Coltivazione biologica di ortaggi in tunnel-serra
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Coltivazione biologica di ortaggi in tunnel-serra
ORTICOLTURA BIOLOGICA Una iniziativa della Cooperativa Valle Laghi (Pietramurata) condivisa dai soci COLTIVAZIONE BIOLOGICA DI ORTAGGI IN TUNNEL-SERRA Gabriele Chistè Le finalità dell’iniziativa Centro Assistenza Tecnica - IASMA Matteo Salaorni Cooperativa Valle Laghi Giuseppe Visintainer Ufficio per la qualità delle produzioni agroalimentari - P.A.T. Foto 1 (sopra) - L’apporto irriguo è garantito da un sistema localizzato di manichette poste lungo le file. Fra le attività a carattere dimostrativo-divulgativo finanziate tramite l’Art.40 della L.P. 17/81 merita di essere menzionato il progetto realizzato presso la cooperativa Valle Laghi di Pietramurata. Nel terreno adiacente alla struttura del magazzino sono stati allestiti 4 tunnel per la coltivazione di ortaggi in ambiente protetto. Contestualmente sono stati realizzati due campi di collezione varietale con diverse cultivar di susino e albicocco. Completa l’iniziativa un nuovo impianto di melo comprendente le varietà più indicate per l’ampliamento dell’offerta per il prossimo futuro vale a dire Red Chief, Fuji e una selezione di Gala (Galaxy). La particolarità della proposta risiede nell’impegno cui devono attenersi tutti gli operatori coinvolti (agricoltori soci con propria attività aziendale) di gestire le coltivazioni secondo le tecniche dell’agricoltura biologica. Traspare, dalla diversificazione colturale che caratterizza il progetto, la volontà da parte della Cooperativa di sondare diverse strade produttive assecondando le molteplici opportunità colturali che le caratteristiche peculiari di questo territorio, unico nel panorama agricolo provinciale, consentono di perseguire. In un momento congiunturale non proprio favorevole alla melicoltura, che per la coop. Valle Laghi rappresenta ancora il 95% TERRA TRENTINA Partita come prova dimostrativa finanziata dalla PAT (art. 40 L.P. 17/81), l’iniziativa prosegue con il coinvolgimento di soci disponibili ed ha lo scopo di introdurre, seppure gradualmente, in zona colture diverse e complementari rispetto alle tradizionali (melo, susino, vite) 25 ORTICOLTURA BIOLOGICA TERRA TRENTINA Foto 2 I pomodori sono posti a distanza di 40 cm con un investimento di 2,2 piante a mq per un totale di 90 per fila. 26 del conferito, è importante ricercare nuovi percorsi produttivi per riqualificare un prodotto che, sotto il profilo commerciale, è unanimemente ritenuto “stanco”. La coltivazione del melo secondo il metodo dell’agricoltura biologica, indirizzata oltretutto su varietà diverse da Golden Delicious, può rappresentare in questo contesto una valida risposta alle mutate tendenze del mercato. Allo stesso modo è altrettanto importante rilanciare nell’ambito frutticolo la coltivazione di nuove varietà di susino per controbilanciare il costante regresso della susina di Dro, anche a causa dei noti problemi di ordine sanitario e, nel contempo, favorire la diffusione della remunerativa coltura dell’albicocco, finora trascurata pure nelle aree potenzialmente vocate. Non è da sottovalutare inoltre il momento particolarmente favorevole che sta attraversando il comparto viti-vinicolo che si pone attualmente quale vantaggiosa alternativa alle più tradizionali coltivazioni. Questa tendenza può portare alla progressiva riduzione della superficie frutticola, con con- seguenti riduzioni del quantitativo conferito e possibili ripercussioni su programmi e strategie adottati dalla struttura. Uno degli scopi che la Cooperativa si è prefissata con l’iniziativa in corso è proprio quello di dimostrare la redditività delle colture tradizionali quando siano impostate su scelte razionali, al passo coi tempi e condotte con professionalità: finora le prime impressioni sembrano confermare tali intendimenti. Di proposito si rinvia l’esposizione dei risultati relativi agli impianti dimostrativi frutticoli a successiva comunicazione in quanto la loro recente realizzazione (anno d’impianto 2000) non consente l’esposizione di dati sufficientemente esaurienti. Ciò che al momento merita un maggiore approfondimento sono invece le prime informazioni che emergono dalle produzioni orticole condotte dai vari operatori succedutisi nella gestione dei singoli tunnel. È superfluo sottolineare come rientri tra gli obiettivi primari della cooperativa Valle Laghi l’allargamento di prodotti orto-frutticoli del proprio paniere d’offerta, in linea anche con le stra- tegie della O.P. di appartenenza, vale a dire il C.I.O. - Serene Star che raggruppa diverse realtà produttive, non solo provinciali. Inoltre in questo contesto gioca un ruolo determinante il rapporto sinergico instauratosi con il consorzio Val di Gresta per un’ulteriore valorizzazione del prodotto conferito. Si ritiene cosa utili descrivere, seppur in modo sintetico, le caratteristiche costruttive dei quattro tunnel predisposti per la realizzazione del progetto che sono costituiti da una struttura a semi-arco, della lunghezza pari a 38 m, larghezza 5,20 m ed altezza 2,60 m. La copertura è in film plastico semplice con testate e fiancate apribili a mezzo manovella. Lo zoccolo laterale è costituito da pannelli di fibra di vetro ondulati dell’altezza di 50 cm. Nei periodi più caldi si è fatto ricorso all’uso di rete ombreggiante che riduce del 25% l’intensità luminosa con conseguente abbassamento della temperatura di 3- 4° C nelle ore di punta. L’Apporto irriguo viene garantito da un sistema localizzato con manichetta posto localizzato lungo le file. Foto 1 La coltivazione di ortaggi con metodo biologico in coltura protetta Annata 2001 Nel 2001 per problemi di tipo organizzativo si è fatto un solo ciclo di produzione, così realizzato: due tunnel coltivati parte a pomodoro e parte a cetriolo; due tunnel coltivati parte a pomodoro e parte a fagiolo rampicante. In ogni tunnel sono state predisposte quattro file alla distanza di 110 cm. I pomodoro sono stati posti a distanza di 40 cm, • • di sostegno. Importante è impiegare del filo di rafia naturale e non dello spago sintetico che implica il recupero con conseguente impiego di ore lavorative e relativi costi aggiuntivi. Foto 4 Fondamentale si è rilevata la pacciamatura del terreno eseguita su tutti i tunnel con il tessuto intrecciato nero in polipropilene da 95 g. al mq, recuperabile e quindi utilizzabile per diversi anni. L’irrigazione è stata fatta impiegando manichette rigide con gocciolatore in linea alla distanza di 30 cm, con portata di 2 litri ora. I cetrioli sono stati seminati in contenitori alveolari da 46 fori dagli stessi agricoltori che gestivano i tunnel impiegando la Cv Jazzer F1; il trapianto è avvenuto il 10 di giugno, con piantine che avevano ben sviluppato le prime due foglie vere, su terreno pacciamato alla distanza di 30 cm sulla fila con un investimento di 3 piante al mq. Per l’allevamento in verticale si sono impiegate le reti di nylon e spago. L’irrigazione è stata fatta con le ali gocciolanti. Tale sistema è stato adottato anche per il fagiolo rampicante; per questa coltura la semina sulla fila è stata fatta con 14 piante al ml. Al fine di favorire un’impollinazione equilibrata del pomodoro e del cetriolo si è fatto ricorso all’apporto di piccole casette di bombi, pronubi forniti in colonie di 50 individui e sistemati nei tunnel all’altezza di 50 cm dal terreno. Per regimare al meglio la temperature durante il periodo estivo, i tunnel sono stati dotati di reti ombreggianti al 25% in modo tale da ridurre la temperatura interna di 3-4 °C. Temperature troppo elevate non favoriscono la vitalità del polline e la stessa attività dei bombi viene limitata, comprometten- Foto 3 Pomodoro insalataro tondo liscio. Foto 4 La legatura con filo di rafia naturale comporta meno ore di lavoro e minori costi. TERRA TRENTINA con un investimento medio di 2,2 piantine al mq per un totale di 90 per fila. Foto 2 Sono state messe a dimora 720 piante di pomodoro di cui 520 di pomodoro insalataro Foto 3 della Cv Arletta e 200 della Cv Italdor del tipo allungato. Il trapianto è stato fatto alla 18a settimana impiegando piantine con pane di terra ottenute in contenitori di polistirolo da 46 fori. Il tipo di allevamento verticale è stato attuato con tutori in canna di bambù e spago. I due sistemi di tutoraggio si differenziano essenzialmente per la rapidità con cui si esegue la legatura della pianta nella fase di crescita, ma anche per la struttura di sostegno dell’intera coltivazione. Il sistema di allevamento che impiega lo spago come tutore si è dimostrato molto interessante e più funzionale rispetto al tutore rigido in legno o bambù, anche nella fase di smantellamento della struttura 27 ORTICOLTURA BIOLOGICA appropriato l’irrigazione e la disponibilità di azoto. Dal punto di vista della difesa antiparassitaria il pomodoro non ha richiesto particolari interventi, ma solo un paio di trattamenti a base di rame quando le condizioni di eccesso di umidità potevano favorire le batteriosi e la peronospora. Sono stati fatti due lanci di Afidius colemanni e Phitoseyulus persimilis, predatori naturali al fine di controllare il diffondersi di afidi e acari. Foto 5 I pomodori di forma allungata hanno manifestato gravi sintomi di marciume apicale. do l’allegagione. La fertilizzazione di fondo è stata fatta impiegando stallatico umificato e solfato potassico magnesiaco. TERRA TRENTINA Considerazioni sulle tecniche colturali 28 Pomodoro La coltivazione di tale ortaggio non ha comportato problemi particolari, solo la tipologia allungata ha manifestato gravi sintomi di marciume apicale. Foto 5 Tale fisiopatia si manifesta particolarmente sulle tipologie di pomodoro allungato ed è correlata ad una serie di fattori legati all’equilibrio fisiologico della pianta che in condizioni ambientali, nutrizionali, genetiche non favorevoli accentuano tale problema. Per contenere tali sintomi risultano validi gli interventi preventivi con prodotti fogliari a base di calcio, cercando di regimare in modo Cetriolo Questo ortaggio ha manifestato particolare interesse dal punto di vista produttivo, non presentando difficoltà nell’allevamento della pianta, ma solo qualche problema di tipo parassitario dovuto alla gestione non appropriata del tunnel. Questo evidenzia che nello stesso tunnel non si possono coltivare contemporaneamente ortaggi che richiedono parametri bio-agronomici differenti, per la difficoltà di poter garantire alle singole specie le appropriate condizioni colturali. Tale coltura è molto sensibile agli afidi, all’oidio, all’acaro, per cui, dovendo favorire le condizioni che frenano lo sviluppo di tali patogeni, si creano squilibri per le altre colture. Nonostante i lanci di predatori naturali, gli afidi hanno avuto il sopravvento con conseguenze negative sulla produzione e si è dovuti intervenire con un prodotto vegetale a base di Azadiracta indica (Olio di neem). Per contrastare l’oidio è stato necessario trattare con prodotti a base di zolfo. I due sistemi di allevamento provati non hanno sortito differenze poichè la pianta deve essere comunque aiutata ed indirizzata sulla rete o spago, in modo che i cirri si attacchino ai tutori. La varietà Jazzer, nella fase di allevamento, ha bisogno di essere potata mirando ad eliminare i germogli ascellari fino all’altezza di 40 cm, garantendo in tal modo la rapidità di crescita dell’apice. Fagiolo L’esperienza fatta non ha portato a dei risultati positivi per vari motivi. La prova aveva lo scopo di verificare la possibilità di anticipare la produzione del fagiolo sotto tunnel. Come già riferito, la difficoltà di gestire tunnel piccoli, con diverse colture a sviluppo verticale si è confermata anche per la coltivazione del fagiolo rampicante che non risulta di semplice attuazione. Annata 2002 Il piano di coltivazione previsto per il 2002 questo tipo di produzione per tutti i 4 tunnel: 1° trapianto Lattuga di Trento e Canasta 2° trapianto Pomodoro insalataro 3° trapianto Lattuga di Trento • • Lattuga di Trento e Canasta Con il primo trapianto avvenuto verso la metà di febbraio sono state messe a dimora nei quattro tunnel 7.600 piante di lattuga alle seguenti distanze: tra le file 25 cm e 30 cm sulla fila con un investimento medio di 13 piante al mq. Si sono impiegate due varietà: Lattuga di Trento e Canasta Su due tunnel si è fatta la pacciamatura con film di polietilene per il controllo delle infestanti, per avere un anticipo della raccolta e per una maggiore pulizia del prodotto. Foto 6 In uno dei due tunnel non pacciamati è stato impiegato il tessuto non tessuto per proteggere la coltivazione dalle basse temperature e favorirne lo sviluppo equilibrato. Prima del trapianto si è proceduto al bagno delle piantine tramite l’immersione del cubetto di torba in una soluzione di biotite, stimolante organico che favorisce la radicazione e l’attecchimento. La ripresa vegetativa è stata buona, non si sono verificati gravi problemi di tipo parassitario, solo qualche sporadico attacco di pythium ed elateridi. Non si è proceduto a nessun tipo di intervento antiparassitario, la produzione è stata discreta per la tipologia Lattuga Trento, mentre per la Canasta la produzione è stata buona. Il tessuto non tessuto ha dimostrato la sua utilità anticipando leggermente la produzione se abbinato alla pacciamatura; in caso contrario provoca l’anticipo della nascita delle infestanti che diventano concorrenziali alla coltura. Foto 7 Vi è comunque il problema che il tessuto non tessuto, in ambiente protetto, induce una leggera riduzione del passaggio della luce e mantiene la coltura più bagnata, accentuando il rischio dei marciumi. Pomodoro Dopo la coltura della lattuga, si è proceduto al trapianto del pomodoro previa preparazione del terreno fatta con una fresatura e l’interramento di stallatico e microelementi. Il sistema adottato è stato quello descritto in precedenza e che ha fornito i migliori risultati. In tutti i tunnel si è praticata la pacciamatura con tessuto intrecciato nero, l’irrigazione localizzata con ala gocciolante, tutoraggio con spago. Il trapianto è stato effettuato alla metà di aprile impiegando piantine ben sviluppate alle distanze di 1,10 cm tra le file e 40 cm sulla fila, con un investimento di 2,2 piante al mq. Durante il periodo di coltivazione non si sono verificati problemi, la raccolta è iniziata nella prima decade di luglio e si è protratta fino ai primi di ottobre. Solo nella parte finale del ciclo si è riscontrata l’insorgenza di batteriosi sulla vegetazione, ma grazie ad appropriati interventi con rame il problema è stato (in basso) Foto 6 La pacciamatura con film di plietilene consente di ottenere il controllo delle infestanti, un anticipo della raccolta ed un frutto più pulito. Foto 7 Il tessuto non tessuto anticipa la produzione se abbinato alla pacciamatura. TERRA TRENTINA Le due tipologie di fagiolo rampicante, una mangiatutto a baccello verde (Stortina di Trento) e l’altra borlotto a maturazione cerosa tipo Lamon (Ardore), per problemi di condizionamento climatico non hanno fruttificato, ma hanno manifestato un’attività vegetativa esuberante, fuori dalla norma. Tutto questo ha fatto esplodere il problema degli afidi e degli acari, compromettendo seriamente la produzione nonostante due lanci di Phitoseyulus persimilis. Il risultato negativo ha fornito comunque utili indicazioni sulla coltivazione, evidenziando come questi tunnel non siano indicati per tale tipo di produzione. Inoltre il fagiolo rampicante deve essere coltivato in periodi climatici favorevoli, poiché il caldo accentua il problema acari e limita l’allegagione, provocando la cascola dei piccoli baccelli. Sapendo che tale coltura ha esigenze nutrizionali contenute rispetto ad altre, la fertilizzazione dovrà quindi essere impostata in modo da evitare un’eccessiva vigoria. 29 ORTICOLTURA BIOLOGICA almeno 8 agricoltori hanno potuto fare questa esperienza. A testimoniare l’importanza di questo campo dimostrativo, il Consiglio di Amministrazione ha creato al proprio interno un gruppo di lavoro, per verificare l’andamento agronomico e commerciale dell’attività. Foto 8 L’impiego di bombi favorisce l’allegagione e l’uniformità dei frutti. Quantitativi conferiti contenuto. L’impiego dei bombi per favorire l’allegagione e l’uniformità dei frutti è pratica molto importante e anche per il secondo anno si è confermata la necessità di applicarla nelle coltivazioni precoci e protette. Foto 8 Concludendo, si può ritenere che il pomodoro fatto in coltivazione protetta, coltivato secondo il metodo dell’agricoltura biologica è tecnicamente proponibile, purchè si gestiscano correttamente i parametri climatici, si impieghino varietà che non necessitano di forzature nutrizionali e che siano resistenti a determinati patogeni tellurici tipo fusarium e verticillium. Il terzo ciclo che prevedeva una coltivazione di lattuga non è stato fatto per mancanza di tempo degli agricoltori impegnati nelle raccolte aziendali. TERRA TRENTINA Riepilogo delle produzioni 30 Per quanto riguarda le produzioni, ci si soffermerà esclusivamente su quelle dei tunnel; per il frutteto, messo a dimora tra l’anno 2000 e l’anno 2001, non è ancora possibile effettuare delle verifiche produttive, pur restando un punto di riferimento per gli associati per quanto riguarda le varietà di melo, susino e albicocco da scegliere per i rinnovi. Coinvolgimento dei produttori I tunnel sono stati affidati per l’annata 2001 e 2002 a dei soci, con un contratto di comodato, come stabilito dal Consiglio di Amministrazione della Cooperativa. I produttori si sono impegnati a rispettare la pratica dell’agricoltura biologica, conferendo tutta la verdura prodotta presso il magazzino frutta della Cooperativa a Pietramurata. Nelle varie annate l’intenzione è quella di cedere i tunnel a soci sempre diversi; la Cooperativa dà comunicazione agli stessi tramite una propria circolare della disponibilità delle suddette strutture; finora la rotazione è stata soddisfacente, in quanto su almeno due tunnel le aziende coinvolte sono sempre state diverse, quindi con il 2003 ANNATA 2001 2001 2002 2002 Nella tabella in basso si elencano le varietà di ortaggi conferiti; nel 2001 a titolo di osservazione, è stato seminato del cornetto di Trento rampicante, ma il conferimento è stato praticamente nullo, in quanto le piante hanno continuato a vegetare, senza mai andare a frutto. Per il 2003 si intende continuare con la rotazione, seminando, dopo il pomodoro Arletta del 2002, lattuga trentina e cetriolo Jazzer, terminando l’annata con radicchio. Tutti i mezzi tecnici ammessi per una razionale gestione tecnico agronomica dei tunnel sono reperibili presso il deposito scorte agrarie della Cooperativa; dal punto di vista della consulenza agronomica, ci si è avvalsi della collaborazione del Centro di Assistenza Tecnica di San Michele all’Adige, nella persona del tecnico Gabriele Chistè. Ricadute dell’iniziativa sulla Cooperativa Nell’anno 2002, vista la positiva collaborazione con il Consorzio Ortofrutticolo Val di Gresta, VARIETÀ Totale Cetriolo Jazzer Totale Pomodoro Arletta Totale Lattuga Totale Pomodoro TOTALE KG. Kg CONFERITI 544,2 3924,0 1716,1 5321,0 11.505,0 Considerazioni finali Queste produzioni possono presentare una valida integrazione alla coltura del melo, in particolare nella fase di rinnovo degli impianti, consentendo un minimo di rotazione colturale di cui tanto necessitano le superfici su cui da più generazioni si succedono le stesse coltivazioni. Nell’ambito dell’agricoltura biologica, le aziende agricole che hanno fatto domanda di conversione, in stretta collaborazione con la Cooperativa, sono sta- condo il metodo dell’agricoltura biologica, vi sia una preparazione professionale sufficiente per l’ottenimento di produzioni in linea con gli standard qualitativi richiesti dal mercato. Obiettivo della Cooperativa è quello di fornire la possibilità, mettendo a disposizione le superfici del progetto dimostrativo, di acquisire le conoscenze di base per produzioni di qualità, in quanto non trova alcun riscontro l’errata credenza che il prodotto biologico, anche se di basso standard qualitativo possa comunque, in qualche modo, venire valorizzato. fatti&previsioni L’attribuzione da parte di SLOW FOOD della qualifica di presidio al vino santo trentino DOC della Valle dei Laghi ha indotto un aumento di interesse all’acquisto da parte di operatori di varie province o regioni italiane. L’associazione vignaioli produttori di vino santo trentino DOC della Valle dei Laghi non ha finora modificato il prezzo di vendita. Esso rimane compreso tra i 1819 euro per le annate recenti e i 23-24 euro per le annate più+vecchie. I dati sono riferiti a bottiglie da 375 millilitri. Circa 200 soci delle cooperative frutticole SOA di Aldeno e SAV di Volano hanno partecipato ad un incontro su “Realtà e prospettive della frutticoltura a Trento sud” che si è svolto il13 marzo 2003 nella sala della vigna del Comune di Nomi. Dal convegno organizzato di comune accordo dal centro per l’assistenza tecnica dell’Istituto Agrario di S. Michele e dalla dirigenza delle due cooperative, è emerso che nei prossimi 5 anni dovranno essere rinnovati ben 200 ettari di frutteto. Si tratta di 1 terzo della superficie complessiva attualmente investita a melo. Ai partecipanti è stato distribuito un fascicolo con la descrizione delle varietà di melo da piantare. L’associazione nazionale ASSOMELA cui aderiscono 6 tra le maggiori organizzazioni di produttori ortofrutticoli dell’Italia settentrionale ha affidato ad una agenzia specializzata una indagine intesa a rilevare vari aspetti del mercato e consumo di mele nei Paesi del sud-est asiatico. Tipo e varietà di mele preferiti, categorie prevalenti di consumatori, livello di reddito e conseguente capacità di acquisto sono gli aspetti più significativi dell’indagine. Il resoconto sarà valutato dalla dirigenza di ASSOMELA e delle organizzazioni di produttori in vista di una futura vendita di mele italiane nei Paesi indagati. TERRA TRENTINA VARIETÀ kg CONFERITI CAVOLFIORI 2673,5 CAVOLO CAPPUCCIO 893,0 CAVOLO VERZA 1624,0 AG.CORNETTI DI TRENTO 327,6 FAGIOLI BORLOTTI 43,0 INSALATA CANASTA 20,0 INSALATA TRENTINA 17,3 POMODORI 1509,7 POMODORO ARLETTA 5207,4 RADICCHIO CHIOGGIA 2095,0 RADICCHIO GLORIA 104,4 RADICCHIO INDIGO 524,0 RADICCHIO PRECOCE 107,0 RADICCHIO TREVISANO 372,5 ZUCCHINO SUPREMO 8846,7 TOT kg 24.365,1 te due, entrambe in ambito frutticolo. La realtà più rilevante è rappresentata dalla società Toblino Srl, che ha convertito un frutteto a corpo unico di 4,50 ettari unitamente ad un’interessante iniziativa condotta dall’azienda agricola Bortolotti Rolando che ha investito circa un ettaro nella coltura biologica dell’albicocco e 1.500 metri quadrati in orticole biologiche. Lo scopo della Cooperativa è quello di avvicinarsi in modo graduale e ponderato al mondo dell’agricoltura biologica, senza forzare le scelte dei singoli imprenditori. È fondamentale che, oltre ad una convinzione di base per produrre se- NOTIZIE circa una decina di aziende si sono dedicate alla coltivazione di ortaggi. In particolare due soci, che nel 2001 avevano in gestione le strutture del campo dimostrativo hanno iniziato una loro esperienza nel campo dell’orticoltura, nel settore dell’agricoltura convenzionale. Sempre nello stesso anno altre dieci aziende agricole hanno avviato delle attività in ambito orticolo, conferendo il prodotto presso la cooperativa. Si riporta di seguito una tabella con le quantità di ortaggi conferite dagli associati nell’anno 2002 31