Fisiologia Anatomia Dermatologia - Schede 71

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Fisiologia Anatomia Dermatologia - Schede 71
REGIONE
SICILIANA
Progetto cofinanziato dal Piano straordinario per il lavoro in Sicilia: opportunità giovani - Priorità 3: Formazione giovani
Anno Formativo 2013-2014 - Progetto Occupazione - Corso Consulente d'Immagine/Acconciatore - Sede Alcamo
Scheda 71
APPARATO DIGERENTE(2)
STOMACO
Come descritto nella scheda precedente, lo
stomaco è collegato all'esofago tramite il cardias.
La parete dello stomaco è ricca di muscolatura
involontaria liscia che, con le sue contrazioni,
favorisce il rimescolamento con il succo gastrico
dando inizio alla digestione.
Il succo gastrico è prodotto dalle numerose
ghiandole gastriche presenti nella mucosa dello
stomaco. Il succo gastrico è formato da acqua
(99%), acido cloridrico (0,5%) enzimi, gastrina (un
ormone che stimola la contrazioni gastriche),
muco (che protegge le pareti dello stomaco
dall'azione dell'acido cloridrico) e Sali.
Il processo di digestione dura in media 3 ore
(dipende dalla composizione e dalla quantità di
cibo) e qui il bolo si trasforma in chimo in quanto subisce profonde modificazioni fisiche e chimiche per continuare il
cammino all'interno dell'apparato digerente.
INTESTINO
E' un lungo tubo raggomitolato nella cavità
addominale avente il compito di
completare la digestione e assorbire i
principi nutritivi. Si divide in intestino
tenue lungo circa 7 metri e intestino crasso
lungo circa 1,5 metri.
L'intestino tenue svolge la funzione di
completamento della digestione o
chilificazione, il chimo proveniente dalla
della digestione gastrica si mescola alla
bile, il succo pancreatico e il succo
enterico o succo intestinale. Qui la
digestione dura 5 o 6 ore. Il succo enterico
è prodotto dalle numerose ghiandole della
mucosa intestinale
dalle ghiandole
enteriche ed è formato da acqua, enzimi, muco e sali.
Un'altra funzione dell'intestino tenue è la funzione di assorbimento e ciò è
consentito dalla presenza di numerosissimi villi intestinali, delle sporgenze
che aumentano notevolmente la superficie assorbente. All'interno di
ciascun villo si trovano poi numerosi capillari sanguigni.
INTESTINO CRASSO
La parte terminale dell'intestino è detta intestino crasso e solge le seguenti
funzioni: assorbimento di acqua e Sali minerali, eliminazione degli scarti
che vengono poi eliminati all'esterno tramite lo sfintere anale, produzione
di vitamine K e B, grazie alla presenza della flora intestinale. L'intestino
crasso è detto anche intestino pigro in quanto per svolgere la sua funzione impiega circa 10 ore.
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Dispensa a cura del formatore: Dott. Mario Giurlanda - [email protected] - www. profmarioonline.altervista.org
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Scheda 72
APPARATO DIGERENTE(3)
FEGATO
Il fegato è la ghiandola più grossa dell'organismo umano,
pesa circa 1,5 Kg ed è posto sotto il muscolo diaframmatico.
Può essere considerato un laboratorio biochimico in quanto
produce numerose sostanze e regola altrettante funzioni:
• secrezione di bile: liquido giallo verdastro depositato
nella cistifellea e riversato, tramite il coledoco,
nell'intestino al momento della digestione. La bile ha lo
scopo di emulsionare i grassi (renderli in minutissime
goccioline);
• metabolismo dei glucidi: immagazzina il glucosio in
eccesso sottoforma di glicogeno e lo rilascia quando
necessario;
• metabolismo dei lipidi: sintetizza il colesterolo;
• metabolismo delle proteine;
• deposito di vitamine e ferro;
• demolizione di composti tossici.
PANCREAS
E' una ghiandola posta dietro lo stomaco e davanti la
colonna vertebrale. Ha forma allungata ed è lungo circa 20
cm. Si divide in:
• pancreas esocrino: produce il succo pancreatico che
contiene diversi enzimi fra cui la tripsina (enzima che
taglia le proteine in aminoacidi) e la lipasi (enzima che
taglia i grassi) che riversa nell'intestino tramite dei dotti
escretori;
• pancreas endocrino: questa parte si trova nella
cosiddette isole di Langherans e produce ormoni che
vengono immessi nel sangue (fra questi l'insulina e il
glucagone).
INTERESSE PROFESSIONALE
La conoscenza dell'anatomia dell'apparato digerente, del
processo digestivo e le principali nozioni di scienza
dell'alimentazione e dietologia sono oggi di fondamentale
importanza anche per chi opera nel settore estetico
professionale.
Gli alimenti che ingeriamo ed assimiliamo sono infatti, insieme ad altri fattori, tra i responsabili del perfetto
funzionamento del nostro organismo e dello stato di salute dei nostri organi e tessuti. Tra questi in modo specifico la
cute ed i suoi annessi che, molto spesso, risentono e mostrano i "segni" anche di una alimentazione scorretta. Da qui
la necessità di conoscere le basi tecnico-scientifiche dell'alimentazione per una razionale utilizzazione degli alimenti
che possono così rivelarsi un rimedio, o comunque un aiuto, per molti disturbi anche a livello estetico. Non è certo
compito dell'operatore di cura alla persona quello di prescrivere una dieta, che spetta solamente ad un medico
specialista dietologo, tuttavia diversi sono i consigli alimentari che si possono suggerire alle clienti, soprattutto in
associazione ai trattamenti estetici specifici.
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Scheda 73
LESIONI ELEMENTARI DELLA CUTE (1)
Si definisce lesione una qualsiasi alterazione o anomalia della pelle. Le lesioni si dividono in:
• lesioni primarie: se compaiono all'insorgere di una malattia. Sono lesioni primarie le macchie, le papule, i noduli,
le vescicole, le bolle, le pustole, i ponfi.
• lesioni secondarie: se compaiono in un momento successivo all'insorgere di una malattia o durante la fase di
guarigione. Sono lesioni secondarie le squame, la crosta, le regadi, le erosioni, le ulcerazioni, le cicatrici, le escare,
l'atrofia, la cheratosi
MACCHIE
Le macchie sono una modificazione del colore della pelle
senza una contemporanea modificazione di altri caratteri
cutanei. Si dividono in 3 categorie:
1. macchie da variazione del contenuto ematico:
prodotte da alterazione dei vasi sanguigni del derma
a. macchie eritematose: di colore rosso più o meno
vivo da piccole a molto estese di firma rotonda
ovale o irregolare. Esempi: macchie conseguenti a
ustioni lievi e morbillo
b. macchie cianematose: di colore rosso cupo o
bluastro, scompaiono in seguito a pressione.
Esempi: macchie da esposizione al freddo
c. macchie emorragiche: inizialmente di colore rosso-viola in seguito diventano blu-verde o verde-giallo. In base
alle dimensioni dsi dividono in: petecchie (piccole come una lenticchia), ecchimosi (grandi quanto una mano),
soffusioni (molto estese).
d. macchie da eccessivo sviluppo vascolare: dovute a vasodilatazione permanente e proliferazione di vasi
sanguigni. Esempio: couperose
2. macchie da variazione del pigmento melanico: causate
da eccesso o carenza di melanina. Si dividono in:
a. ipercromiche: dovute ad eccesso di melanina di
colore giallo, giallo brunastro o bruno. Non
cambiano in seguito a pressione. Esempi: macchie
mongoliche, efelidi (lentiggini)
b. ipocromiche: dovute a carenza di melanina. Sono
chiazze biancastre di varia grandezza a margini ben
netti. Esempi: macchie da vitiligine o lebbra
3. macchie di origine esogena: la cui pigmentazione deriva da ambiti estranei alla
cute. Esempio macchie da nicotina, tatuaggi.
PAPULE
Alterazioni con rilevatezza (parte della cute che si solleva) solida e contorni ben
definiti. Di dimensioni variabili fra capocchia di uno spillo a dimensione di una
lenticchia di consistenza duro elastica. Esempi: verruche, scabbia, cheratosi pilare.
NODULO
Formazioni solide e profonde circoscritte situate nel derma o nell'ipoderma. Il colore
della pelle può mantenersi normale o farsi rosso bruno. Più noduli possono confluire
in placche. Puo avere origine maligna o derivare da masse adipose.
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Scheda 74
LESIONI ELEMENTARI DELLA CUTE (2)
VESCICOLA
Piccole raccolte superficiali di liquido limpido sieroso proveniente dal plasma
sanguigno, poste nell'epidermide o appena al di sotto di essa. Sono circoscritte,
ben delimitate, rilevate sulla cute. Con sottili, le vescicole si rompono facilmente
lasciando una superficie erosa e sierosa. Presentano dimensioni variabili e sono
spesso accompagnate da altri sintomi quali prurito, dolore, bruciore e rossore della
cute circostante. Può guarire lasciando cicatrici come nel caso della varicella.
Esempi di vescicole sono le manifestazioni dell'herpes simplex, dell'herpes zooster, dell'eczema e della varicella.
BOLLA
Raccolte circoscritte di liquido limpido sieroso con sede intraepidermica (più sottile) o sottoepidermica (più spessa) e
si distinguono dalle vescicole per le maggiori dimensioni; talvolta, anzi, si generano per confluenza di più vescicole.
Possono anche contenere sangue e quando sono molto estese, ricche di siero e flaccide prendono il nome di flittene.
Alla guarigione, possono lasciare cicatrici. Esempi di bolle sono le bolle traumatiche da calzatura o sfregamento, quelle
conseguenti a ustioni di secondo grado, il pemfigo e l'eczema.
PUSTOLA
Le pustole sono piccole raccolte circoscritte di pus formatesi in sede
intraepidermica o sottoepidermica. Sono di forma rotondeggiante, rilevate sulla
cute e di dimensioni variabili. Si possono distinguere dalle vescicole per il
contenuto di materiale che qui è purulento. Si localizzano di frequente sul follicolo
pilo-sebaceo e possono risolversi senza lasciare cicatrici oppure lasciando macchie
pigmentate sulla cute. Esempi d' pustole sono quelle dell'acne, del vaiolo,
dell'impetigine, della rosacea.
POMFO
I pomfi sono rilevatezze consistenti della cute, solide e circoscritte che in genere scompaiono rapidamente. Sono il
risultato dell'infiltrazione di liquido dai vasi del derma in seguito a un fenomeno infiammatorio; esse possono
assumere forme e dimensioni molto variabili. II loro colore varia da bianco porcellana al rosa, al rosso acceso. Di solito,
il pomfo è accompagnato da prurito, soprattutto nel caso (frequente) in cui esso sia la manifestazione di un fenomeno
allergico tipicamente associato al rilascio di fattori come l'istamina. Guariscono senza lasciare cicatrici. Esempi di
pomfo sono le manifestazioni dell'orticaria e quelli conseguenti a punture di insetti.
SQUAMA
Sono ammassi voluminosi di cellule morte dell'epidermide che assumono forma laminare e che si sfaldano da questa
in modo evidente anziché in singoli elementi. Sono conseguenti a una produzione di cheratina più abbondante della
norma. Il loro colore varia dal bianco grigiastro o giallastro al bruno. Spesso si osserva, anche con una certa frequenza,
il distacco di ammassi cellulari molto spessi dallo strato corneo: in questi casi nell'epidermide si verifica il fenomeno
della paracheratosi, cioè il passaggio diretto delle cellule dallo strato spinoso a quello corneo, saltando tutti i passaggi
intermedi. Le squame possono assumere svariate forme: piccole e molto volatili, grandi e grassose, sottili e sfaldanti.
Esempi di squame sono quelle della forfora, della psoriasi, dell'eczema, della dermatite seborroica, dell'ittiosi e della
pitiriasi rosea.
CROSTA
La crosta è il prodotto della coagulazione di un liquido organico, sangue, siero o pus, fuoriuscito dai vasi sanguigni e
dai tessuti. La forma della crosta è molto variabile e in genere assume la stessa dimensione della lesione che l'ha
generata. II suo colore può variare dal giallo, al rosso scuro, al bruno-nerastro dopo la guarigione, la crosta lascia una
cicatrice. Esempi di crosta sono le conseguenze di lesioni cutanee traumatiche, dell'impetigine e dell'herpes.
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Scheda 75
LESIONI ELEMENTARI DELLA CUTE (3)
RAGADI
Sono fessurazioni, quasi tagli verticali, che si formano nello spessore
dell'epidermide e degli strati più superficiali del derma. Sono determinate da una
riduzione o da una perdita dell'elasticità della cute che, fattasi più rigida, tende a
spaccarsi. Le zone più colpite sono gli angoli delle labbra (commessure labiali), le
pliche anali, le regioni palmo-plantari, i capezzoli. Le ragadi possono conseguire
anche a terapie farmacologiche prolungate, all'esposizione a basse temperature o
a sollecitazioni meccaniche, condizioni che aumentano lo spessore o l'irrigidimento
dello strato corneo.
EROSIONE
L'erosione è una mancanza di tessuto che interessa l'epidermide e il derma superficiale e si risolve senza lasciare
cicatrici. L'erosione prende il nome di esulcerazione se si tratta dell'apertura di una vescicola, di una bolla o di una
pustola, oppure di escoriazione se si tratta di un trauma contusivo.
ULCERAZIONE
E' una perdita di tessuto cutaneo dovuta a un processo patologico che si verifica
nel derma e talvolta nel tessuto sottocutaneo, con scarsa tendenza alla
cicatrizzazione spontanea. Guarisce sempre lasciando cicatrice. I bordi dell'ulcera
possono essere regolari o irregolari, rilevati, piani oppure scavati a picco. Esempi di
ulcere sono le ulcere varicose quell conseguenti a tubercolosi o a radiodermite.
CICATRICE
La cicatrice è la conseguenza di lesioni primarie o secondarie di natura traumatica
o patologica. Si tratta di una formazione di nuovo tessuto connettivo e di
epidermide che durante il processo di riparazione assume un aspetto diverso da
quello di partenza: la cicatrice può essere piana, rilevata o infossata. L'epidermide
della zona cicatriziale si presenta liscia, sottile, lucente, priva delle tipiche
increspature e pieghettature cutanee, di annessi cutanei come ghiandole e peli,
quasi del tutto priva di pigmentazione. II tessuto connettivo sottostante risulta
povero di vasi e di fibre elastiche e si ricostruisce con una fitta trama di fibre collagene poste in modo disordinato.
La cheloide è un tipo di cicatrice che presenta formazione di tessuto connettivo irregolare e disordinata che si spinge
fino al sottocutaneo, di consistenza fibrosa e compatta; la sua forma è molto irregolare, e tende a riformarsi anche
dopo che è stata asportata chirurgicamente.
ESCARA
L'escara è una necrosi ce a c -e che può intervenire in seguito a lesioni traumatiche o circolatorie, oppure per il
contatto accidentale con sostanze chimiche o con corrente elettrica. Le escare si presentano nella zona colpita come
lesioni di colore nero; qui le cellule dell'epidermide sono morte.
ATROFIA
L'atrofia è uno stato in cui si osserva una regressione della funzionalità della cute. Si presenta con riduzione degli strati
cutanei accompagnato da perdita di elasticità e da scomparsa degli annessi cutanei. Nell'atrofia la cute è anelastica e
di colorito spento. Esempio tipico di atrofia cutanea è la smagliatura o l'atrofia in età senile.
CHERATOSI
La cheratosi è una modificazione dello strato corneo per cause traumatiche o patologiche. Quando si verifica un
ispessimento dello strato corneo si parla di ipercheratosi. Esempio di cheratosi sono i calli e i tilomi.
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Scheda 76
DERMATITI DA AGENTI FISICI
Di definisce dermatite un affezione della pelle con fenomeni infiammatori. Nel caso l'affezione non produce fenomeni
infiammatori questa è detta dermatosi.
ERITEMA SOLARE
Nella sua forma diretta acuta, si intende una ustione di
primo grado che si manifesta successivamente ad una
prolungata esposizione ai raggi UV senza la dovuta
protezione o comunque con una protezione inadeguata. Di
solito la comparsa dei sintomi avviene dopo alcune ore.
Nei casi meno gravi si manifesta prurito, dolore, senso di
bruciore, presenza di bolle, mentre nei casi più gravi si
possono formare vescicole e bolle. L'esposizione ai raggi
UVB provoca una modifica nel DNA delle cellule: il sistema
immunitario riconosce quindi queste cellule come malate e
ripara il danno, causando l'arrossamento. Solitamente
l'eritema si risolve in 4-5 giorni lasciando una iperpigmentazione conosciuta come abbronzatura.
FOTOSENSIBILITA'
Per fotosensibilità si intendono delle reazioni cutanee che avvengono nella parti esposte alla luce e che avvengono in
concomitanza con l'assunzione di particolari cibi o farmaci o in seguito all'applicazione di prodotti sulla pelle. Si
distinguono due tipologie di reazioni:
1. reazione fotoallergica: si manifesta nei soggetti allergici a determinati alimenti o farmaci anche dopo 24 ore
dall'esposizione solare
2. reazione fototossica: somiglia spesso alla normale scottatura da sole manifestandosi solo nelle zone esposte alla
luce e può colpire qualsiasi soggetto. La gravità dei sintomi dipende dalla quantità di sostanza applicata.
USTIONE
Lesione dei tessuti tegumentari causata dall'esposizione del tessuto
stesso a fonti termiche, a sostanze chimiche (causticazione) o a
sorgenti elettriche. La profondità del tessuto e l'estensione della
superficie corporea colpita determinano la gravità dell'ustione. Le
ustioni si classificano in base alla gravita secondo la seguente scala:
• ustione di I grado: si ha la presenza di eritema
• ustione di II grado: si hanno grandi bolle caratteristiche,
dette flittene, dovute all'edema, per l'interessamento del
tessuto sottocutaneo
• ustione di III grado: si ha la presenza di tessuto necrotico
senza circolazione sanguigna
• ustione di IV grado: si ha una vera e propria carbonizzazione dei tessuti (detta escara).
RADIODERMITI E CRIODERMATITI
Le radiodermiti sono lesioni cutanee conseguenti a esposizione a radiazioni di varia origine (raggi X radioisotopi ecc.)
soprattutto per uso diagnostico o terapeutico. I sintomi noti sono la comparsa di bolle, ulcere e necrosi.
Le criodermatiti sono reazioni cutanee alle basse temperature e colpiscono soprattutto le punte delle dita, la punta
del naso e delle orecchie. I sintomi vanno da eritema edematoso (con accumulo di liquido sieroso) e, nei casi più gravi
necrosi e gangrena. Tipiche criodermatiti sono i geloni con pelle di colore rosso-violaceo freddi al tatto e dolenti alla
pressione.
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Scheda 77
DERMATITI PIOGENICHE
Si definiscono così le dermatiti causate da batteri piogeni, cioè che generano pus. Le cause che favoriscono queste
infezioni sono: alterazione del film idrolipidico, l'alterazione dello strato corneo e l'alterazione del Ph, la macerazione
cutanea e la scarsa igiene.
IMPETIGINE
Piodermite causata da stafilococchi e streptococchi che
colpisce soprattutto i bambini di età inferiore a 10 anni specie
nel periodo estivo. Piuttosto contagiosa e favorita dal contatto
con terra o sabbia, dalla vita in comunità e dalla scarsa igiene.
Si manifesta con eritema più o meno diffuso sul quale si
formano piccole vescicole a contenuto sieroso. Guariscono con
croste di colore giallo arancione che poi cadendo non lasciano
cicatrice. Le aree colpite sono quelle scoperte viso, braccia e
gambe. Frequente è l'autocontagio in seguito al quale i sintomi
si manifestano anche su zone del corpo normalmente coperte..
La terapia si basa su antibiotici ed antisettici.
PERIONISSI PIOGENICA
Detta comunemente giradito, è una piodermite che si sviluppa limitatamente
all'ultima falange, nella zona intorno alle unghie (periungueale). Si manifesta
con tumefazione edematosa ed eritematosa, estremamente dolente e con
fuoriuscita di pus alla pressione, e formazione di bolle a contenuto sieropurulento appena sotto la lamina ungueale. La terapia consiste nell'incisione e
nel trattamento con antibiotici ad uso locale. Può insorgere anche in seguito a
piccoli traumi o tagli da manicure che aprono lesioni cutanee.
FORUNCOLO
E' una profonda follicolite causata da stafilococco che interessa anche il
derma circostante il follicolo pilifero. Inizialmente si
forma un piccolo nodulo attorno al follicolo, eritematoso
e dolente, determinato da un infiltrato infiammatorio
edematoso responsabile anche di un rialzo di
temperatura della cute, che quindi risulta calda al tatto.
In un secondo tempo, la lesione viene sormontata da una
pustola centrata da un pelo, che dopo alcuni giorni si
rompe a cratere: il nodulo appare a questo punto
scavato ed emette pus e sangue. La guarigione è lenta e
lascia cicatrici più o meno visibili. In alcuni casi possono
insorgere anche febbre e ingrossamento dei linfonodi. Quando più foruncoli si raggruppano tra loro ed evolvono
insieme, si parla di favo. La terapia si affida inizialmente a impacchi disinfettanti ma, se la situazione è particolarmente
accentuata o si aggrava, si ricorre anche ad antibiotici a uso locale.
SICOSI PIOGENICA
La sicosi piogenica è una follicolite da stafilococco superficiale o profonda, che colpisce spesso i peli della barba e si
estende frequentemente ad altri follicoli per autocontagio dovuto allo scorrimento del rasoio. E' caratterizzata dalla
presenza di papule follicolari, le quali evolvono in pustole centrate dal pelo il quale tende a staccarsi facilmente. La
terapia consiste nell'uso, locale o generale, di antibiotici e sono consigliate un'estrema pulizia della zona e l'astensione
dalla rasatura per tutta la durata della cura.
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Scheda 78
DERMATITI DA VIRUS (1)
HERPES SIMPLEX
Questo virus colpisce l'uomo con due ceppi virali simili
appartenenti alla famiglia HSV (Human Herpes simplex
virus). II primo coinvolge la cute e le mucose del volto con un
contagio da uomo a uomo tramite contatto con le mucose o
con la saliva di soggetti infetti; il secondo si trasmette per via
sessuale e colpisce le mucose genitali. II virus, dopo la prima
infezione, scompare solo apparentemente, ma in realtà
migra lungo le vie nervose e si instaura nei gangli nervosi
dove rimane quiescente, cioè vitale ma inattivo. In seguito
poi a vari fattori scatenanti quali stress emotivo, malattie
sistemiche, esposizioni solari, traumi, fatica fisica, ciclo
mestruale, immunodepressione, si verifica la riattivazione del virus che migra lungo le vie nervose e raggiunge le
cellule epiteliali nella sede della prima infezione. Per questa infezione, sono molto frequenti le recidive (soprattutto
nei soggetti immunodepressi) che si manifestano sempre nella sede della prima lesione. La lesione tipica è la vescicola,
che si manifesta dopo una prima apparizione di rossore, bruciore e prurito. La vescicola, inizialmente a contenuto
limpido, può evolvere in pustola e successivamente formare una crosta. Talvolta la recidiva si limita a bruciore e
rossore senza vescicolazione . La terapia si basa sull'assunzione di farmaci antivirali impiegati localmente o per via
sistemica, ovvero generale.
HERPES ZOOSTER
Questo tipo di herpes è comunemente noto come fuoco di
Sant'Antonio ed è causato dal virus Varicella zooster, lo
stesso agente patogeno della varicella, la malattia che ne
rappresenta la prima infezione. Nei soggetti già colpiti da
varicella durante l'infanzia o, più raramente, anche in
seguito, l'herpes zooster si manifesta in occasione della
riattivazione del virus, rimasto latente nei gangli nervosi. Il
virus può venire riattivato per effetto di stimoli esterni e si
manifesta con una eruzione caratterizzata da intenso dolore
e bruciore, di tipo eritematoso, a cui segue la formazione di
vescicole a contenuto limpido che tendono a raggrupparsi a
grappolo. Dopo alcuni giorni, il contenuto delle vescicole si
intorbidisce fino a diventare purulento, talvolta con una componente emorragica; le croste si formano dopo 7-10
giorni. La localizzazione delle lesioni erpetiche è prevalentemente lungo i fasci nervosi del tronco ma si può estendere
anche al volto, al collo e agli arti. La malattia guarisce dopo 2-4 settimane. I sintomi sono preceduti da dolori
superficiali e profondi. Le recidive sono rare e le vescicole sono contagiose.
La terapia si basa sull'uso di antivirali, mentre il prurito si tratta con antistaminici.
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Scheda 79
DERMATITI DA VIRUS (2)
VERRUCHE
L'agente patogeno delle verruche è un virus della famiglia
PopiIIoma virus. Le manifestazioni cliniche delle verruche
sono molto varie e comprendono papule e noduli con una
superficie cheratinizzata. Hanno diffusione pandemica e il
contagio avviene per modalità sia dirette (da uomo a
uomo), sia indirette (palestre, piscine, strumenti da
manicure, ecc.). Le verruche colpiscono preferenzialmente
bambini e adulti, mentre sono rare nei neonati e negli
anziani. Se non trattate, possono cronicizzare, ovvero
persistere per anni o per tutta la vita.
Nei soggetti con buone difese immunitarie, tuttavia, esse tendono alla regressione spontanea, seppure lenta.
Non esistendo farmaci efficaci, si interviene con asportazione chirurgica o con crioterapia (terapia del freddo) o laser
terapia In alternativa, le verruche si possono trattare con sostanze cheratolitiche come acido salicilico, tricloroacetico,
retinoico.
Le verruche volgari si manifestano come lesioni emisferiche o
appiattite, dalla superficie irregolare, ruvida al tatto, di
colorito grigiobrunastro e dimensioni variabili da quelle di un
grano di miglio a quelle di un cece. Si localizzano in particolare
sul dorso delle mani e delle dita, lateralmente alle dita, sui
gomiti, sulle ginocchia, sul dorso dei piedi e in generale
possono interessare tutto il corpo, compresi il volto e il cuoio
capelluto.
Le verruche plantari a mosaico sono più superficiali e si
formano per la confluenza di più verruche; possono essere
molto dolenti sia spontaneamente sia alla pressione.
Le verruche piane giovanili assumono la forma di piccole
papule poco rilevate, del colore della cute o bruno-giallastro, a
superficie piatta o emisferica, liscia e a contorni ben definiti.
Gli elementi si dispongono in fila o a grappolo, dove assumono
contorni poligonali, e interessano la cute del viso, il dorso
delle mani e gli arti. Sono numerose e molto frequenti nei bambini e nelle giovani donne. Possono persistere per mesi
per poi regredire spontaneamente.
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Scheda 80
MICOSI CUTANEE (1)
Le micosi cutanee sono un gruppo di dermatiti causate da funghi, microparassiti vegetali detti miceti, patogeni per
l'uomo, che colpiscono la superficie cutanea, il pelo, più raramente il derma ma anche l'apparato respiratorio e
digerente. Sono molto diffuse nei Paesi caldo-umidi e in condizioni di scarsa igiene. Solitamente il contagio avviene per
contatto diretto da uomo a uomo tramite squame cutanee o capelli infestati, ma si verifica anche attraverso animali e
terreno.
Esistono fattori che favoriscono l'attecchimento dei miceti sulla pelle, per esempio l'alterazione dell'integrità dello
strato corneo, la macerazione della cute, le variazioni di pH cutaneo, la variazione della composizione del sudore e del
sebo, l'alterazione del mantello idrolipidico, l'eccessiva o la scarsa igiene. In tutte queste condizioni viene a mancare la
barriera protettiva cutanea e la pelle risulta più vulnerabile. Le micosi sono frequenti, inoltre, nei soggetti
immunodepressi, in quelli sottoposti a prolungate terapie con corticosteroidi (cortisone) e antibiotici o nei malati
cronici.
La terapia per le micosi si attua con preparati antimicotici locali specifici o ad ampio spettro o, per i casi più severi,
mediante antimicotici orali.
Tra le micosi più frequenti che colpiscono il tegumento umano, troviamo quelle causate da Tigna o da Candido.
TIGNA DEL CORPO
La tinea corporis, volgarmente detta tigna, si trasmette per contagio umano o
animale (da bovini, cani, gatti), tipicamente più aggressivo. Dopo circa due
settimane di incubazione si manifestano le lesioni tipiche sotto forma di
macchie rotondeggianti od ovali dai contorni molto netti, eritematose e
finemente desquamanti. Le lesioni evolvono allargandosi verso l'esterno e
spesso possono riunirsi tra loro formando macchie più grandi. ll bordo è
intensamente arrossato, ricco di squamette, cosparso di vescicole, pustole e
croste. Spesso, nuove infezioni ripartono dal centro della lesione creando
forme ad anelli concentrici. ll prurito è generalmente scarso. Le lesioni della
tigna compaiono principalmente sulla cute priva di peli: sul tronco, sugli arti e sul viso di soggetti di tutte le età. La
diagnosi risulta difficoltosa nelle forme con lesioni molto estese e senza bordo netto.
TIGNA DEI PIEDI
La tinea pedis è forse la micosi più frequente, meglio conosciuta
come piede d'atleta per la sua maggior diffusione tra gli sportivi.
Essa colpisce il piede con una modalità di contagio diretto o
favorito da ambienti caldo-umidi come piscine, docce, calzature
sportive, palestre, e l'affezione è spesso sostenuta dall'intensa
sudorazione del piede. La lesione iniziale si manifesta nelle zone
interdigitali dei piedi, in particolare nel terzo e quarto spazio, che
per la loro morfologia creano un ambiente ideale per la
proliferazione dei miceti, grazie al ristagno di umidità e alla macerazione dello strato corneo. La lesione principale è
una desquamazione con margini a lamelle, più o meno intensa, sia secca sia essudante, al di sotto della quale appare
una superficie di colore roseo spesso caratterizzata da piccole ragadi. Nel periodo estivo si associano a queste
principali lesioni anche vescicole presenti sulla superficie laterale delle dita che causano uno scarso prurito. In alcune
forme più gravi e più estese si osserva una diffusione di vescicole sierose che si estendono alla superficie dorsale o
piantare del piede accompagnate da prurito intenso. Quando presente nella zona piantare, la tipica desquamazione è
più accentuata e alternata a zone di ipercheratosi che si distaccano dalla superficie cutanea con margine biancastro. La
tineopedis può essere monolaterale o bilaterale, cioè presentarsi su un piede solo o su entrambi. La terapia si effettua
con antimicotici locali o con cure più forti, se scarsamente tendente alla guarigione. Essendo molto frequente, questa
micosi deve essere ben nota all'estetista.
Modulo didattico: Fisiologia Anatomia Dermatologia
Dispensa a cura del formatore: Dott. Mario Giurlanda - [email protected] - www. profmarioonline.altervista.org