viaggi in Pakistan tour programma
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viaggi in Pakistan tour programma
Viaggi in Pakistan GLI ULTIMI PAGANI DEL KAFIRISTAN E IL KALASH CHILAM JOSHI FESTIVAL Tour di 16 giorni Giorno 1 – 09/05 – Italia – Dubai Partenza da Malpensa con volo Emirates. Transito a Dubai con cambio di aeromobile e ripartenza con volo per Islamabad. Pasti e pernottamento a bordo. Giorno 2 – 10/05 – Dubai - Islamabad – Chitral (variante A: Islamabad - Swat Valley) Arrivo a Islamabad alle 07.30 del mattino e, superate le pratiche di immigration, incontriamo la guida pakistana che ci accompagnerà per tutto l’itinerario. Trasferiti all’attiguo gate nazionale, cambiamo aeromobile per il volo interno PK-660 ISL CHIL 10.50 – 12.00 per Chitral, dove giunti ci sistemiamo nell’albergo. Dopo il pranzo, sarà possibile fare un breve giro della città, che è la più grande del distretto omonimo. Essa vanta un vivace bazar principale, molto colorato, dai cui numerosi view points è possibile avvistare con facilità lo splendore del Tirich Mir (7708 mt), la cui vetta è situata nel punto di confine tra Pakistan e Afghanistan. La maestosa mole del Tirich Mir, in posizione predominante nella regione e coperta dalla neve quasi tutto l’anno, è la montagna più alta dell' Hindū -Kūsh, mitica vetta sia per gli alpinisti che per le fate (dakini). La città funge da base per molti trekking e spedizioni e la sua aria pura di montagna attrae molti visitatori che desiderano godere la natura del territorio circostante. La città di Chitral storicamente ha guadagnato la sua importanza dal commercio che passava di qui sulla via dell’Afghanistan. Pernottamento in albergo Var A: In quest’area i voli aerei sono soggetti a condizioni atmosferiche; se il cattivo tempo non consentirà il volo ed esso sarà cancellato, sarà effettuato il transfer sostitutivo Var A su strada (4x4 jeep o Hiace Van con aria condizionata, a secondo il numero di pax) da Islamabad per la Swat Valley via Lowari Pass (circa 7-8 h di auto, 360 km). Il distretto di Swat è una delle zone montane più fertili e facilmente accessibili nel nord del Pakistan, che forma l’omonima valle. Essa è infatti nota come la terra, dove la frutta risplende (tra frutteti carichi e fertili terrazzamenti stracolmi di ogni tipo di fioritura) lungo fiumi serpeggianti e torrenti gorgoglianti, circondata dalle imponenti catene dell’ dell' Hindū-Kūsh e del Karakorum. L'attrazione principale è la sua bellezza paesaggistica e il clima piacevole in estate; inoltre, la zona è ricca di siti storici e archeologici risalenti al periodo Gandhara buddista e anche precedente ad esso. La valle si trova ad una media di circa 3250 piedi/991m sopra il livello del mare. Saidu Sharif e Mingora sono le principali località della Swat Valley. Sistemazione in hotel, pensione completa. Giorno 3 – 11/05 – Chitral (variante A: Swat Valley - Chitral) Dopo colazione si visita la città di Chitral, situata sulla sponda occidentale del fiume Kunar ai piedi del Tirich Mir, la più alta vetta dell'Hindū Kūsh. Accanto al Bazaar c’è Shahi Qila il forte Chitral (PalazzoFortezza dei Mehtar) e la grande Shahi Masjid costruita nel 1924 da Shujaul Mulk, il Mehtar di Chitral (1895-1936), la cui sala principale presenta tre belle cupole rosse e due grandi minareti. Normalmente un giorno prima del Kalash Joshi Festival a Chitral si festeggia anche lo Spring Festival, la Festa della Primavera (le cui modalità di svolgimento sono spontaneamente definite solo pochi giorni prima); se queste vengono confermate si potrà quindi assistere anche a questo Festival di Chitral senza modifiche sostanziali al programma, mentre logisticamente vengono organizzati i permessi per andare nella Kalash Valley per il giorno successivo. Nelle precedenti edizioni dello Spring Festival sono state presentate danze tradizionali, accompagnate da canti (tra cui la Danza della Spade, il Ballo Barwazi e Dani). Sistemazione in hotel, pensione completa. Var A: In caso di alternativa si parte dalla Swat Valley (8-9 ore) via Lowari Pass (3118m) per Chitral che si trova ad un’altezza di 1475m in una valle isolata tra le montagne di Hindū Kūsh. Alessandro Magno fece tappa qui nel 326 aC, lasciandosi alle spalle la tradizione greca che si riflette ancora oggi in queste valle nei costumi della popolazione indigena. Una recente iscrizione sanscrita ricorda che il paese era sotto il re Kaipal di Kabul, di fede buddista. Qui dopo vari brevi vissuti regimi, il Mehtras salì al potere e governò il piccolo regno per oltre trecento anni. Pernottamento in albergo. Giorno 4 – 12/05 – Chitral – Kalash Bumburet Valley La Kalash Valley si trova tra 1670-2310m slm e 3-36 km a sud di Chitral. Essa è un comprensorio composto da tre raggruppamenti di piccole valli (Bumburet, Rambur e Birir Valley), situate all’interno del sistema montuoso dell’Hindū-Kūsh (nel North-West Frontier Province) tra l'Afghanistan e il confine, ed è raggiungibile con Jeep su strada in buone condizioni. La valle, riparata dalle montagne e chiusa a sud dal Lowari Pass (3.118m) appare molto arida e secca, in quanto questa zona è al di fuori della portata dei monsoni e riceve pochissima pioggia. La popolazione dei Kafir Kalash di circa 3000 abitanti costituisce il gruppo più esiguo tra le minoranze religiose del Pakistan. Essi hanno una specifica religione e una cultura unica al mondo, venendo considerati dai musulmani uomini infedeli, perché politeisti di antichi Dei e noti al mondo esterno per il loro atteggiamento gioioso verso la vita. Infatti i Kalash non piangono nemmeno dinanzi ai propri morti (i loro cadaveri vengono sepolti in cassette di legno sopra la terra, invece di essere sepolto nella terra). Ci sono persistenti tracce del culto degli antenati, del fuoco e un pantheon di numerosi Dei e spiriti minori: Khozai è il loro Dio Creatore e tutti gli altri poteri soprannaturali sono subordinati a lui. I Kafir Kalash ritengono la dea Jestak protettrice dei loro figli e delle loro case, sacrificando le capre agli Dei in occasione di alcuni eventi. Per questa conclamata adesione ad una fede pagana, Kafir - Cafiro - è un termine arabo (il contrario esatto di Musulmano, credente), esteso quanto è esteso il mondo islamico, ed ha un preciso significato spregiativo: vuol dire pagano, infedele, idolatra. Mentre gli uomini vestono sostanzialmente alla stessa maniera dei Musulmani (salvo per un piccolo particolare distintivo: un ornamento – fiore, nastrino – che gli uomini Kalash portano sul Pacol, il berretto di panno), le donne hanno un costume uguale, quasi una uniforme, che è diversissimo da quello delle donne musulmane. Le donne infatti indossano abiti neri, stretti in vita da una fascia colorata, portano al collo grandi file di collane, soprattutto di corallo, e come copricapo portano uno zucchetto decorato con cipree e monete del mare con un folklore diverso (che è stata paragonato a quella dell'antica Grecia) e, a differenza del mondo islamico circostante, non sono segregate nè tenute nascoste, ma integrate in ogni angolo della vita sociale del villaggio. In ogni villaggio si trova la 'Bashelini' - una sorta di gineceo - dove le donne mestruate devono restare fino a quando riacquistano purezza e rituali devono essere eseguiti prima che ognuna di esse possa tornare dal suo marito. La fuga d'amore è regolare nella società Kalash e - stranamente - si verifica spesso tra le donne sposate, confermando la libertà sessuale femminile; nella società Kalash è anche presente la poligamia con la differenza rispetto al mondo musulmano che la donna è libera di muoversi e non si nasconde. Molti Kalash hanno tratti somatici ariani con capelli biondi e occhi blu, costituendo una sorta di anomalia rispetto al resto del Pakistan. A differenza delle altre minoranze che vivono esclusivamente in una particolare area geografica, vivono in piccoli villaggi costruiti sulle colline vicino alle rive dei corsi d'acqua, mentre le loro case sono costruite su fondamenta di pietra solide, accatastate le une alle altre, con tronchi di legno grezzamente tagliati, e soppalcate a doppio piano per aderire ai pendii vertiginosi del territorio. Molte case hanno alveari incorporati, dando agli abitanti del villaggio possibilità di accedere al miele nelle vicinanze. L'origine dei Kalash è controversa. La leggenda dice che i soldati delle legioni del conquistatore macedone Alessandro Magno si stabilirono a Chitral e da qui imparentandosi con la gente locale diventarono progenitori degli attuali Kalash. Recenti analisi dei DNA sono state effettuate per ricercare la loro parentela genetica con gli europei. Si prosegue su fuoristrada per la Kalash Bumburet Valley (2 h circa) nel cosiddetto territorio Kalasha Desh, che si trova a circa 30 km da Chitral, visitando alcuni villaggi tra cui Anish, Krakal e Brun (di etnia Kalash) e Shaidkondai (di etnia Nuristani). Camminando piacevolmente a piedi da un villaggio limitrofo all’altro, entreremo anche nelle case tradizionali e visiteremo un museo locale. In serata sarà possibile assistere ad un evento musicale tra questa gente molto ospitale, in attesa del Kalash Chilam Joshi Festival. Pernottamento in albergo a Bomburet, che è la valle più grande e più pittoresca di Kafir Kalash (distante 30 Km da Chitral). Pensione completa. Giorni 5, 6 e 7 – 13, 14 e 15/05 – Kalash Bomburet Valley (Kalash Chilam Joshi Festival) In queste giornate in cui avviene la massiccia partecipazione popolare al Festival, ci sposteremo da villaggio in villaggio, a secondo degli eventi che spontaneamente vengono proposti localmente senza uno schema predefinito. La mattina presto in ogni villaggio della valle viene distribuito o condiviso il latte, la gente locale si invita reciprocamente nelle proprie abitazioni, cominciando poi a ballare nel proprio paese; dopo si raggiungerà con la jeep la Rumbur Valley (2 ore di auto - 16 km) per partecipare al locale Festival (con grande adunanza per ballare), visitando i vari villaggi mentre la sera si ritorna a Bomburet per il pernottamento in hotel. Pensione completa. Ogni giorno partecipazione al Kalash Chilam Joshi Festival con riti tradizionali, musica e danze; la sera del 15 ci sarà il trasferimento in auto ad Ayun. Giorno 8 – 16/05 - Ayun - Chitral – Mastuj Transitando per Chitral si prosegue per Mastuj (5-6 ore - 110 km) su strada in fase di costante miglioramento. L'ambiente è particolarmente bello con i villaggi sparsi lungo un grande canyon alluvionale che congiunge l'altipiano di Panjikur alla valle di Kashgar e che oltre il Boroghil Pass scorre nel Yarkhun Gol, solcato a valle dal fiume omonimo. Ruscelli e canali d’irrigazione scorrono attraverso i campi di grano e orzo fiancheggiati da alberi di cedar (cedro), popolare albero locale, mentre è anche molto curata la coltivazione delle albicocche. L'accoglienza nei villaggi, qui principalmente di fede ismailita (tra le sette più moderate dell’Islam), è particolarmente calorosa con una partecipazione attiva delle donne alla vita pubblica locale. A Mastuj visitando la città, se possibile, visiteremo anche l’Organizzazione per lo sviluppo delle donne nelle imprese locali. Sistemazione in hotel, pensione completa. Giorno 9 – 17/05 – Mastuj – Phander Partenza per Phander (7-8 ore di auto 6-7 ore) seguendo la pista che facendo rotta verso sud, attraversa lo Shandur Pass (4260m slm) lungo la riva orientale del fiume Laspur, che passa per il villaggio di Harchin, per poi ricongiungersi a Gilgit, innestandosi in una delle tante varianti della «Via della Seta» verso Ferghana e Bukhara. A Shandur Pass, dove si trova il più alto campo di polo del mondo, ogni anno si svolge l’annuale Torneo di Polo con una partita giocata sul Top del passo tra le squadre del Distretto di Chitral e del Ghizer District, normalmente nella prima o seconda settimana di luglio. Phander (2800m) al centro dell’omonima Valle, nota anche come “Piccolo Kashmir”, gode di un panorama mozzafiato sul profondo lago blu Plander Lake e sul fiume Ghizer, i cui meandri scorrono attraverso la verde pianura alluvionale con coltivazioni intensive che sostengono il suo insediamento. Sistemazione in hotel, pensione completa. Giorno 10 – 18/05 – Phander – Gilgit Il percorso che prosegue per Gilgit (6-7 h), seguendo il fiume omonimo, da accesso alle affascinanti valli laterali di Yasin e Ishkoman con bel panorama sulle valli di Gahkuch e Punial. Gilgit, che era una città lungo uno dei tanti rami della Via della Seta che qui attraversa più a nord il Khunjerab Pass, ha visto transitare da qui la maggior parte delle carovane dirette a Kashgar e Ferghana. Monaci cinesi buddisti, di ritorno dai pellegrinaggi in India, nel 5° secolo hanno trovato il Buddismo ampiamente praticato su queste terre. L’Induismo ha invece cominciato a infiltrarsi nel nord dell’India nell’8° secolo e probabilmente ha raggiunto Gilgit nel 10° a seguito dei combattimenti con locali a filo di lama di sciabola delle forze invasive Shin, provenienti dal basso Indo, le cui tracce permangono ancora nel linguaggio Shina, il dialetto ancora oggi parlato dal popolo omonimo Shina, nella regione del Gilgit–Baltistan. Dopo la visita al Bazaar di Gilgit si raggiunge nei suoi dintorni la gola di Shuko Gah, sulla cui parete rocciosa di Kargah Nala si trova scolpito in stile tibetano il grande Kargah Buddha, risalente al VII secolo. Sistemazione in hotel, pensione completa. Giorno 11 – 19/05 – Gilgit – Karimabad (Karimabad – Hunza Valley) Da Gilgit in direzione di Karimabad-Hunza (2-3 ore - 99 km) lungo la Karakorum Highway, che costeggia il fiume Hunza e il suo affluente Khunjerab, la strada sale gradualmente di circa 100m di dislivello ogni 10 km. Lungo il percorso si effettuano diverse soste panoramiche per godere la vista spettacolare del monte Rakaposhi 7788m, che ha molti villaggi abitati ai suoi piedi e la tipica corona di neve che cambia colore con la diversa intensità della luce. Questo tratto dell’Hunza Valley è ricco di campi terrazzati, particolarmente coltivati ad albicocche, mele, gelsi e noci, che danno un policromo spettacolo naturale sia durante la fioritura primaverile e sia in autunno, quando le foglie degli alberi diventano gialle e rosse. Nella KKH non può mancare di fermarsi vicino a Chalt, nel punto esatto in cui i continenti si sono scontrati circa 60-70 milioni di anni fa, provocando la collisione dell’Indo-Pak continentale, sub-slittato sotto la placca eurasiatica. Le rocce rosse, verdi e scure (Dunite, Wehrlite e Websterite) lungo il ciglio della strada sono il risultato di materiali formati 30 chilometri sotto la superficie terrestre. A causa di questa collisione continentale si è originata la catena del Karakorum e dell'Himalaya, ancora oggi in costante movimento e costituita da montagne considerate pertanto giovani, che sono le più alte al mondo. Karimabad, precedentemente chiamata Baltit, è il capoluogo dell’Hunza Valley nel distretto GilgitBaltistan ed è posta a 2500 m; il suo nome deriva dal Principe Karim Agha Khan, il capo spirituale della setta Nazari degli sciiti ismailiti. L’Hunza Valley è anche conosciuta come il luogo dove si trova il mito di Shangri-lá, la terra dove la gioventù è eterna. Lo scrittore statunitense James Hilton si è ispirato a questa valle per il suo romanzo “Orizzonte perduto” (1933), che a sua volta è stata fonte della sceneggiatura di ben 2 film omonimi. Capitale del Distretto di Hunza, Karimabad è l'unica città al mondo, dove è possibile osservare cinque picchi sopra 7000 m in tutte e quattro le direzioni: il Monte Rakaposhi 7788 m, il Diran 7256 m, il Golden Peak 7027 m, l’Ultar- I 7388 m, e l’Ultar-II 7310 m con la sagoma della Principess Bobulimuting che si distende all’orizzonte dell’Hunza. A Karimabad, si può esplorare l’Hunza Valley e i suoi dintorni e vedere la vita quotidiana e genuina delle persone al lavoro. L’antico Forte di Baltit fino al 1945 ha ospitato il Mir dello stato di Hunza, garantendo per oltre 700 anni la sopravvivenza del regime feudale dell'Hunza. Esso fu costruito sulla rupe di una roccia di marmo colore rubino, come un dono per il matrimonio della regina del Baltistan e del principe di Hunza. Ristrutturato più volte, attraverso l’intervento dell'Aga Khan Trust for Culture Projects, presenta oggi un'architettura tibetana. Camminando e andando in giro per Karimabad si può visitare il Bazar, raggiungere a piedi il villaggio di Altit e il Forte di Altit, vecchio di 900 anni e costruito dalla gente del Baltistan. I Burusho, abitanti di questa valle, dicono di essere i naturali discendenti dei soldati greci che facevano parte dell'esercito di Alessandro il Grande. La stessa ritenuta origine è anche comunemente accettata sui Pakhtuns di Pakistan e Afghanistan. Considerando la loro origine mista, non c'è da meravigliarsi che somaticamente la gente del posto ha tali caratteristiche sorprendenti con carnagione chiara e spesso gli occhi azzurri. Fino al 1974 Hunza era un regno indipendente, molto isolato dal resto del paese fino al completamento della Karakuram Highway in Cina nel 1978. Oggi Hunza Valley è considerata una vera “Shangri-La" del Pakistan anche per essere un mondo libero e lontano da militanti estremistici islamici, da povertà e inquinamento e sorprendentemente inserito in un sistema educativo brillante. I visitatori della bellissima valle, dominata da cinque montagne innevate, a volte si sentono come se fossero in piedi sul bordo della Terra o, forse, al centro di esso. Karimabad, nella valle di Hunza, è oggi una delle più suggestive località del Pakistan, un'oasi di tolleranza, sicurezza e buone scuole educative. Questo tenore di vita possono essere ricondotti a un'interpretazione moderata dei residenti dell'Islam, nonché un notevole sostegno da parte di uno dei maggiori enti di beneficenza di tutto il mondo. I residenti dicono che non possono ricordare l'ultimo omicidio della valle. Inoltre a differenza di altre parti del Pakistan, non esiste inquinamento con sacchetti di plastica, rifiuti umani ed elettrodomestici in decomposizione. Sistemazione in hotel, pensione completa. Giorno 12 – 20/05 – Karimabad - Hopar - Nagar Valley – Duikar Partenza da Karimabad per Hopar a un'ora e mezza d'auto per una piacevole passeggiata nella Nagar Valley ai piedi del Monte Rakaposhi, dove immersi tra la rigogliosa natura e tra gente molto cordiale e calorosa sembra di toccare il cielo con un dito; rientrando a Karimabad si visita la miniera di rubini di Doyndas, mentre la sera con auto si fa tappa a Duikar (3000m), il punto più alto della valle da cui si ha una maestosa vista della montagna intorno e delle valli centrali di Nagar e Hunza, per attendere il tramonto, se le condizioni meteorologiche lo consentono. Sistemazione in hotel, pensione completa. Giorno 13 – 21/05 - Duikar - Passu - Gulmit - Karimabad Da Duikar, in direzione nord del Khunjerab Pass e il confine cinese lungo la KKH, si raggiunge Passu in 2 ore d’auto per visitare la miniera di rubini e gli interessanti graffiti rupestri di Passu Rockcarvings. Passu (2400m) si trova molto vicino alla lingua del bianco ghiacciaio Passu e appena a sud della lingua del nero Batura Glacier nell’omonima valle. Quest'ultimo è il settimo ghiacciaio non polare più lungo del mondo (56 km). Se il clima lo consentirà potremo osservarli da un facile view point. Il villaggio, che visiteremo insieme al ponte sospeso in stile tibetano sul fiume Hunza, è abitato da gente molto cordiale e ospitale; molti residenti della zona sono ismailiti, seguaci di un ramo moderato dell'Islam. Gulmit (2408 m) è una secolare città storica del distretto Gilgit Baltistan. Ex capitale estiva, quando Hunza era uno stato, oggi è la sede del Gojal Tehsil, nell’alto Hunza. Gulmit è una parola turca o iraniana che significa "la valle dei fiori”, appellativo che le rimane per l’aspra bellezza del suo territorio, circondato da montagne, cime innevate e ghiacciai; qui visiteremo il museo locale, costituito all’interno di una casa tradizionale e la Casa dei Tappeti. Rientriamo a Karimbad, sistemazione in hotel, pensione completa. Giorno 14 – 22/05 - Karimabad - Gilgit – Islamabad (Var B: Karimabad – Besham KKH) Partenza molto presto da Karimabad per Gilgit (2 h su strada) da dove con volo interno della PIA Pakistan Airlines PK-608 GIL ISL 9.30 – 10.30 si raggiunge Islamabad. Dopo il trasferimento in hotel, nel tempo rimanente si effettuerà un breve giro turistico della città di Islamabad, comprendente la visita della Moschea Fasil, il view point panoramico Pir Sohawa sulla città, a 17 km dal centro in cima a Margalla Hill, e il museo etnologico Lok Virsa. Sistemazione in hotel, pensione completa. NB : Se il cattivo tempo non consentirà il volo ed esso sarà cancellato, sarà considerato il transfer sostitutivo su strada, Var B Var B: In auto da Karimabad fino a Besham (8-9 ore) lungo la Karakorum Highway, che segue il percorso del fiume Hindo, non mancando di fermarci nel punto in cui si scontrano tre catene montuose imponenti, il Karakorum, l’Himalaya e l’Hindū-Kūsh, e nei pressi della valle di Astore in un view point sul Nanga Parbat (8125m), la 2° vetta più alta in Pakistan e la 9° nel mondo, che ha la triste fama di “Montagna Assassina” per il suo alto indice di mortalità tra i suoi scalatori e ascensionisti (secondo un rapporto tra vittime ed ascensioni tentate) e che è considerato il pilastro terminale dell'Himalaya occidentale. Superata Chilas, si continua attraverso il Kohistan, probabilmente una delle strade più tormentate seguendo i ripidi versanti verticali della stretta gola dell’Indo, dove è facile avvistare i numerosi e lunghi incolonnamenti di convogli e di camion molto decorati nel classico stile pakistano. Questa è anche una delle zone più selvagge del Pakistan, essendo poco controllabile dal governo il territorio che rimane appena oltre la strada principale. Il Kohistan (in persiano significa "Terra di Montagne") è una delle aree geologiche più affascinanti della terra. Seguendo la Karakorum Highway lungo il corso della profonda gola dell’Indo, sembra di fare un viaggio al centro della terra per la vista stratificata della sua crosta esterna. Le rocce rosse verdi e scure osservabili lungo il percorso viario sono il risultato di materiali formati 30 chilometri al di sotto della superficie terrestre. Nel corso dei secoli il modello di insediamento abitativo si è dovuto adattare alla morfogenesi orografica con conseguente occupazione dei contadini di numerosi piccole valli dove torrenti glaciali e fiumi sono più controllabili in contrasto con nuclei abitativi nella valle dell'Indo stesso. Le catene montuose tra queste valli hanno inoltre costituito e dimostrato un ostacolo alla comunicazione. Sistemazione in hotel, pensione completa. Giorno 15 – 23/05 – Islamabad – Taxila (Var B: Besham – Islamabad KKH) In caso di volo operato, da Islamabad si visita Taxila per l’intera giornata. E’ composta da 18 siti archeologici di notevole valore culturale, facenti parte del Patrimonio mondiale dell'UNESCO. Taxila, circa 35 km a nord-ovest di Rawalpindi, è uno dei più importanti tesori archeologici del subcontinente indiano, con i resti di tre grandi città e decine di monasteri buddisti risalenti tra il 600 aC e il 600 dC. Situata al punto d'incontro delle rotte commerciali che collega la Cina, l'India, l'Asia centrale e l'Occidente, Taxila è stata incorporata in molti imperi ed è diventata il crocevia della cultura del mondo antico. Alessandro Magno giunse qui nel 326 aC tenendovi discussioni filosofiche con gli intellettuali residenti; vi lasciò anche un presidio, ma il suo impero si disintegrò rapidamente dopo la sua morte a Babilonia. Ashoka, prima di ereditare l'intero territorio dell'Impero Maurya (che comprendeva anche la maggior parte del subcontinente con il Gange) intorno al 275 bC, fu viceré a Taxila. Egli introdusse il Buddismo a Gandhara, da dove la religione si diffuse in Asia centrale, in Tibet e Cina. Ashoka morì nel 232 aC e poco dopo anche il suo impero decadde. In seguito i Greci Battriani dal nord dell'Afghanistan governarono Gandhara, costruendo una nuova città a Taxila, ora chiamata Sirkap, con un’innovativa pianificazione urbanistica a pianta squadrata regolare, con strade che si incrociano ad angolo retto. Intorno al 60 dC i Kushan (il cui regno multiculturale si estendeva dal Xinjiang cinese al mare di Aral, attraverso gli odierni Uzbekistan, Afghanistan e poi anche Pakistan, fino all'India Settentrionale) arrivando dall'Afghanistan estromisero i Parti, portando al suo massimo splendore nel II secolo dC l'impero Gandhara, esteso dall'Iran orientale alla valle del Gange. I Kushan costruirono quindi una nuova città a Taxila, diventando capoluogo di regione. I Kushan furono anche grandi mecenati del buddismo, che dal primo al quinto secolo dC era religione maggioritaria, e sotto il loro grande regno furono costruiti migliaia di stupa seguendo gli stimoli dell'arte Gandhara buddista del tempo. Intorno all'anno 455, un disastro si abbattè su Taxila con l’avvicinarsi degli Unni Bianchi, orde dall'Asia centrale correlate ad Attila, che devastarono l'Europa sottosopra. Oggi Taxila è un paradiso archeologo e vi sono ben tenuti un interessante Museo e otto siti sparsi a breve raggio. Tra i migliori oggi visitabili sono quelli di Jualian, Dharmarajika, Jandial e Skirkap. Sistemazione in hotel, pensione completa. Var B: Continuando sulla KKH da Besham a Islamabad, attraversando Mansehra e Abbodabad, si recupera sulla strada la visita di Taxila, come da programma. Islamabad, capitale del Pakistan, si trova ai piedi delle Margalla Hills nella parte settentrionale del Potohar Plateau. Essa è in contrasto con la sua città gemella di Rawalpindi, da cui dista appena 15 km, spaziosa con tanto verde, ampi viali e parchi lussureggianti. Si visita la Moschea Shah Faisal (progettata dall’architetto turco Vedat Dalokay e finanziata in gran parte con donazioni dell’Arabia Saudita, è la più grande dell’Asia con una capienza fino a 100.000 fedeli), Daman-e-Kok (una bassa collina che offre una vista panoramica di Islamabad, come il vicino view point Pir Sohawa sulla parte superiore delle Margalla Hills) e il Lok Virsa (Museo Nazionale di Etnologia che presenta le tradizioni di storia e vita pakistane). Se il tempo a disposizione lo consentirà si potrà visitare a Rawalpindi anche il vecchio Raja Bazaar. Pernottamento in hotel a Islamabad o Rawalpindi. Pensione completa. Giorno 16 – 24/05 – Islamabad – Dubai – Italia Trasferimento all’aeroporto internazionale di Islamabad, dove svolte le pratiche burocratiche di uscita, si parte per rientrare in Italia con Emirates. Transito a Dubai con cambio di aeromobile. Arrivo in Italia Quote a persona Quota base 8 Euro 2300 (con accompagnatore dall’Italia) Quota base 10 Euro 2085 (con accompagnatore dall’Italia) Quota base 12 Euro 1895 (con accompagnatore dall’Italia) Suppl. singola in arrivo La quota comprende: i voli domestici (da Islamabad per Chitral e da Gilgit a Islamabad) – 20 kg di franchigia bagaglio – tutti i trasferimenti con minibus o 4X4 jeep secondo le necessità : 4 pax in ogni jeep più l’autista) - guida locale parlante inglese per tutto l’itinerario - accompagnatore dall’Italia – sistemazione nelle strutture indicate su base camera doppia – pensione completa come da programma (dal pranzo del secondo giorno alla colazione del sedicesimo giorno: Colazione, Cena e Pernottamento in albergo e Pranzo in itinere a cura dello staff secondo il programma di visite quotidiano) – visite, escursioni e ingressi come indicati nel programma – il trasferimento supplementare via terra da Islamabad a Chitral e/o da Gilgit a Islamabad, nel caso in cui per motivi atmosferici/climatici la PIA annulla i voli - gadget di viaggio. La quota non comprende: i voli intercontinentali con Emirates e le relative tasse aeroportuali (vedere la tabella sottostante) - il visto (€ 60) – l’assicurazione con annullamento (3% del costo totale del viaggio) - i pasti non inclusi – bevande, mance, extra personali e tutto quello non incluso nella quota comprende Operativo voli EK 206 MALPENSA DUBAI 14.05 22.10 EK 612 DUBAI ISLAMABAD 03.20 07.30 EK 613 ISLAMABAD DUBAI 09.00 11.10 EK 91 DUBAI MALPENSA 15.45 20.30 Tariffa da Euro 200, tasse aeroportuali € 370. Partenze da altri aeroporti su richiesta Le strutture di questo viaggio: Islamabad: Tourist standard Guest House o Casablanca Guest House o Jasmine Guest house, Sari Silk Road Guest House o Envoy Continental Hotel Swat: PTDC Hotel o similare Chitral: PTDC Hotel or Tirich Mir View Hotel Bomburet-Kalash: PTDC Hotel o Jinnah International Hotel Ayurn: Ayurn Fort Inn Mastuj: PTDC Hotel o similare o Guest House Phunder: PTDC Hotel Gilgit: Riveria Hotel o PTDC Hotel Karimabad: Darbar Hotel o Al-Barkhat Hotel o Hill Top Hotel Besham: Besham Continental o PTDC Hotel NB= A causa del numero insufficiente si strutture ricettive di questa area pakistana (dove il turismo non è molto sviluppato) e/o del possibile sold out causato dalla presenza di turisti in occasione del Kalash Chilam Joshi Festival, alcune di esse potrebbero essere sostituite da sistemazioni simili. La categoria delle strutture, pur dignitose, non è paragonabile a quelle di tipo occidentale.