato di salute dei nostri organi e tessuti. Tra questi in modo specifico la cute ed i suoi annessi che, molto spesso, risentono e mostrano i "segni" anche di una alimentazione scorretta. Da qui la necessità di conoscere le basi tecnico-scientifiche dell'alimentazione per una razionale utilizzazione degli alimenti che possono così rivelarsi un rimedio, o comunque un aiuto, per molti disturbi anche a livello estetico. Non è certo compito dell'operatore di cura alla persona quello di prescrivere una dieta, che spetta solamente ad un medico specialista dietologo, tuttavia diversi sono i consigli alimentari che si possono suggerire alle clienti, soprattutto in associazione ai trattamenti estetici specifici. Modulo didattico: Fisiologia Anatomia Dermatologia Dispensa a cura del formatore: Dott. Mario Giurlanda - [email protected] - www. profmarioonline.altervista.org REGIONE SICILIANA Progetto cofinanziato dal Piano straordinario per il lavoro in Sicilia: opportunità giovani - Priorità 3: Formazione giovani Anno Formativo 2013-2014 - Progetto Occupazione - Corso Consulente d'Immagine/Acconciatore - Sede Alcamo Scheda 73 LESIONI ELEMENTARI DELLA CUTE (1) Si definisce lesione una qualsiasi alterazione o anomalia della pelle. Le lesioni si dividono in: • lesioni primarie: se compaiono all'insorgere di una malattia. Sono lesioni primarie le macchie, le papule, i noduli, le vescicole, le bolle, le pustole, i ponfi. • lesioni secondarie: se compaiono in un momento successivo all'insorgere di una malattia o durante la fase di guarigione. Sono lesioni secondarie le squame, la crosta, le regadi, le erosioni, le ulcerazioni, le cicatrici, le escare, l'atrofia, la cheratosi MACCHIE Le macchie sono una modificazione del colore della pelle senza una contemporanea modificazione di altri caratteri cutanei. Si dividono in 3 categorie: 1. macchie da variazione del contenuto ematico: prodotte da alterazione dei vasi sanguigni del derma a. macchie eritematose: di colore rosso più o meno vivo da piccole a molto estese di firma rotonda ovale o irregolare. Esempi: macchie conseguenti a ustioni lievi e morbillo b. macchie cianematose: di colore rosso cupo o bluastro, scompaiono in seguito a pressione. Esempi: macchie da esposizione al freddo c. macchie emorragiche: inizialmente di colore rosso-viola in seguito diventano blu-verde o verde-giallo. In base alle dimensioni dsi dividono in: petecchie (piccole come una lenticchia), ecchimosi (grandi quanto una mano), soffusioni (molto estese). d. macchie da eccessivo sviluppo vascolare: dovute a vasodilatazione permanente e proliferazione di vasi sanguigni. Esempio: couperose 2. macchie da variazione del pigmento melanico: causate da eccesso o carenza di melanina. Si dividono in: a. ipercromiche: dovute ad eccesso di melanina di colore giallo, giallo brunastro o bruno. Non cambiano in seguito a pressione. Esempi: macchie mongoliche, efelidi (lentiggini) b. ipocromiche: dovute a carenza di melanina. Sono chiazze biancastre di varia grandezza a margini ben netti. Esempi: macchie da vitiligine o lebbra 3. macchie di origine esogena: la cui pigmentazione deriva da ambiti estranei alla cute. Esempio macchie da nicotina, tatuaggi. PAPULE Alterazioni con rilevatezza (parte della cute che si solleva) solida e contorni ben definiti. Di dimensioni variabili fra capocchia di uno spillo a dimensione di una lenticchia di consistenza duro elastica. Esempi: verruche, scabbia, cheratosi pilare. NODULO Formazioni solide e profonde circoscritte situate nel derma o nell'ipoderma. Il colore della pelle può mantenersi normale o farsi rosso bruno. Più noduli possono confluire in placche. Puo avere origine maligna o derivare da masse adipose. Modulo didattico: Fisiologia Anatomia Dermatologia Dispensa a cura del formatore: Dott. Mario Giurlanda - [email protected] - www. profmarioonline.altervista.org REGIONE SICILIANA Progetto cofinanziato dal Piano straordinario per il lavoro in Sicilia: opportunità giovani - Priorità 3: Formazione giovani Anno Formativo 2013-2014 - Progetto Occupazione - Corso Consulente d'Immagine/Acconciatore - Sede Alcamo Scheda 74 LESIONI ELEMENTARI DELLA CUTE (2) VESCICOLA Piccole raccolte superficiali di liquido limpido sieroso proveniente dal plasma sanguigno, poste nell'epidermide o appena al di sotto di essa. Sono circoscritte, ben delimitate, rilevate sulla cute. Con sottili, le vescicole si rompono facilmente lasciando una superficie erosa e sierosa. Presentano dimensioni variabili e sono spesso accompagnate da altri sintomi quali prurito, dolore, bruciore e rossore della cute circostante. Può guarire lasciando cicatrici come nel caso della varicella. Esempi di vescicole sono le manifestazioni dell'herpes simplex, dell'herpes zooster, dell'eczema e della varicella. BOLLA Raccolte circoscritte di liquido limpido sieroso con sede intraepidermica (più sottile) o sottoepidermica (più spessa) e si distinguono dalle vescicole per le maggiori dimensioni; talvolta, anzi, si generano per confluenza di più vescicole. Possono anche contenere sangue e quando sono molto estese, ricche di siero e flaccide prendono il nome di flittene. Alla guarigione, possono lasciare cicatrici. Esempi di bolle sono le bolle traumatiche da calzatura o sfregamento, quelle conseguenti a ustioni di secondo grado, il pemfigo e l'eczema. PUSTOLA Le pustole sono piccole raccolte circoscritte di pus formatesi in sede intraepidermica o sottoepidermica. Sono di forma rotondeggiante, rilevate sulla cute e di dimensioni variabili. Si possono distinguere dalle vescicole per il contenuto di materiale che qui è purulento. Si localizzano di frequente sul follicolo pilo-sebaceo e possono risolversi senza lasciare cicatrici oppure lasciando macchie pigmentate sulla cute. Esempi d' pustole sono quelle dell'acne, del vaiolo, dell'impetigine, della rosacea. POMFO I pomfi sono rilevatezze consistenti della cute, solide e circoscritte che in genere scompaiono rapidamente. Sono il risultato dell'infiltrazione di liquido dai vasi del derma in seguito a un fenomeno infiammatorio; esse possono assumere forme e dimensioni molto variabili. II loro colore varia da bianco porcellana al rosa, al rosso acceso. Di solito, il pomfo è accompagnato da prurito, soprattutto nel caso (frequente) in cui esso sia la manifestazione di un fenomeno allergico tipicamente associato al rilascio di fattori come l'istamina. Guariscono senza lasciare cicatrici. Esempi di pomfo sono le manifestazioni dell'orticaria e quelli conseguenti a punture di insetti. SQUAMA Sono ammassi voluminosi di cellule morte dell'epidermide che assumono forma laminare e che si sfaldano da questa in modo evidente anziché in singoli elementi. Sono conseguenti a una produzione di cheratina più abbondante della norma. Il loro colore varia dal bianco grigiastro o giallastro al bruno. Spesso si osserva, anche con una certa frequenza, il distacco di ammassi cellulari molto spessi dallo strato corneo: in questi casi nell'epidermide si verifica il fenomeno della paracheratosi, cioè il passaggio diretto delle cellule dallo strato spinoso a quello corneo, saltando tutti i passaggi intermedi. Le squame possono assumere svariate forme: piccole e molto volatili, grandi e grassose, sottili e sfaldanti. Esempi di squame sono quelle della forfora, della psoriasi, dell'eczema, della dermatite seborroica, dell'ittiosi e della pitiriasi rosea. CROSTA La crosta è il prodotto della coagulazione di un liquido organico, sangue, siero o pus, fuoriuscito dai vasi sanguigni e dai tessuti. La forma della crosta è molto variabile e in genere assume la stessa dimensione della lesione che l'ha generata. II suo colore può variare dal giallo, al rosso scuro, al bruno-nerastro dopo la guarigione, la crosta lascia una cicatrice. Esempi di crosta sono le conseguenze di lesioni cutanee traumatiche, dell'impetigine e dell'herpes. Modulo didattico: Fisiologia Anatomia Dermatologia Dispensa a cura del formatore: Dott. Mario Giurlanda - [email protected] - www. profmarioonline.altervista.org REGIONE SICILIANA Progetto cofinanziato dal Piano straordinario per il lavoro in Sicilia: opportunità giovani - Priorità 3: Formazione giovani Anno Formativo 2013-2014 - Progetto Occupazione - Corso Consulente d'Immagine/Acconciatore - Sede Alcamo Scheda 75 LESIONI ELEMENTARI DELLA CUTE (3) RAGADI Sono fessurazioni, quasi tagli verticali, che si formano nello spessore dell'epidermide e degli strati più superficiali del derma. Sono determinate da una riduzione o da una perdita dell'elasticità della cute che, fattasi più rigida, tende a spaccarsi. Le zone più colpite sono gli angoli delle labbra (commessure labiali), le pliche anali, le regioni palmo-plantari, i capezzoli. Le ragadi possono conseguire anche a terapie farmacologiche prolungate, all'esposizione a basse temperature o a sollecitazioni meccaniche, condizioni che aumentano lo spessore o l'irrigidimento dello strato corneo. EROSIONE L'erosione è una mancanza di tessuto che interessa l'epidermide e il derma superficiale e si risolve senza lasciare cicatrici. L'erosione prende il nome di esulcerazione se si tratta dell'apertura di una vescicola, di una bolla o di una pustola, oppure di escoriazione se si tratta di un trauma contusivo. ULCERAZIONE E' una perdita di tessuto cutaneo dovuta a un processo patologico che si verifica nel derma e talvolta nel tessuto sottocutaneo, con scarsa tendenza alla cicatrizzazione spontanea. Guarisce sempre lasciando cicatrice. I bordi dell'ulcera possono essere regolari o irregolari, rilevati, piani oppure scavati a picco. Esempi di ulcere sono le ulcere varicose quell conseguenti a tubercolosi o a radiodermite. CICATRICE La cicatrice è la conseguenza di lesioni primarie o secondarie di natura traumatica o patologica. Si tratta di una formazione di nuovo tessuto connettivo e di epidermide che durante il processo di riparazione assume un aspetto diverso da quello di partenza: la cicatrice può essere piana, rilevata o infossata. L'epidermide della zona cicatriziale si presenta liscia, sottile, lucente, priva delle tipiche increspature e pieghettature cutanee, di annessi cutanei come ghiandole e peli, quasi del tutto priva di pigmentazione. II tessuto connettivo sottostante risulta povero di vasi e di fibre elastiche e si ricostruisce con una fitta trama di fibre collagene poste in modo disordinato. La cheloide è un tipo di cicatrice che presenta formazione di tessuto connettivo irregolare e disordinata che si spinge fino al sottocutaneo, di consistenza fibrosa e compatta; la sua forma è molto irregolare, e tende a riformarsi anche dopo che è stata asportata chirurgicamente. ESCARA L'escara è una necrosi ce a c -e che può intervenire in seguito a lesioni traumatiche o circolatorie, oppure per il contatto accidentale con sostanze chimiche o con corrente elettrica. Le escare si presentano nella zona colpita come lesioni di colore nero; qui le cellule dell'epidermide sono morte. ATROFIA L'atrofia è uno stato in cui si osserva una regressione della funzionalità della cute. Si presenta con riduzione degli strati cutanei accompagnato da perdita di elasticità e da scomparsa degli annessi cutanei. Nell'atrofia la cute è anelastica e di colorito spento. Esempio tipico di atrofia cutanea è la smagliatura o l'atrofia in età senile. CHERATOSI La cheratosi è una modificazione dello strato corneo per cause traumatiche o patologiche. Quando si verifica un ispessimento dello strato corneo si parla di ipercheratosi. Esempio di cheratosi sono i calli e i tilomi. Modulo didattico: Fisiologia Anatomia Dermatologia Dispensa a cura del formatore: Dott. Mario Giurlanda - [email protected] - www. profmarioonline.altervista.org REGIONE SICILIANA Progetto cofinanziato dal Piano straordinario per il lavoro in Sicilia: opportunità giovani - Priorità 3: Formazione giovani Anno Formativo 2013-2014 - Progetto Occupazione - Corso Consulente d'Immagine/Acconciatore - Sede Alcamo Scheda 76 DERMATITI DA AGENTI FISICI Di definisce dermatite un affezione della pelle con fenomeni infiammatori. Nel caso l'affezione non produce fenomeni infiammatori questa è detta dermatosi. ERITEMA SOLARE Nella sua forma diretta acuta, si intende una ustione di primo grado che si manifesta successivamente ad una prolungata esposizione ai raggi UV senza la dovuta protezione o comunque con una protezione inadeguata. Di solito la comparsa dei sintomi avviene dopo alcune ore. Nei casi meno gravi si manifesta prurito, dolore, senso di bruciore, presenza di bolle, mentre nei casi più gravi si possono formare vescicole e bolle. L'esposizione ai raggi UVB provoca una modifica nel DNA delle cellule: il sistema immunitario riconosce quindi queste cellule come malate e ripara il danno, causando l'arrossamento. Solitamente l'eritema si risolve in 4-5 giorni lasciando una iperpigmentazione conosciuta come abbronzatura. FOTOSENSIBILITA' Per fotosensibilità si intendono delle reazioni cutanee che avvengono nella parti esposte alla luce e che avvengono in concomitanza con l'assunzione di particolari cibi o farmaci o in seguito all'applicazione di prodotti sulla pelle. Si distinguono due tipologie di reazioni: 1. reazione fotoallergica: si manifesta nei soggetti allergici a determinati alimenti o farmaci anche dopo 24 ore dall'esposizione solare 2. reazione fototossica: somiglia spesso alla normale scottatura da sole manifestandosi solo nelle zone esposte alla luce e può colpire qualsiasi soggetto. La gravità dei sintomi dipende dalla quantità di sostanza applicata. USTIONE Lesione dei tessuti tegumentari causata dall'esposizione del tessuto stesso a fonti termiche, a sostanze chimiche (causticazione) o a sorgenti elettriche. La profondità del tessuto e l'estensione della superficie corporea colpita determinano la gravità dell'ustione. Le ustioni si classificano in base alla gravita secondo la seguente scala: • ustione di I grado: si ha la presenza di eritema • ustione di II grado: si hanno grandi bolle caratteristiche, dette flittene, dovute all'edema, per l'interessamento del tessuto sottocutaneo • ustione di III grado: si ha la presenza di tessuto necrotico senza circolazione sanguigna • ustione di IV grado: si ha una vera e propria carbonizzazione dei tessuti (detta escara). RADIODERMITI E CRIODERMATITI Le radiodermiti sono lesioni cutanee conseguenti a esposizione a radiazioni di varia origine (raggi X radioisotopi ecc.) soprattutto per uso diagnostico o terapeutico. I sintomi noti sono la comparsa di bolle, ulcere e necrosi. Le criodermatiti sono reazioni cutanee alle basse temperature e colpiscono soprattutto le punte delle dita, la punta del naso e delle orecchie. I sintomi vanno da eritema edematoso (con accumulo di liquido sieroso) e, nei casi più gravi necrosi e gangrena. Tipiche criodermatiti sono i geloni con pelle di colore rosso-violaceo freddi al tatto e dolenti alla pressione. Modulo didattico: Fisiologia Anatomia Dermatologia Dispensa a cura del formatore: Dott. Mario Giurlanda - [email protected] - www. profmarioonline.altervista.org REGIONE SICILIANA Progetto cofinanziato dal Piano straordinario per il lavoro in Sicilia: opportunità giovani - Priorità 3: Formazione giovani Anno Formativo 2013-2014 - Progetto Occupazione - Corso Consulente d'Immagine/Acconciatore - Sede Alcamo Scheda 77 DERMATITI PIOGENICHE Si definiscono così le dermatiti causate da batteri piogeni, cioè che generano pus. Le cause che favoriscono queste infezioni sono: alterazione del film idrolipidico, l'alterazione dello strato corneo e l'alterazione del Ph, la macerazione cutanea e la scarsa igiene. IMPETIGINE Piodermite causata da stafilococchi e streptococchi che colpisce soprattutto i bambini di età inferiore a 10 anni specie nel periodo estivo. Piuttosto contagiosa e favorita dal contatto con terra o sabbia, dalla vita in comunità e dalla scarsa igiene. Si manifesta con eritema più o meno diffuso sul quale si formano piccole vescicole a contenuto sieroso. Guariscono con croste di colore giallo arancione che poi cadendo non lasciano cicatrice. Le aree colpite sono quelle scoperte viso, braccia e gambe. Frequente è l'autocontagio in seguito al quale i sintomi si manifestano anche su zone del corpo normalmente coperte.. La terapia si basa su antibiotici ed antisettici. PERIONISSI PIOGENICA Detta comunemente giradito, è una piodermite che si sviluppa limitatamente all'ultima falange, nella zona intorno alle unghie (periungueale). Si manifesta con tumefazione edematosa ed eritematosa, estremamente dolente e con fuoriuscita di pus alla pressione, e formazione di bolle a contenuto sieropurulento appena sotto la lamina ungueale. La terapia consiste nell'incisione e nel trattamento con antibiotici ad uso locale. Può insorgere anche in seguito a piccoli traumi o tagli da manicure che aprono lesioni cutanee. FORUNCOLO E' una profonda follicolite causata da stafilococco che interessa anche il derma circostante il follicolo pilifero. Inizialmente si forma un piccolo nodulo attorno al follicolo, eritematoso e dolente, determinato da un infiltrato infiammatorio edematoso responsabile anche di un rialzo di temperatura della cute, che quindi risulta calda al tatto. In un secondo tempo, la lesione viene sormontata da una pustola centrata da un pelo, che dopo alcuni giorni si rompe a cratere: il nodulo appare a questo punto scavato ed emette pus e sangue. La guarigione è lenta e lascia cicatrici più o meno visibili. In alcuni casi possono insorgere anche febbre e ingrossamento dei linfonodi. Quando più foruncoli si raggruppano tra loro ed evolvono insieme, si parla di favo. La terapia si affida inizialmente a impacchi disinfettanti ma, se la situazione è particolarmente accentuata o si aggrava, si ricorre anche ad antibiotici a uso locale. SICOSI PIOGENICA La sicosi piogenica è una follicolite da stafilococco superficiale o profonda, che colpisce spesso i peli della barba e si estende frequentemente ad altri follicoli per autocontagio dovuto allo scorrimento del rasoio. E' caratterizzata dalla presenza di papule follicolari, le quali evolvono in pustole centrate dal pelo il quale tende a staccarsi facilmente. La terapia consiste nell'uso, locale o generale, di antibiotici e sono consigliate un'estrema pulizia della zona e l'astensione dalla rasatura per tutta la durata della cura. Modulo didattico: Fisiologia Anatomia Dermatologia Dispensa a cura del formatore: Dott. Mario Giurlanda - [email protected] - www. profmarioonline.altervista.org REGIONE SICILIANA Progetto cofinanziato dal Piano straordinario per il lavoro in Sicilia: opportunità giovani - Priorità 3: Formazione giovani Anno Formativo 2013-2014 - Progetto Occupazione - Corso Consulente d'Immagine/Acconciatore - Sede Alcamo Scheda 78 DERMATITI DA VIRUS (1) HERPES SIMPLEX Questo virus colpisce l'uomo con due ceppi virali simili appartenenti alla famiglia HSV (Human Herpes simplex virus). II primo coinvolge la cute e le mucose del volto con un contagio da uomo a uomo tramite contatto con le mucose o con la saliva di soggetti infetti; il secondo si trasmette per via sessuale e colpisce le mucose genitali. II virus, dopo la prima infezione, scompare solo apparentemente, ma in realtà migra lungo le vie nervose e si instaura nei gangli nervosi dove rimane quiescente, cioè vitale ma inattivo. In seguito poi a vari fattori scatenanti quali stress emotivo, malattie sistemiche, esposizioni solari, traumi, fatica fisica, ciclo mestruale, immunodepressione, si verifica la riattivazione del virus che migra lungo le vie nervose e raggiunge le cellule epiteliali nella sede della prima infezione. Per questa infezione, sono molto frequenti le recidive (soprattutto nei soggetti immunodepressi) che si manifestano sempre nella sede della prima lesione. La lesione tipica è la vescicola, che si manifesta dopo una prima apparizione di rossore, bruciore e prurito. La vescicola, inizialmente a contenuto limpido, può evolvere in pustola e successivamente formare una crosta. Talvolta la recidiva si limita a bruciore e rossore senza vescicolazione . La terapia si basa sull'assunzione di farmaci antivirali impiegati localmente o per via sistemica, ovvero generale. HERPES ZOOSTER Questo tipo di herpes è comunemente noto come fuoco di Sant'Antonio ed è causato dal virus Varicella zooster, lo stesso agente patogeno della varicella, la malattia che ne rappresenta la prima infezione. Nei soggetti già colpiti da varicella durante l'infanzia o, più raramente, anche in seguito, l'herpes zooster si manifesta in occasione della riattivazione del virus, rimasto latente nei gangli nervosi. Il virus può venire riattivato per effetto di stimoli esterni e si manifesta con una eruzione caratterizzata da intenso dolore e bruciore, di tipo eritematoso, a cui segue la formazione di vescicole a contenuto limpido che tendono a raggrupparsi a grappolo. Dopo alcuni giorni, il contenuto delle vescicole si intorbidisce fino a diventare purulento, talvolta con una componente emorragica; le croste si formano dopo 7-10 giorni. La localizzazione delle lesioni erpetiche è prevalentemente lungo i fasci nervosi del tronco ma si può estendere anche al volto, al collo e agli arti. La malattia guarisce dopo 2-4 settimane. I sintomi sono preceduti da dolori superficiali e profondi. Le recidive sono rare e le vescicole sono contagiose. La terapia si basa sull'uso di antivirali, mentre il prurito si tratta con antistaminici. Modulo didattico: Fisiologia Anatomia Dermatologia Dispensa a cura del formatore: Dott. Mario Giurlanda - [email protected] - www. profmarioonline.altervista.org REGIONE SICILIANA Progetto cofinanziato dal Piano straordinario per il lavoro in Sicilia: opportunità giovani - Priorità 3: Formazione giovani Anno Formativo 2013-2014 - Progetto Occupazione - Corso Consulente d'Immagine/Acconciatore - Sede Alcamo Scheda 79 DERMATITI DA VIRUS (2) VERRUCHE L'agente patogeno delle verruche è un virus della famiglia PopiIIoma virus. Le manifestazioni cliniche delle verruche sono molto varie e comprendono papule e noduli con una superficie cheratinizzata. Hanno diffusione pandemica e il contagio avviene per modalità sia dirette (da uomo a uomo), sia indirette (palestre, piscine, strumenti da manicure, ecc.). Le verruche colpiscono preferenzialmente bambini e adulti, mentre sono rare nei neonati e negli anziani. Se non trattate, possono cronicizzare, ovvero persistere per anni o per tutta la vita. Nei soggetti con buone difese immunitarie, tuttavia, esse tendono alla regressione spontanea, seppure lenta. Non esistendo farmaci efficaci, si interviene con asportazione chirurgica o con crioterapia (terapia del freddo) o laser terapia In alternativa, le verruche si possono trattare con sostanze cheratolitiche come acido salicilico, tricloroacetico, retinoico. Le verruche volgari si manifestano come lesioni emisferiche o appiattite, dalla superficie irregolare, ruvida al tatto, di colorito grigiobrunastro e dimensioni variabili da quelle di un grano di miglio a quelle di un cece. Si localizzano in particolare sul dorso delle mani e delle dita, lateralmente alle dita, sui gomiti, sulle ginocchia, sul dorso dei piedi e in generale possono interessare tutto il corpo, compresi il volto e il cuoio capelluto. Le verruche plantari a mosaico sono più superficiali e si formano per la confluenza di più verruche; possono essere molto dolenti sia spontaneamente sia alla pressione. Le verruche piane giovanili assumono la forma di piccole papule poco rilevate, del colore della cute o bruno-giallastro, a superficie piatta o emisferica, liscia e a contorni ben definiti. Gli elementi si dispongono in fila o a grappolo, dove assumono contorni poligonali, e interessano la cute del viso, il dorso delle mani e gli arti. Sono numerose e molto frequenti nei bambini e nelle giovani donne. Possono persistere per mesi per poi regredire spontaneamente. Modulo didattico: Fisiologia Anatomia Dermatologia Dispensa a cura del formatore: Dott. Mario Giurlanda - [email protected] - www. profmarioonline.altervista.org REGIONE SICILIANA Progetto cofinanziato dal Piano straordinario per il lavoro in Sicilia: opportunità giovani - Priorità 3: Formazione giovani Anno Formativo 2013-2014 - Progetto Occupazione - Corso Consulente d'Immagine/Acconciatore - Sede Alcamo Scheda 80 MICOSI CUTANEE (1) Le micosi cutanee sono un gruppo di dermatiti causate da funghi, microparassiti vegetali detti miceti, patogeni per l'uomo, che colpiscono la superficie cutanea, il pelo, più raramente il derma ma anche l'apparato respiratorio e digerente. Sono molto diffuse nei Paesi caldo-umidi e in condizioni di scarsa igiene. Solitamente il contagio avviene per contatto diretto da uomo a uomo tramite squame cutanee o capelli infestati, ma si verifica anche attraverso animali e terreno. Esistono fattori che favoriscono l'attecchimento dei miceti sulla pelle, per esempio l'alterazione dell'integrità dello strato corneo, la macerazione della cute, le variazioni di pH cutaneo, la variazione della composizione del sudore e del sebo, l'alterazione del mantello idrolipidico, l'eccessiva o la scarsa igiene. In tutte queste condizioni viene a mancare la barriera protettiva cutanea e la pelle risulta più vulnerabile. Le micosi sono frequenti, inoltre, nei soggetti immunodepressi, in quelli sottoposti a prolungate terapie con corticosteroidi (cortisone) e antibiotici o nei malati cronici. La terapia per le micosi si attua con preparati antimicotici locali specifici o ad ampio spettro o, per i casi più severi, mediante antimicotici orali. Tra le micosi più frequenti che colpiscono il tegumento umano, troviamo quelle causate da Tigna o da Candido. TIGNA DEL CORPO La tinea corporis, volgarmente detta tigna, si trasmette per contagio umano o animale (da bovini, cani, gatti), tipicamente più aggressivo. Dopo circa due settimane di incubazione si manifestano le lesioni tipiche sotto forma di macchie rotondeggianti od ovali dai contorni molto netti, eritematose e finemente desquamanti. Le lesioni evolvono allargandosi verso l'esterno e spesso possono riunirsi tra loro formando macchie più grandi. ll bordo è intensamente arrossato, ricco di squamette, cosparso di vescicole, pustole e croste. Spesso, nuove infezioni ripartono dal centro della lesione creando forme ad anelli concentrici. ll prurito è generalmente scarso. Le lesioni della tigna compaiono principalmente sulla cute priva di peli: sul tronco, sugli arti e sul viso di soggetti di tutte le età. La diagnosi risulta difficoltosa nelle forme con lesioni molto estese e senza bordo netto. TIGNA DEI PIEDI La tinea pedis è forse la micosi più frequente, meglio conosciuta come piede d'atleta per la sua maggior diffusione tra gli sportivi. Essa colpisce il piede con una modalità di contagio diretto o favorito da ambienti caldo-umidi come piscine, docce, calzature sportive, palestre, e l'affezione è spesso sostenuta dall'intensa sudorazione del piede. La lesione iniziale si manifesta nelle zone interdigitali dei piedi, in particolare nel terzo e quarto spazio, che per la loro morfologia creano un ambiente ideale per la proliferazione dei miceti, grazie al ristagno di umidità e alla macerazione dello strato corneo. La lesione principale è una desquamazione con margini a lamelle, più o meno intensa, sia secca sia essudante, al di sotto della quale appare una superficie di colore roseo spesso caratterizzata da piccole ragadi. Nel periodo estivo si associano a queste principali lesioni anche vescicole presenti sulla superficie laterale delle dita che causano uno scarso prurito. In alcune forme più gravi e più estese si osserva una diffusione di vescicole sierose che si estendono alla superficie dorsale o piantare del piede accompagnate da prurito intenso. Quando presente nella zona piantare, la tipica desquamazione è più accentuata e alternata a zone di ipercheratosi che si distaccano dalla superficie cutanea con margine biancastro. La tineopedis può essere monolaterale o bilaterale, cioè presentarsi su un piede solo o su entrambi. La terapia si effettua con antimicotici locali o con cure più forti, se scarsamente tendente alla guarigione. Essendo molto frequente, questa micosi deve essere ben nota all'estetista. Modulo didattico: Fisiologia Anatomia Dermatologia Dispensa a cura del formatore: Dott. Mario Giurlanda - [email protected] - www. profmarioonline.altervista.org