SI ALZA IL VENTO pdf - Lo Spettacolo del Veneto

Transcript

SI ALZA IL VENTO pdf - Lo Spettacolo del Veneto
Federazione
[email protected]
Italiana
Cinema
d’Essai
In concorso alla
Mostra Internazionale
d'Arte
Cinematografica di
Venezia, 2013
Candidato al Golden
Globe 2014
come Miglior Film in
lingua straniera
Candidato all'Oscar
2014 come Miglior Film
d'animazione
[email protected]
wwww.spettacoloveneto.it
Associazione
Generale
Italiana
dello Spettacolo
di Hayao Miyazaki
PRESENTAZIONE E CRITICA
Jiro Horikoshi, si presenta al pubblico in sogno, a bordo di un
aereo di fantasia in un idillio minacciato da un bombardiere, è un
MONTAGGIO:
ragazzo con la passione degli aeroplani che nelle sue proiezioni
Takeshi Seyama
oniriche incontra il proprio idolo, il conte Caproni, grande
MUSICHE: Joe Hisaishi
progettista italiano, a cui confida di voler diventare anch'egli
DISTRIBUZIONE:
progettista. Durante l'università assisterà al terribile terremoto del
Lucky Red
NAZIONALITÀ:
'22 e poi troverà lavoro alla Mitsubishi. Studiando la più avanzata
Giappone, 2014
tecnologia tedesca cercherà di mettere a punto qualcosa di
DURATA: 126 min.
ancora più innovativo, in grado non solo di colmare il gap che
separa il Giappone dagli altri paesi ma anche di superarli. In
questi viaggi incontrerà l'amore della sua vita, la donna che lo accompagnerà nel processo
creativo. Nonostante siano evidenti i temi che da sempre dominano il suo cinema è una
trama insolita, impegnativa e coraggiosissima quella che Hayao Miyazaki imbastisce nel
suo decimo lungometraggio, un biopic sul grande progettista di aerei che diede vita ai
rivoluzionari modelli Mitsubishi A6M Zero, tristemente noti per essere stati utilizzati dai
kamikaze durante la seconda guerra mondiale. Un film il cui linguaggio e la cui
grammatica audiovisiva ricordano più la messa in scena dal vivo che quella animata.
Le contraddizioni non sono certo una novità nel cinema del regista che ha superato il
concetto di buono e cattivo, che ama i motori ma è un fervente ecologista e che adora gli
aerei da guerra pur inneggiando alla pace, ma stavolta le affronta di petto. THE WIND
RISES mostra che le contraddizioni non sono barriere ed è possibile al tempo stesso
amare e odiare. La sua forza è farlo senza usare le parole ma con la forma di uno
straordinario cartone di due ore, un film-fiume che racconta attraverso un uomo l'epica di
una nazione e del suo spirito, la sua dignità, la sua etica del lavoro, in un tour de force che
segna il ritorno del maestro a una produzione per nulla pigra o ripiegata sui soliti topoi,
lontana dai grandi capolavori del passato e audace. C'è un'evidente identificazione tra il
progettista di aerei e il disegnatore, il creatore di macchine e il creatore di sogni, un
binomio che in Miyazaki, figlio di un ingegnere aereo, è particolarmente forte (spesso nei
suoi cartoni vediamo meccanismi o veicoli volanti da lui inventati) e che trova momenti di
rara bellezza nel sogno di Jiro e del conte Caproni (avendo le stesse aspirazioni i due si
incontrano sempre nei medesimi sogni) ma forse anche dell'autore, di poter camminare
liberamente sugli aerei mentre sono in volo. Jiro Horikoshi, è probabilmente il miglior
personaggio maschile mai scritto dal regista, e non a caso appare come un alter ego di
Miyazaki (a doppiarlo in originale è Hideaki Anno, l'autore di Neon Genesis Evangelion),
amante del volo ma schifato dalla guerra, sostenitore del fatto che gli aerei non debbano
avere mitragliatrici ma autore dei modelli poi affidati ai kamikaze, un uomo che sogna un
bombardiere caricato con famiglie invece che armi. Eppure è quando nella seconda parte
THE WIND RISES scivola dolcemente nel melò che il maestro dà il meglio, con una storia
d'amore lieve e commovente come suo solito ma anche più matura che in passato (per la
________________________________________________________________________________
di Hayao Miyazaki
prima volta si vede un bacio francese e addirittura si suggerisce un atto sessuale).
Quando la linea sentimentale accelera, tutto il film sembra volare ancora più in alto, specie
nella maniera in cui la realtà è trasfigurata dalle visioni di Jiro, l'espediente con il quale
Miyazaki sceglie di raccontare il processo creativo attraverso il sogno, il crescere di
un'idea alimentata dalla passione, un misto di abnegazione e fantasia, intuizione e fatica.
Miyazaki torna a descrivere le emozioni più elevate, a raccontare lo splendore di essere
vivi in questo pianeta, unito all'esigenza di continuare a vivere nonostante tutto (alla fine in
un trionfo di linguaggio filmico non ci sarà nemmeno bisogno di dirlo basterà l'alzarsi del
vento a scatenare l'emozione nel pubblico), utilizzando uno stile che rifiuta il tratto grosso
e si ostina a dimostrare come si possano toccare le corde più profonde e stimolare gli
stordimenti emotivi più vertiginosi attraverso lo stile più delicato e sottile possibile.
(www.mymovies.it)
Il vento si leva, si alza forte nel turbinio della vita, d'un destino che sa dove guidarci. Che
sia una passione,un amore o l'amarezza del fato,il vento di Miyazaki soffia forte su di noi.
Elevandosi a materia di sogno che diviene realismo concreto,la storia di Jiro Horikoshi è
una di quelle che parlano al (e col) cuore. Miyazaki per l'opera che sublima uno
straordinario happy end caratteristico sceglie i connotati da "vita vissuta",dedicando al
progettista Jiro Horikoshi una "pagina" di colore mai edulcorato,ma dotato di una forte
sincerità. Abbandonando Città incantate e suggestivi personaggi di fantasia, il maestro
giapponese con THE WIND RISES abbraccia i toni dell'esistenza. Una realizzazione
portentosa, magnifica nel trasporto emotivo, che "difetta" di eccessivo dilungamento nella
scrittura. I colori di Miyazaki si sovrappongono, "giocano" con l'emozione dello spettatore.
Tonalità pastello e colori vivaci compongono il quadro d'un esistenza fuori dal comune.
Jiro Horikoshi, ovvero un bambino occhialuto, coi sogni in grande. "Costruire" il volo,
ovvero l'emblema del sogno umano di travalicare confini e distese, nel sinonimo d'una
sacrosanta libertà. Ma il volo può regalare anche dolori, commettere omicidi, lasciare le
scie della morte. Jiro è un umano col talento e il fuoco geniale che desidera ardentemente
il realizzarsi dei suoi desideri. Ma come nella vita il desiderio può distruggere,divenire
ingombrante, lanciare ordini supremi di distruzione. Miyazaki abbraccia così i parallelismi
vitali, che dipingono le "tavole" colorate del suo Jiro. La vita del giovane Jiro è uno
scandire emozioni, passioni, dolori e grandissimo ingegno. E' un ritratto forte, insuperato
nell'incedere emozionale, chiarificatore d' eventi simbolo del secolo appena trascorso.
THE WIND RISES è così opera matura, un canto del cigno d'un talento puro
dell'animazione che ci regala una storia d'impatto non facile, fruibile da una fascia d'età
relativamente adulta. In tanti anni di carriera Miyazaki ha realizzato "tavole" di colore per
grandi e piccini, opere pure, d'un artigianalità studiata e congegnata, intrisa di forte senso
"fantasy". THE WIND RISES segna un passo avanti nel suo evolversi carrieristico,
dotandosi d'uno script solido, d'una realizzazione grafica di livello superlativo, che usa il
colore "sposandolo" con le vicende del geniale Jiro. Tutto "è vita" in questa grande opera,
nei dolori come nelle gioie, e sopratutto nell'inno pacifista che il grande Miyazaki dedica al
suo "testamento" utoriale. Lo sfondo sociale reso da Miyazaki è puro nell'intenzione,
manifesta periodi di guerra con pura semplicità, antenendone intatte le "critiche" ad un
sistema guerrafondaio. La storia di Jiro è di quelle che rimane interiormente, eppur nelle
prolisse dilungaggini è un inno perfetto alla vita e all'amore per il prossimo. Commovente,
intenso e sognatore in ogni passaggio, THE WIND RISES è (speriamo di no) l'ultima firma
di un genio che ci ha regalato sogni ad occhi aperti.
(www.filmtv.it)
________________________________________________________________________________
di Hayao Miyazaki
Soggetto impervio, almeno per i piccoli spettatori che hanno amato Kiki consegne a
domicilio, Totoro e Ponyo sulla scogliera. Svolgimento da romanzo epico, su diversi piani
narrativi. Innanzitutto la passione che divora Jiro Horikoshi sin dall’infanzia: quella di
“costruire splendidi sogni”, ovvero aeromobili capaci di superare vincoli aerodinamici e
limiti di velocità; una magnifica ossessione che assume toni lirici e onirici nelle visioni di
estatica contemplazione offerte dal maestro giapponese dell’animazione, con la
condivisione del sogno dell’italico conte Caproni, a sua volta progettista di modelli di
aviazione a cavallo tra le due guerre. C’è poi il piano storico, politico e sociale, introdotto
con una naturalezza sorprendente grazie a una sceneggiatura fluida e calibrata: dal
terremoto (e relativi incendi) che sconvolge Tokyo (correva l’anno 1923) alla crisi
economica e industriale del paese accompagnata dal fallimento delle banche - sono
piccoli accenni - mentre il protagonista passa dall’università all’impiego alla Mitsubishi;
dalla dipendenza alla tecnologia tedesca allo sviluppo dell’Impero fino al devastante
impegno bellico: una carrellata che resta sullo sfondo pur nella sua imprescindibilità per la
comprensione del contesto. Infine, la raffinata componente sentimentale, l’incontro sul
treno il giorno del sisma con la dolce Nahoko, l’incontro fortuito anni dopo, ormai adulti,
fino allo sbocciare dell’amore, ostacolato da una malattia ostinata tipica del secolo scorso.
Qui l’arte di Miyazaki si esplica con grande maestria, finanche ricorrendo al fuori campo e
alla luce spenta per chiudere l’accenno alla prima notte di nozze. SI ALZA IL VENTO,
recita il titolo, e il richiamo è immediato alla poesia di Paul Valéry (“si alza il vento, bisogna
tentare di vivere”, da Le cimitière marin), mentre il sanatorio richiama alla memoria di
Thomas Mann: un’operazione di grande eleganza, una storia che potrà apparire ostica
trattando della ricerca pluriennale del modello che possa lasciare il segno nella storia
dell’aviazione. Un sogno realizzato indipendentemente dall’utilizzo bellico e dal
conseguente bagaglio di distruzione – la neutralità della figura del progettista è asserita
con determinazione dal protagonista – nella sua valenza di visionarietà e avvenirismo.
Visivamente, il film è superbo come ormai Miyazaki ci ha abituati, con la fluidità narrativa
delle ultime opere accentuata da un libero fluire, dall’aspetto onirico all’attenzione più
realistica del solito agli ambienti. Un’interpretazione della storia che rafforza l’ammirazione
nei confronti di un cineasta che ha allargato i confini dell’animazione, facendone un’arte
preziosa. Anche se giusta all’ultimo capitolo per asseriti limiti di età, come Miyazaki ha
annunciato mentre il film, bellissimo, passava in concorso a Venezia 2013.
(Mario Mazzetti in Vivilcinema n.4/2014)
________________________________________________________________________________