LA LEGGE SULLA CANAPA CHE VERRÀ …

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LA LEGGE SULLA CANAPA CHE VERRÀ …
LA LEGGE SULLA CANAPA CHE VERRÀ …
Un convegno si è svolto martedi 28 Giugno a Roma, organizzato dalla neonata Federazione della canapa –
FEDERCANAPA –sul tema
Canapa industriale: un protagonista dell’economia circolare in attesa di legittimazione
Si è iniziato con una carrellata di relazioni introduttive ben qualificate che facevano il punto della situazione
italiana, che vede affacciarsi molte potenzialità, pur rimanendo in buona sostanza una realtà molto limitata
nei numeri. Si parla in concreto di circa 2000 ettari (dichiarati…)su un totale di poco più di 25.000 coltivati
in Europa, dei quali la metà -12.000 ha - nella sola Francia.
Sembrerebbe dunque una realtà comunque insignificante nel panorama agricolo nazionale, anche tra le
colture “di nicchia”, ma è una delle pochissime che suscita molte aspettative, anche esagerate a volte,
laddove invece aumentano i terreni lasciati “a riposo” (un eufemismo per non dire incolti, abbandonati) o
diminuiscono drasticamente colture già affermate come il girasole, la soia, il pomodoro, o altre che sono
anche ad alto reddito, come il tabacco
Eppure la ricerca continua a dare risultati interessanti, come nel progetto Multihemp ( 8 milioni di budget);
eppure le imprese continuano ad investire in prove e sperimentazioni, come la IKHemp che punta tutto
sulla produzione di CBD, o Kanesis che usa filamenti a base di polimeri con carica di canapa; eppure si
moltiplicano le ditte che distribuiscono prodotti alimentari a base canapa (non tutti made in Italy); eppure
si sta finalmente riprendendo anche in Italia la lunga e difficile strada della moltiplicazione delle sementi;
eppure si lavorano le paglie nell’unico impianto italiano funzionante, in Puglia, a Crispiano , che nel 2015
ne ha ritirato 2000 tonnellate ( l’equivalente di circa 400 ha coltivati a canapa da seme) da aziende agricole
sparse in tutta Italia; eppure si moltiplicano le iniziative tese alla produzione ed utilizzo della canapa a scopi
terapeutici (c’erano in sala alcune persone che ne fanno uso e si battono da tempo perché sia disponibile a
tutti).
Eppure rimangono anche i problemi legati al controllo delle coltivazioni, con gli usuali contenziosi dovuti ad
interventi impropri, intimidatori e persino illeciti delle forze dell’ordine, o della magistratura, frutto di
pregiudizi ingiustificati, di una diffusa disinformazione e di una legislazione inadeguata.
E proprio di questo, della legge, delle regole, si è finalmente parlato e dell’iter della proposta di legge che è
già stato approvato alla Camera dei deputati ed è da qualche mese all’esame del Senato. La proposta era
frutto di una lunga opera di integrazione, audizioni, sintesi delle varie proposte presentate principalmente
da 5 STELLE e PD e rischiava però di essere emendata dalla commissione del Senato, con il conseguente
allungamento dell’iter parlamentare. Gli emendamenti avevano anche fatto temere in un peggioramento
della legge stessa, specie quando si parlava di introdurre un regime di licenze alla coltivazione. Ma, per
molti versi inattesa, è giunta la comunicazione del sen. Mario Dalla Tor, relatore della proposta di legge alla
commissione Agricoltura, il quale ha annunciato che tutti i rappresentanti dei gruppi politici avrebbero
deciso di ritirare i propri emendamenti, permettendo così l’approvazione dello stesso testo di legge già
approvato dalla Camera. In questo modo il senatore Dalla Tor prevede che la legge possa essere
promulgata tra breve e divenire definitiva già entro Agosto 2016. (vedi il testo della proposta di legge nei
documenti in download).
Questo non vuol dire che sarà immediatamente operativa, perché in Italia si debbono attendere i “decreti
attuativi” che a volte richiedono più tempo per essere emessi delle leggi stesse, ma comunque possiamo
contare sulla certezza di alcune norme che aiuteranno senz’altro gli operatori del settore e gli agricoltori
che vorranno cimentarsi nella coltivazione, ad essere più sereni e concentrarsi sul lavoro vero, la
coltivazione e la trasformazione della canapa e sulle sfide che questo comporta.
Il rappresentante del Ministero dell’agricoltura , Alfredo Battistini, ha aggiunto che, una volta gettate le
basi giuridiche necessarie, il ministero farà la sua parte, riattivando il “tavolo di filiera” già esistente,
mettendo in moto delle azioni di incentivo e di tutela degli agricoltori che vorranno coltivare canapa.
I punti più qualificanti della nuova legge si possono riassumere come segue:
“Norme per il sostegno e la promozione
della coltivazione e della filiera della Canapa”
[in rosso i commenti, in corsivo le citazioni]
Per alcune norme si conferma la prassi che si è consolidata negli anni a partire dal 1998, a livello
nazionale e comunitario. Quindi …
La legge si applica “ (…) alle coltivazioni di Canapa delle “varietà ammesse” iscritte nel Catalogo
comune delle varietà delle specie di piante agricole
La coltivazione in Italia delle varietà di canapa di cui all’articolo 1, comma 2, è consentita senza necessità di
autorizzazione.
Il coltivatore ha l’obbligo della conservazione dei cartellini della semente acquistata per un periodo non
inferiore a dodici mesi. Ha altresì l’obbligo di conservare le fatture di acquisto della semente
conservazione e analisi dei campioni ai fini della determinazione quantitativa del contenuto di THC delle
varietà di canapa, sono quelle stabilite ai sensi della vigente normativa dell’Unione europea e nazionale
fin qui niente di nuovo, ma la conferma che già stavamo facendo le cose giuste… Come ha fatto notare
Battistini del Mipaf , le regole già esistevano e bisogna solo rafforzarle.
La novità viene sul fronte dei controlli, che vengono assegnati ad un corpo di PS solamente
Il Corpo forestale dello Stato è autorizzato a effettuare i necessari controlli, inclusi i prelevamenti e le analisi
di laboratorio, sulle coltivazioni di canapa, (…) controlli a campione secondo la percentuale annua prevista
dalla vigente normativa europea
sembra dunque tutto più semplice … ma rimane la porta aperta per altri controlli …. perché si aggiunge
(…) fatto salvo ogni altro tipo di controllo effettuato da parte degli organi di Polizia Giudiziaria eseguiti su
segnalazione e nel corso dello svolgimento di attività giudiziarie.
In merito ai controlli con prelievo di campioni si specifica che devono garantire l’agricoltore perché gli
agenti incaricati (…) sono tenuti a effettuarli in presenza del coltivatore e a rilasciare un campione
prelevato in contraddittorio all’agricoltore stesso per eventuali controverifiche.
Ma la vera novità riguarda i casi in cui, per motivi vari, legati alla variabilità tipica delle piante ed alle
condizioni di coltivazioni, viene riscontrato un limite di thc più alto del consentito, pur in presenza di
coltivazioni in regola con le normative. Si dice infatti che …
Qualora all’esito del controllo, il contenuto complessivo di THC della coltivazione risulti superiore allo 0,2 per
cento e entro il limite del 0,6 per cento, nessuna responsabilità viene posta a carico dell’agricoltore che ha
rispettato le prescrizione di cui alla presente legge. (…) Anche nei casi che si verifichi che il contenuto di
THC nella coltivazione è superiore allo 0,6 per cento (…) è esclusa la responsabilità dell’agricoltore.
Verrebbe a cadere quindi il timore degli agricoltori, più che giustificato, che nei casi di controlli negativi o
addirittura impropri, si debba subire un procedimento penale ed il danno che ne consegue, a livello
economico e sociale.
L’altra questione critica riguarda il livello di THC negli alimenti, che attualmente non è assolutamente
ammesso. La decisione sui limiti ammessi viene rimandata di sei mesi … intanto andiamo avanti come
abbiamo fatto fino ad ora …. all’italiana
Con decreto del Ministro della salute, da adottare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della
presente legge, sono definiti i livelli massimi di residui di THC ammessi negli alimenti.
E veniamo al capitolo dei finanziamenti ed incentivi previsti espressamente per la canapa attraverso i
disposti del ministero e degli enti locali.
Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali destina annualmente una quota delle risorse
disponibili nel limite massimo di 700.000 euro per favorire il miglioramento delle condizioni di produzione e
trasformazione nel settore della canapa
Il sostegno e la promozione riguardano la coltura della canapa finalizzata:
a) alla coltivazione e alla trasformazione;
b) alla incentivazione dell’impiego e consumo finale di semilavorati di canapa provenienti da filiere
prioritariamente locali;
c) a sostenere lo sviluppo di filiere territoriali integrate che valorizzino i risultati della ricerca e perseguano
l’integrazione locale e la reale sostenibilità economica e ambientale;
d) alla produzione di alimenti, cosmetici, materie prime biodegradabili e semilavorati innovativi per le
industrie di diversi settori;
e) alla realizzazione di opere di bioingegneria, bonifica dei terreni, realizzazione di attività didattiche e di
ricerca.
Una quota delle risorse del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali può essere destinata, con
decreto al finanziamento di progetti ricerca e sviluppo per la produzione e i processi di prima
trasformazione della canapa, finalizzati prioritariamente alla ricostituzione del patrimonio genetico e alla
individuazione di corretti processi di meccanizzazione.
La logica dei finanziamenti a pioggia è ormai tramontata (per fortuna) e verranno prescelti progetti che
possano generare un reale progresso produttivo … queste almeno sono le intenzioni. Certo è che di
risorse finanziarie ce ne sono sempre meno per l’agricoltura, o così ci fanno credere, e presto chi ha idee
e progetti concreti dovrà misurarsi con questi parametri.
Infine viene promossa e finanziata (?) la formazione degli operatori, come già avviene su base volontaria
ad opera di associazioni ed imprese più o meno lungimiranti.
Lo Stato, le regioni e le province autonome possono promuovere azioni di formazione a favore di coloro che
operano nella filiera della canapa e diffondono, attraverso specifici canali informativi, le proprietà della
canapa ed i suoi utilizzi nel campo agronomico, agroindustriale, nutraceutico, della bioedilizia, della
biocomponentistica e del packaging.
Viene infine previsto di creare un “…riconoscimento di un sistema di qualità alimentare per i prodotti
derivati dalla canapa” quindi un marchio ed opportuni disciplinari specifici.
Ricordiamo a tutti gli interessati che al di là di leggi e norme varie, vige la legge della terra, che non è tenera
con chi è superficiale o cerca scorciatoie. Prima di tutto occorre imparare a coltivare la canapa, senza
arrendersi ai primi ostacoli ed insuccessi. Sono tanti, troppi, quelli che un anno seminano e quello dopo
abbandonano, dicendo magari … che la canapa non si può fare su quei terreni, che il seme non era buono,
che le macchine non ci sono, che i consigli degli agronomi, o dell’associazione di riferimento, erano errati,
ecc. Mezze verità magari, qualche scusa …. La canapa invece ha un futuro in Italia e lo sappiamo. Che
ognuno lo faccia come sa e come può, magari condividendo i propri risultati e, perche no? Anche i propri
errori.